Liberati… l’accento lo mettete voi

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Liberati (L’accento lo mettete voi)

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Nuovo adattamento. Rappresentato dal 23 al 26/03/2017, “Teatro della Dodicesima”, Via Carlo Avolio, 60 Roma – Compagnia “Rosa Blu”, regia di Stefano De Stefani)

Personaggi (in ordine di apparizione)

Eugenio (giovane)

Valeria (giovane)

Eugenio

Valeria

Stefania

Roberta

Guido

Titti

Angela

N° Posizione SIAE 244307

Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore:

rosablufd@gmail.com

Tutti i diritti riservati


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ATTO PRIMO

Prologo

(Eugenio e Valeria giovani)

(Il sipario si apre parzialmente. Buio scena / Luce proscenio Entra un ragazzo, venticinque-trenta anni, jeans, camicia bianca, giubbotto di pelle nero, mocassini neri, calzini bianchi, Ray Ban a goccia, legge un giornale. Da destra arriva una ragazza, meno di vent’anni, jeans, Superga bianche, polo bianca e golfino blu sulle spalle. Vede il ragazzo, ha un sussulto, si blocca, poi si avvicina silenziosamente, gli tocca la spalla destra e si sposta velocemente a sinistra. Lui si volta istintivamente a destra, ma subito capisce lo scherzo e si gira di scatto dalla parte opposta. Vede la ragazza e sorride) EUGENIO - Ciao! Tuo fratello?

VALERIA - E’ a casa, si sta vestendo!

EUGENIO - Sempre il solito: appuntamento alle quattro e… (Guarda l’orologio, rassegnato) alle quattro e mezzo ancora non è pronto…

VALERIA - … tu invece: sempre in perfetto orario?

EUGENIO - Assolutamente!

VALERIA - Oggi sei arrivato alle quattro e venti…

EUGENIO - … Ehi! Sono sotto sorveglianza? (sorride sornione)

VALERIA - Figurati… ero alla finestra… ti ho visto arrivare e…

EUGENIO - Che combinazione, eh?

VALERIA - Proprio così! Mi stavo vestendo anch’io…

EUGENIO - … alla finestra?

VALERIA - Insomma! Stai cambiando discorso! Non vuoi ammettere che anche tu arrivi in ritardo! EUGENIO - E’ successo oggi, per la prima volta…

VALERIA - … ti conviene dire così! (Sorride) Altrimenti si rovina la tua reputazione di “precisino”! EUGENIO - Ehi, Dorothy, ti piace prendermi in giro, vero?

VALERIA - Mi chiamo Valeria. (Irritata) Perché mi chiami Dorothy?

EUGENIO - Perché Dorothy mi piace di più.

VALERIA - Allora ti chiamo "UOMO DI LATTA"!

EUGENIO - Per me va bene.

VALERIA - (Alza le spalle) Sei con la moto? (La cerca con lo sguardo)

EUGENIO - Sì.

VALERIA - Dov’è?

EUGENIO - E’ li… (Indica il fondo del teatro)

VALERIA - (Allungando il collo in direzione della moto) Dove andate?

EUGENIO - Da "Ricordi".

VALERIA - A che fare?

EUGENIO - A comprare… (La guarda sorridendo) dei calzini.

VALERIA - Ah! E dove sta Ricordi?

EUGENIO - A Piazza Venezia. (sempre più divertito)

VALERIA - Ho capito. (Riflette un attimo) Ma, scusa, per comprare dei calzini, andate fino a Piazza Venezia?

EUGENIO - Lo vedi che sei proprio "DOROTHY"? Ricordi vende dischi. (Spiegando, divertito) Andiamo a comprare un disco.

VALERIA - Aahh, un disco? (Contenta)

EUGENIO - Un Long Playing.

VALERIA - Di chi?

EUGENIO - Elton John.

VALERIA - Ti piace Elton John?

EUGENIO - E' bravo. Però, io preferisco i… (La guarda divertito) i Queen!

VALERIA - (Il suo volto s’illumina) Davvero? Anche a me piacciono tanto... (Cambia espressione, ora è arrabbiata) non è vero, a te piacciono i Pink Floyd!

EUGENIO - E tu cosa ne sai? (La scruta)

VALERIA - Ehm... io... me l’ha detto... mio fratello!

EUGENIO - Ah, ecco. (Ride sommessamente del suo imbarazzo)

VALERIA - Poi sono io che ti prendo in giro, eh? (Imbronciata gli volta le spalle)

EUGENIO - (Con tenerezza, allunga una mano verso di lei) Dai, Valeria… (Sentendosi chiamare così, V. si volta di scatto, E. ritira immediatamente la mano) lo facciamo sempre… ma se ti da noia…

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VALERIA - … ma no, lo so che lo fai… lo facciamo, perché… perché… EUGENIO - … perché?

VALERIA - Beh, siamo amici, no? (E. annuisce) Lo siamo da tanto!

EUGENIO - La prima volta che ti ho vista, eri piccola così… (Con le mani indica le dimensioni di un neonato. S’interrompe guarda in alto, lontano a destra del palco) Guarda là, alla finestra, c’è quel bel tomo di tuo fratello. (Fa un cenno con la mano e poi indica l’orologio) Che cosa sta dicendo? (Guarda ancora) Ah, dice che l’appuntamento era alle cinque! È incredibile, che faccia tosta! (Rivolto a V.) Ma ti rendi conto? È fortunato che gli voglio un gran bene…

VALERIA - … davvero?

EUGENIO - (Si fa serio. Guarda intensamente V.) Io sono figlio unico e Riccardo è il fratello che avrei voluto.

VALERIA - Allora io sono la …

EUGENIO - (Turbato) … sorellina? Sì, la mia sorellina… VALERIA - … vuoi bene anche a me?

EUGENIO - Certo!

VALERIA - Come fossi tua sorella?

EUGENIO - (Si morde le labbra. Guarda altrove, distraendo lo sguardo da V.) Beh, si! VALERIA - O preferisci…

EUGENIO - … cosa? (La guarda speranzoso)

VALERIA - (Si rende conto di doversi trattenere) Come… l’amica del cuore?

EUGENIO - Ti piace di più?

VALERIA - Si! Anche perché, se non baglio, c’è un’altra “sorellina” cui vuoi molto bene?

EUGENIO - Un’altra…? (Riflette sotto l’occhio severo di V.) Stai parlando di Titti?

VALERIA - Si! La sorella di Vittorio. È bella, vero?

EUGENIO - Bella? È un’opera d’arte… (Si blocca) anche tu da piccola eri bellissima… VALERIA - … “ero”?

EUGENIO - (Sorrisetto) Adesso sei un po’ diversa… (V. si mostra offesa) sei cresciuta…

VALERIA - (Sorride compiaciuta, ma cambia discorso) Ricordi quando tu e Riccardo facevate i compiti ed io venivo a ”rompere”?

EUGENIO - Hai detto la cosa giusta: a ”rompere”! (La guarda con tenerezza) Comunque eri la “scusa” per non studiare…

VALERIA - … e poi mi portavate al parco… (E. ride) ridi, ridi! Mi riportavate a casa sempre tutta arruffata, sporca…

EUGENIO - … eri tu che volevi giocare con la terra! (Divertito) Non eri la sola a essere sporca ed arruffata? Hai dimenticato che la terra ce la mettevi dappertutto! Quando andavo a casa, dovevo svuotare tasche, scarpe e … orecchie!

VALERIA - Orecchie? (Ride di gusto, ricordando)

EUGENIO - Sicuro, anche nelle orecchie!

VALERIA - Eri un baby sitter fantastico… (Lo guarda divertita) ma lo sei ancora! Ti vedo, qualche volta, con Vittorio, che giocate con la “piccolina”!

EUGENIO - È una forza! Capricciosa, ma non le si può dire di no! È così “ruffiana”… VALERIA - … ti piacerebbe avere dei figli?

EUGENIO - Naturalmente! (Sorridendo) VALERIA - Deve essere bellissimo aiutarli a crescere…

EUGENIO - (La osserva, sorpreso) … a te piacerebbe… fra qualche anno, averne?

VALERIA - Certo, ma “FRA QUALCHE ANNO”!

(Pausa di riflessione)

EUGENIO - Chissà come saremo fra… venti… trent’anni? Ci pensi mai?

VALERIA – Lo immagino spesso!

EUGENIO – Davvero?

VALERIA – Tu no?

EUGENIO – Sì…

(Il sipario si comincia ad aprire. Luce sulla scena I due giovani si guardano sorpresi)


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Scena I

(Eugenio, Valeria e i due giovani)

(Il sipario si apre completamente. I due Guardano increduli e ascoltano la musica di: “ I want to break free”. Mattino, soggiorno, divano al centro e piccolo tavolo di fronte, altro tavolo consolle a dx, porta della cucina e finestra lunga a sin., libreria e porta d’ingresso sul fondo. I due giovani si guardano, poi si spostano in un angolo e osservano la scena. Eugenio, sulla cinquantina, sta passando l'aspirapolvere. Indossa jeans, t-shirt bianca e zoccoli bianchi, cuffietta e CD-player, accenna dei passi di danza, scimmiottando Freddy Mercury nel famoso video. Musica e aspirapolvere gli impediscono di sentire il CAMPANELLO che suona più volte. Dopo vari squilli la porta sul fondo si apre ed entra Valeria, quaranta-quarantacinque anni, indossa un soprabito con il bavero alzato. Si ferma, lo guarda tenera e divertita, lui si accorge di lei, spegne l’aspirapolvere, si toglie la cuffia)

EUGENIO -Ciao! Da quanto sei li?

VALERIA -Un minuto. Non sentivi il campanello, ho aperto con le chiavi. Scusa!

EUGENIO –Perché “scusa”? Ti ho dato le chiavi così puoi entrare quando vuoi!

VALERIA -Sembri proprio una perfetta "donnina" di casa!

EUGENIO -Spiritosa. Se non lo facessi questa casa, diventerebbe un porcile.

VALERIA -Immagino!(Si toglie il soprabito e lo lancia sul divano)Il lavello della cucina sarà sicuramente lucido come una lama di Toledo! Se trovo un’ombra di calcare nel box doccia, ti do mille Euro.

EUGENIO -Accidenti che iella!

VALERIA – (Si siede) In che senso?

EUGENIO -Beh, se arrivavi mezz’ora fa… avevo appena fatto la doccia, qualcosa avresti trovato! E poi, mille euro, mi farebbero comodo!

VALERIA -Ah!Quando la trovi la cenere? (Mostrandogli il sigaro)Questo è “ornamentale”? Eugenio, perché fai tutto da solo? Potresti prendere qualcuno, per le pulizie.

EUGENIO -Le mie finanze non me lo permettono.

VALERIA -Scusami, non volevo offenderti!

EUGENIO -Per carità, Valeria! Capisco che per te, nella tua posizione, è difficile pensare...

VALERIA -... va bene. Parliamo d'altro?

EUGENIO - Bueno! (Prendendo il soprabito di lei) Questo, però lo mettiamo a posto. VALERIA -Lascialo pure sul divano... (E. gli lancia un’occhiataccia) oh, scusa: troppo disordine! EUGENIO -La finisci di prendermi in giro? (Prima di appendere il soprabito lo annusa con voluttà) (I due giovani si guardano. Lei scuote la testa, lui è scocciato)

VALERIA -Che fai?

EUGENIO -Sentivo... ehm... il profumo. (Lo appende)E’ nuovo? Non è il solito.

VALERIA -Esatto, oggi ho voluto provare questa fragranza.

EUGENIO -E' buono! Vostro?

VALERIA - Lo fa per noi, un laboratorio artigianale, in Liguria. Sono essenze naturali. Ti piace?

EUGENIO -Molto!

VALERIA – (Tra se) Allora funziona! (Soddisfatta)Me lo offri un caffè?

EUGENIO - Naturalmente! Però dovrei pulire qui… se vuoi, mentre io finisco, puoi farlo tu, il caffè.

VALERIA -Ma che brava mass… (Altra occhiataccia di E.) pardon! (Si abbandona sul divano)No, lo voglio

fatto da te! Primo perché sono tua ospite e poi... tu lo fai così buono.

EUGENIO -Ruffiana, adulatrice.

VALERIA -Ma quale adulatrice, è la pura verità! Non ho mai bevuto un caffè più buono del tuo… credimi!

EUGENIO -Grazie! (Le guarda le gambe)Vabbe’, vorrà dire che finirò dopo.

VALERIA -Ma no, dai, finisco io. Mi fa piacere aiutarti. (Si alza, prende un piumino, comincia a spolverare) EUGENIO – (La guarda sorridendo. Va in cucina. Da fuori) Come sei elegante! Hai un appuntamento?

(Il giovane guarda la ragazza severo)

VALERIA -Si! Una "colazione di lavoro"! Un cliente importante!

EUGENIO -Ah! Un cliente? E com'è, 'sto cliente?

VALERIA -Ricco!

EUGENIO - Bello?

VALERIA - Bello? Beh, sì, effettivamente è un bell'uomo, non giovanissimo, ma ancora molto interessante… perché dici questo?

(Ora è la ragazza che guarda severa il giovane)

EUGENIO – (Rientrando, con la moka in mano) Sai, ti ho vista così "acchittata", allora…

VALERIA -... allora?

EUGENIO -Allora niente.

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VALERIA -Tesoro, io sono un direttore commerciale, non una "escort". Capito?

(La giovane mostra il pugno al ragazzo)

EUGENIO - Perdonami! Non avevo intenzione di... (Va di nuovo in cucina) ma dobbiamo litigare? VALERIA -No! Non sono venuta per litigare. Tutt'altro! EUGENIO -E... per cosa, allora?

VALERIA -Perché devo dirti...

EUGENIO – (Rientrando) Cosa?

VALERIA -... devo dirlo a qualcuno e tu devi essere il primo a saperlo!

EUGENIO – (Preocupato) Sì, grazie, ma cosa?

VALERIA -La persona con cui pranzerò oggi, può essere colui che darà una svolta a...

EUGENIO – (Deglutisce) ... alla tua vita?

EUGENIO – Lo vedi? (Alla ragazza)

VALERIA - In un certo senso si! (E. annaspa) Quest'uomo è la persona che io e la mia azienda stavamo aspettando. (E. è sollevato) Avere rapporti commerciali con lui, con la sua azienda, ci aprirà le porte del mercato d'oltre oceano… (E. tira un sospiro di sollievo) Stati Uniti, Sud America…

VALERIA - Testone …

EUGENIO – … shhh, ascoltiamo

VALERIA - … ti rendi conto? E' il salto di qualità tanto atteso. A proposito, tu non mi racconti niente del tuo nuovo lavoro?

EUGENIO – (Respira forte) E che ti dico? Il compenso è adeguato. Organizzo il lavoro compatibilmente con le altre cose da fare... ho ripreso a scrivere le mie fiabe...

VALERIA -... davvero? Che bello EUGENIO -Lo sai quanto mi piace scrivere per i bambini.

VALERIA -So anche quanto ti piacciono! Ti manca molto un figlio, vero?

EUGENIO -Tantissimo...

VALERIA -... ma la "Capufficio" non era d'accordo!

EUGENIO -Appunto!

VALERIA -Allora, dicevamo. Il lavoro?

EUGENIO -E’ interessante. Tradurre testi era il mio hobby, ora è un lavoro. Inoltre mi ha aiutato a superare il trauma del licenziamento.

VALERIA - Già! L'ultimo anno è stato veramente pesante per te. Prima la cassa integrazione, il licenziamento… poi ci si è messa anche tua moglie...

VALERIA - Moglie? Ti sei sposato… (Delusa)?

EUGENIO – Pare… (Mesto)

EUGENIO -... la mia "ex moglie"!

EUGENIO – Ex… (Rinfrancato) ex, capito? (Alla ragazza che fa spallucce)

EUGENIO -Ti prego, se anche tu continui a considerarla "mia moglie", non mi aiuti!

VALERIA -Cambiamo argomento? È meglio!

VALERIA - È meglio! (Al ragazzo)

EUGENIO – È meglio! (Tende l’orecchio)Il caffè è pronto! (Va in cucina)

VALERIA -Eugenio!

EUGENIO - Si… (Da fuori)

VALERIA -Hai più pensato alla mia proposta?

(I due giovani si guardano interrogativi e poi scuotono la testa)

EUGEIO - Quale proposta? (Rientrando)

VALERIA -Mi dai il caffè? (Posa il piumino)

EUGENIO -Ah, si! (Le porge il vassoio. Lei prende la tazza) Di quale proposta parli?

VALERIA - Di venire a lavorare nella mia società ... (Sorseggia il caffè) è proprio buono… (Soddisfatta)

dicevo: io so quanto vali, conosco l'esperienza che hai, so come lavori. (Si siede)

EUGENIO -Ne abbiamo già parlato. Apprezzo molto la considerazione che hai di me, non solo per il caffè, ma devo “ritararmi”, capire bene cosa voglio. (Posa il vassoio. Prende la sua tazza. Sorseggia il caffè)

VALERIA -Eugenio, io posso aspettare. Vuol dire che quando sarai più sereno, equilibrato, ne riparleremo. Lo so! Tu non ti arrendi!

EUGENIO -Non mi arrendo! Ho solo bisogno di un po' di tempo... (Prende il vassoio) non molto, vedrai. VALERIA -Va bene, non mi permetto di insistere, ma non ti mollo! (E. si dirige verso la cucina) Di un po’,

la vedi tua moglie? (E. si blocca, come fulminato) VALERIA - Ancora ‘sta “moglie”? Ma chi è? EUGENIO – Non ne ho la più pallida idea! (Pensieroso)

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EUGENIO - (Guardando inferocito V. che sorride di nascosto) Ma allora me lo fai apposta?

VALERIA – Va bene: la vedi “Stefania”?

EUGENIO – No, non può essere…

VALERIA - (Guarda con disgusto il ragazzo) Stefania?

(Il ragazzo allarga le braccia, incredulo)

EUGENIO - (Posa di nuovo il vassoio) Sì, la vedo, purtroppo. Neanche lei “mi molla”!

VALERIA -In che senso? (Posa la tazza)

EUGENIO -Ad esempio, quando meno me lo aspetto, viene qua! Se non sono in casa, la trovo qui fuori, ad aspettarmi! Allucinante!

VALERIA -Non le hai dato le chiavi?

EUGENIO -Dovrei?

VALERIA -A me le hai date!

EUGENIO -Tu non sei la mia ex moglie.

VALERIA – (Sorride) Giusto! (La ragazza è raggiante) Quindi, mi dicevi, che ti fa le sorprese...

EUGENIO -… e fa delle cose, per lei, stranissime…

VALERIA - … cioè?

EUGENIO - Fa la spesa! In venti anni, non si è sognata mai di farlo. Veramente compra un sacco di cose che io non uso, ma sai com'è fatta: sofisticata, sempre all'ultimo grido, anche per il mangiare.

VALERIA – Ricordo che non amava cucinare!

EUGENIO - La cucina era solo da mostrare agli ospiti, compresa di maritino che preparava manicaretti e “spignattava”.

VALERIA – Ha mai “sfaccendato”?

EUGENIO – Figurati! Aspirapolvere, detersivi etc, etc: strumenti e preparati “alieni”! Invece, ora viene qua e… fa il caffè... il caffè? Quella "ciofeca" che sa fare lei! Poi mette i panni in lavatrice, stende il bucato.

VALERIA -Ma dai?

EUGENIO -Mi ha rovinato due camicie e ora ho quattro o cinque paia di mutande di un bel rosa delicato!

VALERIA -Beh, non è il tuo colore preferito… per l’intimo?

EUGENIO -Certo, per… quello femminile!

VALERIA -Satiro!

EUGENIO -Si, con le mutande rosa! (Sorridono) Insomma hai capito che situazione?

(I ragazzi ridono)

VALERIA -Forse è “cambiata”?Avrà capito di aver sbagliato e ti vuole riconquistare...

EUGENIO -... non ci riuscirà!

(I ragazzi si scambiano uno sguardo d’intesa)

VALERIA -Di un po', non corriamo mica il rischio che arrivi qua, adesso?

EUGENIO -E se fosse?

VALERIA -Speriamo di no! Non ho nessuna intenzione di incontrarla!

EUGENIO -Come mai?

VALERIA -Ho saputo, da qualcuno, che ce l'ha con me!

EUGENIO -Con te? (Si siede anche lui)

VALERIA -Dice che è mia la colpa del vostro "fallimento"!

EUGENIO -E te, cosa c'entri?

VALERIA -Dice che ti ho messo contro di lei!

EUGENIO -Tu? Perché?

VALERIA -Perché siamo molto amici, per la verità lei dice "troppo", e da molto prima del vostro incontro.

(I ragazzi si guardano e annuiscono) Secondo lei, io ho un forte "ascendente" su di te. Quindi ...

capisci?

EUGENIO -No!

VALERIA - Insomma, ti avrei consigliato io di lasciarla.

EUGENIO -Io non l’ho “lasciata”!Ci siamo separati di comune accordo. Non trovavamo più nulla che ci unisse… forse solo il “letto”, ma tutto il resto correva su binari diversi. Tu ne sei al corrente…ne abbiamo parlato… e poi, hai fatto di tutto per convincermi a recuperare…

VALERIA - … vaglielo a spiegare!

VALERIA - Non lo capirebbe mai… EUGENIO - … guarda che è una donna intelligente… VALERIA - … ma dai, la difendi? EUGENIO - Beh…

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VALERIA - … zitto! Sentiamo cos’hai da dire!

EUGENIO -Non sarà gelosa?

VALERIA - Gelosa? Di cosa… di chi?

EUGENIO - Di te… (La ragazza mostra al ragazzo prima se stessa e poi V. grande, come dire: “Per forza

ègelosa!”. Il ragazzo approva sorridendo) (Suona il cell di E., E. non risponde, continuando a guardare V.)

VALERIA – Il telefono!

EUGENIO – Il… il telefono?

VALERIA – Sta suonando…

EUGENIO – … non rispondi?

VALERIA – È il tuo!

EUGENIO – Ah… (Imbambolato) ma stiamo parlando… VALERIA – … dai, magari è importante!

EUGENIO – (Guarda chi è) E' lei! Lo vedi, è un incubo.

VALERIA – Su, rispondi!

EUGENIO – (Risponde)<PRONTO... CIAO......... COSA? MA NON SO..... GRAZIE, NON C'E' BISOGNO

CHE.....COME DICI? LO ZUCCHERO?... ASPETTA, ORA GUARDO (Tappando il cell)Mannaggia lo

zucchero! Ti rendi conto?... PRONTO... LO ZUCCHERO, DICEVI... NE HO TANTO….COME?... L’HAI

GIA’PRESO? ... VA BENE ME LO PORTERAI… ADESSO? MA........ NON FAI TARDI IN UFFICIO? ...... E VA BENE......SI....... SI....... A DOPO> Viene qua, porc... a portarmi lo zucchero. Tutta una scusa. VALERIA -“Che tigna"! (Si alza)Allora è meglio che io vada via adesso!

EUGENIO -Non so… è meglio?

VALERIA -Si! Mi prendi tu il soprabito? (E. prende il soprabito e lo annusa ancora profondamente) Ti piace proprio, eh?

EUGENIO -E già! (Lentamente l’aiuta ad indossare il soprabito, abbozza una carezza, lei sembra

accorgersene, lui ritira la mano e si morde il labbro. Lei ha capito e a sua volta ha un gesto di disappunto))

VALERIA -Sei così gentile... vado! Peccato!

EUGENIO -Peccato cosa?

VALERIA -Niente, così... ciao!

(Esce. E. va in camera da letto) Buio scena / Luce proscenio (I due giovani si portano sul proscenio) EUGENIO – Peccato?

VALERIA – Sì, peccato! (Prende per mano E., escono)

Scena II

(Stefania ed Eugenio)

(Luce in scena Scena vuota. CAMPANELLO Eugenio torna in scena, si guarda intorno, nota qualcosa sul

divano. Lo prende e lo mette in tasca. Va ad aprire la porta. Entra Stefania, quarantacinque-cinquanta anni,

bella donna, molto ben vestita, stile manageriale, passo elegante, altera, in una mano un pacco di zucchero,

nell'altra una borsa e uno spolverino

EUGENIO -Ciao! (Lei si protende per baciarlo, lui si scosta) E dai... cosa fai?

STEFANIA -Volevo salutarti! Sei solo?

EUGENIO -Solo? Certo... cioè, si!

STEFANIA -Vedo due tazzine! (Prende il vassoio e lo porta in cucina)

EUGENIO -Ne ho usate due. Ne era avanzato un po' e …

STEFANIA – (Da fuori) Comprati la moka da una tazza! Eventualmente posso prendertela io. C’è un posto…

EUGENIO – (Suona il suo cell <PRONTO...>

STEFANIA – (Rientrando) Chi è?

EUGENIO –(Lancia un’occhiataccia a S.) <PRONTO…AH, SEI TU …DIMMI… AH, SI SI…VA BENE…COME? NON MI SENTI?…NON POSSO URLARE…. E GIA’! ….A PIU’ TARDI! >

STEFANIA -Chi era?

EUGENIO – (Esita)Un amico… devo dargli... (Seccato)ma è importante?

STEFANIA -Ma io dico così! Lo conosco?

EUGENIO -No, non lo conosci. Lo frequento da poco... per questioni di lavoro.

STEFANIA -Come si chiama?

EUGENIO -Senti Ste'! Grazie per lo zucchero...

STEFANIA -… non hai ancora cominciato a lavorare?

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EUGENIO -Ma…

STEFANIA - … voglio ricordarti che tra quindici giorni è il compleanno di mamma...

EUGENIO -… il compleanno di tua madre?

STEFANIA -Certo! Sai quanto ti vuole bene. Verrai a farle gli auguri?

EUGENIO -Sicuramente le telefonerò...

STEFANIA - … una telefonata? Solo una telefonata? Scherzi? Sai che ci tiene! Specialmente da parte tua.

EUGENIO -Sono sicuro che le farà altrettanto piacere!

STEFANIA - Sei diventato anche poco educato. Per forza, visto la gente che "frequenti"...

EUGENIO -… perdonami, Stefania, potrei chiederti un favore?

STEFANIA -Chiedi pure. Non dimentico di essere educata, "Io"!

EUGENIO -Allora, forte della tua "educazione"… giacché dovrei uscire…

STEFANIA -... va bene! Me ne vado! Che diamine! Stamattina sei intrattabile! Sei sicuro di star bene?

EUGENIO – (Alterato) Hai deciso di rovinarmi la giornata?

STEFANIA -Me ne vado, non sopporto questa "violenza"!

EUGENIO - Violenza?

STEFANIA -Me ne vado!

EUGENIO -Ma porca...

STEFANIA -Adesso anche le parolacce. Vado! E non cercare di trattenermi! EUGENIO -Non... non… (Lei apre la porta ed esce) cercherò di trattenerti. Fossi matto? Aahhh! (Si aggira per la stanza, indeciso. Guarda il cell. Canticchia il pezzo della suoneria. Telefona)

<PRONTO, VALERIA? SONO IO…. E’INCREDIBILE…. NO, E’ANDATA VIA…. COME? SI, E’ QUI (Si

tocca la tasca) … DOMANI? NO DOMANI SONO A CENA FUORI…. CON DELLE PERSONE… POI

TI DICO….. STASERA? VA BENE..... D’ACCORDO….. A CHE ORA VIENI?... SI CI SONO….

CIAO….COME?... SI,CIAO… TESORO.> Tesoro? (Esce)

Luce proscenio! (Dalle quinte escono i due giovani)

EUGENIO – Che fine ho fatto!

VALERIA – Non scoraggiarti, puoi sempre recuperare!

EUGENIO – A quell’età?

VALERIA – Non sei poi così vecchio… (Ride di gusto)

EUGENIO – Chi se lo immaginava…

VALERIA – … io un po’… me lo aspettavo!

EUGENIO – Avresti potuto mettermi in guardia…

VALERIA – … e come? Eri proprio “partito” per Stefania… (Entra Eugenio)

EUGENIO – Shhh, vediamo cosa fa… faccio!

Scena III

(Eugenio, Valeria e i due giovani)

(Luce in scena - Sera. Eugenio è seduto sul divano, ha indossato una felpa, legge un libro e prende appunti, mezzo toscano spento tra le labbra)

EUGENIO - Que luego a lo mejor sí que lo cuento…

(Si apre la porta d'ingresso, entra Valeria, ha con se un trolley( (Il giovane è dietro di lui. Sembra

interessato e divertito da quello che fa E.)

VALERIA -Buonasera, posso? (La ragazza si mette dietro di lei)

EUGENIO -Vale! Certo che puoi!

VALERIA -Ho aperto così, senza pensare che...

EUGENIO -Ma dai, ancora questa storia delle chiavi? PUOI ENTRARE …

VALERIA -… QUANDO VOGLIO! Ma dove lo trovo un amico come te? (Si siede accanto a E.)

(I due giovani si siedono sui braccioli del divano)

EUGENIO -Senti… ehm… "amica mia"… che ti serve?

VALERIA -Quanto sei "bestia"!

(I due giovani si scambiano occhiate, lei divertita, lui infastidito)

EUGENIO -Io?

VALERIA -Sono venuta a riprendere quello che è mio!

EUGENIO -Ah, l'agendina?

VALERIA -Non è un'agendina.

EUGENIO - No? Ho capito, è uno di quei cosi... quei giochini per la memoria, per tenere allenato il cervello.

VALERIA -Esatto!

EUGENIO -A cosa ti serve? Sei giovane e intelligentissima.

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VALERIA -Tesoro, bisogna pensarci in tempo, prima che sia troppo tardi!

EUGENIO -Eh sì, prima che sia troppo tardi.

VALERIA -Comunque sono qui anche per un'altra cosa.

EUGENIO -Cosa?

VALERIA -Eugenio, puoi ospitarmi per questa notte? (Gli indica il trolley)

(I giovani si scambiano gesti di soddisfazione)

EUGENIO – (Annuendo)Cosa ti è successo?

VALERIA -Ho discusso con mio padre!

EUGENIO - Ci risiamo, ma perché non vai ad abitare da sola? Ho detto che sei giovane, ma non tanto da stare ancora con i tuoi genitori.

VALERIA -Hai ragione, ma sapessi com'è difficile lasciarli… EUGENIO -... capisco

VALERIA -Più invecchiano e più hanno bisogno di me. E poi mettici pure che dalle mie parti è impossibile acquistare o prendere in affitto un appartamento, costa troppo!

EUGENIO -E tu non andresti mai via da Monteverde.

VALERIA -Non ci penso proprio!

EUGENIO -Io son dovuto andar via.

VALERIA -Ma sei tornato.

EUGENIO -Per fortuna i miei non hanno venduto questa casa. Comunque anche dove stavo… da quando…

VALERIA - … sei convolato a giuste nozze!

EUGENIO -Vipera!

VALERIA -Forse, se mi fossi sposata anch'io?

EUGENIO -Ma non hai trovato "l'anima gemella".

VALERIA -Non deve essere per forza "gemella".

EUGENIO -Come dovrebbe essere?

VALERIA -Deve essere una persona disposta a donare l'anima e capace di "meritare", in dono, la mia.

EUGENIO –Ardua impresa!

VALERIA -Eppure l'avevo trovata… ma lui ha scelto un'altra.

(La ragazza guarda risentita il giovane che finge indifferenza)

EUGENIO -Fermati… possibile che tu non me ne abbia mai parlato?

VALERIA -Potrei...

EUGENIO -... ehi, si prospetta una nottata densa di rivelazioni!

VALERIA -Toglitelo dalla testa! Allora, mi ospiti? Solo per stanotte. Domani, mamma sistemerà tutto e farò pace col "vecchio"!

EUGENIO - Non ho già detto di si? Prendi la mia stanza. (V. fa per protestare) No, non ammetto discussioni. Io ho questo divano che va benissimo! Poi devo lavorare, devo usare il computer, sto più comodo di qua.

VALERIA -Sei proprio un grande amico! (Scuotendo, non vista da E.,la testa)

EUGENIO -Ecco! (Si morde il labbro)

VALERIA -Allora, buona notte! (Ci riprova)Se vuoi, possiamo… fare due chiacchiere?

EUGENIO -Va pure a dormire, è già tardi. Tu devi alzarti presto... credo? Io lavoro un po’ e poi...

VALERIA - … va bene. (Sconsolata) Buonanotte! (Si avvia verso la zona notte)

EUGENIO – (Prima che sparisca) VALERIA… (V. si volta, sorride) (I due giovani si guardano speranzosi) io… io ti… (V. è emozionata) ti…ti prendo degli asciugamani puliti? (V. alza gli occhi al cielo) (Esterrefatti) Se non hai lo spazzolino, ne trovi uno nuovo in bagno, nel cassetto... (Disperati)

VALERIA –... lo spazzolino l'ho portato!Gli asciugamani so dove sono! (Sospira) Sicuro che qua stai bene?

EUGENIO -Benissimo, tranquilla! Buona notte!

VALERIA -Buona notte, tesoro (Va via seguita dalla ragazza)

EUGENIO – (Riflette e con veemenza) Ma sei cretino? (Il giovane approva E. va verso la zona notte. Il giovane è contento, lo incita. E. si blocca, torna sui suoi passi, si morde le labbra. È combattuto, poi prende un blocco notes dalla libreria, una penna, si siede e comincia a scrivere. Il giovane allarga le braccia in segno di disperazione) Una notte come tante… Buio scena / Luce proscenio

(La ragazza torna, prende sottobraccio il giovane)

VALERIA – Non c’è niente da fare! Sei rimasto il solito imbecille! EUGENIO – No, imbecille no… CRETINO sì… tanto! Luce in scena

(E. si alza ed esce. Il giovane lo segue, vorrebbe dargli un pugno in testa. La ragazza ride di gusto, poi si rattrista e siede sul bracciolo del divano)

Cala il buio in scena, solo una luce sulla ragazza.

Stefano De Stefani Via Sant’agata di Esaro, 21 Roma – 333 31 73 711


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VALERIA – Do’ tutta la colpa a lui, ma, in fondo, anch’io non sono da meno! Perché aspetto che sia lui a dichiararsi, perché non lo faccio io? Se non ci riusciamo sarà così che andrà a finire! (Guarda il pubblico, si alza, va sul proscenio) Non sarà così, vero? (La ragazza torna a sedersi sul bracciolo del divano)

Scena IV

(Valeria ed Eugenio e i due giovani)

Luce in scena (Mattino. V. entra in scena, indossa un accappatoio, va in cucina. Torna con una tazza di caffè in mano e si siede sull’altro bracciolo. Sorseggia il caffè. Guarda la stanza)

VALERIA -Qui è già tutto in ordine. Mi ha rifatto il letto. Il caffè pronto da bere. E' proprio un fenomeno! Forse non è proprio il tipo di uomo che vorrei avere accanto! Forse è troppo perfetto per me! Mah, forse non saremmo mai andati d'accordo. Forse è stato meglio rimanere amici... forse…

EUGENIO – (Uscendo dalle quinte, seguito da un arrabbiatissimo E. giovane. Si sistema la cravatta e indossa la giacca) Buongiorno, amica mia!

VALERIA -Accidenti come sei "fico"! Appuntamento galante?

EUGENIO - Macché! Va bene il caffè? (V. annuisce, laconica) A proposito, hai dormito bene?

VALERIA –Magnificamente… (Sarcastica) hai un letto comodissimo.

EUGENIO –Ciao… (Non raccoglie la provocazione) ci sentiamo. Stai pure quanto vuoi. (Esce)

VALERIA -Perché, stanotte, non sei venuto da me... bestia! (Prende borsa, trolley e soprabito. Esce)

Buio scena / Luce proscenio (I due giovani si guardano, lui è sconsolato)

VALERIA – Non prendertela, vedrai che prima o poi…

EUGENIO - … macchè! È proprio… “sono” proprio un coglione!

VALERIA – Forse è proprio per questo che…

EUGENIO - … che?

VALERIA – Niente! (Gli da un buffetto e si dilegua. Lui rimane inebetito e poi esce anche lui)

Scena V

(Stefania)

Luce in scena (Scena vuota. Entra Stefania, di soppiatto. Si aggira per la casa. Getta soprabito e borsa sul divano)

STEFANIA –Tutto in ordine, ma come farà? Eppure “lei” ha …”dormito” qui! (Osserva gli oggetti. Sfiora con la mano i libri) Che strano, solo ora scopro tanti lati del suo carattere, così piacevoli. Tutte cose che avevo sotto gli occhi e non vedevo. (Arriva al tavolino di fronte il divano, si siede. Prende il sigaro)Ecco, anche il suo mezzo toscano che non accende mai... già! Io gli dicevo che mi dava noia il fumo e, lui, non lo fumava! (Rimette a posto il sigaro e si pulisce le mani)La sua gentilezza, la sua pazienza. (Si alza)Con me ne ha avuta anche troppa! Io ero occupata a pensare a me stessa, alla mia carriera, ai miei hobby. Questa sua precisione, la pulizia… (Riflette) perché si ostina a fare tutto da solo? (Va nella zona notte a passo svelto. Torna delusa) Il letto sembra che non sia stato usato. Beh, potrebbero averlo fatto anche di qua. La fantasia non gli manca... (Riflette) ero io che lo frenavo? Ma per carità... io? (Raccoglie le sue cose ed esce) Buio

Scena VI

(Eugenio e Roberta)

Luce(Sera. Scena vuota. Si apre la porta d'ingresso, entra Eugenio, visibilmente alticcio. È con Roberta,trentacinque-quaranta anni, carina, elegante)

EUGENIO -Eccoci qua, questo è il mio regno!

ROBERTA - E’ proprio una bella casa! Hai buon gusto, si vede! Me la immaginavo proprio così…

EUGENIO -… così, come?

ROBERTA -Così!

EUGENIO - Vuoi darmi il soprabito?

ROBERTA -Sì, grazie. (Si toglie il soprabito. Indossa un corto vestito, molto sexy) Hai scelto tu l'arredamento?

EUGENIO -Si!Non mi son fatto sfuggire l'occasione… (La guarda con desiderio)

ROBERTA - … l’occasione?

EUGENIO – Come? (Un po’ confuso)Cosa stavo dicendo? (Ricorda) Ah, sì l’occasione di dar corpo ai…

ROBERTA -… ai tuoi desideri repressi?

EUGENIO - Ehm… sì! (R. lo guarda inespressiva) Non vorrei annoiarti...

ROBERTA -... ma no, di pure!

EUGENIO -Beh, più che reprimere i miei desideri ho, come dire, "lasciato fare".

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ROBERTA -Capisco, ma lasciar fare è, o perlomeno sembra, più facile che contrastare, discutere.

EUGENIO -Esattamente! Posso offrirti qualcosa

ROBERTA -Meglio di no! Stasera ho un po' esagerato.

EUGENIO -Io qualcosa prendo…

ROBERTA -Fossi in te, eviterei! Ho visto che, a cena, non ti sei risparmiato.

EUGENIO - È vero! Solitamente bevo pochissimo… superalcolici, poi.

ROBERTA - Probabilmente, stasera, c’era un motivo particolare per lasciarsi andare?

EUGENIO -No…non lo so!

ROBERTA -Sei un bel tipo, sai? Estroso, curioso, ma non eccessivo… (Si siede, lo squadra) sai una cosa: anche se tutta la sera non hai fatto altro che parlare con quella"topolona" bionda... (Lui sembra non ricordare) quella che ha dimenticato di indossare la gonna...

EUGENIO - Che cosa ha fatto?

ROBERTA -Non mi dire che non ti sei accorto delle dimensioni del suo vestito? In pratica èuscita solo con la camicia!

EUGENIO -Ah si? Non ci ha fatto caso...

ROBERTA -... e già! Comunque, ti ho "studiato". Sei interessante.

EUGENIO -Davvero? (Si siede anche lui)

ROBERTA -Si! Poi, mi hai aiutato a indossare il soprabito, mi hai proposto di finire insieme la serata e… sono rimasta senza parole...

EUGENIO -Sì, è vero, ho parlato quasi sempre con la "Pin Up", ma tutta la sera ho sentito, oltre il calore, il tuo… odore...

ROBERTA -... odore?

EUGENIO -Se preferisci... profumo. Anche se non abbiamo parlato … forse ti ho versato il vino… (R. annuisce) ma eravamo molto... intimi… bella sensazione, sai?

ROBERTA -Idem. (E. sembra non capire) Stessa sensazione. (Ora E. capisce) Per questo, non ho esitato ad accettare il tuo invito. Ti posso assicurare che non è mia abitudine farlo. O meglio: ho sempre rifiutato inviti così “repentini”!

EUGENIO -Il mio invito "repentino" lo hai accettato! Perché?

ROBERTA - Ti vedo come una persona misurata, seria, pulita.

EUGENIO -Ecco!

ROBERTA - Posso sbagliare, ma m’ispiri fiducia!

EUGENIO - Do l'impressione di essere "innocuo"?

ROBERTA - (Si avvicina, sensuale) Tutt'altro! (Sempre più vicina) Mi piaci … (Gli è addosso) tanto... (Lo bacia sul collo)

EUGENIO – Ahhh!

ROBERTA – Cos’hai?

EUGENIO – Ahi… che male… (Si tocca la pancia)

ROBERTA -… sono stata io?

EUGENIO – No… no…Ahi… credo di sentirmi male… ROBERTA -… cosa ti senti?

EUGENIO - Mi gira la testa, cioè, mi gira tutto attorno e… e la testa va al senso contrario… mi sento come se avessi un… un formichiere nello stomaco…

ROBERTA -… cos’hai nello stomaco?

EUGENIO -Si, oh dio, mi va su e giù…

ROBERTA -Il formichiere? (Assume un tono professionale)È normale! Sentiamo: hai mal di testa, capogiri?

EUGENIO – (Toccandosi la testa) Sì…

ROBERTA - … nausea?

EUGENIO – (Ora si tocca la pancia) S… sì…

ROBERTA - … sete?

EUGENIO - Accidenti… si!

ROBERTA - Hai bevuto una quantità eccessiva di alcol.

EUGENIO – Cioè?

ROBERTA – Sei ubriaco!

EUGENIO – (Si alza) No, non è possibile! (Non è molto fermo sulle gambe)

ROBERTA – I sintomi sono inequivocabili…

EUGENIO – … non ci credo! (Barcolla. Fa alcune prove di equilibrio, senza successo) ROBERTA – (Sorride) Vedi?

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EUGENIO – Non significa nulla… (Sempre più traballante)

ROBERTA - … (Tono professionale) Per me è abbastanza!(Sorrisetto) E domani, al risveglio, potresti avvertire tensione, pallore, tremori, bruciore esofageo, deambulazione incerta… (Lo guarda muoversi) quella c’è già… e perdita di appetito!

EUGENIO -Ehi, sei un medico?

ROBERTA - Si! Non te lo avevo detto?

EUGENIO- Forse, ma non lo ricordo… (Si appoggia al divano) burp… scusa!

ROBERTA - Anche questo è normale, nel tuo stato.

EUGENIO - Che devo fare, dottoressa? (R. si alza, lo aiuta a sedersi sul divano) È la prima volta che mi succede…

ROBERTA - … ma dai! Veramente?

EUGENIO –Potrei bere del caffè… forte?

ROBERTA - La caffeina contenuta nel caffè, elimina il mal di testa, ma non previene gli altridisturbi. Gli effetti stimolanti del caffè, possono darti l’illusione che la capacità di giudizio o il controllo motorio non siano stati alterati… (E. sbadiglia) scusa, ti sto annoiando?

EUGENIO - No, ma mi si chiudono gli occhi… credo…

ROBERTA -Ti porto a letto…

EUGENIO - … non dovrei farlo io?

ROBERTA -Non in queste condizioni!

EUGENIO – (Addolorato) Che serata…

ROBERTA -… ce ne saranno ancora! Vedrai!

EUGENIO - Dottoressa, sei… sei così… brava… (Si addormenta)

ROBERTA – Ecco, è andato!

(Gli mette un cuscino sotto la testa. Lo guarda, sospira e va nella zona notte. Luce bassa. E. si agita, cade. R. si affaccia, attratta dal rumore. Come un automa E. si rimette sul divano, senza svegliarsi e comincia a russare. R. scuote la testa, sorride e si ritira) Buio

Scena VII

(Eugenio e Roberta)

Luce. (Mattino. Eugenio è ancora sul divano, assonnato))

EUGENIO – (Si tira su, si stiracchia) Che mal di testa! (Si guarda intorno, sorpreso) Cosa è successo? ROBERTA - (Viene dalla cucina. In mano ha una tazza di caffè. Indossa una camicia di E.) Buongiorno!

( Porge la tazza a E. che la guarda sorpreso)

EUGENIO – B… Buongiorno! (La guarda e ricorda tutto) Ora posso? (Prendendo la tazza) ROBERTA – (Annuisce. Gli mette le mani intorno alla vita) Come ti senti, "Ciccio"?

EUGENIO - Direi bene. Solo un gran mal di testa… (Riflette, la guarda)"Ciccio"? (Le toglie delicatamente le mani) Alludi alla mia pancetta?

ROBERTA - Ma quale pancetta! Stai benissimo… (Si incupisce) Non ti piacciono queste confidenze? Dillo pure sinceramente, non mi offendo.

EUGENIO - Roberta, cosa dici. Anche se stanotte, causa la mia idiozia, non è successo niente, tu ed io ci siamo intesi senza troppi giri di parole, senza schermaglie inutili. No, non mi da fastidio, anzi! (Ora è lui a cingerle la vita, con un braccio) Sono un po', come dire, sorpreso?

ROBERTA - Anche a me sembra un po' strana questa naturalezza tra noi. Ma ho l'impressione di conoscerti, senza esagerare, da sempre… ma dimmi, sinceramente, io che effetto ti faccio? Come ti sembro?

(Si scosta per lasciarsi guardare)

EUGENIO -A me sembra che sei… 'na gran bella ragazza! (Da una sorsata di caffè si avvicina a lei) Mi piaci!Accidenti se mi piaci! (L’abbraccia di nuovo, sempre con un solo braccio)

ROBERTA -Mi fai felice!

EUGENIO -Non esagerare! (Si scioglie dall’abbraccio)

ROBERTA -E tu non ti "difendere"! (Lo scuote) Liberati... come ti saresti "liberato" stanotte, se… non ti fossi sentito… “male”...

EUGENIO -… ecco, se fai così…mi metti in imbarazzo. Non sto scherzando!

ROBERTA -Come sei tenero, ma come ha fatto tua moglie a lasciarti andare? Vorrei proprio conoscerla per chiederglielo!

EUGENIO -Per carità, dovesse rifletterci e cambiare idea.

ROBERTA – Sarebbe così “tremendo”?

EUGENIO – Sì! (Cambia discorso. Guarda la tazza) Ho un dolce al cioccolato? L'ho fatto io. ROBERTA -Sai fare anche i dolci? Mi vuoi sposare?

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EUGENIO -Errare umanum est, perseverare autem diabolicum.

ROBERTA -Capperi, come citi bene! Senti… (Lo provoca) io ho ancora un po' di tempo... (Gli toglie la tazza di mano e la posa sul tavolo. Lo prende per la cravatta e lo tira verso la camera da letto) che ne diresti se "perseverassimo" un po'... di là? (Lo lascia li. E. rimane qualche secondo a bocca aperta, poi si toglie velocemente la cravatta e sta per andare anche lui in camera. Si apre la porta d'ingresso, entra Valeria)

Scena VIII

(Eugenio, Valeria, Roberta e i due giovani)

EUGENIO -B… Buongiorno! Che sorpresa!

VALERIA -Buongiorno! Passavo di qui. Disturbo?

EUGENIO -A… Assolutamente! Un caffè?

VALERIA -Grazie, ho già fatto colazione!

ROBERTA -(A voce alta, da fuori)Ciccio, che succede?

VALERIA -E… Eugenio, ma…?

EUGENIO -È Roberta… (Rientra Roberta) Roberta, lei è Valeria… la mia amica del…

ROBERTA -… piacere, io…scusi…               dovrei…(Si eclissa))

VALERIA - Roberta?

EUGENIO - Roberta!

VALERIA - Da quanto la frequenti?

EUGENIO -Da ieri sera…

VALERIA - … da ieri…sera? Eugenio, ma…

EUGENIO -… beh? Ti sembra così strano?

VALERIA - No… ehm… solo che… ecco… tu… ehm lei…

ROBERTA –(Entrando) Accidenti è tardissimo!

EUGENIO -Hai ambulatorio, stamani?

ROBERTA -Si! Beato te, che lavori a casa. Arrivederci… Valeria!

VALERIA - Arrivederci…

EUGENIO -Roberta!

VALERIA -Arrivederci… Roberta!

ROBERTA -Allora, ciao! Ci… vediamo?

EUGENIO -Beh, sì... certo... se...

ROBERTA -... tranquillo, senza impegno. (Giocherella con il colletto della camicia di E.) Se ti va. Se “ci “ va... un colpo di telefono e...

EUGENIO -... sì. Mi fa piacere... ecco. Se viene, se è "naturale"?

ROBERTA - Ciao "Ciccio"! (Si avvicina) Mi piaci, ma non voglio obbligarti...

EUGENIO -... vai, che fai tardi.

ROBERTA -Mi chiami? (Provocante)

EUGENIO -Ciao, dottoressa! (Imbarazzato)È meglio che vai a lavorare… (Roberta esce)

VALERIA -Ehi, ti dai da fare! Ti stai immedesimando, alla grande, nella parte dello scapolo!

EUGENIO -Ecco… si! (prende la tazza che ha lasciato R. e la porta in cucina)

VALERIA -Bravo, così si fa! Ho preso una cosa per te. Spero ti piaccia!

EUGENIO - Cos’è? (Rientrando)

VALERIA - Un pensierino… l’ho vista e ho pensato che… ma apri! Non sei curioso?

EUGENIO - Claro que si! (Tira fuori una sciarpa rossa) Bellissima! Non dovevi… Grazie! Ilmio compleanno è tra due mesi…

VALERIA - … e con ciò? Non posso farti un regalo, così, indipendentemente da un evento particolare?

EUGENIO –Certo…

VALERIA - … certo cosa?

EUGENIO – Sei… sei…

VALERIA - … dodici?

EUGENIO - (Si avvicina) Valeria… io stamattina non ho voglia di lavorare. Tu hai da fare?

VALERIA -Posso rimandare. Perché?

EUGENIO -Ti va di andare al mare? Mangiamo qualcosa insieme, parliamo...

VALERIA - ... parliamo? O hai intenzione di continuare con i "festeggiamenti"?

EUGENIO -Festeggiamenti?

VALERIA -Per la ritrovata libertà, per la tua "rentree" nel club dei "maschi cacciatori"! Bada, io non sono come "quella li"

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EUGENIO -Roberta?

VALERIA -Sì, "quella li"!

EUGENIO -Sei gelosa?

VALERIA -Cosa? Gelosa?

EUGENIO -Sei gelosa.

VALERIA -Certo! Sono o non sono la tua “amica del cuore”? Voglio che tu m’informi in ... tempo reale. Capito? E di tutto

EUGENIO -Questa notte ho ritenuto che l'orario non fosse consono a un'informativa "IN TEMPO REALE" VALERIA -Bestia! Adesso, per farti perdonare, mi offri un pranzo luculliano nel miglior ristorante della

costa!

EUGENIO - Va bene, ma... se il conto dovesse essere troppo "salato", possiamo fare alla "romana"?

VALERIA -Lo vedi che sei una bestia! Con "quella li"…non faresti di certo...

EUGENIO -... veramente le ho solo offerto una colazione, caffè della moka e… (Indicando la cucina) dolce al cioccolato, fatto in casa...

VALERIA -... le hai offerto ben altro! Schifoso!

EUGENIO -Dorothy... che ti prende?

VALERIA -Dorothy? Da quanti anni non mi chiamavi più così?

EUGENIO -Da tanto. Il fatto è che... insomma hai fatto una faccia. Sei tornata improvvisamente ad essere Dorothy. Come si chiama questa cosa?

VALERIA -Flashback?

EUGENIO -Quello li!

VALERIA -Ti ricordi ancora?

EUGENIO -Come potrei dimenticare? E' stato il mio primo ed ultimo spettacolo teatrale! "IL MAGO DI OZ", fantastico. Ricordi io, Vittorio... e tuo fratello. Che matti!

VALERIA -Riccardo era "IL LEONE CODARDO", Vittorio, quel "pennellone", "LO SPAVENTAPASSERI" e te? "L'UOMO DI LATTA". Ancora oggi, se guardo le foto...

EUGENIO -... hai delle foto dello spettacolo? Non lo sapevo... le voglio!

VALERIA -Se ci tieni, te le farò avere... te le porto

EUGENIO -Ma chi se lo aspettava? Le foto del "MAGO DI OZ"...

VALERIA -... già, le foto. Se le guardo, ancora oggi, rido e (Un sussurro)... piango.

EUGENIO -Piangi?

VALERIA -Eugenio, avevo sedici anni

EUGENIO -Io, un po’ di più.

VALERIA -Ventisei!

EUGENIO -Esatto! Tu eri fantastica! Degna di Judy Garland...

VALERIA -... esagerato!

EUGENIO -Veramente! Ballavi, cantavi e recitavi, in modo sublime. Secondo me avresti dovuto continuare con il teatro. Esprimevi qualcosa di particolare. Io ricordo ogni scena.

VALERIA -Davvero?

EUGENIO -Si! Quanto ci siamo divertiti! Per noi tre fu un momento bellissimo!Ci veniva offerta l’occasione di tornare bambini, senza rischiare di perdere la faccia.

VALERIA -Certo, eravate truccati! (E. la guarda torvo)Scherzo, ho capito cosa vuoi dire. Sai che sono un po' sorpresa? Ho sempre pensato che il vostro "interesse" per l'arte celasse "altro"!

EUGENIO -Per carità, la ragazza più grande avrà avuto sedici, diciassette anni!

VALERIA - Ne aveva venti! Sai benissimo di chi parlo! Le diedero la parte della “strega cattiva dell’Ovest”! Ci sei anche “uscito”…

EUGENIO - … pensa: sono “uscito” con la “strega cattiva dell’Ovest”… VALERIA - … e dieci anni dopo l’hai sposata! EUGENIO – Già!

VALERIA - (Tra se) STRONZO! Allora? Questo pranzo "luculliano"?

EUGENIO -Dolce Dorothy, mi concedi il tempo di una doccia?

VALERIA - Concesso! Ti aspetto giù!

EUGENIO – Faccio prestissimo! (E. va a fare la doccia. V. rimane perplessa qualche istante, passa con lo sguardo la stanza, accarezza il divano, una giacca di E, sull’attaccapanni. Poi con un gesto rassegnato, prende la borsa ed esce)

Buio scena / Luce proscenio (Entrano i due giovani)

EUGENIO – Siamo stai bene al mare, vero?

VALERIA - SONO, stati bene!

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EUGENIO – Dopo quel giorno non ci siamo… (Lei lo guarda di traverso) non SI SONO rivisti! È passata una settimana…

VALERIA - … otto giorni! Ho avuto… HA AVUTO da fare!

EUGENIO – Mi nascondi qualcosa??

VALERIA - L’ho mai fatto?

EUGENIO – Boh!

VALERIA – Mi stai offendendo… (Si sente l’avviso di una mail)

EUGENIO – Cos’è?

VALERIA – Non so… (Entra E.) shhh… eccoti! (Si defilano)

Scena IX

(Eugenio, Voce di Titti e i due giovani)

Luce in scena (Sera. Eugenio legge il messaggio)

VOCE DI TITTI -CIAO MITICO, SABATO SARO' A ROMA. MI FERMO QUALCHE GIORNO. A CASA MIA STANNO FACENDO DEI LAVORI E QUINDI NON POSSO ANDARE. DAL TUO AMICO VITTORIO NON E' POSSIBILE - GLI SONO ARRIVATI I PARENTI DELLA MOGLIE, DORMONO PRATICAMENTE UNO SULL'ALTRO. POSSO VENIRE DA TE? MI FACCIO PICCOLA PICCOLA E SILENZIOSA. TITTI.

EUGENIO -E come posso dirle di no (Scrive) MA CERTO, PICCOLA PESTE, VIENI PURE, LA MIA STANZA E' A TUA DISPOSIZIONE. A CHE ORA ARRIVI? TI VENGO A PRENDERE? GENE.

VOCE DI TITTI -GRAZIE, SEI VERAMENTE ECCEZIONALE. ARRIVO AL MATTINO, MA NON TI PREOCCUPARE, MI FACCIO ACCOMPAGNARE DAL PULMINO DI SERVIZIO. TI CHIAMO APPENA SONO IN AEROPORTO. CIAO MITICO! TITTI.(E. chiude il pc ed esce)

VALERIA - Sono curiosa di vedere com’è diventata Titti! EUGENIO - Da piccola era bellissima! Speriamo non sia di quelle persone che, crescendo, si guastano… VALERIA - … a proposito, cosa ne pensi di me… da grande? EUGENIO - Beh… insomma…

VALERIA - … insomma cosa?

EUGENIO - Ma niente… tu non potevi che diventare così… (Occhiata di fuoco di V.) così bella!

VALERIA – (Compiaciuta ma finge fastidio) Tu, invece, con quella barbetta… “multicolore”…

EUGENIO - … mi sta male? A me sembra di no…

VALERIA - … ti sta benissimo!(Lo accarezza) Visto che è venuta anche a te la barba… da uomo! (Suona il CAMPANELLO. E. le fa cenno di tacere)

Scena X

(Eugenio, Valeria e i due giovani)

(E. arriva e va ad aprire. Entra Valeria, passo deciso, frettoloso, gli da un buffetto sulla guancia mentre gli passa davanti. Si toglie il soprabito e glielo da) (Il giovane E. la squadra da capo a piedi, compiaciuto, sotto lo sguardo divertito di V. giovane)

EUGENIO - Ciao! Hai dimenticato le chiavi?

VALERIA - No, non le ho dimenticate! Sai, non vorrei avere sorprese, entrando.

EUGENIO - Sorprese? Ma quanto sei...

VALERIA - ... sì, SORPRESE! Stai lavorando?

EUGENIO - Leggevo la posta. Sabato arriva Titti!

VALERIA - Oh, la piccolina! Che racconta?

EUGENIO - Viene qua da me, per qualche giorno. VALERIA - Ah! Ehi, non starai diventando una specie di "LOVE MACHINE". Alla tua età? EUGENIO -Spiritosa! Titti è una bambina. L'ho vista nascere… e poi, è la sorellina di Vittorio… VALERIA - … ed io sono la "sorellina" di Riccardo. Hai visto nascere anche me!

EUGENIO - Appunto! (Convinto)

EUGENIO - Appunto! (Stesso tono)

VALERIA - Appunto! (Piccata)

VALERIA - Appunto! (Stesso tono)

EUGENIO - Valeria, non ti capisco…

VALERIA - Quando mai hai capito qualcosa…

VALERIA - … mi capisco io…

EUGENIO - … ecco, lo vedi? L’importante è che sia tu, a capire!

EUGENIO - Valeria! Che c'è?

VALERIA - Perché non mi chiami "Dorothy"?

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EUGENIO - Perché ora non mi va. Perché sei Valeria. Della "dolce Dorothy" non hai proprio niente. Dimmi perché sei qui?

VALERIA - Per chiederti un favore.

EUGENIO - Ah si? Dai, dimmi.

VALERIA - Ehm... dunque... tu domani hai la palestra, vero?

EUGENIO - Si! Perché?

VALERIA - E torni tardi, vero?

EUGENIO - Beh di solito, dopo l’allenamento, andiamo a cena con il maestro… ristorante giapponese,

èchiaro… (Riflette) effettivamente si fa tardi. Ma… perché? VALERIA - Volevo chiederti se puoi "darmi" casa tua... per un paio d'ore. EUGENIO - “Darti” casa? Vuoi che te la incarti? E per farci cosa?

VALERIA - Senti, sono già piuttosto imbarazzata nel chiederti 'sta cosa... non complicare la situazione.

EUGENIO - Io non complico niente, voglio solo sapere per che cosa ti "presto" casa mia? VALERIA - Naturalmente! Mi serve per incontrarmi con... con un uomo...

EUGENIO - (A V. giovane) … che ha detto? EUGENIO - Come? Scusa, non ho sentito.

VALERIA - CON… UN UOMO! VALERIA - CON… UN UOMO! EUGENIO - Un uomo? E chi è?

VALERIA - Se permetti, sono affari miei! E' una persona che frequento da un po’. Purtroppo non troviamo un posto dove... stare un po' tranquilli.

EUGENIO - E venite da me?

VALERIA - Sai, non possiamo andare a casa mia, i miei non "schiodano" mai. Lui è ... è sposato. Veramente è separato, ma divide ancora l’appartamento con la moglie e ha due figlie. Mi spiego?

EUGENIO - Perfettamente! (Il giovane è disperato, la ragazza è sul punto di piangere) Dunque, domani sera? E fino a che ora, dovrei rimanere "all'addiaccio"?

VALERIA - Ma sei proprio str...

EUGENIO - Alt! Scherzo! E' solo per “organizzarmi”.

VALERIA - Credo che per mezzanotte saremo fuori di qui. E' troppo tardi? EUGENIO - No, io di solito arrivo a casa non prima dell'una, se non le due. VALERIA -Perfetto! Sicuro che non ti secca?

EUGENIO - Ma cosa dici? Per la "sorellina" di Riccardo, nonché mia “amica del cuore”… questo e altro. VALERIA - Grazie, non ho mai dubitato. Io sarò... noi saremo qui alle nove circa.

EUGENIO - Io… esco a quell’ora li… vabbè, uscirò alle otto, massimo otto e mezzo. Contenta? VALERIA - Ora scappo, a domani, cioè a dopodomani. Poi ti racconto.

EUGENIO - Se proprio non puoi farne a meno VALERIA - Ti voglio bene... tesoro mio! (Esce)

EUGENIO - A... anch'io! Anch'io ti voglio bene... Ca… zzarola(Esce) Buio scena / Luce proscenio

EUGENIO – È finita! VALERIA – Ci speravi? EUGENIO – Tu no?

VALERIA – Tanto! (Sta per piangere) EUGENIO – Maledizione al…

VALERIA – … a che serve imprecare? Anche tu, però! C’era bisogno di “rimorchiare” quella Roberta? EUGENIO – Cosa vuoi, “l’omo nun è de legno”…

VALERIA – … e una donna deve esserlo? EUGENIO – No, però…

VALERIA – … però… però! Euge’, vaf… Buio

Scena XI

(Eugenio, Valeria e Guido)

Luce (Sera. Eugenio esce dalla zona notte. Indossa un giaccone sportivo, tuta e scarpe da ginnastica. Spegne la luce del disimpegno. Si guarda intorno. Mette in ordine la tavola, dove ci sono dei piatti con del cibo, accuratamente coperti. Strappa un post-it, scrive qualcosa e va in cucina. Torna in scena, prende la borsa sportiva e, prima di uscire, prende la sciarpa rossa appesa, la guarda, la odora, la mette al collo. Una rapida, triste occhiata alla stanza ed esce. Entra Valeria accende la luce e fa entrare Guido,

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quarantacinque-cinquanta anni, elegante, un po' titubante. Lei chiude la porta, lui l’abbraccia. Lei si divincola con garbo)

VALERIA - Ehi! Aspetta! Quanta fretta?

GUIDO - Beh, è tanto che aspetto, non trovi?

VALERIA - Anch'io non vedevo l'ora di averti tutto per me. (Lo allontana dolcemente)

GUIDO - Bella casa. Questo tuo amico... come hai detto che si chiama?

VALERIA - Eugenio.

GUIDO - E u g e n i o. Deve avere buon gusto, oltre ad un gran cuore. Ci devi presentare, vorrei ringraziarlo...

VALERIA - … ogni cosa a suo tempo. Ma cosa c'è qui?

GUIDO - Generi di conforto? Possiamo scoprire?

VALERIA - E' una forza! Guarda, ci ha preparato delle leccornie. Guarda quanta roba!

GUIDO - Mmmhhh! Cavolo, ce n’é per una settimana!

VALERIA - Fantastico!

GUIDO - Gran bell’accoglienza! Devi proprio farmelo conoscere. È bello avere un amico così.

VALERIA -E' veramente un tesoro. Come si fa a non volergli bene.

GUIDO - C’è anche da bere?

VALERIA - (Torna dalla cucina con un post-it in mano) Guarda qui! Era attaccato al frigo…

VOCE DI EUGENIO - Ciao amica mia, nel frigo c’è dell'ottimo prosecco, si accompagna benissimo a quanto troverete sul tavolo. Spero che il tuo "ganzo" sia contento ... di tutto. Buona serata e ...non bere troppo! Eugenio" (Valeria è turbata)

GUIDO - Cosa ti ha scritto di tanto emozionante?

VALERIA - Dice che c'è del prosecco in frigo, spera ti piaccia e ci augura una buona serata...

GUIDO - ... e ti fa quest'effetto?

VALERIA - E' così ... così...

GUIDO - … tenero?

VALERIA - Anche.

GUIDO - Anche? Che altro è?

VALERIA - Tante cose. E' un tipo... speciale!

GUIDO - Lo conosci da molto?

VALERIA - Da sempre!

GUIDO - Amici di famiglia? Vicini di casa?

VALERIA - Si, amico e compagno di scuola di mio fratello. Mi ha visto, praticamente, nascere.

GUIDO - Un “altro fratello"?

VALERIA - Beh, sì... più o meno.

GUIDO -E tu ne sei stata, segretamente innamorata, vero? VALERIA - Naturalmente... ma...sei proprio un impiccione! GUIDO - Beh, pensavo ti facesse piacere parlarne? VALERIA - Sicuramente, ma siamo qui per altro. No? GUIDO - Senza dubbio… (Si fa di nuovo insinuante)

VALERIA - … appunto! (Si lascia un po’ andare, ma si scosta di nuovo) Vuoi mangiare?

GUIDO - Alternative?

VALERIA - Indovina? (provocante)

GUIDO - Ho indovinato! (L’abbraccia e tenta di baciarla)

VALERIA – (Si schermisce, gli prende le mani) Mangiamo qualcosa…

GUIDO -... ok! (Si siede, prende una rivista dal tavolino, da questa cade un foglio, lo raccoglie e lo apre) Cos'è? Una poesia. E' anche poeta il tuo amico?

VALERIA - Mah, so che scrive fiabe per bambini. Poesie non lo so. Fa vedere! (Legge) Una notte…

VOCE DI EUGENIO- Una notte come tante, troppe. In ogni angolo di questo buio,ci sei tu, solo tu.Da sempre e per sempre. Un pensiero mi martella la mente. È a te che penso, te che voglio,te che vorrei guardare, mentre dormi accanto a me. Doloroso non poterlo fare. Ancora di più non poterlo dire, urlare al mondo. Una notte in cui non riesco, o non voglio, dormire, non voglio smettere di pensare a te, di stare con te. Addormentarmi con te, risvegliarmi con te, tutte le sere, tutti i mattini, questo voglio. In una notte così avrei il coraggio di liberarmi, di liberare le due paroline magiche, dolci e leggere, ma altrettanto pesanti e importanti. Le due paroline posate sulle mie labbra, ogni volta che arrivi e le mie gambe tremano,il respiro si ferma, il cuore scoppia. Le due paroline ricacciate indietro per far posto alle lacrime che sgorgano,ogni volta che te ne vai. Questa notte mi libero. Libero le due paroline, mai dette,questa notte le grido, in silenzio - TI AMO! - Dorothy, ti amo!

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(Valeria lascia il foglio e si abbandona sulla spalliera del divano. Guido continua la lettura)

VALERIA - Guido! (Gli strappa il foglio dalle mani)

GUIDO - Questa Dorothy, esiste?

VALERIA - Sì, esiste.

GUIDO - E’ fortunata!

VALERIA -Chi?

GUIDO - Dorothy, naturalmente! Se un uomo scrive certe cose per una donna, mette così a nudo la sua anima è perché la ama. Di un amore senza limiti.

VALERIA - Dici?

GUIDO - Ma hai letto bene?

VALERIA - Ho letto benissimo.

GUIDO - Quest'uomo è innamorato. Ama in modo totale, immenso.

VALERIA - Un grande amore? Quindi mi vuoi dire che la ama più di ogni altra cosa?

GUIDO - Non solo, l'adora!

VALERIA - L'adora? Come fai a esserne così sicuro?

GUIDO - Capita a tutti, almeno una volta, nella vita! La conosci, questa Dorothy?

VALERIA - La conosco benissimo e so quanto lo ama anche lei? Come hai detto? Anche lei l'adora!

GUIDO - Ma hanno, o hanno avuto, una storia?

VALERIA - No!

GUIDO - Valeria, cosa ti prende? Cosa c’è?

VALERIA - C’è che, lei, non ha avuto mai il coraggio, la forza, di esprimere il suo amore e...

GUIDO - ... e?

VALERIA - E ora l'ha perduto!

GUIDO - Perché dici che l'ha perduto? Che cosa ha fatto di sbagliato?

VALERIA - Quello che ha fatto anche lui! Tenendosi dentro ciò che hai letto,

GUIDO -Capisco.

VALERIA - Negli anni hanno scelto altre persone, più o meno sbagliate. Poi, quando non hanno avuto ostacoli tra loro... hanno perso l’ennesima occasione. Forse l'ultima.

GUIDO - L'ultima? Perché, non potrebbero averne un’altra?

VALERIA - Non l’avranno!

GUIDO - Come puoi dire questo?

VALERIA - Ne sono certa, purtroppo.

GUIDO - Vuoi un gran bene a entrambi. Si vede da come sei coinvolta. Sbaglio?

VALERIA - No, non sbagli affatto. Che peccato vedere due anime così belle e… così sole…

GUIDO - Valeria, forse non è il momento, ma vorrei dirti che...

VALERIA - … no! Lo hai detto tu, forse non è il momento. Ti prego!

GUIDO - Hai ragione. Scusa.

VALERIA -Non hai nulla di che scusarti.

GUIDO - Credi sia il caso di andare via di qui?

VALERIA - Io rimango ancora un po'.

GUIDO - (Sorpreso e piccato) Come vuoi. (Si alza e va a prendere il cappotto)

VALERIA -Guido! (G. si ferma, senza voltarsi)Volevo dirti che... insomma, stasera era cominciata così bene. Il finale non è stato come ti aspettavi. Scusami ma...

GUIDO - (Voltandosi)… Valeria, anche tu non devi scusarti di nulla. Sono abbastanza sensibile da rendermi conto della situazione.

VALERIA - Grazie sei veramente caro. Ci vediamo? Io ci conto! GUIDO - Anch'io! Veramente! (Fa un passo, si ferma. Si volta) Ciao... Dorothy! (Apre la porta ed esce)

Scena XII

(Eugenio e Valeria)

(Valeria è scossa. Prende il foglio, lo legge e lo stringe al petto. Si alza. Spegne la luce. Le luci si abbassano Si siede sul divano, legge ancora, si rannicchia e si addormenta. Si apre la porta d'ingresso, entra Eugenio,

vede subito Valeria sul divano. Posa la borsa. Si avvicina, ha un lampo negli occhi, guarda verso la zona notte. Un attimo di esitazione e poi, con passo felpato, va in camera da letto. Rientra, guarda Valeria, ha una coperta. Copre V. e, allontanandosi di un passo, resta a guardarla. Un brivido lo scuote. Tira fuori il telefonino dalla tasca, si porta sul proscenio e forma un numero. Non ha subito risposta, è impaziente. Controlla che V. dorma)


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EUGENIO - (sottovoce) PRONTO, ROBERTA... SCUSAMI... SI LO SO CHE ORE SONO... HO BISOGNO DEL TUO AIUTO...NO, NIENTE DI GRAVE.......TI ASSICURO, STO BENE.....PARLO PIANO PERCHE’.....TE LO SPIEGO DOPO (continua a tenere d'occhio V.)....POSSO VENIRE DA TE?.......UN QUARTO D’ORA AL MASSIMO E SONO LI......COME?......HO BEVUTO? MA COSA DICI?.......LO SAI CHE.......VA BENE.....GRAZIE, ARRIVO!

(Silenziosamente torna verso l'uscita, si ferma dietro il divano, la guarda e poi si avvia verso la porta. Si volta ancora verso Valeria, fa per tornare indietro. Ci ripensa le manda un bacio con la mano, apre la porta e la richiude in silenzio.

La luce si rialza.

Valeria si sveglia, un attimo per ricordare, poi guarda stupita la coperta, vede la sciarpa, l’afferra, scatta in piedi, corre nella stanza da letto. Torna delusa. Si guarda le mani, nella destra ha la sciarpa, nella sinistra ha ancora il foglio con la poesia. Gira intorno lo sguardo, vede la borsa di Eugenio, vi posa la sciarpa. Va al tavolo apre la rivista e rimette a posto il foglio. Si aggiusta capelli e vestito. Lentamente s’infila il soprabito, prende la sua borsa. Prima di andare guarda ancora con malinconia la stanza. Tira su con il naso ed esce)

Scena XIII

(Eugenio e Titti)

Luce (Mattino. Scena vuota) (Squilla il cordless) a lungo. Si apre la porta, entra Eugenio, si guarda attorno, nessuno, la coperta è sul divano. Corre nella stanza da letto. Torna, sospira sconsolato, Si toglie il giaccone e lo appende. Squilla di nuovo il cordless)

EUGENIO - <PRONTO...TITTI... STAI ARRIVANDO? BENE (Si guarda attorno preoccupato)... E HAI

FATTO COLAZIONE?....A DOPO... SI, CIAO. (chiude la telefonata) > Ora una bella pulita qui, una

doccia e accogliamo la peste.(Ricorda qualcosa, prende il cell, forma un numero) <ROBERTA...SI,

TUTTO OK! NO, NON C’E’... VOLEVO RINGRAZIARTI ANCORA... PER STANOTTE... CI

SENTIAMO?... CERTO... UN BACIO... COME?... AH, SI... IDEM...... CIAO. >

(Con lentezza comincia a togliere i piatti dal tavolo, È un po' perplesso. Prende la borsa va nella zona notte. Squilla il cordless. Arriva di corsa)

EUGENIO - < PRONTO... AH, SEI TU…. COME? RISULTAVA OCCUPATO?.... E ALLORA?.... NO, NON

PUOI PASSARE…. DE…. DEVO…. INSOMMA, STEFANIA, DEVO DARE UNA PULITA, FARE LA

DOCCIA E POI…. CHE? MA NEMMENO PER SOGNO!.... NO…. NON INSISTERE…..

STEFANIA…. STEFANIA!> (Guarda attonito il telefono) Ha messo giù!

(Va nella zona notte. CAMPANELLO. Esce dalla zona notte, va ad aprire. Entra Titti, divisa da hostess, trolley. Tipo sbarazzino, trenta anni circa)

TITTI - Eccomi! Vieni qua "mitico"! (Gli scompiglia i capelli)

EUGENIO - Lo sai che non riuscirai mai a spettinarmi.

TITTI - Mi fai impazzire di rabbia, per 'sta cosa! Allora, cosa mi racconti?

EUGENIO -Io? Piuttosto tu, che fai una vita così movimentata: oggi Roma, domani New York, dopodomani…

TITTI -… Singapore, poi Tokio, Montreal…

EUGENIO - … ed io? Piazza Dunant, Viale Marconi, Testaccio… (Lei è divertita) ah, la settimana prossima sono a Monte Mario! Ci sei mai stata? Devo portarmi qualcosa di pesante? Sai… l’altitudine …

TITTI - …ma quando diventi un po' più serio?

EUGENIO - Serio? Come tuo fratello?

TITTI -No, ti prego! È vero, che a vent'anni, era già"vecchio"?

EUGENIO - In effetti, anche se più giovane, è sempre stato il più "posato" di noi tutti. Poi… sei arrivata tu.

TITTI - Io che c'entro?

EUGENIO - Lui prese molto sul serio il suo ruolo di fratello maggiore.

TITTI - Davvero?

EUGENIO - Eri una bambina adorabile…

TITTI - … adorabile?

EUGENIO - Eravamo tutti schiavi dei tuoi capricci… era impossibile dirti di no… Eh si! Vuoi bere?

TITTI - Per carità! (Gira per la stanza. Suona un cell, è il suo, ma non riesce a trovarlo. Cerca nella sua borsa, lo trova)PRONTO…ALBERTO…(Rivolta ad E.) un mio collega. Mi fa una corte spietata! ... SI, SONO A ROMA… CASA DI EUGENIO… (A E.) Ti saluta. (Lui fa un gesto: ”ma chi è?”)Poi ti spiego…AH, VIENI? QUANDO? ... STASERA? … (Guarda E. che le sorride, complice) Sì, Sì… (Ad E.) a cena, con lui, che faccio? (“Pollice alto” di E. Lei gli manda un bacio)… VA BENE…A CHE ORA?... OK… CIAO! Non ti scoccia se questa sera vado a cena con Alberto?

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EUGENIO - Scherzi? Perché dovrebbe "scocciarmi"?

TITTI - Beh, sai... dopo cena andremo a ballare e...

EUGENIO - ... e?

TITTI - Potrei tornare tardi o... fermarmi da lui...

EUGENIO - ... e con questo? Ti fa piacere?

TITTI - Beh, si! Però domani mi porti tu in qualche posto carino, vero?

EUGENIO - Volentieri, ma non ti annoierai con me?

TITTI - Non scherzare... e dove mi porti?

EUGENIO - Ora non so dire... ma vedrai che non rimarrai delusa.

TITTI - Non ho dubbi! (Apre il trolley, tira fuori uno spolverino. Sale sul divano, si toglie la giacca della divisa e lo indossa) Ti piace?

EUGENIO - Bellissimo! Dove lo hai preso?

TITTI – (Con enfasi) NYC!

EUGENIO - Dove?

TITTI – Geneee! NEW YORK CITY!

EUGENIO – WOW!!!

TITTI – A proposito… lì, ho visto una cosa per te!

EUGENIO – For me?

TITTI – Absolutely!

EUGENIO – Cos’è?

TITTI – Non te lo dico, fossi matta! Sarà una sorpresa! (Comincia a tirar fuori cose dal trolley. Le lancia dappertutto, molte addosso a E. che, divertito cerca riparo)

EUGENIO - Com’è ‘sto collega?

TITTI - Un bel ragazzo. Come diresti tu: un “pezzo di Marcantonio”

EUGENIO - … un grande uomo?

TITTI - Forse. (Si blocca, assume un’aria sognante) E', sicuramente, un uomo "grande". Quando ti abbraccia, trasmette sicurezza. Ti senti… avvolta… protetta.

EUGENIO - … già. Perciò, per “trasmettere” tutte queste cose, bisogna essere …”GRANDI”. Giusto? TITTI - Ma dai! Non è mica “automatico”! Tu, ad esempio, sai avvolgere, dare sicurezza in altro modo. EUGENIO - Cioè?

TITTI - Ma sì! Con la gentilezza, l’allegria, la discrezione, il saper ascoltare. Tu sei così! Non sei un uomo “grande", ma sei un "grande uomo"!

EUGENIO - Sì, vabbè...

TITTI -Ehi, grande uomo… perché non mi fai uno dei tuoi "famosi" caffè?

EUGENIO - Volentieri.

TITTI - Di un po', come vanno le tue fiabe?

EUGENIO - Bene, in poco tempo, mettendo in ordine gli appunti, ne ho completate cinque, anzi sei.

TITTI - Fenomenale! Perché non me ne leggi una?

EUGENIO -Ma il caffè?

TITTI - Lo prendiamo dopo!

EUGENIO - E va bene… (Cerca nella libreria) aspetta. Questa va bene.

TITTI - Vieni qua.

EUGENIO - Eccomi.

TITTI - Come s’intitola?

EUGENIO - Vediamo, ah si! "Il micio Nicky, ingegnere per amore."

TITTI - Il titolo fa schifo. Sentiamo il racconto.

EUGENIO - Grazie! Cominciamo bene! Possibile che tu debba essere così "cattiva"?

TITTI - Come mio fratello?

EUGENIO -Questo non devi dirlo, Vittorio sarà pure un "vecchio", ma cattivo no, non lo è stato mai, specialmente con te. Lui ti adora.

TITTI - E' vero, ma io scherzavo! (Lo fa sedere e gli stringe il braccio)

EUGENIO - Dicendo che Vittorio è cattivo o che il titolo fa schifo?

TITTI - Che… mio fratello è cattivo!

EUGENIO - Appunto.

TITTI - Dai, stupidone, leggi 'sto capolavoro! (Gli tormenta i capelli)

EUGENIO -"QUI SI RACCONTA DEL MICIO NICKI CHE, COME TUTTI I GATTI, AVEVA UNA PARTICOLARE AVVERSIONE PER L'ACQUA. QUESTO GLI IMPEDIVA DI ATTRAVERSARE IL FIUME EINCONTRARE UNA STUPENDA MICIA CHE ABITAVA DALL'ALTRA PARTE. QUALCUNO GLI DISSE

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CHE, UN INGEGNERE, PUO’ PROGETTARE, OLTRE A                   PALAZZI       E             STRADE,   ANCHE                                                                                                                             PONTI.

PONTI! CAPITE? DECISE DI DIVENTARE INGEGNERE. AVREBBE PROGETTATO UN PONTE PER PASSARE SULLA SPONDA OPPOSTA. SI RESE CONTO

CHE LA STRADA SCELTA, SAREBBE STATA DURA,MA ERA DECISO A TUTTO, PUR DI INCONTRARE QUELLA SPLENDIDA MICIA DAGLI OCCHI AZZURRI... (Si ferma a pensare. Poi rivolto a T. che intanto si accoccola di più e si addormenta) Pensi sia troppo scontato questo fatto degli occhi azzurri? Sarebbe meglio "giallo miele"? Che ne dici? Ehi... (Si accorge che si è addormentata)Povera bambina è a pezzi. (Le accarezza i capelli con un gesto Paterno) Dormi, dormi serena, "sorellina". (Malinconicamente. Si alza ed esce)

Scena XIV

(Eugenio, Stefania, Titti e i due giovani)

(Titti è ancora sul divano, dorme. Suona il CAMPANELLO, insistentemente. T. si sveglia. Guarda verso la porta e verso la zona notte )

EUGENIO - (Rientrando) Accidenti! Un momento! (Apre la porta, entra S.)Tu? STEFANIA - Sì, io! (Vede T.) Ah, Titti! Che ci fai qui?

EUGENIO - Ma cosa t’imp...

TITTI - (Si alza e fa per abbracciare S.)… Stefania, ciao, come stai?

STEFANIA - (La evita con uno scarto. T. per poco non perde l’equilibrio) Sono venuta a lasciare una cosa per lui.

EUGENIO - Cosa?

STEFANIA - Ti ho portato l'assegno. (E. prova a protestare) No, non dire niente! Il giudice ha stabilito così, ed io non voglio fare la figura di una che, per denaro...

EUGENIO - ... certo, la figuraccia la faccio io…

TITTI - … scusate, io vado. (Raccoglie le scarpe e alcune cose che aveva sparpagliato per la stanza, sotto l’occhio divertito di E.) Devo fare alcune commissioni. Gene, porto il trolley di là?

EUGENIO - Lascialo pure li, ci penso io. Non vuoi fare una doccia? TITTI - La posso fare più tardi. (Si infila le scarpe) Stefi, ti ritrovo?

STEFANIA - No, sicuramente! Ti saluto ora! (Bacino formale a T. che esce ) Gene?(Con disgusto) Anche la doccia?

EUGENIO - Stefania…

STEFANIA - Cosa vuoi dire? (E. è rassegnato)Chi ti fa le pulizie? EUGENIO - Faccio da solo! Lo sai che non posso permettermi...

STEFANIA - ... lo so, ma, allora, perché ti ostini a non accettare il mio aiuto? EUGENIO - Aiuto?

STEFANIA - Beh, la tua situazione, dopo il licenziamento, non è rosea, io posso darti anche di più...

EUGENIO - ... non mi serve niente! Anche se il giudice, considerando la mia attuale condizione, ha stabilito la cifra degli alimenti, io non li voglio! Discorso chiuso… per favore! Abbiamo preso questa decisione di comune accordo, da persone civili, vero? Ci siamo resi conto che eravamo diventati, come dire, degli estranei? Allora perché, ora, ti preoccupi della mia vita, della mia situazione economica.

STEFANIA - Estranei? Non mi sembra... Secondo me si potrebbe...parlare un po’…

EUGENIO - …no! Stefania, SIAMO SEPARATI! ABBIAMO SCELTO DI FARE DUEPERCORSI DIVERSI? ALLORA FACCIAMOLI! Perchè… dobbiamo continuare a frequentarci?Insomma:

Io vivo qui e tu in un'altra casa. Io non vengo mai a casa tua, non ne sento la necessità. Tu, invece, stai sempre qui. Ma non hai da fare? Ti vedo molto di più ora… prima eri sempre impegnata... il tuo lavoro, i tuoi hobby, le tue amiche. Io vorrei avere un po' d’intimità o, come diresti tu, di “privacy”!

STEFANIA - Eugenio!Ascoltami bene Io sono una persona seria. Ho capito di aver un po' … esagerato.

Eugenio, io e te ci… vedremo di meno! Promettimi solo una cosa, l'ultima.

EUGENIO - Sono qui.

STEFANIA - Non parlare mai male di me!

EUGENIO - Ti assicuro che non lo farò.

STEFANIA - Solo questo. Ah, un'ultima cosa... attento alle donne giovani e belle! Ti fanno perdere la ragione e…

EUGENIO - Concordo! Difatti, con te non sono stato “accorto”… STEFANIA - Che vuoi dire?

EUGENIO - Anche tu sei una donna giovane e… bella. STEFANIA - Mi stai dicendo che, io, ti ho fatto perdere la testa? Veramente?

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EUGENIO - Come se non lo sapessi! Purtroppo, in seguito, mi hai fatto perdere altro.

STEFANIA - Cosa?

EUGENIO - La pazienza, soprattutto e poi… la fiducia in me stesso.

STEFANIA - Mi raccomando… abbi cura di te e... se vorrai, quando vorrai, potrai sempre...

EUGENIO - CHE COSA?

STEFANIA - ... contare su di me.

EUGENIO - Incredibile! (Esce)

Buio scena / Luce proscenio

(Entrano i due giovani, lui a testa bassa, lei lo guarda severa. E. si volta, incontra lo sguardo di V. che non parla)

EUGENIO – non guardarmi in quel modo, io…

VALERIA - … io ti guardo come mi pare, chiaro?

EUGENIO - Ma cosa ho fatto… detto, di sbagliato?

VALERIA - Fossi in te mi preoccuperei più di quello che “non hai” detto… giusto o sbagliato che sia!

EUGENIO - Già… come darti torto…

VALERIA - … bella ragazza, la “piccola” Titti, vero?

EUGENIO - Davvero! (È in evidente imbarazzo)

VALERIA - Un po’ troppo giovane per te, non trovi?

EUGENIO - Non penserai che…

VALERIA - … non penso niente! (Esce, indispettita. E. la segue a testa bassa)

Scena XV

(Titti, Eugenio e i due giovani)

Luce (Sera. La porta si apre, entrano Titti ed Eugenio ballando. Lei lancia giacca, sciarpa, borsa in giro per la stanza. Indossa un vestito molto colorato. Canticchiano)

TITTI - Fantastico quel locale! E' vero che ci andavate anche tu e Vittorio? Quanti anni fa?

EUGENIO -Trenta… anche trentacinque!

TITTI - Ed è rimasto come allora?

EUGENIO - Più o meno. La musica è praticamente la stessa. Allora era una novità, oggi è "STORIA"!

TITTI - Secondo te, ci si divertiva di più, ai vostri tempi?

EUGENIO - Come lo dici: "Ai vostri tempi"! Mi fai sentire decrepito.

TITTI - Ma quale decrepito, sembri un ragazzo! Non hai notato come ti guardano le donne?

EUGENIO - Davvero? Forse qualche "decrepita" come me?

TITTI - Nient'affatto! E poi come guardano me?

EUGENIO - Come?

TITTI - Invidiosette!

EUGENIO -Ma dai, mi avranno, sicuramente, scambiato per un papà moderno che passa unaserata con sua figlia...

TITTI - ... o uno splendido cinquantenne in compagnia della sua giovane amante.

EUGENIO - Si, vabbe’! Ultra… cinquantenne!

TITTI - Guarda che non sfiguri per niente, vicino a una donna di trent’anni!

EUGENIO - Che bel complimento!

TITTI – È sincero!

EUGENIO – Grazie! Non mi hai raccontato niente di ieri sera! Dove siete andati con Alberto?

TITTI – A cena, al “Pomodorino spiritoso”…

EUGENIO - … ristorante vegetariano?

TITTI – Si! Lo conosci?

EUGENIO – L’ho sentito nominare.

TITTI – Poi in un Pub, a Trastevere.

EUGENIO – Una bella serata, quindi?

TITTI – Direi di si!

EUGENIO – Se sei rientrata stamani alle dieci, lo deve essere stata anche la “nottata”?

TITTI – E gia!

EUGENIO – Ti vuole bene, questo “marcantonio”?

TITTI – Oh si! Mi cerca, mi copre di attenzioni, di regali…è tenero… EUGENIO - … e tu?

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TITTI – Io cosa? Se gli voglio bene? Devo conoscerlo un po’ di più, per dirlo.

EUGENIO – Sicuramente ti prende molto, si vede dalla tua espressione quando ne parli! Non è solo attrazione fisica, vero?

TITTI – No! E questo mi preoccupa un po’. Pensavo di essere, come dire, immune da queste sensazioni… romantiche…o meglio ho deciso di esserlo…

EUGENIO - … stai scherzando, spero? Come si può decidere su queste cose?

TITTI – Bisogna farlo, per molti motivi! Io devo pensare al mio lavoro. Sono sempre in viaggio da una parte all’altra del globo… anche per Alberto è così. Ogni tanto ci incontriamo, a migliaia di chilometri da qui! Tutto molto eccitante… mmhh! No, non rinuncerò a tutto questo! (Lo guarda incuriosita)Tu non hai mai “contenuto”,“limitato” emozioni, slanci…

EUGENIO - … io? Beh… sì, purtroppo!

TITTI – Gene, cos’hai? Ti sento triste. Ti annoio?

EUGENIO – Scherzi? Forse sono un po’ stanco…

TITTI - … a me non la dai a bere! Vieni? (Si siede al divano)

EUGENIO - Una fiaba prima di dormire?

TITTI - No… (Si protende e lo prende per mano, tirandolo sul divano) voglio che mi fai un po' coccole.

EUGENIO - Coccole? (Cadendo sul divano)

TITTI - Non me le negare! (Lo abbraccia)

EUGENIO - Bambina, devo pensare che hai esagerato con i "Margaritas"? (La allontana dolcemente)

TITTI - Ne ho preso uno solo e non l'ho neanche finito… (Smorfiosa)

EUGENIO - … Titti, non sarebbe meglio... !

TITTI - Lo so io cosa è meglio… (Lo abbraccia di nuovo)

Buio scena / Luce proscenio (Entrano i due giovani)

VALERIA - Allora, cosa devo pensare?

EUGENIO - Di cosa? (È in evidente imbarazzo)

VALERIA - Non ti sembra estremamente chiaro?(Indicandogli la zona notte)

EUGENIO - Non capisco. Cosa è “estremamente chiaro”?

VALERIA - Niente! (Lo guarda, un po’ arrabbiata e un po’ divertita, scuote la testa) Quest’aria da “testa tra le nuvole”… (Riflette) vedendoti “da vecchio”… (Sorride) sei peggiorato!

EUGENIO - A me non sembra…

VALERIA - … sembra a me… CAMPANELLO adesso chi è?

(Si fanno da parte)

Scena XVI

(Eugenio e Valeria)

Luce in scena (Mattino CAMPANELLO Entra Eugenio, va ad aprire)

EUGENIO - Eccomi. (Apre, entra V.)

VALERIA - Buongiorno!

EUGENIO - Buongiorno!

VALERIA - (Si guarda attorno)Solo?

EUGENIO - Solo!

VALERIA - Titti?

EUGENIO - Sarà su qualche aereo… pensavi di trovarla qui?

(La giovane fa l’atto di strozzare il ragazzo)

VALERIA - Eugenio, possiamo parlare un po'?

EUGENIO - Naturalmente! Ti offro qualcosa?

VALERIA - No grazie! Vorrei parlare con te di venerdì scorso...

EUGENIO - … Valeria! Parlare di cosa? Del fatto che io, rientrando e vedendoti sul divano, ho avuto il timore di aver fatto una imperdonabile gaffe. Quindi sono andato via...

VALERIA - ... prima, però mi hai messo una coperta addosso, sei stato così tenero...

EUGENIO - ... lasciami finire. Sono andato via perché non volevo entrare in un momento tutto tuo. E' vero siamo amici da tanto tempo...

VALERIA - ... da "sempre" e "per sempre", vero?

EUGENIO - Verissimo! Proprio in nome di questa nostra amicizia così profonda… (Con uno sforzo) ho preferito… non svegliarti.

(Il ragazzo fa un cenno alla giovane come per dire:”Vedi?”)

VALERIA - Dove sei andato?

EUGENIO - Da Roberta.

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VALERIA - Roberta? Ah, la bella ragazza “in camicia”? (La giovane sferra un pugno sulla spalla del ragazzo) EUGENIO - Lei.

VALERIA - E ti ha accolto, a quell'ora di notte?

EUGENIO - E cosa c'è di strano?

VALERIA - La conosci da così poco tempo.

EUGENIO - Fra Roberta e me, è nata subito un'intesa particolare. Con lei è tutto così… leggero. Leggero ma intenso…

VALERIA - ... una cosa di quelle cose, tipo: "Dov'eri? Dove sei stata fino a oggi?"

EUGENIO - Non proprio!

VALERIA -Eugenio! Che risposta è? Non è da te! Ti conosco come un uomo che rispetta molto le donne! Insomma con lei ci sei anche andato a…

EUGENIO - …nient’affatto!

VALERIA - Come sarebbe a dire?

EUGENIO - Che non ci sono andato a letto! Tu, piuttosto, col tuo "ganzo"… (Imbarazzo)?

VALERIA - … chi, Guido? E' una bella persona, un uomo profondo, sensibile, ma anche allegro e

divertente. Non è "l'anima gemella"… ma gli voglio molto… ehm… bene!

EUGENIO -Io, però, chiedevo se… ehm… (Sempre più in imbarazzo)tu e lui…

VALERIA -… Eugenio!

EUGENIO - Accidenti, la lavatrice...

VALERIA - ... cos'ha?

EUGENIO - Non deve assolutamente fare la centrifuga! (Esce. Rientra) Per fortuna me ne sono ricordato.

VALERIA -Sarebbe stato un guaio tremendo! (Ironica. Si siede sul divano)

EUGENIO - Eh sì... non perdi occasione per prendermi per il c… VALERIA - ... se ti sente Stefania. EUGENIO - A proposito, la sai la novità?

VALERIA - Quale?

EUGENIO - Stefania ha chiesto di essere trasferita in Inghilterra!

VALERIA - Scappa. Da te?

EUGENIO - Figurati! C'è un'altra novità!

VALERIA - Speriamo che non sia “sconvolgente”, anche questa. (Ironica)

EUGENIO - Per me è importantissima! (Si siede vicino a lei)

VALERIA - Non tenermi sulle spine. Avanti! (c.s.)

EUGENIO - Mi compro la moto!

VALERIA - Davvero? (Raggiante)E che moto prendi?

EUGENIO - L'Harley, naturalmente! Ho trovato un’ottima occasione.

VALERIA - Il tuo primo, unico, indimenticabile "amore"?

EUGENIO - Sì, il mio... (La guarda sconsolato) grande amore.

VALERIA - L'avevi prima di sposarti, ma a tua... ehm… alla tua "ex moglie", non piaceva.

EUGENIO - Ti prego, ho rimosso il tutto. VALERIA - Ora ci "scorrazzerai" con la tua “Robertina”? EUGENIO - Naturalmente! (Pausa. E. si avvicina a V.) Valeria! VALERIA - Dimmi.

EUGENIO - Se vuoi, qualche volta possiamo fare una gita insieme? In moto, intendo. Ricordo che ti piaceva tanto...

VALERIA - … da morire. Ma, tu… (Sono molto vicini) non mi ci hai mai fatto salire...

(I due rimangono immobil) Buio scena / Luce proscenio (I due ragazzi sul proscenio)

Scena XVII

(I due giovani, Eugenio e Valeria)

VALERIA - … è bello andare in moto?

EUGENIO - È il massimo… (Estasiato)

VALERIA - … io non sono mai andata... (Lo guarda adorante)

EUGENIO - Perché sei ancora piccolina...

VALERIA - (Stizzita)… non sono "piccolina”! Ho diciassette… (Lui la guarda poco convinto) vabbe’, sedici anni!

EUGENIO - Quasi "vecchia", in pratica. VALERIA - Spiritoso! (Si da un tono) Lo sai che ho già un fidanzato…

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EUGENIO - (Colpito)… cosa? (Si riprende) Ah si? E chi sarebbe?

VALERIA - E a te cosa importa? (Lo guarda compiaciuta)

EUGENIO - Ma… niente. Solo che…

VALERIA - … che? (Divertita)

EUGENIO - Insomma… anche se non… sei proprio mia… sorella… VALERIA - … no, non lo sono! (Adorante) Allora?

EUGENIO - Sei …

VALERIA - … la tua amica del cuore? (Stuzzicante)

EUGENIO - (Sospira) Già! Il fatto è che… io ci tengo a… a te.

VALERIA - Dici davvero? (Incuriosita)

EUGENIO - Certo! Quindi…

VALERIA - … quindi? (Incalzante)

EUGENIO - Ecco… mi sembra che sia… (Imbarazzato) come dire, un po’ presto… VALERIA - … presto? Per cosa?

EUGENIO - Per… per… (Guarda altrove)

VALERIA - Eugenio… (Con saggezza) anch’io divento grande. (Stavolta è lei che allunga una mano per toccarlo. E. si volta e lei ritira la mano)

EUGENIO - (Serio. La guarda) Non aver fretta di crescere, Dorothy.

VALERIA - (Arrabbiata, offesa) Non chiamarmi Dorothy!

EUGENIO - Invece ti ci chiamo! (Le sorride) lo farò anche quando saremo vecchi! Tu per me sei Dorothy! Lo sarai per sempre! (Sorride anche lei, lo prende per mano e si allontanano)

Luce scena

(I due sul divano si scuotono, si guardano, commossi)

EUGENIO - Dorothy…

VALERIA - … dimmi, "Uomo di latta"

EUGENIO - Ci vogliamo bene noi, vero?

VALERIA - Da morire.

EUGENIO - Saremo sempre così?

VALERIA - Così come?

EUGENIO - Così!

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena I

(Eugenio e Roberta)

(E. è solo seduto al divano, sta completando un puzzle montato su un compensato poggiato sul tavolinetto. Sembra molto concentrato. Entra Roberta, gli fa una carezza. Indossa la vestaglia di E.)

ROBERTA - Ti prende proprio, eh?

EUGENIO - Sicuro! (Ha un sussulto. La guarda con interesse) Accidenti.(Rivolge di nuovo l’attenzione al puzzle) È impegnativo!

ROBERTA - Mi piace tanto guardarti. (Si siede sulla spalliera, con i piedi sulla seduta del divano)Davanti a questo puzzle sei come un bambino...

EUGENIO - ... ti diverto?

ROBERTA - No. Mi emozioni. (Lo stuzzica con un piede. E. sorride)Tu ti diverti?

EUGENIO - Molto! (Allusivo)

ROBERTA - Qualcosa non ti torna?

EUGENIO - Non so! Forse una tessera è andata persa.

ROBERTA - Controlla bene. (Accavalla le gambe. E. trattiene il fiato)

EUGENIO - L’ho già fatto…

ROBERTA - Fallo ancora.

EUGENIO - Cosa?

ROBERTA - Quell'espressione imbronciata... sei così carino…

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EUGENIO - Scherza tu! Io sto diventando matto… (Accavalla le gambe. E. è turbato) a cercare... (Si accorge di qualcosa infilato nelle calza di lei) ma cos'hai qui?

ROBERTA - Cosa? (È una tessera del puzzle)Oh... questa? EUGENIO - Fa vedere... (La prende e la inserisce)è proprio questa. ROBERTA - Scusa. (Sorride)

EUGENIO - E di che? (Sorride anche lui)Non potevi sapere che era proprio questa, la "chiave di volta". ROBERTA - C'è sempre una "chiave di volta", vero?

EUGENIO - Naturalmente, l'importante è avere la pazienza di cercarla o aspettarla, prendi il tuo… il nostro caso...

ROBERTA - ... in che senso?

EUGENIO - Tu sei la mia chiave di volta!

ROBERTA - Spiegami.

EUGENIO - Bambina, tu hai liberato il vero Eugenio...

ROBERTA - ... davvero? E com'era il "falso"?

EUGENIO - Beh, proprio falso falso no! (Si alza) Si può dire... inespresso, forse... trattenuto?

ROBERTA - Il famoso "lasciar fare"?

EUGENIO - Già!

ROBERTA - Senti, Ciccio, posso farti una domanda? Stupida?

EUGENIO - Sarebbe la prima volta...

ROBERTA - ... beh, a volte può capitare...

EUGENIO - ... sono sicuro che non riuscirai a essere stupida.

ROBERTA - Che carino. (Scivola sul divano)

EUGENIO - (La raggiunge al divano)Allora? (La accarezza) Questa domanda?

ROBERTA -Credi che tra te e me potrebbe funzionare?E’ una domanda cretina?

EUGENIO - No! (Si allontana)È una domanda seria, invece!

ROBERTA -Ci frequentiamo da circa un mese, parliamo molto, ci divertiamo… (Allusiva)vero? (E. annuisce convinto)Però non facciamo cenno a… a qualcosa di più…

EUGENIO -… forse, così, va bene a tutti e due?

ROBERTA -Ah...

EUGENIO -… non potremmo essere amici?

ROBERTA - Ma se un uomo e una donna… hanno… (Si blocca) Amici? (Si alza) Come lo sei con Valeria?

EUGENIO -Valeria? (Si avvicina insinuante)Tu sei un’altra cosa!

ROBERTA - (Si alza) … io SONO un’altra cosa!

EUGENIO – (Si alza anche lui) Roberta…

ROBERTA - … cosa?

EUGENIO - (Si inginocchia teatralmente) Mi vuoi sposare?

ROBERTA -Ma non eri quello del: “Errare è umano, perseverare è diabolico”?

EUGENIO -Mi farò esorcizzare!

ROBERTA - Non puoi!

EUGENIO – Perché no? Devo solo trovare un buon esorcista…

ROBERTA – Scemo! Io parlo di sposarti! Dovresti prima divorziare! O sbaglio?

EUGENIO –Roberta, io… (Si rialza) io sto bene con te!

ROBERTA - Anch’io sto molto bene con te!

EUGENIO -Ci piace stare insieme… ci raccontiamo un sacco di cose…

ROBERTA - … non tutto!

EUGENIO -Aspetta! Qui ci sono le mie fiabe... (Fa un passo verso la libreria)

ROBERTA -... le ho lette. Mi piacciono...

EUGENIO -... dicevo! Ce n'è una per la quale non riuscivo a trovare il nome della protagonista.

ROBERTA -E lo hai trovato?

EUGENIO -Roberta!

ROBERTA -Si?

EUGENIO -Il nome è Roberta!

ROBERTA -Dai? E cosa fa, di particolare, questa protagonista?

EUGENIO -Rende felici gli uomini…

ROBERTA -Come? (Sospettosa)

EUGENIO -Cantando e danzando! È una fiaba per bambini!

ROBERTA – (Sorride) Ah! Mi somiglia?

EUGENIO -No! Sei proprio tu!

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ROBERTA – No!

EUGENIO -Sì! (L’accarezza)

ROBERTA – Io non canto, non ballo…

EUGENIO – Tu, col tuo modo di fare, col tuo essere così… leggera, tenera, mi hai fatto provare emozioni nuove, riscoprirne di dimenticate, mi hai aiutato a liberarmi e… mi hai fatto felice…

ROBERTA -… non dovresti…

EUGENIO -… cosa?

ROBERTA -Io non sono l’angelo che credi…

EUGENIO -… per me lo sei!

ROBERTA - Vedi tesoro, io… io ho…

EUGENIO -… no, non sentirti obbligata a raccontarmi…

ROBERTA - … lo so. Non sono obbligata, ma sento che con te è giusto “liberarmi”.              Eugenio, ho avuto

(E. annuisce) altri uomini. Qualcuno non è stato “carino” con me. Anch’io non sono stata “carina”,

con qualcuno di loro. In entrambi i casi stavo sulla “difensiva”. EUGENIO - Cosa intendi con “stavo sulla difensiva”? ROBERTA - Avevo paura di lasciarmi andare. (Si siede) Se solo avessi parlato apertamente, esprimendo

quello che avevo dentro. Invece, nulla! Non mi liberavo. Hai presente silenzi, cose

non

dette

o dette male, con toni sbagliati? Autocensura! Ad ogni storia che finiva, la

mia

mente,

si

perdeva in mille contorsionismi!Mille domande… sempre le stesse:

“perché

non

ho detto…non

ho fatto? Perché ho lasciato andare… fare?” Sì, proprio così, proprio come te! Ecco perché, ora, ti racconto di me. Mi l i b e r o! Senza remore né vergogne. Non riesco a dire altro se non quello che sento veramente!

EUGENIO –Del tipo? (Si siede accanto a lei)

ROBERTA – Che sono proprio innamorata di te! E soprattutto, impensabile fino a qualche tempo fa, non ho paura di dirti che… che, quando non ci sei, penso sempre a te. Sei dappertutto. Penso, continuamente, a come potrei fare le cose con te…

EUGENIO – (Intrigante)… quali cose?

ROBERTA -Tutte! Anche le più semplici

EUGENIO -Sono senza parole. (Le prende la mano)

ROBERTA -Sono scema?

EUGENIO -Sei... adorabile! (L’abbraccia)

ROBERTA -Davvero mi vedi così?

EUGENIO -Soprattutto, ti sento... (L’annusa)

ROBERTA -E' fantastico!

EUGENIO -E tu, mi senti?

ROBERTA -Idem.

(R. lo tira a se e lo bacia. Si alzano e vanno verso la zona notte Buio scena / Luce proscenio (Entrano i ragazzi, si guardano. Lei imbronciata e triste, lui incredulo)

VALERIA - Eugenio… (Con voce strozzata) che… che succede?

EUGENIO - (Serio.) Non… non lo so! Non posso saperlo!

VALERIA - Allora… che si fa?

EUGENIO - (Le prende la mano) Non temere, vedrai che si sistema tutto.

VALERIA – Davvero? (Supplichevole))

EUGENIO - (Si da un tono) Fidati di me….

VALERIA –… ah, allora… (Esce indispettita)

Scena II

(Eugenio e Angela)

Luce scena  (Mattino. R. esce dalla zona notte, vestita per uscire.)

ROBERTA – Ciccio!

EUGENIO – (Esce dalla cucina, ha una tazza di caffè in mano, la porge a R.) Il caffè!

ROBERTA – Grazie! (Beve, sorride) Buono! (Gli da la tazza. Guarda l’orologio, preoccupata) Vado, devo passare a casa! (E. l’aiuta ad indossare un soprabito) Ciao, Ciccio, ti chiamo più tardi! (un bacio veloce ed esce. E. rimane un istante sognante poi fa una piroetta e va in cucina CAMPANELLO.

E.arriva)

EUGENIO – Chi è? ANGELA – Sono Angela.

EUGENIO – (Apre la porta, etra A., circa cinquanta anni) Buongiorno signora, prego si accomodi!

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ANGELA – Buongiorno! Stava dormendo, scusi…

EUGENIO – … no, non dormivo… (Guarda l’orologio) accidenti… le sette e mezzo!

ANGELA – Troppo presto?

EUGENIO – No, stavo per uscire! Mi dica!

ANGELA – Sono passata per metterci d’accordo…

EUGENIO – … a che proposito?

ANGELA – Beh, mi dica quali sono i giorni e gli orari che preferisce…

EUGENIO – … per cosa?

ANGELA – Per le faccende!

EUGENIO – Quali “faccende”?

ANGELA – Qui, in casa!

EUGENIO – Mi scusi, le ho detto io di… (Riflette, si appoggia al divano) non ricordo! Sto invecchiando, è vero, ma addirittura dimenticare che…

ANGELA – … tranquillo, signor Eugenio, non me l’ha detto lei!

EUGENIO – Appunto…

ANGELA – … me l’ha chiesto sua moglie…

EUGENIO – … ecco!

ANGELA – Sapeva che ho aiutato i suoi genitori, negli ultimi anni…

EUGENIO – … ho capito, ma… ehm… vede signora Angela… (Cerca di rimanere calmo) io, al momento, non ho… non posso…

ANGELA – … so tutto, la signora mi ha informato!

EUGENIO – Quindi?

ANGELA – Quindi non deve preoccuparsi, penserà lei a…

EUGENIO – … è proprio questo che non mi va!

ANGELA – Ma cosa gliene importa?

EUGENIO – M’importa, eccome!

ANGELA – Senta… (Si guarda intorno, imitata da E.) ci passi sopra. Conviene a lei e… (Lo fa ancora, E. non capisce) conviene a me! (E. la guarda con un mezzo sorriso) Io sono in cassa integrazione, mio marito è in mobilità! Lui fa qualche lavoretto, ma non è più un ragazzino…

EUGENIO – … senza offesa, anche lei non lo è più! Abbiamo la stessa età, credo… (A. Annuisce sorridendo) se la sente di fare un lavoro, come dire, non leggerissimo?

ANGELA – Certo, se posso dare una mano al bilancio familiare… lei dovrebbe capire…

EUGENIO – … capisco, ma non voglio darla vinta a mia… alla mia ex moglie!

ANGELA – Se non le da fastidio la mia presenza…

EUGENIO – … ma sta scherzando?

ANGELA – Allora, accetti l’aiuto di sua mo… della sua ex moglie e… aiuti me, va bene?

EUGENIO – Va bene! Lo faccio solo per lei e per Ermanno… (Sorride) Ermanno! Ricordo, da ragazzi, giocavamo a biliardo… era un fenomeno…

ANGELA – … lo è ancora!

EUGENIO – Bene, allora lo sfiderò! Sono diventato piuttosto bravo… ANGELA – … attento! Dicono che è imbattibile!

EUGENIO – Sarà un onore… perdere! (Sorridono) Quando vuole cominciare?

ANGELA – Lunedì! Vuole che venga almeno un paio di volte la settimana?

EUGENIO – Il lunedì e il giovedì?

ANGELA – D’accordo! Va bene la mattina? (E. Annuisce) Facciamo dalle nove a mezzogiorno?

EUGENIO – Perfetto!

ANGELA – Arrivederci!

EUGENIO – A lunedì! (L’accompagna alla porta)

Scena III

(Stefania ed Eugenio)

(Eugenio prende deifogli dalla libreria. Si ricorda di qualcosa, posa i fogli sul tavolo. Va fuori. Torna con una borsa. Prende il telefono e forma un numero)

EUGENIO – <STEFANIA…. E’ VENUTA LA SIGNORA ANGELA… SI’, LEI….. COME TI E’ VENUTO IN

M…… NO, NON DOVEVI….. LO FACCIO SOLO PERCHE’….. SI’….. SI’….. PERO’ HAI

ESAGERATO…. NO, NON MI TROVI…. STO USCENDO….. COME “DOVE VAI?”….. MA

SARANNO CAVOLI MIEI? …… HO DETTO “CAVOLI”…. DEVI DIRMI ALTRO…… HO DA

FARE…. CIAO…… COME?..... SI’… GRAZIE!> (Un’ultima occhiata ed esce)

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(Breve pausa, CAMPANELLO. Altra pausa. CAMPANELLO Entra Stefania, ha con se la borsa e una cartella di cuoio. Posa la borsa sul divano e la cartella sulla libreria. Fa un giro per la stanza, giocherellando con un mazzo di chiavi. Va in cucina. Breve pausa. Si apre la porta d’ingresso, entra Eugenio, prende i fogli che aveva dimenticato, sta per uscire sente un rumore. Raccoglie una mazza da baseball e, brandendola, si dirige verso la cucina. S. esce dalla cucina. Eugenio alza la mazza. Rimane di stucco vedendola)

EUGENIO -Stefania! Che cosa... come sei entrata?

STEFANIA -Io... veramente... ma sei già tornato?

EUGENIO -Chi ti ha fatto entrare?

STEFANIA -Nessuno.

EUGENIO -Allora come...

STEFANIA -Con queste? (Gli mostra le chiavi)

EUGENIO -Come fai ad avere le chiavi? Chi te le ha date?

STEFANIA -Beh, sai... ne ho fatta fare una copia...

EUGENIO -... quando, come?

STEFANIA -Una volta, tu eri impegnato a riparare un rubinetto, in bagno, credo, io ero qui e con la scusa di uscire a comprare qualcosa da mangiare... insomma, ho prese le tue... erano così invitanti, lì vicino la porta... sono andata qui di fronte, c’è un posto, dove duplicano chiavi e... scusa.

EUGENIO -Ma sei diabolica! Io non... s c u s a? Stefania!

STEFANIA -Si?

EUGENIO –Mi hai chiesto s c u s a? (Sorpreso e raddolcito)Ma come ti è venuto in mente? Perché? STEFANIA -Volevo venire qua… quando non c'eri... EUGENIO -... non capisco! Questo è assurdo, violare così il privato di una persona...

STEFANIA -... no, non era questa l'intenzione, credimi.

EUGENIO -Allora cos'era?

STEFANIA - Quando c'eri tu, ero sempre arrabbiata … e facevo arrabbiare anche te. Così ho pensato...

EUGENIO -Non ci posso credere. Queste tue visite, quando sono cominciate?

STEFANIA -Beh, tre mesi fa, circa.

EUGENIO -Tre mesi? Ma allora?

STEFANIA -Eugenio! Ti ho chiesto scusa!

EUGENIO -Sì, sì, va bene. Tre mesi? Ecco spiegato tutto...

STEFANIA -... che cosa?

EUGENIO -Sai, mi ero accorto che qualcosa cambiava, qui in casa, piccoli particolari... questo, ad esempio, (Le mostra il sigaro) io lo lascio sempre con la parte che metto tra le labbra all'esterno. L'ho, invece, ritrovato poggiato al contrario.

STEFANIA - (Tra se) Non avevo fatto i conti con la sua precisione. Mi perdoni?

EUGENIO -Eh? (Distratto) Perdonarti? Ma certo! (Ride di gusto)

STEFANIA -Mi trovi divertente?

EUGENIO -Un po'!

STEFANIA -Non lo sono mai stata, vero?

EUGENIO -Non volontariamente. Ma non lo sono neanche io...

STEFANIA -Invece no! Tu sei divertente.

EUGENIO -O buffo?

STEFANIA -Assolutamente no! (Si siede)

EUGENIO -Che cosa intendi, allora, per "divertente"?

STEFANIA -Che, con te, non ci si annoia...

EUGENIO -... vuoi dirmi che trovi interessanti, divertenti le cose che faccio?

STEFANIA -Certo!

EUGENIO -Quali cose?

STEFANIA - Che so… i tuoi commenti su un film, uno spettacolo teatrale, un concerto. Il coinvolgimento mentre ascolti una canzone o leggi un libro. Come racconti un avvenimento del passato. La tua “mania” di fare collegamenti tra un evento e l’altro. Il tuo soffermarti sul significato di una parola…

EUGENIO -… gli accenti!

STEFANIA - Gli accenti, già! Quel ribadire, sempre, la tua “italianità”…

EUGENIO -… sai perfettamente come io sia f e l i c e di essere italiano!

STEFANIA -Sono d’accordo con te…

EUGENIO -… vorrei vedere! (La guarda intensamente) Perché non hai mai dimostrato il tuo interesse?


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STEFANIA -E’ proprio questo il punto! Ero molto interessata, ma non lo dimostravo! Perché? Non l’ho ancora capito! So solo che vorrei tanto averlo fatto… E tu mi hai sopportato per venti anni!

EUGENIO -Anch’io, in fondo, ero “affascinato” dal tuo modo di fare, dalle tue fissazioni… STEFANIA -… fissazioni? Che fissazioni?

EUGENIO - Ad esempio quando eri preoccupata, forse è meglio dire “in ansia”, che il tuo abbigliamento fosse perfetto. Guai se qualcosa non faceva… “pandant”, si dice così? (S. annuisce)Ricordi la prima volta che siamo u s c i t i?

STEFANIA - Che cosa dovrei ricordare?

EUGENIO -Scendendo dall’auto eri molto imbarazzata, io credevo per… insomma, per quello che sarebbe successo… dopo…

STEFANIA -… stupido! (Nasconde un sorriso)E per cosa, allora?

EUGENIO -Non lo ricordi? Davvero? Io non lo dimenticherò mai!

STEFANIA -Allora, me lo dici? (Si da un tono, ma è curiosa)

EUGENIO - Mi hai guardato con due occhi tristi e mi hai detto, con un filo di voce: “Ho una calza bucata! Mi vergogno tanto…”

STEFANIA -Tu hai voluto sapere dove era il buco, capirai, il solito impiccione… (Sorride) EUGENIO -… di lì a poco lo avrei scoperto, comunque…

STEFANIA -… scemo! Allora potevi aspettare! Invece no, hai voluto saperlo subito e…

EUGENIO -… poi mi hai detto che era sull’alluce destro…

STEFANIA -… e tu mi hai fatto togliere la scarpa li, in mezzo alla strada…

EUGENIO -… in macchina! Sei risalita in macchina! Non si vedeva neanche, tanto era piccolo…ma per te era enorme! Ricordo che avevi delle calze di scorta in macchina e in borsa, ma nessun paio era di tuo gradimento! Incredibile! (Sorride)

STEFANIA -Ero... sono… così comica?

EUGENIO -Non sto ridendo di te, ma di me stesso.

STEFANIA -Perché?

EUGENIO -Perché? Ricordi come mi sono precipitato a comprarti un paio di calze? Che ho azzeccato la tonalità dopo vari tentativi? Mi hai rimandato indietro almeno tre volte.

STEFANIA -Alla fine le ho sfilate e tu sei andato, con quelle, nel negozio… EUGENIO -… la commessa deve avermi preso, prima, per un deficiente, poi, per un feticista! (Pausa)

Ricordo la sensazione che ho provato, tenendo in mano una cosa così… così intima… così tua…

STEFANIA -… era il nostro inizio!

EUGENIO -Mi sembra che…

STEFANIA - … sia successo da poco? Invece…

EUGENIO - … sono passati trent’anni!

(Una pausa di riflessione per entrambi. Stefania è la prima a parlare. Si alza)

STEFANIA -Eugenio!

EUGENIO -Cosa? (Non la guarda)

STEFANIA -Eugenio! (Si avvicina)

EUGENIO -Dimmi! (Si volta e la trova vicinissima)

STEFANIA -Ci... ci... riproviamo?

EUGENIO – (Fa un passo indietro) Ascoltami bene! Per la prima volta ti vedo interessata a ciò che dico… (S. fa per parlare) no, non ti preoccupare, non c’è rancore. Abbiamo riso, prendendoci in giro, serenamente, senza astio…

STEFANIA -… è vero! (Lo raggiunge)

EUGENIO - Ma, io, sono cambiato… (Si allontana)

STEFANIA -… anch’io! Ho anche imparato a fare il caffè… (Lo raggiunge di nuovo)

EUGENIO -… sto parlando seriamente! (La blocca mettendo avanti le mani)

STEFANIA - Anch’io! Ho fatto molti tentativi… ho usato mia madre e una mia collega come   cavie…

EUGENIO - … Ste’!

STEFANIA - In cosa sei cambiato?

EUGENIO - Ho fatto delle scelte. Ho deciso di liberarmi!

STEFANIA -Liberarti? Come? Di cosa?

EUGENIO -Prima di tutto ho trovato il coraggio di non “lasciar fare”…

STEFANIA -… lasciar fare? Che cosa intendi?

EUGENIO -Ho messo, al primo posto, Eugenio. Ci è voluto un po’ di tempo, ma ci sono riuscito. Da quel momento mi sento, o meglio, sono un’altra persona: il vero Eugenio.


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STEFANIA - Anch’io sto scoprendo un’altra me stessa… (Si lascia andare sul divano) la vera? Non lo so. Ho però scoperto di saper perdonare, di avere voglia di farlo. Di saper ammettere le mie mancanze… (A fatica) ho dei dubbi. (E. la guarda esterrefatto) Ne ho avuti sempre, ma non li esprimevo. Volevo far credere agli altri di avere solo certezze… accidenti!

EUGENIO – (La raggiunge al divano, ma non si siede. Rimane alle sue spalle) E’ giusto esternare i propri dubbi, cercare le soluzioni con l’aiuto degli altri, di chi ti vuol bene, di chi non ti condanna per le tue incertezze…

STEFANIA -… e ti vuole, forse, ancora più bene…

EUGENIO -… senza forse!

STEFANIA -Eugenio… (Si volta verso di lui)

EUGENIO -… io ti ho voluto bene, molto e… te ne voglio ancora… STEFANIA - Cosa mi stai dicendo? (Si protende)

EUGENIO -Venti anni fa, ti ho sposata per questo motivo, oltre al fatto, non secondario, che mi piacevi… da morire…

STEFANIA -… e ora, non ti piaccio più? (Si alza per mostrarsi)

EUGENIO -Purtroppo mi… (Sospira) mi piaci ancora… (Le da le spalle)

STEFANIA -… Eugenio, ma è bellissimo…

EUGENIO -… ti prego! Stefania… (Si allontana)

STEFANIA -… hai detto che ti senti libero di scegliere. Se ti chiedo di farlo ancora una volta… (Lo raggiunge) l’ultima. Decidi… liberamente… (È dietro di lui)

EUGENIO – (Si volta e se la trova addosso)… mi stai sfidando?

STEFANIA -Nessuna sfida! Io lo voglio… (Lo provoca) e anche tu! Siamo liberi di scegliere, no?

EUGENIO -Giusto! Allora, mia bella signora, sappi che…

STEFANIA -… che?

EUGENIO -Te lo spiego di là… (Le mette le mani sui fianchi) vuoi?

STEFANIA -Non aspetto altro! (Gli getta le braccia al collo)

EUGENIO –(Dopo un primo cedimento, si divincola, scappa) Non è possibile!

STEFANIA -Eugenio… (Implorante)

EUGENIO –(Imbarazzato) …Stefania! (Squilla il cell di E. risponde. Tra se) Salvato dal gong… <PRONTO… SI, SONO IO… AH, SI…MI DICA….>

STEFANIA -È proprio cambiato… (Sconsolata, tra se) un tempo mi sarebbe saltato addosso! EUGENIO -< VA BENE… CI SENTIAMO!> (A S.) Dicevo… STEFANIA -… Eugenio, tra pochi giorni partirò per Londra e…

EUGENIO -… ti auguro buona fortuna e… buon lavoro.

STEFANIA -Va bene. Ci salutiamo così? (Si avvicina)

EUGENIO – (Tendendole la mano) Ciao Stefania e… scusami…

STEFANIA -… scusami tu, se… (Raccoglie le sue cose ma dimentica la cartella di cuoio sulla libreria) non ho voluto darti un figlio!

(Eugenio rimane immobile, come impietrito, si gira di scatto ma lei è già sparita. Si siede sul divano, poggia la testa, chiude gli occhi, sospira. La luce cambia colore)

Scena IV

(Valeria “giovane” ed Eugenio)

(Entra Valeria “giovane”. E. si accorge di lei, sorride, non è sorpreso, si drizza a sedere. V. va dietro il divano. E. si poggia di nuovo e la guarda tirando indietro la testa. V. gli posa le mani sulle spalle e comincia a massaggiarlo)

EUGENIO - Ciao Dorothy, era un po’ che non venivi a trovarmi! Come stai?

VALERIA - Ciao Bestia! Bene. Ti sento un po’ contratto… e dalli con ‘sta “Dorothy”… (Sorride) ma tu, sei sempre il mio amico “Uomo di latta”?

EUGENIO - Naturalmente! Allora, a cosa devo questa visita? L’ultima volta è stato… due o tre mesi fa… VALERIA - … quattro, per essere precisi. Stai proprio invecchiando, non hai più la memoria di un

tempo!

EUGENIO - Tu, invece, grazie a queste “visioni”, rimani sempre la bambina che …amavo… VALERIA - … che “AMAVI”?

EUGENIO - Che non ho smesso mai di amare!

VALERIA - Ecco, cosi va meglio! Comunque ti ricordo che non sono affatto una “bambina” ! Ho… EUGENIO - … sedici anni…


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VALERIA - … purtroppo molti di più! Cavolo, quanti ne sono passati!Tanti e sprecati! Senza trovare mai il coraggio di dirti quello che provavo, veramente, per te…

EUGENIO - … cosa? Che cosa provavi… provi per me?

VALERIA –(Smette di massaggiarlo) Devo dirtelo io? Non lo immagini?

EUGENIO - La mia immaginazione si è sempre fermata prima.…

VALERIA – (Siede sul bracciolo)… e ti bastava?

EUGENIO -No, non mi bastava, ma ero… sono uno stupido. Ti ho confessato il mio amore solo in sogno.

L’ho solo scritto, forse perché è la cosa che mi riesce meglio… ho sprecato tanto tempo anch’io.

VALERIA - Forse è stato meglio così? Siamo rimasti amici… grandi amici… no?

EUGENIO - Sì, è vero, ma…

VALERIA - … niente “ma”, niente “se”! E poi è meglio avere rimpianti che rimorsi! Non sei d’accordo? EUGENIO - È questione di punti di vista!

VALERIA - Appunto! (Si alza, passando dietro al divano, mette una mano sulla spalla di E.) Ora torna a dormire e pensa al futuro! Hai tanto tempo davanti a te, una vita nuova, con Roberta…

EUGENIO - … ma ci sarai anche tu? (Si gira verso di lei) VALERIA - Io ci sarò sempre, tesoro mio!(Gli fa una carezza) Buio

Scena V

(Eugenio, Valeria e i due giovani)

Luce (E. è sul divano, occhi chiusi. Si sveglia. Esce. CAMPANELLO. Rientra, si sta asciugando il viso. Va ad aprire. Entra V. Entrano i due giovani)

VALERIA- Ciao. Come va? (Sembra infreddolita)

EUGENIO - Così! Ti preparo qualcosa di caldo?

VALERIA - No, grazie. Non ho freddo. Stavi uscendo?

EUGENIO – No, ormai l’appuntamento è saltato!

VALERIA - Eugenio, devo dirti alcune cose… importanti.

EUGENIO -Ti ascolto.

VALERIA -Per cominciare, ti rinnovo la proposta di venire a lavorare nella mia azienda.

EUGENIO - Beh... così, di punto in bianco... dovrei rifletterci...

(La ragazza rivolge al ragazzo uno sguardo di commiserazione) VALERIA - Eugenio, ancora devi riflettere? Mi serve una risposta. Ora!

EUGENIO - Ci penso da qualche giorno. Confesso: aspettavo tu mi rinnovassi la proposta.

VALERIA - Aspettavi? Perché stavi aspettando? E se io non ti avessi...

EUGENIO - Ma lo hai fatto!

VALERIA - Ti ho chiesto perché aspettavi?

EUGENIO - Non lo so! Forse per quel maledetto "vizio" di stare sempre sulla "difensiva"...

VALERIA - ... sulla difensiva? Da me, devi difenderti? Proprio da me?

EUGENIO - Mi son fatto prendere dagli scrupoli.

VALERIA - Quali "scrupoli"? Eugenio, ti sto dietro da un anno! Cosa ti trattiene?

EUGENIO - Pensandoci bene niente. Solo seghe mentali, sicuramente. In questi giorni, però, sono successe delle cose... che mi hanno aiutato a liberarmi da alcune remore.

VALERIA - Ah, si?

EUGENIO - Sì, sono mutate delle situazioni, si sono create condizioni diverse, sono maturate delle necessità...

VALERIA - Spero che questo tuo "ermetismo" finisca e tu mi voglia spiegare cosa intendi per "situazioni", "condizioni", "necessità" e altre storie. Intanto, scusa se sono estremamente pratica, vorrei una risposta!

EUGENIO - La mia risposta, è si!

(I due giovani sospirano di sollievo)

VALERIA - Fantastico! Finalmente.

EUGENIO - Sarò il vostro nuovo… (Si guarda) mica tanto, "venditore"!

VALERIA - Ma quale venditore?

EUGENIO - Ah, non sarò un venditore?

VALERIA - Nient'affatto!

EUGENIO - Ho capito. Quindi sarò… nell'amministrazione? Giusto. Dovrò fare un po' di "gavetta".

VALERIA - Non ho parlato di amministrazione.

EUGENIO - No? Allora... cosa mi offri?


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VALERIA - Eugenio, cerca di capire che non potevo decidere io. La decisione è stata presa dal Consiglio

d’Amministrazione. La nostra azienda non è di certo una "multinazionale”. Facciamo, però, le cose

con estrema serietà, siamo molto attenti nelle nostre scelte. D’altronde i risultati sono tangibili.

EUGENIO - E' sacrosanto.

VALERIA - Il C. d. A. ha esaminato il tuo curriculum...

EUGENIO - ... il mio curriculum?

VALERIA - Si! Ha verificato e valutato il tuo percorso lavorativo...

EUGENIO - ... capirai! Reduce dalla cassa integrazione e da un licenziamento...

VALERIA -... licenziato perché l'azienda ha chiuso i battenti, definitivamente. Non per altri motivi.

EUGENIO - Almeno questo.

VALERIA - Appunto. Essendo, al momento, resasi vacante la posizione di...

EUGENIO - ... guardiano notturno...

(La ragazza da uno “spintone” al ragazzo)

VALERIA - ... scemo! La posizione vacante è quella del... direttore alle vendite.

EUGENIO - Di... direttore alle vendite?

(Il ragazzo è esterrefatto, la ragazza gli fa un cenno come a dire:”Lo vedi?”)

VALERIA - Esattamente!

EUGENIO - Ma... è la tua posizione?

VALERIA - Era!

EUGENIO - Era? Valeria, tu, cosa farai?

VALERIA - Altro.

EUGENIO - Amministratore Delegato?

VALERIA - Ma neanche per sogno! Il nostro A.D. è insostituibile!

EUGENIO - Allora, cosa?

VALERIA - Ho chiesto di potermi occupare del settore amministrativo.

EUGENIO - In veste di?

VALERIA - Direttore Amministrativo, scusa, eh!

EUGENIO - Diret... ma se hai sempre odiato il lavoro amministrativo? Ricordo il disprezzo per quello che fa mia... cioè, Stefania. La chiami "mezze maniche", "topo d'archivio"...

VALERIA - ... il disprezzo per lei, ha ben altre motivazioni! Lo sai!

EUGENIO - Allora, perché questa “inversione di tendenza”?

VALERIA - Sono mutate delle situazioni, si sono create condizioni diverse, sono maturate delle necessità...

(Gli da un buffetto, raccoglie le sue cose e se ne va, lasciandolo in mezzo alla stanza con un’espressione un po’ ebete. E. si scuote e va nella zona notte) Buio scena / Luce proscenio (I ragazzi sul proscenio) EUGENIO – Beh, le cose si stanno mettendo bene, no?

VALERIA – (Poco convinta) Pare!

EUGENIO – Non essere negativa!

VALERIA – Non lo sono!

EUGENIO – Allora cos’hai?

VALERIA – Non mi convinci! Sei sempre indeciso… EUGENIO - … è vero…

VALERIA - … non basta ammetterlo! Devi tirar fuori… gli attributi!

EUGENIO – (Sorpreso) Dove hai imparato quest’espressione?

VALERIA – Non ha importanza… (Risentita) non cambiare discorso…

EUGENIO - … no, non è nelle mie intenzioni! (Lei lo guarda con sufficienza) Non ti deluderò, vedrai!

VALERIA – (Ora lo guarda con tenerezza) Ne sono certa!

(Allo stesso modo di V. grande, gli da un buffetto e se ne va. Lui, come E. grande, rimane qualche secondo imbambolato poi esce anche lui, sorridente) Buio

Scena VI

(Eugenio e Angela)

Luce  (Angela è intenta a rassettare. E. arriva)

EUGENIO – Buongiorno signora Angela!

ANGELA – Buongiorno! Oggi primo giorno di lavoro, vero?

EUGENIO – Sì, ma come fa a saperlo?

ANGELA – Lo so! (Decisa)


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EUGENIO – Quand’è così… (Alza le mani. Suona il cell) Mi scusi <PRONTO…. CIAO…. SI’, STO

ANDANDO….. SE SONO CONTENTO? DIREI PROPRIO DI SI’…. STASERA? VIENI DA ME?.....

VA BENE, A PIU’ TARDI…… CIAO!> Bene, vado! Ci vediamo!

ANGELA – Arrivederci e… in bocca al lupo!

EUGENIO – Dico “grazie”, soprattutto perché il mio cuore non mi fa dire “crepi”…

ANGELA – … com’è quel detto della… balena?

EUGENIO – Signora Angela, via, non sta bene…

ANGELA – …se me sente Ermanno!

EUGENIO – Vado! (Esce)

(Si accerta che sia andato via. Prende il suo cell e forma un numero)

ANGELA – < PRONTO, SONO ANGELA….. SI’ E’ USCITO ADESSO….. CERTO, ERA CONTENTO. E’

IMPORTANTE PER LUI…. COME DICE?STASERA?..... HO SENTITO CHE HA DA FARE…..

CON CHI? NON LO SO….. SIGNORA, PER PIACERE…… NO, NON MI CHIEDA QUESTO…..

COME?...... AH, E’ COSI’?..... PREFERISCO ESSERE DISOCCUPATA PIUTTOSTO CHE…..

SI’….. NON MI PIACE SPIARE E…… FACCIA COME VUOLE ! > Ma guarda te… fare la spia…

mai! Buio

Scena VII

(Roberta ed Eugenio)

Luce (Roberta è seduta sul bracciolo del divano, giocherella nervosamente con un oggetto e da' le spalle a Eugenio che è appoggiato alla porta della cucina con la testa china e le mani in tasca)

EUGENIO – Sei proprio decisa?

ROBERTA – Si! Accetterò la proposta dell’ospedale di Torino! EUGENIO – Beh, Torino non è l’Australia! Potrò venirti a trovare se tu…

ROBERTA - … Eugenio, non promettermi cose che non puoi mantenere e che, soprattutto, non farebbero bene a nessuno!

EUGENIO – Ma tu ed io…

ROBERTA - … tu ed io abbiamo vissuto momenti meravigliosi! La tenerezza, la complicità, il desiderio… è stato tutto bello, travolgente, ma…

EUGENIO - … ma?

ROBERTA – Ma, di fatto, non sei mio! Non lo sei mai stato!

EUGENIO – Come puoi esserne così sicura? È stato esaltante viverti, amarti… averti… ROBERTA - … tu mi hai “avuto”, ma io non ho mai “avuto” te! Una donna, queste cose, le capisce…

voi uomini non ci riuscite!

EUGENIO – È vero! Noi non siamo come voi! Ho sempre riconosciuto le donne superiori, inquanto a sensibilità. A nostro modo, però, siamo sensibili anche noi! Forse facciamo fatica ad ammetterlo, ma… se siamo innamorati…

ROBERTA - … tu sei innamorato di me?

EUGENIO – (Come colpito, non risponde subito. R. accenna un sorrisetto) Ehm… Certo! ROBERTA - Tu sei “preso” da me! O meglio, ti sei lasciato prendere, ma non ti sei mai ”dato”! EUGENIO – Dove ho sbagliato?

ROBERTA – Tu non hai sbagliato! Sono stata io che ho frainteso!

(Qualche secondo di silenzio)

EUGENIO – Quindi, devo pensare a un addio?

ROBERTA – Com’è quell’aforisma greco che citi tu, ogni tanto? EUGENIO - Forse: “Panta rhei os potamòs”? (Roberta annuisce) “Tutto scorre come un fiume”. ROBERTA – Appunto!

(Roberta prende le sue cose, fa per andarsene, ci ripensa, torna indietro. Passa la mano tra i capelli di Eugenio, lo avvicina a se, gli da un bacio leggero e se ne va. Eugenio è impietrito, poi si scuote e si copre il viso con le mani. Si sdraia sul divano. Assorto)

Scena VIII

(Guido ed Eugenio)

(Suona il CAMPANELLO, è sorpreso, si scuote, suona ancora il CAMPANELLO)

EUGENIO – Roberta… (Corre ad aprire la porta. Apre e si trova davanti G.) Desidera?

GUIDO – (Impacciato) Sono… Guido…

EUGENIO - Guido? Ah…si… (Fa entrare G.) prego, si accomodi.

GUIDO - Piacere di conoscerti… (Gli tende la mano)

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EUGENIO - Il piacere è mio! (Guarda perplesso la mano di G.)

GUIDO - Eugenio, il mio è veramente un piacere!

EUGENIO – (Stringe la mano, con forza) C’è qualche motivo per il quale dovrebbe essere altrimenti?

GUIDO - Da parte mia… (Ha una smorfia di dolore) no! (Si massaggia la mano) Forse per te…

EUGENIO - …non resti li, la prego…

GUIDO - … possiamo darci del tu?

EUGENIO - Certo! Anzi, scusami se…

GUIDO - …nessun problema! Eugenio, posso parlare liberamente?

EUGENIO - Sentiamo!

GUIDO - Io so quanto grande ed intenso sia il legame tra te e Valeria. Quanto sei importante per lei e… quanto, lei, lo è per te!

EUGENIO - Ti crea problemi? Posso tranquillizzarti. Tra noi, non…

GUIDO - Eugenio… lo so! Valeria me ne ha parlato! Lei parla molto di te! In ogni cosa che dice, c’è sempre un riferimento a te…

EUGENIO - … e questo non ti fa particolarmente piacere… GUIDO - …sinceramente? NO!

EUGENIO - Mi rendo conto, ma siamo amici da… da sempre e…

GUIDO - …. Eugenio! Lei ti ama!

EUGENIO - Lei… cosa… cosa ne sai tu?

GUIDO - E tu ami lei!

EUGENIO - Io? Co… come fai a dirlo?

GUIDO - Lo so! Ne ho le prove!

EUGENIO - Le prove? Che vuoi dire? E poi…

GUIDO - … perdonami, ma ho letto…

EUGENIO - … cosa hai letto?

GUIDO - Una tua poesia… (E. ha gli occhi fuori delle orbite)accidenti mi sento in imbarazzo!

EUGENIO – (Si ricompone) Siediti, Guido! Forse è meglio rilassarci un po’!

GUIDO - Pensi sia il caso? (Eugenio annuisce e gli indica il divano) Qui? EUGENIO – (Annuisce) Beviamo qualcosa? Cognac, Whisky o… GUIDO - … non saprei! Fai tu. Abitualmente non bevo alcolici! EUGENIO - Allora è meglio un chinotto! Solitamente, neanche io bevo. GUIDO - Vada per il chinotto!

EUGENIO – (Va in cucina e torna con due chinotti) Ecco il nostro “Cognac”! Allora, come è successo? GUIDO - Ero proprio seduto qui… già, quella sera che…

EUGENIO – (Torvo)… lascia stare! Dimmi dove e come hai trovato, quella “poesia”? GUIDO - Va bene! Ero qui e, prendendo una rivista, è caduto un foglio di carta e Valeria… EUGENIO - … Valeria? Che c’entra Valeria?

GUIDO - Si! Io l’ho raccolto e abbiamo letto! Lo so è una cosa veramente… EUGENIO - … Lo ha letto anche Valeria?Quindi…

GUIDO - … quindi Valeria, adesso è molto turbata… EUGENIO -… ma lei non doveva saperlo… non doveva! GUIDO - Perché?

EUGENIO - Perché lei ed io non possiamo… lei ha te… GUIDO - … Eugenio, siamo adulti… (E. annuisce) ecco… credo che mi farò da parte e…

EUGENIO –…cosa? (Raggiante, ma dissimula immediatamente) No Guido, no! È vero, io e lei ci vogliamo molto bene. Un bene profondo, ma rimarremo amici… “AMICI… PER SEMPRE”… (Spia la reazione di G.)

GUIDO - Amici? (Poco convinto)

EUGENIO - Amici! (c.s.)

GUIDO - Eugenio, quello che hai scritto, un amico, non lo pensa!

EUGENIO -Lo so, sembra strano, ma è così! Talmente strano da poter dire che, se farai felice Valeria, anche noi potremmo diventare amici. Bada, io ti tengo d’occhio… (Minaccioso)

GUIDO -… ah, non ci sono dubbi: farò di tutto per la sua felicità! In quanto ad essere amici…tu ed io… non lo so! Così, “a caldo”, credo non sia possibile! Mettiti nei miei panni…

EUGENIO –(tra se)… vorrei esserci, nei tuoi panni… (A malincuore) beh, potremmo avere delle cose in comune…

GUIDO - …noi due?

EUGENIO – Beh… abbiamo esperienze simili… ecco! (Riflette) Con tua moglie, come va? Stefano De Stefani Via Sant’agata di Esaro, 21 Roma – 333 31 73 711


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GUIDO - Ormai siamo… buoni conoscenti.

EUGENIO - Abiti ancora con lei?

GUIDO - No! Da un mese mi sono trasferito in un altro appartamento, non molto lontano da qui…

EUGENIO - … ah si? Hai due figlie, vero? Quanti anni hanno?

GUIDO - Otto e dieci… sono bellissime…

EUGENIO - Come la vivono questa situazione? Scusami, forse non ne vuoi parlare…

GUIDO - … anzi, mi farebbe bene! Magari mi darebbe la possibilità di sfogarmi un po’… di “liberarmi” ! Con Marta, mia moglie, abbiamo evitato scenate davanti alle bambine, ma loro hanno percepito la freddezza tra di noi. Hanno subìto i nostri silenzi. Ci vedevano, sempre più spesso, isolarci. Stavamo ognuno per proprio conto, ognuno occupato, nelle proprie faccende. Ad un certo punto hanno perso interesse per noi due…

EUGENIO - … perso “interesse”? Che cosa intendi dire?

GUIDO - Sembrava fossimo diventati… pezzi d’arredamento. È desolante rendersi conto di essere diventati “trasparenti “, per i propri figli. Anche loro si stavano isolando. Però, andando via di casa, ho avvertito, subito, forte la loro mancanza. Appena posso, sono con loro… facciamo molte più cose insieme, adesso! Altrettanto fa mia moglie e loro sono tornate a essere “interessate” a noi…

EUGENIO - … come avete affrontato, con loro, la questione?

GUIDO - Non ne parliamo! Lo so non è corretto, ma stiamo preparando, insieme con uno psicologo, un percorso… insomma… Euge’ è difficile… accidenti se è difficile!

EUGENIO - Ci credo! Lo è stato anche per me…

GUIDO - … già, è vero!

EUGENIO - Ma io non ho figli…

GUIDO - Scrivi fiabe per bambini, vero?

EUGENIO - Si! Anche poesie per adulti!

GUIDO - Eugenio, io…

EUGENIO -… è solo una battuta! E con Valeria…?

GUIDO - … Valeria! Sono molto combattuto!

EUGENIO - Per cosa sei “combattuto”?

GUIDO - Per… te!

EUGENIO - Me? Tu devi pensare a … a lei!

GUIDO -Le voglio molto bene…

EUGENIO - … non basta!

GUIDO - Cioè…sono innamorato di lei…

EUGENIO – (Tra se)… direi che non è poco!

GUIDO -… credo d’amarla…

EUGENIO – (c.s.)… questo è troppo!

GUIDO -Mi piacerebbe molto se venisse a vivere con me!

EUGENIO - Ah si?

GUIDO -Dovrei chiederglielo?

EUGENIO - Chiediglielo!

GUIDO -Tu cosa dici?

EUGENIO – (Incredulo) Vuoi il mio parere? GUIDO - Beh, come la conosci tu, non la conosce nessuno.

EUGENIO - Certo… sono suo amico, ma lei è una donna e, in quanto tale, difficilmente si può conoscere, completamente. Le donne sono un mistero, un affascinante mistero. Noi uomini, vuoi per l’educazione, vuoi per un nostro limite intellettuale, vuoi perché loro son talmente brave a nascondere, insomma noi uomini, per quanto ci sforziamo, non riusciremo mai a capirle, veramente. Per questo molti uomini le odiano! Anche se sono molto amati da loro. Io, invece, le amo… a prescindere! Per la loro bellezza, la loro tenerezza, la loro forza…. sì e il loro coraggio! Sono loro che ci danno la vita e…

GUIDO - … la condizionano?

EUGENIO –A volte!

GUIDO - Ci fanno anche soffrire… EUGENIO - …solo se ci piacciono tanto! Perché a noi… GUIDO - … ci piacciono le donne… GUIDO ed EUGENIO -Aò!

GUIDO - (ricomponendosi) Allora cosa faccio con Valeria?


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EUGENIO - Ah, già, Valeria… spassionatamente? Non forzarla,aspetta che sia lei a chiedertidi convivere. Lo so cosa stai pensando, ma ti sbagli! Io ho piacere che Valeria viva felice! Quindi, attento! (Ancora minaccioso) Io ti tengo d’occhio…

GUIDO – (Tra se) Dovrei crederci! (A E.) Aspetterò…CAMPANELLO

Scena IX

(Stefania Guido ed Eugenio)

(Eugenio va ad aprire. Entra Stefania)

EUGENIO – Come mai sei qui?

STEFANIA – Scusami, ho dimenticato la… (vede la cartella di cuoio, la prende. Si accorge di Guido. Guarda, interrogativa, Eugenio)

EUGENIO –Lui è Guido, un amico di… ehm… un mio amico.

STEFANIA –Piacere, Stefania…

GUIDO - Piacere mio!

VALERIA - Io sono la moglie… o meglio, l’ex moglie di Eugenio!Vi ho forse disturbato?

GUIDO – No, stavo andando via.

STEFANIA – Chissà dove ho la testa? Qui ho tutti i miei documenti, i biglietti per Londra… GUIDO - … Londra?

STEFANIA – Parto tra quattro giorni! La conosce?

GUIDO - Ho lavorato dieci anni in quella città!

STEFANIA – Davvero? Vado anch’io per lavoro! Di cosa si occupa? GUIDO – Sono un funzionario di banca, ero lì presso la nostra filiale.

STEFANIA – Ma guarda che combinazione? Bancario anche lei? Mi dica: com’è la vita a Londra? GUIDO – Di sicuro non ci si annoia! (Guarda l’orologio) Eugenio, devo proprio andare… EUGENIO - … prego!

STEFANIA – Eugenio, puoi chiamarmi un taxi… (E. sgrana gli occhi) per favore? GUIDO – Se non le sembro impertinente, posso darle io un passaggio! Dove deve andare? STEFANIA – Ma che gentile! Si vede che ha vissuto in Inghilterra. Io abito all’Eur… EUGENIO – (Esterrefatto)… l’Eur? La Montagnola, ora, si chiama Eur?

(S. lo fulmina con uno sguardo. E. la manda a quel paese)

GUIDO – (Sorrisetto) Perfetto, io devo proprio andare da quella parte! (Aiuta S. ad alzarsi)

STEFANIA – Arrivederci Eugenio. (Si avvia, rallenta per farsi dare il passo da G.)

GUIDO – (Non si fa sfuggire l’occasione) Prego, dopo di lei! (La segue, attratto dalle sue movenze) EUGENIO - Guido! (Guido si blocca si volta) Allora al prossimo… “Cognac”! GUIDO -Ah! Chissà! (Esce)

Scena X

(Valeria, Eugenio e i due giovani)

(Eugenio, dopo qualche secondo di stupore, prende il telefono, forma un numero)

EUGENIO -<PRONTO?CIAO VALE... COME STAI? DISTURBO?SAI CHI E’ APPENA USCITO DA CASA MIA? GUIDO (Silenzio) SEI ANCORA LI?... MI HA DETTO DELLA MIA “POESIA” (Silenzio) A TAL PROPOSITO, VORREI DIRTI…… MA.... DOVE SEI… … NO….. QUI FUORI?>

(CAMPANELLO Apre, entra Valeria, lui le prende il soprabito, lo appende, lei lo prende sottobraccio. E.

ècommosso. V. lo fa sedere, lei resta dietro la spalliera, comincia a massaggiarlo. Lui sorride) EUGENIO -Dobbiamo dirci qualcosa, vero?

VALERIA - … l’unica che non ci siamo mai detti? EUGENIO - Che idiota sono stato!

VALERIA - Lo siamo stati entrambi! Sarebbe bastato poco per essere la tua donna… EUGENIO -… ed io il tuo uomo!

VALERIA - Ho lasciato che la paura di perdere la tua amicizia vincesse sul mio amore! Ho scelto di non averti per…per non perderti! In questi anni ho avuto altri uomini lo sai, no?

EUGENIO - Certo! Nelle braccia di qualcuno ti ci ho spinto io…

VALERIA - … ma era a te che pensavo e… e quando ho letto quella poesia… (Smette di massaggiarlo e si allontana) Eugenio, c’erano scritte le stesse cose che pensavo io…

EUGENIO - Valeria…

VALERIA - … tutte quelle sensazioni, quei pensieri… perché non lo abbiamo detto prima. Quante occasioni abbiamo avuto per… ma ora non è più possibile! Ora tu hai Roberta…

EUGENIO – (Si alza)… e tu Guido! Sei innamorata di lui?

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VALERIA - Innamorata? Credo… forse…

EUGENIO - … lo sei, si o no?

VALERIA -È diverso da… da quello che sento per te!

EUGENIO - Fantastico!

VALERIA - Che ne pensi di Guido?

EUGENIO -Hai ragione: è una bella persona… deve essere un buon padre!

VALERIA - Sì, lo è! Ma lo saresti stato anche tu. A Roberta piacciono i bambini?

EUGENIO -Non lo so!

VALERIA - E tu, sei innamorato di lei

EUGENIO -Dorothy… (Si avvicina) ti ho cercata tanto…

VALERIA - Io sono stata sempre qui. Poi hai incontrato Stefania …

EUGENIO - … già. Non l’ho mai tradita, fisicamente intendo, ma con questa… si! Tutti i giorni. Con te! VALERIA - Tutti i giorni? (Gli mette le mani sulle spalle)

EUGENIO - Anche più volte al giorno! (La stringe a se)

VALERIA -Sei proprio un bastardo!(Tenta di divincolarsi. Lui non la molla) Hai questa capacità di sdrammatizzare tutto… non riesci proprio ad esser serio?

EUGENIO – Sono serissimo… (Lei finge resistenza, poi si abbandona tra le sue braccia) Ti amo! (La bacia. Poi la guarda) L’ho detto! Non l’ho solo scritto, sognato… o sto sognando di nuovo?

VALERIA – Siamo svegli e… ti amo anch’io! (Ora è lei che lo bacia)

EUGENIO - (Scioglie l’abbraccio) Vieni. (Arretra verso la zona notte, invitandola a seguirlo. Lei sorride, si accarezza i capelli con un movimento molto sensuale. E. comincia a sbottonarsi la camicia)

VALERIA – Fermo! Voglio farlo io!

(Lo raggiunge, lui l’abbraccia e la trascina fuori) Luce si attenua (Entrano Valeria ed Eugenio giovani, si tengono per mano) VALERIA –Vieni, andiamo a vedere cosa fanno! EUGENIO – Sei matta? Non si fanno queste cose!

VALERIA – Noi lo possiamo fare!

EUGENIO – No, dai…

VALERIA - … ti dico che possiamo! Vieni! (Spiano cosa succede) Come sono carini, guarda! EUGENIO – Ma cosa stiamo facendo… cosa mi fai fare?

VALERIA – Non mi sembra che tu sia “costretto”!

EUGENIO – Io intendo cosa mi fai fare adesso! Spiare due persone nella loro intimità… VALERIA - … ma quei due siamo noi!

EUGENIO –È vero! Valeria… (La porta via, lei fa resistenza. Si ritrovano vicinissimi) Valeria…

VALERIA - (Lo abbraccia) Eugenio…

EUGENIO - … (Allontanandola) tu sei una bambina ed io…

VALERIA - … noi siamo un “Flashback”! Bestia!(Si abbracciano di nuovo) Luce torna normale (Tornano in scena V. e E., V. per prima, si aggiusta il vestito, lui, dietro, si chiude la camicia. Lei si volta e gli sorride. Lui l’abbraccia, delicato e sensuale)

(I due ragazzi li osservano)

VALERIA - (Si divincola delicatamente. Gli prende la mano) Sai che lo immaginavo proprio così?

EUGENIO – Così come?

VALERIA - (Lo abbraccia di nuovo) Com’è stato! (Si stacca da lui, lo guarda fisso negli occhi) Eugenio e… e adesso?

EUGENIO –Adesso cosa?(La stringe di nuovo)

VALERIA –(Allontanandolo ancora, ma più delicatamente) Non sarà più come prima! Mi capisci? EUGENIO -E' vero, ma potrebbe essere meglio...

(E, invita V. a ballare un valzer. I ragazzi li guardano, dapprima ironici, poi lei gli prende le mani e fa ballare anche lui. Ballando escono di scena, prima i “grandi” e dopo almeno quattro giri, i ragazzi) Buio

Scena XI

(Angela, Eugenio e Titti)

Luce (Un mese dopo. Tardo pomeriggio. Angela sta mettendo a posto l’aspirapolvere)

ANGELA – Eugenio, io ho finito!

EUGENIO – (Da fuori) Va bene, ci vediamo giovedì… mattina?

ANGELA – Sì, certo! Oggi è stato un caso eccezionale! Stamattina avevo una riunione, sa per la cassa Integrazione! Forse c’è la possibilità, anche se non subito, di rientrare al lavoro!

EUGENIO – Lo spero per lei… (Esce dalla cucina, indossa un grembiule e ha una “cucchiarella” in mano)

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ANGELA - (Lo guarda divertita) Cosa sta preparando di buono?

EUGENIO – Un piatto tipico marchigiano…

ANGELA - … cos’è?

EUGENIO – Tacchino alla “Guzzuta”!

ANGELA – Come si cucina?

EUGENIO – (La guarda sorridendo) Facciamo così: una sera venite a cena con Ermanno, l’assaggiate e vi do la ricetta, va bene?

ANGELA – Benissimo… (Lo guarda, furbetta) ci sarà anche Valeria?

EUGENIO – Vedremo!

ANGELA – Beh, io vado! Buona giornata!

EUGENIO – A lei!

(A. esce, E. torna in cucina. Si sente canticchiare E. CAMPANELLO. Rientra E., va ad aprire. Entra T., ha con se un trolley e una voluminosa busta)

EUGENIO -Eccoti finalmente!

TITTI –Ciao… (Laconica) “Grande uomo”! (Lascia cadere trolley e busta)

EUGENIO - (Si accorge che la ragazza è triste) Cos’hai Titti?

TITTI - Scusami Eugenio, non voglio crearti fastidi... (Affranta. Si soffia il naso)

EUGENIO -… ma di che fastidi parli? Non voglio più ripeterlo: conta sempre su di me!

TITTI -Possiamo parlare un po'?

EUGENIO -Quando vuoi

TITTI -(Si soffia ancora il naso)Adesso!

EUGENIO – Però devo spegnere il fuoco… (Si toglie il grembiule e va in cucina. T. prende la grande busta. Torna E.) Sono pronto!

TITTI -(Gli porge la busta) Prima questo!

EUGENIO – Cos’è?

TITTI – L’ho preso a NYC… (Si soffia il naso) spero ti piaccia!

EUGENIO - (Estrae dalla busta un cappello. Rimane a bocca aperta) Ma è uno “Stetson”?

TITTI – (Continua e soffiarsi sonoramente il naso) Ti avevo promesso una cosa speciale…

EUGENIO -… è bellissimo! (Lo indossa, assume una posa da cow-boy. T. accenna un sorriso, poi soffia di nuovo il naso) Grazie… (Le da un bacio sulla fronte, lei lo accarezza) Allora? (Si toglie il cappello e lo mette nella busta)

TITTI – Cosa?

EUGENIO – Non volevi parlare?

TITTI –S… sì! Non è facile, le cose sono tante, importanti ed io non so da dove cominciare. Fammi qualche domanda!

EUGENIO –(Scuote la testa, tra lo sconsolato e il divertito) Sei triste?

TITTI –Forse… confusa? (E. alza le spalle) Sai, ho fatto una scelta, forse decisiva, per la mia vita... (Si cerca addosso qualcosa) senza forse.

EUGENIO -L'hai presa liberamente o sei stata condizionata da qualcuno, qualcosa?

TITTI -Da qualcuno? (Abbozza un sorriso) Forse sì... è vero. (Guarda nella borsa) Hai dei fazzoletti?

EUGENIO –Sì, certo… (Si alza, va in cucina, torna con una scatola di kleenex) Possiamo fare il punto di

quello che è successo, almeno fino ad ora?

TITTI – (Soffia forte. Piange, soffia ancora e getta il fazzoletto in terra) Va bene!

EUGENIO – (Guarda il fazzoletto in terra) Primo: hai deciso, dopo sette anni, di lasciare il tuo lavoro e tutti ti sapevano entusiasta di quello che facevi. (T. piange, soffia il naso, getta ancora il fazzoletto, sotto lo sguardo preoccupato di E. e annuisce) Secondo: hai accettato di lavorare con tuo padre e tuo fratello, nell'azienda di famiglia e questo ha sorpreso, non poco, sia loro sia chi ti conosce bene. (T. c.s. E. è sempre più preoccupato dei fazzoletti)Terzo: non hai nessuna intenzione di andare a casa dei tuoi e hai chiesto a me di ospitarti. Qui mi fermo, non conosco altro. I motivi di queste scelte?

TITTI - (Piange, soffia il naso. Un altro fazzoletto gettato) Li troviamo insieme?

EUGENIO -Mi aspettavo questa tua richiesta, non so perché, ma...

TITTI – (Scoppia a piangere e a strattonare E.) … come “ma”? Non vuoi?

EUGENIO –Sì… sì!

TITTI – (Smette di piangere) Allora, mi aiuti?

EUGENIO - Naturalmente, ma tu rispondi alle domande che ti faccio?

TITTI -D'accordo

EUGENIO -Con la massima sincerità?

TITTI -A te non posso mentire!

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EUGENIO -Grazie, sono lusingato. (T. sembra tranquillizzata) Il lavoro non ti dava più soddisfazioni?

TITTI -Forse. Tu sai quanto tengo alla mia indipendenza. Sono andata via di casa per non sentirmi compressa, per gestire la mia vita senza condizionamenti. EUGENIO - Condizionamenti? Se hai sempre fatto tutto quello che volevi?

TITTI - Era un’impressione! (Comincia di nuovo a piangere, a soffiare il naso e a gettare fazzoletti dappertutto, con buona pace di E.) Ero coccolata, viziata, da tutti… (E giù lacrime… e fazzoletti) Genitori ricchi e anziani, un fratello di quasi venti anni più grande, tutti sempre pronti a esaudire ogni desiderio, a soddisfare ogni capriccio. (C.S.) Non ero libera, però! Libera di scegliere, veramente, cosa fare della mia vita. Avevo un percorso stabilito: l’azienda di famiglia sarebbe stata mia. Intanto se ne sarebbe occupato il mio fratellone. Io dovevo solo pensare a studiare e a divertirmi. (C.S. sempre più lacrime, soffiate e fazzoletti)

EUGENIO - Penso a quanta gente vorrebbe trovarsi in una situazione così “drammatica”…

TITTI - … non scherzare Gene! Conosci il significato dell’espressione “ricatto morale”? Sì, ero ricattata moralmente: tutto quello che mi era concesso era perché, loro, avevano capito che tipo sono ed erano terrorizzati all’idea che potessi andarmene di casa.

EUGENIO - Stavi veramente così male con loro?

TITTI - Non fare il finto scemo! Stavo benissimo! Voglio loro un bene immenso! Amo quellacasa, questo quartiere, questa città, ma…

EUGENIO - … ma?

TITTI - Ognuno di noi dovrebbe avere la possibilità di fare le proprie scelte, anche correndo il rischio di sbagliare! Anche se loro, in questi anni, hanno continuato a “stressarmi”, non credo di aver fatto una scelta sbagliata e poi… mi sono lasciata una possibilità… e l’ho sfruttata!

EUGENIO - Ok! Cosa ti ha fatto cambiare idea? Non posso credere che tu abbia pensato all'azienda paterna come una soluzione di comodo.

TITTI -E invece l'ho fatto, solo, per opportunismo... (Pianto, soffiate. Ormai, in terra c’è un tappeto di fazzoletti. E. è disperato)

EUGENIO -... l'hai detto, diamine! Finalmente ti liberi.

TITTI -Sì mi libero! E lo posso fare perché tu mi aiuti. Solo con te posso aprirmi, liberarmi.

EUGENIO -Premesso che da me puoi stare tutto il tempo che ritieni opportuno, perché non vuoi

tornare dai tuoi? La casa è anche tua. E' una casa immensa. Hai due, dico due, “colf”... (Guarda sconsolato il pavimento) qui… no!

TITTI -Perché... perché sto meglio qui!

EUGENIO -Qui? (Sbarra gli occhi)

TITTI -Si! Due mesi fa, qui da te... con te, ho passato dei giorni indimenticabili, sereni. Tu sei stato meraviglioso, discreto, allegro e comprensivo. Soprattutto comprensivo…

EUGENIO -Basta con i complimenti… e con i fazzoletti! (Li toglie dalla sua portata. Prima ne prende uno anche lui) Dimmi la verità, Titti!

TITTI -Da te accetto ogni cosa, mi lascio guidare...

EUGENIO -... la verità! (Si asciuga il sudore)

TITTI -E va bene. Quello che sto per dirti, lo so, ti colpirà, ma tu mi conosci meglio di chiunque altro e capirai. Accetterai e non me lo farai pesare...

EUGENIO -... cosa devi dirmi? (Preoccupatissimo, il sudore gli cola dalla fronte)

TITTI -Aspetto un bambino!

EUGENIO – (Getta il suo fazzoletto in terra) Caz..! Buio

Scena XII

(Angela)

Luce (Entra Angela. Con una scopa e un raccoglitore. Si guarda intorno contrariata. Comincia a pulire) ANGELA – Mamma mia che macello! Prima era tutto più facile! Eugenio era preciso, non sporcava! Io

pulivo sul pulito, ma da quando ha ripreso a lavorare, una fortuna per me, altrimenti la sua ex moglie non mi avrebbe tenuto, è cambiato tutto! Capisco che ha meno tempo libero, ma è diventato come tutti gli altri uomini! (Alza il posacenere) Meno male che non fuma… (Perplessa) però ’sto mezzo sigaro sta sempre qui… (Rimette a posto il posacenere col sigaro) io non lo butto! Chissà, forse è un portafortuna? Alla prima occasione glielo chiedo! (Va in camera da letto. Rientra) Il letto non se lo rifà più! Poi è meno solo del solito… (Sorride) me ne accorgo dagli spazzolini nel bagno! Forse la signora Valeria viene spesso… (Riflette) anche se sospetto che non venga “solo” lei! (Si siede sul bracciolo del divano) Credo stiano insieme! Non capisco perché non viene a vivere qui? Così gli

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lascia “campo libero”… (Riprende a pulire) ieri non è stata qui. L’ho vista con sua madre… (Contrariata) c’è stata un’altra donna… (Annusa l’aria) lo capisco dal profumo! (Nel frattempo si è formato un cumulo di fazzoletti) Accidenti… o la “ragazza” è allergica… o hanno visto un film molto commovente… o… (Contenta) l’ha lasciata? (Alza le spalle, va in cucina, torna con una busta di plastica. Mette tutto lì dentro) Comunque non sono affari miei! (Riflette) Però sarei proprio contenta se Valeria venisse a vivere qui… (Sospira) e aiutarla nelle faccende! Chi vivrà vedrà! (Esce) Buio

EPILOGO

(Titti, Eugenio, Valeria e i due giovani)

Luce (Mattino. Eugenio è seduto sul divano, legge. CAMPANELLO. Si alza e va ad aprire. Entra Titti con un pancione di almeno cinque mesi e le mani occupate da pacchi e buste)

TITTI - Ciao, mitico! Fatti abbracciare.

EUGENIO - Piano, "mammina", piano.

TITTI - Ma dai, stupidone. Lo sai che Carlotta non aspetta altro.

EUGENIO - Veramente?

TITTI - Quando sente la tua voce, si agita tutta.

EUGENIO - Non gli farò paura?

TITTI – Tutt’altro, credimi!

EUGENIO - Non dovresti portare tutti questi pesi! Vieni siediti. Vuoi una fetta di torta?

TITTI - Sì, si!

EUGENIO – Siediti! (T. si siede. E.Va in cucina e torna con una fetta di torta, la da a T.) TITTI – (Dando subito un bel morso) Mmhhh! EUGENIO - Ti piace?

TITTI - E’ buonissima!

CAMPANELLO (Eugenio apre la porta d’ingresso, entra Valeria, con un bel pancione anche lei, ha molte buste e pacchetti con se. Eugenio sorride, l’aiuta a liberarsi di quello che ha in mano. Fa per darle un bacio ma lei gli da un buffetto sul naso. Vede Titti e va verso di lei, lasciandolo in una buffa posizione) VALERIA - Titti! Eri qui? Perché non rispondi al telefono?

TITTI - Non l'ho sentito... o l'ho dimenticato? (Prende la borsa, cerca all’interno. Trova il telefono, lo guarda) Guarda, è spento! (Accende il cell. e riprende a mangiare)

EUGENIO - Che testa! Allora, “mamme”, come andiamo?

VALERIA - Bene. E tu "papà"?

EUGENIO - Magnificamente!

TITTI -Finalmente si realizza il tuo sogno

EUGENIO - Ho desiderato tanto un figlio e ora... addirittura due…(A Valeria) Vuoi un po’ di torta anche tu?

VALERIA - Volentieri! (E. va in cucina)

TITTI -È proprio mitico il nostro Eugenio, vero?

VALERIA – (Si siede accanto a T.) Accidenti, si!

EUGENIO -(Torna dalla cucina con la torta) Ecco qua!

TITTI – (Da un bel morso) Ma cosa ci metti per farla così buona?

EUGENIO - Tanto amore!

VALERIA - Lo senti il poeta? Dì la verità: che sei un gran ghiottone ...

(Suona il cell di Titti. Come il solito non lo trova e continua a suonare. Lo trova)

TITTI - <PRONTO… ALBERTO… DOVE SEI?... QUI SOTTO?...SALI?... E’ TARDI? (Guarda E. che annuisce) ARRIVIAMO… MANDAMI UN BACIO…> Lo manda anche a voi…

EUGENIO – Grazie! (Guarda l’orologio) Ehi, è davvero tardi! Il corso comincia tra mezz'ora... non vorrete

perderlo?

VALERIA - Andiamo.

TITTI –(Si alza imitata da V.) Ciao “Grande uomo”… (Lo stringe forte) ma quanto ti voglio bene? EUGENIO - Ciao, piccola peste! Salutami il tuo ragazzone!

VALERIA – (A T. con un’occhiata d’intesa) Scendo subito, prendo una cosa… TITTI - … ti aspettiamo!(Esce)

(Entrano i due ragazzi)

EUGENIO -(Si china sul pancione di V.)) Ciao, Cuccioli, sono papà. Fate i bravi, non fate arrabbiare la mamma… (Riflette) ma mi sentiranno?

(I giovani guardano contenti la scena)


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VALERIA - Certo che ti sentono bestia! E poi, QUATTRO orecchie son meglio di DUE! (Ridono di cuore. V. si avvia all’uscita. Torna indietro, si avvicina a E. che è sognante) "Uomo di latta"!

EUGENIO - Dimmi "Dorothy"!

VALERIA - Mi vuoi bene?

EUGENIO - Da sempre! E tu?

VALERIA - Per sempre! (Lo bacia ed esce)

(E. rimane immobile guardando la porta. Poi si scuote, prende il mezzo toscano dal posacenere, lo mette tra le labbra, cerca qualcosa in tasca, non trova nulla. Guarda verso il pubblico, alza le spalle e si allontana) (I ragazzi guadagnano il centro della scena, si guardano. Lui le fa cenno di aspettare. Prende qualcosa dietro il sipario. Sono due caschi. Ne porge uno alla ragazza) EUGENIO - Vuoi sempre farlo quel giro in moto?

VALERIA – (Prende il casco, raggiante) E VAI!(Si abbracciano) Buio Luce

SALUTI

FINE


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