Liberati (l’accento lo mettete voi)

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Liberati (L’accento lo mettete voi)

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Rappresentato la prima volta il 12/12/2012, Teatro “Casaletto”, Via del Casaletto, 691 Roma – Compagnia “Rosa Blu”, regia di Alessia Romagnoli)

Personaggi (in ordine di apparizione)

Eugenio

Valeria

Stefania

Roberta

Guido

Titti

Eugenio (giovane)

Valeria (giovane)

N° SIAE   234307

Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore:    rosablufd@gmail.comTutti i diritti riservati

                                              

ATTO PRIMO

Scena I  (Eugenio e Valeria)

(Si apre il sipario. Mattino, soggiorno, divano al centro e piccolo tavolo di fronte, altro tavolo     consolle a

dx, porta della cucina e finestra lunga a sin., libreria e porta d’ingresso sul           fondo. Eugenio,

circa cinquanta anni, sta passando l'aspirapolvere. Indossa jeans, t-          shirt bianca e zoccoli

bianchi, cuffietta e CD-player, accenna dei passi di danza, scimmiottando Freddie Mercury nel famoso video di: “ I want to break free”. Musica ed           aspirapolvere gli impediscono di sentire il campanello che suona. Dopo vari squilli la      porta             sul fondo si apre ed entra Valeria, circa quaranta anni, indossa un soprabito con il          bavero alzato. Si ferma, lo guarda tenera e divertita, lui si accorge di lei,spegne l’aspirapolvere, si toglie la cuffia)

EUGENIO -Ciao! Da quanto sei li?

VALERIA -Un minuto. Non sentivi il campanello, ho aperto con le chiavi. Scusa!

EUGENIO -Perché“scusa”! Ti ho dato le chiavi così puoi entrare quando vuoi!     

VALERIA -Sembri proprio una perfetta "donnina" di casa!

EUGENIO -Spiritosa. Se non lo facessi questa casa, diventerebbe un porcile.

VALERIA -Immagino!Il lavello della cucina sarà sicuramente lucido come una lama di Toledo!  Se trovo un’ombra di calcare nel box doccia, ti do mille Euro.

EUGENIO -Accidenti che iella!

VALERIA -In che senso?

EUGENIO -Beh, se arrivavi mezz’ora fa… avevo appena fatto la doccia, qualcosa avresti trovato! E poi, mille euro, mi farebbero comodo!

VALERIA -Ah!Quando la trovi la cenere?(Mostrandogli il sigaro)Questo è “ornamentale”?Eugenio, perché fai tutto da solo? Potresti prendere qualcuno, per le pulizie.

EUGENIO -Le mie finanze non me lo permettono.

VALERIA -Scusami, non volevo offenderti!

EUGENIO -Per carità, Valeria! Capisco che per te, nella tua posizione, è difficile pensare...

VALERIA -... va bene. Parliamo d'altro?

EUGENIO -Bueno! Mi aiuti?

VALERIA -Certo!

EUGENIO -Questo, però lo mettiamo a posto.

VALERIA -Lascialo pure sul divano... oh, scusa: troppo disordine!

EUGENIO -La finisci di prendermi in giro?

VALERIA -Che fai?

EUGENIO -Sentivo... ehm... il profumo. E’ nuovo? Non è il solito.

VALERIA -Esatto, oggi ho voluto provare questa fragranza.

EUGENIO -E' buono! Vostro?

VALERIA - Lo fa per noi, un laboratorio artigianale, in Liguria. Sono essenze naturali. Ti piace?

EUGENIO -Molto!

VALERIA -Allora funziona? Me lo offri un caffè?

EUGENIO - Naturalmente! Però dovrei pulire qui… se vuoi, mentre io finisco, puoi farlo tu, il caffè.

VALERIA -Ma che brava…  pardon!No, lo voglio fatto da te! Primo perché sono tua ospite e poi... tu lo fai così buono.

EUGENIO -Ruffiana, adulatrice.

VALERIA -Ma quale adulatrice, è la pura verità! Non ho mai bevuto un caffè più buono del tuo… credimi!

EUGENIO -Grazie! Siediti, vorrà dire che finirò dopo.

VALERIA -Ma no, dai, finisco io. Mi fa piacere aiutarti.

EUGENIO -Come sei elegante! Hai un appuntamento?

VALERIA -Si! Una "colazione di lavoro"! Un cliente importante!

EUGENIO -Ah! Un cliente?E com'è, 'sto cliente?

VALERIA -Ricco!

EUGENIO - Bello?

VALERIA - Bello? Beh, si, effettivamente è un bell'uomo, non giovanissimo, ma ancora molto interessante… perché dici questo?

EUGENIO -Sai, ti ho vista così "acchittata", allora…

VALERIA -... allora?

EUGENIO -Allora niente.

VALERIA -Tesoro, io sono un direttore commerciale, non una "escort". Capito?

EUGENIO - Perdonami! Non avevo intenzione di... ma dobbiamo litigare?

VALERIA -No! Non sono venuta per litigare. Tutt'altro!

EUGENIO -E... per cosa, allora?

VALERIA -Perché devo dirti... devo dirlo a qualcuno e tu devi essere il primo a saperlo

EUGENIO -Cosa?

VALERIA -La persona con cui pranzerò oggi, può essere colui che darà una svolta a...

EUGENIO -... alla tua vita?

VALERIA - In un certo senso si! Quest'uomo è la persona che io e la mia azienda stavamo aspettando. Avere rapporti commerciali con lui, con la sua azienda, ci aprirà le porte del mercato d'oltre oceano. Stati Uniti, Sud America. Ti rendi conto? E' il salto di qualità tanto atteso. A proposito, tu non mi racconti niente del tuo nuovo lavoro?

EUGENIO -E che ti dico? Il compenso è adeguato. Organizzo il lavoro compatibilmente con le altre cose da fare... ho ripreso a scrivere le mie fiabe...

VALERIA -... davvero? Che bello

EUGENIO -Lo sai quanto mi piace scrivere per i bambini.

VALERIA -So anche quanto ti piacciono! Ti manca molto un figlio, vero?

EUGENIO -Tantissimo, ma...

VALERIA -... la "Capufficio" non era d'accordo!

EUGENIO -Appunto!

VALERIA -Allora, dicevamo. Il lavoro?

EUGENIO -E’ interessante. Tradurre testi, dallo spagnolo, mi ha sempre appassionato. Inoltre, e non è poco, mi ha aiutato a superare il trauma del licenziamento.

VALERIA -Già! L'ultimo anno è stato veramente pesante per te. Prima la cassa integrazione, il licenziamento… poi ci si è messa anche tua moglie...

EUGENIO -... la mia "ex moglie". Ti prego, se anche tu continui a considerarla "mia moglie", non mi aiuti!

VALERIA -Cambiamo argomento?

EUGENIO -Non chiedo di meglio!Il caffè è pronto! (Va in cucina)

VALERIA -Eugenio!

EUGENIO - Si…

VALERIA -Hai più pensato alla mia proposta?

EUGEIO - Quale proposta? (Rientrando)

VALERIA -Mi dai il caffè?

EUGENIO -Ah, si! Di quale proposta parli?

VALERIA - Di venire a lavorare nella mia società ...(Sorseggia il caffè)è proprio buono… dicevo: io so quanto vali, conosco l'esperienza che hai, so come lavori.

EUGENIO -Ne abbiamo già parlato. Apprezzo molto la considerazione che hai di me, non solo per il caffè. Ma devo “ritararmi”, capire bene cosa voglio. Momentaneamente, non sono preparato per altri "scossoni"!

VALERIA -Eugenio, io posso aspettare. Vuol dire che quando sarai più sereno, equilibrato, ne riparleremo. Lo so! Tu non ti arrendi!

EUGENIO -Non mi arrendo! Ho solo bisogno di un po' di tempo...non molto, vedrai.

VALERIA -Va bene, non mi permetto di insistere, ma non ti mollo! Di un po’, la vedi tua moglie?

EUGENIO -Ma allora me lo fai apposta? Si, la vedo, purtroppo. Neanche lei “mi molla”!

VALERIA -In che senso?

EUGENIO -Ad esempio, quando meno me lo aspetto, viene qui! Se non sono in casa, la trovo qui fuori, ad aspettarmi! Allucinante!

VALERIA -Non le hai dato le chiavi?

EUGENIO -Dovrei?

VALERIA -A me le hai date!

EUGENIO -Tu non sei la mia ex moglie.

VALERIA -Giusto! Quindi, mi dicevi, che ti fa le sorprese...

EUGENIO -Pensa: fa la spesa! Cosa stranissima, fatto da lei, intendo. In quindici anni, non si è sognata mai

di farlo. Veramente compra un sacco di cose che io non uso, ma sai com'è fatta: sofisticata, sempre all'ultimo grido, anche per il mangiare. Vogliamo parlare delle faccende di casa? La cucina era solo da mostrare agli ospiti, compresa di maritino che preparava manicaretti e “spignattava”. Aspirapolvere, detersivi etc, etc: strumenti e preparati “alieni”! Invece, ora viene qua, fa il caffè... il caffè? Quella "ciofeca" che sa fare lei! Poi mette i panni in lavatrice, stende il bucato.

VALERIA -Ma dai?

EUGENIO -Mi ha rovinato due camicie e ora ho quattro o cinque paia di mutande di un bel

rosa delicato!

VALERIA -Beh, non è il tuo colore preferito… per l’intimo?

EUGENIO -Certo, per l’intimo… femminile!

VALERIA -Satiro!

EUGENIO -Si, con le mutande rosa… Insomma hai capito che situazione?

VALERIA -Forse è “cambiata”?Avrà capito di aver sbagliato e ti vuole riconquistare...

EUGENIO -... non ci riuscirà!

VALERIA -Di un po', non corriamo mica il rischio che arrivi qua, adesso?

EUGENIO -E se fosse?

VALERIA -Speriamo di no! Non ho nessuna intenzione di incontrarla!

EUGENIO -Come mai?

VALERIA -Ho saputo, da qualcuno, che ce l'ha con me!

EUGENIO -Con te?

VALERIA -Dice che è mia la colpa del vostro "fallimento"!

EUGENIO -E te, cosa c'entri?

VALERIA -Dice che ti ho messo contro di lei!

EUGENIO -Tu? Perché?

VALERIA -Perché siamo molto amici, per la verità lei dice "troppo", e da molto prima del vostro incontro. Secondo lei, io ho un forte "ascendente" su di te. Quindi ... capisci?

EUGENIO -No!

VALERIA - Insomma, ti avrei consigliato io di lasciarla.

EUGENIO -Io non l’ho “lasciata”!Ci siamo separati di comune accordo. Non trovavamo più nulla che ci unisse… forse solo il “letto”, ma tutto il resto correva su binari diversi. Tu ne sei al corrente…ne abbiamo parlato… e poi, hai fatto di tutto per convincermi a recuperare…

VALERIA - … vaglielo a spiegare!

EUGENIO -Non sarà gelosa... di te…

VALERIA -... gelosa?

EUGENIO -E' lei! Lo vedi, è un incubo. (Risponde)<PRONTO... CIAO......... COSA? MA NON SO.....

GRAZIE, NON C'E' BISOGNO CHE .....COME DICI? LO     ZUCCHERO?... ASPETTA, ORA GUARDO (Tappando il telefono)Mannaggia lo zucchero! Ti rendi      conto?... PRONTO... LO ZUCCHERO, DICEVI... NE HO TANTO…. COME?             L’HAI GIA’ PRESO?... VA BENE ME LO PORTERAI…         ADESSO? MA........ NON        FAI      TARDI IN UFFICIO?......E VA BENE......SI....... SI....... A    DOPO>Viene qua,     porc... a portarmi lo zucchero. Tutta una scusa.

VALERIA -“Che tigna"! Allora è meglio che io vada via adesso!

EUGENIO -Non so… è meglio?

VALERIA -Si! Mi prendi tu il soprabito? (E. annusa ancora il soprabito) Ti piace proprio, eh?

EUGENIO -E già!

VALERIA -Sei così gentile... peccato!

EUGENIO -Peccato cosa?

VALERIA -Niente, così... ciao!

EUGENIO -Peccato?

Scena II (Stefania ed Eugenio)

(Scena vuota.Eugenio torna in scenae va ad             aprire la porta. Entra             Stefania, circa quaranta anni, bella

            donna, molto ben vestita, stile manageriale, passo elegante, altera, in una mano un pacco di

            zucchero, nell'altra una borsa e uno spolverino. Fa per baciare E.)

EUGENIO -Ciao! (Scostandosi) E dai... cosa fai?

STEFANIA -Volevo salutarti! Sei solo?

EUGENIO -Solo? Certo... cioè, si!

STEFANIA -Vedo due tazzine!

EUGENIO -Ne ho usate due. Ne era avanzato un po' e …

STEFANIA -Comprati la moka da una tazza! Eventualmente posso prendertela io. Conosco un posto che...

EUGENIO – (Suona il suo cell) <PRONTO...>

STEFANIA -Chi è?

EUGENIO -<PRONTO…AH, SEI TU …DIMMI… AH, SI SI…VA BENE…COME? NON MI SENTI?…NON POSSO URLARE…. E GIA’! ….A PIU’ TARDI! >

STEFANIA -Chi era?

EUGENIO -Un amico! Devo dargli... ma è importante?

STEFANIA -Ma io dico così! Lo conosco?

EUGENIO -No, non lo conosci. Lo frequento da poco... per questioni di lavoro.

STEFANIA -Come si chiama?

EUGENIO -Senti Ste'! Grazie per lo zucchero...

STEFANIA -… non hai ancora cominciato a lavorare?

EUGENIO -Ma…

STEFANIA - … voglio ricordarti che tra quindici giorni è il compleanno di mamma...

EUGENIO -… il compleanno di tua madre?

STEFANIA -Certo! Sai quanto ti vuole bene. Verrai a farle gli auguri?

EUGENIO -Sicuramente le telefonerò...

STEFANIA -una telefonata? Solo una telefonata? Scherzi? Sai che ci tiene! Specialmente da parte tua.

EUGENIO -Sono sicuro che le farà altrettanto piacere!

STEFANIA - Sei diventato anche poco educato. Per forza, visto la gente che

            "frequenti"...

EUGENIO -… perdonami, Stefania, potrei chiederti un favore?

STEFANIA -Chiedi pure. Non dimentico di essere educata, "Io"

EUGENIO -Allora, forte della tua "educazione"… giacché dovrei uscire…

STEFANIA -... va bene! Me ne vado! Che diamine! Stamattina sei intrattabile! Sei sicuro di star bene?

EUGENIO -Hai deciso di rovinarmi la giornata?

STEFANIA -Me ne vado, non sopporto questa "violenza"!

EUGENIO - Violenza?

STEFANIA -Me ne vado!

EUGENIO -Ma porc...           

STEFANIA -Adesso anche le parolacce. Vado! E non cercare di trattenermi!

EUGENIO -Non... non… (Lei apre la porta ed esce) cercherò di trattenerti. Fossi   matto? Aahhh! (telefona) <PRONTO,            VALERIA? SONOIO….E’INCREDIBILE….NO,      E’ ANDATA VIA….COME? SI, E’ QUI (guarda l’oggetto che hain mano) …DOMANI?      NO DOMANI SONO A CENA FUORI….CON DELLE PERSONE…POI TI DICO…..STASERA? VA BENE..... D’ACCORDO….. A CHE ORA VIENI?... SI CI      SONO….CIAO….COME?... SI,

CIAO…TESORO.>Tesoro?

Scena III (Eugenio e Valeria)

(Sera. Eugenio è seduto sul divano, ha indossato una felpa, legge un libro e prende appunti, mezzo

            toscano spento tra le labbra. Si apre la porta d'ingresso, entra Valeria, ha con se un trolley)

EUGENIO -Que luego a lo mejor sí que lo cuento…

VALERIA -Buonasera, posso?

EUGENIO -Vale! Certo che puoi!

VALERIA -Ho aperto così, senza pensare che...

EUGENIO -Ma dai, ancora questa storia delle chiavi? PUOI ENTRARE …!

VALERIA -… QUANDO VOGLIO! Ma dove lo trovo un amico come te?

EUGENIO -Senti… ehm… "amica mia"… che ti serve?

VALERIA -Quanto sei "bestia"!

EUGENIO -Io?

VALERIA -Sono venuta a riprendere quello che è mio!

EUGENIO -Ah, l'agendina?

VALERIA -Non è un'agendina.

EUGENIO - No? Ho capito, è uno di quei cosi... quei giochini per la memoria, per tenere allenato il cervello.

VALERIA -Esatto!

EUGENIO -A cosa ti serve? Sei giovane e intelligentissima.

VALERIA -Tesoro, bisogna pensarci in tempo, prima che sia troppo tardi!

EUGENIO -Eh sì, prima che sia troppo tardi.

VALERIA -Comunque sono qui anche per un'altra cosa.

EUGENIO -Cosa?

VALERIA -Eugenio, puoi ospitarmi per questa notte?

EUGENIO -Cosa ti è successo?

VALERIA -Ho discusso con mio padre!

EUGENIO - Ci risiamo, ma perché non vai ad abitare da sola? Ho detto che sei giovane, ma non tanto da stare ancora con i tuoi genitori.

VALERIA -Hai ragione, ma sapessi com'è difficile lasciarli…

EUGENIO -... capisco

VALERIA -Più invecchiano e più hanno bisogno di me. E poi mettici pure che dalle mie parti è impossibile acquistare o prendere in affitto un appartamento, costa troppo!

EUGENIO -E tu non andresti mai via da Monteverde.

VALERIA -Non ci penso proprio!

EUGENIO -Io son dovuto andar via.

VALERIA -Ma sei tornato.

EUGENIO -Per fortuna i miei non hanno venduto questa casa. Comunque anche dove stavo… da quando…

VALERIA -… sei convolato a giuste nozze!

EUGENIO -Vipera!

VALERIA -Forse, se mi fossi sposata anch'io?

EUGENIO -Ma non hai trovato "l'anima gemella".

VALERIA -Non deve essere per forza "gemella".

EUGENIO -Come dovrebbe essere?

VALERIA -Deve essere una persona disposta a donare l'anima e capace di "meritare", in dono, la mia.

EUGENIO –Ardua impresa!

VALERIA -Eppure l'avevo trovata… ma lui ha scelto un'altra.

EUGENIO -Fermati… possibile che tu non me ne abbia mai parlato?

VALERIA -Potrei...

EUGENIO -... ehi, si prospetta una nottata densa di rivelazioni!

VALERIA -Toglitelo dalla testa! Allora, mi ospiti? Solo per stanotte. Domani, mamma sistemerà tutto e farò pace col "vecchio"!

EUGENIO - Non ho già detto di si? Prendi la mia stanza. No, non ammetto discussioni. Io ho questo divano che va benissimo! Poi devo lavorare, devo usare il computer, sto più comodo di qua.

VALERIA -Sei proprio un grande amico!

EUGENIO -Ecco!

VALERIA -Allora, buona notte! Se vuoi, possiamo fare due            chiacchiere?

EUGENIO -Va pure a dormire, è già tardi. Tu devi alzarti presto... credo? Io lavoro un po’ e poi...

VALERIA - … va bene. Buonanotte

EUGENIO -VALERIA… ti…ti prendo degli asciugamani puliti? Se… non hai lo spazzolino, ne trovi uno nuovo in bagno, nel cassetto...

VALERIA -... lo spazzolino l'ho portato! Gli asciugamani so dove sono! Sicuro che di qua stai bene?

EUGENIO -Benissimo, tranquilla! Buona notte!

VALERIA -Buona notte, tesoro!

EUGENIO -Ma sei cretino?(Va verso la zona notte, si blocca, torna sui suoi passi, si morde le labbra. È

            combattuto, poi prende un blocco notes dalla libreria, una penna,si siede e           comincia a scrivere)

            Una notte come tante…

Scena IV  (Valeria ed Eugenio)

(Mattino. Valeria prende il caffè, seduta sul bracciolo del divano. Guarda la stanza)

VALERIA -Qui è già tutto in ordine. Mi ha rifatto il letto. Il caffè pronto da bere. E' proprio un fenomeno! Forse non è proprio il tipo di uomo che vorrei avere accanto! Forse è troppo perfetto per me! Mah, forse non saremmo mai andati d'accordo. Forse è stato meglio rimanere amici... forse…

EUGENIO - Buongiorno, amica mia!

VALERIA -Accidenti come sei "fico"! Appuntamento galante?

EUGENIO - Macché! Va bene il caffè? Scappo, devo consegnare una traduzione. Ciao. A proposito, hai dormito bene?

VALERIA -Magnificamente, hai un letto comodissimo.

            EUGENIO -Ciao, ci sentiamo. Stai pure quanto vuoi. (Esce)

VALERIA -Perché, stanotte, non sei venuto da me... bestia!

Scena V (Stefania)

(Scena vuota. Campanello, due volte, piccola pausa. Entra Stefania, di soppiatto)

STEFANIA –Tutto in ordine, ma come farà? Eppure “lei” ha …”dormito” qui! Che strano, solo ora scopro tanti lati del suo carattere, così piacevoli. Tutte cose che avevo sotto gli occhi e non vedevo. Ecco, anche il suo mezzo toscano che non accende mai... già! Io gli dicevo che mi dava noia il fumo e, lui, non lo fumava! Questa sua precisione, la pulizia… e poi la sua gentilezza, la sua pazienza. Con me ne ha avuta anche troppa!Ma io ero occupata a pensare a me stessa, alla mia carriera, ai miei hobby. Anche di là è tutto in ordine. Il letto sembra che non sia stato usato. Beh, potrebbero averlo fatto anche di qua. La fantasia non gli manca... ero io che lo frenavo? Ma per carità... io?

Scena VI (Eugenio e Roberta)

(Sera. Scena vuota. Si apre la porta d'ingresso, entra Eugenio, visibilmente alticcio. È con           Roberta, trenta-trentacinque anni, carina, elegante)

EUGENIO -Eccoci qua, questo è il mio regno! Vuoi darmi il soprabito?

ROBERTA -Sì, grazie. E’ proprio una bella casa! Hai buon gusto,    si vede! Me la immaginavo    proprio così…

EUGENIO -… così, come?

ROBERTA -Così! Hai scelto tu l'arredamento?

EUGENIO -Si!Non mi son fatto sfuggire l'occasione… di poter decidere…

          Lo so, sembro proprio quel genere di uomo che da' sfogo, una volta libero, ai suoi desideri, repressi... che cosa stavo dicendo?

ROBERTA -I tuoi desideri repressi...

EUGENIO -Ah, già! Non vorrei annoiarti...

ROBERTA -... ma no, di pure!

EUGENIO -Beh, più che reprimere i miei desideri ho, come dire, "lasciato fare".

ROBERTA -Capisco, ma lasciar fare è, o perlomeno sembra, più facile che contrastare,     discutere.

EUGENIO -Esattamente! Posso offrirti qualcosa

ROBERTA -Meglio di no! Stasera ho un po' esagerato.

EUGENIO -Io qualcosa prendo…

ROBERTA -Fossi in te, eviterei! Ho visto che, a cena, non ti sei risparmiato.

EUGENIO - È vero! Solitamente bevo pochissimo… superalcolici, poi,proprio niente…

ROBERTA - Probabilmente, stasera, c’era un motivo particolare perché ti lasciassi andare?

EUGENIO -No…non lo so!

                        ROBERTA -Sei un bel tipo, sai? Estroso, ma non eccessivo. Curioso? Sai una cosa: anche se        tutta la sera

non hai fatto altro che parlare con quella"topolona" bionda... quella che ha             dimenticato di indossare la gonna...

EUGENIO - Che cosa ha fatto?

ROBERTA -Non mi dire che non ti sei accorto delle dimensioni del suo vestito? In pratica è          uscita solo con la camicia!

EUGENIO -Ah si? Non ci ha fatto caso...

ROBERTA -... e già! Comunque, ti ho "studiato". Sei interessante.

EUGENIO -Davvero?

ROBERTA -Si! Poi, mi hai aiutato a indossare il soprabito, mi hai proposto di finire insieme la serata e…

            sono rimasta senza parole...

EUGENIO -Sì, è vero, ho parlato quasi sempre con la "Pin Up", ma tutta la sera ho sentito, oltre il calore, il tuo… odore...

ROBERTA -... odore?

EUGENIO -Se preferisci... profumo.Anche se non abbiamo parlato … forse ti ho versato il vino… ma eravamo molto... intimi… bella sensazione, sai?

ROBERTA -Idem. Stessa sensazione. Per questo, non ho esitato ad accettare il tuo invito. Ti posso assicurare che non è mia abitudine farlo. O meglio: ho sempre rifiutato inviti così “repentini”!

EUGENIO -Il mio invito "repentino" lo hai accettato! Perché?

ROBERTA -Posso sbagliare, ma m’ispiri fiducia!

EUGENIO -Ecco!Do l'impressione di essere "innocuo"?

ROBERTA - Tutt'altro! Il fatto è che ti vedo come una persona misurata, seria, pulita. Non so, veramente, come spiegartelo.

EUGENIO - Io… io credo di sentirmi male…

ROBERTA -… cosa ti senti?

EUGENIO - Mi gira la testa, cioè, mi gira tutto attorno e… e la testa va al senso contrario… mi sento come se avessi un… un formichiere nello stomaco…

ROBERTA -… cos’hai nello stomaco

EUGENIO -Si, oh dio, mi va su e giù…

ROBERTA -Il formichiere?È normale! Sentiamo: hai mal di testa, nausea, capogiri, sete?

EUGENIO -Accidenti… si!

ROBERTA - Hai bevuto una quantità eccessiva di alcol.

EUGENIO -Sono ubriaco? No, non è possibile!

ROBERTA -E domani, al risveglio, potresti avvertire tensione, pallore,        tremori,vomito,           bruciore esofageo, deambulazione incerta, quella c’è già,e perdita di appetito!

EUGENIO -Ehi, sei un medico?

ROBERTA - Si! Non te lo avevo detto?

EUGENIO- Forse, ma non lo ricordo…

ROBERTA - Anche questo è normale, nel tuo stato.

EUGENIO - Che devo fare, dottoressa? È la prima volta che mi succede…

ROBERTA - … ma dai! Veramente?

EUGENIO –Potrei bere del caffè… forte?

ROBERTA - La caffeina contenuta nel caffè, elimina il mal di testa, ma non previene gli altri        disturbi. Gli

            effetti stimolanti del caffè, possono darti l’illusione che la capacità di         giudizio

            o il controllo motorio non siano stati alterati… scusa, ti sto   annoiando?

EUGENIO - No, ma mi si chiudono gli occhi… credo…

ROBERTA -Ti porto a letto…

EUGENIO - … non dovrei farlo io?

ROBERTA -Non in queste condizioni!

EUGENIO –Che serata…

ROBERTA -… ce ne saranno ancora! Vedrai!

EUGENIO - Dottoressa, sei… sei…

ROBERTA -Ecco, è andato!

Scena VII (Eugenio e Roberta)

(Mattino. Eugenio è ancora sul divano, si tira su, si stiracchia, assonnato)

EUGENIO -Che mal di testa!

ROBERTA -(Viene dalla zona notte) Buongiorno, "Ciccio"! Come ti senti?

EUGENIO -Buongiorno! Direi bene. Solo un gran mal di testa… "Ciccio"? Alludi alla mia             pancetta?

ROBERTA - Ma quale pancetta!  Stai benissimo. Non ti piacciono queste    confidenze?Dillo pure

sinceramente, non mi offendo.

EUGENIO -     Roberta, cosa dici. Anche se stanotte, causa la mia idiozia, non è successo niente, tu ed io ci siamo intesi senza troppi giri di parole, senza schermaglie inutili.      No, non mi da fastidio, anzi! Sono un po', come dire, sorpreso?

ROBERTA - Anche a me sembra un po' strana questa naturalezza tra noi.   Ma ho l'impressione di conoscerti, senza esagerare, da sempre… ma dimmi, sinceramente, io che effetto ti faccio? Come ti sembro?          

EUGENIO -A me sembra che sei…'na gran bella ragazza! Mi piaci!Accidenti se mi piaci!

ROBERTA -Mi fai felice!      

EUGENIO -Non esagerare!

ROBERTA -E tu non ti "difendere"! Liberati... come ti saresti "liberato" stanotte, se… non ti fossi sentito… “male”...     

EUGENIO -… ecco, se fai così…mi metti in imbarazzo. Non sto scherzando!

ROBERTA -Come sei tenero, ma come ha fatto tua moglie a lasciarti andare? Vorrei proprio conoscerla per chiederglielo!

EUGENIO -Per carità, dovesse rifletterci e cambiare idea. Vuoi forse del caffè? Ho un dolce al cioccolato? L'ho fatto io.

ROBERTA -Sai fare anche i dolci? Mi vuoi sposare?

EUGENIO -Errare umanum est, perseverare autem diabolicum

ROBERTA -Capperi, come citi bene! Senti, io ho ancora un po' di tempo... che ne diresti se "perseverassimo" un po'... di là?

Scena VIII(Eugenio, Valeria e Roberta)

(Si apre la porta d'ingresso, entra Valeria)

EUGENIO -B… Buongiorno! Che sorpresa!

VALERIA -Buongiorno! Passavo di qui. Disturbo?

EUGENIO -A… Assolutamente! Un caffè?

VALERIA -Grazie, ho già fatto colazione!

ROBERTA -(A voce alta, da fuori)Ciccio, che succede?

VALERIA -E… Eugenio, ma…?

EUGENIO -È Roberta… (Rientra Roberta) Roberta, lei è Valeria… la mia amica del…

ROBERTA -… piacere, io…scusi…   dovrei…(Si eclissa))

VALERIA -Roberta?

EUGENIO -Roberta!

VALERIA - Da quanto la frequenti?

EUGENIO -Da ieri sera…

VALERIA - … da ieri…sera? Eugenio, ma…

EUGENIO -… beh? Ti sembra così strano?

VALERIA - No… ehm… solo che… ecco… tu… ehm lei…

ROBERTA –(Entrando) Accidenti è tardissimo!

EUGENIO -Hai ambulatorio, stamani?

ROBERTA -Si! Beato te, che lavori a casa. Arrivederci… Valeria!

VALERIA - Arrivederci…

EUGENIO -Roberta!

VALERIA -Arrivederci… Roberta!

ROBERTA -Allora, ciao! Ci… vediamo?

EUGENIO -Beh, sì... certo... se...

ROBERTA -... tranquillo, senza impegno. Se ti va. Se “ci “ va... un colpo di telefono e...

EUGENIO -... sì. Mi fa piacere... ecco. Se viene, se è "naturale"?

ROBERTA -Ciao "Ciccio"! Mi piaci, ma non voglio obbligarti...

EUGENIO -... vai, che fai tardi.

ROBERTA -Mi chiami?

EUGENIO -Ciao, dottoressa! È meglio che vai a lavorare… (Roberta esce)

VALERIA -Ehi, ti dai da fare! Ti stai immedesimando, alla grande, nella parte dello scapolo!

EUGENIO -Ecco… si!

VALERIA -Bravo, così si fa! Ho preso una cosa per te. Spero ti piaccia!

EUGENIO - Cos’è?

VALERIA - Un pensierino… l’ho vista e ho pensato che… ma apri! Non sei curioso?

EUGENIO - Claro que si! (Tira fuori una sciarpa rossa) Bellissima! Non dovevi… Grazie! Il        mio

compleanno è tra due mesi…

VALERIA - … e con ciò? Non posso farti un regalo, così, indipendentemente da un evento

             particolare?

EUGENIO -Certo! Sei… sei…

VALERIA - … dodici?

EUGENIO -(Si avvicina) Valeria… io stamattina non ho voglia di lavorare. Tu hai da fare?

VALERIA -Posso rimandare. Perché?

EUGENIO -Ti va di andare al mare? Mangiamo qualcosa insieme, parliamo...

VALERIA - ... parliamo? O hai intenzione di continuare con i "festeggiamenti"?

EUGENIO -Festeggiamenti?

VALERIA -Per la ritrovata libertà, per la tua "rentree" nel club dei "maschi cacciatori"! Bada, io non sono come "quella li"

EUGENIO -Roberta?

VALERIA -Sì, "quella li"!

EUGENIO -Sei gelosa?

VALERIA -Cosa? Gelosa?

EUGENIO -Sei gelosa.

VALERIA -Certo! Sono o non sono la tua “amica del cuore”? Voglio che tu m’informi in ... tempo reale. Capito? E di tutto

EUGENIO -Questa notte ho ritenuto che l'orario non fosse consono a un'informativa "IN TEMPO REALE"

VALERIA -Bestia! Adesso, per farti perdonare, mi offri un pranzo luculliano nel miglior ristorante della costa!

EUGENIO - Va bene, ma... se il conto dovesse essere troppo "salato", possiamo fare alla "romana"?

VALERIA -Lo vedi che sei una bestia! Con "quella li"…non faresti di certo...

EUGENIO -... veramente le ho solo offerto una colazione, caffè della moka e dolce al cioccolato, fatto in casa...

VALERIA -... le hai offerto ben altro! Bestia immonda!

EUGENIO -Dorothy... che ti prende?

VALERIA -Dorothy? Da quanti anni non mi chiamavi più così?

EUGENIO -Da tanto.Il fatto è che... insomma hai fatto una faccia. Sei tornata improvvisamente ad essere Dorothy. Come si chiama questa cosa?

VALERIA -Flashback?

EUGENIO -Quello li!

VALERIA -Ti ricordi ancora?

EUGENIO -Come potrei dimenticare? E' stato il mio primo ed ultimo spettacolo teatrale! "IL MAGO DI OZ", fantastico. Ricordi io, Vittorio... e tuo fratello. Che matti!

VALERIA -Riccardo era "IL LEONE CODARDO", Vittorio, quel "pennellone", "LO SPAVENTAPASSERI" e te? "L'UOMO DI LATTA". Ancora oggi, se guardo le foto...

EUGENIO -... hai delle foto dello spettacolo? Non lo sapevo... le voglio!

VALERIA -Se ci tieni, te le farò avere... te le porto

EUGENIO -Ma chi se lo aspettava? Le foto del "MAGO DI OZ"...

VALERIA -... già, le foto. Se le guardo, ancora oggi, rido e (Un sussurro)... piango.

EUGENIO -Piangi?

VALERIA -Eugenio, avevo quindici anni

EUGENIO -Io, un po’ di più.

VALERIA -Ventisei!

EUGENIO -Esatto! Tu eri fantastica! Degna di Judy Garland...

VALERIA -... esagerato!

EUGENIO -Veramente! Ballavi, cantavi e recitavi, in modo sublime. Secondo me avresti dovuto continuare con il teatro. Esprimevi qualcosa di particolare. Io ricordo ogni scena.

VALERIA -Davvero?

EUGENIO -Si! Quanto ci siamo divertiti! Per noi tre fu un momento bellissimo!Ci veniva offerta l’occasione di tornare bambini, senza rischiare di perdere la faccia.

VALERIA -Certo, eravate truccati! Scherzo, ho capito cosa vuoi dire. Sai che sono un po' sorpresa? Ho sempre pensato che il vostro "interesse" per l'arte celasse "altro"!

EUGENIO -Per carità, la ragazza più grande avrà avuto, a malapena, sedici anni… diciassette, forse…

VALERIA -… ne aveva ventidue! Quell’antipatica! Infatti le diedero la parte della “strega             cattiva

            dell’Ovest”! Non ricordi? Strano! Sbaglio o ci sei“uscito”?

EUGENIO -Uscito, solo uscito! Ma pensa: sono uscito con la “strega cattiva dell’Ovest”! Vedo     che,

            al contrario, tu hai una memoria eccezionale!            Merito del “giochino” che ti porti sempre dietro?

VALERIA -Si! Allora? Questo pranzo "luculliano"?

EUGENIO -Dolce Dorothy, mi concedi il tempo di una doccia?

VALERIA - Concesso!

Scena IX (Eugenio, Voce di Titti e Valeria)

(Sera. Eugenio è seduto sul divano con il computer sulle ginocchia. Si sente il suono di una mail in         arrivo. Legge il messaggio)

VOCE DI TITTI -CIAO MITICO, SABATO SARO' A ROMA. MI FERMO QUALCHE GIORNO. A CASA MIA STANNO FACENDO DEI LAVORI E QUINDI NON POSSO ANDARE. DAL TUO AMICO VITTORIO NON E' POSSIBILE - GLI SONO ARRIVATI I PARENTI DELLA MOGLIE, DORMONO PRATICAMENTE UNO SULL'ALTRO. POSSO VENIRE DA TE? MI FACCIO PICCOLA PICCOLA E SILENZIOSA. TITTI.

EUGENIO -E come posso dirle di no (Scrive) MA CERTO, PICCOLA PESTE, VIENI PURE, LA MIA STANZA E' A TUA DISPOSIZIONE. A CHE ORA ARRIVI? SE VUOI TI VENGO A PRENDERE? GENE.

VOCE DI TITTI -GRAZIE, SEI VERAMENTE ECCEZIONALE. ARRIVO AL MATTINO, MA NON TI PREOCCUPARE, MI FACCIO ACCOMPAGNARE DAL PULMINO DI SERVIZIO. TI CHIAMO APPENA SONO IN AEROPORTO. CIAO MITICO!! TITTI.

Scena X (Eugenio e Valeria)

(Suona il campanello. Si alza e va ad aprire. Entra Valeria, passo deciso, frettoloso,         gli da un buffetto

            sulla guancia mentre gli passa davanti. Si toglie il soprabito e glielo da)

EUGENIO -  Ciao! Hai dimenticato le chiavi?

VALERIA -  No, non le ho dimenticate! Sai, non vorrei avere sorprese, entrando.

EUGENIO -  Sorprese? Ma quanto sei...

VALERIA -  ... sì, SORPRESE! Stai lavorando?

EUGENIO -  Leggevo la posta. Sabato arriva Titti!

VALERIA -  Oh, la piccolina! Che racconta?

EUGENIO -  Viene qua da me, per qualche giorno.

VALERIA -  Ah! Ehi, non starai diventando una specie di "LOVE MACHINE". Alla tua età?

EUGENIO -Spiritosa! Titti è una bambina. L'ho vista nascere… e poi, è la sorellina di Vittorio…

VALERIA -  … ed io sono la "sorellina" di Riccardo. Hai visto nascere anche me

EUGENIO -  Appunto

VALERIA -  Appunto!

EUGENIO -  Valeria, non ti capisco?

VALERIA -  Mi capisco io!

EUGENIO -  Valeria! Che c'è?

VALERIA -  Perché non mi chiami "Dorothy"?

EUGENIO -  Perché ora non mi va. Perché  sei Valeria. Della "dolce Dorothy" non hai proprio niente. Dimmi perché sei qui?

VALERIA -  Per chiederti un favore.

EUGENIO -  Ah si? Dai, dimmi.

VALERIA -  Ehm... dunque... tu domani hai la palestra, vero?

EUGENIO -  Si! Perché?

VALERIA -  E torni tardi, vero?

EUGENIO -  Beh di solito, dopo l’allenamento, andiamo a cena con il maestro. Ristorante             giapponese,

            naturalmente… effettivamente si fa tardi. Ma perché?

VALERIA -  Volevo chiederti se puoi "darmi" casa tua... per un paio d'ore.

EUGENIO -  “Darti” casa? Vuoi che te la incarti? E per farci cosa?

VALERIA  -  Senti, sono già piuttosto imbarazzata nel chiederti 'sta cosa... non complicare la

            situazione.

EUGENIO -  Io non complico niente, voglio solo sapere per che cosa ti "presto" casa mia?

VALERIA -  Naturalmente! Mi serve per incontrarmi con... con un uomo...

EUGENIO -  Come? Scusa, non ho sentito.

VALERIA -  CON UN UOMO!

EUGENIO -  Un uomo? E chi è?

VALERIA -  Se permetti, sono affari miei! E' una persona che frequento da un po’. Purtroppo non troviamo un posto dove... stare un po' tranquilli.

EUGENIO -  E venite da me?

VALERIA -  Sai, non possiamo andare a casa mia, i miei non "schiodano" mai. Lui è ... è sposato. Veramente è separato, ma divide ancora l’appartamento con la moglie e ha due figlie. Mi spiego?

EUGENIO -  Perfettamente! Dunque, domani sera? E fino a che ora, dovrei rimanere "all'addiaccio"?

VALERIA -  Ma sei proprio str...

EUGENIO -  Alt! Scherzo! E' solo per “organizzarmi”.

VALERIA -  Credo che per mezzanotte saremo fuori di qui. E' troppo tardi?

EUGENIO -  No, io di solito arrivo a casa non prima dell'una, se non le due.

VALERIA -Perfetto! Sicuro che non ti secca?

EUGENIO -  Ma cosa dici? Per la "sorellina" di Riccardo, nonché mia “amica del cuore”… questo e altro.

VALERIA -  Grazie, non ho mai dubitato. Io sarò... noi saremo qui alle nove circa.

EUGENIO -  Io… esco a quell’ora li… vabbè, uscirò alle otto, massimo otto e mezzo. Contenta?

VALERIA -  Ora scappo, a domani, cioè a dopodomani. Poi ti racconto.

EUGENIO -  Se proprio non puoi farne a meno

VALERIA -  Ti voglio bene... tesoro mio!

EUGENIO -  a... anch'io Anch'io ti voglio bene...Cazzo!

Scena XI (Eugenio, Valeria e Guido)

(Sera. Eugenio esce dalla zona notte. Indossa un giaccone sportivo, tuta e scarpe da        ginnastica.      Spegne la luce del disimpegno. Si guarda intorno. Mette in ordine la tavola dove ci sono dei

            piatti con del cibo, accuratamente coperti. Strappa un post-it, scrive           qualcosa e va in

            cucina. Torna in scena, prende la borsa sportiva e, prima di uscire,           prende la sciarpa

            rossa appesa, la guarda, la odora, la mette al collo. Una rapida, triste       occhiata alla   stanza ed esce. Entra Valeria accende la luce e fa entrare Guido, quarantacinque-cinquanta anni, elegante, un po'titubante. Lei chiude la porta,  lui l’abbraccia. Lei si divincola con garbo)

VALERIA -  Ehi! Aspetta! Quanta fretta?

GUIDO -  Beh, è tanto che aspetto, non trovi?

VALERIA -  Anch'io non vedevo l'ora di averti tutto per me.

GUIDO -  Bella casa. Questo tuo amico... come hai detto che si chiama?

VALERIA -  Eugenio.

GUIDO -  E u g e n i o. Deve avere buon gusto, oltre ad un gran cuore. Ci devi presentare, vorrei ringraziarlo...

VALERIA -  … ogni cosa a suo tempo. Ma cosa c'è qui?

GUIDO -  Generi di conforto? Possiamo scoprire?

VALERIA -  E' una forza! Guarda, ci ha preparato delle leccornie. Guarda quanta roba!

GUIDO -  Mmmhhh! Cavolo, ce n’é per una settimana!

VALERIA -  Fantastico!

GUIDO -  Gran bell’accoglienza! Devi proprio farmelo conoscere. È bello avere un amico così.

VALERIA -E' veramente un tesoro. Come si fa a non volergli bene.

GUIDO -  C’è anche da bere?

VALERIA -(Torna dalla cucina con un post-it  in mano) Guarda qui! Era attaccato al frigo…

VOCE DI EUGENIO -Ciao amica mia, nel frigo c’è dell'ottimo prosecco, si accompagna benissimo a quanto troverete sul tavolo. Spero che il tuo "ganzo" sia contento ...di tutto. Buona serata e ...non bere troppo! Eugenio" (Valeria è turbata)

GUIDO -  Cosa ti ha scritto di tanto emozionante?

VALERIA -  Dice che c'è del prosecco in frigo, spera ti piaccia e ci augura una buona serata...

GUIDO -  ... e ti fa quest'effetto?

VALERIA -  E' così ...così...

GUIDO -  … tenero?

VALERIA -  Anche.

GUIDO -  Anche? Che altro è?

VALERIA -  Tante cose. E' un tipo... speciale!

GUIDO -  Lo conosci da molto?

VALERIA -  Da sempre!

GUIDO -  Amici di famiglia? Vicini di casa?

VALERIA -  Si, amico e compagno di scuola di mio fratello. Mi ha visto, praticamente, nascere.

GUIDO -  Un “altro fratello"?

VALERIA -  Beh, si... più o meno.

GUIDO -E tu ne sei stata, segretamente innamorata, vero?

VALERIA -  Naturalmente...ma...sei proprio un impiccione!

GUIDO -  Beh, pensavo ti facesse piacere parlarne?

VALERIA -  Sicuramente, ma siamo qui per altro. No?

GUIDO -  Senza dubbio…

VALERIA -  … appunto! Vuoi mangiare?

GUIDO -  Alternative?

VALERIA -  Indovina?

GUIDO -  Ho indovinato!

VALERIA -Mangiamo qualcosa…

GUIDO -... ok!(Prende una rivista dal tavolino,da questa cade un foglio, lo raccoglie e lo apre) Cos'è? Una poesia. E' anche poeta il tuo amico?

VALERIA -  Mah, so che scrive fiabe per bambini. Poesie non lo so. Fa vedere! Una notte

VOCE DI EUGENIO-Una notte come tante, troppe.

In ogni angolo di questo buio,

ci sei tu, solo tu.

Da sempre e per sempre.

Un pensiero mi martella la mente.

È a te che penso, te che voglio,

te che vorrei guardare, mentre dormi accanto a me.

Doloroso non poterlo fare.

Ancora di più non poterlo dire, urlare al mondo.

Una notte in cui non riesco, o non voglio, dormire,

non voglio smettere di pensare a te, di stare con te.

Addormentarmi con te, risvegliarmi con te,

tutte le sere, tutti i mattini, questo voglio.

In una notte così avrei il coraggio di liberarmi,

di liberare le due paroline magiche, dolci e leggere,

ma altrettanto pesanti e importanti.

Le due paroline posate sulle mie labbra,

ogni volta che arrivi e le mie gambe tremano,

il respiro si ferma, il cuore scoppia.

Le due paroline ricacciate indietro

per far posto alle lacrime che sgorgano,

ogni volta che te ne vai.

Questa notte mi libero.

Libero le due paroline, mai dette,

questa notte le grido, in silenzio -

TI AMO!

Dorothy, ti amo!

(Valeria lascia il foglio e si abbandona sulla spalliera del divano. Guido continua la lettura.        Qualche

            secondo di silenzio)

VALERIA -  Guido!

GUIDO -  Questa Dorothy, esiste?

VALERIA -  Sì, esiste.

GUIDO -  E’ fortunata!

VALERIA -Chi?

GUIDO -  Dorothy, naturalmente! Se un uomo scrive certe cose per una donna, mette così a nudo la sua anima è perché la ama. Di un amore senza limiti.

VALERIA -  Dici?

GUIDO -  Ma hai letto bene?

VALERIA -  Ho letto benissimo.

GUIDO -  Quest'uomo è innamorato. Ama in modo totale, immenso.

VALERIA -  Un grande amore? Quindi mi vuoi dire che la ama più di ogni altra cosa?

GUIDO -  Non solo, l'adora!

VALERIA -  L'adora? Come fai a esserne così sicuro?

GUIDO -  Capita a tutti, almeno una volta, nella vita! La conosci, questa Dorothy?

VALERIA -  La conosco benissimo e so quanto lo ama anche lei? Come hai detto? Anche lei l'adora!

GUIDO -  Ma hanno, o hanno avuto, una storia?

VALERIA -  No!

GUIDO -  Valeria, cosa ti prende? Cosa c’è?

VALERIA -  C’è che, lei, non ha avuto mai il coraggio, la forza, di esprimere il suo amore e...

GUIDO -  ... e?

VALERIA -  E ora l'ha perduto!

GUIDO -  Perché dici che l'ha perduto? Che cosa ha fatto di sbagliato?

VALERIA -  Quello che ha fatto anche lui! Tenendosi dentro ciò che hai letto,

GUIDO -Capisco.

VALERIA -  Negli anni hanno scelto altre persone, più o meno sbagliate. Poi, quando non hanno avuto ostacoli tra loro... hanno perso l’ennesima occasione. Forse l'ultima.

GUIDO -  L'ultima? Perché, non potrebbero averne un’altra?

VALERIA -  Non l’avranno!

GUIDO -  Come puoi dire questo?

VALERIA -  Ne sono certa, purtroppo.

GUIDO -  Vuoi un gran bene a entrambi. Si vede da come sei coinvolta. Sbaglio?

VALERIA - No, non sbagli affatto. Che peccato vedere due anime così belle e… così sole…

GUIDO -  Valeria, forse non è il momento, ma vorrei dirti che...

VALERIA -  … no! Lo hai detto tu, forse non è il momento. Ti prego!

GUIDO -  Hai ragione. Scusa.

VALERIA -Non hai nulla di che scusarti.

GUIDO -  Credi sia il caso di andare via di qui?

VALERIA -  Io rimango ancora un po'.

GUIDO -  Come vuoi.

VALERIA -Guido! Volevo dirti che... insomma, stasera era cominciata così bene. Il finale non è stato come ti aspettavi. Scusami ma...

GUIDO -  … Valeria, anche tu non devi scusarti di nulla. Sono abbastanza sensibile da rendermi conto della situazione.

VALERIA -  Grazie sei veramente caro. Ci vediamo? Io ci conto!

GUIDO -  Anch'io! Veramente! Ciao... Dorothy!

VALERIA -  Dorothy?!

Scena XII (Eugenio e Valeria)

(Valeria è scossa. Prende il foglio, lo  legge e lo stringe al petto. Si rannicchia e si addormenta. Le          luci

            si abbassano. Si apre la porta d'ingresso, entra Eugenio, vede subito Valeria sul divano. Posa la

            borsa. Si avvicina, ha un lampo negli occhi,             guarda verso   la zona notte. Un attimo di esitazione e poi, con passo felpato, va in camera da letto. Rientra, guarda          Valeria, ha una coperta. Copre V. e, allontanandosi di un passo, resta a guardarla. Un brivido lo   scuote. Tira fuori il telefonino dalla tasca, si porta sul  proscenio e             forma un  numero. Non ha subito risposta, è impaziente. Controlla che V. dorma)

EUGENIO -(sotto voce) PRONTO, ROBERTA...SCUSAMI...SI LO SO CHE ORE SONO...HO BISOGNO DEL TUO AIUTO...NO, NIENTE DI GRAVE.......TI ASSICURO, STO BENE.....PARLO PIANO PERCHE’.....TE LO SPIEGO DOPO (continua a tenere d'occhio V.)....POSSO VENIRE DA TE?.......UN QUARTO D’ORA AL MASSIMO E SONO LI......COME?......HO BEVUTO? MA COSA DICI?.......LO SAI CHE.......VA BENE.....GRAZIE, ARRIVO!

(Silenziosamente torna verso l'uscita, si ferma dietro il divano, la guarda e poi si avvia verso la   porta. Si volta ancora verso Valeria,  fa per tornare indietro. Ci ripensa le manda un bacio     con la mano, apre la porta e la richiude in silenzio. La luce si rialza. Valeria si sveglia, un     attimo per ricordare, poi guarda stupita la coperta, vede la sciarpa, l’afferra, scatta in piedi, corre nellastanza da letto. Torna delusa. Si guarda le mani, nella destra ha la sciarpa, nella sinistra ha ancora il foglio con la poesia. Gira intorno lo sguardo, vede la borsa di Eugenio, vi posa la sciarpa. Va al tavolo apre la rivista e rimette a posto il foglio. Si aggiusta capelli e vestito.

Lentamente s’infila il soprabito, prende la sua borsa. Prima di          andare guarda ancora con malinconia la stanza. Tira su con il naso ed esce)

Scena XIII(Eugenio e Titti)

(Mattino. Scena vuota. Si apre la porta, entra Eugenio, si guarda attorno, nessuno, la coperta è sul        divano. Corre nella stanza da letto. Torna, sospira sconsolato, Si toglie il giaccone e lo     appende. Squilla il telefono

EUGENIO - PRONTO...TITTI...SEI ARRIVATA?...SONO A CASA...NO, NON ESCO, TI ASPETTO...VA BENE....VA BENE. HAI FATTO COLAZIONE?....A PIU’ TARDI... SI, CIAO. (chiude la telefonata e forma un numero) ROBERTA...SI, TUTTO OK! NO, NON C’E’... VOLEVO RINGRAZIARTI ANCORA... PER STANOTTE... CI SENTIAMO?... CERTO... UN BACIO... COME?... AH, SI... IDEM...... CIAO. Ora una bella pulita qui, una doccia e accogliamo la peste.

(Con lentezza comincia a togliere i piatti dal tavolo, li porta in cucina, torna, getta un'occhiata al            tavolinetto di  fronte al divano. Prende la sciarpa e l’appende. Va al tavolo,  mette in ordine           le

            riviste. È un po' perplesso mentre fa   questo, si guarda attorno sospettoso. Prende la        borsa e va

            nella zona notte. CAMPANELLO,. Esce         dalla    zona notte, va ad aprire. Entra Titti., divisa da          hostess, trolley. Tipo sbarazzino, trenta anni circa)

TITTI -  Eccomi! Vieni qua "mitico"!

EUGENIO -  Lo sai che non riuscirai mai a spettinarmi.

TITTI -  Mi fai impazzire di rabbia, per 'sta cosa! Allora, cosa mi racconti?

EUGENIO -Io? Piuttosto tu, che fai una vita così movimentata: oggi Roma, domani New York, dopodomani…

TITTI -… Singapore, poi Tokio, Montreal…

EUGENIO - …  e io? Piazza Dunant, Viale Marconi, Testaccio… (Lei è divertita) ah, la settimana prossima sono a Monte Mario! Ci sei mai stata? Devo portarmi qualcosa di pesante? Sai… l’altitudine …

TITTI - …ma quando diventi un po' più serio?

EUGENIO -  Serio? Come tuo fratello?

TITTI -No, ti prego! È vero, che a vent'anni, era già"vecchio"?

EUGENIO -  In effetti, anche se più giovane, è sempre stato il più "posato" di noi tutti. Poi… sei arrivata tu.

TITTI -  Io che c'entro?

EUGENIO -  Lui prese molto sul serio il suo ruolo di fratello maggiore.

TITTI -  Davvero?

EUGENIO -  Eri una bambina adorabile…

TITTI -  … adorabile?

EUGENIO -  Eravamo tutti schiavi dei tuoi capricci… era impossibile dirti di no… Eh si!  Vuoi bere?

TITTI -  Per carità! E’ cambiato molto, in questa casa! Meglio! Mi piace! Davvero! (Suona un cell, è il suo, ma non riesce a trovarlo. Dopo aver buttato all’aria il contenuto della sua borsa, lo trova)

PRONTO…AH, SEI TU…(Rivolta ad Eugenio) Alberto, un mio collega. Mi fa una corte spietata! ... SI, SONO A ROMA… CASA DI EUGENIO…(Sempre ad Eugenio) Ti saluta. (Lui fa un’espressione come dire :”ma chi è?”)Poi ti spiego…AH, VIENI? QUANDO? ... STASERA? … (Guarda Eugenio che le sorride, complice) SI, SI (Ad Eugenio, sottovoce e con i gesti) a cena, con lui, che faccio? (Lui le fa "OK" con il pollice. Lei gli manda un bacio)…CERTO, MI FA PIACERE…VA BENE…CIAO! Non ti scoccia se questa sera vado a cena con Alberto?

EUGENIO -  Scherzi? Perché dovrebbe "scocciarmi"?

TITTI -  Beh, sai... dopo cena andremo a ballare e...

EUGENIO -  ... e?

TITTI -  Potrei tornare tardi o... fermarmi da lui...

EUGENIO -  ... e con questo? Ti fa piacere?

TITTI -  Beh, si! Però domani mi porti tu in qualche posto carino, vero?

EUGENIO -  Volentieri, ma non ti annoierai con me?

TITTI -  Neanche per sogno... e dove mi porti?

EUGENIO -  Ora non so dire... ma vedrai che non rimarrai   delusa.

TITTI -  Non ho dubbi!

EUGENIO -  Com’è ‘sto collega?

TITTI -  Un bel ragazzo. Come diresti tu:  un “pezzo di Marcantonio”

EUGENIO -  … un grande uomo?

TITTI -  Forse. E', sicuramente, un uomo "grande". Quando ti abbraccia, trasmette sicurezza. Ti senti… avvolta… protetta.

EUGENIO -  … già. Perciò, per “trasmettere” tutte queste cose, bisogna essere …”GRANDI”. Giusto?

TITTI -  Ma dai! Non è mica “automatico”! Tu, ad esempio, sai avvolgere, dare sicurezza in altro modo.

EUGENIO -  Cioè?

TITTI -  Ma sì!  Con la gentilezza, l’allegria, la discrezione, il saper ascoltare. Tu sei così! Non sei un uomo “grande", ma sei un "grande uomo"!

EUGENIO -  Sì, vabbè...

TITTI -Ehi, grande uomo… perché non mi fai uno dei tuoi "famosi" caffè?

EUGENIO -  Volentieri.

TITTI -  Di un po', come vanno le tue fiabe?

EUGENIO -  Bene, in poco tempo, mettendo in ordine gli appunti, ne ho completate cinque, anzi sei.

TITTI -  Fenomenale! Perché non me ne leggi una?

EUGENIO -Ma il caffè?E va bene, aspetta.

TITTI -  Vieni qua.

EUGENIO -  Eccomi. Questa va bene.

TITTI -  Come s’intitola?

EUGENIO -  Vediamo, ah si! "Il micio Nicky, ingegnere per amore."

TITTI -  Il titolo fa schifo. Sentiamo il racconto.

EUGENIO -  Grazie! Cominciamo bene! Possibile che tu debba essere così "cattiva"?

TITTI -  Come mio fratello?

EUGENIO -Questo non devi dirlo, Vittorio sarà pure un "vecchio", ma cattivo no, non lo è           stato mai,

            specialmente con te. Lui ti adora.

TITTI -  E' vero, ma io scherzavo!

EUGENIO -  Dicendo che Vittorio è cattivo o che il titolo fa schifo?

TITTI -  Che… mio fratello è cattivo!

EUGENIO -  Appunto.

TITTI -  Dai, stupidone, leggi 'sto capolavoro!

EUGENIO -"QUI SI RACCONTA DEL MICIO NICKI CHE, COME TUTTI I GATTI, AVEVA           UNA    PARTICOLARE AVVERSIONE PER     L'ACQUA. QUESTO GLI IMPEDIVA DI        ATTRAVERSARE IL FIUME EINCONTRARE UNA STUPENDA MICIA CHE             ABITAVA

            DALL'ALTRA PARTE. QUALCUNO GLI DISSE CHE, UN INGEGNERE,      PUO’

            PROGETTARE,  OLTRE A       PALAZZI E STRADE, ANCHE PONTI.            PONTI! CAPITE? DECISE DI DIVENTARE INGEGNERE.AVREBBE          PROGETTATO UN      PONTE PER PASSARE SULLA SPONDA OPPOSTA. SI RESE  CONTO CHE  LA STRADA SCELTA, SAREBBE STATA DURA,MAERA        DECISO A TUTTO, PUR DI INCONTRARE    QUELLA SPLENDIDA MICIA DAGLI             OCCHI AZZURRI...(Si ferma a pensare. Poi rivolto a T.) Pensi sia troppo scontato questo fatto degli occhi azzurri? Sarebbe meglio "giallo miele"? Che ne dici? Ehi... ... (Lei si è addormentata)         Povera bambina è a pezzi. Dormi, dormi serena, "sorellina". (Le accarezza i capelli con un gesto paterno. Malinconicamente)

Scena XIV (Eugenio, Stefania e Titti)

( Titti è ancora sul divano, sola, legge le fiabe. Suona il campanello,insistentemente. Guarda verso          la

            porta e verso la zona notte )

EUGENIO -  Accidenti! Un momento! Tu?

STEFANIA -  Sì, io! Ah, Titti! Che ci fai qui?

EUGENIO -  Ma cosa t’imp...

TITTI -  … Stefania, ciao, come stai?

STEFANIA -  Sono venuta a lasciare una cosa per lui.

EUGENIO -  Cosa?

STEFANIA -  Ti ho portato l'assegno. No, non dire niente! Il giudice ha stabilito così, ed io non

voglio fare la figura di una che, per denaro...

EUGENIO -  ... certo, la figuraccia la faccio io…

TITTI -  … scusate, io vado. Devo fare alcune commissioni. Gene, porto il trolley di là?

EUGENIO -  Lascialo pure li, ci penso io. Non vuoi fare una doccia?

TITTI - La posso fare più tardi. Stefi, ti ritrovo?

STEFANIA -  No, sicuramente! Ti saluto ora! (Esce ) Gene?Anche la doccia?

EUGENIO - Stefania…

STEFANIA - Cosa vuoi dire? Chi ti fa le pulizie?

EUGENIO - Faccio da solo! Lo sai che non posso permettermi...

STEFANIA -  ... lo so, ma, allora, perché ti ostini a non accettare il mio aiuto?

EUGENIO -  Aiuto?

STEFANIA -  Beh, la tua situazione, dopo il licenziamento, non è rosea, io posso darti anche di    più...

EUGENIO -  ... non mi serve niente! Anche se il giudice, considerando la mia attuale condizione, ha stabilito la cifra degli alimenti, io non li voglio! Discorso chiuso… per favore! Abbiamo preso questa decisione di comune accordo, da persone civili, vero? Ci siamo resi conto che eravamo diventati, come dire, degli estranei? Allora perché, ora, ti preoccupi della mia vita, della mia situazione economica.

STEFANIA -  Estranei? Non mi sembra... Secondo me si potrebbe...parlare un po’…

EUGENIO -  …no! Stefania, SIAMO SEPARATI!      ABBIAMO SCELTO DI FARE DUE    PERCORSI

            DIVERSI? ALLORA FACCIAMOLI!    Perchè… dobbiamo continuare a frequentarci?Insomma:

            Io vivo qui e tu in       un'altra casa. Io non vengo mai a casa tua,     non ne sento la necessità.

            Tu, invece, stai sempre qui. Ma non hai da fare? Ti vedo molto di più ora… prima eri sempre       impegnata... il tuo lavoro, i tuoi hobby, le tue amiche. Io vorrei avere un po' d’intimità o, come

            diresti tu, di “privacy”!          

STEFANIA - Eugenio!Ascoltami bene Io sono una   persona seria. Ho capito di aver un po' … esagerato. Eugenio, io e te ci… vedremo di meno! Promettimi solo una cosa, l'ultima.

EUGENIO -  Sono qui.

STEFANIA - Non parlare mai male di me!

EUGENIO -  Ti assicuro che non lo farò.

STEFANIA -  Solo questo. Ah, un'ultima cosa... attento alle donne giovani e belle! Ti fanno perdere la ragione e…

EUGENIO -  Concordo! Difatti, con te non sono stato “accorto”…

STEFANIA -  Che vuoi dire?

EUGENIO -  Anche tu sei una donna giovane e… bella.

STEFANIA -  Mi stai dicendo che, io, ti ho fatto perdere la testa? Veramente?

EUGENIO -  Come se non lo sapessi! Purtroppo, in seguito, mi hai fatto perdere altro.

STEFANIA -  Cosa?

EUGENIO - La pazienza, soprattutto e poi… la fiducia in me stesso.

STEFANIA -  Mi raccomando… abbi cura di te e... se vorrai, quando vorrai, potrai sempre...

EUGENIO -  CHE COSA?

STEFANIA -  ... contare su di me.

EUGENIO -  Incredibile!

Scena XV (Titti ed Eugenio)

(Sera. La porta si apre, entrano Titti ed Eugenio ballando. Lei lancia giacca,         sciarpa,borsa in giro per la stanza .Indossa un vestito molto colorato. Canticchiano)

TITTI -  Fantastico quel locale!  E' vero che ci andavate anche tu e Vittorio? Quanti anni fa?

EUGENIO -Trenta… anche trentacinque!

TITTI -  Ed è rimasto come allora?

EUGENIO -  Più o meno. La musica è praticamente la stessa. Allora era una novità, oggi è "STORIA"!

TITTI -  Secondo te, ci si divertiva di più, ai vostri tempi?

EUGENIO -  Come lo dici : "Ai vostri tempi"! Mi fai sentire decrepito.

TITTI -  Ma quale decrepito, sembri un ragazzo! Non hai notato come ti guardano le donne?        

EUGENIO -  Davvero? Forse qualche "decrepita" come me?

TITTI -  Nient'affatto! E poi come guardano me?

EUGENIO -  Come?

TITTI -  Invidiosette!

EUGENIO -Ma dai, mi avranno, sicuramente, scambiato per un papà moderno che passa una        serata con

            sua       figlia...

TITTI -  ... o uno splendido cinquantenne in compagnia della sua giovane amante.

EUGENIO -  Si, vabbe’!

TITTI -  Guarda che non sfiguri per niente, vicino a una donna di trent’anni!

EUGENIO - Che bel complimento!

TITTI – È sincero!

EUGENIO – Grazie! Non mi hai raccontato niente di ieri sera! Dove siete andati con Alberto?

TITTI – A cena, al “Pomodorino spiritoso”…

EUGENIO - … ristorante vegetariano?

TITTI – Si! Lo conosci?

EUGENIO – L’ho sentito nominare.

TITTI – Poi in un Pub, a Trastevere.

EUGENIO – Una bella serata, quindi?

TITTI – Direi di si!

EUGENIO – Se sei rientrata stamani alle dieci, lo deve essere stata anche la “nottata”?

TITTI – E gia!

EUGENIO – Ti vuole bene, questo “marcantonio”?

TITTI – Oh si! Mi cerca, mi copre di attenzioni, di regali…è tenero…

EUGENIO - … e tu?

TITTI – Io cosa? Se gli voglio bene? Devo conoscerlo un po’ di più, per dirlo.

EUGENIO – Sicuramente ti prende molto, si vede dalla tua espressione quando ne parli! Non è solo attrazione fisica, vero?

TITTI – No! E questo mi preoccupa un po’. Pensavo di essere, come dire, immune da queste sensazioni… romantiche…o meglio ho deciso di esserlo…

EUGENIO - … stai scherzando, spero? Come si può decidere su queste cose?

TITTI – Bisogna farlo, per molti motivi! Io devo pensare al mio lavoro. Sono sempre in viaggio da una parte all’altra del globo… anche per Alberto è così. Ogni tanto ci incontriamo, a migliaia di chilometri da qui! Tutto molto eccitante… mmhh! No, non rinuncerò a tutto questo! Tu non hai mai “contenuto”,“limitato” emozioni, slanci…

EUGENIO - … io? Beh… si, purtroppo!

TITTI – Gene, cos’hai? Ti sento triste. Ti annoio?

EUGENIO – Scherzi? Forse sono un po’ stanco…

TITTI - … a me non la dai a bere! Vieni?

EUGENIO -  Una fiaba prima di dormire?

TITTI -  No, voglio che mi fai un po' coccole.

EUGENIO -  Coccole?

TITTI -  Non me le negare!

EUGENIO -  Bambina, devo pensare che hai esagerato con i "Margaritas"?

TITTI -  Ne ho preso uno solo e non l'ho neanche finito

EUGENIO -  Titti, non sarebbe meglio che...

TITTI - Lo so io cosa è meglio!

Buio/CAMPANELLO /Luce

Scena XVI (Eugenio e Valeria)

(Mattino. Una settimana dopo. Entra Eugenio, va ad aprire)

EUGENIO -  Eccomi.

VALERIA -  Buongiorno!

EUGENIO -  Buongiorno!

VALERIA -  Solo?

EUGENIO -  Solo!

VALERIA - Titti?

EUGENIO - Sarà su qualche aereo… pensavi di trovarla qui?         

VALERIA -  Eugenio, possiamo parlare un po'?

EUGENIO -  Naturalmente! Ti offro qualcosa?

VALERIA -  No grazie! Vorrei parlare con te di venerdì scorso...

EUGENIO -  … Valeria! Parlare di cosa? Del fatto che io, rientrando e vedendoti sul divano, ho

            avuto il timore di aver fatto una imperdonabile gaffe. Quindi sono andato via...

VALERIA -  ... prima, però mi hai messo una coperta addosso, sei stato così tenero...

EUGENIO -  ... lasciami finire. Sono andato via perché non volevo entrare in un momento tutto tuo. E' vero siamo amici da tanto tempo...

VALERIA -  ... da "sempre" e "per sempre", vero?

EUGENIO - Verissimo! Proprio in nome di questa nostra amicizia così profonda… ho preferito non svegliarti.

VALERIA -  Ma dove sei andato?

EUGENIO -  Da Roberta.

VALERIA -  Roberta? Ah, la bella ragazza “in camicia”?

EUGENIO -  Lei.

VALERIA -  E ti ha accolto, a quell'ora di notte?

EUGENIO -  E cosa c'è di strano?

VALERIA -  La conosci da così poco tempo.

EUGENIO - Fra Roberta e me, è nata subito un'intesa particolare. Con lei è tutto così… leggero. Leggero ma intenso…

VALERIA -  ... una cosa di quelle: "Dov'eri, dove sei stata fino a oggi?"

EUGENIO -  Non proprio!

VALERIA -Eugenio! Che risposta è? Non è da te! Ti conosco come un uomo che rispetta molto    le

            donne! Insomma con lei ci sei anche andato a…

EUGENIO - …nient’affatto!

VALERIA - Come sarebbe a dire?

EUGENIO - Che non ci sono andato a letto!  Tu, piuttosto, col tuo "ganzo"…?

VALERIA -  … chi, Guido? E' una bella persona, un uomo profondo, sensibile, ma anche            allegro e

            divertente. Non è "l'anima gemella"… ma gli voglio molto    bene!

EUGENIO -Io , però, chiedevo se… ehm… tu e lui…

VALERIA -… Eugenio!

EUGENIO - Accidenti, la lavatrice...

VALERIA -  ... cos'ha?

EUGENIO -  Non deve assolutamente fare la centrifuga! (Esce. Rientra)Per fortuna me ne sono    ricordato.

VALERIA -Sarebbe stato un guaio tremendo!

EUGENIO -  Eh sì... non perdi occasione per prendermi per il c…

VALERIA -  ... se ti sente Stefania.

EUGENIO -  A proposito, la sai la novità?

VALERIA -  Quale?

EUGENIO -  Stefania ha chiesto di essere trasferita in Inghilterra!

VALERIA -  Scappa. Da te?

EUGENIO -  Figurati! C'è un'altra novità!

VALERIA -   Speriamo che non sia “sconvolgente”, anche questa.

EUGENIO -  Per me è importantissima!

VALERIA -   Non tenermi sulle spine. Avanti!

EUGENIO -  Mi compro la moto!

VALERIA -  Davvero? E che moto prendi?

EUGENIO -  L'Harley, naturalmente! Ho trovato un’ottima occasione.

VALERIA -  Il tuo primo, unico, indimenticabile "amore"?

EUGENIO -  Sì, il mio... grande amore.

VALERIA -  L'avevi prima di sposarti, ma a tua... ehm… alla tua "ex moglie", non piaceva.

EUGENIO -  Ti prego, ho rimosso il tutto.

VALERIA -  Ora ci "scorrazzerai" con la tua “Robertina”?

EUGENIO -  Naturalmente! Valeria!

VALERIA -  Dimmi.

EUGENIO -  Se vuoi, qualche volta possiamo fare una gita insieme? In moto, intendo. Ricordo che ti piaceva tanto...

VALERIA -  … da morire. Ma, tu… non mi ci hai mai fatto salire...

EUGENIO -  ... ma… io...

Scena XVII

(Eugenio e Valeria giovani)

(I due rimangono immobili come un fermo immagine. Buio sul palco. Filmato: un ragazzo, circa

            venti-ventidue anni, jeans, camicia bianca, giubbotto           di pelle nero,   mocassini neri, calzini

            bianchi, Ray Ban a goccia, Seduto su degli scalini, legge un giornale. Da destra   arriva

            una bambina, quindici/sedici anni,    jeans, Superga            bianche, polo bianca e           golfino blu sulle

            spalle. Vede il ragazzo, ha un            sussulto, si blocca, poi si avvicina silenziosamente, gli tocca la

            spalla destra e si sposta velocemente a sinistra. Lui si          volta    istintivamente a destra, ma

            subito capisce lo scherzo e si gira di scatto dalla parte opposta. Vede la ragazza e sorride)

EUGENIO -  Ciao! Tuo fratello?

VALERIA -  E’ a casa, si sta vestendo!

EUGENIO - Sempre il solito: appuntamento alle quattro e… (Guarda l’orologio. rassegnato) alle             quattro e mezzo ancora si sta vestendo…

VALERIA - … tu invece: sempre in perfetto orario?

EUGENIO - Assolutamente!

VALERIA - Oggi sei arrivato alle quattro e venti…

EUGENIO - … Ehi! Sono sotto sorveglianza? (sorride sornione)

VALERIA - Figurati… ero alla finestra… ti ho visto arrivare e…

EUGENIO - Che combinazione, eh?

VALERIA - Proprio così! Mi stavo vestendo anch’io…

EUGENIO - … alla finestra?

VALERIA - Insomma! Stai cambiando discorso! Non vuoi ammettere che anche tu arrivi in  ritardo!

EUGENIO - E’ successo oggi, per la prima volta…

VALERIA - … ti conviene dire così! (Sorride) Altrimenti si rovina la tua reputazione di “precisino”!

EUGENIO - Ehi, Dorothy, ti piace prendermi in giro, vero?

VALERIA -  Perché mi chiami Dorothy? Mi chiamo Valeria. (Irritata) Come se non lo sapessi!

EUGENIO -  Perché Dorothy mi piace di più.

VALERIA -  Allora ti chiamo "UOMO DI LATTA"!

EUGENIO -  Per me va bene.

VALERIA -(Alza le spalle) Sei con la moto? (La cerca con lo sguardo)

EUGENIO -  Sì.

VALERIA - Dov’è?

EUGENIO - E’ li… (Indica il fondo del teatro)

VALERIA -(Allungando il collo in direzione della moto) Dove andate?

EUGENIO -  Da "Ricordi".

VALERIA -  A che fare?

EUGENIO -  A comprare… (La guarda sorridendo) dei calzini.

VALERIA -  Ah! E dove sta Ricordi?

EUGENIO -  A Piazza Venezia. (sempre più divertito)

VALERIA -  Ho capito. (Riflette un attimo) Ma, scusa, per comprare dei calzini, andate fino a Piazza Venezia?

EUGENIO -  Lo vedi che sei proprio "DOROTHY"? Ricordi vende dischi. (Spiegando, divertito) Andiamo a comprare un disco.

VALERIA -  Aahh, un disco? (Contenta)

EUGENIO -  Un Long Playing.

VALERIA -  Di chi?

EUGENIO -  Elton John.

VALERIA -  Ti piace Elton John?

EUGENIO -  E' bravo. Però, io preferisco i… (La guarda divertito) i Queen!

VALERIA -(Il suo volto s’illumina) Davvero? Anche a me piacciono tanto... (Cambia espressione, ora è arrabbiata) non è vero, a te piacciono i Pink Floyd!

EUGENIO -  E tu cosa ne sai? (La scruta)

VALERIA -  Ehm... io... me lo ha detto... mio fratello!

EUGENIO -  Ah, ecco. (Ride sommessamente del suo imbarazzo)

VALERIA - Poi sono io che ti prendo in giro, eh? (Imbronciata gli volta le spalle)

EUGENIO -(Con tenerezza, allunga una mano verso di lei) Dai, Valeria… (Sentendosi chiamare così, V. si volta di scatto, E. ritira immediatamente la mano) lo facciamo sempre… ma se ti da noia…

VALERIA - … ma no, lo so che lo fai… lo facciamo, perché… perché…

EUGENIO - … perché?

VALERIA - Beh, siamo amici, no? (E. annuisce) Lo siamo da tanto

EUGENIO - La prima volta che ti ho vista, eri piccola così… (Con le mani indica le dimensioni di un neonato. S’interrompe guarda in alto, lontano a destra del palco) toh, guarda là, alla finestra, c’è quel bel tomo di tuo fratello. (Fa un cenno con la mano e poi indica l’orologio) Cosasta dicendo? (Guarda ancora) Ah, dice che l’appuntamento era alle cinque! È incredibile, che faccia tosta! (Rivolto a V.) Ma ti rendi conto? È fortunato che gli voglio un gran bene…

VALERIA - … davvero?

EUGENIO -(Si fa serio. Guarda intensamente V.) Io sono figlio unico e Riccardo è il fratello che avrei voluto.

VALERIA - Allora io sono la …

EUGENIO -(Turbato) La… sorellina? Si, la mia sorellina…

VALERIA - … vuoi bene anche a me?

EUGENIO - Certo!

VALERIA - Come fossi tua sorella?

EUGENIO -(Si morde le labbra. Guarda altrove, distraendo lo sguardo da V.) Beh, si!

VALERIA - O preferisci…

EUGENIO - … cosa? (La guarda speranzoso)

VALERIA -(Si rende conto di doversi trattenere) Come… l’amica del cuore?

EUGENIO - Fantastico!

VALERIA - Cos’è fantastico?

EUGENIO - Che tu sia la mia “amica del cuore”! Ti piace di più?

VALERIA - Si! Anche perché, se non baglio, c’è un’altra “sorellina” a cui vuoi molto bene?

EUGENIO - Un’altra…? (Riflette sotto l’occhio severo di V.) Stai parlando di Titti?

VALERIA - Si! La sorella di Vittorio. È bella, vero?

EUGENIO - Bella? È un’opera d’arte… (Si blocca) anche tu da piccola eri bellissima…

VALERIA - … “ero”?

EUGENIO -(Sorrisetto) Adesso sei un po’ diversa… (V. si mostra offesa) sei cresciuta…

VALERIA -(Sorride compiaciuta, ma cambia discorso) Ricordi quando tu e Riccardo facevate i compiti e io venivo a ”rompere”?

EUGENIO - Hai detto la cosa giusta: a ”rompere”! (La guarda con tenerezza) Comunque eri la “scusa” per non studiare…

VALERIA - … e poi mi portavate al parco… (E. ride) ridi, ridi! Mi riportavate a casa sempre tutta arruffata, sporca…

EUGENIO - … eri tu che volevi giocare con la terra! (Divertito) Non eri la sola ad essere sporca ed arruffata? Hai dimenticato che la terra ce la mettevi dappertutto! Quando andavo a casa, dovevo svuotare tasche, scarpe ed … orecchie!

VALERIA - Orecchie? (Ride di gusto, ricordando)

EUGENIO - Sicuro, anche nelle orecchie!

VALERIA - Eri un baby sitter fantastico… (Lo guarda divertita) ma lo sei ancora! Ti vedo, qualche volta, insieme a Vittorio, che giocate con la “piccolina”!

EUGENIO - È una forza! Capricciosa, ma non le si può dire di no! È così “ruffiana”…

VALERIA -  … ti piacerebbe avere dei figli?

EUGENIO - Naturalmente! (Sorridendo) Sono così belli! Deve essere bellissimo aiutarli a crescere…(La osserva, sorpreso) a te non piacerebbe, fra qualche anno, averne?

VALERIA -(Imbarazzata, cerca di cambiare discorso) … a proposito di cose belle: è bello andare in moto?

EUGENIO -  È il massimo… (Estasiato)

VALERIA -  … io non sono mai andata... (Lo guarda adorante)

EUGENIO -  Perché sei ancora piccolina...

VALERIA -(Stizzita)… non sono "piccolina”! Ho sedici… (Lui la guarda poco convinto) vabbe’, quindici anni!

EUGENIO -  Quasi "vecchia", in pratica.

VALERIA -  Spiritoso! (Si da un tono) Lo sai che ho già un fidanzato…

EUGENIO -(Colpito)… cosa? (Si riprende) Ah si? E chi sarebbe?

VALERIA -  E a te cosa importa? (Lo guarda compiaciuta)

EUGENIO -  Ma… niente. Solo che…

VALERIA -  … che? (Divertita)

EUGENIO -  Insomma… anche se non… sei proprio mia… sorella…

VALERIA -  … no, non lo sono! (Adorante) Allora?

EUGENIO - Sei …

VALERIA - … la tua amica del cuore? (Stuzzicante)

EUGENIO -(Sospira) Già! Il fatto è che… io ci tengo a… a te.

VALERIA -  Dici davvero? (Incuriosita)

EUGENIO -  Certo! Quindi…

VALERIA -  … quindi? (Incalzante)

EUGENIO -  Ecco… mi sembra che sia… (Imbarazzato) come dire, un po’ presto…

VALERIA -  … presto? Per cosa?

EUGENIO -  Per… per… (Guarda altrove)

VALERIA - Eugenio… (Con saggezza) anch’io divento grande. (Stavolta è lei che allunga una mano per toccarlo. E. si volta e lei ritira la mano)

EUGENIO -(Serio. La guarda) Non aver fretta di crescere, Dorothy.

VALERIA -(Arrabbiata, offesa) Non chiamarmi Dorothy!

EUGENIO - Invece ti ci chiamo! (Le sorride) lo farò anche quando saremo vecchi! Tu per me sei Dorothy! Lo sarai per sempre!(Sorride anche lei, lo prende per mano e si allontanano)

Scena XVIII

(Eugenio e Valeria)

(si alza la luce sul palco, i  due sul divano si scuotono, si guardano, commossi)

EUGENIO -  Dorothy

VALERIA -  Dimmi "Uomo di latta"

EUGENIO -  Ci vogliamo bene noi, vero?

VALERIA -  Da morire.

EUGENIO -  Saremo sempre così?

VALERIA -  Così come?

EUGENIO - Così!

SIPARIO

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Scena I            (Eugenio e Roberta)

(E. è seduto in terra, solo, davanti al divano, sta completando un puzzle montato su un     compensato

            poggiato sul tavolinetto. Sembra molto concentrato. Entra Roberta, gli fa una carezza)

EUGENIO -  Accidenti, è impegnativo

ROBERTA -  Ti prende proprio, eh?

EUGENIO -  Sicuro!

ROBERTA -  Mi piace tanto guardarti. Davanti a questo puzzle sei come un bambino...

EUGENIO -  ... ti diverto?

ROBERTA -  No. Mi emozioni. Tu ti diverti?

EUGENIO -  Molto!

ROBERTA -  Qualcosa non ti torna?

EUGENIO -  Non so! Forse una tessera è andata persa.

ROBERTA -  Controlla bene.

EUGENIO -  L’ho già fatto…

ROBERTA -  Fallo ancora.

EUGENIO -  Cosa?

ROBERTA -  Quell'espressione imbronciata...Sei così carino…

EUGENIO -  Scherza tu! Io sto diventando matto a cercare... ma cos'hai qui?

ROBERTA -  Cosa? Oh... questa?

EUGENIO -  Fa vedere... è proprio questa.

ROBERTA -  Scusa.

EUGENIO -  E di che? Non potevi sapere che era proprio questa, la "chiave di volta".

ROBERTA -  C'è sempre una "chiave di volta", vero?

EUGENIO -  Naturalmente, l'importante è avere la pazienza di cercarla o aspettarla., prendi il tuo… il nostro caso...

ROBERTA -  ... in che senso?

EUGENIO -  Tu sei la mia chiave di volta!

ROBERTA -  Spiegami.

EUGENIO -  Bambina, tu hai liberato il vero Eugenio...

ROBERTA -  ... davvero? E com'era il "falso"?

EUGENIO -  Beh, proprio falso falso no! (Si alza) Si può dire... inespresso, forse... trattenuto?

ROBERTA -  Il famoso "lasciar fare"?

EUGENIO -  Già!

ROBERTA - Senti, Ciccio, posso farti una domanda? Stupida?

EUGENIO -  Sarebbe la prima volta...

ROBERTA -  ... beh, a volte può capitare...

EUGENIO -  ... sono sicuro che non riuscirai a essere stupida.

ROBERTA -  Che carino.

EUGENIO -  Allora? Questa domanda?

ROBERTA -Credi che tra te e me potrebbe funzionare?E’ una domanda così cretina?

EUGENIO - No! È una domanda seria, invece!

ROBERTA -Ci frequentiamo da circa un mese, parliamo molto, ci divertiamo…vero? Però non facciamo cenno a… a qualcosa di più…

EUGENIO -… forse, così, va bene a tutti e due?

ROBERTA -Ah...

EUGENIO -… non potremmo essere amici?

ROBERTA - Ma se un uomo e una donna… hanno… (Si blocca) Amici? Come lo sei con Valeria?

EUGENIO -Valeria? Tu sei un’altra cosa!

ROBERTA -… io SONO un’altra cosa!

EUGENIO -Dimmi…

ROBERTA - … cosa?

EUGENIO -(Si inginocchia teatralmente) Mi vuoi sposare?

ROBERTA -Che dici? Scemo!

EUGENIO -  Dì pure: rimbambino!

ROBERTA -Rimbambino? Che vuol dire?

EUGENIO -  Ad una certa età, la mia, ad esempio… si inizia la “regressione”, si torna un

po’…bambini! Si è, quindi, Rimbambini,!

ROBERTA -  Rimbambito… ma dai?

EUGENIO -  … rimbambino, prego! Allora: mi vuoi sposare?

ROBERTA -Ma non eri quello del: “Errare è umano, perseverare è diabolico…”?

EUGENIO -… vorrà dire che mi farai esorcizzare!

ROBERTA -Ma non puoi!  O sbaglio? Dovresti prima divorziare, no?

EUGENIO -Roberta, io…io sto bene con te!

ROBERTA - Anch’io sto molto bene con te!

EUGENIO -Ci piace stare insieme… ci raccontiamo un sacco di cose…

ROBERTA - … non tutto!

EUGENIO -Aspetta! Qui ci sono le mie fiabe...

ROBERTA -... le ho lette. Mi piacciono...

EUGENIO -... dicevo! Ce n'è una per la quale non riuscivo a trovare il nome della protagonista.

ROBERTA -E lo hai trovato?

EUGENIO -Roberta!

ROBERTA -Si?

EUGENIO -Il nome è Roberta!

ROBERTA -Dai? E cosa fa, di particolare, questa protagonista?

EUGENIO -Rende felici gli uomini…

ROBERTA -Come?

EUGENIO -Cantando e danzando! È una fiaba per bambini!

ROBERTA -Ah! Mi somiglia?

EUGENIO -No! Sei proprio tu! Col tuo modo di fare, col tuo essere così… leggera, tenera, mi hai fatto provare emozioni nuove, riscoprirne di dimenticate, mi hai aiutato a liberarmi e… mi hai fatto felice…

ROBERTA -… non dovresti…

EUGENIO -… cosa?

ROBERTA -Io non sono l’angelo che credi…

EUGENIO -… per me lo sei!

ROBERTA - Vedi tesoro, io… io ho…

EUGENIO -… no, non sentirti obbligata a raccontarmi…

ROBERTA - … lo so. Non sono obbligata, ma sento... sento che con te è giusto “liberarmi”.          Eugenio, ho

            avuto altri uomini. Qualcuno non è stato “carino” con me. Anch’io non sono stata “carina”, con

            qualcuno di loro. In entrambi i casi stavo sulla “difensiva”.

EUGENIO - Cosa intendi con “stavo sulla difensiva”? Cosa facevi o non facevi?

                        ROBERTA - Avevo paura di lasciarmi andare. Se solo avessi parlato apertamente, esprimendo      quello che

 avevo dentro. Invece,  nulla! Non mi liberavo. Hai presente silenzi, cose    non      dette o dette

male, con toni sbagliati?         Autocensura! Ad ogni storia che finiva, la     mia      mente, si

perdeva in mille contorsionismi!Mille domande… sempre le stesse:             “perché non ho detto…non

ho fatto? Perché ho lasciato andare… fare?” Si, proprio       così, proprio come te! Ecco perché, ora,ti

racconto di me. Mi l i b e r o! Senza remore ne          vergogne. Non riesco a dire altro se non quello che

sento veramente!

EUGENIO –Del tipo?

ROBERTA – Che sono proprio innamorata di te! E soprattutto, impensabile fino a qualche tempo fa,  non ho paura di dirti che… che, quando non ci sei, penso sempre a te. Sei dappertutto. Penso, continuamente, a come potrei fare le cose con te…

EUGENIO -… quali cose?

ROBERTA -Tutte! Anche le più semplici

EUGENIO -Sono senza parole.

ROBERTA -Sono scema?

EUGENIO -Sei... adorabile!

ROBERTA -Davvero mi vedi così?

EUGENIO -Soprattutto, ti sento...

ROBERTA -E' fantastico!

EUGENIO -E tu, mi senti?

ROBERTA -Idem.

Buio/Luce

Scena II (Stefania ed Eugenio)

(Mattino. Eugenio prende dei             fogli dalla libreria. Si ricorda di qualcosa, posa i fogli sul tavolo. Va

            fuori. Torna con una borsa.,Un’ultima occhiata ed esce. Breve pausa, CAMPANELLO.

            Altra pausa. Entra Stefania, ha con se la borsa e una cartella di cuoio. Posa la borsa sul

            divano e la cartella sulla libreria. Fa un giro per la stanza. Va in cucina. Breve pausa. Si

            apre la porta d’ingresso, entra Eugenio, prende ifogli che aveva dimenticato, sta per uscire ma

sente un rumore. Raccoglie una mazza da baseball e, brandendola, si dirige verso la cucina. S. esce dalla cucina. Eugenio alza la mazza. Rimane di stucco vedendola)

EUGENIO -Stefania! Che cosa... come sei entrata?

STEFANIA -Io... veramente... ma sei già tornato?

EUGENIO -Chi ti ha fatto entrare?

STEFANIA -Nessuno.

EUGENIO -Allora come...

STEFANIA -Con queste?

EUGENIO -Come fai ad avere le chiavi? Chi te le ha date?

STEFANIA -Beh, sai... ne ho fatta fare una copia...

EUGENIO -... quando, come?

STEFANIA -Una volta, tu eri impegnato a riparare un rubinetto, in bagno, credo, io ero qui e con la scusa di uscire a comprare qualcosa da mangiare... insomma, le ho prese... erano così invitanti, lì vicino la porta... sono andata qui di fronte, c’è un posto, dove duplicano chiavi e... scusa.

EUGENIO -Ma sei diabolica! Io non... s c u s a?  Stefania!

STEFANIA -Si?

EUGENIO –Mi hai chiesto s c u s a? Ma come ti è venuto in mente? Perché?

STEFANIA -Volevo venire qua… quando non c'eri...

EUGENIO -... non capisco! Questo è assurdo, violare così il privato di una persona...

STEFANIA -... no, non era questa l'intenzione, credimi.

EUGENIO -Allora cos'era?

STEFANIA - Quando c'eri tu, ero sempre arrabbiata … e facevo arrabbiare anche te. Così ho pensato...

EUGENIO -Non ci posso credere. Queste tue visite, quando sono cominciate?

STEFANIA -Beh, tre mesi fa, circa.

EUGENIO -Tre mesi? Ma allora?

STEFANIA -Eugenio! Ti ho chiesto scusa!

EUGENIO -Sì, sì, va bene. Tre mesi? Ecco spiegato tutto...

STEFANIA -... che cosa?

EUGENIO -Sai, mi ero accorto che qualcosa cambiava, qui in casa, piccoli particolari... questo, ad esempio, (Le mostra il sigaro) io lo lascio sempre con la parte che metto tra le labbra all'esterno. L'ho, invece, ritrovato poggiato al contrario.

STEFANIA -(Tra se) Non avevo fatto i conti con la sua precisione.

EUGENIO -Cosa ti fa ridere?

STEFANIA -La mia superficialità.

EUGENIO -Ho anche pensato ci fossero gli "spiriti"?

STEFANIA -Per il toscano fuori posto?

EUGENIO -No, non solo... Continuo a non crederci, com’è possibile...

STEFANIA -... mi perdoni?

EUGENIO -Eh? (Distratto) Perdonarti? Ma certo! (Ride di gusto)

STEFANIA -Mi trovi divertente?

EUGENIO -Un po'!

STEFANIA -Non lo sono mai stata, vero?

EUGENIO -Non volontariamente. Ma non lo sono neanche io...

STEFANIA -Invece no! Tu sei divertente.

EUGENIO -O buffo?

STEFANIA -Assolutamente no!

EUGENIO -Che cosa intendi, allora, per "divertente"?

STEFANIA -Che, con te, non ci si annoia...

EUGENIO -... vuoi dirmi che trovi interessanti, divertenti le cose che faccio?

STEFANIA -Certo!

EUGENIO -Quali cose?

STEFANIA - Che so… i tuoi commenti su un film, uno spettacolo teatrale, un concerto. Il coinvolgimento mentre ascolti una canzone o leggi un libro. Come racconti un avvenimento del passato. La tua “mania” di fare collegamenti tra un evento e l’altro. Il tuo soffermarti sul significato di una parola…

EUGENIO -… gli accenti!

STEFANIA - Gli accenti, già! Quel ribadire, sempre, la tua “italianità”…

EUGENIO -… sai perfettamente come io sia f e l i c e di essere italiano!

STEFANIA -Sono d’accordo con te…

EUGENIO -… vorrei vedere!

STEFANIA -Ma tu lo affermi con tale passione…

EUGENIO -… passione? Certo! Passione e amore per la mia terra! Nonostante… tutto! Perché      non

hai mai dimostrato interesse per tutto ciò?

STEFANIA -E’ proprio questo il punto! Ero molto interessata, ma non lo dimostravo! Perché? Non l’ho ancora capito! So solo che vorrei tanto averlo fatto… E tu mi hai sopportato per quindici anni!

EUGENIO -Dunque eri interessata a quello che facevo? Ma anch’io, in fondo, ero “affascinato” dal tuo modo di fare, dalle tue fissazioni…

STEFANIA -… fissazioni? Che fissazioni?

EUGENIO - Ad esempio quando eri preoccupata, forse è meglio dire “in ansia”, che il tuo abbigliamento fosse perfetto. Guai se qualcosa non faceva “pandant”, si dice così? Ricordi la prima volta che siamo u s c i t i?

STEFANIA - Che cosa dovrei ricordare?

EUGENIO -Scendendo dall’auto eri molto imbarazzata, io credevo per… insomma, per quello che sarebbe successo…

STEFANIA -… stupido! E per cosa, allora?

EUGENIO -Non lo ricordi? Davvero? Io non lo dimenticherò mai!

STEFANIA -Allora, me lo dici?

EUGENIO - Mi hai guardato con due occhi tristi e mi hai detto, con un filo di voce: “Ho una calza bucata! Mi vergogno tanto…”

STEFANIA -Tu hai voluto sapere dove era il buco, capirai, il solito impiccione…

EUGENIO -… di lì a poco lo avrei scoperto, comunque…

STEFANIA -… scemo! Allora potevi aspettare! Invece no, hai voluto saperlo subito e…

EUGENIO -… poi mi hai detto che era sull’alluce destro…

STEFANIA -… e tu mi hai fatto togliere la scarpa li, in mezzo alla strada…

EUGENIO -… in macchina! Sei risalita in macchina! Non si vedeva neanche, tanto era piccolo…ma per te era enorme! Ricordo che avevi delle calze di scorta in macchina e in borsa ma... nessun paio era di tuo gradimento! Incredibile…

STEFANIA -Ero... sono… così comica?

EUGENIO -Non sto ridendo di te, ma di me stesso.

STEFANIA -Perché?

EUGENIO -Perché? Ricordi come mi sono precipitato a comprarti un paio di calze? Che ho azzeccato la tonalità dopo vari tentativi? Mi hai rimandato indietro almeno tre volte.

STEFANIA -Alla fine le ho sfilate e tu sei andato, con quelle, nel negozio…

EUGENIO -… la commessa deve avermi preso, prima, per un deficiente, poi, perun feticista! Mi ricordo la sensazione che ho provato, tenendo in mano una cosa così… così intima… così tua…

STEFANIA -… era la prima volta!

EUGENIO -Mi sembra che…

STEFANIA - … sia successo da poco?Invece…

(una pausa di riflessione per entrambi. Stefania è la prima a parlare)

STEFANIA -Eugenio!

EUGENIO -Cosa?

STEFANIA -Eugenio!

EUGENIO -Dimmi!

STEFANIA -Ci... ci... riproviamo?

EUGENIO -Ascoltami bene! È la prima volta che ti vedo interessata a ciò che dico… no, non ti

            preoccupare, non c’è rancore. Èla prima volta in cui abbiamo riso, prendendoci, serenamente,

            in giro, l’un con l’altra e da noi stessi, soprattutto…

STEFANIA -… è vero! Ma…

EUGENIO -… ma, io, sono cambiato…

STEFANIA -… anch’io! Ho anche imparato a fare il caffè…

EUGENIO -… sto parlando seriamente!

STEFANIA - Anch’io! Ho fatto molti tentativi… ho usato mia madre e una mia collega come        cavie…

EUGENIO - … Ste’!

STEFANIA - Tu non sai quanto sia importante, per me, saper fare qualcosa che…

            che ti piace …              davvero!

EUGENIO -Ci credo.

STEFANIA - In cosa sei cambiato?

EUGENIO - Ho fatto delle scelte. Ho deciso di liberarmi!

STEFANIA -Liberarti? Come? Di cosa?

EUGENIO -Prima di tutto ho trovato il coraggio di non “lasciar fare”…

STEFANIA -… lasciar fare? Che cosa intendi?

EUGENIO -Ho messo, al primo posto, Eugenio. Ci è voluto un po’ di tempo, ma ci sono riuscito. Da quel momento mi sento, o meglio, sono un’altra persona: il vero Eugenio.

STEFANIA - Anch’io sto scoprendo un’altra me stessa… la vera? Non lo so. Ho, però, scoperto di saper perdonare, di avere voglia di farlo. Di saper ammettere le mie mancanze…ho dei dubbi. Ne ho avuti sempre, ma non li esprimevo. Volevo far credere agli altri di avere solo certezze… accidenti!

EUGENIO -E’ giusto esternare i propri dubbi, cercare le soluzioni con l’aiuto degli altri, di chi ti vuol bene, di chi non ti condanna per le tue incertezze…

STEFANIA -… e ti vuole, forse, ancora più bene…

EUGENIO -… senza forse!

STEFANIA -Eugenio…

EUGENIO -… io ti ho voluto bene, molto e… te ne voglio ancora…

STEFANIA - Cosa mi stai dicendo?

EUGENIO -Quindici anni fa, ho deciso di dividere la mia vita con te per questo motivo, oltre al fatto, non secondario, che mi piacevi… da morire…

STEFANIA -… e ora, non ti piaccio più?

EUGENIO -Purtroppo mi… mi piaci ancora…

STEFANIA -… Eugenio, ma è bellissimo…

EUGENIO -… ti prego! Stefania…

STEFANIA -… hai detto che ti senti libero di scegliere. Se ti chiedo di farlo ancora una volta…l’ultima. Decidi… liberamente…

EUGENIO -… mi stai sfidando?

STEFANIA -Nessuna sfida! Io lo voglio… e anche tu! Siamo liberi di scegliere, no?

EUGENIO -Giusto! Allora, mia bella signora, sappi che…

STEFANIA -… che?

EUGENIO -Te lo spiego di là… vuoi?

STEFANIA -Non aspetto altro!

EUGENIO -Non è possibile!

STEFANIA -Eugenio…

EUGENIO -…Stefania! (Squilla il cellulare di Eugenio)<PRONTO… SI, SONO IO… AH,   SI…MI

            DICA….>

STEFANIA -È proprio cambiato.

EUGENIO -< VA BENE… CI SENTIAMO!>

STEFANIA -Eugenio, tra pochi giorni partirò per Londra e…

EUGENIO -… io ti auguro buona fortuna e… buon lavoro.

STEFANIA -Va bene. Ci salutiamo così?

EUGENIO -Ciao Stefania e… scusami…

STEFANIA -… scusami tu, se… non ho voluto darti un figlio!

(Stefania raccoglie le sue cose ma dimentica la cartella di cuoio sulla libreria. Eugenio rimane    immobile, come impietrito, si gira di scatto ma lei è già sparita. Si siede sul divano,          poggia la

            testa, chiude gli occhi, sospira. La luce si abbassa)

Scena III(Valeria “giovane” ed Eugenio)

( Dal fondo arriva Valeria “giovane”. E. si   accorge di lei, sorride, non è sorpreso, si drizza a

            sedere. V. sale le scale e va dietro il divano. E.         si poggia di nuovo e la guarda tirando          indietro

            la testa. V. gli posa le mani sulle spalle e comincia a massaggiarlo)

EUGENIO - Ciao Dorothy, era un po’ che non venivi a trovarmi! Come stai?

VALERIA - Ciao Bestia! Bene. Ti sento un po’ contratto… e dalli con ‘sta “Dorothy”… ma tu, sei sempre il mio amico “Uomo di latta”?

EUGENIO - Naturalmente! Allora, a cosa devo questa tua visita? L’ultima volta è stato… due o tre mesi fa…

VALERIA - … quattro, per essere precisi. Stai proprio invecchiando, non hai più la memoria di un tempo!

EUGENIO - Tu, invece, grazie a queste “visioni”, rimani sempre la bambina che …amavo…

VALERIA - … che “AMAVI”?

EUGENIO - Che non ho smesso mai di amare!

VALERIA - Ecco, cosi va meglio! Comunque ti ricordo che non sono affatto una “bambina” ! Ho…

EUGENIO - … sedici anni…

VALERIA - … purtroppo molti di più! Cavolo, quanti ne sono passati!Tanti e sprecati! Senza trovare mai il coraggio di dirti quello che provavo, veramente, per te…

EUGENIO - … cosa? Che cosa provavi… provi per me?

VALERIA -Devo dirtelo io? Non lo immagini?

EUGENIO - La mia immaginazione si è sempre fermata prima.…

VALERIA - … e ti bastava?

EUGENIO -No, non mi bastava, ma ero… sono uno stupido. Ti ho confessato il mio         amore

solo in sogno. L’ho solo scritto, forse perché è la cosa che mi riesce meglio… ho

sprecato tanto tempo anch’io.

VALERIA - Forse è stato meglio così? Siamo rimasti amici… grandi            amici… no?

EUGENIO - Si, è vero, ma…

VALERIA - … niente “ma”, niente “se”! E poi è meglio avere rimpianti che rimorsi! Non sei d’accordo?

EUGENIO - È questione di punti di vista!

VALERIA - Appunto! Ora torna a dormire e pensa al futuro! Hai tanto tempo davanti a te, una vita nuova, con Roberta…

EUGENIO - … ma ci sarai anche tu?

VALERIA - Io ci sarò sempre, tesoro mio!

Buio/Luce

Scena IV (Eugenio e Valeria)

(E. è sul divano, occhi chiusi. Si sveglia. Prende la cartella lasciata da Stefania e la porta nella   zona

            notte. CAMPANELLO.Rientra e va ad aprire. Entra V.)

VALERIA- Ciao. Come va?

EUGENIO - Così! Ti preparo qualcosa di caldo?

VALERIA - No, grazie. Non ho freddo. Eugenio, devo dirti alcune cose… importanti.

EUGENIO -Ti ascolto.

VALERIA -Per cominciare, ti rinnovo la proposta di venire a lavorare nella mia azienda.

EUGENIO - Beh... così, di punto in bianco... dovrei rifletterci...

VALERIA - Eugenio, ancora devi riflettere? Mi serve una risposta. Ora!

EUGENIO - Ci penso da qualche giornoConfesso: aspettavo tu mi rinnovassi la proposta.

VALERIA - Aspettavi? Perché stavi aspettando? E se io non ti avessi...

EUGENIO - Ma lo hai fatto!

VALERIA - Ti ho chiesto perché aspettavi?

EUGENIO - Non lo so! Forse per quel maledetto "vizio" di stare sempre sulla "difensiva"...

VALERIA - ... sulla difensiva? Da me, devi difenderti? Proprio da me?

EUGENIO - Mi son fatto prendere dagli scrupoli.

VALERIA - Quali "scrupoli"? Eugenio, ti sto dietro da un anno! Cosa ti      trattiene?

EUGENIO - Pensandoci bene niente. Solo seghe mentali, sicuramente. In questi giorni, però, sono successe delle cose... che mi hanno aiutato a liberarmi da alcune remore.

VALERIA - Ah, si?

EUGENIO - Sì, sono mutate delle situazioni, si sono create condizioni diverse, sono maturate delle necessità...

VALERIA - Spero che questo tuo "ermetismo" finisca e tu mi voglia spiegare cosa intendi per "situazioni", "condizioni", "necessità" e altre storie. Intanto, scusa se sono estremamente pratica, ma vorrei una risposta!

EUGENIO - La mia risposta, è si!

VALERIA - Fantastico! Finalmente.

EUGENIO - Sarò il vostro nuovo, mica tanto, "venditore"!

VALERIA - Ma quale venditore?

EUGENIO - Ah, non sarò un venditore?

VALERIA - Nient'affatto!

EUGENIO - Ho capito. Quindi sarò… nell'amministrazione? Giusto. Dovrò fare un po' di "gavetta".

VALERIA - Non ho parlato di amministrazione.

EUGENIO - No? Allora... cosa mi offri?

VALERIA - Eugenio, cerca di capire che non potevo decidere io. La decisione è stata presa dal Consiglio d’Amministrazione. La nostra azienda non è di certo una "multinazionale”. Facciamo, però, le cose con estrema serietà, siamo molto attenti nelle nostre scelte. D’altronde i risultati sono tangibili.

EUGENIO - E' sacrosanto.

VALERIA - Il C. d. A. ha esaminato il tuo curriculum...

EUGENIO - ... il mio curriculum?

VALERIA - Si! Ha verificato e valutato il tuo percorso lavorativo...

EUGENIO - ... capirai! Reduce dalla cassa integrazione e da un licenziamento...

VALERIA -... licenziato perché l'azienda ha chiuso i battenti, definitivamente. Non per altri motivi.

EUGENIO - Almeno questo.

VALERIA - Appunto. Essendo, al momento, resasi vacante la posizione di...

EUGENIO - ... guardiano notturno...

VALERIA - ... scemo! La posizione vacante è quella del... direttore alle vendite.

EUGENIO - Di... direttore alle vendite?

VALERIA - Esattamente!

EUGENIO - Ma... è la tua posizione?

VALERIA - Era!

EUGENIO - Era? Valeria, tu, cosa farai?

VALERIA - Altro.

EUGENIO - Amministratore Delegato?

VALERIA - Ma neanche per sogno! Il nostro A.D. è insostituibile!

EUGENIO - Allora, cosa?

VALERIA - Ho chiesto di potermi occupare del settore amministrativo.

EUGENIO - In veste di?

VALERIA - Direttore Amministrativo, scusa, eh!

EUGENIO - Diret... ma se hai sempre odiato il lavoro amministrativo? Ricordo il disprezzo per     quello che fa

            mia... cioè, Stefania. La chiami "mezze maniche", "topo d'archivio"...

VALERIA - ... il disprezzo per lei, ha ben altre motivazioni! Lo sai!

EUGENIO - Allora, perché questa “inversione di tendenza”?

VALERIA - Sono mutate delle situazioni, si sono create condizioni diverse, sono maturate delle necessità...(Gli da un buffetto, raccoglie le sue cose e se ne va, lasciando Eugenio in mezzo alla stanza con un’espressione un po’ ebete. Si scuote e va nella zona notte)

Scena XI (Roberta ed Eugenio)

(Roberta è seduta sul bracciolo del divano, giocherella nervosamente con un oggetto e da' le spalle        ad

            Eugenio che è appoggiato alla porta della cucina con la testa china e le mani in tasca)

EUGENIO – Sei proprio decisa?

ROBERTA – Si! Accetterò la proposta dell’ospedale di Torino!

EUGENIO – Beh, Torino non è l’Australia! Potrò venirti a trovare se tu…

ROBERTA - … Eugenio, non promettermi cose che non puoi mantenere e che, soprattutto, non    farebbero

            bene a nessuno!

EUGENIO – Ma tu ed io…

ROBERTA - … tu ed io abbiamo vissuto momenti meravigliosi! La tenerezza, la    complicità, il

            desiderio… è stato tutto bello, travolgente, ma…

EUGENIO - … ma?

ROBERTA – Ma, di fatto, non sei mio! Non lo sei mai stato!

EUGENIO – Come puoi esserne così sicura? È stato esaltante viverti, amarti… averti…

ROBERTA - … tu mi hai “avuto”, ma io non ho mai “avuto” te! Una donna, queste cose, le          capisce…

            voi uomini non ci riuscite!

EUGENIO – È vero! Noi non siamo come voi! Ho sempre riconosciuto le donne superiori,           in         quanto a sensibilità. A nostro modo, però, siamo sensibili anche noi! Forse facciamo         fatica   ad

            ammetterlo, ma… se siamo innamorati…

ROBERTA - … tu sei innamorato di me?

EUGENIO – Certo!

ROBERTA - Tu sei “preso” da me! O meglio, ti sei lasciato prendere, ma non ti sei mai ”dato”!

EUGENIO – Dove ho sbagliato?

ROBERTA – Tu non hai sbagliato! Sono stata io che ho frainteso!

(Qualche secondo di silenzio)

EUGENIO – Quindi, devo pensare a un addio?

ROBERTA – Com’è quell’aforisma greco che citi tu, ogni tanto?

EUGENIO - Forse: “Panta rhei os potamòs”? (Roberta annuisce) “Tutto scorre come un            fiume”.

ROBERTA – Appunto!

(Roberta prende le sue cose, fa per andarsene, ci ripensa, torna indietro. Passa la mano tra i       capelli             di

            Eugenio, lo avvicina a se, gli da un bacio leggero e se ne va. Eugenio è impietrito, poi si

            scuote e si copre il viso con le mani)

Scena V (Guido ed Eugenio)

(Eugenio esce dalla zona notte, si sdraia sul divano. Assorto. Suona il campanello, è sorpreso, si             scuote,             suona ancora il campanello. Riluttante si alza e va alla porta)

EUGENIO - Chi è?

GUIDO - Sono Guido…

EUGENIO - …Guido? Ah…si… prego, si accomodi.

GUIDO - Piacere di conoscerti…

EUGENIO - Il piacere è mio!

GUIDO - Eugenio, il mio è veramente un piacere!

EUGENIO - C’è qualche motivo per il quale dovrebbe essere altrimenti?

GUIDO - Da parte mia… no! Forse per te…

EUGENIO - …non resti li, la prego…

GUIDO - … possiamo darci del tu?

EUGENIO - Certo! Anzi, scusami se…

GUIDO - …nessun problema! Eugenio, posso parlare liberamente?

EUGENIO - Sentiamo!

GUIDO - Io so quanto grande ed intenso sia il legame tra te e Valeria. Quanto sei importante per lei e… quanto, lei, lo è per te!

EUGENIO - Ti crea problemi? Posso tranquillizzarti. Tra noi, non…

GUIDO - Eugenio… lo so! Valeria me ne ha parlato! Lei parla molto di te! In ogni cosa che dice, c’è sempre un riferimento a te…

EUGENIO - … e questo non ti fa particolarmente piacere…

GUIDO - …sinceramente? NO!

EUGENIO - Mi rendo conto, ma siamo amici da… da sempre e…

GUIDO - …. Eugenio! Lei ti ama!

EUGENIO - Lei… cosa… cosa ne sai tu?

GUIDO -Me l’ha detto lei! E tu ami lei!

EUGENIO - Io? Co… come fai a dirlo?

GUIDO - Lo so! Ne ho le prove!

EUGENIO - Le prove? Che vuoi dire? E poi…

GUIDO - … perdonami, ma ho letto…

EUGENIO - … cosa hai letto?

GUIDO - Una tua poesia… accidenti mi sento in imbarazzo!

EUGENIO - Siediti, Guido! Forse è meglio rilassarci un po’!

GUIDO - Pensi sia il caso? (Eugenio annuisce e gli indica il divano)Qui?

EUGENIO - Beviamo qualcosa? Cognac, Whisky o…

GUIDO - … non saprei! Fai tu. Abitualmente non bevo alcolici!

EUGENIO - Allora è meglio un chinotto! Solitamente, neanche io bevo.

GUIDO - Vada per il chinotto!

EUGENIO – (Si alza, va in cucina e torna con due chinotti) Ecco il nostro “Cognac”! Allora, come è successo?

GUIDO - Ero proprio seduto qui… già, quella sera che…

EUGENIO - … lascia stare! Dimmi dove e come hai trovato, quella “poesia”?

GUIDO - Va bene! Ero qui e, prendendo una rivista, è caduto un foglio di carta e Valeria…

EUGENIO - … Valeria? Che c’entra Valeria?

GUIDO - Si! Io l’ho raccolto e abbiamo letto! Lo so è una cosa veramente…

EUGENIO - … Lo ha letto anche Valeria?Quindi…

GUIDO - … quindi Valeria, adesso è molto turbata…

EUGENIO -… ma lei non doveva saperlo… non doveva!

GUIDO - Perché?

EUGENIO - Perché lei ed io non possiamo… ora io ho… sto iniziando una            storia… e lei ha te…

GUIDO - … Eugenio, io credo che mi farò da parte e…

EUGENIO - …cosa? No Guido, no! È vero, io e lei ci vogliamo molto bene. Siamo un punto di riferimento l’una per l’altro, ma rimarremo amici… per sempre, “PER SEMPRE”…

GUIDO - Amici?

EUGENIO - Amici!

GUIDO - Eugenio, quello che hai scritto, un amico, non lo pensa!

EUGENIO -Lo so, sembra strano, ma è così! Talmente strano da poter dire che, se farai felice Valeria, anche noi potremmo diventare amici. Bada, io ti tengo d’occhio…

GUIDO -… ah, non ci sono dubbi: farò di tutto per la sua felicità! In quanto ad essere amici         tu

            ed io… non lo so… così, “a caldo”, credo non sia possibile! Mettiti nei miei panni…

EUGENIO –(tra se)… vorrei esserci, nei tuoi panni… beh, potremmo avere delle cose in   comune…

GUIDO - …noi due?

EUGENIO – Beh… abbiamo esperienze simili… ecco! Con tua moglie, come va?

GUIDO - Ormai siamo… buoni conoscenti.

EUGENIO - Abiti ancora insieme a lei?

GUIDO - No! Da un mese mi sono trasferito in un altro appartamento, non molto lontano da qui…

EUGENIO - … ah si? Hai due figlie, vero? Quanti anni hanno?

GUIDO - Otto e dieci… sono bellissime…

EUGENIO - Come la vivono questa situazione? Scusami, forse non ne vuoi parlare…

GUIDO - … anzi, mi farebbe bene! Magari mi darebbe la possibilità di sfogarmi un po’… di “liberarmi” ! Marta… mia moglie… ed io, abbiamo evitato scenate davanti alle bambine, ma loro hanno percepito la freddezza tra di noi. Hanno subìto i nostri silenzi. Ci vedevano, sempre più spesso, isolarci. Stavamo ognuno per proprio conto, ognuno occupato, nelle proprie faccende. Ad un certo punto hanno perso interesse per noi due…

EUGENIO - … perso “interesse”? Che cosa intendi dire?

GUIDO - Sembrava fossimo diventati… pezzi d’arredamento. È desolante rendersi conto di essere diventati “trasparenti “, per i propri figli. Anche loro si stavano isolando. Però, andando via di casa, ho avvertito, subito, forte la loro mancanza. Appena posso, sono con loro… facciamo molte più cose insieme, adesso! Altrettanto fa mia moglie e loro sono tornate a essere “interessate” a noi…

EUGENIO - … come avete affrontato, con loro, la questione?

GUIDO - Non ne parliamo! Lo so non è corretto, ma stiamo preparando, insieme con uno psicologo,

            un percorso… insomma… Euge’ è difficile… accidenti se è difficile!

EUGENIO - Ci credo! Lo è stato anche per me…

GUIDO - … già, è vero!

EUGENIO - Ma io non ho figli…

GUIDO - Scrivi fiabe per bambini, vero?

EUGENIO - Si! Anche poesie per adulti!

GUIDO - Eugenio, io…

EUGENIO -… è solo una battuta! E con Valeria…?

GUIDO - … Valeria! Sono molto combattuto!

EUGENIO - Per cosa sei “combattuto”?

GUIDO - Per… te!

EUGENIO - Me? Tu devi pensare a … alei!

GUIDO -Le voglio molto bene…

EUGENIO - … non basta!

GUIDO - Cioè…sono innamorato di lei…

EUGENIO - … direi che non è poco!

GUIDO -Mi piacerebbe molto se venisse a vivere con me!

EUGENIO - Ah si?

GUIDO -Dovrei chiederglielo?

EUGENIO - Chiediglielo!

GUIDO -Tu cosa dici?

EUGENIO - Vuoi il mio parere?

GUIDO - Beh, come la conosci tu, non la conosce nessuno.

EUGENIO - Certo… sono suo amico, ma lei è una donna e, in quanto tale, difficilmente si può conoscere, completamente. Le donne sono un mistero, un affascinante mistero. Noi uomini, vuoi per l’educazione, vuoi per un nostro limite intellettuale, vuoi perché loro son talmente brave a nascondere, insomma noi uomini, per quanto ci sforziamo, non riusciremo mai a capirle, veramente. Per questo molti uomini le odiano! Anche se sono molto amati da loro. Io, invece, le amo… a prescindere! Per la loro bellezza, la loro tenerezza, la loro forza…. si e il loro coraggio! Sono loro che ci danno la vita e…

GUIDO - … la condizionano?

EUGENIO –A volte!

GUIDO - Ci fanno anche soffrire…

EUGENIO - …solo se ci piacciono tanto!  Perché a noi…

GUIDO - … ci piacciono le donne…

GUIDO ed EUGENIO -Aò!

GUIDO - (ricomponendosi) Allora cosa faccio con Valeria?

EUGENIO - Ah, già, Valeria… spassionatamente?    Non forzarla,aspetta che sia lei a chiederti     di

convivere.Lo so cosa stai pensando, ma ti sbagli! Io ho piacere che Valeria viva felice! Quindi,

attento!Io ti tengo d’occhio…

GUIDO -Dovrei crederci! Aspetterò…

CAMPANELLO

Scena VI(Stefania Guido ed Eugenio)

(Eugenio va ad aprire. Entra Stefania)

EUGENIO – Come mai sei qui?

STEFANIA – Scusami, ho dimenticato la… (vede la cartella di cuoio, la prende. Si accorge di Guido. Guarda, interrogativa, Eugenio)

EUGENIO –Lui è Guido, un amico di… ehm… un mio amico.

STEFANIA –Piacere, Stefania…

GUIDO - Piacere mio!

VALERIA - Io sono la moglie… o meglio, l’ex moglie di Eugenio!Vi ho forse disturbato?

GUIDO – No, stavo andando via.

STEFANIA – Chissà dove ho la testa? Qui ho tutti i miei documenti, i biglietti per Londra…

GUIDO - … Londra?

STEFANIA – Parto tra quattro giorni! La conosce?

GUIDO - Ho lavorato dieci anni in quella città!

STEFANIA – Davvero? Vado anch’io per lavoro! Di cosa si occupa?

GUIDO – Sono un funzionario di banca, ero lì presso la nostra filiale.

STEFANIA – Ma guarda che combinazione? Bancario anche lei? Mi dica: com’è la vita a Londra?

GUIDO – Di sicuro non ci si annoia! Eugenio, devo proprio andare…

EUGENIO - … prego!

STEFANIA – Eugenio, puoi chiamarmi un taxi… per favore?

GUIDO – Se non le sembro impertinente, posso darle io un passaggio! Dove deve andare?

STEFANIA – Ma che gentile! Si vede che ha vissuto in Inghilterra. Io abito all’Eur…

EUGENIO – … l’Eur? La Garbatella, ora, si chiama Eur?

GUIDO – Perfetto, io devo proprio andare da quella parte!

STEFANIA – Arrivederci Eugenio.

GUIDO –Prego, dopo di lei!

EUGENIO - Guido!  (Guido si blocca si volta) Allora al prossimo… “Cognac”!

GUIDO -Ah! Chissà!

Scena VII(Valeria ed Eugenio)

(Eugenio prende il telefono, forma)

EUGENIO -PRONTO?CIAO VALE... COME STAI? DISTURBO?SAI CHI E’ APPENA USCITO DA CASA MIA? GUIDO (Silenzio) SEI ANCORA LI? MI HA DETTO DELLA MIA “POESIA” (Silenzio) A TAL PROPOSITO, VORREI DIRTI…….… MANON TROVI ASSURDO PARLAREAL TELEFONO? CI VEDIAMO? DOVE SEI ORA?NON MI DIRE CHE SEI QUI FUORI?

CAMPANELLO

Scena VIII(Valeria ed Eugenio)

(Entra Valeria, lui le prende il soprabito, lo appende, lei lo prende sottobraccio. E. è commosso. V. lo fa sedere, lei resta dietro la spalliera, comincia a massaggiarlo. Lui sorride)

EUGENIO -Dobbiamo dirci qualcosa, vero?

VALERIA - … l’unica che non ci siamo mai detti?

EUGENIO - Che idiota sono stato!

VALERIA - Lo siamo stati entrambi! Sarebbe bastato poco per essere la tua donna…

EUGENIO -… ed io il tuo uomo!

VALERIA - Ho lasciato che la paura di perdere la tua amicizia vincesse sul mio amore! Ho scelto di non averti per…per non perderti! In questi anni ho avuto altri uominilo sai, no?

EUGENIO - Certo! Nelle braccia di qualcuno ti ci ho spinto io…

VALERIA - … ma era a te che pensavo e… e quando ho letto quella poesia…Eugenio, c’erano scritte le stesse cose che pensavo io…

EUGENIO - Valeria…

VALERIA - … tutte quelle sensazioni, quei pensieri… perché non lo abbiamo detto prima. Quante occasioni abbiamo avuto per… ma ora non è più possibile! Ora tu hai Roberta…

EUGENIO - … e tu Guido! Sei innamorata di lui?

VALERIA - Innamorata? Credo di si…

EUGENIO - … lo sei, si o no?

VALERIA -È diverso da… da quello che sento per te!

EUGENIO - Fantastico!

VALERIA - Che ne pensi di Guido?

EUGENIO -Hai ragione: è una bella persona… deve essere un buon padre!

VALERIA - Si, lo è! Ma lo saresti stato anche tu. A Roberta piacciono i bambini?

EUGENIO -Non lo so!

VALERIA - E tu, sei innamorato di lei

EUGENIO -Dorothy… ti ho cercata tanto…

VALERIA - Io sono stata sempre qui. Poi hai incontrato Stefania …

EUGENIO - … già. Non l’ho mai tradita, fisicamente intendo, ma con questa… si! Tutti i giorni. Con te!

VALERIA - Tutti i giorni?

EUGENIO - Anche più volte al giorno! (La stringe a se)

VALERIA -Sei proprio un bastardo! (Finge resistenza) Hai questa capacità di sdrammatizzare tutto… non riesci proprio ad esser serio?

EUGENIO – Sono serissimo… (Lei si abbandona tra le sue braccia) Ti amo! (La bacia. Poi la guarda) L’ho detto! Non l’ho solo scritto, sognato… o sto sognando di nuovo?

VALERIA – Siamo svegli e… ti amo anch’io! (Ora è lei che lo bacia)

EUGENIO - (Scioglie l’abbraccio) Vieni.  (Arretra verso la zona notte, invitandola a seguirlo. Lei sorride,

            si accarezza i capelli con un movimento molto sensuale. Eugenio si ferma sulla porta, comincia a

            sbottonarsi la camicia

VALERIA – Fermo! Voglio farlo io! (Lo raggiunge, lui l’abbraccia e la trascina fuori)

Scena IX (Valeria ed Eugenio giovani)

(Entrano Valeria ed Eugenio giovani, si tengono per mano)

VALERIA –Vieni, andiamo a vedere cosa fanno!

EUGENIO – Sei matta? Non si fanno queste cose!

VALERIA – Noi lo possiamo fare!

EUGENIO – No, dai…

VALERIA - … ti dico che possiamo! Vieni!

(Spiano cosa succede)

VALERIA – Come sono carini, guarda!

EUGENIO – Ma cosa stiamo facendo… cosa mi fai fare?

VALERIA – Non mi sembra che tu sia “costretto”!

EUGENIO – Io intendo cosa mi fai fare adesso! Spiare due persone nella loro intimità…

VALERIA - … ma quei due siamo noi!

EUGENIO –È vero! Valeria… (La porta via, lei fa resistenza. Si ritrovano vicinissimi) Valeria…

VALERIA - (Lo abbraccia) Eugenio…

EUGENIO - … (Allontanandola) tu sei una bambina e io…

VALERIA - … noi siamo un “Flashback”! Bestia!

(Si abbracciano di nuovo)

Scena X (Valeria ed Eugenio)

(Tornano in scena, Valeria per prima, si aggiusta il vestito, lui, dietro, si chiude la camicia. Lei si volta e gli sorride. Lui l’abbraccia, delicato e sensuale)

VALERIA - (Si stacca da lui, lo guarda fisso negli occhi ) Eugenio e… e adesso?

EUGENIO –Adesso cosa?(La stringe di nuovo)

VALERIA –(Allontanandolo ancora, ma più delicatamente) Non saràpiù come prima! Mi capisci?

EUGENIO -E' vero, ma potrebbe essere meglio...

Buio/Luce

Scena XI (Titti ed Eugenio)

(Un mese dopo. Pomeriggio. E. è al computer. CAMPANELLO. Si alza e va ad aprire. Entra T.)

TITTI -Ciao, “uomo grande”!

EUGENIO -Eccoti finalmente!

TITTI - Scusami Eugenio, non voglio crearti fastidi...

EUGENIO -… ma di che fastidi parli? Non voglio più ripeterlo: conta sempre su di me!

TITTI -Possiamo parlare un po'?

EUGENIO -Quando vuoi

TITTI -Adesso!

EUGENIO -Sono pronto! Allora Titti, volevi parlare?

TITTI -Non è facile, le cose sono tante, importanti ed io non so da dove cominciare.

EUGENIO -Sei triste?

TITTI -Forse confusa. Sai, ho fatto una scelta, forse decisiva, per la mia vita... Senza forse.

EUGENIO -L'hai presa liberamente o sei stata condizionata da qualcuno, qualcosa?

TITTI -Da qualcuno? Forse sì... è vero.

EUGENIO -Possiamo fare il punto di quello che è successo, almeno fino ad ora? Primo: hai deciso, dopo sette anni, di lasciare il tuo lavoro e tutti ti sapevano entusiasta di quello che facevi. Secondo: hai accettato di lavorare con tuo padre e tuo fratello, nell'azienda di famiglia e questo ha sorpreso, non poco, sia loro sia chi ti conosce bene.Terzo: non hai nessuna intenzione di andare a casa dei tuoi e hai chiesto a me di ospitarti. Qui mi fermo, non conosco altro. I motivi di queste scelte

TITTI -Li troviamo insieme?

EUGENIO -Mi aspettavo questa tua richiesta, non so perché, ma...

TITTI -... allora, mi aiuti?

EUGENIO -Si! Naturalmente, ma tu rispondi alle domande che ti faccio?

TITTI -D'accordo

EUGENIO -Con la massima sincerità?

TITTI -A te non posso mentire!

EUGENIO -Grazie, sono lusingato. Il lavoro non ti   dava più soddisfazioni?

TITTI -Forse. Tu sai quanto tengo alla mia     indipendenza. Sono andata via di casa per non          sentirmi

            compressa, per gestire la mia vita senza condizionamenti.

EUGENIO - Condizionamenti? Se hai sempre fatto tutto quello che volevi?

TITTI - Era un’impressione! Ero coccolata, viziata, da tutti. Genitori ricchi e anziani, un    fratello

di sedici anni più grande, sempre pronti a esaudire ogni desiderio, a soddisfare       ogni

capriccio. Non ero libera, però! Libera di scegliere, veramente, cosa fare della mia             vita.

Avevo un percorso stabilito: l’azienda di famiglia sarebbe stata mia. Intanto se ne sarebbe

occupato il mio fratellone. Io dovevo solo pensare a studiare e a divertirmi.

EUGENIO - Penso a quanta gente vorrebbe trovarsi in una situazione così drammatica…

TITTI - … non scherzare Gene! Conosci il significato dell’espressione “ricatto morale”? Si, ero     ricattata

            moralmente: tutto quello che mi veniva concesso era perché, loro, avevano            capito che

            tipo sono ed erano terrorizzati all’idea che potessi andarmene di casa.

EUGENIO - Stavi veramente così male con loro?

TITTI - Non fare il finto scemo! Stavo benissimo! Voglio loro un bene immenso! Amo quella       casa, questo

            quartiere, questa città, ma…

EUGENIO - … ma?

TITTI - Ognuno di noi dovrebbe avere la possibilità di fare le proprie scelte, anche correndo il      rischio di

            sbagliare! Anche se loro, in questi anni, hanno continuato a “stressarmi”, non credo di aver fatto una

            scelta sbagliata e poi…           mi sono lasciata una possibilità… e    l’ho sfruttata! 

EUGENIO - Ok! Cosa ti ha fatto cambiare idea? Non posso credere che tu abbia pensato all'azienda paterna come una soluzione di comodo.

TITTI -E invece l'ho fatto, solo, per opportunismo...

EUGENIO -... l'hai detto, diamine! Finalmente ti liberi.

TITTI -Sì mi libero! E lo posso fare perché tu mi aiuti. Solo con te posso aprirmi, liberarmi.

EUGENIO -Premesso che da me        puoi stare tutto il tempo che ritieni opportuno, perché non vuoi

            tornare dai tuoi? La     casa è anche tua. E' una casa immensa. Hai due, dico due, “colf”...

TITTI -Perché... perché sto meglio qui!

EUGENIO -Qui?

TITTI -Si! Due mesi fa, qui da te... con te, ho passato dei giorni indimenticabili, sereni. Tu sei stato meraviglioso, discreto, allegro e comprensivo. Soprattutto comprensivo.

EUGENIO -Basta con i complimenti. Dimmi la verità, Titti!

TITTI -Da te accetto ogni cosa, mi lascio guidare...

EUGENIO -... la verità!

TITTI -E va bene. Quello che sto per dirti, lo so, ti colpirà, ma tu mi conosci meglio di chiunque altro e capirai. Accetterai e non me lo farai pesare...

EUGENIO -... cosa devi dirmi?

TITTI -Aspetto un bambino!

EPILOGO (Titti, Eugenio, Valeria)

(Mattino. Eugenio è seduto sul divano, legge. CAMPANELLO. Si alza e va ad aprire. Entra Titti. con

            un pancione di almeno cinque mesi e le mani occupate da pacchi e buste)

TITTI - Ciao, mitico! Fatti abbracciare.

EUGENIO - Piano, "mammina", piano.

TITTI - Ma dai stupidone. Lo sai che Carlotta non aspetta altro.

EUGENIO - Veramente?

TITTI - Quando sente la tua voce, si agita tutta.

EUGENIO - Non gli farò paura?

TITTI – Tutt’altro, credimi!

EUGENIO - Non dovresti portare tutti questi pesi! Vieni siediti. Vuoi una fetta di torta?

TITTI - Sì, si!

(Eugenio va in cucina e torna con una fetta di torta)

TITTI - Mmhhh!

EUGENIO - Ti piace?

TITTI - E’ buonissima!

CAMPANELLO

 (Eugenio apre la porta d’ingresso, entra Valeria, anche lei con un bel pancionee anche lei ha molte buste e pacchetti con se. Eugenio sorride, l’aiuta a liberarsi di  quello che ha in mano. Fa per darle un bacio ma lei gli da un buffetto sul naso. Vede Titti e va verso di lei, lasciandolo in una buffa posizione)

VALERIA - Titti! Eri qui? Perché non rispondi al telefono?

TITTI - Non l'ho sentito... o l'ho dimenticato? (Prende la borsa, cerca all’interno. Trova il            telefono,

 lo guarda) Guarda, è spento!  (Accende il cell.e riprende a mangiare)

EUGENIO - Che testa! Allora, “mamme”, come andiamo?

VALERIA - Bene. E tu "papà"?

EUGENIO - Magnificamente!

TITTI -Finalmente si realizza il tuo sogno

EUGENIO - Ho desiderato tanto un figlio e ora... addirittura due…(A Valeria) Vuoi un po’ di torta anche tu?

VALERIA - Volentieri! (E. va in cucina)

TITTI -È proprio mitico il nostro Eugenio, vero?

VALERIA –Accidenti, si!

EUGENIO -(Torna dalla cucina con la torta) Ecco qua!

TITTI - Ma cosa ci metti per farla così buona?

EUGENIO - Tanto amore!

VALERIA - Lo senti il poeta? Dì la verità: che sei un gran ghiottone ...

(Suona il cell di Titti)

TITTI -PRONTO… ALBERTO… DOVE SEI?... SALI?... E’ TARDI? ARRIVIAMO… MANDAMI UN

            BACIO…

EUGENIO - Ehi, è davvero tardi! Il corso comincia tra mezz'ora... non vorrete perderlo?

VALERIA - Andiamo. (Prende sottobraccio Titti e si avvia all’uscita)

TITTI -Ciao “uomo grande”! Ma quanto ti voglio bene?

EUGENIO - Ciao, piccola peste!  Salutami il tuo ragazzone!

(V. e T. escono. V. torna dentro, si avvicina ad E. che è ancora assorto)

VALERIA - "Uomo di latta"!

EUGENIO - Dimmi "Dorothy"!

VALERIA - Mi vuoi bene?

EUGENIO - Da sempre! E tu?

VALERIA - Per sempre!

EUGENIO -(Si china sul suo pancione) Ciao, Cuccioli, sono papà. Fate i bravi, non fate arrabbiare la

            mamma… ma mi sentiranno?

VALERIA - Certo che ti sentono bestia!(lo bacia ed esce)

(E. rimane immobile guardando la porta, poi si scuote, prende il CD-Player, indossa la cuffia,     parte la

            musica di “I Want To Break Free”, prende l'aspirapolvere e accenna qualche passo, si ferma,

            guarda sul tavolo davanti al divano, prende il mezzo toscano dal posacenere, lo mette

            tra le labbra, cerca qualcosa in tasca, tira fuori una scatola di fiammiferi, fa per accendere il

            sigaro… Guarda verso il pubblico, alza le spalle e strizza gli occhi, buffamente)

FINE