L’imperdonabile peccato

Stampa questo copione

L’IMPERDONABILE PECCATO

Commedia un atto

di FERENC MOLNAR

Traduzione di Luciano Donati

PERSONAGGI

LA DONNA

IL VECCHIO SIGNORE

Commedia formattata da

Una terrazza in un hotel di stazione termale. Sparse tavole, poltrone, ombrelloni da sole. Dopo il tè. L'ora nella quale si ama ricordare. Un vecchio signore gentile e sorridente, rac­conta i suoi amori passati a una giovanissima donna.

La Donna                      - E la seguente?...

Il vecchio signore          - ... fu la più crudele di tutte.

La donna                       - E che vi fece dunque?

Il vecchio signore          - Ciò che una donna può fare di più crudele ad un uomo... Un poeta ha detto che il peccato imperdonabile è il tradimento. Ma è forse e quasi essenzialmente il peccato dell'uomo. Quella donna invece commise contro di me il più grande peccato del quale possa rendersi colpevole una crea­tura del suo sesso.

La donna                       - Ma che vi fece di così spaven­toso?

Il vecchio signore          - Mi disse la verità, (la donna lo guarda senza comprendere). Non ve­dete voi dunque, che per la bocca della don­na la verità è così reprensibile, come può es­serlo il tradimento nel cuore dell'uomo? Ma no, voi siete troppo giovane per comprendere questo. Vi spiegherò. Io ho sempre avuto troppo denaro per occuparmi d'altro che del­le donne. Quando i miei compagni giunsero all'età d'interessarsi o alla politica, o alla sociologia, o agli affari, o alle arti, io conti­nuai a vivere come quei gentiluomini che si trovano nei romanzi di Dumas: la mia giovinezza passò fra le sete e i merletti, circon­dato da sorrisi e da bianche spalle, così che a trentaquattro anni ero maestro nel compren­dere i sotterfugi femminili. Li leggevo aper­tamente. Le loro menzogne e le loro maschere erano per me così trasparenti come il cri­stallo d'una vetrina. Sapevo che a quindici anni tutte le fanciulle sono delle bugiarde compite, a venti delle bugiarde convinte, a trenta delle bugiarde per abitudine.

La donna                       - Veramente?

Il vecchio signore          - Certamente. Ma con me mentivano inutilmente. E' un'armatura que­sta che non può darvi che il tempo e l'espe­rienza, una serie di lezioni che alla fine si impongono alla vostra natura. La prima si riceve quando si domanda ad una donna: « Mi amate? ». Ella risponde « sì » o « no ». Mi ci son voluti trentaquattro anni per ap­profondire il significato preciso di quei « sì » e di quei « no », per imparare, per esempio, che quando una donna racconta d'aver fatta una corsa, essa dice in realtà d'aver preso il tè con un signore, e che quando invece vuol farvi credere d'esser stata con un uomo, può darsi che non lo abbia affatto visto. Compren­dete?

La donna                       - Affatto!

Il vecchio signore          - Io so bene che voi com­prendete.

La donna                       - Ma se vi dico che non capisco...

Il vecchio signore          - Va bene, è ciò che credo. (un silenzio).

La donna                       - Ma la donna crudele, che vi fece?

Il vecchio signore          - Mi comprese sin dal principio. Vide che non aveva a che fare né con un ingenuo, né con un vecchio compia­cente, ma con uno scettico al quale altre donne avevano insegnato tutto ciò che si può sapere. Comprese che non sarebbe stato facile ingannarmi.

La donna                       - Evidentemente...

Il vecchio signore          - Al principio tentò. Era una bugiarda della specie soave e spontanea. Io le domandavo: « Chi era quell'uomo col quale tu ieri passeggiavi? ». Senza ombra di esitazione, ella rispondeva: « Il fratello di mio marito ». Seppi poi, che suo marito non aveva fratelli. Le feci mia scenata. Alla fine, stanca, ella mi disse: « Non tormentarmi più. Ti dirò la verità. E' il mio amante ».

La donna                       - E voi che diceste?

Il vecchio signore          - Rassicurato, mi misi a ridere.. Molto tempo dopo scoprii che quell'uomo era effettivamente il suo amante. Nel frattempo lo stratagemma della donna era riuscito. Mi diceva la verità, sapendo che io non l'avrei creduta. E fu male abusare così di me.

La donna                       - E che avvenne allora?

Il vecchio signore          - Rimasi perplesso. Un giorno si fece attendere a lungo. Quando venne le domandai dove era stata. « Dal dot­tor Chirmay » rispose. E dove credete che fosse stata?

La donna                       - Non saprei. Dove?

Il vecchio signore          - Dal dottore a vedere una collezione di stampe, (egli sospira). Dopo un certo tempo, presi a credere a tutto ciò ch'ella diceva. Sino al giorno nel quale essa mi confessò d'essere stata a trovare due uomini nello stesso pomeriggio. Io sorrisi. « Oh, dissi tra me, la piccola si fida troppo! Avendomi persuaso a credere nella sua ve­ridicità, ella comincia a raccontarmi delle bugie. Una qua... una là... per mettermi in guardia ». Ma avevo torto. L'indomani seppi ch'essa era veramente stata da quei due uo­mini.

La donna                       - Eppure doveva avere del carattere quella donna!

Il vecchio signore          - Certamente! Appartene­va a una delle nostre migliori famiglie; dei duchi e dei marchesi le baciavano la mano; e poi voi stessa io avete capito dal suo modo di comportarsi.

La donna                       - E suo marito chi era?

Il vecchio signore          - Un uomo di una sagacità straordinaria. Egli mostrò sempre assai più spirito di tutti noi, benché, di sovente io ab­bia pensato ch'egli agiva sempre egoistica­mente. Egli morì poi...

La donna                       - E quale fu il risultato di tutta quella veridicità?

Il vecchio signore          - Non capii più nulla. Il mio amor proprio scomparve come una bolla di sapone. Io che mi vantavo di comprendere così bene le donne, io che mi lusingavo di tenere i fili più sottilmente intricati delle loro menzogne, apparvi a me stesso così cre­dulo come un giovinetto colla sua prima amante. La falsità della mia teoria m'apparve chiaramente, e il conforto che da questa sco­perta me ne venne fu ben poco. Il mio errore fu di credere che le donne mentano con un sistema, ... quando...

La donna                       - Quando?

 

Il vecchio signore          - Quando non seguono alcun sistema. Se esse fossero come un uomo senza sistema, questa mancanza di sistema ci potrebbe dare la chiave dei loro atti. Ma esse non sono così: esse sono... donne sistemati­che... sistematiche a modo loro. Sì, essa mi fece vedere i limiti della mia saggezza, e con lei, come con tutte le altre donne che l'hanno" seguita, io rinunciai a giocare d'astuzia. Stra­no, non è vero? che la sola donna che mi abbia detto la verità, abbia pavimentata la strada per le menzogne di coloro che do­vevano venire dopo di lei. Tuttavia l'espe­rienza non fu priva di compensi. M'insegnò una cosa che ha la sua importanza.

La donna                       - E qual'è questa cosa?

Il vecchio signore          - Che con le donne non bi­sogna mai procedere secondo dati fissi. Ecco l'errore che gli uomini non cessano di com­mettere. Vedete, una donna non è mai così stupida da generalizzare. Essa non dice mai: « Gli uomini sono come questo o come quello; bisogna procedere con essi in questa o in quella maniera ». No, la donna manovra come un buon conduttore d'automobili.

La donna                       - Che volete dire?

Il vecchio signore          - Uno chauffeur, vedete, è continuamente chiamato a fronteggiare cir­costanze impreviste. Ogni volta che prende il volante, corre il rischio di trovarsi dinanzi a qualche problema nuovo. E questo problema non può risolverlo due volte di seguito allo stesso modo. Oggi incontrerà un tram in un incrocio; ebbene, accelerando la velocità po­trà tagliargli la strada e oltrepassarlo; do­mani nelle medesime circostanze, dovrà far agire i freni per non rompersi il naso contro il tram. Insomma, bisogna ch'egli manovri i suoi congegni e i suoi freni a seconda delle necessità del momento. Per le donne, è lo stesso. Ogni minaccia di collisione la pone di­nanzi a un problema nuovo. Essa ne risolve uno dicendo una menzogna, l'altro dicendo la verità.

La donna                       - Non vedo il motivo perché voi vi dispiacciate di questo.

Il vecchio signore          - Perché ? Cara bambina,; ricordate questo: Un uomo perdona la donna che lo tradisce, che lo tormenta, che lo ro­vina, che lo abbandona, ma non perdona co­lei che gli dimostra come, egli sia un idiota.

FINE