L’INCAPACE
Tragicommedia onirica di
Giorgio Serafini Prosperi
Da un
soggetto di
Mariella Bordellin
Personaggi:
Myriam Battaglini, l’incapace
Orlando Orlandi, faccendiere
Ines Farascioni, sedicente maga
La mamma
Il babbo
L’investigatore
Lo psicanalista
Il prete
La suora
Il Direttore
L’Ufficiale Giudiziario
Il Gran Maestro
L’ombra dell’amato Aldo
Nostra Signora di Lourdes
Per rappresentare la commedia sono sufficienti quattro attori.
1. Tavolino di un ristorante lussuoso. Orlandi e Myriam.
ORLANDI-Questa è la vita che meriti. (La imbocca, a forza)
MYRIAM-Non mi piacciono le ostriche. Per favore.
ORLANDI-(Senza ascoltarla, insiste) Vuoi restare quello che sei? Vuol dire che
ho sbagliato a investire su di te…
MYRIAM-Quando riavrò i miei soldi?
ORLANDI-Lo vedi? Non sai parlare che di questo. (Con disprezzo, tira fuori un
blocchetto di assegni) Mi mandi per traverso la cena per venticinquemila Euro.
Tieni, ecco qua, ti faccio subito un assegno!
MYRIAM-No. Non è questo che intendo. Lo so che i tuoi conti svizzeri sono
bloccati…
ORLANDI-Questione di ore, te l’ho già detto. Ma posso forzare la mano. La
finanza è questo: i soldi sono fatti per essere spesi. Coraggio, riprenditi la
tua miseria…
MYRIAM-Non è una miseria, per me. Io lavoro…Ho già chiesto un anticipo sulla
liquidazione.
ORLANDI-Pensare in piccolo. Questo rovina quelli come te. Quando lo vuoi fare
il “salto”? Ti ho teso la mano…
MYRIAM-Mi ha chiamato la banca, stamattina. Ho alcuni assegni in protesto.
ORLANDI-(Furente) Devi dirmi il nome di quel bastardo. Chi è il direttore? Gli
faccio spezzare le gambe! Ho amici potenti, questi non sanno con chi hanno a
che fare!
MYRIAM-Non fare così. Ci sentono. Per favore. L’aggiusto, non ti preoccupare:
basta che non ti veda così. Mi fai paura.
ORLANDI-(Ripone il blocchetto) Sono dei bottegai di merda. Vedrai, vedrai che
faccia faranno quando il tuo nome uscirà sui crediti del film come produttrice
associata.
MYRIAM-(Presa) E quando? Quando sarà?
ORLANDI-Presto. In un paio di mesi il primo ciak. Bevi. (Le versa dello
champagne)
MYRIAM-No. Già mi gira la testa, le medicine…
ORLANDI-E lasciala girare, non vedi che noi siamo più su? A un altro livello?
La gente comune non ci potrà neanche sfiorare. Lasciati andare, vieni con me
nel padiglione delle meraviglie!
MYRIAM-Orlando, quando mi parli così non rispondo più di me stessa!
ORLANDI-Due corpi persi nella vertigine dei sensi! Senza più alcuna remora! Due
animali senza ritegno! (Comincia a praticare, da sotto al tavolo degli approcci
erotici sempre più evidenti)
MYRIAM-Non fare così. Orlando, che bello, come in “Via col vento”!
ORLANDI-(Emettendo versi animaleschi) Domani è un altro giorno…di gloria!
MYRIAM-(Cercando di sottrarsi, ma eccitata) Orlando, ci guardano tutti…Mi
vergogno…
ORLANDI-Ti voglio. (Rivolto agli avventori del ristorante) Che c’è da guardare,
eh? E’ la mia donna e la desidero. Cos’è, non sapete più come si fa? Allora
guardate qua, pecoroni…siete tutti dei pecoroni! (Rovescia il tavolo, le si
avventa addosso)
MYRIAM-(Presa dal piacere) Orlando!
ORLANDI-Sì! E domani, mia cara, partiamo per Cannes, così potrai conoscere gli
altri finanziatori!
MYRIAM-Non smettere! Orlando! Ti prego. Noo…(Myriam ansima, progressivamente
verso l’orgasmo) Sì!
ORLANDI-(C.s.) Il conto, mia cara. E voglio che tu lasci una bella mancia a
questi pezzenti.
(L’amplesso si fa più intenso. I due gridano. BUIO)
2. Myriam al telefono.
MYRIAM-(Sconvolta) No, mamma, non dirmi così…E’ da quando sono piccola che me
lo dici…Non sono un’incapace, mamma. No. Sono diversa, sono solo diversa da te.
Non dirmi puttana, mamma. Lo sai che non lo sono. Non è vero. Una storia
sbagliata. E ora lui non c’è più. Lo disprezzavi. Non amava sua moglie! Non
l’ha lasciata perché c’erano i figli, lo sai…(In alto, in controluce, si
staglia la figura della madre, incombente come un feticcio) Con Orlando è
diverso, ti dico. Si preoccupa di me. Gli presto dei soldi, è vero, ma per lui
è un momento difficile. Tutti sono contro di lui. Ma gli faremo vedere…Ed anche
tu vedrai, mamma…Mamma? Mamma! (Myriam alza sempre di più la voce. Nessuno
all’altro capo del telefono. Un rumore di occupato, altissimo, invade la scena.
BUIO)
3. Studio dello psicanalista. Myriam e il dottore.
MYRIAM-Sempre lo stesso sogno. Acqua, dottore. Ed io che non so nuotare e non
posso, e le braccia pesanti, che mi portano giù.
DOTTORE-Che mi dice di sua madre?
MYRIAM-Mi vuole bene, lo sa. Ma non andiamo d’accordo. Non riusciamo ad andare
d’accordo.
DOTTORE-Sia più precisa.
MYRIAM-Ormai lo sa meglio di me, dottore. Perché vuole che glie lo ripeta? Mi
ha dato dell’incapace, come sempre. E della puttana.
DOTTORE-Si calmi. Ha preso le medicine?
MYRIAM-Secondo la prescrizione.
DOTTORE-Proviamo ad aumentare le dosi.
MYRIAM-Non mi farà male? Io mi sento già così poco padrona di me.
DOTTORE-Lei deve riuscire a dormire, non può continuare così. Il suo organismo
ha bisogno di sonno.
MYRIAM-Non riesco a riconoscere il confine, dottore. Il confine tra il sonno e
la veglia. Ho paura di addormentarmi. Ho paura di sognare.
DOTTORE-Questo non va bene, Myriam. Non va affatto bene.
MYRIAM-Lo so. E’ un mio limite. Anche Orlando me lo dice sempre.
DOTTORE-Forse potremmo pensare ad un ricovero.
MYRIAM-(Secca) Non adesso, dottore. Ho molti impegni. La mia vita sta per
cambiare.
DOTTORE-Me ne rallegro per lei.
MYRIAM-Dottore, volevo parlare del suo onorario.
DOTTORE-Mi dica.
MYRIAM-Vede, io in questo momento ho delle difficoltà. Economiche, voglio dire.
Io non so se…Dottore, mi venga incontro, io ho bisogno di lei.
DOTTORE-(Rassicurante) Non si preoccupi, Myriam. I soldi me li darà quando
potrà. I soldi non sono un problema.
MYRIAM-Grazie, dottore. Grazie.
DOTTORE- A venerdì.
4. Una strada. Rumore di traffico, pioggia. Myriam è al telefono. Accanto a lei
una valigia.
MYRIAM-Le dico che è impossibile. Controlli bene. Orlandi. Orlando Orlandi.
Deve esserci. Io stessa sono stata da voi. Non si ricorda di me? La stanza è la
518. La suite. Ma come non c’è? Lui vive lì! Avevamo un appuntamento
stamattina. Controlli meglio. Siamo in partenza per Cannes. Il festival del
cinema. E’ importante. Come sarebbe a dire che non le risulta? (Myriam viene
sopraffatta dal rumore del traffico)
5. Luogo mentale. Myriam e Aldo. Aldo ha una presenza ieratica e spettrale.
MYRIAM-Perché mi abbandonano tutti? Le persone che amo se ne vanno sempre.
Dentro di me c’è un vuoto incolmabile.
ALDO-(Paterno) Perché sei sempre così melodrammatica…
MYRIAM-Te ne sei andato anche tu. Perché? Perché? Andava tutto così bene…Una
volta che i tuoi figli fossero stati grandi saresti venuto da me…Avremmo
vissuto anni d’amore insieme…
ALDO-Certo, tesoro…
MYRIAM-Perché così in fretta? Perché non abbiamo mai il tempo di fare quello
che vorremmo davvero?
ALDO-E’ la vita…
MYRIAM-Mi sarebbe bastato un saluto. Esserti accanto in un letto di ospedale…
ALDO-E non è stato meglio così? Non ho sofferto. Non me ne sono neanche
accorto…Un lieve malessere dopo cena…Mi sono sdraiato, e la luce si è spenta…In
un soffio tutto è finito…
MYRIAM-C’era lei, accanto a te? Tua moglie?
ALDO-La gelosia, ora. Mi sembra fuori luogo.
MYRIAM-Egoista. Non ci pensi a me? Sei crudele. Sei senza cuore.
ALDO-Tesoro, io sono morto…
MYRIAM-Quando pareva a te. Come al solito…Mi hai usata. M’hai lasciata sola col
mio dolore. Io, che non ti posso dimenticare…
ALDO-(Agro) Mi pare che tu ci stia riuscendo piuttosto bene…
MYRIAM-(Lo abbraccia e lo bacia per rassicurarlo) Non conta niente.
Assolutamente niente. Io ho amato solo te. Amo solo te. Ho soltanto paura di
restare sola! Perché nessuno lo capisce? Io sono fragile come una farfalla.
ALDO-(Con tenerezza) La mia piccola incapace. (Aldo fa per allontanarsi)
MYRIAM-Non andartene.
ALDO-Devo.
MYRIAM-Non abbandonarmi ancora.
ALDO-Di più non mi è concesso.
MYRIAM-Prometti almeno che mi starai sempre accanto da lassù.
ALDO-Vedrò cosa posso fare. Devo andar via.
MYRIAM-(Isterica) Giuramelo. Io non posso perderti. Impazzisco. Giura!
ALDO-Lo giuro.
MYRIAM-Sarai accanto a me nelle decisioni estreme?
ALDO-Ci sarò, amore. Le tenebre mi reclamano.
MYRIAM-Ogni volta che avrò bisogno di te?
ALDO-Sì, mio bene.
(Il gallo canta. Aldo scompare. BUIO.)
6. Lo studio della maga Ines Farascioni. Ines fa i tarocchi a Myriam.
MYRIAM-(Odorando) C’è un profumo, qui…
INES-Deve essere il mio.
MYRIAM-(Le si avvicina) Sì. E’ vero. E’ il tuo.
INES-E’ un’essenza esclusiva. Una fragranza esotica. La fa apposta per me un
profumiere di Milano. Non si trova, in vendita. La vuoi provare?
MYRIAM-No. E’ troppo forte, per me. Mi fa venire il mal di testa.
INES-Dimmi, tesoro, su cosa vuoi che ti illumini, oggi?
MYRIAM-(Mesta) Non è venuto.
INES-Lo sapevo.
MYRIAM-Come, lo sapevi?
INES-Te l’ho detto: hai addosso un accumulo di negatività. Vedi? La torre. E
l’impiccato. Gran brutta combinazione. Qualcuno ti ha fatto la fattura.
MYRIAM-Oddìo. E chi?
INES-Qualcuno che ti vuole male. Molto male.
MYRIAM-Ma perché? Io non faccio male a nessuno. Sono una donna mite, modesta.
Perché a me? Io che ho già avuto tanta sfortuna?
INES-Che c’entra la sfortuna? Allora non mi ascolti?
MYRIAM-Che posso fare?
INES-Bisogna fare una contro-fattura. Ma il malocchio che hai addosso è del
tipo peggiore.
MYRIAM-Davvero?
INES-Forse troppo, per me.
MYRIAM-Non dire così, aiutami, ti prego.
INES-C’è bisogno di un amuleto. Ma io non sono in grado di fabbricarlo. Debbo
rivolgermi ad una sacerdotessa dai poteri più ampi.
MYRIAM-Fai ciò che credi meglio.
INES-Ti fidi di me?
MYRIAM-Sì. Come sempre.
INES-Bene, allora posso aiutarti. Sai che la fiducia è essenziale.
MYRIAM-Quanto verrà a costarmi?
INES-Sai che se fosse per me…Non ti chiederei un soldo…
MYRIAM-Lo so. Tu sei mia amica.
INES-Duemila e cinquecento Euro. Che io consegnerò al mio tramite.
MYRIAM-Ma io non li ho…
INES-(Senza ascoltarla) E’ una medium incredibile…
MYRIAM-Davvero, sono in difficoltà…
INES-(Improvvisamente dura) Preferisci che le forze del male trionfino? Lo sai
che io rischio la mia vita per te? Bisogna andare al cimitero in una notte di
luna. C’è di mezzo il demonio…
MYRIAM-Oggi mi hanno staccato il telefono.
INES-Poi non venire da me quando le cose si metteranno peggio. Potrebbe essere
tardi.
MYRIAM-Dammi qualche notizia di lui.
INES-Non posso. Tutto attorno a te è offuscato.
MYRIAM-Dimmi se tornerà…
INES-Te l’ho detto. Non posso.
MYRIAM-Ma lui, lui mi vuole bene, almeno?
INES-Le carte dicono di sì. Insieme farete grandi cose. Ma vedi, qui? C’è
un’opposizione. E’ chiarissimo.
MYRIAM-Fammi fare quell’amuleto. In qualche modo me la caverò.
INES-Hai fatto la cosa migliore.
(BUIO)
7. Tavolino di un bar. Myriam e l’investigatore.
INVESTIGATORE-Precedenti lunghi così.
MYRIAM-Non è possibile.
INVESTIGATORE-E’ un delinquente abituale. Un truffatore. Uno di quelli grossi.
MYRIAM-Sono sicura che sbaglia persona.
INVESTIGATORE-Stiamo parlando di Orlando Orlandi. E’ così impudente da usare
perfino il suo nome vero. Chissà, magari è proprio quello il suo punto debole.
MYRIAM-Non parli così. Lei non lo conosce. Lei deve attenersi a quello che le
ho chiesto. Ha le foto?
INVESTIGATORE-Sì. Come da sua richiesta. (Le consegna un plico)
MYRIAM-(Lo prende con voracità) E’ stato al Plaza?
INVESTIGATORE-Sì. Effettivamente risulta registrato.
MYRIAM-Lo vede?
INVESTIGATORE-E’ stato lì una sola notte. Il 13 febbraio di quest’anno.
MYRIAM-(Sognante) Quella notte. La nostra notte. E’ stato meraviglioso.
INVESTIGATORE-Signora, stia attenta. Quello è uno che non scherza.
(BUIO)
8. Cimitero di notte. Myriam e Ines.
INES-Ecco il tuo amuleto.
MYRIAM-Questi sono i soldi. Adesso andiamo via di qui, ho paura.
INES-Posso fidarmi? Li hai contati?
MYRIAM-Li ho prelevati in banca stamattina. Dio sa cosa ho dovuto smuovere, ho
i conti bloccati.
INES-Vedrai che tutto si aggiusterà. Devi avere fede.
MYRIAM-Ti prego, ora andiamo via. Mi sento a disagio.
INES-Non dovresti. La natura è equilibrio. Equilibrio continuo tra la vita e la
morte. Bianco e nero. La morte è dentro la nascita e viceversa. Bisogna saper
cogliere questo equilibrio esatto. (A Myriam cade di mano il talismano) Cosa
fai idiota?
MYRIAM-Scusa…
INES-Ti avevo detto di tenerlo con la massima cura…Adesso è caduto a terra, è
contaminato…
MYRIAM-Io non volevo…
INES-Tutto lavoro sprecato…
MYRIAM-Ti prego, forse si può rimediare…
INES-Ma cosa vuoi rimediare? L’ho sempre saputo che sei una imbecille, una che
non serve a niente, un’incapace!
MYRIAM-Non dirmi così! (La luce su Ines cambia) Mamma? Mamma, sei tu? Mamma!
Aiutami, mamma! Ho paura!
INES-MADRE-Ti sei fatta infinocchiare un’altra volta. Torna a casa, buona a
niente! Incapace!
MYRIAM-Nessuno deve dirmi così. Non hai questo diritto. Non sono più una
bambina! (Myriam barcolla. Poi cade a terra svenuta. BUIO.)
9. Camera da letto di Myriam. Myriam dorme. Qualcuno bussa alla porta
forsennatamente.
ORLANDI-Amore mio, mi devi salvare.
MYRIAM-Che succede? A quest’ora?
ORLANDI-Un disastro. Su tutta la linea. Mi vogliono morto. Ci sono di mezzo i
servizi segreti…
MYRIAM-Perché non sei venuto a prendermi?
ORLANDI-…E il Vaticano…
MYRIAM-Mi hai lasciato sola. Senza alcuna notizia. Sono protestata in banca. Mi
sento accerchiata. Io non ho nessuno…
ORLANDI-Mi devi scusare. Non sarei mai sparito così se non si fosse trattato di
vita o di morte…
MYRIAM-Siediti. Spiegami. Scusa, sono un po’ intontita. Ho preso le pillole per
dormire. Sei in pericolo? Ma perché il Vaticano?
ORLANDI-Ti ho parlato del mio amico Raffaele?
MYRIAM-Sì, mi pare.
ORLANDI-Si è messo nei casini. Lui gioca sul filo. Investe per conto terzi
utilizzando i futures. Si è impelagato con la camorra. Gli hanno chiesto di
rientrare, ma lui, ora, non è coperto.
MYRIAM-La camorra? Cosa c’entri tu con la camorra?
ORLANDI-Io niente. Ma quelli minacciano di uccidere suo figlio Michele se non
gli dà indietro i suoi soldi. Siamo molto legati, non posso permetterlo. E tu
sai che i miei soldi sono ancora bloccati in Svizzera…
MYRIAM-Io non ho più niente.
ORLANDI-Non mettere subito le mani avanti.
MYRIAM-Sono stata costretta a vendere perfino la biancheria. Per mangiare.
ORLANDI-Vuoi infierire su di me? Fallo pure. Io non lascio un amico nei guai.
MYRIAM-E io? Mi sono privata di tutto per te…
ORLANDI-Sai bene che riavrai tutto. E con gli interessi.
MYRIAM-Sì, ma deve essere presto, perché io non ce la faccio più.
ORLANDI-(Con dolcezza, baciandola) Sarà prestissimo. E allora tutto questo sarà
solo un brutto sogno.
MYRIAM-Quanti anni ha il bambino?
ORLANDI-Otto.
MYRIAM-Gli farebbero del male?
ORLANDI-Non esiterebbero.
MYRIAM-Dimmi cos’altro posso fare.
ORLANDI-Mi aiuti?
MYRIAM-Dimmi come.
ORLANDI-Sei un angelo. Ho già un progetto. Domani andiamo da un notaio e tu mi
fai una procura a vendere sulla casa al mare. I soldi saranno sufficienti.
MYRIAM-Il nostro nido. Non ricordi i momenti che ci abbiamo passato?
ORLANDI-Ne passeremo degli altri. Ancora più belli. Coi proventi del film ci
compriamo una villa. Altro che quel buco a Ladispoli…
MYRIAM-Parlami del film.
ORLANDI-E’ tutto pronto. Sta partendo. Ho già fatto anche le locations.
MYRIAM-Tu? Ma non deve farle il regista?
ORLANDI-Tesoro, io quando compro una bella macchina la voglio guidare.
MYRIAM-Il cast è fatto?
ORLANDI-Siamo quasi al completo.
MYRIAM-E “lei”, c’è?
ORLANDI-Trattative febbrili con il suo agente. Ma la sto spuntando. Sai come
rompono i coglioni queste star di Hollywood…
MYRIAM-(Bambinesca) Non è che poi ti innamori di lei?
ORLANDI-Ma che dici? Io amo solo te. Lo sai.
MYRIAM-Sei il mio tesoro. (Lo abbraccia e lo bacia)
ORLANDI-Anche tu. Allora appuntamento a domattina?
MYRIAM-Non dormi con me?
ORLANDI-Non posso. Per la tua incolumità. A domani. (Si avvia alla porta)
MYRIAM-C’entra il Vaticano?
ORLANDI-Non farmi parlare.
(Orlandi esce, Myriam resta sola in scena. BUIO.)
10. Ufficio di Myriam. Il direttore con una lettera in mano.
DIRETTORE-E’ la terza volta signora, non è possibile.
MYRIAM-Sono mortificata.
DIRETTORE-Ho cercato di essere comprensivo. La morte del suo compagno, sta
passando un brutto momento. Abbiamo chiuso un occhio su certe sue stranezze
degli ultimi tempi…Ma sono passati già due anni, lei si deve rimettere in
carreggiata.
MYRIAM-Vi ringrazio. Tutti. Mi siete stati vicini. Mi avete aiutato, davvero.
DIRETTORE-Però c’è anche il lavoro, che deve andare avanti.
MYRIAM-Certamente. Non succederà più.
DIRETTORE-Io ho delle responsabilità. Verso voi dipendenti ed anche verso me
stesso.
MYRIAM-Vedrà che non avrà più alcun motivo di lamentarsi.
DIRETTORE-Lo spero. O mi vedrò costretto – mio malgrado – a prendere dei
provvedimenti. L’Ufficio del Personale l’ha messa nel mirino. Io l’ho coperta –
resti fra noi -, Aldo era un caro amico. Ma non mi posso esporre.
MYRIAM-Certo. Lei ha già fatto anche troppo, per me.
DIRETTORE-Ora prenda la lettera, Myriam, vada e torni dopo aver apportato le
correzioni che le ho indicato. Faccia bene attenzione.
(Myriam si avvia all’uscita. BUIO)
11. Studio dello psicanalista. Myriam e lo psicanalista.
MYRIAM-L’avrei ucciso, glie lo giuro, dottore. Strangolato.
DOTTORE-Il suo capo?
MYRIAM-Sì. Mi trattava con una sufficienza detestabile.
DOTTORE-E’ un bene che lei porti all’esterno queste pulsioni. Anche se non sono
sicuro che siano ben indirizzate.
MYRIAM-Che intende dire? Non le permetto…
DOTTORE-Non si alteri…
MYRIAM-Certo che lo sono. Lui sa come sto. Come mi sento. E se ne approfitta.
Come tutti.
DOTTORE-Vorrei che lei facesse luce dentro di sé.
MYRIAM-Tutti lo sanno in quell’ufficio. Anche se fanno finta di niente.
Ipocriti. E mi guardano con certe facce…Sono solo invidiosi e cattivi. Non sa
che storie hanno messo in giro sul mio conto…Il mio compagno era un pezzo
grosso. Molto vicino al Direttore Generale.
DOTTORE-Proprio di lui vorrei parlare, oggi. Quant’è che è venuto a mancare?
MYRIAM-Due anni fra poco.
DOTTORE-Mi sembra che il tempo di elaborazione possa considerarsi
sufficiente.
MYRIAM-Lei crede, dottore?
DOTTORE-Sì. Non vorrei che lei ricadesse ancora in una patologia depressiva
acuta.
MYRIAM-Lei crede, dottore?
DOTTORE-Come l’ultima volta che ho dovuto ricoverarla. Dobbiamo prevenire.
Dobbiamo aiutarla. Lei deve accettare il lutto.
MYRIAM-Lei crede, dottore?
(Il dottore scompare alla vista. Un urlo acuto di Myriam. BUIO.)
12. Studio della Maga. Myriam e Ines Farascioni. La maga davanti alla palla di
vetro.
INES-Oggi la materia ectoplasmica è davvero perturbata. Non so se posso
stabilire il contatto.
MYRIAM-Provaci, ti prego. Ho bisogno di parlare con lui.
INES-Lo so. Ma il suo spirito è inquieto. Vaga nell’etere senza fine. Succede a
chi è morto da poco.
MYRIAM-Mi manca tanto…
INES-Hai portato quello che ti ho chiesto?
MYRIAM-Il suo regalo più prezioso. Un collier di Bulgari. (Lo mostra)
INES-Dovrebbe andare bene.
MYRIAM-Dovermente separare mi provoca un grande dolore…
INES-E’ fondamentale. Direi indispensabile. In esso c’è tutta la potenza del
vostro amore.
MYRIAM-Me lo regalò durante la nostra prima vacanza insieme. A Capri. Una fuga
romantica, all’insaputa di tutti. Noi, clandestini, costretti a nasconderci
agli occhi del mondo. Due giorni da favola. L’inverno nell’isola è pieno di
suggestioni.
INES-Dammelo.
MYRIAM-(Esitante) Ma non capisco perché non posso riaverlo, dopo…
INES-Come devo dirtelo? La carica spiritica, dopo il contatto, si accumula
negli oggetti catalizzatori. Sarebbe pericoloso per te. Lo terrò io.
MYRIAM-(Consegna l’oggetto) Grazie.
INES-Lo faccio per te. Ed ora cominciamo. (Cambio di luce) Aldo? Aldo, ci sei?
Vieni a noi, sfuggi alle tenebre…per un momento!
MYRIAM-Sta arrivando? E’ vicino a noi?
INES-(Butta la testa indietro, viene scossa da uno spasmo. Comincia a parlare
con una profonda voce maschile) Amore mio, mio unico bene! Il vederti lenisce
la mia disperazione d’averti perduta.
MYRIAM-Aldo! Sei proprio tu?
INES-ALDO-Io. Ho squarciato il velo nel nulla profondo per correrti incontro.
MYRIAM-Aldo mio! La tua voce…Non sei tu. Perché, perché non vieni a me, quando
ne ho bisogno?
INES-ALDO-Sì, sono io, amore!
MYRIAM-No, tu sei uno spirito maligno, che mi inganna! Luce! Luce! Luce! (Corre
ad accendere la luce).
INES-(Cade riversa in terra, come folgorata) Ahh! Che dolore atroce! Muoio!
MYRIAM-(La soccorre) Ines, stai bene? Che c’è?
INES-(Alterata) Hai rovinato tutto. Il mio contatto. Hai interrotto la trance.
Hai spezzato la catena. E’ una cosa gravissima. Potevo morire…
MYRIAM-(Contrita) Il panico. Scusa, non sapevo…
INES-Non farlo mai più.
(Buio)
13. Strada. Myriam e l’investigatore.
INVESTIGATORE-Ecco qua. (Mostra delle fotografie) In questa è vestito da prete.
Ho dovuto fare leva su diverse amicizie in questura per averle.
MYRIAM-(Come in trance) Il Vaticano.
INVESTIGATORE-Ha compiuto una truffa ai danni di un Vescovo. Si è fatto
consegnare dei soldi per una speculazione in Sudamerica ed è sparito. E’ uno in
gamba. Dicono che abbia un grande carisma. E’ così? (Nessuna risposta) Signora,
mi sente? Sta bene?
MYRIAM-Sì. Stia attento. Lei non sa cosa ha in mano, mi sento quasi in colpa
per averla coinvolta.
INVESTIGATORE-Non si preoccupi. Stia attenta lei, piuttosto. Mi risulta che
Orlandi abbia una grossa esposizione con degli strozzini, roba di gioco,
faccende poco chiare. Ha l’acqua alla gola, quei cani alle calcagna, ha bisogno
di soldi in continuazione. Non avrebbe alcun riguardo a farle del male, mi
creda.
MYRIAM-Lei non capisce. Non ha il quadro completo. E’ tutta una copertura. Ci
sono di mezzo i servizi segreti. E la massoneria. Sono giochi di alta
finanza.
INVESTIGATORE-Sarà, però il suo amico vive in una pensione vicino alla
stazione. Può controllare. L’ho fotografato nella hall. Posso farle una
domanda?
MYRIAM-Mi dica.
INVESTIGATORE-Posso chiederle cosa si aspetta da me? Mesi di ricerche, di
risultati e lei non ha preso ancora nessuna iniziativa. Ha accumulato centinaia
di fotografie. Che cosa sta cercando?
MYRIAM-Non lo so. Non ancora.
(BUIO.)
14. Strada. Myriam e Orlandi.
MYRIAM-(Gli consegna un mazzo di chiavi della macchina) Ecco qua.
ORLANDI-Grazie. Non so come farei senza di te.
MYRIAM-Avevo appena finito di pagarla.
ORLANDI-Abbi pazienza. Tutto si sbloccherà al più presto, vedrai. Devo solo
mettere il tappo ad una piccola falla momentanea. Una finanziaria con le
fregole. Micragnosi. Gente piccola. Spilorci.
MYRIAM-Avevo sempre desiderato una macchina scoperta. Piccola, ma dignitosa. Mi
piaceva aprire la capote in primavera, quando il sole comincia a farsi più
caldo. Sentire il vento nei capelli. Guidare senza pensieri, verso il mare…Vrr,
vrr…(Fa il rumore con la bocca)
ORLANDI-Non mi piaceva il colore…
MYRIAM-A me sì.
ORLANDI-Viola…
MYRIAM-Era così esclusiva…
ORLANDI-La riavrai con gli interessi. Una enorme macchina scoperta
rigorosamente viola. Ed a guidarla sarà un autista in livrea.
MYRIAM-No. Perché? Non voglio nessun autista. Voglio essere sola. Sola con te.
ORLANDI-Hai ragione. Che stupido. Sarà bellissimo.
MYRIAM-(Prende qualcosa dalla borsetta) Questo è per te.
ORLANDI-Un regalo. Tu mi vizi.
MYRIAM-E’ perché ti amo.
ORLANDI-Un accendino. Bello.
MYRIAM-E’ la cosa cui tengo di più. L’unico ricordo di mio padre. Lo lego a
lui: i pomeriggi nel suo studio, fumava mentre puliva le pistole. Erano la sua
passione. Ricordo il sole che entrava e fendeva il fumo. Mi faceva apparire mio
padre come un dio. Ricordo quel suo modo particolare di accendersi le
sigarette. Fumava sempre col bocchino, mio padre. Ne aveva uno d’avorio con gli
intarsi. Era un uomo buono, dolce. Mi amava teneramente.
ORLANDI-(La stringe a sé) Lo terrò come un oracolo. Non me ne separerò mai. Mi fai
sentire importante.
MYRIAM-Oh, amore. Che dici? Sei tu che hai fatto di me un’altra donna. La
produttrice di un film…Una donna manager…
ORLANDI-Ma con un cuore che pulsa e che batte. (Toccandole il seno) Senti come
batte.
MYRIAM-Per te. Solo per te. (Si fissano lungamente negli occhi) E’ il tuo
sguardo che mi rapisce. Così virile, volitivo magnetico. Sento che per te farei
qualsiasi cosa. Il tuo sguardo mi attrae e mi impaurisce. Mi fai sentire
piccola piccola.
ORLANDI-Sì. Tu sei cappuccetto rosso. Ed io il lupo cattivo.
MYRIAM-(Dolcemente) Scemo.
15. Casa di Myriam. Myriam, sola, si trucca davanti ad uno specchio.
MYRIAM-Ho quarant’anni. Non ho più il fisico di una volta. Sto sfiorendo,
diciamo la verità. I tessuti, passata una certa età, non hanno più l’elasticità
di un tempo. Non è una cosa di cui ci si accorga. Succede giorno per giorno, in
modo incruento. Eppure c’è la volta che una se ne accorge in maniera
inequivocabile: di colpo. La vecchiaia ti casca addosso come una mannaia. Un
sogno che si infrange con fragore. (Inquieta) Ti rendi conto che forse ti devi
accontentare, che non avrai più così tante occasioni. Ma è ingiusto! Io ho
ancora tante cose da dare! Sono una donna ancora bella, interessante. Sono una
bella persona! Ho tantissime qualità, e chi mi sta vicino non può che
riconoscerle ed apprezzarle! Non ho niente, niente che non vada! E allora
perché non ho qualcuno accanto che si prende cura di me? Dei figli…Qualcuno che
mi voglia bene sul serio…Disinteressatamente…
(Silenzio. BUIO.)
16. Studio dello psicanalista. Myriam e il dottore.
MYRIAM-Sogno di essere un agnello. In un prato deserto ed immenso. Ad un certo
punto arriva un branco di lupi che mi sbrana.
DOTTORE-Bene. Siamo sulla strada giusta. L’inconscio si sta sbloccando. Si
libera delle paure, delle immagini ancestrali.
MYRIAM-Però, dottore, la sa una cosa?
DOTTORE-Mi dica.
MYRIAM-Mi vergogno un po’.
DOTTORE-Non abbia timori con me.
MYRIAM-Dottore, mi sveglio che sono eccitata. Piena di desiderio. Quel tipo di
desiderio.
DOTTORE-Quadro clinico classico. La sua insicurezza si manifesta. Per essere
desiderabile lei ha bisogno di sentirsi una vittima sacrificale.
MYRIAM-Proprio così. Lei mi legge dentro.
DOTTORE-Lei è un libro aperto, Myriam. La sua femminilità ha bisogno di
conferme.
MYRIAM-Sento che la vita mi sfugge. Che sto invecchiando.
DOTTORE-Che dice? Lei è una donna bellissima.
MYRIAM-Grazie dottore. Mi lusinga.
DOTTORE-Lei si sente attratta da figure che le richiamano l’autorità. (Comincia
lentamente a spogliarsi)
MYRIAM-Sì. E’ vero. (Si accorge di ciò che sta avvenendo) Dottore, che fa, si
spoglia? (Comincia a fare lo stesso) Non avrà ripercussioni sulla terapia?
DOTTORE-(Mostrando un preservativo) Prenderemo tutte le precauzioni opportune.
MYRIAM-Mi prenda, dottore!
DOTTORE-(Mentre le sale sopra sul lettino) Non dimentichi la prescrizione.
Serenase, trenta gocce prima di coricarsi.
(Musica altissima. BUIO.)
17. Casa di Myriam. Myriam e l’Ufficiale Giudiziario.
UFFICIALE-E’ mio dovere fare una constatazione.
MYRIAM-Come vede non c’è nulla che lei possa prendere.
UFFICIALE-Sì. Lo vedo.
MYRIAM-Lo certificherà?
UFFICIALE-Sono pagato per questo.
MYRIAM-I generi di prima necessità non si possono toccare.
UFFICIALE-Infatti.
MYRIAM-Le stoviglie restano a me. Ammesso che mi servano ancora. M’è rimasto il
cappotto, se vuole.
UFFICIALE-Lo può tenere.
MYRIAM-E’ di marca.
UFFICIALE-E’ inverno. Le servirà. Non fa parte delle categorie pignorabili.
MYRIAM-Come il letto.
UFFICIALE-Esatto.
MYRIAM-Ho un letto bellissimo, lo vuole vedere?
UFFICIALE-Come le ho detto non posso prenderlo…
MYRIAM-(Con fare da femme fatale) Ho messo lenzuola di seta nera…
UFFICIALE-La prego…
MYRIAM-Lei mi trova attraente?
UFFICIALE-Non complichi le cose, per favore.
MYRIAM-Sì o no? Ho bisogno di saperlo. Sono ancora attraente?
UFFICIALE-Sì. Lo è. Ma io credo che lei non stia bene.
MYRIAM-(Languida, scoprendosi le spalle) Non vedo questo cosa c’entri. Venga
qui. Le sto offrendo un’occasione…
UFFICIALE-Arrivederci, signora. Abbia cura di sé. Una firma qui. Grazie. (Esce)
MYRIAM-Non mi lasci così. Non se ne vada. La casa è vuota, la voce rimbomba. E’
tutto così grande. Non voglio stare sola.
(BUIO.)
18. Casa di Myriam. Myriam al telefono.
MYRIAM-La casa era tua. Lo so. C’eri affezionata. Ma io l’ho fatto a fin di
bene, te l’ho detto. L’ingenuità non c’entra. C’era da salvare un bambino. Non
sono cazzate. Ma che ne sai? Io ho fiducia nel prossimo fino a prova contraria.
Tu invece sospetti di tutto e di tutti. Brava. Siamo diverse. Per fortuna. I
miei orizzonti sono più grandi dei tuoi. Non puoi capire. Tu sei rimasta la
sartina che sei sempre stata. Hai l’orizzonte ristretto. Ce li ho i piedi per
terra, non ti preoccupare. Non dirmi così, sai che non voglio. Mamma! E non
attaccarmi il telefono in faccia! Non lo sopporto! Mamma!
(BUIO.)
19. Grande albergo. Suite presidenziale. Myriam e Orlandi. Orlandi si sta
vestendo.
MYRIAM-Già dobbiamo muoverci? Starei a letto a poltrire con te tutto il giorno.
Questa stanza è così bella. I mobili antichi, il servizio per la colazione
d’argento. E la finestra su quel gioiello che è il battistero. Amo il Savoy.
Vieni a letto ancora un po’.
ORLANDI-Lo farei, amore mio, ma si fa tardi. Dobbiamo incontrare il Gran
Maestro.
MYRIAM-E’ qui, a Firenze?
ORLANDI-Sì.
MYRIAM-Perché non me l’hai detto che l’avremmo incontrato? Perché non mi hai
avvertita? E’ stato tutto così precipitoso. Non mi hai dato il tempo di fare la
valigia. Mi sarei portata un vestito decente.
ORLANDI-Meglio così. Meno si dà nell’occhio e meglio è. Hai preso la medicina?
MYRIAM-(Bambinesca) No.
ORLANDI-Non devi saltarla mai. L’ha detto il dottore. E’ per il tuo bene.
MYRIAM-Non mi va. Mi rimbambisce.
ORLANDI-Non è vero. Ti aiuta. Ti aiuta ad essere la donna che voglio…
MYRIAM-Davvero?
ORLANDI-Una donna che non ha paura, che salta tutte le barriere…la donna che
voglio al mio fianco…Un uomo vincente ha bisogno di una donna così…
MYRIAM-E’ un sogno…
ORLANDI-Prendila, su. (Lei fa per prendere la pillola) Non così. (Prende la
pillola e se la pone sulla lingua. Si avvicina a lei. Si baciano con voluttà.
Poi lui le avvicina una coppa) E per mandarla giù…
MYRIAM-Niente più alcolici, ti prego.
ORLANDI-Champagne francese. Nulla di meno…
MYRIAM-Sei l’uomo che mi è sempre mancato. Nessuno ha mai avuto queste premure
per me…
ORLANDI-(Ha finito di vestirsi, è sulla porta.) Sbrigati, ti aspetto fuori, da
“Paskowski”. Ti ordinerò una vodka ghiacciata.
MYRIAM-Dimentichi la tua ventiquattrore.
ORLANDI-Lasciala lì. Me ne prendo una nuova.
MYRIAM-Come sarebbe?
ORLANDI-Dobbiamo confondere le acque. Non devono sapere che partiamo.
MYRIAM-Bisogna pagare il conto…
ORLANDI-Niente affatto. Vuoi dargli dei vantaggi?
MYRIAM-A chi?
ORLANDI-Ma quante volte te lo devo dire? Ai servizi segreti.
MYRIAM-Ma sono registrata, chiameranno la polizia…
ORLANDI-Gli hai dato il tuo vero documento? Sei il solito impiastro. (Esce.
BUIO.)
20. Luogo segreto. Myriam e il Grande Maestro, in penombra.
MYRIAM-(Inginocchiata) Come debbo chiamarla, Eccellenza?
MAESTRO-Si alzi, non facciamo pagliacciate. Noi siamo uomini normali.
Perfettamente normali, in apparenza.
MYRIAM-Mi scusi, ho bevuto un po’. Mi gira tutto.
MAESTRO-La nostra forza, quello che ci contraddistingue è la capacità di
intessere delle relazioni, di creare delle connessioni a livelli sempre più
alti. Soprattutto mi piace definirci come creatori di occasioni. Null’altro. In
questo il nostro Orlando è formidabile.
MYRIAM-(Frastornata) Dice?
MAESTRO-E’ il mio figlioccio. Tutto quello che sa l’ha imparato da me. E spesso
– si sa – l’allievo supera il maestro. Non si deve preoccupare. E non deve
lasciar entrare nel suo cuore la diffidenza.
MYRIAM-(C.s.) Ma il nostro film si farà? E i capitali di Orlando, in Svizzera,
saranno sbloccati? Mi ha detto che dipende da lei…io sono sul lastrico, allo
stremo…
MAESTRO-Certo che si farà. E lei riavrà tutto con gli interessi. Come si dice?
Roma non fu costruita in un giorno. Deve avere pazienza. In questo genere di
affari, di grandi affari, la fretta è una nemica pericolosa.
MYRIAM-Ha ragione. Tutto attorno a me va così in fretta…mi sembra di essere un
animale braccato…
MAESTRO-Ed è per questo che deve stare calma. Più ci si dibatte e più si
rischia di restare invischiati. Il disegno si compirà, ma ha bisogno dei tempi
e dei modi adeguati. Noi ci muoviamo sempre con apparente lentezza, ma siamo
capillari, efficienti e inesorabili.
MYRIAM-Allora posso stare tranquilla?
MAESTRO-(Porgendole la mano) Lei è in una botte di ferro.
(Il volto del Grande Maestro va il luce. Ha le fattezze di un maiale. Grugniti
ad alto volume. BUIO.)
21. Studio dello psicanalista. Myriam ed il dottore.
MYRIAM-E’ stato terribile. Si è voltato verso di me ed era un maiale!
DOTTORE-Un maiale, ha detto?
MYRIAM-Sì. Un essere ferino, bestiale…Che mi ha germita…
DOTTORE-(Ha in mano una prescrizione) Prenda queste. Una pillola prima di
colazione e prima di cena. A stomaco pieno, mi raccomando…
MYRIAM-Dottore, da qualche tempo ho come un ricordo sbiadito…Mi assilla nella
zona d’ombra tra il sonno e la veglia. E’ assurdo, lo so. Come se ci fosse
stato qualcosa tra noi.
DOTTORE-Infatti, c’è stato.
MYRIAM-Mi pareva…
DOTTORE-E’ il transfer. Non si preoccupi.
MYRIAM-Ma è così reale…
DOTTORE-Si chiama visione ipnagogica. Il cervello la costruisce nei minimi
dettagli. Si sviluppa proprio nella fase immediatamente precedente al sonno.
(Ritocca la prescrizione) Meglio fare due pillole.
(BUIO.)
22. Casa di Myriam. Myriam e sua Madre, che fruga in alcuni scatoloni.
MYRIAM-Mamma, come sei entrata? Chi ti dà il diritto di introdurti in casa mia
senza permesso?
MADRE-Guarda che disordine. E’ questo ciò che ti ho insegnato? Tu sei il tipo
che nasconde la polvere sotto i tappeti.
MYRIAM-Non li ho più i tappeti, mamma.
MADRE-Lo so. E’ per questo che sono qui. Hai dato via tutto, incosciente. Non
hai ritegno. Anche il corredo che ti avevo fatto…
MYRIAM-Mamma, la devi smettere di far leva sui miei sensi di colpa…
MADRE-Che te l’ho fatto a fare il corredo? Morirai zitella. Non hai mai avuto
un uomo normale tu, uno che ti volesse bene sul serio, che ti volesse sposare…
MYRIAM-Ho un uomo che mi ama.
MADRE-Quello? Ti vuole soltanto spennare. Non sa che farsene di una come te.
Musona e depressa, sempre a piangerti addosso, incapace di prenderti qualunque
responsabilità nella vita. Scommetto che a letto nemmeno lo soddisfi, da quella
buona a niente che sei!
MYRIAM-Mamma, ma come parli? Non ti permetto…
MADRE-Non mi permetti? Ma chi ti credi di essere? Hai ancora il coraggio di
rivolgermi la parola? Dopo quello che hai fatto? Io ti faccio interdire!
MYRIAM-Mamma, ti prego…
MADRE-Stai zitta, parassita. Non voglio sentire la tua voce lamentosa.
MYRIAM-Vai fuori da casa mia!
MADRE-Questo lo vedremo. Ti faccio interdire, vedrai. Incapace. Incapace e
puttana. Quelle come te non sono responsabili delle proprie azioni!
(La madre esce. Myriam cade in ginocchio in lacrime. BUIO.)
23. Confessionale. Myriam ed un prete.
PRETE-Non ti assolvo. Non posso assolverti. Ci vuole un pentimento sincero.
MYRIAM-Ma io sono pentita. E’ solo che sono tanto debole, padre.
PRETE-Sempre la stessa storia.
MYRIAM-Tutti si approfittano di me.
PRETE-Non funziona così. Devi esercitare la volontà. Resistere alle tentazioni.
MYRIAM-Che devo fare?
PRETE-Devi finirla con quell’uomo. E’ un poco di buono ed è anche sposato.
MYRIAM-Ma non ama sua moglie, si stanno lasciando.
PRETE-Non è neppure la prima volta. Sei recidiva. E’ un peccato mortale.
MYRIAM-Mi sta dicendo che siamo condannati all’infelicità? Che siamo costretti
a restare con qualcuno che non si ama più? Anche se poi l’amore vero bussa alla
porta con tutta la sua potenza?
PRETE-Questo è il patto. Lascialo.
MYRIAM-Non voglio credere ad un dio così crudele.
PRETE-Non essere blasfema.
MYRIAM-Non mi chieda di lasciarlo, padre. Non posso. Non ce la faccio.
PRETE-E allora non venire da me.
MYRIAM-La prego. La fede è tutto ciò che mi è rimasto…
PRETE-E non è poco, figliola. Ti sarà utile in questo momento di travaglio.
MYRIAM-Orlando è l’unico che mi ama, l’unico a cui importa veramente di me.
PRETE-Fai spazio, mi stai facendo la fila.
(BUIO.)
24. Strada. Myriam e l’Investigatore.
INVESTIGATORE-Le solite foto. (Le consegna il plico) In quanto a ciò che mi ha
chiesto posso assicurarle che l’Orlandi intrattiene relazioni intime con la
moglie abbastanza regolari. Ogni volta che si reca a Battipaglia. Tutto
documentato. Ho qui il rapporto sugli appostamenti.
MYRIAM-(Quasi tra sé) Lo fa per tenerla buona, è chiaro. Quella gallina.
INVESTIGATORE-Le motivazioni esulano dalle mie competenze professionali. In
quanto al Gran Maestro, l’uomo di cui mi ha parlato, non ho trovato alcun riscontro
in merito.
MYRIAM-E’ evidente. Credeva che fosse così stupido da farsi trovare? La
Massoneria ha ferree regole di discrezione.
INVESTIGATORE-Ciò nonostante mi vedo costretto a sottoporle questa nota-spese.
Conosco le sue condizioni, ne farei a meno. Mi creda. Lei è una cliente
affezionata. Ma io devo pur vivere…
MYRIAM-(Gli consegna un orologio d’oro) Posso darle questo.
INVESTIGATORE-Veramente non potrei accettare…
MYRIAM-(Sbrigativa) Vale molto di più della cifra che le devo, ma non ho altro.
Guardi la marca. Lo consideri un acconto sui suoi incarichi futuri.
(BUIO.)
25. Casa di Myriam. Myriam e Orlandi.
MYRIAM-(Agitata, mostrando un giornale a Orlandi) Che significa?
ORLANDI-Fa parte di una tattica ben precisa. Di una strategia.
MYRIAM-Intanto mi hai fatto morire di paura. Non sai come mi sono sentita.
Potevi almeno avvertirmi.
ORLANDI-Così addio effetto sorpresa.
MYRIAM-Dovevi sorprendere me? E a chi avrei dovuto dirlo? Non vedo più nessuno,
ormai.
ORLANDI-La lingua delle donne è sempre in movimento. La tua mi piace si muova
per cose più intime…
MYRIAM-Hai messo il tuo necrologio sul giornale. Mi spieghi perché? Sei nei
guai con la polizia?
ORLANDI-Continui a vedere sempre l’aspetto più irrilevante delle cose. Ti
ostini a cercare il piccolo. Non c’è una poltrona, qui? Nemmeno una sedia? Mi
fanno male i piedi, voglio levarmi le scarpe.
MYRIAM-C’è solo il letto. M’è rimasto solo quello…
ORLANDI-Il letto è per dopo, mia porcellina.
MYRIAM-E il frigo, che non si può pignorare.
ORLANDI-(Si accorge della gaffe e calca la mano) La mia mossa fa parte di un
progetto di macro economia. Una speculazione finissima. Come sai io sono
l’amministratore delegato di alcune società svizzere.
MYRIAM-Quelle i cui beni sono bloccati?
ORLANDI-Esatto. Ora, la notizia della mia morte scatenerà una serie di reazioni
a catena, prima fra tutte una corsa alla vendita delle azioni. Azioni che io
stesso ricomprerò a prezzi stracciati, rafforzando così anche il mio pacchetto
di maggioranza.
MYRIAM-Ma non è legale, è una truffa…
ORLANDI-Dettagli. Nel mondo della finanza è un’operazione molto comune.
Rischiosa, ma comune. Io amo il rischio, che cazzo! E poi sono protetto, ho le
spalle coperte, lo sai. Cane non mangia cane.
MYRIAM-Ma con che soldi comprerai le azioni, se i tuoi fondi sono bloccati?
ORLANDI-Qui entri in scena tu.
MYRIAM-Non ho più niente. Ti ho dato tutto. Ho solo questa casa.
ORLANDI-Appunto…
MYRIAM-Ma la tenevo per l’anticipo sul film…
ORLANDI-E poi hai ancora quei fondi d’investimento…
MYRIAM-Come lo sai?
ORLANDI-Ho i miei canali. Cos’è, me lo volevi nascondere?
MYRIAM-No, amore. Te lo avrei detto. Quelli sono i risparmi per la mia
vecchiaia.
ORLANDI-Non farmi sentire queste cazzate. Sai qual è il mio motto: muore
giovane chi è caro agli dei. Ho pensato a tutto io. Mi firmi una procura
generale, così non hai neppure rogne. Mi occupo io di far lievitare il tuo
gruzzoletto borghese. Da oggi sei nell’alta finanza!
MYRIAM-Non lo so. Ci devo pensare. E il film? Io ci tengo.
ORLANDI-Con quello che ti farò ricavare ne produrrai dieci di film. In America.
Perché accontentarsi di minestrina, se si può mangiare una bistecca?
MYRIAM-Adesso sono stanca. Fammici pensare su. E’ un grosso salto nel buio.
Tutto quello che ho.
ORLANDI-Hai ragione. Pensaci. Non bisogna avere fretta. E adesso andiamo di là,
ho voglia di fare l’amore.
MYRIAM-(Felice) Sì, ne ho tanta voglia anch’io. (Orlandi la prende in braccio)
ORLANDI-Welcome to the pleasure land.
MYRIAM-Non so l’inglese.
ORLANDI-Benvenuta nella terra del piacere.
MYRIAM-Mi fai impazzire. (Una esitazione) Orlando, dimmelo: fai l’amore anche
con tua moglie?
ORLANDI-Sì. Perché non intralci il nostro amore, lo sai. Non l’ho mai negato.
Ma è tutto finito, fra noi. Te l’ho detto. Se non avessi i figli…
MYRIAM-E lo fai solo con lei o hai anche altre donne?
ORLANDI-No. Da che ho conosciuto te. Lo giuro.
MYRIAM-Potrei ucciderti se mi tradissi. (Pausa) Ne sarei capace.
ORLANDI-Che paura…
MYRIAM-Chi è più brava, tua moglie o io?
ORLANDI-Chi è meglio un purosangue o un asino?
(BUIO.)
26. Un luogo mentale. Myriam e suo padre, in abiti militari.
PADRE-Vergogna. Guarda come ti sei ridotta.
MYRIAM-Papà, papà mio, lasciati abbracciare.
PADRE-Non toccarmi. Tu non sei più mia figlia. Sei una delusione, una delusione
completa.
MYRIAM-No, papà. Io sono vittima delle circostanze. La vita è stata sempre così
avara con me.
PADRE-Volevo un maschio. A cui insegnare i principi che mi hanno sempre
guidato. L’onore, sopra ogni altra cosa. E invece sei venuta tu. Gracile e
cagionevole da quando sei piccola. Sempre lagnosa e ammalata. Insopportabile.
Quello che ti è successo è la prova scientifica che tu non vali niente, che
usurpi, anzi, un posto che non ti compete. Tu hai ucciso tutte le mie
aspirazioni paterne…Guarda cosa hai fatto al mio immacolato cognome, lo hai trascinato
nel fango…
MYRIAM-Papà, mi ferisci…
PADRE-Eccoti qua. Ti aspettavo. Quando non sai che dire diventi patetica. Sei
come tua madre. Noiosa e prevedibile.
MYRIAM-(Reagendo) Non è vero. Non sono uguale a lei! Sono proprio l’opposto!
PADRE-(Con disprezzo) La stessa squallida dialettica…
MYRIAM-Nooo!
PADRE-Provinciale e dozzinale. Ma come parli? Sembri uscita da un romanzetto
d’appendice! Proprio come lei.
MYRIAM-Sei un mostro.
PADRE-La stessa totale assenza di spina dorsale.
MYRIAM-Io non sono mia madre. Io sono Myriam. Myriam, hai capito?
PADRE-Sei come lei. Identica.
MYRIAM-Non è vero!
PADRE-Sei la sua immagine sputata. E come lei ti detesto.
MYRIAM-Come fai ad essere così cinico? Non l’hai mai amata. Le mancavi
continuamente di rispetto. Tu la tradivi. L’hai sempre tradita.
PADRE-Era noiosa. Una rompicoglioni.
MYRIAM-Vigliacco!
PADRE-Le stesse parole.
MYRIAM-Tu mi vedi come lei! Tu è me che continuavi a tradire!
PADRE-Che dici?
MYRIAM-Infangavi il mio esser donna, come ogni uomo che ho incontrato. Siete
tutti uguali. Tradivi me per mezzo di lei! In un gioco incestuoso e perverso...
PADRE-Che cazzo stai dicendo? Farnetichi.
MYRIAM-Mi hai sempre tradita. Ed io pativo la sindrome dell’abbandono. Sì: è
così! Per questo non ho mai potuto avere un uomo tutto per me. Ho sempre
cercato te in ogni uomo! E’ tutta colpa tua!
PADRE-Lascia stare queste stronzate psicanalitiche. Se vuoi buttare i tuoi
soldi fallo pure, ma per favore non tirarmici in mezzo. Gli psichiatri si
approfittano di te, come ogni persona che ti incontra – figuriamoci gli uomini
- perché sei una cretina, una donna da niente, un’incapace!
MYRIAM-Sei cattivo. Cattivo! Ed io ti odio con tutta me stessa!
PADRE-Era ora.
(BUIO.)
27. Aula scolastica. Myriam seduta al banco. Accanto a lei una suora.
SUORA-Rifallo ancora.
MYRIAM-Mi dica come.
SUORA-Devi cavartela da te.
MYRIAM-Gli altri bambini sono già in giardino a giocare…
SUORA-Tu starai qua finché non avrai ricopiato di nuovo il dettato.
MYRIAM-E’ la terza volta.
SUORA-E’ colpa tua che sei tarda. E che non ti applichi. Ma noi non abbiamo
fretta.
MYRIAM-Se non mi dice quali sono le parole sbagliate…
SUORA-Sarebbe troppo facile. Sei una di quelle che vuole la pappa pronta, eh?
La vita non è così, te ne accorgerai. Cosa vieni a fare a scuola? Questa è
soprattutto una scuola di vita!
MYRIAM-Sono stanca, voglio andare a giocare.
SUORA-Mi hai seccato. Basta. Resterai al tuo posto finché non avrai fatto quel
che t’ho detto.
MYRIAM-(Butta il quaderno) No. Voglio andare in giardino.
SUORA-Hai questo ardire? Hai il coraggio di ribellarti? Benissimo, l’hai voluto
tu! (Impugna una bacchetta) Metti le dita sul banco.
MYRIAM-No, per carità.
SUORA-Ubbidisci subito, irrispettosa, intrigante, incapace! (Myriam mette le
mani sul banco, la suora inizia a colpire con violenza. Grida. BUIO.)
28. Luogo mentale. Myriam e l’ombra di Aldo.
MYRIAM-Finalmente sei tornato da me, amore mio. Ho provato tante volte a farti
evocare. Mi sono rivolta ad una medium. Bravissima.
ALDO-Ciarlatani, per carità!
MYRIAM-Tu sai la mia condizione…Lo stato di prostrazione in cui mi trovo.
ALDO-Lo so. E sono qui per te. Per la promessa che ti ho fatto.
MYRIAM-Sei la mia unica consolazione.
ALDO-Sono qui per infonderti forza. Per farti spezzare le catene.
MYRIAM-(Melodrammatica) Sì, che mi avvinghiano, mi straziano, mi tolgono il
respiro…
ALDO-Non divaghiamo, per favore. Ogni catena si può spezzare. Qualunque incubo,
anche il peggiore, svanisce, quando si fa mattino.
MYRIAM-Che devo fare?
ALDO-Non mi è dato di rivelarlo. La soluzione dovrà essere tua. Ogni cosa ha un
tempo è un’occasione, ed è l’osservazione, che le rivela. Bisogna stare attenti
ai particolari. Ma ricordati: nessuno può essere diverso da quello che è.
Addio, mia dolce e piccola incapace. Mi manchi tanto, sai?
(L’ombra scompare. BUIO)
Casa di Myriam. Myriam e Orlandi.
ORLANDI-Ti sei decisa, allora?
MYRIAM-Ti confesso che sono titubante.
ORLANDI-L’affare non può aspettare.
MYRIAM-Magari possiamo aspettare noi. Si tratta della mia casa. Ci sarà
un’altra occasione.
ORLANDI-Un treno così non passa due volte.
MYRIAM-(Si avvicina al colletto della camicia di Orlandi) Cos’è questo profumo?
ORLANDI-(Infastidito) Cosa vuoi che sia? Sarà il mio dopobarba.
MYRIAM-Lo conosco, il tuo dopobarba.
ORLANDI-Sarà quello che danno in albergo. L’avrò messo distrattamente. Che ne
so? Che me ne frega? Lo sai che io non bado a queste cose.
MYRIAM-(Calma) E’ buono. Un po’ forte, ma buono. Molto speziato.
ORLANDI-Sì. E’ così. Allora che hai deciso?
MYRIAM-Penso che accetterò. Domani vado in banca. Qualche giorno per
monetizzare l’investimento. E poi tu mi porti la procura da firmare.
ORLANDI-Cos’hai? Sei strana.
MYRIAM-Niente. Sto benissimo. Si è come squarciato un velo. Ora vedo tutto più
chiaramente. E’ una bella sensazione. Un lieve senso di vertigine, ma credo
passerà.
ORLANDI-Così mi piaci, lo sai.
MYRIAM-Mi offri una sigaretta?
ORLANDI-Hai preso a fumare, adesso?
MYRIAM-Mi fai accendere? (Orlandi lo fa con un accendino di plastica colorata)
Quello che ti ho regalato dov’è? E’ un po’ che non lo vedo…
ORLANDI-Si era rotto. L’ho portato ad aggiustare.
MYRIAM-Tu sei tutto per me.
ORLANDI-Anche tu.
MYRIAM-Ora vai. Avrai da fare. Anche io, devo cominciare ad organizzarmi.
(Orlandi esce. BUIO.)
29. Luogo mentale. Ines e Orlandi. In disparte, in una dimensione onirica,
Myriam osserva.
(Una luce improvvisa illumina la scena, come un bagliore. Musica suadente. Un
tango appassionato. Ines e Orlandi ballano, ridono, mettono in scena una
conoscenza – anche intima - inequivocabile. Ad un certo punto del ballo, che si
è fatto vorticoso, i due si fermano, come per riprendere fiato. Ines,
platealmente, si accende una sigaretta con il famoso accendino di Orlandi. I
due si guardano, stanno per riprendere il ballo; a questo punto Myriam entra in
scena nel suo stesso sogno).
MYRIAM-(Scansando Ines e subentrando a lei per il ballo) Reléve! (Ines
scompare) Ho bisogno di perdermi, Orlando, ancora una volta, come sempre. Ho
bisogno delle tue bugie, delle tue assenze. Voglio sentirmi incapace di
combatterti, arresa, prigioniera ancora ed ancora dei tuoi giochi perversi. Ho
bisogno di notti disperate ad aspettarti, della speranza che il telefono suoni,
dell’ennesima delusione da parte tua…Non capisci che ne ho bisogno? Ho bisogno
d’esserti schiava e di sentirmi ogni giorno umiliata, ho bisogno di credere
alle tue assurdità, di essere compatita da chi ancora mi sta vicino come una
povera pazza, ho bisogno dei tuoi occhi profondi e della malattia che portano
dentro. Ho bisogno di bruciare della tua stessa febbre, senza possibilità di
fuga…Orlando, stai attento a togliermi questo, io ho bisogno che tu mi faccia
del male, io ho bisogno che tu m’inganni ancora, ho bisogno di sapere che tu
hai bisogno di me! Io non voglio svegliarmi, Orlando, ho troppa paura, troppo
schifo, troppa morte dentro di me. Orlando, ti supplico, annullami, ma non
farmi svegliare. Non per una cosa così da poco! Ti prego, Orlando, non
costringermi a vivere!
(La danza cessa. BUIO.)
30. Un luogo sacro. Myriam presso un effigie della Madonna di Lourdes, che è raffigurata
in modo molto kitsch. E’ turbata, non completamente in sé, anche se appare
lucida.
MYRIAM-E’ un sì? Posso interpretarlo come un sì? Io ho bisogno di un segno,
Signora. Soltanto un segno. E’ per questo che sono qui. Sono reduce da un lungo
viaggio, Signora, sono un po’ stanca. Ho smesso di fare del bene, è vero, ho
smesso d’impegnarmi, ma sono stanca, te l’ho detto, ed è come se la mia vita si
fosse fermata…In un attimo…Come se fossi diventata cieca…Ora no, ora le nuvole
si stanno diradando. Era un sì? Prometto che sarò di nuovo presente, che mi
occuperò ancora del prossimo. Del resto, è sempre stata la mia vera
vocazione…Sto ritrovando la forza. E la fede. Ma ho bisogno di un cenno, di una
risposta. Lo so, devo cercarla dentro di me. Sì, è questo il miracolo più
grande…Immenso…Ma devo lo stesso sapere se era un sì. Lo era? Era un sì? E’
molto importante, devo sapere se posso davvero considerarlo un sì…
(La Madonna resta immobile. BUIO.)
31. Strada. Myriam e l’investigatore.
INVESTIGATORE-All’inizio non ho capito il perché di tanta fretta. Poi pian
piano ho cominciato a sentirmi sollevato. C’era qualcosa che non mi era mai
tornato, in questa storia. Mesi e mesi di pedinamenti, di appostamenti, di
rapporti. E migliaia, di fotografie. Ma avevo sempre e comunque l’impressione
di girare a vuoto. Mi sfuggiva lo scopo. Ora credo di capire. Sarebbe stato
molto più semplice se lei avesse parlato chiaro dall’inizio.
MYRIAM-Ha recuperato quello che le ho chiesto?
INVESTIGATORE-Sì. Ecco qui. (Le porge un piccolo pacchetto) Era esattamente
dove pensava lei. Incredibile. Ho dovuto rischiare un po’ per recuperarlo.
Bell’oggetto. Ma come faceva a saperlo?
MYRIAM-Ha le foto con sé?
INVESTIGATORE-Certamente.
MYRIAM-Sono chiare, inequivocabili?
INVESTIGATORE-(Le consegna il plico) Giudichi lei.
(Myriam estrae le foto dalla busta e le guarda, senza tradire emozioni, con
molta calma. Poi, platealmente, le strappa. BUIO.)
32. Myriam al telefono.
MYRIAM-Buon giorno, dottore. Vorrei disdire l’appuntamento di oggi. Lo so: ho
saltato anche la settimana scorsa. Non si preoccupi, il suo onorario. No, per
adesso non voglio fissare un nuovo appuntamento per la prossima settimana.
Degli impegni imprevisti, sì. Mi faccio viva io, appena sono libera. Sto
meglio. Più tranquilla. Grazie. Dottore, lei fa ancora quelle consulenze per il
tribunale? No, così…per sapere…Di nuovo buongiorno. Arrivederci. Ah, mi scusi,
dottore, vorrebbe essere così gentile da lasciare alla sua segretaria una busta
con la mia cartella clinica? Mi serve per certe faccende legali. Di nuovo,
arrivederci.
(BUIO.)
33. Casa di Myriam. Myriam e l’Ufficiale Giudiziario.
UFFICIALE-Questa è la notifica dell’ingiunzione per la cessione del quinto del
suo stipendio.
MYRIAM-(Riuscendo a stento a trattenere le risa) Devo firmare qui?
UFFICIALE-Che fa, ride?
MYRIAM-Sì. Mi scusi. (Il riso si fa sempre più convulso)
UFFICIALE-Contenta lei.
MYRIAM-(C.s.) Credo che succeda quando non si ha più nulla da perdere. E’ come
una molla, un click che scatta una volta superato il punto di non
ritorno.
UFFICIALE-Mi prende in giro? Io faccio solo il mio lavoro.
MYRIAM-Non se ne abbia a male. Io ho molto rispetto di lei e del suo ufficio.
Lo sa: io sono sempre stata una donna d’ordine. Ma la lucidità è un’esperienza
da provare. E’ come il risveglio da un intorpidimento. Di colpo si vede tutto
sotto una luce nuova e risolutiva. Più oltre ancora del bene e del male. E
d’improvviso si sa o, meglio, si intuisce chiaramente la via. Chi crede la
chiama anche “illuminazione”.
UFFICIALE-Lei ha comunque il potere di stupirmi.
MYRIAM-Non sa che cosa bella mi ha detto.
(BUIO.)
34. Casa di Myriam. Myriam sola.
(Sulle note della canzone “mamma”, ballando sommessamente, Myriam prende da uno
scaffale un’urna cineraria, ne vuota il contenuto sul pavimento e poi lo
raccoglie con un aspirapolvere. L’urna trova il suo posto in un secchio
dell’immondizia. Sempre cantando e ballando, poi, rimette tutto a posto. BUIO.)
35. Casa di Myriam. E’ notte. Myriam e la maga.
INES-Eccomi. Al tuo servizio. Mi spiegherai perché a quest’ora di notte.
MYRIAM-In effetti sarebbe stato meglio domani. Ma ho altre cose urgenti da
fare. E poi non riuscivo a dormire. Ho buttato tutti gli psicofarmaci.
INES-Ah.
MYRIAM-Si recupera in lucidità, ma c’è l’inconveniente dell’insonnia.
INES-Mi hai chiamata per questo?
MYRIAM-No.
INES-E perché, allora?
MYRIAM-Hai portato la tua palla di vetro?
INES-Sì. Ma ti costerà un po’ più del solito. In piena notte. Come vedi sono
corsa subito, appena mi hai chiamata.
MYRIAM-Ti ricompenserò lautamente.
INES-E come? Non ti è rimasto più nulla.
MYRIAM-Non sottovalutare le mie risorse. Un accordo si trova sempre. Vedrai che
ti accontento. Prepara per la seduta, intanto. Io vado a prendere qualcosa per
te. (Myriam esce. Ines resta sola, tira fuori da una borsa la palla di vetro e
la sistema su un tavolino. Si siede. Qualche attimo e Myriam rientra col noto
pacchetto.) Ecco. Ti basta?
INES-(Apre il pacchetto. Ha uno scatto, balza in piedi) Questo è il mio…me l’ha
regalato…come fai ad avercelo tu?
MYRIAM-Voglio sapere tutto.
INES-E’ stato lui. Mi ha obbligata. Mi ricatta. Gli devo dei soldi.
MYRIAM-E allora tu gli fornisci, tra le tue clienti, le galline grasse, da
spennare.
INES-Non devi vederla così…
MYRIAM-Ci vai a letto?
INES-Esercita su di me un potere incredibile…La sua volontà è invincibile…tu ne
sai qualcosa…
MYRIAM-Che squallore.
INES-Io non volevo, specie negli ultimi tempi. Ti avevo vista così provata…L’ho
supplicato di smettere, ma lui no: fino in fondo…Voleva toglierti tutto…
MYRIAM-Cerca di conservare almeno la dignità. Tu che ancora puoi.
INES-Non mi denunciare. Ho dei figli da mantenere.
MYRIAM-Lo so. Li ho visti. Me li hai fatti conoscere. Sono brutti. Non ti
preoccupare. Non ti denuncio.
INES-Grazie. Sei una santa. Ti ho sempre voluto bene. Come un’amica. Non come
una cliente. Ti ho invitata a cena a casa mia.
MYRIAM-E’ vero. Ho mangiato male.
INES-Siamo delle vittime, tutt’e due.
MYRIAM-Su questo hai ragione.
INES-Ci ha raggirate, sfruttate, umiliate.
MYRIAM-Bell’uomo, però…
INES-Uomo? Un diavolo.
MYRIAM-Basta così. Le telefonate di mia madre: eri tu?
INES-(Flebilmente) Sì.
MYRIAM-Tutte le notti per quasi due anni. Il resto lo facevano gli psicofarmaci
e l’alcool. Anche quella patetica esibizione della trance interrotta. Che
stupida, che sono stata. Avevo tutto davanti agli occhi e non volevo vedere. E’
lì che quelli come voi vanno a colpire, no? Chissà quanto avete riso alle mie
spalle, tu e lui. Questo mi secca più d’ogni altra cosa.
INES-No, ti giuro.
MYRIAM-Finiscila. Adesso voglio che tu mi dica quella parola.
INES-Quale?
MYRIAM-Lo sai perfettamente.
INES-No.
MYRIAM-Fallo subito.
INES-Non l’ho mai pensato, davvero.
MYRIAM-Dillo!
INES-No!
MYRIAM-Dillo!
INES-E va bene, come vuoi: incapace!
MYRIAM-Ancora!
INES-(Gridando) Incapace! Incapace!
(Myriam afferra la palla di vetro e colpisce ripetutamente in testa Ines, fino
ad ucciderla.)
MYRIAM-(In mano la boccia insanguinata, le mani lorde, in un delirio mistico)
“Avete fatto della mia casa un covo di briganti”.
(Un’aria sacra. BUIO.)
36. Casa di Myriam. Myriam sola. Poi Orlandi.
(Musica. Myriam mette a posto la casa. Lava per terra con lo straccio con molta
cura, come chi si prepara ad un momento importante. Dopo un po’ di tempo suona
il campanello. Myriam mette a posto gli attrezzi, va ad aprire, con molta
calma. Appare Orlandi, vestito da donna.)
MYRIAM-Ti aspettavo. Che ci fai conciato così?
ORLANDI-Sto correndo dei rischi a farmi vedere in giro. Sono nel mirino del
controspionaggio.
MYRIAM-Mi ero immaginata un epilogo diverso. Più solenne.
ORLANDI-Mi dispiace.
MYRIAM-Pazienza. Vuol dire che doveva andare così. Hai portato la procura da
farmi firmare?
ORLANDI-Ce l’ho qui.
MYRIAM-Immagino che un notaio di tua fiducia sarà disposto a convalidarla in un
secondo momento.
ORLANDI-Infatti. E tu hai i soldi?
MYRIAM-Sono di là. Tra poco vado a prenderli.
ORLANDI-(Ha con sé un piccolo mazzo di fiori) Sono per te.
MYRIAM-Grazie. Un pensiero carino. Purtroppo non ho più un vaso dove metterli.
Mi hanno pignorato anche quelli. Vuoi sederti? (Non ci sono sedie, solo
scatoloni) Come sai, ti devi accontentare.
ORLANDI-Non fa niente. Va benissimo. Firma, dai.
MYRIAM-Qui? (Firma)
ORLANDI-Perfetto. Ora i soldi.
MYRIAM-Un momento. Non vuoi neanche festeggiare? Bere qualcosa con me? Un
brindisi al mio ingresso nell’alta finanza. Ho conservato in fresco una
bottiglia di champagne francese, come piace a noi.
ORLANDI-Va bene, come vuoi.
MYRIAM-Hai fretta?
ORLANDI-No. Sono solo eccitato all’idea del nostro affare.
MYRIAM-Già. Anch’io.
(Myriam apre un piccolo frigo. Prende la bottiglia. Versa lo champagne di
spalle e consegna il bicchiere a Orlando.)
MYRIAM-Allora, salute!
ORLANDI-Alla nostra! (Beve, è un po’ disgustato) Che schifo! Ha un saporaccio.
MYRIAM-A me sembra buono.
ORLANDI-Sei la solita. Ti hanno dato la fregatura.
MYRIAM-Probabile. Hanno visto una donna sola, indifesa, e se ne sono
approfittati. Tanti lo fanno.
ORLANDI-(Seducente) Tra poco, a cose fatte, avrai un uomo accanto a te. Allora
nessuno più si permetterà…Perché ci sarò io. Il tuo uomo…
MYRIAM-(Allude al travestimento) Anche se adesso non sembra…
ORLANDI-(La cinge) Ma tu lo sai, meglio di qualsiasi altra, cosa c’è qua sotto.
E non sarà certo perché porto una gonna…(Fa per alzarsi la gonna) Anzi, sai che
ti dico? Con la gonna è pure più facile…Vieni qua…
MYRIAM-(Si divincola, ma senza tradire emozioni) Un momento. E i soldi, non li
vuoi? Non sei venuto per questo?
ORLANDI-Per questo. Sì. E per te…Lo sai che non riesco a starti
lontano…(Improvvisamente barcolla) Ho un giramento di testa. La pressione. Non
sto bene, ultimamente. Troppo stress. Aiutami a sedermi. Mi gira tutto.
MYRIAM-(Lo aiuta amorevolmente) Sei comodo?
ORLANDI-Sì, grazie. Non so che mi succede…
MYRIAM-Lo so io. E’ molto semplice: hai appena preso un cocktail di alcool e
psicofarmaci.
ORLANDI-Che dici? Che mi hai dato?
MYRIAM-E chi lo sa? E’ una ricetta nuova, che ho inventato per l’occasione.
ORLANDI-Sei pazza! Mi hai avvelenato! Chiama subito un medico, stronza! Che ti
credi di fare?
MYRIAM-Tranquillo. Non morirai. Ne so qualcosa io. E’ solo una sensazione
sgradevole, all’inizio, di perdita del controllo di sé. Ma se ci si lascia
andare ha i suoi lati buoni. Non sarà così facile.
ORLANDI-Io ti faccio ammazzare! Hai capito?
MYRIAM-Non mi fai paura. Comincia a pensare che da questo momento in poi la tua
volontà conta relativamente.
ORLANDI-Non riesco a muovermi. Puttana!
MYRIAM-Sì. La tua.
ORLANDI-Che cosa ti ho fatto? Perché sei cambiata così?
MYRIAM-Credo che, legalmente, si chiamerebbero futili motivi. Almeno rispetto a
tutto il resto. Sono comunque i più antichi.
ORLANDI-Per gelosia? (Ride)
MYRIAM-Sì. E’ stato un errore imperdonabile da parte tua. E, diciamolo pure,
volgare.
ORLANDI-Sei gelosa di quella là? Ma, dico, l’hai vista? Non crederai…
MYRIAM-Peggio per te, vuol dire che morirai per una che nemmeno valeva la pena…
ORLANDI-Hai detto che non morirò.
MYRIAM-Non così.
ORLANDI-Per l’amor di Dio, sei ancora in tempo a chiamare un medico, che vuoi
fare?
MYRIAM-E’ una buona domanda. E la risposta mi è costata uno sforzo d’immaginazione.
Però alla fine credo di aver trovato un’ottima soluzione.
ORLANDI-Sei pazza.
MYRIAM-Esattamente. Ma questo viene dopo. La procura la prendo io. (Glie la
sfila dalla tasca) Chi, sano di mente, avrebbe firmato questa carta ad uno come
te?
ORLANDI-(Con uno sforzo immane si avventa su di lei si riprende la procura) Ma
che ti credi, eh? Che ti credi? Dammi quella carta, forza. Non ci provare. E’
mia, ormai. (Preso dal delirio) Tu non lo sai con chi hai a che fare! Io sono
un toro, cazzo! Un toro, hai capito? Mi vuoi ammazzare? Avanti! Avanti, credi
che abbia paura? Ammazzami, forza! Lo sai quante volte mi sono trovato in
questa situazione? Con qualcuno che mi puntava una pistola contro. Lo sai
perché sto ancora qui? Perché la gente non ha le palle. Ammazzami. Gli dico.
Ammazzami. E quelli si cacano sotto. Lo dico pure a te: ce le hai le palle?
Ammazzami. Ma la carta non me la togli, quanto è vero Iddio. L’hai firmata, la
carta. Adesso è tutto mio. Basta, finito. Tu non hai più un cazzo. Tu non sei
un cazzo. Perché, amica mia, in questo mondo se non hai niente, niente sei. Me
lo diceva mio padre, sempre, me lo ripeteva in continuazione. A forza di botte.
E lui che è diventato, eh? Niente. Meno di niente. Ha fatto il muratore tutta
la vita. Ed è morto di cancro a cinquant’anni. E mi rompeva i coglioni a me.
Guardami, bella: guarda che sono diventato io. Io vado in giro con le macchine
più cazzute, negli alberghi di lusso, nei migliori ristoranti. Io me la godo la
vita. Mi prendo quello che mi spetta, quello che è mio. E mi dispiace pure che
ci sei finita in mezzo. Tu sei una poveretta. Una che ancora crede alle favole.
Ma lo vuoi capire che non esistono le favole in questo mondo di merda?
Ammazzami. Ammazzami. Senti qua. Ce l’ho duro, hai capito? Io sono un toro! Ce
l’ho duro. Io a questa vita bastarda glie lo metto nel culo. Io c’ho in mano la
carta che m’hai firmato. La carta! E nessuno me la toglie. Ho fatto bingo,
cazzo. Ti ho fregato del tutto. Sono stato bravo. Bravo e deciso. Domani prendo
l’aereo e me ne vado a Ginevra. Mi hanno chiamato per resuscitare una società
al collasso. Io la ritiro su e poi la vendo a dieci volte il valore. Mi
chiamano apposta. Fanno la fila. Il nome di Orlando Orlandi vale qualcosa su
scala internazionale! Chiedi a chi ti pare. Io, se mi rode il culo, ti mando a
picco le borse come nel ’29! Se dico quello che so, cade il governo in un
minuto! Aiutami, porca puttana, mi viene da vomitare! Non respiro! (Crolla a
terra)
MYRIAM-(Calma, recupera il documento) Sei proprio un toro. Però agitarti non ti
fa bene. Il sangue porta più velocemente al cervello le droghe che ti ho dato.
Non divaghiamo. Voglio illustrarti il ragionamento che mi ha condotto ad una
soluzione che ho l’immodestia di definire geniale.
ORLANDI-Finirai in prigione. E la prigione non è una vacanza. Io sono il re
delle prigioni. Ti faranno marcire là dentro, butteranno la chiave…
MYRIAM-Conto di no. E non interrompermi continuamente. Devi sapere che ho
passato ore di spiacevole inquietudine ad immaginare le modalità e l’arma,
soprattutto. Volevo che fosse in qualche modo simbolica. E’ un vezzo, ma ci
tengo.
ORLANDI-Non avrai mai il coraggio, sei solo una donnetta. Una che non vale
niente.
MYRIAM-Proprio a questo pensavo. E’ qual è il mezzo che più mi rappresenta? Uno
strumento insospettabile, e pure così azzeccato? Un amico mi ha dato un
suggerimento illuminante: la cura dei particolari. (Da uno scatolone tira fuori
dei ferri da maglia) Non lo trovi perfetto? Pensa che li tenevo lì da chissà
quanto: non ho mai imparato a fare la maglia. Sono proprio un’incapace, non
trovi? Oh, ma imparerò. Sì. Se ne avrò voglia.
ORLANDI-E falla finita, allora! Avanti! Sono un toro, cazzo! Un toro!
MYRIAM-Non aver paura, non soffrirai. Ho passato la notte scorsa ad affilarli.
(Si avvicina a lui. Lo bacia sulle labbra.) Addìo, amore mio. Mi dispiace per
il nostro film.
ORLANDI-(Gridando) Sono un toro!
(Cambio di luce. Myriam infilza il corpo di Orlandi con molti ferri da calza.
L’effetto sarà a metà tra il rito vodoo e la corrida. Musica. BUIO.)
(Durante il buio la musica continua. Su di essa si innesta un rumore ritmico,
come di colpi scanditi.)
37. Casa di Myriam. Myriam sola.
(L’ambiente è buio, rischiarato solo dalla luce interna del piccolo frigo
semiaperto. A terra decine di foto. Il volto di Myriam è sporco di sangue.)
MYRIAM-(Parla verso l’interno del frigorifero) Hai visto di che cosa sono stata
capace? Non te l’aspettavi, eh? E’ stato faticoso, soprattutto. Forse non avevo
gli strumenti migliori. Adesso è tutto passato, sei qui con me. Hai smesso di
travestirti, di vendere fumo, d’ingannare prima di tutto te stesso. Questo è
quello che conta. E, forse, col tempo ti posso anche perdonare. Ti ho detto
cosa mi ha sempre affascinato di te, a parte gli occhi? Le mani. (Trae dal frigo
un braccio) Hai queste belle unghie curate, le dita lunghe. Mani che possono
essere leggere come il velluto. Io lo so. Lo so bene, non è vero? Le ricordo
come fosse ora, su di me. Che brividi, mi facevi venire. E li sento ancora. Ma
dovrò abituarmi all’assenza. Ti ricorderò. Ti porterò anche dei fiori. Ogni
tanto metterò su la nostra canzone. Io sono schiava dei ricordi. Mi hai sempre
presa in giro perché sono una sentimentale. Che posso farci? E’ la mia natura.
Non si può sfuggire alla propria natura. Mai. Neppure adesso. Tu resterai
sempre e comunque il carnefice. Io la vittima. Un po’ buffo, no? Allo stato
attuale… (Meccanicamente, compone un numero telefonico) Pronto? E’ la polizia?
Mi chiamo Myriam Battaglini, in casa mia c’è stato un duplice omicidio. Ha
sentito bene. Via Savonarola, 23. Vi aspetto.
(BUIO.)
38. Aula di tribunale. Myriam alla sbarra.
GIUDICE-In nome del popolo italiano, il tribunale, visto l’articolo 530, 1° e
3° comma del codice di procedura penale, in relazione all’articolo 85 del
codice penale, dichiara l’imputata Myriam Battaglini non colpevole, perché
ritenuta all’epoca dei fatti temporaneamente incapace di intendere e di
volere.
(BUIO. Musica di un carillon)
FINE DELLA COMMEDIA