L’indovina

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L’indovina

Commedia in tre atti

di

Angelo Alfieri

Personaggi:


Elsa Pennelli:


Pittrice


Anna Nobili:


Duchessa


Sandra Cass:


Indovina


Carponi Mass:


Ristoratore


Bob Farina:


Cameriere


Enzo Cedimeglio:


Ladro


Ulisse Cavallo:


Scommettitore


Maggio Domì:


Sovrintendente di palazzo


Succhi Dimela:


Rappresentante


Erestu Belfessus:


Gallerista


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Siamo nell’Atelier di Elsa Pennelli, una sedicente pittrice. Lo studio è frequentato da amici ed avventori che desiderano farsi un ritratto ma, da qualche tempo, il luogo, è meta di pellegrinaggi, se così possiamo dire, di persone in cerca di un vaticinio che l’indovina Sandra Cass, ospite dell’artista, è in grado di procurare gratuitamente a chiunque le si presenti davanti. Il problema è che le persone, alle quali “l’indovina” prevede le sorti, vogliono sentire solo oroscopi positivi, cosicché, durante le sedute si spostano di continuo per evitare sciagurati vaticini incolpando la povera Sandra di incapacità. Così facendo pensano di scaricare sul vicino di posto tutte le avversità che li riguardano. Ma L’indovina, che è una persona molto intelligente, bene o male se la cava. Mantenendosi nel generico, confonde le idee ai presunti “furbi”. L’unico buco nero nella sua attività, fa credere, consiste nella totale incapacità di prevedere le sorti di Anna, una nobile decaduta ma estremamente ricca, la quale, all’occorrenza, elargisce denaro ai bisognosi senza badare alla condizione sociale o ai reali bisogni dei suoi “beneficiati”. Arredamento tipico di uno studio di pittura con un tavolo, un divanetto, un cavalletto alcune sedie e due porte. Niente che possa far pensare ad un luogo di incontri spiritici o antri di sorta ecc …

ATTO PRIMO

Scena prima

Elsa è in scena, sta organizzando l’attrezzatura per dare inizio al ritratto della Duchessa Nobili.

Elsa:                  Speriamo bene … tutto sommato un astratto, un “transavanguardia”

sarebbe l’ideale ... Sì … vediamo di risollevare le finanze: questi nobili sono spilorci. Le chiederò il doppio per avere almeno il giusto come ho fatto l’altra volta. In un anno ne ha voluti due, è segno che le piacciono … modestamente. (Arriva la Duchessa). Accidenti, è già qui. Avanti!

Anna: (Ha una tale aria di superiorità da lasciare Elsa incredula). Senti, cara amica, fammi un ritratto che si possa definire tale, non come l’altro scarabocchio pseudo modernista dell’anno scorso. A me piace spendere per oggetti che, in futuro, possano accrescere il loro valore. Lo faccio per i posteri e anche per soddisfare la mia

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vanità. Voglio essere ricordata per sempre. Forse a te parrà strano ma noi nobili siamo fatti così: quando facciamo una cosa pensiamo al dopo, al futuro ed è per questo che voglio essere ritratta così come appaio … la mia preoccupazione è quella di non finire nei libri di storia, mi sono spiegata?

Elsa: (Mentre Anna parla, si ferma ad osservarla cercando di capire con chi ha a che fare realmente. Gag a piacere). Ne sono conscia … un ritratto naturalista,va bene: basta dirlo! Dunque vediamo … come ti vuoi vedere: seduta, sdraiata, oblunga, appoggiata al muro … sul water … scegli la posa. (Anna è così presa di sé che difficilmente ascolta gli altri).

Anna: Come la Maya di Goya … sul triclinio tra petali di rose canine e con una bottiglia di Champagne ai piedi del letto. Naturalmente il mio, quello che produco io!

Elsa:                  Vestita o nuda?

Anna: Vestita … con abiti della mia sartoria artigianale di Parigi. Sennò che valore avrebbe. Farsi vedere nuda che senso ha! Si devono vedere gli abiti. Il sottofondo naturalmente sarà quello del palazzo d’inverno che tu ritrarrai prima e al quale sovrapporrai il ritratto in un secondo momento.

Elsa:                  Hai uno strano modo di vedere la pittura ma … Ti costerà un bel po’.

Solo per l’andirivieni ci vorranno tre centomila lire. Senza contare i colori: l’olio è carissimo di questi tempi perché le coltivazioni di lino sono andate distrutte dalla siccità.


Anna:


Lo sai che posso disporre del denaro che voglio, senza limiti!


Elsa:                  Farò due conti e ti faccio sapere … è un periodo di magra, lo sai. Al


giorno d’oggi il ritratto è passato di moda, con l’avvento della fotografia nessuno più si fa ritrarre: siete rimasti voi nobili gli unici, anche se, devo dire, siete sempre meno e sempre più in miseria nera.

Anna: Perché non si sono saputi riciclare. Noi siamo diventati industriali, abbiamo convertito i campi in officine sfruttando la povera gente. (Dice queste parole con albagia, Anna è si decaduta, ma è ricchissima). Inoltre possiedo qualche bancache tengo come cassaforte … nient’altro … Pensa che i miei dipendenti, a loro insaputa , vi versano il salario che io reinvesto in attività secondarie. È possibile che si ritrovino senza un soldo … di questi tempi gli investimenti sono pericolosi, soprattutto se fatti con denari propri.


Elsa:


Perché a loro insaputa?


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Anna:               Sei ingenua! Non sanno che le banche sono mie: non vado di certo a

dirlo: “ehi, signori questa banca è mia metteteci i soldi che vi do. Riportateli a casa!” Ma dico! …

Elsa:                  Ah! Però, che spirito di intraprendenza, molto altruistico soprattutto.

(Pensa come estorcerle denaro). Ci vorrà un po’ di tempo per completare il ritratto

…diciamo tre mesi di posa? … Sai che questo Atelier è meta di “turisti”, se così possiamo dire. Da quando ospito la grande indovina Sandra Cass è un andirivieni di personaggi un po’ … beh! La conosci? Lavora gratis … (Accentua questo particolare per sottolineare le differenze). È povera ma non chiede niente a nessunoper i suoi servizi. Morirà di fame.

Anna:               Che stupida …. Gratis. Se è valida la sovvenziono io … la mantengo …

sai che prestigio per il casato avere alle dipendenze un’indovina? Mi faccio predire tutto. Prima di intraprendere un affare la consulto … se è favorevole: avanti, altrimenti indietro. E se non dovesse predire bene la mando via.

Elsa: Se lo dici tu! Cominciamo domani col ritratto. Oggi fa caldo, si scioglie il colore prima del tempo … si formano strani miscugli e poi devo cambiare i pennelli, sai, il pennello è fondamentale per un esito ottimale. (È una scusa).

Anna: Usa i migliori, non le porcherie che vendono al mercato. Bene, oserei dire che è giunta l’ora di ritirarmi.(Campanello, suono insistente). Chi si permette di scampanellare così? Lasci che ti trattino in questo modo! Un artista si deve circondare di raffinati intellettuali … (Appena vede Carponi si sposta in un angolo temendo un’aggressione). Accidenti che zoticone!


Carponi:


Ditemi che posso entrare? (Ha un basco che toglie quando entra).


Elsa:                  Sei già dentro! Cosa ti porta qui, cuoco da strapazzo? Ti prego, non


darmi del “voi”, siamo a Milano, non a Napoli. Abbi pazienza, questi atteggiamenti borbonici mi danno sui nervi. Ti presento la duchessa Nobili del Prezioso Calice e quant’altro … (Anna si fa ancora più altezzosa).

Carponi: Incantato, duchessa: al vostro servizio … sono l’umile cuoco del ristorante qui accanto … se un giorno vorrà degnarci della sua presenza ne sarò onorato. (È talmente imbarazzato che il basco gli scappa di mano andando a finire tra le mani si Elsa che, trovandoselo addosso, lo getta per terra).

Anna:               Vedrò. L’importante è che lei non abbia sete di danaro, sa, tutti me ne

cercano appena mi vedono … in fin dei conti non sono una banca. Abbiate pietà!

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Carponi:        No, quale denaro, ne guadagno abbastanza da mantenermi. Io non sono

esoso, mi bastano pochi denari per i miei vizi … vizi … si dice per dire. (Cerca di capire dov’è finito il basco, è un gran ruffiano). Faccio una vita da recluso … ilristorante mi impegna in modo totale. Mia cognata invece è una maledetta spilorcia … io no!

Anna:               Meglio così! Pensi,possiamo diventare perfino amici. Ora vado, Elsa,

accompagnami alla porta. (È altezzosa, ma, a suo modo, generosa, nell’uscire da un calcio al basco che finisce fuori dalla porta).

Elsa: A presto! (Esce). Mamma mia che incubo … vuole un ritratto naturalista. Non sono capace di farlo … ma … mi spiace rinunciare ad un guadagno facile … ci vuole una soluzione. (Per questo fatto rimprovera Mass che non capisce).

Carponi: Chiedilo ad Enzo! Digli di Rubare qualcosa che assomigli ad un ritratto e tu gli metti la faccia. Almeno quella … la sai fare … sì? (Recupera il cappello). Che tipo! (Lo dice al pubblico).

Elsa:                  Lo vuole coi suoi abiti, con la sua villa … è furba … peccato, le avrei

potuto chiedere quello che volevo … pazienza. Rifiuterò!

Carponi: Prima di passare la mano … chiediamolo a Sandra, chissà mai che ti mette sulla strada giusta … Se solo non fosse così scema, potrebbe fare soldi a palate

…e anch’io di riflesso. Non c’è una volta che dica una cosa favorevole … tutti questi enigmi … lo sai che passo ore a pensarci e intanto mi bruciano gli arrosti nel forno.

Elsa: Non capisce niente, spara a casaccio … il tuo cameriere, Bob, non è capace di scarabocchiare? (Mentre parla cerca di sistemare la tavolozza).

Carponi: Regge a malapena un vassoio. Come si può pretendere da uno così. Poveraccio, ha quattro figli da mantenere … o Dio, tutto è possibile, gli darò un pezzo di carta … ma cosa sono venuto a fare?


Bob:


(Entra alla ricerca del capo). Elsa, hai visto Mass …


Elsa:


Non si vede ma c’è! (È finito dietro la porta quando si è aperta).


Bob: Cos’è un indovinello? Ha detto che saliva! Si perde in un bicchiere d’acqua e mi incolpa di tutto … (Carponi rimane dietro la porta). Se lo vedi digli che il fornitore delle bevande è arrabbiato perché non gli ha pagato l’arretrato … ho anticipato io e li rivoglio stavolta … fa lo sbruffone ma non paga mai … (Alza la voce). Sono capace anch’io di mandare avanti un ristorante così… sulle spalle deidipendenti … a dopo!

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Elsa: Hai sentito imbroglione … fatti fare un vaticinio da quella scema, magari di da una dritta … di’ la verità, sei salito per evitare di pagare il conto.

Carponi: Dove trovo i soldi per il fornitore? … (Pensa). Quella lì che è uscita prima, la Duchessa, come è messa a denaro?

Elsa:                  Lei dice di averne ma, lo sai, i nobili sparano cretinate a tutto spiano per

farsi vedere e dopo ti ritrovi a pagargli il conto della carta igienica … se la usano! Carponi: Quindi, inutile tentare. Me la vedrò con Bob. (È diventato

irrequieto).Cosa posso fare per evitarlo … prima o poi devo pagarlo. Sandra quandoviene?


Elsa:


È talmente imprevedibile che … (Entra Sandra).


Sandra:           Perché stavate parlando di me? Vi ho intuiti fin da sotto … Che puzza …


si è rovesciato del letame … (Annusa).

Carponi:        (Si annusa a sua volta). Scusatemi, puzzo di cipolla.

Sandra: Non sei tu … Sento odore di nobili, è inconfondibile … vestiti marci … pelle unta … scarpe di cartone.


Elsa:


Di cartone?


Sandra:


Ne ha perso un pezzo, guarda? (Raccoglie da terra una suola).


Carponi: Che indovina! Ho capito … soldi: nisba! Se scendi a mezzo giorno ti faccio preparare gli spaghetti allo scoglio.


Sandra:


Come sapevi che volevo le vongole?


Carponi:

Sandra?


Difatti non lo sapevo … lo stavo dicendo a lei! Tento di scendere?


Sandra: Scendi pure ma stai attento ai Succhi. (Gesto di Mass come a dire “che cosa dice”. Sandra ha visto il Succhi confabulare con Bob).

Elsa:                  Ascoltami bene, mezza matta. La duchessa del cavolo che è venuta qui ...


la letamaia, come dici tu … mi ha chiesto un ritratto di quelli belli. Io non lo so fare.

Suggerisci qualcosa per risolvere il problema … vediamo se sei capace.

Sandra: È una sfida? Non ti voglio dare la soddisfazione di vedere risolto un problema per tirarti fuori dall’impaccio a scapito della mia ingenuità. Non sono scema! Ho i miei limiti ma non sono scema! Impara a pitturare!

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Elsa: Va bene. Quando avrai bisogno di mangiare ne parleremo. Cosa sei salita a fare? Torna nel tuo antro, sibilla della mutua.

Sandra: Verrà il giorno che sarete in difficoltà … lo sento, non è lontano … (Si concentra o finge di farlo, si avvicina ad Elsa, la tocca). Dammi cinquantamila lireper il pane … (In modo automatico Elsa prende i soldi dalla tasca). Grazie, sorella pagana … ti li restituisco tra un po’ di anni … ora ti senti bene con te stessa.

Elsa:                  Mi sento sollevata, come se avessi fatto del bene senza sapere il perché!

(Elsa teme che Sandra abbia veramente poteri e si lascia suggestionare. Il suo è un:

non è vero ma ci credo).

Carponi:        Però? Che maga. (Sandra si rivolge verso di lui). Ti saluto. (Se ne va di

corsa). Fossi matto …porca miseriaccia cane! Questa matta mi mette in mutandesenza che me ne accorga … oh! Sandra Cass, sei tutta scema …


Sandra:


Insultatemi pure. Verrà il giorno che vi insulterete da soli!


Elsa: È diventato matto il cuoco? Digli cosa deve fare per racimolare un po’ di soldi … non paga nemmeno i fornitori.


Sandra:


Si arrangi! Gli tiro una maledizione?


Elsa:                  Lascia perdere prima che mi piombi addosso. Vai a casa! (Si siede per


riflettere).Vediamo cosa posso fare con questi pennelli … Sandra, quando scendi,passa dall’ artigiano qui all’angolo, “ il colorificio” , digli di prepararmi otto pennelli

... tutta la gamma. Di cinghiale mi raccomando, ricordati! Glieli metto in conto alla “duchessa”!

Sandra:           Li vuoi magici o di volgare setola?

Elsa: Sono una artista di chiara fama … scema … vai a mangiare da qualcun altro! Via! (Sandra scuote la testa). Piuttosto trova il modo di farmi arricchire “indovina”.

Sandra: (A parte). Ognuno è artefice della propria fortuna . Chi pensa che cada dal cielo è un illuso.

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Scena seconda

Entrano tutti uno dopo l’altro

Ulisse: Scommettiamo che indovina quanti soldi ho in tasca? Sono settecentomila …


Bob:


Diecimila che non lo sa! Ma tu giri per le strade con tutti quei soldi?


Enzo:                Lasciatemi fuori dalle vostre cretinate perché non ho denaro da buttare.


Ultimamente mi sono andati male alcuni colpi. Non si può più rubare come una volta. Tutti sti allarmi … al diavolo. Se almeno quella scema mi desse una mano. Quando vengo per sentire l’oroscopo non so mai dove sedermi … ci azzeccasse una volta … quando arriva?

Elsa:                  È vero, non si sa mai di chi sta parlando. Se il vaticinio è per te o per te

…è un mistero. Il bello è che ci prende … a distanza ma ci prende. Quando meno te l’aspetti … trac … ti piove addosso, non ti ricordavi più perché pensavi che era di un altro e …


Ulisse:

bene?


Scommettiamo un deca che ti dice che il colpo che hai in mente andrà


Bob:


Tu pensi solo a scommettere? Cosa ci faccio qui? Tanto! A me! (Tra sé).


Carponi: Tu a scommettere, lui a rubare … bella compagnia. Se non altro almeno lui lo ammette … sono un ladro. Punto. Tu estorci denaro a tradimento. Non so chi è peggio: mi fate paura entrambi. Dai, allora … si fa attendere quella cretina.

Decidiamo come sedersi prima di cominciare, vediamo se indoviniamo stavolta … ti dico io … non potevi prendere una seria, credibile .

Elsa:                  Loro rubano e tu non paghi nessuno e usi prodotti marci per cucinare!

Non mi chiedere un ritratto senza anticipare il novanta cinque per cento … bella compagnia frequento, non c’è che dire! (Gesto di Bob come a dire: hai ragione).

Carponi: Non sia mai, un ritratto … uno sgorbio volevi dire. Li ho visti esposti i tuoi “quadri” giù al mercato .. non ho ancora capito se sono persone o maiali.

Bob:                  (Ha un’idea). E se noi utilizzassimo uno specchio?

Elsa:                  Per cosa?

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Enzo:                Ho capito: riflettendo l’immagine magari scarichiamo le avversità su

qualcun altro che non è presente ... e le buone notizie le teniamo noi: così nessuno sa dove finiscono i pericoli. Non sapendo di chi sta parlando non avremmo colpa. Ci vuole creatività. A nostro modo siamo artisti!


Ulisse:


Scommettiamo che indovina?


Carponi:        Scommettiamo che ti attracco sul muro? E finiscila con ste scommesse.


Lavora invece di sfruttare i gonzi del paese: ti faccio notare che prima o poi qualcuno di stordirà di cazzotti …. Riflettici.

Elsa:                  Lo sappiamo che vive di espedienti meschini. Scommetti con la

Duchessa … le estorci un po’ di denaro, il che non è male, visto che dice di non sapere come spenderlo. (Gli da un’idea).

Ulisse: Ci puoi scommettere … è una bella proposta però devo sapere di più del personaggio. Per scommettere ci vogliono dati, riscontri … non si può andare a casaccio. Istruiscimi! Dove abita? Va pedinata, studiata … lo scommettitore è uno scienziato. Il calcolo della probabilità è determinante per un esito positivo! Non si può improvvisare: si vince solo se si hanno dati certi. Più è incredibile l’argomento della scommessa, più si vince. Il problema sta nella saturazione del mercato.

Enzo:                Cosa significa?

Ulisse: Indovinalo? Anzi, lasciamolo indovinare alla “maga” quando arriva. Scommettiamo che non lo sa?

Anna: (Entra con pomposità, superiorità, alterigia ecc … dà un’occhiata esplorativa). Signori, salute a voi! (Tutti si alzano).Vedo la stanza occupata dafacinorosi, da petulanti, da questuanti d’ogni sorta … sarà opportuno che ripassi per dare inizio alle pose. Elsa, mi accompagni alla porta? Chiedo un udienza privata. Dimmi quando sarà possibile soddisfare la mia richiesta?

Elsa:                  Rimani, sta per arrivare l’indovina! La Superba Sandra Cass.

Anna: Allora mi si faccia accomodare … lei, che ha lo sguardo criminale, si scansi.

Enzo:                Dice a me? (Abbozza un gesto di disprezzo, ora vuole vendicarsi). Mi

pare che giudica troppo sommariamente “Duchessa” … So offendere molto meglio di lei mi creda e in svariati modi.

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Elsa: Via, non lasciamoci trascinare dall’orgoglio personale … Anna, abbandona la tua netta superiorità dinastica e lascia che ti possano ammirare in tutto il tuo splendore, che possano ascoltare le gesta eroiche del tuo casato se ti degnerai di raccontarle.


Enzo:


Non faccia la stronza, in poche parole. (Agli altri).


Anna:


Può ripetere per favore? Non ho inteso le ultime parole.


Elsa:


Non ha fiatato … continua.


Anna: Mi inviti al dialogo dunque? E sia! Lei, che mi sembra il meno sprovveduto, che fa per sostenersi?

Enzo: Innanzi tutto mi vorrei presentare. Onorato di conoscerla: Enzo Cedimeglio. Professionista audace e commerciante di oggetti ritrovati.


Anna:


È una locuzione eufemistica per non pronunciare la parola “ladro”?


Enzo:


Ai suoi orini, duchessa.


Ulisse:              Superiamo questo empasse vi prego. Non è un ladro. È diversamente


interessato alla sostanza privata. Io invece interpreto le dicerie altrui cercando di trarne profitto senza colpo ferire.

Elsa: In altre parole, cerca di estorcere danaro ai fessi. Anna, quando posso venire a palazzo per lo sfondo?


Anna:


Mettiti d’accordo col maggiordomo … ti dirà lui le modalità.


Ulisse: Duchessa, scommetto con gli amici che lei ha trent’anni! Diecimila … va bene? (Enzo, Mass ed Elsa mettono i soldi sul tavolo).


Elsa:


Li perdi! Questa volta li perdi!


Anna:               Invece li vince: ebbene sì, ho trent’anni! (Soddisfazione di Ulisse). Lei


invece nutre i polli se non erro!

Carponi:          Ma veramente sono un … ristor …

Sandra:           (Entra). La solita puzza di marcio… Non ditemi niente … lei è la

duchessa Nobili … giusto … non posso lavorare se sta qui … (Apre la porta per farla uscire). Fuori!

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Anna:               Come sarebbe a dire? Villana … agnostica di una pagana che non è

altro! La faccio espellere dalla comunità … miscredente!

Bob: (Al pubblico). Che parole, chi è questa qua? Signora, se vuole rimanere bene, altrimenti se ne vada senza alterare il nostro umore, che è già pessimo.

Anna:               Non le rispondo perché si vede la sua inferiorità di classe trasudare delle

orecchie … villano bolscevico.

Elsa: Allora … un po’ di cortesia da parte di tutti. Anche tu, che nobile sei, dovresti dare l’esempio di “galateo”. (Bob si alza per andarsene ma, alle parole di Sandra, torna indietro per curiosità).

Sandra:           Disponetevi nel modo che preferite … lei puzzona vada nell’altra stanza.

Anna:               Puzzona a me! Sia maledetta in eterno! Che gentaccia frequenti, Elsa?

Basta, niente più ritratto … mi sposto qui solo per sentire le porcherie che dice questa scema di guerra. (Pensa di poter trarre qualche vantaggio da Sandra e mette da parte la sua alterigia).

Sandra:           Esca, non posso vaticinare … non vuole uscire? Bene, peggio per lei.

Sentirà cose poco piacevoli sul suo futuro. (La scena è piuttosto comica).


Anna:


Ha solo da provarci …


Carponi:

cominci …


Sentite … litigate domani, adesso lasciatela dire … forza Sandra da chi


Elsa:


Stiamo pronti al gira gira del tavolo. (Lo dice ai convenuti).


Bob: Ma guarda te se per sapere qualcosa devo fare il girotondo … ne devo così portare di piatti con questa matta … (Lo dice tra sé).


Ulisse:


Scommettiamo che prima parla di me?


Enzo:                Stravolta perdi di sicuro. (Tutti si dispongono attorno ad un tavolino in


modo casuale, tenendosi pronti ad un continuo spostamento per tentare di far capitare il vaticinio della maga al posto giusto, ovvero, sulla persona che ognuno pensa possa essere il destinatario dell’oroscopo in base ai propri desideri, sperando che la profezia si avveri. Ma la presenza della Duchessa, che vuole assistere a tutti i costi, mette in condizione la “maga” di approfittare della situazione per sconvolgere il modus operandi. Sandra lo fa per ripicca in quanto non sopporta il modo di agire notoriamente molto riprovevole della Nobili).

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Sandra:           Comincio da te, cuoco furbacchione! (Tutti si alzano pronti al

movimento, alle prime parole di Sandra inizia il balletto ma, l’indovina, avendo capito quello che succede da molto tempo, segue col dito il personaggio di cui sta profetizzando costringendolo a fermarsi. Trovandosi a predire veramente il futuro di Carponi questi si ferma. E così per gli altri ).Vedo il ristorante in fiamme … un ladroentrare … un tale che scommette sulla buona riuscita del colpo … e … e … (Panico tra i presenti che, indicati in modo approssimativo non sanno più dove mettersi).


Elsa:


Sii più chiara. Fermatevi! (Concitazione ).


Sandra:


Il denaro finisce male: cambiate la vostra attività … c’è di meglio.


Enzo:


Sono io! Che devo fare?


Ulisse:


Che succede! Dove mi metto … chi scommette, Sandra?


Sandra:

noi.


Non lo so il nome ma … è un poveraccio come quella che sta dietro di


Anna:


Ah! Questa poi … facciamo un conto solo alla fine! (Nessuno l’ascolta).


Bob:


Allora! Parla chiaro, dimmi tutto del mio futuro.


Sandra:           Non hai futuro … vedo centinaia di piatti in rovina ma non sono tuoi

sono di un ladro che si spaccia per onesto: lui sì che ha un nome.

Carponi: Stai zitta … incapace … menzognera … mi piacerebbe sapere chi ti crede. (A questo punto, pensando di essere lui e sentendosi attaccato direttamente, tenta di aggredirla).

Enzo: Parla liberamente, Sandra Cass … racconta di me … mi andranno bene i progetti che ho in mente?


Sandra:


Sì, sarai ricco sfondato ma attento ai ritratti, non li toccare.


Enzo:


E chi li tocca, fossi matto! Elsa sta parlando di te!


Sandra: Anche tu: attenta ai ritratti … Sono stremata, devo riposare. Cacciate via quella mezza calzetta … (Effettivamente, Anna ha una sola calza, Sandra si appisola sul divanetto). I volti si sovrappongono …

Elsa: Se prima era confuso adesso è anche peggio. Avrà indovinato … boh! Che sia veramente quella (tra sé). Anna, ti prego lasciaci un attimo, dobbiamo verificare la … veridicità del mistero qui.

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Anna: Permettetemi di obiettare le dicerie di quella “maga” : voglio un oroscopo personale al più presto, fammi sapere il giorno, così vengo per due cose.

Elsa:                  Vieni domani … ci parlo io … d’accordo? (Anna annuisce).

Anna: (Prima di uscire si avvicina a Sandra). Non finisce qui … ignorante .. plebea …

Carponi:        Secondo voi ha parlato giusto questa volta? Se permettete era meglio

prima … avevamo un certo margine di interpretazione … così è troppo rischioso. Che oroscopi fa? (Esce).

Bob: A me ha detto bene, dei piatti non miei che si rompono e … ne ho rotti un sacco … adesso che lo sa me li fa pagare … non dovevo venire, lo sapevo. Gli oroscopi vanno bene solo per i padroni, noi poveracci ci perdiamo sempre. (A parte).

Enzo:                Chissà cosa avrà voluto dire: quali ritratti non devo toccare. Per oggi

finiamola qui! Quella nobile non la fare venire più … la vado a trovare io: dove

abita? Arrivederci. Un consiglio: non date troppo peso! (Esce).

Ulisse:              Scommettiamo che ci ha preso. Di me non ha detto niente. (Esce).

Elsa: Perché si è stancata altrimenti … Ricapitolando: di solito quando parla a me si riferisce ad un altro e lo sappiamo molto tempo dopo perché se il vaticinio si realizza capiamo che era di quel tipo che stava parlando, noi tentiamo di metterci davanti a lei ma abbiamo visto che non funziona … oggi ha parlato chiaro perché il cuoco era proprio davanti e ha dovuto tornare indietro … Non ci capisco più niente.

Bob: (Cerca di farsi coraggio). Elsa, io non ci credo a queste cose … sono curioso … più che altro sono venuto per vedere se veramente si avvera qualcosa … dai, Sandra Cass che fa l’indovina … se indovina la strada di casa è un miracolo.

Elsa: Sei scettico? Guarda che è la migliore. La duchessa la vuol prendere alle dipendenze per farsi pronosticare gli investimenti … e se lo fa lei, credimi, qualcosa vorrà dire!

Bob: (Bob teme il peggio) Veramente! Non è “pilotabile” la ragazza. Spiegale bene cosa deve fare … ammetti che Mass le crede e mi fa pagare i piatti? Se si facesse pagare tanto, tu ci potresti fare la cresta e dividi con me che ho avuto l’idea! Per lo meno vado alla pari. Non ci voglio lucrare ma nemmeno perderci.

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Elsa: Sei un cameriere o un pilota? Andiamo va! Lasciamola riposare. Non funziona così. (Naturalmente Sandra ha sentito tutto). E poi cosa vuoi che costino quattro piatti? Sei troppo onesto … il mondo è dei furbi, non te l’hanno mai detto?

Bob:                  Lo so! Ma qui non si tratta di furbizia.

Scena terza

Entrano alla spicciolata

Elsa: (È in scena). Allora, vediamo questi colori. Quando arriva, per lo meno, li vede che sono buoni … (Si appoggia al cavalletto disperata, perché vorrebbe veramente essere una grande pittrice). Qualcuno mi dia la capacità di combinare unpasticcio il più possibile simile ad un ritratto senza imbrogliare … il naturalismo non

èil mio forte … io sono una “pasticcialista afro-graffitico del tardo paleolitico”…

(Cambia tono). Il naturalismo è superato, ma fortunatamente sono intelligente tantoda potermi permettere questa trovata geniale. (Si auto convince). Ho detto che se voglio lavorare mi devo inventare qualcosa di innovativo. Ecco qua, l’ho fatto! Se aspetto che quella demente mi da una dritta faccio in tempo a vedere i fichi crescere sugli alberi di banane.

Sandra: (Entra). Ciao, pittrice! Sei alle prese col pennello? Vedi, la tua rovina è il cognome, cambialo e vedrai che successi … quando dipingi pensati con un altro cognome, vedrai … prevedo una fortuna enorme … che ti sta arrivando in questo momento. (Infatti dalla porta entra la duchessa, Sandra l’ha vista scendere dall’auto, è per quello che lo indovina. Elsa ne è sorpresa ).

Anna:               Sono in anticipo? Che bella sorpresa c’è anche la “maga”. Mi sottoporrò

ai suoi vaticini ma a pagamento: queste cose gratis non funzionano. Iniziamo dunque! Allora hai scelto la posa più adatta? Mentre mi ritrai lei ci dirà del nostro futuro. Scusa per il “noi” …

Elsa: (A parte). Questa si è bevuta il cervello … Sì, mettiti lì sul triclinio, mostra bene i vestiti, così, ecco … il vino … la coppa … la tieni in mano o … che bella che sei. Sotto questa luce assumi dei tratti divini … oserei dire “fantasmagorici”. (Anna si lascia adulare, crede nel proprio fascino, si atteggia a diva del cinema. Gag a piacere).

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Sandra: (Tra sé). È vero, è il fantasma di se stessa. Se tutto quello che rimane della nobiltà è questa qui, stiamo freschi. Lei diceva che mi vuole pagare, e sia … trecentomila lire, prego. (Senza difficoltà estrae il denaro. Le due si sorprendono della facilità con cui paga).

Anna: Ecco a lei … mi dica almeno cose gradevoli. Dipende tutto da quello che mi dirà. Se è positivo la assumo come “medium” di corte, sì insomma alle mie

dipendenze, in modo tale che possa fare le mie scelte in maniera sicura … altrimenti la esporrò al pubblico ludibrio .

Elsa:                  Sei severa … non giudicarla ancor prima di “profetizzare”.

Sandra: (Si prepara al vaticinio ma … ). Non è possibile, non ci riesco, c’è troppa puzza. C’è un odore di cadavere marcio che mi intacca le narici … Elsa … “Non possumus”.

Anna:               Come sarebbe a dire “non possiamo”. Perché usa il “pluralia maiestatis”

quando è plebea? Chi crede di essere, il Papa?

Elsa: Caso mai la “Papessa”. Sandra, non la fare lunga, muoviti che mi si secca il colore sulla tavolozza … che improvvisamente sta mischiando i colori da sola

…cosa succede … magia, magia … bene, sì … così … perfetto … voilà: fatto!

Anna, osserva l’opera: sei proprio tu! (La mano dipinge da sola, in un attimo il quadro è finito. In realtà è una messa in scena).

Anna:               Che diavolo: hai già finito. Hai detto tre mesi! Mostrami … per Bacco

…magnifica creatura … sono io? … “Noblesse Oblige” … tieni: un milione di Lire!

Il fondale non lo mettere: va bene questo. A domani.


Elsa:


Non vuoi sapere il futuro? Te ne vai di già? Hai pagato!


Anna:


Fa un sacco di storie, sembra la regina in viaggio di nozze!


Sandra:


Parla delle sue nozze o delle mie?


Anna:


Mie? Mi dica! Cosa vede? Chi è il fortunato, un nobile spero!


Sandra: (Entra in quella Enzo). È senz’altro uno che le ruberà il cuore e qualcosa d’altro … ma c’è di meglio (è il cognome del personaggio).

Enzo:                Presente! Chi chiede di me, c’è bisogno una mano in più per gli

scarabocchi … sì insomma, voglio dire … ecco ... duchessa: emozionato!

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Anna: Mascalzoncello … lo sa che mi è simpatico al punto giusto? Tra un po’ di ore, quando il dipinto si sarà seccato, me lo porti a palazzo! Si faccia annunciare

…Sandra, non è lui vero? (Sandra fa segno di no). Volevo ben dire … a dopo.


Enzo:


Non sono io? … eppure, credetemi: sono io! Cedimeglio!


Elsa: Appunto! Cosa gli metti in testa … le nozze … sto anche a perdermi via, vai al diavolo Sandra … chissà a chi era diretta la previsione.

Enzo:                Nozze di chi? Quella buffona si sposa … non fatemi ridere … dammi


‘sto scarabocchio che glielo porto … Domani però. Adesso ho un affare più importante. Il cuoco, non si è visto? Mi ha promesso un incontro al vertice qui a casa tua.


Elsa:


Casa mia non deve diventare un ritrovo di malviventi: chiaro!


Sandra:


(Alza le mani per vaticinare). Arriva il cuoco con un nobile al seguito.


Elsa:


O Madonna, non sarà vero?


Enzo:


Oh, per bacco … rimango un altro po’.


Maggio:          (Entra con Carponi). Posso? Cerco la duchessa Nobili del Prezioso

Calice: è qui da qualche parte? (Annusa).

Elsa: (Si gratta i capelli. Annusano anche gli altri). Era qui ma si è dissolta nel nulla. Desidera parlare con “ella, essa” non so come definirla.

Carponi:        È il maggiordomo. (Lo fa capire ad Elsa). Non dev’essere tutto a posto.

Èsvitato, guarda come va in giro. (Lo guarda con una leggera superiorità). Signore, secondo lei la duchessa mangia?

Maggio: Mi sembra ovvio: perché? Ho provveduto testé al rifornimento dei viveri. Proprio questa sera abbiamo un ricevimento in onore del duca Balbo de Balbi di Terranova, collaterale della duchessa … Altroché se mangia … (Enzo raddrizza le orecchie).


Sandra:


E voi, mangiate?


Maggio:          Poco, in genere gli avanzi, ma, alle volte nemmeno quelli … sarò franco:

sto scomparendo.

Elsa:                  Come scomparendo? (Maggio fa vedere i pantaloni larghi). Capisco.


Carponi, offrigli un pasto caldo … non quello del cane, eh!

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Carponi: Offrilo tu a questo pagliaccio in divisa. Ero venuto per qualcosa di serio e non mi ricordo … Sandra Cass, perché sono qui?

Sandra:           Aspetta un attimo e lo scoprirai. (Sandra è molto intelligente, più che

prevedere il futuro è attenta ai fatti che riguardano i vari personaggi che la interrogano).

Bob: Accidenti, Mass, non ti si trova mai … venga lei … siamo in territorio neutrale, non tema.

Succhi:            Devo proprio entrare … salve a tutti … signor Mass, mi scusi … quando

vengo, sarà un caso, ma non c’è mai! Le fatture delle bevande … l’altra volta le ha saldate lui …


Carponi:

due milioni!


Me le dia, non faccia tante storie per poche lire. (Guarda). Succhi, sono


Anna: (Entra trionfante). Combriccola di aberrati, lasciatemi sola con la pittrice suvvia … ho scordato …

Elsa: Non tollero oltraggi nei riguardi dei miei ospiti. Anna, preferisco restituirti il milione e perderti di vista. (Sbigottimento di Anna).

Carponi:        Duchessa, le posso rivolgere la parola … (Si inchina). Non sarebbe così


generosa da anticiparmi due milioni per queste fatture? Glieli restituisco tra pochi giorni. Sono stato colto di sorpresa … ho terminato il carnet … e costui non se ne vuole andare a mani vuote.


Anna:


Sandra, è opportuno che faccia questo investimento?


Sandra:           Sì, lo faccia, si troverà con doppio guadagno. (La duchessa firma un


assegno senza battere ciglio, ma, come sappiamo Sandra dice di non saper fare oroscopi sul futuro di Anna).

Carponi:        Non so come ringraziarla. (Si inchina tentando di baciare la mano alla

duchessa che però si ritrae). Se le capita di passare dal mio ristorante, le offro ilpranzo e nel contempo le restituisco il denaro.


Anna:


Non mancherò ma ora devo rivedere il ritratto, Elsa, prego.


Elsa:                  Eccolo, è quasi secco: domani il signor Cedimeglio te lo consegna a


domicilio …

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Anna: Lo voglio adesso. Arrotolalo. Domì, tu non dovresti essere altrove? Giacché ci sei riconducimi a casa e non spettegolare dei miei affari con gente sconosciuta … si potrebbero fare un’idea sbagliata di noi.

Maggio:          È impossibile farsi idee su di lei … “duchessa”.

Ulisse: Con permesso … scommetto che … (Si ferma vedendo gli ospiti). Dicevo, vuoi vedere che incontro gente conosciuta? E infatti ho indovinato. Sandra, indovino più io di te!

Sandra: Ah sì … vedo una maledizione precipitare su … (Panico tra i presenti). Su … non vedo il nome con lei qui … esca, duchessa!


Enzo:


Per carità: rimanga! La supplichiamo stia qui giorno e notte.


Anna: Che fifoni … cosa temete, il vaiolo? … Maggiordomo, ti vuoi sottoporre all’oroscopo?

Maggio:          Tanto, peggio di così cosa volete che mi capiti ... mal che vada mi


ritrovo con il piatto pieno.

Sandra: Ho un brivido alla schiena … (Tutti se la danno a gambe levate tranne la Duchessa il maggiordomo e il commerciante). Carponi è un falsario, Enzo un cuocofasullo, Bob un milionario, Ulisse diverrà tuo marito.

Anna:               Quello scemo, mio marito? Tu sei bacata nel cervello. (Non si riferisce

ad Anna, ma ad Elsa). La duchessa Nobili, moglie di uno sfaccendato perdi mutandecome quello. (Maggio guarda la duchessa perché di solito esce con gli abiti alquanto discutibili). Cosa guardi, cretino …


Maggio:

l’oroscopo?


Verificavo. Perché sono fuggiti? Non hanno il coraggio di sentire


Elsa:

cuoco?


Lasci perdere. Succhi ha detto che non paga mai? Quanto le deve il


Succhi:            Parecchi milioni … fino a poco fa otto, ora sei … signorina, lei è un


indovina? Mi può dire se avrò un po’ più di fortuna coi miei clienti? (Succhi è un ingenuo).


Sandra:


I suoi clienti avranno fortuna con lei … ne sono certa.


Elsa:

sussurra).


Le do un consiglio: non si fidi, può darsi che intendesse un altro. (Glielo


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Succhi:


Che indovina è? (Eloquente gesto di Elsa). Capisco! Tolgo il disturbo.


Anna:               Perdigiorno … precedimi … Elsa, a domani … Sandra, prepari un


oroscopo personalizzato. Spero che il consiglio che mi appena dato vada a buon fine.

Ho degli affari in sospeso e voglio concludere in fretta.

Sandra:           E lo dice a me … parli con i suoi commercialisti. Lasci il ritratto dov’è!

Anna: Teme sfortuna, iella … quand’è così. Di’a quel tale di portare il dipinto. Ho intenzione di tentare un dialogo con lui. (Ha paura che le capiti qualche guaio e abbandona l’idea di toccare il dipinto. I due escono).

Elsa: Che manicomio … Cerca di essere precisa, quando parli non si sa mai dove andremo a finire … mi viene la pelle d’oca ogni volta che apri bocca.

Sandra:           Quando c’è quella lì sono come inibita … oltretutto mi fa anche pena …

èmeglio per lei che mi viene tutto storto; non per chissà che, ma perché mi innervosisce al tal punto che … (Si siede al tavolo, si concentra). Se solo sapesse! (Tra sé). Prima o poi la verità salteràfuori: che sia io a dirla o meno …Pensi che siail caso di mettere una palla di vetro?

Elsa:                  Te la rompo sulla testa … o ti impegni o te ne vai a casa tua: fatti pagare,

…non ti mantengo più! Piuttosto dimmi se avrò clienti nuovi!

Sandra:           Quando imparerai a dipingere: sì! Cerca di finirla di pitturare le

fotografie, guarda che prima o poi se ne accorgeranno … e credimi non ci vuole in indovino per capirla.

Elsa: Scema che non sei altro … fila … fotografie … scema. (Si sente scoperta).

Sandra: (Mentre esce). Cambia il cognome .. hai visto prima come volano le mani? Pensa al tuo futuro marito.

Elsa: Marito … scema. Le mani volavano perché … lo so io! (Le scaglia dietro un oggetto che finisce sulla porta).

Sandra:           Lo so anch’io!

Elsa: Marito? … ci manca solo quello … miseriaccia cane, chissà di chi stava parlando. Tremo solo al pensiero … marito … devo darle retta o faccio a modo mio? Come si fa a fidarsi … È scema!

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Scena quarta

Il giorno dopo

Enzo:                Dammi il quadro che glielo porto così mi faccio un’idea della casa, dai

…Qui non si batte un chiodo, quella lì è miliardaria: gli metto questo al posto di un altro. Non se ne accorge nemmeno … non mi va di farmi un regalo prelevando in casa di povera gente ... ci sono i nobili per questo. Se sono fortunato mi imposs … che brutta parola stavo usando …

Elsa: Falla finita! Ladro, è il nome giusto … vai avanti così …. L’avviso che sei un furfante .


Ulisse:


Scommetto che stavate parlando di me? (Entra).


Elsa: Hai vinto: fatti pagare la vincita dal tuo amico … anzi, accompagnalo dalla duchessa.


Ulisse:


A fare che? Scommettiamo che è per il quadro?


Enzo:                Le prendi proprio tutte! A fine mese quanto incassi con tutte ‘ste


scommesse? Un milione?

Elisse: Magari … al bar non ci cascano più, come mi vedono se ne vanno … devo allontanarmi sempre di più dalla zona. Andrà a finire che mi ritroverò a Varese! Maledetti! Sabato scorso molti hanno perso fino a trecentomila lire in un sol colpo scommettendo sulla vittoria di una squadra di calcio ma io, avendo saputo in anticipo come sarebbe andata a finire, li ho fregati tutti e adesso mi accusano di preveggenza. Che idioti!

Elsa:                  Cosa te ne fai dei soldi? Non spendi una lira. Mangi gratis da Carponi, ti

vesti dallo straccivendolo … e si vede … poi che fai? Passi la giornata fuori dall’osteria . Mi chiedo perché non metti su una agenzia di scommesse, vanno di moda oggi. “Book Maker”.

Enzo: Parla con quella scema … se c’è da diventare soci: ci sto! Basta che non si lavora, poi, tutto va bene!

Ulisse:              Macché soci … soci … (Non termina la frase).

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Bob: (Entra). Ciao a tutti … finalmente ha pagato i conti … con soldi suoi … roba da non credere. Da quando ha conosciuto quella duchessa … non so … che qualche predizione sia stata esatta?

Elsa: Vallo a sapere. A me, questa storia della duchessa … ma … non la capisco … gli ha dato due milioni così … a me ha dato un milione … a Sandra trecentomila, per niente … cercateglieli anche voi … che sia una benefattrice?

Enzo:                (Capisce tutto). Ho i miei dubbi che lo faccia gratis … indagherò per

capire. È facile: basta parlare col maggiordomo, quello non vede l’ora di chiacchierare a ruota libera.

Ulisse: Scommettiamo che … Scusate.(Pure lui intravede la possibilità di guadagni facili). Ci vuole uno stratagemma … tu che sei un ladro, inventati qualcosa

…rubale degli oggetti importanti, poi glieli restituisci facendoti passare per un benefattore della nobiltà. Le racconti che li hai rinvenuti, stai attento alle parole che usi, non dire “trovato”, non si trovano oggetti di valore in giro. Usa termini come

“trafugato” o “semi sepolto.” Hai capito? Se si sparge la voce che sei un benefattore: è fatta! Rubi tutto quello che vuoi: nessuno sospetterebbe di te ed io posso scommettere sugli avvenimenti.

Enzo: Scommetto che … mi stai tirando scemo … tu suggerisci di restituire? È un’idea … intanto che do, prendo. Penso che il nome di una persona determini il comportamento, l’intelligenza , che so io … Ad esempio: tu ti chiami Pennelli e fai la pittrice, quella …


Ulisse:


Ricordati che mi chiamo “Ulisse”.


Enzo:


Cosa vuol dire, che sei sveglio? È vero. Sì va bene, ma non ti gasare.


Elsa:


Sapete che faccio fatica a distinguere che è il ladro e chi è il furbo?


Carponi:


Con il permesso della padrona: posso entrare?


Elsa:


Finiscila con questa storia … entri e poi dici di farlo. È festa?


Carponi:          No, perché ... ah, per il vestito … Ho avuto un finanziamento … e

sapete da chi?

Sandra:           (Entra improvvisamente). Dal tuo dipendente. Ho saputo della novità.

Bob:                  Da me? Quando mai ho parlato. Se parlo sul lavoro mi licenzia!

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Carponi:        Per un istante ho pensato che avesse indovinato … invece …. Che

novità? Che dipendente? (Guarda Bob che gesticola, smentendo).

Elsa: Si mette male … quando fa così. Sandra non dire niente per oggi, non sfidare la sorte … ti potresti fare del male da sola.

Ulisse: (Sta per dire la solita parola ma si trattiene, Enzo alza un libro per scagliarlo). Dico, che novità? Allora, quandovai a casa della “lei”.

Enzo:                Adesso … stai zitto … non lasciarti scappare niente.

Sandra:           A quello scappa sempre qualcosa. Il cameriere ha parlato. (Panico

generale, cercano di non mettersi di fronte a Sandra che indica col dito ora l’uno ora l’altro).

Elsa:                  Attimi di terrore … ragazzi, calma. Finché non parla …

Ulisse: Potrebbe essere già troppo tardi … è un silenzio pesante … di’ qualcosa per Diana …


Bob:


Dicci se domani ci sarà il sole! (Cerca di sdrammatizzare).


Carponi:


Scendi a far da mangiare, beota. (Lo spinge fuori).


Enzo:


Zitti che si sta concentrando. (Si avvicina alla porta pronto a scappare).


Sandra:           Vedo debiti non pagati, ladri in galera, quadri che mi rassomigliano,


orribile volto ... e … e … due matrimoni. Sono morti tutti. (Fuggi fuggi, rimane solo Sandra). E che diavolo, sono sempre tra i piedi, non posso mai leggermi una rivista insanta pace. Avete visto? Loro pretendono che gli dica solo cose positive … lo farò! (Prima di sedersi dà un’occhiata ai dipinti di Elsa). Questa qui più che cambiarenome deve cambiare testa … che stile è? Per vivere degnamente bisogna illudersi un po’, credersi chissà chi ma, la realtà, alla fine, ti deve ricondurre coi piedi per terra. Credo che riconoscere i propri limiti sia la cosa principale perché è proprio conoscendosi che si migliora, senza aspettare l’avvento della fortuna che, essendo cieca, ti potrebbe si aiutare ma anche condurre alla rovina … vaglielo a spiegare alla gente. Chissà perché da quando viene la duchessa si è scatenato un interesse …

Carponi:        (Rientra). Sandra… (Sandra alza le mani). Niente, niente, che fifa …

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena prima

Dialogo tra Maggio, Enzo, Ulisse, Carponi, Elsa.


Elsa:


Prego entrate, torno subito!


Enzo:                (La guarda uscire, si assicura che la porta sia ben chiusa). E così la


duchessa è ricca sfondata, me ne sono accorto quando le ho consegnato il “dipinto” si insomma: quel … indefinibile oggetto. Girovagando di salone in salone ho intravisto un Degas, un Renoir, varie statue antiche e … ce n’è di roba bella. Da quanto tempo sei a servizio della ….

Maggio: Sono ormai vent’anni che la sopporto … (Tutti si fanno dappresso con le sedie, su invito di Maggio). Vi confesserò che, in passato, ho avuto, diciamo così,qualche piccola noia con la giustizia e … mi hanno scambiato per un altro, ma fortunatamente non sa niente nessuno, per carità. Io sono di un paese del sud e quando sono venuto al nord, casualmente, un giorno, mi sono imbattuto nel suo maggiordomo che era in procinto di andarsene in pensione e così, parlando, mi ha introdotto a palazzo. Zitti, non mi rovinate … se lo viene a sapere ne pagherei le conseguenze per un errore commesso da altri. Sì, è vero, qualcosa ho rubacchiato ma

…(Parla con un tono a metà strada tra il confidenziale e il furbesco guardandosi attorno).

Enzo:                Non lo dica a noi, vero Ulisse?

Ulisse: A svariato titolo siamo simili … sebbene non abbia mai rubato, intendiamoci … lui è un esperto … noi frequentiamo lo studio per strappare una previsione positiva a quella cretina che ha visto anche lei … ma … non ci si cava un ragno dal buco … per colpa sua rimaniamo sempre gli stessi poveracci.

Maggio:          Si potrebbe intervenire in altro modo senza interpellare l’indovina!

Enzo e Ulisse: E come? (Capiscono definitivamente che è utile frequentare lo studio)

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Maggio:          Io non sono indovino, però indovino tutto. I miei sono consigli pratici ,

viindirizzano là dove è necessario andare per ottenere quel qualcosa di utile di cui tutti abbiamo bisogno senza, per altro, intaccare la nostra reputazione già compromessa quasi totalmente. (Parla adagio caricando di significato le parole che dice. Gag a piacere). Certe cose vanno fattein tre … c’è meno guadagno ma certezzadi risultato!

Enzo:                Che maggiordomo … capperi … Cavallo, chi è questa Sandra? …

Ulisse:              Sandra? Chi la conosce! Esponga dunque il “consiglio”.

Maggio:          Dovete sapere, innanzitutto, che la duchessa, regolarmente ogni Giovedì,

si reca dal commercialista per i suoi traffici … ora, noi, che lo sappiamo, abbiamo carta bianca. (Parla lentamente pesando le parole. Non fa in tempo a dire perché entra Elsa con Carponi). Ne parliamo un’altra volta .

Elsa:                  Eccomi a voi. Siete qui per un ritratto … sotto chi tocca.

Carponi: Siamo dal barbiere … Signor Domì Maggio, che stupido nome ha, se ne rende conto immagino; la duchessa la sta cercando dappertutto. Sono stato a palazzo tre ore fa e … se fossi in lei volerei.

Maggio: Signor Mascarponi,vada al diavolo lei, il suo nome e la maledetta Nobili. Anche se è entrato nelle sue grazie non me ne frega niente. Sono in libera uscita. Punto!


Elsa:


Nelle sue grazie? Mass Carponi, stai facendo il ruffiano o mi sbaglio?


Carponi:        Macché ruffiano. Ha capito che in me si nasconde un imprenditore serio,


fidato … e forse qualcos’altro. Mi ha prestato cinquanta milioni per il rifacimento del ristorante al modesto interesse del dodici per cento.


Elsa:


Che affarista! Lo sa che sono a fondo perso?


Maggio:


Lo sa, lo sa!


Carponi:        Come si permette di insinuare … buffone … Vada a casa a strapazzare


l’arrosto … è lei che è a fondo perso ... sono un onesto commerciante … ecc. … ecc.

Enzo: Combinazione ho un affare urgente e non posso trattenermi oltre … Ulisse Cavallo, vieni con me? Maggio Domì a … (Stava per dire “ci vediamo” ma si trattiene). Ecco … lo sa …

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Ulisse:              Sicuramente con te! A presto. In attesa di un futuro migliore fammi da

guida … scommettiamo che … (Enzo lo spinge fuori).


Elsa:


Chissà che cosa hanno in mente … i soci.


Maggio:


Lo so io … signora: a quando il destino lo vorrà. Buongiorno!


Elsa:                  Un altro mago? E così ti sei messo in combutta con la duchessa. Sei


andato a naso o hai capito qualcosa di recondito?

Carponi: Non so che vuol dire ma … se aspetto quella demente faccio a tempo a crepare di fame … bisogna rinnovarsi, diglielo alla tua amica maga.


Sandra:


Eccomi qua! Hai bisogno di me a quanto pare?


Elsa:                  Tu indovini soltanto quando sei fuori dalla porta, come entri basta:

finisce l’incantesimo … comincio a dubitare della tua capacità divinatoria.

Sandra:           Dubita pure. (Tende le mani creando il panico). Vedo la duchessa in


barca con un cuoco mentre in casa sua le stanno rubando di tutto … un quadro si stacca dalla parete e finisce a terra … attenti ai ritratti … lontano … lontano … giugno. Arrivano gli sposi!


Elsa:

ruba?


Straparla … su, siediti, si stanca come niente … chi è il cuoco? Chi


Sandra:           Giugno … è lui … sono d’accordo. Mai così chiare sono state le mie


immagini come ora!

Carponi: Mamma mia che paura mi sono preso … pensavo di essere io … per una volta mi puoi dire qualcosa che riguardi me!

Elsa:                  Meglio di no! Non so che cosa hai in piedi con quella ma sicuramente

niente di buono … non ci roviniamo la vita tentando di carpire delle parole sensate da questa matta.

Bob:                  (Entra all’improvviso). Mass, è pieno diclienti e tu sei qui …È morta

…(Gestaccio di Sandra). Magari. È arrivata la Nobili con un seguito di pagliacci.Sarà anche ricca ma è venuta col carro bestiame, sembra un barcone … ha ragione lei: puzzano di capra.

Carponi:        Il barcone … mamma mia … (Si aggira spaventato).

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Elsa: Scendo per curiosare, dai … devi tirare fuori tutto il meglio che hai da quel frigorifero del medioevo!


Carponi:


Sandra, dammi un consiglio, tira fuori un oroscopo sensato: ti supplico.


Sandra:


Chiudi il ristorante!


Scena seconda

Alcuni giorni dopo

Enzo: Avrò trafugato … Vedi che dico le parole giuste, un valore di settecento milioni su per giù. Chiamala, falla venire qui che le ... come devo dire … le ho rinvenuto il bottino.

Ulisse:              Chiamo. (Telefona). “La duchessa Nobili del Calice Perduto e quello che

è! … Attendo.” Era quel Maggio, il nostro consigliere … “Duchessa, se ha la gentilezza di recarsi presso la Signora Pennelli troverà l’intero bottino frutto di una sciagurata rapina avvenuta in casa sua. È attesa.” Tutto, le devi restituire tutto!

Enzo:                Qui, noi due … e se sospetta?

Ulisse:              Finiamo dove dobbiamo finire: in galera! Se quella scema fosse chiara,

una volta: chiara! Ma così senza margini d’azione …

Sandra:           (Era nell’altra stanza). Sono chiara. Siete voi che siete oscuri …vedo

…il tuo futuro. (Panico tra i due). Nel mese di giugno succederà un grave fatto di cronaca … vedo nero.

Ulisse: (A Enzo). Il mese di giugno è già passato per fortuna … l’abbiamo scampata, non è successo niente a Giugno!

Enzo: Sandra, parla come se non ci fossimo, di’ le cose al vento. (A parte).Che sia la volta che ci prende?

Sandra: Ecco, arriva, le danno un pacco di gioielli … sono onesti, prima rubano e poi danno … ma … è un complotto … Si vede Giugno evadere di galera ... anni sono passati … non vedo i volti, sono avvolti dai cappucci … il ritratto si è palesato per quello che è! (Esce momentaneamente di scena).

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Enzo:                Cosa facciamo? (Parla a bassa voce. Gag a piacere). Cacciamola via

con una scusa. Sandra, dov’è Elsa, siamo qui da mezz’ora e non si vede. È sparita da sola! Stavolta ha indovinato: filiamo a tutta birra! (Si precipitano verso la porta ma…)

Carponi:        Vieni Bob. Ci siete anche voi … molto bene: Elsa?

Bob:                  Sta arrivando con la duchessa. Se non mi sbaglio le stava

commissionando un altro ritratto meno “naturalista” perché dice che l’ultimo si scrosta … valla a capire!

Enzo: Beh! Non avendo niente da dire noi andiamo, tanto, per quello che dobbiamo fare qui. Vero, Cavallo?

Ulisse: Verissimo … siamo alla ricerca del nostro futuro, che sarà più che positivo … andiamo Cedimeglio! (Non fanno in tempo).

Elsa: Trovo impossibile che il colore si stacchi, non è mai successo. È seccato troppo! L’olio di lino è sempre più schifoso!

Enzo: È parso anche a me che avesse un non so che di strano. Devo vaticinare o preferisci che lasci perdere.


Elsa:


Finiscila, vattene via … seccatore.


Ulisse:


Qui è tutto secco!


Sandra: (Rientra. Allunga le braccia). Ecco Sandra Cass in un commissariato circondata da malfattori d’ogni sorta fare rivelazioni pericolose … (Non la fanno continuare).

Enzo:                È proprio matta! Fatela vedere da uno bravo …

Ulisse: Per carità … in che mani ci stavamo mettendo ... Elsa, la responsabilità è tua … non la sostenere più … eh! Si vede che non sta bene.


Carponi:


Perché non la lasciate parlare? (Arriva la Nobili col maggiordomo).


Maggio:          La duchessa Nobili del Prezioso Calice d’Altavilla, marchesa di


Mezzomonte, Contessa di Lachiodefond, Baronessa di tutte le terre di Cortefranca … ecc … ecc …


Sandra:


È arrivato l’esercito dei puzzoni! Badate a voi stessi! (Esce).


Elsa:


Con chi ce l’ha?


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Anna: Sono stata convocata urgentemente da una voce telefonica. Mi è stato promesso il totale recupero dei beni a me sottratti alcuni giorni fa. Attendo di ricuperarli.

Enzo:                Cara duchessa, abbiamo appreso dai giornali che è stata derubata e il

destino ha voluto che io e l’amico Cavallo ci imbattessimo in un fagottello che, al primo momento ci apparve insignificante, ma ad un esame accurato capimmo di essere incappati in qualcosa che andava al di là delle nostre più pallide aspettative. Abbiamo rinvenuto la refurtiva. È un onore per noi riconsegnarle il maltolto che abbiamo casualmente rinvenuto sotto un ponte non lontano da casa sua … Prego, controlli se c’è tutto.

Anna:               Maggio. Controlla! (Maggio dice che è tutto a posto mentre si infila in

tasca una collana non visto). Molto bene: non manca niente. Siete le persone piùoneste che conosca, ditemi come mi devo sdebitare? Volete vile denaro o preferite che organizzi una festa in vostro onore? Ho giusto un “party” settimana prossima.

Ulisse:              Una festa sarebbe meglio … vero? (Tutti annuiscono).

Enzo:                Ci avrei scommesso!

Bob: (Bussano alla porta, Bob va ad aprire). Mass, c’è Succhi che chiede udienza ... lo faccio entrare o …


Carponi:


Quella cretina se ne è andata. Cosa vuole?


Succhi:


Un prestito!


Anna:


Maggio … via di corsa! Tieni ben stretti i gioielli … inetto!


Carponi: Mi spiace ha detto che non da più niente a nessuno. Bisogna avere i requisiti. Lei ha requisiti? Si requisisca!


Enzo:

Sandra!


È ovvio! Lei è troppo onesto per chiedere un prestito, lo dice anche


Succhi: Sì, è così. Sono contrario allo sfruttamento. Preferisco! Sono stato un dipendente e so cosa vuol dire lavorare.

Enzo:                Per carità, non dica quella parola davanti a noi. Stiamo tentando di


aggirare l’ostacolo in modo legale. Si faccia furbo! Vedrà che Sandra l’aiuterà … se ci prende.

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Carponi: Se! Finora siamo nella emme totale. L’unica cosa positiva è che non ci costa niente … e mi creda, non è poco.

Bob:                  (A parte). A volte mi chiedo se faccia parteanch’io di questasocietà.

Noi poveri siamo una specie di schiavi col destino segnato: mi sembra ovvio che è così. Se solo ci mettiamo a pensare di rubare una forchetta si viene subito a sapere e finiamo dentro. È il pensiero che frega … se è vero che lo legge, sono finito! Penso al furto tutto il giorno e poi … rinuncio regolarmente … mentre altri sembrano autorizzati a farlo! Quindi non so se mi conviene venire ancora … non lo so …

Scena terza

Sandra, Elsa

Sandra: Che mi si prenda per una maga poco credibile … passi. Per quel che mi interessa. Ma per una scema, no! Tutti credono che per capire il futuro ci voglia necessariamente una maga. Per indovinare quello di questi qui, credetemi, ci vuole un po’ di cervello. Si rivolgono a me per sentirsi dire che tutto andrà bene, che le loro malefatte avranno successo poi, se gli dici che si faranno beccare dalla polizia, allora sono scema. Cercano di sfuggire, non al destino, quello lasciamolo a chi di dovere, ma alla possibilità di non poterla fare franca. Ho cercato di avvisarli: niente, si spostano pensando di evitare guai quando sono loro stessi un guaio, sia per se stessi che per gli altri … questa “pittrice”, tanto per fare un esempio, non sa nemmeno come si tiene il pennello. Di nascosto scatta una foto e poi la dipinge, per forza che il colore si stacca. Ma la più furbacchiona è la duchessa, e sì … troverò una scusa, le dirò che mi sono sbagliata nei suoi confronti, che al contrario è l’unica alla quale l’oroscopo è preciso … sì … con tanta finta magia si scopre tanta verità! (Nel frattempo sta disponendo le sue cose).

Elsa: (Entra).Cara Sandra, mi sono procurata tre dipinti “astrattisti” è tornato di moda, per fortuna, faccio quello che mi viene in mente … tanto, chi se ne frega. Mi pagano una cifra ... prevedi qualcosa per me?

Sandra:           Mi devo concentrare oltre misura per prevedere un qualcosa di

interessante … sì … vedo … il povero Bob che ti suggerisce di dividere con lui certi guadagni, per altro impropri.

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Elsa: Bob, vuole guadagni impropri? Vaneggi! Dimmi piuttosto a quanto posso vendere i quadri. Dico questi ultimi che sto per fare.


Sandra:


Al massimo possibile perché saranno gli ultimi che dipingerai!


Elsa: Finiscila di denigrarmi … vai a casa a dormire … scema che non sei altro … gli ultimi. Gli ultimi dei primi … do inizio a una nuova arte. Il foto dipintismo. Ho solo bisogno di un critico che mi sostenga la tesi … parlerò con la duchessa, poi vedremo se saranno gli ultimi.


Sandra:


Noi astrologi abbiamo una dote che voi comuni mortali non avete.


Elsa:                  Sì, eh … invece noi abbiamo la dote di darti da mangiare: da oggi in poi


o ti fai pagare o te ne vai per il tuo destino, non so se hai colto l’allusione.

Sandra: Io ho colto l’allusione ma tu vivi di “illusioni”… stabilisci tu il prezziario, lo esponi fuori dalla porta e tieniti pure quello che vuoi. A domani.

Elsa:                  Finalmente si è decisa a farsi pagare per le cretinate che dice. Vediamo!

Bisogna stabilire il tipo di intervento “soprannaturale” … non sono tutti uguali: c’è cretinata e cretinata … quelle pesanti facciamo trecentomila, quelle leggere … centomila … equo direi. Tanto … me lo sento … (Alza le braccia come fa Sandra). guadagnerò di più con lei che coi pennelli. (Va in un'altra stanza).

Scena quarta

Tutti

Enzo:                È stata una trovata formidabile, caro Maggio … oltretutto è una novità in

fatto di furti … non è mai successo che si debba rubare per finta per ottenere questi risultati … siamo dei rivoluzionari … Ulisse, non fiati?


Ulisse:


Scommetto che finisce male lo stesso?


Maggio: A questo proposito sarà meglio interrogare la Maga … Rimettiamoci nelle sue mani.

Enzo:                Per sentirci dire chissà cosa! No, preferisco confidare nell’ingenuità


della duchessa e soprattutto nella sua ricchezza … ho frugato in una stanza che, a mio

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dire, è chiusa da decenni … ho individuato un Cezanne , un Matisse, trecento milioni per lo meno … fidatevi! Dividiamo eh!

Carponi: (Entra con Bob). Eccoci qua per la solita seduta collettiva di “indovina mento” … non è ancora arrivata? Elsa … non c’è!

Bob:                  Avete visto il cartello fuori? A me è sembrato un prezziario. (Esce a

prenderlo). Eh sì, è un tariffario. (Ricorda quanto detto in precedenza: è stata una sua idea). Èmeglio per noi … adesso dovrà essere più precisa se vuole i soldi.

Carponi: Hai ragione … Abbiamo finito di girovagare attorno al tavolo. Che sia la volta buona amici?

Elsa:                  (Entra carica di materiali per la pittura). Amici, inizia una nuova era

della pittura: il “foto dipintismo critico”. Ho avuto un vaticinio propizio … a proposito: da oggi si paga per l’oroscopo personalizzato, per quello collettivo ancora si devono definire gli oboli.

Succhi: (Bussa). È permesso? Sono qui per un oroscopo … ma vedo un certo affollamento, signora mi fissi un appuntamento.

Elsa:                  Rimanga, oggi è una seduta collettiva. Paga meno!

Succhi:            Non è per quello …

Carponi: Da me non avanza più nulla. Ho saldato tutto con lei … è con l’altra che dovrò saldare …


Succhi:


Veramente ci saereb …


Enzo:


Ci penserà la nostra Sandra a risolvere i problemi … vero Ulisse?


Ulisse:


Verissimo! Vero, Maggio?


Maggio:


Non v’è dubbio!


Elsa:


Che certezze!


Bob: (Tra sé). Ammazzali che certezze! Io non ho dubbi: rimango quello che sono! Un povero lavoratore alle dipendenze di un furbetto … lasciatemi dire …

Anna: (Entra con la solita superbia ecc …). Pensavo di essere sola … mi sono sbagliata … Maggio, cosa ci fai qui? Che bisogno hai di pronostici, sei stipendiato, ti nutro io … cosa desideri di più?

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Maggio:          È proprio per questo che sono qui duchessa.

Anna: Sciagurato … ti ho raccolto della strada e ti ho dato una posizione invidiabile e mi ripaghi con del sarcasmo! … Allora questa “maga”.

Elsa: Sta arrivando … duchessa …. La nostra Sandra ha chiesto un obolo per le sedute collettive … se fosse possibile, dovresti anche tu … contribuire.

Anna:               Sono stata la prima a dirlo … ecco cento sterline … oggi pago io. (Bob,

che ha avuto la stessa idea, si sente defraudato da questa dichiarazione e rimane sconvolto).

Sandra:           (Entra. Non parla, si siede al suo posto e comincia).Vedo … (Tutti si

alzano per il motivo che sappiamo). Fermi: tutti al loro posto. (Terrore sul volto dei

presenti). Da oggiinizia una nuova era: quella del “Oroscopismo dialettico”.


Bob:


Parli italiano, il vostro dialetto non lo capisco.


Sandra: Stai zitto, asino. Prima di parlare assicurati di stare zitto. (Non lo sta offendendo, lo vuole proteggere).

Enzo:                È cambiata la musica … (Sghignazza. Carponi e letteralmente allibito,


Ulisse si mette le mani nei capelli, Succhi è incredulo, Elsa se la gode, la duchessa ci crede, Maggio resta imperturbabile).

Sandra:           Musica! (Parte un sotto fondo ad hoc. I presenti si spaventano per il

fenomeno. In realtà Sandra aveva predisposto il marchingegno). Cuoco. (Carponi si alza per abbandonare la seduta, ma alle parole di Sandra torna indietro). Vedo lafortuna entrare dalla tua porta al galoppo della belva selvaggia … e tu, duchessa … vedo gabbie dorate prendere il volo, ricchezze sperperate … Guardati dalle tue mura, hanno occhi e orecchie … è Giugno che si avvicina …. E tu bibitaio inetto fatti

pagare il doppio se vuoi sopravvivere …


Elsa:


Di me non vedi niente?


Sandra:


Ho già visto fin troppo. Cambia il cognome. (Disappunto di Elsa).


Enzo:


Dimmi, che sarà di me?


Sandra: Chiedilo al tuo vicino … scommettitore. Chi vuole scommettere con me? (Panico generale).

Ulisse: Che ne so io di costui, non lo conosco nemmeno … mi sono seduto qui ma potrei essere altrove … è un caso, ci poteva finire lei accanto!

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Elsa: Lei chi? Assumiti le tue responsabilità … scommettitore. Vi prego andate, Sandra è stremata. (Cerca di evitare il peggio. Escono tutti).


Anna:


Fermi! Cosa intendi con “mura”?


Sandra:           Mi sono sbagliata con te, pensavo di non poter vaticinare e invece ti


posso prevedere tutto … allontana da te i dipendenti malvagi, vedo le tue immense ricchezze svanire nel nulla a causa della tua alterigia. Ti consiglio di fare meno la nobile e di più la persona intelligente.


Anna:


Quando capirò quello che hai detto mi comporterò di conseguenza.


Elsa:                  Non vi fidate, chissà di chi sta parlando … sembriamo noi ma in realtà


non lo sapremo che tra un po’ di mesi, ammesso che si avverino le scemenze che dice.


Enzo:


Perché dici che perderà le ricchezze?


Sandra:


Chiedilo al tuo vicino!


Ulisse:


Ancora! Cosa c’entro io? Sono qui per caso.


Maggio:


A chi si riferisce quando dice: dipendenti malvagi?


Sandra:


A Giugno lo saprete!


Carponi:


Su quale bestia selvaggia mi entra la fortuna?


Sandra: Ce l’hai sotto il naso e non la vedi! Nel tuo ristorante si è introdotto il male, la smania di ricchezza si impadronirà di te e il cuore ti tradirà!

Bob: Lo sapevo che andava a finire così … lavori tutta la vita e la ricchezza entra in casa d’altri. Tutto contro di me … il lotto, il totocalcio, l’oroscopo … mi chiedo cosa devo fare per racimolare un po’ di soldi. In che modo noi poveri ci possiamo arricchire? Rubando! (A parte).


Succhi:


Non posso rubare sul prezzo, non dipende da me!


Sandra:


Cambi mestiere, fa in tempo a salvarsi!


Succhi:


Col cognome che ho, cosa devo fare, l’assistente al pezzo.


Sandra:           La fortuna di ognuno di voi è scritta nel proprio nome: quando andate a


casa analizzatevi a fondo e scoprirete il perché! Ora abbandonate la seduta. In futuro rivolgetevi a me individualmente … sarò più precisa.

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Elsa:                  È strafatta questa qui! (Tra sé). Scusatela, a volte esagera con le

chiacchiere … non avete nulla da temere!

Scena quinta

Qualche tempo dopo

Elsa: Certe cretinate te le potevi risparmiare … sono terrorizzati, la duchessa poi … non fa altro che interrogarsi su chi possa essere il tarlo che la distruggerà. Sei proprio scema, Sandra Cass … prevedimi qualcosa di buono!

Sandra: Non sono io che mando in malora questi tuoi amici … sono loro stessi che sono disonesti … e pretendono che io li faccia arricchire … e si spostano qua e là perché non vogliono sentire cose sgradevoli … e mi accusano di incapacità … troppo comodo.


Elsa:


Sei anche “predicatore” adesso … il nome, il cognome … ma falla finita.


Sandra:            Mi faccio pagare ancora di più e invece di darli a te li do in beneficienza.

Vedo che più mi pagano più ci credono: e sia ... Indoviniamo meglio!

Enzo:                Buongiorno, divina Sandra … (Le sussurra). La duchessa è nello


sconforto totale … non sa che pesci prendere … grazie, sei stata grande, grande!

Ulisse: (È euforico). Dall’antica Grecia ecco a voi il grande Ulisse Cavallo, scommettitore indomito e circonlocutore di inetti avventori che deve la sua fortuna al nome che lo contraddistingue.

Sandra: Hai visto. Bisogna avere fiducia nelle maghe. Guardate lei per esempio, si ostina a farsi chiamare Pennelli e non sa dipingere. Se si facesse chiamare in altro modo, sarebbe una grande pittrice. Non sempre il cognome è sinonimo di successo.

Elsa: Mi stai rompendo l’anima con questa storia: finiscila! ... Ti va bene … Prestipolocitone?


Enzo:


È un po’ strano ma ti dona!


Ulisse:


Sempre meglio di Pennelli.


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Elsa:


Andate al diavolo!


Sandra:


Quella duchessa è molto ricca?


Enzo: Non sai quanto … no … lo so perché le ho restituito il malloppo e dopo mi ha invitato a casa … le ho portato il quadro che si scrosta … rubare non va bene.

Sandra: Appunto, non va bene! Ma tu lo fai … e anche tu non sei da meno con le tue scommesse …

Enzo: Non ci avvilire, Sandra … ti sbagli … quello che ruba è Carponi, è noto nell’ambiente. Il mangiare è di pessima qualità, l’ha detto anche la duchessa l’unica volta che è stata là! Quello che non capisco è perché lo sta arricchendo senza motivo … che non sia lei la “tigre selvaggia” che dicevi?


Elsa:


Qui di selvaggio ci sono solo le setole dei pennelli!


Sandra:           È alla fine che si tirano le somme … il quadrato sta nel cerchio e il


cerchio è la pupilla che tutto vede … Io Sandra Cass prevedo che voi tutti … (Scappano fuori spaventati perché non vogliono sentirsi dire cose spiacevoli come al solito). Finalmente sola … e che diavolo … è un buon metodo, quando li voglioallontanare gli dico … anzi, faccio finta di dire … (Rientra Enzo abbozza un gesto). Cedimeglio ... sei finito. (Scappa dalla paura un'altra volta). Accidenti, basta alzare le braccia per metterli in fuga! Non sapevo di avere così tanto potere.

FINE SECONDO ATTO

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ATTO TERZO

Scena prima

Alcuni mesi dopo

Sandra: Sarai contenta dei guadagni … ottomilioni al mese. Non mi accusare di speculazione perché ti faccio una di quelle scenate che te la ricordi per sempre. Pittrice! Stai attenta!

Elsa: Cosa pretendi … la casa è mia … i mezzi sono miei tu ci metti poco, è giusto che il guadagno sia a mio appannaggio nella sua quasi totalità. È ovvio!

Sandra: Sì, sì … mettiamola così … su ottomilioni ne hai tenuti sei. Il decuplo dei ricavi che hai avuto coi dipinti schifosi che qualcuno suggestionato dalla paura ti ha comprato … oltretutto non si intuisce a che corrente appartengono? “Schifismo sistematico”. Ci siamo … diamo inizio al carosello … (Bussano). Avanti.

Enzo: Posso? Sandra … dimmi, che mi succederà se mi approprio di quel dipinto del museo che mi piace tanto. (Si guarda attorno. Gag a piacere).

Sandra: (Si concentra). Rubalo pure, la farai franca … il dipinto mi parla ma non intendo … vedo fortuna ma il dipinto non è quello che intendi tu … vedo un matrimonio sfarzoso, cavalli al galoppo … una banca svaligiata ma in modo alquanto singolare e Giugno in galera.

Enzo: Chi è questo Giugno … non lo capirò mai. Sono tranquillo … eccoti le trecentomila … ciao Elsa. Ho tanta di quella premura che … (Esce).

Elsa: Buona notte! Una banca adesso ... ruba anche in banca … magari quella della duchessa?


Sandra:


Già! È facile da capire ... è un cretino … ruba dal piatto in cui mangia.


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Carponi:        Permesso, avanti. Dai Sandra, non farla lunga … cosa faccio? C’è

qualcosa di buono per me? (Tutti gli avventori si siedono al tavolo dove Sandra sta seduta).

Sandra: Qualcosa di buono c’è … se non cucini tu! Vedo ricchezza ... potere … e debiti a non finire … abbandona il ristorante il prima possibile … la tigre è caduta i tuoi servi si ribellano …

Carponi:        Ma vai al diavolo, scema, quali debiti, sono sulla cresta dell’onda .. . gli

affari non sono mai andati così bene … cosa sono venuto a fare! Al diavolo! (Esce, Ad Elsa). Strozzala!

Elsa: Lo sapete che dice scemate, ma venite lo stesso. Da un po’ di tempo non ne azzecchi una! Ma fortunatamente mi pagano lo stesso … continua … (Bussano).

Ulisse: Eccomi da te maga dei miei sogni. Grazie … ho vinto tanto di quel danaro che … tieni … sono ottocentomila … divertiti … ciao! Non ho nemmeno il tempo di fermarmi … (Gag a piacere). Ogni minuto che passa e un minuto di guadagno!


Elsa:


Però! Ottocentomila così … come ha fatto? Magia?


Sandra:           Ha aperto una sala di scommesse … non imbroglia nessuno


“ufficialmente”: è un’attività legale.

Elsa:                  Gliel’hai predetto tu? O è un caso?

Sandra:           Ha capito che il suo nome era adatto allo scopo.

Elsa: Ancora con questo nome? Finiscila. Io non l’ho cambiato e vendo lo stesso i miei quadri … più di prima … sei tu che devi cambiare mestiere, da un po’ di tempo a questa parte non né azzecchi una … ma fortunatamente i conti tornano.


Sandra:


I conti si fanno alla fine … non con me, ma con voi stessi!


Elsa:                  Se capissi quello che dici, forse, ti darei ragione, ma insisti col


mantenerti nel vago … non hai niente da fare? Riordina lo studio. Ciao! (Esce).

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Scena seconda

Tutti

Sandra: Questo vaticinare mi ha un po’ rotto l’anima … non c’è bisogno dell’indovina … tutti capiscono quello che succede, basta porre attenzione alle

parole, ai gesti della gente che ti sta accanto. A volte basta guardare in faccia una persona per capire quello che pensa … in certi casi si intuiscono anche le intenzioni

…la magia, in fondo, è come un’indagine psicologica, si basa sull’osservazione dell’anima più profonda … qualche dote ci vuole, non tutti hanno questa capacità “divinatoria” diciamo ... occorre studio, molto studio … una laurea in psicologia e tanto intuito vanno più che bene. Prendiamo la duchessa per esempio ... è ricchissima, non sa che farsene del danaro ... preferisce regalarlo a tutti quelli che ritiene degni, così per puro senso di superiorità dinastica. Il nobile che elargisce doni ai sudditi ... la mentalità è questa … di conseguenza succede che poi si lamenta perché i dipendenti hanno bisogno di un aumento di paga e a me tocca metterla sull’avviso … ditemi voi che magia è! Silenzio: arrivano i miei sudditi. Certo, se fossi veramente una disgraziata li avrei in pugno, gli potrei far fare tutto quello che voglio … invece non sanno che gli sto salvando la pellaccia.


Enzo:


Oh! Adorabile Sandra Cass … Bene, bene … oggi seduta collettiva?


Sandra:


Già! Hai visto la mia “mecenate” per caso?


Enzo:


Sta arrivando con la duchessa … Ah, eccola!


Anna: Indovina! Devi risolvermi un problema: in questo ultimo periodo mi sono venuti a mancare un sacco di oggetti preziosi. Voglio sapere il perché.


Sandra:


Le ho detto di guardarsi dalle sue mura!


Anna: Non insinui … i miei dipendenti vivono beatamente al loro interno … e non ho nemici.

Carponi: Se sto qui è per sentire delle verità ... intesi? Verità che … devono soddisfare la mia esigenza di commerciante, Bob, diglielo anche tu!

Bob:                  Per me … fino ad ora … a parte i piatti, non ha preso un granché.

Maggio:          Perdonate il ritardo, duchessa, signore e signori …

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Ulisse:              Scommettiamo che … scusate, deformazione professionale … eccomi

qui: Sandra, sono a tua disposizione.


Sandra:


Voi siete a mia disposizione? Chi manca?


Succhi: (Entra trafelato). Sono in clamoroso ritardo, ho avuto un incidente: ho rischiato la morte e lei non l’ha prevista …

Bob: (Al pubblico). Non è vero, l’ho visto che sbevazzava nel bar di fronte. È sull’orlo della bancarotta!

Sandra:           Ma non è morto … Diamo inizio alle danze: sedetevi dove volete.

Musica! (Stesso meccanismo di prima).Vedo … (panico tra i presenti).Vedo …

Elsa: Non mi aspettate … che puzza di marcio … chi di voi si sta decomponendo? (Va ad aprire la finestra).

Sandra:           È la società che si decompone … il marciume delle idee, delle coscienze,

delle attività umane. Tutto questo porta inevitabilmente alla morte della nostra civiltà! (Mormorio generale, nessuno si sente parte di questo marciume).

Anna:               È pazza … la nostra civiltà è salda, basata sull’economia di mercato ha

dominato il mondo per millenni! E tu mi vieni a dire che … ma fammi il piacere. Dimmi piuttosto dei miei affari, ho urgente bisogno di sapere alcune cosette, magari in privato.

Enzo:                Sputa il rospo … dai!

Sandra: Verrà il giorno della passione … legale o illegale che sia la ricchezza che si accumula è sempre un furto che un soggetto perpetra ai danni di qualcun altro. (Sobbalzo di Enzo). Ecco … il ladro aggirarsi per la casa della duchessa … i quadrivolano ... le mura hanno parlato al veggente … Giugno è il colpevole!

Elsa:                  Chi è questo Giugno che tiri in ballo?

Ulisse: Io non ho niente da temete dal destino … non ho commesso illegalità alcuna … perché mai dovrei temere il fato? Da quella bocca poi … è l’ultima volta che vengo.

Sandra: Ulisse Cavallo, il tuo nome è una condanna. Devi dimostrare a tutti i costi che sei il più furbo … non è così … ti salverai se il nome cambierai!


Bob:


Parla di me Sandra.


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Sandra: Il tuo futuro è lineare … niente scosse … tra un po’ i piatti li romperà qualcun’altro al posto tuo! Si sta mettendo in atto la sommossa di classe.


Bob:


Spero che sia vero! … Mah! Enigmi imperscrutabili!


Maggio:


E di me, che dici o divina? (Imbarazzante silenzio di Sandra).


Elsa:


Che ti prende … la lingua si è bloccata? (Risata generale).


Sandra: Il passato è la tua rovina … abbandona la casa che ti ospita se ti vuoi salvare. (Enzo, Ulisse e Maggio si guardano interrogandosi con occhiate ).

Anna:               Approfondisci il concetto!

Elsa: Non c’è niente da approfondire, sta delirando è lampante. Sandra, sospendi la seduta … riposati. (Elsa teme che Sandra azzecchi troppo. Pensa, che se così fosse, potrebbe perdere i “clienti” e fa di tutto per mantenere lo “status quo”). Il medico le ha consigliato un po’ di riposo! L’attività cerebrale è troppo intensa … vi prego abbandonate la stanza. (Escono tutti a malincuore).

Scena terza

Dialogo tra Sandra ad Elsa

Elsa:                  Mi vuoi vedere sul lastrico? Ho capito il tuo gioco … li stai mettendo

l’uno contro l’altro .. . a che scopo? Lo sai cosa mi frutta questa pagliacciata! Otto milioni al mese … se ti fanno schifo dillo!

Sandra:           Per quel che ci guadagno io, possiamo chiudere baracca e burattini anche

subito! Sei tu che hai bisogno perché i tuoi quadri non li vuole nessuno … “pittrice”! Non li vedi … sono un branco di deficienti alla ricerca della galera a tutti i costi.

Elsa: Che bisogno c’era di tirare in ballo la società? Sei una scema. Spero solo che non ti abbiano creduto e riprendano l’andirivieni … se si sparge la voce possiamo dire addio allo studio in centro. Non usare l’astrologia a scopi sociali … mantienila nell’ ambito che le compete: la creduloneria popolare. Prevedi quello che vuoi, ma lascia perdere il classismo.

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Sandra: Vuoi sapere cosa prevedo per te? Un bel piatto di mosche per cena, quando andrà bene … continua pure … mi metterò in proprio a costo di morire di fame. Io non voglio essere ne una santa ne una maga e nemmeno una profetessa, ma sento il dovere di difendere i più deboli.

Elsa: Suvvia, sono cose che si dicono quando si è un po’ arrabbiati … dai … hai tutto qui … ti aumento la percentuale, di’ tu … il trenta per cento.

Sandra:           Non hai capito niente, Elsa Pennelli! (Esce).

Scena quarta

Tutti

Enzo:                Lo sapete quanto ha fruttato quel quadro? (Si rende conto che non

doveva parlare). Duecento milioni. Quando è in vena non ne sbaglia una la nostraSandra … che maga … l’aveva detto che l’avrei fatta franca. Ho messo anche del mio in questa faccenda … voglio dire … non era quello ... ma … l’ho fatta franca perché ci sono individui diciamo così, poco avvezzi alla … beh! I particolari ve li risparmio.

Maggio: Lascia perdere. Domani è giovedì, abbiamo la via libera. Ci sono le argenterie del seicento che ho portato a pulire dall’orafo … mi potresti rapinare mentre torno a casa. Devono vedere tutti che è stata una rapina. È meglio se mi attacchi davanti al cancello del palazzo. Di solito le tengo in una valigetta nera. Come scendo dall’auto tu passi e me la strappi di mano … io la mollo … non ci facciamo male e tutto fila liscio.

Ulisse: Avete trovato l’America … la duchessa non si accorge di niente? Si è lamentata con Sandra perché non capisce il motivo delle sparizioni. Prima o poi glielo dirà. Tenetemi fuori da tutto ciò.

Enzo:                È talmente vaga che … e poco credibile … sentiamola quando arriva.

Cosa veniamo a fare? Se sento qualcosa di poco chiaro mi sposto così la profezia cade nel vuoto e finisce chissà dove. Non sono scemo!

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Carponi: Permesso, avanti … sono qui … non c’è? Devo sapere a tutti i costi della duchessa … improvvisamente mi ha chiesto indietro quasi tutto il prestito … non li ho, il rifacimento del locale li ha spazzati via tutti e la clientela è scarsa, in più quegli scemi dei miei aiutanti vogliono l’adeguamento sindacale … posso solo confidare in un oroscopo favorevole.

Enzo: Caro amico, i tempi cambiano, la duchessa sa quello che fa. Ha mal riposto la sua fiducia prestandoti quel danaro ma, ahimè, l’ha capito troppo tardi.

Maggio:          Lo sapeva che era un fondo perduto. Lei ha in mente altro caro Caproni.

Carponi:        Stai zitto tu … mangia stipendio.

Succhi: (Bussa ripetutamente). Si può? Ho voluto fare un’improvvisata, chissà se mi accetta.

Ulisse:              È una collettiva … non tema … ci siamo tutti. Noi abbiamo bisogno, a

diverso titolo, dei vaticini della maga: tentiamo di salvarci. Se poi le cose vanno “storte” possiamo sempre incolparla di averci imbrogliato … non le pare signor Dimela?

Succhi:            È proprio come dice lei!

Elsa: Che affollamento … Mass, il tuo ritratto sarà pronto tra una settimana: si sta seccando.

Bob:                  (La porta è rimasta aperta, entra senza che nessuno lo vede).

Ulisse:              E così ti sei fatto un ritratto ... al modesto costo di?

Elsa: Due milioni … non è poi così caro … certi colleghi si fanno pagare molto di più! (Bob ascolta incredulo).

Bob: (A parte). Ma come, dice di non avere più soldi per gli stipendi e si fa ritrarre come uno scemo da quella … indefinibile imbrattatrice di lenzuola. Confido in Sandra mi faccio dire la verità!

Elsa:                  Carissimo Bob, ci sei anche tu. Che bisogno hai di un oroscopo? I

lavoratori dipendenti hanno il destino segnato … l’ha detto anche Sandra che i piatti non sono tuoi … non perdere tempo qui.

Carponi: Questa storia dei piatti deve venire fuori, state più attenti. Lavoro come un matto per chi? Per voi sciagurati dipendenti ... e ma parlerà, eh!

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Succhi: C’è qualcosa di vero in quello che dice, ma mi sfugge totalmente il significato. Il fatto che i miei clienti facciano fortuna al posto mio non mi è chiaro.

Elsa:                  Da quando si fa pagare è molto più precisa, lei si riferisce a prima.

Anna: (Entra col solito disprezzo insultando tutti). Fate largo a chi ha il diritto di precedenza ... lei “cameriere” si tolga di mezzo. (Bob si alza a malincuore). Si ricordi sempre che ci sono obblighi e … obblighi … Quanto la si deve aspettare questa “Maga”? Maggio, cosa ci fai in questo luogo invece di accudire la servitù. Comincio a sospettare che tu possa trarre vantaggio da qualche scelleratezza di questa qua!

Maggio: Posso anche andarmene, però lei rimane a piedi. Non sono qui per me ma per servirla devotamente.

Anna: Finiscila di ossequiarmi e paga la seduta. (Maggio estrae un pacco di banconote e le depone sul tavolo). Quanti sono?


Maggio:


Due milioni, duchessa!


Enzo: Duchessa, non è giusto che paghi sempre lei, abbiamo un ristoratore, un gestore di sale scommesse, una pittrice, un rappresentante di commercio …

Anna:               Lei non fa parte della lista dei benestanti? Mass, come le ho già spiegato


devo rientrare coi soldi che le ho prestato … non si faccia illusioni, in fin dei conti sono spiccioli per lei.

Ulisse: (Ridacchia). Sta aspettando una dichiarazione di Sandra prima di muoversi. Noi tutti dipendiamo da lei!

Elsa: (A parte). Fino adesso l’hanno mandata a quel paese, ora gli credono. Non hanno ancora capito che non capisce niente … e gli spela denaro a più non posso … e io guadagno una fortuna … beata ignoranza … Quando arriva ‘sta scema!

Anna: Allora attendiamo l’eclisse? Domani ho l’incontro settimanale col commercialista e prima di affrontarlo devo sapere da Sandra l’andamento azionario. Se indovina ve la porto via per sempre … me la tengo a casa.

Elsa: Via Anna, non scherzare, non puoi farmi questo … priveresti il popolo di una veggente tanto illustre … non si può … non si deve … Cosa ne dite se la chiamo? (Telefona). Non risponde, sarà in viaggio!

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Enzo:                Cara duchessa, come lei sa, io sono un nullatenente … mi barcameno

con lavoretti di poco conto che, tuttavia, mi consentono un discreto tenore di vita.

Non mi lamento ... oltretutto sono circondato da inetti totali.

Ulisse:              A chi ti riferisci … a noi?

Maggio: (Tossisce). A volte fare il furbo non conviene a nessuno … si sta nel proprio brodo a cuocere lentamente …

Anna: Ce n’è già uno di cuoco, che bisogno abbiamo … cosa vai dicendo … finisci il discorso … scellerato.


Maggio:

riflessione.


Duchessa ... cosa ha capito? Il mio è un discorso in generale, una


Enzo: Riflettiamo a casa nostra … certi argomenti portano inevitabilmente a danni incontrollabili.

Succhi: Ha ragione … da quando rifletto sui conti mi ritrovo sempre con dei guadagni inferiori alle aspettative … Sandra mi aiuterà?


Elsa:

silenzio).


La interpelliamo per questo! Ma quando arriva? (Alcuni attimi di


Bob:


Ha preso il vizio di farsi attendere?


Ulisse: Bene , bene … attendiamo la maga … ho un’idea: perché non ce lo facciamo da soli un oroscopo? Scommetto che si scoprono fatti curiosi!

Elsa:                  È un’idea!

Maggio:          Meglio di no!

Enzo: Dipende da cosa salta fuori … voglio dire … di verità ce n’è una sola: la nostra. Dite che non è possibile prevederci il futuro da soli?

Ulisse: Certo, però chi ha da temere è meglio che se lo faccia dire da Sandra … sarà pur sempre colpa sua se va tutto in malora. Se tu mi predici qualcosa di … di …

Anna:                Di? Io ho capito una cosa: da quando vengo alle sedute il mio patrimonio

ècalato del trenta percento … senza contare i vari prestiti. Vero, signor Caproni? Carponi: Carponi … duchessa … Mass Carponi!

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Anna: Se lo dice lei! Insomma questa “maga” dov’è finita? Non ho tempo da buttare … Maggio, telefona a casa, vedi un po’ che succede! (Maggio esegue).

Maggio: “Pronto, Adelina è tutto in ordine a palazzo? Sua altezza è in attesa dell’oroscopo … non mi dire … non mi dire …” ci sono dei guai, duchessa. Un improvviso sciopero della servitù sta mettendo in pericolo l’andamento del palazzo!

Anna:               Passami quel telefono … stupido maggiordomo! (Alza la voce).

“Adelina, che succede?…ah sì,bene …facciamo i conti a casa. Sciagurati”. Doveci condurrà tutto questo eccesso di democrazia … alla rovina, alla rovina! … Allora facciamo notte?

Elsa:                  Non perdiamo la calma, vi prego … arriverà! (Fruscii alla porta).

Eccola! (Non entra nessuno, Elsa va a vedere). Falso allarme.

Enzo: Sto diventando nervoso … le lunghe attese non portano mai bene. Io sono per le cose rapide, molto rapide!

Ulisse:              Lo sappiamo! Questa attesa è snervante … la mia pazienza ha un limite

oltre il quale non oso pensare cosa potrebbe succedere.

Carponi:        Duchessa … non ho il danaro da restituirle … gli affari vanno male e mi

èdifficile rientrare così di colpo … mi sono fidato di Sandra ed eccomi in mutande. Quella “tigre” non l’ho mai capita … mi sono scervellato inutilmente.

Anna:               Se è per quello anch’io non ho ben afferrato il concetto di “mura” ma nel

frattempo le mie sostanze se ne vanno in fumo: questi enigmi mi hanno spiazzata.

Elsa: Non dovete credere a tutto quello che dice … lo dico contro il mio interesse, alle volte gli indovini parlano a vanvera … È noto.

Bob:                  A me ha predetto bene, tant’è che di piatti non ne rompo più, un po’

perché sto più attento e poi … (Ridono per l’ingenuità).

Maggio: A me non ha mai detto niente perché non c’è niente da dire, altrimenti avrebbe detto e come avrebbe detto …

Anna:               Io so che in passato eri un vagabondo e quando sei arrivato a palazzo il

mio maggiordomo mi mise sull’avviso, disse: bada a quell’uomo l’ho trovato seduto sulle panchine del parco vestito di cenci … ora, se è normale che uno di debba vestire di cenci, va bene, ma io lo trovai alquanto insolito.

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Ulisse: Molte cose che per noi sono normali a lei risultano assurde … mi si consenta …

Succhi: L’ho notato pure io … oserei dire che la duchessa è un tantino eccentrica. Oserei dire megalomane, ma non lo dico perché ho conservato il buon gusto di farmi gli affari miei …

Anna: Pensi per se stesso … sprovveduto, non ha ancora imparato a fregare i clienti a dovere e si lamenta quando Sandra la mette sull’avviso.

Elsa: Come vedete vi sta mettendo l’ uno contro l’altro. Avete capito gli enigmi che vi riguardano soltanto dopo un confronto diretto … la faccenda mi spaventa .


Enzo:


Cara duchessa, ora capisco il significato di “mura” … già …


Anna:


Lo dica!


Maggio:          Si danneggia da solo: non bisogna mai rivelare gli oroscopi degli altri.

(Assume un tono ieratico).


Ulisse:


Che stupidaggine è mai questa? Parla liberamente!


Carponi:        Questo ritardo sta mandando in rovina le nostre certezze. Pur non avendo


capito tutto sento che la situazione ci sta sfuggendo di mano. Qui non si tratta di capire se quel vaticinio era per me o per te … riguardavano tutti noi!

Anna: Carpioni, non dica eresie … Ho chiesto se potevo darle quell’assegno e mi fu detto di sì e invece non mi dovevo fidare … e sulla scia di quella scelleratezza le ho prestato ancora soldi … e il dipinto si è quasi totalmente scrostato, ma questa è un’altra faccenda … E torno a dire che da quando sono entrata qui il mio patrimonio ha preso una brutta piega.

Maggio: Lei ha sempre trattato i suoi dipendenti come cani … il suo atteggiamento è riprovevole “duchessa”.

Anna: Non darmi lezioni di comportamento proprio tu che sei stato in galera. È evaso più di vent’anni fa ed è tuttora ricercato. Purtroppo l’ho saputo poco tempo fa. Penso che sia proprio tu l’origine dei miei mali … (Alza la voce). Voglio sapere dove sono finite le mie argenterie!

Succhi:            Ora capisco: è la mia ingenuità la causa delle perdite economiche! Aveva

ragione Sandra … il nome, la cosa … ha ragione!

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Enzo:


Quando arriva chiariremo tutto.


Anna:               Sappi che ho fatto installare delle spie o sensori, che dir si voglia, in tutta


la casa e mi son accorta che la camera segreta è stata violata e sono spariti i dipinti in essa contenuti … (Ride). Il ladro dev’essere un povero scemo, non si è accorto che sono dei falsi … e non solo quelli ma quasi tutti … gli originali sono ben custoditi altrove … c’è di meglio da rubare.

Enzo: Perché guarda me? Non vorrà accusarmi di violazione di domicilio. Maggio, parla! Ulisse, ci siamo andati insieme dalla duchessa!

Anna:               Mai nessuno si era permesso di rubare in casa mia, ma dal giorno che è

entrato lei sono cambiate molte cose, non so con chi è in combutta ma stia certo: lo scoprirò!

Ulisse: Non guardate me perché … ho la mia attività e poi non sono avvezzo a queste cose meschine. Scommettere non è sinonimo di furto.

Elsa: Dov’è finita quella cretina. (Richiama). Signori, non so che dire … volete aspettarla o preferite andare?

Bob:                  Voglio vedere come va a finire: l’aspetto!

Carponi: Per quel che mi riguarda, non ho niente da temere … a parte la sua ira. Ho chiesto un prestito e lei sulla scorta della sua esperienza me l’ha concesso, abbia pazienza!

Anna: Non sulla mia esperienza ma sul suggerimento di questa scema … quando arriva la facciamo finita.

Maggio: Duchessa, non mi faccia spaventare. Per un po’ di soldi persi non vale la pena sacrificarsi.

Anna:               Sei un cretino … tornatene in galera … straccione … Elsa, chiamala per

l’ultima volta … mi faccio dire tutto a costo di morire di fame … vi faccio vedere chi è la duchessa Nobili e quale potere ha!

Elsa: (Ritelefona). Dà occupato … è ancora in casa, buon segno, per lo meno non è morta.

Maggio:          Non mi stupirebbe!

Enzo:                Ti farebbe comodo se morisse!

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Ulisse:

Non solo a lui … signori, Cartagine sta bruciando e voi vi scannate.

Bob:

Questo sì che è un bell’indovinello?

Succhi:

È anche lei un discepolo di Sandra? Per quel che mi riguarda l’avventura

si conclude qui. Ho capito cosa devo fare, signori, a mai più! (Esce).

Elsa:

È un genio se ha capito ... io sono in alto mare come voi. Stiamo a

vedere lo sviluppo … Sandra Cass, allora: “tempus fugit”.

Bob:

Altro indovinello! Sono d’accordo con quel col bibitaio. Tutto sommato

era facile, bastava ascoltare la propria coscienza. Non sono i piatti che si rompono è ben altro quello che voleva dire … (A parte). Signori, è tutto chiaro. Sono soddisfatto di essere venuto per niente. A mai più! Addio!


Ulisse:


Un altro genio! “Sandra Cass arriva da noi”, chissà mai che funziona?


Enzo:


Non fare il cretino, è come far esplodere una bomba evocarla.


Anna: Basta! Se non arriva tra cinque minuti me ne vado! Maggio, vai fuori a vedere, fai qualcosa di utile …


Maggio:


Non sono uno schiavo, duchessa, ci vada lei.


Anna:


Ti ribelli? E sia! Da domani ritieniti licenziato: fuori dalle scatole.


Enzo:


Te la sei cercata.


Maggio:


Stai zitto!


Carponi: Che confidenza, duchessa, io mi preoccuperei … siete amici? Che confidenza, vi conoscevate già?

Elsa:                  Vi prego, non vi azzuffate per questioni ancora da chiarire: non siamo


qui per sparlare gli uni degli altri … un po’ di criterio: quando arriva la pagherà cara questa attesa … (Teme il peggio).


Anna:


Scarponi, sia più chiaro?


Ulisse:              Già! Cosa vuoi dire. Chi è in confidenza? … Ti conviene restituire i


soldi alla duchessa invece di intrometterti … cos’è questa voglia di “vaticinio”. Furbacchione!

Carponi: Parla lui … ladro di identità … fai soldi a palate sulla pelle dei creduloni. Ringrazia Sandra che ti condotto sulla via della legalità!

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Elsa:

cento.


Non è stata lei a farlo, ma io. Io gli ho dato l’idea e voglio il dieci per


Ulisse:              Tu sei pazza! Sandra ha confessato ad una mia vicina di casa mia che le


prendi l’ottanta percento: ladra! Sei una pittrice della domenica, ritirati! Sfruttatrice!

Elsa:                  Ladro, tu e lui. Stai attento a quello che dici perché … lo sai!

Enzo: Come ti permetti … scema … non l’ascoltate … duchessa, mi rivolgo a lei che ha buon gusto nelle sue scelte; sono forse ladro io? Le ho restituito il maltolto assieme all’amico Cavallo … se manca qualche “collana” lo dica al suo maggiordomo!

Maggio:          Stai zitto bastardo … lo sanno tutti che rubi!

Anna: È vero, non trovo più una collana preziosa appartenuta alle mie antenate. Aveva un valore immenso. Quando ebbi la sciagurata voglia di venderla mi offrirono un miliardo. (Maggio si sente male).

Elsa: In che guaio mi sono cacciata … e quella non arriva … l’ammazzo! (Tra sé). Signori datevi una regolata, non siamo al mercato … via … non vi permetto digiudicare la mia pittura … faccio parte della transavanguardia fino a prova contraria.

Anna: Stai zitta … incapace … sai dipingere le fotografie a mala pena. Come ho potuto venire da te per quel ritratto … devo essere stata in preda al delirio!

Ulisse: Sì, quello di onnipotenza! Giù la maschera. (Carponi si tocca la faccia). Gli unici due onesti se ne sono andati senza problemi mentre noi siamo ancora alla ricerca di un’interpretazione che ci assolva!

Anna:               Adesso il mago è lei? Me le paga tutte quella scema. E lei mi ridia i soldi

entro domani o faccio una strage … branco di mascalzoni.

Elsa: Chiamo quella cretina! “Pronto … ah, sei a casa … vieni subito in studio, sono ore che ti attendiamo … cosa … come ti permetti …” Ha riattaccato!


Enzo:


Andiamo: più restiamo peggio è!


Maggio:


E no caro mio, qui si deve chiarire tutto …


Ulisse:


Non c’è niente da chiarire ... me ne vado … signori!


Anna: Si fermi, bandito che non è altro. Lo dico anche a lei: mi ridia i soldi. Voglio i cento milioni che le ho anticipato. Subito!

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Enzo:


Ah! Ecco di chi sono … sbruffone, miserabile sciacallo. Sei una iena!


Elsa:


Hai sovvenzionato tutti tranne me. Grazie per la fiducia.


Maggio:


A me non paga nemmeno lo stipendio!


Carponi:


Ecco, meno male. Non sono il solo debitore … duchessa, le darò tutto!


Anna:               E come, rubando in casa mia? La tua tigre sono io … il male sono io …


Scarponi, vuoi sposarmi. (Scetticismo generale, poi una risata clamorosa). Ho perso la testa per quest’uomo. Io sono la tua salvezza, Caproni … se mi accetti ti abbuono i debiti … a lui li raddoppio. (Ha abbandonato la sua alterigia).

Carponi: (È rimasto di stucco, poi si alza in preda allo sconcerto, poi passa allo stupore e infine nasconde la meraviglia, ma dopo attimi di confusi sentimenti …). Duchessa … mi ha spiazzato … si sposi quell’asino di Cavallo … (Tra sé). Preferisco darle tutto, ma sposarla … fossi matto.

Ulisse: Le do di più … Ma un matrimonio, duchessa, ha i suoi anni. Ho altro per le mani. Cedimeglio, sposala tu!

Anna:               Mi rifiuti, dunque … bene … Maggio, chiama le guardie. Tu ti consegni

da solo, a loro ci penso io. Mi avete preso per un’ingenua. Ho capito tutto riflettendo su quelle parole di Sandra: stai attenta alle tue mura. Anche tu ... ladro da strapazzo

…non ti sei accorto che i quadri sono delle pessime copie. Anche qui ha ragione la maga: il cognome è tutto. Cedimeglio, vai al diavolo!


Enzo:


Il vero ladro è lui, il suo maggiordomo, un pregiudicato. Traditore!


Elsa: E così finiamo tutti in galera. Bravi, ottima compagnia di coglioni. E brava Sandra … vi ha messi tutti nel sacco.

Anna:               Compresa tu! Disonesta, mi hai convinta che questa tua corrente pittorica


fosse chissà che e io stupida a chiamare in causa quel critico … bella figura farà in accademia … e se la prenderà con me!

Tutti:                 Ah, ti sei inguaiata con quei pennelli.

Enzo:                Lo diceva di cambiare nome … ma tu non l’hai ascoltata.

Anna:               Invece voi … Maggio … le guardie presto.

Maggio :        le chiami lei … preferisco uscire un attimo.

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Sandra: (Entra all’improvviso). Allora avete ancora voglia di un bel “vaticinio”? Venite, non c’è nulla da temere … gli onesti stanno sempre ai margini della società. (Entrano Bob e Succhi).

Anna: Sciagurata adesso ti presenti … presto un responso chiarificatore … debbo sapere il futuro! Come ricupererò i miei milioni?

Sandra: (Si va a sedere al solito posto). I tuoi milioni dici … non sono tuoi … vedo una nube di uomini in rivolta … volti confusi, gente che si alza per combattere la tua sete di potere … non è facendo la carità che ti salverai … Giugno è il nemico da combattere.

Anna:               Non lo conosco … quali uomini?

Sandra: È qui vicino a te il burattinaio, l’uomo che ha introdotto il nemico nelle mura domestiche … è tempo di conoscere … vedo …

Maggio:          (Si avventa contro la maga ma viene fermato dagli altri).

Enzo:                Ora capisco! È lui questo Giugno, hai sbagliato mese ma hai indovinato.

Elsa: Finitela … siete uno peggio dell’altro … E tu, duchessa dei miei stivali, di’ un po’ a tutti come hai racimolato il patrimonio … altro che definirmi un incapace, sei peggio di noi.

Anna: La faccenda non vi riguarda … mantengo opere di beneficenza in parecchie città, senza contare quella che ho fatto a voi altri ladri. Sandra, dimmi chi è stato a derubarmi. Perché mi avete restituito i gioielli?

Ulisse: Signori … se così si può dire. Giù la maschera! Qui non c’è nessun destino in ballo … (Pausa, pensa se è il caso di parlare). Siamo venuti in questo studio perché sapevamo che …


Elsa:


Sapevate cosa?


Carponi:


Ma è ovvio. Che veniva la duchessa!


Bob:


Lo sapevano tutti …


Carponi: Stai zitto tu, vai da dove sei venuto. Rompi piatti! Sì è vero, sono venuto dopo che ho visto … da lei … della questione … della maga …


Elsa:


Ti conosco da tanti anni … come hai potuto farmi questo?


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Bob: È pieno di debiti fino al collo … a proposito di debiti, mi devi pagare gli stipendi arretrati o stavolta ti mando in rovina.

Succhi: Ho perso più di sei milioni per cercare di coprire gli ammanchi … e li rivoglio. .. altro che scappare quando arrivo. Mass Carponi, ora basta. Grazie Sandra, mi ha aperto gli occhi. So cosa devo fare!

Ulisse: A noi interessava avviare un’attività più o meno legale coi soldi della qui presente “duchessa”. Dica la verità una volta per tutte! O lo faccio io!


Anna:


Quale verità?


Enzo:


Qui se c’è un ladro … voglio dire …  non sono l’unico!


Elsa: Ma che razza di deficienti siete? Sandra, sei un’ingenua, mi hai portato alla rovina. Maledetto il giorno che ti ho incontrata!

Bob: Cosa c’entra lei? La responsabilità è vostra, ognuno paghi il proprio debito, prima con se stessi e poi alla duchessa.


Succhi:


Sagge parole!


Sandra:           Se permette parlo io … allora, in primo luogo le mie previsioni si sono


avverate. Quando avete capito che potevate fare soldi sfruttando l’ingenua duchessa allora vi siete buttati a capofitto. Non sarò grande veggente, ma non sono scema come qualcuno di voi ha certamente pensato … È dal primo giorno che vi ho incontrati che ho capito cosa siete: degli sfruttatori, degli opportunisti. È troppo comodo tentare di sfuggire dalle responsabilità girando attorno al tavolo. Ho tentato di farvelo capire ma voi, presi dalla smania di arricchirvi, avete fatto di tutto per evitarle. Cosa pensate, che il corso degli eventi cambi in base alle mie parole o in base alle vostre azioni? Ricordate che la magia, o come volete chiamarla, non porta da nessuna parte. In questo caso è servita ad aprirvi gli occhi, ma c’è voluto uno scontro per capirlo. Devo dire che siete i personaggi più curiosi che abbia mai visto.


Elsa:


Mi sembra di capire che ci hai ingannati tutti?


Bob:


Al contrario ci ha fatto capire chi siamo!


Succhi:


È vero!


Enzo:                È così … basta … è tempo che cambi vita, sono stanco di furtarelli di …


mezze rapine … duchessa … in fin dei conti cosa le ho rubato … poca roba. L’ha in consegna il suo furbetto li, i quadri, i gioielli e quant’altro. Del resto il suo patrimonio

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ètalmente vasto da poter sostenere il fabbisogno di una nazione … Il furto più grosso l’ha fatto lui.

Maggio:          Mi sento autorizzato a rubare. Voi non sapete in che modo ci tratta.

Siamo degli schiavi … è vero, sono evaso dal carcere tanti anni fa ma vi assicuro che

fui condannato ingiustamente. (Prende dalla tasca un documento che

l’attesta).Tant’è vero che fui assoltomolti anni dopo il fatto. Speravo di vendere

quella collana e dividere il ricavato tra i miei colleghi, ma non è stato possibile. Il

valore è troppo alto!

Anna: Ridammela assieme all’argenteria … ladro … voi avete bisogno di legnate per rigare dritti … altro che sciopero. Vigliacchi!


Maggio:


Dica a tutti come si è arricchita invece di bastonare noi.


Anna:


Non vi riguarda.


Elsa: Al punto in cui siamo lo puoi anche dire. Penso che Sandra l’abbia già capito! (A questo punto Anna teme il peggio, pensa che Sandra abbia la capacità di svelare i segreti).

Anna: Sappiate che un’industriale non rivela mai i suoi agganci politici e quant’altro … se volete sapere se ho fatto fatica a guadagnare ve lo posso anche dire. No, non ho fatto fatica.

Carponi: Quindi ha rubato e io non ho intenzione di restituire niente. Duchessa, piuttosto accetto la sua proposta. Mi vuole sposare?

Anna: C’è furto e furto … si può rubare per se stessi e … anche per cause più nobili. In una nazione ci sono molte attività che devono essere mantenute in qualche modo da chi è in grado di farlo … tutti vogliono, tutti cercano. Il mondo non è come appare … sappiatelo! Del resto è colpa vostra. Avete scelto la democrazia senza tenere in conto che costa montagne di denaro … quindi non sarete voi a giudicarmi.

Sandra: E chi allora? (Gli animi si scaldano). La gente ti vede come un relitto. Vede in te un’epoca che finisce e tenta di sopravvivere a tutti i costi. Non è sovvenzionando qualche scellerato gruppetto di idioti che la tua classe si riscatterà. Ecco cosa volevo dire. Purtroppo i capitali sono rimasti in mano vostra … e li gestite in modo così scellerato, da costringere il popolo ad azioni poco edificanti … restituisci parte della tua ricchezza ai tuoi dipendenti invece di costringerli a scellerate azioni. Consentimi di dire che la schiavitù nella quale tu hai sempre creduto è finita. La gente vuole “libertà”! Vuoi fare un bel gesto. Sposati Mass!

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Anna:

Ulisse.


(Riflette sulle parole di Sandra). Ad una condizione, che Elsa sposi


Elsa:


Perché questa condizione, che c’entriamo noi?


Ulisse:              Ma, duchessa … lei sa di noi? (Elsa lo tira per un braccio). Stai buona!

Non ci avrei scommesso!


Sandra:


Te lo avevo detto di stare attenta a tuo marito.


Elsa: Pensavo che la cosa fosse un segreto, non avrei mai pensato di essere così scoperta! … Cavallo, sei un asino … ti sei fatto scoprire.

Sandra:           Sono o non sono un indovina! (Ride). Bastava guardarvi per capire che


sotto sotto c’era del tenero: stupidotti. (Alza le mani). Anche i sassi sotto casa hanno parlato, Ulisse ama la Pennelli, abbiamo scommesso un centesimo … (Tutti ridono).

Carponi:        Allora duchessa, aspetto una risposta … (Anna tenta una risposta ma… ).

Enzo:                Lo sposi … non ha idea quanti guai si risolverebbero oltre ai nostri, che

siamo quello che siamo. Lei farebbe la figura della grande nobile che volge lo

sguardo alla plebe … pensi al ritorno d’immagine, in quel caso si che finirebbe sui

libri di storia. (Sta tentando di imbonirla).

Elsa: Oltre che essere un ladro sei anche filosofo. Tu devi giurare che ti metterai sulla retta via, magari con l’aiuto della duchessa che ti potrebbe prestare una somma per avviare qualche attività.

Anna:               Non ci penso proprio! Non sa nemmeno rubare, figuriamoci … quello lì

mandare avanti un attività! È proprio vero, il destino sta nel nome: Cedimeglio, mi faccia il piacere.


Sandra:


Prevedo grandi avvenimenti ma attenti ai ritratti …


Elsa:

strapazzo!


Ma finiscila con questa storia ... cambialo tu il cognome indovina da


Succhi:            Io e il signor Farina siamo gli unici ad essere venuti qui per caso. Io per


recuperare il denaro e lui per cercare il cuoco su mia richiesta e guarda caso siamo anche i più onesti. Bob, non è così?

Bob:                  Più o meno! Pensa che ho temuto che mi potesse licenziare per via dei

piatti rotti … che stupido sono stato … vedete, il mio pensiero è sempre rivolto all’escogitare qualche furtarello per tentare di sbarcare il lunario … ma da qui a

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rubare veramente ce ne passa, voi invece siete dei maestri … ricordate che i vostri atteggiamenti si ripercuotono su di noi che siamo l’ultima ruota del carro. Succhi, andiamo incontro al nostro destino a testa alta.


Carponi:


Se la duchessa mi rispondesse …


Sandra:            Cedimeglio … vedo una rapina in una banca andata male, un furto al


museo che ti ha fruttato parecchio … restituisci prima di iniziare una nuova vita!

Anna: Sei stato tu … me lo dovevo aspettare … ma essendo un cretino, fortunatamente, mi è andata bene. Le mie banche hanno sistemi di protezione talmente sofisticati che nemmeno una mosca potrebbe entrare. Inetto, pagliaccio: Ladro!

Enzo: (Chiarisce tutto). Non è vero! L’ho fatto ritrovare sotto un ponte, quel quadro. Quello che ho venduto era un altro. Elsa, era un ritratto tuo. L’ho rubato il primo giorno che sono entrato qui. Tieni, duecento milioni. Come vedete sono un ladro onesto. (Le passa un assegno). Un cretino ha creduto che fosse un Kandinsky. Quando lo capirà verrò fucilato … è il mio destino! (Sembra in preda allo sconforto).

Elsa:                  (Guarda tra le sue tele). Qual è?

Enzo: Il ritratto di Sandra Cass! Sì, insomma, quello che dovrebbe essere il ritratto di Sandra.

Sandra: Hai fatto un ritratto a mia insaputa? Ora capisco … ecco perché il quadro parlava … non vedevo chiaro … Elsa, sei una poveraccia, mi hai estorto i guadagni e adesso ti arricchisci con un mio ritratto. Esigo una riparazione! (Ride sommessamente, non vista).


Carponi:


Ripara … anche se non indovina niente è meglio se … non si sa mai …


Anna:               Cosa farfugli: fifone! Bene, abbiamo capito molto l’uno dell’altra grazie


a noi stessi e alla saggezza di Sandra … tutti abbiamo colpe più o meno gravi ma d’ora in poi cerchiamo di “addivenire” ad un miglioramento che sia a vantaggio di tutti … lo dico a denti stretti perché … a debiti saldati vedremo … potrei accogliere le istanze di Sandra … e … sposare questo cuoco … mi fa impazzire: sciagurato! (Ha un sussulto, un fremito, si è lasciata andare, come si suol dire. Gag a piacere).

Elsa: Finalmente un po’ di criterio. (Campanello). Chi sarà? Non aspetto nessuno. Avanti.

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Belfessus: (Appena lo vede Enzo si rifugia nell’altra stanza). Scusate l’intrusione, sono Erestu Belfessus di professione gallerista. “Famoso gallerista”. Abita qui Cedimeglio, il noto collezionista d’arte? Arte … non capisce niente! (È entrato con il dipinto. Tutti si trattengono dal ridere).

Sandra:           Sì e no. Veramente quello … sì, era qui un momento fa. A volte

scompare all’improvviso per riapparire subito dopo portando con sé delle sorprese eclatanti. Lo sa?


Belfessus:


È un indovinello?


Carponi: Può darsi … perché lo cerca? Noi siamo suoi indebitati conoscenti in cerca di fortuna … ci guardi in che stato …


Anna:


Carponi, si astenga dal piagnisteo. Quanti soldi ha perso? Lo dica pure.


Belfessus: Al contrario. Quell’uomo è un idiota, mi ha cercato duecento milioni per questo Kandinsky quando ne varrà almeno quattrocento.

Elsa:                  Però, che scemo! (Riconosce il dipinto, alza la voce per farsi sentire da

Enzo). Cedimeglio, sei scemo completamente.

Belfessus:   Perché alza la voce dal momento che non c’è?

Elsa:                  È un mio modo di fare, quando uno non c’è lo attiro così!

Belfessus:       Capisco! (Si guarda attorno). Mi sbaglio o mi trovo in uno studio

pittorico … ma guarda che fortuna: chi è l’artista?

Elsa:                  Ora non c’è, deve venire verso sera: sa, questi pittori sono stravaganti,

eccentrici, non sempre si fanno trovare. Se desidera dare un’occhiata: prego!


Belfessus:


Sono capitato nel posto giusto?


Ulisse:              Scommetto che sta cercando qualcosa di eclatante, che va al di là di ogni


sua aspettativa? (Tutti si guardano).

Belfessus: Certamente, sono gallerista! Anche il più insignificante pasticcio può valere oro … ma qui vedo solo pasticci e basta. (Reazione di Elsa, che non vista alza un braccio per colpirlo ma… ).

Anna:               Signor Granfesso …

Belfessus: Non confonda, prego. Belfessus. Ecco il mio biglietto. Passate da me prima di gettare danaro per qualche imbrattatura.

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Anna: (Anna lo getta via lasciando Belfessus di stucco). Dicevo, se ho ben inteso, lei avrebbe intenzione di integrare la somma con altri duecento milioni per quello Stravinskij?

Belfessus: Non solo … ho intenzione di comprarne ancora, se fosse possibile. Ditemi la verità. Dove li ha trovati? … Mi ha parlato di quella famosa dacia … sul mar Nero, e lo sapevo … ha contatti in tutto il mondo l’ho capito … chissà se ne ritrova altri! (Fà dei gesti). Cara signora lei mi sembra una sprovveduta: non si tratta di Stravinskij, ma di Kandinsky.

Carponi: Lei è fortunato, abbiamo qui una veggente che le potrà dire se avrà fortuna ... si affidi a lei. Sandra, prego, riveli al “gallerista” il suo destino.

Belfessus: Diamine, una veggente? Ricorro spesso alle maghe. Non pensavo che ci fosse una … non c’è alcuna indicazione sul portone. È abusiva? Dovete sapere che in occasione di ogni acquisto mi faccio predire tutto sulla qualità del pezzo, sul valore, sull’autenticità ecc … Devo dirvi che alla fine non ci azzeccano mai. (Ride del fatto). Del resto lo dimostra questo dipinto … ho risparmiato duecento bigliettoni. È solo grazie alla mia indulgenza e bonarietà se sono qui per …

Elsa:                  … Questa non sbaglia.

Belfessus: Chi sarà mai … (Ridacchia divertito). Sentiamo … tanto … se non faccio di testa mia … prego. Dica!

Sandra:           (Si raccoglie in meditazione). Vedo,vedo … la sua sorte legataal nome,

si fida troppo di se stesso: solo se cambierà il nome si ritroverà molto ricco. Bisogna distinguere le cose false da quelle vere, non tutto quello che vede è reale. Non si affidi alla sua superficialità. Abbandoni questa attività. Faccia altro! C’è di meglio nella vita.

Belfessus: (Ridacchia). Appunto, è lui che cerco: Cedimeglio! … Senti questa! (Escono tutti commentando tra loro l’accaduto).Beh! Cambia il nome? Mah! Cosavoleva dire? … Maghe … ma mi fac…

FINE

Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale

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