L’inferno scolaresco

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ATTO PRIMO

L’INFERNO SCOLARESCO

di Carlo Garofalo

Liberamente, molto liberamente, tratto dall’Inferno dantesco

Scena prima

La scena rappresenta una località di campagna. Qualche pianta a darne l’idea e un grosso albero fatto con cartone e colorato vivacemente abbastanza grande da contenere una persona nel suo retro. Se possibile anche il fondale dovrebbe dare un’idea bucolica. Si dovrebbero sentire rumori di città molto attutiti.

L’albero dovrebbe avere una ramo su cui poter appendere la cartella dell’alunno e alla sua base un tappeto o simile possibilmente verde a simulare il prato.

Dante, vestito casual e un po’ trasandato, entra saltellando e correndo tra gli alberi oscillando le braccia come se fosse un gabbiano. Si tira dietro lo zainetto come se fosse un macigno facendolo strisciare sul pavimento.

D.(canterellando) Heidi – Heidi ti sorridono i monti…. Ecc.

Sempre saltellando raccoglie alcuni fiori, li annusa  estasiato, ne fa un mazzolino, cerca di metterselo tra i capelli, poi dietro l’orecchio, infine cerca l’asola della giacca per appuntarli; visto che non ne va  a capo, li butta via con noncuranza. Fa una piroetta, da un calcio ad un sassolino, si stira vistosamente.

D. (sempre stiracchiandosi) E’ proprio una gran bella giornata! Troppo bella per sprecarla andando a scuola!

Raccoglie un fiore e sul tema “m’ama, non m’ama” recita cantilenando:

D. Studio, non studio – mi interroga, non mi interroga - Studio, non studio, mi interroga, non mi interroga…

Fa spallucce, appende lo zaino all’albero e si sdraia per terra e si appisola per qualche istante. In lontananza si sente un battito di campana, seguito a distanza da un altro battito. Si alza di colpo rendendosi conto dell’ora tarda e che deve tornare a casa.

D. Oh mio Dio è già l’una e devo tornare di corsa o i miei cominceranno ad insospettirsi! Se non mi affretto me la vedrò veramente brutta!

Fa due passi spedito in una direzione, si blocca, si guarda in giro, si mette una mano al mento, si gratta la testa poi, assumendo una posizione statuaria caricaturale, si mette a pensare. Si risveglia, fa un ampio sorriso perché pensa di aver individuato la giusta strada e fa alcuni passi spediti in una direzione, ma intanto gira in tondo, si blocca di nuovo e, parlando fra sé e sé ad alta voce:

D. Questa foresta è un labirinto! È un’ora che cammino e mi sono ritrovato allo stesso posto! Ed ora cosa faccio e dove vado?

Si muove velocemente qua e là girando in tondo all’impazzata in un crescendo fino a quando, sentendo una voce, si arresta di colpo. Fuori campo si sente una voce declamare:

V. In mezzo di cammin di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura,

che la diritta via era smarrita.

Ah! Quanto, a dir qual era, è cosa dura,

questa selva selvaggia e aspra e forte,

che nel pensier rinnova la paura!

Dante, al sentire la voce fuori campo, spalanca e strabuzza gli occhi, poi, sempre più impaurito, si rannicchia con la testa fra le gambe e si mette a piangere in maniera caricaturale.

Rumore di forte vento, di un gufo, di ululati di cane (o di lupo).

D. Eeera meglio fare la verifica di scienze; a pensare che avevo 3! Un’insufficienza quasi piena! Anche si mi fossi beccato uno 0, sempre meglio di questi rumori (piange)

Passi in avvicinamento, D. si guarda in giro, perplesso e un po’ speranzoso. Entra Bosio-Virgilio che si avanza in modo caricaturale, osservando attentamente l’albero con una grossa lente d’ingrandimento. Cerca insetti che con una pinzetta mette in un piccolo vaso di vetro. Intanto borbotta frasi in latino maccheronico.

V. Oh pulcherrimo esemplare di Majulinus vulgaris pentaforme! Guarda, guarda! Una rarissima farfalla mai vista prima di adesso! Le darò il mio nome “Lepidotterus bosiensis” Che meravigliosa caccia oggi! Hodie fortunatissimus vir sum!

D. allunga il collo per ammirare anche lui gli insetti. Nel fare il movimento si allunga talmente tanto che rischia di perdere l’equilibrio e cadere. Si accorge che si tratta di Bosio-Virgilio e gli si inginocchia ai piedi abbracciandogli le ginocchia a modo di Maddalena penitente.

V. (ieratico) Non mi dire che hai marinato scuola!! Peccatore confessa!! Hai osato commettere uno dei sette peccati capitali scolastici! L’Inferno ti attende e amaramente te ne pentirai!

D. Oh venerabile maestro, non condannarmi all’inferno scolastico! Farò tutto quello che vorrete, ma portami fuori di qui! Studierò, mi ammazzerò di fatica sui libri, ma fammi uscire da questa selva oscura e tetra!!

V. (sempre più ieratico) La carne è debole, ma la tua deve essere frollata già da un bel pezzo. Va be! Va be! Ti porterò via da qui, ma dovrai ritornare per una via lunga ed aspra. Vedrai che alla fine la voglia di studiare ti sarà venuta a dismisura!

D. (rivolto al pubblico) Nulla potrà essere peggio che studiare. Niente può essere peggio!! S’incammina verso la porta preceduto da Virgilio.

 

Scena seconda

Dante e Virgilio arrivano alla porta sulla quale troneggia una scritta a grossi caratteri.

V. Eccoci arrivati. Questa è la porta degli Inferi. Da qui inizieremo il cammino che ti porterà alla redenzione e vedrai a quali tormenti sono sottoposti i tuoi compagni già dannati.

D. Leggendo, prima normalmente, poi con crescente terrore.

Per me si va nella città dolente

Per me si va tra la perduta gente

Per me si va nell’eterno dolore

Lasciate ogni speranza o voi che entrate

D. (Rivolgendosi al pubblico con espressione sfiduciata)  Ahi!!! Dalla padella alla brace! Continua  a leggere.

D. Qui si convien lasciare ogni sospetto.

Ogni viltà convien che qui sia morta

Noi siamo venuti al loco ov’io ti ho detto

Tu vedrai le genti dolorose

Che mai han avuto il bel dell’intelletto

Cigolio di porta, musica infernale, gemiti e rumori lugubri. D. e V. entrano nel vestibolo.

In un angolo ci sono tre anime accovacciate e tremanti.

Balletto di demoni con Carontechesaltella qua e là ringhiando. Nel loro angolo le tre anime fanno la conta per decidere chi sarà la prima ad affrontarlo. La sorte designa Lara che viene sospinta dai compagni di fronte a Caronte.

C. (con voce tonante) Avanti il primo. Qual è la tua colpa?

L. Beh, veramente…, ero una saputella.

C. (Con gesto ieratico, stendendo il braccio) Via nel primo girone! Avanti il secondo!

Si avanza Marisa, tremante.

C. (sempre con lo stesso tenore di voce) E tu?

M. In verità avevo la lingua troppo lunga

Car. (Con gesto ieratico, stendendo il braccio) Per te il quinto girone. Ora a chi tocca?

Gaia si avanza come se ballasse.

Car. (sempre con lo stesso tenore di voce) E tu, anima prava?

G.  Mi piaceva tantissimo lanciare le palline di mollica e rovesciare l’acqua sul tavolo durante la mensa….ih, ih. Se poi la versavo nel piatto dei compagni !!! Si strofina le mani e gode tutta al pensiero.

Car. (sempre con voce tuonante) Eh, ridi pure! Il terzo girone sarà tuo per l’eternità. Vedremo fra qualche decina di migliaia d’anni se avrai ancora voglia di ridere!. Guai a voi anime prave!

Car. (volgendosi in direzione di Dante e Virgilio che sono ancora nell’angolo) Non isperate mai di veder lo cielo. Io vengo per menarvi all’altra riva, nelle tenebre eterne, in caldo e gelo. (Rivolgendosi propriamente a Dante) E tu, anima viva, dove pensi di andare?7

V. (ergendosi in tutta la sua statura) Caron demonio, non ti crucciare. Vuolsi così cola dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare.

Caronte sembra rimpicciolirsi, si trascina come un cane sgridato. Ha perso tutta la sua baldanza)

 

Scena terza – primo girone

i saputelli

Pres. Ed ora avanti i concorrenti del nostro programma: Secchioni e Bidoni che sta riscuotendo tanto successo. Le statistiche ISTAT confermano che molti sono gli aspiranti ma pochi i fortunati partecipanti. Ecco il nostro valletto, sempre più elegante e provocante che ci presenterà i concorrenti.

Vall. Ed ecco Lara de Serramondis che ha accettato di buon grado di partecipare e che freme (tremolio)

Pres. Bene, bene, ecco le tre buste con i quesiti: busta da 50 da 100 e 300 punti quale sceglie?

Lara. Sicuramente la busta da 300 punti.

Pres. Iniziamo con una domanda di storia; ascolti con attenzione questo quesito molto impegnativo.

Chi ha scoperto l’America? Deve scegliere tra Cristoforo Colombo, Edoardo VIII e Beethoven.

Lara. Questo quesito mi mette in difficoltà, ma con un po’ di concentrazione e di logica sicuramente non potrò errare. Dunque, dunque, dunque… sono certa di poter scartare Edoardo VIII! Ottavo! perché mai si sarebbe chiamato Ottavo? Se fosse stato lui il primo ad arrivare in America sarebbe Edoardo Primo.

Pres. Bene, bene, anzi, bene! Mi sembra che questo ragionamento non faccia una piega. Vedo che lei è proprio all’altezza della situazione.

Lara. Colombo…, Colombo… è un nome che mi è molto familiare! Ah sì! ricordo perfettamente, era un illustre professore di un’eccelsa scuola, sita in quel di Chiesanuova; un tipo molto atletico, ma sicuramente non abbastanza ardimentoso per tentare un’impresa in mare. Quindi lo scopritore non può essere che Beethoven, è un nome altisonante, un personaggio molto famoso, sicuramente è lui.

Pres. Dunque conferma la sua risposta?

Lara. Sì ne sono certa

Pres. Ha fatto proprio un long-plain; lei ha totalizzato ben 300 punti!

Lara. E qual è il premio che mi spetta? Sa, ho qualche sogno nel cassetto da realizzare, mi piacerebbe una vacanza su un atollo ventilato perché qui fa un po’ troppo caldo

Pres. Aspetti e vedrà! Avanti il secondo concorrente

Vall. Ecco a voi Cesca de Annis.

Pres. E lei quale busta sceglie?

Annis. Sicuramente anch’io la busta da 300 punti

Pres. Lei è veramente fortunata! Questo quesito è veramente facile! Chi fu il primo re di Roma, la grande capitale dell’Impero Romano, Caput Mundi? Scelga tra Totti, Romolo e Napoleone.

Annis. Non ho dubbi nello scartare Romolo perché è un nome trooppo ridicolo. Romolo ah, ah, può essere al massimo il nome di un calzolaio della grande Roma. Napoleone, Napoleone…, ecco ricorda... Napoli, uno grosso di Napoli! Sì, certo Napoleone era il re di Napoli. Quindi non può essere che Totti il grande re di Roma, il grande attaccante, la punta della grande Roma, caput mundi.

Pres. Trecento punti anche per lei e avanti con il gioco!

Vall. Ed ecco a voi Hu, Hu, Hu che è giunto a noi dal lontano Oriente.

Pres. Anche per lei la busta da trecento punti?

Hu. lo mi accontento di 100 punti, sa, io sono un tipo un po’ stravagante, nello studio non sono mai stato troppo costante, ma la mia eccelsa mente mi farà vincere sicuramente.

Pres. Per lei un quesito di scienze. Qual è l’organo della respirazione? Il fegato, i polmoni o il cuore?

Hu. Eliminiamo subito il cuore che è l’organo predisposto all’amore. Ah! Amor che a nulla amato amar perdona. Ben mi ricordo come batteva forte il mio cuore e di conseguenza il cuore è l’organo della riproduzione! I polmoni, ah sì i palmoni… da palma! Non c’entrano con la respirazione: sono grossi alberi frondosi caratteristici del mio Paese del deserto dei Gobbbi. Non resta che il fegato Ah sì! mi ricordo quando la profe Graceffa spiegava che chi ha fegato non è sfigato, ma ha sempre buon fiato. Non c’è ombra di dubbio, il fiato ha a che fare con la respirazione quindi il fegato è l’organo della respirazione.

Pres. Bene, bene! Anche lei ha superato la prova. Ma la puntata è giunta al termine, Ed ora la premiazione.

V.  (rivolgendosi al pubblico) Mi duole il cuore a sentire tanta ignoranza!

D. Ma come? Non hanno risposto bene a tutto?

Virgilio si mette le mani nei capelli. L’attenzione si sposta sul presentatore.

Pres. Ed ora i concorrenti vengano a ritirare i loro premi.

I diavoli punzecchiano i dannati nelle natiche. Musica ed urla.

Scena quarta  - secondo girone

i vanitosi

Dante e Virgilio sono in un angolo. I dannati sono in fila indiana e sono un’imitazione di modelle pronte per la sfilata.

Valentina (ha lo stile, o meglio, è la caricatura di una presentatrice di moda o di un’imbonitrice). Si avanza il primo modello. Musica di sottofondo.

Ed ecco in esclusiva mondiale, solo ed esclusivamente per voi, eletta schiera d’animucce dannate, il primo modello! Un elegantissimo capo di grande diffusione, modello Lonsdale, una stupenda felpa bucherellata per lasciare traspirare la pelle. Ai piedi, la nostra graziosa modella calza un paio di leggiadre scarpette in autentica plastica di “recycled bottels”, bottiglie autenticamente riciclate firmate dalla premiata ditta della Quinta Circoscrizione “La meta è la metà”.

Ora sfila un modello Valentino. La modella indossa una  meravigliosa sciarpa ricavata direttamente dalla pregiata discarica di Buffalora. Questo stupendo capo d’abbigliamento è portato con disinvoltura sopra un bellissimo impermeabile realizzato interamente con autentici sacchetti per l’immondizia provenienti dal famoso e noto cassonetto di via Genova.

Ed ora a voi un delicatissimo modello Puma. Una stupenda pelliccia in Cachemeare di pelo di cammello arricchita d’autentiche e saltellanti pulci del deserto.

Ora si avanza la nostra modella saltellate calzando un capo firmato Nike. Si tratta di morbidissime scarpe di cartone riciclato. Queste scarpe sono il degno accompagnamento per una comodissima giacca di pelliccia di toponi di fogna provenienti dai pregiati allevamenti “ditta Real Spurghi e C.”

Potete ammirare una simpatica maglietta in purissima Cotonelle, tagliata e graffiata.. pardon, volevo dire griffat.

Un giubbotto Dolcino e Gabbano morbidamente imbottito d’escrementi di cane completa l’abbigliamento… E’ un articolo per l’uomo che vuole sempre distinguersi. Non si vedono, ma si sentono!!!

La musica cessa di colpo

V. (commentando fra se e se quanto ha visto) Ma hai visto che fine fanno i vanitosi che si preoccupano sono di vestire firmato?

D. (rivolgendosi al pubblico) Che brutta fine fanno i fighetti!!

Scena quinta - terzo girone

i mensaioli maleducati

Diav. Ed ora il pasto ha inizio con un piatto di succulenti spaghetti preparati dagli chef Paulus e Amalias dell’antica hostaria “EI diaol nel sac”.

Gaia. Ma mi sembrano scotti, non si riesce nemmeno ad arrotolarli, scivolano di qua e li là e l’odore è nauseabondo. Quale schifezza avranno usato per preparare questa roba?

Diav. Eh cari! Mangiare bisogna quel che passa il convento o digiunare. (tuonata!)(rivolto a Gaia)Carina, te lo aveva detto Caronte che non avresti più avuto molta voglia di ridere.

Mangiano, e il diavolo legge alcune pagine del Galateo.

“I gomiti devono essere sempre accostati al corpo, le mani mai abbandonate in grembo, la forchetta a punte in sù quando è nella destra, a punte in giù quando è nella sinistra. Il tovagliolo non deve essere mai legato al collo, ma poggiato sulle ginocchia “

Diav. - E’ difficile ,eh, mangiare con un po’ d’educazione! Ti ricordi quando in mensa a scuola aspiravi la minestra dal piatto come un aspirapolvere e la sputavi nel piatto del compagno? E quando lanciavi le molliche di pane cicciulato in faccia agli altri?

Diav. - E ora il tempo concesso per il primo è scaduto, passiamo al secondo

Il diavolo rovescia gli spaghetti nel cestino

Sara (piagnucchiando) Ma io veramente non sono ancora riuscita a mangiare uno spaghetto.

Diav. Giusta punizione per chi in mensa faceva lo schizzinoso e non mangiava nulla per poi rimpinzarsi a casa di Nutella, patatine e altre cose schifosune!

Distribuzione di cosce di pollo da spolpare

Diav. “Il pollo va spolpato elegantemente con forchetta e coltello, non sgozzato come una belva! Quando mangi raddrizza quella schiena! Non sei mica il “Gobbo di Notre Dame”. Sembra che tu stia vangando l’orto. Chiudi quella boccaccia! Ti vedo esofago, stomaco e l’intestino fino al retto. (rivolgendosi ad un altro allievo) E anche tu chiudi quell’impastatrice.

Pollo che cade.

D. (raccoglie il pollo, lo annusa, fa un po’ di smorfie,ma, siccome è affamato, lo addenta con furore ed esclama) Più che l’odor, potè il digiuno!

Scena sesta – quarto girone

I negligenti

Sulla scena vi sono quattro personaggi seduti nei rispettivi banchi scolastici. Nel primo banco vi sono calcolatrici e figure geometriche, nel secondo uno xilofono, nel terzo vocabolari e quaderni, nel quarto squadre e righe per il disegno geometrico.

Primo studente (cantilenando) Due per due uguale a cinque. Tre per tre uguale a quattro. Due per uno uguale a nove.

Secondo studente (come sopra) Di-ti-te-la-sol-fasol

Terzo studente (come sopra) A-o-i-o-u

Quarto studente (come sopra) La squadra sopra-no, la squadra sotto, la riga sopra-no, la riga a destra, no a sinistra

Un diavolo passeggia qua e là

D. (rivolto a Virgilio) professore, per favore, in che girone siamo?

V. Ma caro Dante, sei cieco e sordo? Siamo nel girone degli asinelli. Ah! Quanti dei tuoi amici sono destinati a queste orrende pene. Pure tu, mio caro Dante, forse hai un angoletto infernale già prenotato. Vedi quel poveretto di fronte a te? E’ Daniel Lazzaronis. Brutta fine, vero? Condannato per l’eternità a studiare senza risultato!

Lazzaronis – Purtroppo, per mia sventura, ben detto o illustre visitatore. Che amare pene in questo sito maledetto! Beati i tempi in cui facevo disperare le professoresse. Mi ricordo quando la poveretta strabuzzava gi occhi dalla rabbia; (imita in modo caricaturale la professoressa) urlava come un’ossessa, diventava paonazza e pareva scoppiare. Però non scoppiava mai la rompiscatole! Come mi sentivo bene quando facevo figure da asino. I miei compagni si sbellicavano dalle risate. Ero proprio l’idolo della classe; mi sentivo un mito! Che bei tempi!

D. (rivolgendosi ad un’altra anima)  e tu?

Anni – io sono Cesca della Noce dalla geometria tormentata, per sempre con stanca voce a studiare destinata. Quando andavo a scuola non capivo un cavolo di geometria. I quadrati, i rombi, i prismi mi davano alla testa ed ora? Ora il mio castigo è studiare geometria per l’eternità!

Il diavolo si avvicina a Waqar alle prese con le squadre

Diav. Cristoforo Colombo ha scoperto l’America, ma non le squadre, che diavolo, impara una buona volta ad usare ‘sti maledetti aggeggi!

Ver. (ripete continuamente come un robot rotto) La vispa Teresa avea tra l’erbetta un giorno sorpresa gentil farfalletta, la vispa Teresa avea tra l’erbetta un giorno sorpresa gentil farfalletta

V.  (rivolgendosi a Dante) Lascia perdere. Le hanno fatto il lavaggio del cervello.

Rivolto verso il pubblico

Considerate la vostra semenza

Fatti non foste a viver come bruti

Ma per seguir virtute e conoscenza

Scena settima – quinto girone

I sudicioni

Balletto. Tre dannati con scope, tre dannati con straccio, tre dannati con scope e secchio. Al ritmo della musica fingono di pulire il pavimento e immaginari vetri e banchi.

D. Che bello!  Ma è un gioco! Stare in questo girone non è poi male. Questa musica mi trascina. (Dante si unisce al balletto)

Dannati (Al termine della prima parte del balletto i asciugandosi la fronte, esclamano in coro)Che fatica! Non ce la faccio più!

V. Giusta punizione per chi faceva disperare le Carle e Vincenzo insudiciando a destra e a manca. Pulire per l’eternità.

D. Ed io che pensavo fosse un gioco; è meglio andarsene alla svelta da qui.

Scena ottava – sestogirone

I bruciatori

Camminano avvolti nelle fiamme, lamentandosi.

Oh che dolore! Oh che bruciore! Oh che calore!

Oh, ma son cotto, no, stracotto.

Ma che dite! Son smagotto.

D. (impaurito)   Ma chi sono costoro?

V. Caro il mio Dante, questo è il tuo girone, quello di coloro che bruciarono scuola, ora sono costretti a bruciare per l’eternità.

D. Maestro, ma chi èquel fuoco che vien si diviso di sopra?

V. Là dentro cuociono le alme di Mia e Daniel che assieme bruciarono e assieme ora bruciano. Ma ecco che vengono presso di noi.

Mia Ma che caldo, mi scottano i piedi, le mani, la pancia, le braccia.

Daniel Stupido, siamo nel fuoco, non te ne sei ancora accorto? Ci staremo per l’eternità, chissà come faremo a resistere. Se non ti avessi dato retta e seguito come un idiota, ora non sarei qui. Tutta colpa tua!

Mia Miaaaa! Ero io che pendevo dalle tue labbra: “andiamo qui, andiamo là, cosa ci serve andare  a scuola, dai che ci divertiamo, noi siamo mooolto intelligenti!”. Ed eccoci qui a fare i pollastri ai ferri.

Mentre continuano a litigare, due diavoli si avvicinano a Dante e cominciano a girargli intorno. Lo afferrano e uno di essi (Quaresmini) esclama:

Quar. E questo qua come ha fatto a sfuggire all’eterno fuoco? Portiamolo nella sua fiamma e che sconti la giusta pena.

D. Lasciatemi, lasciatemi!. Non voglio bruciare, ho la pelle delicata. Ho bruciato una sola volta. Non se la prenda signor diavolo. E’ stata una ragazzata ed avevo anche i miei buoni motivi.

Diav.  Ma che buoni motivi! Non esistono buoni motivi per bruciare scuola.

D. Maestro, signor Virgilio mi aiuti, mi salvi, mi aveva promesso che….

V.  Hahaha! Ben ti sta. Ma che credevi, di passarla sempre liscia? Tutti i nodi vengono al pettine, recita un antico e saggio proverbio. Non lo sapevi? Via, via, portatelo via nel fuoco eterno, che si senta ovunque l’olezzo delle sua carni arroventate.

Scena nona

Il risveglio

Dante, agitato, si risveglia nel bosco, si guarda attorno, si rende conto che è stato solo un brutto sogno.

D. Ma allora è stato solo un brutto sogno, mi sono addormentato e non è successo nulla, niente arrostino delle mie povere carni. Faccio un solenne giuramento (dietro le spalle incrocia però le dita). Giuro solennemente che non brucerò più la scuola, che mi comporterò bene  con i miei insegnanti, che studierò giorno e notte. In mensa sarò un modello di galateo. Niente palline di mollica, niente acqua per terra o nel collo dei mie compagni.

Niente di niente. Non intarsierò più i banchi e non graffierò più i muri. Sarò additato ad esempio negli anni futuri e i miei insegnanti piangeranno dalla commozione nell’incontrarmi laureato alla Sorbona con il massimo dei voti.

Recitando con voce monocorde la poesia

La Redolfi e la Poletti,

che pazientemente ci han seguito,

mi segneranno a dito

sarò l’allievo più  gradito

e da tutti il preferito.

Tutti ritornano in scena dandosi il cinque.

V. e D.Ora potete applaudire tutti.