L’INNESTO DELL’ETERNITA’
Commedia in un atto
CARLO VENEZIANI
PERSONAGGI
UN DOTTORE
UN ASSISTENTE
UN’ECCELLENZA
UN INFERMIERE
UN MARITO
UNO ZIO
UN NIPOTE
UNA SIGNORA
UNA SEGRETARIA
UNA CAMERIERA
UNA MOGLIE
UNA SUOCERA
DUE GIOVANI SPOSI
ALTRA GENTE
Commedia formattata da
Un gabinetto medico con l'uscio in fondo, due porte laterali e l’ammobiliamento adatto.
(L'Assistente, in camice bianco, e la Cameriera, ch'è una fanciulla).
La cameriera - I giornali? Ma chi crede ai giornali signor Assistente? Se lei vuol far sapere al mondo ch’è vivo, faccia stampare sui giornali ch’è morto.
L’assistente - in ogni modo è notorio da parecchi mesi che il dottore ha inventato l’innesto dell'eternità. C'è un tal discorrere in giro.
La cameriera - Anche troppo!
L'assistente - Non per colpa del dottore.
La cameriera - Se lo hanno perfino accusato di ciarlataneria.
L’assistente - Non è vero! L'accusa è sfumata subito, perché egli ha realmente trovato il siero che distrugge la morte, il siero che arresta per sempre il disfacimento dell'organismo umano e l'eternizza.
La cameriera - Si vive proprio all'infinito?
L’assistente - Per tutta la durata dell'universo.
La cameriera - E lei ci crede?
L’assistente - E' scienza! E' la conquista della perpetuità, è la morte della morte.
La cameriera - Per conto mio è una frottola grande come San Pietro.
L’assistente - Gl'ignoranti non credono mai ai miracoli della scienza.
La cameriera - Ignorante io? Scommettiamo che oggi, per esempio, non verrà nessuno?
L’assistente - Perché è il primo giorno. Il dottore s'è deciso ad aprire soltanto stamattina il suo gabinetto al pubblico, e a cominciare le operazioni d'innesto dell'Eternò!.
La cameriera - Come si chiama?
L’assistente - Eternò, la più sbalorditiva invenzione di tutti i tempi, ottenuta dopo trent'anni di studi immensi, pertinaci.
La cameriera - Sicché, secondo lei, il nostro dottore passerà ai posteri?
L’assistente - Macché posteri! Posteri non ce ne saranno più. Diventeremo tutti contemporanei, fino alla consumazione dei secoli.
La cameriera - (con stupore) San Bisturino copto, questa è la fine del mondo!
- (Dai fondo entra, scalmanata, una signora).
La signora - E' qui, vero? E' qui?
La cameriera - Chi cerca, signora?
La signora - Il dottore, lo scienziato, quello di cui parlano tutti. Io ho letto gli articoli, le interviste, le relazioni….
L’assistente - Sì, ma non si affanni, segga pure.
La signora - (siede) E' una rivoluzione, caro lei, uno scombussolamento... Nientemeno la vita perpetua... Ma è certo che non sia una fanfaronata?
L’assistente - Per chi ci prende, lei?
La signora - Ah, è forse lei il dottore?
L’assistente - L'assistente.
La signora - E questa signorina?
La cameriera - L'indispensabile della casa, il necessario della famiglia, sono la cameriera!
La signora - Sui giornali è scritto che il dottore comincia oggi le sue operazioni a chiunque.
L’assistente - Perfettamente, ma alle ore dieci, signora.
La signora - Sono le dieci precise e io vorrei...
L'assistente - Vorrebbe prestarsi all'esperimento?
La signora - Senza perdere un minuto!
L’assistente - (alla cameriera) E tu scommettevi che non sarebbe venuto nessuno?
La cameriera - Il mondo è pieno di matti!
La signora - (scatta, alzandosi) Cosa? Avete parlato di me o di voi stessa, voi? A guardarvi bene in faccia, veramente, non c'è da aver dubbio. E vi lasciano andare senza museruola? Quanti anni siete stata in manicomio?
La cameriera - Oli, madama! Prima di tutto, chi le ha dato il permesso d'introdursi nel gabinetto del dottore? La sala d'aspetto è in fondo, dunque favorisca di là!
La signora - A me? Mette alla porta una donna come me?
L’assistente - Calma, un po' di calma...
La signora - Ma non sente cosa vuol fare?
La cameriera - L'obbligo mio, to'!
L’assistente - Non alzate la voce, che il dottore è di là..
Il dottore - (viene da sinistra) Cosa c'è?
L’assistente - C'è questa signora...
La signora - E' il dottore, lei?
Il dottore - A servirla.
La signora - Ed è fatto così? Con un aspetto comune, una faccia qualunque?
Il dottore - Lei vorrebbe ch'io fossi un mostro?
La signora - No, ma i grandi uomini dovrebbero avere un contrassegno fisico, che so io? Un naso di più, tre braccia, quattro gambe, tuia aureola intorno al capo...
Il dottore - Dio non ha pensato a tutto, I signora. Dunque, lei desidera?
La signora - E' facile capirlo, non posso mica venir da lei a comperare un paio di scarpe.
Il Dottore - Che modo di parlare!
La signora - Non è lei che offre l'immortalità fisica, reale?
Il Dottore - Lei vuole forse provare?
La signora - Si capisce! E se no, perché sarei qui? Non sono né tisica né epilettica né diabetica, per venire dal medico. Sono sana! Dov'è il suo siero? Si beve, si succhia, si mangia?
Il dottore - Si innesta.
La signora - Dove?
Il dottore - Nell’organismo.
La signora - Come si fa la vaccinazione contro il vaiolo?
Il Dottore - Più semplicemente. Io faccio una sola iniezione ipodermica.
La signora - A chicchessia?
Il Dottore - Ogni corpo umano può essere e reso refrattario alla distruzione.
La signora - E se poi l'innesto non riesce?
Il Dottore - Niente di male. Tutt'al più. si accresce la vita di qualche anno.
- (Frattanto la cameriera va e viene da tutte le porte e l'assistente prepara aghi e fialette sopra un tavolinetto).
La signora - Allora non perdiamo tempo, m'innesti subito il suo siero. Fa l'iniezione al braccio? Alla gamba? Alla spalla? Ecco, mi spoglio qui...
L’assistente - No! Non occorre... E poi, non qui dentro, di là. (Indica a sinistra).
La signora - Sta bene. Dottore, prepari il suo specifico e, per essere sicuri, me ne versi almeno due litri in corpo.
La cameriera - (scoppia a ridere, irritando la signora e facendosi richiamare, con un gesto, dall'assistente).
Il Dottore - L'Eternò non si travasa a litri, signora. Si inietta a centigrammi. Per fabbricarne un solo litro, ci vorrebbero dei millenni. Guardi che cosa ho potuto stillare io l in un quarto di secolo. (Le mostra una boccetta scura). Mezzo grammo.
La signora - E le basta?
Il Dottore - Finché non sarà possibile aumentare la produzione di questo diabolico preparato, io non potrò inocularlo che in un E paio di persone all'anno, due eternizzati per ogni dodici mesi, un uomo e una donna.
La signora - Quanto ce ne vuole per ciascuno?
Il Dottore - Due centigrammi e mezzo in una miscela d'etere e canfora.
La signora - Allora il suo mezzo grammo serve già per venti individui?...
Il Dottore - Sì, se hanno corporatura media normale. Per Dina Galli, per esempio, basterebbe anche mezza porzione, ma per Primo Camera ci vorrebbero quattro porzioni abbondanti.
La signora - Io sono peso medio normale, cominci subito da me. Ecco il braccio...
L’assistente - Aspetti! Prima deve venire di là.
La signora - (insospettita) Con lei?
L’assistente - Sì, con me.
La signora - (al dottori!) Posso fidarmi?
Il Dottore - Vada pure, il mio assistente le farà una visita sommaria...
L’assistente - Un massaggio di preparazione.
La signora - Un massaggio? Da che parte me lo fa?
L’assistente - Dov'è necessario. Passi.
La signora - (s'avvia poi si ferma) Un momento! Mi dica...
Il Dottore - Quante cose vuol sapere lei!
La signora - Faccio una domanda nel suo interesse: quanto è la tariffa? E' forte? C'è il ribasso del dodici per cento?
Il Dottore - Ho già dichiarato pubblicamente che opero gratis. Chi vuole, faccia qualche oblazione alle opere pie.
La signora - O bella! Lei non fa morire nessuno e non manda il conto? Ma allora lei non è un medico, è un fenomeno vivente! Si è già eternizzato, lei?
Il Dottore - Non intendo cominciare da me. Se mai, io sarò l'ultimo.
La cameriera - (alla signora) E poi, questo non l'interessa.
La signora - (indica la cameriera) Non eternizzi quella lì, dottore. E' meglio che la razza delle serve muoia tutta.
La cameriera - (dispettosa) Io sono assai giovine, grazie a Dio, e ho tempo d'avanzo!
Il dottore - Negli organismi molto giovani il siero non fa presa, per la reazione dei tessuti troppo resistenti, come negli organismi molto vecchi l'effetto manca perché i tessuti sono già disfatti.
L’assistente - Bisogna avere non meno di vent'anni e non più di ottanta
La signora - Allora io sono nell'età buona, come lei. S'è inoculato, lei?
L’assistente - Non ho fretta, io. Voglio vedere gli altri, diventare sempiterni.
La signora - Come può vederli, se lei muore prima?
L’assistente - Potrò osservare la stabilizzazione degl'innestati.
La signora - Stabilizzaz... Che roba è?
Il dottore - Gl'individui, si stabilizzano nell'età in cui si fanno l'innesto, si fissano.
La signora - Ah, ho capito: è una fissazione!
L’assistente - Ma no! le porto un esempio: lei, mettiamo, ha trentacinque anni...
La signora - Niente affatto!
La cameriera - Ne ha trentasette!
La signora - Ventotto, per vostra norma!
L’assistente - Sia pure. Ebbene, lei si inietta l'Eternòl a ventotto anni e rimane sempre...
La cameriera - Di trentasette!
La signora - Mi permette di dare un ganascione a quella fantesca?
Il dottore - No, vada, vada con l'assistente.
L’assistente - (alla cameriera) E tu torna di là, eh'è meglio!
La signora - (all'assistente) Andiamo.
Il dottore - Si fermi ancora un attimo, prego.
La signora - Adesso è lei che non mi fa più andare.
Il dottore - Deve dirmi prima se ha disturbi, infermità, affezioni, malattie costituzionali, alienazione mentale...
La signora - (irritandosi) Alienazione?
La cameriera - Lo dicevo io!
La signora - (le si scaglia contro) Ti rompo il muso!
La cameriera - Aiuto! (Scappa via).
L’assistente - (trattenendo la signora) Stia buona, signora!
La signora - Mi lasci fare un servizio a quella serva!
L’assistente - Se lei si altera, non si combina niente.
La signora - Ma quella lì mi fa venire l'itterizia.
Il dottore - Risponda alle mie domande.
La signora - Non temo altra alienazione che quella dei miei beni, io! Le ripeto che sono sana di mente, di corpo, di tutto. Ma loro credono sul serio che ci siano dei matti. al mondo? Non si accorgono che la pazzia non esiste? L'hanno inventata i frenologi per far credere irragionevoli quelli che ragionano meglio degli altri, e per guadagnarci sopra! Quando uno non ha nessuna malattia, proprio nessuna nessuna, i medici dicono: « Ma quello è pazzo! ».
Il dottore - Sta bene! Si faccia dunque osservare.
L’assistente - Da me, in quella stanza.
La signora - Staremo soli noi due?
L’assistente - Ha ancora paura?
La signora - Paura io? Peuh! Sapesse che mustaccioni misuro, io! Se vuol fare l'assaggio, non ha che da provarsi a mancarmi di rispetto! Nespole! Sono come il vigile ai crocicchi, io: faccio girare tutti per il loro vèrso... Via! (Dà uno spintone all'assistente mandandolo nella camera a sinistra, poi si volge al dottore, teneramente) Esculapio! Se mi rendi eterna... sarò tua! To'! (Gli manda un bacio come si scaraventa un sasso e va via da sinistra).
Dottore - Uhm! Non mi pare d'aver cominciato bene la giornata!
- (Dal fondo irrompe l'infermiere, seguito dalla cameriera).
L'infermiere - (stravolto) Dottore, per carità! Che cosa fa lei? Dottore, si guardi!...
Dottore - (guardandosi addosso) Ho il fuoco addosso?
L'infermiere - Peggio! quella donna!
Il dottore - E' incendiaria?
L'infermiere - E' pazza!
Il dottore - Pazza?
La cameriera - Vede che io l'avevo indovinato? Me n'intendo, io. Ho servito in casa d'un letterato! (Va verso la porta a sinistra).
L'infermiere - Se ne sbarazzi subito, dottore, perché ha la follia sanguinaria!
La cameriera - (spaventata) Sant'Angelo in tranvai! (Via dal fondo).
L'Infermiere - E' ossessionata dalla paura di morire, perciò è venuta da lei.
Il dottore - Per farsi innestare l'Eternòl.
L'infermiere - E' una follia.
Il dottore - L'Eternòl?
L'Infermiere - No, quella della signora. L'idea fissa della morte improvvisa le provoca delle crisi di nervi che la fanno diventare pericolosa. Terribile ossessione è la paura della morte, dottore! Lei lo sa bene...
Il Dottore - Io? Oh, perché dovrei saperlo proprio io?
L'Infermiere - Lei non ha inventato il suo specifico perché ha paura di morire?
Il Dottore - (piccato) Voi non sapete quello che vi dite, giovinotto! Paura di morire, io che non ho voluto provare su me stesso il mio ritrovato ? Io regalo all'umanità il beneficio del. la vita indistruttibile, senza servirmene, avete capito? E basta! Chi siete voi?
L'Infermiere - Sono l'infermiere al qua le è affidata la signora, per la sorveglianza.
Il Dottore - E sorvegliatela, dunque! Fate così male il vostro dovere, voi, da lasciarvi sfuggire una demente? Bisogna isolarla.
L'Infermiere - E' isolata in un villino. Ma è una donna intelligentissima, ragiona bene su tutto tranne che sul morire. Ricama, suo-na, legge; dai giornali ha conosciuto l'affare dell'Eternòl e stamani è riuscita a venir qui.
Il Dottore - Ora portatela subito via!
L'Infermiere - Dio me ne guardi, dottore! Non si può agire con violenza su lei, è ossessionata, le dico, ha il furore omicida, ha già conciato per le feste due servi e una cugina. Da quando le è morto il marito, è impazzita...
Il Dottore - Dal dolore?
L'Infermiere - Dalla gioia! E non vuol morire lei, è molto ricca.
Il Dottore - Le ricchezze non m'importano affatto!
L'Infermiere - Beato lei! A me sì, e perciò debbo trattare con dolcezza là signora. Ci vuole persuasione. Lei deve garantirle che la sua fine non avverrà mai...
Il Dottore - Non posso mica farle l'iniezione!
L'Infermiere - E perché no?
Il Dottore - Perché... perché non mi sento di rendere eterna una persona per il solo fatto che ha voglia di vivere!
L'Infermiere - E chi rende eterni, lei, quelli che hanno voglia di morire?
Il Dottore - No, ma... Cominciare con una pazza è... è pazzesco, ecco!
L'Infermiere - Chi le dice che non guarisca, in seguito all'operazione?
Il Dottore - Anche questo può darsi... L'effetto non è da escludersi.
L'Infermiere - Dunque, lo tenti. In ogni modo, per ora, lasciamola quieta e ferma, di là. Di solito ella casca in sonnolenza. Io torno nell'anticamera, pronto a una sua chiamata. Scusi tanto, dottore.
Il Dottore - E va bene, ma... sappiateli custodire i matti, perdiana!
L'Infermiere - Se ei dà l'ordine di custodirli tutti, caro Dottore, è sicuro lei di rimanere senza custodia?
Il Dottore - Andate, andate in anticamera.
L'Infermiere - E potrei giurare che Io stesso, molti, forse tutti...
Il Dottore - Andate, vi dirò! La vostra riflessione è vecchia, già fatta e strafatta!
L'Infermiere - Da chi?
Il Dottore - Da Shakespeare.
L'Infermiere - E' un infermiere?
Il Dottore - No. un tranviere. Aspettate di là.
L'Infermiere - Pronto alla chiamata.
Il Dottore - Siamo intesi.
L'Infermiere - Ossequi (Via dal fondo).
Il Dottore - (seccato) E sì, non. c'è che dire, cominciamo male... (Va per entrare a sinistra ma indietreggia e chiama) Assistente!
- (l’Assitente viene da sinistra e la signora lo segue).
L’assistente - Ecco fatto!
La signora - Sono bell'e pronta. Lesto! Dove me la fa?
Il Dottore - Cosa?
La signora - L'iniezione.
Il Dottore - Un cor... (Sia per dire, vibrato: « Un corno! ». Ma raddolcisce subito la voce e cambia la parola) Un corpo... un corpo come il suo, gentile amica, richiede qualche delicato riguardo. Ma non abbia paura, sa? Lei non muore... Oibò! Non muore mai!
La signora - Dunque, fuori il siero!
L’assistente - Costituzione sana, stato generale dell'organismo ottimo, la signora mi sembra adatta all'operazione.
La signora - (stendendo il braccio) Ha inteso? Qui, sul braccio, avanti!
Il Dottore - Neanche per idea!
La signora - Si rifiuta?
Il Dottore - (dolcissimo) No! Dicevo che un atto operatorio, sia pure semplicissimo, se viene eseguito in fretta, non riesce neanche per idea.
La signora - E allora?
Il Dottore - Mia buona, mia soave amica, lei dev'essere così paziente da aspettare che le sue membra riposino un poco. Lì dentro c'è un divano. Ci si stenda sopra. Caschi in sonnolenza... Io la sveglierò al momento opportuno.
La signora - E va bene. Però ce ne vuole della pazienza, ve'!
L’assistente - Se il dottore le dice così, è bene che lei obbedisca.
La signora - Si capisce, to'! Sono una donna ragionevole, io. Obbedisco al medico. Poi, quando sarò diventata eterna, me ne riderò di tutti i medici della terra. E di tutti gli infermieri! Non li posso soffrire. Me ne andrò... Oh, se loro sapessero dove me ne voglio andare. Pelerà mene vado sul divano... Ciao! (Esce).
Il Dottore - Assistente, in nome del Cielo, bisogna tenerla d'occhio!
L’assistente - Tenerla d'occhio? E perché?
Il Dottore - (è andato in fondo; ha aperto l'uscio) Avanti uno!
La cameriera - (introduce Uno zio e Un nipote) Ecco i primi.
Lo zio - (sessantenne, acciaccato, sordo, parla gridando) Buongiorno, dottore, sono venuto per l'innesto.
Il Dottore - Ho detto avanti uno, non già due.
La cameriera - Dice che non possono staccarsi (Via dal fondo).
Il Dottore - Non saranno mica i fratelli siamesi!
Lo Zìo - Buongiorno, dottore, sono venuto per l'innesto.
Il Nipote - (un giovanottone nervoso e accigliato) ; Questo è mio zio, io sono suo nipote.
Il Dottore - E va bene, si accomodino.
Lo Zio - Buongiorno, dottore, io sono venuto...
Il Dottore - (gridando) ...per l'innesto, ho sentito!
Lo Zio - (al nipote, abbassando un po' la voce) Sono duri d'orecchio, questi signori?
Il Nipote - (gli grida) Siedi, zio!
L’assistente - Io vado a preparare di là. (Via da destra).
Lo Zio - (all'assistente) Ehi, ehi, dottore, dove va? Io sono venuto...
Il Nipote - Non è lui, zio, è quest'altro; siedi!
Lo Zio - Quest'altro? (Al dottore) Io sono venuto...
Il Dottore - (mettendolo a sedere con energia) Segga!
Lo Zio - (sempre gridando) Lei mi giura che non si muore più?
Il Dottore - (a voce alta) Occorre anzitutto una visita preliminare...
Lo Zio - La visita militare... a me? Ma lei crede ch'io abbia vent'anni?
Il Dottore - Cento ne ha!
Il Nipote - Taci, zio!
Lo Zio - Io non capisco niente, ma fa lo stesso. Col malanno che ho addosso, mi hanno dato sì e no un'altra dozzina di mesi da vivere. Se lei invece mi dà tutti i secoli futuri, s'immagina che naso farà il mio medico? Rideremo per un paio di secoli Ah! Ah! Ah!
Il Dottore - (al nipote) Spieghi lei a suo zio che col mio siero si rimane semprevivi, è vero, ma gli acciacchi restano.
Il Nipote - E ogni uomo diventa sempiterno, come l'ebreo errante?
Il Dottore - Già, ma senza bisogno di essere ebreo ne di errare...
Lo Zio - Cosa dice?
Il Dottore - (forte) Senza errare!
Lo Zio - Errare humanunì est!
Il Dottore - Ma qui non erriamo! Esamineremo prima l'organismo...
Lo Zio - Voglio godermi altri quaranta o cinquantamila anni di vita. Perché io sono vedovo e l'anima di mia moglie m'aspetta all'altro mondo. Sono contento di non andarci. Chissà che furie, quando non mi vedrà arrivare. Dirà che rientro tardi perfino a casa del diavolo. Ci divertiremo.
Il Nipote - (al dottore sottovoce e concitato) Signore, se lei si permette di far vivere mio zio un sol giorno in più di quell'anno che gli resta, si consideri defunto!
Il Dottore - (stupefatto) Come?
Il Nipote - Ho parlato chiaro! Lo zio è multimilionario ed è spacciato, deve sotterrarsi, perché io non ho un soldo e aspetto da vent'anni la sua eredità. Appena muore lui, vivo io. E lei vuol distruggere vent'anni di speranza inoculando un po' di quel suo sugo infernale? Faccia pure, ma io poi le inoculo tre palle nello stomaco!
Il Dottore - (allibito) Lei scherza? Io sono di stomaco debole...
L’assistente - (viene da destra portando una bacinella, dell'ovatta, eccetera) Ho portato l'occorrente.
Il Nipote - (piano al dottore, mostrandogli una rivoltella) Anch'io ho portato l'occorrente.
Lo Zio - Nipote mio, hai convinto il dottore a farmi l'iniezione?
Il Nipote - (forte) Sì, zio, certamente... (Coi gesti ripete al dottore la minaccia di tre palle nello stomaco).
L’assistente - (al dottore) Debbo visitare il soggetto?
Il dottore - (sfuriando) Macchè soggetto. Macchè visita. Non ho già dichiarato che oggi non mi sento bene? Che non posso? Chi insomma...
L’assistente - (premuroso) Cos'ha, dottore?
Il Dottore - Ho … ho tre palle nello stomaco…
L’assistente - Tre palle?
Il Dottore - Come se le avessi ingoiate. Di piombo... Mi pesano qui...
Il Nipote - (tossisce forte) Vuole che aspettiamo un poco, signor dottore?
Il Dottore - Sì, sì, passino in quel salottino, prego... E aspettino… aspettino qualche volta,
l’assistente - Li chiamerò io… vengano signori.
Il Nipote - (forte) Andiamo zio andiamo a fare i preparativi per te...
Lo Zio - Io m'accontento anche di tremila anni...
Il Nipote - Sì, li avrai... Andiamo.
Lo Zio - (gongolando) Come si arrabbierà l'anima di tua zia!... (Vanno via da destra).
Il dottore - (all'assistente) Li metta di là li lasci infracidire... Spieghi che il vecchio rimbambito e perciò non c'è niente da fare..! Uffa! Che mattinata perduta!
L’assistente - Sta a vedere che per far carni pare gli altri, finiamo col crepar noi due! (Via da destra).
La signora - (appena il dottore è rimasto solo si sporge dalla porta a sinistra) E' il momento mio?
Il Dottore - Non ancora, aspetti, prego dorma! Le casca o non le casca questa sonno lenza su la zucca?
La signora - Va bene, va bene, non s'inquieti, che le fa male alla salute!
Il Dottore - (diventando subito gentile) Ma no, cara... le faccio dare una pozione calmante, vuole?
La signora - Calmante? A me? Non sono mica sovreccitata, io. La prenda lei, la pozione, poverino, che ne ha bisogno... Io sono calmissima. Guardi... Eh? (A passo lento, va via dm sinistra).
Il Dottore - E già! per essere una che noni ragiona, mi pare che ragioni bene. (Apre l'uscio in fondo) Avanti ancora!
- (La cameriera fa entrare Un marito, Una moglie, Una suocera).
La cameriera - Tocca a lor signori!
I tre - Buongiorno, professore!
II Dottore - A tre alla volta?
La cameriera - S'infilano!
Il Dottore - E tu che ci stai a fare? Se viene uno squadrone di cavalleria, tu lo lasci infilare qui dentro?
La cameriera - Che posso farci, io? C'è una massa di gente che non vuol morire più!
Il Marito - Gli è, professore, che siamo tutt'una famiglia: mia moglie, mia suocera...
Il Dottore - E non hanno portato anche i figli, il cane, il gatto?
La suocera - Non s'inquieti, professore, noi non possiamo staccarci. Ci avrà sentiti nominare qualche volta, mia figlia., mio genero e io, siamo conosciutissimi per come ci vogliamo bene...
Il Marito - Tenerissimamente...
La Moglie - Noi siamo il modello delle famiglie d'oro, che vanno d'amore e d'accordo, e vogliamo eternizzarci perché il nostro esempio possa continuare nei secoli...
Il Dottore - Volete l'innesto tutt'e tre?
Il Marito - Sì, neppure la morte dovrà separarci!
La Suocera - Altrimenti mi sacrifico io... Innesti loro due.
La Moglie - Oh no, voi due, piuttosto.
Il Marito - Voi due, donne mie, voi due sole! Che importa se io finisco?
La Suocera - Non potremmo vivere senza di te!
La Moglie - Né io senza voi due.
Il Dottore - E' commovente! E poi gli scapoli impenitenti negano le gioie della famiglia!
Il Marito - Noi formiamo la famiglia d'oro.
Il Dottore - Be', vediamo un poco che cosa si può fare.
La Moglie - Ce n'è a sufficienza di Eternòl, professore? Ho sentito dire che basta per due sole persone, un uomo e una donna.
Il Dottore - Lei non se ne preoccupi.
Il Marito - Il professore può anche allungare il suo siero come si fa col brodo: si apre il rubinetto e giù...
Il Dottore - Prima di tutto debbo rivolgere alcune domande un po' scabrose alle signore. (Al marito) Lei vuol avere la cortesia di passare di là?
Il Marito - Volentieri ma... ma è che tra noi non abbiamo segreti.
Il Dottore - Un sol momento, prego.
La Suocera - Vai, tesorino, non senti che | si tratta di scabrosità? Rispetta il mio pudore.
Il Marito - Sì, mammuccettina.
La Moglie - Io ti riferirò tutto, amor mio!
Il Marito - Vi accontento, care. Professore, gliele raccomando... (Manda due baci con le dita alle donne) Permesso! (Esce da destra).
Il Dottore - Cominciamo da lei, signora. Desidero una piccola informazione...
La Suocera - Io invece gliene dò una grande, grandissima, ma l'affido al suo segreto professionale!
Il Dottore - Dica pure!
La suocera - Ha visto mio genero?
Il dottore - Il tesorino? Non sarà mica pazzo anche lui?
La suocera - No, è soltanto l’ultimo farabutto della terra.
Il dottore - (stupefatto) Cosa?
La moglie - Evvia mamma! È tutto il contrario.
Il dottore - Meno male!
La moglie - Non è l'ultimo, è il primo.
Il dottore - Il primo... che?
La moglie - Farabutto, ipocrita, canaglia...
La suocera - E mascalzone!
Il dottore - Ma, signore mie, ma non vi adorate fra voi?
La Moglie - Non potendo sbranarci... fingiamo di adorarci.
Il Dottore - E allora... il modello delle famiglie d'oro?
La Suocera - Siamo io e mia figlia. Lei eternizzerà noi due soltanto.
La Moglie - Abbiamo una buona volta anche noi il diritto di vivere, togliendoci dattorno quel manigoldo appiccicaticcio!
Il Dottore - Sicché a lui non debbo far l'operazione?
La Moglie - Se ne guardi bene dal toccarlo.
La suocera - Trovi una scusa e lo lasci com'è, lo lasci schiattare in corpo, come lui fa schiattare di bile noialtre!
La Moglie - Compirà una vera opera di carità!
La Suocera - Dunque, eccoci a sua disposizione.
Il Dottore - Eh no... cioè sì... sì, capisco... ossia non capisco... però... ecco, sarà meglio aspettare un poco... Non posso far loro un esame clinico mentre si trovano così... in orgasmo... Favoriscano nel salottino, lì, insieme al... tesorino... E al momento opportuno, verrò a chiamarlo io stesso.
La Moglie - Sta bene, professore, ma mi raccomando: io e la mamma solamente!
La Suocera - E... segreto professionale, ve'!
Il Dottore - Macché professionale! E’ una brutta professione quella di dover ricevere certi segreti! (La suocera va via da destra).
La Moglie - (s'è avviata, ma giunta presso la porta, torna indietro e parla piano) Psst! Professore... (Fa segno di tacere) La scongiuro, lasci com'è anche mia madre... Sono io sola che non ne posso più, che ho bisogno di aria, di vita, di libertà! E non l'avrò che quando io sarò perpetuata e quei due saranno scomparsi, perché mi guastano tutta l'esistenza. Ah, finalmente vivere in eterno, vivere sola, sì, ma sempre in buona compagnia!
Il Dottore - E' un bei programma!
li Marito - (viene da destra) Amor mio, la mammuccettina t'aspetta.
La Moglie - Sì, tesorino, spiegavo al professore che non potrò mai stare al inondo un'ora senza di te. Vado... (Fa una carezza al marito ed esce da destra).
Il Dottore - (strabiliato, fra se) Non ci sono che le donne a poter fingere così!
Il Marito - Professore, mi assicura lei che la sua invenzione risponde allo scopo?
Il Dottore - Non c'è il minimo dubbio!
Il Marito - E non accetterebbe lei una somma cospicua, molto cospicua, per fare l'operazioncella solamente alle signore di mia famiglia?
Il Dottore - Lei lo desidera? E sia! Versi la somma cospicua in beneficenza ed io farò alle due signore un'iniezione...
Il Marito - ... di stricnina!
Il Dottore - Cosa?
Il Marito - O di sublimato, se è meglio, di acido solforico, come riesce più comodo...
Il Dottore - Più comodo per me o per lei?
Il Marito - Mi lasci finire: se lei fa una iniezione di veleno a quelle due iene vestite da donna, mandandole al Creatore prima di sera, io le tappezzerò la casa di biglietti da mille!
Il Dottore - Lei evidentemente vuol canzonarmi:
Il Marito - In tutta la mia vita, non ho mai parlato tanto sul serio. Quella mogliettina è una pestifera pìttima, e quella suoceruccia è il più petulante castigo di Dio che esista!
Il Dottore - Ma è incredibile!
Il Marito - Credibilissimo, glielo giuro io. E guai a lei, professore, se sciupa il suo siero per quelle due vipere. Lo applichi solamente a me!
Il Dottore - Caro signore, le faccio notare che io .non posso subire imposizioni...
Il Marito - Preghiera, professore, umilissima preghiera! Io rimpinzo lei di denaro, rimpinza me di Eternò! e quelle due streghe veleno.
Il Dottore - Vada, signore, vada...
Il Marito - Non rifiuti così, su due piedi! Ci pensi... Farà un favore anche a loro. Sono due vanitose, vogliono andare sempre in alti in alto... Mandiamole in cielo addirittura! Mia moglie mi rimprovera che le avevo promesso il paradiso e non gliel'ho dato... Diamoglielo!! A lei non costa niente. Un piccolo sbaglio: stricnina alle donne, siero a me... Ci pensi... aspetto di là... La riverisco! (Via da destra).
Il Dottore - E ho detto che le donne fingi no ? Ma gli uomini fanno peggio! E la mia tesi comincia a girare come una trottola! (Un gran fragore di cocci, a sinistra) Che diavolo c'è, ora? Cameriera! Assistente! C'è il finimondo in casal
L’assistente - (accorre da destra) Sono qui... Ma dev'essere la signora di lì dentro (Va alla porta di sinistra) Ecco, è lei che fracassa tutto.
Il Dottore - Telefoni al manicomio che mandino venti camicie di forza!
L’assistente - Ne basterebbe una. (Sempre guardando nella camera a sinistra) Ora ha aperto l'uscio di cucina... C'è andata.
Il Dottore - In cucina? Addio pranzo!
- (Altri rumori, strepiti, vocìi, in fondo la cameriera viene allarmata).
La cameriera - Signor dottore, la gente strepita. Ce n'è ammucchiata in anticamera, per le scale, nel portone...
Assistente - (canzonandola) Scommetti che non viene nessuno, ora?
La cameriera - E' il mondo sottosopra!
Il Dottore - Vada lei, assistente, cominci col ricevere qualcuno, facendo la prima selezione. Non si debbono operare che individui previsti dei requisiti fisici indicati da me.
L’assistente - Naturalmente!
Il Dottore - Corra e riceva nel gabinetto il fondo, dall'altra parte.
L’assistente - Verrò a riferirle dopo il primo gruppo. Permesso. (Via dal fondo).
Il Dottore - (alla cameriera) Tu vai in cucina...
La cameriera - Subito. (S'avvia).
Il Dottore - Ci troverai la pazza.
La cameriera - (indietreggia spaventata) I debbo andarci io?
Il Dottore - Che male c'è?
La Cameriera - E’ un'ossessionata.
Il Dottore - Sì, ma... ma senza alcuna ossessione...
La cameriera - Come no?
Il Dottore - Basta trattarla con dolcezza. E' buona, tranquilla... Sta rompendo tutto di là, dunque...
La cameriera - Debbo trattenerla?
Il Dottore - No, lasciale fare quel che vuole, purché caschi presto in sonnolenza. Allora vieni a dirmelo.
La cameriera - (rassegnata ma tremante) E va bene!... Ma... la gente che c'è di fuori?
Il Dottore - Stia fuori. Aspetterà. Ci penso io.
La cameriera - (s'avvia, ma si ferma su la porta) Non è tanto pericolosa, vero?
Il Dottore - La gente?
La cameriera - La pazza.
Il Dottore - E' piena di buon senso. Tutt'al più ti ammazzerà. Vai.
La cameriera - Vergine del cocomero, aiutami tu! (Esce facendosi il segno della Croce),
Il Dottore - E ora bisogna sbrigarsi, perdinci! (Con gesto risoluto) Sbrigarsi con energia e rapidità! (Va in fondo, apre l'uscio) Avanti chi c'è!
- (Entra La segretaria, tipo maschio, tono deciso).
La Segretaria - Il dottore?
Il Dottore - (secco) Sono io! Si spogli!
La Segretaria - Non occorre, io...
Il dottore - (imperioso) Si spogli, dico! Non faccio più domande, esamino senz'altro il soggetto e mi rendo conto da me. Giù il vestito!
La Segretaria - Mi permetto di farle osservare...
Il Dottore - Osservo da me, ripeto! Non ammetto repliche! Si spogli o vada via!
La Segretaria - Oh, insomma, si può sapere quali sono le sue intenzioni a mio riguardo?
Il Dottore - Si può sapere, invece, se lei è venuta per farmi perdere tempo oppure no? Chi è lei?
La Segretaria - La levatrice!
Il Dottore - (sorpreso) lo non ho mai mandato a chiamare la levatrice!
La Segretaria - Eppure lei ha bisogno di me.
Il Dottore - Ma non mi sgravo mica, io.
La Segretaria - E chi lo sa? Con gli specifici che va inventando lei...
Il Dottore - Signora, venga al fatto!
La Segretaria - Io sono anche la segretaria del Gioia.
Il Dottore - Gioia? E chi è?
La Segretaria - Gruppo Levatrici, Ostetrici, Infermieri, Affini.
Il Dottore - E non è venuta da me per l'Eternòl?
La Segretaria - Me n'infischio dell'Eternòl!
Il Dottore - Ah, non le serve l'opera mia?
La Segretaria - Me n'infischio anche dell'opera sua!
Il Dottore - Oè, signora segretaria!
La Segretaria - Nonché levatrice. Ma parlerò prima come segretaria. In questa qualità sono incaricata di dirle che, col suo tentativo di abolire la morte, lei danneggia tutte le classi sanitarie; lei è espulso dall'Ordine dei Medici e Farmacisti; il Corpo dei Beccamorti, Pompe Funebri e Affini chiede il suo cadavere; gl'Impiegati e Addetti d'ospedali e cliniche lo hanno denunziato come uomo pericoloso, e infine marmisti e scultori funerari hanno giurato di farle...
Il Dottore - La pelle?
La Segretaria - No, il monumento...
Il Dottore - (rassicurato e con una punta di vanità) Aaah!
La Segretaria - ... funebre!
Il Dottore - (con tono diverso, seccato) Grazie, ma non ci tengo!
La Segretaria - E allora lei deve smettere immediatamente le pratiche illecite del suo ritrovato.
Il Dottore - E' una minaccia?
La Segretaria - Un preavviso.
Dottore - Io direi un ricatto!
La Segretaria - Esagerato! Tra la gente per bene non si dice ricatto. Si dice: avvertimento prudenziale.
Il Dottore - Allora ascoltatemi, segretaria...
La Segretaria - Nonché levatrice...
Il Dottore - Non m'importa la levatrice in questo momento!
La Segretaria - Sta bene, aspetterò un altro momento.
Il Dottore - Vi prego di osservare il mio volto!
La Segretaria - (lo fissa) Non mi pare quello di un Adone.
Il Dottore - No, ma io sorrido, col sorriso della serenità.
La Segretaria - La serenità è degli incoscienti.
Il Dottore - Degli uomini superiori, signora!
Di« |
Cl |
La Segretaria - Degl'illusi!
Il Dottore - Avevo previsto anche questo, il dileggio dei danneggiati. Tutto ho previsto, io. Ma non torno indietro! Io ho raggiunto la più alta meta di tutti i tempi, ho sconvolto la più ineluttabile legge di natura, e tutti voi che pascete la vostra vita su la morte degli altri, ora vedrete la vita degli altri sorgere dalla vostra morte!
La Segretaria - Bum!
Il Dottore - Uscite!
La Segretaria - Mi mette alla porta?
Il Dottore - No!
La Segretaria - (rassicurata) Ah...
Il Dottore - Vi mando via dalla finestra.
La Segretaria - A me?
Il Dottore - Voi con tutto il Gioia!
La Segretaria - Allora è guerra dichiarata?
Il Dottore - A oltranza.
La Segretaria - E sia! Ma vi avverto benignamente che le più implacabili saremo noi levatrici, perché sopprimendo il morire, lei sopprime anche il nascere.
Il Dottore - E' il mio scopo finale: non più salme e non più feti.
La Segretaria - Ma, sciagurato, lei non pensa che noi viviamo di feti?
Il Dottore - Io seleziono le razze fino a quando non ne rimarrà che una sola, perfetta e perenne!
La Segretaria - Senta, se lei è cattolico, si ordini l'olio Santo, si prenda le misure per la cassa e crepi! Addio!
Il Dottore - Va' all'inferno!
La Segretaria - (s'avvia, poi si ferma, viene avanti con tutt'altro viso e con tono supplichevole) Senta, dottore... la farebbe anche a me?
Il Dottore - Cosa?
La Segretaria - Un'iniezione, di siero...
Il Dottore - (irritato) Via, perdinci!
La Segretaria - (furiosa) Vado! Ma lei avrà bisogno della levatrice! Addio! (Esce dal fondo, con alterigia).
Il Dottore - (prendendosi il capo tra le mani) La testa... la testa... (Compaiono da destra, la moglie e il nipote, da sinistra la signora, dal fondo i due giovani sposi, tutti impazienti).
Tutti - Dottore! Professore!
Il Dottore - Eccomi! Un momento di rifiato!
La Moglie - Non lo consumi tutto il siero, si ricordi.
Il Nipote - (o lei, galante) Caso mai, le offro la mia parte.
La Moglie - (gli sorride) Com'è gentile!
I Giovani Sposi - Noi aspettiamo da un'ora!
La signora - Non si potrebbe intanto mangiare qualcosa? Ho un certo languorino...
II Dottore - Prego, ancora due minuti...
La signora - Se lei ci fa morire nell'attesa, è inutile farci l'iniezione per non morire!
Tutti - E' vero! Uffa! (Tutti via).
Il Dottore - (rimasto solo, casca a sedere) Com'è difficile fare il bene, a questo mondo!
L’assistente - (trafelato, sudato, viene dal fondo) Corpo di Giuda, che fatica! E' come; se tutti i dèmoni si fossero scatenati! Uomini,) donne...
Il Dottore - Ne ha visitati?
L’assistente - Un mucchio, in pochi mimiti. Ne ho ricevuti d'ogni genere; ho ricevuto perfino dei pugni. C'è un industriale che fisicamente mi pare idoneo, ma un suo concorrente mi ha dichiarato che se eterizziamo quell'altro, lui ci scortica vivi.
Il Dottore - Vivi? Non dev'essere molto piacevole.
L’assistente - Una diva di non so che cosa, mi ha avvisato che se, dopo di lei, diamo l'Eternol a un'altra diva...
Il Dottore - Ci scortica anche lei?
L’Assistente - No, questa ci spara.
Il Dottore - Be', è già un progresso.
L’assistente - Due coniugi erano venuti coi rispettivi amici
Il Dottore - Siero per tutt’è quattro?
L'Assistente - No, perché l’amica del marito vieta l’innesto alla moglie e l’amico della moglie….
Il Dottore - - …lo vieta al marito!
L'Assistente - C’è di più! La moglie ci propone d’inoculare al marito i bacilli del colera…
Il Dottore - E il marito?
L’Assistente - Ci minaccia di bombe a mano, qui dentro.
Il Dottore - Sono tutti molto gentili.
L’assistente - Dottore, la situazione va diventando difficile: dietro ogni persona che viene per non morire, ne arriva un'altra che c'impone di non toccarla!
Il Dottore - Perché chi muore fa comodo a chi vive, e qualcuno non vive finché un altro non muore.
L’assistente - E' sempre la stessa legge dunque? Mora tua, vita mea!
Il Dottore - Caro giovinotto, io avevo previsto tutto, ma non il profondo egoismo del genere umano, l'amor fraterno che c'è nel prossimo nostro!
L’assistente - Come c'era tra Caino e Abele. (Dopo una lieve pausa) Dottore!
Il Dottore - Dica.
L’assistente - Se non innestassimo l'Eternòl a nessuno?
Il Dottore - Impossibile! Oggi voglio operare su almeno due soggetti, un maschio e una femmina.
L’assistente - A qualunque costo?
Il Dottore - Sì, e lei non vada più via, resti qui e m'aiuti.
- (Dal fondo viene avanti L'Eccellenza).
L'Eccellenza - (cinquantenne, signorile nel gesto e nel portamento, piccola barba brizzolata, personaggio serio, misurato) E' permesso, dunque?
Il Dottore - Avanti, ma chiuda l'uscio!
L’assistente - Vostra Eccellenza qui?
Il Dottore - (guardandolo adesso) Quale onore! Un accademico!
L’Assistente - Un genio della meccanica moderna!
L'Eccellenza - Uno studioso soltanto...
Il Dottore - Che li a fatto delle invenzioni mondiali!
L'Eccellenza - La vera invenzione fantastica dottore, è la sua. Lei si è assunta un'immensa missione: rendere eterni i meritevoli.
Il Dottore - Tutti i viventi.
L'Eccellenza - No! Lasci perdere la zavorra. Gli uomini che debbono rimanere sono quelli necessari allo sviluppo del mondo.
Il Dottore - Io, infatti, faccio una cèrnita...
L'Eccellenza - So che lei sceglie i più robusti .
Il Dottore - Perché si prestano meglio...
L'Eccellenza - Ecco l'errore! Lei deve scegliere i talenti, i geni, e renderli imperituri! Di quelli ha bisogno l'umanità!
Il Dottore - Ma anche dei riproduttori.
L'Eccellenza - Non serviranno più. Quindi la generazione destinata a essere semprevi-va, si forma sotto la sua responsabilità.
L'Assistenti; - Corpo d'un cane, è vero!
Il Dottore - - Zitto!
L'Eccellenza - Noi accademici, un consesso detto degl'Immortali, mortali veramente?
L’assistente - No!
Il Dottore - Ssst!
L'Eccellenza - Lei deve renderci tali. Perché soltanto i cervelli superiori spingeranno i popoli sempre più in alto, nell'avvenire.
Il Dottore - Io mi sono già messo a disposizione del genio umano, eccellenza.
L'Eccellenza - E allora eccomi a lei. Io ho cominciato a costruire l'apparecchio che utilizza l'energia infinita delle onde marine.
L’assistente - Sangue di...
Il Dottore - Zitto!
L'Eccellenza - Riuscirò con quell'energia a disciplinare la forza del sole.
Il Dottore - E che succederà?
L'Eccellenza - Che noi un giorno distribuiremo la luce e il calore solare dove e. quando vorremo.
L’Assistente - In casa?
L'Eccellenza - E fuori!
Il Dottore - D'inverno?
L’Assistente - Di notte?
L'Eccellenza - Sempre!
L’Assistente - Anche al Polo?
L'Eccellenza - Dovunque!
L'Assistente - Capperi!
Il Dottore - (per imporgli silenzio, con autorità) Oh!
L’assistente - Dicevo... tra quanto tempo?
L'Eccellenza - Perché l'apparecchio sia completo, mi occorre un centinaio d'anni di studi e di lavori. Tra un secolo io potrò dare alla Terra un benessere incalcolabile.
Il Dottore - Perciò è necessario che lei non muoia?
L'Eccellenza - Almeno per cento anni
L'Assistente - Mille anni in buona salute,eccellenza!
Il Dottore - No, lei deve vivere in perpetuo!
L'Eccellenza - Troppa grazia, la perpetuità!
Il Dottore - Lei è il soggetto che mi ci voleva per primo. Sì, eccellenza, ho l'orgoglio di lei, l'umanità mi deve dire che immortalando essere riconoscente.
L’assistente - Vostra eccellenza un'ottima costituzione fisica.
L'Eccellenza - Sono sanissimo, infatti.
Il Dottore - Permetta una breve auscultazione del cuore. Si accomodi qui.
Eccellenza - Grazie. (Siede semisdraiato su di una poltrona, si lascia osservare).
Il Dottore - (all'Assistente, e facendo la regolare visita medica all’eccellenza) Lei, intanto, mi prepari l'ago e la disinfezione.
L’assistente - In un attimo! (Va al tavolinetto in fondo ed esegue l'ordine) La boccetta?
Il Dottore - Sul tavolo.
L'Eccellenza - (osservando la boccetta che l'assistente prende in mano) Il siero del miracolo è tutto lì?
L’assistente - Ce n'è per venti esseri umani, tanto per cominciare.
Il Dottore - Cuore sanissimo. Lei è di buona tempra, eccellenza. Sentiamo i polmoni. (Gli poggia la testa su la spalla).
L'Eccellenza - Sa quanti anni ho?
Il Dottore - Trentatrè.
L'Eccellenza - Magari!
Il Dottore - No, dica trentatrè.
L'Eccellenza - Ah sì... trentatrè... trentatré... Ma li ho compiuti da un pezzo i trentatrè... trentatrè...
Il Dottore - Tutto sano, a posto! Non mi occorre altro.
L’assistente - (viene avanti) Ecco l'ago.
Il Dottore - Bene! Un po' d'ovatta. L'iniezione si fa qui, eccellenza, in un punto sensibile dietro l'orecchio, con azione diretta e immediata al cervelletto e alle meningi. (Fa la puntura).
L'Eccellenza - Ahi!
Il Dottore - Le ho fatto male?
L'Eccellenza - Una lieve puntura.
Il Dottore - Non sentirà altra sofferenza.
L’assistente - (riprendendo l'ago e rimettendolo a posto) Uno è fatto!
Il Dottore - Forse avrà un po' di febbre, verso sera, e un certo stordimento, ma non se ne preoccupi. (In tono solenne) Ella, eccellenza, ormai non muore più!
L’assistente - (con uguale solennità) Finalmente il primo uomo perpetuo c'è.
L'Eccellenza - (s'alza, vacilla, s'appoggia alla poltrona) Non muoio più davvero?
Il Dottore - No, eccellenza. Lei ha dato l'addio definitivo alla morte, e se crede, può anche andare.
L'Eccellenza - Vado... Ma potrò andare... andare sempre?
L’assistente - Dovunque, tranne all'altro mondo.
Il Dottore - Rimane fisso qui, in pianta stabile nel nostro mondo. Può completare i suoi benèfici apparecchi. Lei è eterno, vedrà morire gli altri e rimarrà sempre vivo, senza paura di tomba, di riposo in pace...
L'Eccellenza - (è come sperduto, disorientato, ha cambiato faccia, barcolla) Senza riposo... mai?
L’assistente - Eh, mai più!
L'Eccellenza - Mio Dio!
Il Dottore - Non è contento?
L'Eccellenza - E' una grande tristezza!»
Il Dottore - Finita un'invenzione ne fai un'altra...
L'Eccellenza - (sbarrando gli occhi come per terrore) Sì... ma senza mai più riposa» Dovrò vivere sempre? Vivere senza sperare che un giorno i miei occhi si chiudano, finalmente, stanchi e tranquilli? Vivere... Vivere come per una condanna inesorabile! Restare qui subire lo svolgersi uguale dei giorni e delle notti, all'infinito... Ma è spaventoso... è orrendo...
Il Dottore - Eccellenza, è l'eternità.
L'Eccellenza - Ma non avrò più la prospettiva della fine, la tetra minaccia del mori re, che rende più bello il vivere... Mio Dio dottore, che cosà mi ha fatto, lei?
Il Dottore - Quel che lei mi ha chiesto!
L'Eccellenza - Io l'ho chiesto, è vero! Ma soltanto adesso sento l'enormità mostruosa della sua invenzione... Sento su le mie spali il peso di tutto il tempo che verrà... E' raccapricciante!
L’assistente - To', ma non lo sapeva?
L'Eccellenza - Ci rifletto ora. Dover vivere in eterno la stessa vita, soffrire la stessa vita... Ma è peggio dell'inferno, è il suicidio capovolto!
Il Dottore - Gliel'ho detto che avrebbe sentito un po' di stordimento, eccellenza. Forse gli farà bene una boccata d'aria. Vada...
L'Eccellenza - (rivoltandosi ostile) Ma non si accorge d'essere un buffone?
Il Dottore - Cosa?
L'Eccellenza - Non s'accorge che il pensiero è uno scherno feroce? E' una tragica beffa! Abolendo la morte, lei m'ha tolto il piacere di vivere! Non sento più adesso il gusto di stare al mondo, d'essere malato, d'avere l’acido urico...
Il Dottore - Evvia.
L'Eccellenza - Lei è un assassino! Lei uccide la vita nel momento stesso in cui la rende eterna!
Il Dottore - E' un paradosso!
L'Eccellenza - No, è un delitto! E non lo mandano in galera, lei? Lei ci guarisce pei sempre... Ci strappa quei nostri malanni ai quali siamo affezionati... La gotta, il diabete, ilcardiopalmo... Io soffrivo d'arteriosclerosi, ed ero così bene occupato a curarmela, a vincerla... Il piacere della vita è quello di lottare contro la morte ogni giorno... Se lei ci priva del nostro male, come facciamo a godere più il nostro bene?
L’assistente - Delira?
L'Eccellenza - Lei ci ammazza al contrario, ci finisce in senso opposto...
Il Dottore - Vada, vada...
L'Eccellenza - E lei si crede un benefattore? E' un malfattore, un nemico dell'umanità... Ci sopprime la dolcezza di compatirci scambievolmente per le infermità che abbiamo, il gusto d'essere un po' coccolati e malati, la bella paura dell'ai di là. Ecco, io non ce l'ho più; io sono eterno, ho tutti i secoli per me... E quindi non ho più niente! Sono povero adesso, un miserabile, un oggetto eternamente stupido! Ma lei lo sa che mi ha tradito, che mi ha truffato?...
Il Dottore - (offeso) Oh, insomma, eccellenza, misuri le parole!
L'Eccellenza - E non avendo più la preoccupazione d'ammalarci, di morire, vorremo tutti godere.., godere fino all'abbrutimento, alla barbarie...
Il Dottore - (all'assistente) Portatelo via!
L'Eccellenza - (con immediato mutamento) No, no, dottore, per carità, non mi scacci, non si offenda... Eccomi a lei... Mi distrugga, la supplico di distruggermi l'innesto maledetto!
Il Dottore - (asciutto) Ormai è impossibile!
L’assistente - E' troppo tardi.
Il Dottore - Prenda un po' d'aria... Vada di qua... Piano! .
L’assistente - E un'altra volta... ci pensi prima!
L'Eccellenza - (spinto verso l'uscio, in fondo, se ne va smarrito) Allora è finita?... Io resto vivo... vivo per sempre... Ma i vivi come me è peggio che se fossero morti... La nostra terra diventa la nostra tomba... Invece d'essere al mondo di là, siamo al mondo di qua, ma siamo morti lo stesso. E' terribile! Io vado, sì, ma vado a denunziarti... Carnefice! Assassino di tutta l'umanità! (Esce come un forsennato, dal fondo).
L’assistente - Pare ubriaco.
Il Dottore - E' la prima reazione del siero. Fra poco sarà felice d'essere un vero immortale, mescolato alla moltitudine dei mortali... Però...
L’assistente - Però?
II Dottore - Vorrei mandar via tutti, ora. Sonò stanco. Continueremo domani.
- (Da sinistra vengono, quasi piombando in scena, la Cameriera e la Signora).
La cameriera - (spaventata) « Dottore, si guardi!
La signora - (è tranquilla ma s'è armata d'un coltellaccio da cucina) Senti, dottore delle mie galoches...
Il Dottore - (piano alla cameriera) Chiama l'infermiere! (Cameriera via dal fondo).
La signora - Io sono stata nella tua cucina...
Il Dottore - Si vede.
La signora - Mi sono rifocillata, perché avevo fame... Ma il pollo era duro... Ora, o tu mi fai quell'innesto del diavolo o io ti faccio la barba.
L'Infermiere - (entra dal fondo) Signora!
La signora - Che fate voi qui? Non vi ho ordinato di aspettarmi in anticamera? (Al dottore) E' il mio chauffeur.
L'Infermiere - Credevo mi avesse chiamato, signora
La signora - Vi chiamerò tra poco. La cosa non è ancora fatta. Il dottore vuol farmela adesso, per forza, dice lui. E non vuol perdere tempo, dice lui... E' vero che non vuol perdere tempo?
Il Dottore - (piano all'assistente) Che si fa?
L’assistente - Non aveva stabilito di compiere due operazioni, stamani?
Il Dottore - Un uomo e una donna.
L’assistente - L'uomo l'ha operato, la donna eccola.
Il Dottore - Una demente?
L’assistente - Che importa? Vuol dire che i primi due eternizzati saranno un genio e una pazza. Tanto meglio per il controllo scambievole, nell'avvenire.
L'Infermiere - Dottore, cosa vuol fare?
La signora - Il suo dovere, dice lui!
Il Dottore - (deciso) Sta bene! (All'assistente) Mi prepari l'ago. Segga, signora.
La signora - Oh, finalmente! (Siede cantando di gioia) Trallalà, là, là!
L’assistente - E' già visitata, è bell'e pronta.
L'Infermiere - Vuol avere la cortesia di depositare quell'arnese, signora?
La signora - Sì, a voi. (Gli dà il coltellaccio che l'infermiere nasconde) Ora sono piena di gioia. Mi era necessaria. La gioia è un grande rimèdio: fa impazzire i savi « rinsavire ipazzi. Se io sono pazza, rinsavisco; se sono savia, impazzisco. Che cosa sono io?
Il Dottore - (facendole l'iniezione) Lei è eterna, da questo momento.
La signora - (accarezzandolo mentre egli si curva su di lei, gli scocca un bacio).
Il Dottore - (rialzandosi) Ecco, signora, l'operazione è fatta!
La signora - In un attimo? Non ho sentito quasi niente.
L’assistente - Non c'è niente da sentire,
La Signora - - E vivrò sempre come sono ora?
Il Dottore - All'infinito.
La signora - (ballando e cantando) All'in- w finito! All'infinito!... Ah, dottore, ora bisogna che lei venga a casa mia: ho due gatti, treni, un pappagallo... Anche le povere bestie hanno il diritto alla vita eterna. E i cavalli, lei mucche, le pecore non sonò forse necessarie all'umanità? E i porci? Pensi ai porci...
Il Dottore - Va bene, ci penseremo...
La signora - Però un fuoco addosso me lo sento... Mi dia un bacio, dottore... (All'assistente) Anche lei...
L'Infermiere - (piano al dottore) Che facciamo ora?
Il Dottore - Conducetela via.
L'Infermiere - Andiamo, signora?
La signora - Andiamo! Voglio baciare tutti E quelli che trovo per la strada!
Il Dottore - Faccia una passeggiata a piedi, all'aria aperta, per la reazione...
La signora - Sì, vado a fare la reazione. Ma pensi anche alle povere bestie, dottore... sono! felice. A rivederci a tutti... Perché io rivedrò!; tutti, verrò ai funerali di tutti, mi divertirò | moltissimo. Qua, mantello, cappello... Addio!! Ma no, che addio? Non esiste più l'andare a Dio, per me, e neanche l'andare al diavolo...Vado, così, semplicemente... industruttibilmente, infinita... Fatemi passare, o mortali, esce l'eternità! (Via dal fondo, gongolando, chiassosa).
L'Infermiere - Ossequi, dottore. (Via, dietro la signora).
Il Dottore - La tenga d'occhio e non la lasci sola.
L’assistente - E due son fatti!
Il Dottore - Ma il mulinello della mia testa gira vorticosamente! Mandi tutti via, per amor del Cielo! E mi aspetti un attimo qui, (Via da sinistra. Da destra vengono lo zio, il nipote, il marito, la moglie, la suocera, spazientiti).
Lo Zio - (urlando) Ma me la fa o non mo la fa?
La Suocera - Non possiamo mica passar la giornata qui dentro!
Il Nipote - Non dia retta, io aspetto volentieri!
La Moglie - (guardandolo teneramente) Anch'io... dopo tutto.,.
Il Marito - Dov'è questo dottore, che gliene dico quattro? Oh, con me si fila!
La Moglie - (fissa il nipote) Anche con me.
L’assistente - Signore e signori, mi dispiace tanto, ma per oggi le operazioni sono finite!
Tutti - Finite?
L’assistente - Assolutamente! Se ne hanno voglia, tornino pure domattina e... vedremo!
Il Nipote - Sta bene!
La Suocera - Macché sta bene, è un imbroglio!
Lo Zio - (forte) Cosa ha detto?
Il Marito - Non è questo il modo di comportarsi!
La Moglie - Meglio così, torneremo domani...
- (Nel vocio generale si sente un colpo di rivoltella, degli urli fuori di scena. Un attimo di spavento in tutti, indi il dottore viene da sinistra, la cameriera e altra gente vengono dal fondo).
Tutti - Mio Dio!
Il Dottore - Cos'è successo?
La cameriera - Dottore... Dottore... (Casca a sedere emozionata).
Il Dottore - Parla subito!
L’assistente - Che c'è?
La cameriera - Quel vecchio signore di poco fa, il primo che lei ha operato...
L’assistente - Sua eccellenza!
Il Dottore - Ebbene?
La cameriera - Di là, per le scale...
L’assistente - Avanti!
La cameriera - S'è tirato mi colpo di rivoltella... (Indica la tempia).
Il Dottore - (sbalordito) Morto?
La cameriera - All'istante!
- (Ma - con altre voci d'orrore - l'infermiere, i due giovani sposi e altre persone vengono ancora dal fondo).
L'Infermiere - (disperato) Ecco, ha visto? E' successo...
Il Dottore - Cosa?
L'Infermiere - Non potevo prevederlo...
L’assistente - Ma che?
L’infermiere - Io non ho nessuna responsabilità,,, Ci sono i testimoni,..
Il Dottore - Di che cosa, in nome di Dio?
L'Infermiere - La signora andava, saltellava, allegra, per la strada,..
L’assistente - E dunque?
L'Infermiere - Un tram...
Tutti - (inorridendo) Eh?
L'Infermiere - C'è andata sotto.
Il Dottore - Morta anche lei?
L'Infermiere - Sul colpo!
Tutti - (con raccapriccio) Oh!
L’assistente - (allibito) Ma... ma allora...
Il Dottore - Ma allora è il colmo!
L’assistente - Due sole persone lei ha rese immortali...
Il Dottore - E sono morte tutt'è due!
Tutti - Alla larga! (Tutti si allontanano un poco).
Il Dottore - (furente) Via tutti! Via coi vostri odi! Da quando vi ho dato la speranza dell'eternità, vi siete ubriacati di basse passioni... No, non potete vivere sempre, siete troppo cattivi! Soltanto la paura della morte può mettervi un poco di bontà nel cuore! Via! (Agita in alto la boccetta dell'Eternò!) S'io vi innestassi questo, voi non vivreste che d'egoismo e di odio... Via tutti! Non voglio più nessuno!
- (/ due sposi si fanno avanti timidamente).
Lei - Ma, dottore, lei aveva promesso a noi due che... per amarci sempre...
Il Dottore - Chi siete voi?
Lei - Due sposi... Vogliamo perpetuarci...
Il Dottore - (vibrando) E fate dei figli, è l'unica perpetuazione concessa da Dio! I figli continuano la vostra vita... Fatene a mucchi, a masse, a bizzeffe, che questa non servirà mai! (Fa per scaraventare in terra la boccetta).
Tutti - (con un urlo) No!
- (Dal fondo viene fuori la segretaria).
La Segretaria - (forte) Ah! Lo avevo detto che avreste avuto bisogno di me!
Il Dottore - La segretaria?
La Segretaria - No, la levatrice!
Il Dottore - Bene! Mettetevi a disposizione di questi signori, che l'Eternòl è finito! (Getta in terra il flaconcino che si frantuma).
Tutti - (sbalorditi) Uh!...
Il Dottore - E adesso potete vivere in pace! Crescete e moltiplicate!
FINE