L’inventore del cavallo

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L’INVENTORE DEL CAVALLO

 


di Achille Campanile

PERSONAGGI

L'Inventore del cavallo

Il Poeta maledetto

Il Presidente

Lo Scienziato

Il Segretario perpetuo

L'Usciere

L'Enciclopedica

Fotografo

Il Clinico

Ministro della P. I.


Accademia di Immortali - Libroni e polvere - In fondo, una finestra. Gli Accademici sono seduti sui loro scrannoni.

All'alzarsi del sipario sono in iscena il Presi­dente, il Clinico, l'Enciclopedica, lo Scienziato e il Poeta.

Entra subito il Segretario perpetuo, sorretto dall'Usciere che porta con fatica il registro dei verbali.

Presidente (scampanella) Segretario perpetuo, date lettura dell'ordine del giorno.

Segretario (prende posto e legge con voce d'oltre tomba) Ordine del giorno della seduta straordi­naria dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti: ricevimento e nomina ad Accademico onorario del professor Bolibine, inventore del cavallo. Presentazione ai membri dell'Accademia e di­scorso illustrativo del professor Bolibine sul­l'invenzione del cavallo.

Presidente (scampanella e s'alza) Illustri colleghi! Tra poco sarà in mezzo a noi l'illustre profes­sor Bolibine, che, con la preziosa invenzione del cavallo, ha dato nuovo lustro a tutto il mondo civile, rendendo un inestimabile servizio alla causa del progresso che noi tutti serviamo.

(approvazioni)

Pensate: aver inventato il cavallo! Un animale così utile e così nobile! Noi non esitiamo a proclamare il Bolibine, un benemerito dell'u­manità.

 

(approvazioni)

A questa seduta ecce­zionale è assicurato l'intervento di S. E. il Mini­stro della pubblica Istruzione, il quale, con la sua presenza, renderà più solenne la tornata. È superfluo che vi esorti...

(resta a bocca aperta e non può continuare. Tutti gli si affollano intorno e gli picchiano le spalle)

Segretario  Che ha? Si sente male?

Enciclopedica  Non ci faccia spaventare, Presi­dente!

(il Presidente indica la bocca)

Usciere    (accorrendo) Non è niente. Gli è ri­masta la dentiera attraverso. (gli accomoda la dentiera con un pugno)

Presidente L'incidente è chiuso. (scampanella) È superfluo, dicevo, che vi esorti ad accogliere coi dovuti onori l'insigne inventore del cavallo. (pausa: prende sul tavolo una lettera) Intanto, comunico all'Assemblea che il nostro illustre collega prof. Boltke, il quale da lungo tempo era ammalato, s'è completamente ristabilito e do­mani tornerà fra noi.

(segni di compiacimento generale)

Scienziato (sordissimo;  ha seguito il discorso con la mano dietro l'orecchio; parla con voce ca­vernosa) Domando la parola!

Presidente  La parola al professor Poziakoff.

(segni d'attenzione)

Scienziato  (s'alza, cava di tasca uno scartafaccio e legge) La dolorosa notizia della morte dell'il­lustre collega professor Boltke (i vicini lo tirano per la giacca, ma lui continua) mi riempie di cordoglio. Scompare con lui una figura...            

Enciclopedica (forte, all'orecchio dello scienziato) Ma non è morto!...                                              

Scienziato Eh?...                                               

Enciclopedica (c. s.) È guarito! Non è morto!        

Scienziato Ah! (tranquillamente intasca lo scarta­faccio e si rimette a sedere).

(Ogni tanto l'Usciere entra e consegna un telegramma o due al Pre­sidente)

Presidente (scampanella) L'incidente è chiuso. Conti­nuano ad arrivare telegrammi inneggianti all'in­ventore del cavallo E poiché manca ancora del tempo al suo arrivo... (guarda l'orologio e s'inter­rompe)

Enciclopedica Che è? Un'altra volta la dentiera at­traverso?

Presidente Disdetta! Il mio orologio è fermo!

(Impressione. Il Presidente scuote l'orologio e lo porta all'orecchio)

Segretario Forse è guasta la spirale. (prende l'orolo­gio e l'esamina)

Enciclopedica (prendendo l'orologio) Io credo che bisogna cambiare il bilanciere.

Poeta        (prende l'orologio) Oppure è necessario riparare la molla.

(l'orologio passa di mano in mano tra i gesti pessimisti)

Usciere    (timidamente) Forse bisogna cari­carlo.

Presidente  Proviamo. (carica l'orologio e lo porta all'orecchio) Cammina!

(sensazione)

Tutti         Oh!

Presidente Regoliamolo. Che ore sono?

Il Poeta   (cava il suo orologio; con voce cupa) Mezzanotte!                                                

Tutti         Eh?!

Il Poeta   (c. s.) Mezzanotte! (mostra l'orologio ai colleghi impressionatissimi)

Presidente E come abbiamo fatto quest'ora?

Enciclopedica Dio, come il tempo vola!

Segretario E l'inventore del cavallo, che doveva ve­nire nel pomeriggio?

Il Poeta   (che era rimasto a fissare l'orologio, si dà un pugno in fronte) Che stupido!

Tutti         (si voltano risentiti) Eh?...

Il Poeta   Ho sbagliato: non è mezzanotte! È mezzogiorno!

Tutti (sollevati) Ah!...

Presidente (suona il campanello) L'incidente è chiuso Facciano silenzio, illustri colleghi. E, giacché è ancora presto, possiamo far tesoro del tempo in attesa che arrivi l'insigne inventore del cavallo. Checco!

Clinico    Dimmi.

Presidente Vogliamo scambiarci qualche pensiero?

Clinico    Volentieri.

Presidente Allora cominciamo subito. Segretario perpetuo, verbalizzate. (pensa: poi) Che preferi­sci, l'estate o l'inverno?

Clinico    (tace, come per raccogliere le idee; poi, con voce lenta) Che vuoi, il freddo è freddo, e il caldo è caldo. Viene Natale, Pasqua, Ferragosto; poi un altro Natale, un'altra Pasqua, un altro Fer­ragosto. Passano i mesi, le stagioni, gli anni; sopraggiunge le vecchiaia. Dopo un secolo ne viene un altro e la storia si rinnova sempre.

Presidente (quasi parlando a se stesso) Com'è vero quello che dici!

Clinico    (alzando improvvisamente il tono, con uno di quegli urli retorici che usano gli oratori) Quanto alla ricchezza, non va considerata un bene sotto tutti i riguardi.

(approvazioni)

Presidente (con lo sguardo fisso nel vuoto) Dici delle grandi verità.

Clinico    Sai chi è felice? (il presidente lo guarda con occhio spento) Chi non ha niente. Si sono visti tanti milionari ridotti al suicidio. Perché?

Presidente Se non lo sai tu, lo domandi a me?

Clinico    Perché pur avendo ricchezze ed agi, non avevano la felicità, col trallerarillallero, col trallerarillallà! (applausi, congratulazioni)   

Voci         Bene!

(il Presidente scampanella)

Clinico    (al Presidente) E tu, che preferisci, L'estate o l'inverno?

Presidente Io non mi lamento del caldo, perché sono un pensatore.                                         

Clinico    Forse i pensatori non soffrono il caldo?

Presidente (seccato) Se avessi la pazienza di la­sciarmi svolgere il mio pensiero, non faresti la figura che fai con questa osservazione! (vive ap­provazioni) E sei pregato di non interrompermi, pezzo di mascalzone!

Clinico    Rettile!

Presidente Vampiro! (tutti sono intimoriti, pausa) Dicevo, dunque, che non mi lamento del caldo perché sono un pensatore. E che cosa ho pen­sato?

Clinico    Vattelappesca!

Presidente (fulmina con un'occhiata il Clinico poi riprende, fissandolo e scandendo le sillabe) E che cosa ho pensato? Ho pensato che d'in­verno si desidera l'estate e d'estate l'inverno.

Clinico    Che scoperta!

Presidente (scatta) Oh, insomma! Vuoi finire di provocarmi ? (dà un gran pugno al clinico)

Clinico    Scherzi di mano, scherzi di villano.

Presidente Non ammetto interruzioni. Ecco. Sei riuscito a irritarmi. Non parlo più.

Clinico    Via, ti prego! (mormorio supplichevole degli altri) Per questa volta facciamo la pace.

Presidente (calmandosi) E sia. Dov'ero rimasto? Adesso debbo ricominciare. (in fretta) Io non mi lamento del caldo, perché sono un pensatore. E che cosa ho pensato? Ho pensato che d'in­verno si desidera l'estate e d'estate l'inverno. (fissa minaccioso il Clinico) Ebbene, io d'inverno faccio conto che sia estate e d'estate mi figuro che sia inverno. Così trovo sempre la mia estate freschissima e il mio inverno niente affatto rigido. E nel mio inverno non desidero l'estate né desidero l'inverno nella mia estate!

(applausi fragorosi)

Voci         Affissione! Affissione!

Presidente (scampanella e s'asciuga il sudore, poi fa cenno di voler parlare) Dimenticavo di dire che le mezze stagioni non le ho spostate. (Chiude gli occhi e s'abbandona nel seggiolone come se dor­misse).

(Gli Accademici si tirano delle pallottoline di carta)

Enciclopedica (tira per la manica il Presidente) Pre­sidente, che fa di bello? Dorme?

Presidente (apre gli occhi) Al solito, penso.

Enciclopedica A che pensa in questo momento, se non sono indiscreta?

Presidente Adesso ho pensato che molto spesso l'avidità si associa all'opulenza e i più avidi non sono sempre i più poveri.

Enciclopedica (prendendo appunti) E' vero. (tira di nuovo per la manica il Presidente che ha richiuso gli occhi) Presidente! E adesso a che pensa?

Presidente (gravemente) Adesso, penso ai casi miei.

(l'Enciclopedica prende appunti).

Scienziato Presidente, vede il Poeta Maledetto? Mi tira le pallottoline!

Presidente (severo) Ah, Poeta Maledetto! (scam­panella) Checco!

Clinico    Dimmi.

Presidente Vogliamo scambiarci qualche altro pen­siero?

Clinico    Con piacere. Comincia tu.

Presidente (pensa. Poi, gravemente) Che bella gior­nata.

Clinico    Sì. Un po' calda, se vogliamo.

Presidente È vero, ma può darsi che verso sera l'aria rinfreschi.

Clinico    Speriamo.

Segretario (che sta verbalizzando) Come?

Presidente (suggerisce) Speriamo. (poi, al Clinico) Quanto tempo è che non piove?

Clinico    Dev'essere circa un anno.

Presidente Esagerato, al solito! Non saranno nep­pure tre mesi.

Clinico    Hai ragione. Si sente proprio il biso­gno d'un bell'acquazzone, d'uno di quegli acquazzoni formidabili, che durano un paio d'ore, come quello di ieri.

Presidente Quello di ieri l'altro fu anche più forte e durò sei ore. Ricordi?

Clinico    Se ricordo! E quello di tre giorni fa...

(controscena   degli  Accademici  che fanno  ca­gnara come gli scolaretti e si lanciano l'un l'altro pallottole e frecce di carta)

Usciere    (entra e annunzio) Il professor Bolibine, inventore del cavallo!

(Tutti si alzano per ricevere l'illustre ospite, l'Usciere si fa da parte e lascia entrare l'Inven­tore, che arriva seguito dal Fotografo e dall'aiu-tante di questo che porta la macchina e il caval­letto)

Presidente Sia il benvenuto tra noi l'illustre scien­ziato a cui si deve la preziosa invenzione del ca­vallo.

(inchini reciproci)

Inventore Illustri colleghi, grande è l'emozione con la quale faccio il mio ingresso in questo luogo sacro al sapere.

Usciere    (annunzia e lascia entrare) Sua Eccel­lenza il Ministro della Pubblica Istruzione!

(Il Ministro, in tuba e « redingote », entra e s'affretta a stringere la mano a tutti)

Fotografo  Fermi tutti! (sta sotto il panno nero. Tutti restano in atteggiamenti diversi, come im­pietriti) La posa sarà un po' lunga perché c'è poca luce. Prego: sarà una splendida fotografia. Possono parlare, se vogliono. Purché non si muovano.

Presidente Allora, facciamo le presentazioni ufficiali. Questi sono gli Accademici. Ecco il professor Poziakoff, un benefattore  dell'umanità; ha inventato il sistema per trasformare, durante i mesi estivi, la bombetta in paglietta.

Scienziato (all'Inventore che gli tende la mano) Non c'è male, grazie, e lei?

Presidente È un po', sordo. Ed ecco l'illustre accademica signorina Yvonne De Fleuriel, storica, poliglotta, enciclopedica: sa tutte le date della storia, financo le più lontane e insignificanti. Signorina, dite una data lontanissima.

Enciclopedica Tre aprile del 2413 avanti Cristo.

Inventore   È straordinaria!

Presidente  Purtroppo, ella non sa i fatti che av­vennero in queste date. Ma le date le sa tutte. Sa, inoltre l'inglese alla perfezione.

Ministro Come me.

Enciclopedica  Impossibile. Le parole che conosco io, di inglese, non le conosce nessuno.

Ministro Diamine. Io posseggo il lessico intera­mente.

Enciclopedica  Bene, prenda la parola « Ndrbl ».

Ministro Come?

Enciclopedica  « Ndrbl ». Sa dirmi che significa?

Ministro (contrariato) Effettivamente questa pa­rola non la conosco. Che cosa significa?

Enciclopedica  (ride) Ah, ah! Lo vengo a dire proprio a lei! Lo so solo io e, come questa, ne conosco moltissime altre che nessuno, al mondo, cono­sce. S'immagini un po', le parole inglesi che so io non le sanno nemmeno gli inglesi!

Ministro È straordinaria.                           

Presidente  (al fotografo) Ma dovremo stare molto tempo in questa posizione?... Fotografo... foto­grafo... Che sia morto?.

Usciere    Fotografo!

(Lo tira per la giacca. Il Fotografo esce di sotto al panno nero. Ha un bar­bone nero, mentre prima era sbarbato. Impressione generale)

Ministro Gli è cresciuta la barba!

Clinico    Sarà un bene dovuto alla lunga posa. (lo va ad esaminare da vicino)

Inventore Un bene? Forse vuol dire un male!

Presidente  No. Quello è l'illustre e compianto Francesco Ilario Rossi, il clinico di fama mon­diale, a cui si deve la teoria secondo la quale le malattie sarebbero la crisi risolutiva d'uno stato morboso dell'organismo. Egli perciò le chiama benattìe, e non malattie, dato che dopo di esse l'individuo risana, nel caso che non muoia. Se gli si chiedono notizie d'un ammalato grave, risponde: « Sta benone, credo che gli si stia som­ministrando l'ossigeno ».

Inventore  Benissimo.

Presidente  Se poi trova l'ammalato in fin di vita, dice: « Mi pare che stia molto bene: chiamate il prete ». Provi a interrogarlo.

Inventore  Volentieri. (al clinico) Come sta?

Clinico    Non c'è bene, grazie. Ho un po' di ben di capo e di bene allo stomaco; e anche un gran ben di denti. Ma, sa, i miei beni sono tanti che ne morrò. Che vuole? Si va di bene in peggio!

Inventore  Coraggio. Non tutto il bene viene per nuocere.

Clinico    Oh, del resto, chi è causa del suo ben, pianga se stesso Questa è la sapienza dell'albero del bene e del bene.

Inventore Bene! Cioè: male... nel senso...

Presidente (interrompendo) E infine, permetta che le presenti il nostro grande Poeta, il Poeta Male­detto.                        

Il Poeta   Sì, io sono un Poeta infelice.   

Inventore Infelice? E perché?                           

Poeta        (cupo) Perché non so fare le rime.

Inventore Non è un gran male. Faccia i versi sciolti.

Poeta        (c. s.) Non so fare neppure i versi sciolti.

Inventore Fa niente. Quando ci sono i concetti poetici, si può fare anche della poesia in prosa.

Poeta        (sempre più cupo) Purtroppo, a me man­cano anche i concetti poetici.

(costernazione generale, imbarazzo)

Inventore  Se non le dispiace, vorrei sentire qualche cosetta di suo.

Poeta        Volentieri. Dirò: « L'Amore ».       

(si mette in posa e declama leggendo)

L'amore... l'amore... l'amore...       

Tarazun, tarazun, tiritò,

piripoccolo trallallà.

Inventore  Bene!

Presidente  (a parte all'Inventore) Declama sempre la stessa poesia.

Poeta

Tiriti, tiriti, biribò,

parapà, parapà, parapà!

Inventore  Benissimo. Per oggi basta.

Poeta (velocemente)

Corocò, corocò, coccodè,

firifìzzoli, chicchiricà.

Inventore  Chicchiricà?                    

Poeta        Sta per chicchirichì: licenza poetica.

Corocò, corocò, coccodè,              

firifìzzoli chicchiricà       

marachella del perepè,       

parapà, parapà, parapà!           

Tutti         Bene!

(applausi)

                                    

Presidente (scampanella e ottiene il silenzio) Ed ora, illustre professor Bolibine, ci parli un po' della sua invenzione.

Ministro  Ma come le è venuto in mente d'inven­tare un così strano animale?

Inventore  Se le dovessi dire, non lo so io stesso. M'è venuto così, a forza di studi.

Presidente  È una vera trovata. Ma com'è  fatto precisamente?

Inventore Voi volete una conferenza vera e propria. E sia! (va al tavolo, estrae uno scartafaccio) Ho qui alcuni appunti e le tavole illustrative. (si rischiara la voce) Illustri colleghi, la mia invenzione è semplice e, posso oggi dirlo con fierezza, riuscita. Alto, nobile, pratico ed economico, ecco il cavallo!

(svolge il primo rotolo col disegno d'un cavallo e con una bacchetta batte sul cavallo)

Tutti         Oh!...

Inventore  Come lor signori possono vedere da questa tavola illustrativa che mi permetto sot­toporre alla loro attenzione, ho diviso il cavallo in tre parti: testa, corpo, estremità. L'ho fatto di quattro gambe, gli ho messo la coda. (indica) Gambe... coda.. Dal mio primo cavallo

(svolge un secondo rotolo con un bruttissimo cavallo deforme)

ancora, come si vede, rudimentale, all'ultimo (indica il primo) grande è il cammino che ho percorso. Ma mi propongo di perfezio­nare sempre più la mia invenzione, con oppor­tune modifiche. Finora, per esempio, mi sono limitato a produrre cavalli nei soli colori bianchi, neri, grigi, caffellatte. In seguito intendo arri-vare a produrne anche turchini, verdi e rossi.

(pre­senta il terzo quadro)

Questi saranno di molto effetto nei giorni di festa. Quanto alle applica­zioni pratiche della mia invenzione, come tutti possono immaginare, esse sono infinite. Anzitutto, il cavallo si può attaccare alle carrozze, ai carretti, ai calessi.  Il cavallo può, infatti, ti­rare. Né basta: ci si può benissimo andare sopra. Inoltre ci si possono fare le corse... le corse al galoppo, al trotto... Ci si possono fare una quan­tità di graziosi giuochi al Circo Equestre. Come vedono, infiniti sono gli usi ai quali l'animale da me inventato può servire.

Enciclopedica Perdoni, professore. La coda a che cosa serve?

Inventore La coda gliel'ho data un po' come orna­mento, un po' anche per cacciare le mosche. Ma intendo abolirla, in un secondo tempo. Come ho detto, la mia invenzione è suscetti­bile di perfezionamenti destinati a renderla sempre più effettiva. Per esempio, finora tira calci: provvederò a eliminare questo difetto. Così pure, la coda è destinata a scomparire; cerco, insomma d'arrivare a un tipo di ca­vallo più semplice, economico e alla portata di tutti, di cui possono vedere un abbozzo nella quarta tavola illustrativa. (svolge la quarta tavola su cui è disegnato un orribile cavallo con due gambe sole, senza coda, senza orecchi, ecc.)

Tutti         Oh! bene! bravo!

(applausi, acclamazioni, strette di mano)

Ministro  (appunta una medaglia sul petto dell'In­ventore) A nome della Nazione intera e del go­verno, mi è grato unire i miei ai sensi per cui...  questo alto consesso... a cavallo... (imbarazzato) auspicando un'era di fecondo lavoro, di civili  conquiste,  di gloria e di libertà!

(applausi)

Usciere    (entra con le insegne d'Accademico su un cuscino. Il Presidente investe solennemente il neo­accademico e poi l'abbraccia, secondo il rito. Un valletto porta una gran corona d'alloro che offre all'Inventore.   Intanto gli Accademici, qua e là esaminano le tavole e le discutono animatamente)

Enciclopedica  Che grande invenzione!                    

Clinico    Che mente!                                       .

Fotografo (che ha continuato ad apparire e scom­parire sotto il panno nero, con barbe sempre più lunghe e bianche) Fermi tutti!

(Tutti si dispongono in gruppo con l'Inventore al centro)

(Di lontano s'ode salire dalla strada la marcia dei bersaglieri, prima piano, poi crescendo. Irre­quietezza nel gruppo degli Accademici)

Segretario  Oh... passano i soldati, andiamo a vedere..

Presidente  Aprite le finestre.

(L'Usciere apre a fatica: rumore di catenacci arrugginiti. Tutti, meno il Ministro e l'Inventore, si affacciano)

Presidente  Oh, i bersaglieri... Ecco la fanteria... ma che è laggiù?

(la musica cresce)

Enciclopedica Un reggimento di cavalleria...

(Sensazione.  L'inventore fa  controscena,  sempre più spaventato)

Scienziato Un reggimento...?

Poeta        Di cavalleria...  

Presidente Ma allora... il cavallo... esisteva già!?... (L'Inventore è accasciato. Tutti lo guardano indi­gnati) Imbroglione!...

Enciclopedica  Impostore!

Presidente  Restituisca le insegne!

Poeta        Bugiardo!

Ministro Mi ridia la medaglia! (alla moglie) An­diamocene! (escono)

Segretario Sì, andiamocene anche noi!

Presidente (strappa le insegne all'Inventore che è più morto che vivo) Vergogna!

(Tutti, scandaliz­zati, escono. La musica militare s'ode ora fortissima sotto le finestre. Lentamente l'Inventore estrae una rivoltella e fa per uccidersi)

Fotografo Fermo un momento, per favore.

(L'in­ventore si ferma, con la rivoltella sulla tempia)

Sorrida!

(l'Inventore sorride)

È fatto.

Inventore  Posso, ora?

Fotografo  Sì.

Inventore  Grazie. (spara e muore)

SIPARIO