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LO SCATOLONE di Michel Clement
CONCESSIONARI ASSOCIATI SRL Via Palombarese km. 15,100 Guidonia Montecelio (Rm) www.concessionariassociati.it– mariateresa@concessionariassociati.it
LO SCATOLONE
(LE CARTON)
Commedia in 3 atti
di
Michel CLEMENT
Traduzione di
Luca Barcellona
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I PERSONAGGI:
ANTONIO, 35 anni
VINCENZO, 38 anni, “creatore audiovisivo”, amico di Marina MARINA, 36 anni, l’amica di Vincenzo e sorella di Davide DAVIDE, 33 anni, aspirante attore, fratello di Marina KATIA, 23 anni, giovane indossatrice lituana LUISA, 30 anni, figlia del proprietario
LAURENT, 36 anni, fotografo di moda, omosessuale
LA SCENA:
La stanza principale di uno studio
Un materasso, un pouf.
Qualche scatola, alcune aperte, altre chiuse con lo scotch.
Una scatolone molto grande domina la scena: “Lo scatolone”.
Vestiti sparsi – Il telefono per terra – Delle stoviglie sporche…
Dei sotto-bicchieri con le foto delle vacanze.
Davanti a sinistra, una finestra.
In fondo a sinistra, la porta d’ingresso col citofono sulla parete.
In fondo al centro, due accessi per il bagno: uno verso sinistra, l’altro verso destra.
Davanti a destra, la porta delle toilettes.
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PRIMO ATTO
Scena 1
Antonio
Un materasso in mezzo alla scena.
Sopra al materasso, Antonio che dorme.
Squilla il telefono.
(Antonio si sveglia a fatica. Si siede sul materasso. Si schiarisce la voce)
ANTONIO - (per sé) Pronto… pronto… pronto… pronto… (Risponde)
ANTONIO - Pronto… Sì… Buongiorno a lei… Ah no, affatto, sono solo un po’ raffreddato… Sì, certo… Esatto, avevamo detto giovedì o venerdì, meglio venerdì… No?… Oggi?… Quindi giovedì… Ah, no no, nessun proble-ma… No, no d’altronde io avevo previsto oggi o domani, quindi per me non cambia niente… Ho solo un paio di scatole da finire, dunque nessun problema… Ah… Quindi non vuole fare l’inventario? In effetti è tutto in perfetto stato… Sì, vuole fare comunque un sopralluogo… Certo, no, è meglio… Così non ci sono cattive sorprese… per tutti e due, certo. Certo, è molto meglio… A che ora vorrebbe passare? Non troppo presto, così finisco tranquillamente quel che mi resta da fare, e quando sua figlia arriva, è tutto vuoto e pulito… D’accordo. Dopo l’una, nessun problema… D’accordo, grazie… Anche a lei… Arrivederci.
(Antonio riattacca, resta seduto sul materasso, lo sguardo fisso. Panico interiore)
ANTONIO - (calmo) È un disastro.
(Antonio guarda l’orologio)
ANTONIO - (calmo) È un disastro.
(Prende il telefono e compone un numero) ANTONIO - Cazzo… (dopo molto tempo) Bellissimo il tuo nuovo
messaggio, un pochettino troppo lungo, ma bellissimo.
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Vincenzo, sono sicuro che stai dormendo, ti prego rispondi… Vincenzo!… Vincenzo, è super urgente!… E dai! Su, svegliati! Rispondi… Su, rispondi, ti giuro che è urgente!…
(Riattacca e compone un altro numero) ANTONIO - Pronto? Pronto Vincenzo?… T’ho svegliato?… Perché
non hai risposto prima?… Ma come, non hai sentito il mio messaggio?… Adesso, ti ho appena chiamato al fisso… Ah… E dove sei?… Ehm, ho un problema enor-me, devo traslocare oggi, puoi venire?… Adesso… Sì, subito, insomma appena puoi… Mi dispiace, ma… Lo so, no ma, lo so ma… Sì, sì, vengono tutti… Il furgone sta per arrivare, non fare troppo tardi… (tra sé) Il furgone, il furgone!… (a Vincenzo) Eh?… No, no niente. Sì, lo so… Davvero?… Perfetto… A tra poco.
(Riattacca)
ANTONIO - Il furgone! Il furgone! Porca puttana, il furgone!
(Ricompone un altro numero)
ANTONIO - Laurent, ciao sono Antonio. Senti, dovresti richiamar-mi subito, insomma appena senti il messaggio. È per il furgone. Insomma, avevamo detto giovedì o venerdì, e ehm, giovedì sarebbe perfetto. Siccome tu m’avevi detto quando volevo, bastava che te lo dicessi prima, ecco te l’ho detto… Quindi se mi puoi richiamare di corsa, visto che giovedì è oggi, sarebbe meglio. Va be’, ciao Laulau…
ANTONIO - E questa è fatta.
(Riattacca e fa un altro numero)
ANTONIO - Pronto… Marina. Ciao, sono Antonio… Sì, sì, un po’ di corsa ma tutto bene… Ti ricordi che dovevo traslocare oggi o domani? Sì, insomma mi ha appena chiamato il proprietario e devo andare via oggi… Sì, dunque ti chiamavo per sapere se mi potevi dare una mano insieme a Davide… Ah sì?… Fino a che ora?… D’accordo, OK. Sì, tanto ci sarà sicuramente ancora qualcosa da fare… Vincenzo?… Eh, sì, l’ho sentito, non dovrebbe tardare… ah sì?… No, no certo… OK, a dopo… Marina, non
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dimenticare di dirlo a Davide… No, non lo svegliare… Anzi sì, forse è meglio se lo svegli. OK, a dopo.
(Va in bagno)
(Squilla il telefono)
(Esce lavato a metà)
(Segue il filo per trovarlo)
(Una volta trovato, gli si getta sopra)
(Durante la conversazione che segue, continua a vestirsi alla meno peggio)
ANTONIO - Laurent?… Ah, sei tu, mamma. Sì, sì tutto bene… No, no, credevo che fosse un mio amico… Un amico… Un amico… Oggi? No, non ho dimenticato, ma non posso. Perché mi ha chiamato il proprietario, e la figlia viene oggi pomeriggio per fare il sopralluogo e l’inventario… Sì, devo traslocare oggi… No, non serve… No, no, aspetta siamo almeno 4 o 5… No, non serve, te l’assi-curo. Ma non lo so, durante il week-end. Poi vediamo, che ne so… Quale lampada?… Ah sì, la lampada, ma non lo so, devo vedere… Non mi ricordo più, quella gialla o quella nera… (si arrabbia) Ma che ne so! Non mi sono ancora trasferito, come vuoi che scelga il colore di una lampada… Ma non mi arrabbio, solo che sono le 9,30, devo traslocare e tu mi fai chiedi se preferisco la lampada gialla o la lampada nera. Non lo so!
(Squilla il citofono)
ANTONIO - Ma’, ti devo lasciare, stanno suonando… OK… Sì… Sì, baci. D’accordo, d’accordo. OK.
(Antonio risponde. Al citofono si sente la voce di Vincenzo che canta un’orribile canzone da discoteca “It’s raining men…”
SCENA 2.
Vincenzo suona. Antonio apre.
Vincenzo entra senza salutare.
Vincenzo è in giacca e cravatta aperta. Sembra molto felice.
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Lungo silenzio tra Antonio e Vincenzo. Antonio lo guarda un po’ sorpreso.
ANTONIO - Stai bene?
(Vincenzo lo fa sedere)
VINCENZO - Io non ti conosco… Io non ti conosco… Io non ti conosco… Io non ti conosco… Non lo so, non ho ancora capito. Cos’è successo? C’era tutto… Un’ora prima non c’era niente. E tutt’ad un tratto… Non capisco. Non ho capito niente. Ma cosa c’ho?… Sono le 23:00. Laurent mi chiama “Ciao Vincenzo”, “ciao”. “Ho una festa, ti va?”, non ho ancora risposto, sono già in macchina. “Dov’è”, “al Duplex”. Sono in macchina, sono già in terza. “Che tipo di festa è?”, “una rivista di moda che invita tutte le sue indossatrici”… Passo col rosso: l’emozione. “Sarà stupenda, alcool a volontà e sfilata di lingerie all’una di notte, che fai, vieni?”. Passo un altro semaforo col rosso: l’emozione. “Allora, vieni?”, sono in quinta, vedo il locale, parcheggio. “Non ti sento più… Vieni?”. In fondo alla strada vedo Laurent davanti al locale. “Vincenzo, mi senti?… Vieni o no?”, mi avvicino a lui, gli passo un braccio al collo. “Sì, arrivo”… entriamo… Ragazze, tante ragazze. Anche a cercarlo, non vedo un solo uomo. Mi sento bene, all’improvviso mi sento veramente bene. Sono bellissime, molto poco vestite e bellissime. Ballano, ballano quasi tutte e sono bellissime. Mi sento sempre meglio. Mi dico quanto mi piacciono le feste e mi viene da piangere… Sono le 5 di mattina, ballo come un forsennato. E a quel punto, comincia, tutto succede molto velocemente. (musica “It’s raining men…”) Sono scatenato… Arriva lei. È fantastica. Mi guarda e comincia a ballare, si mette a ballare come una forsennata e mi guarda! Non so più cosa fare. La fisso. (musica “It’s raining men…”) e cominiciamo a ballareinsieme. Sembra che balliamo insieme da una vita. Mi sembra che tutto ciò che voglio fare nella vita, è ballare con lei. Mi sembra che anche lei provi la stessa cosa.
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“Ciao, mi chiamo Luisa.”, “Ciao, io sono Vincenzo”. “Facciamo un giro, Vincenzo?”, mi rovescio il bicchiere sulla camicia: l’emozione. “D’accordo”. E dopo, non so più, non so più se l’abbiamo fatto 5 o 6 volte. Non so più. Non so più, se siamo a casa sua o a casa mia, non so più. Non so più che ora è… Non so più niente… Non ho capito niente. All’improvviso, squilla il telefonino, sono le 9 di mattina, siamo per strada… Tu mi chiami per darti una mano a traslocare, dico di sì. Le dico che devo andare a lavorare. Mi da il suo numero, io le do il mio. Mi dice “A dopo”. Vengo da te. Senza rendermene conto. Non cammino, ballo… sono le 9,30, arrivo, tu mi chiedi se sto bene?… Ho voglia di dirti di sì.
(Antonio resta a bocca aperta di fronte alla tirata del suo amico)
VINCENZO - E tu stai bene?
ANTONIO - Sì.
VINCENZO - Da dove cominciamo?
ANTONIO - Il problema è che non riesco a trovare Laurent, e quindi siamo ancora senza furgone. Fra poco dovrebbe arrivare Davide.
VINCENZO - Mi sa che Laurent doveva fare delle foto stamattina. Hai provato a chiamarlo?
ANTONIO - Sì, segreteria.
VINCENZO - Riprova.
(Antonio riprova. Riattacca. Guarda l’orologio) ANTONIO - Che palle questo proprietario!… Non ci posso
credere…
VINCENZO - E io allora! Io non ti conosco…
ANTONIO - Cosa?
VINCENZO - Dicevo, neanch’io ci posso credere, non ho capito niente. Sono tremende, ti giuro, sono tremende…
ANTONIO - Ma di che parli? Non parlo mica di quello, io ti parlo del mio proprietario che mi chiama stamattina alle 9 perché vuole che traslochi oggi, di Laurent che non risponde…
(Suona il citofono)
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SCENA 3.
Antonio, Vincenzo, Marina al citofono.
ANTONIO - Dev’essere Davide. (al citofono) Sì…
MARINA - (off) Antonio, ciao, sono Marina.
VINCENZO - (si alza) Non ci sono, non ci sono, non ci sono…
ANTONIO - Ciao Marina, come stai?
MARINA - (off) Vincenzo è arrivato?
(Vincenzo fa dei grandi gesti ad Antonio per fargli
dire di no)
MARINA - (off) Mi apri?
VINCENZO - Non la fare salire!
(Marina e Vincenzo contemporaneamente)
MARINA - (off) Mi hai sentito?… Mi apri?
VINCENZO - Inventati qualcosa, qualsiasi cosa, non la fare salire!
Non sai dove sono…
ANTONIO - (a Vincenzo) Ma stai zitto! Non sento niente!
MARINA - (off) Che dici? Vincenzo è là?
ANTONIO - No, no dicevo a… Dicevo a Matteo, un amico che mi
aiuta a traslocare. Devo andarmene da qui oggi, sai?
MARINA - (off) Sì, lo so. Mi apri?
ANTONIO - Sì.
VINCENZO - Hai aperto?
ANTONIO - Sì.
VINCENZO - E perché?
ANTONIO - Perché cosa?
VINCENZO - Perché hai aperto?
ANTONIO - Perché ho aperto?
VINCENZO - E non ripetere tutto quello che dico! Perché hai aperto?
ANTONIO - Perché, perché è Marina…
VINCENZO - E io cosa faccio?
ANTONIO - E tu cosa fai?
VINCENZO - Hai detto che non c’ero, che stavi con Matteo. Io cosa faccio? Faccio finta di essere Matteo? E poi chi è Matteo?
ANTONIO - Che ne so, io.
VINCENZO - Devo pure andare al bagno!
(Rumore di passi. Suonano alla porta)
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VINCENZO - Cazzo!
(Vincenzo si va a nascondere nello scatolone) ANTONIO - Ma che fai?!
SCENA 4.
(Antonio, Marina e Vincenzo nascosto nello scatolone)
Suonano.
Antonio va ad aprire. Entra Marina.
MARINA - Scusami, disturbo?
ANTONIO - Affatto. Che piacere vederti!
MARINA - Mi dispiace, pensavo di trovare Vincenzo. T’ha detto a
che ora passava? Non riesco a raggiun-gerlo.
ANTONIO - No… Ma non dovrebbe tardare.
MARINA - Ma sai che il tuo amico è un bel rompipalle! Tutte
queste riunioni con i produttori televisivi…
ANTONIO - Riunioni?…
MARINA - Sì. Non te l’ha detto? Ieri sera aveva una super
riunione per vendere il suo progetto di programma. Non
te l’ha detto?
ANTONIO Ah sì, sì, sì… Quella riunione… Ah, era ieri? Non mi
ricordavo che fosse ieri…
(Marina fa per sedersi sullo scatolone dove è
nascosto Vincenzo)
ANTONIO - No! Non ti sedere lì sopra… Ci sono, ci sono tutte le
stoviglie.
(Marina si appoggia allo scatolone, cosa che
rende Antonio nervoso)
MARINA - Lo so che sono super importanti e che finiscono tardi
queste riunioni, ma almeno potrebbe chiamare. Che
rompi!
ANTONIO - Sì, è vero che sono super importanti e che finiscono
tardi, queste riunioni… Ma è anche vero che è un
rompipalle!
(Pausa)
MARINA
- Ti dispiace se lo aspetto qua?
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ANTONIO - Eh?
MARINA - Posso aspettarlo qui?
ANTONIO - Qui, cioè a casa mia?
MARINA - Sì.
ANTONIO - Sì… Sì, sì certo… Insomma, non so se ne valga la
pena, perché non so a che ora arriverà, capisci?… Dun-
que…
MARINA - Non t’ha detto a che ora veniva?
ANTONIO - No, m’ha detto che non tardava troppo, ma sai
com’è…
MARINA - Sì, hai ragione. Mi fumo una sigaretta e me ne vado.
Anche perché ho un appuntamento alle 10.
ANTONIO - Sì, ci fumiamo una sigaretta e ce ne andiamo… Sì,
cioè, te ne vai… E poi io devo finire, non è che abbia
fatto molto da stamattina…
MARINA - Ah, dimenticavo, Davide arriva tra poco. Ha litigato
con mio padre stamattina, ma arriva.
ANTONIO - Perfetto.
MARINA - Non ti dico la litigata. È vero che in questo momento è
alquanto insopportabile, con questa storia del corso di
teatro. Gioca a fare il ribelle, l’artista… E poi conosci
mio padre, tutti gli attori sono delle checche, dei
drogati…
ANTONIO - Mi immagino…
MARINA - Ha una ragazza, in questo momento?
ANTONIO - Tuo fratello?
MARINA - Sì.
ANTONIO - Beh, se non lo sai tu…
MARINA - Ah no, a me non dice niente.
ANTONIO - Non lo so, non credo…
MARINA - Ho sempre l’impressione di infastidirlo quando gli
parlo, in questo momento…
(Pausa)
MARINA - Dì un po’, è un bel casino qui. Sei contento di
andartene?
ANTONIO - Sì, anche se mi avrebbe fatto comodo aspettare un altro
giorno per traslocare.
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MARINA - Ma non avevi detto che c’era un tuo amico che ti
aiutava, quando ho suonato?… Matteo, giusto?
ANTONIO - Matteo?
MARINA - Non era Matteo?
ANTONIO - Ah sì, sì Matteo, sì mi dà una mano… Certo, altro che,
grande…
MARINA - E dov’è?
ANTONIO - E dov’è? Ah sì, sì ecco, è sceso per portare giù uno
scatolone… (divertito) come per un trasloco, insomma.
Tu, tu non l’hai incontrato quando sei salita?
MARINA - No, non ho incontrato nessuno.
ANTONIO - Hai preso le scale, no?
MARINA - No, l’ascensore.
ANTONIO - Ah, ecco… Lui deve aver preso le scale…
MARINA - Bel coraggio, il tuo amico. 4 piani con uno scatolone.
ANTONIO - No, non è questo, è che… soffre di claustrofobia.
MARINA - Ah, chiaro, comodo per traslocare. Hai chiamato pure
un monco? (ride) Ma io non lo conosco, il tuo amico?
ANTONIO - No, non credo. Sai, neanch’io lo conosco bene.
Insomma, è un… è un amico di Laurent.
MARINA - Ah, ma sì… È il suo nuovo compagno, no?
ANTONIO - Ehm… non lo so… Forse, magari…
MARINA - Non ti aveva detto che aveva un nuovo compagno?
ANTONIO - Sai, io le storie di culo di Laurent, non ci capisco
granché…
MARINA - Le storie di culo in generale, non ci capisci granché,
giusto?
ANTONIO - (offeso) Possibile, facile a dirsi, ma possibile.
MARINA - Comunque, dev’essere un tipo simpatico: lo conosci
appena, soffre di claustrofobia e si fa pure 4 piani a
piedi.
ANTONIO - Sì, molto simpatico…
MARINA - (ridendo) Certo, ce ne impiega di tempo per portare giù
uno scatolone.
ANTONIO - (ridendo) Sì, infatti, è magnifico… (capisce la battuta)
No, mi sa che andava pure a comprare le sigarette.
MARINA - Beh, ce la fumiamo, questa sigaretta?
ANTONIO - Sì, dài.
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MARINA - Me ne offri una?
ANTONIO - Tieni.
MARINA - Grazie… Hai qualcosa da bere, per favore?
ANTONIO - Sì, sì certo… Anzi, t’ho detto di sì, ma ho messo tutto
via. Vabbè, vado a prendere due bicchieri d’acqua. Va
bene l’acqua?
MARINA - È buona l’acqua, qui?
ANTONIO - Sì… Insomma, è dell’acqua…
(Antonio va al lavello della cucina)
MARINA - Quando penso che Vincenzo non è neanche qui a darti
una mano, se ne strafrega alla grande!
ANTONIO - Ah, che scemo, non ho neanche i bicchieri, ho già
messo via tutto.
MARINA - Aspetta, prendo due bicchieri dallo scatolone con le
stoviglie…
(Antonio ritorna come un fulmine)
ANTONIO - No, no, no… Non si può, non è possibile… I bicchieri
sono in fondo! È da cretini, lo so, ho messo i bicchieri
prima delle pentole e le pentole prima dei piatti, ma è
meglio non toccare niente, sennò si rompe tutto. Non ti
dispiace, vero?
MARINA - Non c’è problema.
ANTONIO - Puoi bere al rubinetto, se vuoi.
MARINA - No, no va bene… Sì, insomma, ti stavo dicendo,
Vincenzo è un po’ strano, in questo momento. Non so
che cos’abbia, ma è sempre peggio. È diventato
totalmente inaffidabile. Dovresti dirgli qualcosa, tu che
sei suo amico.
ANTONIO - Dirgli cosa?
MARINA - Mah, non so, che faccia un po’ più attenzione agli altri.
In questo momento si chiude nei suoi affari di televi-
sione, lo so che per lui è importante, ma non ci sono solo
quelli. Tu non trovi che sia un po’ chiuso, in questo
momento?
ANTONIO - Vuoi dire, in questo momento adesso?
MARINA - Sì, insomma, in generale.
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ANTONIO - Un po’, sì. Penso che la cosa che vorrebbe di più in
questo momento sarebbe una bella boccata d’aria. È
come se fosse oppresso da qualcosa, capisci, e soffoca.
MARINA - Esattamente.
ANTONIO - Eh, lo conosco bene il tuo uomo.
MARINA - Perché non glielo dici?
ANTONIO - Ma glielo dico, sai?
MARINA - E cosa ti risponde?
ANTONIO - Non lo so, glielo chiederò dopo quando uscirà dallo
scatolone… Insomma, quando uscirà dal suo involucro,
insomma dalla sua bolla con dentro i suoi programmi
televisivi!
MARINA - Vincenzo, in questo momento, è come lo scatolone
dove ci sono le stoviglie. Ed io, sono come i bicchieri.
Sopra a me, ci sono le pentole, che sono i suoi amici, e
ancora sopra ci sono i piatti, che sono i suoi progetti
televisivi. Allora, per venirmi a prendere, bisogna
veramente volerlo, e poi non deve aver paura di rompere
tutto il resto.
ANTONIO …
MARINA - (divertita) Il tuo amico Matteo, dov’è andato a pren-
derle le sigarette? A “L’Angelo Azzurro?”
ANTONIO - (fingendosi divertito) È vero, che fine avrà fatto?
MARINA - (guardandolo insistentemente) In realtà, mi sarei
dovuta mettere con te.
ANTONIO - Come?
MARINA - Sì, sarei dovuta uscire con te, quando ci hai provato
con me. Stavo con Vincenzo da 2 settimane, ti ricordi?
Sai, ci ho pensato a lungo prima di dirti no.
ANTONIO - (vergognandosi da morire) Io… Ma non ci ho mica provato, insomma, io… scherzavo, era ehm… Anche Vincenzo faceva così quando stavo con Alice… Era ehm… Eh? Facciamo sempre finta di rubarci le ragazze, è un gioco… È…
MARINA - Ma non ti devi preoccupare, non gli ho mai detto niente.
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ANTONIO - Ah, ma non mi preoccupo… Ma, ma diglielo pure… Vedrai che non sarà affatto sorpreso… Ti dirà “ma certo, come… come io con Alice.”
MARINA - Tu glielo hai detto?
ANTONIO - Eh?… Beh… Io, sì… Forse… Ma, ehm, comunque lo sa… È come se gli dicessi “Sai Vincenzo che tu sei il
mio miglior amico?” Lo sa, non ho bisogno di dirglielo.
MARINA - Lo potresti tradire, tu?
ANTONIO - Cosa?
MARINA - Lo potresti tradire?
ANTONIO - (ironico) No, siamo una coppia troppo felice.
MARINA - Ti piace fare finta di non capire, eh…
ANTONIO - (imbarazzato)…
MARINA - Potresti andare a letto con la sua ragazza?
ANTONIO - Con te?
MARINA - Perché, ce ne sono altre?
ANTONIO - No… no, no.
MARINA - Potresti?
ANTONIO - Ma che dici!
MARINA - Immagina, ci potremmo rotolare per terra, adesso, sulla
moquette, tra i tuoi vestiti e lo scatolone con le sto-
viglie…
ANTONIO - Smettila!…
MARINA - Scoperemmo come due matti! Ma davvero, eh! Poi ci
separiamo, e nessuno lo saprà mai. Ci facciamo piacere a
vicenda, ma piacere sul serio! Alla faccia di tutti! Che ne
dici?
ANTONIO - Beh, senti, devo assolutamente finire di preparare il
trasloco! Sennò…
MARINA - Non mi hai risposto! Che ne dici?
(Antonio la riaccompagna alla porta)
ANTONIO - Senti Marina, smettila di scherzare! Devo… devo finire
di preparare… Tu farai tardi all’appuntamento. Quando
Vincenzo arriva, gli dico che sei passata.
MARINA - (prendendolo in giro) C’è il mio amichetto Vincenzo
che sta per arrivare, oddio… Su, ti lascio. Ciao.
ANTONIO - Sì, ti accompagno.
(Marina esce, Antonio la riaccompagna)
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(La porta resta aperta)
(Mentre sono fuori, Vincenzo esce dallo scatolone e corre in bagno)
Scena 5.
Antonio, Davide e poi Vincenzo.
Antonio torna e parla verso lo scatolone.
ANTONIO - Puoi uscire… Se n’è andata, puoi uscire… Ah sì, d’accordo, preferisci restare lì dentro. Va bene, fa come se fossi a casa tua!… Incomincio a stufarmi delle vostre storielle! La prossima volta te la sbrighi da solo! E anche lei! Ma è impazzita? Cosa sono tutte quelle cazzate? No dico, l’hai sentita? Io che ci provo con la tua ragazza! (entra Davide con una confezione di bottiglie di birra, si blocca vedendo Antonio che parla con lo scatolone) No,mi dici cosa hai intenzione di fare?! Senti, incomincio ad essere stufo!
DAVIDE - (arriva piano accanto ad Antonio, posa le birre nell’in-gresso e si rivolge molto seriamente agli scatoloni) Haragione, fai uno sforzo, cazzo! (A Antonio) Che succede? Non vuole scendere da solo? Anche noi abbiamo avuto lo stesso problema, quando abbiamo traslocato. È seccante!
ANTONIO - (divertito) Ciao.
DAVIDE - Ti senti bene?… Ho incrociato Marina, di sotto. Ti ha detto di mio padre, no? Mi dispiace per il ritardo. Sei solo?
(Vincenzo esce dalla toilette)
VINCENZO - (a Davide) Fico, hai portato le birre.
DAVIDE - (a Vincenzo) Ma sei qui, tu? C’era Marina, di sotto, che ti cercava. Non l’hai incontrata?
VINCENZO - No, no… Io… sono appena arrivato, giusto il tempo di una pisciatina. (molto deciso) Ho fatto le scale. È per questo che non l’ho vista, ho fatto le scale.
DAVIDE - Raggiungila.
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VINCENZO - No… Tanto ci vediamo dopo. Adesso ha un appunta-mento, non voglio farle fare tardi… (a Antonio) Hai un apribottiglie?
ANTONIO - Non so…
VINCENZO - (cinico) Dài, guarda nello scatolone delle stoviglie, io
non oso, ho paura di rompere tutto.
ANTONIO - Vabbè, io devo finire di pulire il bagno!
DAVIDE - Vuoi che cominciamo a portare giù qualche scatolone?
ANTONIO - Beh, no, non ho ancora il furgone. Non riesco a rag-
giungere Laurent. Era lui che doveva venire col fur-
gone…
DAVIDE - Ha un furgone?
ANTONIO - No, non lui, la sua ditta. Insomma, è un piccolo combi
Volkswagen o qualcosa di simile… (innervosito) Ma
non gliel’ho mica chiesto io. È lui che me l’ha proposto!
DAVIDE - Beh, simpatico da parte sua, no?
ANTONIO - Sì, ma sai com’è fatto! Gli avevo detto, tieniti
disponibile per giovedì o venerdì, risultato: quell’altro
stronzo m’ha chiamato stamattina per dirmi che era oggi,
e da stamattina non riesco a raggiungerlo!… Che
palle!…
DAVIDE - E sul telefonino, niente?
ANTONIO - Segreteria… Ne ero sicuro, su di lui non si può
contare! Ma d’altronde, ‘sti francesi!
DAVIDE - Che c’entra con i francesi?
ANTONIO - C’entra, c’entra… È come nel calcio! Vi ricordate ai
Mondiali… (imitando l’accento francese) Et moi, moi,
moi, moi…
DAVIDE - (molto divertito, a Vincenzo) Però, lo fa bene, vero?
ANTONIO - No, dai, è una rottura!… Non avrei dovuto ascoltarlo,
avrei dovuto affittare un furgone e basta!
DAVIDE - Io ho la macchina, qui sotto. Se vuoi butto giù i sedili e
possiamo fare avanti e indietro.
ANTONIO - Sì… beh, finisco di lavare il bagno, e se non è ancora
arrivato, cominciamo con la tua macchina, va…
(Antonio va nella toilette. Tira lo scarico)
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SCENA 6.
Vincenzo, Davide poi Antonio.
Vincenzo si risiede sul pouf.
Davide sta per sedersi sullo scatolone delle stoviglie.
VINCENZO - Non ti sedere là, ci sono le stoviglie!
(Vincenzo fa segno a Davide di passargli una birra. Davide si siede per terra e ne apre una a sua volta. Si sente Antonio che pulisce, l’acqua scorre…)
(Vincenzo e Davide parlano abbastanza piano per non farsi sentire da Antonio)
DAVIDE - Io non nessuna intenzione di restare qui due ore, eh? Simpatico, lui. Mi fa correre qui di corsa e poi… Non possiamo fare niente?
VINCENZO - Non c’è il furgone.
DAVIDE - Non ho capito come si è organizzato…
VINCENZO - Non si è organizzato, non è organizzato. Basta guar-
dare, non ha ancora fatto niente, solo quello scatolone… DAVIDE - Oh no! Io ho da fare… Non ho nessuna voglia di mettere pure a posto le scarpe. Ho un sacco di scene da imparare, e non ho ancora iniziato. (tira fuori dalla tasca
un libro e lo apre)
VINCENZO - Che cos’è?
(Davide gli porge il libro)
(Vincenzo legge a voce alta in maniera pomposa, il dorso del libro)
VINCENZO - Il percorso iniziatico di due anime straziate. La perdita di sé, la sofferenza dell’altro. Il corpo come serbatoio di vita. Il sesso come demone proibito. È bello?
(Davide recita a voce alta la sua parte per cercare di ricordarsela)
DAVIDE - Passami la mano intorno al collo, e dimmi che mi ami…
VINCENZO - Come?
DAVIDE - Fallo, ti prego. Vorrei tanto che imparassi ad amarmi. Come prima, vorrei che il tuo fallo si ergesse come un…
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(non ricorda la parte)… come un… come un…Cazzo!… Pagina 31…
VINCENZO - Ah sì… Vorrei che il tuo fallo si ergesse come un soldato in trincea…
DAVIDE - Vorrei che il tuo fallo si ergesse come un soldato in trincea. Vorrei che la tua pelle fosse come la linfa delle
palme…
VINCENZO - Dei banani…
DAVIDE - Cosa?
VINCENZO - Hai detto delle palme, è dei banani…
DAVIDE - Vorrei che il tuo fallo si ergesse come un soldato in
trincea. Vorrei che la tua pelle fosse nuovamente come
la linfa dei banani, vorrei… (Davide cerca nel libro)
Non riuscirò mai ad impararlo.
VINCENZO - È bello il tuo corso di teatro?
DAVIDE - Geniale. Però, devo lavorare un sacco.
VINCENZO - (malizioso) Devono essere micidiali i corsi di teatro, no?
DAVIDE - Micidiali?
VINCENZO - Ci devono essere delle belle gnocche, no?
DAVIDE - Ci sono delle attrici splendide.
VINCENZO - La tua scena con le palme, insomma i banani che…
che si ergono insomma, dev’essere niente male da
provare con una bella ragazza, no?
DAVIDE - Sì, però no, perché in realtà è una scena tra due
omosessuali che hanno abbandonato il loro paese e che non riescono più ad amarsi come prima, quando stavano in Messico.
VINCENZO - Ah cazzo.
ANTONIO - (off) E che palle questa spugna!
VINCENZO - Dì un po’, scusa se salto di palo in frasca, ma ehm… ti
volevo chiedere: se tua sorella mi tradisse, me lo diresti?
DAVIDE - No.
VINCENZO - E se io tradissi tua sorella, glielo diresti?
DAVIDE - Sì.
VINCENZO - Che stronzo! E perché?
DAVIDE - Mah, non so, sai, la famiglia… Perché me lo chiedi?
VINCENZO - Così, per sapere.
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DAVIDE - Ora sai.
(Antonio esce dalle toilettes. Torna al telefono)
DAVIDE - Passami la mano intorno al collo, e dimmi che mi
ami… Fallo, ti prego. Vorrei tanto che imparassi ad
amarmi. Come prima, vorrei che il tuo fallo si ergesse
come un soldato in trincea. Vorrei che la tua pelle fosse
nuovamente come la linfa dei banani.
ANTONIO - Ma che fa!… (a Davide) Senti, cominciamo con la tua
macchina.
DAVIDE - Una birretta, prima?
ANTONIO - No, grazie. Non so come facciate alle 9 di mattina.
DAVIDE - Un buon trasloco si fa con le birre.
VINCENZO - Sacrosanto.
DAVIDE - “Berrò finché ci sarà un buco in fondo alla mia gola e
di che bere in questo paese!” Shakespeare.
ANTONIO - Cominciamo?
DAVIDE - OK. Dobbiamo buttare giù i sedili e parcheggiarla qui sotto.
ANTONIO - Andiamo.
VINCENZO - Io resto qua.
ANTONIO - Come vuoi… Sì, così se Laurent chiama, puoi rispondere.
(Antonio e Davide escono)
(Vincenzo legge il libro di Davide disgustato)
SCENA 7.
Vincenzo, Laurent (al telefono) poi Antonio.
Vincenzo è solo.
Il telefono squilla, lui non risponde.
(Si mette in funzione la segreteria: “Ciao, sono Antonio, siete pregati di lasciare un messaggiodopo il segnale acustico…”
LAURENT - “Antonio, sono Laurent. Beh, ho sentito il tuo messaggio, per il furgone il problema è che ho bisogno di sapere a che ora…”
VINCENZO - (risponde) Pronto.
LAURENT - Sì, Antonio?
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VINCENZO - No, sono Vivì.
LAURENT - Non è possibile, sei già sveglio, tu?
VINCENZO - Veramente non ho proprio dormito.
LAURENT - Allora, com’era la biondina?
VINCENZO - Ah, la pantera!
LAURENT - Ma dài?
VINCENZO - Ah sì, una ninfomane…! Ninfomane! Una divora-trice!… Ma che dico: una carnivora, una predatrice!… Ti giuro, il sesso come demone proibito.
(Laurent si ammazza dalle risate)
VINCENZO - Ah, se ci ho dato… Eh sì, l’ho saziata… Ehi, ma le tue feste private sono uno sballo, sul serio! (si eccita) Ma io, ma io verrò sempre, d’ora in poi. Sempre! Quattro salti in bikini? Ti offro un Martini! No Martini, no party!… Sei un grande, Laurent! Che vuoi che ti dica, sei un grande!
LAURENT - Mi passi Antonio?
VINCENZO - Non c’è, è sceso con Davide a buttare giù i sedili… Io invece, preferisco buttare giù qualcos’altro…!
LAURENT - Che cretino. Allora, trasloca oggi, giusto?
VINCENZO - E già…
LAURENT - Carino, lui. Mi lascia un messaggio, puoi venire col furgone? Ma certo. Subito? Chiaramente! Vabbè, digli che cerco di venire, magari passo dopo le foto e… Anzi, dò appuntamento a Katia da Antonio, così le faccio da lui… È vuoto, da Antonio?
VINCENZO - No, ancora no…
LAURENT - C’è spazio, o no?
VINCENZO - È un casino, perché?
LAURENT - E che palle!… No, perché ho appuntamento con una ragazza per farle il book, e se da Antonio era a posto avrei potuto fare le foto da lui, così vengo con il van.
VINCENZO - Aspetta, vuoi venire qui e fare le foto ad una modella?
LAURENT - Calmati, non è una modella.
VINCENZO - E chi è, chi è?
LAURENT - È una lituana che è appena arrivata a Roma, non conosce una parola d’italiano. Vuole farsi delle foto per
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andare a trovare delle agenzie. È per questo che ti chiedevo se da Antonio era a posto, per fare le foto.
VINCENZO - Ma certo che è a posto!… Ma ti pare! Mi bastano 5 minuti… Ma neanche!… Vieni, vieni con lei, starai come un pascià per le foto. Per di più, c’è un sole stupendo qui per fare le foto! Ah sì… È perfetto per fare le foto, qui! E poi, ti potrei aiutare, se vuoi, mi interessano molto le foto, insomma tutto ciò che è moda…
LAURENT - Beh, la chiamo per dirle dov’è. Se arriva prima di me, si chiama Katia. OK?
VINCENZO - Sei un grande… Sul serio, ho le lacrime agli occhi. LAURENT - Sì, ok… Dì ad Antonio che arrivo appena posso… VINCENZO - Certo, Maestro.
LAURENT - Non dimenticartelo! VINCENZO - Non dimentico, sua Maestà! LAURENT - Beh, see you. VINCENZO - Iddio la protegga, Messere.
(Vincenzo riattacca, è supereccitato. Si mette a ballare su “It’s raining men…”, a mettere a posto l’appartamento come gli capita, a fare spazio; Fa uno show, si finge fotografo.
VINCENZO - Sì, dài, gira un po’… Così, perfetto. Ferma così, sì così… Geniale, super, sì, benissimo, benissimo… Sì… Sei stupenda Katia…
(Antonio entra visibilmente innervosito. Guarda Vincenzo che sta mettendo tutto a soqquadro. Vincenzo ha preso il libro di Davide, e cita un passaggio)
VINCENZO - Sulla sabbia selvaggia, sulla scialuppa dei miei sogni, voglio sentirti gridare. Lasciati andare… Ma sì, così Katia, lasciati andare…
ANTONIO - Cosa stai facendo?
VINCENZO - Metto un po’ a posto, per guadagnare tempo.
ANTONIO - Puoi venire ad aiutarci? Dobbiamo spingere la
macchina…
VINCENZO - Cosa?
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ANTONIO - Davide ha lasciato le luci accese, la macchina non parte. Puoi scendere?
VINCENZO - Non hai i cavi per la batteria?
ANTONIO - Sì, come no… Non lo vedi che c’è una scatola con su scritto cavi batteria?
(Vincenzo cerca con lo sguardo la scatola)
ANTONIO - Allora, vieni?
(Escono)
BUIO
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SECONDO ATTO
SCENA 1.
Antonio, Vincenzo, Davide.
Ritornano dopo aver spinto la macchina.
La camicia di Vincenzo è nera.
DAVIDE - (a Vincenzo) Anche tu sei scemo, però. Hai mai visto dei traslocatori in giacca e cravatta?
VINCENZO - Mi sembra che si sia deciso un po’ all’ultimo mo-mento, questo trasloco, e poi, io magari faccio un tra-sloco in giacca e cravatta, ma non lascio le luci accese, io!
ANTONIO - Dài, basta…
VINCENZO - Mi puoi prestare dei vestiti? Non si sa mai, se dopo ci tocca cambiare anche una ruota, meglio prevedere…
DAVIDE - Che ti frega, tanto ormai è sporco, il tuo vestito. VINCENZO - E certo, però non voglio mica rovinarlo definitiva-
mente! È il mio completo per le riunioni.
(Davide ed Antonio ridono)
VINCENZO - Vabbè, Antonio, me li dài o no questi vestiti?
ANTONIO - Tieni, prendi.
(Antonio gli dà dei vestiti che stanno per terra.
Una tuta ed una felpa alquanto brutte) VINCENZO - No, scusa, non hai nient’altro? ANTONIO - (offeso) Cosa c’è che non va? VINCENZO - (ridendo) È tuo, questo maglione? ANTONIO - Perché, cosa c’è che non va nel maglione? DAVIDE - Ma l’hai mai messo? ANTONIO - Certo, che lo metto! Se l’ho comprato, è per metterlo! (Vincenzo comincia a spogliarsi)
VINCENZO - Non l’avrai mica comprato… Te l’hanno regalato,
no?!…
ANTONIO - Se non ti piace, resta pure in giacca! È per te, a me che
me ne frega!
DAVIDE - Sì, dài, mica dobbiamo fare una sfilata.
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VINCENZO - Poco ma sicuro…
(Vincenzo è in mutande in mezzo alla stanza)
SCENA 2.
Antonio, Davide, Vincenzo, Katia.
Una bellissima ragazza entra piano nell’appartamento: Katia.
Èvestita sportiva: tuta, t-shirt aderente, scarpe da ginnastica. Ha un borsone (dentro: prodotti di bellezza, trucchi, vestiti vari).
Alla sua vista, tutti si bloccano. I 3 ragazzi pensano di sognare. Katia sembra persa.
VINCENZO - (a Katia) Vuoi vedere la bestia?
ANTONIO - Smettila! Vatti a cambiare in bagno, per favore.
VINCENZO - Tutto a posto, sai quanti ne ha visti, la malandrina?
Vero?
ANTONIO ANTONIO ANTONIO ANTONIO DAVIDE
(Katia sorride. Antonio è imbarazzatissimo)
- Basta, sei pesante!
(Vincenzo va in bagno facendo il cretino)
- Luisa, giusto?
(Katia, che non capisce, sorride e annuisce)
- Ho parlato con suo padre, stamattina. Mi dispiace, sono
un po’ in ritardo. Non pensavo che venisse così presto.
Vabbè, non fa niente. Cerchiamo di sbrigarci.
(Antonio fa fare una visita molto rapida a Katia.
Parla molto velocemente e quindi non si meravi-
glia che lei non risponda mai. Katia, che continua
a non capire, lo segue sempre)
(Nel frattempo Davide si risiede e cerca di
imparare la sua scena a voce alta)
- Dunque, dunque, dunque… Ehm, sì… Allora, la
moquette è un po’ sporca, l’ho detto a suo padre, quindi
lo sa. Questa è la cucina. Sono delle piastre elettriche,
quella di sinistra non funziona. Inutile provarci, non ha
mai funzionato… (sorriso di Katia) Mai…
- Ti legherò ad una corda, e lascerò che l’acqua del mare
ricopra il tuo corpo finché la tua pelle non sarà così
salata da permettermi di gustare interamente…
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ANTONIO - Davide, ti prego!
(Davide è concentrato e rilegge la scena a bassa
voce)
ANTONIO - (a Katia) Sta imparando una parte… È attore…
Dunque, ehm, adesso che ci penso, questa sedia è di suo
padre. Non so se se la vuole riprendere. (Katia si siede
sulla sedia e sorride) Però non si sbagli, perché io ho
esattamente la stessa sedia. Ma questa è mia. (Katia si
siede sull’altra sedia e sorride) No, la sua è quella.
DAVIDE - E quando sarò sazio di succhiarti le membra…
ANTONIO - Senti, non potresti smetterla un attimo!? Lo scusi…
Ehm, la finistra è difficile da aprire. Bisogna fare così
e… (gli resta la maniglia in mano)
DAVIDE - E urlerai, urlerai come un animale!
ANTONIO - (incazzato nero) Adesso basta, smettila con questa
roba!… Ecco, qui c’è la toilette (apre e richiude subito)
ehm… devo ancora finire di pulire, lo vediamo dopo.
Ah, ci sono due mazzi di chiavi. Su questo c’è anche la
chiave della cantina, è un po’ difficile da aprire, bisogna
sollevare verso l’alto… vabbè, poi scendiamo così le
faccio vedere… Invece questa è la chiave della cassetta
delle lettere, non c’è il nome, ma è la numero 7, come
l’appartamento, l’ho scritto sulla chiave, ah cazzo, si è
tolto, ce lo rimetto dopo. Insomma, comunque è facile
da ricordarsi, 7 come i nani di Biancaneve (con un gran
sorriso) 7…
KATIA - (con un gran sorriso) 7.
ANTONIO - Il bagno… (a Vincenzo) Puoi uscire, per favore!
Vincenzo!
(Vincenzo esce dal bagno dalla porta di destra,
Antonio e Katia entrano dalla porta di sinistra)
SCENA 3
Davide, Vincenzo, poi Antonio.
(Antonio e Katia sono in bagno, ogni tanto li sentiamo off)
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(Vincenzo appare con la tuta e la felpa)
VINCENZO - Allora? Come sto?
DAVIDE - Molto chic… Direi però che c’è a chi sta meglio, la
tuta. Hai visto la proprietaria, come è avvolta bene?!
VINCENZO - È la proprietaria?… No!
DAVIDE - Sì.
VINCENZO - Cazzo!
DAVIDE - Cosa?
VINCENZO - Allora capisce l’italiano?
DAVIDE - Penso proprio di sì.
VINCENZO - Porca puttana, credevo di no, quando l’ho vista. È per questo che ho fatto il cretino. È vero, non te l’ho detto, Laurent ha chiamato prima, non dovrebbe tardare…
DAVIDE - L’hai detto ad Antonio?
VINCENZO - Ancora no. Aspetta… Siccome è incasinato col lavoro, m’ha detto che avrebbe fatto le foto ad una modella qui, visto che l’appartamento era vuoto!
DAVIDE - Cosa? Non ho capito niente…
VINCENZO - Sta venendo qui per portare il furgone, ed ha dato appuntamento ad una ragazza polacca o greca, non so, per farle delle foto.
DAVIDE - Qui?
VINCENZO - Ma sì! E m’ha detto anche di essere carini con lei se arriva prima di lui, perché non spiccica una parola d’italiano. È per questo che, quando ho visto arrivare quella ragazza, vista la carrozzeria, ho creduto che fosse lei e che non capisse una parola.
ANTONIO - (off) Allora, questo rubinetto non bisogna toccarlo, perché schizza dappertutto… No, no, no… Ecco, e ci sono due ingressi per andare in bagno.
(Antonio esce dal bagno dalla porta di sinistra, completamente zuppo. La porta si richiude, Katia resta sola nel bagno)
ANTONIO - (sottovoce a Vincenzo e Davide) Questa è pazza, m’ha chiuso la porta in faccia. Ha già messo tutte le sue creme nel bagno… Le dico di non aprire il rubinetto, e lo apre… Io sono zuppo, e lei ride. (Antonio si asciuga la faccia con la camicia di Vincenzo)
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VINCENZO - Ehi, quella è la mia camicia!
(Davide e Vincenzo scoppiano a ridere) ANTONIO - Ehi, ma anche voi siete impazziti?… Quello, nudo, che
fa il coglione davanti alla figlia del proprietario… VINCENZO - Non sapevo che fosse la proprietaria, io… ANTONIO - Ho capito, comunque (divertito, imitando Vincenzo)
“Allora, vuoi vedere la bestia?” Ma sei scemo?… E quell’altro che grida a squarciagola quel testo del cazzo!
DAVIDE - Non è un testo del cazzo!
ANTONIO - Ah no?!… Scusa, ehm, Vorrei succhiarti il membro, nel mare con una corda… Chiamalo come vuoi, per me si tratta di cazzo.
VINCENZO - (a Davide) Hai ricominciato con le palme che si ergono?
DAVIDE - Banani!
VINCENZO - Cosa?
DAVIDE - Hai detto palme, sono dei banani!
VINCENZO - (a Antonio) Non resterà delusa, la tua proprietaria. Quanto è…!
ANTONIO - Sì!
VINCENZO - Simpatica.
ANTONIO - Sì, però dovresti vedere il livello. Le dici una cosa, lei ti guarda e fa un gran sorriso da scema.
VINCENZO - Ma chi se ne frega, strappa tutto! Vai, è in bagno, è già calda come la brace. Tu entri: dobbiamo parlare! E pam! Sul lavandino! Ma sì, è così che si fa!
DAVIDE - Fai così con mia sorella?
VINCENZO - (imbarazzato) No, però, che c’entra, non è la stessa cosa…
MARINA - Mica è, mica è così alta…
(Ridono tutt’e tre. La tensione è calata) ANTONIO - Su, seri, dobbiamo darci una mossa, dobbiamo comin-
ciare a portare giù gli scatoloni a tutta velocità! Potete portare giù questo? Fate attenzione, è molto pesante.
(Antonio gli indica uno scatolone enorme) DAVIDE - Che stronzo! Ci fa portare giù il più grosso, così ha
tutto il tempo con lei…
VINCENZO - Mi fai schifo!
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(Antonio ride)
(Vincenzo e Davide escono con lo scatolone) (Antonio si mette a preparare un altro scatolone) (Dopo averlo chiuso, parla a Katia attraverso la porta)
ANTONIO - Porto giù una scatola, la lascio sola nell’apparta-mento… Lascio la porta aperta…
(Mentre sta per uscire, entra Davide)
DAVIDE - Ho dimenticato le chiavi.
ANTONIO - Ti aspetto giù.
(Antonio esce)
SCENA 4
Davide, Luisa, poi Antonio.
DAVIDE DAVIDE DAVIDE LUISA
(Davide cerca le chiavi. Recita il testo a voce alta)
- E quando sarò sazio di succhiare le tue membra, quan-
do ogni piega del tuo corpo sarà rossa come il sangue,
mi chiederai di fermarmi…
(Luisa entra piano e guarda Davide, sorpreso)
- … E urlerai, urlerai come un animale!
(Davide ha trovato le chiavi, si gira e vede Luisa)
(Luisa è una bionda molto carina. È soprattutto
molto provocante, con la minigonna molto mini. Il
suo look è quello di una giovane pariolina)
(Davide è imbarazzato, poi pensando di trovarsi
davanti a Katia, fa il belloccio)
- “Vi preoccupate, madama, e siete a disagio, scorgete
nei miei occhi un triste presagio…”
(Luisa resta inebetita)
Eccola, la nostra modellina… È finalmente arrivata, con
le sue chiappettine, le sue tettine, ha fatto proprio bene…
Allora, porcellina mia, siamo venuti a farci il ritrattino?
(articolando esageratamente) B.U.O.N.G.I.O.R.N.O. IO
SONO DAVIDE.
- B.U.O.N.G.I.O.R.N.O. IO SONO LUISA, LA FIGLIA
DEL PROPRIETARIO.
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(Davide diventa rosso come un peperone)
(Entra Antonio. Folle di rabbia)
ANTONIO - No, ma è impazzito! Impazzito! È proprio stronzo!
DAVIDE - Antonio, c’è…
ANTONIO - Lo sai che m’ha detto Vincenzo? “Senti, forse è un po’
cretino portare giù tutti i cartoni, visto che tra un po’
arriva Laurent col furgone. Forse ci conviene aspettare,
sennò ci toccherà spostare poi tutti i cartoni dalla
macchina al furgone.” È impazzito! Ma non poteva
dirmelo prima che Laurent aveva chiamato? Impazzito!
DAVIDE - (indicando Luisa) Antonio, questa è…
ANTONIO - (guardandola con aria aggressiva. Molto secco) Buon-
giorno. Aspetta, non è tutto! L’ultima novità è che
Laurent non ha trovato niente di meglio che far venire
una ragazza qui nel mio appartamento per farle delle
foto! Sì, sì, te lo giuro! Il giorno del mio trasloco! Che
ficata! (guarda di nuovo Luisa) E che ci ha questa da
fissare? È lei la polacca che viene a farsi le foto qua?!!!
(a Luisa) Guardi, mi dispiace, se la veda direttamente
con Laurent! Su, fuori!
LUISA - (molto calma) Buongiorno, è lei l’affittuario?
ANTONIO - …
LUISA - Sono Luisa Spagni, la figlia del proprietario.
ANTONIO - …
(Grande silenzio)
(Suona il citofono)
ANTONIO - Sì?
VINCENZO - (off) Sentite, quando avete finito di scoparvi la figlia del proprietario, mi portate giù le chiavi?
(Davide scoppia a ridere)
(Seguito a ruota da Antonio)
(Luisa è molto innervosita)
ANTONIO - Mi dispiace, adesso le spiego… Io… (a Davide, che sta ancora ridendo) E smettila!… Da stamattina, ehm, ètutto pazzesco! Lei non può capire…
LUISA - No, non troppo.
30 |
||
ANTONIO |
- (a Davide, indicando il bagno) Aspetta, ma allora, la |
|
ragazza là… È… Ed è chiusa là dentro da un’ora… Non |
||
ci starà capendo più nulla… |
||
LUISA |
- Beh senta, non so cosa stia succedendo. Io so che devo |
|
riprendere un appartamento, ma da quanto vedo siete |
||
ben lungi dall’aver finito. |
||
ANTONIO |
- Non so cosa dirle, sono veramente dispiaciuto… Ho |
|
parlato con suo padre, stamattina, e pensavo che tutto |
||
sarebbe già finito… Poi abbiamo avuto un sacco di |
||
problemi, e… Insomma, so che non è un buon motivo, |
||
ma io… Dovevamo avere un furgone, ma non è ancora |
||
arrivato. (a Davide, falsissimo) Non è ancora arrivato il |
||
furgone? |
||
DAVIDE |
- (stando al gioco) No… e poi con l’incidente… |
|
LUISA |
- Avete avuto un incidente? |
|
DAVIDE |
- Noi no… Ma l’autista, insomma il nostro amico |
|
Laurent, ha avuto un |
incidente stamattina, col |
|
furgone… |
||
LUISA |
- È grave? |
|
ANTONIO |
- No, no, non è niente. |
|
DAVIDE |
- È in coma… |
|
LUISA |
- (dispiaciuta) Oddio… |
|
ANTONIO |
- Sì, insomma, non è proprio un coma, è… è più… una, |
|
una siesta, in realtà. Ecco. È una grande siesta! In effetti |
||
ha subito un grande choc e dorme, tutto qui. I medici |
||
sembravano tranquilli. |
||
(Davide, che comincia a divertirsi, fa una faccia |
||
da funerale e finge di dire che in fin dei conti i |
||
medici non sono poi così tranquilli) |
||
(Antonio si innervosisce) |
||
ANTONIO |
- Ma sì, ma sì Davide! Ho parlato io con i medici e |
|
m’hanno detto che non è niente! Non esagerare! (a |
||
Luisa, molto sorridente) |
Insomma, mi dispiace, faremo |
|
il massimo per finire in fretta. |
||
DAVIDE |
- (sull’orlo delle lacrime) Non sarà facile… |
|
LUISA |
- Mi dovrei lavare le mani. E quello, il bagno? |
|
ANTONIO |
- Purtroppo è tutto in disordine! Se non le dispiace, c’è |
|
un lavandino anche nella toilette. |
31
LUISA ANTONIO
- Là?
- Sì.
ANTONIO DAVIDE ANTONIO DAVIDE ANTONIO DAVIDE ANTONIO LUISA
(Luisa va nella toilette)
- Ma che cos’è questa cazzata del coma! Ma sei tutto
scemo, tu!
- Ti vorrei far notare che almeno adesso è calma! Perché,
con l’ingresso che hai fatto prima, tanto di cappello!
- Potevi avvisarmi!
- Ma ti sei visto quando sei entrato?
- (indicando il bagno) È sempre là, quella?
- Credo di sì.
(Luisa esce dalla toilette, disgustata. Antonio
l’accoglie con un gran sorriso)
- Tutto a posto?
- Sì.
(Suona nuovamente il citofono)
È di nuovo Vincenzo.
VINCENZO - Oh! Ma mi state prendendo per il culo?!
ANTONIO - Scusaci, adesso scende Davide. (a Davide) Puoi scendere?
DAVIDE - Sì, anche perché mi devo andare a parcheggiare!
(Davide esce)
SCENA 5.
Antonio, Luisa, poi Vincenzo, Katia e Marina.
ANTONIO LUISA ANTONIO
(Antonio è da solo con Luisa. È a disagio, smie-
lato. Lei è molto fredda. Come prima con Katia, le
fa fare una visita molto rapida dell’appartamento)
- Allora, viene a stare qui?… Vedrà che quest’appar-
tamento è molto simpatico, molto luminoso… E anche il
quartiere è simpatico! Lo conosce, il quartiere?
- Sì, sì. Il mio ragazzo abita qui vicino.
- Geniale! Una volta da uno, una volta dall’altro.
(Luisa, che coglie una sfumatura sessuale nella
frase, non apprezza la battuta)
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ANTONIO - (“si sotterra”) Insomma, è… è simpatico abitare uno
accanto all’altro.
LUISA - I buchi nella moquette sono per giocare a golf?
ANTONIO - Sì, lo so, la moquette è un po’ sporca, l’ho già detto a
suo padre. L’avevo fatta mettere io, ma ve la lascio.
LUISA - Tanto la faccio cambiare, non sopporto questo colore.
ANTONIO - Beh, mica è così…
LUISA - No.
ANTONIO - In realtà, non avevo ordinato questo grigio. Si sono
sbagliati ma non l’ho cambiata perché lei sa come sono i
fabbricanti di moquette, dopo per avere il colore che uno
vuole deve aspettare mesi… Allora… E poi, con tutto
quello che succede qui…
LUISA - Che cosa succede, qui?
ANTONIO - Ah no, niente di speciale, ma insomma voglio dire che
in un appartamento di giovani, la vita della moquette è
abbastanza limitata. Non so se capisce.
LUISA - Non dire, no.
ANTONIO - Comunque, per le chiavi. In questo mazzo c’è la chiave
della cantina… è un po’ capricciosa, bisogna forzare…
Questa invece è della cassetta delle lettere. È la numero
17, come l’appartamento.
LUISA - Ci metterò un’etichetta col nome, è molto più facile.
ANTONIO - Certo. (scherzando) Comunque è facile da ricordare, è
7, come i nani di Biancaneve… Invece questa finestra
è… è… insomma è qua, non si muove, è la finestra… La
cucina. Ah, a proposito, ma non è che c’è qualche
problema con le piastre elettriche?!!
LUISA - Sì, lo so, la sinistra non funziona, grazie!
(Vincenzo entra incazzato. Antonio gli fa segno di
stare calmo. Vincenzo guarda con insistenza
Luisa che gli dà le spalle e quindi non l’ha ancora
visto, si sconvolge)
(Suona il citofono. È Marina)
ANTONIO - Sì.
MARINA - (off) Antonio, sono Marina.
ANTONIO - OK. Ti apro.
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(Al suono della voce di Marina, Vincenzo è preso
dal panico e corre in bagno)
(Katia urla ed esce dalla porta di sinistra. È
vestita solo con un asciugamano)
(Antonio e Luisa vanno a vedere, e si ritrovano
faccia a faccia con lei)
(Vincenzo esce dal bagno, lato destro, e corre a
nascondersi dentro lo scatolone delle stoviglie)
(Katia, spaventata, cerca invano di spiegare la
situazione a Luisa)
KATIA - Entrato, va veloce… E si ha, si ha… Ha il… (indica la
tuta)… così.
LUISA - (a Antonio) Senta, non so cosa succede in questo
appartamento. Non dirò niente a mio padre. Ma vorrei
che cercaste di accelerare. Vorrei dormire qui, stanotte.
ANTONIO - No, ecco, non è niente. È un’amica che… che abita qui,
ecco. Penso che abbia visto un ragno, e ha avuto paura,
tutto qui.
LUISA - Nel bagno? Ci sono i ragni in bagno?
ANTONIO - Sì, cioè no… insomma… sono finti! Sono dei
giocattoli per il bagno, per la doccia. Ecco, ecco perché
ha avuto paura. (a Katia) Non è niente, sono dei
giocattoli per la doccia. Su.
(Entra Marina e vede Antonio circondato da due
creature da sogno)
MARINA - Ciao.
ANTONIO - Ciao, Marina, come va?
MARINA - Fico il tuo trasloco!
ANTONIO - Ti presento Luisa Spagni, la figlia del mio proprietario.
E lei è, ehm, Katia, che tu conosci, che abita qui.
MARINA - Katia?
ANTONIO - Sì, Katia, la ungherese.
MARINA - La ungherese?
ANTONIO - Ma sì, ti ricordi? Quella che ha paura dei ragni…
MARINA - Piacere, Katia la ungherese.
ANTONIO - (a Katia che adesso si sbriga a finire la doccia) Eh, Katia?… Devi ritornare in bagno, adesso. (con un gran sorriso) Su.
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KATIA
- (con un gran sorriso) 7.
(Katia si chiude nuovamente in bagno)
SCENA 6.
Antonio, Luisa, Marina, Vincenzo nello scatolone.
ANTONIO - Meno male che sei qui. Così possiamo accelerare le
cose.
MARINA - Vincenzo non c’è?
ANTONIO - Sì, ma è andato via.
MARINA - Ma dài! Gli hai detto che tornavo?
ANTONIO - Sì, sì, ma adesso torna, non ti preoccupare.
MARINA - Passeremo la giornata a rincorrerci… A che punto
state?
ANTONIO - Così, così. Mi puoi dare una mano a fare le scatole dei
vestiti?
MARINA - (a Luisa) Sei tu che riprendi l’appartamento?
LUISA - Sì, esatto.
ANTONIO - Mi aiuti?
MARINA - Certo. È il vestito di Vincenzo, questo?
ANTONIO - Sì.
MARINA - E cosa ci fa, qui?
ANTONIO - Gli ho prestato degli altri vestiti per il trasloco, per non
sporcarsi…
MARINA - È venuto in giacca? È completamente fuori.
(Squilla il telefonino di Luisa. Lo prende dalla
borsa e risponde)
LUISA - Pronto… Ciao, Sascia…
(Luisa sta per sedersi sullo scatolone)
MARINA - (a Luisa) No,no!!! Non ti sedere là, è super fragile, ci
sono le stoviglie… (a Antonio) Non vuoi che lo
spostiamo, quello scatolone? Mi fa una paura, proprio in
mezzo alla stanza…
LUISA - …Io sto bene, e tu?…
(Marina vuole spostare lo scatolone)
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ANTONIO - No, no, così no… Lascialo là! Sta benissimo dov’è!
Per l’appunto, lo vedono tutti, così in mezzo alla stanza.
Non gli può succedere niente!
(Antonio e Marina sono tutt’e due in ginocchio,
ciascuno con la sua scatola; mettono a posto i
vestiti)
LUISA - …Sì, è stata fichissima, saresti dovuta venire anche tu
al Duplex…
MARINA - (sottovoce) Chi è la ragazza che sta in bagno?
ANTONIO - Dopo ti spiego, è un pochino complicato.
MARINA - Però, hai gusto.
ANTONIO - Ma no, non è mica la mia ragazza!
MARINA - Certo. (prende un maglione molto brutto) È tuo,
questo?
ANTONIO - Sì.
MARINA - Uh, che camicia! Anche questa è tua?
ANTONIO - Senti, se ti fermi ogni volta che metti dentro una cosa,
ci stiamo delle ore!
MARINA - Per fortuna che non le metti mai, queste cose… È
strana la moda, in Ungheria, eh?
ANTONIO - (secco) Eh già.
LUISA - …Una roba, una roba!… Ti giuro!… Non lo so, 600
persone… Certi uomini, ma certi uomini… Sì… ti assi-
curo! Avresti dovuto vedere come ballava, un Dio…non
molto alto, irresistibile, super cool, super simpatico…
MARINA - (con un altro maglione in mano) Simpatico, questo, poi
te lo prendo.
LUISA - …Mica potevo insistere… Ma ti avevo detto di
venire… Scusa, al Duplex le feste sono sempre
geniali!…
ANTONIO - (sottovoce a Marina) È buffo, anche lei è stata al
Duplex, ieri sera. Forse ha visto…
MARINA - Chi ha visto?…
ANTONIO - …Laurent. Sì, credo che sia andato là, ieri sera.
LUISA - …Guarda, lavora in televisione. Non so esattamente
cosa faccia, ma a quanto pare lavora su un sacco di
progetti…
MARINA - Un altro!
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LUISA LUISA ANTONIO LUISA MARINA ANTONIO MARINA ANTONIO LUISA MARINA ANTONIO MARINA ANTONIO LUISA MARINA
- Conosce tutti quanti… Siamo rimasti insieme fino alle
9 di mattina… Ah sì, alla grande!…
(Marina ascolta e prende in giro Luisa. Antonio
ha capito e non sa più cosa fare)
- Sono dei passionali, i tipi della televisione… (a Marina
e Antonio) Scusatemi. (al telefono) Allora, ha 38 anni, si
chiama…
(Antonio, che ha capito che parla di Vincenzo,
urla)
- Allora su! Mettiamo a posto!
- Ma ti rendi conto, s’è fatto la notte in bianco, aveva
una riunione alle 10, mi sembra che subito dopo avesse
pure un aereo… Sì, me l’ha dato. Adesso provo… Sì,
poi ti racconto… Sì, anch’io, ciao Sascia.
(Antonio è sul chi vive)
(Luisa fa un altro numero)
(Il telefonino di Vincenzo, che è con lui dentro lo
scatolone, si mette a suonare)
- Di chi è questo telefonino?
- È il mio.
- Anche tu il telefonino?… E da quando?
- Stamattina. Sì, l’ho comprato stamattina. Mi sono
detto, potrebbe essere utile per il trasloco.
- (tra sé) Rispondi, rispondi…
- (a Antonio) Non rispondi?
- Sì, cioè no, non so che fine abbia fatto…
- A quanto pare è lì dentro.
- Ah, che scemo! Ecco perché non lo trovavo più! Fa
niente, lo prendo dopo…
(Il telefonino non squilla più. Luisa mette via il
suo telefonino)
- (a Antonio e Marina) Gli uomini, non ci sono mai
quando uno vorrebbe.
- Questo è vero. Che fine ha fatto Vincenzo? (a Antonio)
Ti dispiacerebbe recuperare il tuo telefonino, così provo
a chiamarlo…
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ANTONIO - Aspetta Marina, così non finiamo più! Se mi metto a
cercare il mio telefonino in fondo allo scatolone, perdia-
mo altre tre ore.
MARINA - Ma magari era lui che chiamava… Dài, prendilo, sono
sicura che Vincenzo ti ha lasciato un messaggio.
ANTONIO - No, sono sicuro di no! Sa benissimo che siamo qui.
Chiamerebbe al fisso.
(Marina solleva il ricevitore del fisso)
ANTONIO - Cosa fai?
MARINA - Provo a chiamarlo.
(Antonio riattacca immediatamente)
ANTONIO - Ah, no, dài! Costa un botto!
MARINA - Oddio, che rabbino! Ti dò un euro.
ANTONIO - Ma che ci devo fare…
MARINA - Allora lasciami telefonare.
ANTONIO - No, perché, perché… si rovina il telefono, con i
portatili…
MARINA - Ma che dici?
ANTONIO - T’assicuro. Questa mattina, quando ho comprato il
telefonino, m’hanno spiegato tutto, mi hanno anche dato
dei depliant e m’hanno detto che bisogna evitare di
chiamare i telefonini dal fisso. Non so, credo che siano
le onde, o…
LUISA - (a Marina) Ti presto il mio, se vuoi.
MARINA - Grazie, molto gentile.
ANTONIO - (a Marina) Stai esagerando, Marina.
MARINA - (a Luisa) Sicuro che non ti dispiace?
ANTONIO - (a Marina) Come potrebbe dirti di no, adesso?
LUISA - Sì, potrebbe. È maggiorenne, sai? (a Marina) Mi dici il
numero?
MARINA - 335.61.91…
ANTONIO - (urla) Ah no! No! No!
MARINA - Perché gridi così? Sei impazzito?
ANTONIO - (quasi in lacrime, i suoi nervi stanno per cedere) Non so più cosa fare… Ho l’impressione che non ce la farò mai! Da stamattina andate e venite a turno, dovreste aiutarmi, ma non vi rendete conto, siete tremendi! Non
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MARINA ANTONIO LUISA MARINA MARINA ANTONIO MARINA MARINA ANTONIO MARINA ANTONIO
vi rendete conto di cosa mi fate passare?! Non ne posso
più! Adesso dico tutto! Mi senti? Dico tutto!
- Ma con chi parli? Stai bene?
- Ti prego, sii gentile. Non chiamare! Aiutami a fare il
trasloco! (indicando Luisa) Guardala, aspetta già da
un’ora, e non abbiamo ancora concluso niente! Non dice
niente, è tutta gentile. Aspetta.
- È angosciante il modo in cui parla alla terza persona di
qualcuno che gli sta di fronte. (a Marina) Allora, vuole
chiamare o no?
- No, grazie.
(Antonio è steso come se fosse moribondo)
- Perché ti metti in questo stato? È tutto a posto, adesso
lo facciamo il tuo trasloco…
- Grazie, grazie…
- Non ci fai più un’altra crisi di nervi, vero?
(Antonio fa no con la testa, come un elefante)
(Marina fa avanti e indietro; va a prendere un
sottobicchiere con le foto sopra.
- Vedi, siamo tutti qua. Tutti i tuoi amici. Ci riconosci?
- (si rialza, serio) No, ma che m’hai preso per scemo,
Marina? Sono stanco, non sono mica scemo!
(Marina ride. Guarda le foto con crescente
interesse)
- Che fica questa foto! Era in Corsica, no? Com’è bello
Vincenzo qui sopra. (a Luisa) Che dice, è bello il mio
ragazzo, no?
(Marina sta per mostrare la foto a Luisa)
(Antonio ridiventa pazzo e le strappa il sottobic-
chiere dalle mani per metterlo dentro una scatola
che chiude immediatamente)
- Ah no, no, non sono d’accordo. Le foto le guardiamo
un’altra volta! Che gliene frega a lei, che gliene frega!
Non vuole vedere le nostre foto! Su, dai, mettiamo a
posto! Le foto ce le guarderemo quando avremo tempo,
certo non adesso! Ecco, faremo una bella serata tutti
quanti con le diapositive, le patatine, le coca-cole…! Ma
adesso no!
39
LUISA ANTONIO LUISA MARINA
(Prende tutti i sottobicchieri e li getta dentro una
scatola vuota che chiude con lo scotch da pacchi,
facendo più giri per chiuderlo bene. È isterico)
- Beh, lei se ne va… Passerà più tardi. Non può mica
restare qui tutto il pomeriggio. Come se non bastasse, ha
mal di testa.
- Quando tornerà avremo finito tutto quanto, non si
preoccupi. Mi dispiace davvero, io…
- D’accordo. A dopo.
(Luisa esce)
- Ma che carina!
BUIO
40
TERZO ATTO
Scena 1.
Antonio, Marina.
Quando la luce torna, Marina ed Antonio stanno
finendo uno scatolone. Nell’appartamento è quasi
tutto a posto.Un secchio ed uno straccio di fronte
alla porta della toilette. Una decina di scatole
impilate.
Resta il materasso, il pouf, il cartone delle
stoviglie che non si è mosso, e il telefono.
Antonio e Marina sembrano stanchi. Antonio
sospira.
ANTONIO - Ouf!… Che ammazzata!… Sono distrutto.
(Marina sorride)
MARINA - Spero che ci sarà abbastanza spazio per il pupo.
ANTONIO - Cosa?
MARINA - Non trovi che sembriano una coppietta innamorata?
(Antonio sorride)
(Una pausa)
ANTONIO - Grazie ancora.
MARINA - Hai visto, era inutile arrabbiarsi, abbiamo fatto in
fretta.
ANTONIO - Sì, insomma, adesso tocca portare tutto giù. Ma che
fine hanno fatto tutti quanti? Soprattutto Laurent… A
che ora ha detto che tornava?
MARINA - Non so, ha detto “a dopo”.
ANTONIO - Beh, ti posso offrire un caffè giù?
MARINA - Perché no… Ma se arrivano?
ANTONIO - Lascio tutto aperto, non c’è problema.
MARINA - Dovresti prendere il telefonino.
(Antonio realizza che Vincenzo è rimasto nello
scatolone tutto il tempo)
ANTONIO - Cazzo!… È vero, il mio telefonino è nello scatolone…!
Lascia stare: caffè!
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(Escono. La porta resta aperta)
SCENA 2.
Laurent, Davide, Katia, poi Vincenzo.
(La stanza resta vuota per un po’.
Laurent e Davide entrano.
Laurent ha una borsa da fotografo.
Laurent ha un look e una parlata più “in” che omosessuale. Alcuni suoi gesti tradiscono la sua omosessualità, ma non è una “pazza”)
DAVIDE - Signore e signori, è arrivato il furgone! Mah… non c’è nessuno!
LAURENT - Ma che dici? È perfetto per le foto. Tutto pulito… Lei dov’è?
DAVIDE - Nel bagno.
(Laurent va nel bagno)
(Davide ammira i cambiamenti nella stanza, poi si siede sul pouf e prende il libro)
(Katia e Laurent escono dal bagno. Katia ha un po’ paura, si guarda intorno) (È truccata, vestita. Magnifica)
LAURENT - Katia?
(Katia annuisce, timida)
LAURENT - I’m Laurent… I’m sorry for being so late. Excuse-me so much, darling… Everything is ok?
KATIA - Ya.
LAURENT - Che le avete fatto? Sembra spaventata a morte.
DAVIDE - Niente di speciale. L’abbiamo violentata due
volte, tutto qui.
o tre
LAURENT - (divertito) Tutto qui? (a Katia) OK. Shall we go? (Laurent prende la macchina fotografica. Katia si toglie la giacca, porta un body.
DAVIDE - “Le donne sono delle rose, appena in fiore si sfogliano” You know Shakspeare?
(Laurent comincia a scattare le foto)
42
(Vincenzo esce lentamente dallo completamente stravolto. Vedendolo Katia lancia un grido)
scatolone, apparire,
KATIA - Ah!
LAURENT - Ah!
DAVIDE - Ah!
VINCENZO - Ah!
DAVIDE - Che fai là dentro?
VINCENZO - Che ora è?
DAVIDE - L’una e un quarto.
(Vincenzo vede Laurent e Katia)
VINCENZO - Ciao Laulau… Oh, un’apparizione! Sto ancora so-gnando, è così.
KATIA - It’s the guy with the jogging, it’s him… He go to the toilet, I was naked…
VINCENZO - Che sta dicendo?
LAURENT - Non so, che sei andato in bagno, lei era nuda…
VINCENZO - Ah sì, non sapevo che fosse in bagno… mi sa che le ho
fatto paura.
DAVIDE - Apparentemente.
LAURENT - Come on, Katia, it’s a friend… Everything’s all right,
OK?
DAVIDE - Hai dormito là dentro?
VINCENZO - Mi sa di sì.
DAVIDE - Dentro allo scatolone. VINCENZO - Sì… (comincia a svegliarsi meglio) Come va, Laulau? LAURENT - Meglio di te, si direbbe… non bisogna fare baldoria
fino al mattino, vecchio mio.
VINCENZO - Antonio non c’è?
DAVIDE - No, non so dove sia. Siamo appena arrivati.
VINCENZO - Dov’eri finito, tu? Eri completamente scomparso.
DAVIDE - Ho girato due ore per trovare un posto.
LAURENT - (divertito) Ma sentitelo! Lo sai dove l’ho trovato? Al bar, a leggere quel suo libro.
VINCENZO - Carino per quelli che si smazzano gli scatoloni.
DAVIDE - Ma no. Ho preso 5 minuti un caffè, tutto qui.
KATIA - Shall we shoot?
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LAURENT - Yes, excuse-me. Beh, ragazzi, io ce n’ho per un quarto d’ora. Cominciate a portare giù gli scatoloni, il furgone è qui sotto.
VINCENZO - No, no, no. Noi restiamo qui, a guardare.
DAVIDE - Sì, Vivì ha ragione.
VINCENZO - È meglio se aspettiamo Antonio per scendere i cartoni.
DAVIDE - Sennò chissà che casino combiniamo. Inutile farlo
arrabbiare.
(Vincenzo e Davide si siedono comodamente come per uno spettacolo)
(Laurent scatta. Katia si mette in posa) (Vincenzo a poco a poco si eccita, ricomincia a cantare “It’s raining men…”)
VINCENZO - Senti. Io ho un po’ di tempo libero, in questo momento. Non ti serve un assistente?
LAURENT - It’s great, darling! More sexual! VINCENZO - Mi piace proprio quello che fai…
(Katia è sempre più eccitante. Fa scivolare le bretelle del reggiseno dalle spalle)
(Vincenzo comincia a perdere le staffe) VINCENZO - Sì, mi piace questo lavoro! Sei stupenda, Katia! (a
Davide) Come si dice “Sei stupenda!”?
(Davide ride)
VINCENZO - Dille che è stupenda, Laulau, diglielo! Sì!
(Vincenzo si alza. Si mette a ballare sulla sua canzone preferita)
(È il delirio più totale)
SCENA 3.
Gli stessi, Antonio e Marina.
(Arrivano Antonio e Marina)
ANTONIO - Che succede qui? Cos’è questo casino?!
(Marina è sconvolta)
(Vincenzo e Davide si alzano e fanno finta di scendere i cartoni)
(Laurent continua a fare le foto, tranquillamente)
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VINCENZO - Ouf…! Non si finisce più!
DAVIDE - L’hai detto!
VINCENZO - (a Davide) Portiamo giù quello grosso o uno a testa,
come prima?
DAVIDE - Uno a testa. È meglio.
MARINA - (a Vincenzo) Sono contenta di vederti. (lo bacia) Che
fine hai fatto ieri? Mi dovevi chiamare.
VINCENZO - Lo so, io… sono distrutto, non mi sono fermato un
attimo! Mi dispiace…
MARINA - È tuo questo maglione?
ANTONIO - (a Davide) Ma dov’eri finito?
DAVIDE - Lascia stare, ho girato tre ore per parcheggiare.
ANTONIO - Grazie per il furgone, Laulau. È quello grigio qui
sotto?
LAURENT - Già.
ANTONIO - Invece, l’appuntamento alla modella, avresti potuto
evitarlo.
LAURENT - O così o niente furgone.
MARINA - Ciao Laulau.
LAURENT - Ciao… Ho finito, non ce n’ho per molto.
ANTONIO - Vabbè, noi continuiamo.
(Davide e Vincenzo sono bloccati su Katia)
ANTONIO - Ehi! Continuiamo?
VINCENZO - Certo, certo.
(Marina prende una scatola)
MARINA - (a Vincenzo) Mi aiuti?
(Prendono uno scatolone in due)
MARINA - Allora, com’è andata la riunione ieri? Hai venduto il
tuo progetto?
VINCENZO - Sai com’è, si vende, si vende… Si vende sempre meno. No, non lo so. Insomma, dobbiamo rivederci. Forse in settimana.
(Vincenzo e MARINA escono) ANTONIO - Dove sono le chiavi del furgone, Laulau? LAURENT - Guarda nella mia borsa, la tasca davanti. ANTONIO - Sono queste?
LAURENT - Sì, la piccola.
(Antonio e Davide prendono uno scatolone)
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DAVIDE - Sai che quando siamo arrivati con Laurent, prima, Vincenzo dormiva dentro uno scatolone.
ANTONIO - Ah sì?
(Escono)
(Restano Laurent e Katia che continuano le foto) (Vincenzo arriva senza fiato. Si sistema per assistere alle foto)
VINCENZO - È veramente fico quello che fai, sai… Sul serio, se ti serve un assistente…
LAURENT - (ironico) È andata bene la tua riunione, ieri? VINCENZO - Mi raccomando, non dire nulla. L’unico che sa è
Antonio. Ah, non t’ho detto! La ragazza di ieri, è la figlia del proprietario di Antonio.
LAURENT - Cosa?
VINCENZO - Ti giuro! La ragazza di ieri, era qui stamattina!
LAURENT - Non ci credo! Ti ha visto?
VINCENZO - Ma che sei matto?
(Entrano Antonio e Vincenzo) ANTONIO - È stupendo il tuo furgone, Laurent! VINCENZO - (sovraeccitato) Mi piace questo trasloco! ANTONIO - (a Vincenzo) Mi aiuti? Portiamo giù questo.
(Vincenzo è sempre bloccato su Katia)
ANTONIO - Vincenzo, per favore.
VINCENZO - Ho un’idea. Facciamo una catena! Una ficata! Ascolta! Io resto qui e ti passo le scatole. Tu le passi a Davide, e lui le prende insieme a Marina, così Marina non si
spacca la schiena. È una ficata, no?
DAVIDE - Così tu ti godi Katia.
VINCENZO - Ma che c’entra!
ANTONIO - Non essere maligno, Davide. Vincenzo mica è così…
(a Vincenzo) Su, portiamo giù questo.
(Prendono uno scatolone. Davide prova a
prenderne un altro)
DAVIDE - Io non ce la faccio a portare giù questo da solo, è
troppo pesante.
ANTONIO - Dico a Marina di salire a darti una mano.
DAVIDE - (ironico) “O donna! Donna! Donna! Creatura fragile e
deludente!…”
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VINCENZO - (stufo) E basta co’ ‘sto teatro.
(Vincenzo e Antonio escono)
(Vincenzo rientra immediatamente. Fa finta di cercare qualcosa)
ANTONIO - (off) Vincenzo!
VINCENZO - Sì, sì, arrivo… Cazzo, ma dov’è?
DAVIDE - Cosa cerchi?
VINCENZO - Una cosa.
(Antonio rientra)
ANTONIO - Vincenzo!
LAURENT - OK Katia. Great, very great.
(Antonio e Vincenzo escono)
Laurent mette via la macchina fotografica. Katia va in
bagno.
DAVIDE - Hai finito?
LAURENT - Sì.
DAVIDE - Ti dispiacerebbe aiutarmi a ripetere la commedia?
LAURENT - No, no. Aspetta, le devo dare gli indirizzi delle
agenzie. Vieni.
DAVIDE - Ma si deve cambiare, no?
LAURENT - Ti dà fastidio?
DAVIDE - No.
(Entrano in bagno)
SCENA 4.
Davide, Laurent, Katia, poi Marina.
Davide, Laurent e Katia sono in bagno. Li sentiamo.
LAURENT - (off) You see, you have this one.
KATIA - (off) It’s viale Porioli.
LAURENT - (off) No, viale Parioli. (a Davide) Dov’è il tuo coso?
DAVIDE - (off) Ecco… Tu fai Achille… Io comincio dalla fine, a
partire da “E quando sarò sazio…” Lo trovi?
LAURENT - (off) Right.
DAVIDE - (off) E quando sarò sazio di succhiare le tue membra,
quando ogni piega del tuo corpo sarà rossa come il
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sangue, mi chiederai di fermarmi. E griderai, griderai come un animale! Cosa rispondi a ciò, Achille?
(Entra Marina; ascolta il dialogo che si sta svolgendo, stupefatta)
LAURENT - (off) Non rispondo niente. Penso che sia il tuo modo di
amarmi, devo abituarmi.
DAVIDE - (off) Devi o vuoi abituarti?
LAURENT - (off) Cosa importa?
DAVIDE - (off) Per me è importante saperlo. Sei cambiato. Hai
paura degli altri.
LAURENT - (off) No, non ho paura. Non siamo a casa nostra. Lo dovresti sapere. Non è la stessa vita. Non sono le stesse persone. Non serve a niente fingere.
DAVIDE - (off) Ma chi finge?! Dimmelo! Chi?! Chi finge di amare l’altro? Sei tu o sono io?
LAURENT - (off) Tutti fingono. Lo sai benissimo. Tutti! È così che la gente vive, qui! Noi siamo solo appena arrivati, ma vedrai, anche tu imparerai a fare come loro. Anche tu imparerai a fingere di essere felice, imparerai a fingere di ridere, di piangere, di scopare!
DAVIDE - (off) Mi rifiuto di entrare nel gioco, io! LAURENT - (off) Allora non giocare più e valli a vedere, tutti questi
burattini senza fili! Vagli a dire chi sei!
DAVIDE - (off) Presto lo dirò a tutti! E quel giorno, non potrai più
fingere… Credimi, quel giorno, non potrai più fingere…
LAURENT - (off) Finito?
DAVIDE - (off) Sì.
(Katia li interrompe)
KATIA - Can I take a shower?
LAURENT - Of course. Vuole fare una doccia. Meglio che usciamo. Aiuto! Una donna nuda!
(Ridono tutt’e due)
(Marina si fa prendere dal panico, si nasconde.
Laurent e Davide escono dal bagno)
LAURENT - Facciamo i bravi, portiamo giù una scatola? Vieni, Emilio?
DAVIDE - Arrivo, Achille…
(Escono)
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SCENA 5.
Marina, Antonio, poi Laurent, poi Vincenzo.
MARINA - esce dal suo “nascondiglio”. È sconvolta.
(Entra Antonio)
ANTONIO - Beh, che fai?
(Marina è senza parole)
Che cosa c’è?… Ah, Laurent ha finito, meno male.
MARINA - Antonio, mi sa che mio padre ha ragione…
ANTONIO - Cosa?
MARINA - Mi sa che è checca.
ANTONIO - Laurent?… (ironico) Possibile.
MARINA - (fuori di sé) Ma no, non Laurent. Davide! Laurent lo
so, grazie. Tutti sanno che è una pazza scatenata. Ce l’ha
scritto in faccia! A volte mi chiedo se non porta proprio
l’insegna in fronte, Checca, sì, sì, con tante lucettine
intorno che lampeggiano, nel caso che qualche cretino
non se ne fosse accorto! Laurent checca, checca, checca,
checca…
(Entra Laurent e squadra Marina)
LAURENT - Disturbo?
MARINA - (imbarazzata) Ah… Laulau, tutto a posto, le foto?
LAURENT - Sì, grazie.
MARINA - Carino da parte tua di essere venuto a darci una mano,
con tutto il lavoro che hai.
LAURENT - A dire il vero ero venuto per incularmi Antonio, ma c’è
troppa gente, ripasso dopo.
(Si sente il rumore della doccia che viene aperta)
ANTONIO - Che cos’è questo rumore?
(Arriva Vincenzo)
LAURENT - È Katia che fa la doccia.
VINCENZO - Sul serio? Fichissimo!
MARINA - (molto secca) Raggiungila!
VINCENZO - Ehi, calma, Marina.
ANTONIO - Cosa? Katia fa la doccia?!!!
MARINA - Vai anche tu! Andateci tutt’e due! (a Laurent) E invece
tu, basta che scendi a raggiungere mio fratello così vi
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fate una bella scopata tutti insieme! Più siete, più vi
divertite!
VINCENZO - Che cos’hai, Marina? Non ti senti bene?
MARINA - Va a quel paese, Vincenzo! Smettila!
ANTONIO - Calmati Marina.
MARINA - Mi fate tutti schifo!
(Marina va a sedersi sul pouf)
(Vincenzo vuole andare da lei, Antonio gli fa
segno di scendere)
(Vincenzo porta giù una scatoletta molto piccola)
VINCENZO - (piano, ad Antonio) Porto giù questa.
(Antonio fa cenno di sì)
ANTONIO - (a Laurent) Ho passato un’ora a pulire tutto il bagno e
mi stai dicendo che Katia si sta facendo la doccia.
Pazzesco! Pazzesco! Ma portala a casa tua, a fare la
doccia!
LAURENT - (molto calmo e molto duro) Sai, Antonio, non mi meraviglia che Marina sia così arrabbiata. Dovresti fare attenzione a come parli alle persone.
ANTONIO - Non vedo il rapporto…
LAURENT - Il rapporto? Dimmi se sbaglio. Mi sembra che Vincenzo non abbia chiuso occhio per tutta la notte. Mi sembra che Davide sia pieno di lavoro fin sopra i capelli, che abbia pagine e pagine da imparare a memoria, che abbia così poco tempo, che poco fa mi ha chiesto, tra due porte, tra due scatole, di fargli ripetere il testo!… Lasciami finire! Mi sembra che Marina abbia degli appuntamenti di lavoro… Interrompimi se sbaglio!… Che anche lei abbia certamente del lavoro fin sopra i capelli! Non ti racconto neanche i miei impegni, ho un intero catalogo da finire per la settimana prossima, le sfilate che cominciano fra un mese, ho mille euro di scoperto… Mi sembra che tu avresti dovuto fare il trasloco domani, che invece si fa oggi, che tutti abbiano fatto in modo di esserci, per te, per aiutarti! Perché sei nostro amico. Che tutti abbiano cambiato, come potevano, i loro impegni, perché tu non ritrovassi come uno stronzo, da solo, con le scatole sul tuo motorino!
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…
Il rapporto?
Il rapporto, è chiaro, se non te ne rendi neanche conto,
che non appena le cose non vanno esattamente come
volevi, ti arrabbi… Ti ritroverai solo come uno stronzo.
Tutto solo…
Allora sì, Katia sta facendo la doccia, sì, ti toccherà
pulire di nuovo la tua doccia… E allora? È una cosa così
drammatica?…
(Grande silenzio)
(Tutt’e tre tirano fuori una sigaretta contempo-
raneamente)
(Nessuno ha da accendere. Scoppiano a ridere)
ANTONIO - Chi ha da accendere?
MARINA - Laulau? Gli hai fatto ripetere quando il testo a Davide?
LAURENT - Prima, mentre stavamo in bagno.
MARINA - È per caso una scena tra due checche, insomma due
omosessuali…
LAURENT - Sì, e pure stupida.
(Marina è rassicurata. L’atmosfera si rilassa
dolcemente)
MARINA - Prima hai detto che Vincenzo non aveva chiuso occhio
questa notte. È vero?
LAURENT - Mi sa, sì.
MARINA - E che cosa ha fatto, tutta la notte?
ANTONIO - Lo sai, aveva la riunione.
(Antonio e Laurent si scambiano uno sguardo
complice)
(La doccia si ferma)
MARINA - Toh, ha finito la doccia.
ANTONIO - (a Laurent) Guarda in quella scatola, ci sono degli
asciugamani.
LAURENT - Non serve, ce l’ha già.
(Pausa)
MARINA - Antonio… Ehm… Antonio mi ha detto che hai un
nuovo compagno…?
LAURENT - (ad Antonio) E tu come lo sai?
ANTONIO …
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MARINA - Matteo, giusto?
LAURENT - Matteo? E chi è Matteo?
MARINA - Non è il tuo uomo, scusa, che è venuto a dare una mano ad Antonio a traslocare?
ANTONIO - Ma sì. Ma non per molto, in realtà. Ha solo preso uno scatolone e poi, ehm… È andato via. Ecco sì, dopo è andato, è andato a prendere le sigarette e non l’abbia più rivisto, eh? (ride nervosamente) È, è molto simpatico, ma non molto efficace, eh? (a Laurent) Eh? Ammettilo…
LAURENT - …
MARINA - E com’è, fisicamente?
(Laurent e Antonio rispondono contemporanea-mente)
LAURENT - Biondo.
ANTONIO - Roscio
ANTONIO - (imbarazzato) Sì, biondo… biondo-roscio.
LAURENT - Aspetta, ma che stai dicendo? Mica è roscio, è biondo,
biondo chiaro.
ANTONIO - Sì… Ehm, però dipende perché, per esempio, stamattina, io, io guardavo i suoi capelli e per esempio per strada, alla luce del giorno, sembrava biondo. E invece la cosa divertente è che qui, con queste luci, sembrava roscio. Ma guarda tu!
LAURENT - Ma che dici… E poi, non si chiama mica Matteo, si chiama Enrico.
MARINA - Ma siete sicuri che parlate della stessa persona? ANTONIO - Ah, forse ho capito male, ma io mi ricordavo Matteo. MARINA - Forse per strada si chiama Enrico, e qui a casa tua
Matteo.
ANTONIO - (senza riflettere) Forse, chi lo sa.
(Entra Davide)
DAVIDE - Ma che fate? Io e Vincenzo cominciamo a fare la ruggine, di sotto.
ANTONIO - Scendiamo.
(Antonio e Laurent prendono il materasso)
(Escono)
52
SCENA 6.
Marina, Davide, poi Vincenzo.
DAVIDE - Dì un po’, non so che gli hai fatto, ma Vincenzo è
incazzato.
MARINA - Sì, abbiamo litigato, prima.
DAVIDE - C’è qualcosa che non va?
MARINA - No, no, tutto a posto, ma a volte mi da un po’ sui nervi.
Sta sempre a guardare i culi delle altre ragazze, non so se
capisci!
DAVIDE - Lo sai com’è fatto, no? Non è niente…
(Davide sta per uscire con una scatola)
MARINA - Davide…
DAVIDE - …
MARINA - Come va il tuo corso di teatro?
DAVIDE - Bene. Insomma, ho un sacco da fare…
MARINA - State mettendo in scena qualche cosa?
DAVIDE - Perché me lo chiedi?
MARINA - Così, mi farebbe molto ridere vederti in scena.
DAVIDE - Figurati a me!
(Pausa)
MARINA - Ti volevo chiedere una cosa. Se Vincenzo mi tradisse,
me lo diresti?
DAVIDE - No.
MARINA - E se io tradissi Vincenzo, glielo diresti?
DAVIDE - Sì.
MARINA - Che stronzo! E perché?
DAVIDE - Non so, gli amici… Perché me lo chiedi?
MARINA - Così per sapere.
DAVIDE - Adesso lo sai.
(Entra Vincenzo)
VINCENZO - Disturbo?
DAVIDE - Beh sì, stavo rimorchiando mia sorella.
(Davide esce)
(Vincenzo prende uno scatolone troppo pesante.
Marina ride)
MARINA - Aspetta, ti aiuto.
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VINCENZO - No, no, ce la faccio.
(Vincenzo cerca alla meno peggio di sollevare lo
scatolone. Si fa male)
(Marina scoppia a ridere)
SCENA 7.
Marina, Vincenzo, Antonio, poi Luisa, Davide, Laurent e Katia.
(Antonio arriva come un matto)
ANTONIO - (canticchiando) C’è Luisa, la figlia del proprietario che arriva. Sì, sì, sì… Oh la la, come sale veloce! Da non credere!
MARINA - Che c’è di così eccitante?
ANTONIO - (come sopra) Perché è pazzesco. È una festa, io
trasloco ed è una festa!
VINCENZO - (canticchiando senza capire l’allarme) Ma sì, è pazzesco. Lui trasloca ed è una festa!!!
(Vincenzo realizza la situazione e si fa prendere
dal panico)
(Entra Luisa)
(Antonio prende lo scatolone che resta, e lo mette
sulle braccia di Vincenzo)
(Così Vincenzo è nascosto dietro lo scatolone)
ANTONIO - Che le avevo detto, finito!
LUISA - Formidabile.
ANTONIO - Marina, conosci già Luisa.
MARINA - Ariciao.
ANTONIO - E poi Vincenzo, che adesso porta giù lo scatolone, vero
Vincenzo?
LUISA - Ciao.
VINCENZO - (cambiando palesemente voce) Ciao.
LUISA - (a Marina) Sei riuscita a ritrovarlo. Io invece non sono
ancora riuscita a raggiungere il mio.
(Davide entra e vede che Vincenzo ha difficoltà a
portare lo scatolone)
DAVIDE - Aspetta, ti do’ una mano, mettilo giù.
ANTONIO - No!
(Davide prende lo scatolone)
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(Vincenzo e Luisa si vedono)
(Silenzio)
ANTONIO - (a Luisa) Vincenzo, Luisa. (a Vincenzo) Luisa,
Vincenzo. Vincenzo è quindi il ragazzo di Marina. Una
coppia indistruttibile, formidabile, esemplare…
LUISA - Ciao, Vincenzo.
VINCENZO - Ciao.
(Marina guarda Antonio molto sorpresa)
ANTONIO - (a Marina) Non è forse vero?
MARINA - Non lo so. Se lo dici tu.
ANTONIO - Bene, bene, bene, bene… Beh, possiamo andarcene,
no? Lasciamo Luisa nella sua casettina… Ah, ho un
messaggio. Lo ascolto e ce ne andiamo.
(Antonio accende la segreteria)
“Antonio, sono Laurent. Beh, ho sentito il tuo messag-gio, per il furgone il problema è che ho bisogno di sapere a che ora…”
VINCENZO - Pronto.
LAURENT - Sì, Antonio?
VINCENZO - No, sono Vivì.
LAURENT - Non è possibile, sei già sveglio, tu?
VINCENZO - Veramente non ho ancora dormito.
LAURENT - Allora, com’era la biondina?
(Vincenzo si getta sulla spina, stacca tutto.
Avvolge il filo intorno al telefono come un matto)
VINCENZO - Vabbè, s’è fatto tardi. Sul serio! Siamo rimasti anche troppo… Dobbiamo andare!
ANTONIO - Perché non mi hai lasciato ascoltare?
VINCENZO - Dobbiamo andare!
(Vincenzo gli dà il telefono)
LUISA - Salve, Luisa. LAURENT - Laurent. LUISA - Ah, lei è l’autista del furgone? LAURENT - Tra le altre cose.
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LUISA - È già uscito dall’ospedale?
LAURENT - Prego?
LUISA - Non era in coma, stamattina?
LAURENT - Stamattina?
ANTONIO - (comincia a dare fuori di matto) Ma sì, stamattina! Ci
hai fatto una paura, tu! Vero, Davide? (sottovoce a
Luisa) Non si ricorda niente. (sottovoce a Laurent) È
matta, non la contrariare!
LAURENT - Beh, carichiamo l’ultimo scatolone. Non ho chiuso, mi dài le chiavi, Vincenzo?
VINCENZO - Del camion? Io non ce le ho.
LAURENT - Te le ho date prima, non dire cazzate!
VINCENZO - Cosa? Ti giuro che non le ho.
LAURENT - Guarda nelle tasche.
VINCENZO - No, t’assicuro.
DAVIDE - Non ci credo. È una barzelletta!
MARINA - Non le avevi tu, Antonio?
ANTONIO - Cosa?
LAURENT - Le chiavi del furgone.
ANTONIO - Ah no, io no.
(Katia esce dal bagno. È in mutandine)
ANTONIO - Ah, ecco Katia! (a Luisa) Katia l’Ungherese che ho
gentilemnte ospitato, eh eh! Tutto bene, Katia? Allora,
sempre paura dei ragni, Katia?!
KATIA - I’m looking for my jogging.
LAURENT - Sta cercando la sua tuta.
ANTONIO - Non c’è problema. Cerchiamo tutti la tuta di Katia. Su.
Tutti insieme. Tuta! Tuta! Tuta!
(Antonio è completamente fuori di testa)
(Gli altri lo guardano sconvolti. Solo Katia cerca
la tuta)
ANTONIO - Tuta, dove sei? Tuta? (agli altri) Su, chiamate! Tuta,
where are you?… 3… 4… La tuta, la tuta, la tuta…
(Katia che continua a cercare la tuta, solleva lo
scatolone centrale)
VINCENZO - No, là no…!
MARINA - Attenzione, si rompe tutto!
ANTONIO - No, quello no, ci sono le stoviglie!
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(Le chiavi sono sotto lo “scatolone”. Katia le raccoglie)
KATIA - (con un gran sorriso) 7.
(Tutti si guardano)
(Fermo immagine)
BUIO
FINE