Lo sperone del grifo

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AZIONE STORICA IN DUE TEMPI E TRE QUADRI

 (GENOVA – SESTIERE DI PORTORIA ANNO DI GRAZIA D. 1746)

di

ENRICO SCARAVELLI

musiche di

GIUSEPPE LERTORA

Personaggi storici:

MESSER RANIERO GRIMALDI

MESSER AGOSTINO LOMELLINI

S.MO DOGE GIAN FRANCESCO BRIGNOLE SALE

MESSER MARCELLINO DURAZZO

PRINCIPE CESARE IMPERIALE

PADRE VISETTI S. J

Altri nobili:

MESSER LUIGI PICARDO

MARCHESA GERONIMA D'ASSERETO

Popolani:

NICOLO' GIOVO

BACICCIA

ROSIN

FANNY

BALILLA

PIER MARIA CANEVARI

PITTAMULI

MICHELE COSTA

MARTINA

GIOPPO

GUERCIO

TERESA

Altri:

UN SERVITORE

PRIMO AUSTRIACO

SECONDO AUSTRIACO

BALLETTO

POPOLANI

RAGAZZI

SOLDATI

LO SPERONE DEL GRIFO

 PRIMO TEMPO

(Interno del Palazzo dei Gesuiti in Genova – via Balbi. Mobile d'epoca, tendaggi, tavolo con sedie o panche. Finestra grande alla sinistra, porta a destra ed una sul fondale. All'apertura del sipario il fondo è buio, oppure si avanza sul proscenio l'attore avendo alle spalle il sipario chiuso. Indossa un trench o un soprabito. Sotto indossa abiti di un nobile del 1746)

SCENA I

(Raniero Grimaldi)

GRIMALDI      :- "Ogni volta che passo da Portoria non posso fare a meno di pensare ai palazzi che sono stati demoliti; tutto è cambiato.. sparito il Monastero delle Monachette.. le tintorie di Mignone e Vallebona, di Becchi, Rolla, Villa e quanti altri ancora. Pammatone completamente cambiata.. le case di vico Capriata e la vecchia osteria. Mi ricordo i ragazzini che giocavano alla lippa o lanciavano sassi con la fionda: Le donne, sedute all'aperto, facevano la maglia con a fianco il ciabattino che lavorava a sua volta" (annuendo e ricordando) "Qui s'è fatta la storia.. Perché quando ai genovesi gli girano.. gli girano sul serio e allora ecco che Genova si sveglia e cadono potenti.. e governi. Mi torna alla mente il mio antenato Grimaldi, che si chiamava Raniero come me.. quanto s'è dato da fare per la repubblica genovese.. Si dice sempre che allora erano altri tempi.. ma la storia si ripete.. la memoria è sempre corta. Sì, e vero, il progresso ha le sue esigenze ma, assieme alle nostre vecchie case è sparita anche una parte della nostra storia.." (pensoso) "..chissà quanti di noi conoscono la storia della nostra città, quella della  nostra Liguria. Mi chiedo il perché non la insegnino nelle nostre scuole. Capisco che a volte la storia, quella vera, risulta scomoda e conviene allora darle ..un altro indirizzo.. "(ironico) "..adattarla insomma ai comodi di chi, in quel particolare periodo, ci comanda. Chi vuole può andare a fare ricerche alle nostre biblioteche.. a leggere tra le righe e ne scoprirebbe di tutti i colori. Le invasioni di armate di tutte le razze.. dai saraceni, alle battaglie contro i piemontesi.. Siamo stati occupati e rapinati da francesi, spagnoli, ungheresi, croati, tedeschi, austriaci e altri mercenari.. Già.. che ne sappiamo della storia della nostra città.." (ironico) "Però sappiamo tutto dell'apologo di Menenio Agrippa.. di Muzio Scevola che sé bruciato un braccio per aver sbagliato bersaglio.. per non aver mantenuta la sua promessa..E' stato un gesto di onestà.. tanto rara che se ne parla ancora oggi. Ci pensate se oggi  accadesse la stessa cosa a chi non mantiene le promesse fatte?.. Saremmo tutti monchi!.. Eh.. sappiamo tutto sul settimo cavalleria degli Stati Uniti e non sappiamo chi era Lomellini, Botta, Marcellino Durazzo, Pittamuli e chi era il mio avo Raniero Grimaldi.. Saprebbero dei cannoni dei nostri forti, di quelli della Cava, della rivolta di San Tommaso e di Portoria.. Mi piacerebbe poter entrare nella storia di allora e poter vivere quei momenti.. entrare di persona nel 1746.. La storia.. è una ruota che si ripete nel tempo dove l'uomo non impara la sua lezione" (inizia un crescendo musicale mentre la scena si fa buia. Alla fine del crescendo lo schioccare dei piatti d'orchestra. Poi il dolce suono di un piffero. Nel buio frattanto, Grimaldi s'è liberato del trench. Un "occhio di bue lo illumina mentre giace a terra. Questi si alza adagio e si accorge di vestire gli abiti della nobiltà del tempo. La musica prosegue mentre Grimaldi inizia il suo canto)

(1)                                             Ma cos'è mai successo?                 (si guarda il vestito)

Stregoneria è forse questa..

Perché vestito son così..

Che confusione ho in testa

                                               Forse sognando sto..           (si pizzica una mano)

No.. sono proprio io

Ma cosa ci faccio qui-i

Vestito così..

POPOLANI       :- (2) (che saranno il coro. Dietro le quinte)

Raniero Grimaldi

t'aspetta il consiglio del  Doge,

del popolo sentir tu fai

la sua voce…

SCENA II

(Grimaldi-Lomellini-Doge-Durazzo-Picardo-Principe Imperiale –D'Assereto-popolani)

(si accendono gradatamente le luci ed appare l'interno del palazzo dei gesuiti – oppure si apre il sipario. I personaggi sono immobili come in un dipinto. Grimaldi si volta adagio e si  avvede di essere in un'altra epoca)

GRIMALDI      :- "Non è possibile.. è .. è una stregoneria.. Io.. stavo solo scherzando quando dissi che avrei volute rivivere quel tempo" (si guarda attorno stupefatto)

POPOLANI       :-  (3) (fuori scena)

Raniero Grimaldi

t'aspetta il consiglio del Doge,

del popolo sentire tu fai

la sua voce…

 (i personaggi alle spalle di Grimaldi, dapprima immobili, cominciano a muoversi con naturalezza)

LOMELLINI     :- "Oh, Raniero, sei arrivato finalmente"

GRIMALDI      :- (intontito) "Ma.. ma dove sono?"

LOMELLINI     :- "Oh, bella.. che domanda.. Sei nel palazzo dei Gesuiti in via Balbi.. da padre Visetti. T'aspettavo per riferire al nostro Doge, Serenissimo Gian Francesco Brignole Sale.." (inchino) "..appena nominato, la situazione militare della nostra repubblica e rendere edotto anche il Consiglio qui riunito."

GRIMALDI      :- (sempre incredulo, si guarda attorno facendo scena)

LOMELLINI     :- ".. che dopo la vittoria delle nostre truppe, ottenuta assieme a spagnoli e francesi che avevano occupato Serravalle, Tortona, Piacenza, Parma, Pavia, Alessandria e Casale, le sorti di questo 1746 se sono invertite a vantaggio degli austriaci che, in giugno, si sono ripresi tutto. Parla tu, Raniero, che sai meglio di me come stanno i fatti"

GRIMALDI      :- (a disagio e ancora frastornato) "Io?.. Ehm.. Scusate nobili signori ma.. sono un po' confuso.. mi pare d'essere un'altra persona come.. come se ne venissi da un'altra epoca.. Ma questo, evidentemente, non è possibile.. non credo alle stregonerie"

DOGE                :- "E' l'avvilimento che ci ha coinvolti tutti per le sorti della nostra Repubblica.."

GRIMALDI      :- (entrando nel personaggio) "Serenissimo.. come diceva .." (non gli sovviene il nome)

PICARDO         :- "Messere Lomellini"

GRIMALDI      :- "Appunto.. Lomellini.. le nostre truppe.." (cercando nella memoria storica) "..hanno dovuto ritirarsi verso Savona e verso Genova, lasciando la nostra città indifesa"

DURAZZO       :- "E il quattro di ottobre, QUELLI, hanno occupato San Pier d'Arena"

PICARDO         :- Marcellino Durazzo sa bene che noi non possiamo difendere la città, considerando anche che il generale Von Brown tiene la porta della Lanterna e quella di San Tommaso"

D'ASSERETO   :- (entra in scena) "Scusate nobili signori se m'intrometto in cose da uomini ma vorrei informarvi che i miei villici mi mandano a dire che gli austri-ungheresi razziano tutto quello che capita.. pretendono denaro che quei poveracci non hanno mai avuto e.. " (chinando tristemente il capo) "..violentano le donne.."

DOGE                :- "Avevo inviato il nostro generale Escher dal generale Von Brown ma quello mi ha imposto condizioni impossibili da accettare" (accorato) "Però.. o bere o annegare.. Gli ho fatto riferire che la Repubblica HA DOVUTO prendere le armi contro di loro, ma solo per difesa in quanto noi eravamo solo forze ausiliarie, ma che NON ERA NOSTRA INTENZIONE fare la guerra a Maria Teresa d'Austria"

GRIMALDI      :- "Non era nostra intenzione?.. Ma se vogliono fare della nostra terra un possedimento austriaco!"

PRINCIPE         :- "Ci considerano meno della regione del Mogol!"

DOGE                :- "Il generale Botta ci ha mandato a dire che non esiste altra legge che la sua!"

PRINCIPE         :- "Pretese imposteci per umiliarci, per vendicarsi dei torti subiti, a suo dire, da noi"

D'ASSERETO   :- "Botta fa ancora parte del patriziato genovese ed ora si sta vendicando con la scusa che suo padre è stato condannato a morte per un attentato di quarantasette anni or sono.. Ma poi, messeri, sappiamo tutti come ha trattato il nostro Marcellino Durazzo e Agostino Lomellini.."

LOMELLINI     :- "Pretendeva la consegna della città entro le ore 22"

DURAZZO       :- (incalzando) ".. la resa della fortezza di Gavi e il pagamento di cinquantamila genovini. sull'unghia!"

LOMELLINI     :- "Tornando ai motivi della riunione, dobbiamo renderci conto che la nostra missione è fallita"

GRIMALDI      :- "Abbiamo anche commesso l'errore di non eliminare qualche centinaio di soldati nemici quando il torrente Polcevera è straripato"

PRINCIPE         :- "E' vero. Con l'inondazione provocata dal Polcevera i loro accampamenti tra Rivarolo e il Boschetto sono stati allagati provocando la morte di centinaia di soldati, cavalli e un'infinità di rifornimenti, che sono andati a finire in mare"

GRIMALDI      :- "Probabilmente le nostre sorti sarebbero state modificate.. Così, è sempre il popolo che ne subisce le conseguenze"

LOMELLINI     :- "E al popolo non si può continuare a raccontare delle balle"

PRINCIPE         :- "Si può sempre dir loro.. una parte della verità.. quella che ci interessa che sappia"

PICARDO         :- (con disprezzo) "Il popolaccio è meglio lasciarlo da parte.. Sta solo con chi riempie loro la pancia"

GIOVO              :- (consigliere) "Credo che al popolo dobbiamo un po' più di rispetto.. quello che messere Picardo chiama popolaccio, l'abbiamo sempre usato"

D'ASSERETO   :- (a Picardo, con ironia) "Temete la reazione popolare?"

PICARDO         :- (scrollando le spalle) "Figuriamoci"

DOGE                :- "Il popolo deve sapere solo quello che intendiamo dirgli.. quello che ci interessa che sappia, come giustamente diceva il Principe Imperiale" (a Picardo, con diplomazia) "E non possiamo nemmeno tenere al basto il generale  Botta solo con le parole, dobbiamo dimostrargli comprensione"(sottile)"Dico bene Picardo?"

PICARDO         :- (austriacante) "Giusto! Non c'è altra soluzione che quella di chiedere pietà a Maria Teresa"

GIOVO              :- (sbottando, sottovoce) "Ed è anche genovese!"

PRINCIPE         :- "Il nostro illustre consigliere non vede l'ora di.. mollare tutto"

PICARDO         :- (punto sul vivo) "Desidero solo evitare troppi guai alla nostra Repubblica"

PRINCIPE         :- (ironico) "Ma se è come dice Grimaldi, Maria Teresa ci vuol fare diventare una colonia e la Repubblica andrebbe a ramengo"

DOGE                :- "Signori illustrissimi, visto come stanno i fatti, non vedo altra via che inchinarci al più forte.." (sottile a Picardo) "Che ne dice il consigliere Picardo?"

PICARDO         :- "Parole piene di senno e degne di rispetto"

DOGE                :- (con astuzia, al fine di allontanare il Picardo) "Principe Cesare Imperiale, avrei bisogno che deste.. quell'incarico di massima fiducia e di prestigio al nostro esimio consigliere.."

PRINCIPE         :- (preso alla sprovvista) "Quale incarico?"

DOGE                :- (ammiccando) "Ma quello che mi avevate suggerito.. Ricordate?.. Così il nostro..fedele Picardo.." (fa cenno che lo si toglierebbe dai piedi)

PRINCIPE         :- "Ah, già! Non mi sovveniva e chiedo scusa" (a Picardo) "Messere consigliere, sareste così cortese di venire di là con me.. dovrei darvi un incarico di fiducia.." (lo allontana quasi spingendolo) "E' sempre meglio che orecchie indiscrete non sentano" (escono)

DOGE                :- "Signori, dobbiamo preparare una convincente giustificazione in caso di un'eventuale rivolta popolare, rivolta per la quale noi, naturalmente, non ne sapremmo nulla.. mi spiego?"

D'ASSERETO   :- "Solito doppio gioco"

DOGE                :- "Marchesa cara.. così vanno le cose e così andranno anche in futuro. Tutta, o quasi tutta la nobiltà è contro questa occupazione straniera che asciuga le nostre casse e limita i nostri commerci. Siamo prigionieri tra terra e mare, ma.. se il popolo dovesse rivoltarsi.. che colpa ne abbiamo noi?"

D'ASSERETO   :- (4)                                  Attenti però,

bisogna esser prudenti

quando scoppia la rivolta

ci rimette il nemico

                                       ma anche innocenti   (vede gli altri perplessi)

………………………………………………

Suvvia non siate titubanti

tenete meno alla pelle che ai vostri contanti?

La Repubblica n' ha da morir

e i tedeschi faremo sparir

………………………………………….

Il nostro porto rivivrà

e del lavoro ridarà,

e il nemico dovrà tremar.

Coraggio, il popolo si ribella

Su bandiere gente

su gente all'armi

Il popol si ribella

questa è Genova in rivolta

perché si desta!

DOGE                :- "Marchesa.. questo è anche il nostro cruccio"

GRIMALDI      :- "Ma almeno è la nostra gente che si ribella… Serenissimo, suggerisco di chiamare Baciccin.. è un capopopolo, un uomo coraggioso che ha autorità sulla gente, ha carisma.. è un uomo di parola e.. soprattutto, sa tenere la bocca chiusa. Però, non bisogna raccontargli delle fandonie, non dobbiamo fare il doppio gioco con lui. Sappiamo ben tutti che la disonestà è, a volte.." (sornione) "..da tutt'altra parte"

DOGE                :- "Marchesa D'Assereto, questo è un compito che soltanto le donne sanno fare.. quello di trovare quest'uomo.. coraggioso.."

D'ASSERETO   :- "Basta trovare la donna giusta, Serenissimo.. chiedo permesso" (inchino ed esce)

DUREZZO        :- "Occorre organizzarci.. fargliela pagare a Botta. Ci ha preso a pesci in faccia e vuole assolutamente quei cinquantamila genovini che ancora attende e se non basta, vuole anche la consegna di sei senatori oltre al nostro Doge, come ostaggi da mandare in Austria" (amareggiato) "E' con questa gente che abbiamo a che fare. Naturalmente gli ho risposto per le rime.. Gli ho detto che.. palanche.. non ne abbiamo più e lui ha minacciato di mandare in giro i suoi soldati a farsi il bottino di guerra. Sappiamo bene cosa succede quando ci sono queste razzie.."

GRIMALDI      :- "L'otto di settembre il conte Cotek ci ha intimato la consegna di altri tre milioni di genovini"

PRINCIPE         :- (rientra in tempo e sente l'ultima battuta) "Nemmeno il Banco di San Giorgio li ha" (al Doge) "Se n'è andato contento della missione che gli ho affibbiato"

DOGE                :- "Bene" (agli altri) "Un milione il Banco di San Giorgio l' ha dato ma adesso dovremmo ricorrere solo ai privati, ai nobili, ai commercianti.. il popolo, per il momento, è meglio lasciarlo stare.. non ha nemmeno il necessario per sfamarsi.."

LOMELLINI     :- "I più fortunati hanno qualche michetta di pane, dello stoccafisso, farinata e pesciolini da frittura.." (inizia la musica e poi il canto del Doge)

DOGE                        :- (5)                        La mia Repubblica assediata

costretta fra la terra e il mar,

con quelle assurde pretese

la gente non potrò sfamar…

Forza, gloriosa Superba

alzar la testa tu puoi,

strappa questa malerba,

viva la libertà..

POPOLANI       :- (6)(dietro le quinte) Forza, o gloriosa Superba   (6 bis) Ripetere)

alzar la testa tu puoi

strappa questa malerba

viva Maria e la libertà,

viva Maria e la libertà..

GRIMALDI      :- (7)                            Da Voltri a Spezia,

il Botta

ci vuol dominar..

                   (sguainando la spada)     Armiam la nostra gente

che vuole libertà.

All'erta genovesi

fatela pagar..

quando si desta l'ira,

qualcheduno piangerà-à…

POPOLANI       :- (8)                              All'erta genovesi

fatela pagar..

quando si desta l'ira

qualcheduno piangerà-à

LOMELLINI     :- "Il popolo ha ragione.. dobbiamo armare la nostra gente"

DOGE                :- "Calma, calma.. aspettiamo Baciccin prima.. è pericoloso armare il popolo.. tutt'al più gli faremo avere qualche archibugio.. pochi per carità.. non si sa mai.."

D'ASSERETO   :- (sta per entrare) "Posso?"

DOGE                :- "Prego signora marchesa"

D'ASSERETO   :- (si avvicina al Doge e sottovoce, riferisce) "L'uomo è stato avvertito"

DOGE                :- "Stimabili signori.. vi pregherei di andare nell'altra sala un momento.. è meglio che il Baciccia non abbia troppi riferimenti.. se dovessero catturarlo gli austriaci potrebbero farlo parlare e sotto le torture potrebbe fare dei nomi"

TUTTI                :- (escono con celerità)

SCENA III

(Doge – D'Assereto – Picardo)

DOGE                :- (alla nobildonna) (9)         "Allora..?"

D'ASSERETO   :- (10)                                 Lui sarà qui

sull'imbrunir,

gli ho fatto dir

prudenza usar

perché nessun

ha da saper.."

DOGE                :- "Benissimo. Se viene il consigliere Picardo.. fate in modo che non si incontri col Baciccia"

D'ASSERETO   :- "Non dubitate Serenissimo.. in queste cose noi donne ci sappiamo fare" (esce)

DOGE                :- (pensieroso) (11)         ………………..

Dovrò dir

senza dir,

dovrò far

senza far

e sempre all'erta

io devo star.

Su nessun

posso fidar

Genova

dài fatti onor

perché tu sei

il nostro cuor..

……………

Tutti in pié

a lottar

per amor

di libertà…

                              "Se riuscissimo a mandare via i tedeschi con l'aiuto del popolo, alla gente parrà d'essere più libera perché a comandare sono dei genovesi come loro ma.. il potere.. quello sarà sempre nelle nostre mani.. Il popolo non potrebbe reggere le sorti della città.. fortunatamente non ne hanno le capacità per farlo. D'altro canto dobbiamo contenere un eventuale eccesso.. ne andrebbero delle sorti del nostro casato e soprattutto, delle nostre proprietà"

D'ASSERETO   :- (entra con circospezione) "Serenissimo, c'è di là il consigliere Picardo.. l'ho trattenuto ma.."

DOGE                :- "Accidenti a lui.. com'è stato rapido.. Lo faccia entrare e mi raccomando.. trattenga Baciccia se arriva, sino a che non va via Picardo"

D'ASSERETO   :- "Sarà fatto" (esce e fa entrare Picardo)

PICARDO         :- (visibilmente irritato) "Protesto Serenissimo.. mi hanno fatto fare anticamera"

DOGE                :- (con diplomatica affabilità) "Siete stato un fulmine.. mi congratulo"

PICARDO         :- "Ho un cavallo veloce e il lasciapassare degli austriaci, nostri protettori, e posso andare ovunque"

DOGE                :- "Perbaccolina, che amici questi austriaci.. Le chiedo scusa per l'attesa ma.. ecco.. non sono stato avvertito del vostro arrivo, altrimenti.."

PIACARDO      :- (calmandosi) "Volevo ben dire.. tanto più che doveva dare a Vostra Signoria Serenissima il resoconto del mio operato, in relazione all'incarico che m'aveva dato il Principe Imperiale!"

DOGE                :- (diplomatico) "Consigliere Picardo.. amico mio.. ho tanta stima del vostro operato e con voi mi posso confidare perché vedete.. vorrei che il generale Botta sapesse che gli siamo fedeli e pertanto fedeli a Maria Teresa e soprattutto che facciamo tutto il possibile per calmare le teste calde che, Dio non voglia, se ci prendessero la mano ci rimetteremmo tutti.. potere, soldi e forse anche la testa" (alle ultime parole colpisce leggermente il collo del consigliere con la mano a mo' di coltello. Questi ha una scatto e si massaggia il collo, rannicchiandosi goffamente)

PICARDO         :- "Accipicchia che mani Doge.. sembra una falce.. Però sento finalmente parole sagge.. Si capisce che se il popolo avesse i fucili nelle mani diventerebbe pericoloso e potremmo rimetterci l'osso del collo" (si massaggia e poi si asciuga il sudore) ".. e naturalmente la reazione degli austriaci sarebbe giustamente violenta.."   (sottovoce, dopo essersi guardato attorno) "E' meglio che Botta sappia chi è loro amico e chi no"

DOGE                :- "Ma avete saputo tenere lodevoli contatti col Botta e quindi sarete anche al corrente di qualche loro intenzione nei nostri riguardi.." (sornione) "Intenzioni che non voglio sapere per rispetto del segreto.. però.. però sono certo che se potessi sapere qualcosa.. si potrebbe facilitare la convivenza reciproca.. e sono certo anche che vi  confidereste anche col vostro Doge, vero?.. Naturalmente lo sapremmo solamente noi due, s'intende caro amico.. e nel contempo si potrebbe evitare che.."

PICARDO         :- (con malanimo, interrompendo) ".. evitare, prevenire, spegnere, arrestare, frustare, impiccare i ribelli e dimostrare che Genova è nelle mani dei fedeli a Maria Teresa"

DOGE                :- (sornione) "Mi avete levato le parole di bocca.." (sottovoce, con confidenza) "Allora.. ditemi caro amico"

PICARDO         :- (si confida con sufficienza) "Ho saputo da alcuni ufficiali, che preleveranno i cannoni delle nostre batterie sui forti e quelli della Cava, sul mare" (misterioso)

"Ne hanno necessità per la guerra in Provenza e poiché avevate posto rifiuto, loro.. se li prendono lo stesso" (appare soddisfatto della conclusione)

DOGE                :- (minimizzando) "Ma io avevo solo risposto che ci servivano per la nostra difesa territoriale.. soprattutto contro un'eventuale rivolta popolare"

PICARDO         :- "Eh, già; ma lui non si è fidato perché i cannoni sparano.. dove uno li punta.. e poi comanda chi ha la forza e noi.. non l'abbiamo"

DOGE                :- (amareggiato) "E noi l'abbiamo.."

PICARDO         :- "L'abbiamo? E dove l'abbiamo?"

DOGE                :- "In quel posto!"

PICARDO         :- "Ma Serenissimo.."

DOGE                :- "Dico solo che se ci levano i cannoni di prepotenza.. in quel posto i cannoni.. non ci sono più!"

PICARDO         :- "Ma ci sarebbero loro a difenderci contro il popolo"

DOGE                :- (salace) "Che sciocco che sono.. Non ci avevo pensato: E.. quand'è che ci levano.. il cruccio e ci sottraggono quei mortai?

PICARDO         :- (misterioso) "L'ufficiale mi ha detto che sarà il cinque di dicembre, appena arriva la Brigata Piccolomini comandata dal conte D'Adda. Provvederanno facendosi aiutare a forza dalla gente.. smantelleranno tutte le nostre guarnigioni passando dalla Porta di San Tommaso, da quella di Portoria fino alla Porta della Lanterna. Dimenticavo.. vogliono anche un bastimento per il loro trasporto.. ma.. mi raccomando.. acqua in bocca"

DOGE                :- (deglutisce con un po' di comicità) "Mio fedele amico.. ma vi pare? Piuttosto non dite nulla a nessuno e.. quando avrete notizie certe da riferirmi, sarò sempre pronto a ricevervi" (nel frattempo l'accompagna alla porta ed attende che esca dopo qualche inchino) ".. glielo dò io il bastimento a quello spione!"

SCENA IV

(Doge – D'Assereto – Baciccia)

D'ASSERETO   :- (entra furtiva) "Messer Doge.. ho visto uscire il consigliere Picardo.. c'è di là.."

DOGE                :- (interrompendo) "Fatelo entrare.. Grazie"

D'ASSERETO   :- "Subito" (esce)

BACICCIA       :- (popolano, sui trent'anni circa, vestito con un certo garbo. Berretto alla genovese, pantaloni stretti al polpaccio, ecc. Entra con una certa spavalderia guardandosi attorno con sospetto)

DOGE                :- (che se ne avvede) "Niente timori giovanotto, vieni avanti, non ti mangio mica"

BACICCIA       :- "Signoria, Serenissimo" (fa un gesto d'inchino spagnolesco)

DOGE                :- "Conosciamo le buone maniere, a quanto vedo.." (va a sedere dietro il tavolo-scrittoio e scruta l'uomo) "Così tu saresti Baciccia"

BACICCIA       :- "Servo vostro.. Mi avete fatto chiamare?"

DOGE                :- (che non vuole dimostrare di averlo fatto chiamare) "Chiamare.. proprio chiamare no.. perché secondo te avrei dovuto farlo?"

BACICCIA       :- (con scaltrezza) "Allora sarà stato un errore e le domando licenza di ritirarmi" (accenna a retrocedere con un inchino)

DOGE                :- (lo blocca con un gesto) "Mi sembri scaltro.. Cosa si dice nel quartiere di Portoria?"

BACICCIA       :- "Nulla che la Serenissima vostra non sappia.. I vostri sbirri girano come quello dei crucchi"

DOGE                :- "Ma io voglio notizie dirette da te"

BACICCIA       :- (si toglie il berretto con rapidità e si avvicina) "Il popolo non ne può più di essere soverchiato dai soldati di Botta e anche.. da quelli della Repubblica"

DOGE                :- "Devi ben capire che dobbiamo far vedere a loro che vi contrastiamo"

BACICCIA       :- (salace) "Se è per quello ci riuscite molto bene, ma intanto, scusate la franchezza o da loro o da voi, che ce l' ha in quel posto siamo sempre noi"

DOGE                :- (si alza e gli si avvicina) "Quello che ti dirò negherò di averlo detto. Io non ti ho mai ricevuto e nemmeno ti conosco.. intesi?"

BACICCIA       :- "Capirete che novità!"

DOGE                :- "M'è giunta voce che i tedeschi cercheranno di portare via i nostri cannoni.. i nostri mortai dai forti e dalla Cava"

BACICCIA       :- (salace) "Così non potrete più spararci addosso"

DOGE                :- "Sarà più facile per loro farlo contro gente che non è la sua. Pare.. che siano intenzionati a passare proprio qui da Portoria il cinque di questo mese"

BACICCIA       :- (sornione) "E noi cosa dovremmo fare? Dargli una mano?"

DOGE                :- "Mi meraviglio di te. Ti credevo più furbo.. pensavo che sentissi il dovere di difendere la tua città"

BACICCIA       :- "La mia città?" (scrolla il capo ed inizia la musica)

                          

(12)                                                   E cosa c'è che ci appartiene

in questa città..

Son vostri i palazzi,

dei commercianti son le botteghe,

le barche in porto poi di chi son?

Della nobiltà, che i denari ha..

Cosa dovrebbe far

la nostra gente..

Difendere le proprietà

per continuar la fame a far..

DOGE                :- "Ma non sentite la necessità di liberarvi da queste armate prepotenti? Cos'avete nella al posto del sangue.. acqua?"

BACICCIA       :- "Serenissimo, parliamoci chiaro.. che cosa ne avrebbe in cambio la gente.. la libertà? Quale.. quella di poter dire, senza essere perseguitati, che ha fame? Ma il popolo non vuole la libertà di poterlo dire, non vuole avere fame, ecco tutto.  Desidera poter vivere come il Signore li ha procreati, come uomini e non come bestie e schiavi; il popolo è stanco di avere solo dei doveri, vuole anche avere dei diritti"

DOGE                :- "Caro giovanotto, non sono ancora maturi i tempi. Quando sarà il momento potremo discutere anche di queste cose.. entro certi limiti, s'intende"

BACICCIA       :- "Dipende fino a quali limiti. Certo che anche noi genovesi no ne possiamo più della prepotenza dei tedeschi.." (sornione) "E non solo quella loro.. Ma che possiamo fare? Non abbiamo armi, siamo a mani nude"

DOGE                :- (sottile) "Potete sempre disarmare.. le guardie del Principe"

BACICCIA       :- "Così ci sparano subito!"

DOGE                :- (sornione) "Abbi fiducia.. vedrai che si lasceranno disarmare e dopo fingeranno di cercarvi così il Botta constaterà che noi non vi aiutiamo. Ma quello che più mi interessa è trovare il modo di.. sollecitare il popolo alla rivolta contro chi ci opprime .. e in caso di necessità.. che sappiate anche tenerlo a bada perché se qualcuno tra i facinorosi intendesse fare di tutta un'erba un fascio.. mi spiego? Ricordiamoci che nemici sono i tedeschi e non noi"

BACICCIA       :- "Scusate l'ardire Messere Doge ma.. la sfiducia è reciproca, secondo Pier Maria Canevari. Comunque credo che la miglior cosa, al momento, sia quella di mandare a casa questi invasori poi.. gli stracci nostri potremo lavarceli in famiglia, dico bene Serenissimo?"

DOGE                :- "Dici bene.. d'accordo"

BACICCIA       :- "Resta inteso che mi fido solo di Vostra Signoria e di Raniero Grimaldi" (inchino ed esce)

SCENA V

(Doge – servitore – Grimaldi – Padre Visetti)

DOGE                :- "E' più scaltro di certi miei collaboratori" (schiocca le mani ed entra un servo)

SERVITORE     :-  (con un inchino) "Agli ordini Serenissimo"

DOGE                :- "Tu.. non hai visto uscire nessuno.. Intesi?"

SERVITORE     :- "Non dubitate Signoria.. La signora Marchesa D'Assereto mi ha detto di dirle che è andata col Marchese Adorno a parlare col comandante delle guardie del Principe"

DOGE                :- (tra sé) "Bene, le pedine sono in gioco" (al servitore) "Hai visto Padre Visetti?

SERVITORE     :- "E' di là, in cappella, a pregare"

DOGE                :- "Chiamalo appena avrà terminato e intanto fa entrare il nobile Grimaldi. Avverti gli altri signori di là che sono liberi di andare e riferisci loro che, appena possibile,

 farò sapere loro le mie decisioni"

SERVITORE     :-  (si inchina retrocedendo) "Agli ordini" (esce)

DOGE                :- "Ed ora.. prepariamoci"

GRIMALDI      :- (entra) "Serenissimo, mi ha fatto chiamare?"

DOGE                :- "Grimaldi, dovete mettervi d'accordo con la Marchesa D'Assereto per organizzare una festa, invitando anche.. " (calando la voce, insofferente) "..i nostri protettori. Devono credere che siamo disponibili e far loro intendere che..di quello che potrebbe accadere in città, noi ne siamo all'oscuro.. m'intendete?"

GRIMALDI      :- "Naturalmente"

DOGE                :- (si guarda attorno furtivo) "Ho parlato col Baciccia e.. chissà..potrebbe scoppiare anche una rivolta popolare e noi, saremo assieme ai nostri dominatori qui, alla festa.. mentre fuori.. mi capite? Quindi anche per noi sarà.. diciamo, una sorpresa. A tal proposito parlerò anche con Padre Visetti che ci dia una mano, considerando

                           che 'quelli' non rispettano nemmeno l'abito talare"

GRIMALDI      :- "Sì, va bene ma.. le armi?"

DOGE                :- ".. qualcosa daremo sottomano e qualcosa se la prenderanno"

PADRE VISETTI:- (gesuita, entra) "Mi avete fatto chiamare?"

DOGE                :- "Padre Visetti.. l'esca è pronta.. abbiamo bisogno che voi diate rifugio a coloro che dovranno scappare, ai feriti, in attesa che si calmino le acque e vorremmo usare il vostro palazzo. Inoltre si potranno avere notizie dai vostri confratelli sulla situazione nelle varie zone.. So che ci darete una mano"

PADRE VISETTI:- "Come al solito del resto. Speriamo solo che tutto vada per il meglio e con meno lutti possibile. Questo palazzo immagino sarà la sede del prossimo quartier generale.. come quello di San Girolamo, ma.. niente soprusi da parte di nessuno, d'accordo?"

DOGE                :- "Quelli ci saranno comunque e da ogni parte. Quando l'ira scoppia non è facile ragionare .. Naturalmente cercheremo di agire per il meglio"

PADRE VISETT:- "Ho sentito che avete intenzione di dare una festa con quei.. mangiapreti.. Tenete il piede in due scarpe?"

DOGE                :- (scherzando) "Ho appreso.. da voi Padre, del resto si dice che chi vuole stare in buona col principale, le mani da festa ha da usare"

PADRE VISETTI:- (sorridendo) "Si vede che questo posto vi dà l'ispirazione.. e per mal che vada è meglio cadere da uno scalino che da una scala.. A Vostra disposizione" (esce)

                           (da fuori si sentono degli schiamazzi, delle grida e un canto corale)

POPOLANI       :- (13)                          Abbasso i tedeschi

e chi gli porge man,

se non ci date armi

qui scoppia un ramadàn.

Corriam per la città,

per strade e per caruggi,

uniam le nostre forze,

con la berretta rossa,

alziamo barricate (il canto si allontana)

e l'ira si desta..

e l'ira si desta..

DOGE                :- (ha un gesto di stizza) "Si fanno scoprire troppo presto quei figli di.." (esce)

SCENA VI

(Servitore – D'Assereto – alcune signore e signori- Grimaldi)

SERVITORE     :- (fa entrare la marchesa D'Assereto, Grimaldi. dame e signori) "Padre Visetti si raccomanda discrezione.. chiedo permesso" (esce, mentre il gruppo si apparta a chiacchierare, scherzando e ridendo)

GRIMALDI      :- (alla Marchesa, in disparte) "Allora il capo delle guardie del Principe è d'accordo. Ci ha indicato quali sono le guardie che si lasceranno disarmare. Avvertiamo Canevari"

D'ASSERETO   :- "Baciccia ha avvertito Giovannino Carbone, il garzone dell'osteria che si impadronirà di Porta San Tommaso per consegnarla al Doge.. Anche Maria Saporiti è con noi. Ho saputo che Pier Maria Canevari riceverà delle armi e delle cibarie da Gian Battista Ottone, il negoziante, il quale provvederà a proprie spese"

GRIMALDI      :- (canta con voce accorata)

 (14)                                                   Siamo arrivati al dunque?

O sarà altra delusion..

è questa la mia pena

di salvar la nostra gente

o cadere in ginocchion

D'ASSERETO:- (15)                             Ho sentito l'indovina

di sotto al mio balcon

a implorar la luna

che le desse ragion..

che almeno una volta

s'aprisse la prigion

al generale Botta…

GRIMALDI      :- "Fantasie di Rosina l'indovina.. E' la realtà quella che conta.. ma questa volta ho fiducia" (esce)

D'ASSERETO   :- (rivolgendosi al gruppo) "Signori, vogliamo fare le prove per il ballo che faremo il cinque dicembre?"

GRUPPO           :- "Siamo pronti" (si dispongono al ballo che potrà avvenire sul palco, oppure due ballerine che danzano mentre attorno gli invitati guardano ed i musici suonano)

D'ASSERETO   :- "Musica!"

                             (INIZIANO LE DANZE MENTRE ALL'AFFIEVOLIRSI DELLA MUSICA, IL SIPARIO SI CHIUDE)

fine del primo tempo

SECONDO TEMPO

QUADRO PRIMO

Sestiere di Portoria (5 dicembre 1746). Si intravede l'ospedale di Pammatone, un'osteria, vico Capriata ed altri "carruggi". Costumi dell'epoca. Tavolini davanti all'osteria dove alcuni avventori giocano alla "morra". Donne sedute cuciono o fanno la maglia chiacchierando: Rosin, l'indovina, cerca di guadagnarsi da vivere predicendo l'avvenire.

SCENA I

(popolani – Rosin – Martina – Gioppo – Giovo)

GIOPPO            :- (gioca alla morra con Nicolò Giovo) "Due, quattro, niente, uno.. E' mio" (segna i punti con le dita dell'altra mano)

GIOVO              :- "Quattro, cinque, tre.. E' mio" (continuano a giocare sottovoce)

MARTINA        :- (popolana, si avvicina a Rosin e ammiccando alla sua sfera di cristallo) "Ehilà.. bella giovane.. iniziamo a.. spellare la   gente?"

ROSIN               :-  (strano tipo di fattucchiera che giovane non  è, copre la sfera con un panno) "Qui l'unica che spella la gente siete proprio voi cara Martina, che benedite il vino della vostra osteria con l'acqua del Bisagno. Io cerco di sbarcare il lunario e di mettere qualche micchetta sullo stomaco per levarmi un po' di fame"

MARTINA        :- "Rosin.. visto che fate l'indovina.. diteci, se ne andranno gli austriaci o metteranno radici?"

ROSIN               :- "Chi vuole sapere paghi.. e poi vi dirò"

MARTINA        :- (a malincuore, prende una moneta dalla saccoccia e la pone con malagrazia sul tavolino) "Prendete! Siete la solita sanguisuga!"

ROSIN               :- "Ho il vizio di mangiare tutti i giorni, se posso"

GIOPPO            :- (si avvicina alle due donne dopo essersi guardato furtivamente attorno) "Sapete la novità?.. C'è dello strano movimento in giro.. la gente è arcistufa e comincia a strinare i tedeschi" (mima le botte)

ROSIN               :- (incuriosita) "Novità?.. Su Gioppo, parla"

MARTINA        :- "E bravo merlo, raccontale pure,  così poi guarda in quella sfera di vetro e dice che indovina"

GIOPPO            :- (con voce grave) "Hanno preso dei giovani e li hanno torturati.. dicono che hanno gettato delle fascine sotto la finestra dell'osteria di Sant'Agata, dove c'erano degli austriaci e che poi gli hanno dato fuoco per stanarli. E' scappata anche qualche schioppettata"

MARTINA        :- (a Rosin) "Dal momento che non l'avete previsto, mi riprendo i soldi" (tenta)

ROSIN               :-  (più lesta di lei li prende e si li mette in tasca) "Volete sapere tutti come andrà a finire?.. Son tempi grami e la gente ne ha le tasche piene"

GIOPPO            :- "Bella scoperta; questo l' ho detto io"

ROSIN               :- (scopre la sfera, la osserva, fa scena come a ispirarsi) "Vedo.. vedo una gran confusione.. voleranno botte e schioppettate..Zitti!.. Ooohh.. vedo una gran nebbia.. mi copre la vista.. "

MARTINA        :- "Ma che volino botte e schioppettate lo so anch'io.. e senza guardare nella palla!"

SCENA II

(popolani – Rosin – Martina – Gioppo – Baciccia – Fanny - austriaci)

BACICCIA       :- (entra in piazza, posando un braccio sulle spalle di Fanny, la sua donna) "Salute a tutti.. salve Rosin.. state guardando in quella sfera che cosa accadrà?.. Bene e allora dicci quale sarà il destino di noi genovesi.."

AUSTRIACI     :- (passa un drappello che attraversa il fondo della piazza)

BACICCIA       :- ".. contro questi mangiakartòfen.."

ROSIN               :- (attende che il drappello esca dalla vista) "Avete tutti una bella faccia di bronzo. Tutti volete sapere se i tedeschi se ne andranno e se ritorneranno i francesi, o se gli spagnoli e i napoletani cacceranno via i piemontesi.. Intanto sono tutti "foresti"

POPOLANI       :- (si avvicinano lentamente all'indovina cantando)

 (16)                                                   Su, su,  vecchia ubriacona,

leggi un po' nel tuo cristallo

se la sorte sarà buona,

se saremo sempre in ballo,

se la miccia esploderà

se i nemici se n'andran..

ROSIN               :- (con malagrazia) "Mangiapane a tradimento, spilorci.. Se pagate saprete, altrimenti andatevene" (copre platealmente la sfera)

GIOVO              :- "Suvvia.. noi vogliamo sapere.. Parlate.. vedrete che poi.. qualcosa vi daremo"

MARTINA        :- (mimando botte) "Certo.. qualcosa vi daremo"

ROSIN               :- "Siete dei gran villani.. fate i boriosi con una povera vecchia e poi siete pronti a piegare la schiena anche con i tedeschi se vi pagano "

MARTINA        :- (avviandosi all'osteria) "E perché voi no?" (esce di scena)

ROSIN               :- (17)                           Sì, siete coraggiosi

a parole e nulla più,

siete dei pidocchiosi,

questo non mi va giù..

Sempre pronti a servir

pur gli sbirri se vi dan

quattro soldi e trascinar

i mortai dall'arsenal..

BACICCIA       :- (adirato) "Tacete, vecchia balorda.. avete la lingua inviperita. Nessuno di noi aiuterebbe quei pelandroni a portar via le nostre cose"

FANNY             :- "Povera Rosin.. non ha poi tutti i torti.. Quelli ci stanno fregando tutti i nostri cannoni, i nostri mortai.. fanno razzie delle nostre bestie, della farina, del vino e noi.. noi non facciamo niente!"

GIOPPO            :- "Hanno caricato sui carri dei quadri, argenterie, abiti.. ci vogliono lasciare in mutande"

GIOVO              :- (scherzando) "Capirai che panorama!"

FANNY             :- (18)                     Forza gente, alziam la testa,

                                          dimostriamo il nostro ardire           (assensi tra la folla)

Sono andati via i francesi,

han lasciato qui i croati,

e una banda di ungheresi,

con austriaci e soci vari,

e spagnoli e piemontesi..

tutti d'accordo per arranfar..

e tutti noi a sottostar..

GIOVO              :- "Allora, Rosin.. adesso che vi abbiamo raccontato tutto, indovinerete meglio"

ROSIN               :- "Solo il Signore sa come andrà a finire. Io sono solo una povera donna che cerca di buscarsi qualche Genovino mescolando un po' di verità con un po' di fantasia.. e delle volte ci si indovina" (tristemente) "Pretendete troppo da una come me, che non sa né leggere né scrivere"

FANNY             :- (cercando di consolarla) "Non siete la sola Rosin.."

POPOLANI       :- (che possono cantare due righe separatamente fra loro)

 (19)                                                     Bando alla malinconia

ce n'è già in abbondanza

"Su, su vecchia imbrogliona

dì la brutta e dì la buona.."

ROSIN               :- (fa scena leggendo nella sfera) "I genovesi temono d'essere abbandonati dal governo nelle mani degli austriaci.. c'è molta diffidenza in giro. Dopo i francesi, gli spagnoli e gli ungheresi, che con i Croati vogliono spartirsi Genova, vedo i tedeschi sempre più padroni.. Ma.. ecco! Genova si sveglia e allora.. lo sperone del grifo affonda sul nemico!"

BACICCIA       :- (invita la donna a decifrare meglio la sfera) "Rosin.. son cose che tutti pensiamo.. ma guarda meglio"

ROSIN               :- (teatralmente cerca di andare in trance e.. vede..) "Ci siamo!.." (agitata) Vedo volare sassi.. vedo bandiere.." (cupa) "Vedo morte.. ma il nemico se la darà a gambe.. " (mormorio) "Zitti.. vedo battaglie verso Montoggio.. al passo della Scoffera… NO!" (mette le mani agli occhi)

GIOVO              :- "Che avete visto?"

ROSIN               :- (accorata) "La Scoffera.. Pittamuli.. gli sparano.. No, non posso continuare!" (ricopre la sfera) "Il Grifone si scrollerà di dosso l'Aquila imperiale..Ma a che prezzo.."

POPOLANI       :- (che possono cantare a gruppi separati)

 (20)                                                      Viva Maria,viva Maria

se l'anima portan via..

di nostre strade

dei nostri carruggi

                          (canto d'assieme)            padroni noi sarem…

ROSIN               :- (un ragazzo infastidisce Rosin, togliendo il panno dalla sfera e passandolo agli altri. Rosin cerca di riprenderselo mentre i ragazzi se lo passano facendola irritare) "Ehi.. voialtri "balilla" e sfaccendati.. lasciate il mio panno" (riesce a riprenderselo. Movimento e confusione)

SCENA III

(detti – il guercio – ronda austriaca)

                           (appare dietro alla ressa, il "Guercio", un losco figuro. Zoppica ed ha una benda su un occhio, Cappellaccio a fazzoletto alla pirata. Si avvicina lentamente incuriosito dall'assembramento. Gli altri si aprono a ventaglio zittendo)

GUERCIO         :- (insinuante) (21)    Che cosè 'sta confusion,

ci sono novità,

chi è che trama qui in città

ditemi si può saper..

(si avvede della presenza di Baciccia che gli volta le spalle)

Ah, l'immaginavo,

sei tu Baciccia..

Dove sei tu scatta la miccia..

BACICCIA       :- (senza voltarsi)

(22)                                                   Qui la miccia ancor non c'è,

verrà solo quella

che fa per te…

GUERCIO         :- (sordidamente)

(23)                                                             Attenti tutti..

son tempi brutti…

POPOLANI       :-  (sottovoce)

(24)                                                         Son tempi brutti…

BACICCIA       :- (si volta lentamente puntando il dito accusatore contro lo spione) "Attento a te Guercio.. Parli troppo e ti pagano anche troppo.. Forse prendere sarà anche dolce ma quando la pagherai.. sarà molto amaro" (si ritrae voltandogli la schiena)

FANNY             :- (la ragazza di Baciccia, con aria da prendere in giro, piroetta attorno al Guercio) "Se proprio lo volete sapere non si parlava altro che.. del tempo che farà.. e adesso che lo sapete potete anche taroccare" (mima di andarsene)

GUERCIO         :- (con una smorfia, guarda tutti i malo modo) "Del tempo che farà.. Fanny, chi credi di imbrogliare.. " (minaccioso) "Vi ho avvertito.. attenti perché quelli, hanno la mano pesante.. vi ho già detto che..

(25)                                                          Son tempi brutti..

e quelli fan parlar

i dritti e sordomuti..

GIOVO              :- (cerca di allontanare gli amici prima che le parole degenerino in rissa) "Su.. ha ragione.. Lo sapete che è sempre qui a spiare come una faina"

 (passa in quel mentre una ronda austriaca. Il Guercio gli si avvicina e parlotta con un graduato, sbirciato in malo modo dai popolani e poi esce di scena. Fanny spinge Baciccia a squagliarsela, protetto alla vista dagli amici. Esce seguito dalla ragazza. Due austriaci si avvicinano minacciosi al gruppo)

SCENA IV

                           (Gioppo – popolani – due austriaci –Balilla – Pittamuli – Teresa)

1° AUSTRIACO:- "Chi di foi essere Baciccia?"

2° AUSTRIACO:- "Banditen, ricercato.. uomo di picca " (accenna al taglio della gola)

TUTTI                :- (si guardano fingendosi stupiti)

1° AUSTRIACO:- (che nel frattempo aveva estratto un foglio, legge) "Amico di Pier Maria Canevari, di tale Pittamuli, e altri ancora" (ripone il foglio e a Gioppo) "Essere tu Baciccia?"

GIOPPO            :- "Chi? Salsiccia?"

2° AUSTRIACO:- (punzecchiandolo col fucile) "Afere detto Baciccia e no salsiccia. Hast do verstanden? Capito?"

GIOPPO            :- (ironico) "Ma qui si chiamano tutti Baciccia, Gio Batta, Gianbattista, come si fa a sapere qual'è quello che volete?.. Chiedetelo al vostro informatore!"

POPOLANI       :- (sottovoce)

(26)                                                 Guercio, zoppo e gran spion,

uomo tristo e grande lacché,

giù dal molo getterem..

TERESA            :- (madre di Balilla, apprensiva)

 (27)                                                     Il Baccicin farebbe bene

a lasciar la città,

sennò gli sbirri

metton in croce anche lui…

ROSIN               :- (inizia a far buio e Rosin raccoglie le sue cose) "Si fa buio.. ci vedremo domani"..(si alza) "..se il Signore vorrà"

BALILLA         :- (un adolescente, entra in scena furtivo, con l'amico Pittamuli, ricercato. Gli altri gli fanno cenno di scappare) "Scappa Pittamuli.. ti cercano nei carruggi, dagli amici.."

PITTAMULI     :- "Calmatevi amici e fate attenzione voi piuttosto.. state in guardia" (grave) "Ci sarà del subbuglio.. E' probabile che qui, da Portoria passino quei mangia patate con  nostri mortai.. anche da Porta San Tommaso…" (spiritoso)  "Prendeteli a sassate se non avete altro"

TUTTI                :- (ridendo) "ah, ah, ah.. gli linceremo la testa"

TERESA            :- (avvicinandosi preoccupata al gruppo)

(28)                                              Ehi, voialtri, balilla e sfaccendati,

perditempo e sbruffon

se vi prendon sono malanni..

sapete ben che san picchiar

più che strüdel andar-a- mangiar..

BAILLA            :- "Madre non ti angustiare che qui siamo tutti d'accordo.. Se quelli non vanno via con le buone, noi.."

PITTAMULI     :- (interrompendo) "..li prenderemo a calci in culo!" (esce sveltamente spinto dagli amici)

SCENA V

(Gioppo – popolani – balilla – Teresa – Baciccia – Fanny

BACICCIA       :- (entra guardingo seguito da Fanny che cerca di indurlo ad andarsene)

TERESA            :- "Baciccia.. scappa, nasconditi. Il guercio ha fatto la spia" (accorata) "Stanno cercando Canevari, Pittamuli e altri ancora.. hanno una lista di nomi.."

BACICCIA       :- "Starò attento"

FANNY             :- "Ti prego caro.. fuggi.."

FANNY             :-

 (29)                                                       Baciccin vattene via

han di te fatto la spia,

se ti prendon quelli là.

sotto i ferri ti fan parlar.

POPOLANI   .- (30)                              Baciccin vattene via                                

han di te fatto la spia,

se ti prendon quelli là

sotto i ferri ti fan parlar..

FANNY         :- (31)                              Fuggi amore mio

che perderti non voglio,

in bocca ho l'amaro

ma in cuore solo te..

Non ti adirar

se il guercio t' ha tradito,

se il destino vorrà

ritornerai al tuo nido.

Faremo, vedrai la storia

partendo da Portoria,

ma tu ti devi salvar,

fallo anche per me,

perché son la tua donna,

sono la tua Fanny..

BACICCIA    :- (32)                                Oh, mia Fanny,

o dolce amor..

deve pagare

il traditor.

Non darti pena

sarà il nostro destin

DUETTO FANNY-BACICCIA:- (33)     Se il Signor vorrà

 saremo presto vicin,

se il Signor vorrà

avrem la libertà,

 avremo libertà…

FANNY         :- (frenando il singhiozzo, abbraccia Baciccia) "Scappa, scappa prima che mi penta"

BACCIA           :- "Vado ma non scappo" (l'abbraccia e poi rivolto a tutti) "A fra poco amici.. all'erta che.. arriva il temporale!" (esce di corsa)

                           (si sente il passo cadenzato, di corsa, dei soldati, volendo con rullio di tamburi. Il passo poco a poco si allontana mentre tutti stanno all'erta)

TERESA            :- (si fa il segno della Croce) "San Giorgio, fa che non lo prendano"

BALILLA         :- "Tranquilla mamma, è furbo e vedrai che li porta a smarrirsi nei carruggi e poi.." (mima che li prenderanno a botte)

TUTTI                :- (commentano e fanno scena)

SCENA VI

(Gioppo – popolani – balilla – Teresa – Martina – Rosin – drappello di austriaci)

MARTINA        :- (entra circospetta con Rosin) "Rosin è venuta ad assicurarci sul Baciccia che ha seminato i soldati"

ROSIN               :- (con evidente soddisfazione) "Si sono smarriti nei carruggi e non sapevano più da che parte uscire… ah, ah, ah.. come ai tempi dei saraceni, dalle finestre volavano giù sacchi di spazzatura e mobili.. Sono rimasti chiusi e li hanno menati prendendogli le armi"

TUTTI                :- (scena e commenti favorevoli)

ROSIN               :- "Ha fatto in tempo a dirmi che dovete stare in guardia e che fra poco passeranno gli austriaci con un nostro mortaio.. Bloccateli se potete prima che sopraggiungano rinforzi.. Io scappo perché non voglio trovarmi in mezzo .."

MARTINA        :- (con bonario sfottò) "Rosin, non dirmi che l' hai letto nella palla di cristallo, eh?"

AUSTRIACI     : -(fuori scena) "Ein, dwei, drei, vir.. ein zwei, drei, vir.."(tutti si voltano. si sente un imperioso comando) "Ehi, halt!" (si ode uno sparo, una figura attraversa la scena di corsa inseguito dagli austriaci, che escono di scena)

POPOLANI       :- (a voci alterne) "Stanno arrivandone altri"

                           :-  "Che facciamo?"

                           :- "Prendiamoli a sassate"

                           :- "Ecco che arrivano"

                           :- (un ragazzo entra in scena di corsa) "Occhio.. sono dietro il cantone"

AUSTRIACI     :- (fuori scena) "Schnell, schnell" (appaiono alcuni austriaci che stanno spingendo e tirando un mortaio. Ad un tratto il mortaio si blocca, affonda nel pantano. Il comandante si guarda attorno alla ricerca di aiuto)

BALILLA         :- (imprudente e con un po' di boria) "Guardateli.. non ce la fanno più.. sono scoppiati.. ah, ah, ah.." (risatine di sarcasmo dei presenti)

COMANDANTE:- (infuriato, mena botte col frustino e ordina a Giovo) "Tu che ridi.. tu aiutare" (lo prende in malo modo spingendolo verso il mortaio)

GIOVO              :- (traballante dalla spinta e ironico) "Va bene, va bene.. ma.. quanto mi date?"

UN SOLDATO :- "Qvesto ti dare!" (col calcio del fucile colpisce Giovo, il quale si ribella e sferra un pugno al soldato che cade a terra. Ne nasce un parapiglia al grido di "Dagli, dagli.." La donne, apprensive, stanno in disparte)

BALILLA         :- (che si era scostato con altri ragazzi a cercare sassi) "Forza ragazzi.. è il momento .." (prende di mira il comandante e grida) "CHE L'INSE?!" (scaglia il sasso e colpisce il comandante austriaco che cade a terra. Tutti lanciano sassi e menano botte. Altrove si sentono spari e colpi di cannone. La regia potrà evidenziare singoli episodi separati con luci apposite ed il ritiro dei soldati che lasciano il mortaio)

POPOLANI       :- "Scappano, scappano" (alcuni, con Balilla, li inseguono uscendo di scena)

(34)                                                      Viva Maria e la libertà,

li abbiamo fatti taroccar..

                                                             Viva Maria e la libertà

                                                             li abbiamo fatti taroccar…

SCENA VII

(Popolani, Pittamuli, Baciccia, Grimaldi, Canevari)

PITTAMULI     :- (rientra di corsa con Baciccia) "Bravi ragazzi.. tutto è andato come stabilito ma adesso non creiamo false euforie"

BACICCIA       :- "Organizziamoci.. il momento è buono"

                           :- (35)                          Ecco l'ora giunta è già

i krukki han da scappar

correte dalle guardie,

le armi vi daran..

(rintocco di campane)                              suona mezzanotte

presto l'alba spunterà

all'erta tutti quanti

il nemico reagirà.

Su via quel cannon

dietro a quel bastion

semmai vorran tornar

a botte li prendiam!"

POPOLANI       :- (36)                                    All'armi,

all'armi

le armi andiamo a pigliar

                                                                tutti uniti all'arsenal.."        (escono cantando)

GRIMALDI      :-  (entra in scena vestito da popolano. E' con lui Pier Maria Canevari. Si congratula con Baciccia) "Bravo Baciccia, la rivolta è iniziata"

BACICCIA       :- (sorpreso) "Il nobile Grimaldi?.. Non vi avevo riconosciuto vestito da popolano"

GRIMALDI      :- "Presto, riunite i nostri perché certamente domani ritenteranno l'attacco per riprendere le posizioni perse. Abbiamo catturato dei prigionieri austriaci e croati che sono a Nervi e a Recco. Ci vediamo al collegio dei Gesuiti in via Balbi e a San Girolamo"

PITTAMULI     :- "In Val Bisagno i nostri ortolani cercheranno di bloccare i nemici di rinforzo"

GRIMALDI      :- "Abbiamo saputo.. per vie traverse che.."

BACICCIA       :- (interrompendo) "Attenzione alle.. vie traverse del consigliere Picardo.. è una pedina del nemico!"

GRIMALDI      :- (sornione) "Comunque nemmeno lui deve fidarsi di noi, ti pare?. Ma tornando a noi.. parla tu Canevari"

CANEVARI      :- "Aduniamoci e prepariamoci. Arriveranno cento granatieri del generale Botta, con baionetta in canna, per riprendersi il mortaio.. Sarà meglio nasconderlo bene. Pare che abbiano intenzione di farsi aiutare da una cinquantina di uomini"

BACICCIA       :- "Dovranno passare da Porta San Tommaso e là, abbiamo pronti i nostri. Armi ne abbiamo poche.."

GIOVO              :- "Useremo le armi del popolo: i sassi!"

CANEVARI      :- "I nostri sono andati a vedere se riescono a sottrarre altri mortai" (a Grimaldi) "Abbiamo saputo che i soldat di Maria Teresa hanno intenzione di occupare il monastero di San Tommaso e dello Spirito Santo, alle porte della città"

GIOVO              :- "E anche la Commenda di San Giovanni a Pré"

GRIMALDI      :- "Nicolò Giovo.. mi pare che voi siate più informato del Doge e del Principe.. bene.. e allora sotto a chi tocca. I prossimi giorni saranno decisivi" (colto da un dubbio) "I cannoni di Palazzo Ducale.. non dovranno essere toccati, capito?" (esce rapidamente mentre le luci si abbassano fino a buio totale. Musica del caso e

                                     FINE DEL PRIMO QUADRO DEL SECONDO TEMPO)

QUADRO SECONDO

SCENA VIII

(musica. Le luci si riaccendono adagio)

(Baciccia – Canevari – popolani - Fanny)

BACICCIA       :- (con a fianco Fanny) "Son passati cinque giorni di scaramucce, di sparatorie. I feriti li abbiamo portati una parte a Pammatone, una parte nelle case e nei conventi" (a Canevari)  "Ora tocca a te Canevari di formare la nuova repubblica"

CANEVARI      :- "Abbiamo stabilito col Doge che il governo provvisorio avrà sede dai Gesuiti in via Balbi"

POPOLANI       :- (fuori scena in canto corale che si avvicinano. Cantano attraversando la scena ed uscendo dalla parte opposta)

              (37)                                           Cantiamo allegramente

viva la libertà ..

su tutti i combattenti

andiamo per la città,

alziamo le bandiere

viva la libertà..

Genova nostra viva,

Superba vincerà.

…………………

FANNY             :- (38)                             Viva la nostra gente,

le donne, i ragazzi,

i grandi e-i piccolin..

BACICCIA    :- (39)                                 che in tutti i quartieri

si son dati da far.

POPOLANI   :- (40)                                  Genova nostra viva

Superba ancor sarà..

TERESA        :- (41)                            Voler trovar amor, questa è

                                                                           Portoria

        nemici non più di fronte a noi.    

         orsù, la libertà noi abbracciam        

  POPOLANI     :- (42)                   dop'aver dato al Botta questa lezione..         

          alziamo il nostro Grifo sopra il pennone,

         all'erta sempre noi  dobbiamo ancora star

BACICCIA-FANNY:- (43)                benedetto sempre chi ha in sen       

       chi sa ben giudicare la storia,

          e questo giorno di grande vittoria

FANNY             :- (44)                           il popolo ribelle ha cacciato

BACICCIA       :- (45)                             da tutti i rion della città

      

POPOLANI       :- (46)                          l'imperiale aquila regal.

    E sui bastion di questa nostra città

                                                             lo speron del Grifo volerà..

            (adagio, adagio le luci si abbassano fino al buio totale. Si ode un rullio di tamburi e il suono di un piffero. Un faro illumina il proscenio dove giace raggomitolata a terra una persona in abiti moderni. E' Raniero Grimaldi. Dietro, al buio, immobili, i popolani)

GRIMALDI      :- (si alza frastornato, attonito e si guarda attorno stupito) "Ma..cos'è accaduto?.. E come mai sono vestito così?" (cercando nella memoria) "Mi par di ricordare.. I tedeschi.. Portoria.. Ma.. quali tedeschi? Quelli dell'ultima guerra o quelli del mio avo?…. Il Doge! Baciccia! Canevari!.. no, no, no è possibile.. mi scoppia la testa.. Che strana sensazione.. E' come se mi fossi trovato veramente nei panni del mio avo Raniero Grimaldi.. che si chiamava come me.. No, veramente sono io che mi chiamo come lui" (si guarda ancora attorno) "Sarà stata un'allucinazione.. Però.. mi sento ancora nelle orecchie un canto.. quello della gente che voleva Genova libera dai tedeschi.. quelli del 1746 intendo dire.. sì, lo sento.." (rimane immobile come in un quadro mentre i popolani si avvicinano a semicerchio e cantano)

POPOLANI       :- ((47)                       Forza, o gloriosa Superba,

alzar la testa tu sai,

strappa questa malerba,

                                                              viva Maria e la libertà,          (a scemare)

viva Maria e la libertà..

(SUL CANTO IL SIPARIO SI CHIUDE)

F I N E