Locanda a ore

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TESTO LOCANDA AD ORE

LOCANDA A ORE

di Rino Gobbi

(dueatti senza cambio scene)

Personaggi:

BENITO                    (locandiere)

DANILO                    (padrone della fabbrica di preservativi, fratello di Benito)

UFFICIALE GIUDIZIARIO

NICOLO'                   (compratore della fabbrica)                                     

FINANZIERE

FRANCESCA           (moglie di Benito)

DOLLY                     (prostituta)

GUALTIERO            (attore di teatro)

GRETA                      (moglie di Gualtiero, ed ex collega di Nicolò)

Trama

La storia si svolge nella locanda di Benito, le cui camere sono state chiuse dalla Guardia di Finanza perché scoperta essere una locanda a ore. Danilo, suo fratello, possiede una fabbrica che ha fallito in conseguenza della chiusura della locanda perché produceva preservativi per i clienti delle prostitute.

I due fratelli vedono arrivare alla locanda Nicolò, il compratore della fabbrica, e l’ufficiale giudiziario che ne deve convalidare il fallimento (che Nicolò pensa sia un altro compratore). Lo stesso giorno arriva anche il finanziere per controllare che i sigilli fossero stati apposti sulle porte della locanda.

Benito, per avere qualche agevolazione sulla sanzione, manda Dolly, una avvenente prostituta, dal finanziere perché lo seduca dicendogli che è “la moglie del proprietario”. Lei si incontra invece con l’ufficiale giudiziario (che crede il finanziere). L’ufficiale giudiziario pensa che Dolly sia la moglie di Danilo, il proprietario della fabbrica, e per deontologia non accetta le sue avance. Quando questi avrà un incontro con Danilo e riferirà cosa voleva fare “sua moglie”, questi gli riferisce che sua moglie era morta cinque anni addietro. Allora l’ufficiale giudiziario pensa che Dolly sia la moglie dell’altro proprietario, il locandiere. Non essendo Dolly la moglie del proprietario della fabbrica si sente libero dalla deontologia, si allea con il finanziere, e tutti e due vanno alla ricerca di Dolly, che credono sia la moglie di Benito, mentre Francesca, la sua vera moglie, è scambiata per una sguattera.

Nel frattempo Danilo tenterà di baciare Dolly, ma viene visto dall’ufficiale giudiziario, che crederà che Danilo amoreggi con sua cognata.

Intanto Dolly viene mandata a circuire anche l'ufficiale giudiziario per conto di Danilo. Ma ovviamente, lei andrà dal finanziere (che crede l’ufficiale giudiziario). Però lo provocherà solamente. Allora il finanziere e l’ufficiale giudiziario riprendono la caccia a Dolly. Non riuscendo a trovarla si rivolgono a Benito (che credono sia suo marito) per sapere dove si trovi “sua moglie”, anche perché Benito è stato scambiato per un gay e perciò con lei aveva poco a che fare.

Anche Nicolò vuole la moglie di Benito, ma per comprare la locanda, visto che aveva saputo che la fabbrica era fallita. Benito, vedendo che tutti cercano sua moglie, si dispera perché crede che Francesca sia una libertina.

Arriva una coppia di sposi famosi. Francesca, visto che le camere sono sigillate concede loro la sua camera matrimoniale, all'insaputa di Benito. Durante un litigio con il marito, Francesca si sporca la camicia, e Benito la manda in camera a cambiarsi; ma lei è restia perché sa che in camera si trova la coppia di sposi. Alla fine viene costretta da lui, che poi la raggiunge per farsi perdonare la sfuriata; e la vede seminuda con lo sposo. Si convince ancora di più che sua moglie è una depravata.

Nicolò, che ora è proprietario della locanda, si incontra con la sposa, la sua ex collega di cabaret, che però pensa sia Dolly, la prostituta che il finanziere e l'ufficiale giudiziario cercano come matti.

Nel trambusto che si crea entra in scena Gualtiero, lo sposo, anche lui attore, camuffato da generale dei carabinieri. Ripristina l'ordine e si chiarisce ogni equivoco.

Ora, il problema era come riavviare la locanda con un'attività lecita. Si decide di fare pubblicità al fatto che la coppia di sposi famosi ha passato in quella locanda la loro prima notte di nozze, affinché qualche coppietta facesse altrettanto.

Dopo qualche giorno ci sono una infinità di coppiette che vogliono passare la loro prima notte di nozze nella locanda. Siccome sono tante, alla fine si pensa di concedere loro le camere un'ora a testa. A questo punto entra in scena il finanziere in divisa che dirà: "Cosa?!… Locanda a ore? No, locanda a ore ancora no!".


Nella locanda

ATTO I

Scena 1

BENITO, DANILO

BENITO                     Danilo, cos'è questa storia che vuoi vendere la fabbrica anche se è fallita? Ma sai a cosa puoi andare incontro? Alla prigione! Ascolta tuo fratello che di queste cose se ne intende: non venderla!

DANILO                    Caro Benito, te ne intendi tanto da essere stato fregato dalla Finanza; tu, che dicevi che non sarebbero mai venuti qua. Io te l'avevo sempre detto che giocavi troppo forte sulle camere.

BENITO                     A parte il fatto che non ero io che giocavo nelle camere, ma gli altri, tu non dovresti neanche parlare perché ti ho dato lavoro finché gli altri “giocavano”. E se adesso è andata così, pazienza, vuol dire che con i soldi del peccato vivrò di rendita. E tu puoi dire lo stesso.

DANILO                    Vuoi mettere quello che guadagnavi tu in confronto a quel che guadagnavo io? Avevi le camere piene di grazia di dio e il ristorante pieno di operai che mangiavano a più non posso, mentre io ero solo di contorno alla tua attività. E adesso vuoi farmi la morale perché ho trovato questo Nicolò che vuole comprare la mia fabbrica fallita? Tu non hai avuto scrupoli per il tuo lavoro e io ne ho ancora meno per la mia fabbrica.

BENITO                     Ma gli hai detto cosa fabbricavi?

DANILO                    È stata la prima cosa che mi ha chiesto: ma a lui bastava che non fabbricassi armi o cose del genere, perché è uno degli assertori del "Make love not war.

BENITO                     Che roba è?

DANILO                    Un motto per dire che bisogna fare l'amore. E io gli ho dettoche è capitato proprio sul posto giusto perché i nostri prodotti contribuivano e come all'amore.

BENITO                     Ma non ho ancora capito perché non avete fatto il contratto ieri.

DANILO                    Perché ieri si è presentato anche l'ufficiale giudiziario, equando l'ho visto arrivare ho detto a Nicolò, che tra l’altro è un cabarettista, che l’ufficiale giudiziario era un altro compratore, che però voleva pagarmi troppo poco la fabbrica. Per questo mi sono nascosto in casa e ho detto al cabarettista di trovarsi qui per oggi per firmare il contratto.

BENITO                     Messi bene siamo! Oggi deve arrivare anche il finanziere per controllare i sigilli delle camere. Ti conviene evitare di incontrare il tuocabarettista perché se viene a sapere cosa facevo io qua e quello che fabbricavi tu là per la mia locanda, penso che si arrabbierebbe un poco. (guardando fuori dalla finestra) Sbaglio o il tuo compratore è già qua. Sembra proprio deciso a comprare; ha la valigetta, un cappello e tanta, tanta determinazione!

DANILO                    Accidenti! Altro che compratore! Quello è l'ufficiale giudiziario!

BENITO                     Come mai sta venendo qua?

DANILO                    Cosa vuoi che ne sappia io: sarà stata quella stupida della mia governante a dirgli che sono da te.

BENITO                     E tu sei ancora più stupido se le hai detto che dovevi venire qui.

DANILO                    E adesso, cosa faccio?

BENITO                     Semplice, va a nasconderti, resto io a dirgli che sei qui, ma che sei a letto perché non ti senti bene. (guardando ancora fuori dalla finestra) Ma c'è anche un altro uomo dietro di lui.

DANILO                    (affacciandosi alla finestra) Ma è il cabarettista, quello che vuole comprare la fabbrica. Oh Dio, cosa faccio adesso?

BENITO                     Sparisci, ti ho detto! E io dirò a tutti e due che sei a letto con la febbre. (esceDanilo. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 2

U. G., BENITO

L'ufficiale giudiziario estrae dei documenti dalla cartella.

BENITO                     Buongiorno, lei è l'ufficiale giudiziario, vero? Mio fratello Danilo mi ha detto che è ammalato.

U.G.                            Ammalato? Ma se ieri era fresco come una rosa?… Ma lei come fa a conoscermi?

BENITO                     Perché mio fratello me l'ha indicato bene quando stava arrivando, e subito gli è capitata la crisi.

U.G.                            E adesso è a letto, qua?…

BENITO                     Sì, è a letto che aspetta.

U.G.                            Aspetta cosa?

BENITO                     Che lei vada… Aspetta di guarire, cosa vuole che aspetti!

U.G.                            Ah, così è? allora dica a suo fratello che appena mette fuori la testa, io gli schiaffo le carte in mano, e anche se non firma, perché la firma non è indispensabile quando lui è davanti a me, la fabbrica sarà fallita ufficialmente.

BENITO                     Vado a dirglielo subito. (esce Benito. Entra Nicolò).

Scena 3

U.G., NICOLO’                   

NICOLO’ (credendolo un compratore, e vedendo i documenti sparsi sul tavolo) Non pensi di fare il furbo con me, inutile che mostri tutte quelle carte, le può mettere dentro subito perché lo strozzinaggio è una cosa che non mi è mai piaciuta. E non stia a fare quella faccia: lo so che lei è qui per la fabbrica. Ma io è da un mese che mi interesso, da quando per caso ho saputo che era in svendita. Adesso, non dico di pagarla con il suo valore effettivo, ma neanche come la vuole pagare lei. E poi a me serve anche per il lavoro che faccio: sono un cabarettista, e con il mio talento saprò spronare gli operai della fabbrica.

U.G.                            Si può sapere di cosa sta parlando?

NICOLO'                   Ma della fabbrica, di cosa vuole che stia parlando, che lei vuole comprare per pochi soldi, sapendo che il padrone è messo male finanziariamente. Questo è sciacallaggio!

U.G.                            Io, comprare la fabbrica?…

NICOLO'                   Sì, lei, per cosa sono quelle carte là, ora?

U.G.                            Ma queste sono perché deve pagare i debiti.

NICOLO'                   Non l'ho detto io? Lei è uno strozzino! Il padrone è messo male finanziariamente e lei vuole che paghi anche i debiti. Lei è proprio uno sciacallo! Ma come mai il padrone non è qua?

U.G.                            Ha detto che è ammalato, e io resto qua finché non “guarisce”.

NICOLO'                   È matto per caso? Finché non guarisce?. Vuol dire che lei sta qua anche qualche giorno ad aspettare?

U.G.                            Guardi signore che il suo venditore guarisce quando vado via io… anzi, mi faccia un piacere, vada fuori dalla porta, ma sbattendola forte in modo che l'altro pensi che sia andato via io… Ma prima torniamo al fatto che io dovrei comprare la fabbrica.

NICOLO'                   Non sono uno stupido: non torno sul fatto, e neanche le sbatto la porta perché dopo lei possa comprare la fabbrica in tutta tranquillità.

U.G.                            Come devo dirle che io non sono disonesto: non approfitto del mio lavoro per comprare attività che solo io so come sono messe finanziariamente. Mi crede o no?

NICOLO'                   Che discorso sta facendomi? Lei sicuramente vuole imbrogliare le carte, ma io non ci casco. Adesso vado perché non è che lei mi sia tanto simpatico. (esceNicolò sbattendo soprappensiero la porta. Entra invece Francesca, la moglie di Benito, che pensa che l'ufficiale giudiziario sia il finanziere).

Scena 4

U. G., FRANCESCA

FRANCESCA           E la divisa?…

U.G.                            A me non occorre.

FRANCESCA           Si vede che sarà un pezzo grosso, comunque guardi che i sigilli (della locanda) sono stati affissi tutti quanti.

U.G.                            I sigilli?… Quali sigilli?

FRANCESCA           Non stia scherzare, che ho perso un mucchio di tempo per attaccarli. Non vorrà mica che adesso li levi, no?… Vuole che li levi?… Io sarei contenta, sa.

U.G.                           (pensando ai sigilli della fabbrica) Però, che solerzia! Anche i sigilli avete messo.

FRANCESCA           Ma come? Prima mi dice di metterli e adesso si stupisce perché li ho messi? Se lei non deve controllarli allora io li levo e apro tutte le porte.

U.G.                           Guardi signora che io non le ho mai detto di mettere i sigilli.

FRANCESCA           No?… Non era lei quello che era al telefono?

U.G.                            No di sicuro.

FRANCESCA           Insomma, sempre uno di voialtri è stato.

U.G.                            Mah, sarà stato qualche collega zelante.

FRANCESCA           Allora io li levo.

U.G.                            No, no: li lasci stare: sarà una nuova disposizione di legge. Allora sì che bisogna che li controlli. Ma lei è la moglie del padrone (della fabbrica)?

FRANCESCA           (ironica) Io sono quella che corre da un parte all'altra, che lava i piatti, che apre, anzi apriva le porte ai clienti (l’U.G. intende clienti della fabbrica), che attacca i nastri; insomma, anch'io come tutte le donne, sono la “serva”, anzi la “sguattera” del mio padrone.

U.G.                            (credendola la serva di Danilo) Come mai è qui anche lei?

FRANCESCA           È una vita che abito con il mio padrone: dove c'è lui ci sono anch'io.

U.G.                            E perché si è buttato ammalato?

FRANCESCA           Lui, ammalato? Non è mai stato così bene!

U.G.                            Lo so anch'io che sta bene; ma perché non viene lui a ritirare le carte? A lei io non posso dargliele: bisogna che sia il destinatario in persona.

FRANCESCA           Però, che lo sappia o no, lei è stato mandato qui per controllare i sigilli; e adesso? Anche delle carte ci sono da firmare? E pensare che ho sempre detto a mio marito: non prenderti le prostitute in casa, che prima o dopo gli operai parleranno e ti toccherà chiudere.

U.G.                           Ah, c'erano anche delle prostitute per gli operai (della fabbrica)?

FRANCESCA           Ma no, cosa ha capito? Le prostitute erano solo per i clienti. Gli operai non potevano permettersi di spendere così tanti soldi…  Ma sapeva neanche questo?

U.G.                            Questo succedeva?! Allora era un casino (in fabbrica)! Il suo padrone, come lo chiama lei, oltre a essere un assertore della contraccezione (fabbrica di preservativi), metteva alla prova quello che faceva?

FRANCESCA           (pensando alla contraccezione tra lei e suo marito) Non so come abbia fatto a sapere certe cose, comunque non stia adesso a indagare nella nostra vita privata, che quello che facciamo in camera da letto sono cose che riguardano solo noi due.

U.G.                            (pensando che “la sguattera” Francesca vada a letto con Danilo) Mi scusi, mi scusi tanto: non sapevo che lei… con il suo padrone… sì, sono affari vostri.

FRANCESCA           Non c'è niente da scusarsi: come le ho detto, quello che faceva il mio padrone lo sa anche lei… e anche delle prostitute sapeva, non stia fare il finto tonto.

U.G.                           Finto tonto può dirlo a chi vuole, ma non a me, perché sto vergognandomi di questa storia di prostitute. Io vi sequestrerò tutto (in fabbrica), altro che sigilli! E visto che "il suo padrone" non vuole farsi vedere, io vado via. Gli dica però che tra mezzora torno, e se lui non c'è saprò io come fargliela pagare cara. (esce l’ufficiale giudiziario, poi anche Francesca. Entrano Benito e Dolly).

Scena 5

BENITO, DOLLY

DOLLY                      Come mai c'è la porta di servizio chiusa?

BENITO                     Tu vai in ferie e trovi la porta chiusa? "Casa chiusa", porta chiusa: qual è il problema?

DOLLY                     Ma cos'è successo, gli uomini sono diventati tutti gay? Come mai avete chiuso la locanda?

BENITO                     Abbiamo chiuso solo le camere, perché c'è uno che si aggira per la casa, che anche se non è gay è lo stesso contro le donne come te. È un finanziere che mi ha fatto mandare via le tue colleghe… E adesso tocca a te andare via.

DOLLY                      È stato chiuso il “cantiere!” Gli operai, meglio, le operaie sono state mandate a casa e mi tocca andare a casa anch'io… Ma dopo che mi ha pagato gli ultimi tre mesi di marchette.

BENITO                     Non ti ho mica liquidato?

DOLLY                      No che non mi ha liquidato; e anche i quindici giorni di ferie che avanzo voglio che siano messi in conto: una povera… donna avrà pure il diritto di ritemprarsi pienamente per tornare fresca al lavoro da un’altra parte.

BENITO                    Sai a cosa sto pensando? Che ti pago quello che avanzi e anche gli altri quindici giorni di ferie, basta che tu mi faccia un piccolo favore prima di andare via. Dovresti contattare il finanziere quando arriva, che è un duro, e ammorbidirlo con le tue moine perché non calchi la mano con la multa. Però digli che ti ho mandato io, in modo che si ricordi chi deve ringraziare.

DOLLY                      Se è solo per questo è un lavoretto che faccio volentieri, basta che dopo tiri fuori i soldi.

BENITO                     Non domandargli i soldi, per carità!

DOLLY                      Ma cosa ha capito? I soldi che deve darmi lei. Adesso vado, che non vedo l'ora di farmi questo uomo tutto d'un pezzo (fa per uscire).

BENITO                     Aspetta, aspetta, mamma mia, meno male che mi sono ricordato! Non dirgli al finanziere che sei una… non dirgli che sei tu: digli che sei … digli quello che vuoi, ma non che sei una prostituta… Ecco, digli che sei mia moglie, e insisti nel dire che ti ho mandato io.

DOLLY                      Non stia a preoccuparsi Benito, nessuno ci batte nell'arte dell'inganno e della seduzione. Adesso vada via, che sto qui ad aspettarlo. (esce Benito. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 6

DOLLY, U. G.

U.G.                            Buongiorno. Non ho mai visto una signorina così graziosa. Bisogna proprio che le faccia i complimenti.

DOLLY                      (credendolo il finanziere) Già qui! Comunque me li faccia pure i complimenti, che io le faccio il resto.

U.G.                            Che perspicacia! Ma chi è lei?

DOLLY                      Sono quella che le farà passare qualche minuto da sogno. (vezzeggiandolo) Neanche io ho mai visto un uomo come lei. Ma si rilassi non abbia paura, che qui davanti a lei ha la Venere del Botticelli, anzi Messalina, anzi Elena di Troia.

U.G.                            Ma mi dica di preciso, chi è lei?

DOLLY                      (sostenuta) Sono la moglie del proprietario.

U.G.                            (credendola la moglie di Danilo) Eh no! Mi dispiace, io sono una persona integerrima e non mi faccio corrompere. Prima la servae adesso la moglie. Tutte qui, che vogliono parlare con me!

DOLLY                      La serva?

U.G.                            Sì, la serva di suo marito che è stata qui prima. A proposito, visto che voialtre non avete pudore, sa cosa le dico, che la serva va a letto con suo marito. E adesso mi lasci in pace che anche se è una bellissima ragazza io sono ligio alla mia deontologia, e resto tutto d'un pezzo. Pensi invece ai corni che le fa suo marito.

DOLLY                      (sapendo che non ci sono serve nella locanda) Quella con il grembiule?

U.G.                            Quella, sì.

DOLLY                     (comprendendo che l'ufficiale giudiziario ha scambiato Francesca per la serva della locanda. Stuzzicandolo) Ma è naturale che la serva vada a letto con mio marito. Sono sempre andati a letto assieme da quando si sono conosciuti; cosa vuole: sono come marito e moglie.

U.G.                            Cosa?!… A lei non interessa che la serva vada a letto con suo marito? Ma dico, queste sono cose dell'altro mondo! Va bene che lui, oltre a fare quelle cose brutte con la sguattera, mette anche a disposizione le prostitute ai clienti (della fabbrica), ma che la moglie sia contenta perché va a letto con la serva io questo non lo concepisco. Comunque sono affari vostri e io non voglio metterci il dito.

DOLLY                      Ma su, non si arrabbi, si ricordi invece che è stato proprio mio marito a mandarmi qui da lei, come segno di riconoscenza.

U.G.                            Va a letto con la sguattera e mi manda a ruffianarsi sua moglie, un pezzo di figliola così. Ma questo è proprio un casino!

DOLLY                      Perché? Non lo sapeva forse? Guardi, adesso le do un bacio e vado via, così avrà un bel ricordo di me… e di mio marito. (Dolly lo bacia nonostante il rifiuto dell’ufficiale giudiziario, ed esce. Danilo fa per entrare).

Scena 7

U.G., DANILO

U.G.                            No, no, venga qui. Vedo che è guarito di colpo, è stato un miracolo? E questa è “una”! La seconda è che se anche lei ha una moglie affascinante non può mandarmela qui per sedurmi e avere qualche agevolazione da me. L'ho capito, sa, perché mi ha mandato qui la bella vacca di sua moglie.

DANILO                    Mia moglie vacca?

U.G.                            Sì, proprio vacca, bella, ma vacca.

DANILO                    Se mia moglie è morta cinque anni fa?

U.G.                            Sua moglie era qui che tentava di sedurmi, non stia raccontare ancora balle!

DANILO                    Le ho detto che mia moglie è morta cinque anni fa, e lei sta offendendo la sua memoria.

U.G.                            La sua memoria? Pensi invece alla sua dignità; e si dica fortunato che sua moglie non si arrabbi perché lei va a letto con la serva che, a parer mio, è una scrofa in confronto a sua moglie.

DANILO                    Mia moglie è morta cinque anni fa, quante volte devo dirglielo, e lei sta diffamando la sua memoria. Io la denuncio.

U.G.                            (ravvedendosi) Calma, calma. Ma ora chi è la donna che era qui adesso?

DANILO                    Certamente non mia moglie, o vuole dirmi che ha visto il suo fantasma? Adesso lei deve chiedermi scusa.

U.G.                            (tra sé) Allora era la moglie del locandiere… E perché suo marito l'ha mandata da me?… Forse per fare un favore a suo fratello. Ma allora… allora la mia etica professionale non conta un cavolo, e io mi sono lasciato scappare un'occasione così bella?… E la serva? È la serva del locandiere. (a Danilo) Sì, ha ragione: ho preso un abbaglio. Ma sa, quando si presenta davanti un pezzo di figliola così, non si ragiona più; e poi è stata lei a dirmi che era la moglie del proprietario… Io pensavo della fabbrica, cioè lei, invece era la moglie del proprietario della locanda, cioè suo cognata.

DANILO                    Mia cognata?… Che sia vacca no di sicuro, e neanche ho mai saputo che fosse così bella: guardi che lei ha così tanta voglia di sesso da confondersi con il significato della bellezza.

U.G.                            E lei è cieco se non si è mai accorto che sua cognata è come Elena di Troia.

DANILO                    Adesso non stia offendere mia cognata, sa?

U.G.                            È stata lei a dirmi che è Elena di Troia. E comunque, visto che non è sua moglie, non pensi di avere qualche agevolazione da me.

DANILO                    Sì, ma si ricordi che lei ha diffamato mia moglie vera, quella povera santa che adesso è di sicuro in paradiso, chiamandola vacca; e per questo lei può avere delle grane. Sicché stia attento di non fare il duro con la fabbrica perché il coltello per il manico lo abbiamo tutti e due. E adesso vado.

U.G.                            E le carte da firmare?…

DANILO                    Un'altra volta che ora sono un tantino arrabbiato (esce).

U.G.                            (eccitato) Mamma mia, che pezzo di donna! E non era sua moglie! (esce l’ufficiale giudiziario. Entra il finanziere).

Scena 8

FINANZIERE

FINANZIERE          

Poggia la cartella sul tavolo, estrae le carte, e siccome deve scrivere tanto si leva anche la giacca. Perché fa caldo si allenta la cravatta e si sbottona i primi bottoni della camicia. Per sbaglio scompiglia le carte. Mentre le sta raccogliendo entra Benito che, vedendolo in quella situazione, pensa sia stato circuito da Dolly.

Scena 9

FINANZIERE, BENITO

BENITO                     (dandogli una pacca sulla spalla) E allora, cosa ne dice? Non si può resistere, vero. Neanche lei si tira indietro, lei deve essere una birba perché sotto quell'aspetto, diciamo serio, si nasconde un uomo tutto calore, tutta eccitazione, tutto sesso. (prendendolo per le spalle. Finanziere sospettoso) Ma guardi che occasione così non capitano sempre a tutti: bisogna approfittarne. Guardi, io con lei… (riferendosi a Dolly).

FINANZIERE           (preoccupato) Con lei chi?

BENITO                     Con mia moglie; sono anni che non facciamo l'amore, anche se è bella, perché io ho altri interessi… meglio, avevo altri interessi, perché adesso è venuto qui lei e bisogna che faccia di tutto per salvarmi il culo.

FINANZIERE           (credendolo gay. Arrabbiato) Non stia neanche tentare di salvarsi il culo perché io glielo farò grande così, sporcaccione che non è altro! Volere sedurre me, che sono la persona più onesta e pura di questa terra. Guardi: se non fosse a casa sua, lo manderei fuori a pedate, là dove a lei piace tanto

BENITO                     Ma cosa dice? Io, sporcaccione?

FINANZIERE           Sì, lei se la fa con gli uomini!

BENITO                     È matto, per caso? Io gay? Con tutte le ragazze che avevo tra le mani e che lei mi ha portato via? Diventerò sì gay se lei non mi fa riaprire l'attività.(lezioso) Pensavo le avesse fatto piacere ricevere la visita di una bella donna.

FINANZIERE           Per me lei non è per niente bello, anche se dice che è una donna.

BENITO                     Guardi che la divisa che non ha addosso non le permette di offendere un onesto datore di lavoro. E potrei anche denunciarlo per gli atti osceni che ha fatto con mia moglie.

FINANZIERE           Atti osceni? Con sua moglie? Lei è proprio da rinchiudere.

BENITO                     E allora, cos'è quella giacca buttata là, la camicia aperta fino all'ombelico, e le carte tutte sparpagliate?

FINANZIERE           Sa cosa significa tuta questa roba che vede qua? Che avevo da scrivere abbastanza su di lei e sulla sua attività; ma adesso mi levo anche la camicia perché avrò da scrivere fino a domani. E si ritenga fortunato che non la denunci io per le volgarità che mi ha detto (comincia a scrivere).

BENITO                     (fra sé) Ma allora Dolly deve ancora contattarlo. (addossandosi al finanziere) Mi scusi signor finanziere, mi sono sbagliato, lo sa come succede a volte: ci si può confondere; io non volevo certamente mancarle di rispetto. La prego, sia buono, non calchi la penna.

FINANZIERE           Mi lasci in pace che quello che mi ha detto è stato troppo.

BENITO                     Ma mi capisca: se lei mi porta via le ragazze, io non so come vivere. Stia leggero, mi raccomando, altrimenti mi trovo su un marciapiede.

FINANZIERE           Così farà compagnia al suo personale.

BENITO                     Mi raccomando, non può…

FINANZIERE           Ve bene, va bene, cercherò di essere comprensivo, basta che vada via e mi lasci in pace.

BENITO                     Sì, vado via per lasciarlo in pace, basta che…

FINANZIERE           Sì, ho capito, vada, vada! (esce Benito. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 10

FINANZIERE, UFFICIALE GIUDIZIARIO

U.G.                            (entrando di colpo) Oh mi scusi, non sapevo che ci fosse lei qua… Ma chi è lei?

FINANZIERE           Potrei farle anch'io la stessa domanda. E dopo, vorrei anche domandarle perché entra qui con quella foga, a disturbare me che sto scrivendo cose di primaria importanza.

U.G.                            Io sono l'ufficiale giudiziario, quello che ha sequestrato la fabbrica al fratello del locandiere. E lei, chi è lei?

FINANZIERE           E io sono il finanziere che ha fatto chiudere la locanda al locandiere, facendo cessare il bordello che c'era qua.

U.G.                            Un bordello?… Un casino, insomma?

FINANZIERE           Lo chiami come vuole…

U.G.                            Adesso capisco perché il fratello ha dovuto chiudere la fabbrica. È stato merito suo (finanziere) se ora io adesso ho lavoro.

FINANZIERE           Non capisco… cosa produceva la fabbrica?

U.G.                            Privacy! Lo sa anche lei che non posso parlare: c'è il segreto professionale.

FINANZIERE           È qualcosa che ha a che fare con la locanda? Perché qui c'erano solo prostitute.

U.G.                            E là fabbricavano… Lo so che lei vuole farmi parlare, ma io sono irreprensibile e non parlerò… Per caso ha visto una ragazza, dico, un bel pezzo di figliola, da queste parti? Perché è la moglie del locandiere, ma ha un fisico da sballo. Io, da stupido, l'avevo presa per la moglie del padrone della fabbrica e mi sono arrabbiato con lei perché mi ha fatto delle avance. Ma adesso che so che è la locandiera e che io con la pratica della locanda non c'entro per niente, potrei farmela… amica.

FINANZIERE           Io ho visto suo marito gay che ha tentato di farmi la fattura.

U.G.                            Suo marito, gay?… Allora possiamo andare a ruota libera con sua moglie… Cioè, io posso fare qualcosa perché lei ha la deontologia da rispettare. (Francesca si affaccia, non vista).

FINANZIERE           Io me ne frego della deontologia, io seguo la moglie del locandiere, come lei, se dice che è così bella?!

U.G.                            Certo che è bella, e le dico che farò di tutto per avvicinarla.

FINANZIERE           E allora, cosa aspettiamo? Andiamo a scovarla questo pezzo di figliola. (escono  il finanziere e l'ufficiale giudiziario. Entra Francesca).

Scena 11

FRANCESCA

FRANCESCA           (facendosi bella) Chi è l'altro?…l’ufficiale giudiziario di sicuro (finanziere). Non importa: meglio due che uno. Anche se il finanziere si era arrabbiato con me ha capito che sono bella e che non valeva la pena di stare in collera. Però… non avrei mai pensato di essere tanto bella da fare perdere la testa agli uomini; si vede che fino ad adesso sono stata troppo modesta. Un po' di avventura non guasta, e mio marito mi perdonerà se verrà a sapere qualcosa… Ma tanto, lui è tutto preso con la chiusura della locanda e l'estromissione delle prostitute. (entrano eccitati il finanziere e l'ufficiale giudiziario).

Scena 12

FRANCESCA, FINANZIERE, UFFICIALE GIUDIZIARIO

U.G.                            Niente, neanche qua!

FINANZIERE           (rivolgendosi a Francesca) Ma chi è questa?

U.G.                            (piano)È la sguattera, andiamo via. (Escono il finanziere e l’ufficiale giudiziario).

Scena 13

FRANCESCA

FRANCESCA           Ma… ma… cercano me?!… Come mai non si fermano. Sono io la moglie di mio marito, sono io! (esce Francesca. Entra Nicolò).

Scena 14

NICOLO'

NICOLO'                   Adesso che non c'è nessuno comprerò io la fabbrica, senza quello sciacallo di prima che vuole comprarla per pochi soldi. Adesso non c'è lui, ma neanche il padrone, però io questa fabbrica voglio comprarla, voglio esercitare la mia esperienza teatrale tra gli operai, visto che nelle sale nessuno viene a vedermi. (entrano di corsa l’ufficiale giudiziario e il finanziere).

Scena 15

NICOLO', FINANZIERE, U.G.

NICOLO'                   (all'ufficiale giudiziario) Ehi, dove corre così di fretta, non vorrà mica comprare la fabbrica prima di me, spero?

U.G.                            Sto cercando la padrona.

NICOLO'                   Ma è lei che la vende?

U.G.                            Chi se no? Suo marito? (la fabbrica intesa come sesso).

NICOLO'                   Però non è giusto che mi sorpassi, ero arrivato prima io! E dopo lei la vuole pagare poco, invece io la pago per quel che costa.

FINANZIERE           Guardi che a noi ce la dà gratis (sesso).

NICOLO'                   (al finanziere) Anche lei la vuole comprare? E gratis? Questo è uno sporco gioco, e io non ci sto.

U.G.                            Sicuro che è un gioco sporco, e non può starci davvero visto che non l'abbiamo invitato. (escono l'ufficiale giudiziario e il finanziere. Entra Francesca).

Scena 16

NICOLO', FRANCESCA

FRANCESCA           Chi è lei? Cosa fa qua? Sta cercando mio marito o me?

NICOLO'                   Io sono Nicolò. (credendo sia la moglie di Danilo) Allora è lei la padrona che quei due tipi appena usciti la cercano come matti.

FRANCESCA           Sì, io sono la padrona. Lo so che mi cercano come matti; e io cerco loro…

NICOLO'                   E non riuscite a trovarvi… Ho sentito dire che vuole dare la fabbrica a loro, e gratis anche. Guardi che ero d'accordo con suo marito che la fabbrica la dava a me per un prezzo ragionevole. E adesso, mentre quei due sciocchi stanno correndo da una parte all'altra per cercarla, l'atto lo facciamo qui, seduta stante.     

FRANCESCA           Ma dico… è impazzito per caso! Io, vendere la fabbrica? Ma per chi mi ha preso, per una prostituta? E dopo vuole fare all'amore qui con me? Adesso non esageriamo… caso mai bisogna che prima sia carino, un po’di preliminari…

NICOLO'                   Cosa sta dicendo? Preliminari, amore? Io voglio solamente la sua fabbrica, e subito, prima che arrivino gli altri due.

FRANCESCA           Io la mia “fabbrica” non gliela do, se lei si comporta così.

NICOLO'                   Ma io gliela compro al prezzo giusto, per il valore che ha.

FRANCESCA           La mia fabbrica non ha valore.

NICOLO'                   Ma se è in svendita? Suo marito mi ha detto che ormai è vecchia e che lui l'ha sfruttata finché c'era convenienza, ma adesso è una catastrofe, e che per questo non ne ha più bisogno, che quasi non vuole più vederla.

FRANCESCA           Così ha detto mio marito? Mi sentirà quando lo vedo, quel porco! Lui era abituato a trattare con ragazze giovani…

NICOLO'                   Le operaie?… (della fabbrica).

FRANCESCA           Sì, le operaie del sesso (della locanda).

NICOLO'                   Per forza la sua fabbrica è andata a ramingo… se le operaie invece che lavorare facevano altre cose con suo marito… Ma io voglio solo comprarla, ha capito? E se è lei l'incaricata di venderla, facciamo subito questo contratto che poi sia finita.

FRANCESCA           Ma… ma lei sta parlando della fabbrica di mio cognato, il fratello di mio marito? Io avevo capito che volesse comprare la mia “fabbrica”.

NICOLO'                   Quante fabbriche ci sono adesso?

FRANCESCA           Si vede che lei non è di queste parti: c'è fabbrica e fabbrica. Mio cognato ce n'ha una e io ne ho un'altra.

NICOLO'                   Io non ci capisco niente; allora lei non è la moglie dell'imprenditore, e non possiede la fabbrica?

FRANCESCA           No, io non sono la moglie dell'imprenditore, sono la locandiera: quello è mio cognato, ma io possiedo lo stesso una fabbrica.

NICOLO'                   Comunque a me interessa la fabbrica che ha suo cognato, e non quella che ha lei.

FRANCESCA           Guardi che la fabbrica di mio cognato è fallita, non lo sapeva questo?

NICOLO'                   Io no: lui mi aveva detto che voleva vendermela a un buon prezzo.

FRANCESCA           Ah, quel furfante! Lei mi sembra una persona onesta e io le propongo un affare pulito: compri la mia locanda, è in vendita anche questa.

NICOLO'                   (riflettendo) Sa che non ha tutti i torti, così, invece di intrattenere qualche operaio con le mie battute, intratterrei i clienti, che sono tutt’altra cosa… Che tipo di clienti ci sono qua? Penso sia gente colta, che se ne intendano un poco di cabaret o robe del genere?

FRANCESCA           Perché lei è un cabarettista, per caso?

NICOLO'                   Diciamo che lo ero, ma ora mi è ritornato ancora l'entusiasmo. Mi piacerebbe avere anche qualche spalla, intendo qualche ragazza che mi aiuti nello spettacolo, magari una bella ragazza, perché è da tempo che ho in mente uno sketch di me che faccio il magnaccia, e mi occorrerebbe una che facesse la parte della prostituta.

FRANCESCA           Gliene trovo subito tante di… future attrici, da fare paura; lei dovrà solo scegliere, e le ragazze che desidera sembrerà che neanche recitino, da tanto naturali che sono.

NICOLO'                   Bene, l'affare è quasi concluso; ma adesso mi mostri la sala ristorante che voglio farmi un'idea di com'è.

FRANCESCA           Gliela mostro volentieri.

NICOLO'                   E dopo mi mostri anche le camere, che voglio vedere anche quelle.

FRANCESCA           Le camere?…(che sono sigillate) Le spiego io come sono: sono quadrate, hanno un letto, un comodino…

NICOLO'                   Io voglio rendermi conto di persona dell'intimità che possono offrirmi.

FRANCESCA           Le assicuro io che di intimità ne hanno tanta, non occorre che venga a constatare di persona.

NICOLO'                   (severo) Invece io voglio vederle.

FRANCESCA           Allora se è così, aspetti qui che vado ad aprire le porte. Sa, è un po' difficile aprirle.

NICOLO'                   Hanno la serratura dura? È da tanto che non vengono usate?

FRANCESCA           Non da tanto…

NICOLO’                  Se è così vuol dire che di clienti ne avete pochi.

FRANCESCA           No, no, anzi, i clienti vengono a frotte, glielo assicuro io.

NICOLO'                   Ma dove sono che non li vedo?

FRANCESCA           Arrivano di notte… per quello adesso c'è un po' di fiacca. Stia qui che faccio presto. (esceFrancesca per togliere i sigilli dalle camere. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 17

NICOLO', U.G.

NICOLO'                   Ancora lei! Stavolta è arrivato tardi perché la locandiera sta vendendomi la locanda… Non vorrà mica comprare la locanda anche lei, per caso? Comunque se vuole comprare la fabbrica, la può comprare, perché io non sono più interessato; ma sappia che è fallita.

U.G.                            È da un pezzo che so che è fallita. Anzi, sono qua proprio per questo.

NICOLO'                   Vuole comprare la fabbrica anche se è fallita? Guardi che non si può comprare una fabbrica così: io un poco me ne intendo.

U.G.                           Anch'io me ne intendo un poco… E sto dicendole che non sono qui per comprare la fabbrica, ma per sequestrarla. Sono l'ufficiale giudiziario. (si affaccia non vista Francesca) E sono qua per controllare che sia chiusa, e che i sigilli che hanno messo siano a posto (sigilli della fabbrica, come riferitogli da Francesca. Francesca, sempre credendolo il finanziere, corre a rimettere i sigilli sulle camere). Ma lei allora ha visto la locandiera…

NICOLO'                   Certo che l'ho vista (Francesca).

U.G.                            E come l'ha trovata?

NICOLO'                   Disponibile, prima di tutto.

U.G.                            E bella…

NICOLO'                   Bella?…insomma…

U.G.                            La locandiera non è bella? Allora lei deve mettersi un paio di occhiali grossi come due fondi di bottiglia. Dov'è adesso?

NICOLO'                   È andata ad aprirmi le porte delle camere.

U.G.                            Eh no! Stavolta è lei a fare il gioco sporco: lei doveva avere affari solo con noialtri due, io e l'altro; anzi, io più dell'altro, visto che ha cercato di sedurre prima me. Lei non deve c'entrare in questa storia se non vuole andare a finire male. (esce l’Ufficiale giudiziario. Entra Francesca).

Scena 18

NICOLO', FRANCESCA

NICOLO'                   Allora, ha aperto le porte?

FRANCESCA           No, no sono stata capace (invece è perché le ha sigillate di nuovo): le serrature devono essere tanto ruggini perché si sono bloccate. Bisogna che faccia un altro tentativo più tardi.

NICOLO'                   Adesso vengo io con lei, e vedrà che un uomo è più pratico di una donna ad aprirle.

FRANCESCA           No, no, stia qua, tutt'al più chiamerò mio marito. Bisogna che abbia un po' di pazienza, non si può comprare una locanda così, su due piedi.

NICOLO'                   Per comprare una locanda no, ma per aprire le camere penso che non ci siano tante difficoltà. Andiamo, che le apro io.

FRANCESCA           Le dico che deve aspettare un poco.

NICOLO'                   E io non sono disposto ad aspettare: voglio vedere subito le camere altrimenti l'affare va in fumo.

FRANCESCA           Ma capisce che non posso mostrargliele, che sono chiuse.

NICOLO'                   Allora io non faccio più l'affare, e vado via. (esce Nicolò. Entra Benito).

Scena 19

FRANCESCA, BENITO

BENITO                     Cos'hai che sei così triste?

FRANCESCA           Stavo vendendo la locanda a quello che voleva comprare la fabbrica, quando è arrivato il finanziere che voleva vedere i sigilli delle camere. E io, che li avevo appena staccati, mi è toccato rimetterli di nuovo.

BENITO                     Vendere la locanda?… Brava! Vedo che anche tu hai il senso degli affari… E l'altro?

FRANCESCA           L'acquirente? Visto che non volevo mostrargli le camere, perché erano sigillate, si è scocciato ed è andato via.

BENITO                     Ti sei fatta scappare un'occasione del genere? Dovevi essere più convincente: se non potevi mostrargli le camere dovevi mostrargli qualcos’altro...

FRANCESCA           Cosa intendi con qualcos’altro?

BENITO                     Un poco di quello che hai sotto il collo; fargli delle moine, accarezzarlo, insomma fargli perdere la testa.

FRANCESCA           Come mai ti vengono in mente queste iniziative? Con me, che mi hai denigrata (dialogo con Nicolò), che hai detto che sono vecchia da buttare; adesso vuoi che…

BENITO                     Cosa stai dicendo? Tu sei ancora un fiore in boccio. Fa così e vedrai che lui quando vedrà qualcosa di te si dimenticherà di guardare le camere, e comprerà la locanda a occhi chiusi. (esce Benito. Entra Nicolò).

Scena 20

FRANCESCA, NICOLO'

NICOLO'                   Mi scusi se sono stato un po’ sgarbato, ma il fatto è che non capisco perché lei non voglia mostrarmi le camere. Bisogna che ammetta che se non vedo…

FRANCESCA           (addossandosi a lui e accarezzandolo) Lasci stare le camere, adesso c'è qualcosa altro da guardare. Vuole comprare la locanda e la locandiera compresa? Sono qua, tutta per lei. (Danilo si affaccia non visto).

NICOLO'                   Ho capito, ma mi lasci un poco di tempo e un poco di respiro.

FRANCESCA           Niente tempo, niente respiro: lei deve lasciarsi andare e dimenticarsi di tutto.

NICOLO'                   Anche delle porte?…

FRANCESCA           Soprattutto di quelle. Lasciamole chiuse che quello che dobbiamo fare lo facciamo qua.

NICOLO'                   Va bene, va bene, ho capito, vorrà dire che se anche non vedo le camere, la locanda la compro lo stesso; però bisogna che ci rifletta un poco.

FRANCESCA           (con contegno) La lascio, ma mi raccomando: mantenga la sua parola e vedrà che sarà contento. (Danilo si ritira. Francesca esce. Entrano l'ufficiale giudiziario e il finanziere).

Scena 21

NICOLO', U.G., FINANZIERE

U.G.                            (indicando Nicolò. Al finanziere) Eccolo qua, lo vede: questa è la persona che vuole portarmi via la locandiera.

FINANZIERE           (a Nicolò) Guardi che non si fa così, lei sta scherzando con il fuoco. La locandiera è stata carina con lui (additando l'ufficiale giudiziario) e deve essere carina anche nei miei riguardi, anche perché ha tutto l'interesse a fare la brava con me… Ma lei, cosa c'entra lei in questa storia; è stata carina anche con lei, per caso?

NICOLO'                   Se è per questo mi si è buttata in braccio.

U.G.                            Mamma mia! Ma sta con tutti allora? Bisogna trovarla, trovarla subito prima che si accoppi con tutti quelli che vede. (escono l'ufficiale giudiziario e il finanziere. Entra Francesca).

Scena 22

NICOLO', FRANCESCA

FRANCESCA           E allora, ci ha pensato? Ha deciso di comprare la locanda?

NICOLO'                   Mi dica invece, che tipo di donna è lei?

FRANCESCA           Io sono una semplice locandiera che cerca di tirare avanti la baracca, perché mi fa questa domanda?

NICOLO'                   Perché ci sono i due compratori che invece di comprare la fabbrica cercano lei come matti.

FRANCESCA           Lo so che mi cercano, ma devono essere tanto ciechi perché prima, quando mi hanno visto, hanno tirato dritto.

NICOLO'                   Saranno anche ciechi, ma hanno una voglia… Ascolti, mi dia ancora un poco di tempo perché è meglio che ci rifletta ancora sull’acquisto. Adesso vado, e speriamo che via da questa stanza sia più tranquillo. (esce Nicolò).

Fino a qua

Scena 23

FRANCESCA

FRANCESCA           (facendosi bella) Se mi cercano, mi cercano, non c'è da dubitare: vorrà dire che prima erano troppo agitati per accorgersi di me. Vediamo se adesso ci vedono un poco meglio. (entrano il finanziere e l'ufficiale giudiziario).

Scena 24

FRANCESCA, FINANZIERE, U.G.

U.G.                            Neanche qua! Ma dove si è cacciata questa donna! Con l'altro si incontra sempre, e noi non siamo capaci di scovarla.

FRANCESCA           Sono qua…

U.G.                            Lo so che è qua. (al finanziere, ad alta voce) È sempre la sguattera. Continuiamo a cercare, che prima o dopo la troveremo. (escono l'ufficiale giudiziario e il finanziere, dopo anche Francesca. Entra Dolly).

Scena 25

DOLLY

DOLLY                      Ma dove si è nascosto Benito? Io la mia parte col finanziere l'ho fatta, e lui deve pagarmi anche per questo. Poi mi ha chiesto che mi tenga pronta per fare un favore a suo fratello, mostrandomi carina anche con l'ufficiale giudiziario che si aggira da queste parti. Ma, io dico: una cosa alla volta, perché… (entra il finanziere).

Scena 26

DOLLY, FINANZIERE

FINANZIERE           Ah, eccola qua! Finalmente l'ho trovata. Sembra che scappi via continuamente. Io non penso che quando ha i clienti che vengono a trovarla (in ristorante) lei sia sempre in fuga.

DOLLY                      (credendolo l'ufficiale giudiziario) Guardi che io non scappo via da nessuno.

FINANZIERE           Anche se non scappa, siamo io e il mio amico con il quale ha avuto a che fare che non siamo capaci di trovarla. Le ha mai detto nessuno che è bella come una dea?

DOLLY                      Tutti i clienti (in camera) me lo dicevano sempre.

FINANZIERE           Penso che accettassero con gusto quello che lei offriva loro (in ristorante).

DOLLY                      Anche se è sempre la solita minestra (sesso), loro ci trovavano gusto.

FINANZIERE           Ma gli offriva solo la solita minestra?

DOLLY                      Cosa vuole che gli offrisse? Più di quello non ho. Ma quando andavano via erano sempre soddisfatti, e dicevano che sarebbero diventati clienti abituali.

FINANZIERE           Si vede che lei è una buona donna, modesta oltre che bella, e sono sicuro che invece lei sapeva accontentare il cliente e servirlo in tutte le salse.

DOLLY                      Sì, è vero, sono buona, ma stavolta mi è toccato fare una cosa un poco sporca.

FINANZIERE           Sta parlando di quello che è successo con il mio amico?

DOLLY                      Proprio questo, intendo. Benito mi ha mandato dal finanziere per vezzeggiarlo in modo che fosse comprensivo con la storia dell'attività che si svolgeva nella locanda. Ma io non mi sono mai comportata così con un mio cliente: io lo soddisfacevo e lui rimaneva contento.

FINANZIERE           (comprendendo che l'aveva scambiato per l'ufficiale giudiziario) Con la solita minestra?…

DOLLY                      Sì, con la solita minestra. Invece il finanziere ha capito il gioco e si è arrabbiato. Ma questa è stata l'ultima volta: non farò più cose di questo genere.

FINANZIERE           Proprio più?… Io mi sentirei un pochino offeso delle attenzioni che ha avuto con il "finanziere" e che non ha con me.

DOLLY                      Benito mi ha detto di aspettare, che caso mai sarà suo fratello a dirgli se devo fare la carina anche con lei.

FINANZIERE           E non si può fare in anticipo quello che dovrebbe fare dopo… o almeno un assaggio?

DOLLY                      Io sono una professionista seria, e fuori orario, e specialmente quando la locanda è chiusa, non lavoro.

FINANZIERE           Ma io non le ho mica chiesto di mangiare?… (in ristorante).

DOLLY                     Non stia parlare in questo modo, che come le ho detto la locanda è chiusa, e quando è chiusa io non sono autorizzata a lavorare. E adesso vada che devo aspettare Benito. (esce il finanziere. Entra Danilo).

Scena 27

DOLLY, DANILO

DANILO                    (facendo lo gnorri) Chi è lei?

DOLLY                      Sono la moglie del locandiere.

DANILO                    (ironico) Ah! La moglie del locandiere. E cosa fa qua?

DOLLY                      Lei invece, cosa fa qua? E chi è?

DANILO                    Io sono Garibaldi.

DOLLY                      Mi sembra di avere sentito ancora questo nome… per caso ci conosciamo noi due?

DANILO                    Lei no che non mi conosce, ma io sì che dovrei conoscerla bene. Mi dica: c'è stato qualche funerale o un divorzio in casa vostra?

DOLLY                      Perché me lo chiede?

DANILO                    Perché io so che la moglie del locandiere era diversa dal come si presenta lei adesso.

DOLLY                      Allora lei conosce Benito?

DANILO                    Dovrei conoscerlo, se non altro perché è mio fratello; ma se lei dice che è sua moglie, io non sono più tanto sicuro che sia mio fratello.

DOLLY                      Lui mi ha suggeritodi dire che sono sua moglie…

DANILO                    Allora io dovrei essere suo cognato, e visto che ci vediamo solo adesso è meglio che ci presentiamo, anzi, che ci baciamo (tenta di baciarla).

DOLLY                      Guardi che se lei ha capito chi sono io, in certi momenti io sono comunque una ragazza per bene; non può partire così a spron battuto: un po’ di contegno… Così lei sarebbe il fratello di Benito: Danilo.

DANILO                    E lei è una… una… dipendente di mio fratello. Ma cosa fa qua?

DOLLY                      Intanto io sono Dolly, e sono qui per aspettare proprio suo fratello che deve pagarmi gli arretrati e il resto per avere addolcito il finanziere… Ma lei, non è quello che ha l'ufficiale giudiziario che le sta alle calcagna, e che io dovrei addolcire anche quello?

DANILO                    Sì, ma intanto mi dia la prova di come farà ad addolcire un tipo così tutto d'un pezzo (l'abbraccia cercando ancora di baciarla. Dolly si schermisce. L'ufficiale giudiziario si affaccia alla porta non visto, poi sparisce).

DOLLY                      Guardi che suo fratello mi ha detto che dovevo addolcire il persecutore, non la vittima, e poi io non faccio incesti con mio cognato.

DANILO                    Ma io con lei sono un parente virtuale.

DOLLY                      Allora vuol dire che sarà un incesto virtuale, perciò è come se lo avessimo fatto. Adesso vado perché voglio trovare Benito, sempre per il pagamento.

DANILO                    Anch'io voglio trovare Benito, che devo dirgli qualcosa.

DOLLY                      Cosa deve dirgli?

DANILO                    Se può fare in modo che lei addolcisca prima me. (esconoDolly e Danilo. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 28

U.G.

U.G.                            Quel porco! Anche con sua cognata vuole tentare. Non gli basta avere fabbricato quel che fabbricava, avere incaricato suo fratello di mandare sua moglie ad addolcirmi. Adesso vuole fare le avance con suo cognata… Con sua cognata che io sono qua che la bramo come un pazzo. (entra Benito).

Scena 29

U.G., BENITO

BENITO                     Sbaglio o la vedo un poco avvilito?

U.G.                            Avvilito io?… Guardi che è lei che dovrebbe essere avvilito, che c’è sua moglie (Dolly) che si fa bella con gli altri perché lei e suo fratello dobbiate avere qualche vantaggio…

BENITO                     (pensando a Francesca) Sì, infatti l'ho mandata dal cabarettista, quello che vuole comprare la locanda… Perché c'è qualcosa di male ruffianarsi un poco?...Ma è stata anche con lei?

U.G.                            Certo che è stata anche con me.

BENITO                     Ma allora è una troia!

U.G.                            Faccia lei…

BENITO                     Chi lo avrebbe pensato che fosse così!

U.G.                            E così è poco, perché posso capire l'interesse, ma amoreggiare anche con suo fratello non lo avrei mai pensato.

BENITO                     Anche con mio fratello! Questo è troppo! Dov'è che la voglio sentire, che non può mettere ancora in piedi la locanda da sola! (esce Benito. Entra Danilo).

Scena 30

U.G., DANILO

DANILO                    Buongiorno signor ufficiale giudiziario, non mi domandi di firmare le carte perché sono ancora arrabbiato per l'offesa a mia moglie; piuttosto, ha visto mio fratello?     

U.G.                            E io non dovrei essere arrabbiato con lei?! (intendendo che lui ha amoreggiato con la "locandiera", che lui cercava disperatamente) Ma mi dica, perché cerca suo fratello?

DANILO                    Queste sono cose di donne, che a lei non devono interessare (farsi prestare Dolly per addolcire lo stesso ufficiale giudiziario).

U.G.                            Ma neanche a lei, che soffre ancora per la moglie morta. Io invece che sarei libero…

DANILO                    Guardi che queste sono cose che non devono proprio interessarle, come devo dirglielo?

U.G.                            (arrabbiandosi) Infatti non mi interessa quello che fa lei; però mi interessa quello che faccio io. (estrae le carte dalla borsa) E adesso firmi questi documenti!

DANILO                    E l'offesa a mia moglie che è in cielo, se n'è dimenticato forse?

U.G.                            È meglio che lasci in pace quella povera donna, che vedendo lei giudico sua moglie santa anche quando era in vita. E adesso firmi qui!

DANILO                    (mortificato) Non la prenda in questo modo, non volevo essere sgarbato. Mi scusi se l'ho offesa, ma sa, con queste preoccupazioni per la fabbrica a volte si può perdere la testa. (pensando di mandargli Dolly) Aspetti, aspetti ancora un po' che dopo le firmerò tutte le carte che vuole, abbia ancora un po’ di pazienza che dopo sistemeremo tutto.


ATTO II

Scena 1

DOLLY,FINANZIERE       

DOLLY                      (entrando. Sempre credendo che il finanziere sia l'ufficiale giudiziario) Ho avuto l'ordine di essere carina anche con lei, stavolta possiamo fare qualcosa.

FINANZIERE           Qualcosa vuol dire… tutto.

DOLLY                      Qualcosa vuol dire qualcosa, quel tanto che faccia riaprire la fabbrica di mio cognato producendo un altro prodotto, vale a dire guanti di gomma.

FINANZIERE           Ma io gli faccio aprire tutte le fabbriche che vuole, basta che faccia l'affettuosa con me.

DOLLY                      (comincia a vezzeggiarlo) Adesso basta.

FINANZIERE           Così poco?… Con il mio amico aveva fatto di più.

DOLLY                      Sì, ma con lui c'era una grossa attività da salvare. (esce Dolly. Esce anche il finanziere. Entra l'ufficiale giudiziario, che estrae i documenti dalla cartella, e aspetta. Poi entra Danilo).

Scena 2

U.G., DANILO

DANILO                    E allora, cosa ne dice?

U.G.                            Cosa devo dire?

DANILO                    È o non è una donna da mozzare il fiato? (Dolly, che lui tramite Benito aveva mandato dallo stesso ufficiale giudiziario).

U.G.                            (credendo che Danilo intendesse la cognata quand'era assieme con lui Danilo) Su questo non ci sono dubbi; ma lei non può fare quelle cose sporche.

DANILO                    In amore e in affari la donna è sempre in mezzo, e qualche scappatella quando ci vuole, ci vuole (mandandogli la cognata per corromperlo).

U.G.                            Il fatto è che in amore o in affari io non sono mai soddisfatto.

DANILO                    Ma come, non è stata qui mia cognata?

U.G.                            Sua cognata? Perché? Doveva venire qua da me?

DANILO                    Da lei sì. Come mai non è venuta qua? L'ho mandata io, cioè mio fratello. Ma se è disponibile con tutti…

U.G.                            Con tutti, fuori che con me! Io la ringrazio vivamente per il suo interessamento, ma non l'ho incontrata. Avrei proprio bisogno anch'io di qualche carezza spassionata come l'ha ricevuta perfino il cabarettista.

DANILO                    Il cabarettista?… (tra sé) Ma il cabarettista è stato avvicinato da Francesca: allora lui vuole incontrare mia cognata e non Dolly. I gusti sono gusti: se lui vuole mia cognata vera, io gli mando mia cognata vera. (all'ufficiale giudiziario) Lei mi fa pena, poverino; abbia fiducia che cercherò di alleviarle il suo male.

U.G.                            Approvo le sue buone intenzioni, ma adesso bisogna che mi firmi queste carte che le scriverò.

DANILO                    Così abbattuto com'è potrebbe sbagliare a scrivere, e io per la comprensione che ho per lei potrei sbagliare a firmare. Aspetti ancora un po', che quando saremo più tranquilli tutti e due, firmerò.

U.G.                            Ha perfettamente ragione. Adesso vado, abbattuto come un disperato, con una voglia che mi uccide. (esce l’ufficiale giudiziario. Entra Francesca).

Scena 3

DANILO, FRANCESCA

DANILO                    Guarda le coincidenze! Francesca, puoi farmi un piacere grosso grosso?

FRANCESCA           Anche due.

DANILO                    No, me ne basta solo uno. C'è l'ufficiale giudiziario che mi perseguita e ci sarebbe solo una persona al mondo che potrebbe ammansirlo: tu!

FRANCESCA           Io? Cosa c'entro io con l'ufficiale giudiziario?

DANILO                    Sì, perché mi ha detto che ha tanta voglia di incontrarti.

FRANCESCA           Ancora?… Ma se mi ha evitato l'altra volta, e il finanziere gli ha detto che sono la sguattera.

DANILO                    Io so solo che ha tanta voglia di mia cognata, e mia cognata sei tu.

FRANCESCA           Allora se è così, il piacere me lo fai tu perché io godo un mondo stare con gli sconosciuti: prima il cabarettista, adesso un ufficiale giudiziario...

DANILO                    Sta qua che vado a chiamarlo. (esce Danilo. Entra il finanziere).

Scena 4

FRANCESCA, FINANZIERE

FRANCESCA           (credendolo l'ufficiale giudiziario, in quanto l'altro, secondo lei era il finanziere) Già qui? Questo è tempismo! Comunque io sono pronta. Devo slacciarmi un poco la camicetta, così, tanto per cominciare?

FINANZIERE           Per cominciare cosa?

FRANCESCA           Ma dai che adesso siamo soli, senza il suo amico che lo metterebbe in imbarazzo, non stia fare il pudico.

FINANZIERE           Non so cosa intende…

FRANCESCA           Vuole che mi levi del tutto la camicetta?

FINANZIERE           Forse è meglio che invece di levarsela si tiri su le maniche e che vada a lavare i piatti, che io non ci casco con donne del suo ceto.

FRANCESCA           Cosa dice? Non era venuto qua per me, forse?

FINANZIERE           Per lei?... E lei sarebbe capace di farmi bollire il sangue in questo modo? Che non son capace di tenermi, che scoppio. Ma va là, vada a lavare i piatti che solo là sta bene. (esce il finanziere. Entra Danilo).

Scena 5

FRANCESCA, DANILO

DANILO                    Non riesco a trovarlo, era qui un minuto fa.

FRANCESCA           Chi? L'ufficiale giudiziario? È stato qui appena adesso.

DANILO                    Vedi che tutto gira per il verso giusto. È venuto qui senza neanche che io glielo avessi chiesto: è davvero innamorato di te.

FRANCESCA           Innamorato di me un corno! Mi ha offeso.

DANILO                    Bè, insomma, quelle sono offese che si possono accettare.

FRANCESCA           Offesa nella dignità non nel pudore… Magari! Mi ha mandato a lavare i piatti: io, che sono la padrona!

DANILO                    Strano: ma se aveva una voglia matta!…Mi sembra che lui cambi spesso di umore.

FRANCESCA           Mai che io lo prenda nel momento giusto del suo umore? (esce Francesca. Entra l'ufficiale giudiziario)

Scena 6

DANILO, U. G.

U. G.                           (eccitato) Dov'è, dov'è sua cognata che non so più tenermi.

DANILO                    (tra sé) Eccolo nel suo momento migliore!

U. G.                           (gridando) Mi dica dov'è.

DANILO                    Vuol dire che adesso è nel momento di massima voglia?

U. G.                          Perché, non si vede?

DANILO                    Allora stia così che vado a chiamarla, ma mi raccomando: non si faccia andare via l'eccitazione. (esce Danilo. Entra Benito).

Scena 7

U. G., BENITO

BENITO                     Cos'è tutto questo casino? Pare che voglia buttare giù la locanda.

U. G.                           Butterò proprio giù la locanda se lei non mi dice dov'è sua moglie.

BENITO                     Mia moglie?… Perché vuole vedere mia moglie?

U. G.                           Provi a indovinare il perché?

BENITO                     Lei è matto!

U. G.                           Sì, sono matto per sua moglie. Non ne posso più, voglio suamoglie! (entra il finanziere).

Scena 8

U. G., BENITO, FINANZIERE

FINANZIERE           Dov'è sua moglie che non so più resistere!

BENITO                     Ma siete tutti pazzi? Volete mia moglie e lo domandate a me! Ma io vi faccio un culo così…

FINANZIERE           (all’Ufficiale giudiziario) Ho detto io che è gay.

BENITO                     (tra sé) Aspetta aspetta, forse loro intendono Dolly, che si è spacciata per mia moglie. (entra Nicolò).

U. G., BENITO, FINANZIERE, NICOLO'

NICOLO'                   Mi dica, dov'è sua moglie che ho bisogno di lei (per il contratto della locanda).

BENITO                     Anche lei? Allora voi volete proprio mia moglie!

FINANZIERE           Sua moglie sì, vuole che vogliamo lei? Dov'è?

U. G.                          Ci faccia un piacere di dirci dov'è.

NICOLO'                   (al finanziere e all'ufficiale giudiziario) Guardate che tocca prima a me (comprare la locanda).

BENITO                     (scagliandosi contro) Ma io vi uccido, donnaioli che non siete altro!

FINANZIERE           Ma se è gay e non va più a letto con sua moglie, cosa gliene frega?

BENITO                     Io, gay?… Sono suo marito, vi dice niente questo? Porci che non siete altro! (escono il finanziere e l'ufficiale giudiziario. Entra Francesca).

Scena 10

BENITO, NICOLO', FRANCESCA

FRANCESCA           (andandosi a sedere sulle ginocchia di Nicolò) Allora, quando facciamo questo affare?

NICOLO'                   C'è qui anche suo marito, non se n'è accorta? Non vorrei che avesse qualcosa da dire, perché non vorrei essere importunato finché concludiamo.

FRANCESCA           (ammiccando a Benito) Quando sono d'accordo io, non basta? Adesso le mostro le carte che deve firmare, lei tiri fuori la penna e facciamo questo affare.

NICOLO'                   No… no, mi lasci ancora un poco di tempo.

FRANCESCA           Ancora?!Guardi che se è per le camere, io gliele mostro subito, fintantoché… mio marito va di sopra (a levare i sigilli).

BENITO                     Tu non gli mostri proprio un bel niente; e lei signor può anche andarsene, che devo fare un discorsetto con mia moglie.

NICOLO'                   Guardi che è stata lei ad essere così esuberante, io non ho colpa. (esceNicolò).

Scena 11

BENITO, FRANCESCA

BENITO                     Ma è il modo di comportarsi questo? Addirittura sopra le ginocchia del cabarettista.

FRANCESCA           Sei stato tu a volere che lo addolcisca.

BENITO                     Sì, ma non fino a questo punto. Mi sembrava che ci trovassi gusto; e dopo, cos'erano quei gesti che mi facevi, per prendermi in giro, forse?

FRANCESCA           Ma dai che erano solo gesti d'intesa perché l'altro comprasse la locanda.

BENITO                     Sì, anch'io ho intenzione di vendere la locanda, ma non di vendere mia moglie. E cos’è questa storia che gli altri ti cercano come matti? Sei stata con loro, vero?

FRANCESCA           Cosa dici, Benito, non me lo permetterei mai.

BENITO                     Sei sicura di quello che dici?

FRANCESCA           Bè, insomma: visto che mi inseguivano io ho cercato di… Ma l'ufficiale giudiziario non mi ha dato neanche retta.

BENITO                     Ah, allora aveva ragione? Hai fatto la smorfiosa con lui, l'hai toccato?

FRANCESCA           Ho tentato… Ma è stato per Danilo, è stato lui a dirmi se gli facevo il piacere di addolcirlo.

BENITO                     Brutta vacca, e dopo il piacere lo hai fatto a lui, a mio fratello, amoreggiando, vero?

FRANCESCA           Cosa dici Benito? Io, con Danilo?

BENITO                     Sì troia! Sei stata con l'ufficiale giudiziario, con il finanziere…

FRANCESCA           Con il finanziere no, te lo giuro, e neanche con l’ufficiale giudiziario.

BENITO                     (ricordando Dolly) Forse con loro no, ma con mio fratello sì.

FRANCESCA           Ti giuro Benito, neanche con Danilo.

BENITO                     Cosa mi ha raccontato allora l'ufficiale giudiziario? Balle? Sei una troia e basta! (esce Benito. Entra una coppia di sposi).

Scena 12

FRANCESCA, GUALTIERO, GRETA

GUALTIERO            Cercavamo un posto dove passare la prima notte di nozze.

GRETA                      Al riparo dai fotografi.

FRANCESCA           Guardi che in questa locanda quello che si fa non viene visto da nessuno…

GRETA                      Io intendevo dai fotografi che ci inseguono continuamente per avere lo scoop da mettere sui giornali.

FRANCESCA           Allora siete una coppia di sposi famosi?

GUALTIERO            Certo, e trovo strano che lei non ci conosca.

FRANCESCA           Sa, qui siamo distanti dalla città, dobbiamo tenere riservata la privacy del clientee non abbiamo il tempo di leggere i giornali. Ma voi, chi siete?

GUALTIERO            Io sonoun grande attore di teatro, e questa è mia moglie, pure lei attrice. E se adesso vuole darci una camera…

FRANCESCA           Una camera?… Sì, sì… Ma c'è un problemino: sono tutte in ristrutturazione.

GUALTIERO            Tutte? Non potevate restaurarne un poche alla volta?

FRANCESCA           Eh no, i muratori hanno voluto metterci… i sigilli a tutte quelle che dovevano ristrutturare: però ho qualcosa di meglio di una camera di una locanda: vi concedo la mia camera matrimoniale, che è più grande. Vi sta bene?

GRETA                      Per me va benissimo, anche perché sono stanca e vorrei andare a dormire subito.

GUALTIERO            Anch'io vorrei andare a dormire subito. Ci accompagni per favore. (escono tutti e tre. Entra Benito con l'ufficiale giudiziario).

Scena 13

BENITO, U. G.

U. G.                           La prego, mi dia sua moglie.

BENITO                     Lei è pazzo, io non le darò mai mia moglie.

U. G.                           Eppure è stata così carina la prima volta. E dopotutto non va più a letto con lei, non può lasciare che un fiore così appassisca.

BENITO                     Se vado a letto o non vado a letto con mia moglie, a lei non deve interessare proprio, e dopo, in quanto al fiorellino che appassisce, farò io appassire lei se non esce subito da qua. E se vuole fare il cattivo con mio fratello, lo faccia pure, visto che piace anche a lui mia moglie. (esce l’ufficiale giudiziario. Entra Francesca).

Scena 14

BENITO, FRANCESCA

FRANCESCA           Ascolta Benito, ho riservatola nostra camera matrimoniale…

BENITO                     Meno male, questa è la prima bella notizia che sento. Ma adesso me lo dici? Chi va col lupo impara a ululare e chi va con le prostitute impara ad amare: amare tutti, fuorché suo marito. Meglio tardi che mai, adesso, almeno nella nostra camera voglio stare tranquillo, voglio che ci sia la nostra intimità, al di fuori di tutto questo bordello che c’è qui dentro.

FRANCESCA           Ma guarda che…

BENITO                     Sì, ho capito, ma adesso non posso.

FRANCESCA           Io non intendevo quello che stai pensando tu adesso.

BENITO                     Ah no, cosa intendevi allora? Dopo tutte quelle pene che mi hai fatto sopportare, e adesso, che mi sembravi un poco accondiscendente mi dici che non vuoi ancora? Devi portare qualcun altro in camera nostra? Chi? Sentiamo: il finanziere, l'ufficiale giudiziario, o il cabarettista, tanto con lui hai la scusa buona che ti ho mandata io… O mio fratello? Insomma, ammetti che sei una prostituta anche tu!

FRANCESCA           Cosa dici Benito, sei diventato matto? Mi sento male (prende un bicchierino di grappa per berlo).

BENITO                     “Io” mi sento male! Vorrei darti un ceffone (facendo il gesto le rovescia addosso la grappa).

FRANCESCA           Guarda cosa hai combinato!

BENITO                     Va, va a cambiarti che non ti voglio vedere, e neanche sentire questa puzza di grappa che hai. (Francesca non si muove: sa che in camera ci sono gli sposi). Bè, e allora? Non ti muovi?

FRANCESCA           Ma tanto, non si vede…

BENITO                     Ma si sente. Insomma, vai a cambiarti o no, non voglio che mia moglie oltre che prostituta sia anche una ubriacona.

FRANCESCA           Ma dai, lasciamo stare.

BENITO                     Non lascio stare un bel niente, tu vai a cambiarti e basta! O vuoi che alzi le mani? (esceFrancesca. Poco dopo esce anche Benito, che va a raggiungerla, pentito di essere stato duro con lei. Entra Nicolò).

Scena 15

NICOLO'

NICOLO'                   Come capisco il locandiere che aveva i corni per storto: se sua moglie sta con tutti è naturale che mandi a ramingo lei e la locanda, che io dovrei comprare. Come lo capisco! (entra Benito).

Scena 16

NICOLO', BENITO

NICOLO'                   Cosa succede? Lo vedo ancora sconsolato.

BENITO                     (tornando dalla camera, sfogandosi) Mia moglie è davvero una prostituta! Come l'altra!

NICOLO'                   L'altra? Ma c'è una prostituta in questa locanda?

BENITO                     Sì, oraoltre a Dolly c’è anche mia moglie.

NICOLO’                  E prima?...

BENITO                    Lasciamo stare… Avevo mandato Dolly dal finanziere.

NICOLO'                   Dal finanziere? Vuole dire che l'amico dell'ufficiale giudiziario è un finanziere?

BENITO                     Sì, purtroppo.

NICOLO'                   E io che pensavo fosse uno che voleva comprare la fabbrica di suo fratello, che magari fosse un cliente della locanda.

BENITO                     Più che altro è uno che mi ha portato via i clienti.

NICOLO'                   Lo credo bene, se si comporta così da esaltato… Lo sa che questo finanziere mi ha detto che vuole stare con sua moglie.

BENITO                     Perché io avevo detto a Dolly, che è una ragazza provocante, di spacciarsi per mia moglie in modo che non fosse tanto duro con me.

NICOLO'                   Altroché se è provocante: se ha fatto perdere la testa in questo modo a quei due là. Ma allora, il finanziere cerca questa Dolly e non sua moglie. A questo punto, anche l'ufficiale giudiziario può darsi che abbia flirtato con Dolly.

BENITO                     No, impossibile: io ho mandato Dolly solo dal finanziere; invece è stata mia moglie ad avere amoreggiato con l'ufficiale giudiziario per conto di mio fratello…Ma non ha fatto le moine anche con lei?

NICOLO'                   Sì, ma io ho capito subito che è stato lei a mandarmela, o sbaglio?

BENITO                     Sì, ma gliene ha fatte troppe di moine. E dopo, con mio fratello? Non era mica mia moglie? E adesso, in camera da letto, non è mica lei?   

NICOLO'                   Cosa sta facendo in camera da letto?

BENITO                     Le marchette, con un uomo che neanche conosco. Era là mezza nuda, e lui buttato sul letto, con due occhi che volevano mangiarla.

NICOLO'                   Strano, perché sua moglie non è questa gran bellezza.

BENITO                     Lo so anch'io, ma se vuole convincersi, vada nella nostra camera e vedrà con i suoi occhi cosa sta facendo.

NICOLO'                   Allora è vero che sua moglie è una… Mi scusi.

BENITO                     Ha ragione, chi lo avrebbe mai pensato; e poi, chi è quell'uomo che è con lei? (entra Francesca. Esce Nicolò per paura di una scenata).

Scena 17

BENITO, FRANCESCA

FRANCESCA           Non è vero quello che hai visto.

BENITO                     Vuoi dire che adesso io soffro di allucinazioni?

FRANCESCA           No, intendo dire che quello non è un uomo normale.

BENITO                     Cos'è, un superdotato?

FRANCESCA           Ma no, è il migliore cliente che abbiamo.

BENITO                     Che hai, sarebbe meglio dire.

FRANCESCA           È un personaggio dello spettacolo.

BENITO                     Questo lo si è visto.

FRANCESCA           Insomma, Benito, vuoi ascoltarmi o no? Mi hai mandato in camera a cambiarmi e io ci sono andata, e là c'era questo sposo.

BENITO                     Uno sposo?…

FRANCESCA           Sì, uno sposo… se non mi lasci parlare…È arrivato con la sposa perché volevano passare qui la loro prima notte di nozze, e io ho dato loro la nostra camera matrimoniale.

BENITO                     Ma non potevi dargli una camera della locanda… (ricordando i sigilli) Ah, sono chiuse. E la sposa, dov'è?

FRANCESCA           Questo non lo so.

BENITO                     Un personaggio delle spettacolo, dici?... Chi è?

FRANCESCA           Non ho ancora visto i documenti

BENITO                     Sto pensando a una cosa.

FRANCESCA           Cosa?

BENITO                     Che non occorre più che salti in braccio al cabarettista: gli diciamo che come cliente abbiamo questo personaggio, e lui, essendo del settore,comprerà la locanda di botto. Va fuori e chiama Nicolò! (esceFrancesca. Poi rientra con Nicolò).

Scena 18

BENITO, FRANCESCA, NICOLO'

BENITO                     Sa che qui c'è un personaggio dello spettacolo?

NICOLO'                   Chi è?

FRANCESCA           Questo non lo sappiamo ancora, ma ha detto che è un personaggio famoso.

NICOLO'                   (fra sé) Se arriva un personaggio così, vuol dire che la locanda funziona. (ai due) Avanti, facciamo il contratto, che voglio comprare subito la locanda.

BENITO                     Subito, qua, adesso?… Allora, visto che è così deciso, c'è qualcosa che dobbiamo dirle a proposito della locanda.

NICOLO'                   Perché c’è Dolly che fa marchette? Non m'importa: io voglio comprare lo stesso la locanda.

BENITO                     Fosse solo lei…  qui era pieno di prostitute.

FRANCESCA           E adesso è chiusa. Glielo diciamo perché lei ci sembra una persona onesta.

BENITO                     Il finanziere è qui per controllare che la locanda sia effettivamente chiusa.

NICOLO'                   Oh Dio: era proprio un casino allora!... Comunque se mi fa un prezzo ragionevole, io la compro lo stesso. Verrà aperta prima o poi, e io con i clienti me la spasserò un mondo intrattenendoli con le mie battute.

BENITO                     Contento lei, ma guardi che non saranno più i clienti di una volta… e neanche il personale di una volta.

NICOLO'                   Ci mancherebbe! Ma proprio non sa chi è questo personaggio?

BENITO                     Aspetti un po' che mi faccia dare i documenti, così poi lo sappiamo (Benito tira fuori le carte e Nicolò firma il contratto d'acquisto). (esce Nicolò. Entra il finanziere. Francesca si mostra bella).

Scena 19

BENITO, FRANCESCA, FINANZIERE

FINANZIERE           (a Benito) Basta, basta! Lei vuole prendermi in giro. Dov'è sua moglie?

FRANCESCA           Sono qua.

FINANZIERE           Taccia lei, brutta sguattera! (aBenito) Voglio sua moglie; è inutile che mi faccia trovare un'altra ragazza mezza nuda per il corridoio, io voglio sua moglie e basta!

BENITO                     Lei vuole mia moglie? Mia moglie è questa!

FINANZIERE           No, questa è la sguattera.

BENITO                     Questa è mia moglie, e lei non deve comportarsi così con lei.

FINANZIERE           Ne è sicuro?

BENITO                     Da quando l'ho sposata.

FINANZIERE           Se questa è sua moglie, chi è l'altra donna che abbiamo visto io e l'ufficiale giudiziario?

FRANCESCA           Guardi che è lei l'ufficiale giudiziario.

FINANZIERE           Io sono il finanziere.

FRANCESCA           No, lei è l'ufficiale giudiziario!

FINANZIERE           Io sono il finanziere, vuole sapere più di me.

BENITO                     Sì che è il finanziere, ma cosa dici Francesca?

FRANCESCA           Che casino… io non ci capisco niente. (esce Francesca. Entra Nicolò).

Scena 20

BENITO, FINANZIERE, NICOLO'

FINANZIERE           (a Nicolò) Cosa è venuto a fare? Perché qua tira aria brutta, sa.

NICOLO'                   Guardi di moderare i termini perché adesso lei si trova a casa mia.

FINANZIERE           A casa sua? Ha per caso comprato la locanda?

NICOLO'                   Sicuro che l'ho comprata.

FINANZIERE           E sa quali erano i clienti della locanda? Sa che adesso è chiusa?

NICOLO'                   Sì che lo so; ma io ho in mente di intrattenere i nuovi clienti col mio lavoro di cabarettista.

FINANZIERE           (a Nicolò) Allora può andare subito a intrattenere quella che gira mezza nuda per il corridoio, e portarla fuori prima che faccia una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.

BENITO                     Mi sembrava che anche lei avesse cercato di fare certe cose…

FINANZIERE           È appunto perché non riesco a farle che mi sento così infuriato e sono cattivo con tutti.

NICOLO'                   La locanda adesso è mia, devo vedere di persona cosa succede qua dentro. (esce Nicolò).

Scena 21

BENITO, FINANZIERE

BENITO                     (al finanziere) Adesso, per qualsiasi cosa lei deve trattare con il cabarettista.

FINANZIERE           Per me è stato uno stupido a comprare la locanda che è chiusa.

BENITO                     Ma, come ha sentito, lui vuole intrattenere i clienti quando l’aprirà nuovamente…

FINANZIERE           O le clienti…

BENITO                     No, io ho capito il ragazzo: a lui interessa fare del cabaret qua, in questa locanda, magari mentre i clienti mangiano, speriamo serviti da mia moglie.

FINANZIERE           A proposito di sua moglie, visto che quella che cerco non è lei, io continuo a cercarla ancora con più libertà, e con furore. (esce il finanziere. Entra Nicolò con Greta).

Scena 22

BENITO, NICOLO', GRETA

NICOLO'                   (a Greta, riconoscendola e credendola la prostituta che tutti cercano, cioè Dolly) Ma dimmi, come hai fatto a diventare così? Non era forse meglio se stavi con me?

GRETA                      Nicolò, ora sono una professionista…

NICOLO'                   Lo vedo, almeno se fossi stata con me saremmo stati assieme, noi due soli; invece hai scelto di fare la vita: non hai uno solo, ne hai tanti… Chi lo avrebbe mai pensato?

GRETA                      Sì, è vero: ho un folto pubblico, e tutte le sere ho gente che mi batte le mani da quanto brava sono. Tu, invece, cosa fai qua?

BENITO                     È il padrone della locanda.

GRETA                      Sei il padrone della locanda, e mi hai appena detto che è una locanda a ore? Come hai fatto a ridurti così?

NICOLO'                   Per dare lavoro a te, mi verrebbe da dire: sono tutti qua che ti cercano come pazzi.

GRETA                      Almeno hai capito che sono diventata una celebrità.

NICOLO'                   Altroché se l'ho capito, e adesso vado via, non voglio più sentirti.

GRETA                      Aspetta, aspetta, non essere geloso, aspetta che ti voglio raccontare le mie avventure. (escono Nicolò e Greta. Entra l'ufficiale giudiziario, seguito da Francesca).

Scena 23

BENITO, U. G., FRANCESCA

U. G.                           (a Benito) Dov'è, dov'è sua moglie?!

BENITO                     Ancora con questa storia… Mia moglie è questa.

U. G.                           No, quella è la serva. Io voglio sua moglie!

FRANCESCA           Io sono sua moglie!

BENITO                     Visto che non conosce mia moglie, scommetto che anche lei cerca quella che le ha fatto perdere la testa, vero? Allora adesso posso dirglielo: quella che ha avuto a che fare con lei è una prostituta che esercitava qua; e non era mia moglie.

U. G.                           Però lei mi aveva detto che era sua moglie.

BENITO                     Perché io avevo qualche interesse che dicesse questo; ma non con lei, bensì con il finanziere. E adesso non so dove sia, perché l'ho pagata, e quando una viene pagata non ha più senso che stia qua. Andiamo Francesca che questi mi sembrano tutti libidinosi.(esce Francesca. Esce anche Benito. Entra Nicolò).

Scena 24

U. G., NICOLO'

U. G.                           (a Nicolò) Cosa succede? Mi sembra abbattuto come uno che abbia appena scoperto di essere diventato becco.

NICOLO'                   Peggio ancora: come uno che abbia scoperto che sua moglie fa la prostituta.

U. G.                             A proposito di prostitute, ha per caso visto quella che si aggira per il corridoio?

NICOLO'                   Ancora la cerca?… Sì. Sì, vada, deve essere ancora nella camera matrimoniale dei locandieri.

U. G.                           Si trova là? Ma, ma è là che mi aspetta?

NICOLO'                   (ironico) Lei aspetta chiunque si faccia avanti; vada, vada, tanto per me c'è solo il rammarico di non averla salvata.

U. G.                           Le donne fatte così non si salvano, si usano! (esce l’ufficiale giudiziario. Entra il finanziere).

Scena 25

NICOLO', FINANZIERE

FINANZIERE           Ha visto la prostituta che si aggira in questa locanda? Che è da un pezzo che la cerco?

NICOLO'                   La sta cercando ancora? Allora vada anche lei nella camera dei locandieri, e là la troverà.

FINANZIERE           Nella camera dei locandieri, e cosa fa là?

NICOLO'                   Cosa vuole che faccia? Farà le marchette, no? Vada, vada e mi lasci nella mia disperazione.

FINANZIERE           Come mai? Perché l'ha rifiutato?

NICOLO'                   Proprio così, lei mi ha rifiutato, e adesso sta facendosi l'ufficiale giudiziario.

FINANZIERE           Cosa?… L'ufficiale giudiziario? Eh no, toccava prima a me! (esce il finanziere e va nella camera matrimoniale. Entra l'ufficiale giudiziario).

Scena 26

NICOLO', U. G.

U. G.                           Guardi che quella non è la ragazza che cercavo io, quella è un'altra prostituta, che non ho mai visto.

NICOLO'                   Come? Se avete sempre detto che cercavate come pazzi una ragazza che si aggirava per la locanda?

U. G.                           Sì, ma non è lei.

NICOLO'                   Ma allora… allora Greta non è una che esercita qua, non è quella che loro due cercano, non è quella che chiamano Dolly? Ah, meno male che mi sono sbagliato.

U. G.                           E neanche l'uomo che era a letto con lei non ho mai visto.

NICOLO'                   C'era un uomo a letto con lei? Allora è davvero una prostituta. Ah, ma come ha fatto, come ha fatto!

U. G.                           Come farò io senza la Dolly, bisogna che la trovi, altrimenti… (esce l’ufficiale giudiziario. Esce anche Nicolò. Entra Gualtiero camuffato da generale dei carabinieri. Poi subito entra di corsa il finanziere).

Scena 27

GENERALE, FINANZIERE

FINANZIERE           (non accorgendosi del generale) Ma dov'è, dov'è? Dove si è nascosta con l'ufficiale giudiziario, che io sto impazzendo.

GENERALE              Cos'è questo trambusto? Chi minaccia la quiete pubblica?

FINANZIERE           Oh, mi scusi, mi scusi tanto. (entra Nicolò).

Scena 28

GENERALE, FINANZIERE, NICOLO'

NICOLO'                   (non accorgendosi del generale. Fra sé) Sono disperato: la mia Greta, la mia collega di una volta…

GENERALE              Scusi buon uomo, sbaglio o lei sta parlando di mia moglie?

NICOLO'                   Ma… ma, maestro! Lei è Gualtiero Savincelli! Il grande attore di teatro. Sa, io sono stato un suo seguacefinché ho bazzicato per le scene. Lei… lei qui, e con il costume di scena. L'emozione è troppo grande, io mi inchino ai suoi piedi (si inchina).

GUALTIERO            Su, su, si alzi giovanotto, se come dice è attore anche lei, vuol dire che siamo colleghi.

NICOLO'                   Sì, ma distanti un bel po'.

GUALTIERO            Ma mi dica, come fa lei a conoscere mia moglie Greta?

NICOLO'                   Ma allora… allora Greta è sua moglie? Ecco spiegato tutto, e io che l'avevo reputata una p… Dov'è ora che la voglio salutare in modo consono al suo rango. (entra Greta).

Scena 29

GUALTIERO, FINANZIERE, NICOLO', GRETA

GRETA                      Sono qua. (a Gualtiero, riferendosi a Nicolò) Sai, eravamo colleghi di lavoro; ora lui non se la passa molto bene: conduce questa locanda che è una locanda a ore.

NICOLO'                   Guarda Greta che l'ho appena acquistata e la riaprirò con un'attività lecita… Sicché hai sposato il maestro. Io ti faccio le mie più vive congratulazioni. (entra di corsa l'ufficiale giudiziario).

Scena 30

GUALTIERO, FINANZIERE, NICOLO', GRETA, U. G.

U. G.                           Avete visto la prostituta?

GUALTIERO            (presentandogli la moglie) Le presento…

U. G.                           Non questa p… (Nicolò gli mette una mano sulla bocca).

NICOLO'                   Taccia se non sa, questa è una signora per bene: è stato solo un malinteso se lei è stata reputata un'altra persona.

GUALTIERO            Certo che anch'io avrei bisogno di qualche spiegazione, perché non capisco come mai accadano certi fatti, come per esempio che la locandiera venga in camera mia per cambiarsi, o che mia moglie venga presa per una di quelle, o che sicerchi una donna di malaffare che nessuno è capace di trovare. (entra Benito).

Scena 31

GUALTIERO, FINANZIERE, NICOLO', GRETA, U.G., BENITO

BENITO                     L'ho pagata ed è andata via la ragazza che cercavate. Adesso non c'è nessuno che può diffamare questa locanda. (entra Francesca).

Scena 32

GUALTIERO, FINANZIERE, NICOLO', GRETA, U. G., BENITO, FRANCESCA

FRANCESCA           (andando ad abbracciare Nicolò) Oh il mio cabarettista! Lasci che la stringa.

BENITO                     Guarda che la locanda l'ha già comprata, non occorre che lo sbaciucchi ancora. (entra Danilo).

Scena 33

GUALTIERO, FINANZIERE, NICOLO', GRETA, U.G., BENITO, FRANCESCA, DANILO

DANILO                    (portando in disparte Francesca) Allora Francesca, ti sei incontrata con l'ufficiale giudiziario?

FRANCESCA           (ad alta voce) No, non ho potuto fare niente né con lui e neanche con il finanziere, perché loro volevano Dolly e non me… E neanche con il cabarettista posso fare più niente.

FINANZIERE           Su, non se la prenda per queste cose, dopotutto ha un marito che vale un tesoro.

BENITO                     Se è per i soldi che vuole spillarmi, allora è meglio che mi veda sotto un aspetto più misero.

FINANZIERE           Cosa dice? Io sono qua per fare il buono adesso, e chiuderò un occhio su quello che è stato questa locanda finora. (a Nicolò) Però adesso bisogna che righi dritta, vero?

NICOLO'                   Sicuro. Qua ci sarà uno spettacolo ogni giorno.

FINANZIERE           Meglio di no, perché se sono come gli spettacoli che c'erano prima, è meglio proprio di no.

NICOLO'                   Ma dai, che ha capito benissimo di quali spettacoli sto parlando.

U. G.                           (a Danilo) Io non posso chiudere un occhio sul fallimento della fabbrica, ma farò di tutto perché ne esca nel modo migliore.

NICOLO'                   Se la locanda era una specie di casino, io avrò qualche difficoltà ad avviarla ancora, nel modo corretto.

GUALTIERO            Con gli spettacoli di cabaret… Avevo sentito parlare di te, sai; e poi Greta ti menzionava continuamente in ogni discorso che facevamo, dicendo che eri bravo. D'altronde hai detto tu stesso che avresti intrattenuto gli ospiti con il cabaret.

NICOLO'                   Lei ha ragione maestro, ma il problema è come farli arrivare i clienti: avranno sentito della reputazionedella locanda.

FRANCESCA           Fermi tutti: ho trovato la soluzione!(a Nicolò) accetterebbe mio marito come cuoco?

NICOLO'                   Certo, anzi, volevo domandarglielo io. E anche a lei volevo domandare di essere alle mie dipendenze, ma non so cosa facesse prima.

FRANCESCA           Non importa cosa facevo prima: ora, dopo tutto quello che mi è stato appioppato, mi sento solo di fare la sguattera, sguattera e camere, s'intende.

FINANZIERE           Come: s'intende?

FRANCESCA           Sto solo scherzando. E adesso torniamo alla soluzione, sempre se il maestro permette.

GUALTIERO            Mi dica pure, poi vedremo…

FRANCESCA           Non potremmo mettere una inserzione sul giornale dicendo che qua, in questa locanda, il maestro Gualtiero e sua moglie Greta hanno passato la loro prima notte di nozze?

GUALTIERO            A dire il vero, con tutto questo fermento dobbiamo ancora passarla.

BENITO                    Allora noi andremo tutti fuori affinché la passiate nel modo più tranquillo possibile. Poi però faremo la pubblicità.

GUALTIERO            Bè, sapete… noi eravamo qui in incognito, volevamo passare la prima notte di nozze senza fotografi e giornalisti.

GRETA                      Su, Gualtiero, fallo anche per Nicolò. È un nostro collega, un mio caro amico.

GUALTIERO            E va bene, mi avete convinto, spargete la notizia. Ma prima fateci andare a letto. (Gualtiero e Greta escono).

FRANCESCA           (al pubblico) Funzionerà? Arriverà gente?…

DOPO QUALCHE GIORNO

Scena 34

NICOLO', BENITO, FRANCESCA

FRANCESCA           Cos'è tutta questa confusione che sento là fuori (va a vedere). Mamma mia! Ci sono una infinità di coppiette che vogliono passare la prima notte di nozze qua da noi.

NICOLO'                   Come si fa? Le camere sono poche, non c'è posto per tutte le coppie. (tutti riflettono a lungo).

BENITO                     (entusiasta) Sapete cosa facciamo: facciamo i turni, in modo che tutti possano usufruire di una camera per una notte.

NICOLO’                  Ma chissà quanto dovranno aspettare le altrecoppie.

FRANCESCA           Sì, una notte è troppo… Allora diamo loro la camera per qualche ora, così le altre coppie non dovranno aspettare molto.

BENITO                    Mi sembra una buona soluzione, ma hai visto quante sono, e quante ne stanno arrivando?

NICOLO’                  È vero, come si può fare?

FRANCESCA           Ho trovato: concediamo un'ora a testa, e così tutte le coppiette saranno soddisfatte in poco tempo. (mentre tutti esultano entra il finanziere in divisa).

Scena 35

NICOLO', BENITO, FRANCESCA, FINANZIERE

FINANZIERE           Eh no, ancora locanda a ore? No, locanda a ore ancora no!