Locanda Villa Rosa

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Una piccola locanda in riva al mare, in una qualsiasi città di mare

Locanda

Villa Rosa

Commedia in due atti di Adriana Bonini

Personaggi:

Laura Valente, locandiera

Benito, aiuto – locandiere

Babù, sua figlia

Rocco e Rosalina Tondelli, clienti da vecchia data

Geronimo, cliente

Gigio e Biagio, fratelli

Lulù, cliente

                                                                                                                     Al mio papà

Una piccola locanda in riva al mare, in una qualsiasi città di mare

ATTO I°

Reception. Nella parete in fondo un’insegna con un’iscrizione: Locanda Villa Rosa. A destra una scrivania - scrittoio con fogli e faldoni molto disordinata. In fondo un mobile- libreria con alcuni volumi, portariviste e salottino molto accogliente con sedie, divano e frigo-bar. Alla scrivania una donna sta cercando di fare ordine tra le scartoffie.

SCENA I°

Laura, Rocco e Rosalina Tondelli, Benito.

LAURA - Un uccellino mi dice che quello scriteriato ha cercato qualche cosa tra i documenti dell’ufficio. Quell’uomo è molto pericoloso, peggio di Attila: quando passa lui, non solo non cresce più l’erba, addirittura cresce  sempre qualche disastro. E poi tocca a me porvi rimedio. Uffa!  Benedetto! E tra poco arrivano i signori Tondelli! Povera me, dove sarà il registro delle presenze? Benitooo? (chiama). Quando serve non c’è mai. Benito! (Più forte). Ah! eccolo! (trova il registro).

                                                      

(Arrivano il sig. Rocco Tondelli e signora con due valigie di modeste proporzioni. Il sig. Rocco è un uomo semplice, sempre allegro e compagnone, la signora è una donnina un po’ più riservata ma vivace e con un buon carattere. Sono clienti della locanda da vecchia data). 

ROCCO TONDELLI - Buongiorno signora Laura!

ROSALINA TONDELLI - Buongiorno cara, come va?

LAURA - Buongiorno carissimi! Va bene grazie, se non fosse per quel mascalzone di Benito che come al solito non è mai in zona quando serve.

ROCCO - (Sedendosi su una sedia del salottino e stiracchiandosi). Ahhh! Finalmente! Ora sì che comincia la quiete! 

ROSALINA -  Come quiete? e credi di mollarmi così? Ci sono le valigie da portare su e poi bisogna disfarle e poi bisogna dare i documenti alla reception e poi...

ROCCO -  Ti prego, ti prego, ti prego! Non cominciamo! Abbiamo fatto un lungo viaggio per venire fin qui: Lo sai che è difficilefare un mese di vacanze rilassanti dopo undici mesi di lavoro frenetico? A  “Villa Rosa” però ci si riesce benissimo. Questa è l’unica locanda gestita da gente simpatica dove sei sicuro di passare vacanze in santa pace: buon cibo, ottima compagnia,  risate a crepapelle e riposo a volontà. Per questo veniamo qui ogni anno!  Dunque, da ora in poi io sono in vacanza e voglia Sua Signoria lasciarmi godere il meritato riposo (si mette comodo come per schiacciare un pisolino).

ROSALINA - Miei numi, cosa devo sentire! Ma perché sono così disgraziata? Beh, in effetti per venire fin qui abbiamo fatto una levataccia. Sai, Rocco quest’anno ha deciso  di fare la partenza intelligente: così per evitare le code ci siamo alzati prestissimo: << Sicuramente a quest’ora non parte nessuno!>> ha detto. E invece, la coda per l’autostrada partiva già dal nostro pianerottolo!

LAURA - Vieni cara, vieni, siediti qui, riposati un pochettino. Tanto vedo che tuo marito lo sta già facendo. (Rocco russa. Intanto conduce Rosalina verso il divanetto e si siede con lei. Nel frattempo, le valigie rimangono incustodite al centro della scena).

ROSALINA - Ma dimmi: quel simpaticone di Benito?  (In quel mentre entra correndo Benito, aiutante della s.gra Laura e padre della piccola Babù che inciampa nelle valigie facendo un gran baccano).

LAURA - (rispondendo idealmente alla domanda di Rosalina) Speroche si sia rotto una gamba.  

BENITO - (Il baccano provocato da Benito sveglia Rocco che subito si alza per abbracciare l’amico. Anche Benito si alza e apre le braccia). Buongiorno! sono Benito, il locandiere amico!

ROCCO- Benito, finalmente! (i due si abbracciano).

(Le due donne si guardano attonite, Laura fa una smorfia di disapprovazione, poi si alza).

LAURA - (Molto arrabbiata) Cos’è questa novità del locandiere amico? Amico magari degli altri, non certo mio: ma come sarebbe che mi pianti da sola nel bel mezzo del lavoro? non ti ricordi che stamattina è la giornata degli arrivi? bisogna fare un sacco di cose! Ma dove ti eri cacciato, Benito locandiere scimunito?

BENITO - Ma... veramente... io... boh?!...ah!.. ero andato un attimo ad aiutare la signorina Kilger a caricare i suoi bagagli.

LAURA - Bugiardo d’un bugiardo! La signorina Kilger e i suoi bagagli sono partiti ieri e tu mi hai lasciata sola tutta la mattina!

BENITO - Sì... ma...  è tornata indietro perchè aveva dimenticato il beauty-case!    

LAURA - Farabutto! non si torna indietro dalla Germania a riprendere il beautiful! E poi cos’è? pesa come un elefante ‘sto coso che dovevi aiutarla a caricarlo? Mamma mia benedetta!  Se ti prendo te la dò io la signorina Kinder! (si lancia contro il ragazzo ma viene trattenuta dai coniugi Tondelli. Benito scappa. Rosalina fa accomodare Laura sul divanetto). Oh, il mio povero cuore!

ROSALINA - Rocco fammi il piacere! Porta i bagagli nella nostra stanza e lasciaci sole!

ROCCO - Quale stanza? nessuno ha ancora parlato di stanze!

LAURA - Vada sig. Tondelli, sicuramente troverà il mio aiutante che sta vagabondando nella hall e sarà lieto di accompagnarla nella sua stanza preferita... e mi scusi se io non le faccio strada (Rocco se ne va con i bagagli).

SCENA II°

Laura, Rosalina e Babù.

(Fa il suo ingresso Babù, dolce ragazzina adolescente figlia di Benito e affezionatissima a Laura. Subito si avvicina alla locandiera abbracciandola e appoggiandole il capo sul grembo).

BABù - Nonna! La mia nonnina!

LAURA - (accarezzandole il capo) Oh, la mia bambina! Se non fosse per te avrei già piantato baracca e burattini e sarei già andata in Africa a fare Moowgli!

BABù - E io?

LAURA - La nipotina di Moowgli! (Babù ride).

BABù - (ridiventando seria) Lo sai che non ti devi arrabbiare troppo con papà!

LAURA - Lo so piccola, ma è che lui è così... così... (cercando una definizione che non trova).

BABù - ...farabutto?

LAURA - Ah, ma allora hai sentito tutto, eh?

BABù - Nonna, posso andare a chiamare Giulietta?

LAURA - Vai, vai, ma non strapazzatevi troppo.

BABù - Va bene, ciao. Giochiamo alle alle fatine: Giulietta fa la fatina cinese, io sono quella africana. Signora Tondelli (facendole un inchino e correndo fuori).

ROSALINA -  Oh.. ma… queste fatine sono proprio internazionali, eh,eh.

LAURA - Oh, no! Se fa la fatina africana, vuol dire che si colorerà ancora la faccia con il lucido da scarpe!

ROSALINA - Ah! Però com’è diventata alta dall’anno scorso, mica l’ho riconosciuta subito quando è entrata! E che visino angelico, e com’è beneducata!

LAURA - Sì, questa bambina è la mia unica consolazione. E’ come se fosse la mia nipotina. Hai sentito? mi chiama addirittura nonna. Mi ripaga di tutte le marachelle che mi combina suo padre! Meno male che ho anche dei clienti affezionati come te. Oh, ma io ho una locanda da mandare avanti! (si alza rianimandosi) Adesso cara, raggiungi tuo marito nella vostra stanza, vi rinfrescate un po’ e poi scendete che facciamo quattro chiacchiere. Devi raccontarmi tutto dei tuoi figli. Cena alle otto, come al solito. Forza, forza, che vedo già altri arrivi. Benito! Alla reception! (esce con Rosalina).

SCENA III°

Benito e Geronimo, poi Laura

BENITO -(dirigendosi verso la reception). Ahh... (stiracchiandosi) Uff! stavo dormendo così bene, io e Rocco stavamo riposando sulle sedie della hall uno con la testa appoggiata a quella dell’altro. Ahh... avevamo trovato un equilibrio perfetto: lui russava e io facevo il fischietto!

( Arriva Geronimo con una valigetta. Egli è un uomo benvestito ed elegante, un po’ sovrappeso. Fa un gesto come per chiedere qualcosa, ma vedendo che Benito dorme si allontana quatto quatto, ma gli cade la borsa. Si gira lentamente: Benito continua a ronfare. Egli continua allora ad allontanarsi, ma Benito proprio in quel momento apre un occhio e lo vede).

BENITO- Altolà, ti ho visto sai? mica stavo dormendo, io! Aiuto, al ladro!

GERONIMO - Ma no, ma no, sono un cliente!

BENITO- Siamo sicuri? non è che mi vuoi fregare?

GERONIMO- Ma no. Senti, facciamo così: io rientro e ci presentiamo, così vedi che non sono un ladro, va bene?

BENITO- Va bene (Geronimo esce, Benito fa per rimettersi a dormire).

GERONIMO- (facendo capolino) Ma non dormire, stavolta!!!

(rientra) Buongiorno, sono Geronimo, giornalista ‘nonimo!

BENITO - Sono Benito, locandiere amico! 

GERONIMO - Vorrei prenotare una stanza.

BENITO - Certo, la migliore.

GERONIMO - Quando si mangia?

BENITO - Sei capitato proprio a fagiuolo, tra poco è ora di cena.

GERONIMO -  Benissimo. Avete il ristorante all’aperto?

BENITO - No, è al chiuso.

GERONIMO - Meno male, c’era un tempo in cui mangiavo sempre in trattorie all’aperto. Non vi dico quando pioveva come si allungava il mio  brodo di pollo.

BENITO -  E... giornalista in cosa?

GERONIMO - Beh, non dovrei dirlo ma mi sei simpatico: sono membro della rivista “Il Gamberetto Rosa”e scrivo articoli su ristoranti, osterie e locande dal punto di vista culinario.

BENITO - ...culichè...? guarda che questo non è un bordello!

GERONIMO - Volevo dire che scrivo articoli su come si mangia in questi locali. Ho sentito che da voi il cibo è favoloso!

BENITO - Sì, ti svelerò una cosa: la signora Laura possiede un ingrediente segreto che rende prelibati tutti i suoi piatti.

GERONIMO - Davvero? e quale?

BENITO - La signora Laura ne è molto gelosa: non l’ha mai svelato neanche a me!

GERONIMO - Ah, è così, eh? vorrei proprio conoscerla, questa signora Laura.

LAURA - (entra) Eccomi, per servirla.

GERONIMO - Ehilà! Lieto di fare la conoscenza di una così bella donna! (le fa il baciamano)

LAURA - Lei sì che è un gentiluomo! Benito le ha già assegnato la sua stanza?

GERONIMO - Sì, ma preferirei passare prima per la sala da pranzo, sa ho un certo languorino: mentre guidavo per venire qui non riuscivo a capire se sbadigliavo per il sonno o per la fame. 

LAURA - Allora venga con me, le farò assaggiare un antipastino e stasera ceneremo insieme: sentirà che prelibatezze, altro che languorino! (se ne vanno a braccetto)

BENITO - Che tra quei due.... eh?

SCENA IV°

Benito e Babù, poi Laura

Gigio e Biagio

(Entra Babùcon un libro di fiabe e si siede.. Benito non si accorge di nulla).

BABU’ - Papà!

BENITO - AHHH!

BABU’ - Mi leggi una fiaba?

BENITO -S...S... sì, eccomi amore.  Allora... la povera servetta, dopo essere stata sgridata dalla terribile matrigna , si rifugiò sotto la grande quercia e qui le apparve la fatina. “Cara, dolce e buona fatina - disse la servetta - mi piacerebbe andare al ballo con le due sorellastre, ma devo ancora lavare i pavimenti, fare il bucato, lucidare i lampadari e tutti gli argenti e poi… non ho un vestito adatto, ho solo questo straccetto che indosso….”  E due lacrimucce le scesero sulle guance. Allora la fatina sorrise con infinita dolcezza e con una vocina incantevole, sussurrò  ... ?? (sbadiglia e si stiracchia)

BABU’ - Allora papà, cosa sussurrò la fatina ?

BENITO - ... la fatina nella sua infinita dolcezza sussurrò: << E lasciami in pace!>> 

BABU’ - Ma papa’! ... !

LAURA - (rientra di corsa) Ecco, lo sapevo io che non bisognava fidarsi! Ti lascio da solo un attimo e succede un disastro! Vieni, povera bimba, vieni con me te la leggo io una fiaba con una fatina più gentile.

BENITO - Vabbé, mi sono distratto un attimo, e che sarà mai!!

(Benito ritorna alla reception. Entrano Gigio e Biagio, con vestiti molto sgargianti, papillon colorati e piuttosto grandi, bombette uguali in testa e una sola valigia piuttosto voluminosa che tirano e spingono in due. Benito li guarda un po’ stranito).

GIGIO - (Togliendosi il cappello e facendo un inchino).Mi presento, sono Gigio, per servirla.

BIAGIO - (c.s.)  Mi presento, per servirla, sono Biagio.

BENITO - ... ‘giorno... Io sono Benito, il locan....

GIGIO e BIAGIO - (in coro) Siamo fratelli.

BENITO - ... Ah!...

GIGIO - E’ questo il Banco dei Pegni?

BENITO - No!

BIAGIO - E’ forse il banco del mercato?

BENITO - No, questa è...

GIGIO - E’ per caso la macelleria qui all’angolo?

BENITO - No, questa è...

GIGIO e BIAGIO - (si guardano interdetti, poi in coro) Bene! Avete una stanza?

BENITO -  Sì, c’è n’è una che non è vista mare...

GIGIO e BIAGIO  (in coro) - La prendiamo!

BENITO - Bene! Già che ci siamo espletiamo tutte le formalità, vogliate favorirmi i documenti, prego.

GIGIO - Ma io non ho fatto niente!

BIAGIO - Ma no, è per la stanza! 

GIGIO - Ah, certo.

BENITO - (prende le carte d’identità, poi scrive, poi le riguarda) Gigio... Biagio... mestiere: bioché? .... Ma cosa vuol dire?

GIGIO e BIAGIO - Siamo biologi naturalisti: vuol dire che ci occupiamo della natura e di ogni sua manifestazione vivente!

BENITO - Tipo: praticelli, fiorellini, nuvolette...

BIAGIO - Anche. In particolare, noi ci occupiamo di animali. Stiamo cercando una specie assai rara; nessuno ne ha mai visto un esemplare, ma pensiamo si trovi da queste parti.

GIGIO e BIAGIO -  Non è che per caso lei ha sentito parlare della SASSIFRAGA  PORCARIA?

BENITO - Di moltissime PORCARIE ma di nessuna SUSSULTORIA!

GIGIO - Non faccia lo spiritoso. Dicono che è un uccello molto grosso  abilissimo a nascondersi a terra tra i sassi, per questo si chiama SASSIFRAGA!

BIAGIO - E la femmina subito dopo l’accoppiamento, becca a morte il maschio!

BENITO - Come la vedova nera!

BIAGIO - No! Come la PORCARIA!

BENITO - Ahh... ora si spiega tutto.

GIGIO e BIAGIO (in coro) - Allora ne sa qualcosa?

BENITO - No, assolutamente niente, ma se dovessi sentire alcunchè vi avvertirò.

GIGIO - (a Biagio) Certo!

BIAGIO - (a Gigio) Certo!

BENITO - Vedo che avete un bagaglio molto grande: quante settimane vi fermate?

GIGIO e BIAGIO (in coro) - Solo un giorno e una notte.

BENITO - Solooo? ma per fare una vacanza al mare come si deve, bisogna fermarsi almeno una settimana!

GIGIO - Noi non siamo in vacanza: abbiamo fretta! Dopo aver trovato il nostro uccello finalmente l’Associazione degli Accademici Biologi Naturalisti ci accoglierà tra i suoi membri.  

BIAGIO - Essere membro dell’Associazione è quasi come vincere il premio Nobel! Ci abbiamo provato tante volte ma non ci siamo mai riusciti. Ma ora, con questo esemplare...

GIGIO e BIAGIO (in coro) - Ci riusciremo!

GIGIO - Ora andiamo a riposare. Ci aspetta una lunga ricerca.

BIAGIO - Certo!

GIGIO - Certo!

BENITO - (un po’ stordito) ... certo!...

(Gigio e Biagio se ne vanno spingendo e trascinando la loro valigia. Benito li guarda un po’ attonito, poi si gratta la testa)

BENITO - Questi sono più pazzi di me!

SCENA

 Laura e Benito, poi Rosalina.

LAURA - Ti hosentito sai? Non ti permettere di offendere i miei clienti. Piuttosto, chi sono i signori?

BENITO - Boh, sono due biotonici naturini, fanno i fratelli  e  stanno cercando la SALPINGE PELOSA... Ah, hanno perso l’uccello!

LAURA - Ma cosa dici? Ti sei impazzito? Ma guarda se le mie orecchie devono sentire certe cose! Una volta vorrei proprio entrare nella tua testa per controllare se dentro c’è qualcosa! Via, via, levati dalla mia vista, vai a continuare quello che stavi facendo!

BENITO -  Io non stavo facendo niente!

LAURA - Bene! Vai a farlo da qualche altra parte!

BENITO - (sbadigliando) Vorrà dire che Benito il locandiere amico, andrà a ritirarsi nelle sue stanze a terminare il pisolino che stava facendo prima che questa donna lo disturbasse. Ahh... (si stiracchia) son così stanco!

LAURA - Oh, signore, Benito locandiere rammollito, sei sempre stanco... (preoccupata) Sarai mica malato?

BENITO - Sì, sono malato di stanchezza: quando sto in piedi mi stanco e mi devo sedere. Quando sono seduto mi stanco e mi devo alzare... del resto sono nato il 1° maggio, la festa del lavoro!

LAURA - Non parlare di cose che non conosci, tu non sai neanche il significato della parola lavoro! (Benito si allontana) Oh, povera me!

ROSALINA - (entra) Ehi, Laura, cosa c’è?

LAURA - Eh, cara. C’è che qui è tutto così faticoso! Sono stufa dei continui rimproveri che devo fare a Benito: quel diavolaccio una ne fa e cento ne pensa!

ROSALINA - Eh, dài Laura che in fondo è un bravo ragazzo. Sarà un po’ sempliciotto, ma sai, la moglie l’ha abbandonato e l’uomo senza una donna è insipido. E poi è un buon padre per la piccola Babù!

LAURA - Ma, sì,... più o meno... se non lo mando via è solo per quell’amore della sua bambina e per onorare la memoria del mio povero marito: a lui era simpatico. Ahh... bei tempi quelli: Benito era sposato, Babù era appena nata, un fagottino così, e mio marito Luigi si dava un gran da fare,...  Ci teneva sai alla locanda, non come Benito che dorme sempre in piedi: qui tocca a me darmi da fare. Guarda, non so come faccia la pelle a starmi attaccata alle ossa! E poi guai a te se giri l’occhio... te ne combina subito tre o quattro: tieni, leggi! (tira fuori una lettera)

ROSALINA -  (legge) Oh, Laura! Oh, Laura! Oh, Laura (in crescendo).

LAURA -  Sì, Rosalina. E’ una lettera del mio commercialista: dice che arriverà un ispettore a controllarci i conti perchè a causa di una cattiva gestione amministrativa, quest’anno la locanda è in perdita! E indovina chi si occupa dell’amministrazione?

ROSALINA e LAURA - (in coro) Benito!

LAURA - Benappunto!  Non so proprio cosa fare.

ROSALINA - Senti Laura, mio marito Rocco è commercialista, gli parlerò di questa cosa e vedrai che ti darà un consiglio: nel frattempo non ti angustiare, vedrai che una soluzione si troverà.

LAURA -  Grazie, sei così cara!

ROSALINA - Beh, ora vado, vedo che hai da fare, ma torno presto.

LAURA- Eh, già: se se ne occupa quel sacripante di Rocco siamo proprio rovinati!

SCENA VI°

Benito, Geronimo, Gigio e Biagio, Rocco

( Arrivano gli uomini, si accomodano sul divano e sulle poltrone e chiacchierano un po’)

GERONIMO - (a Rocco) Però! Hai visto che belle stanze spaziose che ci sono qui?

ROCCO -  Già, io prima andavo in un albergoche aveva le stanze così piccole che quando starnutivo, spettinavo il mio vicino!

BENITO -(Arriva e si siede vicino a Geronimo) Ohh, come sono stanco!

GERONIMO - Vieni Benito, amico mio...sempre morto di sonno, eh?

BENITO - Uhh, se ho sonno. Guarda,.. io sono nato stanco: ho bisogno di dormire almeno 24 ore al giorno!.

GERONIMO - Oh, Benito…, che disastro! Senti un po’, quando si mangia?

BENITO - Ma pensi sempre a mangiare tu?

GERONIMO - E pensi sempre a dormire tu? Io ho fame! Ahh, questa sera a cena voglio fare un pieno di tutto. Non mi alzo dalla sedia se non ho riempito ogni piccolo posticino della mia pancia: non voglio mica sentire il mio stomaco che protesta perché è vuoto: aggr, oggr,oggrr. A me non importa niente della mia linea: non sono mica una donnicciuola!

BENITO - E tu di donnicciuole ne hai castigate tante, eh?

GERONIMO - Beh, sai da giovane m’interessavo di magìa e tutte le volte che incontravo una bella donna le facevo un’incantesimo: la mia parola magica era ABRACADAMMELA!     

 ROCCO - Ahh, certo che l’amore ti fa fare cose veramente incredibili: io, per esempio, non avrei mai creduto che mi sarei sposato.

GERONIMO - Io invece sono sempre alla ricerca della donna dei miei sogni.

ROCCO - Anch’io!

GERONIMO - Ma fammi il piacere: tu sei sposato!

ROCCO - Appunto!

BENITO - Bah.... per quanto mi riguarda, le donne sono come delle statue di marmo: belle da guardare, ma non ne vorrei mai una per casa!

GERONIMO -  Ehh, certo che l’universo femminile è un bel mistero! Le donne sono come un bel romanzo giallo…. da leggere a letto.

BENITO -  Mmmh…. Abbiamo un filosofo. Amico mio, ascolta me. C’è solo un modo di comportarsi con una donna: fare l’amore con lei se è bella, con un’altra se è brutta. In genere, con la sua migliore amica!

ROCCO - Bravo, ben detto!

GERONIMO - Dì un po’ Rocco... ma tu hai mai tradito Rosalina con un’altra donna?

ROCCO - No, guai! Purtroppo… non sono abbastanza veloce ad entrare negli armadi prima che i mariti mi scoprano!

BENITO - Ma va’ là... piuttosto avete visto che strani quei due fratelli? se ne vanno in giro tutti sospettosi con quei farfallini giganti a cercare quell’animale che non so più nemmeno se esiste davvero... quella... SALTIMBOCCA PALLIDA...

(Arrivano i due fratelli)

GIGIO e BIAGIO - Lasciate stare il nostro uccello!

GERONIMO, BENITO e ROCCO - Per carità! non siamo mica finocchi!!

GIGIO - E poi si chiama SASSIFRAGA PORCARIA!

BIAGIO - Già, è tanto PORCARIA che non si fa trovare.

BENITO - Pensate però che bellezza se l’uomo potesse avere le ali per volare.

GIGIO - Sciocchezze! L’uomo non è nato per volare, altrimenti nella culla avremmo trovato un biglietto aereo!

BIAGIO, GERONIMO e ROCCO - Giusto!

BIAGIO -  D’altronde guarda che fine ha fatto quel pirla di Icaro!

GIGIO, GERONIMO e ROCCO - Giusto!

ROCCO - Già, l’uomo è nato per soffrire ed in questo è un vero maestro!

BIAGIO,  GIGIO,  GERONIMO - Giusto!

BENITO - Ma voi due... siete mai stati innamorati?

GIGIO e BIAGIO  - No, siamo sempre stati biologi!

GERONIMO - Beh, io vi saluto. Vado a fare una passeggiata in riva al mare a respirare un po’ di aria salubre.... in attesa che sia pronta la cena!

BENITO - Pensa sempre a mangiare!

ROCCO - Beato lui! io penso sempre a un’altra cosa!

(Geronimo esce fuori dalla locanda, Rocco e Benito se ne vanno insieme seguiti dai fratelli).

ROCCO - Secondo me, questi due qui dietro sono ancora vergine.

BENITO  - Per forza, non trovano più l’uccello! (Gigio fa un gesto come per dare un pugno in testa a Rocco, ma Biagio lo trattiene e i due litigano tra loro, mentre Rocco e Benito se la ridacchiano).

SCENA VII°

Laura e Lulù, poi Benito

LULU’ - Buongiorno signora (timida guardando in basso).

LAURA - Ciao tesoro, dimmi tutto.

LULU’ - Vorrei una stanza.

LAURA - Per quanto tempo?

LULU’ - Non so... voglio dire... per un po’ di tempo... ho bisogno di stare tranquilla e riordinare le idee...

LAURA - (materna) Mmmh... capisco... stai cercando qualcosa anche tu?

LULU’ - Sì, signora e lei mi deve aiutare.

LAURA -  Io?... e come...?

LULU’ - Mi promette che non lo dice a nessuno? sto cercando il mio tesoro!

LAURA - Un tesoro?

LULU’ - Shhhh! Non lo deve sapere nessuno. Sono molto stanca, ho viaggiato per tanti anni e ho speso tutti i miei averi per cercarlo, ma non avrò pace fino a quando non lo troverò. Solo che ora  ho assoluto bisogno di calma e riposo.

LAURA - (l’accarezza) Va bene, puoi restare quanto vuoi, e non ti disturberà nessuno. Ma tu devi mangiare, cara: sei così pallida! ti porterò in camera i pasti personalmente.

LULU’ - Grazie signo... Laura.... ancora una cosa... io non so se posso pagarla ...

LAURA - Non ti preoccupare, ci metteremo d’accordo dopo.

LULU’ - Sei troppo buona, Laura. Grazie  (Lulù se ne va. Incontra Benito che sta arrivando e si fermano entrambi come folgorati.  Poi Lulù fugge nella sua stanza Il ragazzo la guarda estasiato).

SCENA VIII°

Benito, Laura, Rosalina, poi Babù, poi Geronimo e tutti

BENITO - Chi era quella principessa?

LAURA - Non è una principessa, o se lo è, è una principessa molto triste. mmh... devo scoprire cosa nasconde quella ragazza: qui a Villa Rosa nessuno deve essere triste. E tu cosa fai con quel sorriso da ebete?

BENITO - (con un sorriso così) Sono innamorato!

LAURA - COOSAA?

(Improvvisamente Benito cade rigido sul divano e subito comincia a tremare ed ansimare. In quel mentre, scende Rosalina).

ROSALINA - Laura... BENITO! Ma cos’ha?

LAURA - Una crisi d’asma! Gli prendono quando prova un’emozione forte! Babù, sacchetto!

ROSALINA - E quale emozione così forte da procurargli una crisi ha provato?

LAURA - Si è innamorato di Lulù! Babù, sacchetto!

BABU’ - (accorre con un sacchetto. lo porge a Benito che ci soffia dentro) Eccomi, papà!

BENITO - Mi sento già meglio!

LAURA - Vai a riposarti, adesso. Lo accompagni tu, piccola?

BABU’ - Sì, vieni papà.

ROSALINA - Povero ragazzo!

LAURA - Eh, sì! da quando la moglie l’ha lasciato, queste crisi sono sempre più frequenti.

ROSALINA - Ma non mi dire! Ma... com’è ‘sta storia? non me l’hai mai raccontata!

LAURA - Un giorno da noi è arrivata una bella svedese di nome Usgna e non se n’è più andata: Benito si è perdutamente innamorato di lei, l’ha sposata ed è nata Babù. Usgna era bella e brava, sai? mi aiutava molto nella locanda. Un giorno però è arrivato qui un cubano maestro di balli caraibici: ha insegnato a tutti a ballare la samba e mentre eravamo tutti presi nella foga della danza, lui ci ha portato via Usgna.  Benito aveva il cuore spezzato e io mi sono occupata di Babù. Non potevo mandarli via, così li ho tenuti con me.

ROSALINA - E allora vedi che vuoi bene a Benito come se fosse tuo figlio?

LAURA - Già.... (abbassa il capo e quasi piange)

ROSALINA - Laura, cosa c’è?

LAURA - Nulla, nulla. Ricordi...

ROSALINA - Ma ora non sapete più nulla di Usgna?

LAURA - Certo! E’ in Svezia con il suo cubano, hanno aperto insieme  una scuola di samba!

 GERONIMO - (Arriva con un cappello in testa) Qui si balla il samba? AHIIIIIIII! (lancia il cappello. Arrivano tutti. Ballano la samba)

BABU’ - (interrompe il ballo) Ma volete studiare che non si riesce ad abbassare la radio? no, volevo dire: ma volete abbassare la radio che non si riesce a studiare? e poi io ho fame!!

GERONIMO - Anch’io!

LAURA - Uh, è vero! La cena! Tutti a tavola, si mangia!

GERONIMO - Alla buon’ora!

FINE I° ATTO


ATTO II°

SCENA I°

Laura e Rosalina

(Sera. Sul tavolino, tre tazzine e una caffettiera. Dopo cena, Laura e Rosalina a braccetto si avviano nel salottino a prendere il caffè).

ROSALINA - Oh, Laura, era tutto così buono.  Ho fatto una mangiata che domani in spiaggia il bikini non mi si vedrà nemmeno in mezzo a tutta la ciccia!

LAURA - Esagerata! Dài allora, beviamoci un buon caffè.  Chiamiamo tuo marito? forse anche lui vuole il caffè.

ROSALINA - Lascia stare: lui è il tipo di persona che rende nervoso il caffè! Piuttosto dimmi: come fai a cucinare così bene?

LAURA - Beh... non dovrei dirtelo... ho un ingrediente segreto!

ROSALINA - Che cosa? devi subito darmelo!

LAURA - Non posso assolutamente. E’ mio e me lo tengo!

ROSALINA - Ma nemmeno a me che sono tua amica?

LAURA - A nessuno!

ROSALINA - Vabbè... ora non ne vuoi parlare, ma io aspetterò: me lo dirai un’altra volta.

LAURA - Ma parlami un po’ dei tuoi figli: com’è che quest’anno non sono con voi?

ROSALINA - Oh, guarda: sono sempre così appiccicosi, non riusciamo a scollarceli di dosso un attimo.

LAURA - Ma… credevo che dall’anno scorso fossero migliorati almeno un po’.

ROSALINA - Macchè, noi ci proviamo, ma loro riescono sempre a venire con noi: anche in vacanza!

LAURA - Oh, poverini!

ROSALINA - Così quest’anno siamo scappati di casa!

LAURA - Oh!

ROSALINA - Ma... dimmi un po’, quella ragazza, come si chiama... la Lulù... non ti sembra un po’ .strana? non scende mai con noi, non spiaccica una parola, non viene mai in spiaggia ed è bianca come un lenzuolo e poi è sempre così triste... ma non starà mica male, poverina?

LAURA - Non so. Penso che sia preoccupata per qualcosa. Ma ti prometto che lo scoprirò: mi sono subito affezionata a lei, mi è simpatica e le voglio bene. Devo cercare di aiutarla. Sai, sta cercando un tesoro, ma non dirlo a nessuno.

ROSALINA - Un tesoro? mamma mia, diventerebbe ricca!

LAURA - Beh, prima dovrebbe trovarlo!

ROSALINA - Un tesoro...

LAURA - E poi Benito si è innamorato e ieri mi ha detto che vuole sposarla.

ROSALINA -Addirittura, fa sul serio il ragazzo!

LAURA - Sì, ma non la spunterà, lei è troppo raffinata per lui.

ROSALINA - Ma Benito non era un maestro nella seduzione?

LAURA - Ma va’! senti, sono vent’anni che per sedurre le donne usa sempre la medesima tattica: vent’anni dico, ed è ancora solo. Evidentemente è sbagliata.

ROSALINA - In effetti... ma se Benito sposa Lulù e Lulù diventa ricca.... Devo farmi amica Lulù.

LAURA -  Shhh, sta arrivando Lulù. Mi raccomando Rosalina: è molto timida, non dire niente che possa ferirla o turbarla.

ROSALINA - Tranquilla.

SCENA II°

Laura, Rosalina, Lulù. Poi Babù e Benito.

 

LAURA - Buonasera, cara. Siediti vicino a me.

LULU’ - Sono scesa per un momento, ma torno subito di sopra (si siede tutta chiusa in se stessa, guarda il pavimento e ha le gambe che tremano) .

ROSALINA - Oh, no. Tu bevi un po’ di caffè caldo con noi.

LULU’ - No, grazie. Il caffè mi rende nervosa.

ROSALINA - Oh, povera cara... più di così? (Laura guarda Rosalina con un senso di disapprovazione e le fa segno di stare zitta).

LAURA - Senti, tesoro: va tutto bene, non c’è motivo di essere così agitata. Siamo al mare, in un bel posto, in vacanza: goditi il tepore del sole, la quiete della spiaggia, l’azzurro riposante del mare....

LULU’ - Il sole mi fa venire le bolle, la quiete mi fa venire voglia di urlare e l’immensa distesa del mare mi agita.

LAURA - Forse è perché sei troppo sola: che ne diresti di cercarti un bel ragazzo e sposarti?  

LULU’ -  Il matrimonio non fa per me: ho troppa paura della solitudine.

ROSALINA - Ma ... cara non essere così pessimista. Guarda me per esempio: sono sposata da venticinque anni e … voilà! Sono ancora viva! Oh, cara… sai? non ti succede nulla se ti sposi…. Salvo accorgerti dopo venticinque anni che l’uomo che hai sposato era quello sbagliato! (Laura la guarda severa).

LULU’ - La verità è che non mi godrò niente fino a quando non troverò quello che sono venuta a cercare. 

(Entra Babù con un libro in mano. Lulù  e Babù sono  visibilmente felici di vedersi)

LULU’ - Ciao, piccola!

BABU’ - Ciao, Lulù, che bello che sei qui!  Ciao nonna! Buonasera Rosalina.Posso restare un po’ a giocare con voi?

LAURA - Ah, bricconcella! Tra poco è ora di dormire, non di giocare. Domani ricomincia la scuola, è il tuo primo giorno, lo sai?

BABU’ - Oh, no! ti prego, non me lo ricordare! solo il primo! Troppo distante dall’ultimo. Sai, domani la maestra c’interroga: ci chiederà la filastrocca dei mesi che ci ha insegnato prima delle vacanze,  ma io non me la ricordo: mi aiuti, Lulù?

LULU’ - Certo. Allora: tenta giorni a....

(Entra Benito che ha sentito le ultime parole)

BENITO - Buonasera a tutti! Te la insegno io, piccola!  Allora: trenta giorni hanno gennaio e febbraio, marzo e aprile. Di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri sono piccoli e non sanno nemmeno camminare..

BABU’ - Ma papà, non è così!

LAURA - Tu sei tutto matto!

LULU’ - Vieni nella mia stanza Babù, te la insegno io e poi giochiamo un po’.

BaBU’ - Sì,Sì!

BENITO - Ma non era quella? io ho fatto uno sforzo notevole per ricordarmela!

LAURA - Il tuo sforzo era avariato! Via, ora, aria!

SCENA III°

Laura e Rosalina

ROSALINA - Laura, non  lo rimproveri un po’ troppo ‘sto ragazzo? in fondo non è cattivo, poverino.

LAURA - Ci mancherebbe altro!

ROSALINA - D’accordo...  a volte fa le cose con il cervello spento, ma...

LAURA - E ti sembra poco?

ROSALINA- Comunque la Lulù è ben strana. Ma cosa le passa per la testa?

LAURA - Non lo so con precisione. E’ sempre malinconica e agitata. Solo quando vede Babù si calma e diventa sorridente: sembra che quella bambina sia l’unica ad alleviare la sua ansia.

ROSALINA - Senti Laura, volevo farti una domanda da un po’ di tempo... Quando ti ho detto che Benito poteva essere tuo figlio, ti sei commossa: qualcosa non va, cara?

LAURA - No, no. E’ che...  Rosalina, tu non conosci il dramma che mi porto dentro. Io... ho avuto una figlia.

ROSALINA - Oh, santi numi! non lo sapevo.

LAURA - Non lo sa nessuno, non lo sapeva nemmeno il mio povero Luigi.. All’epoca ero una giovane ragazza di 19 anni, avevo tante illusioni ed ero innamorata del figlio dell’avvocato del paese. Sai, l’avvocato era una personalità mentre la mia famiglia viveva in una tale miseria che quelli che erano poveri ci sembravano dei ricconi. Così quando rimasi incinta, suo papà lo costrinse a troncare la relazione con me: lo mandò a Londra ed io partorii da sola. E poi...

misi la mia bambina nella ruota della chiesa.... (piange) Cosa potevo fare?  Avevamo una tale fame che quando aprivamo la credenza il rumore delle mandibole dei tarli rimbombava per tutta la casa!

ROSALINA- ….

LAURA-  In seguito seppi che una nutrice l’aveva presa con sè. Dopo qualche anno mi sposai e le mie condizioni economiche migliorarono.Cercai invano di mettermi in contatto con questa donna e con mia figlia, ma non ne ebbi mai più notizia. ... Capisci? volevo riprendermela, crescerla come qualunque madre, accompagnarla a scuola, comprarle dei vestitini, giocare con lei .... e invece non conosco nemmeno il suo nome ... io l’ho sempre cercata, ma ho perso le sue tracce... sembra che si sia volatilizzata... povera bimba..... (piange) Sai Rosa, ogni tanto me la immagino la mia bambina: immagino il colore dei suoi occhi, dei suoi capelli, della sue pelle di pesca e mi sembra di poterle toccare quelle guanciotte.... ma quando allungo la mano, tutto svanisce e ricompare la locanda, Benito e tutto questo ..... e io torno a recitare la parte di Laura locandiera perfetta....   Questa è la mia condanna per aver abbandonato un’innocente e me la porterò dentro per tutta la vita.

ROSALINA- Mi dispiace, non immaginavo... ma tu hai fatto solo ciò che potevi, Laura, non ti rattristare. Non l’hai abbandonata senza amore, l’hai affidata alle cure di persone pie. Tua figlia sarà stata bene. Le vie del Signore sono infinite, vedrai.

LAURA - Cosa vuoi dire?

ROSALINA- Vedrai. Uh, dimenticavo: ho fatto vedere quella lettera  a Rocco e... purtroppo ha detto che dovrai pagare una multa, cara.

LAURA - Oh, no! E di quanto?

ROSALINA- Ehm... mah... circa... centomila euro.

LAURA - Cooosaaa? centomila euro? non è possibile! dove li vado a prendere? io non possiedo una somma del genere! dovrei chiudere la locanda! no, no, no... Rocco si sarà sbagliato, sarebbe la fine! Per carità, non parlarne a Benito: potrebbe avere un’altra delle sue crisi. Santo cielo!

ROSALINA- Va bene, ma cerca di stare serena: comunque, non è detta l’ultima parola. E poi... i soldi non danno la felicità.

LAURA - Coosaa?  stai senz’altro parlando dei soldi degli altri!

ROSALINA- Oh, Laura cara, tranquilla: le vie del Signore sono infinite, vedrai. 

LAURA - Ancora?

ROSALINA- A proposito: devo andare a vedere se Rocco è già rientrato, se non mi vede quello entra in panico. A dopo. (esce)

LAURA - Oh, santo cielo. Mi sembra che mi stia crollando il cielo sulla testa: Benito fa il matto, Lulù è sempre più depressa e Rosalina mi diventa mistica. Meno male che l’ispettore del Fisco non è ancora arrivato! Mamma mia, speriamo che non venga! Io esco pazza. (esce anch’essa)

SCENA IV°

 Benito, Geronimo e Rocco. Poi Gigio e Biagio.

BENITO - Ahh, che mangiata!

GERONIMO - Mamma mia, altro che i miei panini al volo nel bar di turno!

BENITO -  Hai assaggiato le uova? un vero capolavoro!

GERONIMO -  Oh, no! (nauseato) sono nauseato dalle uova, anzi, peggio: mi fanno proprio ribrezzo! Quella cosa bianca e tonda molliccia e semovente... E quando poi il tuorlo si  rompe e lascia fuoriuscire il suo liquido giallo? E’ disgustoso! Bahhh! (animandosi) Il sangue, quello sì, è allegro, rosso, denso.

BENITO e ROCCO - Ma chi sei?? Un vampiro?!?

GERONIMO - Ma no, ma no… Ragazzi, ho fatto una scorpacciata che me la ricorderò finché campo...

BENITO - Certo che sei impossibile! Sempre a pensare a mangiare: dovresti pensare un po’ a dimagrire, non ti sembra di essere abbastanza grasso?

GERONIMO - Mi piace essere grasso, adoro il mio grasso! Mi tiene caldo e mi fa compagnia…e soprattutto è l’unico amico che ho che non mi bisticcia perché sono grasso!

ROCCO - Meglio essere grassi, guarda. Mia moglie è andata da un celebre dietologo. In due mesi ha perso trecento euro.

BENITO -  Una mia cliente invece ha fatto la dieta dell’ananas: non ha perso nemmeno un grammo, però adesso in compenso ha una pettinatura che sembra davvero un’ananas!

ROCCO -  Comunque il miglior metodo per dimagrire sapete qual è? tapparsi la bocca!.

GERONIMO - Ma che sciocchezze: solo i gangsters ti tappano la bocca! No, no, no, mi piace troppo mangiare e poi ero in compagnia di Laura e mi sono divertito moltissimo: ho chiacchierato a lungo con lei. E’ proprio una donna straordinaria!

BENITO - Laura è una donna energica, piena di vita ma soprattutto è senza peli sulla lingua...  Ci siamo capiti?

GERONIMO - Benissimo! Comunque, Laura è una donna bellissima: (sognante) fuori, così formosa e dentro, così schietta e sincera… e così passionale....

BENITO e ROCCO - E tu ne sei così cotto!!!

GERONIMO - Eh, ragazzi! Tu Benito, hai la tua bimba. E tu Rocco, hai la tua Rosalina. Voi non potete sapere cosa vuol dire dopo una giornata di lavoro noioso in ufficio, che ti fanno male i piedi, che hai la mente stanca e il cuore freddo, tornare a casa e non trovare nessuno che ti aspetta. Nemmeno il cane. E’ triste, molto triste. E così, a volte, non hai nemmeno voglia di tornare a casa e  ti ritrovi a girare i bar e i ristoranti, a bere e mangiare. Ed è ancora più triste. E ti senti veramente solo. ... Io non voglio più essere solo. Io quando torno a casa, voglio un angelo che mi sorrida e che si occupi di me, della mia mente stanca e voglio che la notte mi scaldi il cuore.

ROCCO -  E credi che Laura possa essere questo angelo?

GERONIMO - Sì, lo vorrei tanto!

BENITO - Beh, Laura sarà anche un angelo, ma ti farà vedere i sorci verdi!

GERONIMO - Speriamo di no. Comunque, io non demordo.

ROCCO- Certo che ce n’è di gente particolare in questa locanda: Lulù è stranissima, sempre così depressa e triste... eppoi è bianca come un lenzuolo, non prende mai il sole, non esce mai dalla sua stanza e non parla con nessuno!

BENITO - Oh,Oh,Oh. Giù le mani! Quella è la mia principessa: da quando abbiamo ballato insieme mi è entrata dentro e io mi sono innamorato. Farò di tutto per conquistarla!

ROCCO - Di’ un po’... ho sentito che Lulù sta cercando un tesoro.

GERONIMO - Un tesoro? e chi te lo ha detto?

ROCCO - Mia moglie, che gliel’ha detto Laura, che gliel’ha detto Lulù... ma ha detto che è un segreto e non bisogna dirlo a nessuno!

GERONIMO - Benissimo! così adesso è un segreto che sanno tutti!

ROCCO - Comunque, Benito ha occhio a scegliere le pollastrelle ricche!

BENITO - Oh, i soldi non m’interessano.

ROCCO - Certo, fin quando non li hai non te ne frega niente, poi staremo a vedere!

BENITO - Io voglio solo Lulù.

GERONIMO - Tu e Lulù? Non vi ci vedo proprio.

BENITO - Oh, quante storie! solo perchè Lulù sta attraversando un periodo di depressione!

GERONIMO - No, no.  Lulù non lo sta solo attraversando: il suo è un  periodo di depressione che dura per sempre! ... comunque quella ragazza è troppo raffinata per te, non funzionerebbe mai.

BENITO - Beh... sì... forse sono un po’ pasticcione...

GERONIMO - Ma va?

BENITO - ..e non sono proprio un genio...

ROCCO - Ma no?

BENITO - (indispettito) Comunque io la sposerò!

GERONIMO - Eccolo lì quello che diceva che le donne erano statue di marmo e non le voleva per casa! Beh, ognuno nella vita ha le proprie convinzioni: io, ad esempio, sono convinto che tra poco aprirò il frigo-bar e tirerò fuori la mia birra bella fresca (si alza e si avvicina al frigo-bar. Lo apre). Ma chi ha finito la mia birra?Benito, sei stato tu!

BENITO - Ebbenesì, lo confesso. Era davvero bella fresca.

ROCCO - Dite un po’, dove saranno quei due cercatori di volatili?

(Arrivano i due fratelli)

GIGIO e BIAGIO - Eccoci qua!

GERONIMO - Oh, mamma: Cric e Croc!

ROCCO - Allora ragazzi, avete visto che bello qui il mare? Limpido e pulito, non è inquinato per niente.

GIGIO- Noi non siamo qui per il mare: dobbiamo cercare la Sassifraga! 

GERONIMO-  Ma voi studiate solo gli uccelli o anche i pesci? che ne so, il delfino così intelligente, il merluzzo così merlo, la sogliola così piatta...

BIAGIO -  Solo ed esclusivamente uccelli…..

GIGIO e BIAGIO - …e Porcarie!

BENITO - Ma va’!

GERONIMO - Oh, per favore! Invece di godervi un po’ il mare! Beh, io vi saluto ché domani mi devo alzare presto: voglio farmi tutto il buffet della colazione due volte. Buonanotte (esce)

BENITO - Invece di fare una bella passeggiata sulla spiaggia! (gli urla dietro)

ROCCO - Butteresti giù un po’ di trippa! (idem)

BENITO- Andiamo a nanna (si alza).

ROCCO - E voi ragazzi che fate? (idem)

GIGIO e BIAGIO - Anche noi!

GIGIO - All’alba ci dobbiamo alzare per continuare le ricerche della Porcaria.

ROCCO - Ma la porcaria all’alba dorme! E’ porcaria, non è mica scema!

(Si avviano verso le stanze: Benito e Rocco che ridacchiano davanti, i due fratelli dietro, Biagio fa il verso di tirare il collo a Rocco).

SCENA V°

(Scena corale. E’ notte fonda  In scena buio e silenzio. Ad un certo punto entra Geronimo in pigiama e giacca con una torcia in mano. Si guarda intorno con circospezione, poi va verso la scrivania).

GERONIMO - Devo far attenzione che nessuno mi scopra. E’ notte fonda e gli altri staranno dormendo, ma la prudenza non è mai troppa. Mi dispiace immensamente di aver mentito a Benito e Laura... mi sono affezionato a loro... ma sono pur sempre un ispettore e il  mio lavoro lo devo pur fare. Se potessi, ora ne farei a meno. Uff... (si passa una mano sulla fronte) Dài, Geronimo fa’ quello che devi, vediamo un po’ che cos’ha combinato Benito... (apre i registri e sfoglia un po’ di carte, poi ne prende altri... Mentre Geronimo è alla scrivania arrivano i due fratelli con torcia e bugìa. Anch’essi sono in pigiama ma sempre con i farfallini).

GIGIO - Shhh, non facciamoci sentire. E’ notte fonda e gli altri staranno dormendo, non dobbiamo svegliarli.

BIAGIO - Bisogna assolutamente trovare la Porcària entro stanotte, altrimenti sarà troppo tardi e il premio lo daranno a qualcun’altro.

GIGIO - Stai attento con questa candela, pasticcione... mi stai sgocciolando la cera bollente sul braccio! 

GERONIMO - Ma... benedetto ragazzo.... cosa mi hai combinato? Non posso crederci!!! Qui ci sono errori per una multa almeno di centomila euro! Oh, mio Dio, mi sento male: devo bere qualcosa di forte. Vado a vedere nel frigo-bar se c’è un grappino.... e magari uno sfilatino col salame!

GIGIO - Ma qui c’è qualcuno... shhh, cerchiamo di uscire così non ci vede... E tieni sù ‘sta candela, Biagio!

GERONIMO - Accidenti, niente grappino. C’è solo ... cos’è ‘sta roba?

GIGIO - Ahh, la cera!!

(si accende la luce e i tre si scoprono)

GIGIO e BIAGIO -Ahhh!

GERONIMO - Ahhh!

BIAGIO - Un ladro! Al ladro! Aiuto, salvatemi! Svengo!

GERONIMO - Ehi, ragazzi, sono solo io! Calma!

GIGIO e BIAGIO - Ma cosa ci fai qui?

GERONIMO - Ehm... erg... io... avevo un certo languorino. Avevo voglia di questa... di questa...

 

(entra Laura, seguita da Lulù, Rosalina e Rocco tutti in vestaglia)

LAURA - La mia radice! La mia SASSIFRAGA PORCARIA!!

GIGIO e BIAGIO - Coomee?

GIGIO-  Noi credevamo che la SASSIFRAGA PORCARIA fosse un uccello!!

BIAGIO- ... e adesso scopriamo che il nostro uccello è diventato una radice?!

LAURA - Ma no! E’ la mia radice che rende tutti i piatti prelibati!

ROSALINA - Allora è questo l’ingrediente segreto che non volevi svelare a nessuno.

LAURA - Già, e ora lo sapete tutti! E’ una radice che si trova solo nel cuore dell’Africa. Mia nonna, che ha vissuto in quel continente per vent’anni, lo usava per insaporire tutti i suoi piatti e l’ha insegnato a mia mamma che l’ha insegnato a me. E’ molto rara, si credeva persino che non si trovasse più. Lascia la mia radice! (gliela strappa di mano). A proposito.... cosa ci fai qui tu?

GERONIMO - Ehm... e voi?

LAURA - Non riuscivamo a prender sonno e così siamo usciti a fare una passeggiata, poi abbiamo visto accendersi la luce!

GERONIMO - L’ha accesa Biagio!

BIAGIO e GIGIO - Noi volevamo solo l’uccello.... la radice... non so più!!

BENITO - (scende dalla stanza con in mano un mattarello. Egli indossa una camicia da notte lunga ed un berretto da notte con pon-pon)

Cos’è ‘sto rumore? fatevi sotto, malandrini!

TUTTI - Benito!!

(parlando tutti insieme)

LAURA - Non sono i ladri: stavamo solo facendo una passeggiata al chiaro di luna!

ROSALINA - Io sono solo scesa con mio marito!

ROCCO - Io sono solo sceso con mia moglie!

LULU’ - Io sono solo scesa con Laura!

GIGIO e BIAGIO - Il nostro uccello... la nostra radice!!!

GERONIMO - Silenzio, zitti! Io sono l’ispettore!

TUTTI - Cooosa?

GERONIMO - Sì, Laura mi dispiace. Sono io l’ispettore che aspettavate.

LAURA - Tu? ma allora mi hai mentito, hai mentito a tutti! e dire che cominciavi a piacermi!

GERONIMO - Allora ti piaccio!

LAURA - No, ora non più! (guardando i registri. Lascia la radice sulla scrivania) Hai anche guardato nei miei registri, farabutto!

GERONIMO - Non ne ho potuto fare a meno! Mi spiace dirlo, ma qui ci sono omissioni... ammanchi... conti inesistenti... per una multa di circa centomila euro!

TUTTI - Coosa??

BENITO - Oddio, mi sento male! (ha una crisi e si riversa sul divano)

LAURA - Oh no, una delle sue solite crisi!

ROSALINA - Oh, povero ragazzo!

ROCCO - Oh, povero amico mio!

BENITO - Lulù... Lulù....

LULU’ - Eccomi caro Benito, sono vicina a te...

LAURA - Babù, sacchetto!

BABU’ - Eccomi papà! (entra e porge il sacchetto. Benito riprende a respirare)

BENITO - Sto già un po’ meglio.

LULU’- Vieni, ti accompagno di sopra.

BENITO- Sto benissimo! (contento come una Pasqua se ne va con Lulù.)

LAURA - (rivolgendosi a Geronimo) Traditore!

GERONIMO - Io... ho fatto solo il mio lavoro...

LAURA - Farabutto, altro che centomila euro... centomila scopate ti darò... e nemmeno un centesimo! Esci, via dalla mia vista!

GERONIMO - Laura, ti posso spiegare...

LAURA - Via! (Geronimo esce)

ROCCO - (sbadigliando) Ahhh! sto cascando dal sonno, io torno in camera, ‘notte. (esce)

GIGIO e BIAGIO - Anche noi, ‘notte.

GIGIO -  (prima di uscire  prende la radice dalla scrivania) Mi è venuta un’idea.

SCENA VI°

Laura e Lulù

LAURA - (sola sul divanetto, si passa le mani sul volto stanco e sospira) Ahh, mamma mia! (fa per alzarsi ma arriva Lulù) Lulù, cosa fai ancora in piedi?

LULU’ - Laura, aiutami ti prego, non posso dormire, non ce la faccio.

LAURA - Cosa c’è? è sempre per il tesoro?

LULU’ - Sì, ma sento che c’è dell’altro.

LAURA - Altro cosa?

LULU’ - Ascolta: io non sono stata allevata da mia madre, io non l’ho conosciuta. Sono stata affidata a una nutrice che mi ha poi adottata. Era tanto buona con me e mi ha regalato una vita umile ma dignitosa: sono stata felice con lei. Purtroppo si è ammalata giovane e prima di morire mi ha detto: <<Lulù, non smettere mai di cercare il tuo tesoro. Quando troverai questo simbolo (consegna a Laura un biglietto), allora saprai di essere sulla strada giusta.>>

LAURA - (alquanto sorpresa) Ma... questa è... sembra...

LULU’ - Sì, sembra una croce.

LAURA - Ma su questo biglietto ci sono anche delle parole: sembra quasi una filastrocca (legge):

Questo graffito non si troverà

né su marmo né su granito

o minerale esistente in natura,

né su legno né su carta

e nemmeno su pietra dura,

né scolpito su tempio o colonna cristiana

ma da sempre inciso su pelle umana.

LULU’ - Io non riesco a capire, ho cercato dappertutto, nelle strade, nelle piazze tra la gente, nelle campagne, nelle grandi città in Italia e all’estero, sono andata a New York, ad Atene, a Mosca, a Dublino. Sono persino andata in Africa tra i Maori e nelle altre tribù dove si ricoprono di tatuaggi... ma di questo segno.. nemmeno una traccia!

LAURA - (Dolcissima) Tesoro, questo non è un tatuaggio. Questo è un neo a forma di croce: ce l’aveva mia nonna ed è un segno di appartenenza alla mia famiglia. Tutte le donne Valente hanno un neo come questo nell’incavo dell’avambraccio. Ce l’aveva mia mamma, ce l’ho io, ce l’ha mia figlia e ce l’avrà mia nipote.

LULU’ - ... inciso su pelle umana.. da sempre ...tua... figlia..?

LAURA - Sì, Lulù bambina mia... è piccolissimo, ma se guardi bene ce l’hai anche tu.

LULU’ - (allungando il braccio) Eccolo!... allora... tu... io... MAMMA!

LAURA - Figlia mia! (si abbracciano) Quanto ho sperato che questo fosse possibile, fin dall’inizio!

LULU’ - Quanto ti ho cercato, dappertutto e tu eri qui! (commosse si prendono le mani e si abbracciano nuovamente)

SCENA VII°

Laura e Geronimo, poi Lulù e Benito

GERONIMO - (Entra di corsa trafelato) Laura! ma dove sei scappata? ti ho cercata dappertutto! noi due dobbiamo parlare!

LAURA - Uh!! no e poi no! Non mi seccare, Geronimo, ho da fare: ho appena ritrovato mia figlia!

GERONIMO - Tu hai una figlia? e dov’è?

LAURA -  Lulù è mia figlia.

LULU’ -  Sì, Geronimo. E’ una lunga storia, ma la cosa importante è che ora ci siamo ritrovate.

GERONIMO - Certo, è una cosa importantissima e dobbiamo festeggiare: chi taglia il salame? e chi mette su la samba? Ahiii! (si toglie il cappello e fa per lanciarlo ma subito Laura lo ferma)

LAURA - No, Geronimo: niente salame, né samba, né cappelli in aria. Io ho bisogno di stare un po’ sola con mia figlia, capisci?

GERONIMO - Sì, capisco, ma starai con lei un’altra volta. Io ho bisogno di dirti una cosa!

LAURA -  Io non parlo con i mascalzoni!

LULU’ - Mamma, Geronimo ha ragione: ora che ti ho ritrovata non ti lascerò più, staremo insieme tutta la vita e potremo ricuperare tutto il tempo perduto. Stai a sentire ciò che ti vuole dire.

LAURA - Va bene, ma solo perchè l’ha detto la mia bambina. Cara, ci vedremo più tardi, aspettami.  E tu sei un mascalzone!  (facendo uno scatto esce, ma perde il biglietto di Lulù che resta a terra)

GERONIMO - Oh, no, ancora! Laura, pietà, parliamone!! (le corre dietro alquanto affaticato)

(Lulu’ resta sola sul divanetto, ma ora non si sente più sola: è felice e si guarda intorno sorridente. Entra Benito)

BENITO - Lulu’, cosa fai qui da sola?

LULU’ - Benito, è successa una cosa straordinaria. Laura è... (non fa in tempo a finire la frase. Benito si china e raccoglie da terra il biglietto)

BENITO - C’è un biglietto qui: è tuo? (lo gira e rigira e poi legge) Eh?.... questo è arabo!! (se lo butta dietro le spalle)

LULU’ - Non è arabo, è il biglietto che mi ha permesso di trovare mia mamma!

BENITO - Ah, è dov’è? (si guarda intorno)

LULU’ - Laura è mia mamma!

BENITO - Ti sbagli, Laura è solo... Laura!

LULU’ - No, Laura aveva una figlia che aveva abbandonato... quella figlia sono io e adesso ci siamo ritrovate! non è straordinario?

BENITO - A dir la verità... ho un po’ di confusione in testa. Però se sei contenta tu, sono contento anch’io. Sei così bella quando sorridi.

LULU’ -  Oh, Benito.

BENITO - Lulù, io... devo dirti una cosa... (si mette in ginocchio)  io ti amo, ti ho sempre amata, ti amavo già da prima che nascessi. Io sono nato per amarti.

LULU’ - Benito, alzati. Non pensavo che tu fossi un poeta!.

BENITO - Oh, sì. Di te mi piace tutto, dall’inizio alla fine. Che capelli setosi che hai, e gli occhi… con le pupille!… e che bocca, con tantissimi denti: addirittura 32!

LULU’ - Dài, Benito... che matto che sei.

BENITO - Guarda Lulù, guarda che bella la grande luna che si specchia sul mare nero della notte. Questa notte è piena per noi.

LULU’ - Come sei romantico!  (Lulù appoggia la testa sulla spalla di Benito ed escono).

SCENA VIII°

Laura e Geronimo. Poi tutti.

LAURA - Te l’ho detto: sei un’impostore e un mascalzone!

GERONIMO - Laura, io stavo solamente facendo il mio lavoro....

LAURA - ... di mascalzone!

GERONIMO - E dàgli! ma... qui in terra c’è un biglietto... (si china e raccoglie il foglietto che aveva lasciato cadere Benito, lo gira e rigira, poi lo legge)... dev’essere scritto in arabo.

LAURA - Lascia, è di Lulù! ci siamo ritrovate dopo tanti anni, non è meraviglioso?

GERONIMO - (fa per abbracciarla, ma lei gli volta le spalle) Sì che è meraviglioso!

LAURA - D’accordo, ma tu non te ne approfittare!

GERONIMO - (serio) Laura, io... non volevo farti del male (si inginocchia) io.. non so... non conosco parole d’amore. Laura, io ti amo. Fin dall’inizio tu sei subito diventata il mio faro nella notte...

LAURA - Seee.... capirai... mica faccio luce!

GERONIMO  -  No, no ... la mia oasi nella tempesta...

LAURA - Seee... con una palma in testa!

GERONIMO - Ohh, basta! (si alza) Laura, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata! (Laura si volta, va verso di lui e lo abbraccia. Si spostano verso il centro della scena a guardare la luna)

LAURA - (romantica) Guarda Geronimo, che bella luna piena.

GERONIMO - Già, hai ragione: è una luna ottima per imbottigliare!

LAURA - Ohh, sei romantico come un paio di scarpe!

(Rientrano dalla spiaggia Lulù e Benito)

LULU’-  Mamma, Geronimo, io e Benito ci sposiamo!

LAURA - Tesoro, sei proprio sicura di quello che stai per fare?

LULU’ - Sicurissima!

BABU’ - (arriva e si precipita verso Lulù) Allora se sposi il mio papà, sarai la mia mamma?

LULU’ - Sì!

BABU’ - Finalmente! avrò una mamma anch’io! (la abbraccia)

(Scendono dalle loro stanze i Tondelli)

ROSALINA - Ragazzi, Laura, ho sentito le novità! Congratulazioni! Come sono contenta! Lo sapevo che il tesoro di Lulù non potevano essere dei soldi: troppo venale! e Lulù da quando sorride è un fiorellino!

ROCCO - Congratulazioni!

LAURA - Grazie a tutti! Rosalina, avevi ragione tu: le vie del Signore sono davvero infinite. Ma... con tutta quest’euforìa dimenticavo: noi dobbiamo pagare una multa salata! come facciamo?

(arrivano i fratelli)

GIGIO e BIAGIO - Signora Laura, signora Laura!

GIGIO -  Abbiamo scritto all’Associazione degli Accademici Biologi della SASSIFRAGA PORCARIA, che si credeva ormai inesistente da anni, abbiamo scritto un articolo su di lei e sulla sua locanda e...

BIAGIO - ...abbiamo vinto il primo premio! Duecentomila euro! Ci permetta quindi di sollevarla da questa multa gravosa!

TUTTI - Sì, permettiglielo Laura!

LAURA - Oh, io ... siete troppo gentili... non vorrei... ma… (strappando di mano l’assegno a Biagio)  non so proprio come fare a pagare altrimenti.

GIGIO - E ora tutti i membri dell’Associazione vogliono venire a mangiare in questa locanda!

LAURA - Oh, mio dio, e... quanti sono?

BIAGIO - Qualche migliaio!

BENITO - Ohhh, dov’è il sacchetto?

LULU’ - Non serve. Che bello, verranno tutti al nostro matrimonio e voi due farete da testimoni... e tu (a BaBù) sarai la damigella d’onore. Ora tutti a fare i preparativi, Rosalina, Rocco, voi ci sarete vero?

ROSALINA - Ma certo, cara. (escono tutti. In scena restano solo Laura e Geronimo)  

LAURA - Ahh, come sono felici!

GERONIMO - Laura, senti... ma... in tutta questa storia... tu mi vuoi un po’ di bene?

LAURA - Sì che te ne voglio.

GERONIMO  - Anche se sono stato un po’... mascalzone?

LAURA - Vuoi la verità? (Geronimo fa cenno di sì con il capo. Laura gli mette le braccia al collo) Non cambierei questo mascalzone per nessun’altro al mondo! (si abbracciano)

GIGIO e BIAGIO - Signora Laura, signora Laura!

GIGIO - MMmmm... qualcosa mi dice che questo non è il momento giusto:

BIAGIO - (con la radice in mano) Giusto!

GIGIO - (al pubblico) Beh... tutto è bene, quel che finisce bene!

BIAGIO - (c.s.)  Beh,... bene tutto bene finisce quel che è!

GIGIO - Certo!

BIAGIO - Certo!

TELA