L’orologio di Pulcinella

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L’OROLOGIO

DI

PULCINELLA

FIABA TEATRALE  CON MUSICA

di

Franco Romani

da una novellina di Piero Calamandrei

musiche

di

LUCIANO GAROSI

L’Orologio di Pulcinella

Personaggi ed interpreti

La maestra – ILARIA FARCHICA

Pulcinella- MARCO BANINI

Osvaldo l’ubriaco- MARTINA LOMBARDI

La Luna- GIULIA PERUZZI

Il Chiurlo-VERONICA PAOLINI

Il Cane-ALICE TEDESCHI

Il Gatto- ALICE CANALE

La Notte- SARA TORREGROSSA

Il Sindaco – EUGENIO GAROSI

La Moglie del Sindaco – CATERINA ILARI

Il Figlio del sindaco – NICCOLO’ PARISSI

Il Parroco – MICHELE CACIOPPI

La Bellona – VITTORIA LAERA

La Fornaia – SARA CENCETTI

Il Farmacista – GIULIO MARIGNETTI

La Figlia del farmacista – FRANCESCA LAZZERI

Il Maestro – MILO VIVARELLI

Il Capoguardia – NICOLA FOSCHINI

Il Campanaro – Capitano dei pompieri – EROS TERZUOLI

Bambini della scolaresca, abitanti del paese:

Andrea Sofora, Aron Accetturo, Alex Solimeo, Corrado Rubegni,Laura Kliem, Giampaolo Agazzi, Mattia Canapini, Taulant Hoxa, Chiara Pacini, Luigi Nunziata, Matteo Rosati, Jessica Rubegni, Irene Dottori, Irene Montani, Alessandro Incoronato, Debora Rosignoli, Giada Tiberini, Lorenza Iorillo, Micelle Fè, Veronica Damiano, Tecla Carpini

La Scena

La scena rappresenta la piazza del paese, in fondo al centro la torre con sopra Pulcinella, un martello e una campana, sulla destra e sulla sinistra del palco case con finestre praticabili. In un angolo davanti a Dx (proscenio )un muretto.

L’Orologio di Pulcinella

Tutti i bambini in fila con la maestra, passeggiano e cantano

Coro bambini e maestra

Come è bello passeggiare

quando a scuola non si va

come è bello anche cantare

tutti insieme la la la

La maestra il ritornello

canticchiare ella ci fa

passeggiare è tanto bello

ci vien voglia di cantà.

La la la la la la la  La la la la la la la

Passeggiando per la valle

pei giardini e i prati in fior

rincorrendo le farfalle

mentre cambiano color

La maestra il ritornello

canticchiare ella ci fa

passeggiare è tanto bello

ci vien voglia di cantà.

La la la la la la la     La la la la la la la

Maestra         Cari bambini se alzate la testa, vedrete lassù in cima alla torre il personaggio del quale abbiamo già parlato a scuola… Vi ricordate come si chiama?

Tutti               Pulcinella.

Maestra         Bravi..

Debora          …quanto mi piace Pulcinella!

Corrado         Anche a me!

Maestra         Buoni, buoni… chi sa dirmi che cosa fa Pulcinella sulla Torre?      

Irene D.        Io lo so!

Alex               Anch’io lo so!

Maestra         Avanti sentiamo!

Michelle        Controlla la piazza…

Veronica .     Batte le ore!

Tecla              Si è vero, controlla la piazza!

Michelle        E’ un soldato, ci ha la lancia!

Taulant         Macchè soldato, è una maschera

Luigi              Io lo conosco, ci sono venuto tante volte, qui con la mia mamma.

Laura             Anch’io ci sono venuta.

Matteo           A me, mi ha battuto le ore, quando ero qui.

Mattia            Che discorsi, a tutti le batte le ore.

Jessica            No, non è vero, quando ci vengo io, non me le batte mai!

Maestra         Quante chiacchiere, zitti un momento, in ordine ognuno dite la vostra senza sovrapporpi. Chiaro?

Giampaolo   Io l’ ho visto una volta, nel teatrino, con Arlecchino.

Arom             Io conosco anche Arlecchino, è tanto amico di Pulcinella.

Taulant         Mah! Tanto amici non mi sembrano. Litigano sempre!

Chiara           Arlecchino…  però qui non c’è.

Giulia            Che discorsi che fai, questo non è mica quel Pulcinella amico d’Arlecchino. Questo è un altro Pulcinella. E poi questo qui non si muove mai. Se non per battere le ore! Vero maestra?

Maestra                     Bè, a dir la verità, sembra che anche questo Pulcinella sia un po’ burlone, e che una volta anche lui decise di abbandonare la torre.

Andrea          …ma non è vero!…

Irene M.        forse aveva fame..

Giada             …tu maestra ci prendi in giro!…

Alessandro   Racconta, raccontaci questa storia, maestra.

Davide          Si, si dicci dove andò.

Maestra         Buoni, buoni, prima di raccontarvi la storia, cantiamo tutti insieme la canzoncina che abbiamo imparato a scuola.Ve la ricordate?

Giada             Io me la ricordo bene, l’ho cantata anche ieri con la mia mamma!

Debora          io mi vergogno a cantare..

Giampaolo  …io mi vergogno e poi sono anche stonato…

Maestra       Buoni, buoni…mettetevi tutti in circolo e  cantate con me. Pronti…?I bambini da questa parte e le bambine di qua. Presto con me  Aaaa, aaaaa, aaaaa, aaaa.

Tutti               Viva viva Pulcinella

È da tutti preferito

Mascherina tanto bella

Bianco e nero  è il suo vestito.

Viva  questa mascherina

Viva lei che è la più bella

Gli cantiam la canzoncina

Viva viva Pulcinella!

(finito di cantare i bambini escono)

Overtur musicale. I bambini sul buio, escono e si preparano per le scene che seguiranno.La scena s’illumina ed è la stessa piazza che abbiamo lasciato, l’orologio segna mezzanotte e tre quarti

Maestra         …Tanti, tanti  anni  fa, in questo paese c’era un solo orologio, ed era quello sulla torre di Pulcinella. Gli abitanti del paese erano contenti dei servigi  che con scrupolosa esattezza Pulcinella forniva.

Essendo questo  il solo orologio

Che il paese possedeva

A Pulcinella, messo come elogio

Il tempo preciso trascorreva

Nessuno mai si lamentava

L’ora esatta l’orologio dava.

Anche il sole dubbi non aveva

Si alzava al mattino

Tramontava alla sera.

Col martello Pulcinella dava

Sulla campana, le ore suonava.

Da cent’anni   stava sulla torre

Senza condizioni,

 senza nulla imporre.

 quando una notte, a mezzanotte e tre quarti… ovvero per dirla come dicono qua, al tocco meno un quarto!  Ohimè!

Pulcinella      Canta (lasciando la posizione immobile che aveva fino a quel momento)

Da cent’anni son qui sopra,

da cent’anni io son contento

da cent’anni al freddo e al vento,

senza mai fuggir da qua.

Tutti giù a guardar l’ore

Giù la gente il capo alza

Si diverte, canta e danza

Ed io sempre son quassù.

Questa giusta decisione

Che ora ho preso, si, che bello!

Ecco qua poso il martello

Ed in giro me ne vò. (ripete)

(finito il canto comincia a parlare)

Da cent’ anni io sto quassù senza trarne alcun vantaggio: il vento mi frusta, la pioggia m’ inzuppa, la neve mi cola nel collo, e il naso mi si congela per ogni Capo d’anno… E tutto ciò per far comodo a queste creature chiamate uomini, che striscian laggiù ai piedi della mia torre, e che io non ho avuto ancora il bene di guardare, una volta tanto, da vicino! (si muove lascia il martello su un merlo della torre e comincia a scendere dalla scala interna)

L’ubriaco       (Che alzando gli occhi verso la torre, sente parlare.) Devo avere le traveggole all’orecchi...ho sentito Pulcinella che parlava. Devo proprio smettere di bere, il vino è bono e fa bene agli occhi! Ti fa vedere le cose in un certo qual modo.

                        (canticchia)    

 Fiorin fiorello,

 io tengo il fiasco come il mio gemello,                                                  perchè mi fà cantare lo stornello.         

                                  

Ehi Pulcinella che cosa vuoi, cosa hai da dire! (guarda di nuovo la torre, ma questa volta Pulcinella non c’è più) Oh mio Dio!Un momento fa l’ ho sentito parlare, ed ora non c’è più! Oh mio Dio! Questa sera quel vino invece di farmi vedere doppio, mi ha accecato. Non vedo più Pulcinella! (Chiamando forte) Pulcinella dove sei?!

Pulcinella      (arriva in piazza) Eccomi qua, che vuoi, mi hai chiamato?

L’ubriaco       (impaurito, ma sempre con il fare da ubriaco) Oh mio Dio, sarà meglio... sarà meglio che…che…che vada a letto… (comincia a correre) di corsa…quel vino stasera...! non era lui...

Pulcinella      E’ scappato! Che strano tutte le sere si mette sotto la torre, e mi declama poesie, canta, qualche volta dorme. Questa sera che ho deciso di parlargli, lui è scappato.  Che strana che è questa gente! Mah!

Ebbene, dopo cent’anni di servizio, ho pure il diritto di fare due passi, per vedere com’è fatta questa gente!

Pulcinella      (Passeggia per la piazza e canta)

Per la piazza che piacere passeggiare

                        E vedere tanta gente qui d’intorno!!!?

                        Ma purtroppo sono solo, qui a parlare

                        Come in cima a quella torre tutto il giorno

                        Solo Osvaldo, l’ubriacone del paese,

                        Che passeggia fra le ombre della notte!

                        Ma è fuggito! Non è stato poi cortese!

                        E da solo qui rimango anche stanotte!

Per la piazza che piacere passeggiare

Ma purtroppo sono solo, qui a parlare

E da solo qui rimango anche stanotte!

                        Ma qui non c’è proprio nessuno, che delusione! Tutto buio, tutto silenzio, solo quell’ubriacone che però è scappato subito. Ma, era meglio guardarla dall’alto questa piazza. Mi siederò qui a riposarmi un po’, perché questa camminata per le scale mi ha un po’ affaticato, poi sarà meglio tornare sulla mia torre, per lo meno c’è più aria e si respira meglio…

(si siede dietro al pozzo appoggiato ad una casa e si addormenta)

Coro esterno

Chiù chiù chiù  (chiurlo)

Cip cip cip cip  (uccellini)

Bau bau miao miao ( cani e gatti)

Shiff shiff shiff  (vento)

Guh guh guh   (civetta)

Maestra

Quello di Pulcinella era, dunque, l’unico orologio del paese, con la fuga dalla torre di chi lo animava  il tempo si arrestò. Pulcinella non batteva le ore e le lancette non giravano, tutto restò fermo a mezzanotte e tre quarti, ed ogni persona ed ogni cosa del paese continuò a tenere in permanenza un atteggiamento corrispondente a quest’ora.

 La Luna seguitò ad aspettar lo scoccare del tocco…

La Luna (appare da dietro una casa)

                        Uffa, che noia. Questa notte non capisco che cosa stia succedendo; provo ad affacciarmi sulla piazza e come faccio capolino, tru tru tru, mi ritrovo di nuovo fuori

Chiurlo          (traversando sul proscenio)

                        Chiù  (tenta di emettere un altro chiù, ma non ci riesce) Non c’è verso, mi interrompo sul primo chiurlare e non riesco a modulare la seconda chiurlata. Chiù…

Luna              (apparendo di nuovo)

                        Sono di nuovo qui, che succede Chiurlo? Anche tu hai qualche cosa che non va? Ti vedo sforzarti, che ti succede?

Chiurlo          Cara Luna, credo che la colpa sia tua! Se non vai avanti tu, il tempo non passa!

Luna              Ma non ci riesco, arrivo qui e mi fermo.

La fornaia-    Ma  che succede? comincio ad impastare  per fare il pane e subito devo impastare di nuovo. Sono trecento due  volte che ripeto la stessa operazione. Ma che succede?

Cane              (entrando di corsa)

                        Non vi preoccupate, Bau bau bau, anche a me stà succedendo qualcosa. Bau bau bau. Sono fatto vecchio. Non riesco a ricordare che volevo dire. Abbaio e non so’ più a chi!

Chiurlo          (uscendo) Chiù…(si ferma sforza, niente. Esce)

Luna              (sempre il solito andare e venire)

Niente  da fare. Mi tocca tornare indietro di nuovo!

Cane              Bau bau bau (esce)

Gatto              Miaoo! Ho aspettato che il cane se ne andasse, ma una volta ogni tanto mi trovo daccordo con lui. E’ veramente una notte strana!

                        Il Chiurlo continua a chiurlare a vuoto. La Titta, il cane appena uscito non si capisce più che cosa vuole, che dice, che vuol fare.

                        La luna, l’avete vista: appare e scompare come fosse un uccellino del cùcù; La gente si è stancata di russare, anche se è costretta a continuare a russare. Ed io, io sono nel bel mezzo di una crisi di nervi, non riesco più neppure a miagolare da quanto sono stanca. Miaoo! E mi fermo; come il chiurlo! Non c’è verso di andare avanti, deve essere successo qualcosa di molto grave in questo paese. Bah! Miaoo! (esce)

La notte         (entra in punta di piedi)

                                    Salgo e discendo per strade stanotte

                                   Sento la gente che fa sogni strani

Forse normali, per gente normale

                                   Sogna ed aspetta che venga domani.

                        Il parroco vuole la chiesa dipinta

                        Il ciabattino le scarpe pregiate

                        Il Sindaco sogna di stringer le mani

                        Al Deputato che arriva domani.

                                   Poi c’è la figlia del farmacista

                                   Sogna un marito che se la sposa

                                   Sogna un marito che se la piglia

                                   Sogna e risogna la stessa cosa.

                        Tutta la gente del bel paese

                        Sogna per molto le stesse cose

                        E sogna il sindaco e il ciabattino

                        La farmacista e l’arrotino

            Per tutti il tempo lì s’è fermato

                                   La luna, al chiurlo, al cane, al curato

                                   Io che son notte Questo sentenzio!       

                                   Ma tutto è strano! Strano silenzio

Per tutti il tempo lì s’è fermato

Sognan ed aspetta che venga domani

Maestra          E dopo questa  lunghissima attesa a vuoto, tutto continuava ancora, senza tregua, a far la stessa cosa inesorabilmente voluta dall’ora immutata. Tuttavia, alla fine, qualcuno cominciò a dare dei segni di stanchezza;

Il Chiurlo gemeva sempre poveretto,

mandava fuori un rantolo roco,

nessuno però scendeva dal letto;

ai ladri il cane abbaiava più fioco

l’avevano preso come fosse un gioco

la Luna appariva stanca e  annoiata

per gli uomini e donne  la vita era fermata.

Il sogno nei cuori umani, cominciava a parer troppo lungo: il calzolaio era arrivato a sognare il suo centocinquantaduesimo paio di scarpe di pelle d’elefante, ma quando arrivava al punto di cucirvi le suola, gli toccava ricominciar da capo; la fornaia, non sognava, perchè il pane si fà di notte, non gli riusciva a fare il pane. La figlia del farmacista aveva trovato in sogno il suo centocinquantaduesimo marito, ma, quando arrivava al punto di andare in municipio, le toccava rimettersi a cercare il centocinquantatreesimo…

Auff!!

Sindaco         (aprendo la finestra della sua casa che dava sulla piazza) Vorrei sapere perché stanotte non ho sonno… (guardando l’orologio) Sono solo mezzanotte e tre quarti… Che strano! Eppure mi sembra di aver dormito a sufficienza.

Tutti               (Quelli che seguono aprendo insieme le finestre) Che strano, che strano! Non abbiamo sonno

Giulio            Neppure io

Caterina        Questa cosa sembra strana

Irene M.        Anche a me!

Giada             Ma che è successo?

Alessio           Che succede?

Francesca      Non riesco più a dormire!

Vittoria          Deve essere successo qualcosa di terribile. Pensate che sognavo di essere diventata brutta! Che disgrazia!         

Sindaco         Presto, presto! (da dentro casa)  Tutti  giù dal letto e svelti in strada, (si affaccia di nuovo) Il mio fiuto di Sindaco mi dice che sta succedendo qualcosa di strano. Presto! Presto

 (escono in piazza tutti in camicia da notte, cappello da notte e lanternina in mano)

Tutti                                      Alzo un piede, alzo l’altro

                                               Con il lume in mano sto.

                                               Piano, piano, attento e scaltro,

                                               Nella notte me ne vò!

Chiù chiù chiù  (chiurlo)

Cip cip cip cip  (uccellini)

Bau bau miao miao ( cani e gatti)

Shiff shiff shiff  (vento)

Guh guh guh   (civetta)

                                               Tutti insieme senza sonno

                                               Non riusciamo più a dormire

C’è la zia, il babbo e il nonno,

                                               Per cercare di capire …

Chiù chiù chiù  (chiurlo)

Cip cip cip cip  (uccellini)

Bau bau miao miao ( cani e gatti)

Shiff shiff shiff  (vento)

Guh guh guh   (civetta)

                                               Che magia che sortilegio

                                               Nella notte stà accadendo

                                               Sopportiamo questo spregio

                                               Ma torniamo poi a dormir.

Sindaco         (entrando in scena) Concittadini tutti, uomini donne e bambini…a quel che pare, stanotte noi non abbiamo sonno!

Tutti               Già! E’ vero, cosa strana!

Sindaco         …cosa mai successa finora nel nostro paese…

Tutti               Mai !! Mai!  Non riusciamo a dormire

Sindaco         …e, in verità, è una cosa abbastanza preoccupante…

Tutti               E’ vero!!! E’ vero il sindaco ha ragione!

La bellona     Io ho sognato tante volte di essere diventata brutta! Ma vi pare un sogno sognabile?

La Fornaia     (a parte)Se ti guardavi allo specchio, forse t’accorgevi che non era un sogno!

Sindaco         L’orologio segna mezzanotte e tre quarti: l’ora non è neanche tardissima, eppure non abbiamo sonno.

Sindaca         Mio marito ha ragione, io sono andata a letto da poco, ho rammendato i calzini dei miei figli fino a tardi, e quando sono andata a letto avevo sonno. Ora se non ho più sonno, e il tempo trascorso è poco, il problema da qualche parte deve pur esserci.

Farmacista     Anch’io sono stato in farmacia fino a tardi, e poi sono andato a letto. Ed ora non ho sonno!

Sindaco         Si, si va bene, siamo d’accordo. Ci sono altri che vogliono dire qualcosa, che non sia cosa già detta?

Figlia del farmacista           Ma..., io direi di provare a tornare a letto, se poi non abbiamo sonno, vuol dire che  abbiamo già riposato abbastanza e…

Sindaco         (l’interrompe) Se non ci sono altre proposte, io propongo che si aspetti fino allo scoccare del tocco, per vedere se per avventura ci tornasse in questo quarto d’ora il sonno che abbiamo inesplicabilmente perduto: nel qual caso torneremo tutti a dormire.

Tutti               D’ accordo,d’ accordo, approvo, anch’io,!

Tutti                          Tic toc tic toc

                                   L’orologio non lo fa!

                                   Tic toc tic toc

                                   Chissà mai se suonerà?

                                               Aspettiamo un solo tocco

                                               Il suonar della campana

                                               E sperando nello schiocco

                                               Prepariamo una tisana

                                   Tic toc tic toc

L’orologio non lo fa!

Tic toc tic toc

            Chissà mai se suonerà?

(arriva il parroco)

Parroco          Ma cosa è successo signor sindaco?

Sindaco         E’ successo, che è successo…che è successo qualcosa!

Parroco          Come al solito, dal sindaco non si poteva avere risposta più esauriente! Voi politici non riuscite mai ad essere chiari

Sindaco         Senta curato, non ci mettiamo qui a fare discorsi. Il momento è decisamente difficile.

Tutti               E’ vero! E’ vero!  Il sindaco ha ragione!

Parroco          Va bene figlioli, va bene! Ma se non mi dite che cosa rende il momento “decisamente difficile” come faccio io a suggerire soluzioni, ammesso che ce ne siamo.

Sindaco         Senta, Don Pietro, la cosa è difficile perchè il tempo sembra non trascorrere questa notte.

Parroco          Ecco come mai ho sognato per tanto tempo lo stesso sogno. Sognavo di dir messa nella Chiesa tutta ridipinta...

Sindaco         Se la canta per noi, questa storia di ridipingere la  Chiesa, la può anche smettere! Io, ci ho il municipio che son cent’ anni che non l’ imbiancano, per cui anche la sua Chiesa  può rimanere com’ è.

Tutti               E’ vero, è vero, il sindaco ha ragione!    

Figlio del sindaco   Babbo, ma quando viene l’ora di colazione?

Sindaco         Taci, o figlio degenere: l’ora di colazione com’ io ho sempre insegnato, viene domattina…

Figlio del sindaco- Ma scusa, babbo, non ti pare che sia ora… l’ora di domattina?

Figlia del farmacista- Che noia, che noia (sbadigliando) anch’ io ho una  fame!

Farmacista     Ora che mi ci fai pensare, anch’io sento un certo languorino…Non sarà mica l’ora di aprire la farmacia?

Figlio del sindaco-A me, andrebbe di mangiare una bella fetta di pane con l’olio!

Figlia del farmacista- Potremmo dire all’Adua, la cuoca dell’ asilo, se ci prepara una bella colazione per tutti...

Sindaco         Mi meraviglio di voi, Concittadini e figli miei! In un momento come questo con quello che sta succedendo, del quale non sappiamo cos’ è… avere fame!

Maestro         Domando la parola.

Sindaco         Finalmente un uomo di cultura… Parli maestro! Sentiamo se i suoi studi sono serviti a qualcosa.

Maestro         (avanzando con la candela in mano) A parer mio, visto che le lancette non si muovono e che di conseguenza l’ora non suona, si deve ritenere…(silenzio generale, tutti con attenzione seguono le parole del maestro) …che l’orologio sia fermo!

Tutti               (con eccessiva preoccupazione, i paesani alzano la testa verso l’orologio ed esclamano) Ohhh!!!…

Sindaco         (Anche il sindaco alza la testa) Concittadini…le parole del maestro ci illuminano in questa notte buia, e… vi invito a girarvi con me verso l’ orologio ed accertare tutti insieme che l’orologio si è fermato!

Tutti               Ohhh!!!…

L’ubriaco       (Arrivando nella piazza) Chiedo la parola! Sono tornato ma la sbornia non mi è ancora passata; è vero che prima di uscire di casa mi sono fatto un bicchiere per schiarirmi la voce.

Sindaco         Ci mancavi solo tu, con tutti i problemi che abbiamo...

L’ubriaco       Io, ho visto tutto. Pulcinella, prima era nella torre e poi ... non c’era più.

Tutti               Ohhh!!!..

Sindaco         Concittadini miei tutti, le parole testè ascoltate ed un ulteriore sforzo visivo verso la torre, ci costringe a compiere una dichiarazione di estrema gravità...  (rivolto alla moglie) che ne dici moglie di questa frase ?

Sindaca         Bella, ma vai avanti per piacere, continua.

Sindaco         Dunque dicevo, … ora che ho guardato bene, sulla torre, concittadini miei tutti, uomini donne e bambini … ed anche lei signor parroco, e non si distragga, devo farvi un grande annuncio: Pulcinella non c’è più, la torre di Pulcinella è rimasta senza Pulcinella!!!

Tutti               Ohhh!!! (meraviglia)

Coretto

Ohh ohh ohh

Pulcinella è sparito

Pulcinella è fuggito

Pulcinella è rapito

Pulcinella ‘un c’è più.

                                               Dove è andato Pulcinella

                                               Chi ci batterà le ore

                                               Su cerchiamo Pulcinella

                                               Tutti presi dal dolore

Ohh ohh ohh ohh

Ohh ohh ohh ohh

Parroco          Dio Benedetto e Santo! Dove sarà andato? Che cosa sta capitando in questo nostro disgraziato  paese!

Farmacista     L’ hanno rubato! Come farò ad aprire la farmacia se non conosciamo l’ora?

Figlia del farmacista- Ma che rubato, negli altri paesi ce l’hanno tutti la torre con l’orologio, che vuoi che ci facciano?

Parroco          Tu con le tue medicine invece d’essere ottimista, pensi sempre al peggio!

Farmacista     Allora ce lo dica lei signor curato, dove è andato Pulcinella!

Parroco          Io ne sò quanto voi, ma un po’ d’ottimismo non guasta.

Sindaco         Si, va bè, va bè! Dov’è il capoguardia?(chiama) CAPOGUARDIA

Capoguardia   Sono qua ,signor sindaco!

Sindaco         (ironico) ahhh! Bravo! Eccolo il nostro unico terrestre umano protettore. Dove eravate quando Pulcinella, spariva?

Moglie del sindaco     Si è vero dove eravate?

Farmacista     Voi avreste dovuto proteggerci, ed invece...

                        Guardate per colpa vostra che situazione si è creata. A che ora aprirò la mia farmacia?

Parroco          E fatela finita  anche voi con codesta farmacia.

Sindaco         Avanti dove eravate?

Capoguardia             Dove erano tutti, signor Sindaco! A letto!

Tutti               (delusione) Ohhh! Ohhh! Che de-lu-sione!

Sindaco         Credo che sto per prendere una decisione assai grave, che tutti i nostri concittadini approveranno.

Tutti               Si, si signor sindaco!! si, si!

Sindaco         Credo che vi toglierò il capo.

Tutti               (meraviglia) Ohhh!!!

Sindaco         Rimarrete… solo guardia!

Parroco          Non siate troppo duro con lui, in fin dei conti era a letto, dormiva!

Tutti               Chi dorme!Chi dorme ‘un chiappa i pesci.

Sindaco         Giusto!

Farmacista     Se andiamo avanti di questo passo, qualche notte ci portano via anche la torre! Poveri noi! Io ci ho la farmacia da proteggere.

Tutti               (scocciati) Ohhh!

Fornaia          Voi l’avete con le strullate, ma domani, se non fò  il pane, voglio vedè che mangiate!?

Maestro         Voi dottore, siete il solito egoista reazionario !

Farmacista     E voi il solito rivoluzionario, e poi… con quei baffi!!!

Maestro         Che c’entrano i miei baffi non lo capisco proprio!

Sindaco         Basta con queste lamentele, lei farmacista non è mai contento di niente, sempre a lamentarsi. E lei maestro… lo conosciamo bene, con le sue idee… vergognatevi in un momento simile! Queste discussioni fatele in un altro luogo ed ad un’altra ora! Ammesso che possa essercene un’altra…

(si sente un battito di mani, tutti rimangono immobili nelle posizioni in cui sono, Pulcinella avanza in mezzo a tutti, ma nessuno lo può vedere)

Pulcinella      Quante volte vi ho guardato dall’alto, senza potervi vedere bene. Ed ora eccoci qua, faccia a faccia….Il signor sindaco…uhh! Buona sera signor Sindaco…  suo figlio,…la sindaca!…il parroco… il maestro…il farmacista!!!! …uhhh! la fornaia!...questa è proprio uno schianto! Ci sono proprio tutti. Tutti immobili, come me quando vi guardo dall’alto, non mi è concesso muovermi, solo il braccio per battere le ore, il resto immobile; come siete voi ora.

                        Ma lasciamoli muovere di nuovo, perché devono risolvere il loro problema.(torna dietro il muretto, batte le mani,tutti tornano ad un leggero movimento fine a che non ribatte le mani quasi immediatamente,tutti rimangono immobili di nuovo) Mi è venuta voglia di cantare una canzoncina. Non si sa mai, prima che trovino la soluzione.

                        (Canzoncina di Pulcinella)

Batto l’ore ne batto tante,

ne ho suonate a mille e mille

lassù immobile, e costante

ubbidiente e un po’ imbecille.

Ho suonato come cento bande,

                       Ogni dì, di giorno e notte,

c’è qualcuno di me, più grande?

Venga avanti se ‘un vuole botte.

Batto l’ore ne batto tante,

ne ho suonate a mille e mille

lassù immobile, e costante,

ubbidiente e un po’ imbecille.

(batte di nuovo le mani e tutti si muovono, ripartendo dal momento in cui si erano fermati)

Sindaco         Forse si sarà addormentato sulla torre.

Parroco          Non era mai successo!

Farmacista     E poi… che ci si addormenta su una torre?

Parroco          Senti chi parla, una volta son venuto in farmacia e ti ho trovato col capo appoggiato alla bilancina dei sali, che dormivi!

Farmacista     Si, ma che centra questo?

Maestro         Ho letto la storia del nostro paese, e una cosa simile non era mai successa!

Sindaca         Si sarà sentito male, e si è accasciato giù. Una volta è successo anche a me in soffitta, so’ venuta meno e so’ cascata giù!

La Fornaia     Dottore!.. sor curato!.. io ci ho da fà il pane. Cerchiamo di risolvere il problema, invece di litigare.

Sindaco         Si, si, va bene, queste sono cose personali che non c’entrano niente, mia cara.

Sindaca         Come non c’entrano, ho fatto anch’ io un esempio.

Sindaco         D’ accordo...Concittadini ci vuole un uomo di coraggio, per salire sulla torre a vedere se veramente Pulcinella è scomparso! Ci sono volontari?

Tutti               Avanti, avanti… avanti un volontario!

Campanaro   Ci vado io, anche perché oltre ad essere il campanaro, sono il capitano dei pompieri. Chi altro può salire fin lassù!(entra nella torre e sale)

Sindaco         Ecco dove si vede il coraggio. Viva il Campanaro, viva il capitano dei pompieri!

Tutti               Viva, Viva.il capitano! Viva, viva Il campanaro!

Sindaca         Veramente un uomo coraggioso..

Figlio del sindaco  Avrei potuto salirci anch’io!

Sindaco         Allora, Campanaro, sei arrivato?

Campanaro   (da sopra la torre) Cittadini, è proprio vero: Pulcinella è scomparso!

Tutti               Ohhh!!! (disperazione)

Coretto dello smarrimento

Ohh ohh ohh

Pulcinella è sparito

Pulcinella è fuggito

Pulcinella è rapito

Pulcinella ‘un c’è più.

                        Dove è andato Pulcinella

                        Chi ci batterà le ore

                        Su cerchiamo Pulcinella

                        Tutti presi dal dolore

Ohh ohh ohh ohh Ohh ohh ohh ohh

Figlia del farmacista- Ed ora come si fa? Si potrebbe comprarlo un altro!

Farmacista     Si! Tanto i Pulcinella li vendono al botteghino di piazza!…e poi chissà quanto costa!

Maestro         Tutto ora si spiega. Poiché Pulcinella ha lasciato il suo posto, il tempo, com’è naturale, non passa più. SI E’ FERMATO!

Parroco          Chissà da quanto noi dormivamo ignari nei nostri letti! E forse se l’orologio non si fosse fermato, ora sarebbe già domani…

Sindaco         O doman l’altro!

Capoguardia   Si potrebbe già essere nella prossima settimana!

Maestro         Mentre così, ohimè, passeranno i giorni senza che si faccia più giorno…

Sindaco         Quanto pessimismo!..Voi Capoguardia, anzi guardia e poco anche quella, state zitto! Non creiamo panico!…Restiamo calmi ed organizziamoci…

Campanaro   (sempre gridando dalla torre) Pulcinella non c’è più; ma il martello l’ha lasciato qui…

Tutti               Ohhh!!!

Figlio del Sindaco- Babbo, un’idea: facciamo batter le ore dal campanaro; potrebbe essere che il tempo, credendo che sia tornato Pulcinella, ricominci a passare…

Sindaco         Concittadini, avete sentito la proposta di mio figlio! Che idea geniale! E’ proprio vero: … tale padre tale figlio!!

Tutti               Siii! Il figlio del sindaco, evviva, evviva,evviva!

Sindaca         Naturalmente, mio figlio ha preso tutto da me!

 Tutti              Siii! Il figlio della sindaca, evviva, evviva,evviva!

Sindaco         (contento per l’idea del figlio, chiamando con le mani alla bocca) Capitano dei Pompieri!..

Campanaro   Comandi signor sindaco. Sono ai vostri ordini.

Sindaco         Il sindaco del paese ti ordina di piantarti di fronte alla campana, nella posizione che fu del fu Pulcinella, e di battere col suo martello un colpo, com’egli faceva. Hai capito bene?

Campanaro   Si! Signor sindaco (batte un colpo sulla campana) Don!!

Tutti               Ohhh! Gioia!! L’orologio avanza(le lancette dell’orologio avanzano di un quarto d’ora-tutti applaudono)

Sindaco         Avanti capitano,insisti! Suona risolutamente le due

(nuovo scatto delle lancette, tutti dalla piazza annunciano l’ora)

Tutti               Ohhh!!! Le due!

Sindaco         Ti farò far cavaliere! Batti, senza interruzione, e con nessuna esitazione le ore, tutte le ore della notte che da troppo perdura!

Campanaro  Allora suono le tre!

Parroco          Forza capitano, forza! Questo è il tuo grande momento!

Tutti               (cantano)

Batti l’ora capitano

Capitano di pompieri

Batti il tocco con la mano

Li davanti ritto in piedi

Batti tutte le tue ore

Dai rintocca e martella

Nostro eroe su, nella torre

Diventato Pulcinella

Sulla torre del paese

Più non vive Pulcinella

Più non batte le sue ore

Non fa più la sentinella

Fermo è il tempo ferme l’ore

Ferma è questa notte bella

 La paura nel mio cuore

Rischiarata è da una stella : AMOR

Batti l’ora capitano

Capitano di pompieri

Batti il tocco con la mano

Li davanti ritto in piedi

 (Don, don, nuovo scatto delle lancette)

Tutti               Ohhh!!! Le tre…

Sindaco         Avanti suona le quattro!

Tutti               Ohh!!!Le quattro!

Maestro         Bravo capitano, suona le cinque!

Tutti               Ohhh!!! Le cinque!

La fornaia     No, no fermi tutti! Scusi sindaco, se il tempo passa così veloce, io come faccio a fare il pane. Non c’è tempo! Capitano, bisogna che ribatta le due un’ altra volta, e darmi il tempo di tornare al forno per fare il pane…

Sindaco         No! Non è possibile! Avanti capitano batti le sei!

Tutti               Ohhh!!!Le sei!

(il campanaro suona fino alle sette, e naturalmente piano piano arriva il giorno, finché tutti si rendono conto di essere in camicia da notte e cominciano a guardarsi)

Sindaca       Potevi avvisare che faceva giorno, che andavo a casa senza dovermi mostrare in quest’abbigliamento.Ti prego caro fai ribattere un’ora notturna, che possa tornare a casa senza essere vista da tutti.

Maestro         Non facciamo favoritismi! Bisogna battere le sette.

Tutti               Ohhh!!! Le sette!

La bellona     - Che vergogna farsi vedere in camicia da notte! Vado subito a  casa. Che vergogna

Figlia del farmacista- Davanti a tutti in questo stato… che vergogna!

Farmacista-   Che diranno ora di me! Del buon nome della mia farmacia!

(scappa velocemente, come d’altra parte fanno tutti gli altri, scontrandosi e dandosi delle occhiatacce per l’abbigliamento )

Maestro-        Eccoci qua, almeno una volta tutti uguali, anche se solo nel vestito!

Parroco-         Sarà meglio che anch’ io torni in canonica a togliermi questa camiciona e mettermi la tonaca! Un momento campanaro! Suona di nuovo le sei, che così posso dire la messa mattutina!

Tutti cantano mentre fuggono

Fuggi fuggi torna a casa

Non possiam qui rimanere

Coi pigiami e le camicie

Che vergogna da vedere

Ci mancava  questo intoppo

Nella vita del paese

Ora ahimè, bè, si purtroppo!

Starem in casa qualche mese

Sindaco         Capitano ora puoi scendere, il giorno è arrivato ed anch’ io mi ritiro velocemente in casa, che per oggi abbiamo dato abbastanza scandalo.(scappa)

Campanaro   Suono le otto e scendo.

                        (suona le otto)

Pulcinella      (con la piazza ormai vuota, esce dal nascondiglio ridendo sonoramente) Ahh! Ahh! Che ridere, non ne posso più! Ahhh! Quanto sono buffi! Che divertimento,Ahhh! Ahh! Questo ultimo minuto mi ripaga veramente di tutto il tempo trascorso in cima a quella torre. E’ stato divertente vedere l’imbarazzo di quella gente, sempre così a modino,  di giorno in camicia da notte. Che scandalo per il buon nome del paese! … Torno sulla mia torre, prima che venga in mente a qualcuno che si possa fare a meno di me..(si avvia verso la torre, e si scontra con il campanaro che esce, sempre ridendo)

Campanaro   Pulcinella, dove sei stato? (Pulcinella non risponde) Pulcinella dico a te! Pulcinella!  Pulcinella non risponde, allora grida a tutti, correndo davanti alle case) Pulcinella è tornato, Pulcinella è tornato.

Maestra         Sarebbe un bel problema per tutti, far regolare il tempo dagli uomini, ne verrebbe fuori una confusione tremenda.   ...e così il nostro Pulcinella tornò al suo posto e da bravo soldato con tanto di lancia, come egli è, continua a battere tutte le ore del giorno e della notte nel nostro piccolo paese di Borgofiorito.

La nostra escursione scolastica è terminata, e gli immaginari paesani salutano il pubblico, prima di tornare tutti a scuola.

(tutti escono e cantano la canzoncina finale)

I bambini escono vestiti normalmente e cantando la canzoncina si eseguono i saluti finali

                                    Viva  viva Pulcinella

                                   Batte l’ore nel paese

                                   Viva viva Pulcinella

                                   Non rimette mai le spese

                       Viva viva Pulcinella

                                               Che è tornato nella torre

                                               Viva viva Pulcinella

                                               E la gente in piazza accorre

                                   Per danzare e per gridare

                                   Per giocare e per cantare

                                   La canzone, la più bella

                                   Viva viva Pulcinella!

                                                           Fine

                                                                                                          f.r. 2002