L’ospedale dei fanatici

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Farsa all’italiana in un atto

di Anonimo spagnolo

dell’inizio del Seicento

Traduzione di Cesco Vian

da FARSE SPAGNOLE del secolo d'oro

Edipem Novara 1974

PERSONAGGI

leiva

il direttore

pero diaz

il segretario

il dottore

caÑizares

mari-santos

Due  gaglioffi

galvez

clara

villaverde

valenzuela

L'OSPEDALE DEI FANATICI

Entrano leiva, il direttore e il segretario.     

leiva           Gesù, Gesù, che razza d'ospedale è mai questo?

direttore    Le cose andavano così male in questo paese, che c'era gran pericolo che nascesse una peste peggiore di quella che ammazzò tanta gente, l'anno dei bubboni. E così le autorità hanno stabilito, per il buon governo del paese, di fondare un ospedale per gli affetti da tale malattia o pestilenza, e hanno nominato me direttore.

segretarioDa quando funzionano la prigione per le donne e l'ospe­dale per i fanatici, il paese cammina meglio d'un orologio.

direttore    Basti che vossignoria sappia, signor Leiva, che c'era uno che non dormiva né mangiava per sette ore, sempre facendo discorsi; e quando vedeva un altro con una catena o un vestito nuovo, diceva: « Chi te l'ha dato, perbacco! Dove l'hai pescato? Di dove hai po­tuto rimediarlo? Tu non sei più ricco di me, e io che possiedo più di te, posso appena regalare qualche nastro a mia moglie». E, fuori di sé per questo, gli viene in corpo una bile e una stizza velenosa. Ma mettiamoci qui e vedremo uscire i malati.

Entra il dottore tastando il polso a cañizares.

dottore      Signor  Canizares,  vossignoria  non  mi  risulta  malato  per niente.

cañizares   Come no, che sento in me arrovellamento e una rabbia e furia intrinseca, a tal punto che il cuore mi diventa una postema incancrenita?

dottore      Ma perché dunque se la prende tanto vossignoria?

cañizares   Solo per vedere un uomo. Lo aborrisco in modo tale che il giorno che lo incontro per istrada, torno a casa e non esco più per tutta la giornata, e me ne sto rintanato in un angolo, pensando che mi deve capitare una disgrazia.

dottore      In verità vossignoria non ha tutti i torti, che esistono uomini che menano gramo solo a vederli, e bisogna detestarli anche se non ci hanno fatto nulla.

cañizares   Vuole dunque vossignoria che non mi arrabbi e mi stizzi­sca e mi rosichi il fegato, se quel tizio va in giro d'estate con le soprascarpe, e con la spada messa dalla parte sbagliata?

dottore      Ma che cosa importa a vossignoria che colui metta la spada dalla parte sbagliata e porti le soprascarpe d'estate?

cañizares   Come non deve importamene, mi venga un fulmine, se mandano quel tizio a governare una delle migliori province del paese?

dottore      Ah, comprendo! Vossignoria aspirava alla medesima carica, e perciò se la prende tanto.

cañizares   Aspirare io? Ma neanche per sogno ho mai pensato una cosa simile in vita mia! Solo che mi stizzisco pensando a coloro che saranno governati da quel tizio che d'estate mette le soprascarpe, e certo non potrà sbrigare gli affari con rapidità, e se mette la spada a rovescio non potrà certo far cosa diritta!

direttore   Ehi, dottore, fate entrare quel fanatico, e uscire gli altri.

dottore       Venite, fratello, che vi cureranno.

leiva           Che razza di fanatismo!

Gli Infermieri, che sono due gaglioffi, portano dentrocañizares. Entrano pero diaz e mari-santos.

pero diaz    Suvvia, lasciatemi stare, Mari Santos, che non voglio più bere né mangiare né dormire né riposare un istante, con le cose che mi tocca vedere.

mari-santos  Ma andiamo, Pero Diaz, un uomo come voi e della vostra intelligenza deve arrabbiarsi in tal modo, da perdere l'appe­tito e infanatichirsi tanto?

diaz            E come no, perdiana, se c'è stato un poeta che ha avuto la spu­doratezza di scrivere questa strofe:

Giocando stava, giocando,

e proprio agli scacchi, un giorno,

il famoso imperatore

col re moro di Almerìa?

mari-santos  E cosa importa a voi che scrivesse quei versi?

diaz            Molto, perchéè una grave insinuazione nei riguardi dell'impe­ratore, giacché un sovrano di tanta maestà e tanto collerico non poteva mettersi seduto a giocare a scacchi, e specialmente con un re moro di Almeria. Se quel poeta è vivo, devo far sì che rettifichi, e se è morto, voglio leggere il suo testamento per controllare se si è ricreduto.

mari-santos  Roba da matti, in verità! Per questo non potete man­giare né dormire? Valeva la pena di arrabbiarsi per questo?

direttore          Venite qui, fratello. Perché vi arrabbiate?

diaz             Ce l'ho con i poeti.

direttore   Con i poeti vi arrabbiate? Ne avrete per molto! E con quali poeti ve la prendete?

diaz            Con quelli che scrivono canzoncine per la notte di Natale, che dicono un sacco di stupidaggini e scivolano nell'eresia. Pensi vossi­gnoria che uno di quelli, presa quell'ottava di Garcilaso che dice:

Presso del Tajo, in  solitudine amena

di verdi salici c'è un bel boschetto...,

la ridusse a questo:

Presso di Dio, in solitudine amena,

di verdi santi c'è un bel boschetto...

E chiestogli chi fossero questi verdi santi, rispose che sono San Fi­lippo e San Giacomo, e altri la cui festa cade in primavera.

direttore     Bella idiozia, in verità.

diaz            E una sera di Natale entrai in una chiesa di questo paese e sentii cantare questo mottetto:

Quando Gesù esce al suo balcone

Belzebù non appare e Satana si squaglia.

Chiesi al sagrestano chi fosse il poeta, e mi rispose tutto soddi­sfatto « Io », come se avesse fatto chissà che cosa. E un altro tizio cantava così:

Che fate in codesta grotta,

Dio mio,  per l'uomo  ingrato?

Fila via, gatto, fila via, gatto!

direttore    Non meravigliatevi, si tratta di poeti d'inverno, come i poponi.

diaz            Me la prendo anche con altri poeti che pensano di sapere e non sanno nulla, e con altri che sanno e non pensano.

direttore    Spiegatemi un po' cosa significa « che sanno e non pen­sano ».

diaz            Ci sono poeti che sanno quello che dovrebbero fare, ma non ci pensano bene, e per questo vanno a finire a rotoli a casa di tutti i diavoli.

direttore    Costui ha bisogno senz'altro di cure, e pertanto sarà bene consegnarlo ai poetastri, che lo curino loro.

diaz             No, per amor di Dio!

direttore    Ehi, infermieri! Portate dentro questo fanatico! (Lo tra­scinano via.)

leiva           Che razza di fanatismo quello di costui!

direttore   Adesso ne arriva un altro altrettanto pittoresco.

Entra valenzuela

valenzuela      Roba da matti! Che ci sia uno che tutto gli va bene! Mi mangio il fegato, sudo veleno da tutti i pori!

direttore   Perché s'arrovella costui?

segretarioCostui, signore, è un fanatico furioso, e s'arrabbia perché c'è un suo vicino a cui ogni cosa va bene.

direttore    Brutto caso, questo. Ma è piuttosto invidia che fanatismo.

valenzuela      Macché invidia! Mi portino via i demoni, se è invidia, signor direttore! Gli è che si tratta di un lurido avaro, e perciò niente dovrebbe andargli bene!

direttore   È giusto, la fortuna non dovrebbe aiutare quella genìa! Se qualcuno ha ragione d'arrabbiarsi, è proprio quest'uomo; dunque vogliamo concedergli tre giorni di rabbia la settimana?

valenzuela      Tre giorni solo? Mi arrabbierò di più, per non poter arrabbiarmi!

direttore    Andate  con  Dio,  e  arrabbiatevi  tutto  il  tempo che vi piacerà.                                       

valenzuela      Bacio le mani a vostra grazia per la grazia.

Esce valenzuela ed entra galvez.

galvez        Che ci debbano essere donne di gusti così perversi! Per lei dev'essere nato il proverbio che ci sono occhi che s'innamorano della cispa.

direttore   Perché se la prende questo fratello?

segretarioPerché una signora molto bella, di questo paese, è inna­morata di un uomo pelato e che guarda con l'occhialetto.

direttore   Per questo ve la prendete, amico? Che cosa importa a voi del cattivo gusto di quella tizia?

galvez        Ma certo che me la prendo! Preferirei saperla innamorata di un demonio! Perché mai una donna così bella dovrà preferire un uomo occhialutopelato?

direttore   È arrabbiato per davvero costui!

galvez        Come potrei non esserlo? Mi dica un po' vossignoria: che cosa deve fare una donna quando svegliandosi trovi accanto a sé un uomo pelato, o teschio, o zucca, che tale sembra un calvo, e come può guardarlo con begli occhi quando lui li ha così brutti?

direttore   Siete fanatico sul serio! Infermieri, ficcatelo dentro!

galvez        Me? Perché mai, signore? (Lo portano via.)

leiva          Che pioggia di fanatici! Se non si pensa a qualche rimedio, in pochi giorni si moltiplicheranno talmente, che bisognerà fabbricare un mondo nuovo per sistemarli!

direttore   Legga vossignoria quella lista, signor segretario.

segretario(estrae dei fogli e legge) « Ci sono anche alcuni che s'ar­rabbiano per individui che hanno il naso lungo ».

direttore    Il diavolo li porti! Che gliene importa dei nasi lunghi o corti?

segretarioDicono che quando uno di quei nasuti cammina per una via stretta, occupa tanto spazio, che i passanti sono costretti a pro­cedere di sbieco. E poi c'è un altro inconveniente anche maggiore, ed è che quei nasuti devono usare fazzoletti talmente grandi, da poter servire di vela ai vascelli.

direttore   Fanatico umorista è costui!

segretario« Un altro se la prende perché c'è chi mangia col tova-gliolo allacciato come un bavaglino ».

direttore    E non a torto, perché coloro somigliano a chitarre d'ebano col coperchio bianco, e sembrano effeminati. Gli si notifichi dunque di piantarla con la loro mania nel giro di tre giorni, altrimenti gli si farà un enteroclisma di sdruccioli di poeti, preparato col cervello di poeti, che gli farà sputar l'anima, se fosse necessario.

segretario Ma esiste in tutto l'universo tanta quantità di cervello di poeta da riempire mezzo guscio di nocciola, ed anche un enterocli­sma? Per lo meno dovrà avere quattro once di tutti gli ingredienti necessari all'arte enteroclismaria.

direttore    Leggete avanti.

segretario« C'è chi s'arrabbia perché i medici, quando si sta per dargli il compenso delle loro prestazioni, vanno ripetendo: Ma no! Non lo voglio! e intanto allungano la mano a cucchiaio ».

direttore    Costui ha ragione. Perché far tanti complimenti, quando li prendono così volentieri, e ne prenderebbero ben di più, se gliene dessero?

segretario« Un altro s'infanatichisce perché ci sono tanti sarti e calzolai, mentre c'è così poca gente intelligente ».

direttore   E che cosa vorrebbe in cambio?

segretarioVeterinari e fabbricanti di basti d'asino.

direttore    Questo fanatico aspira a satirico. Per fermarlo gli si col­lochi sulla bocca dello stomaco un empiastro di apprendisti-sarti, e gli si pratichino suffumigi con dieci peli delle ciglia di Celestina[1], ché ne vedo da qui più di quattro.

segretarioEsistono certe vecchie che s'arrabbiano perché le galline delle vicine fanno uova più grosse e allevano polli migliori ».

direttore    Codeste sono fanatiche dappoco. Gli si somministrino fichi paglierini in polvere.

segretario« C'è anche una coppia, che il marito si arrabbia perché la moglie ha gli occhi azzurri, e la moglie perché il marito ha la bocca larga ».

direttore    Dev'essere gente di buon umore. Fateli venire, che voglio vederli.

Entrano clara e villaverde.

clara          Finitela, messere!  Sarebbe meglio che v'arrabbiaste vedendo la vostra boccaccia, che sembra proprio una bocca di forno, e mi lasciaste stare coi miei occhi azzurri o verdi!

direttore   Sentite un po' qua, fratello. Ve la prendete davvero perché vostra moglie ha gli occhi azzurri?

villaverdeCerto. Adesso infatti si usano solo neri.

direttore   Roba da pazzi! Se Dio glieli ha dati azzurri, come deve fare?

villaverdeQui sta l'abilità: che se li tinga! La mia bocca si è allar­gata tanto a furia di dir questo!

direttore    Gran scempiaggine, se ne ho mai udite in vita mia! Bi­sogna proprio somministrarvi pillole di fuoco con errori[2] di medici e farmacisti.

villaverdeSono errori peggiori di quelli degli avvocati, perché questi hanno conseguenze per la borsa, quelli per la salute e per la vita.

leiva           Signor segretario, questa signora è moglie di quest'uomo?

segretarioNon lo vede vossignoria?

leiva           Gesù! Gesù! Gesù mille volte!!!

segretarioChe cosa succede a vossignoria?

leiva          Come, che cosa mi succede? Ma è pazzesco che una donna così bella sia maritata a un uomo tanto brutto che pare uno sca­rabeo!

segretarioPerciò se la prende vossignoria?

leiva          Vuole che non me la prenda e non mi arrabbi e mi stizzisca vedendo una cosa simile, che questa signora meriterebbe invece un principe per marito, e un angelo di bellezza e di bontà?

segretarioÈ fanatico anche lui! Infermieri, portate via quest'ar­rabbiato!

leiva           Me? Per quale ragione? (Lo portano via.)

direttore    Ha visto vossignoria, signor segretario, un uomo così intel­ligente e così ragionevole, uscir matto in questo modo?

segretarioSe la prende tanto per questo, vossignoria?

direttore    E come potrei non prendermela, mi venga un accidente, vedere un uomo che io avevo in così buona riputazione e che cre­devo savio e prudente, dargli talmente di volta il giudizio?

segretarioVossignoria è diventato fanatico!  Ehi, infermieri!

direttore   Io, signor segretario? (Lo portano via.)

clara         Signor segretario, mi fa molta specie che un uomo come vossi­gnoria non abbia avuto maggiori riguardi per il signor direttore!

segretarioSe la prende tanto per questo, vossignoria?

clara         E come no, con l'obbligo che avrebbe avuto vossignoria di essere più rispettoso verso il signor direttore, che è suo superiore in tutto? Bastava vedere la sua autorità per trattarlo come si deve, e non nel modo come vossignoria lo ha trattato!

segretarioMa sentite un po', costei è diventata fanatica del tutto! Roba da matti! Infermieri, portate via questa donna!

clara          Ma no, signore. Senta, signore...! (La portano via.)

segretarioSignor Villaverde, questa signora è moglie di vossignoria?

villaverdeSì, è mia moglie. Perché me lo domanda vossignoria?

segretarioPerché vossignoria l'ha vista portar via, e se ne è stato cosi tranquillo!

villaverdeGià, e perché non avrei dovuto esserlo?

segretarioCome perché? Accidenti a me! Non dica così, perché mi scappa la pazienza e sbatto via tutte le carte! un uomo perbene come vossignoria, non ha forse l'obbligo di sentir dispiacere per la disgrazia della propria moglie?

villaverdeèfanatico l'amico! Non sfuggirete all'ospedale. Suvvia, infermieri, mettetelo dentro! (Gli infermieri lo portano via).

villaverde(tira fuori una chitarra e canta):

Nessun se la prenda

di quel che fanno gli altri.

Tutta la nostra vita

è come un gioco di carte,

in cui tutto è convenzione

e il migliore, gioca meglio;

lasciamo che ciascuno

viva come gli pare,

anche se può sembrarci

il suo vivere un caos[3].

Sia pur certo che alle muse

è già entrato in confidenza,

chi potrebbe coi somari

star sul prato a pascolare.

Creda di esser coraggioso

chi invece lo è tanto poco

da potersi paragonare

a un'autentica gallina.

Creda di sembrare un angelo,

a furia di belletti,

di biacca e di cosmetico,

la brutta peggio del diavolo.

Si veda come finiscono

quelli che se la prendono,

e s'addolorano troppo

per le stoltezze degli uomini.

Non s'arrabbi nessuno

per quello che gli altri fanno.

Prendano esempio da me

che quando incontro per via

due che stanno duellando,

tengo la spada nel fodero,

e poi guardo di lontano;

se l'astrologo sciocco

snocciola le sue bugie,

non me ne importa un bel niente.

Nasca il sole a mezzogiorno,

o venga un temporale quando

mi metto le scarpe nuove,

ch'è una bella seccatura;

e dopo che il sarto ha rubato

la metà della mia stoffa,

il vestito riesca male

standomi stretto o largo;

la commedia sia applaudita

o dicano ch'è una boiata;

venga la gente o non venga,

stiano attenti o faccian chiasso...

io non farò mai il fanatico

né perderò il buon umore,

dovessero pur chiamarmi

baccalà, ovvero merluzzo.

Fine della farsa dei fanatici


[1]   Famosa mezzana, personaggio della Tragicommedia di Callisto e Melibea di F. De Rojas (1499).

[2] Intraducibile gioco di parole fra hierro (ferro, che si usava in piccole dosi anche  come medicinale), e  yerro (errore).

[3] Nel testo:   Ginevra, per indicare la città di Calvino, in cui si voleva regnassero confusione e disordine.