L’ospite in nero

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Fausto Ferrari

L’ospite in nero

Black Comedy

in due atti e un enigma

di

Enzo Giannotta

PERSONAGGI:

Fausto Ferrari             avvocato

la Morte

Laura Ferrari              figlia di Fausto

Giulia                         baby-sitter

Marco                         amico di Fausto, impiegato statale

Chiara                         mogli di Marco

Gilberto                      Amico di Fausto, titolare di un istituto di bellezza.

Luca                           detto “L’enigmista”, collega di Marco                     


PRIMO ATTO

La scena si svolge in un salotto. Porta d’ingresso sulla destra, a sinistra un’altra porta che da sul reso della casa. Accanto alla porta d’ingresso, specchiera con mensola e vicino un attaccapanni. A sinistra della scena un divano moderno. Il resto dell’arredamento a piacere, sedie, tavolino eccetera.

All’aprirsi del sipario la scena è completamente buia.

Fausto                         (entra. Accende la luce, mette le chiavi di casa sulla mensola, svuota le tasche e si toglie l’impermeabile che mette sull’attaccapanni. Non si avvede ancora che sul divano è seduta una figura vestita di nero. Ha il capo chino e il viso è nascosto dalla tesa rotonda di un cappello pure nero. Sono visibili solo le mani diafane posate in grembo.)

Morte                          (alza il capo e si gira verso Fausto e alza il capo. E’ una giovane donna attraente, il viso è pallido come le mani) Buonasera.

Fausto                         (si gira a guardarla, leggermente sorpreso) E lei chi è? Cosa ci fa qui? Chi la fatta entrare?

Morte                          (pacatamente) Una domanda alla volta, prego. Chi sono? Indovini. Chi mi ha fatto entrare? Nessuno. Cosa ci faccio qui? Aspettavo lei che è in ritardo, come al solito.

Fausto                         Dove sono mia figlia e la baby-sitter?

Morte                          Di là. Dormono. Mi chiedo come faccia sua figlia a dormire con accanto una che russa come un TIR col motore in folle.

Fausto                         (senza perderla di vista va ad aprire la porta a sinistra. Come la apre si sente un gran russare. Da una rapida occhiata poi richiude la porta)  Cominciamo daccapo e lasciamo perdere gli indovinelli; è quasi mezzanotte, sono stanco e non ho nessuna voglia di scherzare.

Morte                          Si figuri io.

Fausto                         Allora, chi è e cosa vuole?

Morte                          Ho già risposto.

Fausto                         (va ad aprire la porta, poi torna verso il centro della scena) Forza, se ne vada prima che la butti fuori a calci.

Morte                          (si alza sospirando, fa qualche passo guardando la porta che si richiude con un tonfo)

Fausto                         (perplesso, guarda la porta e poi la sconosciuta)  Che razza di scherzo è questo?

Morte                          Non è uno scherzo. So fare di meglio… o di peggio, questione di opinioni.

Fausto                         Adesso chiamo il 113 e vediamo cosa sanno fare loro. (va verso il telefono)

Morte                          Non funziona.

Fausto                         Cosa?

Morte                          Il telefono. Non funziona.

Fausto                         (solleva il ricevitore. Il telefono è muto. Va a controllarne la presa. Sempre più perplesso)

Morte                          Serve altro?

 

Fausto                         Fuori di qui!

Morte                          (le luci si spengono di colpo, poi si riaccendono) Ancora non ha capito chi sono?

Fausto                         (intimorito) No e non m’interessa. Se ne vada.

 

Morte                          Andiamo avvocato, ancora non l’ha capito?

Fausto                         (riprendendosi) Se questo è uno scherzo organizzato dalla baby-sitter avrà di che pentirsi.

Morte                          (guarda verso la parete ed un quadro cade a terra) Via, avvocato, un po’ d’immaginazione.

Fausto                         (sobbalza al tonfo del quadro)

 

Morte                          Sono venuta a prenderla. E’ finita avvocato. Lo studio è chiuso e i suoi clienti dovranno cercarsi qualcun altro.

Fausto                         Cosa sta cercando di dirmi?

Morte                          Più chiaro di cosi…

Fausto                         Non è chiaro un accidente!

Morte                          E’ arrivato al capolinea, fine della corsa.

Fausto                         Vuol farmi credere che lei sarebbe…

Morte                          Esatto. La morte.

Fausto                         Ho bisogno di bere! (va a versarsi un liquore che beve tutto d’un fiato)

                                    Sto sognando… Si, si è un sogno (cammina avanti e indietro) dev’essere stata la cazzoeula… non può essere vero; è pazzesco… Adesso mi sveglio e…

Morte                          Se è pronto, possiamo andare.

Fausto                         Macché andare e andare, non funziona mica cosi…

Morte                          Vuole saperlo meglio di me?

Fausto                         Mi vuol far credere che lei si presenta così a tutti quelli che devono morire?

Morte                          Ogni tanto mi concedo un diversivo.

Fausto                         Allora in questo momento non c’è nessun altro che muore?

Morte                          (ride) Via avvocato, non sia ingenuo; io sono ovunque e ho in me la consapevolezza di tutti quelli che stanno tirando le cuoia. Sono onnipresente, e non sono l’unica, come lei ben sa, o dovrebbe sapere.

Fausto                         Ma come è possibile?…

Morte                          Devo dire che lei non è solo ingenuo ma è anche un po’ tonto. Se dovessi aver bisogno di un avvocato non mi rivolgerei certo a lei. Del resto siete tutti così: guardate ma non vedete, sentite ma non ascoltate. Vi siete inventati Internet, lei lo usa ogni giorno, ma non si chiede come fa a rispondere, più o meno  contemporaneamente, a milioni di persone. Perché non dovrei poterlo fare io?          

Fausto                         E… e come dovrei morire?

Morte                          E che ne so? Magari d’infarto, visto quello che a mangiato...

Fausto                         (categorico) Non sono pronto. Non posso morire adesso.

Morte                          E chi se ne frega se lei è pronto o no; succede a milioni di persone in questo stesso istante e la maggior parte di loro non è pronta.

 

Fausto                         Non ho nessuna intenzione di seguirla.

Morte                          (ride) Crede che dipenda da lei? Comunque, se proprio ci tiene, posso prendere qualcun altro che vive in questa casa.  (guarda verso la porta di sinistra) Scelga lei.

Fausto                         (le si avvicina rapido e con la destra le afferra la gola) Lurida baldracca, se solo t’azzardi ad avvicinarti a mia figlia io ti…

Morte                          (ride) Mi uccide? Via avvocato, sia serio. (si libera gentilmente dalla mano. Lui ha una smorfia di dolore e si massaggia il polso) E poi poca confidenza: mi dia del lei. Non capisco perché se la prende tanto, in fondo siete tutti dei condannati a morte dal momento che nascete, lei, sua figlia, Giulia, la baby- sitter… tutti. Perché siete cosi attaccati alla vita? Perché vivete come se non doveste mai morire?  Ce l’ha lei una risposta?

Fausto                         (irato) Non lo so! So che se non fosse così vivremmo ancora tutti nelle caverne!

Morte                          (con disprezzo) Sarebbe stato meglio, vi sareste risparmiati un sacco delle porcherie che avete fatto e che continuate a fare. Non capisco perché siate così attaccati alla miserabile esistenza cui vi siete condannati.

Fausto                         Ma cosa vuol saperne lei della vita, del valore che noi le attribuiamo!

Morte                          Valore!? (ride) Visto tutto quello che è successo e succede, direi che non ne avete un gran che di rispetto… specie per quella degli altri. Glielo dico io perché avete cosi paura di me: perché in fondo non avete fede, quella con la effe maiuscola, oh si vi convincete di averne, ma è  ipocrisia, illusione, a volte persino superstizione.

Fausto                         Fede? Già, perché quelli che ultimamente si fanno saltare per aria invece anno fede, visto che non hanno paura di morire...

Morte                          Forse. O forse non hanno una niente per cui vivere.

Fausto                         Oh basta! Tutti questo è… è assurdo, questi discorsi sono assurdi. Questa situazione è assurda! Io che sto qui a parlare con la morte! No, non è possibile! Qualsiasi persona di buon senso sa che non può succedere. Qui c’è qualcosa che non va, dev’essere per forza uno scherzo, io sono un essere raziocinante e…

Morte                          (interrompendolo divertita) Uh, ra-zio-ci-nan-te. Che parolona! Lei raziocinante. Sa cosa me ne faccio del suo ra-zio-ci-nan-te?

Fausto                         No, non me lo dica, me lo immagino. Comunque senta, a me delle sue stronzate non me ne frega niente; perciò chiunque lei sia, tolga le chiappe dal mio divano e le porti fuori di qui!

(Giulia e Laura entrano da sinistra. Giulia sbadiglia. Laura, in pigiama, corre incontro al padre e gli salta al collo)

Laura                          Ciao papino!

Fausto                         (abbracciandola) Ciao patatina.

Giulia                          Buona sera signor Ferrari, non so com’è ma ci siamo addormentate di colpo, stavamo giocando a Scarabeo e paff! Come due pere cotte. E’ un po’ in ritardo…

Morte                          (seduta immobile come all’inizio) E’ quello che ho detto anch’io.

Fausto                         Non fate caso a lei. (cenno col capo verso il divano) Se ne sta andando.

Giulia                          (lei e Laura guardano vero il divano) Lei chi?

Fausto                         Quella li, sul divano.

Giulia                          (perplessa) Ma non c’è nessuno.

Fausto                         Ah già c’era… si c’era ma adesso è andata via.

Laura                          Chi c’era, papino?

Giulia                          (guardandolo incuriosita) Ma si sente bene?

Fausto                         No… si… cioè… non lo so. Scusa per il ritardo.

Giulia                          Oh, si figuri, non importa.

Fausto                         (Guarda il divano, poi le guarda tutte a turno poi va a versarsi un’altra dose abbondante di liquore che beve tutto d’un fiato) Grazie, Giulia,  adesso puoi andare. (toglie alcune banconote dal portafoglio e le porge a Giulia) Grazie, ci vediamo…

Morte                          Io non ci conterei.

Giulia                          (si china, abbraccia e da un bacio a Laura) Ciao ragazza, ci vediamo, la prossima volta cercheremo di non addormentarci perché guarda che voglio la rivincita.

Laura                          Non credo che riuscirai a battermi. (l’accompagna alla porta) Ciao, ciao. (Giulia esce. Laura corre a sedersi sul divano accanto alla morte) Dai raccontami come è andata la serata con i tuoi amici, scommetto che avete parlato solo di lavoro e di…

Fausto                         (interrompendola e correndo a toglierla dal divano) No, non stare seduta li! Vieni via. (l’accompagna per mano verso altre due poltrone, dove siedono)

Morte                          (ride divertita)

Laura                          Perché non posso sedermi li? (indica il divano) E’ il mio posto preferito.

Fausto                         Questa sera è meglio di no.

Laura                          Perché?

Fausto                         Perché si. (cambiando discorso) Come è andata oggi a scuola?

Laura                          Bene. Oggi però è stato più divertente del solito, Elena e Sofia hanno litigato durante l’intervallo, si sono prese per i capelli, dovevi vederle mentre si rotolavano per terra. Poi però è arrivata la maestra e il divertimento è finito.

Fausto                         Non mi sembra divertente vedere gente che fa a botte.

Laura                          Questo perché non eri li a vedere. (i due restano in silenzio per un attimo) Papa?

Fausto                         Dimmi patatina.

Laura                          (tristemente) Tu non farai come la mamma vero? Tu non morirai, non mi lascerai sola.

Fausto                         (guardando la morte) No, farò il possibile per non morire o per farlo il più tardi possibile. Ma come ti vengono queste idee?

Laura                          Ho fatto un sogno… prima.

Fausto                         E che sogno era?

Laura                          Brutto.

Fausto                         Non vuoi raccontamelo?

Laura                          C’era… c’era una strega tutta vestita di nero che ti faceva un incantesimo e tu morivi.

Fausto                         (abbraccia e bacia la figlia) Era solo un sogno e i sogni, specie quelli brutti non si avverano mai anzi, nella realtà succede tutto l’opposto.

Morte                          Questo lo dice lei.

Fausto                         (al disopra della spalla della figlia, la guarda con una smorfia carica d’odio)

Laura                          Ho paura.

Fausto                         No, non devi. E se dovesse succedere, ma non succederà…

Morte                          Io non sarei così sicura.

Fausto                         … non sarai sola: ci sono i nonni e zia Clara. Starai bene comunque, anche senza di me.

Laura                          Ma io voglio te.

Fausto                         Adesso è tardi. Che ne diresti di andare a dormire?

Laura                          Posso dormire nel tuo letto?

Fausto                         No, stanotte meglio di no.

Laura                          Perché.

Fausto                         Domani ho una causa importante e poi tu russi come un orso in letargo.

Laura                          (ride) Tu usi sempre queste scuse.


Fausto                         No, non sempre, dormiamo spesso assieme. Lo rifaremo domani, d’accordo? (Laura fa cenno di si con la testa) Adesso vai a lavarti i denti e poi a letto. (le da una bacio) Ciao piccolina.E non aver paura, io sarò sempre con te qualunque cosa succeda, ricordalo. (poi con una pacca affettuosa sul sedere) Via, di corsa.

 Laura                         (corre verso la porta di sinistra) Ciao, papino, buonaotte! Giunta alla porta, prima di uscire si volta e quasi ammonendolo con un dito) L’hai promesso, domani dormo nel lettone con te. (esce)

Morte                          Che scenetta commovente! Dovrei sentirmi intenerita e andarmene?

Fausto                         Senti vecchia baldracca…

Morte                          (balza in piedi stizzita) Le ho già detto niente confidenze: mi dia del lei.

Fausto                         Scusi, ha ragione. Senta, vecchia baldracca, non si permetta di fare dell’ironia sui sentimenti miei e di mia figlia, altrimenti…

Morte                          Altrimenti?      

Fausto                         Beh, visto che non la posso uccidere, posso sempre levarmi la soddisfazione di sputarle in faccia.

Morte                          Misera consolazione. L’hanno già fatto in parecchi sa? Ricordo in particolar modo un corazziere francese a Waterloo. Si era ritrovato da solo dietro le linee nemiche, aveva di fronte uno squadrone di cavalleggeri inglesi. Io mi sono messa davanti al suo cavallo e gli ho sorriso.

Fausto                         Al cavallo?

Morte                          (ignorandolo) Lui mi ha guardata per un attimo e ha capito. Lui non era tonto come lei, oh pardon: raziocinante. Mi ha sputato addosso, poi ha alzato la spada davanti al viso in segno di saluto ai cavalleggeri inglesi e ha caricato. L’hanno massacrato. Però che uomo! M’è quasi dispiaciuto… quasi.

Fausto                         Peccato che non l’ha messa sotto.

Morte                          Mi è passato attraverso. Guardi che è successo realmente è documentato, s’informi… naturalmente io non vengo citata, come presenza fisica voglio dire, ma è qualcosa di cui sono piuttosto orgogliosa.

Fausto                         (con disprezzo) Non vedo cosa ci sia da essere orgogliosi.

Morte                          Ho fatto di lui un eroe. Prima di vedermi era deciso ad arrendersi, poi mi ha vista, ha capito e è passato alla storia.

Fausto                         Sarebbe meglio dire trapassato alla storia.

Morte                          (alzando le spalle) Come preferisce.

Fausto                         Ha finito con le stronzate?

Morte                          Io si, lei non credo. Allora avvocato, come la mettiamo? (restano a guardarsi in silenzio) Sa una cosa? Lei in fondo mi è simpatico, si, davvero, anche il suo sgorbietto mi piace.

Fausto                         Senta stupida baldracca – noti le ho dato del lei…

Morta                          (ironico inchino col capo) Mercì.

Fausto                         Dunque le stavo dicendo, stupida baldracca, non si azzardi nemmeno a nominarla mia figlia, specie in modo spregiativo altrimenti…

Morte                          Via, avvocato, di nuovo? Così la conversazione si fa stucchevole, noiosa, ripetitiva e a me piace l’originalità. Perciò mi ascolti…. (suonano alla porta)

Fausto                         (lieve sussulto) Ma chi può essere a quest’ora?

Morte                          (annoiata) E’ la baby-sitter.

Fausto                         (va alla porta) Chi è?

Giulia                          (da fuori) Sono Giulia, avvocato.

Fausto                         (apre, Giulia entra) E’ successo qualcosa?

Giulia                          (imbarazzata) Scusi se la disturbo, ma è tardi e non c’è in giro nessuno, s’è alzata anche un po’ di nebbia… ho la macchina qui dietro, in una stradina isolata… ecco io… (s’inerrrompe)

Fausto                         (incoraggiandola) Su, continua.

Giulia                          Ecco, io volevo chiederle se mi può accompagnare fino alla macchina, lo so che è stupido, ma sa com’è… al giorno d’oggi se ne sentono tante...

Fausto                         (sospira) Va bene… aspettami nell’atrio. Due minuti. Ho una cosa da sbrigare.

Giulia                          Grazie. (esce)

Fausto                         (deciso) Forza, se ne vada.

Morte                          Non posso, non ho ancora finito.

Fausto                         Non me ne frega niente, se ne vada.

Morte                          Se me ne vado potrebbe pentirsene… Ah, capisco si preoccupa per la ranocch… oh, scusi, per sua figlia! Stia tranquillo: è in buone mani.

Fausto                         Si, nelle mani di un boia. Non mi faccia ridere.

Morte                          Non le succederà niente. Ha la mia parola.

Fausto                         (risatina. Ironico) La sua parola… Dovrei fidarmi della sua parola!? Della parola di un essere immondo come lei? Ma per chi mi ha preso per lo scemo del villaggio?

Morte                          Beh, non certo per un genio… Ma si fidi, non è il suo sgorbietto che m’interessa e inoltre ho una proposta da farle.

Fausto                         Sentiamo.

Morte                          A suo tempo, adesso accompagni la bertuccia alla macchina.

Fausto                         Sgorbietto, bertuccia… lei disprezza proprio tutti vero?

Morte                          Solo le bestie: a me piacciono gli animali, cani, gatti, serpenti eccetera.  

Fausto                         Devo essere impazzito! Non c’è altra spiegazione… (si versa un’altra dose di liquore che tracanna e va di volata verso la porta, prendendo l’impermeabile. Si ferma sulla soglia) Immagino che possa fare a meno della luce! (spegne e esce. Buio per qualche attimo)

Laura                          (entra e accende la luce. Ha in mano un giochino elettronico. Va a sedersi accanto alla morte e comincia a giocare)

Morte                          (si alza e va accanto alla porta) Ciao.

Laura                          (sorpresa la guarda un attimo senza parlare) Ciao, e tu chi sei?

Morte                          Una conoscente.

Laura                          E come mai sei qui?

Morte                          Questioni di lavoro. Tuo padre è andato ad accompagnare Giulia alla macchina e mi ha chiesto di restare a farti compagnia.

Laura                          Come ti chiami?

Morte                          Ade.

Laura                          Bello. Ade: un bisillabo. Ce l’hanno appena insegnato a scuola.

Morte                          Ma guarda! Sei brava a scuola?

Laura                          Abbastanza. (sospettosa) Come mai non ti ho mai vista prima? Mi sembra strano che mio padre mi lasci qui con una che non conosco.

Morte                          Ma adesso ci conosciamo, non trovi?

Laura                          (c. s.)  Trovo che assomigli alla strega che ho sognato prima.

Morte                          Posso garantirti che non sono una strega.

Laura                          (c. s.) Eppure… Perché sei così pallida?

Morte                          Sono stata malata (si avvicina) Che gioco è quello? (le si siede accanto)

Laura                          E’ nuovo. Me l’ha regalato papà per il mio compleanno. Vedi? (glielo mostra) Bisogna uccidere gli orchi che tentano di rapire la principessa.

Morte                          Vi allenate già da piccoli eh?

Laura                          Certo. Vuoi provare? Guarda che non è facile uccidere queste bestiacce.

Morte                          (prendendo il gioco e cominciando a giocare) Oh, in fatto di uccidere bestiacce io sono un’esperta. (gioca per qualche attimo)

Laura                          (scoppia a ridere) Ma che esperta! Sei morta in un minuto!  Guarda, ti faccio vedere il trucco… (riprende il giocattolo).

Morte                          Parlami del tuo papà, com’è? E’ bravo?

Laura                          (continuando a giocare) Oh si, molto. E’ divertente, spiritoso, mi fa sempre ridere e poi mi vuole molto bene. E’ il miglior papà del mondo.

Morte                          E tu, gli vuoi bene?

Laura                          Tantissimissimissimo. (breve pausa mentre gioca) Sai che mia mamma è morta?

Morta                          Si, l’ho saputo.

Laura                          Anche lei era molto brava sai?

Morte                          Non mi dire!

Laura                          Mi manca molto. (mostrandole il gioco) Ecco, hai visto come si fa?

Fausto                         (rientra, ha il fiatone. Si blocca sbalordito)  Laura!

Laura                          Ciao, papino.

Fausto                         (l’allontana dalla poltrona. Poi si accuccia davanti a lei) Cosa ci fai qui? Ti avevo detto di andare a letto!

Laura                          Ci sono andata, ma non riuscivo a dormire, forse perché ho già dormito prima, e così cono venuta di qua a giocare un po’ e ho trovato la tua amica, abbiamo giocato assieme… è una schiappa. È morta subito.

Fausto                         Non è mia amica! E’ un essere odioso!

Laura                          A me è sembrata simpatica…

Fausto                         Macchè simpatica e simpatica: è una carogna! Adesso fila letto e non azzardarti a rimettere piede qua dentro fino a domani mattina!

Laura                          (mogia) Va bene. (uscendo)  Ciao, Ade.

Morte                          Ciao.

      

Fausto                         (cammina avanti e indietro parlando fra se) Roba da matti! Esco un attimo e trovo mia figlia che gioca con la morte e la trova pure simpatica! Ma quand’è che mi sveglio? (si versa e beve un’altra abbondante dose di liquore) Ecco, adesso va meglio… adesso mi giro e la stronza non c’è più… Conto fino al tre, poi mi giro. Uno… due… due e mezzo… tre. Adesso mi giro e o mi sveglio o lei non c’è più. (si gira e vedendola gli si curvano le spalle)

Morte                          (è li che lo guarda, con le braccia conserte, battendo a terra un piede e con fare di compatimento) Se ha finito con questa manfrina avrei quella proposta da farle.

Fausto                         Senta, se devo morire… va bene morirò. Ma non qui, in casa… Vede qui ci siamo solo io e mia figlia, se mi dovesse trovare morto per lei sarebbe una tragedia nellatragedia, quindi la prego, ovunque, ma non qui… Per favore… Non qui.

Morte                          Concesso. Per me un posto vale l’altro. Allora, quella proposta, non la vuole sentire?

Fausto                         (rassegnato) Prego, sentiamo quest’altra bella notizia. (Comincia a dare segni di ubriachezza).

Morte                          Dunque, le dicevo, visto che lei mi è simpatico…

Fausto                         Pensi se le ero antipatico…

Morte                          (spazientita) La smetta! Se non la smette potrei cambiare idea e non concederle una possibilità.

Fausto                         (fa segno di tapparsi la bocca)

Morte                          Facciamo un gioco…

Fausto                         Scacchi? Come nel film di Bergman, con quel cavaliere… Sono un campione a scacchi… beh, forse non avrei dovuto dirlo.

Morte                          Non doveva tacere?

Fausto                         Ah, si pardonez moi.

Morte                          De nada.

Fausto                         Conosce le lingue?

Morte                          Direi, col mio mestiere… Facciamo un patto se…

Fausto                         Ho capito: vuole la mia anima! (risatina da ubriaco, crolla sul divano)

Morte                          Ma che anima d’Egitto! Mi confonde con qualcun altro. (passeggia avanti e indietro, mani dietro la schiena, curva in avanti) Dunque vediamo… potrei… no, questo l’ho già fatto… questo anche… Ah, bello, mi piace. (si gira verso Fausto che ormai brillo si è addormentato. Alza gli occhi al cielo, sospira) Ma chi me lo fa fare!? (urlando da dietro) Si vegli!

Fausto                         (sobbalza) Eh? Chi… che cosa. (illuminandosi) Grazie a Dio era un sogno! Si un brutto sogno, meno male… dev’essere stata la cazzoeula, (si alza e fa qualche passo) siii, non c’è altra spiegazione.(risatina) Però com’era realistico ‘sto sogno merdoso. Beh, meglio andare a nanna. Dio che sogno! (si gira per andare in camera e la vede. Urla) AHHH!

Morte                          La smetta di nominare il mio principale invano: non sta bene. 

 

Fausto                         E’ malato?

Morte                          Non faccia l’idiota! (fra se) E’ ‘na parola! Dunque, lei domani sera deve ricevere alcuni amici, se non sbaglio.

Fausto                         Sci. (singhiozzo)

Morte                          (fra se) No, da ubriaco non vale, non c’è gusto, non è leale. (gli si avvicina e schiocca le dita davanti alla faccia di Fausto che sobbalza) Sveglia deficiente!

Fausto                         (sobbalza) Ancora qui lei?

Morte                          Le stavo dicendo che lei domani sera ha in programma di vedersi qui con alcuni amici, se non sbaglio.

Fausto                         Sbaglia, visto che devo morire stanotte.

Morte                          Il decesso è rinviato: le sto offrendo una possibilità di sopravvivere. Ha un pennarello?

Fausto                         Pennarello? Cosa c’entrano i pennarelli adesso?

Morte                          Mi sono stufata. Se non trova un pennarello entro due minuti, cambio idea.

Fausto                         (si precipita a rovistare in  alcuni cassetti) Pennarello, certo che ho un pennarello, un attimo di pazienza… (non lo trova) ne ho quanti ne vuole… a bizzeffe… pensi che il cartolaio quando resta senza, viene da me a farseli prestare. Eccolo! L’ho trovato!

Morte                          Facciamo un gioco. (prende il pennarello e si avvicina allo specchio e sulla superficie scrive in grande) 333333. (gli rende il pennarello senza parlare)

Fausto                         (legge) 333333. Che roba è?

Morte                          E’ il gioco. Un indovinello. O un enigma, se preferisce.

Fausto                         (con gli occhi al cielo) Porco Giuda! Non sono bravo in questo genere di cose!

                                   

Morte                          (ironica) Che peccato!

Fausto                         E cosa dovrei indovinare? Come funziona ‘sta cosa?

Morte                          Se entro domani a mezzanotte, lei, o uno qualsiasi dei suoi ospiti, non sarà in grado di interpretare il significato di questa cifra, qualcuno verrà via con me.

Fausto                         Io?

Morte                          Non necessariamente. Lei o qualcun altro dei presenti. Sceglierò al momento. Questa è la possibilità che le offro. Lei è fortunato è una cosa che faccio solo ogni tre o quattro secoli del vostro tempo.

Fausto                         Fortunato?! Torno a casa, trovo la morte che mi aspetta e mi dice che sono fortunato… (indica lo specchio) Ma com’è possibile decifrare una roba simile? E’ pazzesco, così vince di sicuro.

Morte                          E’ semplice. Il problema è che voi guardate ma non vedete, sentite, ma non ascoltate. (scandendo bene) Insomma è male.

Fausto                         (infuriato) Macché semplice e semplice: è un casino! Sarà semplice per lei che se l’è inventato, maledetta!

Morte                          E’ talmente semplice che dovrebbe già aver indovinato il significato. Le ho appena fornito la chiave dell’enigma, come si suol dire, su un piatto d’argento.

Fausto                         L’unica cosa che lei mi ha fornito è un gran mal di testa! E anche un bel giramento di scatole!

Morte                          Le ho fornito una possibilità e, come le ho già detto, non succede spesso.

Fausto                         Perché? Perché ha deciso di darmi questa possibilità, anzi diciamolo pure: questa impossibilità.

Morte                          (alzando le spalle) Forse perché mi è simpatico, forse perché la scenetta con la sua ranocchia mi ha commosso o forse solo perché ho voglia di divertirmi, scelga lei.

Fausto                         Perché è una sadica una… una…

Morte                          Un avvocato di grido che non sa trovare le parole. Gliel’ho già detto: se avessi bisogno di un avvocato non mi rivolgerei certo a uno come lei… A proposito: domani sera ci sarò anch’io.

Fausto                         Eh, ti pareva! Invisibile naturalmente.

Morte                          No, in carne ed ossa.

Fausto                         Più ossa che carne direi. A proposito, lei di solito non va in giro tutta scheletrita e con una falce in mano?

Morte                          Questo nel vostro immaginario collettivo. Beh, a dire il vero fino a un migliaio di anni fa andavo in giro così, poi mi sono adeguata alla moda. (ruota su se stessa e ironica) Le piace questa mise?

Fausto                         Fa schifo.

Morte                          (sempre più ironica) Guardi che è un capetto d’alta moda sa?

Fausto                         Dalle sue parti, forse. Ma mi tolga una curiosità: io domani sera come dovrei presentarla ai miei amici? Tipo: Gilberto, ti presento la morte. E lui: Oh tanto piacere la trovo ingrassata.

Morte                          Sa una cosa? Le sue battute fanno cagare. Non c’è bisogno che mi presenti lei; mi presenterò da sola.

Fausto                         Oh si, me l’immagino. (facendole il verso) Piacere, cari, sono la morte sono qui per fare un giochino con voi stupidi mortali.

Morte                          Non si preoccupi; sarò in incognito.

Fausto                         Visto com’è messa, potrà presentarsi solo una come una persona afflitta da grave lutto, oltre al vestito ne ha anche tutto l’aspetto.

Morte                          Come mi presenterò è affar mio.

Fausto                         Sa una cosa?

Morte                          Non sto più nella pelle.

Fausto                         Sarebbe più realistico dire che non sta più nelle ossa.

Morte                          Battuta scontata. Si sbrighi a dire quello che ha da dire; non ho tempo da perdere, grazie a voi.

Fausto                         Me l’immagino, una falciatina di qua, una sfoltitina di la… Non credo a una parola di tutto quello che ha detto. E’ un bel trucco, devo ammetterlo. Non so chi l’abbia organizzato ma è una bella messa in scena. Complimenti. Finora sono stato al gioco ma adesso finiamola. Lei ammette lo scherzo, ci ridiamo sopra per la relativa riuscita, io le offro da bere e poi, senza rancore, la butto fuori a calci nel culo. Cosa ne dice?

Morte                          (si avvia alla porta che si apre da sola) A domani sera… avvocato. (esce per un attimo, poi rimette dentro la testa) Sa?E’ un po’ come dice la canzone: la vita è tutta un quiz. (gli strizza un occhio) E può darsi che a lei non ne resti molta… di vita.

Fausto                         (facendo alcuni passi verso la porta) Le mi battute faranno anche cagare, ma le sue sono da diarrea!

                                    (la porta si chiude con un tonfo)

Fausto                         E se non fosse uno scherzo? (guarda pensoso le cifre sullo specchio)  Ha detto: (facendole il verso) “Le ho appena fornito la chiave dell’enigma”. Quindi si riferiva all’ultima frase che ha detto e l’ultima frase, sono sicuro, era “guardate ma non vedete, sentite ma non ascoltate”  L’ha ripetuta più volte, anche in precedenza… Si dev’essere questa la chiave, non può essere altrimenti. Peccato che non so che farmene…

                                    (si avvia lentamente verso l’uscita a sinistra) Se riesco a dormirci su, magari domani mi sveglio e scopro che è stato tutto un sogno. Si, si, è tutta colpa della cazzoeula… (sia avvia per uscire borbottando) Non può essere vero… assurdo… (ci ripensa e va controllare il telefono. Alza il ricevitore. Si sente il segnale di libero) Funziona… mah! (esce)

 

SIPARIO

                                     

Fine primo atto

 


SECONDO ATTO

La sera dopo. Stessa scena.

Fausto seduto sul divano guarda con aria pensosa verso lo specchio che reca ancora la scritta

333333.

Suonano alla porta. Fausto va ad aprire. Entrano Marco e Chiara. Saluti a soggetto, scambio di

Baci sulle guance fra Fausto e Chiara.

Fausto                         Accomodatevi. (siedono) Fra poco dovrebbe arrivare anche Gilberto. Posso offrirvi qualcosa intanto?

Marco                         Si, grazie, a me un whisky. (a Chiara) Tu?

Chiara                         Per adesso, niente, grazie.

Fausto                         (mentre versa per se e per l’amico)  Beh, cosa mi raccontate di nuovo?

Marco                         Niente di particolare, tutto tranquillo. Tu, piuttosto, come va la causa Belloni?

Fausto                         (serve da bere) Non male, credo di poter fare avere al mio cliente un ottimo indennizzo... se ne avrò il tempo.

Chiara                         Cosa vuol dire “se ne avrai il tempo”?

Fausto                         Niente, pensavo ad alta voce. (suonano. Va ad aprire) Questo dev’essere Gilberto…     

 

Gilberto                      (entra. E’ un tipo molto allegro) Ciao a tutti! (si frega le mani) Allora pronti per la partitina?

Fausto                         Siediti e versati qualcosa. Vi devo parlare. C’è un cambio di programma: ho bisogno del vostro aiuto.

Gilberto                      Bisogno di soldi eh? Scusa ma mi sono ricordato proprio adesso che ho un impegno. (si avvia verso la porta col bicchiere in mano) Ciao a tutti, ci vediamo.

Marco                         Dai Gil, non fare il cretino e siediti.

Gilberto                      (che è arrivato accanto allo specchio, vede la scritta) E questa che roba è? (la indica rivolto verso Fausto)

Fausto                         Se stai ad ascoltare, adesso ci arrivo. Dai siediti.

Chiara                         (a Gilberto) Sempre voglia di scherzare, tu eh?

Gilberto                      Sono solo uno che affronta la vita con ironia.

Marco                         (a Fausto) Dai, dicci cosa possiamo fare per te, ma guarda che se è una questione di soldi, potrei avere un impegno anch’io.

Chiara                         Ti ci metti pure tu adesso? Dai Fausto, cosa c’è?

Fausto                         Dunque. Ieri sera, era quasi mezzanotte, torno a casa e mi trovo un tizio seduto lì, dove siete voi. Gli chiedo chi è, come è entrato. Lui per tutta risposta mi mostra una pistola, poi, mi dice che è qui per fare un gioco…

Marco                         (interrompendolo) Scusa, ma tua figlia dov’era?

Fausto                         Di là con la baby-sitter, si erano addormentate e non si sono accorte di niente. Dice che se non risolvo un enigma entro la mezzanotte di oggi, ucciderà uno di quelli che si troveranno qui a quell’ora. Scrive quei numeri sullo specchio, dice che ne devo trovare il significato e se ne va.

Chiara                         Non sei stato alla polizia?

Fausto                         Si, per sicurezza, ma sapevo già la risposta: non possono fare niente, non sono nemmeno in grado di fornire loro una descrizione perché era mascherato, non c’è stata effrazione eccetera eccetera. Dicono che ci sono ottime probabilità che sia solo uno scherzo, di non preoccuparmi, di non aprire a nessuno e, nel caso si facesse vivo, di chiamarli. Faranno in modo che ci sia una volante nei paraggi.

                                    (i tre si alzano e vanno accanto allo specchio)

Fausto                         Ho bisogno che mi diate una mano risolvere questo rompicapo. Da solo non ci arrivo.

Gilberto                      Dai, è uno scherzo che ci stai facendo, ‘sta storia non sta in piedi…

Fausto                         Lo so che sembra assurdo ma il tizio non aveva per niente l’aria di uno che scherza e comunque è meglio non correre rischi. Lui dice che è semplice e che la chiave per decifrare la scritta è: “guardate ma non vedete, sentite ma non ascoltate” Questo è quanto.

Chiara                         Se guardo, vedo sei tre. Forse è questa la soluzione.

Fausto                         Si ma cosa può significare?

Marco                         Sei tre: sessantatre.

Fausto                         E sessantatre cosa significa?

                                    (tornano a sedere perplessi)

Gilberto                      Forse è un numero riferito alla cabala o alla smorfia…

Marco                         Magari si devono fare delle operazioni matematiche su quei numeri, per ottenere una cifra che abbia un significato particolare, come, che so, 90: la paura.

Chiara                         O 47: morto che parla.

Gilberto                      O 77 le gambe delle donnette.

Fausto                         47 forse è la soluzione; mi pare  consona alla situazione.

Gilberto                      Okay, vada per quarantasette allora.

Fausto                         Si, ma bisogna esserne certi. Quando quello torna, mica posso andare per tentativi. Poi c’è quel “sentite ma non ascoltate” che fa parte della soluzione: cosa c’entra? Manca qualcosa. A proposito, voglio che ve ne andiate tutti prima di mezzanotte: non voglio che corriate dei rischi per me.

Gilberto                      Io, scanso equivoci, me ne vado subito. (si alza per avviarsi, ma chiara l’afferra per la giacca)

Chiara                         Tu non ti muovi di qui.

Gilberto                      Dai, stavo scherzando. (torna a sedersi)

Marco                         Noi restiamo qui e lo affrontiamo tutti insieme. A proposito: tua figlia dov’è?

Fausto                         Dai nonni, ce l’ho portata stamattina, per sicurezza. Vado a riprenderla domani… se sono ancora vivo. Non voglio comunque che restiate qui. Quella non ha detto che avrebbe ucciso qualcuno stanotte. Potrebbe anche avere l’intenzione di farlo magari in un altro momento. Magari non torna neanche qui. Magari telefona, che ne so?

Chiara                         Scusa, ma hai detto “quella” o sbaglio?

Gilberto                      No, non ti sbagli, ho sentito benissimo anch’io: ha detto “quella”.

Fausto                         (imbarazzato) Intendevo… quella persona…

Gilberto                      Di, non è che magari è una tua ex fiamma o una cliente insoddisfatta del tuo operato?

Fausto                         Ma non dire cretinate.

Chiara                         Fausto, non è che non ce la racconti giusta, o che ci nascondi qualcosa per caso?

Fausto                         Sentite, pensatela come volete, ma andatevene prima di mezzanotte.

Marco                         Ho un’idea! Conosco un tizio che è in grado di risolvere il rompicapo!

Tutti                            CHI?


Marco                         Un mio collega. Lo chiamiamo L’Enigmista. E’ uno che sa risolvere qualsiasi gioco enigmistico, qualsiasi: rebus, anagrammi, cose cifrate tutto insomma. Va sempre in giro con pacco di riviste di enigmistica sotto il braccio. Risolve tutto, pensate che ci ha dimostrato che le parole incrociate più facili è in grado di completarle in quattro e quattr’otto, usando solo le orizzontali o le verticali; ha fatto scegliere a noi, in uffico.

Gilberto                      Certo che voi statali sgobbate da matti.

Marco                         Per tua norma: eravamo in pausa pranzo.

Chiara                         Beh, chiamalo allora.

Fausto                         Non credo che uno sia disposto a uscire di casa a quest’ora per andare a risolvere un quiz a casa di uno sconosciuto.

Marco                         Scherzi? Se gli dico che c’è un rompicapo inesplicabile, si precipita qui anche se è costretto a noleggiare un elicottero. Figuriamoci se gli dico che è un caso di vita o di morte.

Gilberto                      Noleggiare un elicottero? Certo che ne guadagnate di soldi voi statali.

Marco                         Era un modo di dire e comunque mai quanto gli evasori fiscali come te, specie se, come te, sono proprietari di un istituto di bellezza.

Gilberto                      Ohe, bello, guarda che io le tasse le pago tutte… beh, quasi tutte.

Fausto                         Sentite, non perdiamo tempo; si sta facendo tardi, se devi chiamarlo chiamalo e facciamola finita.

Gilberto                      Si stakanovich, statalovic, chiama il miliardovic.

Chiara                         (a Gilberto) Cretinovic!

Marco                         (va al telefono e forma un numero) Pronto? Luca?… Ciao, sono Marco… No, no niente, senti ti chiamo per un’emergenza. Ho un amico che è stato minacciato di morte se entro la mezzanotte di oggi non è in grado di risolvere un enigma… Certo che non è in grado, se no cosa ti chiamavo a fare?..

Gilberto                      Sveglio ‘sto Enigmista!

Marco                         Si, entro mezzanotte… No, è meglio che vieni qui… Come “come faccio”

Gilberto                      Questo non riesce neanche ha indovinare dove ha le chiappe.

Marco                         No, l’indirizzo non lo devi indovinare…

Gilberto                      E’ anche peggio del mago Otelma!


Marco                         …Viale Beatrice d’Este 80… Come non sai la strada? Ma se mi hai detto che hai il navigatore sulla macchia… Ah, te n’eri dimenticato… (coprendo il ricevitore) Dice che non si ricorda bene dove ha parcheggiato l’auto, la deve cercare, potrebbe volerci un po’…

Gilberto                      (a Fausto) Dammi retta, portati avanti: chiama un’agenzia di pompe funebri e comincia a organizzarti le esequie.

Chiara                         E falla finita.

Fausto                         Digli di prendere un taxi, pago io.

Marco                         Senti, per fare prima puoi prendere un taxi, paga il mio amico… Si andata e ritorno… no la ricevuta non serve, dai muoviti che il tempo stringe… come fai a chiamare un taxi? Ti affacci alla finestra e urli. Ciao, ti aspettiamo. (riattacca sbuffando) Naturalmente per come chiamare il taxi scherzava.

Fausto                         Mah! Speriamo.

Gilberto                      Certo che nello Stato assumono di tutto. Cos’è fanno test particolari e se ne scoprono uno intelligente lo mandano a cagare?

 

Marco                         Scherza, scherza. Aspetta di vederlo all’opera…

Gilberto                      Non mi piace la lirica, io sono per l’Heavy Metal.

Chiara                         (a Fausto) Ma dovevi proprio invitare anche ‘sto deficiente?

Fausto                         (stringendosi nelle spalle) Ma lo sai com’è Gilberto, gli piace scherzare.

Marco                         Ha detto che arriva in un lampo. Fidati. Hai presente il protagonista del “Codice da Vinci”?

Fausto                         Si.

Marco                         Ecco, questo qui è anche meglio.

Fausto                         A parte  un piccolo particolare.

Marco                         Sarebbe?

Fausto                         Che quello là non dava l’impressione di essere un rimbambito. (suonano alla porta. Tutti si guardano meravigliati)

Gilberto                      Certo che è stato di parola!

 

Fausto                         (va ad aprire. Entra la morte vestita allo stesso modo) Prego… Stavamo in pensiero.

                                    (i tre si alzano, mentre la nuova venuta si fa loro incontro)

Fausto                         Questa è… (non sa che dire)

Morte                          Ade Etrom. Molto lieta.

                                    (Marco e Chiara si presentano stringendole ma mano)

Gilberto                      Gilberto. En-chan-te! (inchino e baciamano) Che gelida manina!

Morte                          Trova?

Fausto                         Prego, accomodatevi. Ade è un’amica, sfortunatamente ci siamo conosciuti… da poco.

Gilberto                      (prima di prendere posto, passando accanto a Fausto) Complimenti. Bella gnocca!

Chiara                         Anche lei qui per risolvere l’enigma?

Morte                          Temo di non poter essere di grande aiuto: non sono portata per queste cose.

Gilberto                      Beve qualcosa?

Morte                          No grazie, sono astemia. Possiamo fare un po’ di conoscenza?

Gilberto                      Non chiedo di meglio.

Morte                          (ignorandolo) Mi dica, Chiara, lei di cosa si occupa? (Gilberto è deluso. Fausto preoccupato e contrariato)

Chiara                         Insegno. Medie superiori.

Morte                          Interessante. E cosa insegna?

Chiara                         Lettere.

Morte                          E come sono i suoi allievi? Bravi?

Chiara                         Insomma…

Gilberto                      (fa per parlare ma è preceduto da Marco)

Marco                         Io sono impiegato statale. Ramo pensioni.

Gilberto                      Qualcosa di cui Fausto probabilmente non avrà bisogno. Io invece ho un istituto di bellezza. Poi le darò il mio biglietto da visita: credo che un po’ di lampada non le farebbe male; la vedo un po’ palliduccia. E ho anche l’impressione che lei non sia una che mangia molto, o sbaglio?

Morte                          Diciamo che non mangio affatto.

 

Gilberto                      Mi permetto di consigliarle un dieta ipercalorica sa, agli uomini piace un po’ di ciccia. Anche se lei è molto affascinante anche così.

Morte                          Grazie. Sa, non mi capita spesso di essere considerata affascinante.

Gilberto                      Strano. Per me è la donna più bella e affascinante che abbia mai incontrato.

Fausto                         Perchè non ci dai un taglio?

 

Chiara                         E lei, Ade, di cosa si occupa?

Morte                          Di cadaveri.

Tutti                            Cadaveri? (sgomento generale)

Morte                          (sorride) Ho un impresa di pompe funebri. (sollievo generale)

Gilberto                      (guarda Fausto che è seduto in disparte, estraniato dai discorsi) Ci siamo già cautelati eh?

Fausto                         (con un gesto lo manda a quel paese)

Chiara                         Un’attività molto redditizia, immagino.

Morte                          Si, non c’è mai stagione morta.

Marco                         E come si chiama la sua agenzia?

Morte                          Requiescat.

Gilberto                      Mai sentita.

Morte                          (ironica) Fortunato mortale.

Fausto                         (intervenendo) E se cambiassimo discorso, magari con qualcosa che non abbia a che fare con agenzie di pompe funebri e cadaveri?

Gilberto                      Scusa, hai ragione. Dimenticavo che sei un prossimo ad essere cliente della signora… (alla morte) A proposito, signora o signorina?

Morte                          Ha importanza?

Gilberto                      Per me si: sono scapolo.

Morte                          Allora io sono signorina.

Gilberto                      (illuminandosi) Grande! (si frega le mani)

Fausto                         Gil, devo dirti una parola. (cenno col capo e i due si appartano, mentre gli altri mimano una cordiale conversazione) Lasciala perdere, non è il tipo che fa per te…

Gilberto                      Di, hai una relazione con lei, per caso?

Fausto                         Ma neanche per idea! Dammi retta, stalle lontano: è pericolosa!

Gilberto                      Macchè pericolosa e pericolosa, ha l’aspetto della classica dark lady. Mi piace, e poi l’aria di essere una gran porcona. Stasera mi sa che l’accompagno a casa.

Fausto                         Per l’amor di Dio, non farlo! Ti prego, lasciala perdere, anzi vattene subito, non vorrei che ti mettesse gli occhi addosso…

Gilberto                      Non sarai mica geloso?

Chiara                         Ehi voi due, avete finito di confabulare?

Gilberto                      Finito. (Fausto non è molto convinto. Si uniscono agli altri)

Chiara                         Possiamo sapere, di grazia, cosa avevate da dirvi di segreto?

Gilberto                      Cose da maschietti.

Marco                         (alla morte) Lei ha un cognome molto strano, insolito direi: Etrom.

Morte                          E’ di origini slave, credo, le sue radici si perdono nella notte dei tempi.

Gilberto                      E dalla notte dei tempi com’è che è arrivata fin qui?

Morte                          (rabbuiandosi) Cosa intende dire?

Gilberto                      Intendo dire da casa sua, è venuta a piedi, in taxi o con un suo mezzo?

Morte                          Niente del genere.

Gilberto                      Non vorrà farci credere che è arrivata qui volando, magari su una scopa...

Morte                          (ironica) Mi sta dando della strega?

Gilberto                      Ci mancherebbe! Scherzavo.

Morte                          Mi sono semplicemente materializzata davanti alla porta.

Gilberto                      Mi piacciono le donne spiritose. (morte lo guarda con compatimento)

Marco                         Non ci faccia caso, fa cosi con tutte.

Chiara                         Sempre a tacchinare senza mai riuscire a combinare niente.

Gilberto                      Oh, sentila lei. Tu che ne sai? Guarda che io non sono il tipo che va in giro a sbandierare le sue conquiste. Sono un gentiluomo, io.

Chiara                         Si, anche perché hai ben poco da sbandierare.

Gilberto                      Comunque, se vuole, posso riaccompagnarla.

Morte                          Molto gentile. Ma l’avverto: sto molto lontano.

Gilberto                      Bene, così avremo modo di conoscerci meglio. (suonano alla porta)

Marco                         Questo dev’essere lui.

Morte                          Aspettate qualcuno?

Gilberto                      Si, niente popodimeno che… “L’Enigmista”.

Fausto                         (che nel frattempo è andato ad aprire seguito da Marco) Buonasera, prego si accomodi.

Luca                            (entra. Ha delle riviste di enigmistica sotto il braccio) Buonasera. (tende la mano a Fausto con un inchino) Luca Maggi, detto l’Enigmista, per servirla.

Fausto                         (gli stringe la mano) Fausto Ferrari, molto lieto.

 

Marco                         Ciao, Luca, grazie di essere venuto.

Luca                            Ohe, ciao. Anche tu qui? Come mai?

Marco                         Come “come mai”? Ma se ti ho chiamato io…

Luca                            Ah già, è vero scusa.

Fausto                         Venga, posso offrirle qualcosa?

Luca                            Un whiskyno non ci starebbe male. Oh ma quanta bella gente!

Fausto                         (gli versa da bere e gli porge il bicchiere) Mi scusi, ma il tempo stringe, le presentazioni le faremo dopo.

Luca                            (prende il bicchiere) Non si preoccupi… come ha detto che si chiama?

Gilberto                      (ridacchia divertito)

Fausto                         (sospirando) Fausto Ferrari.

Luca                            Non si preoccupi, caro Fausto, risolveremo tutto per tempo. (beve e schiocca le labbra) Ci voleva proprio! Sa che non ho fatto per niente fatica a trovare casa sua?

Fausto                         Mi fa piacere ma se…

Luca                            Questi navigatori satellitari sono eccezionali: gira di qua, volta di la… siete arrivati. Mi ha guidato fin sotto casa sua! Incredibile, chissà come fanno?

Marco                         Dai Luca, da un’occhiata all’enigma; sei venuto qui per questo o per parlarci dei navigatori satellitari?

Luca                            Senza navigatore satellitare, sarei morto.

Fausto                         Io rischio di morire ugualmente se non risolve questo rompicapo entro mezzanotte.

Luca                            Benissimo. Dunque, signor Felice…

Fausto                         (esausto) Fausto…    

Luca                            Ma si, Fausto o Felice fa lo stesso: sono sinonimi. Comunque non capisco perché lei continui a tergiversare invece di mostrarmi l’enigma da risolvere, mi ha chiamato per questo no? Su, non resti li impalato: il tempo stringe, mi dica di cosa si tratta.

Fausto                         (indicandogli lo specchio) Capire il significato di questi numeri.

Luca                            (da un’occhiata attenta per qualche istante, poi scuotendo il capo) Irrisolvibile, chiunque gliel’abbia proposto o barava o è un imbecille. Sono venuto qui per niente. Arrivederci. (fa per andarsene)

Fausto                         No, aspetti. Concordo con lei che chi me l’ha proposto è un ibecille. (occhiata a morte) Mi è stata fornita una chiave per la soluzione.

Luca                            Ah, beh, allora la cosa cambia aspetto. Ma, mi scusi, perché lo deve risolvere entro mezzanotte? E perché è così importante?

Fausto                         E’ assurdo, mi rendo conto, ma il tizio che mi ha costretto a decifrare ‘sta roba ha detto che se non ci riesco entro questa mezzanotte, ucciderà una persona.

Luca                            Interessante, e come mai…

Fausto                         Senta, i particolari glieli dirò dopo; manca poco alla scadenza dell’ultimatum, la prego mi aiuti.

Luca                            Va bene, va bene, sono qui per questo, quindi la smetta di tergiversare, santo cielo! (vede la morte) Oh, ma che signora interessante! (fa per avvicinarsi. Fausto lo trattiene)

Fausto                         Dopo, la prego!

Luca                            (si libera dalla mano di Fausto. Sempre fissando la morte) Non sia così agitato, vedrà che risolveremo tutto. Mi diceva di una chiave…

Fausto                         Si, è racchiusa in questa frase, o così mi ha detto: guardate ma non vedete, sentite ma non ascoltate. Mi ascolta?

Luca                            (ignorandolo va verso la morte) Permette? Luca Maggi. (inchino e mano tesa)

Fausto                         (alza gli occhi al cielo sconsolato)

Marco                         Sta tranquillo, lascialo fare, fidati: è un genio!

Morte                          (stringendo la mano a Luca) Ade Etrom.

Luca                            (ritrae subito la mano, come se si fosse scottato) La sua mano  è perfettamente adeguata al suo nome.

Morte                          (ironica) Trova?

Luca                            Ade: l’inferno pagano. Etrom: letto al contrario: morte. La sua mano è gelata come quella di un morto.

Marco                         (a Fausto, sottovoce) Te l’ho detto che è un genio: non gli sfugge nulla.

Gilberto                      Pensi che ha anche un’agenzia di pompe funebri.

Luca                            Davvero? Uhm, interessante. (arretrando sospettoso. Poi senza distogliere lo sguardo dalla morte, a Fausto) Posso sedere?

Fausto                         Certamente. (poi tra se) Speriamo che non riparta per la tangente…

Luca                            (siede, toglie dalla tasca della giacca un notes e una biro. Comincia a scrivere. Gli occhi di tutti sono puntati su di lui. Fausto consulta l’orologio)

Fausto                         Ci restano poco più di dieci minuti.

Luca                            (prendendo appunti e parlando fra se) Guardate ma non vedete, sentite ma non ascoltate, ha detto?

Fausto                         Si, proprio così.

Luca                            Non mi distragga, per favore.

Fausto                         (spazientito) Ma se mi ha fatto una domanda!

Luca                            Non parlavo con lei: parlavo fra me e me. Ma sa che in questa casa è impossibile concentrarsi? Tutti che parlano a vanvera!

Fausto                         (alzando gli occhi al cielo) Signore, dammi la forza di non strozzarlo!      


Luca                            Allora… Vediamo la correlazione fra questi due costrutti… Uhm… Capisco il guardare e non vedere, ma cosa centra l’ascoltare?… (Fausto passeggia nervosamente. Gli altri si fanno tutti alle spalle di Luca. Morte resta seduta immobile) Per capire bisogna forse vedere e ascoltare… ma ascoltare cosa?… Certo quello che è stato appena detto… quindi il guardare è relativo. (balza in piedi. Rivolto a Fausto) Manca qualcosa! Non può essere altrimenti: così le garantisco che la questione è irrisolvibile.

Fausto                         (stancamente) Questo è tutto quello che mi è stato detto. Lo ha ripetuto più volte.

Luca                            E’ proprio sicuro sicuro che sia tutto qui? Non dimentica qualcosa?

Fausto                         (scuote il capo sconsolato)

Luca                            (perentorio) Si concentri! Il matto, subito dopo deve aver aggiunto qualcosa a questa frase! Cerchi di ricordare!

Fausto                         Ha detto di avermi fornito la soluzione su un piatto d’argento. Che era semplicissima.

Luca                            No! Se  prima di dirle questo non ha aggiunto altro, allora non le ha fornito un bell’accidente di niente!             

Fausto                         Forse… forse. Si, ha detto qualcosa senza senso… aspetti… ha detto… “insomma è male”, credo. Si ha detto così.

Luca                            Un anacoluto.

Fausto                         E cosa sarebbe?

                                   

Gilberto                      Dal nome, direi una bestia schifosa.

Chiara                         Un anacoluto è un costrutto sintattico anomalo.

Luca                            Esattamente. Oh, ciao Chiara, non ti avevo vista. Come mai sei qui?

Chiara                         Dal momento che c’è anche Marco… sai, mio marito. Ti ricordi?

Luca                            Figurati! Marco è il mio miglior amico. E come va la scuola?

Fausto                         (fa per avvicinarsi minaccioso a Luca con le mani protese ad artiglio. Marco lo blocca. Gilberto che ha continuato a ridacchiare, si asciuga gli occhi)

Chiara                         E se tornassimo al nostro anacoluto?

Gilberto                      Giusto. Se ne trova uno anche nel Manzoni, nei Promessi sposi, la dove dice: Quelli che son morti dobbiamo pregare. Un anacoluto. Interessante. ( alza e comincia a passeggiare riflettendo fra se)  Perché usare un anacoluto?

Chiara                         E allora? Che importanza può avere?

Luca                            (ignorandola) Ma certo: per sviare l’attenzione sul significato… Vediamo… dice: insomma è male… In-somma è male! Ma certo è questa la chiave: in somma è male! Semplicissimo! Elementare!

Marco                         (a Fausto) Visto? Te l’avevo detto.

Fausto                         Si sbrighi, mancano due minuti a mezzanotte!

 

Luca                            Incredibile! Ancora non ci arrivate!? In somma è male. (si avvicina allo specchio. Prende il pennarello rimasto sulla mensola e separa a coppie i tre con delle barre verticali. 33/33/33, poi girandosi verso gli altri) Chiaro adesso?

Tutti                            (scuotono il capo con espressioni eloquenti di chi non ha capito)

Luca                            Oh ma che imbranati! In somma… Tre più tre, sei. (pone un sei sotto la prima coppia e ripete l’operazione per le due coppie rimanenti) Tre più tre, sei. Tre più tre, sei. 6 6 6. Oppure, se preferite (divide a metà la cifra con una barra verticale) 333 più 333, uguale 666. In somma è male. E’ più chiaro adesso?

Tutti                            (scuotono il capo con espressioni eloquenti di chi non ha capito)

 Luca                           (spazientito) Ma questa cos’è? Una riunione cerebrolesi?

Gilberto                      Senti chi parla!          

Luca                            666: il numero della bestia. Il male, cioè satana. Elementare. In somma questo numero rappresenta il male. Qualcuno ha sentito, ma non ha ascoltato, ha visto ma non ha guardato. Elementare, Watson.

Fausto                         Ma è sicuro che sia questa è la soluzione?

Luca                            Non c’è altra possibilità… e poi io non sbaglio mai, si fidi. Il tizio è furbo, ma non abbastanza. Se non avesse usato un anacoluto, ma avesse detto: insomma è il male, la soluzione sarebbe stata palese. Cos’è il male? chi lo rappresenta? Satana. Lapalissiano.

Morte                          (con lento applauso) Complimenti, davvero. Bravissimo.

Gilberto                      (inchino teatrale) Grazie.

Gilberto                      Io più spiega e meno capisco.

Fausto                         (sollevato, guarda l’orologio) Un minuto a mezzanotte. Ce l’abbiamo fatta. (guarda la morte e gli risponde col gesto dell’ombrello) Grazie, Luca, grazie infinite, lei stanotte ha salvato una vita, se lo ricordi.

                                    (complimenti e pacche sulle spalle anche da parte degli altri)

Luca                            Oh, una cosa da niente, un gioco da ragazzi. La prossima volta chiamatemi per qualcosa di più complicato. Beh, ora posso anche andare. Scusi una parola signor… Gaio, se non sbaglio.

Fausto                         Sono sempre Fausto.

Luca                            Beato lei! A me succede di rado… sa, sono un tipo molto riflessivo e questo mi porta a pensieri…

Fausto                         Scusi, ma non doveva dirmi qualcosa?

Luca                            Si ma lei continua a tergiversare, a cavillare sui nomi… (lo prende in disparte) La mandi via. Mandi via quella donna. Se ne liberi al più presto, mi dia retta.

Fausto                         Perché?

Luca                            Non lo so, ma la mandi via: da i brividi. (a tutti gli altri con un inchino) Signore e signori, è stato un piacere. (si avvia per uscire dalla parte sbagliata)

Fausto                         Guardi che è da qui che si esce. (indica l’uscita)

Luca                            Ah, si? Non è da qui?

Fausto                         No da qui.

Luca                            E’ sicuro? Proprio sicuro?

Fausto                         Vuole che non sappia da dove si entra in casa mia?

Luca                            Si, ma io devo uscire mica entrare.

Fausto                         Da qui si entra… e si esce. Funziona così di solito.

Luca                            (poco convinto) Strano…  (esce)

Gilberto                      Meno male che siamo noi gli imbranati! (a Marco) Ma quello li, tutte le mattine lo andate a prendere o ci viene da solo in ufficio?

Marco                         Come tutti i geni è un po’ distratto.

Gilberto                      Chiamalo distratto… Quello se entra in un cesso che non è il suo non riesce più a venirne fuori. Non è che lo accompagnate anche a pisciare, per caso?

Marco                         (finge una risata) Ah, ah, ah. Ma che spiritoso.

Fausto                         (accasciato sul divano) E’ finita, grazie a Dio.

Chiara                         Ringrazia Luca piuttosto.

Fausto                         Si, ma me la fatta sudare ‘sta soluzione. Non si decideva mai, con tutto il suo parlare a vanvera a momenti arrivavamo fuori tempo massimo.

Gilberto                      E’ mezzanotte passata. Come mai il matto non si fa vivo?

Fausto                         Che si faccia vivo, non è molto verosimile.

Marco                         Cosa intendi dire?

Fausto                         Ma no, niente…

Gilberto                      Vedo che finalmente hai capito che ti hanno preso in giro alla grande.

Marco                         Beh, possiamo anche andare adesso. Se il matto si fa vivo, non farlo entrare, dagli la soluzione fuori dalla porta. O vuoi che restiamo ad aspettarlo?

Fausto                         No, grazie, ragazzi. E soprattutto grazie a te, Marco, se non chiamavi il tuo collega…

Gilberto                      Il mentecatto, a quest’ora avrebbe già dovuto farsi vivo. Mi sa che era tutto uno scherzo. Tuo o del matto. (suonano alla porta) 

Chiara                         E’ lui! (agitazione dei tre)

Fausto                         (va ad aprire)

Luca                            (entra) Sa che aveva ragione? Da qui si esce anche se è un’entrata.

Fausto                         E’ tornato per dirmi questo?

Luca                            No, ho dimenticato il notes, la biro e le mie riviste. (raccoglie le su cose, poi si avvia per uscire dalla parte sbagliata. Ha un ripensamento e si dirige alla parte giusta) Ah, già… Ma che casa strana! (passando accanto a Fausto che è rimasto sulla porta) Ancora qui quella? (esce)

Marco                         Beh, direi che adesso ce ne possiamo andare. Signora Ade, è stato un piacere. Arrivederla. (stretta di mano)

 Chiara                        (salutando a sua volta) Buonanotte.

Gilberto                      (stringendole la mano) Allora, quello strappo a casa?

Morte                          Grazie, ma tornerò come sono venuta.

Gilberto                      Materializzandosi?

Morte                          Più o meno.

Gilberto                      Peccato. (le da un biglietto da visita) Nel caso decidesse per farsi una lampada, le farò uno sconto e l’inviterò a cena.

Morte                          Non mancherò.

Gilberto                      Magnifico!

Fausto                         (accompagna gli ospiti alla porta. Saluti a soggetto. Poi siede su una poltrona lontano dalla morte. Rilassato e sollevato. Freddamente) La sua compagnia non è per nulla gradita. Ha intenzione di stare qui ancora per molto?

Morte                          Crede che sia tutto risolto?

Fausto                         Perché, c’è qualcosa che non va?

Morte                          Si, il suo orologio. Va in dietro di un paio di minuto. E’ arrivato fuori tempo massimo.

Fausto                         (si accascia sconfortato) Immagino che sia inutile che controlli, vero?

Morte                          Credo proprio di si.

Fausto                         Allora dovrò venire con lei… E’ cosi?

Morte                          Non è necessario.

Fausto                         Ha detto che se non avessi risolto il suo stramaledetto giochino, qualcuno in questa casa sarebbe morto, e qui ci sono solo io.

Morte                          Faceva parte del gioco. Del diversivo che di tanto in tanto mi concedo… o mi è concesso. Le avevo detto che era un gioco, non ricorda? Ah già, voi sentite ma non ascoltate. Nessuno in questa casa doveva morire. Non sono io a stabilire chi vive e chi muore.

Fausto                         (stancamente) Senta, sono stanco dei suoi giochini e di tutte le sue stronzate. Si è divertita abbastanza, adesso se ne vada o la sbatto fuori io. (fra se) Prima o poi mi sveglio e scopro che è stato tutto un sogno.

Morte                          (si alza, fa per avviarsi, poi ha come un ripensamento) Un’ultima cosa. Domani non telefoni al suo amico Gilberto: non risponderà.

Fausto                         (balza in piedi) Che cosa vuol dire?

Morte                          Ha capito benissimo.

Fausto                         (a se stesso, disperato) E’ colpa mia! Mia e del mio orologio, di quell’idiota d’un Enigmista! Con tutto il suo parlare a vanvera… che…

Morte                          No. Sarebbe successo comunque. Gliel’ho detto, non sono io a stabilire certe cose. Il suo amico sarebbe morto comunque. Il mattacchione guida, anzi guidava come un pazzo. Voleva accompagnarmi a casa. Gli piacevo così tanto! Ma quando ha guardato nello specchietto retrovisore e mi ha vista seduta li didietro… si è spaventato a morte e… Domani lo definiranno un incidente spettacolare nel quale il guidatore, ahimè, ha perso la vita.

Fausto                         Maledetta! (fa per scagliarsi contro di lei, ma si trattiene)

Morte                          Via, avvocato, in fondo per un attimo ha pensato: “meglio lui di me”.

Fausto                         (si accascia sul divano con la testa tra le mani. Morte si riavvia per uscire)

                                    Perché ci odia tanto?

Morte                          (scoppia a ridere e torna sui suoi passi) Odiarvi? (da qui in avanti sempre con  rabbioso disprezzo) Troppo onore. Quello che provo per voi è molto peggio.

 

Fausto                         E sarebbe?

Morte                          Indifferenza, caro avvocato. Indifferenza.

Fausto                         Mi dica perché? Perché oltre ad ucciderci si diverte alle nostre spalle? Che cosa le abbiamo fatto?

Morte                          A me niente. E’ ciò che avete fatto a voi stessi. E poi gliel’ho già detto che non dipende da me. Non uccido nessuno, (allusiva) io.

Fausto                         E cosa avremmo fatto a noi stessi?

Morte                          Via, avvocato, non sia ingenuo. Avete cominciato più di un milione d’anni fa a farmi fare gli straordinari e ancora non avete finito. Ho visto cose che voi mortali nemmeno immaginate…

Fausto                         Cos’è, frequenta anche i cinema? Questa l’ha presa pari pari da Blade Runner.

Morte                          (ignorandolo) Ho visto di cosa siete capaci. Ero nei lager nazisti, nei gulag, a Hiroshima, a Nagasaki, nei tribunali dell’Inquisizione e sui campi di battaglia delle centinaia di migliaia di guerre che avete combattuto e continuate a combattere. Lei non s’immagina nemmeno di cosa siete capaci! Omicidio, sterminio, tortura; questi sono i vostri sport preferiti, altro che il calcio o la pesca. Dietro la vostra pretesa civilizzazione si nasconde sempre la bestia che avete dentro, pronta a scatenarsi  per le cose più futili. Le serve altro?

Fausto                         Non siamo tutti così.

Morte                          Oh no! Qualcuno degno di essere chiamato umano c’è anche stato e c’è. Un numero irrisorio, insignificante rispetto ai miliardi che hanno attraversato la vostra storia, quasi delle anomalie.

Fausto                         E per questi? E per le vittime? Sempre e solo indifferenza?

Morte                          E’ l’unico sentimento di cui sono dotata. Non posso permettermi il lusso di averne altri. Se così non fosse, grazie a voi, non sarei durata nemmeno un giorno. E poi molte di quelle vittime sono state tali solo perché non si sono trovate nella condizione di essere loro stessi carnefici.

Fausto                         E Dio?

Morte                          (lo guarda in silenzio. Poi scuote il capo) Non faccia il furbo avvocato, cosa pensa di potermi estorcere? E poi cosa c’entra?

Fausto                         (si stringe nelle spalle) Era solo una domanda.

Morte                          Una domanda cui non posso e non voglio rispondere. E poi lei è ateo. Lo è diventato quando ho preso sua moglie. Una reazione banale, puerile e anche stupida, tipica della vostra razza. Del resto, anche se le rispondessi non sarebbe nemmeno in grado di capire. Questo è un enigma anche più complicato per gente cieca, sorda ed essenzialmente idiota. Si, perché voi non siete intelligenti, no, credete di esserlo, ma siete solo ingegnosi, avete scoperto l’energia elettrica e fra le altre cose l’avete usata per arrostire su una sedia i vostri simili. Avete scoperto l’energia nucleare e la prima cosa che ne avete fatto è stata una bomba. L’elenco non finisce mica qui: è lunghissimo.  In sostanza siete degli idioti, geniali certo, ma idioti.

                                    L’unico sentimento che riuscireste a suscitare in un essere intelligente è la pietà. Non si disturbi ad accompagnarmi, conosco la strada. (si avvia)

Fausto                         (si alza) No, aspetti.

Morte                          Un minuto fa non vedeva l’ora che me ne andassi e adesso mi chiede di restare?

Fausto                         Si. Vorrei poter parlare ancora con lei, chiederle delle cose…

Morte                          Non ho risposte da darle. Quelle se le cerchi da solo. Stanotte ho fatto di lei un altro uomo, non so se migliore o peggiore, questo spetta a lei. Personalmente non nutro grandi speranze. Non abbiamo altro da dirci. (la porta si apre da sola. Arrivata sulla soglia si ferma) Anzi, una cosa c’è. Quando tornerò… non sarà per giocare. Buonanotte.. avvocato. (esce. La porta si richiude con un tonfo)

Buio

SIPARIO