L’uccellenza di Curtocicerchia

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Caro amico/a,

che ti accingi a leggere queste mie divagazioni teatrali, ti ringrazio.

        Se non ti è di molestia vorrei darti dei consigli al fine di una migliore

comprensione e auspicabile rappresentazione. (leggere e “vedere” non è facile). Lo può fare chi ha doti magiche di regia, e chi ama veramente il

vero Teatro!

       Questa commedia è nata in vernacolo pugliese. Poi tradotta in lingua e quindi rappresentabile ovunque. Dai contenuti universali, non male sarebbe riportarla in vernacolo. Senza travisarla o cambiarne il titolo, ma adeguandola intelligentemente all’ambiente in cui si vive; magari sfruttandone altri lati stimolanti che ogni dialetto nasconde. Due delle mie commedie sono state tradotte e rappresentate in Spagna con eccellenti risultati.

         Questa e altre commedie sono tutelate dalla SIAE.

         Già collaudate, ognuna con centinaia di repliche in Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Lussemburgo..

 Qualora vorreste rappresentarla ne sarei onorato e  felice.

         Trascriverla non è stato facile. Penserai ad una caduta di

mordente: ipotesi probabile! Però anche nella trascrizione ho scoperto e sfruttato altre sorprendenti sfaccettature dovute alla semplicità e bontà dei contenuti. (forse ho esagerato, ma sta a te giudicarlo).

        E’ di facile messa in scena perché scritta, interpretata e allestita da

“uno” che nel Teatro ci vive da sempre!

         Se  avrai bisogno di chiarimenti o altro, puoi rivolgerti senza alcuna remora (tanto sto in pensione) a:

Donato Bitetti – Via Montefreddo, 14 – 70029 SANTERAMO – Bari

Tel e fax 080 3038237 – cell. 330 85 04 01  -

E.Mail: teatromurgia@hotmail.it

Grazie per la paziente disponibilità.

                           Ti auguro ogni bene, e una buona lettura.

  L’UCCELLENZA DI CURTOCICERCHIA

                                      

                                     di Donato Bitetti

                          

                         commedia brillante in due tempi

Personaggi:

ERASMO Squannillo     contadino – ex sindaco - onorevole         

SABBELLA                   moglie di Erasmo

PEPPINO                        contadino – secondino

CECCHINA                    moglie di Peppino

ONOREVOLE Rocco  Capovento

AVVOCATO/A               

RAFFAELE                      figlio dell’Onorevole

GIULIA                             figlia di Erasmo

DON CICCIO                    parroco

PASQUALE                      contadino lagnoso

MAFIOSO                       carcerato

TRAMA:

   Erasmo dopo l’avventura da sindaco ritorna alla sua vita tranquilla di campagna. Dopo qualche tempo però viene di nuovo “convinto” e inserito nella campagna per l’Elezione a Parlamentare. Questa volta l’aspirante alla Camera,  Rocco Capovento, lo convince con l’inganno ma soprattutto con l’inconscio aiuto del giovane figlio Raffaele che si innamora di Giulia figlia di Erasmo.

   Il secondo tempo si svolge in una cella carceraria dove sono finiti gli Onorevoli

Erasmo e don Rocco. Nella stessa si alternano tanti personaggi con situazioni

tragicomiche. Finale ancora una volta con una morale ben precisa: “La legge è uguale per tutti! …ma per qualcuno è più “uguale!”.

DURATA: 100 minuti

Consiglio: in questa commedia si possono sfruttare, con leggere modifiche, le stesse scene del “Sindaco di Curtocicerchia”.

                           Ogni riferimento a persona o cosa e puramente casuale

-2  -

                                                      Primo  Tempo

1^ scena

            La scena si apre sull’aia di Curtocicerchia. Erasmo armeggia con una

         roncola. Da una canna costruisce e prova un flauto.

Erasmo – (prova, suona, accenna il motivo, canta)

                     Io tengo ‘nu  marito zappatore oilaaa,

                   io tengo ‘nu marito zappatore, oilaaa.

                   Quando la sera mi porta un bel fiore,

                   andiamo lo zappatore, come ci vogliamo amar!

                   Quando la sera  mi porta un bel fiore,

                   andiamo lo zappatore, come ci vogliamo amar!

                   (prova di nuovo e accenna col flauto)

                      Io tengo ‘nu marito e faceva…

Peppino – (cantando a continuare)

                   …e faceva il sindaco oilaaa,

                   Io tengo ‘nu marito e faceva il Sindaco, oileeee.

                   Io tengo ‘nu marito e faceva il Sindaco, oilaaaa.

                   Quando ebbe la fortuna, di stare sul Comune,

                   ci prendeva per il culo, a uno a uno…

         (continua recitato)

         E Annina? Annina la lagnosa, non si è fatta vedere ancora?

Erasmo – Che femmina…, è amara… (sapido), sta sempre col lamento. La puoi

          Toccare dove vuoi…

Sabbella -  Cos’è che devi toccare tu?!

Erasmo - …Voglio dire che è come una molla, …non se la tiene per niente una

         sgarbatezza.  Sa stare allo scherzo. La puoi prendere  da tutte le parti…, ma quando gli “toccano” (sfottono) il marito…

Peppino – Vale anche per te, quando ti “toccano”, sul fatto del… Sindaco!

Erasmo – E a te, sul “Posto Affettivo”… (posto effettivo)  Beh, andiamo ad accudire

 gli animali! (uscendo, Erasmo vede una casetta vicina e chiede a Peppino)

 Quella casetta, ce l’hai vuota. Voglio vedere quando me la darai per il ragazzo

 che si sposa. Naturalmente te la devo pagare!

Peppino - Per il momento mi devo fare un pensiero… (escono cantando)

                    “Quando la sera mi porta una pagnotta,

                   tiragli un’altra botta, come viene vien!”.

2^ scena

Sabbella – (rimane sulla scena, scopa,  fa qualche servizio)

Giulia – (passa di corsa, guarda oltre le quinte, gioiosa) Iiiihhh!!! Viene di nuovo,

         viene qua, di nuovo!!

Sabbella – Chi viene? (fa finta di non capire)

Giulia – Raffaele, “Luccio”! Sta venendo qua!

Sabbella – (burbera) Eh, ma ‘sto ragazzo; ora con una scusa, ora con un’altra…

                                                        -  3  -

         (a Giulia imbambolata) Vai, vai, aggiustati un poco, …e prenditi un po’ di

         tempo! Fallo aspettare. Più lo fai aspettare e meglio è! (Giulia esce)

Raffaele – Buongiorno. (un po’ a disagio)

Sabbella – Buongiorno.

Raffaele – Ehm…, le uova avete?

Giulia – (cambiata di sana pianta  entra rapida) Sì, quante ne vuoi?

Raffaele – (si rallegra) Beh, quelle che mi vuoi dare mi dai!

Sabbella – (sorpresa per la velocità, sottovoce) Saetta putt…,  ma come ha fatto…

         Quando la chiami per un servizio… Beh, pensaci tu, io ho da fare. (esce)

Giulia – Va bene, me la vedo io!

Raffaele - …Ehm, quanto costa un uovo?

Giulia – 20 centesimi.

Raffaele – Se ne prendo 10, fanno!?

Giulia – (estasiata cerca di far i conti) …Ehm.

Raffaele - …Dunque uno 20, dieci !?... Allora!?...

Giulia – …Allora, allora te li regalo!

Raffaele – Mah!

Giulia – Ma si, li regaliamo a tutti!

Raffaele – Senti, non darmeli proprio… Sai, l’altro giorno, me li misi in tasca, si

         ruppero e… (mima)

Giulia – E mi bestemmiasti…!?

Raffaele – Ma no!!

Giulia – Allora te ne do cinque, così domani… sono più fresche!

Raffaele – Si, sì. …sai, dall’ultima volta che ci siamo visti ti ho pensato un sacco!

Giulia – Pure io ti ho pensato… un mucchio.

Raffaele – Un sacco, un mucchio…, ma che dici. (ride) Insomma ti ho pensato assai.

Giulia – Anch’io ti ho pensato più assai ancora.

Raffaele – Ti ho portato… (mette una mano in tasca, quindi mostra il pugno chiuso)

         …se indovini che cosa ho in mano… te lo regalo!

Giulia - …Una pecora!

Raffaele – Beh, ti sei avvicinata. Te lo regalo lo stesso! (mostra un braccialetto)

Giulia – Quanto è bello! (lo mette al polso)

Raffaele – Non è che valga gran che… è solo…

Giulia – Pure io ho un regalo per te… aspetta… (da uno scatolo estrae un maglione)

Raffaele – Un maglione…

Giulia - …L’ho fatto con le mie mani!

Raffaele – Tu, l’hai fatto tu?

Giulia – Perché non ci credi? Mettilo!

Raffaele – (lo indossa, ma è chiaramente largo, in particolare nelle maniche lunghe)

         Mah, mi va un po’ lungo.

Giulia – Quando lo lavi si restringerà un poco!

Raffaele – (accenna al maglione) Ma queste misure, chi te le ha date?

                                                           -  4  -

Giulia – Beh, quando lo stavo facendo, ho pensato: Raffaele è… il ragazzo più

         grande del mondo!

Raffaele – E mi hai fatto il maglione più grande del mondo!

Giulia – (lo prende per le maniche) “Che braccia lunghe che hai!”. (imita la vocina

          di Cappuccetto Rosso)                                            

Raffaele – (imita il lupo che vorrebbe acchiapparla) “Per acchiapparti meglio!”.

Giulia – Nonna! Nonna! Aiuto, ho paura, ho paura! (imita la fiaba e scappa

         ridendo. Raffaele la insegue)

3^ scena

Erasmo – (entrando rimane perplesso. Giulia gli sbatte contro. Raffaele è

          imbarazzato e ridicolo col maglione a maniche lunghe) Mah…

Giulia – Papà, papà… (non sa cosa dire).

Raffaele - …Ecco.

Erasmo – (li toglie dall’imbarazzo con una filastrocca)

                            “Ragazze e ragazzi, non abbiate paura,

                            ne di serpi e ne di ramarri.

                            Ma di quel “malverme” che sta nascosto:

                            che con un morso arrabbiato,

                            vi fa stare per nove mesi

                            col ventre gonfiato!”.

Giulia – Papaà, papà…,  Raffaele… (lo acchiappa per la manica)

Raffaele – Ecco…

Erasmo – Bravi, bravi. Avete fatto una bella pensata. E poi Raffaele mi pare

         davvero un buon ragazzo onesto e giudizioso. Da quando mi consigliò quelle

         modifiche, le cose vanno veramente bene!

Raffaele –  (accorciandosi le maniche) Potrebbero andar meglio se foste più

coraggioso , moderno, insomma più…

Erasmo – Azzardante!

Raffaele - …Insomma più fiducioso nelle Istituzioni, che oggi mettono a disposizione

         numerosi vantaggi e agevolazioni.

Erasmo – Ragazzo, devi sapere che: - che non bisogna fare mai il passo più lungo

          della gamba!”-.

Raffaele – Qui non è questione di gambe ma di testa! Tutto sta a studiare i problemi,

         capirli e agire di conseguenza!

Erasmo – (sorpreso e perplesso) Hai ragione, però non è sempre facile; non è che i

         soldi cadono dal cielo!

Raffaele – Questo è vero, però tu… ecco, posso darti del “tu!.

Erasmo – Certo… (confuso) Lei-tu con me… potete usare anche il “voi!”.

Raffaele – Voi… dicevo, tu, godi di ottima fiducia. Qualsiasi banca ti farebbe credito.

Erasmo – Bah. (comunque interessato)

Raffaele – (incoraggiato) …Una stalla d’avanguardia con duecento capi selezionati

                                                       -  5  -

         da latte e da carne, attrezzature moderne…

Sabbella – (entra interessata) …Duecento vacche!? E chi le munge?

Giulia – Ma mamma, ma stanno le macchine meccaniche! (accento da competente)

Raffaele – Miglioramenti, posti di lavoro, un domani…(guarda Giulia) fare una vita

         decorosa e non sacrificata come la vostra. L’idea l’ho già proposta a mio padre.

Erasmo – Ma a noi non è che ci manca niente!

Raffaele – Certo a voi, con le vostre abitudini, con le vostre esigenze. Ma oggi i

         i giovani vogliono il confronto, vogliono stare alla pari con qualsiasi ceto

         sociale.

Giulia – ‘Mbè mamma…, noi andiamo a vedere la chioccia con i pulcini nuovi!

         (escono)

Sabbella – State attenti, che è gelosa e vi può “pizzilare!”.

Erasmo – (burbero) …Mi pare che ‘sta bambina… a presto ce la rubano.

Sabbella - …Proprio adesso che sta imparando a cucinare.

Erasmo - …Ora capisco perchè mi vengono i dolori di pancia!

Sabbella - …A fare il “punto a giorno”, a fare i maglioni…

Erasmo – E basta con la storia di questi maglioni, che non lo capisci ne tu ne lei!

         Insegnale piuttosto a fare i cavatelli. (tipica pasta a mano) …Quando ho visto

         quel ragazzo con quel maglione con le maniche lunghe mezzo metro, mi

         veniva da piangere! …ora tu pensa. Sto ragazzo si presenta alla mamma: -  

         Mamma, questo è un regalo della mia ragazza! -. Io voglio proprio vedere che

         cosa penserà, che cosa penserà!

Sabbella – Sappi, che le mamme, i figli non li misurano con il metro… ma con il

          cuore! (a sorpresa, con accento forbito, posando)

Erasmo - …Ma quanto danno che fa la televisione…

4^ scena

Peppino – (entra con Cecchina  -  rimangono a guardare, sorpresi) Ma a questa

          mugliera “giargianese” dove la trovasti?

Erasmo – Quando facevo il soldato a Casalmonferrato, in “altra Italia” Ci mandarono

          a spalare la neve alle masserie sperdute nelle montagne… e li mi “drupai”.

         (si siede pensando e parlando) …Il ragazzo ha detto cose buone. Ci devo

         pensare, “la notte porta consiglio!”.

Peppino - …La notte porta consiglio, ma cala la guazza!

Erasmo – Tu la guazza ce l’hai in testa! …Mah, forse sto diventando vecchio.

Peppino – Vecchio e rimbambito!

Erasmo – Senti. Fino a quando uno ti dice “vecchio” e va bene. …Ma quando ti dice

         “vecchio e rimbambito!”…La cosa diventa preoccupante.

Sabbella – (a Cecchina) Col nuovo nipotino… come te la godi ad essere chiamata:

         “nonna!”. (canzonando bonariamente) Nonna “Cecchina”, nonno Peppino?

Cecchina – Si, ma queste ragazze moderne io non le capisco. Presi dal comò tutte le

         fasce di lino della “buonanima”. E quella che ti fa? La prende e me le butta al

                                                        -  6  -

         vento! E sai cosa mi disse: - Mamma, ma questi sono sistemi antichi da

         “mediolevo”. Oggi si usano i “pannelli”, i bambini devono essere liberi, voi

         non capite niente! -. (imitandone la voce)

Sabbella – Noi non capiamo niente…! Queste “sciammerie!”. E a loro chi le ha

 cresciute? Sono buone soltanto a sprecare pannetti!!

Peppino – (ricordando) Tu vedevi una volta, quei bei bambini, come pupazzi! …Che

         provavi la gioia a tenerli in braccio!

Cecchina - …Quando li sfasciavi, una volta al giorno…, togli e togli fasce, togli e

         togli fasce, usciva…

Peppino - …Tutto quel “bendidio!”.

Cecchina - …Vedevi quelle gambine, belle dritte dritte, che la “drittezza” arrivava

         fino al cervello!

Erasmo – Ma che stai dicendo. (a Peppino) Questo va ancora “fasciato”… testone era

         e testone è rimasto!

Peppino – Sei dritto tu, che vai ancora coi pantaloni a “culaperto!”. (calzoncini per

         bambini aperti sul retro)

Cecchina – L’altro giorno il bambino stava piangendo e gli dissi: - Non ti preoc-

         cupare, piscerà di meno! “Noo! Andiamo dal  “pediatrico”, andiamo dal

 “pediatrico!” 

Sabbella – E chi è il pediatrico?

Erasmo – E chi sarà? Sarà il veterinario dei bambini.

Cecchina – E’ una bella ragazza e non serve a dirlo! Ma quanto mi fa gonfiare con

         tutti quei biscottini, pappine, vasettini…

Tutti – Ma fagli il “panecotto” che è santa cosa! (escono tutti)

5^ scena

Onorevole – (entra seguito dall’avvocato. Il cane  abbaia furioso) Senti, caro

avvocato. Questa è l’ultima volta che vengo in questo schifo di posto. Quindi

ascoltami bene!

Avvocato – Sono tutto orecchi!

Onorevole – Siamo nella m… (fa cenno alla gola) Ma ora dobbiamo uscirne con

         eleganza.

Avvocato – Pendo dalle sue labbra.

Onorevole – Per quanto sia ritornato Sindaco, queste Elezioni Governative non ci

         volevano. A Roma ormai sanno tutto!

Avvocato – Sa, la radio, la televisione…

Onorevole – Spie maledette!

Avvocato – E sanno anche del gran plebiscito per il nostro ex Sindaco. Quella

         valanga di voti fa gola! …A Roma cercano visi nuovi, puliti!

Onorevole – Voglio! …Vogliono quei voti, a tutti i costi! Ne va di mezzo il mio

         nome, la mia testa!

Avvocato – Sarebbe una perdita incommensurabile!

Onorevole – Già, già… Finiscila e stia attento.(sottovoce, lento e preciso) Mio figlio

                                                          -  7  -

         Raffaele mi ha preceduto perché ha un debole per questa insignificante, rozza,

          anche se pur belloccia campagnola…

         Avvocato – Giovanile infatuazione… (minimizza)

Onorevole – (irato per l’interruzione) Nonché idee di ampliamento a livello

industriale…

Avvocato – Non connetto.

Onorevole – Noi questa volta…

Avvocato – Prometteremo, prometteremo…

Onorevole – No!! Questa volta noi non prometteremo. FA-RE-MO!!!

Avvocato – No!

Onorevole – Sì! (ride sadicamente) Dopo la domanda, fa-re-mo arrivare i primi contributi,facili a pioggia, per la partenza dei lavori.

Avvocato – E qua c’è il miele, …un primo acconto a fondo perduto. (accenna alla

         borsa)

Onorevole – Quindi lo impegneremo e lo coinvolgeremo nel progetto con una lunga

         serie di ipoteche!

Avvocato – Però, il “ganzo” già molto furbo…, si è fatto più guardingo.

Onorevole – Useremo qualsiasi mezzo…

Avvocato – Magari… don Ciccio, …per quella richiesta.

Onorevole – Già, ma senza sbottonarsi troppo. …Ma soprattutto un’esca infallibile:

         “Mio figlio! E il consenso di fidanzamento!”.

Avvocato – Diabolico, ma il nostro pesciolino non abboccherà. Il progetto, la

domanda… certamente la intesterà alla ragazza… forse a tuo figlio…!?

Onorevole – Poco importa! In guerra e in Politica non esiste Ragione, non esiste

         Pietà…, “Il fine giustifica i mezzi!”.

Avvocato – Machiavellico!

Onorevole – Quando tutto sarà crollato, il nostro “Sindaco” si ritroverà in un mare

         di guai. Lo seppelliremo sotto una valanga di cambiali! (pausa) Mio figlio

         lo tireremo fuori con lo stesso sistema ma a condizioni opposte: “Se vuoi

         questo, devi lasciare…”.

Avvocato - …Quello.

Onorevole – No. QUELLA…!

Avvocato – E riprenderci con gli interessi, il fastidio e l’onta subita!

Onorevole – A proposito la lascerò qui  per un “sopraluogo tecnico”…e lei cerchi di sondare e di lavorarsi quella furbissima campagnola che ha fatto rimbambire mio figlio! (con disprezzo) Puh!…Imparentarsi con una famiglia di cafoni!

6^ scena

Cecchina – (entra guardinga con Peppino) Chi siete? Ah, voi siete quelli della

         “penzione”. Vedete che la pensione ancora la devo avere, e a te (all’avvocato)

         detti 500 euro per…

Peppino – (mima il motore)  Vvrraaammm, vvrraaammm!!! …Per  accelerare la

 Pratica!

Avvocato -  Ah, certo certo, siamo a buon punto. Sa, la prassi… i tempi tecnici…

                                                          -  8  -

Onorevole – (distratto) Ne prenda appunto, ne prenda appunto. Per lei faremo un

         apposito decreto!

Peppino – (a volo) E a me, un de…cretino? Per un Posto “Affettivo!?”. (effettivo)

Avvocato – Certo, certo. Lei avrà ciò che si merita, purchè alle prossime Elezioni

         Governative voti per l’Onorevole ed Erasmo; questa volta la campagna la

         faranno insieme!

Peppino – La campagna!? Ma io a “questo”  non l’ho mai visto di zappare!

Avvocato – La Campagna, la Campagna Elettorale! In un abbinamento e in una

 simbiosi che apporti benessere, pace e fratellanza fra i popoli! (con enfasi)

Cecchina – Amen! (stesso tono)

Onorevole – (distratto) Certo, certo, ne prenda appunto, ne prenda appunto!

Peppino – (incredulo) …Ed Erasmo diventerà Onorevole,”Uccellenza”… Andrà a

         Roma!! Ih, ih, ih, (ride e chiama Erasmo) Erasmo, Erasmo!!

7^ scena

Erasmo – (entra) Eccellenza, quale onore! Sabbella porta due tarallucci, un “rizzulo”

           di vino, (brocca tipica) due fichi secchi…

Avvocato – No-no-no-no-no-no-no! (come un motore)

Erasmo – No!?

Avvocato – No! Siamo qua per il sopraluogo, per lavorare, andiamo di fretta!

Onorevole – (entra subito nel merito. Accenna alla mappa che gli mostra l’Avvocato)

         …la stalla moderna la faremo là! Il serbatoio, i silos e il magazzini frigo là…,

         i duecento capi selezionati li faremo venire direttamente dall’Olanda…

Erasmo – Ma che state facendo?

Avvocato – Sei fortunato, piove sul bagnato!

Erasmo – Speriamo che non arrivi la grandine!

Avvocato – E’ lui, è lui, l’Uomo della Provvidenza!

Peppino – (sottovoce) …Non ce n’era uno più aggraziato?

Avvocato – Molte volte, sotto l’apparente, ruvida corteccia si nascondono i più

         nobili sentimenti! (infervorato) Ah, potessimo scrutare, nei meandri della

psiche, vedere cosa c’è in quella cervice! (accenna all’Onorevole)

Erasmo – E cos’è, un melone a prova!?

Onorevole – L’idea e il progetto di mio figlio Raffaele mi piace. Per la verità in un

         primo momento ero titubante, …ma per il bene dei figli si fa ogni cosa, ogni

         sacrificio… (infervorato) per loro si canta, per loro si affronta ogni sacrificio…

Erasmo – Però io non ho capito se devo cantare o devo… suonare. (accenna ai soldi)

Onorevole – I ragazzi certamente canteranno, e noi… faremo i cirenei.

Erasmo - ...i “cicerineri”!?

Onorevole – Erasmo, così come sono stato sempre onesto e sincero, voglio dirti che

         per il Progetto, e non solo per quello, siamo a buon punto! (accenna alla borsa)

         Poi le spiego meglio e con calma.

Avvocato – (rapido e incalzante) E’ necessario comunque da parte Vostra che al

 Progetto, e in particolare sotto gli impegni ipotecari bancari ci metta la sua

                                           -  9  -

firma di avallo che poi sarebbe la migliore garanzia! (lentamente) Pensi…, la

firma di un Onorevole!

Erasmo - …Onorevole!? Ma siete “esageranti, esagerosi”…, magari…

Peppino - …Un Posto Affettivo!

Onorevole – Parliamoci chiaro e tondo. Tu (a Erasmo) devi entrare nella nostra lista

per le Elezioni Governative, e per il resto puoi stare tranquillo. La Vostra posizione cambierà da così a …così! (accenna con le mani)

Erasmo – Bah, …l’interessante è che non cambi da così a così! (accenna con la

mano prima in sù e poi in giù)

Avvocato – Eccellenza!! (ossequioso)

Peppino – “Uccellenza!”.

Erasmo – Mah…, è assai il danno.

8^ scena

Sabbella – (rientra col vassoio, mesce) Favorite!

Erasmo – (fa gli onori porgendo i bicchieri) Se permettete voglio fare un brindisi:

                   “Io tengo una botte, e a tutti quanti apro il rubinetto,

                   per fare un brindisi a chi sarà eletto!”.

Tutti – (a soggetto) Bene, bravo!

Onorevole -             “In un clima di indefesso… successo… (si confonde)

                              Insomma quello che vale, 

                              è la nostra nuova meta: - il QUIRINALE!!”-.

Tutti – Bene, bravo (a soggetto più qualche applauso)

Erasmo – E sempre là andiamo a finire!

Avvocato -                       “Per quanto il lupo all’agnello attenti… (si corregge)

                               In questo luogo ridente ed ameno,

                               auguri ai novelli Romolo e Remo!

Tutti – Bene, bravo!

Cecchina – E che vuole dire?

Erasmo – Che quando sei ignorante te ne stai a casa!

Avvocato – Mi riferivo al simbolo, ai gemelli che allattavano alla lupa!

Cecchina – La lupa? Ma per quei due non basta una vacca!

Peppino -                “Bevo questo vino fino a quando vivo,

                               per fare un brindisi al Posto Affettivo!!”.

Tutti – Bene, allegria!

Onorevole – Bene, noi andiamo. Stasera ci vediamo in Ufficio coi ragazzi, per

         mettere tutto a posto. (chiama) Raffaele! Raffaele! Noi andiamo. (a Erasmo)

         mi raccomando la…

Erasmo - …La “puntualezza!”. (chiama) Giulietta, Giulietta, Vai a prendere una

          ventina di “uove”…

Onorevole – Ma nooo, ma quanto fastidio…

Sabbella – Ma quale fastidio, li diamo a tutti, ai belli, ai brutti…

Raffaele – (ricompare un po’ scomposto, con un po’ di paglia in testa) Ciao.

                                                      -  10  -

Giulietta – (compare dalla parte opposta con la busta delle uova) Buongiorno.

Onorevole – Eh si, la migliore Politica è quella dei giovani!

Giulia – (va verso Raffaele e porge le uova) Le uove! (volutamente: le uove!

         nel porgerle cadono per terra)

Tutti – Ooohhh!!! (qualcuno ride)

Onorevole – Come disse Napoleone quando attraversò il Rubicone: - La frittata è

         fatta!”-. Grazie, grazie! Arrivederci! Ah sentite l’avvocato rimane ancora per

          un sopraluogo tecnico. Magari lo fate accompagnare

Giulietta – Mamma, vado io!

Raffaele – Vengo anch’io!

Onorevole - No! Tu vieni con me, ho bisogno di un tuo parere: Ancora arrivederci e

          grazie!(saluti a soggetto, escono L’Onorevole,l’Avvocato Raffaele, Giulietta. Il

          cane abbaia furioso. Erasmo lo zittisce)

Erasmo – (si siede pensieroso) Mah, non so…, non sono proprio convinto!

Peppino – “Il pane lo ha chi non lo sa rosicare!”. Vai e fammi avere un Posto

         Affettivo!

Cecchina – E a me la “penzione!”.

Erasmo – A me, a me, a me, ma che siete i bambini della “menna”?... Ma voi lo

          sapete, lo sapete cosa dice il proverbio?

Cecchina e Peppino – Che dice, che dice?

Erasmo – “Viene prima il dente del parente!”.

Peppino – Andiamocene Cecchina, che “Questo non è santo che fa miracoli!”.

         (escono)

9^ scena

Pasquale – (sulla scena rimane Erasmo pensieroso, Sabbella che si accinge a

         sparecchiare. Pasquale entra con una bicicletta scassata vecchio tipo,

         con portatagli sul quale è legata una calderina. Un vecchio ombrello

         legato al telaio. Entra cigolante preceduto dal furioso abbaiare del cane)

         Aaahh, signor Sindaco, finalmente ti ho trovato! (lo abbraccia con tutta la

         bicicletta) Se sapessi quanta strada  ho fatto per venire qua!

Erasmo – Ci stavamo preoccupando!

Pasquale – Sono tre giorni che vado girando. E chiedo di qua e chiedo di là. E

         domando di qua e domando di là. Ma dov’è che ti sei andato a nascondere?

         mi sono stancato! (si asciuga il sudore)

Sabbella – Ora siediti e riposati un poco.

Pasquale – Prima devo sistemare la “macchina”. (non sa dove metterla)

Erasmo – Ma vai a buttarla sul letame. E buttati pure tu!

Pasquale – Noo, la devo tenere sott’occhio, me la possono rubare! (dopo averla

           sistemata si scuote la polvere, dando fastidio) Aaaahhh, a fare tutta quella

           strada a piedi mi è venuta una sete!

Erasmo – To! Là c’è il pozzo,  e buttati dentro!

Pasquale – Io a “bevere” all’acqua, ma tu che cos’hai in testa?

                                                         -  11  -

Sabbella – Allora favorite!

Pasquale – No grazie, io non mangio mai a digiuno!

Erasmo – Allora siediti e bevi!

Pasquale – (acchiappa avido il “rizzulo e dà un primo tiro svuotandolo) Aaaahhh!!!

         …Per la verità sono due giorni che non mangio!

Erasmo – Ma tu vuoi vedere che questo piano piano si butta nelle vigne piene?

         Sabbella lascia stare tutto, porta un pezzo di pane, e con quelle “uove” che si

si sono rotte gli fai una frittata…

Sabbella – Di venti uova!?... Uè, non è che se ne è salvato uno! (esce)

Erasmo – (a Pasquale) Che dici, vanno bene venti “uove”?

Pasquale – Beh, se ce n’è qualcuno in più!

Erasmo - …Porta pure un pezzo di formaggio, due noci…

Pasquale – (accenna al “rizzulo” e lo capovolge – lo batte con le dita) …Un altro…

Erasmo - …Un altro “rizzulo” di vino!

Pasquale – (cerca di abbracciarlo) Che tu debba campare cento anni, signor Sindaco!

Erasmo -  Diceva la buonanima di Gaetano: “ Un po’ d’acque e un pezzo di pane, non

           si nega manco al cane!”.

Sabbella – (rientra con pane e vino).

Pasquale - …Quanta strada ho fatto! Mi sono consumato un paio di scarpe! (spia

          quelle di Erasmo)

Erasmo – Ho capito. Ora dimmi subito che cosa vuoi! Altrimenti questo si frega il

         bue con tutte le corna!

Pasquale – Prima devo mangiare. Perché: “Il sacco vuoto non si mantiene in piedi!”.

          (beve direttamente dal “rizzulo” un lungo tiro) Aaaahhh, (secondo tiro)

         Aaaahhh!!! (vorrebbe tirare il terzo…)

Erasmo – (lo blocca) Ora dimmi il fatto.

Sabbella – (rientra portando il formaggio, le noci e la padella con frittatona)

Pasquale – (tira un grosso morso al pane. Mangia avidamente, facendo rumore)

Erasmo – (lo interroga con gli occhi incitandolo a parlare) …Mbe?

Pasquale – (mangiando fa diverse pause come se volesse dire qualcosa, ma riprende

         per un paio di volte. Quindi con la mano fa cenno che non può mandare giù

          e ha bisogno di bere. Erasmo gli porge il rizzulo che aveva scostato. Ancora

         una bevuta lunghissima) Aaaaaahhhhh!!!

Erasmo – Ora… “vedi se butti il sangue!”.

Pasquale – (vorrebbe parlare, ma dopo una pausa emette un rutto terrificante)

         Grrroooaaarrr!!!

Erasmo – Ho capito. Non dire più niente!

Sabbella – (dalle quinte) Mamma mia! Ma cos’è!? Una mucca che non si sente

          bene?!

10^ scena

Avvocato – (entra con una Enciclopedia e con un questionario da firmare)

                            “In questa atmosfera, piena di melodia,

                            beato chi si compra l’Enciclopedia!”.

                                                              -  12  -

          (a Erasmo) La vuole una bella enciclopedia?

Erasmo - !?... La ciclo-pedia… ma cos’è una bicicletta nuova!? Allora datela a lui

         che la tiene tutta scassata!

Avvocato – Ma noo, l’Enciclopedia serve ad acquisire cognizioni nuove, ad

aumentare il bagaglio culturale.

Erasmo - …Ma io sono già sbagagliato.

Avvocato – (a Pasquale) Allora la vuole lei una bella Enciclopedia?

Pasquale – (ipnotizzato) Sii, col portabagaglio e col campanello che fa “‘ndrrinn”

         “’ndrrrinn”!?

Avvocato – Allora firmi qui. (parla rapidamente) Le arriverà a casa una bella

          Enciclopedia che pagherà in 4000 comode rate mensili e…

Pasquale – …E la bicicletta!?

Avvocato – E alla fine la bicicletta in omaggio, nuova! Apponga il suo consenso. (Pasquale ammaliato, firma con una croce. L’avvocato esce soddisfatto)

Erasmo – (a Pasquale che lo segue con lo sguardo) Allora!?

Pasquale – Signor Sindaco… io sono un povero cafone maschile.

Erasmo – E tua moglie è “abbracciante” femminile! (ovviamente bracciante)

Pasquale – Noo, si scassò!

Erasmo – Si ruppe!

Pasquale – Noo, prima; poi andò all’Ufficio di Collegamento e si scassò, si cancellò.

          …poi facevo il pastore, però non era per me. Era troppo impegnativo,

          difficile…

Erasmo – Insomma per fare il pastore ci vuole la “cocuzza!”.

Pasquale – Sììì, perché, quando contavo le pecore: “una, due, tre…, …quattro…

         Mi “appapagnavo”, e il padrone mi cacciò! …Ora vado alla “giornata”

         (lavoro giornaliero, saltuario) So fare tutto: - So zappare, so potare, so

 innestare…

Erasmo – Ah, tu sai fare gli innesti? (pausa) E allora dimmi, tu che ne capisci….

         Stammi a sentire e apri gli occhi: (Pasquale apre gli occhi interessato) Se io

         prendo un ramo di mandorlo e lo innesto su un albero di fico… escono i

         fichi secchi con le mandorle dentro?

Pasquale –  (dopo un po’) No, non è possibile!

Erasmo – Bravo! …Ma tu che sei venuto a fare, che cosa vuoi.

Pasquale – Ah, non lo sai!? E allora è bene che il fatto te lo dico da quando comincia!

         (lento e pesante) Dunque, potevano essere le due, le due e un quarto! No le due

          sì, le due per la precisione! …Prendo l’orologio e vedo che erano le due…

         “Mooohh” dissi: - Siamo arrivati già alle due! -.

Erasmo – Si mo arriva la Pasqua!

Pasquale – Beh, se non hai tempo vengo un’altra volta!

Erasmo – Si, così ci rimettiamo un’altra mangiata! Dimmi subito cosa vuoi, alzati

          e vattene! Allora!?

Pasquale – (pausa poi velocissimo) Semifaceviaveredueotrecalderinedibrecciolina-

         perlastradinacheportaincampagname!

                                                                 -  13  -

Erasmo - …!?...

Pasquale – (lento) Se mi facevi avere due o tre calderine di brecciolina per la stradina

         che porta in campagna a me!

Erasmo –(mantenendosi calmo) Senti: - Fra poco, qua costruiremo una masseria

          grande; allora tu vieni…, anzi no, vai direttamente e prendi tutta la brecciolina

         che vuoi! -.

Pasquale – Grazie, grazie! Ora me ne posso andare contento! (dà un ultimo “tiro” al                                                  

         rizzulo del vino) Aaaahhh!!! (prende il pane, il formaggio e li mette nella

         calderina)

Erasmo – Ma che cosa stai facendo?

Pasquale – Signor Sindaco, io per venire qua ci ho messo tre giorni, e per ritornare ci

         vogliono altri tre giorni?

Erasmo – E chiamalo fesso!

Sabbella – (si affaccia) Se viene un altro come quello ci rovina…

Erasmo – “Ragazza”, la ricchezza la manda il Signore!

11^scena

Cecchina – entra quasi di corsa) Sabbella, Sabbella! Proprio ora è passato il lattaio

         del paese, e sai cosa ci ha detto? Sai cosa abbiamo saputo?

Sabbella – Cos’è successo!? Sentiamo, sentiamo…

Cecchina – …Mi ha detto, però… non allargate la voce…

Sabbella – Tu lo sai, che quando mi dici una cosa…

Erasmo – E’ come se lo dicesse in mezzo alla piazza!

Cecchella - …Abbiamo saputo (misteriosa) che al Comune… stanno assegnando i

         Cassettoni, i loculi al Camposanto!

Erasmo – “Stramaledetta disgrazia che…” (invettiva locale – e gesto scaramantico)

Peppino – Ora tu, sei stato Sindaco e non sei stato capace di fregarti un cassettone

         al Camposanto!

Erasmo – Ma io avevo tanti cazz…ettoni per la testa!  Stavo proprio pensando a

          quelle scemenze.

Peppino - Noo, queste sono cose serie! Noi dobbiamo andare di corsa al paese.

          Il lattaio ci ha detto che appena finisce il giro, passa e ci dà un passaggio.

 Ci prenderemo due cassettoni, belli, bassi bassi,  alla seconda fila, di fronte al

sole…

Erasmo - …Col doppio servizio, con l’ascensore…

Peppino – Scherzi tu. Certo costano di più, però ne vale la pena…, un bacio, un fiore

         facilmente ti arriva! …Metti che finisci alla terza fila…, ti alzi sulla punta

dei piedi e forse ce la fai… (mima e cerca di essere convincente) ma se vai a

 finire alla quarta, alla quinta fila o… a casa del diavolo. E chi viene a trovarti

a quell’altezza?

Cecchina – Uno, anche se deve prendere la scala si sconforta! Te la ricordi, te la

 ricordi la buonanima di Titina? Salì sulla scala per mettere i fiori al marito,

scivolò e cadde come una quaglia!

                                                 -  14  -

Erasmo – Ma, dico io: - A novantaquattro anni, una donna va ancora “zompando?”-.

Sabbella – (con sospiro) La morte vuole l’occasione!

Erasmo – Per conto mio, o sopra o sotto, chi vuol venire venisse!

Peppino – Erasmo, non è come la pensi tu. Queste sono cose serie! Se venite di corsa

al paese e fate in tempo, potreste trovarli accanto a noi!

Erasmo – E non basta che vi tengo davanti tutti i giorni!

Cecchina – (a Sabbella)  E stiamo belli, vicini vicini, da sopra a sotto!

Sabbella – (plagiata) …Dovesse servirti qualche cosa: - Scusa, comare Cecchina,

         ce l’hai una foglia di prezzemolo, una mezza cipolla…-.

Cecchina – Possiamo dire due chiacchiere…

Erasmo - …Friggere due “panzerotti!”.

Peppino – (le prova tutte) …Metti che passa uno. Alla 2^ fila, per forza ti deve

         vedere! Allora sentirai la gente: - Iiihh, ma guarda chi sta qua! Ecco perché

         non lo vedevamo più… era una brava persona!... -.

Erasmo - …Non poteva schiattare tre o quattro anni prima? Ma se non ti conosce nessuno!

Peppino – La buona parola è sempre buona parola. Uno ti vede e un

         “Rechiemeterne” lo puoi pure avere!

Erasmo – Io te lo dovevo tirare in fronte un …”chirieleisomme!”.

Peppino – Ridi tu. Un dopodomani, una morte, una vita, ti prende la cacarella 

        Erasmo –  E finisce la storia dei “Pagliacci!”.

Peppino – I tuoi figli, fastidio avranno.

Erasmo -  Ma quelli nemmeno piangeranno!

Peppino – Altrimenti, sai dove andrai?

Erasmo – Dal Vaffang al Paraguai!

Peppino – Nella fossa, con la terra sulla pelle.

Erasmo -   Meglio, farò concime per  sivoni e cicorielle!-.

12^ scena

Don Ciccio Parroco – (entra sorridente) Pace e bene a tutti, cari fratelli!

Tutti – Oh, caro don Ciccio! (saluti a soggetto)

Erasmo – Nee! Se aspettate un poco vi accompagna don Ciccio e vi trovate

cassettone e funerale in un colpo solo!

Don Ciccio – (non capisce) Certo, certo, se si tratta dello stesso funerale, sarò ben

         lieto di accompagnarvi!

Erasmo – (sottovoce)  Quando si dice: “Fortuna e cazz…ettoni, beato chi li ha!”.

Don Ciccio – Però che buon odore! (annusa l’aria)

Sabbella – Ho messo il “pignatello” delle cicerchie, se volete favorire?

Don Ciccio – Ma, veramente…

Erasmo – (convincente) Don Ciccio, sono cose da vedere, …sotto ci metti due fette di

           pane arrostito. Sopra gli giri un filo d’olio con peperoncino fritto. A fianco un

           “rizzulo” di vino tosto… ti aggiusti l’abito! Andiamo, rimani con noi!

Don Ciccio – Lo farei volentieri, ma ripeto, oggi devo “fare” un morto!

                                                         -  15  -

Erasmo – Ma dove stai pensando. Anche se arrivi più tardi non avrà niente da dirti!

Peppino – Dai, vado a prendere due salcicce! Anch’io ho a desiderio due

          cicerchie e… due chiacchiere fresche! E poi don Ciccio… Erasmo ha un vino!!

Cecchina – Si è accasato! E il cassettone? Possiamo finire all’ultima filaa!! (stridula)

Peppino – (la imita nella voce) Ma chi se ne frega. Lo sai, lo sai cosa dice Erasmo?  “Prima del cassettone, viene il capannone!”. (accenna alla pancia)             

Erasmo – Don Ciccio, ora non puoi dire di no!

Don Ciccio – E va bene, però… non vorrei abusare. Mi ricordo l’ultima volta: - E dai

         mangia, e dai bevi. E dai mangia, dai bevi… e all’omelia…-.

Erasmo - …Vorrai dire al “’mbriale”  di cavatelli (piattone unico centrale) …Te ne

         uscisti con la storia che: - …la vita è una ruota, …che il mondo gira!-. E

         giravi il piatto. Lo acchiappai e dissi: - Don Ciccio, lasciamo stare il mondo

         come sta!-.

Don Ciccio – Ma io lo dicevo in senso metaforico!

Erasmo – Ma che “metafuori” e “metadentro”, che per poco non ci lasciavi olmi!

         (tutti ridono di cuore)  La verità è che ci facesti veramente onore!

Peppino – Vado e vengo. (esce)

Sabbella – Giulia, svelta a mamma. Vai a fare il pane arrosto e non farlo bruciare!

         (esce)

Don Ciccio – (si siede) Caro Erasmo, ti vedo pensieroso come non mai.

Erasmo – Ma che ne sai, questi ubriaconi mi vogliono mettere di nuovo nella Politica.

         Mi vogliono mandare a Roma a fare l’Onorevole!

Don Ciccio – E tu vacci, se così vuole il disegno divino. Vacci!!

Erasmo – …!? Don Ciccio: “Pecore a pastori e chitarre a suonatori!”.

Don Ciccio – Erasmo, so tutto. Il tuo sindacal rifiuto non mi è piaciuto, ed ora che si

         ripresenta l’occasione avrai da me l’auspicio e la benedizione!

Erasmo – Don Ciccio, tu sei stato sempre contrario. Perché non vai tu al posto mio?

Don Ciccio – Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti! (recita posando) Noi

designati non fummo per le cose terrene! Tu invece, granello di sabbia di un

progetto infinito; dei talenti nascosti, quale sarà il tuo conto?

Erasmo – Don Ciccio, io non ho da dare conto a nessuno!

Don Ciccio – Comodo, comodissimo nascondersi. La vita va combattuta in prima

         linea. “Qui ti convien lasciar ogni sospetto. Ogni viltà convien che qui sia

        morta!”.

Erasmo – Basta, mi hai convinto. Però a Roma dobbiamo andare tutti e due: - Io a

         a fare l’Onorevole e tu a fare il Papa! -.

Don Ciccio – Liberas nos Domine da lusinghe e terrene pompe!

Erasmo – Don Ciccio, vedi che dobbiamo andare a Roma e non dal gommista!

Don Ciccio – E ricordati che a Roma non tratterai più con le pecorelle, ma coi lupi!

         Apri gli occhi Erasmo! …A Roma non si usa il ciuccetto, il biberon ma…

Erasmo – (fa cenno con la bocca) Gnam, gnam…

Don Ciccio – Di più, di più.

Erasmo – (più forte) GNAM, GNAM!!

                                                     -  16  -

Don Ciccio – DI PIU’, DI PIU’!!!

Erasmo – Eehh, e che stanno sfondati!!! Allora sai che faccio? Mi presento con una pala meccanica e come fanno gli altri… (veloce il sipario con musica)

                                             Fine primo Tempo

                                                         -  17  -

                                              Secondo Tempo

13^ scena

   La scena si apre in una cella carceraria – un angolo con porta WC occupato dall’Onorevole  – su un lato due letti a castello – sull’altro lato un solo letto disfatto dell’Onorevole – dal basso del letto a castello si alza il Mafioso – Sopra Erasmo continua a dormire – sul tavolo un televisore portatile -  mentre si apre il sipario si sente la musica del “Piave” che alla fine rallenta a distorcersi nell’ambiente tetro

e semibuio. I tre hanno divise da carcerati.

 Mafioso – (si alza, accende la luce e cammina nervoso – ovviamente accento

           siciliano) Due giorni all’alba!         Ah, bei tempi, quando in galera veniva gente

           d’onore, la vera delinquenza, quella ruspante... Oggi tutto è sofisticato, c’è

         inflazione… Onorevoli, Ministri, Portaborse… l’aria si è fatta irrespirabile!

         (chiama) Secondino! Secondino? Il caffè non è ancora pronto?

Secondino – (si tratta di Peppino che finalmente ha avuto il Posto “Affettivo”)

         Lo porto subito signore! (entra con un termos) Ho portato anche il giornale per

         l’Onorevole, (si guarda intorno) Ma è fuggito?!

Mafioso – (accenna al WC) Sta in Camera di Consiglio!

Secondino – (servile bussa al WC) Buongiorno Onorevole, le ho portato il giornale:

         “La Tangente del Mezzogiorno!”

Onorevole – (dal WC) Posa la busta… (si corregge) posa l’osso e vattene!

Secondino – Serve qualche altra cosa Onorevole?

Onorevole – NO!!

Mafioso – Oggi l’Onorevole è di buon umore.

Secondino – Vi faccio il letto Onorevole. (dopo, si prende il televisore dal tavolo)

Mafioso -  Ma che fai, te lo porti?

Secondino – E’ proibito dall’articolo 41!

Mafioso – L’articolo 41! Ma sai cosa me ne faccio, io, dell’articolo 41? Sai cosa me

         ne faccio?!

Secondino – Ma se passa il Direttore , io perdo il Posto... Domani ve lo porto di

          nuovo.

Mafioso – (minaccioso) Stasera, alle 22, puntuale, lo porti per l’incontro di boxe!

         (mima la boxe e tira un pugno nello stomaco a Peppino-secondino)

Secondino – (dolorante esce un blocchetto, lo sfoglia) …Dunque, dunque, alle 5 il

         film per la 98, …alle 6 i cartoni animati per l’onorevole Ridazzoni, alle 7

         “Più Sani e più Fregati!” per il presidente della USL, …”Miete e Monete” 

per Falcioni…, oh, alle 22 c’è il film western “Assalto al Parlamento!”. Non

è possibile, non posso!

Mafioso – (gli mette una banconota nel taschino)  Puntuale… capito!?

Secondino – Certo, certo, agli ordini! (esce col televisore) Baciamo le mani…

-  18  -

14^ scena

Mafioso – (sfoglia il giornale, legge i titoli) “Continua la valanga di arresti eccellenti

         per lo scandalo delle tangenti! – Nuovi capi di accusa per l’Onorevole Rocco

         Capovento! Peculato, concussione e omissione d’atti d’ufficio! Per Erasmo

         Squannillo, suo degno compare: “Dopo la pioggia di voti, una valanga di

         accuse. Truffa e falso in bilancio, abuso di potere, progetti fasulli e riscossione

         falsi proventi!”. (a Erasmo) Me sentisse Onorevole, …mi sentisse!?

Erasmo - …Non sono mica sordo! …Sono due ore che stai rompendo la “devozione”.

         (pausa, si alza a metà) Ma tu, perché stai qua?

Mafioso – Detenuto in attesa di giudizio! Per tentato “cognaticidio”. Per colpa di un

         Sindaco “fituso”, che se lo trovo davanti gli scucio la “panza!”. Dette ordine a

         mio cognato di spostare la fermata dell’autobus…, e sai come sono queste

         cose… “Come fu e come non fu, una chiacchiera tira l’altra, e… mio cognato

         mi venne a cadere proprio sulla punta del coltello mio!

Erasmo – Veramente io sentii che gli desti tante di quelle botte…

Mafioso – Poi ci fu resistenza e oltraggio alla Forza Pubblica. A un carabiniere gli

         tirai un calcio sotto lu ‘nginoide”.

Erasmo – Sotto l’osso del catapecchio!

Mafioso – Si, sotto il ginocchio!

Erasmo – Meno male, che se andavi più su… ti prendevi l’ergastolo!

Mafioso – L’ergastolo dovevano darlo a quel sindaco “fituso”, e a voi che avete mille

         capi d’accusa, che avete assassinato l’Italia! …L’ergastolo, e a scavare nella

         miniera! …Perché io, da un momento all’altro me ne vado. E sai cosa faccio

         quando me ne vado, sai cosa faccio!? …La prima cosa che faccio: - Uccido

         il Sindaco di Curtocicerchia! -.

Erasmo – Ma no, è peccato, non ti conviene!

Mafioso – Senti, senti,(accenna al giornale) “E’ ora di finirla con questi scandali, è

         ora di svegliarsi!

Erasmo – Ma tu chi sei: “l’Uccello del Malecanto?”.

Mafioso – Puh! (sputa con disprezzo) E poi se la prendono con la Mafia!

Erasmo – Fiiiiiiiii. (suona col flauto una sola nota)

Mafioso - …Con la ‘Ndrangheta!

Erasmo – Fiiiiiiiiii. (suona col flauto una sola nota)

Mafioso - …Con la Camorra!

Erasmo – Fiiiiiiiiiii!!! (idem più forte)

Mafioso – E smettila con questo piffero e svegliati una buona volta, che stanotte

         sei stato sempre a russare! Date fastidio anche quando dormite!

Erasmo – Ma io stavo aspettando di sentire il canto del gardello! Oh, le tre, le tre e un

         quarto: “Chiccchirichiiii, chicchirichiii! E ti devi alzare!

Mafioso – Ah, quei colleghi di una volta…, ora pure i matti!

Erasmo – (rammenta) …Andavo a pulire i conigli, raccoglievo le “uove”,

         ”governavo” le mucche!...

Onorevole – (dal WC) Ma che governavi, che governavi. Che pensi di stare ancora a

                                                  -   19   -

         Montecitorio, smettila e ascolta i tuoi capi d’accusa!

Mafioso – Brogli Elettorali!

Erasmo – Fiiiiiii. (suona una sola nota col flauto)

Mafioso – Truffa ai danni della Comunità Europea!.

Erasmo – Fiiiiiii. (idem)

Mafioso – Bancarotta fraudolenta!

Erasmo – Fiiiiiii. (suona e accenna il canto)

                            “Io tengo ‘nu marito e sta in galera, oilaaaa,

                              io tengo ‘nu marito e sta in galera, oilaaaa.

                            Quando la sera, io penso alla galera,

                            io penso alla galera e al marito mio…

                            Io penso alla galera, a casa e ai figli miei…”.

Secondino – (dalle quinte)” La vogliamo smetterla di finirla?”. (pausa) Silenzio e si

         “attenghi” al Regolamento! Ih, ih, ih. (risata irritante)

Erasmo – (scende dal letto) …Ma questa voce la conosco…! Mah, mi pare di averla

         sentita di nuovo! (ricorda) …Dico io: - Stavi alle pecore. E stacci…-. (accenna

         a scendere dal letto a castello, piano superiore) Io qualche giorno mi spezzerò

         le gambe! …E quello andava trovando la “seconda fila!”. …Stavo tanto bene.

         “No!”, dobbiamo fare la stalla grande, …il contributo della CEE, il Mutuo

         Bancario, la Politica: - Onorevole, Uccellenza!-. …Metti firme di qua, metti

         firme di là e sono finito al “macchione!”. Non so se devo piangere o devo

         ridere… Bah, ora mi canto una canzone; come dice il proverbio: - Canta che

         ti passa!-. (al mafioso che armeggia con una chitarra) Scusi compare, mi vuoi

         accompagnare?

Mafioso – (capisce al WC) Perché, non sai andare da solo?

Erasmo – Noo, accompagnare con la chitarra, io voglio cantare.

Mafioso – Ma tu, a quest’ora canti?

Erasmo – Perché, c’è un orario stabilito?

Mafioso – Va bene, però io non canto. Mai!

Erasmo -  (canto)  “C’era una volta un verme, ancora piccolino,

                            che certo non capiva il gioco del destin!

                            E pieno di illusioni, un giorno sai che fa?

                            (recitato) Sai che fa?

Mafioso –  (recitato) ‘Nz! Non lo voglio sapere, io mi faccio i fatti miei.

Erasmo -   (canto) Se ne va all’avventura, di tutto quanto il prato!

                            Il ramarro mangia il verme, questa è la triste storia,

                            il falco becca il verme da quando esiste il mondo!

                            Io frego di qua, io “tango” di là,

                            son Fiduciario di qualità!

                            Io becco do qua, io succhio di là,

                            resto un uccello in libertà!

                            Belle risorse, per noi del mestiere:

-20  -

dal Senatore, all’Assessore,

dal Presidente al Consigliere,

taglian le aliquote, taglian                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            pensioni,

vi taglieranno anche le pa…ssioni!

                            Siamo una massa ibrida di ghiotti vermicelli,

                            che fanno gola a tanti: volponi e …”fraticelli!”.

15^ scena

 Secondino - Per l’Onorevole cantante c’è una visita! (entra senza farsi riconoscere

         con sciarpa ed occhiali neri, fa entrare don Ciccio e rimane accanto ai due)

Don Ciccio – Erasmo, non appena ho saputo dell’incidente mi sono precipitato!

Erasmo – Incidente, precipitato. Com’è successo?

Secondino – (falsando la voce) Parlare ad alta voce. Due minuti, ne!

Don Ciccio – Niente, pensavo alla tua e alla mia dabbenaggine nel consigliarti, pur

         non conoscendo appieno i sottofondi, i meandri nascosti. Comunque io ti

         avvisai: - Stai attento, a Roma, non tratterai più con gli agnelli, ma coi lupi! -.

Erasmo – E’ vero,  ma adesso, con tutto questo casino, vai a vedere quali sono i

         lupi e quali sono gli agnelli! …Don Ciccio, io non ho fatto niente,,,

Don Ciccio ed Erasmo – (unisono) …questa è una storia montata dalla stampa della

         opposizione!...

Don Ciccio – Storia vecchia! …Lo sapevo! “Non ho fatto niente! Non ho fatto

niente!”. E questa è la tua vera colpa: “Non hai fatto niente!”. Sei stato

coinvolto come un tordo di prima calata. Ma io sono sicuro della tua buona

fede, e, cercheremo… vedremo… lavoreremo…

Erasmo – Spereremo… (accenna il canto) Quando saremo…

Don Ciccio – (alza la voce) …Troveremo qualche via d’uscita!

Erasmo – Ma che vuoi trovare. Guarda: finestre di ferro, porte di ferro…

Don Ciccio – E’ più facile sfondare una porta di ferro che spezzare le catene del

         pregiudizio e dell’ignoranza!

Erasmo – (si confida) Tu lo sai il fatto, le circostanze…. Mi fidai dell’Onorevole, la

         mezza parentela… Il bene dei figli. Mi diceva sempre: - Tutto a posto! Tutto a

          posto! -.

Don Ciccio – Si, tanto a posto, che ora i tuoi beni sono stati pignorati e messi

         all’asta!

Erasmo – …Praticamente assiso col culo per terra. …E mia moglie, e i figli miei!?

Don Ciccio – Erasmo Squannillo stai tranquillo! Per il momento ho messo a

 disposizione una camera della mia parrocchia. Poi metterò in moto tutti i

 mezzi a disposizione. Ah, dimenticavo, ti ho portato una radietta, ti terrà

compagnia…, so che sei un appassionato di musica.

Erasmo – Sai niente di mia figlia, del ragazzo…

Don Ciccio – Erasmo, tu scambi un atto di mera carità per ruffianeria? (ride) Fra

                                                        -  21  -

         poco li vedrai. Stanno bene, li ho portati con me.

Erasmo – E Peppino, e Peppino e la moglie!?

Don Ciccio – Peppino dopo tante spinte e “slappaggi” ha finalmente avuto il Posto

         “Affettivo”, pare faccia il secondino, il carceriere…

Secondino – Agente di Custodia, prego, tempo scaduto, uscire!

Don Ciccio – (abbraccia Erasmo) Pazienza Erasmo. Ritorneranno i tempi belli.

         Verrò di nuovo a trovarti in campagna e…

Erasmo – E…

Don Ciccio – E… pregherò per tè!

Erasmo –  …Meglio di niente!?

Don Ciccio – (a Peppino che sta per accompagnarlo) No, vado da solo. Mi aspetta il

         Cappellano (esce)

16^ scena

Erasmo – (a Peppino-Secondino) Scusate…, ma voi, “sieto lei!?”.

Peppino – E “conciosiafosse?”.

Erasmo – (lo riconosce) No, io credevo…

Peppino – (si atteggia tipo SS) LEI NON DEVE CREDERE MA OBBEDIRE E

         SOTTOSTARE ALLE NORME CARCERARIE!!!

Erasmo – Veramente io volevo…

Peppino - …Vedremo, indagheremo, ci penseremo…

Erasmo – (stesso tono) …Ma quanto sei scemo.

Peppino – Io la denunzio per oltraggio a Pubblico Ufficiale! Per inosservanza della

         norma!...

Erasmo, …La Norma, la Traviata. L’Amico Fritz… uè Peppì!!

Peppino – Prego, Ufficiale di Tenenza Carceraria! (ride sadico) Ih, ih, ih, ih.

Erasmo – (crede nello scherzo e continua) Te lo ricordi: - E io voglio il Posto

         Affettivo, perché sono un vero “capodisivo!”.

Peppino – E tu sei un ladro! E “mantenghi” le distanze LADRO!!! (esce ridendo

         sadicamente) Ih, ih, ih, ih!

Erasmo – (rimane sorpreso. Accende la radietta) …La Gazza Ladra, la Traviata…

         Bah, è meglio sentire un po’ di musica, di quella buona…

         (ascolta la musica a basso volume, posa e mima un po’ la figura del Sindaco

          con la fascia-sciarpa. Se la toglie rapidamente non appena entra…)

17^ scena

Secondino-Peppino – (rientra servile) Prego Avvocato, si accomodi!

Avvocato – Ma l’Onorevole è già uscito?

Erasmo – E’ in seduta pre-ca-caria.

Secondino – (si avvicina e bussa con garbo) Onorevole, Onorevole, è venuto

         l’Avvocato!

Onorevole – L’ho sentito, l’ho sentito dal… profumo! (esce dal WC. Compare

 solenne, in divisa carceraria - esplode la musica – mimano ancora un poco

 poi Erasmo entra nel WC – la musica si ferma)

-22  -

Secondino – Serve qualcosa Onorevole?

Onorevole – Puliscimi le scarpe, portami un buon caffè e un pacchetto di sigarette!

Secondino – Ma Onorevole, …in base all’articolo 41 sarebbe proibito fumare.

Onorevole – (posando in modo strafottente) L’articolo 41!... Sai cosa me ne faccio,

         io, dell’articolo 41? Sai cosa me ne faccio? (assaggia il caffè che Peppino gli

         porge con un inchino) Puàh che schifo!  (all’avvocato) E’ arrivato l’amba-

         sciatore!

Avvocato – Ambasciator non porta pena! Buongiorno Onorevole. Sono venuto per le

         ultime notizie. La sua scarcerazione è imminente!

Onorevole – Incredibile! Sbattuto in galera come un comune malfattore! Ma mi

         sentiranno, ah, se mi sentiranno!

Avvocato – Onorevole, volevo dirle…

Onorevole – Smettila e dimmi chi ti manda. Io non tollero di stare in mezzo a questa

         gentaglia!

Avvovato – Per la verità non c’era di meglio…, poi il sovraffollamento…

Onorevole – Faccia in modo di tirarmi fuori di qui, al più presto. Altrimenti canto!

Avvocato – No no!

Onorevole – Si. Canto!!

Erasmo – (dal WC accenna il canto) ”Canto, ma sottovoce…”

Onorevole – Canto! Si canto e mando tutti, dico tutti in galera!

Erasmo – Ed ora dove stiamo, in albergo?

Avvocato – Ecco, volevo dirle Onorevole, di pazientare un po’. Lei sa già che in alto

 loco ci si muove; per questo son venuto! Un po’ di pazienza, al più presto,

forse fra qualche giorno tutto sarà risolto.

Onorevole – Già, ma perché non vengono loro a pazientare in mezzo a questi sotto-

         prodotti umani!...Marcato come un infame…

Erasmo - …Come un vitellone all’ingrasso! (sempre dal WC)

Avvocato – Pazienza.

Onorevole – Pazienza…, e il mio onore! Dove lo mettiamo il mio onore!

Avvocato – Con una secca e vigorosa smentita alla TV e sulla stampa nazionale…

Onorevole – Il mio onore…, nella polvere…

Erasmo – (dal WC canta)” Polvere, e nient’altro che polvere…”.

Avvocato - …Ma in una polvere d’oro! (sottovoce) Mi hanno assicurato, che se

         lei non… (accenna agli occhi, coprendoli con le mani, tipo le tre scimmiette)

         …10 “fiaschi” a Zurigo! …Se lei non… (accenna con le mani sulle orecchie)

         20 “pappine” al Principato di Monaco! Ma soprattutto, se… (accenna alle mani

         sulla bocca) non fa il canarino… 30 “farfalle” a Bogotà!

Onorevole – “Ma se mi toccano…” (anche lui accenna al canto)

 Avvocato – Stia tranquillo! Al massimo cadrà sopra un materasso di morbide piume!

         …I conti in Svizzera rimarranno segreti, ecco i numeri delle sue carte di

         credito, e… negate, negate sempre! Al massimo dite che il tutto è stato fatto

         per il Partito. Magari assumete un aspetto malaticcio, emaciato. Sa, per la

-23  -

stampa. …Magari fate uno sciopero della fame…, la gente si commuove facilmente per le storie patetiche… Ancora un po’ di tempo per inquinare le prove. …E niente nomi, anche e soprattutto in questi frangenti ci vuole

comprensione e tacito rispetto per gli amici…

Onorevole ed Erasmo – (unisono) …Ma soprattutto per i contenuti, le tradizioni e i

         nobili ideali…

Erasmo – (da solo a continuare) ..Del nostro Partito del quale ci onoriamo far parte!

         (a concludere sciacquone del WC)

Avvocato – Grazie, grazie. Arrivederci a presto! Un vero eroe! Un vero martire!

         (uscendo, a sfumare) Una vera testa di c…!

Onorevole – Lurido, bastardo e leccaculo! (se interprete femminile: Viscida, bastarda

         e lecchina – soppesa il foglio coi numeri segreti) E sia!... “Servo di alto

         encomio e di codardo oltraggio!”…

18^ scena

Secondino – (porta una cartolina) Per Erasmo Squannillo, ex Sindaco di Curtoci-

         cerchia, una cartolina da Gorizia!

Mafioso – Avete detto… Sindaco di Curtocicerchia!?... Se permettete gliela do io,

         personalmente! (la prende, si avvicina e bussa al WC) Onorevole Sindaco,

         c’è posta per lei! (pausa, bussa di nuovo con più vigore) Ha sentito?...

Erasmo – Non so leggere!!

Mafioso – Esci brutto “fituso”!!! Esci!!! (spazientito batte e scuote la porta)

Erasmo – “Esci?”. Ho fatto tanto per entrare!

Secondino – Numero 1627, preparare la valigia, uscire!

Mafioso - …1627… a  “mia”. Libero, libero sono!

Secondino – Trasferimento in altra sede!

Mafioso – Ma, io oggi dovevo uscire…

Secondino - …”Capiddenno” esci e vai a…

Mafioso - …A Capiddenno!? E dove sta sto Capiddenno!? (bestemmiando e

         rimuginando a soggetto prende la valigia e la chitarra, sta per uscire)

         Maledetto! Quel Sindaco maledetto!

Secondino – Lasciare la chitarra, la spediremo d’ufficio!

Mafioso – La chitarra viene con me!

Secondino – E’ proibito dall’articolo 41!

Mafioso – Sai cosa me ne faccio io dell’articolo 41! Sai cosa me ne faccio?... (escono

         a soggetto. Peppino vorrebbe togliere la chitarra, poi dalle quinte) …E allora,

 quando non viene con me! Tiè te la regalo!!! (si sente il rumore della chitarra

 sbattuta in testa)

19^ scena

Erasmo – (esce guardingo dal WC) Se ne andato? Beh, ora passo al primo piano.

         Perché hai visto che cosa succede? (spostando le sue cose al letto inferiore)

“Chi troppo in alto sale, cade sovente precipitevolissi…

-24  -

Onorevole - …Piacevolmente!”, su un materasso di morbide piume! Aaaahhh!!!

          …Finalmente se ne è andato un rompiscatole! Aaaahhh!!!

Secondino – E’ in arrivo un nuovo inquilino! (entrando si preme la testa con la mano

         per la chitarrata).

Pasquale – (entra vestito da carcerato con una calderina piena di cianfrusaglie. La

 butta sul letto dell’Onorevole e si sdraia sullo stesso) Aaaahhh!!! Che bello!!

Onorevole – E’ occupato!

Pasquale – Scusasse. (raccoglie tutto e si guarda intorno. Butta la calderina sul letto

         di Erasmo)

Erasmo – E’ occupato! …il colombaio è libero! (accenna sopra)

Pasquale – (lo riconosce) Aaahh!! Signor Sindaco, pure tu stai qua!? (lo abbraccia)

Erasmo – (cerca di scrollarselo) Per piacere siediti e finiscila di piangere! …Oh,

         hai sentito?

Pasquale – Ma io quando faccio così, non è che piango. E’ che mi viene da ridere.

         (piange) Aaahh, il destino mio maledetto! (all’Onorevole)  Tu, ti sarai chiesto

         perchè mi trovo qua! …perché sto qua, te lo sarai chiesto. Tu lo vuoi sapere!?

Onorevole – No, non lo voglio sapere! (irritato)

Erasmo – Ed io lo voglio sapere! (di ripicca)

Pasquale – Ah, allora è bene che il fatto te lo dico da quando comincia…

Erasmo – Lo puoi dire anche da prima, puoi fare il preludio, la sinfonia…, tanto qua

         tempo ne abbiamo quanto ne vogliamo.

 Pasquale – Ecco qual’è il bello di tè. Che dai soddisfazione! Sei una persona

           “assituata”  e non come a quello: “No, non lo voglio sapere!”. (ne imita la

           voce e alla fine gli fa pure la linguaccia) Uuuhhmm!!!

Erasmo – Va bene, vai avanti.

Pasquale – Ecco… “Sonvenutoquàperunacalderinadibreciolinacherubaiavossia!”.

         (rapido)

Erasmo – Eeeehhh!!??

Pasquale – (a scandire) Sono venuto qua per una calderina di brecciolina che rubai a

         vossia! (piange) Ah, il destino mio. Mi hanno pescato in fragrante “adulterio” e

         mi hanno condannato per direttissima!

Erasmo – E questa calderina cos’è?

Pasquale – (con orgoglio) E’ il corpo del reato! Questo fatto me lo ricordo bene.

         …Quanto lo diceva bello il Giudice: - Signori della Corte, questo è il corpo

         del reato! -.

Erasmo – E l’hai portata qua!

Pasquale – E io, non è che ho la valigia; ho messo tutto dentro e l’ho portata qua! Onorevole -  Di male in peggio! Che disonore, che obbrobrio!

Pasquale – Che!?...

Onorevole – Che ludibrio, che obbrobrio, che o-bbro-bri-o!

Pasquale ed Erasmo -  (Come automi mimano) Che obbrobrio. che…

Pasquale – Io ghielo dissi al Giudice: - L’ordine me l’ha dato il Sindaco di Curto-

          cicerchia!-.

-25  -

Onorevole – La sua parola ormai non vale più un ficosecco!

Pasquale – Un ficochè!?

Erasmo – Un “chiacone”, un “chiacone” che sei! Che per una calderina di brecciolina

         Vieni- a finire in galera!

Pasquale – La verità… (quasi con orgoglio) non fu una calderina… furono tre

          calderine!

Erasmo – Allora sei tre volte “chiacone!”.

Pasquale – Si, ma la “gravidanza” non fu per la calderina…

Erasmo - …Una calderina incinta!

Pasquale – Fu che gli scassai… il sigillo! Il catenaccio!

Erasmo – (non capisce) Rompesti… il catenaccio, …alla calderina!?

Pasquale – Il sigillo, il “chiummo”! Perché il cantiere era sotto sequestro!

Erasmo – Ah, furto, violenza e scasso! (li enumera con le dita)

Pasquale – (rimane perplesso e incomincia a fare dei conti con le dita) A proposito,

         lo sai cosa ho sognato prima di essere condannato? (all’Onorevole) Tu lo vuoi

         sapere, certamente lo vuoi sapere! (lo punzecchia col dito)

Onorevole – NO!!! Non lo voglio sapere!!!

Pasquale – (lo implora con gli occhi) …Eh!?

Onorevole – NO!!!

Pasquale – (si rivolge a Erasmo) …Mi sognai a Sant’Erasmo che stava così.

         (accenna alle tre dita della mano) ...Potevano essere le tre, si le tre e tre

         quarti…. Incontrai tre cani affamati. Gli buttai tre ossi. Due se li mangiarono,

         il terzo… (fa cenno di non ricordare. Si sfrega le dita)

Erasmo - …Il terzo “ossio”!?…

Pasquale – No, il terzo cane… non si accontentava  mai, voleva… voleva…

Erasmo – Voleva la tangente! …Pure nel sogno!

Pasquale – Poi… trovai tre carabinieri!

Erasmo – Due! Quelli vanno sempre a due a due!

Pasquale – Nel sogno erano tre! (irato)

Erasmo –  E allora?

Pasquale – E allora… mi dettero tre anni di carcere!

Erasmo – Meno male che non ti sognasti a Benedetto Sedicesimo!

Onorevole – Ladri, ladri… (offeso) e io devo dividere la mia dignità con questi

         individui abbietti e reiconfessi!

Erasmo – Confessi e indefessi. Cornuti e mazziati!

Pasquale – Scusa signor Sindaco, ma come si fa a capire se uno è ladro!? Dove lo

         tiene scritto?

Erasmo – Se a tutti i ladri si accendeva una lampadina in testa, doveva  essere

          Natale!

Pasquale – E voi che state qua, pure voi siete ladri?

Onorevole – (in crescendo) Non ti permettere di usare quella parola nei miei

          confronti! Io sono         solamente un indagato, un inquisito! Sulla mia illibata

          persona hanno versato veleno e inique citazioni!

                                                       -  26  -

Pasquale – Ti hanno pipicitato addosso!

Onorevole – (infervorato)  Per l’immensa, umana nequizia!

Pasquale – Pure la liquirizia…

Onorevole – Io sono qua per “un-increscioso-e-chiaro-equivoco-burocratico!”.

Pasquale – (cerca di ripetere) Equi… equipro… equilibro…

Onorevole – E smettila, ho detto equivoco!

Pasquale – E che cos’è!?

Erasmo – Sarà una varietà di percochi! (frutta locale)

Onorevole – Poi mi hanno accusato di truffa, abuso d’atti d’ufficio e concussione!

Pasquale – Che soddisfazione! (con invidia e ammirazione)

Onorevole – Contro di me c’è stata una diabolica macchinazione politica, un

malinteso, deriso e vilipeso, deriso e vilipeso…

Pasquale - …Il riso e il peso, ripreso e sovrappeso… 

Onorevole – E basta e a cuccia!

Pasquale – Caiii, caiii, (entra nel WC mugolando come un cane)

Onorevole – Ma se parlo…. Sarò un vulcano che emette lava infuocata! Scriverò un

         memoriale, anzi un libro!

Erasmo - …Poveri bambini che vanno a scuola!

20^ scena

Avvocato – (entra seguito dal secondino) Onorevole, Onorevole, un fax da Roma.

         E’ arrivata la comunicazione…

Onorevole - …Della  piena assoluzione!

Avvocato - Degli arresti domiciliari, …al momento non si è potuto fare di più, ma…

Onorevole – Maledetti…, “non hanno potuto”, non hanno voluto! (al secondino)

         Tu, vieni qua. E sappi che questo Posto Effettivo lo hai avuto grazie al mio

         intervento! (Peppino lo aiuta a  togliersi la divisa, gli mette le scarpe) Ahi!

         Mi fai male! (gli tira un calcio) Lo sapevo che sarei rimasto per poco…, si

         vede che in alto loco ho ancora dei numeri, della “credenza!”. (sciacquone WC)

Avvocato – (sottovoce) Onorevole, tanto per la cronaca, il Partito sta cercando di

          usare la stessa procedura per l’Onorevole Erasmo Squannillo. D’altronde

          sarebbe ridicolo, uno dentro, l’altro fuori…, insomma facciamo di necessità

          virtù!         Naturalmente lo terremo dentro più a lungo…

Onorevole - …Esatto! Senza fretta, senza fretta… (sta per uscire)

Pasquale – Onorevole, Uccellenza, (si butta ai piedi) Fammi uscire, fammi uscire!

Onorevole – Non posso!

Pasquale – “Non posso”, e perché?

Onorevole – Perché sei… un LADRO!!! (esce solenne seguito dall’Avvocato e da

Peppino che si tocca il sedere dolorante,  quindi a Erasmo) Buona permanenza

Onorevole! Cercheremo, vedremo di farti uscire. Avvocato, ne prenda appunto,

ne prenda appunto! (escono, Pasquale rientra nel WC)

 

-27  -

21^ scena

Cecchina – (entra con una certa soggezione) E’ permesso? Iiihhh, quanto è bello.

         Mi pare di stare in una chiesa!

Erasmo – La chiesa del Purgatorio! Ma come hai fatto ad entrare, che qua tutti

 vogliono uscire

Cecchina – Ma qua mi pare un manicomio. Chi viene, chi va: carabinieri, pezzi

          grossi, preti, monache, chi entra, chi esce…

Peppino-secondino – (entra con gli occhiali neri e con la sciarpa al collo a rendersi

         irriconoscibile. Tossisce) Eh! Eh!...

Cecchina – Io l’ho saputo perchè sei finito qua dentro. Per l’invidia e…

Erasmo – Senti, parliamo di cose serie. Come stai, come sta il bambino?

Cecchina - Se lo vedi quanto si è fatto bello, che ti viene la gioia a tenerlo in braccio!

         (il tutto a mezza voce)

Peppino – (cerca di sentire, quindi con accento milanese) Parlare ad alta voce, ne!?

Cecchina - …Peccato che il nonno se n’è andato!

Erasmo – Forse sta facendo la fila per il “cassettone!”.

Cecchina – Dette una cosa all’Avvocato ed ebbe il Posto Affettivo. Ed ora chissà

         dove lo hanno mandato a quel “babbione”. …Mi scrisse

Erasmo – Scrisse, ma se quello non sa tenere nemmeno la zappa in mano!

Cecchina – …Scrisse una lettera a “zampe di gallina” e mi disse che aveva trovato un

          Posto         di quei buoni. Dove si va e si viene, dove sembra che fai, ma non fai.

          Dove  comanda solo solo… (con commozione) Sono tre mesi che non lo sento

          più!

Erasmo – E vuoi vedere che ha trovato un’altra “serratura?”.

Cecchina – Ma chi se lo prende a quel “contrabbasso”

Erasmo - …Sai, certe volte!

Cecchina – Ma se lo pigliassero, tanto….

Peppino –  (sottovoce) Tanto…!? (strana tosse a nascondere) Eh, eh, eh!

Cecchina – (nostalgica) Non vedeva l’ora del Posto Affettivo. Se ne andò con la

         febbre addosso! …Con la tosse…

Peppino – Eh, eh,  eh, eh… (accenna una tosse a stento trattenuta)

Cecchina – Ogni mese mi manda il vaglia…

Erasmo - …Il vaglia, alla Posta, a fare la fila, a dire chiacchiere…

Cecchina – (delusa) Proprio l’altro giorno andai alla Posta. …da dietro i vetri uscì il

capo vaccaro…

Erasmo – Il direttore!

Cecchina – Si, il comandante! (imita il direttore) “Silenzio, o vi caccio tutti fuori!”.

E noi tutti zitti come pecore. Non si sentiva volare una mosca…, che so, un

colpo di tosse…

Peppino – (accenna ad una tosse insistente, non più trattenuta che gli fa cadere gli

         occhiali neri) Eh-eh, eh-eh-eh, eh!!!…

Cecchina – (infastidita) Saetta putt… (si volta e riconosce Peppino. Gli toglie la

         sciarpa, si commuove) Peppino… (poi esplode) ‘Sto gran cornutone, ‘sto

                                                       -  28  -

         figlio... (lo prende a calci, schiaffi, borsettate. Peppino corre inseguito da

         Cecchina. Fanno un giro della cella ed escono a soggetto) Ma io ti uccido…,

         io ti mando in galera…

22^ scena

Sabbella – (entra disinvolta) Stai comodo qua!

Erasmo – Sto tanto bene. (si abbracciano) E i ragazzi che fanno?

Sabbella – E chi te lo “sappio” dire. Per quanto è successo, il ragazzo va sempre

         di nascosto, non è più lui, e la ragazza sta sempre a piangere (molto commossa)

Erasmo – …Piscerete di meno. Ma smettetela mi sembrate due vitelle…

Sabbella – …Il ragazzo si dispiace, dice che la colpa, un po’ è la sua.

Erasmo – Devi dire ai ragazzi, che se si vogliono bene pensassero alle cose serie.

Sabbella – Ti ho portato un pezzo di focaccia e due olive in salamoia.

Erasmo – (rovista nella busta)  E il bottiglione del vino, dove sta?

Sabbella – Per la verità,  l’avevo portato . ma quando sono entrata me l’hanno tolto.

         Dicono che lo devono controllare.

Erasmo – La prossima volta portane due: una per me e l’altra per il controllo. …E il

         ragazzo al soldato?

Sabbella – Ah, dice che non sta più a Gorizia. Ora ha avuto l’avvicinamento a

Trapani.

Erasmo – E dov’è Trapani?

Sabbella – Boh, mi hanno detto che è dietro Matera.

Erasmo – In mezzo alle montagne, così lontano!...

23^scena

Peppino – (rientra con un occhio nero, accento milanese) Tempo scaduto, uscire!

Sabbella – Beh, ora ti mando i ragazzi. (si abbraccia ed esce)

Peppino – Uno alla volta!

Giulia – (lo riconosce subito con naturalezza) Uè Peppì, quanto sembri bello!

Peppino – (fa entrare anche Raffaele) Ma si, entrate tutti!

Giulia – (abbraccia commosso il padre. Segue un po’ di imbarazzante silenzio)

         Papà come stai?

Erasmo – Beh, è un ambiente, come si dice… munito di tutti gli “sconfort!”.

Giulia – Che, ti fa freddo?

Erasmo – Ricordatevi figli miei, che il freddo è brutto quando arriva nelle tasche,

         ma soprattutto quando arriva nel cuore.

Raffaele – (dapprima a capo chino, gli da la mano) Ero venuto per chiederti scusa

         e invece mi dai conforto. Sei veramente un uomo saggio e buono!

Erasmo – Beh, basta con queste scemenze; vi voglio vedere allegri!

Giulia – Papà, io ti volevo fare… un maglione.

Erasmo – No, figlia mia!

Giulia – Ma Raffaele ti ha comprato un berretto di lana.

Raffaele – E’ la prima cosa che mi è venuta… per la testa, non so se…, certo che mio

                                                         -  29  -

 padre ti ha fatto un brutto scherzo! Quasi… lo odio.

Erasmo – Sta scritto: “Onora il padre e la madre!”.  In fondo tuo padre…

Raffaele - …Ha un carattere pessimo.

Erasmo – Pessimissimo!

Raffaele – Ignorante,  presuntuoso…

Erasmo - …E “prosciuttoso”!?

Raffaele – Però, in fondo… non è brutto!

Erasmo – Noo, è bruttissimo!

Raffaele – Certo hai tutte le buone ragioni per odiarlo.

Erasmo – Ma chi lo pensa più. A me come viene cosi mi passa. Anzi quando lo vedi

         gli dai tanti saluti e digli pure che gli voglio bene!

Raffaele – Si, userò questa via, gli starò più vicino. Per la verità sto già notando

qualche cedimento , e alla fine non potrà dirmi di no! …da parte mia sappia, che io e… Giulia, io…(la prende per mano)

Peppino – (che seguiva tutto li toglie dal disagio) Ancora un minuto!

Giulia – (accenna al berretto) Papà, mettilo in testa…

Erasmo – (se lo mette) Ah, ora nessuno potrà dire che ho la “capa fresca!”.

Raffaele – Ma…, forse il modello, la tinta…

Erasmo – Ma qua se ne vedono di tutti i colori!

Giulia – Ciao. (abbracci, uscendo) Ci vediamo fuori, al più presto!

Erasmo – (commosso) Ragazzi, pensate per voi! Che il mondo nostro, noi, l’abbiamo

         fatto!

24^ scena

Pasquale – (esce dal WC, si siede in disparte e piange versando lacrime nella

         calderina) Ih ih ih…

Erasmo – Ma cosa stai facendo?

Pasquale – Voglio riempire questa calderina di lacrime, perché questo è il peccato

         mio! (piange)

Erasmo – (gliela toglie) E dai finiscilaaa. (rivolta la calderina dalla quale cade un

         fiotto abbondante di lacrime, Erasmo ne è sorpreso) Uè, ma questo si era

 messo proprio col pensiero! Ma se tutti i ladri volevano fare come te,

…dovevamo morire tutti affogati!

Peppino – (entra gioioso) Erasmo, è stato concesso! sssssssssssono “latrino”, sono

 “latrino!”

Avvocato – (segue e corregge) Prego latore, dicevo latore di una buona notizia:

           Onorevole,         le hanno concesso gli arresti domiciliari! Grazie al mio oscuro e

           indefesso impegno!

Erasmo – E che cosa vuol dire?

Peppino – Che te ne stai in campagna in grazia di Dio!

Avvocato – Con l’obbligo di non allontanarti per nessuna ragione!

Erasmo – E chi si muove! Ma io non ho più numero di casa…, non ho più niente!

Peppino - …Più niente. E quella casetta che avevi tanto a desiderio!?  E’ tua!! …E  me ne vengo pure io agli arresti domiciliari. Che qua, …calci, schiaffi, corri di

                                                     -  30  -

         qua, corri di là, vieni giù, Sali su… almeno in campagna, mi comandava solo

         mia moglie!

Erasmo – Ora si che parli bene! Ti saluto “tre calderine!”.

Pasquale – Signor Sindaco, aiutami. (piange) Non mi lasciare solo solo.

Erasmo – Noo, ma ora ne verranno altri: belli, brutti, ricchi, poveri, tenenti,

          nullatenenti… e poi  tre anni, tre anni… passano presto…

Pasquale – Tre anni…, però sono stato fortunato!

Erasmo – Tre calderine… tre anni! Ma tu pensi se avessi rubato tre carriole…, te lo

         pensi?

Erasmo – E si che lo penso, anzi è meglio se me ne vado, prima che ti…

Pasquale – Scusi signor avvocato ma io posso avere gli arresti domiciliari!?

Avvocato – No, perché lei è quel furbastro che non ha ancora pagato l’Enciclopedia! 

           Ecco perché rimarrà in galera!

Pasquale – A proposito, Avvocato, ma quando arriva la bicicletta?

Avvocato - …Quando avrà pagato l’ultima rata dell’Enciclopedia. Ladro! Già,

         perché se non lo sa, lei è… un LADRO!!! (esce)

Pasquale – Addaveramente sono un ladro!?  Allora Signor Sindaco, allora portami

          con te, fammi uscire! Fammi uscire…

Erasmo – Non posso, non ti posso far niente!

Pasquale – E perché?

Erasmo – Perché,…perché…

Pasquale - Perché… sono un ladro?

Erasmo – NOO!!! PERCHE’ SEI UN POVERO FESSO!!! (lo abbraccia commosso)

         Però, ti voglio lasciare un ricordo… (ricerca il flauto che non trova)

Pasquale – (glielo mostra, malizioso) Questo andavi trovando? Allora, sono un ladro?

         E ora, SONO UN LADRO!?!?

Erasmo – Beh, sei sulla buona strada, fai qualche passo avanti, qualche miglioria…,

 però dal flauto ai          “fischietti”, ne devi fare ancora di strada!!

Pasquale – MAESTRO!  (ieratico) E allora perché non mi “impari”?

Erasmo – (a Peppino che aspetta in borghese) Peppino, aspetta, …perdiamolo un

           minuto di tempo! Allora… cominciamo dall’inizio, dalla “A”. …Allora,

           quando capisci fai un fischio! Quando non capisci stai zitto. …A a arraffare!

Pasquale – Fiiiiiiii! (col flauto)

Erasmo – Bene. A a acchiappare!

Pasquale – Fiiiiiiiii!

Erasmo – Bravo! A a…

Pasquale - …?! Arrubbare!”  Fiiiiiiiiii! (col flauto, sorridente)

Erasmo – (mette la mano sulle spalle di Peppino e si avviano cantando)

                            …quando la sera mi porta un bel fiore,

                            andiamo zappatore come ci vogliamo amar!!!

Pasquale – Fiii, fiiiiii, fiiiii. (resta solo a zufolare felice. Si chiude mesto il sipario)

                                            F I N E

SPEZZONI di MUSICHE facoltative:

Il PIAVE di A. Mario (manipolato)

 FORENZA di Cupersito

 CARMINUCCIO di Serratì

 

RUMORI

Suoni di campagna, cani che abbaiano, sciacquone WC, chitarrata

MATERIALE

Alcune canne palustri – due flauti di canna – roncola – secchio di metallo – scopa –braccialetto – maglione grande nello scatolo – borsa con documenti – mappa – penne – “rizzulo” (boccale tipico di coccio) –bicchieri – piatto come vassoio – busta con uova –bicicletta vecchia con portabagagli – pezzo di formaggio (di gesso) – grande

padella con uova fritte (di gesso colorate) – un piccolo televisore portatile – letto

semplice e letto a castello con due posti – giornale con testata TANGENTE DEL

MEZZOGIORNO – termos – blocco notes – chitarra con fodero – radietta – fax –occhiali neri –berretto di lana – cartolina illustrata  – busta con alimenti –

…un po’ di buona volontà - Grazie!

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