L’uccellino azzurro

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                                           L’UCCELLINO AZZURRO

                                                              DI

                                          MAURIZIO MAETERLINCK

Questo poema drammatico dell’uccellino Azzurro è il prodotto più semplice e puro della filosofia di Maurizio Maeterlinck. Indagatore sottile di tutti i problemi dello spirito, esploratore minuto di tutto l’occulto dell’anima, capace d’indicare e cogliere le più recondite pieghe d’ogni atteggiamento psichico, con una disamina che ha della divinazione, il poeta, cui la profonda conoscenza filosofica non ha inaridito, anzi ha rafforzato le facoltà creative, intesse una fiaba d’una così straordinaria ricchezza di motivi fantastici, e pur d’una così assoluta semplicità di linee, che credo nulla le possa stare a paragone o avvicinar lesi nella letteratura antica e moderna.

Immaginazione soverchiale che tratta i globi degli spazi stellari come balocchi, fantasia strabocchevole che spiega paesaggi prodigiosi, penetrazione profetica che spinge gli occhi nel più remoto futuro, abbassando enormi sipari di nuvole e aprendo infinite successioni di aurore., il Maeterlink con una facoltà ch’è dei più grandi creatori, riduce lo spirito vivo e operante nella selva delle cose a un simbolo, e il simbolo chiude nel cerchio di poche fulgide parole immortali.

Dietro sta l’enorme conoscenza di tutti i problemi spirituali, nelle loro più intricate diramazioni, chiusa ermeticamente ai meno acuti: innanzi e chiaramente visibile a tutti, l loro significazione spirituale col nome d’un essere umano, d’un animale o d’un oggetto.

Importa per l’arte che l’essere umano, l’animale e l’oggetto vivano. E nella poesia del Maeterlink vivono con un’energia superiore alla realtà, rompendo la scorza del verosimile, per mostrarsi nella candida raggiante nudità delle verità indistruttibili.

È questo l’incanto dell’Uccellino Azzurro…che esercita un egual fascino su una duplice categoria di lettori. Grandi e piccini.

C’è una letteratura infantile che si affanna a rimpicciolirsi, a camuffarsi, a deformarsi in ogni maniera per varcar la soglia ed entrare nella dimora dell’infanzia felice. Sono infinite le contorsioni alle quali ricorre per introdurvisi e raggiungerla. Ed ecco qui un poema filosofico, onusto di tutti i più gravi problemi umani, che vi entra pari pari senza rinunciare ad una sola sillaba di tutte le sue qualità originarie. Così vi potrebbe entrare Omero, se non si trattasse di un mondo morto e sepolto; così vi entra Swift, nonostante le molteplicità delle grosse questioni politiche e morali che esso adombra.

È il trionfo della linea semplice. La verità è d’una limpidezza cristallina quando trova il poeta che sa inquadrarla e liberarla dalle incrostazioni che la deformano. E il poeta, che ne sa tracciare la linea elementare, quella, si direbbe , necessaria e fatale, riesce a toccare ugualmente tutti i cuori, con una gamma d’effetti che va dalle più semplici sensazioni, ma pur profonde, delle anime ingenue, alle complicate rispondenze e simpatie dei raffinati d’ogni grado.

L’insegnamento che si raccoglie dal poema di Maurizio Maeterlinck può aver la venerabile età di Epitteto, di Marco Aurelio e di tutta quella schiera di filosofi, che non s’allontanò mai molto di casa per cercare la fonte della felicità: ma il suo maggior valore, come in tutto ciò che è arte, è dato dalla rappresentazione, dai motivi drammatici su cui è impalcato. Le verità filosoficamente formulate hanno la labile efficacia delle parole: vellicano per un momento la nostra coscienza sensitiva, e poi si dileguano come vano soffio di zeffiro, le verità viste in atto s’abbarbicano alla nostra realtà più profonda e la irrobustiscono, e allargano, temprandola per le tempeste e per oltre le tempeste.

L’Uccellino Azzurro non è soltanto una prodigiosa fiaba alla quale  i piccini assistono con gli occhi sgranati dalla meraviglia, ma un magico filtro che acqueta i nostri più sottili tormenti.

                                                                                                   SILVIO SPAVENTA FILIPPI

PERSONAGGI

                                                                          In ordine di entrata in scena

LA MADRE  TYL                                                                  ENRICHETTA

TYLYL                                                                                   LA NOTTE

MYTYL                                                                                 IL SONNO

LA FATA                                                                              LA MORTE

IL PANE                                                                               IL RAFFREDDORE DI TESTA

IL FUOCO                                                                            I FANCIULLI AZZURRI

L’ACQUA                                                                             IL RE DEI NOVE PIANETI

IL LATTE                                                                               L’INNAMORATO

LO ZUCCHERO                                                                    L’INNAMORATA

IL CANE                                                                                IL TEMPO

LA GATTINA                                                                        IL FRATELLINO CHE DEVE ANCORA NASCERE

LA LUCE                                                                               I GUARDIANI

LE ORE                                                                                 LA PRIMA DELLE GRANDI FELICITA’

IL PADRE TYL                                                                       LE ALTRE FELICITA’

LA NONNA  TYL                                                                  LE PICCOLE FELICITA’

IL NONNO TYL                                                                    GLI ADOLESCENTI

PIERINO                                                                               LA PRIMA DELLE FELICITA’

ROBERTO                                                                            LA FELICITA’ DI STAR BENE

GIANNINA                                                                           LA FELICITA’ DELL’ARIA PURA

MADDALENA                                                                      LA FELICITA’ DI AMARE I GENITORI

PIERINA                                                                               LA FELICITA’ DEL CIELO AZZURRO

PAOLINA                                                                             LA FELICITA’ DEL BOSCO

LA FELICITA’ DELLE ORE DI SOLE                                     LA GIOIA DI ESSERE BUONO

LA FELICITA’ DELLA PRIMAVERA                                     LA GIOIA DELLA GLORIA

LA FELICITA’ DEL TRAMONTO DEL SOLE                        LA GIOIA DI PENSARE

LA FELICITA’ DI VEDER SORGERE LE STELLE                  LA GIOIA DI COMPRENDERE

LA FELICITA’ DELLA PIOGGIA                                            LA GIOIA DI VEDERE LE COSE BELLE

LA FELICITA’ DL FUOCO D’INVERNO                               LA GIOIA DI AMARE

LA FELICITA’ DEI PENSIERI INNOCENTI                           L’AMORE MATERNO

LA FELICITA’ DI CORRERE A PIEDI NUDI                         LE GIOIE SCONOSCIUTE

LA FELICITA’ DI CORRERE SULLA RUGIADA                   LA VICINA BERLINGOT

LA GIOIA D’ESSERE GIUSTO               LA FIGLIUOLA

3ATTO PRIMO

                                                QUADRO I

                                                            LA CASA DEL TAGLIALEGNA

Il teatro rappresenta l’interno di un’abitazione di taglialegna, semplice, rustica, ma non troppo povera. – Nel camino con la cappa arde fiocamente un ceppo. – Utensili da cucina, credenza, madia, orologio a pendolo, arcolaio, fontana, ecc. – Su una tavola una lampada accesa. – Ai piè della credenza, ai due lati, addormentati, raggomitolati, col naso sotto la coda, un Cane e una Gattina. – In mezzo ad essi un gran pane di zucchero bianco e azzurro. Appesa al muro una gabbia tonda con una Tortorella. – In fondo due finestre con le persiane interne chiuse. Sotto una delle due finestre, uno sgabello. – A sinistra, la porta d’ingresso armata d’un grosso catenaccio. – A destra un’altra porta. – Scala che conduce al granaio. – A destra ancora, due lettini da bambino, accanto ai quali, su due sedie, dei vestiti accuratamente piegati.

Al levar del sipario, Tylyl e Mytyl sono profondamente addormentati nei loro lettini. Tyl, la madre, rimbocca le coperte per l’ultima volta, si china su di essi, contempla per un momento il loro sonno, e fa cenno con la mano a Tyl, il marito, che fa capolino per la porta socchiusa. Tyl, la moglie, si mette un dito sulle labbra, imponendogli di far silenzio, poi esce a destra in punta di piedi, dopo aver spenta la lampada. – La scena resta un istante all’oscuro, poi una luce, la cui intensità aumenta a poco a poco, filtra attraverso le stecche delle persiane. La lampada sul tavolo si riaccende da sé, ma la fiamma è d’un colore diverso di quando Tyl, la madre, l’ha spenta. – I due bambini sembrano svegliarsi e si mettono a sedere sul letto.

TYLTYL

Mytyl?

MYTYL

Tyltyl?

TYLTYL

Dormi?

MYTYL

E tu?

TYLTYL

Ma no, no. Se ti parlo, come posso dormire?...

MYRYL

È  Natale, di’?....

TYLTYL

Non ancora, domani. Mail vecchio Natale non porterà nulla quest’anno…

MYTYL

Perché?

TYLTYL

Ho sentito dire la mamma ch’essa non ha potuto andare in città ad avvertirlo…Ma verrà quest’altr’anno.

MYTYL

Quanto civuole per quest’altr’anno?

4

TYLTYL

Eh, parecchio…Ma questa notte egli andrà in casa dei bambini ricchi.

MYTYL

Ah?....

TYLTYL

Guarda!...La mamma ha dimenticato la lampada!...Mi viene un’idea…

MYTYL

?....

TYLTYL

Alziamoci….

MYTYL

È vietato…

TYLTYL

Ma se non c’è nessuno…Vedi le persiane?

MYTYL

Oh! Come sono luminose!...

TYLTYL

Sono i lumi della festa.

MYTYL

Quale festa?

TYLTYL

Di rimpetto, in casa dei piccoli ricchi. C’è l’albero di Natale. Apriamo….

MYTYL

Ma si può, poi?

TYLTYL

Certo, giacchè siamo soli…Senti la musica? …Alziamoci…

I due bambini si alzano corrono a una delle due finestre, salgono sullo sgabello e spingono le persiane. Una viva luce si diffonde nella stanza. I fanciulli guardano avidamente al di fuori.

TYLTYL

Si vede tutto!...

MYTYL

(che trova che non sta a suo agio sullo sgabello) Io non veggo…

TYLTYL

Nevica!...Ecco due vetture a sei cavalli!

5

MYTYL

Ne escono dodici ragazzi!

TYLTYL

Stupida!...Sono bambine…

MYTYL

Hanno i calzoni…

TYLTYL

Tu non te ne intendi…Non mi spingere così!...

MYTYL

Se non ti ho nemmeno toccato.

TYLTYL

(che occupa da solo lo sgabello) Prendi tutto il posto tu…

MYTYL

Ma se io non ci posso stare1

TYLTYL

Zitta dunque, si vede l’albero!

MYTYL

Qual  albero?

TYLTYL

Ma l’albero di Natale!...Tu guardi il muro!...

MYTYL

Guardo il muro perché non mi fai posto…

TYLTYL

(cedendo un po’ di posto sullo sgabello) Ecco!...Ne hai abbastanza adesso? Ne vuoi di più?...Quanti lumi! Quanti!

MYTYL

Che fanno, dunque, quelli che strepitano tanto?

TYLTYL

Suonano la musica.

MYTYL

Sono in collera, forse’

TYLTYL

No, ma sono seccati.

MYTYL

Un’altra carrozza con i cavalli bianchi!...

6

TYLTYL

Zitto!...Guarda!...

MYTYL

Che roba è quella che pende, luna lucente d’oro, dai rami?

TYLTYL

Ma i balocchi, per bacco!...Sciabole, fucili, soldati, cannoni….

MYTYL

E bambole, di’, non ce ne sono?....

TYLTYL

Bambole?...Roba sciocca che non li diverte….

MYTYL

Intorno alla tavola, che cosa c’è’…

TYLTYL

Torte, frutta, pasticcini alla crema…

MYTYL

Ne ho mangiati una volta quando ero piccola…

TYLTYL

Anch’io: sanno meglio del pane, ma te ne danno così poco….

MYTYL

Ma essi ne hanno a volontà…tutta la tavola piena…Credi mangeranno?

TYLTYL

Certo, che vuoi che ne facciano?...

MYTYL

(meravigliata) Non hanno fame?..Perchè?

TYLTYL

Oh, bella, mangiano quando vogliono…

MYTYL

(incredula) Tutti i giorni?

TYLTYL

Dicono…

MYTYL

Mangeranno tutto?...Non ne daranno nulla?

TYLTYL

A chi?..

7

MYTYL

A noi…

TYLTYL

Non ci conoscono…

MYTYL

E se si chiedesse loro qualche cosa?

TYLTYL

Non si può

MYTYL

Perché?

TYLTYL

Perché è vietato

MYTYL

(battendo le mani) Oh! Come sono belli!

TYLTYL

(entusiasta) E ridono, ridono!

MYTYL

E i piccini che ballano!...

TYLTYL

Sì, sì, balliamo anche noi!...(essi battono i piedi con gioia sullo sgabello).

MYTYL

Oh! Com’è divertente…

TYLTYL

Si distribuiscono i pasticcini!...Essi possono toccarli!...Mangiano! Mangiano! Mangiano….

MYTYL

Anche i più piccoli!...Ne hanno due, tre, quattro!...

TYLTYL

(ebbro di gioia) Oh com’è buono!...Com’è buono! Com’è buono!

MYTYL

(contando i dolci immaginari) Io ne ho avuti dodici!..

TYLTYL

E io quattro volte dodici1…Ma ne darò un po’ a te.

(Si picchia alla porta di casa)

TYLYTL

(che a un tratto s’è calmato, intimorito) Chi sarà?

8

MYTYL

(spaventata) Sarà papà!...

Siccome tardano ad aprire, veggono il grosso catenaccio spostarsi da sé, stridendo; la porta si socchiude per lasciar passare una vecchietta vestita di verde e coperta di un cappellone rosso. E’ gobba, zoppa e cieca d’un occhio. Ha il naso e il mento che s’incontrano, ed ella cammina curva sul bastone. Non c’è alcun dubbio che sia una fata.

LA FATA

Avete qui l’erba canterina o l’uccellino azzurro?

TYLTYL

Abbiamo dell’erba, ma non canta…

MYTYL

Tyltyl ha un uccellino.

TYLTYL

Ma non posso regalarlo…

LA FATA

Perché?

TYLTYL

Perché è mio.

LA FATA

È una buona ragione, certo. Dov’è quest’uccellino?...

TYLTYL

(mostrando la gabbia)

Nella gabbia…

LA FATA

(mettendosi gli occhiali per esaminare il volatile) Non lo voglio; non è abbastanza azzurro. Bisogna che andiate a cercarmi quello di cui ho bisogno.

TYLTYL

Ma io non so dove sia…

LA FATA

Neanch’io. Perciò bisogna cercarlo. Posso infine fare a meno dell’erba canterina; ma mi occorre assolutamente l’uccellino azzurro…Per la mia bambina che è tanto malata.

TYLTYL

Che ha?…

LA FATA

Non si sa precisamente; vorrebbe essere felice…

TYLTYL

Ah?...

9

LA FATA

Sapete chi sono?...

TYLTYL

Rassomigliate un po’ alla nostra vicina Berlingot…

LA FATA

(offendendosi improvvisamente) Ma niente affatto…Non vi è alcun rapporto…E’ ignobile…Io sono la fata Beriluna…

TYLTYL

Ah! Benissimo…

LA FATA

Bisognerà partire immediatamente.

TYLTYL

Verrete con noi?

LA FATA

M’è addirittura impossibile per la minestra che ho messa sul fuoco questa mattina e che s’affretta a traboccare tutte le volte che m’assento per più di un’ora. (Mostrando successivamente il soffitto, il camino e la finestra) Volete uscire di qua, di là o di là?....

TYLTYL

(mostrando timidamente la porta) Vorrei uscire di là…

LA FATA

(di nuovo offendendosi improvvisamente)  E’ assolutamente impossibile, ed è una abitudine deplorevole!...(Indicando la finestra). Usciremo di là…Ebbene?...Che aspettate?...Vestitevi immediatamente…(I fanciulli obbediscono e si vestono rapidamente9 Aiuterò Mytyl..

TYLTYL

Non abbiamo scarpe…

LA FATA

Non importa. Io vi darò un cappellino meraviglioso. Dove sono i genitori?

TYLTYL

(mostrando la porta a dritta)

Sono di là. Dormono…

LA FATA

E il nonno e la nonna?..

TYLTYL

Sono morti…

TYLTYL

Sono morti…

10

LA FATA

E i fratellini e le sorelline…Ne avete?...

TYLTYL

Sì,sì; tre fratellini…

MYTYL

E quattro sorelline…

LA FATA

Dove sono?

TYLTYL

Morti anche loro…

LA FATA

Volete rivederli?...

TYLTYL

Oh sì!...Subito!...Fateceli vedere!

LA FATA

Non li ho in tasca…Ma capita a proposito: li vedrete passando nel “Paese del Ricordo”… E’ sulla strada dell’Uccellino Azzurro. Subito a sinistra, dopo il terzo crocicchio. Che facevate quando ho picchiato?

TYLTYL

Giocavamo a mangiar dolci.

LA FATA

Avevate dei dolci?...Dove sono?

TYLTYL

Nel palazzo dei bambini ricchi…Venite a vedere, è così bello!...(trascinando la Fata verso la finestra).

LA FATA

(alla finestra) Ma sono gli altri che li mangiano!...

TYLTYL

Sì; ma giacchè si vede tutto…

LA FATA

Tu non li invidii?

TILTYL

Perché…

LA FATA

Perché essi mangiano tutto. Trovo che fanno male a non darti nulla…

TYLTYL

Ma no, essi sono ricchi…Eh! Che bellezza in quella casa!

11

LA FATA

Non ci si sta meglio che in casa tua.

TYLTYL

Eh, no…Da noi tutto è più nero, più piccolo, e non abbiamo dolci…

LA FATA

E’ assolutamente la stessa cosa, soltanto che tu non lo vedi…

TYLTYL

Ma sì, ci vedo benissimo, e ho un’ottima vista. Leggo le ore sul quadrante della chiesa e il babbo no…

LA FATA

(offendendosi improvvisamente) Ti dico che non ci vedi! Come mi vedi tu? Come sono fatta? (Silenzio impacciato di Tyltyl) Ebbene, rispondi! Che io sappia se tu vedi!...Sono bella o brutta? (Silenzio sempre più impacciato). Non vuoi rispondere? Sono giovane o vecchia? Sono rosea o gialla?..Ho la gobba, forse?

TYLTYL

(conciliante)  No, no non è tanto grande…

LA FATA

Ma sì, a vedere la tua aria, si crederebbe che io l’abbia enorme…Ho il naso a uncino, e l’occhio sinistro cieco?...

TYLTYL

No, no, non dico questo..Chi è che te l’ha accecato?

LA FATA

(sempre più irritata) Ma non è cieco!..Insolente! miserabile!...E’ più bello dell’altro, più luminoso, e azzurro come il cielo…E i miei capelli, li vedi?...Sono biondi come le spighe di grano…si direbbero dell’oro filato!...E ne ho tanti e tanti che la testa mi pesa…Mi sfuggono da per tutto..Li vedi sulle mie mani?...(Ella mostra due misere ciocche di capelli grigi).

TYLTYL

Sì,  ne veggo alcuni.

LA FATA

(indignata) Alcuni?...Dei mazzi…delle bracciate, dei ciuffi, dei flutti d’oro!...So bene che la gente dice di non vederli; ma  tu, credo, non sei di quelle cattive persone orbe…

TYLTYL

No, no, io veggo benissimo quelli che non si nascondono…

LA FATA

Ma bisogna vedere gli altri con la stessa audacia!...Come son strani gli uomini!...Dopo la morte delle fate, non veggono più affatto, e non lo sospettano…Fortunatamente ho sempre addosso ciò che ci vuole per riaccendere gli occhi spenti…Che cosa cavo fuori di questo sacco?...

TYLTYL

Oh! Che bel cappellino verde!....Che è quel che luccica sulla coccarda?

12

LA FATA

Il gran diamante che fa vedere…

TYLTYL

Ah!

LA FATA

Sì; quando si ha il cappello in testa, si gira un po’ il diamante: da destra a sinistra, per esempio, to’, così vedi?…Allora esso si appoggia su un bernoccolo della testa che nessuno conosce, e che apre gli occhi…

TYLTYL

Non fa male?

LA FATA

Al contrario, è fatato…Si vede immediatamente ciò che vi è nelle cose: l’anima del pane, del vino, del pepe, per esempio…

MYTYL

Si vede anche l’anima dello zucchero?

LA FATA

(immediatamente offesa)

Naturale!..Non mi piacciono le domande inutili..L’anima dello zucchero non è più interessante di quella del pepe…Ecco, io vi do ciò che vi può aiutare nella ricerca dell’Uccellino Azzurro…So bene che l’Anello che rende invisibile o il Tappeto volante vi sarebbero più utili; ma ho perduta la chiave dell’armadio dove li ho serbati!...Ah! mi dimenticavo…(mostrando il diamante). Quando lo tieni così, vedi…voltandolo un po’ più si rivede il passato…Voltandolo ancora un po’, si vede l’avvenire…E’ curioso e pratico e non fa rumore…

TYLTYL

Papà me lo prenderà…

LA FATA

Non lo vedrà; nessuno può vederlo, fin che lo porti sulla testa…Vuoi provare? (Essa copre Tyltyl col cappellino verde) Ora gira il diamante e poi…

Appena Tyltyl ha girato il diamante, un cambiamento improvviso e prodigioso si opera in tutte le cosa. La vecchia Fata è a un tratto una bella e meravigliosa principessa, le pietre di cui son fatti i muri della casa s’illuminano, mandando riflessi azzurri come zaffiri, diventano trasparenti, scintillanti, abbaglianti come le pietre più preziose. I rozzi mobili s’animano e risplendono; la tavola di legno bianco si presenta con la gravità e la nobiltà di una tavola di marmo, il quadrante dell’orologio strizza l’occhio e sorride con piacevolezza, mentre la porticina, dietro la quale oscilla il pendolo, si socchiude e lascia sfuggire le Ore che, tenendosi per mano e ridendo a crepapelle, si mettono a danzare al suono d’una musica deliziosa. Stupore legittimo di Tyltyl, che esclama mostrando le Ore:

TYLTYL

E chi son mai tutte queste belle signore?...

LA FATA

Non aver paura, le ore della tua vita, felici di essere libere e visibili un istante….

TYLTYL

E perché i muri son così luminosi?…sono forse di zucchero o di pietre preziose?...

13

LA FATA

Tutte le pietre sono simili, tutte le pietre sono preziose, ma gli uomini non ne veggono che poche…

Mentre parlano così. la fantasmagoria continua e si completa. Le anime dei Pani-da-quattro-libbre in forma di fantocci in maglia color crosta di pane, stupiti e impolverati di farina, si districano dalla madia e sgambettano intorno alla tavola dove sono raggiunti dal Fuoco, che esce dal focolare in maglia gialla e vermiglia, e li insegue, contorcendosi dal ridere.

TYLTYL

Chi sono quei brutti fantocci?...

LA FATA

Niente di grave: le anime dei Pani-da-quattro.libbre che approfittano del regno della verità peR uscire dalle madie dove si trovano pigiati…

TYLTYL

E quel gran diavolo rosso dal cattivo odore?...

LA FATA

Zitto!...Non parlare troppo forte, è il Fuoco. Ha un cattivo carattere.

Questo dialogo non ha interrotto la fantasmagoria. Il Cane e la Gattina, raggomitolati a piè della credenza, cacciando simultaneamente un ululo, scompaiono in un trabocchetto, e al loro posto sorgono due personaggi, di cui l’uno porta una maschera da Bulldog, e l’altro una testa di gatto. A un tratto l’omino dalla maschera di bulldog – che noi chiameremo da ora in poi Cane – si precipita su Tyltyl e lo bacia violentemente e lo ricopre di rumorose e impetuose carezze, mentre il personaggio dalla maschera di micio – che noi chiameremo più semplicemente la Gattina – si dà una pettinatina, si lava le mani e si liscia i mustacchi prima di avvicinarsi a Mytyl.

IL CANE

(urlando, saltando, scompigliando tutto, insopportabile) Idolo mio1…Buon giorno, buon giorno, idolo mio!..Finalmente, finalmente, si può parlare!...Avevo tante cose da dirti!...Avevo un bell’abbaiare e scodinzolare!...Tu non comprendevi!...Ma ora!...Buon giorno, buon giorno!...Ti voglio bene, ti voglio bene!...Vuoi che faccia qualche cosa di meraviglioso?...Vuoi che io faccia il bellimbusto?...Vuoi che cammini sulle mani o che balli sulla corda?

TYLTYL

(alla Fata) Chi è mai quel signore dalla testa di cane?

LA FATA

Ma non vedi?...E’ l’anima di Tylo che tu hai libarata…

LA GATTINA

(avvicinandosi a Mytyl e tenendole la mano cerimoniosamente, con circospezione). Buon giorno, signorina…Come sei bella questa mattina!...

MYTYL

Buon giorno, signora…(alla fata) Chi è?...

LA FATA

Che, non l’indovini? E’ l’anima di Tylette che ti stende la mano…Baciala..

14

IL CANE

(urlando la Gattina) Anch’io!...Io bacio il mio idolo!...Bacio la bambina!...Bacio tutti!...Magnifico!..Ci divertiremo!...Ora faccio paura a Tylette…Uh!...Uh!...Uh!...

LA GATTINA 

Signore!...Io non vi conosco…

LA FATA

(minacciando il Cane con la sua bacchetta). Sta a posto, tu; se no, rientrerai nel silenzio fino alla fine dei secoli..

Intanto la fantasmagoria ha seguito il suo corso, l’Arcolaio s’è messo a girar vertiginosamente nel suo angolo, filando splendidi raggi di luce; la Fontana, nell’altro angolo, comincia a cantare con voce acutissima, e trasformandosi in Fontana luminosa, inonda l’acquaio di cascate di perle e di smeraldi, a traverso le quali si slancia l’anima dell’acqua simile a una ragazza grondante, scarmigliata che va subito a battersi col fuoco.

TYLTYL

E quella signorina tuta inzuppata d’acqua?...

LA FATA

Non aver paura, è l’acqua che esce dalla chiavetta…

Il recipiente del latte si rovescia, cade dalla tavola, si rompe sul pavimento, e del latte sparso si leva una forma bianca e pudibonda che sembra aver paura di tutto.

TYLTYL

E quella signora in camicia che ha paura?...

LA FATA

E’ il latte che ha rotto il suo recipiente…

Il Pan-di-zucchero posato ai piedi della credenza ingrandisce, s’allarga e spacca il suo involucro di carta, donde emerge un essere dolciastro e sornione, vestito d’un camiciotto bianco e azzurro, che s’avanza sorridendo beatamente verso Mytyl.

MYTYL

(con agitazione) Che vuole?

LA FATA

Ma è l’anima dello zucchero!...

MYTYL

(rassicurata) Ha forse lo zucchero d’orzo?

LA FATA

Ma se non ha altro in tasca, e ha le dita tutte di zucchero d’orzo!

La lampada cade dalla tavola, ma appena è caduta, la sua fiamma si raddrizza e si trasforma in una fanciulla luminosa d’incomparabile bellezza. E’ vestita di lunghi veli trasparenti e abbaglianti, e rimane immobile in una specie di estasi.

15

TYLTYL

E’ la regina!..

MYTYL

E’ la Santa Vergine!

LA fata

No, cari, è la luce…

Intanto le casseruole e gli scaffali girano come trottole olandesi, l’armadio della biancheria sbatte gli sportelli, e comincia un magnifico spiegamento di stoffe color di luna e di sole, a cui si mischiano, non meno splendidi, stracci e cenci che discendono le scale del granaio. Ma ecco che tre colpi abbastanza forti sono picchiati alla porta di destra.

TYLTYL

(spaventato)

E’ papà!...Ci ha sentiti!...

LA FATA

Gira il diamante!...Da sinistra a destra!...(Tyltyl girando rapidamente il diamante). Non così presto!...Mio Dio! Troppo tardi!..L’hai girato troppo forte. Non avranno il tempo di riprendere il loro posto, avremo molte seccature…(La Fata ridiventa una vecchietta, nei muri della capanna si estingue ogni splendore, le Ore rientrano nell’orologio, l’arcolaio si ferma, ecc. ma nella fretta e nel disordine generale, mentre il Fuoco corre follemente attorno alla camera, in cerca del focolare, uno dei Pani-da-quattro-libbre, che non ha potuto ritrovare posto nella madia, scoppia in singhiozzi, cacciando urli di spavento) Che succede?...

IL PANE

(in lagrime) Non vi è più posto nella madia!

LA FATA

(chinandosi sulla madia) Ma sì!...ma sì…(spingendo gli altri pani che hanno ripreso il loro posto). Vediamo, presto, accomodatevi..

IL PANE

(sperduto, sforzandosi vanamente di rientrare nella madia). Non è possibile!...Sarò mangiato per primo!...

IL CANE

(sgambettando intorno a Tyltyl) Idolo mio… Io sono ancora qui!...Posso ancora parlare! Posso di nuovo baciarti!...Ancora! Ancora! Ancora!

LA FATA

Come, anche tu?...Sei ancora qui!...

IL CANE

Sono fortunato!...Non ho potuto rientrare nel silenzio; la botola s’è richiusa troppo presto…

LA GATTINA

Anche la mia…Che accadrà?..C’è pericolo?

LA FATA

Mio Dio, debbo dirvi la verità; tutti quelli che accompagneranno i due fanciulli morranno alla fine del viaggio…

16

LA GATTINA

E quelli che non l’accompagneranno?

LA FATA

Sopravvivranno alcuni minuti…

LA GATTINA

(al Cane)

Su, rientriamo nella botola…

IL CANE

No, no!...Non voglio!...Voglio accompagnare l’idolo mio!...Voglio parlargli sempre!...

LA GATTINA

Imbecille! (Si batte alla porta)

IL PANE

(piangendo a calde lacrime) Non voglio morire alla fine del viaggio!..Voglio rientrare subito nella madia.

IL FUOCO

(che non ha cessato di percorrere vertiginosamente la camera cacciando sibili d’angoscia) Non trovo il focolare!...

L’ACQUA

(che tenta invano di rientrare nella chiavetta). Non posso più rientrare nella chiavetta!...

LO ZUCCHERO

(che si agita intorno al suo cartoccio) Io ho rotto il mio involucro di carta.

IL LATTE

(linfatico e pudibondo) M’hanno rotto il vaso!...

LA FATA

Che stupidi, Mio Dio!...Stupidi e vili!...Preferireste dunque continuare a vivere nelle vostre brutte scatole, nelle vostre botole e nella vostra chiavetta per non accompagnare i bambini che vanno a cercare l’uccello?

TUTTI

(tranne il cane e la Luce)Sì! Sì! Subito, immediatamente!...La mia chiavetta!...La mia madia!...Il mio focolare!...La mia botola!...

LA FATA

(alla luce che guarda pensosamente i resti della sua lampada) E tu, luce, che ne dici?...

LUCE

Accompagnerò i bambini…

IL CANE

(urlando di gioia) Anch’io! Anch’io!...

17

LA FATA

Ecco i più bravi. Del resto, è troppo tardi per indietreggiare, non c’è più da scegliere, uscirete tutti con noi…Ma tu, Fuoco, non ti accostare a nessuno; tu, Cane, non tormentare la Gattina, e tu, Acqua  tienti dritta e cerca di non sgocciolare da per tutto…(Colpi violenti sono di nuovo battuti alla porta di destra)

TYLTYL

(ascoltanto) Ancora papà!...Questa volta si alza, lo sento camminare…

LA FATA

Usciamo dalla finestra…Verrete tutti a casa mia dove vestirò a dovere gli animali e i fenomeni…(Al Pane) Tu, Pane, prendi la gabbia dove si metterà l’uccellino Azzurro…Ti sarà dato in custodia…Presto, presto non perdiamo tempo…

La finestra s’allunga rapidamente, come una porta. Escono tutti, e quindi la finestra riprende la sua forma primitiva, richiudendosi innocentemente. La camera è ridiventata oscura, e i due lettini sono immersi nell’ombra. La porta a destra si socchiude e nell’apertura appaiono le teste del padre e della madre.

IL PADRE

Non è niente..Eè il grillo che canta…

LA MADRE

Li vedi?

IL PADRE

Certo…dormono tranquillamente…

LA MADRE

Li sento respirare…

La porta si chiude.

SIPARIO

18                                                     ATTO SECONDO

QUADRO II

                                                             In casa della Fata

Un magnifico vestibolo nel palazzo della Fata Beriluna: colonne di marmo chiaro dai capitelli d’oro e d’argento, scale, portici, balaustre, ecc.

Entrano dal fondo, a destra, sontuosamente vestiti, la Gattina, lo Zucchero e il Fuoco. Escono da un appartamento donde emanano raggi di luce; è la guardaroba della Fata. La Gattina ha indossato il costume classico della Gattina con gli stivali, lo Zucchero un abito di seta bipartito di bianco e di azzurro tenero, e il Fuoco, un cappello dai piumini multicolori, e un lungo mantello cremisi, foderato d’oro. Essi attraversano tutta la sala e discendono al primo piano, a destra dove la Gattina li riunisce sotto il portico.

LA GATTINA

Da questa parte. Conosco tutti i labirinti di questo palazzo..La Fata Beriluna l’ha ereditato da Barba Turchina..Mentre i bambini e la Luce fanno visita alla figliuola della Fata, approfittiamo del nostro ultimo momento di libertà…Vi ho fatti venire qui per discutere sulla situazione in cui ci troviamo…Siamo tutti presenti?...

LO ZUCCHERO

Ecco il Cane che esce dalla guardaroba della Fata….

IL FUOCO

Come diamine s’è vestito?...

LA GATTINA

Ha preso la livrea di un valletto della carrozza di Cenerentola…Proprio ciò che ci voleva per lui…Egli ha un’anima servile…Ma nascondiamoci dietro la balaustra…Ho una strana diffidenza…Sarei più contenta che non udisse quello che ho da dirvi…

LO ZUCCHERO

E’ inutile…Ci ha scoperti…Guarda, ecco l’Acqua che esce contemporaneamente dalla guardaroba…Dio! Com’è bella!...

Il cane e l’Acqua raggiungono il primo gruppo.

IL CANE

(sgambettando) Ecco!...Ecco!...Non sono bello? Guardate questi pizzi e poi questi ricami!...Sono d’oro vero!...

LA GATTINA

(all’Acqua) E’ la veste “color del tempo” di Pelle d’Asino?...Mi sembra di riconoscerla…

L’ACQUA

Sì, è quella che mi sta meglio…

IL FUOCO

(tra i denti) Ella non ha il parapioggia…

19

L’ACQUA

Che dici?...

IL FUOCO

Niente, niente…

L’ACQUA

Credevo parlassi d’un naso rosso che ho visto l’altro giorno…

LA GATTINA

Via, non ci bisticciamo, abbiamo qualche cosa di meglio da fare…Non aspettiamo che il Pane: dov’è?

IL CANE

Non la finiva più di fare lo schifiltoso per scegliersi il costume…

IL FUOCO

Mette proprio conto, quando si ha quell’aria idiota e un pancione che…

IL CANE

Finalmente s’è deciso per un abito turco, ornato di pietre preziose, una scimitarra e un turbante…

LA GATTINA

Eccolo!...Ha indossato la più belle veste di Barba Turchina…

Entra il Pane nel costume già descritto. L’abito di seta è a fatica allacciato sul gran pancione. Tiene con una mano l’elsa d’una scimitarra passata nella cintura e con l’altra la gabbia destinata all’Uccellino Azzurro.

IL PANE

(dondolandosi vanitosamente) Ebbene?…Come vi sembro?...

IL CANE

(sgambettando attorno al Pane) Com’è bello! Com’è stupido! Com’è bello! Com’è bello!

LA GATTINA

(al pane) I bambini sono vestiti?

IL PANE

Sì, il signor Tyltyl ha preso la veste rossa, le calze bianche e i calzoni azzurri di Puccettino, e la signorina Mytyl l’abito di Gretel e le pantofole di Cenerentola..Ma il grande problema è stato quello di vestire la Luce!

LA GATTINA

Perché?

IL PANE

La Fata la trovava così bella che non voleva vestirla affatto…Allora io ho protestato in nome della nostra dignità di elementi essenziali e eminentemente rispettabili; e ho finito col dichiarare che a queste condizioni rifiutavo di uscire con lei…

IL FUOCO

Bisogna comperarle un paralune!...

LA GATTINA

E la Fata che ha risposto?

29

IL PANE

Mi ha dato delle bastonate sulla testa e..sulla pancia…

LA GATTINA

E allora?

IL PANE

Mi sono lasciato convincere; ma, all’ultimo momento, la Luce s’è decisa per un abito “color di luna” che si trovava in fondo alla cassa dei tesori di Pelle d’Asino…

LA GATTINA

Via, s’è chiacchierato abbastanza, il tempo stringe…Si tratta del nostro avvenire…Avete sentito? La Fata ha detto: la fine di questo viaggio segnerà contemporaneamente la fine della nostra vita…Si tratta dunque di prolungarlo finchè è possibile e con tutti i mezzi possibili…ma c’è ancora dell’altro; bisogna che pensiamo alla sorte della nostra razza e al destino dei nostri figli….

IL PANE

Brava! Brava!...La Gattina ha ragione!...

LA GATTINA

Ascoltatemi…Noi tutti qui presenti, animali, cose ed elementi, possediamo un’anima che l’uomo non conosce ancora. E’ per questo che noi godiamo un resto d’indipendenza; ma se trova l’Uccellino Azzurro, egli saprà tutto, vedrà tutto, e noi saremo completamente in sua balia…Questo mi è stato rivelato dalla mia vecchia amica la Notte, che è anche la custode dei misteri della Vita…E’ dunque nel nostro interesse di impedire in ogni modo che si trovi quest’Uccellino, anche a costo di mettere in pericolo la stessa vita dei bambini…

IL CANE

(indignato)  Che dice costei?...Ripeti un po’, perché io comprenda bene di che si tratta!

IL PANE

Silenzio!...Tu non hai la parola!...L’assemblea la presiedo io…

IL FUOCO

Chi ti ha nominato presidente?

L’ACQUA

8al Fuoco) Silenzio! Che c’entri tu?...

IL FUOCO

Altro che c’entro!...Io non sopporto osservazioni da te.

LO ZUCCHERO

(conciliante) Permettete…Non ci bisticciamo…L’ora è grave…Si tratta d’intenderci sui provvedimenti da prendere…

IL PANE

Io sono interamente del parere dello Zucchero e della Gattina…

30

IL CANE

E’ stupido tutto questo!...C’è l’Uomo, ecco tutto!...Bisogna obbedirgli e fare tutto quello che egli vuole1…Ecco ciò che c’è di vero!...Io non conosco che lui…Viva l’Uomo!...Per la vita, per la morte, tutto per l’Uomo…

IL PANE

Io sono dello stesso parere del Cane.

LA GATTINA

Bisogna dire le proprie ragioni….

IL CANE

Non vi sono ragioni!...Amo l’Uomo, questo basta…Se fate qualcosa contro di lui, prima vi strangolo, e poi vado a dirgli tutto…

LO ZUCCHERO

(intervenendo con dolcezza). Permettete..Non ci allontaniamo dalla nostra discussione…Sotto un certo aspetto avete ragione l’uno e l’altro…Vi è il pro e il contro…

IL PANE

Io sono interamente del parere dello Zucchero!...

LA GATTINA

Forse che tutti qui, l’Acqua, il Fuoco, e voi, Pane e Cane, non siamo tutti vittime di tirannia senza nome?...Ricordate il tempo in cui, prima della venuta del desposta, noi eravamo liberi sulla faccia della Terra?...L’Acqua e il Fuoco erano i soli padroni dl mondo, e vedete che cosa ormai sono diventati!...Quanto a noi, miseri discendenti delle grandi fiere…Attenti!...Facciamo finta di nulla…Veggo venire la Fata e la Luce…La Luce s’è messa dalla parte dell’Uomo; è la nostra peggiore nemica…Eccole!...

Entrano da destra la Fata e la Luce, seguite da Tyltyl e da Mytyl.

LA FATA

Ebbene?...Che c’è?...Che fate in quell’angolo? Avete l’aria di cospirare…E’ tempo di mettersi in viaggio. Ho deciso che la Luce sarà la vostra guida…Le obbedite tutti come a me stessa, e le confido la mia bacchetta…I bambini visiteranno questa sera i loro nonni che sono morti…Voi non li accompagnerete, per discrezione…Passeranno la sera in seno alla loro famiglia defunta…Intanto preparerete tutto quello che bisogna per la tappa di domani che sarà lunga…Su, in piedi, avanti e ciascuno al suo posto!...

LA GATTINA

(ipocritamente) E appunto ciò che stavo loro dicendo, signora Fata…Li esortavo a compiere coscienziosamente e coraggiosamente il loro dovere, disgraziatamente il Cane che m’interrompeva a ogni piè sospinto…

IL CANE

Che dici?...Aspetta un po’!....

Sta per slanciarsi sulla Gattina, ma Tyltyl, che ha preveduto il suo movimento, lo ferma con un gesto minaccioso.

TYLTYL

Giù, Tylo!...Bada, se mostri ancora una volta di…

31

IL CANE

Idolo mio, non sai, è lui che….

TYLTYL

(interrompendolo) Taci…

LA FATA

Via, finiamola…Il Pane questa sera consegni la gabbia a Tyltyl…E’ possibile che l’Uccelino Azzurro si nasconda nel Passato, presso i nonni..In ogni modo è una probabilità che non bisogna trascurare…Ebbene..Pane, questa gabbia?...

IL PANE

(solennemente) Un momento, per favore, signora Fata…(come un oratore che prende la parola). Voi tutti siate testimoni che questa gabbia d’argento che mi fu affidata per…

LA FATA

8interrompendolo) Basta!...Non facciamo frasi..Noi usciremo di lì, mentre i bambini usciranno di qui…

TYLTYL

(molto agitato) Usciremo soli?...

MYLTYL

Ho fame!...

TYLTYL

Anch’io!...

LA FATA

(al Pane) Apri la tua veste turca, e dà loro una fetta della tua buona pancia…

IL PANE

(apre la veste, trae la sua scimitarra, e si taglia dal pancione due panini che offre ai bambini)

LO ZUCCHERO

(avvicinandosi ai bambini) Permettetemi di offrirvi ora degli zuccherini…(Rompe a uno a uno le cinque dita della sua mano sinistra e li offre in dono)

MYTYL

Che fa?...Si rompe tutte le dita?...

LO ZUCCHERO

Assaggiate, sono eccellenti…Vero zucchero d’orzo…

MYTYL

(succhiando un dito allo Zucchero). Dio, come è buono!..Ne hai molti?

LO ZUCCHERO

(modesto) Ma sì, finchè ne voglio…

MYTYL

Ti fanno molto male, quando te le rompi così?

32

Ma che…Al contrario, fa bene, rispuntano immediatamente e in questo modo ho sempre le dita pulite e nuove…

LA FATA

Vedete, bambini, non mangiate troppo zucchero. Non dimenticate che fra poco cenerete dai vostri nonni…

TYLTYL

Sono qui?...

LA FATA

Li andrete a vedere subito…

TYLTYL

Come li vedremo, se sono morti?

LA FATA

Come possono esser morti, se vivono nel nostro ricordo? Gli uomini non sanno questo segreto perché sanno ben poche cose; invece tu, grazie al Diamante, vedrai che i morti, di cui ci ricordiamo, vivono felici, come se non fossero morti…

TYLTYL

La Luce viene con noi?

LA LUCE

No, è più conveniente che vi troviate soli fra persone di famiglia…Io aspetterò qui vicino, per non sembrare indiscreta…Non mi hanno invitata…

TYLTYL

Per dove bisogna andare?…

LA FATA

Di qui…Siete  sulla soglia del “Paese del Ricordo”. Appena avrai girato il Diamante, vedrai un grosso albero con un cartello, che ti dirà che sei arrivato…Ma non dovete dimenticare tutti e due che dovete tornare alle nove meno un quarto…E’ importantissimo…Soprattutto siate esatti, perché tutto sarebbe perduto se foste in ritardo…Arrivederci…(Chiamando la Gattina, il Cane, la Luce, ecc). Di qui e i piccini di là…

Esce a destra con la luce, gli animali, ecc., mentre i bambini escono a sinistra.

SIPARIO

33

                                           QUADRO  III

                                         Nel   “Paese  del Ricordo”

Una fitta nebbia, donde emerge, a destra, al primo piano, il tronco d’unaq grossa quercia munita d’un cartello.  Luce lattea, diffusa, impenetrabile.

Tyltyl e Mytyl si trovano a piè della quaercia.

TYLTYL

Ecco l’albero!

MYTYL

C’è il cartello?

TYLTYL

Non posso leggere..Aspetta, salgo su questa radice…E’ proprio…C’è scritto “Paese del Ricordo”

MYTYL

E’  qui che comincia…

TYLTYL

Sì, c’è una freccia…

MYTYL

Ebbene, dove sono il nonno e la nonna?

TYLTYL

Dietro la nebbia…Li vedremo…

MYTYL

Non veggo niente…Non mi veggo neppure le mani e i piedi…(Piagnucolando) Ho freddo!...Non voglio viaggiare…Voglio tornare a casa…

TYLTYL

Via, non piangere sempre, come l’acqua…Non te ne vergogni?...Sei grande!...Guarda, la nebbia già si dirada…Vedremo che cosa c’è dentro…

Infatti la nebbia s’è messa in movimento; si alleggerisce, si rischiara, si disperde, s’evapora. Subito in una luce sempre più trasparente si scopre sotto una volta di verzura una ridente casetta di contadini coperta di piante rampicanti. Le finestre e le porte sono aperte. Si veggono gli alveari delle api sotto la tettoia, vasi di fiori sulle finestre, una gabbia dove dorme un merlo, ecc. vicino alla porta una panca, sulla quale sono profondamente addormentati un vecchio contadino con la moglie, cioè il nonno e la nonna di Tyltyl.

TYLTYL

(riconoscendoli a un tratto) Sono il nonno e la nonna!...

MYTYL

(battendo le mani). Sì, sì!...Sono essi!...Sono essi!...

TYLTYL

(ancora un po’ diffidente) non si sa ancora se si muovono..Restiamo dietro l’albero…

34

La nonna Tyl apre gli occhi, alza la testa, caccia un sospiro, guarda il nonno che si sveglia anche lui lentamente.

LA NONNA

Ho l’idea che i nostri nipotini che sono ancora in vita ci verranno a trovare oggi…

IL NONNO

Sicuro, pensano a noi, perché mi sento un formicolio per le gambe…

LA NONNA

Credo siano vicini, perché lagrime di gioia mi danzano davanti agli occhi.

IL NONNO

No, no, son molto lontani…Mi sento ancora debole…

LA NONNA

Ti dico che son qua: ho già tutta la mia forza…

TYLTYL E MYTYL

(precipitandosi di dietro la quercia) Eccoci!...Eccoci!...Nonno!...Nonna!...Siamo noi!...Siamo noi!...

IL NONNO

Vedi!...Ecco! che ti avevo detto?...Ero sicuro che venivano oggi…

LA NONNA

Tyltyl!...Mityl!...sei tu!..E’ lei!...sono loro!...(Sforzandosi di correre loro incontro) Non posso correre..Ho sempre i reumi.

IL NONNO

(correndo zoppiconi anche lui) Anch’io..Per la mia gamba di legno che sostituisce sempre quella che mi ruppi cadendo dalla gran quercia…

I nonni e i fanciulli si baciano follemente.

LA NONNA

Come ti sei fatto grande  e forte, Tyltyl mio!...

IL NONNO

(accarezzando i capelli di Mityl). E’ Mityl!...Guarda un po’!...Che bei capelli!...Che begli occhi!...E com’è buona!...

LA NONNA

Baciamoci ancora!...Venite sulle mie ginocchia…

IL NONNO

E a me niente?...

LA NONNA

No, no, prima a me…Come stanno papà e mamma?

TYLTYL

Benissimo, nonna…Dormivano quando siamo usciti…

35

LA NONNA

(contemplandoli e soffocandoli di carezze) Dio mio, come sono belli e tutti lindi!...E’ stata la mamma a vestirvi? E le calze son bucate?...Prima le rammendavo io…Perché non ci venite a trovare più spesso?...Ci farebbe tanto piacere..Passano mesi e mesi che ci dimenticate e noi non vediamo nessuno…

TYLTYL

Non possiamo, nonna; è la Fata che oggi…

LA NONNA

Noi siamo sempre qui in attesa di una visitina dei Vivi…Vengono così di rado..L’ultima volta che siete venuti è stata…aspetta…quando fu? Fu a Ognissanti, quando sonò la campana della chiesa.

TYLTYL

A Ognissanti?...Ma se quel giorno non uscimmo, perché avevamo un forte raffreddore.

LA NONNA

E’ vero, ma avete pensato a noi…

TYLTYL

Sì.

LA NONNA

Ebbene, tutte le volte che pensate s noi, ci svegliamo e vi rivediamo.

TYLTYL

Come, basta che…

LA NONNA

Come, sai pure…

TYLTYL

No, che non so…

LA NONNA

E’ straordinario, lassù…Non sanno ancora..Non imparano dunque nulla?

IL NONNO

Proprio come ai tempi nostri…I Vivi sono così sciocchi quando parlano degli Altri…

TYLTYL

Voi dormite sempre?

IL NONNO

Sì, dormiamo dolcemente, aspettando d’esser risvegliati da un pensiero dei Vivi…Ah! che bellezza dormire quando la vita è finita. Ma risvegliarci di tanto in tanto neanche ci dispiace…

TYLTYL

Allora, non siete morti per davvero?

IL NONNO

Che dici?..Che cosa dice? Ecco che usa dei termini che non comprendiamo più..E’ forse una parola nuova, una invenzione nuova?...

36

TYLTYL

La parola “morto”?

IL NONNO

Sì, proprio questa….Che vuol dire?...

TYLTYL

Ma vuol dire che non si vive più…

IL NONNO

Sono sciocchi lassù!...

TYLTYL

Allora qui si sta bene.

IL NONNO

Ma sì; benino, benino, e poi se si pregasse ancora…

TYLTYL

Il babbo m’ha detto che non bisogna pregare…

IL NONNO

Ma sì, ma sì…Pregare e ricordarsi…

LA NONNA

Sì, sì, andrebbe tutto bene, se veniste a vederci più spesso…Ti ricordi, Tyltyl…L’ultima volta, avevo fatto una bella torta di mele…Tu ne mangiasti tanta  e poi tanta che ti fece male…

TYLTYL

Ma dall’anno scorso non ho mangiato mai più la torta di mele…Quest’anno non si son viste le mele.

LA NONNA

Non dire sciocchezze…Qui ve ne sono sempre.

TYLTYL

Non è lo stesso.

LA NONNA

Come? Non è lo stesso?…Ma tutto è lo stesso se ci possiamo baciare…

TYLTYL

(guardando prima il nonno, poi la nonna) Tu non sei cambiato, nonno, per nulla, per nulla…E neppure la nonna è cambiata per nulla…Ma siete più belli…

IL NONNO

Eh! Si sta benino…Non invecchiamo più…Ma voi invece vi fate grandi…Ah, sì, andate di un passo!...Vedete, lì, sulla porta, c’è ancora il segno dell’ultima volta… Fu a Ognissanti…Su, sta dritto. (Tyltyl si mette dritto contro la porta). Quattro dita!...E’ enorme!...(Anche Mytyl si poggia dritta contro la porta) E Mytyl quattro e mezzo!...Ah! Ah! L’erba cattiva! E’ quella che cresce, quella che cresce!...

37

TYLTYL

(guardandosi intorno estasiato) Come tutto è tal quale, come tutto è a posto…Ma come tutto è più bello!...Ecco l’orologio al quale io ruppi la punta della lancetta grande.

IL NONNO

Ed ecco la zuppiera che rompesti con un urto.

TYLTYL

Ed ecco il buco che feci alla porta, il giorno che trovai il succhiello.

IL NONNO

Ah sì! Ne facesti dei guasti!...Ed ecco il susino dove t’arrampicasti sempre quando non c’ero! Ho ancora le sue belle susine rosse…

TYLTYL

Ma sono molto più belle!

MYTYL

Ed ecco il vecchio merlo!...Forse canta ancora. (Il merlo si risveglia e si mette a cantare a squarciagola)

LA NONNA

Lo vedi…Appena si pensa a lui…

TYLTYL

(notando con stupore che il merlo è perfettamente azzurro) Ma è azzurro!...Ma è lui l’Uccellino Azzurro che debbo portare alla Fata!...E non mi dicevate che l’avevate qui! Oh! Come è azzurro, azzurro, azzurro, come una pallina di vetro azzurro. (Supplichevole) Nonno, nonna, volete darmelo?

IL NONNO

Bene, forse sì…Che ne pensi tu, cara mia?

LA NONNA

Ma sì, sì…A che serve qui?...Non fa che dormire…Non si fa sentir mai…

TYLTYL

Io lo metterò nella mia gabbia…To’, dov’è…la gabbia? Ah, è vero, l’ho dimenticata dietro quel grande albero…(corre all’albero, ne riporta la gabbia e vi chiude il merlo). Allora davvero, me lo date davvero…La Fata ne sarà tanto contenta!...E la Luce poi!

IL NONNO

Sai, dell’uccellino non garantisco nulla…Temo che non possa abituarsi più alla vita agitata di lassù, e che se ne ritorni qui col primo vento favorevole…Ma si vedrà…Lascialo lì, per ora, e vieni a vedere la mucca…

TYLTYL

(osservando le arnie) E le api, di’, come vanno?

IL NONNO

Non c’è male…Neanche esse vivono più, come voi dite laggiù; ma lavorano con ardore…

TYLTYL

(avvvicinandosi alle arnie) Oh sì!...Si sente odor di miele…Le arnie debbono essere pesanti!...Tutti i fiori sono così belli!...E le mie sorelline morte sono anch’esse qui?

38

MYTYL

E i miei fratellini, che erano stati seppelliti, dove sono?

A queste parole sette bambini di statura ineguale, a mo’ di canne di siringa, escono a uno a uno dalla casa.

LA NONNA

Eccoli, eccoli! Come uno ci pensa, come uno ne parla, eccoli apparire tutti!

Tyltyl e Mytyl corrono incontro ai bambino. Tutti si urtano, si baciano, ballano, turbinano, cacciando grida di gioia.

TYLTYL

To’, Pierino!...(Si accapigliano). Ah! stiamo per picchiarci ancora come una volta…E Roberto…Buongiorno, Giovanni!...E la trottola dove l’hai? Maddalena e Pierina, Paolina e poi Enrichetta…

MYTYL

Oh! Enrichetta, Enrichetta!..Cammina ancora con le mani e coi piedi!...

LA NONNA

Sì, ella non cresce più…

TYLTYL

(osservando il cagnolino che abbaia intorno a essi) Ecco Chichì a cui tagliai la coda con le forbici di Paolina…Neanche lui è cambiato…

IL NONNO

(silenzioso) No, qui nessuno cambia…

TYLTYL

E Paolina ha sempre quel foruncoletto sul naso?...

LA NONNA

Sì, non se ne va, non c’è rimedio…

TYLTYL

Oh! Che bella cera che hanno, come son grassi e lucenti! Che belle guance tonde! Tutti ben pasciuti…

LA NONNA

Stanno molto meglio da quando non vivono più…Non c’è da aver paura più di nulla, non si cade mai malati, non si hanno più inquietitudini…

L’orologio suona le otto.

LA NONNA

(stupita) Che cosa è mai?

IL NONNO

Veramente non so…Dev’essere l’orologio…

LANONNA

Impossibile…non suona mai…

39

IL NONNO

Perché non pensiamo più all’ora..Chi ha pensato all’ora?

TYLTYL

Io, ci ho pensato…Che ora è?

IL NONNO

Veramente, non so…Ho perduto l’abitudine…Otto colpi…debbono essere le otto, come dicono lassù..

TYLTYL

La Luce m’aspetta alle nove meno un quarto…E’ per la Fata…E’ cosa importantissima…Scappo…

LA NONNA

Non ve  n’andrete così al momento della cena!...Presto, presto, mettiamo tavola innanzi alla porta…Ho una magnoifica minestra di cavoli e una bella torta di susine…

Si piglia la tavola, si imbandisce innanzi alla porta, si portano i tondi, i piatti, ecc. tutti danno una mano.

TYLTYL

Veramente, giacchè ho l’Uccellino Azzurro…E poi la minestra di cavoli, è già tanto tempo!...Da quando sono in viaggio…Negli alberghi non si trova…

LA NONNA

Ecco!...E’ già fatto…A tavola, bambini…Se siete pronti, non perdiamo tempo…

Si è accesa la lampada e vien servita la minestra. I nonni e i bambini seggono intorno alla mensa, fra urti, rimbrotti, grida e risa di gioia.

TYLTYL

(mangiando avidamente) Com’è buona!...Dio mio, com’è buona!...Ne voglio ancora! Ancora…. (Impugna il cucchiaio di legno e batte rumorosamente il piatto)

IL NONNO

Su, su, silenzio…Sei sempre lo stesso maleducato…finirai col rompera il piatto.

TYLTYL

(levandosi a mezzo sullo sgabello)

Ne voglio ancora, ancora!

Raggiunge e tira a sé la zuppiera che si rovescia, spandendo la minestra sulla tavola e quindi sulle ginocchia dei convitati. Grida e urla di scottati.

LA NONNA

Vedi!...Te l’avevo detto…

IL NONNO

(dando a Tyltyl un solenne schiaffo)

Piglia questo!...

TYLTYL

(un istante sconcertato, portandosi poi la mano alla guancia, con estasi). Oh! Sì, erano così gli schiaffi che mi davi quand’eri vivo…Nonno, che bello schiaffo e come fa bene!...Ti voglio baciare!...

40

IL NONNO

Bene, bene, ve ne sono degli altri, se ti fanno piacere… (Suonano le otto e mezzo)

TYLTYL

(con un balzo) Le otto e mezzo! (Getta uil cucchiaio). Mityl, non c’è tempo da perdere…

LA NONNA

Su!...State un altro poco…La casa non arde…Ci vediamo tanto di rado…

TYLTYL

No, non è possibile…La Luce è così buona…E gliel’ho promesso..Su, Mytyl, su!...

.IL NONNO

Dio, come i vivi sono antipatici con tutte le loro faccende e le loro agitazioni.

TYLTYL

(prendendo la gabbia e abbracciando tutti in fretta) Addio nonno…Addio nonna…Addio, fratelli e sorelle, Pierino, Roberto, Paolina, Maddalena, Enrichetta e anche a te, Chichì…M’accorgo che non possiamo più rimanere qui…Non piangere nonna, verremo spesso.

IL NONNO

Venite tutti i giorni!...

TYLTYL

Sì, sì1 verremo più spesso che potremo…

LA NONNA

E’ la nostra unica gioia, ed è una festa tale quando il nostro pensiero ci visita!...

IL NONNO

Non abbiamo altre distrazioni…

TYLTYL

Presto, presto!... La gabbia…l’Uccellino…

IL NONNO

(dandogli la gabbia). Eccoli…Sai, non garantisco nulla, e se il colore non regge…

TYLTYL

Addio! Addio!...

I FRATELLI E LE SORELLE TYL

Addio, Tyltyl!...Addio Mityl!...Pensate allo zucchero d’orzo…Addio…Venite spesso, venite!....

Tutti agitano i fazzoletti, mentre Tyltyl e Mytyla’allontanano lentamente. Ma già, durante le ultime battute, la nebbia dell’inizio è gradatamente riapparsa, e il suono delle voci s’è indebolito, di guisa che alla fine della scena, tutto è scomparso nella bruma e nel momento della calata del sipario Tyltyl e Mytyl sono gli unici visibili sotto la grossa quercia.

TYLTYL

Da questa parte, Mytyl…

41

MYTYL

Dov’è la Luce?…

TYLTYL

Non so…(Guardando l’ uccello nella gabbia). To’! l’uccellino non è più azzurro!...E’ diventato nero!...

MYTYL

Dammi la mano, fratellino…Ho paura e sento freddo…

                                                             SIPARIO

                                                     ATTO TERZO

                                                            QUADRO  IV

                                                     Il Palazzo della Notte

Una vasta e prodigiosa sala d’una magnificenza austera, rigida, metallica e sepolcrale, che dà l’impressione d’un tempio greco egiziano, le cui colonne, gli architravi, le lastre del pavimento fossero di marmo nero, d’oro e d’ebano. La sala è in forma di trapezio. Gradini di basalto, che occupano quasi tutta la sua larghezza, la dividono in tre piani successivi che s’innalzano gradatamente verso il fondo. A destra e a sinistra, fra le colonne, porta di bronzo scuro. In fondo, porta di bronzo monumentale. Solo una luce diffusa che sembra emanare dallo stesso splendore del marmo e dell’ebano rischiara il palazzo.

Al levarsi del sipario, la Notte, in persona d’una vegliarda coperta di lunghe vesti nere, è seduta sui gradini del secondo piano, tra due bambini, dei quali l’uno, quasi nudo, come l’Amore, sorride in un profondo sonno, mentre l’altro se ne sta in piedi, immobile e velato dai piedi alla testa. – Entra, a destra, al primo piano, la Gattina.

LA NOTTE

Chi va là?...

LA GATTINA

(abbandonandosi spossata sui gradini di marmo). Sono io, mamma Notte…non ne posso più.

LA NOTTE

Che hai dunque, figliola mia?...Sei pallida, dimagrata e infangata fino ai mustacchi…Ti sei ancora azzuffata sulle grondaie, sotto la neve e la pioggia?

LA GATTINA

Lasciamo stare le grondaie!...Si tratta del nostro segreto!...E’ il principio della fine!...Ho potuto svignarmela un momento per venire ad avvertirti, ma temo molto che non ci sia proprio nulla da fare…

LA NOTTE

Come?...Ma che è accaduto dunque?

42

LA GATTINA

Ti ho già parlato del piccolo Tyltyl, il figlio del taglialegna, e del Diamante meraviglioso…Ebbene, egli vien qui per pigliarsi l’Uccellino Azzurro…

LA NOTTE

Non l’ha ancora…

LA GATTINA

L’avrà presto, se non facciamo qualche miracolo…Ecco che accade; la Luce, che lo guida e che ci tradisce tutti, perché essa s’è data animo e corpo al partito dell’Uomo, la Luce ha saputo che l’Uccellino Azzurro, il vero, il solo che possa vivere al chiarore del giorno, si nasconde qui, fra gli uccelli azzurri dei sogni che si nutrono di raggi di luna e muoiono non appena scorgono il sole. Essa sa che le è vietato di varcare la soglia del tuo palazzo; ma ella vi manda i bambini; e siccome tu non puoi impedire all’Uomo d’aprire le porte dei tuoi segreti, non so veramente come andrà a finire…A ogni modo, se avessero la disgrazia di mettere la mano sull’autentico Uccellino Azzurro, non ci rimarrebbe che sparire.

LA NOTTE

Cielo, cielo!...In che tempi si vive!...Io non ho più un minuto di riposo…Non comprendo più l’Uomo, da alcuni anni…Che vuole poi?...Bisogna dunque che egli sappia tutto?...Sìè già impadronito del terzo dei miei misteri…Tutti i miei Terrori hanno paura e non osano più uscire, i miei Fantasmi sono in fuga, la maggior parte delle mie Malattie non stanno bene…

LA GATTINA

Lo so, mamma Notte, lo so, i tempi son duri, e noi siamo quasi soli a lottare contro l’Uomo…Ma li sento avvicinarsi…Io non veggo che un mezzo. Siccome sono bambini, bisogna loro incutere tanta paura che non oseranno insistere né aprire la gran porta del fondo, dietro la quale se ne stanno gli uccelli della Luna..I segreti delle altre caverne basteranno a stornare la loro attenzione o ad atterrirli…

LA NOTTE

(dando orecchio a un rumore dal di fuori). Che c’è?...Sono dunque in parecchi?

LA GATTINA

Non è niente, sono amici nostri: il Pane e lo Zucchero; l’Acqua è indisposta e il Fuoco non ha potuto venire, perché è parente della Luce…Non v’è che il Cane che non sia dei nostri; ma non c’è modo di allontanarlo…

Entrano timidamente, a destra, al primo piano, Tyltyl, Mityl, il Pane, lo Zucchero e il Cane.

LA GATTINA

(precipitandosi incontro a Tyltyl) Da questa parte, da questa parte, caro padroncino…Ho avvertito la Notte, che è felice di ricevervi…Bisogna scusarla, è un po’ sofferente, perciò non ha potuto venirvi incontro…

TYLTYL

Buongiorno, signora Notte…

LA NOTTE

(offesa) Buongiorno? Non ti capisco…Potresti dirmi: buona notte, o almeno buona sera…

TYLTYL

(mortificato). Vi chieggo scusa, signora…Non sapevo…(indicando i due bambini). Sono i vostri piccini?...Graziosi davvero…

43

LA NOTTE

Sì, ecco il Sonno…

TYLTYL

Perché è così grasso?...

LA NOTTE

Perché dorme saporitamente…

TYLTYL

E l’altro che si nasconde?...Perchè si vela il viso?…E’ malato forse?...Come si chiama?

LA NOTTE

E’ la sorella del Sonno…E’ meglio non dire il suo nome.

TYLTYL

Perché?

LA NOTTE

Perché è un nome che non si vuol sentire…Ma parliamo d’altro…La Gattina m’ha detto che venite qui in cerca dell’Uccellino Azzurro?...

TYLTYL

Sì, signora, se permettete…Volete dirmi dov’è?

LA NOTTE

Non ne so nulla, piccino mio…Tutto ciò che posso dire si , è che non è qui…Io non l’ho visto mai…

TYLTYL

Sì, sì…la Luce mi ha detto che è qui, ed ella sa ciò che dice, la Luce. Voleta darmi le vostre chiavi?

LA NOTTE

Ma, piccino mio tu comprendi bene che non posso dare così le mie chiavi al primo venuto…Io faccio la guardia a tutti i segreti della Natura, ne sono responsabile e m’è assolutamente vietato affidarli a chicchessia, specialmente a un bambino.

TYLTYL

Voi non avete il diritto di rifiutarli all’Uomo che li domanda…lo so…

LA NOTTE

Chi te l’ha detto?

TYLTYL

La Luce…

LA NOTTE

Di nuovo la Luce! E sempre la Luce!..Di che si va intrigando poi?...

IL CANE

Vuoi che glieli tolga per forza, mio piccolo idolo?...

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TYLTYL

Taci, sta al tuo posto e cerca di essere cortese…(Alla Notte). Su, Signora, datemi le chiavi, per piacere…

LA NOTTE

Hai il segno, almeno?...Dov’è?...

TYLTYL

(toccandosi il cappello). Vedete il Diamante…

LA NOTTE

(rassegna dosi all’inevitabile) Benissimo…Ecco quella che apre tutte le porte della sala…Tanto peggio per te se ti capita una disgrazia…Io non rispondo di nulla…

IL PANE

(molto agitato) Che? C’è pericolo?

LA NOTTE

Pericolo?...Ma se neppur io so come me la caverò quando alcune di queste porte di bronzo si apriranno sull’abisso…Son lì, intorno intorno alla sala, in ciascuna di quelle caverne si basalto, tutti i mali, tutti i flagelli, tutte le malattie, tutti gli orrori, tutte le catastrofi, tutti i misteri che affliggono la vita dal principio del mondo…So ben io quel che mi toccò di soffrire per chiuderli là dentro con l’aiuto del Destino; e m’è abbastanza penoso, ti assicuro, mantenere un po’ d’ordine fra simile genia indisciplinata…Sapete benissimo che accade quando qualcuno se la svigna e si mostra sulla terra…

IL PANE

I miei anni, la mia esperienza e la mia devozione fanno di me il protettore naturale di questi due bambini; perciò, signora notte, permettetemi di farvi una domanda…

LA NOTTE

Dite…

ILPANE

In caso di pericolo, per dove bisogna fuggire’…

LA NOTTE

Non c’è via di scampo…

TYLTYL

(prendendo la chiave e salendo i primi gradini). Cominciamo di qui…Che cosa c’è dietro questa porta di bronzo?....

LA NOTTE

Credo che ci siano i Fantasmi…E’ già da parecchio che non apro, e ch’essi non sono usciti…

TYLTYL

(mettendo la chiave nella toppa) Voglio vedere. (Al Pane). Hai la gabbia dell’Uccellino Azzurro’…

IL PANE

(battendo i denti). Non perché io abbia paura, ma non credi che sarebbe meglio non aprire, e guardare per il buco della serratura?...

45

TYLTYL

Io non ti domando il tuo parere…

MYTYL

(mettendosi a un tratto a piangere). Ho paura…Dov’è lo Zucchero?...Voglio andare a casa…

LO ZUCCHERO

(sollecito, ossequioso). Qui, signorina, sono qui…Non piangere, mi taglierò un dito per offrirvi uno zucchero d’orzo…

TYLTYL

Finiamola… (Gira la chiave ed apre cautamente la porta, che rimane socchiusa. Immediatamente, n’escono cinque o sei spettri di forme diverse e strane che si spandono da tutti i lati. Il Pane, atterrito, getta la gabbia e va a nascondersi in fondo alla sala, mentre la Notte, dando la caccia agli spettri, grida a Tyltyl):

LA NOTTE

Presto! Presto!...Chiudi la porta!...Fuggirebbero tutti e non potremmo riacchiapparli più!...S’annoiano lì dentro, da quando l’Uomo non li prende più sul serio…(Essa dà la caccia agli spettri, sforzandosi, con l’aiuto d’uno staffile composto di serpenti, di ricondurli verso la porta della loro prigione). Aiutatemi!...da questa parte!...Da questa parte!...

TYLTYL

(al Cane). Aiutala, Tylo, corri…

IL CANE

(abbaiando e saltando). Sì, sì, sì!....

TYLTYL

E il Pane, dov’è?

IL PANE

(dal fondo della sala). Qui…presso la porta per impedir loro d’uscire. (Siccome uno degli Spettri si dirige da quel lato, egli fugge a gambe levate, cacciando urla di terrore).

LA NOTTE

8° tre Spettri che ha afferrato per il bavero). Voi, da questa parte!...(A tyltyl). Riapri un po’ la porta…(Spinge gli Spettri nella caverna). Qui, benissimo…(Il Cane ne riconduce altri due). E questi altri…Su, presto, a posto…Sapete pure che non potete uscire che a Ogni Santi…(Chiude la porta).

TYLTYL

(andando a un’altra porta). E qui che c’è?...

LA NOTTE

A che serve?...Te l’ho già detto, l’Uccellino Azzurro qui non è mai venuto …Del resto come vorrai…Aprila, se ti piace…Ci sono le Malattie…

TYLTYL

8con la chiave nella toppa). E’ necessario stare attenti aprendola?...

LA NOTTE

No, non mette conto…Sono tranquillissime, le povere piccine…Non sono felici…L’Uomo, da qualche tempo, muove loro una guerra tale…specialmente dopo la scoperta dei microbi…Apri, dunque, vedrai…

46

Tyltyl spalanca la porta. Non si vede apparire nulla.

TYLTYL

Non escono?....

LA NOTTE

Te l’ho detto, sono tutte sofferenti e scoraggiate…I medici non sono gentili con esse…Entra un momento, vedrai…

Tyltyl entra nella caverna e ne esce subito.

TYLTYL

L’Uccellino Azzurro non c’è…Hanno una cera assai patita, le vostre Malattie…Non hanno neanche levato il capo…(Una piccola Malattia, in pantofole, veste da camera e berretto do cotone, fugge dalla caverna e si mette a sgambettare nella sala). To’…un Malanno che se la dà a gambe levate!...Chi è mai?...

LA NOTTE

Chi vuoi che sia? Il più piccolo dei malanni, il Raffreddore…E’ uno dei meno perseguitati e che sta meglio…(Chiamando il Raffreddore). Qui, qui vecchio. E’ troppo presto, bisogna aspettare l’inverno.

Il Raffreddore, starnutendo, tossendo e soffiandosi il naso, rientra nella caverna, e Tyltyl chiude la porta).

TYLTYL

(passando alla porta vicina). Vediamo questa…Che c’è?

LA NOTTE

Bada. Ci sono le Guerre…Sono più terribili e più potenti che mai…Dio sa che cosa accadrebbe se una di esse se la svignasse…Fortunatamente sono abbastanza obese e mancano d’agilità…Ma teniamoci pronti a respingere la porta tutti insieme, mentre tu darai una rapida occhiata nella caverna.

Tyltyl con mille precauzioni apre la porta in maniera che non vi sia uno spiraglio, donde egli possa guardare. A un tratto, indica il dorso gridando:

TYLTYL

Presto! Presto!...Spingete…M’hanno visto…Vengono tutte…Aprono la porta!

LA NOTTE

Su, tutti…Spingete forte…su, Pane, che fai? …Spingete tutti…esse hanno una forza!...Ah! ecco! E’ fatto!...cedono…era tempo!...hai visto?...

TYLTYL

Sì, sì!...sono enormi, spaventevoli!...Non credo ch’esse abbiano l’Uccellino Azzurro…

LA NOTTE

Certo che non l’hanno…Se lo mangerebbero immediatamente…Ebbene, sei persuaso?…Hai visto che non c’è nulla da fare?…

Bisogna che io vegga tutto…L’ha detto la Luce…

LA NOTTE

L’ha detto la Luce!...E’ facile dirlo quando si ha paura e si resta al sicuro in casa propria..

47

TYLTYL

Andiamo all’altra porta…Che c’è?....

LA NOTTE

Qui, chiudo le Tenebre e le Paure…

TYLTYL

E perché non apriamo?...

LA NOTTE

Come vo piace…Sono abbastanza tranquille…cane le Malattie…

TYLTYL

(socchiudendo la porta con una certa diffidenza e arrischiando un’occhiata nella caverna). Non vi sono?...

LA NOTTE

(guardando a sua volta nella caverna). Ebbene, Tenebre, che fate?...Uscite per un momento, vi gioverà e vi sgranchirà…E le Paure anche…Non v’è nulla da temere…(Alcune Tenebre e alcune Paure, in effigie di donne coperte, le prime di veli neri, le ultime di veli verdastri, arrischiano lentamente qualche passo fuori della caverna, e a un gesto appena accennato da Tyltyl rientrano precipitosamente). Su, senza timori…Si tratta d’un bambino, che non vi farà del male. (A Tylty) Sono diventate incredibilmente timide: eccetto le grandi, quelle che vedi in fondo…

TYLTYL

(guardando verso il fondo della caverna). Oh! Come son orridde!

LA NOTTE

Sono incatenate…Sono le sole che non abbiano paura dell’Uomo…Ma richiudi la porta, per non irritarle…

TYLTYL

(andando alla porta seguente). To’!...Questa è più scura…Che c’è?

LA NOTTE

Dietro questa porta, vi son parecchi misteri…Se assolutamente ci tieni, posso anche aprirla…Ma non entrare…Abbi molta prudenza, e poi prepariamoci a respingere la porta, come abbiamo fatto per le Guerre…

TYLTYL

(aprendo uno spiraglio con la massima precauzione, e facendovi capolino con molto timore). Oh!...Che freddo!...Mi bruciano gli occhi!...Chiudete presto…Spingete dunque! Si spinge di dietro!...(La Notte, il Cane, la Gattina e lo Zucchero fan forza contro la porta). Oh! Oho visto!...

LA NOTTE

Che cosa mai?...

TYLTYL

(sconvolto). Non so…uno spavento1 eran tutti seduti come mostri senz’occhi…Qual era il gigante che voleva prendermi’…

LA NOTTE

Probabilmente il Silenzio: egli è di guardia a questa porta…Ti è parso terribile’..Sei ancora pallido e tremi ancora…

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TYLTYL

Sì, non lo avrei mai creduto. Non avevo mai visto…E ho le mani ghiacciate…

LA NOTTE

Sarà molto peggio fra poco, se continui…

TYLTYL

8alla porta seguente). E questa?...E’ terribile anche questa?...

LA NOTTE

No, v’è un po’ di tutto…Io vi metto le Stelle senza impiego, i miei Profumi personali, i Chiarori che m’appartengono…i quali i Fuochi fatui, i Bruchi fosforescenti, le Lucciole, vi si trova anche la Rugiada, il Canto degli Usignoli, ecc.

TYLTYL

Appunto, le Stelle, il Canto degli Usignoli…dev’essere questa…

LA NOTTE

Apri dunque, se vuoi, è tutta roba che non ha nulla di male.

Tyltyl spalanca la porta. A un tratto le Stelle, in forma di belle fanciulle velate di splendori cangianti, fuggono dalla loro prigione, si spandono nella sala e formano sui gradini e intorno alle colonne graziosi circoli bagnati d’una specie di luminosa penombra. I Profumi della notte, quasi invisibili, i Fuochi fatui, le Lucciole, la Rugiada trasparente, si uniscono ad esse, mentre il Canto degli Usignoli, uscendo a fiotti dalla caverna, inonda il palazzo notturno.

MYTYL

(estasiata, battendo le mani). Oh le belle signore!...

TYLTYL

E come ballano bene!...

MYTYL

E che buon odore che hanno!...

TYLTYL

E come cantano bene!....

MYTYL

E che è quella roba che si vede appena?...

LA NOTTE

I Profumi della mia ombra…

TYLTYL

E quella roba laggiù di vetro filato?

LA NOTTE

La Rugiada delle foreste e delle pianure…Ma basta adesso…Non la finirebbero più…Non è facile rientrare, una volta che si son messe a ballare…(Battendo le mani) Su..presto Stelle!...Non è il momento di ballare….il cielo è coperto, vi sono delle grosse nuvole…su, presto, dentro!...Se no, vado a cercare un raggio di sole…

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Fuga sgomenta delle Stelle, dei Profumi, ecc., che si precipitano nella caverna. La Porta si richiude dietro di essi. Nello stesso tempo cessa il Canto degli Usignoli.

TYLTYL

(dirigendosi alla porta del fondo). Ecco il portone centrale…

LA NOTTE

(grave). Non l’aprire…

TYLTYL

Perché?...

LA NOTTE

Perché è vietato…

TYLTYL

Allora è qui che si nasconde l’Uccellino Azzurro; me l’ha detto la Luce…

LA NOTTE

(con accento materno). Ascoltami, figlio mio…Io sono stata buona e compiacente…Ho fatto per te ciò che non avevo  fatto finora per nessuno…T’ho affidato tutti i miei segreti…Io ti voglio molto bene, ho pietà della tua fanciullezza e della tua innocenza, e ti parlo come una madre…Ascoltami e credimi, figlio mio, rinuncia, non andare più innanzi, non tentare il Destino, non aprire quella porta…

TYLTYL

(abbastanza scosso). Ma perché?

LA NOTTE

Perché non voglio che tu ti perda…Perché nessuno di quelli, mi senti? Nessuno di quelli che l’hanno aperta, non fosse che per lo spessore d’un capello, nessuno è tornato vivo alla luce del giorno….perchè tutto ciò che si può immaginare di spaventevole, perché tutti i terrori, tutti gli orrori di cui sulla terra si parla, non son nulla in confronto di quelli che assalgono un uomo non appena il suo sguardo sfiora le prime minacce dell’abisso al quale nessuno osa dare un nome…Tanto che io stessa, se tu t’ostini, nonostante tutto, a toccare questa porta, ti chiederò d’aspettare che io sia al riparo nella mia torre senza finestre…Ora rifletti tu, fa tu…

Mytyl, tutta in lagrime, caccia grida di terrore inarticolate e cerca di trascinare Tyltyl.

IL PANE

(battendo i denti). Non lo fare, padroncino!....(Inginocchiandosi). Abbi pietà di noi!...Te lo domando in ginocchio…Comprendi che la notte ha ragione…

LA GATTINA

Sacrificando te, sacrificheresti la vita di noi tutti…

TYLTYL

Debbo aprirla…

MYTYL

(battendo i piedi e singhiozzando). Non voglio!...Non voglio…

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TYLTYL

Che lo Zucchero e il Pane prendano per mano Mytyl e si  mettano al sicuro con lei…Io debbo aprire…

LA NOTTE

Si salvi chi può!...Presto…senza perder tempo! (Fugge)

IL PANE

(fuggendo pazzamente). Aspetta almeno che noi siamo all’estremità della sala!...

LA GATTINA

(fuggendo pazzamente anche lei). Aspetta! Aspetta!...

Si  nascondono dietro le colonne all’altro capo della sala. Tyltyl rimane solo col Cane, presso la porta monumentale)..

IL CANE

(anelando e singhiozzando di terrore soffocato). Rimango io, rimango io…Non ho paura…Rimango!...Rimango accanto al mio idolo!...Rimango!...Rimango…

TYLTYL

(accarezzando il Cane). Benissimo, Tylò, benissimo!...Baciami…Siamo in due..E ora avanti!...(Mette la chiave nella toppa. Un grido di terrore parte dall’altro capo della sala ove son riparati i fuggitivi. Non appena la chiave ha toccato la porta, i larghi e alti battenti s’aprono per il mezzo, scivolano lateralmente e scompaiono, a destra e a sinistra, nello spessore dei muri, scoprendo a un tratto, irreale, infinito, ineffabile, il più inatteso dei giardini di sogno e di luce notturna, dove fra le stelle e i pianeti, illuminando tutto ciò che toccano, volando continuamente da un mucchio di pietre preziose a un altro, di raggio di luna in raggio di luna, dei fantastici uccellini azzurri volteggiano perpetuamente e armoniosamente fino ai confini dell’orrizzonte, innumerevoli tanto che sembrano essere il soffio, l’atmosfera turchina, la sostanza stessa dek giardino meraviglioso. – Tyltyl, abbagliato, smarrito, in piedi nella luce del hiardino): Oh!...il cielo!...(Volgendosi verso i fuggitivi). Venite presto!...Sono qui…Sono essi! Sono essi! Sono essi!...Li abbiamo finalmente!...Migliaia d’uccellini azzurri!...Azzurri!...Milioni!...Miliardi…Ve ne saranno troppi!...Venite…Mytyl!...Vieni, Tylò…Venite tutti!...Aiutaremi! (Slanciandosi fra gli uccelli). Si prendono a mani piene!...Non sono selvatici…Non hanno paura di noi!...Da questa parte! Da questa parte! (Mytyl e gli altri corrono. Entrano tutti nel giardino abbagliante, tranne la Notte e la Gattina). Vedete!... Sono troppi!…Mi vengono fra le mani!...Guardate dunque, mangiano i raggi di luna!...Mytyl, dove sei dunque?...Vi sono tante ali azzurre, tante piume che cadono, che non ci si vede più affatto!...Tylò, non li mordere…Non far loro dl male!..Prendili con delicatezza!...

MYTYL

(avvolta di uccellini azzurri). Ne ho già presi sette! Oh! Come battono le ali…Non posso più tenerli!...

TYLTYL

Neanche io!...Ne ho troppi…Se ne volano via!...Ritornano!...Anche Tylò ne ha presi alcuni!...Stanno per trascinarci…per portarci in cielo!...Vieni, usciamo da questa parte!...La Luce ci aspetta!...Sarà contenta! Da questa parte, da questa parte!

Vanno via dal giardino, le mani piene d’uccellini che si dibattono, e, traversando tutta la sala, fra lo scompiglio delle ali azzurrine, escono dalla destra, di dove sono entrati, seguiti dal Pane e dallo Zucchero, che non hanno acchiappato alcun uccellino. – La Notte e la Gattina, rimasti soli, risalgono verso il fondo e guardano con ansia nel giardino.

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LA NOTTE

Non l’hanno preso?...

LA GATTINA

No…Lo veggo lì su quel raggio di luna…Non hanno potuto raggiungerlo, si librava troppo in alto…

Cala il sipario. Subito dopo, innanzi al sipario calato, entrano simultaneamente, a sinistra la Luce, a destra Tyltyl, Mytyl e il Cane interamente coperti dai molti uccellini catturati. Ma già questi sembrano inanimati, e, la testa penzoloni e le ali rotte, non sono più nelle loro mani che delle spoglie inerti.

LA LUCE

Ebbene, l’avete preso?

TYLTYL

Sì, sì!...Tanti, tanti!..Migliaia!...Eccoli!...Li vedi? (Guardando gli uccellini che tende verso la Luce e accorgendosi che sono morti). Tò…non vivono più…E perché mai?…Anche i tuoi, Mytyl?...Anche quelli di Tylò? (Gettando in collera gli uccellini morti). Ah, no, è uno schifo!...Chi è che li ha uccisi?...Sono troppo disgraziato!...

Si nasconde la testa sotto il braccio, sembra tutto scosso dai singhiozzi.

LA LUCE

(abbracciando maternamente) Non piangere, figlio mio…Tu non hai preso quello che può vivere in piena luce..E’ andato altrove…Lo ritroveremo…

IL CANE

(contemplando gli uccelli morti) Saran poi buoni da mangiare?...

Escono tutti da sinistra.

                                                       QUADRO  V

                                                               La foresta

Una foresta. Annotta. Chiaror di luna. Vecchi alberi di diverse specie; particolarmente: una quercia, un faggio, un olmo, un pioppo,  un abete, un cipresso, un tiglio, un castagno, ecc. (Entra la Gattina)

LA GATTINA

(salutando gli alberi in giro). Salute a tutti gli alberri!...

MORMORIO DI FRONDE

Salute!

LA GATTINA

Solenne giorno, questo!...Il nostro nemico viene a liberare le vostre energie e ad asservir sé stesso…E Tyltyl, il figlio del taglialegna che vi ha fatto tanto male…Cerca l’Uccellino Azzurro che voi nascondete all’Uomo dal principio del mondo, e che sa solo il nostro segreto…(Mormorio di foglie). Che cosa?...Ah! parla il Pioppo…Sì, egli possiede un diamante che ha la virtù di liberare all’istante i vostri spiriti, egli può costringerci a dare l’Uccellino Azzurro, e noi allora saremmo definitivamente alla mercè

52

dell’Uomo…(Mormorio delle foglie). Chi parla?...Tò, la Quercia!...Come stai?...(Mormorio nelle foglie della Quercia). Sempre raffreddata! Non ti fa più bene la liquerizia?...Credimi. quello che ti fa male è il musco: te ne metti troppo sui piedi..L’Uccellino Azzurro è sempre fra di voi?...(Mormorio nelle foglie della Quercia). Che cosa dici?...Sì, non è tempo di esitazioni, bisogna approfittare del momento, bisogna ch’egli scompaia…8Mormorio nelle foglie). Che dici?...Corromperlo?...Impossibile…Ho provato tutto…(Mormorio nelle foglie). Ah, sei tu, Abete? Sì, prepara quattro tavole…Sì, vi è ancora il Fuoco, lo Zucchero, l’Acqua, il Pane…Sono tutti con noi, eccetto il Pane, che è abbastanza sospetto…Solo la Luce è con l’Uomo; ma essa non verrà…Io ho fatto credere ai piccini che dovevano fuggir di nascosto mentre ella dormiva..L’occasione è unica…(Mormorio nelle foglie). To’, la voce del Faggio!...Sì, hai ragione: bisogna che si avvertano gli animali…il Coniglio ha il tamburo…E qui fra voi?...Bene, che suoni l’appello immediatamente…Eccoli…

Si sente il rullo del tamburo del Coniglio allontanarsi. – Entrano Tyltyl, Mytyl e il Cane.

TYLTYL

E’ qui?

LA GATTINA

(ossequiosa, con affettata dolcezza, precipitandosi incontro ai bambini). Ah!, eccoti, padroncino! Che bella cera che hai e come sei bello stasera!...Ti ho preceduto per anunziare il tuo arrivo…Tutto va bene…Questa volta son certo che l’Uccellino Azzurro non ci scappa…Ho ordinato or ora al Coniglio di suonare l’appello per convocare i principali animali del paese…Senti!...A traverso le foglie si avverte già il loro scalpiccio..Sono un po’ timidi e non osano avvicinarsi…(Rumori diversi, quali di buoi, porci, cavalli, asini, ecc. – Sottovoce a Tyltyl, conducendolo in disparte). Ma perché hai condotto il Cane?…Te l’ho già detto, egli è in discordia con tutti, perfino con gli alberi…e temo che la sua odiosa presenza manderà a monte tutto…

TYLTYL

Non ho potuto sbarazzarmene…(Al Cane, minacciandolo). Te  ne vai o no, brutta bestia?...

IL CANE

Chi?...Io’…Perché’…E che cosa ho fatto?...

TYLTYL

Ti dico di andartene!...Non so che farne di te, è semplicissimo…Ci secchi, se vuoi saperlo!...

IL CANE

Non dirò nulla…Ti seguirò da lontano…Nessuno mi vedrà…Vuoi che faccia il bellimbusto’…

LA GATTINA

(sottovoce, a Tyltyl). E tolleri una simile disubbidienza?...Dagli qualche bastonata sul muso, è veramente insopportabile.

TYLTYL

(battendo il Cane). Così imparerai a ubbidir presto!...

IL CANE

(urlando) Ahi! Ahi! Ahi!

TYLTYL

Va bene così?

IL CANE

Bisogna che ti baci perché mi  hai battuto! (Bacia e carezza fortemente Tyltyl)

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TYLTYL

Su…Bene…Basta…Vattene!

MYTYL

No, no; voglio che resti…Ho paura di tutto, quand’egli è via…

IL CANE

(saltando e quasi rovesciando Mytyl, che opprime di carezze precipitose e fervorose) Oh! Che buona bambina!...Come è bella! Come è buona!...Come è bella, com’è dolce!...Bisogna che la baci! Ancora! Ancora! Ancora!

LA GATTINA

Che idiota!...Ma vedremo poi…Non perdiamo tempo…Gira il Diamante.

TYLTYL

Dove mi debbo mettere?...

LA GATTINA

In questo raggio di luna…Ci vedrai meglio…Su, gira con grazia…

Tyltyl gira il Diamante, a un tratto un lungo fremito agita i rami e le foglie. I tronchi più secchi e più solenni si aprono per dar varco all’anima che ciascuno d’essi rinserra. L’aspetto di ciascun’ anima varia secondo l’aspetto e il carattere dell’albero che rappresenta. Quella dell’Olmo, per esempio, è una specie di gnomo bolso, panciuto, burbero: quella del Tiglio è placida, familiare, gioviale; quella del Faggio, elegante e agile, quella della Betulla, bianca, riservata, inquieta, quella del Salice, rattratta, scapigliata, lamentosa; quella dell’Abete, lunga, sfiancata, taciturna; quella del Castagno, pretenziosa, un po’ affettata, quella del Pioppo, allegra, ingombrante, ciarliera. Alcune escono lentamente dai tronchi, aggranchite, stirandosi come dopo una prigionia o un sonno secolare, le altre si dietrigano d’un tratto, rapide, sollecite, e tutte vanno a schierarsi intorno ai due bambini, pur tenendosi per quanto è possibile in vicinanza dell’albero donde sono uscite.

IL PIOPPO

(accorrendo prima e gridando a squarciagola). Degli uomini! Degli Omettini!...Si potrà finalmente parlare con loro!...E’ finito il Silenzio!...E’ finito!...Donde vengono?...Chi è costui?...Chi son essi?...(Al Tiglio che vien innanzi fumando tranquillamente la pipa9. Li conosci tu, caro Tiglio?...

IL TIGLIO

Non rammento di averli mai visti…

UN PIOPPO

Ma sì, ricorda…ma sì! Tu conosci tutti gli Uomini…Tu vai sempre a passeggio intorno alle case loro…

IL TIGLIO

(osservando i bambini) Ma no, ti assicuro…Non li conosco..Sono troppo piccoli ancora…Non conosco bene gli’innamorati che vengono a vedermi al chiaror della Luna; o i bevitori di birra che trincano sotto i miei rami…

IL CASTAGNO

(seccato, aggiustandosi il monocolo). E che gente è questa’…Dei poveri campagnoli…

IL PIOPPO

Oh! Voi, signor Castagno, da quando non frequentate che i viali delle grandi città…

54

IL SALICE

(facendosi innanzi in zoccoli e gemebondo). Dio mio, Dio mio!...Che vengano di nuovo a tagliarmi la testa e le braccia per fare dei fasci?...

IL PIOPPO

Silenzio!...Ecco la Quercia che esce dal suo palazzo!...Ha l’aria sofferente questa sera…Non vi pare che sia invecchiata?...Quanti anni può avere?…L’Abete dice che ha quattrocento anni; ma credo che esageri…Zitti, ci dirà come stanno le cose…

La Quercia si fa innanzi lenta. E’ favolosamente vecchia, coronata di vischio e vestita di una lunga veste verde velata di musco e di lichene. E’ cieca. I suoi capelli bianchi ondeggiano al vento. Si appoggia con una mano su un bastone nodoso e con l’altra su un giovane Querciolo che le fa da guida. L’Uccellino Azzurro le sta accoccolato sulla spalla. Al sui avvicinarsi, movimento di rispetto fra gli alberi che si schierano e s’inchinano.

TYLTYL

C’è l’Uccellino Azzurro!...Presto! presto!...Da questa parte!...Datemelo…

GLI ALBERI

Silenzio!...

LA GATTINA

(a Tiltyl) Scopriti, è la Quercia!...

LA QUERCIA

(a Tyltyl) Chi sei tu?

TYLTYL

Tyltyl, signora…quand’è che potrò prendermi l’Uccellino Azzurro?

LA QUERCIA

Tyltyl, il figlio del taglialegna?...

TYLTYL

Sì, signora…

LA QUERCIA

Tuo padre ci ha fatto del gran male…Nella mia sola famiglia egli ha messo a morte seicento dei miei figli, quattrocentosettantacinque zii e zie, mille e duecento cugini e cugine, trecentottanta  nuore e dodicimila nipotine!

TYLTYL

Non so, signora…Non l’avrà fatto apposta…

LA QUERCIA

E tu che vieni a fare qui, e perché hai fatto uscire le nostre anime dalle loro dimore?

TYLTYL

Signora, chieggo scusa dell’incomodo che vi ho dato…La Gattina m’ha detto che ci avreste detto dove si trova l’Uccellino Azzurro…

55

LA QUERCIA

Sì, lo so, tu cerchi l’Uccellimo Azzurro, cioè, il gran segreto delle cose e della felicità, perchè gli uomini rendano sempre più crudele la nostra schiavitù…

TYLTYL

Ma no signora: è per la bambina della Fata Beriluna, che è tanto malata…

LA QUERCIA

(imponendogli silenzio). Basta!...Io non sento gli animali…Dove sono?...In tutto questo essi sono interessati al pari di noi…Non bisogna che noi, gli alberi, assumiamo soli la responsabilità delle gravi misure che si impongono…Il giorno in cui gli Uomini apprenderanno che noi abbiamo fatto ciò che stiamo per fare, vi saranno delle terribili rappresaglie…Convien dunque che il nostro accordo sia unanime, perché il nostro silenzio lo sia egualmente…

L’ABETE

(guardando di sopra gli altri alberi). Gli animali arrivano…Seguono il Coniglio…Ecco l’anima del Cavallo, del Toro, del Bue, della Vacca, del Lupo, del Montone, del Porco, del Gallo, della Capra, dell’Asino e dell’Orso…

Ingresso successivo delle anime degli animali, che a misura che sono enumerate dall’Abete, si fanno innanzi e vanno a sedersi tra gli alberi, tranne l’anima della Capra che va vagando qua e là, e quella del Porco che fruga fra le radici.

LA QUERCIA

Sono presenti tutti?....

IL CONIGLIO

La Gallina non poteva abbandonare le uova, la Lepre è in corsa, il Cervo ha male alle corna, la Volpe è sofferente…ecco il certificato medico..l’Oca non ha compreso e il tacchino s’è messo in collera.

LA QUERCIA

Queste astensioni sono sommamente deplorevoli…A ogni modo siamo in numero sufficiente…Voi sapete, fratelli, di che si tratta. Il bambino qui presente può, mercè un talismano sottratto alle potenze della Terra, impadronirsi del nostro Uccellino Azzurro e strapparci il segreto da noi conservato fin dall’origine della vita…Ora noi conosciamo abbastanza l’Uomo per non avere alcun dubbio sulla sorte riserbataci il giorno ch’egli si troverà in possesso di questo segreto. Mi sembra perciò che ogni esitazione sarebbe stupida e delittuosa…L’ora è grave, bisogna che il bambino scompaia prima che sia troppo tardi.

TYLTYL

Che cosa ha detto?

IL CANE

(gironzolando intorno alla Quercia e mostrando i denti). Li vedi i miei denti, vecchia bacucca?...

IL FAGGIO

8indignato). Costui insulta la Quercia!....

LA QUERCIA

Chi è, il Cane? Venga espulso!...Non bisogna tollerare un traditore fra di noi.

LA GATTINA

(sottovoce a Tyltyl) Allontana il Cane..E’ un malinteso…Lasciami fare, accomoderò io le cose…Ma allontanalo al più presto…

56

TYLTYL

(al Cane). Te ne vai o no?

IL CANE

Lascia che laceri le pantofole di musco di quella vecchia gottosa!...Ci sarà da ridere!...

TYLTYL

Vuoi tacere o no?...E vattene…Ma vattene, brutta bestia!...

IL CANE

Bene, bene, me ne andrò…Tornerò quando tu avrai bisogno di me…

LA GATTINA

(sottovoce, a Tyltyl). Sarebbe più prudente incatenarlo, se no farà delle sciocchezze: gli Alberi si adireranno e poi finirà male…

TYLTYL

Come fare?...Ho smarrito il guinzaglio…

LA GATTINA

Ecco appunto l’Edera che si fa innanzi coi suoi forti legami…

IL CANE

(brontolando). Tornerò, torrnerò!...Vecchia bacucca rattrappita!..Mucchio di vecchi…mucchio di vecchie radici…C’è la zampa della Gattina in tutto questo…Ma la pagherà…Che hai da bisbigliare a quel modo, Guida,  Tigre, Gano di Magonza?...Vedrai, vedrai! Uà, uà, uà!

LA GATTINA

Non lo sentite, come insulta tutti!...

TYLTYL

E’ vero, è insopportabile, e non ci comprendiamo più…Signora Edera, volete incatenarlo?...

L’EDERA

(avvicinandosi con un certo timore al Cane). Non morderà, poi?...

IL CANE

(brontolando). Ma che mordere!...Ti bacerò!...Su, vieni qui che ti baci!...Avvicinati, avvicinati, dunque, mucchio di spago vecchio!

TYLTYL

8minacciandolo col bastone). Tylò!...

IL CANE

(strisciando ai piedi di Tyltyl e agitando la coda). Che bisogna fare, idolo mio?...

TYLTYL

Sdraiati a pancia a terra!...Obbedisci all’Edera…Lasciati legare, o se no…

IL CANE

(digrignando i denti mentre l’Edera lo lega). Spago vecchio!...Corda d’appiccati…Cavezza d’asini!...Idolo mio, guarda!...Mi taglia le zampe…Mi strangola…

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TYLTYL

Tanto peggio!...L’hai voluto tu…Zitto, tu sei insopportabile…

IL CANE

A ogni modo, tu hai torto…Essi hanno delle brutte intenzioni…Bada, idolo mio!...Mi si chiude la bocca!...Non posso più parlare.

L’EDERA

(che ha legato il Cane come una salciccia). Dove bisogna portarlo?...L’ho imbavagliato ben bene…Non fiaterà più.

LA QUERCIA

Che venga attaccato solidamente laggiù, dietro il mio tronco, alla mia grossa radice…Vedremo in seguito che bisognerà fare…(L’Edera, aiutata dal Pioppo, porta il Cane dietro il tronco della Quercia). E’ stato fatto?...Bene, ora che ci siamo sbarazzati di questo incomodo testimone e di questo rinnegato, deliberiamo secondo la nostra giustizia e la nostra verità… La mia commozione, non ve la nascondo, è profonda e penosa…E’ la prima volta che c’è dato di giudicare l’Uomo e di fargli sentire la nostra possanza…Non credo che dopo il male che ci ha fatto, dopo le mostruose ingiustizie da noi sofferte, rimanga il minimo dubbio sulla sentenza che gli tocca…

TUTTI GLI ALBERI E TUTTI GLI ANIMALI

No! No! No!...Qual dubbio!...L’impiccagione!...La morte!...Ha commesso troppe ingiustizie!...Ha commesso troppi abusi…E da quanto tempo?...Venga schiacciato…Venga divorato…Immediatamente!...Immediatamente!...

TYLTYL

(alla Gattina). Che hanno dunque?…Non sono contenti?...

LA GATTINA

Non t’impietosire!...Sono un po’ irritati perché la Primavera è in ritardo…Lascia fare a me, accomoderò tutto io…

LA QUERCIA

Questa unanimità era inevitabile…Si tratta ora di sapere, per evitare rappresaglie, qual genere di supplizio sarà più pratico, più comodo, più spiccio e più sicuro, quello che lascerà meno tracce rivelatrici quando gli uomini ritroveranno i corpicini nella foresta…

TYLTYL

Che significa questo?...A che s’intende arrivare?...Comincio ad averne abbastanza…Poiché ha l’Uccellino Azzurro, che me lo dia…

IL TORO

(facendosi innanzi). Una cornata bene assestata  nel cavo dello stomaco sarebbe il mezzo più pratico e sicuro…Che dite, gliela do?...

LA QUERCIA

Chi parla così?

LA GATTINA

E’ il Toro.

58

LA VACCA

Farebbe meglio a star cheto…Io, poi, non voglio mischiarmene…Debbo brucare tutta l’erba della prateria che si vede laggiù, nel chiarore della luna…Ho abbastanza da fare per me…

IL BUE

Anch’io. D’ altra parte, approvo tutto senz’altro…

IL FAGGIO

Io poi offro il mio ramo più alto per impiccarlo…

L’EDERA

E io il nodo scorsoio.

L’ABETE

E io le quattro tavole per la piccola cassa.

IL CIPRESSO

E io la concessione in perpetuo…

IL SALICE

Sarebbe più semplice annegarlo in uno dei miei fiumi…Me ne icarico io…

IL TIGLIO

(conciliante) Su, su!...Non è proprio necessario di ricorrere a questi estremi! Sono ancora tanto giovani…Si potrebbe semplicemente impedir loro di nuocere mantenendoli prigionieri in un recinto che io m’incarico di costruire piantandomi intorno intorno.

LA QUERCIA

Chi parla a questo modo?...Credo di riconoscere la voce melata del Tiglio…

L’ABETE

Infatti…

LA QUERCIA

Fra noi dunque v’è un rinnegato, come fra gli animali?...Finora non avevamo che a deplorare la definizione degli alberi fruttiferi, i quali, poi non sono dei veri alberi…

IL PORCO

(girando gli occhietti ghiottoni). Io invece credo che bisogna prima mangiare la bambina….Deve essere tenerissima.

TYLTYL

Che dice quello lì?...Aspetta un po’, brutto…

LA GATTINA

Non so che abbiano; ma la cosa prende una brutta piega…

LA QUERCIA

Silenzio!...Si tratta di sapere chi di noi avrà l’onore di dare il primo colpo, chi allontanerà dalle nostre cime il più gran pericolo corso da noi dal tempo della nascita dell’Uomo…

59

L’ABETE

Quest’onore tocca a te, nostra madre e regina…

LA QUERCIA

E’ l’Abete che parla?...Ahimè, sono troppo vecchia! Son cieca, inferma, e le braccia aggranchite non mi obbediscono più…No, tocca a te, fratel mio, sempre verde e sempre dritto, tocca a te, che vedesti nascere la maggior parte di questi alberi, la gloria del nobile gesto della nostra liberazione…

L’ABETE

Io ti ringrazio, venerabile madre..Ma siccome avrò già l’onore di seppellire le due vittime temerei di eccitare la giusta gelosia dei miei confratelli; e io credo che dopo di noi, il più antico e il pù degno, colui che possiede la clava migliore, sia il Faggio…

IL FAGGIO

Lo sapete che son tarlato e che la mia clava non è affatto sicura…Ma l’Olmo e il Cipresso hanno armi poderose…

L’OLMO

Non domanderei di meglio, ma appena mi tengo in piedi…Una talpa, questa notte, m’ha rotto l’alluce…

IL CIPRESSO

Quanto a me, sono pronto…Ma, come il mio buon fratello l’Abete, avrò, se non il privilegio di seppellirli, il vantaggio, se non altro, di piangere sulla loro tomba…Sarebbe un cumulo illegittimo…Domanda al Pioppo….

IL PIOPPO

A me?...E c’è da pensarci?...Ma il mio legno è più tenero della carne d’un bambino!...E poi, non so che cosa abbia…Tremo dalla febbre…Vedete le mie foglie…Stamane, al levar del Sole, ho dovuto prender freddo.

LA QUERCIA

(accesa d’indignazione). Voi avete paura dell’Uomo!...Perfino questi bambini soli e inermi vi ispirano il terrore misterioso che ci rese sempre quegli schiavi che noi siamo!...Ebbene, no! Bisogna finirla! Giacchè si è a questo punto, giacchè l’ora è unica, andrò sola, vecchia rattrappita, tremante, cieca, contro il nemico ereditario…Dov’è?...

Appoggiandosi al bastone e andando tentoni si dirige verso Tyltyl.

TYLTYL

(cavando di tasca il coltello). L’ha con me, quella vecchia col bastone?...

Tutti gli altri alberi, cacciando un grido di spavento alla vista del coltello, si frappongono e trattengono la Quercia.

GLI ALBERI

Il coltello!...Bada!....Il coltello!....

LA QUERCIA

(dibattendosi). Lasciatemi!...Che m’importa!...Il coltello o l’accetta!...Chi mi trattiene?...Che! voi siete tutti qui…Che? Vi volete tutti…(Gettando il bastone). Ebbene sia…!...Ricada su di noi la vergogna!...Che ci liberino gli animali!...

IL TORO

Va bene…Me ne incarico io!...E con una sola cornata!...

60

IL BUE E LA VACCA

(trattenendolo per la coda) Di che t’immischi tu…Non fare bestialità1…La cosa finirà male…E a  scontarla saremo noi…Lascia dunque…Che se la sbrighino gli animali selvaggi.

IL TORO

No, no!...Ci penso io!...Aspettate!...Ma trettenetemi dunque o qui succede una disgrazia!...

TYLTYL

(a Mytyl che strilla a perdifiato). Non aver paura!...Mettiti dietro di me!...Ho qui il coltello…

IL GALLO

Che piccino ardimentoso!

TYLTYL

Allora, è proprio così, è a me che se ne vuole?

L’asino

Ma certo, caro piccino…C’è voluto tanto per accorgertene?...

IL PORCO

Puoi pregare, se ti pare; è la tua ultima ora…Ma non nascondere la bambina…Voglio allietarmi gli occhi…E’ lei che mangerò prima…

TYLTYL

Che cosa mai ti ho fatto?

IL MONTONE

Ma proprio nulla, piccino mio…Hai mangiato il mio fratellino, le mie due sorelle, i miei tre zii, mia zia, mio nonno, mia nonna…Aspetta, aspetta, quando sarai per terra, vedrai che ho i denti anch’io….

L’ASINO

E io gli zoccoli!...

IL CAVALLO

(alteramente scalpitando). Il bello vien adesso…Preferite che lo laceri a morsi o che ve lo finisca a calci? (Si fa innanzi solennemente verso Tyltyl che l’affronta levando il coltello. A un tratto, il Cavallo, preso da panico, volta la groppa e fugge a galoppo serrato). Ah! Ma no!...Non è giusto…Non è nelle regole!...Lui si difende.

IL GALLO

(non potendo nascondere la sua ammirazione). Comunque, il piccino non ha paura!...

IL PORCO

(all’Orso e al Lupo). Precipitiamoci tutti insieme…Io vi sosterrò per di dietro…Lo butteremo a terra e ci divideremo la bambina quando essa sarà per terra..

IL LUPO

Tu distraili da questa parte…ed io farò un movimento aggirante….(Gira intorno a Tyltyl e lo attacca per di dietro, rovesciandolo a mezzo).

61

TYLTYL

Giuda!...(Si rialza su un ginocchio, brandendo il coltello e coprendo come meglio può la sorellina, che caccia urli angosciosi. – Vedendolo a metà rovesciato, tutti gli animali e gli alberi si avvicinano e cercano di assalirlo. Disperatamente, Tyltyl chiama aiuto) Qua! Qua!...Tylò! tylò!...Dov’è la Gattina? Tylò!...Tylò!...Tylette!...Tylette…Vieni, vieni!

LA GATTINA

(ipocritamente, in disparte). Io non posso…M’hanno pestata la zampa…

TYLTYL

(difendendosi come meglio può dai colpi). Qua!...Tylò! Tylò!...Non ne posso più!...Son troppi!...L’Orso, il Porco, il Lupo! L’Asino! L’Abete! Il Faggio!...Tylò! Tylò! Tylò!

Trascinado i suoi vincoli rotti, il Cane salta di dietro il tronco della Quercia e, urtando alberi e animali, si getta innanzi a Tyltyl che difende con rabbia.

IL CANE

(mentre distribuisce enormi morsi). Eccomi! Eccomi! Idolo mio!...Non aver paura!...Avanti!...Ho le mascelle vigorose! Piglia, questo per te, Orso, in codesta tua groppaccia!...Su, chi altri ne ha bisogno?...Piglia, questo per te, Porco, e questo per il Cavallo e la coda del Toro! Ecco! Ho strappato i calzoni al Faggio e la veste alla Quercia…L’Abete se la dà a gambe…

TYLTYL

(abbattuto). Non ne posso più!...Il Cipresso m’ha data una gran bastonata in testa.

IL CANE

Ahi!...Una botta del Salice…M’ha rotto una zampa!...

TYLTYL

Ritornano alla carica!...Tutti quanti insieme?...Stavolta è il Lupo…

IL CANE

Aspetta, che lo accomodo!...

IL LUPO

Idiota!...Nostro fratello!...I suoi parenti hanno annegato i tuoi piccini.

IL CANE

Hanno fatto bene! Tanto meglio!.... Perché ti rassomigliano!

TUTTI GLI ALBERI E TUTTI GLI ANIMALI

Rinnegato!...Imbecille!...Traditore! Fellone! Sciocco!...Giuda!...Lascialo! E’ la morte! Vieni con noi!

IL CANE

(ebbro d’ardire e di devozione) No! No!...Solo contro tutti!...No! No!...Fedele agli dei! Ai migliori! Ai maggiori. (Tyltyl) Bada, ecco l’Orso!...Diffida del Toro!...Gli salterò alla gola!...Ahi!...Un calcio!...L’Asino m’ha rotto due denti!...

TYLTYL

Non ne posso più, Tylò!...Ahi!...Un colpo dell’Olmo…Guarda mi sanguina la mano…E’ stato il Lupo o il Porco.

62

IL CANE

Aspetta, idolo mio…lascia che ti baci. Ecco ti lecco la ferita…ti farà bene…Statti al riparo dietro di me…Non osano più avvicinarsi…Sì…Eccoli di ritorno…Questa volta, la cosa è seria!...Resistiamo con fermezza…

TYLTYL

(lasciandoli cadere al suolo).  No, non è più possibile!...

IL CANE

Eccola…La sento, l’annuso…

TYLTYL

Ma dove?...Ma chi?...

IL CANE

Lì lì!...E’ la Luce…Ci ha ritrovati!...Siam salvi, mio piccolo re…Baciami!...Salvi!...Guarda!...I nemici arretrano, s’allontanano…Hanno paura!...

TYLTYL

Luce!...Luce!...Vieni dunque!...Affrettati!...C’è una rivolta…Tutti contro di noi!...

Entra la Luce, mentre si fa innanzi, l’Aurora si leva sulla foresta che si rischiara.

LA LUCE

Che cosa è mai?...Che c’è?...Ma disgraziato! Non sapevi dunque!...Gira il Diamante! Così rientreranno nel Silenzio e nell’Oscurità;  e tu non vedrai più i loro sentimenti…

Tylty gira il Diamante –a un tratto le anime di tutti gli Alberi si precipitano nei tronchi che si rinserrano – Anche le anime degli animali scompaiono; e lontano una Vacca e una Pecora pascolano tranquillamente, ecc. – La Foresta ridiventa innocente. Stupito. Tylty si guarda d’attorno.

TYLTYL

Dove sono?…Che avevano?...Erano pazzi forse?...

LA LUCE

Ma no, sono sempre così; non lo si sa, perché non si vede…Te l’avevo detto io: è pericoloso risvegliarli in mia assenza…

TYLTYL

(asciugando il coltello). A ogni modo, senza il Cane e senza il coltello…Non avrei mai creduto che fossero così cattivi!...

LA LUCE

Come vedi l’Uomo è solo soletto contro tutto in questo mondo…

IL CANE

Non ti sei fatto molto male, idolo mio?...

TYLTYL

Nulla di grave…Meno male che Mytyl non è stata toccata…Ma tu, mio buon Tylò?...Hai la bocca che ti sanguina, e la zampa rotta…

63

Il cane

Non mette conto di parlarne…Domani, sarà tutto finito…Ma la cosa era seria…

LA GATTINA

(uscendo dal folto del bosco zoppicando). Lo credo bene!...Il Bue m’ha dato una cornata nel ventre…Di fuori non si vede, ma mi fa tanto male. E la Quercia m’ha rotto la zampa…

IL CANE

Mi piacerebbe saper quale…

MYTYL

(carezzando la Gattina) Mia povera Tylette, è vero…Dove stavi dunque?...Io non t’ho veduta…

LA GATTINA

(ipocritamente) Mammina, sono stata ferita immediatamente, non appena ho assalito il brutto Porco che voleva mangiarti…è stato allora che la Quercia m’ha dato quel gran colpo che m’ha stordita.

IL CANE

8alla Gattina, tra i denti). Sai tu, ho da dirti due parole…Non perderai nulla, aspettando.

LA GATTINA

(lamentosamente, a Mytyl). Mammina, m’insulta!...Vuol farmi del male…

MYTYL

(al Cane). Vuoi lasciarlo stare, sì o no, brutta bestia…

Escono tutti.

                                                             SIPARIO

QUADRO  VI

                                                 Davanti al sipario

Entrano Tyltyl, Mytyl, la Luce, il Cane, la Gattina, il Pane, il Fuoco, lo Zucchero, l’Acqua e il Latte.

LA LUCE

Ho ricevuto due paroline dalla Fata Berluna che mi dice che l’Uccellino Azzurro si trova probabilmente qui…

TYLTYL

Dove?

LA LUCE

Qui, nel cimitero che è dietro questo muro..Pare che uno dei morti di questo cimitero lo nasconda nella sua tomba…Resta da saper chi sia…Sarà necessario passarli in rassegna…

TYLTYL

In rassegna?...E come bisognerà fare?...

64

LA LUCE

Semplicissimo; a mezzanotte, per non dar loro troppo incomodo, tu girerai il Diamante. Si vedranno uscire di sottoterra, oppure si scorgeranno in fondo alle tombe quelli che non usciranno…

TYLTYL

E non s’irriteranno?…

La luce

Ma che! Non se ne accorgeranno neppure…Non vogliono essere scomodati: ma siccome, a ogni modo, a mezzanotte son soliti uscire, non risentiranno disturbo di sorta…

TYLTYL

Perché il Pane, lo Zucchero e il Latte sono così pallidi e perché non dicono nulla?...

IL LATTE

(vacillando). Sento d’andare a male…

LA LUCE

(sottovoce, a Tyltyl). Non ci badare..Hanno paura dei morti…

IL FUOCO

(sgambettando). Paura, io?...Ma io ho perfino l’abitudine di bruciarli…Nei tempi antichi, li bruciavo tutti; era più divertente di oggi…

TYLTYL

E perché Tylò trema?...Che abbia paura anche lui?...

IL CANE

(battendo i denti) Chi trema? Io? Io non ho mai paura!...ma se tu te ne andassi, me ne andrai anch’io…

TYLTYL

E’ la Gattina non dice nulla?

LA GATTINA

(misteriosa) So io di che si tratta…

TYLTYL

(alla Luce) Verrai con noi, tu?

LA LUCE

No, è preferibile ch’io rimanga alla porta del cimitero con le Cose e gli Animali…Questi avrebbero troppa paura, e le altre, temo, non si condurrebbero a modo…Il Fuoco, specialmente, vorrebbe bruciare i morti come in antico, e ciò non si usa più. Resterai tu solo con Mytyl…

TYLTYL

E Tylò non può venire con noi?

IL CANE

Sì, sì, vengo vengo…con te, idolo mio!

LA LUCE

Impossibile!...L’ordine della Fata è perentorio, del resto, non c’è paura di nulla…

65

IL CANE

Bene, bene, tanto peggio…Se essi sono cattivi, idolo mio, non hai da fare che così (fischia), e vedrai…Avverrà come nella foresta…uà, Uà, Uà!...

La luce

Su, addio, piccini miei…Io non sarò lontana…(Bacia i bambini). Quelli che mi amano e che io amo mi ritrovano sempre. (Alle Cose e agli Animali). E voi, da questa parte…

Ella esce con le Cose e gli Animali. I bambini soli in mezzo alla scena. Si leva il sipario per scoprire il settimo quadro.

                                                   QUADRO     VII

                                                                Il cimitero

E’ notte, Luce lunare. Un cimitero do campagna. Molte tombe, progetti d’erba, croci di legno, pietre sepolcrali, ecc. (Tyltyl e Mytyl sono in piedi presso un cioppo).

MYTYL

Ho paura!...

TYLTYL

(neanche lui bene in gamba). Io non ho paura, invece…

MYTYL

Di’, i morti sono cattivi?

TYLTYL

Ma come? Se non sono più viventi!

MYTYL

LIi hai visti mai tu?

TYLTYL

Sì, una volta, molto tempo fa, quando ero piccino piccino…

MYTYL

E come sono, di’?

TYLTYL

Bianchi bianchi, calmi calmi, freddi freddi…Non dicono una parola…

MYTYL

E di’, li vedremo?...

66

Certamente…ce l’ha detto la Luce…

MYTYL

E dove sono i morti?

TYLTYL

Qui sotto l’erba e sotto quelle grosse pietre…

MYTYL

E son sempre lì?...

TYLTYL

Sì.

MYTYL

(mostrando le pietre sepolcrali). Sono le porte delle case loro?

TYLTYL

Sì.

MYTYL

E quando fa bel tempo, escono?

TYLTYL

Non possono uscire che di  notte…

MYTYL

Perché?…

TYTYL

Perché sono in camicia!…

MYTYL

E quando piove non escono?...

TYLTYL

Quando piove, se ne rimangono a casa…

MYTYL

Si dice che le stanze siano come tante scatolette…

MYTYL

E ci sono dei bambini?...

TYLTYL

Ma sicuro: ci sono tutti quelli che muoiono…

MYTYL

E di che vivono?...

TYLTYL

Mangiano radici…

67

MYTYL

E li vedremo?...

TYLTYL

Certo, si vede tutto, quando si gira il Diamante.

MYTYL

E che diranno?

TYLTYL

Non diranno nulla, giacchè non parlano…

MYTYL

Perché non parlano?..

TYLTYL

Perché non hanno nulla da dire…

MYTYL

Perché non hanno nulla da dire?...

TYLTYL

Sai che sei seccante?...(Silenzio)

MYTYL

E il Diamante quando lo girerai?...

TYLTYL

Sai che la Luce ha detto di aspettare la mezzanotte, perché allora si dà meno disturbo…

MYTYL

Perché si dà meno disturbo?

TYLTYL

Perché è l’ora in cui escono a prendere aria.

MYTYL

E ora non è mezzanotte?..

TYLTYL

L’orologio della chiesa lo vedi?

MYTYL

Sì, veggo perfino la lancetta piccola.

TYLTYL

Ebbene, mezzanotte sta per suonare…Ecco!..L’istante preciso…Senti? (Si sentono scoccare i dodici tocchi di mezzanotte).

MYTYL

Io voglio andarmene!...

68

TYLTYL

Non è questo il momento…ora debbo girare il Diamante…

MYTYL

No, no!...Non lo fare…Voglio andarmene!...Ho tanta paura, fratellino!...Tanta, tanta paura!...

TYLTYL

Ma non c’è pericolo…

MYTYL

Non voglio vedere i morti…Non voglio vederli!...

TYLTYL

Bene, non li vedrai…Chiuderai gli occhi…

MYTYL

(aggrappandosi alle vesti di Tyltyl). Tyltyl, non posso…No, non è possibile!...Usciranno di sotterra!...

TYLTYL

Non tremare così…Non usciranno che un momento…

MYTYL

Ma anche tu tremi!...Saranno spaventosi…

TYLTYL

E’ tempo, l’ora passa…

Tyltyl gira il Diamante. Terrificante minuto di silenzio e d’immobilità; dopo di che, lentamente, le croci vacillano, i poggetti s’aprono, le pietre sepolcrali si sollevano.

MYTYL

(rannicchiandosi presso Tyltyl). Escono!...Son qui!...

Allora, da tutte le tombe spalancate sale gradatamente una fioritura in principio sottile e timida come vapor d’acqua, poi bianca e verginale e sempre più fitta, sempre più alta, sovrabbondante e prodigiosa, che a poco a poco, irresistibilmente, invadendo ogni cosa, trasforma il cimitero in una specie di giardino fatato e nuziale, sul quale non tardano a levarsi i primi raggi dell’alba. La rugiada scintilla, i fiori si espandono, il vento mormora sulle foglie, le api ronzano, gli uccelli si svegliano e inondano lo spazio delle prime ebbrezze dei loro inni al sole e alla vita. Stupefatti, abbagliati, Tyltyl e Mytyl, tenendosi per mano, fanno alcuni passi tra i fiori cercando la traccia delle tombe.

MYTYL

(cercando nell’erba). Dove sono i morti?...

TYLTYL

(cercando anche lui). Non vi sono morti…

SIPARIO

69                                                  QUADRO   VIII

                                  Innanzi al sipario che rappresenta delle belle nuvole.

Entra Tyltyl, Mytyl, la Luce, il Cane, la Gattina, il Pane, il Fuoco, lo Zucchero, l’ Acqua e il Latte.

LA LUCE

Credo che questa volta avremo l’Uccellino Azzurro. Avrei dovuto pensarci fin dalla prima tappa…Solo questa mattina, riprendendo lena con l’aurora, mi è lampeggiata l’idea, come una luce celeste…Siamo all’ingresso del giardino incantato, ove si trovano riuniti sotto la guardia del Destino, tutte le gioie e le Felicità degli uomini…

TYLTYL

Ve ne sono molte? E le prenderemo? Sono piccine forse?

LA LUCE

Ve ne son piccole e grandi, grosse e delicate, bellissime e meno belle…Ma le più brutte furono, tempo fa, espulse dai giardini, e  cercarono rifugio presso le Disgrazie. Bisogna notare che le Disgrazie abitano in un antro vicino in comunicazione col giardino della Felicità. Ne è  separato da una specie di vapore o di leggero sipario, che il vento, che soffia dalle altezze della Giustizia o dal fondo dell’Eternità, solleva ogni momento…Ora si tratta d’organizzarsi e di prendere certe precauzioni. In generale le Felicità sono molto buone, ma ce n’è qualcuna molto pericolosa e più perfida delle stesse Disgrazie…

IL PANE

Ho un’idea! Se sono  pericolose e perfide, non sarebbe meglio attendere tuti alla porta, per essere in grado di prestar man forte ai fanciulli che fossero costretti a fuggire?...

IL CANE

Ma che! Ma che!...Voglio andare da per tutto con i miei piccoli dei!... Tutti quelli che hanno paura restino pure alla porta!...Noi non abbiamo bisogno (guardando il Pane) né di vili, (guardando la gattina) né di tradittori…

IL FUOCO

Io ci vado!...Deve essere divertente!...Si balla sempre…

IL PANE

Si mangia anche?...

L’ACQUA

(gemendo). Non ho conosciuta mai neppure la più piccola Felicità!...Voglio finalmente vederne una!...

LA LUCE

Silenzio! Nessuno domanda il vostro parere…Ecco quello che ho deciso: il Cane, il Pane e lo Zucchero accompagneranno i bambini. L’Acqua non entrerà, perché è troppo fredda, e neppure il Fuoco che è troppo turbolento. Prego vivamente il Latte di restare alla porta, perché è troppo impressionabile; in quanto alla Gattina farà, quel che vorrà…

IL CANE

Ho paura!

LA GATTINA

Passando andrò a salutare alcune Disgrazie che sono mie vecchie amiche e abitano vicino alle Felicità…

70

TYLTYL

E tu, Luce, non vieni?...

LA LUCE

Non posso entrare così dalle Felicità, la maggior parte di esse non regge alla mia vista…Ma ho qui il fitto velo con cui mi copro quando visito le persone felici…(Spiega un lungo velo con cui s’avvolge accuratamente). Bisogna che neppure un raggio del mio animo le spaventi, perché ci sono molte Felicità che hanno paura e non sono beate…Ecco: in questo modo dalle più piccole alle più grandi non avranno nulla da temere…

S’apre il sipario per scoprire il nono quadro.

                                                   QUADRO  IX

                                               “I giardini delle “Felicità”

Quando s’apre il sipario, si scopre, sul primo piano dei giardini, una specie di sala formata da alte colonne di marmo tra cui, celando lo sfondo, sono tesi pesanti drappi di porpora, sostenuti da cordoni d’oro. L’architettura ricorda i momenti più sensuali e più sontuosi del Rinascimento veneto o fiammingo (Veronese e Rubens). Ghirlande, corni d’abbondanza, torciglioni, vasi, statue, dorature, prodigate da per tutto. In mezzo, massiccia e fantasmagorica tavola di diaspro o di argento dorato, ingombra di cristalli, vasellame d’oro e d’argento, e sovraccarica di piatti favolosi.

Attorno alla tavola mangiano, bevono, urlano, cantano, s’agitano, si rotolano o s’addormentano fra la selvaggina, i frutti miracolosi, le brocche e le anfore rovesciate, le più grandi Felicità della terra. Sono enormi, inverosimilmente obese e rubiconde., coperte di velluti e broccati, coronate d’oro, di perle e di pietre preziose. Delle belle schiave portano continuamente piatti infiorati e bevande spumanti. – Musica volgare, ilare e brutale, in cui dominano gli ottoni. Una luce pesante e rossa illumina la scena.

Tyltyl, Mytyl, il Cane, il Pane e lo Zucchero, da principio molto timidi, fan ressa a destra, al primo piano, attorno alla Luce. La Gattina, senza dir niente, si dirige verso il fondo, egualmente a destra, solleva un pesante panneggio e scompare.

TYLTYL

Chi sono quelle grosse persone che si divertono e mangiano tante belle cose?

LA LUCE

Sono le Grandi Felicità della Terra, quelle che si possono vedere a occhio nudo. E’ possibile, benché poco probabile, che l’Uccellino Azzurro, si sia un momento smarrito fra di esse. Perciò non girare ancora il Diamante. Prima di tutto esploreremo, tanto per fare, questa parte della sala.

TYTLTIL

Ci possiamo avvicinare?

LA LUCE

Certo. Non sono cattive, benché volgari, e di solito molto male educate.

MYTYTL

Che belle torte ci sono!...

71

IL CANE

E caccia! E salcicce! E cosciotti d’agnello e fegato di vitello!...(Declamando). Non v’è niente di meglio al mondo, nulla di più bello nulla che valga il fegato di vitello!

IL PANE

Eccetto il pane-di-quattro-libbre impastato col più fino fiore di farina! Ce ne sono di magnifici!...Come sono belli! Come sono belli!...Sono più grossi di me!...

LO ZUCCHERO

Scusate, scusate, scusate tasnto…Permettetemi, permettetemi…Non vorrei offendere nessuno; ma non dimenticate i dolci che sono la gloria di questa tavola e che, per splendore e magnificenza, sorpassano, se oso esprimermi così, tutto quello che v’è in questa sala e forse in ogni altro luogo…

TYLTYL

Qui sembra che tutto spiri gioia e felicità!...Gridano!...Ridono!...Cantano!...Credo che ci abbiano visto…

Infatti una dozzina di Grandi Felicità si sono alzate da tavola e s’avanzano a stento, reggendosi l’epa, verso il gruppo di fanciulli.

LA LUCE

Non temere nulla, sono molto ospitali…Probabilmente inviteranno a pranzo…Non accettare, non accettare nulla, per non dimenticare la tua missione…

TYLTYL

Come? Neppure un pasticcino? Sembrano così buoni, così freschi, così ben ghiacciati di zucchero, ornati di frutta candita, traboccanti di crema!...

LA LUCE

Sono pericolose e fiaccherebbero la tua volontà. Bisogna saper sacrificare qualche cosa al dovere che si compie. Rifiuta gentilmente, ma con fermezza. Eccole…

LA GRAN FELICITA’

(tendendo la mano a Tyltyl) Buongiorno, Tyltyl!...

TYLTYL

(meravigliato). Che? Mi conoscete?...Voi chi siete?

LA GRAN FELICITA’

Sono la più grande delle Felicità, la Felicità-d’esser-ricchi, e vengo a nome delle mie sorelle, a pregare voi e la nostra famiglia d’onorare con la vostra presenza il nostro pasto infinito. Vi troverete in mezzo a quanto c’è di meglio tra le vere e grandi Felicità di questa Terra. Permettete che ve ne presenti le principali. Questa è mia nuora, la Felicità-d’esser-proprietari, che ha il ventre a pera. Questa è la Felicità-della-vanità-soddisfatta, che ha il viso graziosamente paffuto. (La Felicità-della-vanità-soddisfatta saluta con aria protettrice). Ecco la Felicità-di-bere-quando-non–si-ha-più-sete e la Felicità-di-mangiare-quando-non-si-ha-più-fame, che sono gemelle e hanno le gambe a maccheroni. (Esse salutano barcollando). Ecco la Felicità-di-non-saper-niente, che è sorda come una campana, e la Felicità-di-non-capire-niente. Che è cieca come una talpa. Ecco la Felicità-di-non-far-niente e la Felicità-di dormire-più-del-necessario, che hanno le mani di mollica di pane e gli occhi di gelato di pesca. Ecco la Risata-Grassa, aperta fino alle orecchie, alla quale niente può resistere..(La Risata-Grassa saluta torcendosi).

72

TYLTYL

(indicando una Gran Felicità che si tiene un po’ in disparte).e quella che non osa avvicinarsi e che ci volge le spalle?

LA GRAN FELICITA’

Non insistere, è un po’ impacciata e non è presentabile ai bambini…(Prendendo le mani di Tyltyl). Ma venite dunque! Ricominciamo il festino…E’ la dodicesima volta dell’aurora. Non si aspetta che voi…Non sentite che tutte vi reclamano a gran voce?...Non ve lo posso presentare a una a una, sono innumerevoli…(Offrendo il braccio di due fanciulli). Permettetemi di condurvi ai due posti d’onore…

TYLTYL

Vi ringrazio tanto, signora Gran Felicità…Mi dispiace molto…Ora non posso..Abbiamo tanta fretta. Cerchiamo l’Uccellino Azzurro. Non sapreste per caso, dove si nasconde?...

LA GRAN FELICITA’

L’Uccellino Azzurro?...Aspettate…Sì, sì, mi ricordo…Me ne hanno parlato una volta…Credo che non sia un uccello commestibile…In ogni modo, non è mai apparso sulla nostra tavola…Vuol dire che è tenuto in poca stima…Ma, non vi prenderte pena, abbiamo delle cose molto migliori…State per entrare nella nostra vita e vedrete quel che facciamo…

TYLTYL

Che fate?

LA GRANFELICITA’

Siamo sempre occupate a non far niente…Non abbiamo un minuto di riposo…Bisogna bere, bisogna mangiare, bisogna dormire. Ci vuole molto tempo..

TYLTYL

Ed è divertente?

LA GRAN FELICITA’

Ma sì…Certamente, non v’è altro sulla Terra…

LA LUCE

Credete?

LA GRAN FELICITA’

(indicando col dito la Luce, piano a Tyltyl). Chi è quella ragazza maleducata?

Durante tutta la conversazione una quantità di Grandi Felicità di secondo ordine s’è occupata del Cane, dello Zucchero e del Pane, e li ha trascinati verso l’orgia. Tyltyl scorge improvvisamente questi ultimi, che, seduti a tavola fraternamente con le loro ospiti, mangiano, bevono e si agitano follemente.

TYLTYL

Vedi dunque, Luce!...Sono a tavola!...

LA LUCE

Richiamali!...altrimenti finirà male!

TYLTYL

Tylò!...Tylò! qui!...Vieni qua, subito, hai capito!...E voi, laggiù, Zucchero, Pane, chi vi  ha dato il permesso di lasciarmi? Che cosa fate là, senza permesso?

73

IL PANE

(a bocca piena). E tu non potresti parlarci più gentilmente?

TYLTYL

Come? E’ ol Pane che si permette tanta confidenza?...Ma che ti prende?...E tu, Tylò!...Così si obbedisce? Su, viene, qua, in ginocchio, in ginocchio!...E immediatamente!...

IL CANE

(a mezza voce dal fondo della tavola). Io, quando mangio, non ci sono per nessuno, e non sento più nulla…

LO ZUCCHERO

8mellifluamente). Scusaci, non sapremo abbandonare così, senza offenderle, ospiti così amabili…

LA GRAN FELICITA’

Vedete! Vi danno il buon esempio…Venite, vi aspettano…Non ammettiamo rifiuti…Vi faremo dolce violenza…Su, Grandi Felicità, aiutatemi!...Spingiamoli a forza verso la tavola, perché siamo felici anche contro loro voglia.

Tutte le Grandi Felicità, con grida di gioia, sgambettando del loro meglio, trascinano i fanciulli che si dibattono, mentre la Risata-Grassa afferra vigorosamente per la vita la Luce.

LA LUCE

Gira il Diamante, è ora!

Tyltyl fa quel che ordina la Luce. Immediatamente la scena s’illumina di una luce ineffabilmente pura, divinamente rosea, armoniosa e leggera. I pesanti ornamenti del primo piano, i pesanti panneggi rossi si staccano e scompaiono svelando un favoloso e dolce giardino di pace leggera e di serenità, una specie di palazzo di verzura dalle armoniose prospettive, dove la magnificenza del fogliame, potente, luminoso, esuberante, eppure disciplinato, dove l’ebbrezza verginale dei fiori e la fresca letizia delle acque che scorrono, gocciolanti e zampillanti da ogni parte, sembrano portare fino ai confini dell’orizzonte l’idea stessa della felicità.

La tavola dell’orgia sparisce senza lasciar traccia; i velluti, i broccati, le corone delle Grandi Felicità, al soffio luminoso che invade la scena, si sollevano e si squarciano, mentre cadono contemporaneamente le maschere ilari ai piedi delle Grandi Felicità sbalordite. Queste si gonfiano a vista d’occhio, come vesciche bucate,, si sogguardano, sbattono le palpebre sotto gl’ignoti raggi che le feriscono e, vedendosi finalmente come sono in realtà, cioè nude, odiose, flaccide, lacrimevoli, cacciano urli di vergogna e di spavento, fra i quali si distinguono chiaramente quelli della Risata-Grassa, che dominano tutti gli altri. Solo la Felicità-di-non-capire-niente, sta perfettamente calma, mentre le sue compagne s’agitano perdutamente, cercano di fuggire e si nascondono nei cantucci che credono più oscuri. Ma non v’è ombra nel giardino abbagliante. Così la maggior parte si decidono a varcare, disperate, il sipario, che, minaccioso in un angolo a destra, chiude la volta della caverna delle Disgrazie. Ogni volta che una d’esse, nel panico, solleva un lembo di quel sipario, si sente levarsi dalle cavità dell’antro una tempesta d’ingiurie, d’imprecazioni, di maledizioni. In quanto al Cane, al Pane e allo Zucchero, essi, a orecchie basse, raggiungono il gruppo dei ragazzi, e molto confusi si nascondono dietro di essi.

TYLTYL

(guardando fuggire le Grandi Felicità). Dio, come sono brutte?...Dove vanno?...

LA LUCE

In fede mia, credo che abbiano perduto la testa…Si vanno a rifugiare dalle Disgrazie, e temo molto che vi rimangano definitivamente…

74

TYLTYL

(guardandosi intorno meravigliato). Oh! Che bel giardino! Che bel giardino!...Dove siamo?

LA LUCE

Non abbiamo cambiato posto; sono i tuoi occhi che hanno cambiato sfera…Noi vediamo ora la verità delle cose, e vedremo l’anima delle Felicità che sopportano la luce del Diamante.

TYLTYL

Com’è bello!...Com’è bello!...Pare d’essere in piena estate…guarda! Si direbbe che s’avvicinino e che vogliano occuparsi di noi…

Infatti i giardini cominciano a popolarsi di forme algebriche, che sembrano uscire da un lungo sonno e scivolare armoniosamente fra gli alberi. Sono vestite di abiti luminosi, di leggere e soavi sfumature: risveglio di rose, sorriso d’acqua, azzurro d’aurora, rugiada ambrata, ecc.

LA LUCE

Ecco che s’avvicinano alcune simpatiche e curiose Felicità che s’informeranno.

TYLTYL

Le conosci?...

LA LUCE

Sì, le conosco tutte; vengo spesso da loro, senza che esse sappiano chi io sia….

TYLTYL

Quante! Quante! Escono da tutte le parti!...

LA LUCE

Una volta ce n’erano di più…Le Grandi Felicità hanno fatto loro molti torti….

TYLTYL

E’ lo stesso ne sono restate non poche…

LA LUCE

Ne vedrai molte altre, a misura che l’influsso del Diamante si sarà diffuso per i giardini…Si trovano sulla Terra molte più Felicità che non si creda; ma la maggior parte degli uomini non le scoprono…

TYLTYL

Eccone delle piccole che s’avanzano, corriamo loro incontro…

LA LUCE

E’ inutile; quelle che c’interessano passeranno di qui. Non abbiamo il tempo di fare la conoscenza di tutte le altre…

Una schiera di Piccole Felicità, sgambettando e ridendo da sbellicarsi, accorrono dal fondo delle verzure e danzano un ballo tondo intorno ai fanciulli.

TYLTYL

Come sono graziose, graziose! Donde vengono, chi sono?

LA LUCE

Sono le Felicità dei bambini.

75

TYLTYL

Possiamo interrogarle?

LA LUCE

E’ inutile. Cantano, ballano, ridono, ma non parlano ancora…

TYLTYL

(irrequieto). Buongiorno! Buongiorno!....Oh! quella grande, là, che ride!...Che belle guance hanno, che belle vestine!...Qui sono tutte ricche?...

LA LUCE

Ma no, qui, come da per tutto, vi sono più poveri che ricchi…

TYLTYL

Dove sono i  poveri?

LA LUCE

Non si possono distinguere…La felicità d’un bambino è sempre vestita di ciò che v’è di più bello sulla terra e in cielo.

TYLTYL

(non potendo più star fermo). Vorrei ballare con loro…

LA LUCE

E’ assolutamente impossibile, non abbiamo tempo…Veggo che non hanno l’Uccellino Azzurro..del resto, hanno fretta. Vedi, sono già passate…Neppure loro hanno tempo da perdere, perché l’infanzia è brevissima….

Un’altra schiera di Felicità, un po’ più grandi delle precedenti, si precipita nel giardino cantando a squarciagola: “Eccoli! Eccoli! Ci veggono! Ci veggono!...” danzano attorno ai fanciulli una gioiosa farandola, finita la quale, quella che sembra a capo della schiera s’avanza verso Tyltyl, tendendogli la mano.

LA FELICITA’

Buongiorno, Tyltyl!

TYLTYL

Un’altra che mi conosce!...8Alla Luce). Mi cominciano a conoscere un po’ da per tutto…Chi sei?

LA FELICITA’

Non mi riconosci?...Scommetto che non riconosci nessuna di quelle che sono qui?

TYLTYL

(molto imbarazzato). Ma no…non so…Non mi ricordo di avervi viste…

LA FELICITA’

Sentite?...Ne era sicura!...Non vi ha mai viste!...(Tutte le altre Felicità della schiera scoppiano a ridere). Ma ,piccolo Tyltyl, tu non conosci che noi!...Ti siamo sempre attorno!...Noi mangiamo, beviamo, vegliamo, respiriamo, viviamo con te!...

TYLTYL

Sì, sì, giusto, so, mi ricordo…Ma vorrei sapere come vi chiamano…

76

LA FELICITA’

Veggo che non sai proprio niente…Io sono la prima delle Felicità-di-casa-tua; e tutte queste sono le altre Felicità che l’abitano….

TYLTYL

Ci sono delle Felicità in casa mia?

Tutte le Felicità scoppiano a ridere.

LA FELICITA’

Lo sentite!...Se ci sono le Felicità in casa tua!...Ma, disgraziato, se ne è così piena  da far saltare porte e finestre!...Ridiamo, cantiamo, creiamo tanta gioia da spingere i muri, da sollevare i tetti; ma abbiamo un bel fare, tu non vedi niente, non senti niente…Spero che in avvenire sarai un po’ più ragionevole…Intanto tu stringerai la mano alle più notevoli…Quando sarai tornato  casa, le riconoscerai più facilmente…E poi, alla fine d’una bella giornata, saprai incoraggiarle con un sorriso, ringraziarle con una parola buona, perché fanno veramente tutto quello che possono per renderti la vita facile e deliziosa…Io, prima delle altre, tua serva, la Felicità-di-star-bene…Non sono la più bella, ma la più seria. Mi riconoscerai?...Ecco, la Felicità.dell’aria.pura, che è quasi trasparente…Ecco, la           Felicità-d’amare-i-genitori, che è vestita di grigio e sempre un po’ triste, perché non la guardano mai…Ecco, la Felicità-del-cielo-azzurro, che naturalmente è vestita di azzurro; e la Felicità-della-foresta, che, non meno naturalmente, è vestita di verde, e che rivedrai tutte le volte che ti metterai alla finestra…Ecco la Felicità-delle-ore-di-sole, che è color diamante, e quella della Primavera, che è di smeraldo smagliante…

TYLTYL

E siete così belle tutti i giorni?

LA FELICITA’

Ma sì, tutti i giorni è domenica, in tutte le case, quando si aprono gli occhi…E poi, quando viene la sera ecco la Felicità-del-tramonto, che è più bella di tutte le regine del mondo, e segue la Felicità-del-levarsi-delle-stelle, dorata come una dea del passato…Poi, quando fa brutto tempo, ecco la Felicità-della-pioggia, coperta di perle, e la Felicità-del-fuoco-d’inverno, che apre alle mani gelate il suo bel mantello di porpora…E non parlo della migliore di tutte, perché è sorella delle grandi Gioie limpide, che presto vedrete, ed è la Felicità-dei-pensieri-innocenti, fra noi la più fulgida…E poi, ecco ancora…Ma veramente, sono troppe!...Non la finiremmo più, ed io debbo avvertire prima di tutto le agarandi Gioie, che sono lassù, in fondo, vicino alle porte del cielo, e non sanno ancora che siete arrivati voi…Invierò la Felicità-di-correre-a-piedi-nudi-nella-rugiada, che è la più agile….(Alla Felicità che ha nominata, e che s’è fatta avanti facendo una capriola). Va!

In quel momento una specie di diavoletto in maglia nera, urlando tutto, e cacciando grida inarticolate, s’avvicina a Tyltyl, e sgambettando follemente, gli assesta un monte di buffetti, scapaccioni e agilissimi calci.

TYLTYL

(sbalordito e profondamente indignato). Ma chi è questo selvaggio?

LA FELICITA’

O bella!  E’ ancora

 Il Piacere-d’essere-insopportabile, che è fuggito dalle caverne delle Disgrazie.  Non si sa dove chiuderlo. Sfugge da per tutto, e le stesse Disgrazie non vogliono più tenerlo.

Il diavolo continua a tormentare Tyltyl che tenta invano di difendersi; poi, improvvisamente, scoppiando a ridere, sparisce senza ragione, come è venuto.

77

TYLTYL

E cos’ha? E ‘ un po’ pazzo?

LA LUCE

Non so. Sembra che anche tu sia così, quando non sei buono. Ma intanto bisognerà informarsi dell’Uccellino Azzurro. Forse la prima delle Felicità-della-tua-casa non ignora dove si trova…

TYLTYL

Dov’è?

LA FELICITA’

Non sa dove si trova l’Uccellino Azzurrro!...

Tutte le Felicità-della-casa scoppiano a ridere.

TYLTYL

(irritato) Ma no, non so…Non c’è da ridere…

Nuovo scoppio di risa.

LA FELICITA’

Vediamo, non ti offendere…e poi, siamo seri…Non lo sa…Che vuoi, non è più ridicolo della maggior parte degli uomini…Ma ecco, la piccola Felicità-do-correre-a-piedi-nudi-sulla-rugiada ha avvertite le Grandi Gioie che vengono qui.

Infatti, alte e belle figure angeliche, vestite di abiti luminosi, s’avvicinano lentamente.

TYLTYL

Come sono belle!...Perchè non ridono? Non sono forse felici?

LA LUCE

Non è quando si ride che si è più felici…

TYLTYL

Chi sono?

LA FELICITA’

Sono le Grandi Gioie…

TYLTYL

Sai il loro nome?…

LA FELICITA’

Naturalmente, giuochiamo spesso con loro…Ecco prima di tutte, avanti alle altre, la Grande-Gioia-d’esser-giusta, che sorride tutte le volte che un’ingiustizia è stata riparata; io sono troppo giovane e non l’ho ancora veduta sorridere. Dietro di lei c’è la Gioia-d’esser-Buona, che è la più felice, ma la più triste; e ce ne vuole per impedirle d’andare dalle Disgrazie c’essa vorrebbe consolare. A destra c’è la Gioia-del-lavoro-compiuto accanto alla Gioia-di-pensare. Poi c’è la Gioia-di-comprendere, che cerca sempre sua sorella, la Felicità-di-non-comprendere-nulla…

TYLTYL

Ma io l’ho vista sua sorella!...E’ andata dalle Disgrazie con le Grandi Felicità…

78

LA FELICITA’

Ne ero sicura!...E’ riuscita male; le cattive compagnie l’hanno interamente pervertita…Ma non ne parlare a sua sorella. Essa vorrebbe andare a cercarla, e noi perderemmo una delle più belle gioie…Ecco ancora, fra le più grandi, la Gioia-di-vedere-le-cose-belle, che aggiunge tutti i giorni un raggio alla luce che regna qui…

TYLTYL

E là, lontano, nelle nuvole d’oro, quella che posso a stento vedere, drizzandomi più che posso in punta di piedi?...

LA FELICITA’

E’ la grande Gioia-d’amare; ma è inutile che ti sforzi! Sei troppo piccolo per vederla tutta quanta…

TYLTYL

E laggiù, in fondo, quelle velate e che non si avvicinano?...

LA FELICITA’

Sono quelle che gli uomini non conoscono ancora…

TYLTYL

E quelle altre?...Perchè si tirano da parte?...

LA FELICITA’

Si tirano da parte innanzi a una nuova Gioia che s’avanza, forse la più pura che abbiamo qui.

TYLTYL

Chi è?

LA FELICITA’

Non la riconosci ancora? Ma guarda bene, apri dunque tutti e due gli occhi, fino in fondo all’anima!...Ti ho visto!...Viene tendendoti le braccia!...E’ la gioia di tua madre, è la Gioia-impareggiabile-dell’amor-materno!

Dopo averla acclamata, le altre Gioie, accorse da tutte le parti, fanno ala in silenzio innanzi alla Gioia-dell-amor-materno.

L’AMOR MATERNO

Tyltyl! E poi Mytyl!...Come, siete voi, siete voi che ritrovo qui!...Non me l’aspettavo!...Ero sola soletta in casa, ed ecco che tutti e due voi salite fino in cielo ove risplende nella Gioia l’anima di tutte le madri!...Ma, prima di tutto, baci, baci, baci, più baci possibile!..Tutte e due nelle mie braccia: non v’è nulla al mondo che dia maggiore felicità!...Tyltyl, tu non ridi? E neppure tu, Mityl?...Non conoscete l’amore di vostra madre?...Guardatemi, dunque, non sono i miei occhi, le mie labbra, e le mie braccia?...

TYLTYL

Ma sì, io ti riconosco, ma non sapevo…Tu rassomigli alla mamma, ma sei molto più bella…

L’AMOR MATERNO

Evidentemente, io, non invecchio più…E ogni giorno che passa mi porta forza, gioventù, felicità…Ognuno dei tuoi sorrisi mi alleggerisce di un anno…In casa questo nono si vede, ma qui si vede tutto, ed è la verità…

TYLTYL

(meravigliato, la contempla, e la bacia a volta a volta). E questa bella veste di che è fatta? E’ forse di seta, d’argento, o di perle?

79

L’AMOR MATERNO

No, è di baci, di sguardi, di carezze…ogni bacio che si dà le aggiunge un raggio di luna o di sole…

TYLTYL

E’ strano, non avrei mai creduto che tu fossi mai così ricca…Dove la nascondevi?...Era nell’armadio di cui ha la chiave il babbo?

L’AMOR MATERNO

Ma no, l’ho sempre, ma non si vede, perché non si vede niente quando si hanno gli occhi chiusi…Tutte le mamme sono ricche, quando amano i loro bambini…Non ci sono né povere, né brutte, né vecchie…Il loro amore è sempre la più bella delle Gioie..E quando sembrano tristi, basta un bacio, ricevuto o dato, perché tutte le loro lagrime diventino stelle in fondo agli occhi loro…

TYLTYL

(guardandola sbalordito). Ma sì, è vero, i tuoi occhi sono pieni di stelle..E sono i tuoi occhi, ma sono più belli…Ed è la tua mano anche, ha il suo anellino…Ha la scottatura che ti facesti una sera accendendo il lume…Ma è molto più bianca e ha la pelle più fine!...Si direbbe che sia trasparente…non lavora come quella di casa?

L’AMOR MATERNO

Ma sì, è la stessa. Non hai mai notato che diventa più bianca, e si riempie di luce quando t’accarezza’…

TYLTYL

E’ meraviglioso, mamma, è la tua voce anche; ma tu parli meglio che in casa…

L’AMOR MATERNO

In casa si ha troppo da fare, e non se ne ha il tempo…Ma quello che non si dice, si capisce egualmente…Ora che mi hai vista, mi riconoscerai, sotto le mie vesti lacere, quando domani tornerai alla capanna?...

TYLTY

Non voglio tornare…Giacchè sei qui, ci voglio rimanere anch’io, finchè ci sarai tu…

L’AMOR MATERNO

Ma è la stessa cosa, è laggiù che sono io, è laggiù che siamo noi…Tu non sei venuto qui che per renderti conto, e per apprendere finalmente come bisogna vedermi quando mi vedi laggiù…Capisci, Tyltyl?...Tu ti credi in cielo; ma il cielo è dovunque ci baciamo…Non vi sono due mamme, e tu non ne hai un’altra…Ogni bimbo non ne ha che una e è sempre la stessa e sempre la più bella; ma bisogna conoscerla e saper guardare…Ma come hai fatto per arrivare qui a trovare una via che gli uomini van cercando da quando abitano la Terra?

TYLTYL

(mostrando la Luce, che per discrezione s’è un po’ appartata). E’ lei che mi ha condotto…

L’AMOR MATERNO

Chi è?

TYLTYL

La Luce.

L’AMOR MATERNO

Non l’ho mai vista…Mi hanno detto che vi ama e che è molto buona..Ma perché si nasconde?...Non mostra mai il viso?

80

TYLTYL

Sì; ma teme che le Felicità abbiano paura se veggono troppa luce…

L’AMORE MATERNO

Ma non sa che non aspettiamo che lei!...(Chiamando le altre Grandi Gioie). Venite, venite, sorelle! Venite, accorrete tutte, è la Luce che viene finalmente a visitarci!...

Fremiti fra le Grandi Gioie che si riavvicinano. Voci: “La Luce è qui!...La Luce! La Luce!”

LA GIOIA-DI-COMPRENDERE

(allontanando le altre per abbracciar la Luce). Voi diete la Luce e non lo sappiamo! E sono anni, anni ed anni che v’aspettiamo! Mi riconoscete?...E’ la Gioia-di-comprendere ch’è stata sempre in cerca di te…Siamo molto felici, ma non vediamo di là di noi stesse…

LA GIOIA-D’ESSERE-GIUSTA

(abbracciando a sua volta la Luce). Mi conoscete?...E’ la Gioia-d’essere-giusta che t’invoca sempre…Noi siamo molto felici, ma non vediamo di là delle nostre ombre…

LA GIOIA-DI-VEDERE-LE-COSE-BELLE

(abbracciandola egualmente). Mi riconoscete?...E’ la Gioia-delle-bellezze che vi ha tanto amata…Noi siamo molto felici, ma non vediamo di là dei nostri sogni…

LA GIOIA-DI-COMPRENDERE

Vedete, vedete, sorella, non ci fate più aspettare…Siamo abbastanza forti, siamo abbastanza pure…Sollevate dunque codesti veli che ci nascondono le ultime verità e le ultime felicità…Vedete, tutte le mie sorelle si prostrano ai vostri piedi…Siete la nostra regina e la nostra ricompensa…

LA LUCE

Sorelle mie, mie belle sorelle, obbedisco al mio Signore…L’ora non è venuta, forse sonerà ed io tornerò senza timori e senza ombre. Addio, rialzatevi, baciamoci come sorelle ritrovate, aspettando il giorno che tosto spunterà…

L’AMOR MATERNO

(baciando la Luce). Siete stata buona con i miei poveri piccini.

LA LUCE

Sarà sempre buona con quelli che si vogliono bene.

LA GIOIA-DI-COMPRENDERE

(avvicinandosi alla Luce). Che l’ultimo bacio sia impresso sulla mia fronte.

(Si baciano lungamente, e quando si separano e alzano il capo, luccicano le lagrime nei loro occhi).

TYLTYL

Perché piangete?...(Guardando le altre Gioie). To’! piangete anche voi…Ma perché tutte hanno le lacrime agli occhi?

LA LUCE

Taci, bimbo mio…

                                                         SIPARIO

81

                                                    ATTO QUINTO

QUADRO

                                                     Il regno dell’avvenire

Le sale immense del Palazzo Azzurro ove attendono i bambini nascituri. Infinite prospettive di colonne di zaffiro che sostengono le volte di turchese. Tutto qui, dalla luce e dalle lastre di lapislazzuli fino alle pulverulente del fondo in cui si perdono le ultime arcate, fino ai minimi oggetti, è d’un azzurro irreale, intenso, indescrivibile. Solo i capitelli e gli zoccoli delle colonne, le chiavi di volta, alcuni seggi, alcuni banchi circolari sono di marmo bianco o d’alabastro. A destra, fra le colonne, grandi porte opaline. Queste porte, di cui il Tempo, verso la fine della scena, allontanerà i battenti, s’aprono sulla via del Presente e le banchine dell’Aurora. Da per tutto, popolando armoniosamente la sala, una folla di bimbi coperti di lunghe vesti azzurrine. Alcuni giocano, altri parlano o meditano; molti sono addormentati, molti altri lavorano, fra i colonnati,  alle invenzioni future, e i loro utensili, i loro strumenti, gli apparecchi che costruiscono, le piante, i fiori e i frutti che coltivano o che colgono sono lo stesso azzurro soprannaturale e luminoso dell’atmosfera generale del Palazzo. Fra i bambini, rivestite d’un azzurro più pallido e più diafano, passano e ripassano alcune figure d’alta statura, d’una bellezza sovrana e silenziosa, che pare siano angeli.

Entrano a sinistra, come di soppiatto, scivolando fra le colonne del primo piano, Tyltyl, Mytyl e la Luce. Il loro arrivo eccita un movimento fra i Bambini-Azzurri, che subito accorrono da tutte le parti e si aggruppano intorno agl’insoliti visitatori, contemplandoli con curiosità.

MYTYL

Dov’è lo Zucchero, la Gattina e il Buon Pane?

LA LUCE

Qui essi non possono entrare; conoscerebbero l’avvenire e non obbedirebbero più….

TYLTYL

E il Cane?...

LA LUCE

Neppure; è bene ch’egli non sappia che cosa l’attende nel corso dei secoli…Li ho imprigionati nei sotterranei della chiesa…

TYLTYL

Dove ci troviamo?

LA LUCE

Nel regno dell’Avvenire, in mezzo ai bimbi che non sono ancora nati. Giacchè il Diamante ci permette di veder chiaro in questa regione che gli uomini non scorgono, vi troveremo certamente l’uccellino Azzurro…

TYLTYL

Guarda i bambini che accorrono…

TYLTYL

Che non siano contenti del nostro arrivi?

LA LUCE

Niente affatto…Vedi bene, sorridono, ma sono stupiti…

82

I BAMBINI AZZURRI

(accorrendo sempre più numerosi) I piccoli Viventi!...Venite a vedere i piccoli Viventi!....

TYLTYL

Perché ci chiamano “piccoli Viventi?”

LA LUCE

Perché essi non vivono ancora…

TYLTYL

E che fanno allora?

TYLTYL

LA LUCE

Aspettano il momento di nascere…

TYLTYL

Il momento di nascere?

LA LUCE

Sì, vengono di qui tutti i bambini che nascono sulla nostra terra…Tutti aspettano la loro ora…Quando i Padri e le Madri desiderano, si aprono quelle porte che puoi vedere lì a destra, e i piccini discendono…

TYLTYL

Quanti ve ne sono! Quanti ve ne sono!

LA LUCE

Ve ne sono anche di più…Non si vedono tutti…Pensa dunque, ce ne vogliono in sino alla fine del mondo…Nessuno saprebbe contarli…

TYLTYL

E quelle grandi persone azzurre che fanno?

LA LUCE

Veramente non si sa bene…Si crede che siano guardiani…Si dice che verranno sulla terra dopo gli uomini…Ma non è permesso d’interrogarli…

TYLTYL

Perché?

LA LUCE

Perché è il segreto della Terra…

TYLTYL

E agli altri, i piccini, si può parlare?...

LA LUCE

Certo, bisogna far conoscenza…To’, eccone uno più curioso degli altri…Avvicinati, parlagli…

TYLTYL

Che bisogna dirgli?

83

LA LUCE

Quel che vorrai, come a un piccolo compagno.

TYLTYL

Si può dargli la mano?

LA LUCE

Evidentemente, non ci sarà nulla di male…Ma su, non aver l’aria così impacciata…Vi lascerò soli, e starete più ad agio…D’altra parte ho da parlare con quella grande Persona azzurra…

TYLTYL

(avvicinandosi al Bambino Azzurro e porgendogli la mano). Buongiorno!...(Toccando con un dito la veste azzurra del bambino). Che roba è questa?

IL BAMBINO

(toccando gravemente con un dito il cappello di Tyltyl). E questa?

TYLTYL

To’, il cappello…E tu non l’hai, il cappello?...

IL BAMBINO

No. E  per che farne?...

TYLTYL

Per dire buongiorno…E poi, per quando fa freddo…

IL BAMBINO

Che vuol dire far freddo?...

TYLTYL

Quando si trema così: brrr! brrr!...e si soffia sulle mani e si fa così con le braccia…(Si sbraccia vigorosamente).

IL BAMBINO

Fa freddo sulla Terra?

TYLTYL

Ma sì, a volte, d’inverno, quando non si ha fuoco…

IL BAMBINO

Perché non se n’ha?

TYLTYL

Perché costa caro e ci vuol denaro per comprar la legna…

IL BAMBINO

Che cosa è il denaro?

TYLTYL

Quello che serve a pagare…

84

Il bambino

Ah!...

TYLTYL

Alcuni ce l’hanno , e altri non ce l’hanno…

IL BAMBINO

Perché?

TYLTYL

Perché non sono ricchi…Sei ricco tu, forse?...Quanti hanni hai?...

IL BAMBINO

Nascerò subito…Fra dodici anni…Dimmi, è bello nascere?

TYLTYL

Oh sì…E’ divertente!…

IL BAMBINO

E tu come hai fatto!

TYLTYL

Non me ne ricordo più!...Ora è tanto tempo!…

IL BAMBINO

Dicono che la Terra e i Viventi siano belli!...

TYLTYL

Ma sì, non c’è male!...Vi sono uccelli, dolci, balocchi…Alcuni li hanno tutti; ma quelli che non ne hanno, possono guardare gli altri….

IL BAMBINO

Dicono che le mamme aspettano alla porta…Son buone le mamme, è vero?

TYLTYL

Oh sì!...Sono migliori di tutto ciò che c’è!...Pure le nonne; ma muoiono troppo presto.

IL BAMBINO

Muoiono?...E che vuol dire?...

TYLTYL

Un bel giorno se ne vanno, e chi s’è visto s’è visto!...

IL BAMBINO

Perché?…

TYLTYL

E chi lo sa?...Per malinconia, forse…

IL BAMBINO

E anche la tua se n’è andata?

85

TYLTYL

Mia nonna?...

IL BAMBINO

La mamma o la nonna, che vuoi che ne sappia io?...

TYLTYL

Sì, ma non è la stessa cosa! Prima se ne vanno le nonne. E’ già triste abbastanza…La mia era buonissima…

IL BAMBINO

E che ci hai negli occhi?...Delle perle, forse…

TYLTYL

Ma no; non sono perle…

IL BAMBINO

E che cosa allora?...

TYLTYL

Nulla…E’ tutto questo azzurro che m’abbaglia un po’…

IL BAMBINO

E come lo chiami?...

TYLTYL

Che cosa?

IL BAMBINO

Guarda!...quello che ti cade dagli occhi…

TYLTYL

Niente, è un po’ d’acqua…

IL BAMBINO

Ah! è un’acqua che esce dagli occhi?

TYLTYL

Sì, a volte, quando si piange…

IL BAMBINO

Che cos’è piangere?

TYLTYL

Ma io non ho pianto; è stato tutto questo azzurro…Ma se avessi pianto sarebbe stata la stessa cosa….

IL BAMBINO

E si piange spesso?...

TYLTYL

I ragazzi grandi no,  ma le bambine sì…Qui non si piange?

IL BAMBINO

Ma no, non so,…

86

TYLTYL

Ebbene, imparerai…Ti servono per giocare quelle grandi ali azzurre?...

IL BAMBINO

Queste?...Sono per l’invenzione che farò sulla Terra.

TYLTYL

Che invenzione?...Hai inventato dunque qualche cosa?...

IL BAMBINO

Ma come, non sai?...Quando sarò sulla Terra, bisognerà che io inventi la Cosa che rende felici..

TYLTYL

E’ una cosa buona da mangiare?...Fa forse rumore?...

IL BAMBINO

Ma no, non si sente…

TYLTYL

Peccato…

IL BAMBINO

Vi lavoro tutti i giorni..E’ quasi finita…Vuoi vederla?,,,

TYLTYL

Altro…Dov’è?...

IL BAMBINO

Lì, si vede di qui, tra quelle due colonne…

UN ALTRO BAMBINO AZZURRO

(avvicinandosi a Tyltyl e tirandolo per la manica). Vuoi vedere la mia, di’?

TYLTYL

Ma sì, che cos’è?...

SECONDO  BAMBINO

I trentatré rimedi per prolungare la vita…Qui, in queste boccettine azzurre…

TERZO BAMBINO

(facendosi largo tra la folla). Ed io arreco una luce che nessuno conosce…(S’illumina tutto quanto di una fiamma straordinaria). E’ abbastanza curioso, non è vero?...

QUARTO BAMBINO

(tirando per il braccio Tyltyl). Vieni dunque a vedere la mia macchina che vola in aria come un uccello senza ali!...

QUINTO BAMBINO

No, no; prima la mia, che trova i tesori che si nascondono nella luna!....

(I Bambini-Azzurri si stringono intorno a Tyltyl e a Mytyl gridando in coro: “ No, no, vieni a vedere la mia!...No, la mia è più bella!...La mia è meravigliosa!...La mia è tutta di zucchero!...La tua non è

87

bella…Questi m’ha rubato l’idea! Ecc, ecc.”. in mezzo a queste esclamazioni disordinate, si trascinano i piccoli Viventi dal lato dei laboratori azzurri, e ivi ciascuno degli inventori mette in moto la sua macchina ideale. E’ un torneare ceruleo di ruote, di dischi, di volanti, d’ingranaggi, di pulegge, di corregge, d’oggetti strani e ancora innominati, avviluppati dai bluastri vapori dell’irreale. Una folla d’apparecchi bizzarri e misteriosi si slanciano e si librano sotto le volte, o strisciano ai piedi delle colonne, mentre dei bambini svolgono carte e piani, aprono libri, scoprono statue azzurrine, portano enormi fiori giganteschi frutti che sembran formati di zaffiri e di turchesi).

IL BAMBINO AZZURRO

(curvato sotto il peso di colossali margherite azzurre). Guardate i miei fiori, dunque!

TYLTYL

Che cosa sono?...Non li conosco…

IL BAMBINO AZZURRO

Sono margherite!

TYLTYL

Impossibile!...Grandi così come ruote…

IL BAMBINO AZZURRO

E CHE BUON ODORE HANNO!...

TYLTYL

(annusandole) Prodigioso!...

IL BAMBINO AZZURRO

Saranno così quando io sarò sulla Terra…

TYLTYL

E quando?...

IL BAMBINO AZZURRO

Fra cinquantatrè, anni, quattro mesi e nove giorni… (Arrivano due Bambini-Azzurri, che portano come lampadario, appeso ad una pertica, un grappolo d’uva inverosimile, i cui acini sono più grossi delle pere).

UNO DEI BAMBINI

(portatori del grappolo) Che te ne sembra dei miei frutti?

TYLTYL

Un grappolo di pere!...

IL BAMBINO

Ma che, è uva!..L’uva sarà tutta così quando avrò trent’anni…Ho trovato il mezzo…

UN ALTRO BAMBINO

(oppresso da una cesta di mele azzurre grosse di meloni). E io dunque!...Guardate che mele!...

TYLTYL

Ma se son meloni!...

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IL BAMBINO

Ma che!...Son mele, e non delle più belle!...Saranno tutte così quando io sarò un vivente!...Ho trovato il sistema!...

UN ALTRO BAMBINO

(recando su una cariola azzurra dei meloni grossi come cetrioli). E i miei piccoli meloni?

TYLTYL

Ma se sono cetrioli!

IL BAMBINO DAI MELONI 

Quando verrò sulla terra, i meloni saranno superbi!...Sarò il giardiniere del Re dei nove Pianeti…

TYLTYL

Il Re dei nove Pianeti? Dov’è?

IL RE DEI NOVE PIANETI

(avanzando altero. Dimostra quattro anni, e può a stento reggersi in piedi sulle gambette storte). Eccolo!

TYLTYL

Bene! Tu non sei grande…

Il re dei nove pianeti

(grave e sentenzioso). Sarà grande quel che farò!

TYLTYL

Che cosa farai?

IL RE DEI NOVE PIANETI

Fonderò la Confederazione generale dei Pianeti solari.

TYLTYL

(confuso) Ma davvero?

IL RE DEI NOVE PIANETI

Tutti vi faranno parte, eccetto Saturno, Urano e Nettuno, che sono a distanze esagerate e incommensurabili. (Si ritira con dignità).

TYLTYL

E’ interessante…

UN BAMBINO AZZURRO

E lo vedi quello là?

TYLTYL

Quale?

IL BAMBINO

Là, il piccino che dorme a piè della colonna…

TYLTYL

Bene?

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IL BAMBINO

Porterà la gioia pura sul Globo…

TYLTYL

E come?

IL BAMBINO

Per mezzo delle idee non ancora formulate.

TYLTYL

E quell’altro, il piccino grasso che ha le dita nel naso, che cosa farà quello?

IL BAMBINO

Deve trovare il fuoco per riscaldare la Terra quando il Sole sarà più pallido…

TYTLTYL

E quei due che si tengon per mano e si baciano in continuazione…sono fratello e sorella, forse?...

IL BAMBINO

Ma no…sono gl’innamorati…

TYLTYL

E che cosa sono?...

IL BAMBINO

Non so…E’ il Tempo che li chiama così per celia…Si guardano tutto il giorno negli occhi, si baciano e si dicono addio…

TYLTYL

Perché?

IL BAMBINO

Sembra che non potranno partire insieme…

TYLTYL

E quel piccino color rosa, che sembra così serio e si succhia il pollice, chi è?...

IL BAMBINO

Par che egli debba cancellare l’ingiustizia sulla Terra…

TYLTYL

Ah!...

IL BAMBINO

Si dice che sia una fatica tremenda…

TYLTYL

E quel rossiccio che cammina come se non ci vedesse…E’ cieco, forse?...

IL BAMBINO

Non ancora; ma lo diventerà…guardalo bene; pare che egli debba vincere la Morte…

90

TYLTYL

E che cosa significa?...

IL BAMBINO

Veramente non so; ma si dice che la sua sarà una cosa grande…(indicando una folla di bambini addormentati a piè delle colonne, sui gradini, sulle panche, ecc.). e tutti quelli che dormono lì, - quanti ve ne sono che dormono! – non fanno nulla forse?...

IL BAMBINO

Pensano a qualche cosa…

TYLTYL

A che?...

IL BAMBINO

Non lo sanno ancora; ma debbono portare qualche cosa sulla Terra; è vietato di uscire a mani vuote…

TYLTYL

E chi lo vieta?

IL BAMBINO

Il Tempo che vigila sulla porta…Vedrai quando aprirà…E’ molto seccante, sai…

UN BAMBINO

(accorrendo dal fondo della sala, aprendosi un varco tra la folla). Buongiorno, Tyltyl!...

TYLTYL

To’!...E come sai il mio nome?

IL BAMBINO

(che è accorso e che bacia Tyltyl e Mytyl con effusione). Buongiorno!...Come stai?...Su, abbracciami, e anche tu, Mytyl!...Non c’è da meravigliarsi che io sappia il tuo nome, perché sono un tuo fratellino…Ho saputo in questo momento che tu eri qui…Ero lì in fondo in fondo, nell’atto d’imnballare le mie idee…Dì’ alla mamma che son pronto….

TYLTYL

Come?...Tu conti di venire da noi?

IL BAMBINO

Ma certo, l’anno venturo, nella Domenica delle Palme…Non mi tormenterai troppo quando sarò piccino…Sono tanto lieto di averti abbracciato in anticipo…Di’ a papà che riaccomodi la culla…Non si sta bene forse in casa nostra?...

TYLTYL

Senza dubbio…La mamma è così buona!...

IL BAMBINO

E il mangiare?

TYLTYL

Secondo…Certi giorni c’è perfino il dolce, non è vero, Mytyl?

91

MYTYL

A Capodanno e il giorno di Pasqua…Lo fa la mamma.

TYLTYL

E in quel sacco che hai?…Ci porti qualche cosa?

IL BAMBINO

(alteramente). Tre malattie: la scarlattina, la tosse asinina e il morbillo.

TYLTYL

Ah, nient’altro!..E dopo che farai?....

IL BAMBINO

Dopo?...Me ne andrò…

TYLTYL

Allora, è inutile venire.

IL BAMBINO

E che, dipende da me?...(In questo momento si sente levarsi e spandersi una specie di vibrazione prolungata, potente e cristallina, che sembra emanare dalle colonne e dalle porte d’opale, le quali so toccate da una luce più viva).

TYLTYL

Che c’è’…

UN BAMBINO

E il Tempo, che deve aprire le porte!...

A un tratto una vasta ondata si propaga nella folla dei Bambini Azzurri. La maggior parte lasciano le loro macchine e i loro lavoro, numerosi dormienti si svegliano, e tanto gli uni che gli altri voltano gli occhi verso le porte d’opale e s’avvicinano a queste.

LA LUCE

(raggiungendo Tyltyl). Cerchiamo di nasconderci dietro le colonne…Bisogna che il Tempo non ci scopra…

TYLTYL

Di dove viene questo rumore?

UN BAMBINO

E’ l’Aurora che si leva…E’ l’ora, per i bimbi che debbono nascere oggi, di scendere sulla Terra…

TYLTYL

E come discenderanno?...Vi sono le scale?…

IL BAMBINO

Vedrai…Il Tempo tira i catenacci…

TYLTYL

Chi è il Tempo?…

IL BAMBINO

92

E’ un vecchio che viene a chiamare quelli che debbono partire…

TYLTYL

E’ un vecchio cattivo?

IL BAMBINO

No, ma non sente nessuno…Si ha un bel supplicarlo…Se non è il loro turno, egli respinge tutti quelli che vorrebbero andarsene…

TYLTYL

E CHI PARTE VIA CONTENTO?...

IL BAMBINO

A rimanere non si è allegri, e andar via neppure…Ecco, ecco!...Ecco che s’apre!...

Le grandi porte opaline girano lentamente sui cardini. Si sente come una musica lontana: i rumori della Terra. Uno splendore rosso e verde penetra nella sala; e il Tempo, vegliardo d’alta statura, dalla barba ondeggiante, armato di falce e di clessidra, appare sulla soglia, mentre si scorge l’estremità delle vele bianche e dorate d’una galera ormeggiata a una specie di banchina formata dai vapori rosei dell’Aurora.

IL TEMPO

(sulla soglia). Quelli la cui ora è sonata son pronti?...

ALCUNI BAMBINI AZZURRI

(aprendosi un varco nella folla e accorrendo da tutte le parti). Eccoci!...Eccoci!...Eccoci!…

IL TEMPO

(con voce burbera, ai bambini che gli sfilano dinanzi per uscire9. A uno a uno!...Ed ecco che se ne presentano più di quanti ne occorrono!...Sempre lo stesso1…Ma non mi ci pigliano! (Respingendo un bambino). Non è il tuo turno…Rientra, e aspetta fino a domani…Neppure tu, rientra e ritorna fra dieci anni…Un tredicesimo pastore?...Non ne occorrono che dodici…Non siamo più ai tempi di Teocrito o di Virgilio…Ancora medici?...Ve ne sono già troppo, e sulla Terra se ne lagnano…E gl’ingegneri, dove sono?...Si desidera un uomo onesto, uno solo, come fenomeno…Dov’è dunque l’uomo onesto?...Sei tu?...(Il bambino fa segno di sì). Tu m’hai un’aria miserina miserina…non vivrai a lungo..Ohi, voialtri lì, non tanta fretta, non tanta fretta…E tu, che arrechi?..Nulla? ti presenti a mani vuote?...Allora non si passa…Prepara qualche cosa; un gran delitto, se vuoi, o una bella malattia, quello che vuoi, m’è indifferente…ma qualcosa occorre…(Scorgendo un piccino, che gli altri spingono innanzi e che resiste con tutte le forze). Ebbene, tu, che hai?...Sai beme che è ora…Si domanda un eroe che combatta l’Ingiustizia, sei tu, bisogna partire…

I BAMBINI AZZURRI

Egli non vuole, signore.

IL TEMPO

Come?...Non vuole?...Dove si crede mai codesto mostricino?..Non si accettano reclami, non abbiamo tempo…

IL PICCINO

(che viene spinto). No, no!...Non voglio…Preferisco non nascere…Preferisco rimanere qui.

IL TEMPO

Non si tratta di questo…Quando è l’ora…Su, presto, avanti!

93

UN BAMBINO

(facendosi avanti). Oh! Lasciatemi passare!..Prenderò io il suo posto!...Dicono che i miei genitori son vecchi e m’aspettano da tanto tempo.

IL TEMPO

Niente…A ora e a tempo…Non si finirebbe mai ad ascoltar tutti voi. L’uno vuole, l’altro rifiuta, è troppo presto, è troppo tardi…(Allontanando dei bambini che hanno invaso la soglia). Troppo presto, piccini. I curiosi, indietro!...quelli che non partono non hanno nulla da veder fuori…Ora avete fretta; e poi, quando sarà giunto il vostro turno, avrete paura e retrocederete…Vedete, eccone quattro che tremano come foglie…(A un bambino che, sul punto di varcar la soglia, rientra con atto improvviso). Ebbene che c’è, che hai?...

IL BAMBINO

Ho dimenticato la scatola che contiene i due delitti che dovrò commettere…

Un altro bambino

Ed io il vasetto che contiene l’idea per illuminare le folle…

TERZO BAMBINO

Io ho dimenticato l’innesto della mia più bella pera.

IL TEMPO

Correte presto a cercarli!…Non abbiamo più che seicentododici secondi…La galera dell’Aurora già batte le vele per mostrare che aspetta…Finirete con l’arrivar tardi e non nascerete più…Su, presto, all’imbarco. (Afferrando un bambino che vuole passargli tra le gambe per arrivare alla banchina). Ah! tu, no, per esempio!...E’ la terza volta che tenti di nascere prima del tuo turno…Che io non ti ci colga più, se no ti toccherà un’attesa eterna presso mia sorella, l’Eternità; e sai che non è  un divertimento. Ma su, siamo pronti?..Son tutti a posto? (Percorrendo con lo sguardo i bambini riuniti sulla banchina o già seduti nella galera). Ne manca ancora uno…Ha un bel nascondersi, lo veggo tra la folla…Non me la faccio fare…Via tu, il piccino che chiamano l’Innamorato, di’, addio alla tua bella…

I due piccini che si chiamano “gl’Innamorati”, teneramente allacciati e il viso livido di disperazione, si fanno innanzi verso il Tempo e gli s’inginocchiano ai piedi.

BIMBA

Signor Tempo, lasciatemi partire con lui!...

BAMBINO

Signor Tempo, lasciatemi restare con lei!...

IL TEMPO

Impossibile!...Non abbiamo più che trecentonovantaquattro secondi…

IL BAMBINO

Preferisco non nascere!...

IL TEMPO

Non si può..

LA BAMBINA

(supplichevole). Signor Tempo, arriverò troppo tardi!...

94

BAMBINO

Non ci sarò più, quando lei discenderà!...

BAMBINA

Non lo vedrò più!....

BAMBINO

Saremo soli al mondo!...

IL TEMPO

Che volete che m’importi?...Reclamate presso la Vita…Io non faccio che riunire e separare secondo gli ordini…(Afferrando il bambino). Vieni!...

BAMBINO

(dibattendosi) No, no, no!...Anche lei!

BAMBINA

(aggrappandosi alle vesti del primo). Lasciatelo!...Lasciatelo!...

IL TEMPO

Ma vedete, non si tratta di morire, ma di vivere. (Trascinando il bambino). Su!...

BAMBINA

(tendendo follemente le braccia verso il bambino già preso). Un segno!...Un solo segno!...Dimmi, come ritrovarti?...

BAMBINO

Ti vorrò bene sempre!...

BAMBINA

Io sarò la più triste!...Tu mi riconoscerai! (Cade e resta distesa al suolo).

IL TEMPO

Fareste molto meglio a sperare…E ora, è tutto…(Consultando la clessidra). Non ci rimangono più che settantatrè secondi…

Ultime e violente ondate fra i bambini che partono e che restano. – Si scambiano addii precipitosi: “Addio, Pietro!...Addio Giovanni.. –Hai ciò che ti occorre?...Annunzia il mio pensiero! – Hai il nuovo carburatore!...- Ti ritroverò… - Non perdere le tue idee… - Non ti chinare troppo sullo spazio… - Dammi tue notizie!... – Credo che non si possa… -Sì, sì!...Tu prova a ogni modo… -Cerca di dire se è bello…! – Ti verrò incontro!...- Nascerò su un trono!...ecc.,ecc.”

IL TEMPO

(agitando le chiavi e la falce). Basta! Basta!...L’ancora è levata!.

Le vele della galera passano e scompaiono. Si sentono le grida dei bambini sulla galera allontanarsi: “Terra!..Terra!..Laveggo!...E’ bella…E’ chiara!...E’ grande”. Poi, come se uscisse dal fondo dell’abisso, un canto lontanissimo di letizia e d’attesa.

TYLTYL

Che cosa c’è?...Non sono essi che cantano…Le voci sembrano diverse…

95

LA LUCE

Sì, è il canto delle Madri che muovono a incontrarli…

Intanto il Tempo richiude le porte opaline. Si volta per dare un’ultima occhiata alla sala, e a un tratto vede Tyltyl, Mytyl e la Luce.

IL TEMPO

(stupito e furioso). Che c’è?..Che fate qui?...Chi siete?...Perchè non siete azzurri?..Per dove siete entrati?...

Si fa innanzi, minacciandoli con la falce.

LA LUCE

(aTyltyl). Non rispondere…Ho l’Uccellino Azzurro…L’ho nascosto sotto il mantello…Fuggiamo…Gira il Diamante, ed egli perderà le nostre tracce…

Se la svignano a sinistra, tra le colonne del primo piano.

                                                          SIPARIO

                                                        ATTO SESTO

                                                                QUADRO XI

                                                                    L’addio

La scena rappresenta un muro con una porticina. E’ l’alba.

Entrano: Tyltyl, Mytyl, la Luce, il Pane, lo Zucchero, il Fuoco, il Latte.

LA LUCE

Tu non indovinerai mai dove siamo…

TYLTYL

Certo che no, Luce, poiché io non so…

LA LUCE

Non riconosci questo muro e questa porticina?

TYLTYL

E’ un muro rosso e una porticina verde…

LA LUCE

E questo non ti rammenta nulla?..

TYLTYL

Mi rammento che il Tempo ci ha messi alla porta…

96

LA LUCE

Che stranezza quando si sogna!..Uno non riconosce la propria mano…

TYLTYL

Chi sogna?...Io, forse?

LA LUCE

Allora io…Chi lo sa? Intanto questo muro circonda una casa che tu hai vista più d’una volta dopo la tua nascita…

TYLTYL

Una casa vista da me più d’una volta?

LA LUCE

Ma sì, piccolo addormentato…La casa lasciata da noi una sera, precisamente, né un giorno più né un giorno meno, un anno fa…

TYLTYL

Precisamente un anno fa?...Ma allora?...

LA LUCE

Perbacco!...Non spalancare gli occhi come grotte di zaffiro…E’ proprio la buona casa dei tuoi parenti…

TYLTYL

(avvicinandosi alla porta). Ma credo…Infatti..Mi sembra…Questa porticina…Riconosco il corridoio…Son qui essi?...Siamo vicino alla mamma?...Voglio entrare immediatamente…Voglio abbracciarla immediatamente!...

LA LUCE

Un momento…Essi dormono profondamente, non bisogna risvegliarli di soprassalto…Del resto, la porta non si aprirà che quando sonerà l’ora…

TYLTYL

Che ora?..C’è da aspettar molto?...

LA LUCE

Ahimè no!...Altri pochissimi minuti…

TYLTYL

Non sei contenta di rientrare, tu?...Che hai dunque, Luce?..Sei tanto pallida, che ti si direbbe malata…

LA LUCE

Non è niente, figlio mio…Mi sento un po’ triste, perché vi debbo lasciare…

TYLTYL

Lasciarci?

LA LUCE

E’ necessario…Non ho più nulla da fare qui; l’anno è trascorso, ritornerà la Fata e ti domanderà l’Uccellino Azzurro…

97

TYLTYL

Ma il fatto sta che non l’ho, l’Uccellino Azzurro!..Quello del Ricordo s’è tutto annerito, quello dell’Avvenire s’è fatto rosso, quelli della Notte son morti e non ho potuto persuadere quello della Foresta…E’ forse colpa mia se cambiano di colore, se muoiono se ne volano via?..Chi sa come la Fata ne sarà spiacente e che sa che dirà!...

LA LUCE

Noi abbiamo fatto ciò che si poteva…Bisogna credere che non esista l’Uccellino Azzurro; o che cambi di colore quando vien messo in gabbia…

TYLTYLO

E dov’è la gabbia?...

IL PANE

Qui, padrone…Fu affidata alle mie cure diligenti durante questo lungo viaggio; oggi che la mia missione finisce, ve la restituisco intatta e ben chiusa, quale l’ho ricevuta…(Come un aratore che comincia a parlare). Ora, in nome di tutti, che mi sia permesso di aggiungere qualche parola.

IL FUOCO

Egli non ha la parola!

L’ACQUA

Silenzio!...

IL PANE

Le interruzioni malevoli d’un nemico spregevole, d’un rivale invidioso…(Alzando la voce) non m’impediranno di compiere il mio dovere fino alla fine…E, dunque, il nome di tutti…

IL FUOCO

Non in nome mio…Io l’ho la lingua!...

IL PANE

…E dunque, in nome di tutti, e con una commozione repressa, ma sincera e profonda, che prendo congedo dai due bambini predestinati, la cui alta missione oggi finisce. Dando loro l’addio con tutta la tristezza e tutta la tenerezza che una stima reciproca…

TYLTYL

Come?...Ci dici addio?...Ci lasci dunque così?...

IL PANE

Ahimè! E’ necessario…Vi lascio, è vero; ma la separazione non sarà che apparente, non mi sentirete più parlare…

IL FUOCO

Non sarà una disgrazia…

L’ACQUA

Silenzio!...

98

IL PANE

(con gran dignità). Questo non mi tange…Dicevo dunque: non mi sentirete più, non mi vedrete più sotto la mia forma animata…I vostri occhi si chiuderanno alla vita invisibile delle cose: ma sarò sempre qui, nella madia, sull’asse, sulla tavola, accanto alla minestra, io che sono, oso dirlo, il commensale più fedele e l’amico più vecchio dell’uomo…

IL FUOCO

Ebbene, e io?...

LA LUCE

Su, i minuti passano, l’ora che ci farà rientrare nel silenzio sta per sonare…Fate presto a baciare i bambini…

IL FUOCO

(precipitandosi). Prima io, prima io! (Bacia e abbraccia violentemente i bambini) Addio, Tyltyl e Mytyl!...Addio, miei cari piccini…Ricordatevi di me, se avrete mai bisogno di qualcuno per metter fuoco in qualche parte…

MYTYL

Ahi! Ahi! Mi scotta!...

TYLTYL

Ahi! Ahi! Mi brucia il naso!...

LA LUCE

Via, Fuoco, modera i tuoi trasporti…Non sei nel caminetto qui…

L’ACQUA

Che stupido!

IL PANE

E’ un maleducato.

L’ACQUA

(avvicinandosi ai bambini).Vi bacio senza farvi del male, teneramente, cari piccini…

IL FUOCO

Badate, che vi bagna!...

L’ACQUA

Io sono amorevole e dolce; io son buona con gli umani…

IL FUOCO

E gli annegati?...

L’ACQUA

Amate molto le Fontane, ascoltate i Ruscelli…Ci sarò sempre io…

IL FUOCO

Ha innondato tutto!...

L’ACQUA

Quando vi riposerete, la sera, sull’orlo delle Sorgenti – ve n’è più d’una qui, nella foresta, - cercate

99

di comprendere ciò che tentano di dire…Non ne posso più…Le lacrime mi soffocano e m’impediscono di parlare…

IL FUOCO

Non mi sembra!...

L’ACQUA

Ricordatevi di me quando vedrete il secchio…Mi vedrete pure nella brocca, nell’innaffiatoio, nella cisterna e nella chiavetta..

LO ZUCCHERO

(naturalmente ipocrita e dolciastro) Se rimane un posticino nel vostro ricordo, rammentatevi che a volte la mia presenza vi fu dolce…Non posso dirvi di più….Le lacrime sono contrarie al mio carattere, e mi fanno un gran male quando cadono sui piedi…

IL PANE

Ipocrita!

IL FUOCO

Zucchero d’orzo! Berlingozzi! Caramelle!

TYLTYL

Ma dove dunque si son cacciati Tyltyl e Tylò?...Che fanno?...(Nello stesso istante si sente gridare a perdifiato la Gattina)

MYTYL

(sgomenta). E’ Tylette che piange…Lei si fa del male!...

Entra correndo la Gattina, ispida, arruffata, le vesti lacere, e col fazzoletto alla guancia, come se avesse il dolor di denti. Caccia dei gemiti corrucciati ed è incalzata da presso dal Cane che gli scarica addosso colpi di testa, pugni e calci.

IL CANE

(battendo la Gattina). Ecco!...ne hai abbastanza?...ne vuoi ancora?...Ecco! ecco! Ecco!...

LA LUCE, TYLTYL E MYTYL

(precipitandosi per separarli). Tylò!...Sei pazzo!...Ma che modo!...Giù!...Vuoi finirla?...Si è vista mai una cosa simile?...Aspetta! aspetta!... (I due vengono separati energicamente).

LA LUCE

Che c’è?…Che cosa è stato?...

LA GATTINA

(piagnucolando e asciugandosi gli occhi). E’ stato lui, signora Luce…M’ha ingiuriata, m’ha messo dei chiodi nella minestra, m’ha tirato la coda, m’ha picchiata, e n on ho fatto nulla, nulla, nulla!...

IL CANE

(imitandola). Nulla, nulla! (A mezza voce schernendola9 Non importa, le hai prese, le hai prese, e forti, e ne avrai delle altre!...

MYTYL

(abbracciando la Gattina) Mia povera Tylette, dimmi dunque dove ti fa male..Piangerò anch’io.

100

LA LUCE

(severamente). La tua condotta è tanto più indegna in quanto scegli per darci questo triste spettacolo il momento, già abbastanza penoso per sé stesso, in cui stiamo per separarci da questi poveri bambini…

IL CANE

(a un tratto disingannato). Separarci da quei poveri bambini?...

LA LUCE

Sì, l’ora che sai sta per sonare…Noi rientreremo nel silenzio…Non potremo più parlare con essi…

IL CANE

(cacciando a un tratto dei veri urli di disperazione e gettandosi sui bambini, che opprime di carezze violente e tumultuose). No! No!...Non voglio!...Non voglio!...Parlerò sempre!...Tu ora mi comprenderai, non è vero, mio piccolo idolo?...Sì, sì, sì!...E ci diremo tutto, tutto!... E sarò buonissimo…Imparerò a leggere , a scrivere, e a giocare a domino!...E sarò sempre pulitissimo…E non ruberò più nulla in cucina…Vuoi che faccia qualche cosa di meraviglioso?...Vuoi che baci la Gattina?...

MYTYL

(alla Gattina). E tu, Tylette…Non hai nulla da dirci, tu?

LA GATTINA

(asciutta, enigmatica). Io vi amo tutti e due, secondo i vostri meriti…

LA LUCE

E’ il mio turno, ora piccini…Vi do l’ultimo bacio.

TYLTYL E MYTYL

(aggrappandosi alla veste della Luce). No, no, Luce!...Rimani qui, con noi!...Papà non dirà nulla…Diremo alla mamma che sei stata buona…

LA LUCE

Ahimè, non posso!...Questa porta ci è chiusa, e debbo lasciarvi…

TYLTYL

Dove andrai così sola soletta?...

LA LUCE

Non molto lontano, piccini miei, laggiù, nel paese del Silenzio delle cose…

TYLTYL

No, no; non voglio…Noi verremo con te…Lo dirò alla mamma…

LA LUCE

Non piangete, miei cari piccini…Non ho, come l’Acqua, la voce; non ho che il mio splendore che l’Uomo non intende…Ma io veglio su di lui fino alla fine dei giorni…Ricordatevi che son io che vi parlo in ogni raggio di luna che si effonde, in ogni stella che sorride, in ogni aurora che si leva, in ogni lampada che s’accende, in ogni pensiero buono e chiaro della vostra anima…(Suonano le otto dietro il muro). Ascoltate!...E’ l’ora…Addio!..S’apre la porta…Entrate, entrate!...

Essa spinge i bambini nell’apertura della porticina che si socchiude e si richiude su di essi. – Il pane s’asciuga una lacrima furtiva. Lo Zucchero, l’Acqua, tutti in lacrime, ecc., fuggono a precipizio e scompaiono a destra

101

e a sinistra, nelle quinte. Urli del Cane ll’angolo. La scena rimane vuota un istante, poi lo scenario che rappresenta il muro della porticina s’apre per il mezzo, e scopre l’ultimo quadro.

                                                  QUADRO XII

                                                           Il Risveglio

La stessa scena del primo quadro, ma tutto, i muri, l’atmosfera, vi appare incomparabilmente, fantasticamente più fresco, più ridente, più felice. La luce del giorno filtra lietamente per tutte le fessure delle impannate chiuse.

A destra, in fondo alla stanza, nei loro due lettini, Tyltyl e Mytyl sono profondamente addormentati. La Gattina, il Cane e gli Oggetti sono al posto che occupavano nel primo quadro, prima dell’arrivo della Fata. Entra Tyl, la mamma).

MAMMA

(con tono di rimprovero, ma allegro) In piedi, su, in piedi! Poltroni!...Non vi vergognate!...Son già le otto, il sole è già più alto della foresta!...Dio! come dormono, come dormono! (Si china e bacia i bambini) Sono tutti rosei…Tyltyl sa di lavanda e Mytyl di mughetto…(Baciandoli di nuovo). Come son carini i bambini!...Ma non si può farli dormire fino a mezzogiorno…Non si può allevarli pigri…E poi, m’han detto che non fa bene alla salute…(Scotendo pianamente Tyltyl).

TYLTYL

(svegliandosi) Che?...La Luce?...Dov’è? No, no non te ne andare…

LA MAMMA

La Luce?...Ma sì che è qui…e non da poco…C’è tanta luce come a mezzogiorno, e le imposte son chiuse…Aspetta un po’, ch’io apra. 8Spinge le imposte, l’abbagliante splendore del giorno invade la camera). Ecco!...Che cosa hai?... hai l’aria tutta intontita…

TYLTYL

(sfregandosi gli occhi). Mamma, mamma!...Sei tu…

LA MAMMA

Ma sì che son io1…Chi vuoi che sia?

TYLTYL

Sei tu…Ma sì, sei tu…

LA MAMMA

Ma sì, son io…Non ho cambiato di viso questa notte…Che hai dunque per guardarmi cosi intontito? Ho forse il naso sottosopra?...

TYLTYL

Oh, come sono contento di vederti1…E’ da tanto, da tanto tempo…Bisogna che ti baci subito subito…Ancora, ancora, ancora!...E poi, è proprio il letto mio!...E sto a casa!...

LA MAMMA

Ma che hai?...Non sei ancora sveglio?...Spero che non sei ammalato…su, fammi vedere la lingua..su alzati,

102

dunque , e poi vestiti…

TYKTYL

To’, sono in camicia!...

LA MAMMA

Certo…mettiti i calzoni e la giacca…Son lì, sulla sedia…

TYLTYL

E in viaggio sono andato sempre così?...

LA MAMMA

Che viaggio?...

TYLTYL

Ma sì, l’anno scorso…

LA MAMMA

L’anno scorso?...

TYLTYL

Ma sì, certo …a Natale, quando son partito…

LA MAMMA

Quando sei partito?...Ma se non ti sei mosso di qui…T’ho messo a letto ieri sera, e ti ritrovo questa mattina…Hai sognato dunque?...

TYLTYL

Ma tu non capisci..L’anno passato son partito con Mytyl, la Fata, la Luce…come è buona la Luce! Il Pane, lo Zucchero, l’Acqua, il Fuoco. Essi si battevano continuamente..T’è dispiaciuto?...T’è dispiaciuto, molto?...E papà, che ha detto’..Non potevo rifiutare…Laciai un bigliettino per spiegare…

LA MAMMA

Ma che mi vai contando?...Certo o sei malato o non sei ancora sveglio…(Gli fa una sgridatina affettuosa). Su svegliati…Su, ti senti meglio?...

Tyltyl

Ma, mamma, t’assicuro…Sei tu che dormi ancora…

LA MAMMA

Come! Dormo ancora?...Son in piedi da sei ore! Ho fatto la pulizia da per tutto ed ho acceso il fuoco…

Tyltyl

Ma domanda a Mytyl, se non è vero…Ah, ne abbiamo avuto delle avventure!...

LA MAMMA

Come Mytyl?...Che cosa dunque?...

TYLTYL

Essa era con me…Abbiamo riivisto il nonno e la nonna…

LA MAMMA

(sempre più sbalordita). Il nonno e la nonna?

103

Sì, nel “Paese del Ricordo”…Era sulla nostra strada…Sono morti, ma stanno bene…La nonna ci ha fatto una torta di susine…E poi i fratellini, Roberto, Giovanni, la sua trottola, Maddalena e Pierina, Paolina e poi Enrichetta…

MYTYL

Enrichetta cammina con le mani e con i piedi!…

TYLTYL

E Paolina ha ancora quel bottoncino sul naso…

LA MAMMA

Avete trovato la chiave dell’armadio dove papà nasconde la bottiglia dell’acquavite?...

TYLTYL

Papà nasconde una bottiglia d’acquavite?

LA MAMMA

Cammina un po’, voglio vedere se puoi camminare dritto…(Tyltyl esegue). Ma no, non è questo…Dio mio! che cosa hanno?...Sarà che debbo perderli come ho perduto gli altri! (A un tratto, spaventata, chiama): Tyl! Tyl!..Corri! i bambini sono malati!...

Entra Tyl, il padre, calmo, con una scure in mano.

TYL

Che c’è?...

TYLTYL E MYTYL

(accorrendo allegramente per baciare il babbo). To’, papà!...E’ papà!...Buongiorno, papà!...Hai lavorato molto quest’anno?

TYL

Ebbene, che c’è’…Che cosa è mai?...Non hanno l’aria di malati; hanno una bellissima cera…

LA MAMMA

(lacrimosa) Non bisogna fidarsene…Sarà come con gli altri…Anch’essi avevano una bellissima cera, fino all’ultimo; e poi il buon Dio se li prese. Non so che abbiano…Li avevo messi a letto cheti e tranquilli ieri sera; e questa mattina, al risveglio, ecco che va male…Essi non sanno più che si dicono; parlano d’un viaggio..Hanno visto la luce, il nonno, la nonna, che son morti, ma stanno bene…

TYLTYL

Ma il nonno ha ancora la gamba di legno…

MYTYL

E la nonna i reumi…

LA MAMMA

Li senti?...Corri a chiamare il medico!...

TYL

Ma no, ma no,…Non sono ancora morti…Ora vedremo…(Si picchia alla porta) Avanti.

104

Entra la Vicina, una vecchietta che rassomiglia alla Fata del primo atto, e che cammina appoggiandosi a al bastone.

LA VICINA

Buongiorno e buone feste a tutti!

TYLTYL

La Fata Beriluna!

LA VICINA

Vengo a chiedervi un po’ di fuoco per farmi un po’ di minestra…Questa mattina fa freschino…Buongiorno, bambini, come va?...

TYLTYL

Signora Fata Beriluna, non ho trovato l’uccellino Azzurro.

LA VICINA

Che dite?...

LA MAMMA

Non me ne parlate, Vicina..Essi non sanno più che si dicono…e son così da che si sono svegliati…hanno dovuto mangiare qualche cosa che non era buona…

LA VICINA

Ebbene, Tyltyl, non riconosci la tua vicina Berlingot?

TYLTYL

Come no?...Tu sei la Fata Beriluna…Sei in collera?

LA VICINA

Beri…che?

TYLTYL

Beriluna.

LA VICINA

Berlingot, vuoi dire Berlingot..

TYLTYL

Beriluna, Berlingot, come ti pare…Ma Mytyl che sa bene…

LA MAMMA

E il peggio è questo,  anche Mytyl…

TYL

Bene, bene!...passerà…con un po’ di scapaccioni…

LA VICINA

Lascia fare, non mette conto…So di che si tratta; un po’ di fantasticheria, e nient’altro…Avranno dormito in un raggio di luna…La mia nipotina, che è molto malata, spesso fa così anche lei…

LA MAMMA

105

A proposito, come sta la tua nipotina?

LA VICINA

Così, così…Non può alzarsi…il dottore dice che sono i nervi…A ogni modo so bene ciò che guarirebbe..Me lo chiedeva anche stamattina per regalo di Natale: è un’idea sua…

LA MAMMA

Sì, lo so, sempre l’uccellino di Tyltyl…ebbene, Tyltyl, non glielo darai finalmente. A quella povera piccina?...

TYLTYL

Che, mamma?...

LA MAMMA

L’uccellino…Per quello che ti serve…Tu non lo guardi neanche più…Essa ne muore di voglia da tanto tempo.

TYLTYL

To’ , è vero, il mio uccellino…Dov’è’…Ah! ma ecco lì la gabbia!...Mytyl, vedi la gabbia?...E’ quella portata dal Pane…Sì, sì, è proprio quella; ma non contiene più che un uccellino solo!..Ch’esso si sia mangiato l’altro?..To’, to’! Ma è azzurro!...Ma è la mia Tortorella…Ma è molto più azzurra di quando son partito!...Ma è questo l’Uccellino Azzurro che andavamo cercando!...Siamo andati così lontano ed era qui!...Ah, ma è straordinario!..Mytyl, lo vedi l’uccello?...Che direbbe la Luce?...Voglio spiccare la gabbia…(Sale su una sedia e spicca la gabbia che porta alla Vicina). Ecco, Vicina…non è ancora perfettamente azzurro; ma diventerà, vedrai…portalo presto alla tua nipotina…

LA VICINA

Proprio?...Davvero?...Me lo dai, così, immediatamente e per nulla?...Dio, come sarà felice! (Baciando Tyltyl). Bisogna che ti baci!...Corro!...Corro!...

TYLTYL

Sì, sì; va presto…Alcuni cambiano di colore…

LA VICINA

Ti riferirò ciò che avrà detto…(Esce)

TYLTYL

(dopo aver guardato a lungo d’attorno). Papà, mamma, che avete fatto alla casa?...E’ la stessa, ma è più bella…

TYL

Come, è più bella?...

TYLTYL

Ma sì,  tutto è ridipinto, tutto è rimesso a nuovo, tutto riluce, tutto è pulito…Non era così, l’anno scorso…

TYL

L’anno scorso?...

TYLTYL

(andando alla finestra). E la foresta che si vede di qui…E’ grande e bella…La si direbbe nuova!...Che felicità star qui! (Andando ad aprire la madia). Dov’è il Pane! To’, sono tranquillissimo…E poi, ecco Tylò!...Buongiorno, Tylò, Tylò!...Ah!, ti sei battuto!...Ti ricordi nella foresta?...

106

MYTYL

E Tylette?...Essa mi riconosce, ma non parla più…

TYLTYL

Signor Pane…(Palpandosi la fronte). To’, non ho più il Diamante! Chi è che m’ha preso il cappello verde?...Tanto peggio! Non ne ho più bisogno!...Scoppietta ridendo per far arrabbiare l’Acqua. (Correndo alla fontana). E l’Acqua?...Buongiorno, Acqua!...Che dice?...Parla ancora, ma non la comprendo più bene…

MYTYL

Non vedo lo Zucchero…

TYLTYL

Dio come son felice, felice, felice!...

MYTYL

Anch’io, anch’io.

LA MAMMA

Ma che hanno dunque per saltare a quel modo?

TYL

Lasciali fare, non te ne importare…Giuochiamo ad essere felici…

TYLTYL

Io specialmente volevo bene alla Luce!...Dov’è la sua lampada?...Si può accenderla?...(Guardandosi attorno). Dio! Com’è bello tutto questo, e come sono contento!…

Si picchia alla porta.

TYL

Avanti!

Entra la Vicina, tenendo per mano una bambina d’una bellezza bionda e meravigliosa che stringe fra le braccia la Tortorella di Tyltyl.

LA VICINA

Lo vedete il miracolo!

LA MAMMA

Possibile!...Cammina?...

LA VICINA

Se cammina?...Corre invece, balla, vola!...Quando ha visto l’uccello, ha spiccato un salto, così, verso la finestra, per vedere alla luce se era veramente la Tortorella di Tyltyil!...nella via, come un angelo…Ho potuto seguirla a stento…

TYLTYL

(avvicinandosi, meravigliato). Oh! Come rassomiglia alla Luce!...

MYTYL

E’ molto più piccola…

107

TYLTYL

Certo!...Ma crescerà

LA VICINA

Che dicono?...Non stanno ancora bene?

LA MAMMA

Stanno meglio, passerà…Quando avranno fatto colazione, tutto sarà finito.

LA VICINA

(spingendo la bambina fra le braccia di Tyltyl) Su, piccina, ringrazia Tyltyl…

Tyltyl, fatto a un tratto timido, dà un passo indietro.

LA MAMMA

Ebbene,  Tyltyl, che hai?...Hai paura d’una bambina?...Su, baciala…Su, un bacione…Più forte…Tu che sei sempre così sfacciato!...Un altro…Ma che ti piglia dunque?...Si direbbe che tu voglia piangere…

Tyltyl, dopo aver goffamente baciato la bambina, rimane un momento in piedi innanzi a lei, e i due bambini si guardano senza dir nulla, poi, Tyltyl, carezzando la testa dell’uccello.

TYLTYL

Non è forse abbastanza azzurro?...

LA BAMBINA

Ma sì, son contenta…

TYLTYL

Ne ho visti dei più azzurri…Ma quelli proprio azzurri azzurri, sai, si ha un bel fare, non si acchiappano.

LA BAMBINA

Non importa, è molto bello…

TYLTYL

Ha già mangiato?...

LA BAMBINA

Non ancora…Che cosa mangia?...

TYLTYL

Tutto, grano, pane, granturco, cicale…

LA BAMBINA

E come fa a mangiare, dimmi….

TYLTYL

Col becco. Dà, che ti faccio vedere…

Fa per prendere l’uccello dalle mani della bambina, questa resiste istintivamente e, approfittando dell’esitazione del loro gesto, l’uccello si libera e vola via.

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LA BAMBINA

(cacciando un grido di disperazione). Nonna!...Se n’è volato!...(Scoppia in singhiozzi).

TYLTYL

Non è nulla…Non piangere…Lo riprenderò. (Facendosi innanzi al proscenio e rivolgendosi al pubblico):Se qualcuno lo ritrova, sia così buono da rendercelo…Ne abbiamo bisogno per essere felici più tardi.

SIPARIO