Luce a gas

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LUCE A GAS

LUCE A GAS

Giallo in tre atti di

PATRICK HAMILTON

PERSONAGGI

BELLA MANNINGHAM, sui 34 anni.

JACK MANNINGHAM, marito di Bella.

ROUGH, ex ispettore di polizia.

NANCY, cameriera, 19 anni.

ELIZABETH, governante, 50 anni.

DUE POLIZIOTTI.


ATTO PRIMO

La scena si svolge in un soggiorno al primo piano di una casa a quattro piani, in un quartiere grigio e obsoleto di Londra, alla fine del XIX secolo. La stanza è arredata con la tipica profusione di tessuti pesanti e oggetti di scarso gusto tipici dell’epoca; eppure, in tutta questa abbondanza di oggetti, si respira un’aria di povertà, di squallore e di vecchiume.

A destra, un camino; al di là, una porta che porta ad uno stretto passaggio e alle scale; un divano a destra, davanti al camino. Al centro, un tavolo; sempre al centro, sul fondo, una finestra, ed una scrivania davanti a questa; a sinistra una credenza; un altro “bureau” attaccato al muro a sinistra, verso il proscenio; su di esso, una lampada; a sinistra, in fondo, una porta, che conduce ad uno spogliatoio.

Il sipario si apre sulla raggelante oscurità del tardo pomeriggio: “l’ora zero”, per così dire, prima della debole luce crepuscolare che porta il lume a gas all’ora del tè. Davanti al fuoco, JACK dorme profondamente, disteso su una poltrona. È alto, di bell’aspetto, circa 45 anni; ha folti baffi e basette. Ha un portamento elegante, veste in modo forse un po’ troppo ricercato. I suoi modi sono cortesi in superficie, ed incutono rispetto: c’è in lui un tocco di mistero e di amarezza. BELLA sta cucendo, seduta sul divano. Ha circa 34 anni, è stata una donna di bell’aspetto, quasi una bellezza rara: ora, però, ha un’aria smarrita, impaurita, ha occhi cerchiati che indicano nottate in bianco, e anche qualcosa di peggio.

Pausa. Dalla strada sottostante, in lontananza, si ode il campanello, che suona ad intervalli, di un venditore di dolci; BELLA ascolta questo suono per qualche istante, con aria furtiva ed incerta, come se anche questo suono la spaventasse. Poi si affretta alla finestra e guarda la strada sottostante. Quindi si reca al cordone del campanello presso la porta e lo tira. Torna al suo cucito e lo raccoglie in una scatola, dalla quale estrae un borsellino. Si sente bussare alla porta ed entra ELIZABETH, cuoca e governante.

È una donna robusta, affabile, devota, sui 50 anni; BELLA le fa segno che il marito è addormentato, le si avvicina, le mormora qualche parola presso la porta e le dà del denaro che estrae dal borsellino. ELIZABETH esce.

1.JACK               (Apre gli occhi senza cambiare minimamente posizione) Cosa fai, Bella?

2.BELLA            Niente, caro… (Torna alla finestra e guarda fuori) Non ti svegliare… (Pausa. Va alla scatola del cucito per rimettere il borsellino, la mette via, poi torna alla finestra)

3.JACK               (Richiudendo gli occhi) Ma cosa stai facendo, Bella? Vieni qua…

4.BELLA            (Va verso di lui, dopo una breve esitazione) È solo per il tè, caro; dolci per il tè. (Gli prende la mano)

5.JACK               Dolci, eh?

6.BELLA            Sì, caro… il venditore viene così di rado… pensavo di farti una sorpresa.

7.JACK               Perché ti preoccupi così, Bella? Non voleva affatto essere un rimprovero.

8.BELLA            (Liberando nervosamente la mano) No, caro. Lo so. (Torna alla finestra)

9.JACK               Questo fuoco è solamente cenere ormai; Bella, cara, potresti per favore suonare il campanello?

10.BELLA            Sì… (Va al campanello, si ferma) Bisogna solo aggiungere carbone, caro? Posso farlo io.

11.JACK               (Infastidito) Oh, Bella, ne abbiamo già parlato. Sii così gentile da suonare il campanello.

12.BELLA            Ma caro, Elizabeth è fuori in strada. Lascia che lo faccia io, lo so fare benissimo. (Va verso il camino)

13.JACK               (La ferma tendendo una mano) No, no, no, no, no… Dov’è la ragazza? Fai venire lei se Elizabeth è fuori.

14.BELLA            Ma caro…

15.JACK               Per favore, Bella. Vai a suonare il campanello, sii gentile. (BELLA si arrende e torna a suonare il campanello) Secondo te, Bella, a cosa servono i domestici? (BELLA non risponde. Pausa) Su, dammi una risposta. A che cosa servono i domestici?

16.BELLA            (Con il viso segnato dalla vergogna e con voce molto flebile, gli risponde in tono semplice e sommesso) Suppongo per servirci, Jack…

17.JACK               Esattamente. E perché?

18.BELLA            Beh… io  credo che dovremmo avere per loro un po’ di considerazione, tutto qui.

19.JACK               Un po’ di considerazione? Questo dimostra ancora la grande confusione della tua mente. Tu parli come se lavorassero gratuitamente, mentre io pago Elizabeth la bellezza di sedici sterline all’anno. E la ragazza, dieci. In tutto, ventisei sterline all’anno. E se questa non è “considerazione”, e della migliore specie, vorrei proprio sapere che cos’è.

20.BELLA            Sì, Jack. Suppongo che tu abbia ragione.

21.JACK               Senza alcun dubbio, mia cara. Soltanto persone dalla mente veramente debole possono pensarla diversamente. (Pausa) Com’è il tempo? Sempre brutto?

22.BELLA            Sì. Oggi sembra più scuro che mai. Esci con questo tempo, Jack caro?

23.JACK               Oh – direi di sì. A meno che non peggiori ancora dopo il tè. (Si sente bussare alla porta. BELLA esita. Bussano ancora) Avanti. (Entra NANCY, la cameriera. È una bella ragazza, goffa e sfacciata, sui 19 anni)

24.NANCY          (In piedi, osserva i due, poiché BELLA esita a dirle perché ha suonato il campanello) Chiedo scusa. Mi era sembrato di avere sembrato il campanello.

25.JACK               Sì, Nancy, abbiamo suonato il campanello… (Pausa) Su, cara, dille perché abbiamo suonato.

26.BELLA            Ah, sì… Per favore, Nancy, vorremmo un po’ di carbone sul fuoco. (NANCY le lancia uno sguardo impudente, poi, con un sorrisetto ed un cenno della testa, va a mettere carbone sul fuoco)

27.JACK               (Dopo una pausa) E potrebbe anche accendere la luce a gas, Nancy. Il pomeriggio ormai sta diventando troppo scuro.

28.NANCY          Sì, signore. (Di nuovo, con un sorrisetto appena accennato, prende i fiammiferi e va ad accendere le due reticelle metalliche sui due lati del camino. JACK si alza, si stira e, in piedi, si riscalda le gambe davanti al fuoco. Osserva NANCY mentre accende la seconda reticella metallica)

29.JACK               Oggi lei è molto carina e sfrontata, Nancy, lo sa?

30.NANCY          No, signore. Non lo so davvero.

31.JACK               Che c’è? Un altro cuore infranto aggiunto alla sua lista?

32.NANCY          Non sapevo di infrangere cuori, signore.

33.JACK               Non sono sicuro che questo sia vero. E poi, questa carnagione che ha… Non è vera nemmeno questa. Sarei curioso di conoscere quali misteriose lozioni impiega lei per mettere in risalto le sue bellezze naturali.

34.NANCY          Io sono abbastanza naturale, signore. Glielo garantisco. (Attraversa la stanza per abbassare l’avvolgibile, chiude le tende e accende la luce a sinistra)

35.JACK               Ma lo è in maniera molto abile, glielo concedo. Quali sono i suoi segreti? Non ci dirà chi è il suo farmacista? Potrebbe forse dirlo alla signora Manningham e aiutarla così a liberarsi di questo suo pallore. Gliene sarebbe sicuramente molto riconoscente.

36.NANCY          Con piacere, signore, ben volentieri.

37.JACK               O forse le donne sono troppo gelose delle proprie scoperte per rivelarle ad una rivale?

38.NANCY          Non saprei, signore… Desidera altro, signore?

39.JACK               Nient’altro, Nancy. Solo il mio tè.

40.NANCY          Arriva subito, signore. (NANCY esce a destra)

41.BELLA            (Dopo una pausa, con un tono piuttosto di rimprovero che di ira) Oh, Jack, come puoi trattarmi così?

42.JACK               Ma mia cara, sei tu la padrona di casa. Toccava a te dirle di metterle il carbone.

43.BELLA            Non si tratta di questo! È così umiliante per me. Come se io dovessi fare qualcosa per il mio viso e chiedere consiglio a lei in quel senso.

44.JACK               Ma mi pareva che tu considerassi i domestici come persone naturalmente uguali a noi. Ed io in questo modo l’ho trattata. (Prende un giornale e si siede sul divano) E poi, stavo solo scherzando.

45.BELLA            È incredibile che tu non riesca a capire quanto mi ferisci. C’è già quella ragazza che mi prende abbastanza in giro.

46.JACK               Ti prende in giro? Che idea. Cosa ti fa pensare che ti prenda in giro?

47.BELLA            Oh, so che lo fa di nascosto. Anzi, oramai lo fa anche apertamente, ogni giorno è peggio.

48.JACK               Ma, mia cara – se fa così, non sarà colpa tua?

49.BELLA            (Pausa) Vuoi dire che io sono una persona da prendere in giro?

50.JACK               Non voglio dire niente. Sei tu che vedi un doppio senso dietro ogni cosa, Bella. Come vorrei che tu non fossi così sciocchina. Vieni qui e finiscila. Ho appena pensato a una cosa piuttosto piacevole.

51.BELLA            Una cosa piacevole? Che cosa hai pensato, Jack?

52.JACK               Te lo dirò solo se vieni qui.

53.BELLA            (Avvicinandosi e sedendosi su un seggiolino dietro di lui) Che c’è, Jack? A cosa hai pensato?

54.JACK               Leggo qui che il signor MacNaughton – il famoso attore – è a Londra per un’altra stagione.

55.BELLA            Sì, l’ho letto. E allora?

56.JACK               Allora? A cosa credi che abbia pensato?

57.BELLA            Oh, Jack caro, lo dici sul serio? Mi porteresti a vedere MacNaughton? È questo che vorresti fare?

58.JACK               Non solo ti porterei a vedere MacNaughton, cara: ti porterò a vederlo. Sempre… se tu ci vuoi andare.

59.BELLA            Oh, Jack! Che bello, che bello!

60.JACK               Quando vorresti andare? Hai soltanto tre settimane, secondo quest’annuncio.

61.BELLA            Oh, è fantastico! Fammi vedere. Su, fammi vedere!

62.JACK               Ecco. Vedi? Puoi vederlo in una commedia o in una tragedia – secondo i tuoi gusti. Cosa preferisci, Bella, la commedia o la tragedia?

63.BELLA            Oh, è difficile! Saranno tutt’e due ugualmente formidabili. Quale sceglieresti tu, se fossi in me?

64.JACK               Beh, dipende se vuoi ridere o se vuoi piangere, no?

65.BELLA            Oh – voglio ridere. Ma vorrei anche piangere, allora. Veramente, mi piacerebbe fare tutt’e due. Oh, Jack, cosa ti ha fatto decidere di portarmici?

66.JACK               È che ultimamente sei stata molto brava, mia cara, e pensavo che sarebbe bene portarti un po’ fuori di qui.

67.BELLA            Oh, Jack caro. Tu sei stato tanto più buono in questi ultimi tempi. Forse cominci a vedere il mio punto di vista?

68.JACK               Non credo di avere mai mancato in questo; tu lo credi, Bella?

69.BELLA            Oh, Jack caro. Tutto quello che mi occorre è di uscire un po’ da qui – un po’ di cambiamento – avere un po’ di attenzione da parte tua. Oh, Jack, sarò più buona – ci posso provare veramente, ad essere migliore, lo sai – se potessi soltanto uscire un po’ di più.

70.JACK               Cosa vuoi dire esattamente con “più buona”, mia cara?

71.BELLA            Lo sai… lo sai come, caro. A proposito di – tutto quello che è successo recentemente. Si era detto che non ne volevamo più parlare.

72.JACK               Oh, no – evitiamo soprattutto di parlare di questo.

73.BELLA            No, caro, non voglio parlarne – ma è importante quello che dico. Io sono stata certamente meglio – anche in quest’ultima settimana, non l’hai notato? E perché? Perché sei rimasto a casa, e sei stato gentile con me. L’altra notte, quando sei rientrato a casa e abbiamo giocato a carte, è stato come ai primi tempi, e sono andata a letto sentendomi un essere umano normale, felice e in piena forma. Poi, il giorno dopo, Jack, quando mi hai letto il tuo libro, e ci siamo seduti vicino al fuoco… ho sentito ritornare tutto il mio amore per te, Jack. E quella notte ho dormito come una bambina. Tutti questi orrendi timori, queste terribili paure… sembrava tutto svanito. Ed era dovuto semplicemente al tempo che mi avevi dedicato, distogliendomi dal rimuginare su me stessa giorno e notte dentro queste mura.

74. JACK              Io non so se sia proprio questo – o se sia semplicemente dovuto alla tua medicina che comincia a farti effetto.

75.BELLA            No, Jack caro, non è la mia medicina. L’ho presa scrupolosamente, lo sai, eppure la detesto tanto! È più di una medicina che mi serve. La mia medicina è una mente sana e serena, un interesse per qualche cosa. Capisci cosa voglio dire?

76.JACK               Argomenti un po’ deprimenti, non ti pare?

77.BELLA            Sì. Io non voglio stare depressa, caro – è proprio l’ultima cosa che voglio. Voglio soltanto che tu capisca. Dimmi che capisci.

78.JACK               Bene, cara. Ti sembra che non ti capisca? Non ti ho appena proposto di portarti a teatro?

79.BELLA            Sì, caro… Sì, è vero. Oh, e mi hai resa così felice – tanto felice, caro.

80.JACK               Bene. In questo caso, cosa scegli – la commedia o la tragedia? Devi deciderti.

81.BELLA            (Con solenne esultanza) Oh, Jack, cosa scelgo? Cosa posso scegliere? (Mostrando con gesti di gioia il suo piacere) Importa così poco! È meraviglioso vedere quanto poco importa! Vado a teatro! Capisci, amore mio? Vado a teatro! (Bacia il MARITO. Si sente bussare alla porta) Avanti. (Entra NANCY portando un vassoio. Pausa, mentre lo porta al camino) No, Nancy, penso che oggi prenderemo il tè a tavola.

82.NANCY          (Sempre impudente) Oh – come vuole, signora. (Pausa, mentre NANCY posa il vassoio al centro del tavolo, dispone le tazze e sistema i libri e gli altri oggetti sul lato del tavolo)

83.BELLA            (Dal caminetto) Nancy, mi dica – se lei fosse invitata a teatro e dovesse scegliere tra una commedia e una tragedia, cosa sceglierebbe?

84.NANCY          Io, signora? Oh – io sceglierei senza dubbio la commedia.

85.BELLA            Sì? Davvero? Perché la commedia, Nancy?

86.NANCY          Suppongo perché mi piace ridere, signora.

87.BELLA            Davvero? Beh, credo che abbia ragione. Lo terrò presente. Il signor Manningham mi porta a teatro. La settimana prossima, sa.

88.NANCY          Ah, sì? Spero che si diverta. Porto subito i dolci. (NANCY esce. Mentre NANCY esce, BELLA le mostra la lingua e JACK vede)

89.JACK               Cara – che cosa stai facendo?

90.BELLA            Quella piccola vipera! Tò, prendi, incarta e porta a casa!

91.JACK               Ma cosa ha fatto?

92.BELLA            Ah – tu non la conosci. Cerca di tormentarmi e di umiliarmi tutto il giorno. Tu queste cose non le vedi. Un uomo non le può vedere. Mi considera una miserabile, quella. E adesso, si mangerà il fegato perché tu mi porti a teatro.

93.JACK               Secondo me tu te le immagini queste cose, mia cara.

94.BELLA            Oh, no, per niente. Le abbiamo dato troppa confidenza. (Spostando le sedie con gioia ed emozione) Avvicinati, caro. Tu siedi da questa parte, e io dall’altra – come due bambini all’asilo.

95.JACK               (Si alza e resta in piedi con la schiena rivolta al fuoco) Sembri meravigliosamente soddisfatta di te stessa, Bella. Devo portarti a teatro più spesso, se il risultato è questo.

96.BELLA            Oh, Jack. Mi piacerebbe tanto.

97.JACK               Veramente non vedo perché non dovremmo uscire più spesso. Quand’ero ragazzo, non c’era niente che mi piacesse di più. In realtà, tu non ci crederai, ma una volta io stesso speravo di diventare un attore.

98.BELLA            Ci credo eccome, caro. Vieni a prendere il tè, adesso.

99.JACK               Che grande sensazione deve essere, Bella. Entrare in un altro personaggio perdendo la propria identità. Mi compiaccio del fatto che sarei potuto diventare un attore.

100.BELLA            Ma certo, caro. Eri tagliato per quella professione. Chiunque se ne accorgerebbe.

101.JACK               (Attraversa lentamente la stanza a sinistra) Lo pensi davvero? Ho sempre provato un leggero rimpianto. Naturalmente, sarebbe stato necessario studiare e faticare parecchio, ma credo proprio che me la sarei cavata – e forse avrei anche raggiunto il massimo delle possibilità.

“Essere o non essere. Questo è il dilemma.

Se sia più nobile sopportare nell’animo

I dardi e gli strali di una sorte oltraggiosa

O prendere armi contro un mare di sventure

E vincerle, ad esse opponendo resistenza”

(Durante questa declamazione entra NANCY con i dolci e poi esce)

102.BELLA            Che bella voce hai, Jack. Hai sbagliato a non darti al teatro.

103.JACK               (Siede a destra del tavolo) Ci ho pensato anch’io.

104.BELLA            E se tu fossi stato un grande attore, avrei avuto un posto gratis per venire a vederti ogni sera della mia vita. E dopo, sarei passata a prenderti alla porta del palcoscenico. Sarebbe stata una vita di sogno, no?

105.JACK               Un sogno del quale ti saresti stancata presto, mia cara. Dopo qualche serata, avresti sicuramente deciso di restartene a casa, proprio come adesso.

106.BELLA            No, no di certo. Avrei dovuto tenerti d’occhio, con tutte quelle sfacciate che ti sarebbero corse dietro.

107.JACK               Tu credi? È un complimento, questo.

108.BELLA            Sì – lo so, birbante. Ma non ti avrei lasciato scappare. (Sollevando il coperchio del piattino con i dolci) Sembrano deliziosi. Ho fatto bene a pensarci, no? Oh, Jack caro, devi perdonarmi se continuo a chiacchierare così, ma mi sento così felice!

109.JACK               Sì, mia cara, lo vedo.

110.BELLA            Capisci, sono stata invitata a teatro. Ecco i tuoi dolci. Da ragazza mi piacevano tantissimo, a te no? Chissà da quant’è che non ne mangiamo… Comunque, non da quando siamo sposati. O invece sì…?

111.JACK               (Si alza di scatto e guarda alla parete di fronte a sé; parla con tono calmo ma in qualche modo minaccioso) Non saprei con certezza… Non lo so… Bella.

112.BELLA            (Dopo una pausa, abbassando la voce fino ad un sussurro) Che c’è ? che c’è che non va adesso?

113.JACK               (Cammina verso il caminetto, parlando e voltandole le spalle) Non ho nessun desiderio di turbarti, Bella, ma ho appena notato una cosa che proprio non va. Ti prego di rimediare subito mentre io non guardo, e faremo finta di niente.

114.BELLA            Una cosa che non va? Cosa? Per l’amor di Dio, non mi dare le spalle. Cos’è successo?

115.JACK               Sai benissimo cos’è successo, Bella, e se tu lo sistemi subito non dirò più una parola a questo proposito.

116.BELLA            Io non lo so. Dimmelo.

117.JACK               Mi prendi in giro, Bella? La cosa alla quale mi riferisco è sulla parete dietro di te. Se lo rimetti a posto, mi scorderò di questa faccenda.

118.BELLA            La parete dietro di me? Come? (Si gira) Oh… sì… Il quadro… È stato tirato giù… Sì… Il quadro… Chi l’ha tirato giù? Perché è stato portato via?

119.JACK               Già. Perché è stato portato via? Come mai? Sei l’unica a poter rispondere, Bella. Perché è stato tolto? Potresti, per favore, riprenderlo da dove l’hai nascosto e sistemarlo nuovamente sulla parete?

120.BELLA            Ma io non l’ho nascosto, Jack. Non sono stata io. Oh, per l’amor di Dio, guardami. Non sono stata io. Non so dove sia. Deve essere stato qualcun altro.

121.JACK               Qualcun altro? Pensi che sia io a giocarti uno scherzo così malvagio e assurdo?

122.BELLA            No, caro, no! Ma qualcun altro l’ha fatto. (Andando verso di lui) Giuro davanti a Dio che non sono stata io!

123. JACK              Non sei stata tu, eh? (Staccandosi da lei con forza) Lasciami! Mi disgusti – creatura senza cervello. (Dirigendosi verso il campanello) Vediamo un po’ chi è stato, allora.

124.BELLA            Oh, Jack – non suonare il campanello. Non farlo. Non chiamare i domestici a vedere la mia vergogna. Non è la mia vergogna perché non sono stata io – ma non chiamare i domestici! Non farli venire qui. (JACK ha suonato il campanello. BELLA va verso di lui) Parliamone tra di noi! Non fare venire quella ragazza. Ti prego!

125.JACK               (Sbarazzandosi di lei con violenza) Lasciami e siediti là! (Va verso il caminetto) Non sei stata tu, eh? Bene – stiamo a vedere. (BELLA singhiozza nella poltrona) Faresti meglio a ricomporti, non ti pare? (Bussano alla porta) Avanti. (Entra ELIZABETH) Ah, Elizabeth. Si accomodi, prego… Chiuda la porta… Venga pure, prego… (Pausa, mentre ELIZABETH obbedisce) Ora, Elizabeth, non nota qualcosa che non va in questa stanza? Guardi con attenzione le pareti, e veda se nota qualcosa di sbagliato… Allora, Elizabeth, cosa nota?

126.ELIZABETH Niente, signore, a parte che è stato tolto il quadro.

127.JACK               Esattamente. È stato tolto il quadro. L’ha notato subito. Ora, questo quadro era al suo posto quando ha spolverato questa mattina?

128.ELIZABETH Sì, signore. C’era. Io non capisco, signore.

129.JACK               Nemmeno io, Elizabeth. E adesso, solo una domanda, prima che lei vada. È stata lei, Elizabeth, a spostare quel quadro?

130.ELIZABETH No, signore. No di certo.

131.JACK               Non è stata lei. E non le è mai capitato di spostare quel quadro dal suo posto?

132.ELIZABETH No, signore. Mai. Perché dovrei farlo, signore?

133.JACK               In effetti, perché?… Adesso, potrebbe, per favore, baciare la Bibbia che si trova sulla scrivania di là, a garanzia della sua sincerità?… (Pausa. ELIZABETH esita, poi esegue) Benissimo. Può andare. E la prego di mandare qui Nancy, subito.

134.ELIZABETH Sì, signore. (ELIZABETH esce, guardando i due coniugi)

135.BELLA            (Andando da JACK) Jack – risparmiami questa ragazza. Non farla venire. Sono disposta a dire qualunque cosa. Dirò che sono stata io. Sono stata io, Jack, sono stata io. Non far venire quella ragazza. Non farlo!

136.JACK               Vorresti avere la bontà di controllarti? (BELLA siede di nuovo. Bussano alla porta) Avanti. (Entra NANCY)

137.NANCY          Sì, signore? Ha chiesto di me?

138.JACK               Sì, ho bisogno di lei, Nancy… Se vuole guardare alla parete di sinistra, vedrà che è sparito il quadro.

139.NANCY          (Andando a sinistra) Però. Cavolo, è sparito davvero! Che fatto strano!

140.JACK               Non ho chiesto nessun commento da parte sua, Nancy. Sia meno insolente e risponda alle mie domande. L’ha tolto lei quel quadro, sì o no?

141.NANCY          Io? Certo che no. Per quale ragione avrei dovuto toglierlo di lì, signore?

142.JACK               Molto bene. Può baciare la Bibbia che sta qua, per favore, in segno di giuramento solenne che non è stata lei? – Poi potrà andare.

143.NANCY          Ben volentieri, signore. (Bacia la Bibbia, di nuovo con un sorrisetto) Se fossi stata io, avrei…

144.JACK               Basta così, Nancy. Può andare. (NANCY esce. JACK prende la Bibbia per rimetterla sulla scrivania sul fondo) Ecco! Credo si possa adesso affermare di avere dimostrato in maniera conclusiva…

145.BELLA            (Si alza) Dammi quella Bibbia! Dammela! Lascia che la baci anche io! (Gliela strappa di mano) Ecco! (La bacia) Ecco! Vedi? (La bacia) Ecco! Lo vedi che la bacio?

146.JACK               Per l’amor di Dio, stai attenta a quello che fai. Vuoi commettere un sacrilegio, oltre a tutto il resto?

147.BELLA            Non è un sacrilegio, Jack. Qualcun altro ha commesso questo sacrilegio. Adesso guarda – giuro davanti a Dio onnipotente che non ho mai toccato quel quadro. (Bacia la Bibbia) Ecco!

148.JACK               Allora, per Dio, tu sei pazza, e non sai quello che fai. Povera disgraziata che sei – vaneggi, sei matta da legare – come quella sciagurata di tua madre!

149.BELLA            Jack – avevi promesso di non dire mai più queste cose!

150.JACK               (Attraversa la stanza. Pausa) È giunto il momento di guardare in faccia la realtà, Bella. Se queste cose si ripeteranno, non resterai molto tempo sotto la mia protezione.

151.BELLA            Jack – io farò un ultimo tentativo. Non vedi che sono disperata? Se non te ne accorgi, devi avere un cuore di pietra.

152.JACK               Cosa stai cercando di dirmi?

153.BELLA            Jack, forse io sto diventando pazza, come la mia povera mamma – ma se sono pazza, tu, Jack, devi trattarmi con gentilezza. Jack – te lo giuro davanti a Dio – io non ti mento mai di proposito. Se ho tolto quel quadro, l’ho fatto inconsciamente, senza volerlo. E se l’ho fatto anche in quelle altre occasioni, anche allora l’ho fatto inavvertitamente… Jack, se ti rubo delle cose – gli anelli, le chiavi, le matite, i fazzoletti, e poi tu le trovi in fondo alla mia scatola, come ti è già capitato, allora non mi ero accorta di averle prese… Jack, se ho commesso questi strani ed insensati misfatti, perché dovrei togliere un quadro dal suo posto? Se faccio tutte queste cose, allora certamente io sto dando i numeri, e per poter migliorare devo essere trattata con affetto e comprensione. Devi avere pazienza, Jack, pazienza – niente violenze e litigi. Dio sa che ci sto provando, Jack! Ci sto provando! Sforzati di essere gentile con me!

154.JACK               Bella, mia cara – hai idea di dove sia questo quadro adesso?

155.BELLA            Ma sì. Suppongo che sia dentro la credenza.

156.JACK               Potresti andare a guardare, per favore?

157.BELLA            (Vagamente) Sì… Sì… (BELLA si sposta a sinistra, guarda dietro la credenza e trova il quadro) Sì. È qui.

158.JACK               Allora tu sapevi dov’era, Bella.

159.BELLA            No! No! Io ho solamente immaginato che fosse qua! L’ho immaginato perché era qui che si trovava prima! L’avevamo trovato qui altre due volte prima. Non capisci? Io non lo sapevo… davvero! (Va verso di lui con il quadro in mano)

160.JACK               Non ha senso che tu cammini per la stanza con quel quadro in mano. Vai a rimetterlo al suo posto.

161.BELLA            (Appende il quadro alla parete – va al lato sinistro del tavolo) Oh, guarda il tuo tè… Stavamo prendendo il nostro tè con i dolci…

162.JACK               Ora, Bella, ho detto un istante fa che dobbiamo guardare in faccia la realtà. E questo dobbiamo fare. Non dirò niente per il momento perché sono troppo agitato. Anzi, esco subito e ti suggerisco di andare nella tua stanza e distenderti un po’ al buio.

163.BELLA            (Attraversa la stanza passando davanti al tavolo) No, no – nella mia stanza no. Per l’amor di Dio, non mi mandare nella mia stanza!

164.JACK               Non ti sto mandando nella tua stanza, Bella. Sai benissimo che puoi fare quello che ti pare. Tutto quello che ti pare…

165.BELLA            Mi sento debole, Jack…

166.JACK               Molto bene… (Accompagnandola al divano) Ora, stai tranquilla e vieni a sederti. Dove sono i tuoi sali?(Va alla credenza) Eccoli qua… (Pausa) Adesso, mia cara, ti lascio in pace…

167.BELLA            (Con gli occhi chiusi, reclinando il capo) Devi andare? Devi proprio andare? Devi sempre lasciarmi sola dopo queste scene tremende?

168.JACK               Per favore, niente commenti, ora. Dovevo uscire comunque dopo il tè, e me ne vado solo un po’ prima, tutto qui. (Indossa il cappello e il cappotto che stanno sulla sedia in fondo a sinistra. Pausa) Su, hai bisogno di qualcosa?

169.BELLA            No, Jack caro, niente. Vai pure.

170.JACK               Molto bene… (Va verso la porta e si ferma) Oh, a proposito, passerò dal droghiere, e già che ci sono, potrei pagare la sua fattura e saldare il conto. Dov’è la fattura? Te l’ho data, non è vero?

171.BELLA            Certo, caro. È sulla scrivania. (Fa per alzarsi) Te la…

172.JACK               No, cara – non muoverti – stai ferma. La trovo da me. (Va alla scrivania e comincia a frugare) Sarò lieto di togliermi questo peso. Dov’è, cara? È in uno di questi cassetti?

173.BELLA            No – è là sopra. L’ho messa lì io oggi pomeriggio.

174.JACK               Bene. La troveremo… La troveremo… Sei sicura che sia lì, cara? Qui non c’è nulla a parte la carta da lettere.

175.BELLA            (Fa per alzarsi e parla con tono sospettoso) Jack, sono sicura che sia lì. Potresti guardare attentamente?

176.JACK               (Con pacatezza) Va bene, cara. Non ti preoccupare. Stai comoda. Non ha importanza. La troveremo… No, qui non c’è… Deve essere in uno dei cassetti…

177.BELLA            Non può essere in uno dei cassetti! L’ho messa lì sopra! (Corre alla scrivania) Non mi dirai che è sparita, no?

178.JACK               (Parlando contemporaneamente) Cara, calmati. Calmati.

179.BELLA            (Frugando nervosamente) È qui che l’ho lasciata io stessa! Dov’è? (Aprendo e sbattendo i cassetti) Dov’è? Adesso, mi dirai che l’ho nascosta!

180.JACK               (Spostandosi a sinistra) Dio mio! Che altri scherzi mi combini?

181.BELLA            (Di rimando, stizzita) Oggi pomeriggio era qua! L’ho posata io lì! Questo è un complotto! È un subdolo complotto! Siete tutti contro di me! È un complotto! (Grida istericamente)

182.JACK               (Si avvicina e la scuote violentemente) Vuoi controllarti! Vuoi controllarti!… Ascoltami, donna! Se dici ancora una parola io ti do un pugno in testa e ti chiudo al buio nella tua stanza per una settimana! Sono stato troppo tollerante con te, e sono seriamente intenzionato a cambiare tattica.

183.BELLA            (Cade in ginocchio) Oh Dio, aiutami! Dio, aiutami!

184.JACK               Che t’aiuti davvero, Dio. Ora, ascoltami. Starò via fino alle dieci. Nel frattempo, devi trovare questo foglietto e ammettere che l’hai nascosto mentendo di proposito… altrimenti, ne subirai le conseguenze. Ti farò vedere da un dottore, donna, da più di un dottore – e saranno loro a spiegare il tuo comportamento. Hai capito?

185.BELLA            Oh, Dio – sii paziente con me. Se sono pazza, sii paziente con me.

186.JACK               Sono stato già abbastanza paziente con te, e mi sono dominato anche troppo a lungo. Adesso, tocca a te dominarti, altrimenti ne subirai le conseguenze. Medita su questo, Bella. (Sulla porta)

187.BELLA            Jack… Jack… Non te ne andare… Jack… Mi porterai comunque a teatro, vero?

188.JACK               Che strana domanda da fare in questo momento. No, donna, non ti porterò di certo. I dispiaceri che tu mi dai, te li contraccambio tali e quali. Se tu ed io dobbiamo diventare nemici, stai sicura che avrò io la meglio. (Esce. BELLA, piagnucolando, va alla scrivania e fruga nei cassetti, singhiozzando. Cerca dappertutto nella stanza, piangendo, con le mani nei capelli. Infine, scoppia a piangere e a singhiozzare sul divano. Si alza, va al tavolino a prendere delle medicine. Ovviamente, sono molto cattive e la fanno quasi soffocare. Barcolla. Si avvicina al lume e abbassa la luce. Va al sofà, e mormorando, distende le gambe e si sdraia, esausta. Recita il “Padre nostro”, a voce bassa, sussurrando. Respira affannosamente. Pausa. Bussano alla porta, ma BELLA non sente. Bussano di nuovo ed entra ELIZABETH)

189.ELIZABETH Signora… Signora…

190.BELLA            Sì!… Sì!… Che c’è, Elizabeth? Mi lasci tranquilla.

191.ELIZABETH (Scrutando nel buio) Signora, c’è qualcuno che la desidera.

192.BELLA            Chi è? Non voglio essere disturbata.

193.ELIZABETH È un signore… che vuole vederla, signora.

194.BELLA            Gli dica di andarsene, Elizabeth. Vorrà certo vedere mio marito. Mio marito è uscito.

195.ELIZABETH No, signora – è lei che vuole vedere. Signora, lei deve vederlo.

196.BELLA            Oh, mi lasci tranquilla. Gli dica di andarsene. Voglio essere lasciata sola.

197.ELIZABETH Signora… Signora. Io non so cosa stia succedendo tra lei e il padrone, ma lei deve tenere duro. Deve tenere duro.

198.BELLA            Io sto diventando pazza, Elizabeth. Ecco cosa sta succedendo.

199.ELIZABETH Non dica così, signora. Deve essere forte. Non deve restare sdraiata qui al buio, altrimenti uscirà di senno. Lei deve vedere questo signore. È lei che vuole – non il padrone. Sta aspettando di sotto. Coraggio, signora, questo incontro la distrarrà.

200.BELLA            Oh, mio Dio – quale nuovo tormento è mai questo? Non sono in forma, glielo assicuro.

201.ELIZABETH Venga, signora, accendo la luce. (Esegue) Ecco. Ora, starà meglio.

202.BELLA            (Si tira su, sul divano) Elizabeth! Cosa ha fatto? Non posso ricevere nessuno. Io non sono in grado di ricevere!

203.ELIZABETH A me sembra in gran forma, signora. Non deve prendersela così. Su, ora – io vado a chiamarlo. (ELIZABETH va alla porta a sinistra e parla, fuori scena) Vuole salire, per favore, signore? (BELLA la guarda, semiparalizzata, poi si precipita allo specchio sopra il caminetto per mettersi in ordine i capelli. Resta in piedi, in attesa, volgendo la schiena al caminetto. Torna ELIZABETH, tenendo la porta aperta per lo sconosciuto visitatore. Entra l’ex ispettore ROUGH. Ha più di sessant’anni – capelli grigi, piccolo, magro ma robusto, energico, modi spicci ma amichevoli, con un fare un po’ imperioso. Domina completamente la scena sin dal primo istante)

204.ROUGH          Grazie… (ELIZABETH esce, chiudendo la porta) Buona sera. La signora Manningham, suppongo… Come sta, signora Manningham?

205.BELLA            (Stringendogli la mano) Piacere di incontrarla. Mi dispiace molto…

206.ROUGH          …Le dispiace molto di non conoscermi dai tempi di Adamo ed Eva? È questo il nocciolo della questione?

207.BELLA            Oh, no – non è questo – ma sono certa che lei è venuto per vedere mio marito. No?

208.ROUGH          (Le tiene ancora la mano e la guarda con ammirazione) Oh, no! Si sbaglia di grosso, al contrario. Ho scelto questo preciso istante per venire proprio perché sapevo che suo marito era uscito. Posso togliermi il cappotto e accomodarmi?

209.BELLA            Ma, sì… Penso di sì.

210.ROUGH          Lei è molto più giovane e attraente di quanto pensassi, sa. Ma… la vedo molto pallida. Ha pianto?

211.BELLA            Veramente – io temo di non capire nulla.

212.ROUGH          Capirà molto presto, signora. (Va verso la sinistra e si toglie la sciarpa) Lei è la signora che sta uscendo di senno, è così?

213.BELLA            (Gli si avvicina) Cosa glielo fa pensare? Che è lei? Perché è venuto qui?

214.ROUGH          (Si toglie il cappotto e lo posa sulla sedia) Di certo non per parlare del tempo. Anche se questo, per la verità, meriterebbe parecchi commenti di questi tempi. Ma mi chiede tante cose a cui non posso rispondere subito. Invece, gliela faccio io una domanda, o due… Può venire qui, per piacere, e darmi le sue mani? (Pausa. BELLA obbedisce) Ora, signora, io voglio che lei mi guardi dritto negli occhi e mi dica se ho l’aria di una persona che ispira fiducia. Io sono assolutamente un estraneo per lei, e, a parte questo, difficilmente lei può conoscermi guardandomi in faccia. Mentre io posso scoprire molte cose guardando l’espressione del suo viso.

215.BELLA            (Pausa) Che cosa? Cosa può scoprire?

216.ROUGH          Io, signora, nel suo viso vedo i segni di una persona che ha camminato a lungo sul sentiero dell’afflizione e del dubbio, e temo che dovrà continuare a percorrere questo sentiero ancora per un po’, prima di lasciarlo… Ma mia piace pensare che lei stia uscendo da tutto questo. Suvvia, vuole avere fiducia in me ed ascoltarmi? Sono abbastanza vecchio da poter essere suo nonno.

217.BELLA            (Pausa) Chi è lei? Dio solo sa quanto ho bisogno di aiuto…

218.ROUGH          (Tenendole sempre le mani) Dubito molto che Dio sappia qualcosa di questa faccenda, signora Manningham. Altrimenti sarebbe già venuto ad aiutarla. Ma sono qui io, ed è a me che lei deve dare fiducia.

219.BELLA            Chi è lei? Un medico?

220.ROUGH          Non sono così istruito, signora. Sono un semplice ispettore di polizia.

221.BELLA            Un ispettore di polizia?

222.ROUGH          Sì. O almeno lo ero fino a dieci anni fa. Comunque, sono ancora abbastanza del mestiere per intuire che lei è stata interrotta mentre prendeva il suo tè. Non potrebbe riprendere, e offrirne una tazza anche a me?

223.BELLA            Ma sì, certo che gliene offro una tazza! Basta aggiungere dell’acqua… (Maneggia acqua, tazza e teiera mentre si svolge la conversazione che segue)

224.ROUGH          (Va a prendere una sedia e si avvicina al tavolo) Ha mai sentito parlare del famoso sergente Rough, signora? Quello che risolse il caso del diamante Cloudesley… Quello che ha catturato i “Cani di Camberwell” – il sergente Rough che ha assicurato alla giustizia persino Sandham… (Tenendo la mano sullo schienale della sedia mentre la guarda) Oppure questi fatti sensazionali sono avvenuti troppo tempo fa perché lei li possa ricordare?

225.BELLA            Sandham? Sì, ho sentito parlare di Sandham, l’assassino, lo strangolatore.

226.ROUGH          Sì, signora, Sandham lo strangolatore. E adesso lei ha di fronte a sé l’uomo che ha consegnato Sandham all’uomo che ha strangolato lui, ovvero al boia che l’ha impiccato. In verità, signora Manningham, lei ha di fronte a sé un uomo che è stato una vera celebrità ai suoi tempi, che lo creda o no.

227.BELLA            Certo che lo credo! Vuole accomodarsi? Purtroppo il tè non sarà molto caldo…

228.ROUGH          Grazie… (Avvicinando la sedia al tavolo) Da quanto tempo è sposata, signora Manningham?

229.BELLA            Da sette anni – e qualcosa.

230.ROUGH          E dove ha vissuto durante questi anni, signora?

231.BELLA            (Versando il latte nella tazza di ROUGH e porgendogliela) Prima siamo stati all’estero, poi abbiamo vissuto nello Yorkshire, e sei mesi fa mio marito ha preso questa casa.

232.ROUGH          (Prendendo la tazza) Grazie… E suo marito la lascia sempre sola la sera?

233.BELLA            Sì. Di solito va al suo circolo, o ad occuparsi dei suoi affari.

234.ROUGH          Così pensa lei. (Rimesta nella tazza con aria pensierosa)

235.BELLA            Sì…

236.ROUGH          E suo marito le lascia pieno controllo della casa quando è via?

237.BELLA            Sì… veramente no… dell’ultimo piano no. Perché mi fa questa domanda?

238.ROUGH          Ah, l’ultimo piano no…

239.BELLA            No… No… Vuole dello zucchero? Cosa stava dicendo? (Si siede, sporgendosi avanti, ansiosa di rispondere alle domande)

240.ROUGH          Prima di andare avanti, signora Manningham, devo avvertirla che c’è una fuga di notizie in questa casa; lei ha una domestica di nome Nancy?

241.BELLA            Sì… Sì…

242.ROUGH          E Nancy esce la sera con un giovanotto di nome Booker, che è mio dipendente. Io vivo solo a pochi isolati di distanza da qui, lo sa?

243.BELLA            Ah, sì?

244.ROUGH          Ebbene, non c’è quasi niente di quel che succede in questa casa che a Booker non venga raccontato nei dettagli. E da lì arriva a me.

245.BELLA            Lo sapevo! Lo sapevo che va in giro a raccontare i fatti nostri… Adesso che lo so, la licenzio!

246.ROUGH          Oh, no! Un trattamento di questo genere non le converrebbe affatto in questo momento, signora Manningham; al contrario, credo che lei dovrebbe sentirsi molto in debito con la sua domestica Nancy. Se non fosse per le sue indiscrezioni, adesso io non sarei qui, no?

247.BELLA            Cosa vuol dire con questo? Cos’è questo mistero?

248.ROUGH          Temo che dovrò lasciarla all’oscuro ancora per qualche minuto, signora Manningham, io stesso brancolo ancora un po’ nel buio. Posso avere un’altra zolletta di zucchero?

249.BELLA            Sì. (Gli passa la zuccheriera)

250.ROUGH          (Prendendo qualche zolletta) Grazie; stavamo parlando dell’ultimo piano. C’è una stanza da letto sopra di noi, e al di sopra ancora c’è l’ultimo piano, non è così?

251.BELLA            Sì.

252.ROUGH          Bene. Lei non è mai stata all’ultimo piano?

253.BELLA            No, mai… È chiuso a chiave. Mio marito ne ha proibito l’ingresso. Nessuno va lassù.

254.ROUGH          Nemmeno un inserviente per spolverare?

255.BELLA            No.

256.ROUGH          Piuttosto strano…

257.BELLA            (Pausa) Sì. (Pausa) Sì, davvero…

258.ROUGH          Sì. Ora, signora Manningham, una domanda personale. Quando si è resa conto per la prima volta che la sua mente cominciava a vacillare?

259.BELLA            (Pausa) Come fa a saperlo?

260.ROUGH          Non ha importanza. Come è cominciato?

261.BELLA            Ho sempre avuto questo terrore. Mia madre morì pazza ancora abbastanza giovane. Quando aveva la mia età. Ma solo in questi ultimi sei mesi in questa casa sono cominciate a succedere cose strane. Cose che mi fanno impazzire di paura.

262.ROUGH          È la casa stessa che le fa paura, signora?

263.BELLA            Sì. Suppongo di sì. Odio questa casa, l’ho sempre odiata.

264.ROUGH          E l’ultimo piano c’entra qualcosa con questo?

265.BELLA            Sì, è così. Come fa a saperlo? È così che è cominciato quest’incubo.

266.ROUGH          Ah, ora mi interessa tantissimo. Mi parli dell’ultimo piano.

267.BELLA            Non so cosa dire. Sembra tutto così incredibile… È quando sono sola di notte, mi prende l’idea che… qualcuno stia camminando lassù… (Indica in alto) lassù… di notte, quando mio marito è fuori, sento dei rumori dalla mia stanza da letto, ma ho troppa paura per salire…

268.ROUGH          L’ha detto a suo marito?

269.BELLA            No, ho paura. Lui si infuria, dice che immagino cose che non esistono…

270.ROUGH          Non l’ha mai sfiorata l’idea che potrebbe essere suo marito a camminare lassù?

271.BELLA            Sì, è quello che pensavo; ma credevo di essere pazza. Mi dica come l’ha saputo.

272.ROUGH          Perché non mi dice prima come l’ha saputo lei, signora?

273.BELLA            (Si alza e va verso il caminetto) È vero, allora! Lo sapevo, lo sapevo! Quando mio marito esce di casa, lui torna e cammina lassù, su e giù, su e giù. Ritorna, come un fantasma. Come fa a salire lassù?

274.ROUGH          (Si alza, e attraversa la stanza andando verso di lei) È quello che stiamo per scoprire, signora. Ma ci sono dei mezzi comuni, come i tetti e le scale antincendio, sa? Su, non abbia quell’aria terrorizzata, la prego. Suo marito non è un fantasma, mi creda. E lei è ben lontana dall’essere pazza. Ora mi dica, cosa le ha fatto pensare per la prima volta che potesse essere lui?

275.BELLA            È stata la luce… la luce a gas… che si è abbassata e poi rialzata… grazie a Dio finalmente posso parlare a qualcuno di questa faccenda! Io non la conosco, ma devo assolutamente parlargliene.

276.ROUGH          Su, cerchi di stare calma. Può parlarmene altrettanto bene stando seduta, no? Si sieda…

277.BELLA            Sì, sì… (Si siede sul divano)

278.ROUGH          (Avvicinandole una sedia piccola e sedendosi) Una luce, ha detto? Ha visto un lume da una finestra?

279.BELLA            No. In questa casa io posso capire tutto dalla luce a gas. Vede quella lampada là? Ora è accesa al massimo dell’intensità, ma se viene accesa un’altra luce in cucina o nella camera da letto, questa luce qui si abbassa. Lo stesso capita in tutta la casa.

280.ROUGH          Sì… Sì. È una questione di pressione insufficiente, succede lo stesso a casa mia. Ma la prego, continui.

281.BELLA            Ogni notte, dopo che lui è uscito, io mi rendo conto che sto aspettando qualcosa. Poi, tutt’a un tratto, mi guardo attorno e vedo che la luce si sta abbassando lentamente. All’inizio cercavo di non farci caso, ma dopo un po’ questa faccenda ha cominciato a innervosirmi. Andavo in giro per tutta la casa, per vedere se qualcuno avesse acceso un’altra luce, ma non era mai così. E, sempre alla stessa ora – circa dieci minuti dopo che lui è uscito. È questo che mi ha fatto pensare che, in un modo o nell’altro, fosse lui che tornava, e fosse lui a camminare lassù. Salgo in camera da letto, ma non oso rimanerci, perché sento dei rumori sopra la mia testa. Ho voglia di gridare, e di scappare fuori dalla casa. Sto seduta qui per delle ore, terrorizzata, aspettando il suo ritorno. E so sempre quando sta per arrivare, sempre. All’improvviso la luce si rialza, e dieci minuti dopo sento la sua chiave nella serratura di sotto, e lui è qui.

282.ROUGH          È veramente strano… Sa, signora, lei avrebbe dovuto lavorare nella polizia.

283.BELLA            Mi prende in giro? Anche lei crede che sia tutto frutto della mia immaginazione?

284.ROUGH          Oh, no! Stavo solo elogiando l’acume del suo spirito di osservazione. Non solo io credo che le sue supposizioni siano giuste, ma ritengo che lei abbia fatto una scoperta molto più importante, che può avere delle conseguenze che ci porteranno lontano.

285.BELLA            Lontano? In che senso?

286.ROUGH          Beh, lasciamo stare, per il momento. Mi dica, questo non è il solo motivo per dubitare della sanità della sua mente? È successo qualcos’altro? Non abbia paura, me lo dica.

287.BELLA            Sì, ci sono altre cose. Oso appena parlarne… È andato avanti per così tanto tempo… questa faccenda della luce a gas l’ha solo portata al culmine. Sembra che la mia mente e la mia memoria comincino a farmi dei brutti scherzi…

288.ROUGH          Brutti scherzi? Che genere di brutti scherzi? Quando?

289.BELLA            Continuamente… ma ultimamente, sempre di più. Lui mi dà delle cose da custodire, e quando me le richiede sono scomparse, e non si trovano mai. Poi gli mancano gli anelli, i gemelli della camicia, i rasoi, ed io devo andare a caccia di questi oggetti in tutta la casa, e poi lui li trova nascosti in fondo alla scatola dei miei lavori all’uncinetto. Per due volte la porta di questa stanza è stata trovata chiusa a chiave, e la chiave era scomparsa. E anche allora la chiave era stata trovata nella mia scatola. Anche oggi, prima che arrivasse lei, quel quadro era stato tolto dalla parete e nascosto. Chi lo avrebbe fatto, se non io? Ho cercato di ricordare, quasi fino a farmi male al cuore, ma niente! Ah, e poi c’è stata quella terribile faccenda del cane…

290.ROUGH          Il cane?

291.BELLA            Noi abbiamo un cagnolino. Alcune settimane fa, lo trovammo con una zampa ferita… Lui crede che… oh, mio Dio, come posso dirle quello che lui pensa… che fui io a farlo! Adesso non permette che il cane mi si avvicini. Lo tiene in cucina e io non posso vederlo! Comincio ad avere dei dubbi, non vede? Comincio a pensare che sia tutto nella mia immaginazione… e forse è così! Lei è veramente qui con me? Oppure è tutto un sogno? E lei chi è? Ho paura che mi rinchiuderanno…

292.ROUGH          (Mettendo le mani sulle sue) Sa, signora Manningham, mi viene in mente che un po’ di medicine le farebbero bene.

293.BELLA            Medicine? Lei è un dottore? Lei non è un dottore, vero?

294.ROUGH          No, non sono un dottore, ma questo non vuol dire che un po’ di medicine non le farebbero bene.

295.BELLA            Io prendo delle medicine. Me le fa prendere lui, ma non mi fanno nulla, e io le detesto. Come può una medicina aiutare una mente malata?

296.ROUGH          Ma la mia è una medicina eccezionale, l’ho qui con me, deve provarla.

297.BELLA            Che medicina è?

298.ROUGH          La assaggi e vedrà. (Si alza e va a prendere il cappotto) Vede, è stata usata in tutto il mondo, da secoli, per rimuovere istantaneamente qualunque dubbio e qualunque timore. È il suo caso, non è vero?

299.BELLA            Rimuovere i dubbi… Come può una medicina fare ciò?

300.ROUGH          Ah, questo non si sa; resta il fatto che lo fa. Ecco. (Tira fuori dal cappotto un oggetto che è chiaramente una bottiglia di whisky) Vede? Viene dalla Scozia… ora, signora, ha sotto mano due bicchieri, o due tazze?

301.BELLA            Perché – ne prende anche lei?

302.ROUGH          Oh, sì; in effetti, ne prendo più di ogni altra cosa. Potremmo usare queste tazze, se vuole.

303.BELLA            Oh, no, le darò… (Si avvicina alla credenza e tira fuori due bicchieri)

304.ROUGH          Ah, grazie; proprio quello che ci vuole. Ora non manca più nulla.

305.BELLA            Cos’è questo? A me le medicine non piacciono per niente. Che gusto ha?

306.ROUGH          È delizioso, a metà tra l’ambrosia e l’alcool. Vuol dire, signora, che lei non ha mai assaggiato del buon whisky scozzese?

307.BELLA            Whisky? Ma io non devo bere whisky. Non posso farlo!

308.ROUGH          (Mentre versa) Non sottovaluti le sue capacità, signora. Io voglio che lei abbia fiducia nella sua ragione. Questo gliene darà più di ogni altra cosa… E ora, ci vuole un po’ d’acqua… Ecco, così va benissimo. (Versa dell’acqua nei bicchieri da una brocca) Ecco a lei! (Le porge un bicchiere) Mi dica… (versandosi un po’ d’acqua) lei non ha mai sentito parlare dell’Amica dei Vetturini, signora Manningham?

309.BELLA            L’Amica dei Vetturini?

310.ROUGH          Sì. Fa piacere vederla sorridere. Alla sua salute! (Beve) Su… ecco… così… (BELLA beve un sorso) È così cattivo?

311.BELLA            No, anzi, mi piace abbastanza; mia madre di solito ce lo dava quando avevamo la febbre, da bambini.

312.ROUGH          Ah, allora lei è una bevitrice inveterata di whisky! Ma se lo goderà meglio da seduta.

313.BELLA            Sì. (Si siede sul divano) Cosa stava dicendo? Chi è l’Amica dei Vetturini?

314.ROUGH          Ah… L’Amica dei Vetturini. (Andando verso il caminetto) Dovrebbe chiedermi chi era l’Amica dei Vetturini, signora Manningham, perché si tratta di una vecchia signora che morì tanti anni fa. (Mette il bicchiere di whisky sul caminetto)

315.BELLA            Una vecchia signora che morì tanti anni fa? E che cosa c’entra con me?

316.ROUGH          Molto, direi, se ha la pazienza di seguirmi. Si chiamava Barlow, Alice Barlow, ed era una vecchia signora molto ricca e molto eccentrica. Infatti, la sua più grande premura quando era viva consisteva nel proteggere i vetturini. Lei potrà considerarlo un hobby fuori dell’ordinario, ma a modo suo, anche se un po’ strano, fece molto del bene. Procurava a questi uomini un tetto, vestiti, un sussidio, e così via, e questo era il suo piccolo contributo alla felicità del mondo, o piuttosto il suo modo di opporsi nel suo piccolo all’infelicità del mondo. In questo mondo c’è tantissima sofferenza, sa? Beh, io non ebbi l’onore di conoscerla, ma in ebbi il dovere di vederla una sola occasione, e questo fu quando venne sgozzata, e giaceva morta sul pavimento di casa sua.

317.BELLA            Oh, che orrore! Vuole dire che era stata assassinata?

318.ROUGH          Sì. Fu assassinata. All’epoca ero solo un giovane agente, ma quella vista mi fece un’impressione davvero orrenda, incancellabile. L’assassino non venne mai scoperto, ma il suo movente era abbastanza ovvio. I rubini dei Barlow erano passati in eredità a lei, ed era ben noto che lei li teneva, senza alcuna precauzione, nella sua camera da letto, ad uno dei piani superiori. Viveva sola, con un solo domestico, sordo, che stava nel seminterrato. E per questo pagò con la vita.

319.BELLA            Ma cosa…

320.ROUGH          C’erano dei dettagli impressionanti in questo caso. Pareva che l’uomo fosse entrato verso le dieci di sera, e fosse rimasto fino all’alba. E a parte i rubini, solo alcuni gioielli di poco valore risultavano scomparsi, ma tutta la casa era stata messa a soqquadro, e nella stanza al piano superiore ogni cosa era stata sparpagliata, o sventrata per guardarci dentro. Anche i cuscini delle sedie erano stati squarciati con il coltello macchiato di sangue, e la polizia stabilì che doveva trattarsi di un folle assetato di vendetta, oltre che di un ladro. Io avevo altre teorie, ma non ero nessuno a quel tempo; e non ero io responsabile del caso.

321.BELLA            Quali erano le sue teorie?

322.ROUGH          Beh, da tutto ciò che avevo raccolto qua e là, mi sembrò che quella vecchia signora potesse essere un’eccentrica, ma non era affatto una stupida. Mi pareva anzi che fosse stata troppo intelligente per quell’uomo. Se quei gioielli fossero stati nascosti in un posto scelto così astutamente da non potersi scoprire? Per esempio, in una parete, o nel pavimento? E se la sola persona che potesse dirgli dove fossero giacesse morta sul pavimento? Non potrebbe questo spiegare la confusione in cui fu trovato il luogo del delitto? Se lo immagina, signora Manningham, quell’assassino che fruga per tutta la notte, mettendo la casa sottosopra, per ore e ore, sempre più disperato, finché alla fine arriva l’alba, e lui deve svignarsela nella strada che comincia a schiarirsi, lasciandosi dietro il sangue e la distruzione della notte appena trascorsa? E il domestico sordo, che nel seminterrato dorme come un bambino durante tutta la faccenda…

323.BELLA            Oh, che cosa orrenda! E quell’uomo non fu mai scoperto?

324.ROUGH          No, signora, mai. E nemmeno i gioielli dei Barlow sono mai ricomparsi.

325.BELLA            Ma allora, forse, dopo tutto quell’uomo li ha trovati, e forse vive ancor oggi.

326.ROUGH          Credo che quasi certamente oggi sia ancora vivo, ma non credo che abbia trovato allora quello che voleva. Questo, se la mia teoria è corretta.

327.BELLA            Allora forse i gioielli sono ancora lì dove la vecchia signora li nascose?

328.ROUGH          Sì, signora, se la mia teoria è valida, questi dovrebbero trovarsi ancora dove furono nascosti… Ma dopotutto, naturalmente, questa era solo una teoria, e per di più formulata da un giovane agente, molto tempo fa. La conclusione ufficiale fu piuttosto diversa. La polizia, naturalmente e comprensibilmente, suppose che l’assassino li avesse trovati, e il caso non fu più riaperto in quel tempo. Ben presto la gente lo dimenticò. E anche io lo dimenticai. Ma sarebbe bello se dopo tutti questi anni potessi provare di avere visto giusto, no?

329.BELLA            Certo! Ma cosa c’entro io con tutta questa storia?

330.ROUGH          Ah, questo è il punto, signora, cosa c’entra effettivamente… Cosa può avere a che fare l’assassinio di una vecchia signora avvenuto vent’anni fa con una giovane bella signora – per quanto di una bellezza attualmente un po’ impallidita – in questa casa? Una signora che crede di essere sulla via della pazzia, e guarda la luce a gas che si abbassa e si alza quando suo marito sta fuori la notte? Io credo che ci sia un legame, anche se può sembrare strano e lontano; ed è per questo che sono qui.

331.BELLA            È tutto così confuso… Non vorrebbe…

332.ROUGH          Signora, non si può pensare che quell’uomo non abbia perso la speranza di ritrovare un giorno il tesoro nascosto, e aspetti l’occasione buona per entrare di nuovo, in qualche modo, in quella casa?

333.BELLA            Sì, sì… forse. Ma come…

334.ROUGH          Non può immaginare che quest’uomo abbia aspettato anni – cinque, dieci, quindici anni, anche venti – durante i quali può aver fatto molte cose, sia andato all’estero, si sia anche sposato, finché abbia finalmente avuto l’opportunità di riprendere la ricerca cominciata in quella terribile notte? Riesce a seguirmi?

335.BELLA            Sì, penso di sì…

336.ROUGH          Signora, conosce la vecchia teoria secondo la quale l’assassino torna sempre sul luogo del delitto? Sì, ma in questo caso non si tratta soltanto di un impulso morboso; c’è di più. C’è un tesoro da scoprire lì, se solo lui potesse cercare nuovamente, ma questa volta in maniera metodica, senza timore di essere interrotto, senza destare sospetti. E come fare? Non crede… (BELLA si alza all’improvviso) Che c’è, signora Manningham?

337.BELLA            Zitto! Stia zitto! È tornato! Guardi! Guardi! La luce si sta abbassando! Aspetti! (Pausa, mentre la luce si abbassa) Ecco, è tornato, vede? È di sopra, ora.

338.ROUGH          (Andando alla finestra) Strano. Veramente strano!

339.BELLA            È in casa, sicuro! Deve andarsene. Lui saprà che lei è qui, se ne deve andare.

340.ROUGH          Com’è buio qui! Quasi non si riesce a leggere.

341.BELLA            Se ne vada! È in casa. Vada, la prego.

342.ROUGH          (Avvicinandosi a lei) Calma, signora, stia calma! Non perda la testa. Non vede dove volevo arrivare? Non capisce che la casa è questa?

343.BELLA            La casa? Quale casa?

344.ROUGH          La casa di quella vecchia signora. Questa è la casa, queste le stanze e le pareti. Vent’anni fa, Alice Barlow giaceva morta in questa stanza. Vent’anni fa, l’uomo che la assassinò mise questa casa a soqquadro – dappertutto – ma non riuscì a trovare quello che cercava. E se lui stesse cercando ancora adesso, signora? E se fosse ancora lassù, ancora in cerca? Capisce ora perché non deve perdere la testa?

345.BELLA            Ma c’è mio marito lassù!

346.ROUGH          Proprio così, signora. Suo marito. (Va a prenderle il bicchiere sul caminetto) Vede, signora… temo che lei sia sposata con un signore piuttosto pericoloso. Su, beva questo in fretta, abbiamo molto da fare. (Sta in piedi davanti a lei, porgendole il bicchiere. BELLA rimane immobile)

SIPARIO

FINE PRIMO ATTO


ATTO SECONDO

Non è trascorso alcun tempo. BELLA meccanicamente leva il bicchiere di whisky dalla mano di ROUGH, e lo guarda fissamente.

347.BELLA            Questa casa… come fa a sapere che la casa è proprio questa?

348.ROUGH          Eh, signora, è perché indagavo su quel caso e venni qui di persona; tutto qua.

349.BELLA            È un’idea folle, veramente folle. Sono sposata da sette anni. Come può immaginare che mio marito sia – cosa crede che possa essere?

350.ROUGH          Signora Manningham…

351.BELLA            Sì? (Pausa. ROUGH si versa un whisky mentre parla)

352.ROUGH          Quando la polizia venne qui vent’anni fa, come può immaginare c’era molto lavoro di routine da fare – interrogare i membri della famiglia, gli amici eccetera. Gran parte di questo lavoro venne affidata a me.

353.BELLA            E allora?…

354.ROUGH          Ebbene, tra tutti i conoscenti, i parenti, i nipoti eccetera che interrogai c’era un giovanotto di nome Sydney Power. Immagino che lei non abbia mai sentito questo nome, vero?

355.BELLA            Power?…

356.ROUGH          Sì. Sydney Power. Non le dice nulla?

357.BELLA            Sydney Power? No…

358.ROUGH          Era una specie di lontano cugino, dava l’impressione di essere molto affezionato alla vecchia signora, e l’assisteva anche nelle sue opere di bene. Solo che io ricordavo la sua faccia, e l’ho rivista cinque settimane fa. Ci misi un giorno intero a ricordare dove l’avessi vista prima, ma alla fine ci arrivai.

359.BELLA            E allora? Anche se se ne fosse ricordato…?

360.ROUGH          Non era tanto il fatto di ricordarmi del signor Power, signora. Ciò che mi colpì fu la signora che stava al suo braccio e il luogo in cui lo vidi.

361.BELLA            Ah – e chi era la signora al suo braccio?

362.ROUGH          Era lei la dama al suo braccio, signora, e stava camminando per questa strada.

363.BELLA            Ma cosa sta dicendo? Vuol dire che seconde lei mio marito – mio marito è questo signor Power?

364.ROUGH          Beh, non proprio, perché se le mie teorie sono esatte…

365.BELLA            Ma che cosa sta dicendo? Lei parla sempre per enigmi, è freddo e senza cuore come lui!

366.ROUGH          (Avvicinandosi a lei) No, signora, io non sono distaccato, e non parlo per enigmi. Sto solo cercando di mantenere un tono freddo e calcolato perché lei sta affrontando il momento più terribile della sua vita, e tutto il suo avvenire dipende da quello che farà nella prossima ora. Tutto qui. Lei deve dare un taglio, per raggiungere la sua libertà, e deve agire adesso, perché l’opportunità non si ripresenterà.

367.BELLA            Dare un taglio…

368.ROUGH          Lei non sta impazzendo, signora Manningham; c’è qualcuno che, lentamente, metodicamente e sistematicamente la sta facendo uscire di senno. E perché? Perché lei è sposata con un pazzo criminale, che teme che lei cominci a sapere troppo – un pazzo criminale che ancora rientra furtivamente in casa propria di notte, alla perenne ricerca di qualcosa che non poté trovare vent’anni fa. Questi sono i fatti, per quanto possano sembrare bizzarri e incredibili. Il suo nome non è Manningham più di quanto lo sia il mio, egli è Sydney Power, ed ha assassinato Alice Barlow in questa stessa casa. Ha cambiato nome, ed ha aspettato tutti questi anni finché non ha pensato di poter acquistare legalmente questa casa senza correre rischi. Poi ha acquistato la casa vuota qui accanto, ed ogni notte, nelle ultime settimane, è entrato in quella casa dal retro, salendo sul tetto e rientrando in questa casa per il lucernario. E io so tutte queste cose perché l’ho visto farlo. Lei ha osservato la luce a gas, e si è resa conto della stessa cosa. Lui è lassù, adesso. Perché lui usi questo modo folle, furtivo e tortuoso per arrivare a quello che vuole, Dio solo lo sa. Forse per la stessa ragione per cui impiega questo modo folle, furtivo e tortuoso per sbarazzarsi di lei: cioè facendola impazzire lentamente, per farla rinchiudere in manicomio. Grazie a Dio lei non è sposata con lui, e io sono arrivato a salvarla dalla macchinazione di quella mente malvagia!

369.BELLA            Non sono sposata con lui?… Come sarebbe? Sì che mi ha sposata, lui!

370.ROUGH          Non ho alcun dubbio su questo, signora. Sfortunatamente, o meglio piuttosto fortunatamente, lui ha contratto matrimonio con un’altra signora molti anni prima di incontrare lei. E quella signora è ancora viva, e la legge inglese è molto severa per quanto riguarda la monogamia. Come vede, io ho trovato diverse informazioni su questo Sydney Power.

371.BELLA            Dio mio, ma dice davvero la verità? Dov'è sua moglie, adesso?

372.ROUGH          Se le mie supposizioni sono esatte, si trova dall’altra parte del pianeta – precisamente, in Australia, dove so con certezza che lui ha trascorso cinque anni. Lo sapeva?

373.BELLA            No. Non lo sapevo.

374.ROUGH          Eh, sì. Se solo riuscissi a trovarla sarebbe tutto più facile, signora; è qui il nocciolo della questione. Finora io ho sottomano solamente intuizioni e fatti certi per metà. Io devo trovare delle prove, ed è per questo che sono venuto da lei. Lei deve darmi queste prove, o almeno aiutarmi a trovarle.

375.BELLA            Ma si tratta di mio marito! Non capisce? È l’uomo che ho sposato. Lei mi sta chiedendo di tradire l’uomo che ho sposato?

376.ROUGH          Beninteso, lei con questo intende dire l’uomo che l’ha ingannata facendole credere di averla sposata – no?

377.BELLA            Ma io sono sposata con lui! Se ne vada. Io devo pensarci su. Deve andarsene; io sono legata all’uomo che ho sposato. No…?

378.ROUGH          Certo. Resti pure legata a lui, ma non creda di essere il solo ramo d’edera. Resti pure legata a lui, se vuole, come fanno le sue donnine dei bassifondi di questa città. È questo il muro al quale lei vuole restare legata, signora?

379.BELLA            Donnine? Cosa sta insinuando…?

380.ROUGH          Non insinuo niente. Le sto solo dicendo quello che ho visto. Quel signore lassù ha una vita notturna, anzi, tante vite notturne. Mi sono fatto il dovere di seguirlo in alcune delle sue uscite meno… serie, e posso assicurarle che ha un debole per le attricette squattrinate. E non fa nulla per nasconderlo.

381.BELLA            (Pausa) È vero tutto ciò?… Mi sta dicendo la verità?

382.ROUGH          Signora Manningham… Mi guardi negli occhi. Veda lei stessa se sto dicendo la verità.

383.BELLA            (Pausa) Sì. Lo vedo. Che strano, ora mi sembra di averlo saputo sin dall’inizio. Che strano… l’ho sempre saputo…

384.ROUGH          Signora, è difficile separarla da tutto ciò che fa parte della sua vita. Ma lei deve pensare che non è legata a quell’uomo, e non ha più doveri verso di lui di quanti ne abbiano quelle disgraziate che stanno in quei posti malfamati.

385.BELLA            Che cosa devo fare? Cosa vuole lei da me?

386.ROUGH          Voglio le sue carte, signora – la sua identità. Da qualche parte, in questa casa, ci devono essere degli indizi, e noi dobbiamo trovarli. Dove tiene le sue carte? (ROUGH ha cambiato completamente tono, e cammina su e giù a grandi passi con l’aria di chi sta passando all’azione)

387.BELLA            Le sue carte?… Io non ne so niente! A meno che la sua scrivania…

388.ROUGH          Sì! La sua scrivania…?

389.BELLA            Sì. Là! (Indica la scrivania a sinistra) Ma la tiene sempre chiusa a chiave. Non l’ho mai vista aperta.

390.ROUGH          Ah, la tiene sempre chiusa, eh?

391.BELLA            È solo la sua scrivania…

392.ROUGH          (Attraversando la stanza verso sinistra) Molto bene, diamoci un’occhiata.

393.BELLA            Ma è chiusa a chiave! Come si fa?

394.ROUGH          Oh, non è un grosso problema. (Va al suo cappotto e ne estrae un mazzo di chiavi e di utensili vari) Sa, signora, uno dei più grandi rimpianti della mia vita è che il destino non mi abbia mai fatto diventare un giardiniere, o un ladro – occupazioni entrambe tranquillissime, signora. Per la seconda, poi, se avessi iniziato da giovane e fatto tutto il tirocinio, sarei stato un campione! Bene, diamo un’occhiata a questa scrivania.

395.BELLA            Ma se la tocca, lui lo scoprirà!

396.ROUGH          Su, signora, lei è dalla mia parte, non è vero? Non è contro di me, no? (Guarda la scrivania) Sì… sì… allora, posso togliermi la giacca? Io sono un tipo che non si sente al lavoro finché non si è tolta la giacca. (Si toglie la giacca, mostrando un’elegante camicia rosa) Camicia piuttosto chic, non crede? Non avrebbe mai pensato che fossi un tale damerino, vero? Beh, (si avvia verso la scrivania) guardiamola bene, questa scrivania!

397.BELLA            (Dopo una pausa) Ma se la forza, lui se ne accorgerà!

398.ROUGH          No, se siamo furbi abbastanza. E per questa scrivania non c’è nemmeno bisogno di essere furbi… Vede signora, ci sono molti modi di…

399.BELLA            La smetta!… Smetta di parlare!… Non ha visto? Non ha notato qualcosa?

400.ROUGH          Notato qualcosa? Ho soltanto…

401.BELLA            Stia fermo! Stia… Avevo ragione! Guardi, non vede? La luce! Si sta alzando! Lui sta per rientrare in casa!

402.ROUGH          La luce?…

403.BELLA            Stia zitto! Non capisce? (Pausa, dopodiché la luce aumenta di intensità in un silenzio carico di tensione) Ecco! Vede? È tornata la luce! Sta tornando! Deve andarsene, vada via!

404.ROUGH          Santo cielo! Sembra che ci sia un imprevisto… i nostri piani vanno a monte.

405.BELLA            Lui fa sempre delle cose impreviste. Io non so mai cosa stia per fare. Ma lei deve andarsene!

406.ROUGH          (Senza muoversi, guardando in alto con aria meditabonda) Mi pare strano… sì. Bene, bene… (Cominciando ad indossare la giacca) Per favore, suoni il campanello e chiami Elizabeth.

407.BELLA            Elizabeth? Perché la vuole?

408.ROUGH          Faccia ciò che le chiedo, e suoni il campanello. Subito, per favore! (ROUGH prende il mantello dalla sedia, e le chiavi dalla scrivania) O se preferisce, può andare lei a cercarla. Ora vediamo…

409.BELLA            (Suonando il campanello) Oh, che devo fare io? Cosa devo dirgli? Lei deve andarsene, subito! Perché chiede di Elizabeth?

410.ROUGH          (Indossando il mantello) Ogni cosa a suo tempo. Mica può arrivare saltando dalla finestra, no? In effetti, non può arrivare alla porta d’ingresso di questa casa in meno di cinque minuti – a meno che non sia un mago. Allora: vede qualcosa che ho dimenticato, signora?

411.BELLA            No. No… Sì, il whisky. Qui.

412.ROUGH          Ah, sì. Gliel’ho detto che lei sarebbe stata un buon poliziotto. Non dimentichi quei bicchieri.

413.BELLA            Ah, se ne vada! Per favore, se ne vada!!! (Entra ELIZABETH. BELLA mette via i bicchieri)

414.ROUGH          Ah, Elizabeth… Può venire qui un momento, prego?

415.ELIZABETH Sì, signore?

416.ROUGH          Elizabeth, io e lei dobbiamo farci venire un’idea, con calma ma piuttosto in fretta. Ha voglia di aiutare la sua padrona, Elizabeth?

417.ELIZABETH Ma sì, signore, le ho già detto di sì. Ma di cosa si tratta?

418.ROUGH          È pronta ad aiutare la sua padrona fidandosi ciecamente, senza fare domande?

419.ELIZABETH Sì, signore, ma, vede…

420.ROUGH          (Prendendole le mani con gentilezza) La prego, Elizabeth… È pronta o no?

421.ELIZABETH (Dopo una pausa, con voce calma) Sì, signore.

422.ROUGH          Bene. Allora, Elizabeth, io e la signora Manningham abbiamo ragione di credere che tra circa cinque minuti il padrone rientrerà a casa. Non penso sia il caso che io lasci la casa in questo momento, perché lui potrebbe vedermi uscire. Può, per favore, portarmi in cucina e nascondermi lì per un po’ di tempo? Può mettermi nel forno, se crede.

423.ELIZABETH Sissignore. Ma, vede…

424.BELLA            Vada via, vada via! Non la vedrà se se ne va adesso.

425.ROUGH          Cosa stava dicendo, Elizabeth?

426.ELIZABETH Sì, signore. Potrebbe venire in cucina. Però… lì c’è Nancy, signore.

427.ROUGH          Nancy?! Come diavolo sarebbe a dire? Credevo che oggi Nancy avesse il pomeriggio libero. Non eravamo d’accordo che io sarei dovuto venire quando Nancy non c’era?

428.ELIZABETH Sì, signore. Ma per qualche motivo è rimasta a casa. Penso che abbia un giovanotto, e non potevo dirle di andarsene, non le pare? Se l’avessi fatto, avrei…

429.ROUGH          Va bene, va bene. Allora c’era quando sono arrivato, e sa che sono qui. Esatto?

430.ELIZABETH Oh, no… lei era nel retrocucina quando ho aperto la porta, e dopo le ho detto che avevano sbagliato casa. Nancy non sa niente, e io sono…

431.ROUGH          Va bene, va bene. Meglio così. Ma ciò significa che non può ospitarmi in cucina. (Va alla finestra) Allora, dove vuole nascondermi, Elizabeth? Si decida, presto, perché abbiamo poco tempo.

432.ELIZABETH Io non so, signore… A meno che lei non vada in camera da letto. Quella mia e di Nancy, voglio dire.

433.ROUGH          Idea eccellente! Ci andiamo adesso?

434.ELIZABETH Sì, signore. Ma se Nancy torna lassù prima di uscire?

435.ROUGH          Lei pensa a tutto, Elizabeth, ed è una brava ragazza. (Andando alla porta di sinistra) Dove conduce questa porta?

436.ELIZABETH È dove si veste il padrone, e tiene i suoi vestiti. Sì, signore, ci vada pure, lui non la troverà lì. C’è un grande armadio in fondo.

437.ROUGH          (Andando di nuovo alla finestra, e poi ritornando) Con permesso. (ROUGH esce dalla porta a sinistra)

438.BELLA            Oh, Elizabeth…

439.ELIZABETH Va tutto bene, signora, non se la prenda così. Andrà tutto bene.

440.BELLA            Quel signore dovrebbe andar via.

441.ELIZABETH No, signora. Lui sa il suo mestiere, meglio di tutti.

442.ROUGH          (Tornando indietro) Sistemazione perfetta. (Va alla finestra a dare un’occhiata in strada, e vede qualcosa) Eccolo. Adesso dobbiamo sbrigarci davvero. Se ne vada a letto, signora Manningham, presto! E lei, Elizabeth, vada in camera sua. Non fa più in tempo ad andare giù. E abbassi quella luce! (Va ad abbassare uno dei lumi a gas)

443.BELLA            A letto? Devo andare a letto?

444.ROUGH          (Per la prima volta con aria molto agitata) Sì, presto! Sta arrivando! Non capisce? Vada a letto, e resti lì. Elizabeth. La porti lei. Signora, lei ha un forte mal di testa – un forte mal di testa. (Con rabbia, a ELIZABETH) La porti via, santo cielo! (BELLA ed ELIZABETH escono per la destra, lasciando la porta semiaperta. Una luce, che proviene dalla destra, fuori la stanza, illumina la scena. ROUGH le segue, apre completamente la porta e le guarda salire. Poi guarda verso la scala in basso. Torna indietro e ascolta sulla soglia; poi alla finestra, osservando tra le tende chiuse. Torna poi alla porta, e resta immobile, ascoltando attentamente. Dopo una pausa, il rumore della porta d’ingresso che sbatte. ROUGH si irrigidisce, e ascolta ancora. Pausa. All’improvviso chiude la porta completamente, va all’altra porta, quella di sinistra, e passa nello spogliatoio, chiudendo la porta dietro di sé senza fare il minimo rumore. Pausa. JACK apre la porta che dà sulle scale e fa capolino dentro la stanza, poi entra e richiude dietro di sé. La stanza è nella quasi completa oscurità. Pausa; rumore di una sedia smossa. JACK raggiunge il lume a gas e l’accende. Si guarda intorno con fare molto sospettoso. Si leva i guanti e guarda il servizio da tè. Va a suonare il campanello, fischiettando tra sé, si leva il cappello e il mantello con aria di noncuranza, togliendosi la polvere dai pantaloni. Entra ELIZABETH)

445.ELIZABETH Ha suonato, signore?

446.JACK               Sì. (Senza dirle ancora perché ha suonato, mette cappello e mantello su una sedia, e si sposta verso il fuoco, rivolgendo le spalle al caminetto) Dov’è la signora Manningham, Elizabeth?

447.ELIZABETH Penso sia andata a letto, signore; credo che avesse un forte mal di testa, e sia andata a coricarsi.

448.JACK               Ah, certo. E lei sa da quanto è andata a letto la signora?

449.ELIZABETH Da un po’, signore… Credo, signore…

450.JACK               Ah, capisco. Allora dobbiamo far piano, non è vero? Muoverci come i gatti… Lei sa muoversi come i gatti, Elizabeth?

451.ELIZABETH (Cercando di sorridere) Sì, signore; credo di sì, signore.

452.JACK               Benissimo, Elizabeth; allora, cammini come un gatto.

453.ELIZABETH Sì, signore. Grazie, signore. (JACK si avvicina alla tavola per togliersi la giacca; mentre ELIZABETH sta uscendo, la richiama)

454.JACK               Mmm… Elizabeth?

455.ELIZABETH (Tornando indietro) Sì, signore? (JACK tace di nuovo) Ha chiamato, signore?

456.JACK               Sì. Perché non ha portato via il servizio da tè?

457.ELIZABETH Oh, mi scusi, signore. Stavo proprio per farlo, signore.

458.JACK               Sì. È meglio che lo porti via, Elizabeth. (Si sta togliendo la giacca)

459.ELIZABETH Sì, signore. (JACK si toglie la giacca e la posa con cura su una sedia. Si toglie la cravatta) Desidera cenare, signore?

460.JACK               Oh, sì, certo. Il punto è, desidero cenare qui?

461.ELIZABETH Ah, sì, signore. Cenerà fuori, signore?

462.JACK               Sì. Sono tornato per cambiarmi. (Si sta slacciando il colletto. Pausa)

463.ELIZABETH (Fermandosi di nuovo) Vuole un colletto di bucato, signore? Vado a prendergliene uno?

464.JACK               Ah, lei sa dove tengo i miei colletti?

465.ELIZABETH Sì, signore. Li tiene là, nella sua stanza. Devo portargliene uno?

466.JACK               Quante cose sa lei, Elizabeth. Sa anche quale tipo di colletto voglio stasera?

467.ELIZABETH Sì, signore… Credo di sapere il tipo che vuole, signore…

468.JACK               Allora tutto quello che posso  dire è che lei ne sa molto più di me… no… credo che dovrebbe lasciare che io scelga da me il mio colletto… (Va alla porta dello spogliatoio e poi si ferma) O piuttosto, se ho il suo permesso…

469.ELIZABETH (Guardandolo fisso) Sì, signore… sì, signore… (JACK entra nello spogliatoio. ELIZABETH mette sul tavolo il piatto che tiene in mano, abbassa la testa e resta immobile in attesa. Dall’altra stanza non si sente alcun rumore, e passano circa 15 secondi. Infine, JACK esce apparentemente del tutto a suo agio. Si mette la cravatta e si guarda allo specchio che si trova sopra il caminetto durante tutta la conversazione che segue)

470.JACK               Elizabeth, cosa le è sembrato della signora Manningham stasera?

471.ELIZABETH La signora Manningham, signore? In che senso, signore?

472.JACK               Per quanto riguarda il suo stato di salute.

473.ELIZABETH Non so, signore. Certo aveva l’aria di stare molto male.

474.JACK               Sì. Io dubito che lei possa capire fino a che punto la signora stia male. Oppure anche lei ora comincia a capire?

475.ELIZABETH Io non so, signore.

476.JACK               Mi spiace di essere stato costretto a tirare in ballo lei e Nancy questa sera. Forse non avrei dovuto farlo. Sono affari nostri, dopotutto.

477.ELIZABETH Sembra tutto molto triste, signore.

478.JACK               (Sorride, in modo alquanto piacevole) Ho esaurito tutte le mie risorse, Elizabeth. Non so più cosa fare, sa?

479.ELIZABETH Penso di capirla, signore.

480.JACK               Le ho tentate tutte. Gentilezza, pazienza, astuzia… persino durezza per farla tornare in sé. Ma non c’è nulla che possa fermare queste bizzarre allucinazioni. Nulla può farle smettere questi scherzi cattivi.

481.ELIZABETH Dev’essere davvero terribile, signore.

482.JACK               E lei non conosce che una piccola parte di tutto questo… vede soltanto quello che le viene sott’occhio, come le cose di questa sera. Lei non ha la minima idea di cosa succeda nel resto del tempo. (Guardandosi la cravatta) No… questa no, mi sa… (Comincia a disfarla)

483.ELIZABETH Vuole un’altra cravatta, signore?

484.JACK               Sì. (Rientra con noncuranza nello spogliatoio, e ne riesce dopo un momento con un’altra cravatta. La annoda durante la conversazione che segue) Suppongo che lei sappia della madre della signora Manningham, Elizabeth?

485.ELIZABETH No, signore. Cosa le è successo, signore?

486.JACK               Lei non sa come è morta?

487.ELIZABETH No, signore.

488.JACK               Morì in manicomio. Aveva perso completamente il senno.

489.ELIZABETH Ah, signore!… Che cosa orribile, signore!

490.JACK               Sì, orribile, davvero. I medici non poterono far nulla. (Pausa) Lei sa, vero, che presto dovrò far venire un dottore per la signora Manningham? Io ho resistito fino all’ultimo contro questo male, ma non si può più tenere il segreto per molto tempo ancora.

491.ELIZABETH No, signore…

492.JACK               Insomma, lei sa cosa sta succedendo, e può testimoniare di questo, no?

493.ELIZABETH Certamente, signore, sì.

494.JACK               In effetti, lei forse dovrà testimoniare in tribunale, se ne rende conto? (Pausa) Eh?

495.ELIZABETH Sì, signore. Se potessi aiutarli entrambi, signore!

496.JACK               (Mettendo cappello e cappotto) Sì, le credo, Elizabeth. Lei è davvero una buona donna. A volte mi chiedo come faccia a sopportare certe cose in questa casa… in questa casa tenebrosa. Mi chiedo come mai resti ancora. Lei è molto fedele.

497.ELIZABETH (Guardandolo in modo strano, mentre lui non può vederla) Sempre fedele a lei, signore, sempre!

498.JACK               Oh, com’è commovente! La ringrazio, Elizabeth. Sarà ricompensata in seguito per quello che ha detto, in più di una maniera… Lei mi capisce, non è vero?

499.ELIZABETH Grazie, signore. È per servirla, signore.

500.JACK               Sì, lo so, Elizabeth. Bene, io esco. Per la verità, cercherò di stare un poco allegro. Lei mi capisce, o pensa che faccio male?

501.ELIZABETH Oh, no, signore! Si diverta, signore, finché può.

502.JACK               Chissà… sì, chissà… È strana la vita, non è vero? Beh, buonanotte, Elizabeth. (Esce)

503.ELIZABETH Buonanotte, signore… buonanotte. (JACK ha chiuso la porta. Dopo una pausa, ROUGH rientra dallo spogliatoio. Lui ed ELIZABETH restano in piedi a guardarsi. Poi ROUGH va alla finestra e guarda fuori. Si sente sbattere il portone d’ingresso)

504.ROUGH          Aveva ragione a dire che sarà ricompensata, Elizabeth. Ma non nel modo che pensa lui. (Si toglie il mantello. Pausa) Può far venire qui la signora Manningham?

505.ELIZABETH Sì, signore, vado. (Esce, portando con sé il vassoio. ROUGH estrae gli attrezzi dalla tasca del mantello. BELLA compare incontro a ELIZABETH sulla porta)

506.ROUGH          Ah, eccola qui, signora.

507.BELLA            L’ho visto uscire.

508.ROUGH          Ora dobbiamo rimetterci al lavoro.

509.BELLA            Cosa voleva? Perché è tornato?

510.ROUGH          È tornato solo per cambiarsi. Può fare più luce, per favore? (BELLA esegue, e si avvicina a ROUGH che ha ricominciato a trafficare alla scrivania) Adesso diamo un’altra occhiata.

511.BELLA            E se tornasse? Adesso non c’è più nessuna luce a darci il segnale.

512.ROUGH          Ah, anche lei l’ha capito, vero? Ebbene, signora, dobbiamo correre il rischio. Ma sarà un gioco da ragazzi, vedrà. Un po’ di pazienza… e un po’ di abilità. (La porta d’ingresso sbatte) Che cos’è? Vada a dare un’occhiata, la prego. Sembra che ci siano molti disturbatori stasera, non è vero? (BELLA corre alla finestra)

513.BELLA            Tutto a posto. È solo Nancy. Mi ero scordata, di solito lei esce a quest’ora.

514.ROUGH          E usa la porta principale per uscire?

515.BELLA            Oh, sì! Fa proprio così, si comporta come se fosse lei la padrona di casa.

516.ROUGH          Proprio una bella faccia tosta, quella ragazza! (La ribalta della scrivania si apre) Ah, ecco fatto. Escluse le chiavi, la cosa che piace di più ad una serratura è un po’ di gentilezza.

517.BELLA            Sarà capace di chiuderla nuovamente?

518.ROUGH          Sì, non è danneggiata. Adesso vediamo. Non sembra che ci sia granché qui… (Recita) “E quando lei arrivò, l’armadio vuoto trovò…E così il povero ispettore…”

519.BELLA            (Interrompendolo) Che cos’ha in mano? Cos’è? (Gli toglie di mano qualcosa)

520.ROUGH          È solo un conto, credo.

521.BELLA            Sì, proprio così… Un conto. Un conto del droghiere! (Pausa) Mi perdoni se all’inizio ho dubitato di lei, ispettore. Ha ragione; quello è l’uomo più malvagio della terra.

522.ROUGH          Stavolta purtroppo sono io a non seguirla, signora.

523.BELLA            Questa fattura! Stasera era uscito di casa furibondo, perché l’aveva data a me ed era sparita! Aveva minacciato di farmi rinchiudere se non fosse ricomparsa! Ora finalmente comincio a capire.

524.ROUGH          Questa poi! (Prende la fattura) Bene, bene… Il successo di un buon trucco sta nella semplicità, non è vero?

525.BELLA            C’è qualcos’altro lì dentro? Cos’altro c’è?… Guardi, il mio orologio! E la mia spilla! Guardi! Dio mio, eccoli qui! (Tira a sé il cassetto e lo mette sul tavolo)

526.ROUGH          Anche queste sono cose sue, allora?

527.BELLA            Sì, tutti e due. Quest’orologio l’ho perso una settimana fa, e la spilla manca da tre mesi. E lui ha detto che non mi avrebbe fatto più regali perché li perdevo. Ha detto che li avevo nascosti per cattiveria. Oh, ispettore, lei stanotte ha proprio trovato un tesoro!

528.ROUGH          (Andando verso il cassetto sul lato della scrivania) Non proprio, per il momento, purtroppo; o almeno, nulla di così importante per la nostra indagine. Oh, questo è chiuso a chiave…

529.BELLA            (Interrompendolo, e tenendo in mano un altro foglio di carta) Un momento! (Comincia a leggerlo, poi si siede a sinistra del tavolo) Questa viene da mio cugino… mio cugino!

530.ROUGH          La corrispondenza di suo marito con i suoi parenti è così importante in questo momento, signora Manningham?

531.BELLA            Lei non può capire. (Parlando in fretta) Non capisce! Quando mi sposai, venni messa al bando da tutta la mia famiglia. E da quel momento non ho più visto nessuno di loro. Non approvavano la mia scelta. Ho desiderato di rivederli più di ogni altra cosa al mondo. Quando siamo arrivati a Londra, in questa casa, ho scritto loro. Ho scritto due volte, ma non ho mai ricevuto risposta. E adesso capisco il perché! Questa lettera viene da mio cugino!

532.ROUGH          Ah.

533.BELLA            (Legge) “Cara cugina… siamo stati tutti molto felici di avere di nuovo tue notizie.” Molto felici, sente? Poi dice… (Scorrendo rapidamente la lettera con gli occhi) che la sua famiglia è andata a stare in campagna. Che ci dobbiamo rincontrare, e ritornare come ai vecchi tempi… (Mostra segni di commozione) Dice che vogliono tutti vedermi… Che gli dispiace che non sia stata bene… Che devo andare a stare con loro… Che l’aria fresca della campagna… mi farà ritornare le guance più rotonde, e la vita negli occhi… (Scoppiando a piangere) Santo cielo, volevano rivedermi, hanno sempre voluto rivedermi…

534.ROUGH          (Avvicinandosi a lei mentre piange in silenzio) Povera cara! Lei avrà la sua aria di campagna, mia cara, ne avrà quanta ne vorrà. Però, per il momento, ancora non riesco a vedere la vita nei suoi occhi! Ma se avrà coraggio adesso non dovrà aspettare ancora per molto. Allora, avrà coraggio?

535.BELLA            Grazie, ispettore, per avermi mostrato questa lettera. Cosa devo fare adesso?

536.ROUGH          Oh, per il momento stia ad aspettare, signora Manningham. Mi dica, questo cassetto è mai stato aperto, che lei sappia?

537.BELLA            No.

538.ROUGH          No, eh? Lo sospettavo… Sì, questo è un discorso più difficile, purtroppo. (Va al suo cappotto e ne estrae un attrezzo di ferro)

539.BELLA            (Alzandosi per fermarlo) Cosa fa? Vuole forzarlo?

540.ROUGH          Sì, se posso. Non so se…

541.BELLA            Non può farlo! No! Cosa dirò quando tornerà?

542.ROUGH          Non ne ho la minima idea, signora. Però non ho idea nemmeno di cosa le succederà quando tornerà lui, se non trovo abbastanza prove per poterla sottrarre per sempre alle sue amorevoli attenzioni.

543.BELLA            Oh, mio Dio, ho paura! Cosa posso fare?

544.ROUGH          C’è una sola cosa che possiamo fare – andare avanti. Se ci arrendiamo adesso, siamo perduti. Lo forzerò a nostro rischio, sperando di trovare qualcosa. Lei sta dalla mia parte?

545.BELLA            Ma non vede che… Va bene, lo forzi pure. Ma faccia in fretta!

546.ROUGH          Non c’è nessuna fretta, signora. Lui è ben felice di stare dov’è adesso… Allora, io non amo… (sta forzando la serratura) i metodi violenti… di questo tipo… mi sembra di essere un dentista… Ecco! (Rumore di legno che si spacca)Fatto! Diamo un’occhiata.

547.BELLA            (Dopo una pausa in cui lo sta a guardare) C’è qualcosa lì dentro? Eh?

548.ROUGH          (Guardando delle carte) Niente per il momento, purtroppo… Niente… Un momento! No… niente. Purtroppo abbiamo perso la scommessa, signora. 

549.BELLA            Oh, no! Cosa facciamo adesso?

550.ROUGH          Adesso dobbiamo pensare in fretta. Non abbia paura, signora, mi sono trovato in molte situazioni più difficili di questa. Intanto, rimettiamo tutto a posto, va bene? Mi dia l’orologio e la spilla. Dobbiamo rimetterli a posto.

551.BELLA            Sì – eccoli.

552.ROUGH          Grazie, grazie… Adesso dobbiamo ricordarci dove si trovavano. Qui a destra, vero?

553.BELLA            Sì, lì…

554.ROUGH          (Tenendo in alto la spilla) Bel gioiello. Quando gliel’ha regalato?

555.BELLA            Poco dopo il nostro matrimonio. Ma era di seconda mano.

556.ROUGH          Di seconda mano, eh? Mi spiace che lei abbia avuto tutto di seconda mano da questo gentiluomo, signora. Mah, credo che così vada bene. Ora devo richiudere questo a chiave, se ci riesco… (Ha quasi chiuso la ribalta della scrivania) Come ha saputo che era di seconda mano, signora Manningham?

557.BELLA            C’è un’iscrizione affettuosa dedicata a qualcun altro all’interno.

558.ROUGH          (Con aria disinteressata) Ah… davvero? Perché non me l’ha detto?

559.BELLA            L’ho scoperto anche io solo poco tempo fa.

560.ROUGH          Ah, sì? (Apre la scrivania e tira fuori la spilla) Sa, signora? Io ho la sensazione di averla già vista da qualche parte, questa spilla. Dov’è l’iscrizione che mi ha detto?

561.BELLA            È una specie di trucco; l’ho scoperto soltanto per puro caso. Tiri la spilla dalla parte di dietro, e vedrà che si muove prima a destra, poi a sinistra. Si apre come una stella.

562.ROUGH          Ah, sì… ecco! (Apre il gioiello) Strano! E cosa sono questi spazi vuoti?

563.BELLA            C’erano delle perline in quegli spazi, ma erano tutte staccate e cadevano, e così le ho tolte.

564.ROUGH          Delle perline… Le ha tenute, per caso?

565.BELLA            Sì, credo di sì; le ho messe in un vaso.

566.ROUGH          Posso vederle, per favore?

567.BELLA            Sì. (Si avvicina ad un vaso sul camino) Dovrebbero essere ancora qui dentro.

568.ROUGH          Dovrebbero essercene nove in tutto, credo.

569.BELLA            Sì, penso proprio di sì… eccole. Ce n’è qualcuna.

570.ROUGH          Mi fa vedere, per favore? Ecco, grazie… Può cercare di trovarle tutte? È mai riuscita a leggere questa iscrizione, signora?

571.BELLA            Sì, l’ho letta. Perché?

572.ROUGH          “All’adorata A. B. da C. B.; milleottocentocinquantuno”. Non le ricorda niente?

573.BELLA            No… dovrebbe?

574.ROUGH          Eppure mi sembrava così semplice… Ha trovato le altre? Dovrebbero essercene altre quattro.

575.BELLA            Sì; eccole.

576.ROUGH          Grazie. Eccole tutte qui. (Le mette sulla spilla) Mi dica, signora, non è mai stata abbracciata da un anziano ex ispettore in maniche di camicia?

577.BELLA            Cosa vuol dire?

578.ROUGH          Perché questo è proprio quel che sta per succederle! (Appoggia la spilla sul tavolo e le si avvicina) Mia cara signora Manningham… (La abbraccia e la bacia) Mia carissima signora Manningham! Non capisce?

579.BELLA            No… cos’è che la fa gioire così?

580.ROUGH          (Si scosta e prende in mano la spilla) Eccoli, signora! I rubini dei Barlow; tutti quanti! Dodicimila sterline qui, davanti a lei! Li guardi bene, prima che vengano consegnati alla Regina.

581.BELLA            Ma non è possibile, non è possibile! Sono stati sempre in quel vaso…

582.ROUGH          Ma non vede? Davvero non riesce a capire? È qui che la vecchia signora nascondeva il suo tesoro durante la notte – in un comunissimo ninnolo che lei portava addosso tutto il giorno. Lo sapevo che l’avevo già visto da qualche parte; e sa dove? Nei ritratti della vecchia signora, quando indagavo su questo caso. Lei lo portava appuntato sul petto, me ne ricordo benissimo anche se è una cosa di vent’anni fa. Vent’anni fa… Dio del cielo, io sono un uomo fortunato!

583.BELLA            Ed io che l’ho avuto con me tutto questo tempo… tutto questo tempo!

584.ROUGH          E tutto perché lui non è riuscito a resistere alla tentazione di fare un piccolo furto in un gioco molto più grande… Beh, ora tocca a me fare il grande gioco. (Accenna ad andarsene)

585.BELLA            Se ne va?

586.ROUGH          Eh, sì. Io devo proprio andare. (Comincia a raccogliere i suoi oggetti, la giacca) E anche di gran fretta!

587.BELLA            Dove va? Mi lascia qui? Cosa pensa di fare adesso?

588.ROUGH          Devo far muovere il cielo e la terra, signora, e se avrò un po’ di fortuna tornerò stanotte. (Guarda l’orologio) È ancora molto presto… A che ora pensa che tornerà suo marito?

589.BELLA            Non so, di solito non rientra prima delle undici.

590.ROUGH          Sì, credo anche io; speriamo. E questo mi darà tempo. Ecco, mi dia la spilla; l’ha chiusa bene? (Prende la spilla) Rimettiamola dove l’abbiamo trovata.

591.BELLA            Ma lei cosa farà ora?

592.ROUGH          Per essere precisi, non si tratta di cosa farò io, ma di cosa farà il Governo di Sua Maestà, nella persona di Sir George Raglan. Sì, signora, Sir George Raglan, proprio lui in persona, colui che è al di sopra di ogni altra autorità. Egli sa che stasera mi trovo qui, anche se non sa che avrei trovato quello che ho trovato… (Pausa. Guarda il cassetto scassinato) Sì… Per questo non c’è niente da fare, purtroppo… dovremo correre questo rischio e basta. Ora, signora Manningham, lei potrà servire il corso della giustizia nel migliore dei modi semplicemente andandosene a letto. Le spiacerebbe andare a letto?

593.BELLA            No, ci vado subito.

594.ROUGH          Benissimo, allora; ci vada, e ci resti. Il suo mal di testa è peggiorato. Si senta male. Faccia qualsiasi cosa, ma stia a letto. Penserò io ad uscire, senza il suo aiuto.

595.BELLA            (Con ansia improvvisa) Non mi lasci! La prego, non mi lasci! Ho come la sensazione di… non mi lasci!

596.ROUGH          La sensazione di… cosa?

597.BELLA            La sensazione che succederà qualcosa di brutto se lei mi lascia sola. Ho paura! Non ho il coraggio!

598.ROUGH          Abbia la bontà di smetterla di rendersi ridicola, signora. Ecco il suo coraggio. (Le dà la bottiglia di whisky) Ne prenda ancora, ma non si ubriachi, e non lo lasci in giro. Arrivederci. (Va alla porta)

599.BELLA            Ispettore…

600.ROUGH          Sì?

601.BELLA            (Facendosi coraggio) Va bene… Arrivederci.

602.ROUGH          Arrivederci. (Ha appena chiuso la porta e la riapre) Signora Manningham…

603.BELLA            Sì?…

604.ROUGH          Va bene… arrivederci. (Esce. BELLA resta in piedi, con gli occhi fissi alla porta, mentre cala il sipario)

SIPARIO

FINE SECONDO ATTO


ATTO TERZO

Sono le undici della stessa sera. La stanza è al buio, ma la porta è aperta, e nel corridoio, fuori, si intravede una debole luce. Si ode il rumore del portone d’ingresso che si chiude, e dei passi sulle scale. Sulla porta di sinistra appare JACK. Canticchia tra sé e sé. Si ferma a spegnere la luce nel corridoio. Entra nella stanza e accende la luce a gas. A passi lenti ma decisi va alla corda del campanello, e la tira; poi si avvicina al fuoco e comincia a rattizzarlo. NANCY fa capolino alla porta di sinistra; anche lei è appena arrivata, ed è ancora vestita da passeggio.

605.NANCY            Sì, signore? Ha suonato, signore?

606.JACK               (Posando l’attizzatoio e alzandosi) Sì, Nancy, ho suonato. Si direbbe che tutta la casa sia andata a dormire senza lasciarmi pronti il latte e i biscotti.

607.NANCY          Oh, mi dispiace, signore. Sono qua fuori, glieli porto subito. Di solito è la signora Manningham che glieli porta, vero, signore? La cuoca è a letto adesso, e io sono appena arrivata.

608.JACK               Oh, certo, Nancy. Allora, lei potrebbe fare la parte della signora e portarmeli qui in camera.

609.NANCY          Certo, signore.

610.JACK               E prima di farlo, Nancy, può per favore andare di sopra e dire alla signora che desidero vederla qui.

611.NANCY          Sì, signore. Certo, signore. (Esce. JACK cammina per la stanza, sempre canticchiando, e si toglie il mantello. È in piedi vicino al fuoco quando rientra NANCY, portando una brocca, un bicchiere e un vassoio di biscotti, che posa sul tavolo)

612.JACK               Allora, Nancy, è andata di sopra?

613.NANCY          Sì, signore. La signora dice che ha il di testa e che sta cercando di dormire.

614.JACK               Oh… ha ancora mal di testa, eh?

615.NANCY          Sì, signore. Desidera altro?

616.JACK               Ha mai visto un momento in cui la signora non avesse mal di testa, Nancy?

617.NANCY          No, signore. Quasi mai, signore.

618.JACK               Lei di solito fa il suo lavoro domestico in abiti da passeggio, Nancy?

619.NANCY          Signore, le ho detto che ero appena rientrata, ed ho sentito il campanello per caso.

620.JACK               Sì, è proprio questo il punto.

621.NANCY          Cosa vuol dire, signore?

622.JACK               Può farmi la cortesia di avvicinarsi, Nancy? Così potrò vederla meglio. (NANCY si avvicina. I due si guardano in modo strano) ha idea di che ora sia?

623.NANCY          Sì, signore, circa le undici e un quarto.

624.JACK               Si rende conto che lei è rientrata appena mezzo minuto prima di me?

625.NANCY          Sì, signore. Mi è anche sembrato di vederla, signore.

626.JACK               Ah – le è sembrato di vedermi. Beh, certamente io ho visto lei.

627.NANCY          Sì, signore?

628.JACK               Nancy, si è mai resa conto di quanta libertà le venga lasciata in questa casa?

629.NANCY          Non so, signore, non so cosa intenda con “libertà”.

630.JACK               Libertà nel senso di tempo libero – persino due sere fuori alla settimana.

631.NANCY          Sì, signore.

632.JACK               Tutto questo va benissimo. Però, non va benissimo che lei rientri tardi quanto il padrone di casa. Dovremmo badare a certe apparenze, sa?

633.NANCY          Sì, signore, dovremmo proprio. (Fa per andarsene)

634.JACK               Nancy…

635.NANCY          Sì, signore?

636.JACK               (In tono più benevolo) Ad ogni modo, dove mai è stata questa sera?

637.NANCY          Solo con degli amici, signore.

638.JACK               Sa, Nancy, che quando lei parla di “amici” io ho la strana idea che lei intenda amici di sesso maschile?

639.NANCY          Sì, signore. È possibile, signore.

640.JACK               E lei sa che gli amici di sesso maschile sono soliti prendersi certe libertà con le signorine come lei? Se ne rende conto?

641.NANCY          Oh, no, signore! Non con me! Io so badare a me stessa!

642.JACK               Lei è sempre così decisa nel badare a se stessa?

643.NANCY          No, signore. Probabilmente non sempre.

644.JACK               Sa, Nancy, per quanto sia grazioso il cappellino che porta, non è bello come i suoi capelli… Non vuole levarlo e farmeli vedere?

645.NANCY          Va bene, signore. Nessun problema. (Si toglie il cappellino) Ecco… desidera altro, signore?

646.JACK               Sì, forse… Vuole venire qui, Nancy?

647.NANCY          Sì, signore. (Si avvicina) Desidera altro, signore? (JACK le mette le braccia sulle spalle. Lei cambia tono) Cosa desidera, eh? Cosa desidera?… (JACK cerca di baciare NANCY, lei gli sfugge beffarda ma decisa) Che c’è? Lei non è capace di farlo?

648.JACK               Di chi sta parlando, Nancy?

649.NANCY          Lo sa bene di chi sto parlando.

650.JACK               Sa, Nancy, lei è una ragazza notevole sotto molti punti di vista. Io credo che sia gelosa della sua padrona!

651.NANCY          (Ironica durante tutto il dialogo che segue) ah, sì?

652.JACK               Beh, sì, Nancy, credo di sì. Però io penso – e anche lei, non è vero? – che sarebbe meglio se una sera ci incontrassimo in un ambiente diverso.

653.NANCY          Sì? E dove?

654.JACK               Glielo farò sapere domani.

655.NANCY          Come può farmelo sapere, quando c’è lei in giro?

656.JACK               Oh, troverò un modo. Ora, è meglio che vada. Io ho da fare. Su, vada, ho del lavoro da fare.

657.NANCY          Del lavoro? Che lavoro? Cosa deve fare?

658.JACK               Oh… devo scrivere delle lettere. Su, vada, Nancy, da brava.

659.NANCY          Molto bene, signore. Sarà lei il padrone, ancora per un po’. Buonanotte! (Esce. JACK apre la scrivania e si siede. Poi si alza, estrae delle carte dalla tasca del mantello e si risiede. Prende la penna e comincia a scrivere. Si alza, e si mette sul lato della scrivania, cercando un’altra chiave nel mazzo. La trova, e la infila nella serratura. Si ferma, accorgendosi che la serratura è stata forzata. La esamina con attenzione. Fruga fra i documenti, poi tira fuori tutto il cassetto, e fruga tra le carte sul tavolo. Quindi va verso la porta, ed esita. Va alla corda del campanello, e la tira. Torna al cassetto e lo rimette nella scrivania. Canticchia di nuovo. Rientra NANCY)

Sì? Che c’è adesso?

660.JACK               Nancy, per favore, può salire a portare un mio messaggio alla signora Manningham?

661.NANCY          Sì. Cosa vuole che le dica?

662.JACK               Vuol dirle per favore che deve venire qui immediatamente? Anche se ha mal di testa o qualunque altro malanno.

663.NANCY          Esattamente così, signore?

664.JACK               Esattamente così, Nancy.

665.NANCY          Bene, signore. (NANCY esce. JACK osserva ancora il cassetto attentamente, e ricomincia a canticchiare. Ritorna al caminetto, e resta in piedi con la schiena verso il fuoco, ad aspettare, rientra NANCY) Non vuole venire.

666.JACK               (Facendo un passo in avanti) Cosa vuol dire, Nancy – non vuole venire?

667.NANCY          Ha detto che non può venire – non sta abbastanza bene da poter scendere.

668.JACK               Davvero? Allora mi costringe a comportarmi in modo indegno di un gentiluomo. (Va verso la porta) Va bene, Nancy, me ne occupo io.

669.NANCY          La porta è chiusa a chiave, ho provato ad aprirla.

670.JACK               Oh, davvero? La porta è chiusa a chiave, eh? Molto bene… (Passa oltre NANCY)

671.NANCY          Non la lascerà entrare. Lo capisco dalla sua voce. Vuole sfondare la porta?

672.JACK               No… Forse ha ragione lei, Nancy… tentiamo dei mezzi più raffinati per raggiungere il nostro fine… (Va alla scrivania) Forse avrà voglia di portare un biglietto a quella disgraziata fuori di senno, e passarglielo sotto la porta.

673.NANCY          Sì, certo. Che cosa intende scriverle?

674.JACK               Non ha importanza. Le dico cosa può fare lei, Nancy.

675.NANCY          Che cosa?

676.JACK               Vada in cantina, e porti qui il cagnolino.

677.NANCY          Il cagnolino?

678.JACK               Sì, il cagnolino.

679.NANCY          Ma che razza di gioco è questo?

680.JACK               Non faccia domande. Vada giù e lo prenda. Va bene?

681.NANCY          D’accordo.

682.JACK               (Mentre NANCY è sulla porta) Anzi, a pensarci bene, non c’è nemmeno bisogno che vada a prenderlo. Le faremo credere che abbiamo noi il cane. Sarà una cosa ancora più raffinata… Ecco, Nancy; per favore, vada a passarglielo di sotto la porta.

683.NANCY          (Pausa) Che intenzioni ha? Cosa ha scritto qui?

684.JACK               Niente di importante. Solo un po’ di fumo per fare uscire i topi dalla tana. Ecco; vada, su!

685.NANCY          Lei è proprio un bel furfante, vero? (Alla porta) Non posso guardare?

686.JACK               Su, vada, Nancy. (NANCY esce. Rimasto solo, JACK chiude a chiave il coperchio della scrivania. Poi, va a mettere con attenzione una poltrona di fronte al caminetto, come per preparare una cerimonia. Guarda attorno nella stanza. Quindi prende posto davanti al caminetto, e aspetta. NANCY rientra)

687.NANCY          Sta arrivando.

688.JACK               Ah… Proprio come pensavo. Molto bene, Nancy. Ora, le sarei obbligato se se ne andasse subito a letto.

689.NANCY          Bene… Buonanotte. (Ironica) Le dia quello che si merita, eh?

690.JACK               Buonanotte, Nancy.

691.NANCY          Ciao ciao. (BELLA compare sulla porta) Signora, forse mi vorrà fare la cortesia di lasciarmi passare. (BELLA non risponde ma si scosta. NANCY esce. Dopo una lunga pausa, JACK le passa accanto e va alla porta di sinistra. La apre e guarda in corridoio per accertarsi che NANCY non sia lì davanti. Poi torna indietro, si mette con le spalle al caminetto e la guarda)

692.JACK               Per favore, vieni a sederti qui in questa poltrona, Bella.

693.BELLA            (Senza muoversi) Dov’è il cane? Dove hai messo il cane?

694.JACK               Il cane? Quale cane?

695.BELLA            Hai detto che avevi con te il cane. Gli hai fatto del male? Dov’è?

696.JACK               Io gli ho fatto del male? Questo è strano detto da te, Bella, dopo quello che gli hai fatto tu poche settimane fa. Vieni a sederti qui.

697.BELLA            Non ho voglia di parlare con te. Io non sto bene. Credevo che avessi con te il cane e che volessi fargli del male. È per questo che sono scesa giù.

698.JACK               Il cane, mia cara Bella, era solo un’astuzia per spingerti a farmi una visita senza dover alzare la voce. Vieni a sederti qui dove ti ho detto.

699.BELLA            No. Me ne vado.

700.JACK               (Gridando) Vieni a sederti qui dove ti ho detto!

701.BELLA            (Venendo avanti) Sì… Sì… che cosa vuoi?

702.JACK               Oh, bene, Bella. Siediti qui, mettiti comoda. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. (BELLA si siede e subito si rialza)

703.BELLA            Voglio andarmene. Non mi puoi tenere qui. Me ne vado.

704.JACK               (Con calma) Siediti, Bella, e mettiti comoda. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

705.BELLA            (Andando ad una sedia diversa da quella che le era stata indicata, più vicina alla porta) Dimmi quello che mi devi dire.

706.JACK               Non ti stai sedendo sulla sedia che ti avevo indicato io, Bella.

707.BELLA            Cosa mi devi dire?

708.JACK               Ti devo dire che non sei seduta sulla sedia che ti ho indicato io. Hai paura di me, che vuoi stare così vicina alla porta?

709.BELLA            No, non ho paura di te.

710.JACK               Bene. Allora hai un bel coraggio, mia cara. Comunque, ora vuoi sederti dove ti ho indicato? (BELLA attraversa lentamente la scena e obbedisce) Sai a cosa mi fai pensare, Bella, mentre attraversi questa stanza?

711.BELLA            No. A cosa?

712.JACK               A una sonnambula. Hai mai visto una sonnambula, Bella?

713.BELLA            No, mai.

714.JACK               No? Non hai mai visto quello strano sguardo vitreo proprio di una mente che vacilla? Non hai mai visto quel corpo che agisce senza che sia l’anima a guidarlo? Mi è sembrato spesso che tu avessi quest’aspetto, ma mai l’impressione è stata forte come questa sera.

715.BELLA            La mia mente non vacilla.

716.JACK               Ah, no? Quando sono rientrato stasera, Bella, mi hanno detto che eri andata a letto.

717.BELLA            È così. Ero andata a letto.

718.JACK               Allora, posso chiederti com’è che sei ancora completamente vestita? (BELLA non risponde) Hai sentito cosa ho detto?

719.BELLA            Sì, ho sentito.

720.JACK               Allora vuoi dirmi perché, dato che eri andata a letto, sei ancora completamente vestita?

721.BELLA            Non lo so.

722.JACK               Non lo sai? E sai qualcuna delle cose che fai?

723.BELLA            Non lo so. Mi sono dimenticata di svestirmi.

724.JACK               Ti sei dimenticata di svestirti. Una dimenticanza curiosa, se mi permetti, Bella. Sai, tu mi dai l’impressione di avere fatto qualcosa di molto eccitante da quando ti ho vista l’ultima volta. Quasi come se stessi macchinando qualcosa… Stavi macchinando qualcosa?

725.BELLA            No. Non so di che parli.

726.JACK               Hai trovato quella fattura che ti avevo detto di cercare?

727.BELLA            No. (JACK va verso il latte sulla tavola)

728.JACK               Ti ricordi cosa ti dissi che sarebbe capitato se non avessi trovato la fattura entro il mio rientro questa sera?

729.BELLA            No.

730.JACK               No? (Si versa del latte nel bicchiere) No? (BELLA non risponde) Sono sposato con un’idiota, Bella, oltre a tutto il resto? L’elenco delle tue deficienze fisiche e mentali sta crescendo al punto da diventare soverchiante. Ti consiglio di rispondermi.

731.BELLA            Cosa vuoi che ti dica?

732.JACK               Ti ho chiesto se ti ricordi una cosa. (Torna verso il camino con il bicchiere di latte) Su, Bella, cosa ti ho chiesto di ricordare?

733.BELLA            Non riesco a capire le tue parole. Tu parli, parli, le tue parole girano a vuoto; e fai girare anche la mia testa.

734.JACK               Non c’è bisogno che me lo dica tu, questo, Bella. Ma mi chiedo se la tua testa potrebbe interrompere i suoi giri per una frazione di secondo e concentrarsi sulla conversazione che stiamo facendo adesso. Su, per favore, che cos’è che ti ho chiesto se ti ricordavi, un momento fa?

735.BELLA            (Con tono sofferente) Mi hai chiesto se mi ricordavo di cosa avevi detto che mi sarebbe successo se non avessi ritrovato la fattura.

736.JACK               Sei ammirevole, mia cara! Ammirevole! Possiamo ancora farti diventare una grande pensatrice – come Socrate – come un altro John Stuart Mill! Passerai alla storia come la mente più fulgida dei nostri giorni! Sempre che la tua situazione attuale non ti sommerga, e non ti porti via dalle persone che ti circondano. E c’è il rischio che questo accada, lo sai bene, e in più di una maniera. Bene – e cosa avevo detto che avrei fatto se tu non avessi trovato quella fattura?

737.BELLA            Avevi detto che mi avresti fatto rinchiudere.

738.JACK               Proprio così. E tu credi che io sia un uomo di parola? (Pausa. BELLA non risponde) Vedi, Bella, in questa mia vita io ho avuto svariate ed importanti esperienze, e ho forgiato certi principi a guida delle mie azioni. In effetti, mi piace pensare di saper bene come trattare i miei simili. E l’ho imparato molto presto – a scuola, per essere precisi. Sai, lì c’erano due modi per ottenere quello che volevi. Uno era di procedere secondo il piano intellettuale, l’altro secondo il piano fisico. Se uno dei due falliva, bisognava usare l’altro. E questa lezione l’ho portata con me durante la mia vita. Fino ad ora, con te, ho lavorato sul piano intellettuale, con quanta sopportazione e pazienza lascio a te giudicare. Ma adesso credo che sia arrivato il momento di lavorare anche sull’altro piano... Tu ti rendi conto che io ho una certa forza e determinazione… (BELLA lo guarda improvvisamente) Perché mi guardi, Bella? Ho detto che sono un uomo che possiede una certa forza e determinazione, e sono pienamente capace di andare in una direzione come nell’altra… Lascio alla tua immaginazione di comprendere bene quello che voglio dire… Ma adesso stiamo deviando dal nostro discorso… Tu non hai trovato la fattura che ti avevo detto di trovare.

739.BELLA            No.

740.JACK               L’hai cercata? (Va verso la scrivania)

741.BELLA            Sì.

742.JACK               Dove l’hai cercata?

743.BELLA            Oh, in giro per la stanza…

744.JACK               In giro per la stanza. Dove nella stanza? Nella mia scrivania, per esempio?

745.BELLA            No – nella tua scrivania no.

746.JACK               E perché nella mia scrivania no?

747.BELLA            Perché è chiusa a chiave.

748.JACK               E così tu credi di potermi mentire?

749.BELLA            Non sto mentendo.

750.JACK               Vieni qui, Bella.

751.BELLA            (Avvicinandosi a lui) Che cosa vuoi?

752.JACK               Ora ascoltami. La tua mente obnubilata, confusa e delirante ti ha portato a farmi dei begli scherzi questa sera, vero?

753.BELLA            La mia mente è stanca. Voglio andare a letto.

754.JACK               Certo, la tua mente è stanca. È così stanca che ha smesso completamente di funzionare. Tu non pensi più: tu sogni. Tu sogni tutto il giorno. Tu sogni tutto. Tu fai dei sogni maligni, ed incessanti. Non lo capisci ancora? Tu, pazza di una sonnambula, che cosa hai sognato questa sera? Dove ti ha portato a sognare la tua mente? A scassinare la mia scrivania? Quali strampalati sogni malati hai fatto questa sera, eh?

755.BELLA            Sogni? Stai dicendo che ho sognato… Che tutto quello che è accaduto è stato un sogno?

756.JACK               Tutto quello che è accaduto quando, Bella? Questa sera? Ma certo che hai sognato tutto quello che è accaduto – o piuttosto quello che non è accaduto.

757.BELLA            Un sogno… questa sera… stai dicendo che ho sognato? Oh, mio Dio… ho sognato… ho sognato di nuovo?

758.JACK               Cosa ti ho detto?

759.BELLA            (Urlando) Io non ho sognato! No! Non mi dire che ho sognato! In nome del cielo, non mi dire questo!

760.JACK               (Gridando allo stesso tempo, e spingendola a sedersi su una piccola sedia a sinistra) Siediti, e sta’ zitta! Siediti! (Con tono più calmo, e incuriosito) Cos’era questo sogno che hai fatto, Bella? Mi interessa.

761.BELLA            Ho sognato un uomo… (Con tono isterico) Ho sognato un uomo…

762.JACK               (Molto incuriosito) Hai sognato un uomo, Bella? Che uomo hai sognato, puoi dirmelo?

763.BELLA            Un uomo. Un uomo che era venuto a trovarmi. Lasciami stare! Lasciami riposare!

764.JACK               Controllati, Bella. Di che uomo stai parlando?

765.BELLA            Ho sognato che era venuto qui un uomo.

766.JACK               Lo so che l’hai sognato, specie di delirante rottame! E voglio saperne di più di quest’uomo del tuo sogno. Hai capito?

767.BELLA            Ho sognato… Ho sognato… (Dallo spogliatoio entra ROUGH)

768.ROUGH          Forse io facevo parte di questo suo strano sogno, signora Manningham? Forse la mia presenza la aiuterà a ricordare.

769.JACK               (Dopo una pausa) Posso chiederle chi diavolo è lei, e come è entrato qui?

770.ROUGH          Beh, chi io sia non è molto chiaro. Secondo ogni apparenza, io non sono che una creazione della fantasia della signora Manningham. E quanto a come sono entrato qui, io sono venuto, o meglio, sono tornato, o meglio ancora, ho fatto un’entrata qui pochi minuti prima di lei, e sono rimasto nascosto fin da allora.

771.JACK               E potrebbe essere così gentile da dirmi cosa fa qui?

772.ROUGH          Sto aspettando degli amici, signor Manningham. Sto solo aspettando degli amici. Signora Manningham, non crede che farebbe bene ad andarsene a letto? Ha l’aria molto stanca.

773.JACK               Signore, non crede che dovrebbe spiegarmi il motivo per cui lei è qui?

774.ROUGH          Beh, essendo io una creazione della mente della sua signora, essendo solamente un fantasma, non è facile trovare un motivo della mia presenza qui. Mi dica, signor Manningham, lei riesce a vedermi? Sua moglie certamente sì, ma per lei deve essere più difficile. Forse, se lei torna in camera sua, io svanirò e lei non verrà più disturbato.

775.JACK               Bella, va in camera tua. (BELLA va alla porta, guardando fissamente i due, alternativamente con stupore e preoccupazione) Una volta chiarito cosa significa tutto ciò, mi occuperò di te al momento giusto.

776.BELLA            Io…

777.JACK               Va in camera tua. Ti richiamerò giù dopo. Non ho ancora finito con te, signora mia! (BELLA li guarda ancora tutti e due ed esce)

778.ROUGH          Lo sa? Io ho l’impressione che lei qui si sbagli, Manningham. Credo invece che sia proprio così.

779.JACK               Così cosa?

780.ROUGH          Che lei abbia finito con sua moglie, amico mio. (Si siede in poltrona con l’aria di essere perfettamente a suo agio)

781.JACK               Ed ora, signore, può avere la bontà di dirmi il suo nome e il motivo della sua visita?

782.ROUGH          Io non ho nome, Manningham, o almeno non ce l’ho nella mia veste attuale. Come ho detto, io sono solo uno spirito. Forse sono lo spirito di qualcosa che lei ha evitato per tutta la sua vita – ma, comunque, solo uno spirito. Ha voglia di fare due chiacchiere in compagnia di uno spirito? Forse dovremo aspettare ancora qualche tempo.

783.JACK               Signore, vuole spiegarmi perché è qui? Altrimenti chiamerò un poliziotto per costringerla ad andarsene.

784.ROUGH          Ah, ottima idea! Io stesso non avrei potuto pensarne una migliore! Sì, Manningham, chiami un poliziotto per costringermi ad andarmene… (Pausa) Ma perché aspetta?

785.JACK               Perché in alternativa, signore, posso farla uscire io stesso.

786.ROUGH          (Alzandosi e ponendoglisi di fronte) Certo; ma perché non chiama la polizia?

787.JACK               (Dopo una pausa) Signore, lei mi dà l’impressione di avere qualche asso nella manica. Vuole proseguire ciò che stava dicendo?

788.ROUGH          Sì, certo. A che punto ero? Ah, sì. (Pausa) Mi scusi, Manningham, ma lei ha la stessa sensazione che ho io?

789.JACK               Quale sensazione?

790.ROUGH          La sensazione che in questa stanza la luce stia calando.

791.JACK               No, non l’ho notato.

792.ROUGH          Sì… certo… ecco! (La luce si affievolisce lentamente) Fa impressione, non è vero? Adesso siamo pressoché al buio… Perché crede che sia successo questo? Lei non crede che sia stata accesa una luce in qualche altra parte della casa? Che ci siano altri spiriti – altri spiriti, miei compagni – spiriti che stanno circondando la casa – spiriti di giustizia, addirittura, che finalmente riescono a prenderla, signor Manningham?

793.JACK               Lei è impazzito, signore?

794.ROUGH          No, signore. Io sono solo un vecchio che vede i fantasmi. Deve essere l’atmosfera di questa casa. (Cammina in su e in giù) Li vedo dappertutto. È strano davvero! E sa qual è uno di questi fantasmi che vedo io, signor Manningham? Lei non ci crederebbe.

795.JACK               Quale fantasma sta vedendo, di grazia?

796.ROUGH          Ecco, è il fantasma di una vecchia signora, signor Manningham. Il fantasma di una vecchia signora di venti anni fa… una vecchia signora che una volta viveva in questa casa, anzi, proprio in questa stanza. Sì, proprio così, in questa stanza. Che strane cose vede la mia immaginazione!

797.JACK               Ma che sta dicendo?

798.ROUGH          La vedo proprio chiaramente, signore… Una vecchia signora che si sta preparando per andare a letto – proprio in questa stanza – una vecchia signora che si prepara a salire alla sua camera da letto al termine della giornata. Eccola lì! Sta proprio seduta lì. E ora mi pare di vedere un altro fantasma… (Pausa. Sta guardando JACK) Vedo il fantasma di un giovane, signor Manningham. Un bel giovane, alto e ben vestito. Ah, che Dio mi protegga! Potrebbe essere lei, signor Manningham! (Pausa) La vecchia signora lo vede. Ma lei non la vede, tutta la scena? La vecchia grida, grida invocando aiuto; e grida finché la sua gola è tagliata, squarciata con un coltello. Ed ecco che lei giace morta sul pavimento – il pavimento di questa stanza in questa casa. (Pausa) Ora non vedo più quel fantasma.

799.JACK               Cos’è questo gioco, eh? A che gioco sta giocando?

800.ROUGH          (Alzandosi dalla sedia, e mettendosi di fronte a JACK) Ma vedo ancora il fantasma dell’uomo. Lo vedo, mentre mette a soqquadro la casa, per tutta la notte, un’ora dopo l’altra, una stanza dopo l’altra, strappando, rovesciando ogni cosa, cercando forsennatamente qualcosa che non riesce a trovare. Poi passano vent’anni, e dov’è quest’uomo? Ma guardi, signore, non è forse di nuovo nella stessa casa, la casa che aveva saccheggiato, la casa in cui aveva cercato a lungo – e ora quest’uomo non sta di fronte al fantasma della signora che aveva ucciso, nella stanza in cui l’aveva uccisa? È un uomo paziente, un uomo metodico, ma forse ha aspettato troppo a lungo. Sì, perché anche la Giustizia ha aspettato, ed eccola qui, nella mia persona, a reclamare ciò che le è dovuto. E la Giustizia, amico mio, ha trovato in un’ora ciò che lei ha cercato per vent’anni, e non è riuscito a trovare. Guardi che cosa ha trovato la Giustizia! (Va verso la scrivania) Prima una fattura smarrita da sua moglie. Poi, una lettera che non era mai arrivata a sua moglie. Poi una spilla che lei aveva regalato a sua moglie, ma che ella aveva smarrito. Che moglie cattiva e distratta! Però, in verità, lei non ne conosceva il reale valore. Come poteva sapere che conteneva i rubini dei Barlow? Guardi! (Apre la spilla) Ecco, dodicimila sterline qui, davanti ai suoi occhi! Eccoli qua, amico mio! Per questi lei ha ucciso una donna e ha cercato di portarne un’altra alla pazzia. E per tutto questo tempo, essi stavano nella sua scrivania, e tutto quello che le hanno portato è un cappio attorno al collo! Bene, il gioco è finito, Sydney Power, e io le suggerisco di prendere la cosa con filosofia.

801.JACK               Signore, mi pare che lei possieda delle informazioni molto interessanti. E lei crede di poter lasciare questa stanza con queste informazioni in suo possesso? (Si avvia alla porta di sinistra come per chiuderla a chiave)

802.ROUGH          E lei, signore, crede di poter lasciare questa stanza senza una buona scorta?

803.JACK               Posso chiederle cosa intende dire con queste parole?

804.ROUGH          Solamente che ci sono già dei miei uomini in questa casa. Non ha capito che sono stati loro a darmi il segnale del loro arrivo là sopra, signor Manningham? Lo stesso che dava lei quando arrivava. Ecco cosa voleva dire la luce che si abbassava!

805.JACK               (Pausa. Guarda ROUGH) Ehi, lei… Ma che diavolo è questo? (Si precipita verso la porta, alla quale sono apparsi DUE POLIZIOTTI) Ah, signori, prego, entrino! Si mettano comodi. Ecco. (Fa un balzo per fuggire) Lasciatemi! Avete capito? Lasciatemi! Che modi! Che maniere! (Segue una colluttazione, nella quale i POLIZIOTTI costringono JACK su una sedia. ROUGH, vedendo che hanno bisogno di aiuto, va alla finestra e taglia il cordone delle tapparelle, che cadono rumorosamente. JACK viene legato saldamente alla sedia con il cordone. Poi, un POLIZIOTTO dà un foglio a ROUGH)

806.ROUGH          (Avanzando verso JACK) Sydney Charles Power, ho qui un mandato di arresto per lei, per l’assassinio di Alice Barlow. L’avverto che qualunque cosa lei dirà da questo momento potrà essere messo per iscritto e utilizzato come prova in futuro. Ha intenzione di accompagnarci tranquillamente alla stazione di polizia? A noi farà un favore, e sarà anche nel suo interesse, signor Power, se verrà con noi senza resistere. (JACK ricomincia a lottare) Molto bene, portatelo via… (I POLIZIOTTI si accingono a portarlo via, quando entra BELLA. Silenzio)

807.BELLA            Ispettore Rough…

808.ROUGH          (Andando verso di lei) Su, mia cara, non crede che sia meglio…

809.BELLA            (Con voce debole) Ispettore…

810.ROUGH          Sì?

811.BELLA            Voglio parlare con mio marito.

812.ROUGH          Suvvia, di certo non v’è nulla da…

813.BELLA            Voglio parlare con mio marito.

814.ROUGH          Molto bene, cara signora. Cosa vuole dirgli?

815.BELLA            Voglio parlargli da sola.

816.ROUGH          Da sola?

817.BELLA            Sì, da sola. Mi permetta di parlargli da sola, per favore. La prego, me lo conceda. Non ci vorrà molto.

818.ROUGH          (Pausa) Io non capisco… Da sola?… (Pausa) Va bene. Può parlargli da sola. (Ai POLIZIOTTI) Va bene. (Fa cenno di legarlo bene alla sedia, i POLIZIOTTI eseguono) Questo è contro ogni regola, ma… aspetteremo fuori. Mi rincresce, signora Manningham, ma deve fare in fretta.

819.BELLA            Non voglio che ascolti nemmeno lei.

820.ROUGH          No, non ascolterò. (ROUGH esce, accompagnando i POLIZIOTTI. BELLA resta in piedi, guardando il marito. Poi si muove, va alla porta, la chiude a chiave, e gli si avvicina)

821.BELLA            Jack! Jack! Cosa ti hanno fatto? Cosa ti hanno fatto?

822.JACK               (Divincolandosi con le corde che lo legano, parlando a mezza voce) Calma, Bella. Tu sì che sei intelligente! Prendi qualcosa per tagliare queste corde, e posso ancora farcela! Posso uscire dallo spogliatoio e saltare fuori dalla finestra. Puoi prendere qualcosa?

823.BELLA            Sì, posso prendere qualcosa. Cosa posso prendere?

824.JACK               C’è un rasoio nel mio spogliatoio. Là dentro! Presto! Fa presto! Va a prenderlo!

825.BELLA            Sì, ci vado! Vado a prendertelo!

826.JACK               Brava! Che brava che sei! Presto! Fa presto! (BELLA va allo spogliatoio, e fa come per girarne la maniglia. La sua espressione cambia completamente)

827.BELLA            Che strano! La porta è chiusa a chiave!

828.JACK               Cosa vuoi dire – è chiusa a chiave? Ecco lì la chiave, nella toppa, la vedo. Girala, ed entra! (Di colpo, con gesto furioso, BELLA gira la chiave nella toppa, chiudendo la serratura, e la tira fuori)

829.BELLA            Chiave? Quale chiave? Stai per caso dicendo che ho una chiave in mano? Sei impazzito, marito mio? (Getta via la chiave, scagliandola lontana nella stanza)

830.JACK               A che gioco stai giocando, Bella?

831.BELLA            (Andando verso di lui) O sono io che sono pazza? Sì! È proprio così! Sono io la pazza! Era proprio una chiave, quella, ed ora io l’ho persa! Oh, mio Dio – l’ho persa, io perdo sempre tutto, vero? E poi non le ritrovo più le cose, non so più dove le ho messe…

832.JACK               Bella…

833.BELLA            Ora devo cercarla, non è vero? E sì, perché se non la trovo mi rinchiuderai nella mia stanza – mi farai rinchiudere in manicomio per queste brutte cose che faccio. E dove potrebbe essere adesso? Potrebbe essere dietro al quadro? Sì, deve essere lì. (Va al quadro, e lo tira giù) No, non c’è – che strano. Ora devo rimettere a posto il quadro, non è vero? L’ho tirato giù, e lo devo rimettere a posto. Ecco qua! (Lo rimette sul muro) Dove posso guardare adesso? La scrivania. Forse l’ho messa nella scrivania. (Va alla scrivania) No, non c’è. Oh, ma cosa c’è qui? Una fattura! Una lettera! Un orologio! Guarda! (Va da lui) Prendili! Li ho trovati finalmente, hai visto? Ma non ti servono queste cose, vero? E io sto cercando di aiutarti, vero? Di aiutarti a fuggire… Ma come fa una moglie pazza ad aiutare suo marito a fuggire? Che peccato… (Alza sempre di più la voce) Se non fossi pazza avrei potuto aiutarti! Se non fossi pazza, qualunque cosa tu avessi fatto, avrei avuto pietà di te e avrei potuto proteggerti! Ma dato che sono pazza ti odio, e dato che sono pazza ti ho tradito, e dato che sono pazza gioisco con tutto il cuore – senza un briciolo di pietà o di rimpianto – ti guardo andare via con la gioia nel cuore! (Pausa. Lo guarda, respira profondamente, poi improvvisamente va alla porta e la spalanca) Ispettore! Venga a portare via quest’uomo! Porti via quest’uomo! (ROUGH e i POLIZIOTTI entrano, BELLA va verso ROUGH, in preda ad una vera e propria crisi isterica) Portate via quest’uomo! (BELLA nasconde la testa nella spalla di ROUGH)

834.ROUGH          Bene, portatelo via. Vi raggiungo tra un momento. (I POLIZIOTTI escono portando via JACK completamente ammutolito) Su, mia cara signora, si sieda. Bene, ragazza mia, ora lei ha tutta la vita davanti a sé. Avrà tutta l’aria fresca che vuole, e nei suoi occhi tornerà la luce. Certo che ha passato un brutto momento; io sono venuto qui dal nulla e le ho fatto passare la più orribile serata della sua vita, non è vero? La serata più orribile che si potesse immaginare.

835.BELLA            La più orribile… oh, no! (Con un certo tono di orgoglio e di sfida) Niente affatto! La serata più bella, invece… la più bella, senza dubbio! La più meravigliosa!

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA