L’ufficio

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L’UFFICIO
Atto unico

di

Matteo Tibiletti

PERSONAGGI

Filippo

Andrea

Alberto

Letizia

Sig. Padovani

Maria

Anna

DATI DELL’AUTORE

NOME E COGNOME: Matteo Tibiletti

NATO A : Varese il 23/10/1978

RESIDENTE IN: Via C. Goldoni 41/B, Varese (VA)

CELLULARE: 3462219045

INDIRIZZO MAIL:  tibilettimatteo@gmail.com

posizione SIAE: 213623

BIOGRAFIA DELL’AUTORE

Matteo Tibiletti nasce a Varese il 23/10/1978. Da sempre coltiva una profonda passione per il cinema, la fotografia e per la scrittura creativa. Autore di sceneggiature, racconti, poesie e copioni teatrali si cimenta spesso come regista di brevi cortometraggi o shooting fotografici (su www.youtube.com/teotibi e www.flickr.com/teotibi  è presente tutta la sua produzione). Nel 2009 ha pubblicato tramite il sito www.lulu.com   una raccolta dei suoi migliori scritti dal titolo “LO SCONOSCIUTO”.  Ha frequantato per cinque anni la Scuola di Teatro Città di Varese. Dal 2008 è uno dei membri fondatori, attori e registi dell’Associazione culturale “Compagnia Duse” di Besozzo. Da gennaio 2012 è regolarmente iscritto alla SIAE come autore teatrale e fotografo.

L’UFFICIO

Lentamente le luci si alzano, illuminando la scena. L’effetto è quello del neon che viene acceso. Ci sono sei scrivanie, con rispettive sedie, disposte omogeneamente nello spazio. Sullo sfondo, coperta da un paravento bianco, una scrivania più grande, con una poltrona ed un paio di vasi con piante. Una luce dal fondo crea sul paravento la perfetta sagoma della scrivania e del resto.

Sulla destra c’è Filippo, chino a scrivere. Si strofina gli occhi dietro gli occhiali spessi. Si guarda intorno, controlla l’ora. Sembra incredulo. Respira profondamente.

Dopo una breve pausa, dalla quinta a destra si odono delle voci confuse. Man mano le voci prendono corpo. Sono Andrea e Alberto, che entrano con energia, quasi senza notare Filippo che si alza ed accenna ad un saluto.

Andrea – Sai cosa ti dico? Che se continua così mia nonna la mando all' ospizio!

ALBERTO – All' ospizio?

Andrea – … Sì, ho già abbastanza problemi di mio, per poter risolvere anche i suoi. Poi, ho calcolato che mediamente spenderei i l 35,2% in meno al mese mantenendola attraverso una corretta struttura sanitaria anziché occupandomi io di lei quando sono a casa. Curando personalmente le sue esigenze infatti perdo il 15 % del mio tempo libero ed il 20,2% delle mie entrate mensili, comprendendo anche le trattenute e le imposte.

Alberto – Ma che cazzo vuol dire?

Andrea – Prego?

Alberto – A cosa serve tutto questo bel discorso di numeri e statistiche? Stai parlando di tua nonna o di un prosciutto da vendere un tanto al chilo?!

Andrea— Sai, se tu avessi tutte le responsabilità che mi porto sulle spalle io, cercheresti di rendere tutto più proficuo, no? Ad esempio, lo sai che a parità di percorso, con carburante di medio costo, le gomme da neve mi fanno consumare il 5% in più rispetto a quelle estive?

Alberto – E quindi?

Andrea – Semplice, anziché sostituire le gomme esattamente al cambio di stagione, attendo sempre un mese in più.. ho calcolato che ne traggo un guadagno netto del 20%.

Alberto – Sì certo, ma se ghiaccia prima la strada?

Andrea – Io sono abbonato a “Meteo-aggiornati”,  sono davvero precisi, sai? È la guida per poter essere sempre informati sul corretto avvicendarsi delle stagioni. Se vedo che il tempo tende a temperature inferiori allo ...

Alberto lo interrompe

Alberto – sì sì ok … ci credo, lasciamo perdere.

Andrea – (seccato) Beh, scusa non volevo annoiarti!

Alberto – No no, figurati …. è sempre un piacere parlare con te … sai qual è il problema? E’ che tu pensi davvero di risultare interessante agli occhi di chi ti ascolta!

Andrea – Intanto, io so sempre come risolvere un problema!

Alberto – Di tua moglie che mi dici?

Andrea – Al diavolo!

Andrea si mette a sedere indignato per l’allusione. Alberto se la ride sotto i baffi. In quel momento entra Letizia, minigonna vertiginosa, magliettina scollata e tacco alto.

Letizia – Buongiorno a tutti! E che sia un buongiorno per tutto il giorno! Allora come andiamo?

Andrea – Come siamo frizzanti di prima mattina, ma come fai?

Alberto – Te lo dico io come fa …  (accenna ad un gesto volgare)

Letizia – Mi tengo in forma!

Alberto – Appunto. Vedi! Come tua moglie (nuovo gesto volgare)

Andrea – Ma vaff... !

Alberto – Hai aperto a caso il dizionario stamattina ci hai trovato solo questa parola alla lettera “F”?!

Letizia – Andrea, tesoro, che c’è? Vieni qui dalla tua Letizia…

Letizia si avvicina a Andrea e lo bacia sulla guancia con un gran schiocco di labbra. Mentre Letizia è china su Andrea, Alberto le passa da dietro e, dopo averle guardato il sedere con ammirazione, la palpa senza ritegno. Letizia si ritrae all’improvviso spingendo via con le mani il viso di Andrea, che cade dalla sedia, quindi si gira, guarda maliziosamente Alberto.

Letizia – Ma! Insomma!...Sei il solito incorreggibile sciocchino!

Sorride e va alla sua scrivania senza curarsi di Andrea, ancora a terra. Alberto gli si avvicina, sporgendo il viso oltre la scrivania.

Alberto – Visto… la ragazza si tiene sempre in allenamento … mi proporrò come personal trainer!

Ride. Andrea si rialza e sbuffando si rimette a sedere.

In quel momento entra Sig. Padovani con fare solenne. Alberto cambia immediatamente atteggiamento e gli si fa incontro.

Alberto – Sig. Padovani buongiorno, la stavo giusto aspettando per il caffè … non c’è niente di meglio che un caffè appena svegli, non è vero?

Sig. Padovani – Infatti l’ho già bevuto appena sveglio, forse è lei che dovrebbe darsi una svegliata, non crede Alberto?

Alberto – (ride) Ha perfettamente ragione, sono un gran sbadato! È vero, lo dice sempre anche mia moglie che dovrei darmi una raddrizzata!

Sig. Padovani – (fermandosi e guardandolo dritto negli occhi) Alberto!

Alberto – Dica …

Sig. Padovani – Lei è sposato?

Alberto – I-io… io no … ehm certo … assolutamente no signor direttore, però …

Sig. Padovani – Però un corno! Si ricordi che a me non sfugge nulla! Si guardi attorno: in questo ufficio non c’è nessuno che  faccia o dica qualcosa di cui io non sia già informato con largo anticipo! E’ per questo che porto avanti questa baracca da trent’anni, mentre lei è soltanto uno sguattero …

Si guarda attorno con disprezzo

Sig. Padovani – Come del resto questa massa di cialtroni che non fanno altro che rubarmi soldi …

Alberto – Certo Sig. Padovani,  è lei che …

Sig. Padovani – Chiuda quella fogna e la smetta di starmi addosso, non sono una carogna e lei non è un avvoltoio!

Silenzio. Lo guarda bene, da vicino

Sig. Padovani – Alberto?

Alberto – (in imbarazzo) Direttore?...

Sig. Padovani – Non mi sembra nemmeno un’aquila se è per questo.

Ride. Anche Alberto scoppia a ridere

Alberto – Già … nemmeno un’aquila!...come ha ragione … mia …

Sig. Padovani – Non mi ripeta sua moglie o giuro che la sbatto fuori! … nessuno si sposerebbe mai uno stronzo come lei, quindi si rimetta seduto al suo posto e parli solo quando le viene concesso di dare aria alla bocca per respirare!

Alberto esegue.

Andrea – (sottovoce a Alberto) Fai proprio schifo!

Alberto – Parla parla … vedrai tu …

Sig. Padovani si ferma alla scrivania di Letizia.

Sig. Padovani – Allora, signorina … come siamo eleganti quest’oggi …

Sorride, sornione.

Letizia – Oh, grazie Sig. Padovani, è davvero gentile da parte sua …

Sig. Padovani – Ma si figuri … che ne dice di venire a prendere un caffè con me? Non c’è niente di meglio di un caffè alla mattina appena svegli, non trova?

Letizia – Oh beh, come sa io non bevo caffè …

Sig. Padovani – Preferisce una tazza di thè?

Letizia – Beh, magari un buon thè …

Letizia si alza e lo segue verso la quinta di sinistra. Lui le palpa il sedere.

Letizia – Oh, direttore … lei è proprio incorreggibile!

Escono

Alberto – Ma quanto è vacca …

Andrea – Parli di tua moglie ? (ride)

Alberto – Pensa alla tua … che mentre tu fingi di lavorare e pulire il sedere a tua nonna, se la spassa a cavalcioni di qualche stallone superdotato!

Andrea – Senti vedi di piantarla o giuro che … (si alza con aria minacciosa)

Alberto gli si avvicina lento e ancora più minaccioso. Andrea man mano si ritrae.

Alberto – Sgonfia i muscoli scimmietta … non vorrai cominciare bene la settimana, vero … ricordati che mi ci vuol poco a disintegrare quel tuo bel faccino da lemure.

Dopo essersi guardati a lungo negli occhi Andrea si rimette a sedere.

Alberto – Brava scimmietta … (indicando Filippo, ancora chino sulle sue scartoffie)… vedi come si fa? Devi imparare dal muto … lui non dà fastidio a nessuno, magari non farà strada, perché è inutile, esattamente come te … ma certo ha un lavoro assicurato per il resto della sua futile vita.

Filippo alza per un attimo lo sguardo, per poi abbassarlo di nuovo, mestamente.

Alberto – Bravo, a cuccia … quanto a mogli, nonne e parenti vari … a me nessuno mi mette in gabbia! Io sono libero, libero di fare qualunque cosa! La vita va vissuta, che cavolo! Non ho nessuna intenzione di ridurmi come uno di voi poveracci … io voglio durare a lungo! Come il signor Sig. Padovani! Ma lo avete visto?! Quando si muove, attorno a sé ha un’aura positiva! Non lo sentite?! Non capite che lui è un vincente e voi no?! Io voglio diventare come lui! Che credete!

Andrea – E’ per questo che gli stai attaccato come una mannite falloide ?!

Andrea e Filippo ridono sommessamente

Alberto –Puah! Sapessi almeno cos’è ..

Andrea – Immaginavo che ignorassi anche questo!Accanto a te è facile sentirsi un pozzo di cultura!

Entra Anna. Fiera, passo sicuro.

Anna – Buongiorno a tutti.

Alberto, Andrea – Buongiorno!

Filippo alza la mano in cenno di saluto. Anna lo guarda con tenerezza.

Anna – Buongiorno Filippo.

Anna si mette a sedere. Filippo, quasi incredulo si alza dalla sedia e la saluta di nuovo.

Filippo – Buongiorno.

Anna, Andrea e Alberto si voltano verso di lui stupiti. Lui, in imbarazzo si rimette a sedere.

Alberto – Wow, ha parlato … mi sa che è brutto segno … secondo me porta sfiga!

Anna – Ma smettila Alberto, Filippo è un bravo ragazzo … parla poco perché nessuno gli chiede mai niente, vero Filippo?

Filippo fa cenno di si con la testa e sorride.

Anna – C’è già troppa gente che parla a lungo e per niente … vero Alberto?

Alberto – Che vorresti dire?

Andrea – Che è ora di tacere anche per te!

Alberto – Ma si, tanto a che serve parlare con voi …

Alberto si mette a sedere al suo posto sbuffando.

Anna – (guardandosi intorno) Ma … Maria dov’è?

Andrea –Sarà in ritardo come al solito. Per me ha vita breve qui dentro. Su due mesi che lavora da noi, ha fatto un 30% di assenze e un 50% di ritardi.

Alberto – Ricominciamo con le statistiche!

Anna – Ma smettetela! Vorrei vedere voi con un bambino a carico e nessuno in famiglia che ti dà una mano! Quella povera ragazza si fa in quattro per lavorare e mantenere la creatura!

Alberto: In quattro? A dire il vero quando una apre le gambe, si fa in due!

Andrea e Alberto ridono fragorosamente

Anna: Fate davvero pietà!

Alberto: Oh Anna, ora non metterti a fare la moralista! Non è mica tua figlia!

Anna si fa scura in volto. Si alza e minacciosa si affaccia sulla scrivania di Alberto

Anna – Non ti permettere mai più di nominare mia figlia, è chiaro?! Prova un’altra volta a fare cenno alla mia famiglia e giuro che ti annodo la lingua al culo di Sig. Padovani così che finalmente potrai dirti parte integrante della sua persona!

Alberto fa per alzarsi di scatto.

Alberto – Ora basta, vecchia strega!

Anna prende il taglia carte e glielo punta alla gola

Anna  - Mai più! hai capito bene?! Mai più!

Alberto si rimette a sedere. Silenzio imbarazzante.

Maria entra dalla quinta destra come una furia

Maria – Scusatemi, vi prego scusatemi il ritardo … oh mio Dio … Anna scusami, ti prego (singhiozza) ma Simone non è stato bene tutta la notte … febbre alta, asma e … Oh … (scoppia in lacrime)

Anna, dopo aver lanciato un’ultima occhiata su Alberto, molla il taglia carte e si precipita da Maria.

Anna – Buona, buona Maria, sta calma … e asciugati le lacrime … non fa nulla, non ti preoccupare … sono solo dieci minuti di ritardo …. Non se accorgerà nessuno, sta buona.

Maria – (asciugandosi le lacrime) Scusatemi … Ciao Alberto, ciao Andrea, ciao Filippo

Filippo – Ciao Maria!

Andrea –Ora stai esagerando Filippo, zitto e buono!

Andrea e Alberto ridono. Maria sorride. Anna li fulmina con lo sguardo.

Anna – Vieni tesoro, andiamo in bagno, ti devi dare una sistemata, sennò chi lo sente Sig. Padovani se ti vede in queste condizioni … forza cara, vieni.

(escono a destra)

Alberto – Quella vecchia ciabatta! Giuro che un giorno o l’altro me la paga!

Andrea – Ma smettila! Domani è il suo ultimo giorno di lavoro! Sta scoppiando … lavora qui da trent’anni! Vorrei vedere te! Sai che palle! Il 38% della sua vita … l’ha passato qui dentro … sotto l’egida di quel tiranno!

Alberto – Egida?! Ma allora è proprio vero che hai comprato un dizionario nuovo! Incredibile, qui saltano fuori vocaboli che potrebbero far pensare a te come ad una persona istruita e non necessariamente ad un idiota!

Andrea – Se il tuo vocabolario si ferma a “tette e culo” non è che è colpa mia!

Alberto – Quello non è il mio vocabolario, ma il mio passatempo preferito, non confondiamo le cose …

Letizia rientra da sinistra assieme a Sig. Padovani che le cinge un braccio attorno alla vita.

Sig. Padovani – Bene, rimettiamoci al lavoro …

Letizia – Certo direttore, devo chiamare il signor Johnson ?

Sig. Padovani – No, cara, lo chiamerò io più tardi, porta avanti la pratica Bertoni  e poi fammi avere la presentazione via mail entro le dieci.

Letizia – Bene, direttore.

(Pausa)

Sig. Padovani – Filippo!

Filippo si alza di scatto dando una ginocchiata sul bordo della scrivania. Mugola sommessamente dal dolore.

Sig. Padovani – Tra dieci minuti nel mio ufficio, chiaro?

Filippo annuisce e si rimette a sedere goffamente.

Alberto – Ahi ahi ahi ! Io lo conosco bene Sig. Padovani … nulla di buono all’orizzonte caro Filippo … preparati!

Filippo deglutisce pesantemente

Andrea – Ma piantala idiota! Filippo non ti preoccupare, sarà sicuramente qualche lavoro aggiuntivo che ti vuole appioppare!

Letizia – Ma certo Filippo stai tranquillo, vedrai che non è niente di grave!

Alberto – See see … l’ultimo a cui hanno detto così ora è all’angolo e chiede l’elemosina! (ride maligno)

Anna e Maria rientrano da destra.

Anna – Ciao Letizia

Letizia – Ciao Anna, ciao Maria

Maria – Ciao..

Maria si mette a sedere, Anna rimane in piedi e osserva severa l’abbigliamento di Letizia

Anna – Complimenti per il vestito Letizia …

Letizia – Ti piace, grazie!

Anna – Sì, ti dona moltissimo e soprattutto è molto adatto per l’occasione

Letizia –Scusa, quale occasione?

Anna – Beh, l’occasione è quella di venire in questo posto vestita come se dovessi andare in strada

Letizia –Ma cosa stai insinuando?!

Anna – Eh no, mia cara io non insinuo proprio niente, giudico chi viene al lavoro anche da come si veste. Ci vuole rispetto per se stessi e per gli altri … ma, ovviamente, questa è una di quelle cose che o vengono inculcate a calci dai genitori … oppure spesso la gente se ne dimentica!

Letizia – Senti Anna, non è che ora, siccome stai per andartene in pensione …

Alberto – ( sussurrando) E finalmente …

Letizia – … Puoi permetterti di giudicare chi prenderà il tuo posto, solo perché è giovane e bella … aggettivi che certo non potranno mai affibbiare a te, vecchia strega!

Anna – Cara Letizia, se tu fossi intelligente tanto quanto sei bella, non staresti qui vestita come una mignotta con la sola speranza che questi quattro maschietti con l’occhio spermatozoico  ti facciano sentire importante. Sai cara…

Letizia – Non chiamarmi cara! Io non sono tua sorella!

Anna – … e meno male che non lo sei! Saresti già piena di lividi in faccia se fossi mia sorella e te ne andassi in giro a sculettare come una  del mestiere...! Ad ogni modo, ricordati che non basta avere un bel sedere e una taglia sesta per poter essere soddisfatte di sé!

I maschi sono attenti e osservano la discussione con un sorriso pettegolo, si guardano e borbottano tra loro.

Letizia – Non so cosa serva per essere soddisfatti di sé, ma certo non potresti mai insegnarmelo tu! Visto che tutti a parte te, forse, sanno quel che fa tua figlia quando non sei a casa!

Alberto – Ahia…

Anna si alza di scatto.  Alberto le porge il taglia carte.

Alberto – Serve questo Anna?

Anna sbuffa e poi si rimette a sedere

Anna – Se soltanto tu sapessi cosa vuol dire stare al mondo …

Letizia – Se tu ogni tanto ti soffermassi a riflettere più su te stessa anziché sugli altri! Sembra che la tua vita giri intorno a quest’ufficio... mi chiedo cosa farai da dopo domani! La tua vita è vuota!

Anna – La mia vita sarebbe vuota? Oh!, povera sciacquetta! Per te la vita è solo una misura, una circonferenza, nulla più! e quanto più è stretta e sottile, meglio è per te… non ha nessun altro significato. Ogni parola con te è persa in partenza, inutile camuffarti da persona intelligente. Non hai le basi, a mala pena l’altezza, di conseguenza il tuo cervello è un campo sterminato di cactus e fichi d’india. Non potrà mai attecchire un’idea buona. Nemmeno a calci.

Sig. Padovani – (dall’ufficio) Filippo! Qui da me, subito!

Alberto – Vai, Filippo, prima che si incazzi davvero!

Filippo si alza di scatto prende una nuova ginocchiata e poi scappa nell’ufficio di Sig. Padovani.

Andrea -  ora se lo mangia … deve fare colazione, si sa …

Maria – Ma perché cos’ha fatto?

Anna – Ma niente, non ha fatto niente quel povero ragazzo. Vive qui dentro come un recluso, a mala pena qualcuno gli rivolge la parola … mi fa una tale pena …

Maria – Da quanto tempo lavora qui?

Anna – un paio d’anni credo … Andrea, Filippo ha cominciato assieme a te?

Andrea – E chi se lo ricorda? Quando ho cominciato qui ero alle prese con le pratiche del divorzio, figuriamoci se avrei mai potuto notare uno come lui …

Maria – Sei stato sposato?

Alberto – Incredibile vero?

Andrea – Ma stai zitto,imbecille! Sì, Maria, sono stato sposato, perché?

Maria – No, niente, chiedevo .. sai, vi conosco poco …

Anna – Meglio non conoscerli affatto certi soggetti!

Letizia – Da che pulpito!

Filippo esce di corsa dall’ufficio. Poco dopo esce anche Sig. Padovani.

Sig. Padovani – Ma buongiorno signorina Maria!

Maria – Buongiorno signor Sig. Padovani …

Sig. Padovani – (facendosi più vicino e minaccioso) come sta il marmocchio?

Maria – sta parlando di mio figlio?

Sig. Padovani – Sì sì, il marmocchio … (ride. Alberto fa lo stesso)

Maria – Si chiama Simone

Sig. Padovani – Cos’è, abbiamo problemi a capirci oggi? Ho capito, stiamo parlando del marmocchio …

Maria – Sta … ora sta meglio signor Sig. Padovani, è stato molto male questa notte … febbre alta e …

Sig. Padovani – Basta basta per carità … non appestare anche me con tutte queste malattie! Solo il sentirne parlare mi fa venire il raffreddore!

Alberto ride.

Sig. Padovani – A che ora è arrivata questa mattina?

Anna – Direttore senta …

Sig. Padovani – Zitta Anna! Ho chiesto alla ragazzina a che ora ha timbrato il cartellino questa mattina. Allora Maria, potresti fornirmi quest’informazione per favore?

Maria – (voce tremante) alle … 08.15.

Sig. Padovani – Bene, ti ringrazio. Se è lecito, Maria, a che ora avresti dovuto presentarti?

Anna – Direttore le spiego …

Sig. Padovani – Cazzo, Anna! Perché non te ne vai in pensione ora? Non sei stanca di rompermi i coglioni tutti i giorni?! Non ti ho mai ascoltata in trent’anni, vuoi che cominci proprio ora?

Anna è rossa di rabbia. Ma abbassa lo sguardo.

Sig. Padovani – Maria, ti ripeto la domanda, a che ora avresti dovuto presentarti al lavoro?

Maria – (ormai in lacrime) alle 08.00 signor Sig. Padovani.

Sig. Padovani – Già, ragazzina! Alle 08.00. Cosa ne possiamo dedurre?

Maria – Cosa ne possiamo dedurre?

Sig. Padovani – Sì cara, cosa ne possiamo dedurre dal fatto che ti sei presentata alle 08.15 anziché alle 08.00?

Maria – (sommessamente) che sono in ritardo …

Sig. Padovani – Come prego?

Maria – Che ho fatto t..

Sig. Padovani – (la interrompe) Non sento, cazzo, alza la voce!

Maria – (spingendo il più possibile, nonostante il terrore) Che sono in ritardo.

Sig. Padovani – (esplodendo) Esatto! Sei in ritardo ragazzina! E non è la prima volta! Se dovessi contare solo su persone come te, questo posto sarebbe già fallito! E invece tu te ne stai a casa col marmocchio, perché bisogna capirla, la ragazzina … è madre alla sua età, vero Alberto?

Alberto – Eh … infatti (reggendo il gioco)

Sig. Padovani – Beh, sappi una cosa ragazzina, a me non frega nulla se ti sei fatta sbattere  prima del tempo, segno che ti piaceva, e molto! Solo che non sei stata capace nemmeno di farlo per il puro piacere, serenamente! L’ha fatto per amore, capite?! Ah … l’amore …

Maria piange. Anna trema di rabbia. Letizia pare divertita. Andrea è immobile.  Alberto segue con interesse. Filippo è sommerso dalle scartoffie.

Sig. Padovani – Bello l’amore, vero ? Bel regalo t’ha fatto il padre di tuo figlio! Sempre che tu riesca a ricordare di chi si tratti! E ora io dovrei elemosinare un lavoro a te perché ne hai bisogno? Io non faccio l’elemosina nemmeno al semaforo, figuriamoci qui, dove le cose devono filare lisce come l’olio se non volete essere tutti licenziati, è chiaro?! Ora ascoltami bene …  Maria, tesoro, parlo con te, mi stai sentendo?

Maria – S … sì

Sig. Padovani – Bene, vuoi lavorare qui?

Maria – Come?

Sig. Padovani – cos’è, sei anche sorda? Ti ho chiesto se intendi cercare di essere assunta qui!

Maria – Sì, signor Sig. Padovani …

Sig. Padovani – Allora te lo dico una volta per tutte, non ti azzardare mai più ad arrivare con un solo minuto di ritardo, o giuro che sarai tu a chiedermi l’elemosina al semaforo! E io, come già sai non ti darò proprio un bel niente! Sono stato chiaro?

Maria – S … sì. Mi scusi.

Sig. Padovani – Anna, che cazzo hai da guardarmi così?

Anna – Niente … signor Sig. Padovani, niente.

Sig. Padovani – Bene.

Silenzio. Sig. Padovani torna in ufficio. Maria scoppia in lacrime. Anna cerca di confrontarla.

Letizia – Coraggio ragazzina, datti da fare se non vuoi rimanere a piedi!

Alberto – Wow! il signor Sig. Padovani si è che uno che si fa capire eh!

Andrea – Ho temuto davvero che finisse col metterle le mani addosso …

Letizia – Non scherziamo! Il signor Sig. Padovani è una persona di tutto rispetto e non metterebbe mai le mani addosso a nessuno!

Silenzio generale. Letizia si accorge della situazione.

Letizia – Beh, che avete tutti da guardare!

Andrea – Beh …

Alberto - Ecco ...

Anna – Forse una lezione di stile sul dove e come, il signor Sig. Padovani mette le mani, non dovrebbe arrivare proprio da te, non so se mi spiego!

Letizia – Perché non ti mordi la lingua?!

Anna – Perché la uso ancora per motivazioni serie, io!

Letizia – Puah!

Tutti si rimettono al lavoro. Buio.

La scena si riapre come all’inizio del primo atto. Filippo è ancora sommerso dalle scartoffie, pare non essersi mai mosso dal suo posto. Entrano da destra Sig. Padovani e Letizia. Filippo si alza per salutarli ma non viene visto. Dopo poco si rimette a sedere in silenzio.

Sig. Padovani – Andiamo dolcezza, che hai stamattina?

Letizia – Signor Sig. Padovani non sto affatto bene … è da ieri che ho nausa e giramenti di testa

Sig. Padovani – E con questo? Ti sembra modo di rispondermi?

Letizia – Non so, signor Sig. Padovani, io ho un po’ paura..

Sig. Padovani – Ma di che cosa stai parlando, paura di cosa? Prenditi un’aspirina e rimettiti al lavoro, non sognarti nemmeno di stare a casa! Questa settimana ho la riunione con il signor Williamson! E tu , cazzo, non hai ancora preparato la presentazione che ti ho chiesto ieri!

Letizia – Lo so, ma vede, signor Sig. Padovani … io sono andata dal medico ieri pomeriggio e …

Sig. Padovani – Senti Letizia, non mi frega niente delle tue peripezie mediche, hai capito o no? Torna al lavoro e vedi di farti tornare il buonumore (le palpa il sedere)

Letizia – (tornando svampita) Oh … signor Sig. Padovani! È proprio incorreggibile lei!

Sig. Padovani – A proposito, fai portare un paio di bottiglie di spumante e qualche pasticcino. Oggi la vecchia va in pensione, facciamo finta che ci dispiaccia, almeno per oggi.. servirà a stemperare un po’ l’ambiente. Avete discusso ieri, vero, dolcezza?

Letizia – Oh, ma non era nulla signor Sig. Padovani, una piccola divergenza d’opinioni.

Sig. Padovani – Bene, bene … allora pasticcini e due bottiglie di spumante.

Letizia – Bene direttore. (prende il telefono, compone il numero)

Letizia – Pronto, sì buongiorno è l’ufficio del dottor  Padovani . Volevo chiederle gentilmente di farci avere, tra un quarto d’ora, venti minuti al massimo, due bottiglie di spumante ed un vassoio da … mmmm … (ci pensa) … trenta paste. Sì, sì, perfetto, le raccomando la puntualità. Grazie, arrivederci

Riattacca il ricevitore.

Entra Maria, di corsa.

Maria – Ciao Letizia!

Letizia – Ciao Maria, vedi che avevo ragione, è bastata una bella strigliata ed eccoti pimpante con ben cinque minuti d’anticipo!

Maria – Sì, beh, poi oggi Simone stava molto meglio, sono riuscita a portarlo all’asilo … pensa non ha fatto nemmeno storie!

Letizia – Oh..ecco, Maria a proposito … potrei parlare con te, cinque minuti?

Maria – Con me? Di cosa?

Letizia – Oh, nulla, vorrei una piccola consulenza … ti offro un caffè, vuoi?

Maria – Beh, d’accordo … non ho idea di come potrei riuscire ad esserti utile, ad ogni modo un po’ di caffè mi darà una bella svegliata.

Escono a sinistra. Da destra entrano Andrea e Alberto.

Andrea – ho deciso di portarla all’ ospizio, mi costerà un 20% in più ma obiettivamente sono stanco di cambiare pannoloni! Che poi un anziano non è come un bambino, devi sapere che le loro perdite …

Alberto – Eh Cristo santo! Di prima mattina parlare di cacca di vecchio mi sembra proprio fuori luogo!

Andrea – Ma che c’è di strano?

Alberto – Che c’è di strano? Ho appena finito di fare colazione! Insomma, tieniti questi discorsi per momenti più opportuni!

Andrea – Ovvero, quali?

Alberto – Non ne ho idea! Anzi ecco, fai così, tieniteli per te! Ma poi, scusa, già ieri mi parlavi di questa storia, se ce la vuoi portare ce la porti e basta, no, a che serve continuare a parlarne!

Andrea – La fai facile tu, ma bisogna pure convincerla, ha 80 anni!

Alberto – Convincere chi? Tua nonna? Ma perché è necessario? Ragazzo, tu devi vivere la tua vita! Tua moglie ti ha piantato e ora cavalca un altro cammello, sei scapolo, non esci mai con una donna, i tuoi unici discorsi sono su tua nonna … insomma dico, fatti dare una controllata!

Andrea – Dici che dovrei agire e basta?

Alberto – Dico di sì, cazzo, se non vuoi marcire! Scopa di più! Fatti l’amante! Certo, se poi in realtà ci godi a pulire le terga di tua nonna …

Andrea - Sei proprio un cretino!

Alberto – Forse, ma certo non mi faccio fottere la vita da una persona che la vita l’ha già vissuta! Largo ai giovani, dico io! Anzi, a tal proposito … oggi Anna se ne va in pensione … quindi immagino che il vecchio passerà l’incarico a qualcuno di fiducia … non so se mi spiego … qualcuno che abbia maturato una grande esperienza in campo vendite e relazioni con il pubblico!

Andrea – Dici che?...

Alberto – Certo, mio caro, mi sto lavorando il vecchio da quasi cinque anni! E mi ha già dato modo di intendere che il posto necessita di qualcuno pronto, sveglio e preparato

Andrea – Che fai, te la canti e te la suoni? Tutto da solo?

Alberto – Beh, se vuoi sviolinarmi pure tu!

Andrea – E se non dovessi essere tu il prescelto?

Alberto – Vorrebbe dire che il boss è proprio uno stronzo!

Andrea – Hai dubbi che non lo sia?!

Alberto - Che intendi?

Andrea – Ma come?! Non hai visto la sfuriata di ieri con Maria? È davvero un pezzo di merda, non mi fiderei mai di uno così!

Alberto – Sai che ti dico? Ha fatto bene! La ragazzina deve imparare! E poi  (osserva la scrivania di Maria occupata da borsa e cappotto) vedi, ha funzionato, è già qui e non sono ancora le 08.00!

Andrea – Mah … sarà ma fossi in te mi farei meno illusioni!

Entra Anna.

Anna – Ciao gente, ciao Filippo!

Filippo -  (alzandosi di scatto) Ciao Anna!

Alberto e Andrea la salutano con un cenno

Anna – Maria è già arrivata?

Alberto – Per sua fortuna si, altrimenti il signor Sig. Padovani se la sarebbe mangiata stavolta (ride)

Anna – E’ stata disgustosa la scena di ieri … umiliante!

Andrea – Ne stavo giusto parlando prima con Alberto, ma non la pensa come noi a quanto pare!

Anna – Ci credo, il mio disgusto partiva proprio dal suo atteggiamento in una situazione del genere! Ah … a proposito … Alberto?

Alberto – Si?

Anna – Fai veramente schifo!

Alberto – Parla, parla, Anna … che oggi, quando sarai tornata a casa, ti renderai conto che la tua vita è finita, perché fuori di qui, lo diceva per l’appunto Letizia ieri, non hai nulla, non sei nessuno.

Anna – La cosa che fa più ridere è che pensi davvero che il signor Sig. Padovani sceglierà te per sostituirmi.

Alberto – Che ci vuole per sostituire una come te? Senza contare che la mia preparazione è di gran lunga più approfondita del tuo diploma di terza media.

Anna – Ma … sbaglio o stai parlando di meritocrazia? E da quando funziona così qui dentro? Bene, ragazzi, oggi è il mio ultimo giorno e vi voglio sconvolgere l’esistenza … io ho occupato questo posto per trent’anni perché all’epoca, ci crediate o no, lui mi ha voluta con sé in un viaggio di lavoro a Singapore e …

Alberto e Andrea – Ehhhhh ????

Anna - … devo proseguire o voi chiacchieroni ci arrivate da soli?

Andrea – Oh santo cielo!

Alberto – Mi stai dicendo che tu … e il signor Sig. Padovani …

Anna – Esattamente, quindi se vuoi sostituirmi devi prepararti ad essere in grado di soddisfare le sue esigenze!

Alberto  - Oh Cristo!

Andrea – Avevi ragione, Alberto, quel posto è tagliato su misura per te! (ride)

Alberto – Al diavolo Andrea! … proviamo a chiedere alla tua ex moglie che già lavora nel ramo, magari mi può dare qualche dritta interessante!

Andrea – (con uno scatto di rabbia che si spegne immediatamente) Io ti …

Rientrano Letizia e Maria

Maria – Devi stare tranquilla però, ok, se vuoi continuiamo il discorso in pausa pranzo.

Letizia – Bene, ti ringrazio.

Maria – Ciao Alberto, ciao Andrea

Alberto e Andrea – Ciao

Maria – Ciao Filippo

In piedi di scatto

Filippo – Ciao Maria!

Si risiede

Anna – Hai già cambiato compagnia?

Maria – Ciao Anna, cosa? Come dici?

Anna – Stai attenta a dar retta a quella lì, è una poco di buono!

Letizia – E tu chi sei? Sua madre? Potrà poi parlare con chi le pare?

Anna – Come al solito tu sei …

Maria la interrompe

Maria – Anna, va tutto bene, mi ha chiesto soltanto un consiglio … tutto qui.

Anna bofonchia qualcosa.

Sig. Padovani – (gridando dal suo ufficio) Filippo!

Andrea – Wow, Filippo, due volte in due giorni, stai diventando il suo cocco bello

Filippo sorride e corre da Sig. Padovani

Alberto – Già, due volte in due giorni … povero Filippo …

Andrea – Che intendi dire?

Alberto – Te l’ho già detto! io lo conosco bene il signor Sig. Padovani, se ti chiama urlando con quel tono per due giorni di seguito.. è chiaro che c’è qualcosa che non va!

Anna – Certo non è un buon segno!

Andrea – Beh, sapevo che aleggiava aria di licenziamenti … è da un po’ che si respira un’atmosfera troppo pesante!

Anna – Povero Filippo … fossero tutti come lui!

Alberto -  fossero tutti come lui questo sarebbe un centro d’igiene mentale!

Alberto, Andrea e Letizia ridono

Anna – Siete proprio dei cretini! È un ragazzo dolcissimo e molto sensibile …

Andrea – Beh, che c’è Anna, non ti sarai mica innamorata, alla tua età!

Alberto – Mmm … perché no? il genere “older” è sicuramente molto gettonato!

Anna – idiota!

Filippo esce correndo dall’ufficio di Sig. Padovani.

Alberto – Tutto ok Filippo?

Filippo – S..sì, tutto bene

Filippo sorride. Suonano al citofono. Letizia va a rispondere

Letizia – Chi è? Mm…mm.. bene, salga pure, terzo piano in fondo a destra.

Alberto – Chi è?

Letizia – Si fa un po’ festa!

Alberto – Ovvero?

Letizia – Beh, la vecchia … ehm … Anna va in pensione … Sig. Padovani ha deciso, ahimè di festeggiarla!

Anna – Al diavolo Letizia! Davvero? Vuol festeggiarmi? Cavolo! In trent’anni è il primo gesto di rispetto verso il lavoro altrui!

Andrea – Rispetto? Per me aveva solo fame! Ci detrarrà le spese del pasticciere dallo stipendio, vedrete! Un buon 3% netto!

Letizia – Oh, smettetela! Mi ha detto che si è accorto dell’atmosfera tesa di questi giorni e vuole distenderla un po’, tutto qui!

Andrea – Per distenderla potrebbe ridurre un po’ la villaneria!

Alberto – E di quanto? Di un 5% o di più?!

Tutti ridono tranne Andrea

Entra il pasticcere, consegna le paste e lo spumante. Letizia prende dei contanti da una cassetta sotto la sua scrivania e lo paga. Il pasticcere se ne va.

Alberto – Finalmente! Chi ha portato i coriandoli?

Andrea – Sì, dai, coriandoli e stelle filanti!

Maria ride

Anna – Siete proprio due ragazzini!

Letizia – Signor Sig. Padovani? Sono arrivati i pasticcini!

Sig. Padovani – (dal suo ufficio) Arrivo!

Alberto – E’ di buonumore, io lo conosco! Sei fortunata Anna, sarà un sereno addio alla vita lavorativa!

Andrea – Che effetto fa? Eh Anna?

Anna – ( si alza e si guarda attorno ) Cosa posso dire? Qui ci ho passato metà della mia vita, e posso davvero di averne viste di cotte e di crude.

Alberto  - ( a Andrea ) crude? Dici che allude alle folli notti mediorientali con il signor Sig. Padovani?

Andrea ride

Anna - … Sapete, è strano. Vorrei poter dire che è il giorno più sereno della mia vita e invece, credo che mi mancherà questo posto, a partire da domani. Questo posto ha visto iniziare me, come sta iniziando Maria, con volontà ed impegno … ( a Maria) spero tu sappia davvero mantenere questa dolcezza e caparbietà, ti serviranno davvero … anche se talvolta sarà difficile mantenere la calma (guarda Alberto e Andrea ) e … voi, ragazzi … mi spiace se a volte abbiamo avuto qualche diverbio … mi mancherete, nonostante tutto.

Andrea – Oh Anna

Alberto – Ragazzi, sta a vedere che ci commuove davvero stavolta.

Anna – No, Alberto, non è questo che cerco di ottenere, sto soltanto liberando i pensieri che non ho mai osato proferire per non infangare l’immagine di “donna di ferro”, dietro la quale mi sono sempre nascosta.  Questo non è un luogo facile da affrontare … e davvero ci vuole coraggio per non demoralizzarsi, per non abbattersi. Ma anche questa è andata, come direbbe mio padre! ( a Letizia) Letizia, senti io … ti chiedo scusa per tutte le volte che ci siamo scontrate. E’ evidente che abbiamo punti di vista molto diversi su tanti fronti, ma è pure vero che se non ci fossi stata tu, non avrei avuto uno specchio dentro il quale confrontarmi. Mi hai aiutato a guardare meglio dentro me stessa. E per questo ti ringrazio

Sig. Padovani, in silenzio e senza farsi vedere entra in scena

Anna – Ho dimenticato qualcuno?

Filippo si alza da dietro le scartoffie e picchia il pugno sul tavolo, facendo poi cenno con la mano

Anna -  Oh Filippo! Certo, che sbadata! Come dimenticare l’anima invisibile e laboriosa di quest’ufficio! Sai, ho sempre stimato il tuo silenzio! Com’è vero, tante volte, anziché parlare per ore inutilmente, ci si potrebbe fermare un istante, semplicemente a pensare.

Pausa. Sig. Padovani poco dopo inizia ad applaudire. Si uniscono anche gli altri un po’ alla volta.

Sig. Padovani – Ma brava Anna! Nella mia carriera ne ho sentiti tanti di discorsi, ma certo questo è in assoluto il più toccante e commovente. Voi mi conoscete bene, io non sono certo un sentimentale, anzi a volte sono fin troppo rude, con tutti voi, ma non posso non ammettere che oggi, una parte importante di quest’ufficio ci lascia. Ricordo il primo giorno in cui mettesti piedi qui dentro. Ricordo la tua timidezza e il tuo fare mesto e silenzioso. Ricordo quando sei cresciuta qui dentro, professionalmente, apprendendo, beh, mi perdonerete, se lo dico, ma … anche grazie a me, ogni finezza e trucco del mestiere …

Alberto e Andrea se la ridono sotto i baffi

Sig. Padovani -…  E di come man mano hai preso il polso della situazione e hai portato la baracca, come direbbe il mio di padre!

Ride. Gli altri lo seguono.

Sig. Padovani – E’ proprio per questo motivo che mi dispiace dover constatare, proprio il giorno del tuo pensionamento, di essere stato preso in giro.

Anna – Prego?!

Tutti in silenzio. Attoniti.

Sig. Padovani – Non fare la finta tonta! Sapete ragazzi, da tempo ormai i conti del nostro bilancio non tornavano, così come avrebbero dovuto. Ho constatato con l’aiuto di Filippo …

(Filippo si alza con terrore)

Sig. Padovani - … che ogni mese, quasi uno stipendio intero di uno di voi, veniva sottratto al nostro conto. La causale era … Filippo correggimi se sbaglio … “spese varie”?

Filippo  - Corretto signore, “Spese varie”

Sig. Padovani – Bene, Anna,  puoi spiegare a noi tutti quali spese varie rientravano mensilmente in questa voce?

Anna – Io non …

Sig. Padovani – Anna, per favore non farci perdere altro tempo, tanto è chiaro che qui con i tuoi colleghi hai chiuso. Ma è con me che il conto rimane aperto. Non mi è mai piaciuto farmi fottere, tanto meno da una vecchia rincoglionita come te! Allora, vuoi dirmi cortesemente che cazzo ci hai fatto con i soldi che ogni mese ti sei intascata?

Anna – Io …

Sig. Padovani – con gli “io … io” non risolvi proprio niente! Vedi di parlare o giuro che la polizia la faccio venire direttamente qui in ufficio anziché portarti io da loro!

Anna –Mia figlia …

Sig. Padovani – Ahhhh ecco! Un’altra con il marmocchio da curare! Lo sapevo! Voi aprite le cosce e poi io devo mantenere i figli degli altri …

Anna – Ma … Sig. Padovani … mia figlia è …

Sig. Padovani – Tua figlia è una puttana! Come la madre del resto! Ed è complice di sua madre, perché a causa sua, tu, cretina, ti sei permessa di pisciare fuori dal vaso! E ora ne pagherai le conseguenze!

Silenzio imbarazzante

Anna – (fuori di sé) Tu, lurido bastardo! Tu ti permetti di parlare a me così? Dopo tutto quello che ho fatto per te! Ricordati che quella puttana come la chiami tu, ha il tuo stesso sangue, è bene che qui dentro lo sappiano tutti ormai! Già. Lo sapete cosa ha fatto questo stronzo? Dopo avermi promesso mari e monti? Si è dimenticato del regalino che mi aveva lasciato! Ovviamente mi ha permesso di lavorare qui perché tacessi il suo piccolo errore di percorso! Ma te la farò pagare! Portami, portami pure dalla polizia, vedrai cosa gli racconterò!

Sig. Padovani – Figlia mia? La tua? Cioè spiega … io avrei dovuto scopare te? In quale realtà virtuale? Si può sapere? Prova a dimostrare anche solo la metà di quello che hai appena detto! Prova se ci riesci a far credere a qualcuno fuori di qui, quello che hai appena detto! Spero che tu abbia un ottimo avvocato, almeno bravo quanto il mio. Un avvocato che non pensi di te come ad una pazza isterica in preda agli spasmi da menopausa! (ride) …  Guardami bene in faccia,  io , prima di poter scopare una come te, devo aver smesso di scopare con il vero genere femminile! E ora fuori di qui! Ci vediamo in tribunale!

Anna scoppia in lacrime e corre verso il bagno.

Letizia sentendo queste parole si sente male e si accascia a terra. Maria corre in suo soccorso

Maria – Che succede Letizia? Stai bene?

Sig. Padovani – E ora che ha anche lei? Ragazzina dalle una pillola e mandala a casa, per oggi ha rotto le palle anche lei!

Maria – Vieni Letizia, vieni in bagno con me. (escono. Letizia piange)

Sig. Padovani – Ma sì certo, facciamo una riunione al cesso ora! Puah! E voi  tornate al lavoro! Filippo! Nel mio ufficio!

Filippo corre e lo segue in ufficio senza fiatare

Andrea – Oh porca puttana! Che giornata assurda! Eh Alberto ?

Alberto non risponde è inebetito.

Alberto – Andrea, ti rendi conto … il vecchio se l’è fatte tutte e due! Le ha messe incinta e l’ha pure fatta franca!

Andrea – Bello stronzo!

Alberto – Ma che dici? È un genio! Cristo santo! quell’uomo è il mio idolo! Potere, donne, sesso e soldi!

Andrea – Beh, donne, trattandosi di Anna!

Alberto – Ma taci, idiota, che ne sai com’era trent’anni fa!...magari un paio di colpi glieli avremmo dati anche noi!

Andrea – See  vabbè ma piuttosto … vogliamo parlare di Filippo? Zitto zitto, è lui che ha venduto la vecchia!

Alberto – Beh ma quello me lo mangio a colazione io! E poi non ho nulla da nascondere! Tu piuttosto, stai attento, hai parlato già troppo male del boss in presenza del muto, ricordi?

Andrea – E quindi? Che vorresti dire?

Alberto – Voglio dire che per sfoltire l’ambiente si parte sempre dalle mele marce!

Andrea – Beh ma io scherzavo …

Alberto – Seee, come no, ti ricordo che oltre allo spione, c’ero pure io ad ascoltare!

Andrea – Beh ma tu …

Alberto – Per me il lavoro viene prima di tutto, non dimenticarlo mai Andrea.

Andrea – Vorresti dire che …

Alberto – Voglio dire che prima di parlare avresti dovuto pensarci bene!

Andrea – Beh ma di certo tu non …

Alberto – Andrea, ma di cosa diavolo stai parlando?

Andrea – Io non lo so … ma forse tu sì

Alberto – Io dovrei sapere di cosa stai parlando tu? Sei diventato completamente scemo?

Andrea – No, intendo dire, tu non andresti a dire a Sig. Padovani che …

Alberto – Cosa?

Andrea – Sì, insomma, i discorsi che si fanno qui sono pur sempre un pour parler, lo capisci, vero?

Alberto – Certo, per chi mi hai preso?

Andrea – Non so, prima hai detto che il lavoro per te viene prima di qualsiasi altra cosa

Alberto – Certamente. Non è così anche per te?

Andrea – Sì, certo …

Alberto – E allora?

Andrea – Ma tu hai anche detto che prima di parlare avrei dovuto pensarci bene!

Alberto – E’ quel che penso. Tu parli troppo, te l’ho sempre detto. E parli sempre troppo a sproposito.

Andrea – Ok, ma non andresti certo a raccontare …

Alberto – (innervosendosi ) Oh Andrea, che noia, io farò il mio lavoro e basta! Non mi interessa nulla di quello che dici in giro!

Andrea – (sollevato) ah, ecco! Meno male … sai i problemi che ho a casa … mia nonna …

Alberto – Certo, certo, vedrai che non chiederà nulla.

Andrea – Ma chi?

Alberto – Sig. Padovani, sto parlando del capo … vedrai che non farà ulteriori domande!

Andrea – Ma domande di che genere? Ti ha chiesto qualcosa?

Alberto – Beh sai che parliamo spesso, no?

Andrea – Ti ha chiesto qualcosa di me?

Alberto – Ma sai com’è fatto il vecchio, si parla sempre in generale di tutto l’ufficio, poi di tanto in tanto fa domande specifiche!

Andrea –Su di me?

Alberto – Che palle Andrea! Su di te, su tutti!

Andrea – E ne parla con te?

Alberto – Certo! Siamo molto in confidenza! Ricorda che appena la vecchia ciabatta se ne sarà andata, sarò io il suo “secondo”.

Andrea si siede lentamente, quasi barcolla. Alberto lo guarda sorridendo. Poi prende le sue carte.

Alberto – Ora perdonami Andrea, devo andare a parlare con il boss! Credo sia giunto il momento di farmi avanti. E’ il mio momento! Mr. statistica, allora, quale percentuale di riuscita mi daresti, eh?

Andrea lo guarda attonito.

Alberto – Beh, non mi fai gli auguri?

Andrea apre appena la bocca ma non riesce a parlare. Alberto lo guarda, sorride e va verso l’ufficio di Sig. Padovani. In quel momento esce Filippo, tutto trafelato e corre al suo posto.

Alberto – E’ permesso signor Sig. Padovani? Posso rubarle cinque minuti?

Sig. Padovani – Si si entra pure, ma chiudi La porta per cortesia, anche io ho bisogno di parlarti.

Alberto – Fantastico! (chiude la porta)

Andrea- ( a Filippo) Ehi Filippo?

Filippo alza la testa dalle scartoffie

Filippo – sì?

Andrea – Credi che il vecchio voglia farmi fuori? Insomma … anche se fosse, dimmelo per cortesia, almeno nel momento in cui me lo comunicherà non mi verrà un infarto …

Filippo – Farti fuori? No, non credo proprio.

Andrea – Ti posso chiedere di che avete parlato?

Filippo – di Alberto.

Andrea – Eh?!

Filippo – Sì, di Alberto e del suo strano modo di fare

Andrea – In che senso?

Filippo – E’ un po’ appiccicoso, non trovi?

Andrea – Non saprei … appiccicoso in che senso?

Filippo – Non lo so.

Andrea – Non lo sai?

Filippo – No

Andrea – Ma … Filippo hai appena detto di averci parlato

Filippo – Non tirarmi in mezzo a questa storia!

Andrea – Quale storia?! Sei tu che hai detto che Alberto è un po’ appiccicoso!

Filippo  - E allora?

Andrea – E allora cosa?! Cristo, ti sto chiedendo se il capo ha specificato in che senso … cos’altro ha detto?!

Filippo si nasconde tra le scatoffie, rimanendo in silenzio

Andrea – Filippo?!

Silenzio.

Andrea – Filippo cazzo, mi vuoi rispondere?!

Silenzio

Andrea si alza di scatto e va alla scrivania di Andrea, lo prende per il bavero e lo alza in piedi con aria minacciosa.

Filippo trema, in silenzio

Andrea – Allora Filippo, si può sapere cosa …

Alberto esce dall’ufficio di Sig. Padovani con la testa bassa, torna al suo posto e si siede. Ha un’espressione vuota e assente.

Andrea – (lasciando la presa su Filippo che torna tra le scartoffie) Alberto? Che è successo?

Alberto – La troietta.

Andrea – Cosa?

Alberto – La troietta prenderà il posto di Anna!

Andrea – Ma chi? Letizia?

Alberto – No, Letizia è incinta, non lo hai ancora capito?

Andrea – Maria?

Alberto – Già. Ha firmato il contratto ieri sera.

Andrea – Ma com’è possibile, lui la odia!

Alberto – Lui non odia nessuno Andrea. A lui non frega proprio un cazzo di niente e di nessuno.

Andrea -  Ma allora perché?

Alberto – Perché si diverte. Si diverte ad illudere le persone, poi ad umiliarle per poi glorificarle per poi… distruggerle.

Andrea – Io non capisco.

Alberto – E’ molto più semplice di quel che credi. Beh, comincio a portar via le mie cose.

Andrea – Ma cosa stai dicendo?

Alberto – Fattelo spiegare dal muto! (si volta verso Filippo). Ehi figlio di puttana, dico proprio a te! Io faccio le valigie ma con te non  ho ancora finito!

Filippo non risponde, né alza la testa dalle scartoffie

Alberto – Hai capito, pezzo di merda? Sto parlando con te! (prende un posacenere e glielo lancia contro, colpendolo in testa. Lo si sente cadere a terra e mugugnare da dietro la scrivania.

Andrea – (alzandosi e andando in soccorso di Filippo) Ma sei completamente impazzito?

Alberto – Ci sta fottendo tutti quello stronzo, lui e la ragazzina! Già Andrea, questi due se la fanno tra di loro e intanto hanno trovato il modo di farsi spazio tra noi, fino al punto di sbatterci fuori! Ora denunciami pure! Mi hai sentito! Fallo! Ma prima o poi uscirai da questa fogna! E io sarò lì fuori ad aspettarti, è chiaro?!

Andrea – Alberto, smettila!

Alberto – E’ solo questione di tempo Andrea … lascia che ti dia un ultimo consiglio : comincia a cercarti un altro lavoro!

Prende le sue cose ed esce sulla destra, in quel momento rientrano Letizia e Maria.

Maria – Anna non c’è?

Andrea è inebetito e la guarda fissa negli occhi.

Maria – Oh santo Dio Filippo! Ma che succede oggi!

Andrea – Dovresti saperlo meglio tu, credo!

Maria – Io? Dico ma sei ammattito Andrea, cosa vuoi da me! Filippo stai bene?

Filippo – Sì… sì

Andrea – (atono) Secondo me dovrebbe andare al pronto soccorso!

Filippo – Io non …

Maria – Al pronto soccorso? Scherziamo? C’è ancora da concludere la pratica Williamson e organizzare la convention con Berry Mclain! Letizia deve andare a casa perché non sta affatto bene, quindi rimaniamo solo io, te e Filippo per concludere tutto entro sera! Andrea, corri a prendere del disinfettante nell’armadietto dei medicinali e prova a fargli una fasciatura. Non è niente di grave. Vero Filippo che te la senti di rimanere?

Filippo – C … certo.

Maria – Visto Andrea?

Andrea è immobile, incredulo.

Andrea – Come sai che Alberto non c’è?

Maria – Cosa?

Andrea – Alberto è stato appena licenziato. Ha preso le sue cose e se n’è andato. Tu come fai a saperlo?

Maria – Come sarebbe come faccio a saperlo? Sapevo che il signor Sig. Padovani gli ha commissionato un appuntamento!

Andrea – E non ti ha detto nulla quando lo hai incrociato?

Maria – No, anzi, si … mi ha salutato e se n ‘è andato.! Ma che discorsi fai, si può sapere? E ora basta! datti da fare!

Andrea – La troietta!

Maria – Cosa?

Andrea finalmente si alza ed esce. Rientra Anna ancora con i fazzoletto in mano, torna alla scrivania e comincia a raccogliere le sue cose.

Anna – Giuro su Dio che me la pagherà! Umiliata in questo modo dopo trent’anni di silenzio! Giuro che non la passerà liscia! Maria, tesoro, tu sei sprecata qui. Dovresti cercarti un altro posto prima che …

Maria – Anna, mi dispiace per quello che è successo … ma … non era vero quel che ha detto il signor Sig. Padovani, eh?

Anna – Quello che è vero è che mi sono presa tutto quello che mi spettava! Fino all’ultimo centesimo! Visto che lui non mi ha mai voluto riconoscere nulla! E ha pure disconosciuto sua figlia!

Maria – Anna, queste sono accuse gravi!

Anna – Maria, so quel che dico! E ce la metterò tutta per incastrarlo ora che mi ha messo all’angolo!

Rientra Andrea che va a prestare soccorso a Filippo.

Andrea – Tieni, questo è quello che ho trovato! Curati da solo! Io non so più a che gioco si sta giocando qua dentro. Ora vado dai sindacati! Vi farò vedere io!

Maria – Ma che cosa dici Andrea?! Dove vai? Se lo fai Sig. Padovani…

Andrea – Sig. Padovani che cosa, Maria? Sig. Padovani mi licenzia? Ovvio,perché tu ne sei già informata,vero? Siete d’accordo anche su questo?

Anna – Cosa?!

Maria -  Non ascoltarlo Anna! Andrea è impazzito!

Andrea – Sì, certo, Anna, chiedi alla tua stagista come funzionano le assunzioni qui dentro! Eh già … ci ha fregati tutti, la  ragazzina! Hanno cominciato con te e ora anche Alberto è sulla strada!

Anna – Alberto?!

Maria – Ma piantala Andrea! Anna, davvero non ascoltarlo …

Andrea – Piantarla? Io ora pianto un gran casino! Vi faccio vedere io! giuro che farò chiudere quello stronzo e voi due, che avete retto il suo gioco, rimarrete a piedi, come lo siamo noi adesso!

Andrea esce di corsa

Anna – Maria … tu …

Maria – Anna, ti ripeto, Andrea è completamente ammattito! Vuoi dar peso a delle parole del genere? Perché avrei dovuto fare una cosa simile?! Vi conosco da così poco tempo!

Letizia guarda Maria e con disgusto la scosta con una gomitata.

Letizia – Appunto!

Maria – Letizia che cosa fai, si può sapere?

Letizia – Quello che avrei dovuto fare appena t’ho vista entrare da quella porta! Tu non sei niente fuori di qui, non dimenticarlo! E anche qui dentro non avrai vita facile!

Maria – Ma che avete tutti oggi, si può sapere?!

In quel momento esce Sig. Padovani.

Sig. Padovani – Allora si può sapere che cazzo sta succedendo qui dentro? Maria, ragazzina, molla Letizia e vieni in ufficio. Letizia, sparisci per qualche giorno, solo vederti mi fa venire il nervoso!

Letizia lo guarda fredda e severa.

Sig. Padovani  - Cos’hai da guardare eh?! Non sei d’accordo? Prenditi due giorni di ferie! E guai a te se torni parlandomi di periodi di maternità! Fallo e ti assicuro che troverò il modo per sbatterti fuori di qui! Ne ho piene le palle di questa bell’abitudine che avete preso tutte quante!

Letizia indignata raccoglie le sue cose ed esce sulla destra.

Sig. Padovani -  (A Anna) Ancora qui tu? Quanto ti ci vuole per prendere i tuoi quattro stracci?

Anna rimane in silenzio, testa bassa e raccoglie tutte le sue cose.

Sig. Padovani – Anche muta sei diventata?

Silenzio

Sig. Padovani – Beh, parlerai in tribunale. Mi preparo già a farmi quattro sane risate!

Silenzio

Sig. Padovani – (a Maria) Ragazzina, sei mai andata in Thailandia?

Anna trasale. Maria rimane sbalordita.

Maria – N-no, perché?

Sig. Padovani – Oh bene, perché devo andare a fare visita al signor Williamson. Stanno aprendo una filiale a Bangkok e vorrei cercare di capire come potrebbe funzionare una collaborazione con lui.

Anna, immobile, lo guarda con le lacrime agli occhi.

Maria guarda Anna e dopo un attimo di titubanza, abbozza ad un sorriso beffardo. Anna si lascia cadere sulla sedia.

Sig. Padovani – (a Anna) che c’è Anna? Rimpiangi il passato? (ride) Maria, vieni in ufficio con me che ti spiego come voglio procedere.

Maria – Subito!  (si precipita nel suo ufficio)

Sig. Padovani, prima di chiudere la porta, guarda un’ultima volta Anna e si passa la lingua sulle labbra, per poi scoppiare nuovamente in una fragorosa risata.

Anna – (gridando) Bastardo!

Nuova risata del Sig. Padovani da dietro il paravento.Anna si alza, prende le sue cose e se ne va.

Silenzio

Filippo dopo poco alza la testa dalle scartoffie e guarda verso il pubblico.

Filippo – I- io …

Suona il telefono.  Filippo trafelassimo, prende la cornetta e si immerge nuovamente nelle scartoffie.

Filippo - Pronto? Si è l’ufficio del dottor Sig. Padovani, sono Filippo, come posso aiutarla?

Le luci si spengono con effetto neon.

Buio. 

FINE