L’ultimo piano

Stampa questo copione

I SOLITI IDIOTI

L’ULTIMO PIANO

di

Fabiano Marti

La scena è rappresentata dall’interno di un appartamento. E’ un salone come tanti con poltrone, divani e mobili.

All’apertura del sipario, la scena appare vuota e buia. In sottofondo rumore di pioggia. Dopo qualche secondo, da una quinta si ode un forte rumore di vetro che va in frantumi. Si sentono delle voci.

Mario: (fuori campo) Ma che diavolo fai?

Fabio:  (sempre fuori campo) Me l’hai detto tu di rompere il vetro!

Mario: (entrando in scena con una torcia in mano e bagnato dalla pioggia) Il metro, idiota, ti ho detto il metro…dovevi  passarmi il metro!

Fabio: (dietro di lui, anch’egli bagnato. Indossa una calzamaglia ed una mascherina da Zorro) E va bene, ho sbagliato, ho capito “il vetro”… “metro”, “vetro”…e che sarà mai?! E comunque adesso siamo entrati, è questo l’importante, no?!

Mario: Certo! Solo che, probabilmente, sarebbe stato meglio farlo senza farsi sentire da tutto il palazzo!

Fabio: Ma dai, è la notte di Capodanno, fuori diluvia e siamo all’ultimo piano, chi vuoi che stia ad ascoltare quello che succede qua dentro?!

Mario: Questo non vuol dire che dobbiamo fare di tutto per farci notare! Se si accorgono di noi che cosa diciamo, che i proprietari ci hanno chiesto di pitturare la casa la notte di Capodanno?

Fabio: (preoccupato) Dobbiamo pitturare la casa?

Mario: Ma non dire idiozie!… Tu hai mai visto un pittore con la calzamaglia e la mascherina?

Fabio: Ma io non sapevo di dover pitturare la casa, se no mi sarei vestito diversamente!

Mario: Fabio, non dobbiamo pitturare nessuna casa!

Fabio: Tu l’hai detto!

Mario: Ma era una battuta!

Fabio: Allora non dobbiamo pitturare?!

Mario: Certo che no!

Fabio: Menomale!

Mario: Perché?

Fabio: (guardandosi attorno) Mi piace questo colore!

Mario:Ma smettila, idiota!

PAUSA

Fabio:E comunque non siamo credibili neanche come ladri. Mario: Perché?

Fabio: Be’, guarda come ti sei vestito…sembri più un impiegato di banca che un ladro!

Mario: Ma come fai ad avere il coraggio di parlare, si è mai visto un ladro con la calzamaglia?!…A parte nei cartoni animati, naturalmente. E poi con la maschera di Zorro.

Fabio: Non è colpa mia se al negozio sotto casa c’era solo questa!

Mario: Ma poi a che ti serve la maschera?

Fabio: A non farmi notare!

Mario: Certo, chi vuoi che noti uno che la notte di Capodanno se ne va in giro in calzamaglia e con la maschera di Zorro?!

Fabio:Be’, una cosa è certa…almeno non sapranno mai chi sono!

Mario: No, chi sei tu, no…ma in compenso sapranno chi sono io!

Fabio: E’ ovvio…senza maschera!

Mario: La cosa che non hai mai capito, Fabio, è che in questo mestiere bisogna farsi notare il meno possibile. Siamo ladri, Fabio…ladri! Dobbiamo far credere di essere degli inquilini qualunque…è per questo che mi sono vestito come un impiegato di banca!

Fabio: Ma perché, gli impiegati di banca non possono fare un furto in un appartamento?

Mario: E no!

Fabio: E perché, scusami?

Mario: Perché un impiegato di banca, che ha tutti i giorni a disposizione milioni di euro da rubare, dovrebbe fare un furto in un appartamento?

Fabio: Ah, giusto, non ci avevo pensato, perché dovrebbe?!

Mario: Quindi, se io sono un impiegato di banca, non posso fare un furto in un appartamento!

Fabio: E va be’, dai, andiamo via!

Mario: Ma che stai dicendo? Perché dovremmo andare via!

Fabio: Perché l’hai detto tu!

Mario: Io?

Fabio: Ma insomma, sei o non sei un impiegato di banca?

Mario: Assolutamente no!

Fabio: Come no?! Un attimo fa hai detto di essere un impiegato di banca!

Mario: Ma chi l’ha detto?

Fabio: Tu!

Mario: Non ho mai detto di essere un impiegato di banca!

Fabio: Ma se l’hai detto poco fa!

Mario: (esasperato, per interrompere la discussione) E va bene, va bene…lo ero…e adesso non lo sono più!

Fabio: Mi dispiace, Mario!

Mario: Cosa?

Fabio: Ti hanno licenziato!

Mario: (incredulo) Oh mio dio!

Fabio: Comunque è una vergogna, uno crede di avere un lavoro sicuro e invece, da un momento all’altro, senza neanche un minimo preavviso, si trova in mezzo a una strada con una famiglia sulle spalle…e proprio la notte di Capodanno…è una cattiveria, una cosa schifosa…ma in che paese viviamo?!…

Mario: (mettendosi le mani sul viso) Non ci posso credere!

Fabio: Lo so, Mario, lo so…ma devi fartene una ragione, la vita continua anche senza il tuo lavoro in banca! Sei un uomo forte e ce la farai, vedrai!

Mario: (sempre più incredulo) Ma che stai dicendo, Fabio?!

Fabio: (continuando a fraintendere) No, eh?!…Lo so, Mario, ma cosa vuoi che ti dica in questo terribile momento?! Non è facile trovare le parole adatte!

Mario: Magari potresti provare a stare zitto…

Fabio: D’accordo, Mario, come preferisci! (si zittisce)

Mario: Ti prego, la situazione è già abbastanza triste!

Fabio: Lo immagino!

Mario: Ma no, no…è triste perché sono qui con te, da solo, in questo appartamento all’ultimo piano la notte di Capodanno mentre fuori diluvia e alla sola luce di una triste torcia…cosa potrebbe succedere di peggio?

Fabio: C’è sempre di peggio!

La luce della torcia si spegne. Dialogo al buio.

Mario: (agitandosi) Oh no, abbiamo perso la torcia!

Fabio: No, Mario, tu l’hai persa, non io!

Mario: E va bene, è la stessa cosa!

Fabio: Non è la stessa cosa. Ce l’avevi tu la torcia, eri tu che non dovevi perderla!

Mario: Ma non l’ho persa, è qui!

Fabio: L’hai ritrovata? Dov’era?

Mario: No, no…non l’ho mai persa, l’ho sempre avuta in mano!

Fabio: (innervosendosi) E’ perché hai detto di averla persa?

Mario: Ho detto che abbiamo perso la torcia, nel senso che se n’è andata!

Fabio: Uh…e dov’è andata?

Mario: Da nessuna parte è andata…sta qua!

Fabio: E’ tornata?

Mario: Non se n’è mai andata!

Fabio: (innervosendosi ancora) E perché hai detto che se n’è andata se non se n’è mai andata?

Mario: Ma che c’entra?! Se n’è andata…nel senso che si è spenta. E’ un modo di dire “Se n’è andata”. Mica una torcia se ne può andare da sola!

Fabio: E che ne so io?” Non ho mai studiato il comportamento delle torce!

Mario: Stranissimo perchè ne hanno parlato a Mistero qualche giorno fa!

Fabio: Davvero?

Mario: Certo! Lo strano caso delle torce che camminano!

Fabio: Non l’ho vista quella puntata!

Mario: E come avresti potuto vederla?!

Fabio: Perché?

Mario: Era tutta al buio, la torcia se n’era andata!

Fabio: Ah già!

Mario: Imbecille, se n’è andata nel senso che si è spenta!

Fabio: Serenamente?

Mario: Cosa?

Fabio: Si è spenta! Spero che non abbia sofferto!

Mario: (nervosamente ironico) No, tranquillo, ha avuto un infarto fulminante!

Fabio: Davvero?! Be’, meglio così! Però è un peccato, l’avevamo presa da pochissimo!

Mario: (sempre ironico) Infatti, era giovanissima!

Fabio: Eh!

Mario: Era venuta alla luce pochi giorni fa!

Fabio: Pochissimi!

Mario: (gridando all’improvviso) Fabio, si è spenta… spenta…si deve semplicemente essere scaricata la pila!

Fabio: (gridando) E dì che si è scaricata la pila! C’è bisogno di dire che l’abbiamo persa, che se n’è andata, si è spenta…si è scaricata la pila! Possibile che tu debba sempre complicarmi la vita?

Mario: Ah, adesso sono io che complico la vita a te?

Fabio: Certo, da quando ti conosco!

Mario: Ma guarda che ci vuole coraggio a dire una cosa del genere!

Fabio: Perché, non è vero?

Mario: Be’, direi che è esattamente il contrario!

Fabio: Cioè?

Mario: Sei tu a complicarmi sempre la vita e a mettermi nei guai!

Fabio: Non so a cosa ti riferisca!

Mario: Ah no?! Hai dimenticato quello che combinasti quella volta in cui andammo in quel grande atelier per rubare una volpe e tre ermellini?

Fabio: Certo!

Mario: Hai riempito di trappole tutto il negozio!

Fabio: Non è colpa mia, tu non mi avevi specificato che erano già morti!

Mario: Certo! Quando arrivò la Polizia ci trovò belli pronti da portare via!

Fabio: Eravamo al buio…non potevo mica ricordare a memoria dove avessi messo tutte le trappole!

Mario: Infatti, come potevi?! Va be’, adesso troviamo una soluzione, siamo anche ora al buio e così non troveremo mai quello che stiamo cercando!

Fabio: Direi di no!

Mario: E come facciamo?

Fabio: Basterebbe farsi venire un’idea…una qualunque!

Mauro: Certo!

Fabio: Un’illuminazione!

Pausa

Mario: Tu sei veramente un cretino!

Fabio: Aspetta…ho un’idea!

Mario: Tu?

Fabio accende la luce e la stanza s’illumina a giorno

Mario: (saltando) Ma sei impazzito?! Così da fuori vedranno la luce accesa e chiameranno la Polizia!

Fabio: Ma perché, se tu vedi la luce accesa in una casa, chiami sempre la Polizia? Passeresti la giornata al telefono!

Mario: Ma che c’entra?! Magari gli altri inquilini del palazzo sanno che i signori Corsetti non ci sono e, vedendo la luce accesa in casa loro, la chiamano!

Fabio: Ma dai, Mario…è la notte di Capodanno, fuori diluvia e la gente è in casa o nei locali a festeggiare, chi vuoi che se ne freghi se a casa dei signori Corsetti le luci sono accese o meno?!

Mario: E va bene, va bene, facciamo come dici tu! Ora smettiamola diperdere tempo e cerchiamo quello che il capo ci ha detto di prendere?! Su, troviamolo,  prendiamolo e andiamo via da qui!

Fabio: D’accordo…su, troviamolo,  prendiamolo e andiamo via da qui!

Mario: (alterandosi) Guarda che qui sono io che do gli ordini!

Fabio: E chi l’ha deciso?

Mario: L’ha deciso il capo!

Fabio: Il sig. Spadavecchia ha detto che dovevamo decidere io e te chi sarebbe stato il capo!

Mario: Infatti…e abbiamo deciso che comando io!

Fabio: E come mai io non ne so niente?

Mario: Perché quando l’abbiamo deciso tu non c’eri!

Fabio: (finalmente convinto) Ah, non lo sapevo!

Mario: Ovvio…non c’eri!

Fabio: Allora va bene!

PAUSA

Mario: Non perdiamo altro tempo, troviamo quello che dobbiamo prendere, prendiamolo e andiamo via da qui!

Fabio: Mi sembra un’ottima idea!

Fabio tira fuori dalla tasca un foglio di carta piegato, lo apre e comincia a guardarlo con aria interrogativa. Lo gira e rigira tra le mani cambiando continuamente il verso.

Mario: (con insofferenza) Allora?!

Fabio: Un attimo! (continua a far girare il foglio tra le mani)

Mario: (sempre più insofferente) Fabio, mi dici qualcosa?!

Fabio:  Che ti devo dire? Non lo so, non riesco a capire che cazzo è questo coso!

Mario: (gli strappa il foglio dalle mani) Dammi quel foglio!

Mario comincia a girare il foglio da una parte e dall’altra.

Fabio: (con insofferenza) Allora?!

Mario: E chi ci capisce niente?!

Fabio: Boh!

Mario: Che ti sembra?

Fabio: Non so, sembra una grossa cozza con le orecchie.

Mario: Ma le cozze non hanno le orecchie…

Fabio: Be’, questo non è vero, altrimenti come si farebbe a sentire se sono buone!

Mario: Ma che stai dicendo?! Guarda che siamo noi che dobbiamo sentire se le cozze sono buone!

Fabio: E quindi?

Mario: Siamo noi che dobbiamo avere le orecchie, non le cozze!

Fabio: Giusto, non ci avevo pensato!

Mario: Tu sei un cretino!

Fabio: E allora che diavolo sarà quella cosa, se non è una cozza?!

Mario continua a guardare il foglio con attenzione

Mario: Non ne ho la più pallida idea!

PAUSA

Mario: (Smettendo di riflettere) Comunque non ha importanza, dobbiamo solo guardarci in giro, trovare un oggetto uguale a quello della foto, prenderlo e andare via da qui!

Fabio: Infatti, il dott. Spadavecchia ci ha detto di portargli quell’oggetto e il nostro compito è solo quello di portarglielo, non di capire di cosa si tratti!

Mario: Su, sbrighiamoci, prima lo troviamo, prima ce ne andiamo via di qua!

Fabio: D’accordo! Allora che si fa?

Mario: Per prima cosa dobbiamo separarci!

Fabio: E come facciamo?

Mario: Perché?

Fabio: Be’, per separarci prima dovremmo sposarci!

Mario: Ma no, che c’entra?!

Fabio: E comunque sono sempre stato contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso!

Mario: Ma cosa stai dicendo? Che c’entra questa cosa? Chi ha parlato di matrimonio?

Fabio: Non vuoi sposarmi più?

Mario: Non ho mai voluto sposarti!

Fabio: Ah, bene…allora vuoi solo il mio corpo!

Mario: Ma no, tu mi fai schifo!

Fabio: (risentito) E’ arrivato Brad Pitt!

Mario: Fabio, ma cosa hai capito?! Intendevo separarci fisicamente…andare uno da una parte e uno dall’altra…dividere le strade!

Fabio: Adesso dobbiamo farlo?

Mario: Certo…quando se no?

Fabio: Va bene…andiamo! (va verso la porta)

Mario: Andiamo dove?

Fabio: A dividere le strade!

Mario: E’ arrivato il Mosè dell’asfalto!

Fabio: Chi?

Mario: Lascia stare! Fabio, le nostre strade, dobbiamo dividere le nostre strade!

Fabio: Ma perché, abbiamo strade di proprietà?

Mario: Ma no, dobbiamo dividere le nostre strade nel senso di andare uno da una parte e uno dall’altra!

Fabio: Ah, adesso ho capito! Tu da che parte vuoi andare?

Mario: Non lo so, è uguale!

Fabio: Ma se è uguale, rischiamo di andare tutti e due dalla stessa parte!

Mario: E va bene, tu vai a destra e io vado a sinistra!

Fabio:  Non potremmo fare il contrario?

Mario: Perché?

Fabio: Non lo so…lo preferisco!

Mario: (esasperato) Come vuoi, tu vai a sinistra e io a destra!

Fabio: D’accordo!

Si spostano tutti e due dalla stessa parte. Accorgendosene, entrambi si fermano all’improvviso.

Mario: Ma che fai?! Ti avevo detto di andare a sinistra!

Fabio: E io a sinistra sono andato!

Mario: Ma io intendevo alla mia sinistra, non alla tua! Se siamo uno di fronte all’altro e andiamo tu alla tua sinistra e io alla mia destra, è ovvio che ci ritroviamo tutti e due dalla stessa parte, cioè alla mia destra e alla tua sinistra!

Fabio: (dopo una breve pausa) Io voglio andare a casa! (si avvia verso l’uscita)

Mario: (fermandolo) Ma dove vai, imbecille?! Facciamo così, (indicando) tu vai di là e io vado dall’altra parte!

Fabio: Ora è più chiaro!

Mario e Fabio cominciano a cercare per la casa.

Fabio: Io non trovo niente che somigli lontanamente a quel disegno!

Mario: Neanche io!

Fabio: E allora come si fa?

Mario: Continuiamo a cercare…prima o poi deve saltare fuori!

Fabio: (bloccandosi all’improvviso) Chi?

Mario: Non ho capito!

Fabio: Chi deve saltare fuori?

Mario: Quello che cerchiamo!

Fabio: Ma perché, è vivo?

Mario: Ma no, che vivo!

Fabio: E allora come fa a saltare fuori da solo?

Mario: Ma è un modo di dire…salterà fuori nel senso che lo troveremo!

Fabio: Senza salti?

Fabio: Senza salti!

Fabio: Peccato…li avrei fatti volentieri!

Mario: Cosa?

Fabio: Quattro salti!

Mario: Fabio, ti prego, smettila!

Fabio: Senti, Mario, troviamo questa cosa prima possibile…non voglio passare tutta la notte di Capodanno qua dentro!

Mario: E perché pensi che io invece ne abbia voglia?

Fabio: Ah, questo non lo posso sapere!

Mario: In che senso?

Fabio: Nel senso che non lo so…non abbiamo mai avuto gli stessi gusti io e te!

Mario: Su questo non ci sono dubbi, ma di certo non preferisco passare la notte qui a casa dei signori Corsetti a cercare un oggetto che non si capisce neanche cosa sia piuttosto che a casa con mia moglie e i miei figli!

Fabio: Ti ricorderei che anche io ho una moglie e due figli!

Mario:E questo che significa?

Fabio: Come che significa?! Significa che tu hai una moglie e due figli e io pure!

Mario: Lo so…ma non significa niente!

Fabio: Ma perché, scusami, se tu hai una moglie e due figli e ce li ho pure io, non significa niente rispetto al fatto che tu mi dica che ce li hai come se fosse una cosa diversa dalla mia?

Mario: Ma no, intendo che ognuno la stessa cosa la può vivere in modo diverso!

Fabio: Se intendi che io preferisca essere qui piuttosto che a casa a festeggiare il Capodanno con mia moglie e i miei figli, ti sbagli di grosso!

Mario: Ne sei sicuro?

Fabio: Certo…preferirei molto di più essere ai Caraibi con Monica Bellucci! (ride)

Mario: Sei un idiota, Fabio…è proprio questo che intendevo!

Fabio: E cioè?

Mario: Che a te di tua moglie e dei tuoi figli interessa molto meno che a me!

Fabio: Questo non è vero! Preferire Monica Bellucci e i Caraibi a moglie e figli mi sembra la cosa più normale del mondo!

Mario: E invece non lo è!

Fabio: Ah no?!

Mario: No…io non lascerei mia moglie e i miei figli per stare con Monica Bellucci ai Caraibi neanche se mi dessero un milione di euro!

Fabio: Ma perché, scusa, chi pensi che ti darebbe mai un milione di euro per andare ai Caraibi con Monica Bellucci?!

Mario: Questo non lo so, Fabio!

Fabio: No, questo lo so io, Mario…nessuno, assolutamente nessuno, credimi! Non solo devi andare ai Caraibi con Monica Bellucci, ma pretendi anche che qualcuno ti dia un milione di euro per andarci!

Mario: Ma no, non ho detto questo

Fabio: E  non solo…tu diresti anche di no!

Mario: Ma sono cose che si dicono!

Fabio: (alterandosi) Non sono cose che si dicono…sono cazzate che  dicono quelli falsi come te! Ma tu te lo immagini uno pieno di soldi, magari un banchiere svizzero, che una mattina si sveglia e, mentre si sta facendo la barba prima di andare in banca, davanti alo specchio, pensa: “Madò, quasi quasi chiedo a Mario Pulpo se vuole un milione di euro per andare ai Caraibi con Monica Bellucci! E speriamo che accetti!”

Mario: Ma è ovvio che non succederà mai!

Fabio: Appunto…e voi proprio per questo lo dite, perché sapete che non succederà mai…se aveste un dubbio, anche minimo, non lo direste!

Mario: Ma che stai dicendo?

Fabio: E magari lo dite anche alle vostre mogli quando vedete una strafiga in televisione: “Amore, non ti lascerei per quella neanche se me lo chiedesse in ginocchio!”!

Mario: Certo!

Fabio: Mario, tu tua moglie la lasceresti preventivamente se solo sapessi che a quella piacciono quelli pelati vestiti da impiegati di banca!

Mario: Ma cosa dici?! Smettila! Guarda che io, a differenza tua, distinguo perfettamente la finzione dalla realtà!

Fabio: E perché, io no?

Mario: Assolutamente no!

Fabio: Non capisco di cosa stia parlando!

Mario: Be’, ad esempio ti ricorderei di quella volta in cui, mentre guardavamo la finale di Miss Italia, uno dei giurati disse ad una concorrente: “Guarda in camera e dimmi cosa ti piace”, tu accendesti la luce per fargliela vedere bene la camera!

Fabio: Non è vero…è stato un caso che l’abbia accesa proprio in quel momento!

Mario: Comunque, Fabio, a me non va più di continuare a parlare dell’argomento felicità coniugale con te!

Fabio: E va bene, Mario, tu continua pure a prendere in giro te stesso facendo finta di essere felice e io continuo a pensare che un milione di euro non te li offrirà nessuno, ma che tu, ai Caraibi con Monica Bellucci, ci andresti anche gratis! 

Mario: Io non voglio andare ai Caraibi con Monica Bellucci!

Fabio: Guarda, Mario, avrai tanti problemi nella tua vita…ma non credo che questo problema ce l’avrai mai!

Mario: Imbecille, lo dicevo nel senso che io vorrei andare via di qui prima possibile e tornare a casa da mia moglie e i miei figli!

Fabio: (si va a sedere al tavolo, poi intimo) Senti, Mario, vieni a sederti qua!

Mario: Ma sei impazzito, dobbiamo sbrigarci!

Fabio: Ma stai tranquillo, chi vuoi che venga a quest’ora la notte di Capodanno?

Mario: Dai, Fabio, non fare il cretino!

Fabio: Vieni, dai!

Mario, se pur riluttante, si siede

Fabio: Se ti faccio una domanda, mi dici la verità?

Mario: Dipende dalla domanda?

Fabio: Da quanto tempo non fai l’amore con tua moglie?

Mario: Non te la dico!

Fabio: Cosa?

Mario: la verità!

Fabio: Dai, rispondi!

Mario: Ma no, dai!

Fabio: Allora è parecchio!

Mario: Perché?

Fabio: Perché se no mi avresti risposto senza problemi!

Mario: Be’, allora, per tua informazione, ti dico che io e mia moglie facciamo l’amore quasi tutti i giorni!

Fabio: Davvero?

Mario: Certo!

Fabio: Guarda che lo so che è vero...me l’ha detto lei!

Mario: Davvero?

Fabio: Sì…le ho chiesto: Ma è vero che tu e tuo marito fate l’amore quasi tutti i giorni? E lei mi ha risposto: Sì, certo…quasi il lunedì, quasi il martedì, quasi il mercoledì…(scoppia a ridere)

Mario: Sei un imbecille! (si alza e si allontana)

Fabio: (sorridendo) Dai, Mario, stavo scherzando! Vieni qua, non prendertela!

Mario: Non ho più voglia di parlarne!

Fabio: Ho toccato un brutto tasto, eh!

Mario: Assolutamente no!

Fabio: Dai, Mario, ci conosciamo da una vita, puoi essere sincero con me!

Mario: Tra me e mia moglie va tutto bene…da tutti i punti di vista!

Fabio: Tranne che dai suoi!

Mario: Non è vero, mia moglie è felice con me quando siamo a casa insieme!

Fabio: Infatti…è quando esce il problema!

Mario: Senti, Fabio, io e te ci conosciamo da una vita, ma questo non ti dà il diritto di entrare nel merito delle mie cose private!

Fabio: E’ più un demerito!

Fabio: D’accordo, dai, non ne parliamo più!

Mario: Infatti! E poi non mi pare che tu stia messo molto meglio!

Fabio: Non è vero…i miei problemi sono altri, non certo il sesso!

Mario: Dici?

Fabio: Te l’assicuro! Io e mia moglie abbiamo un rapporto strano!

Mario: No, Fabio, è quando tu e lei avete un rapporto che lei dice: Con mio marito ho un rapporto…strano! (ride)

Fabio: Non fare il cretino!

Mario: Ah, tu puoi prendere in giro me e io non posso prendere in giro te?

Squilla il telefono di Mario

Mario: Oh mio Dio, è il capo!

Fabio: Che vuole?

Mario: E che ne so?! Se non rispondo…

Fabio: Allora rispondi!

Mario: E dammi il tempo!

Fabio: D’accordo! (comincia a tenere il tempo con la bocca e le mani)

Mario: Ma che fai?

Fabio: Ti do il tempo!

Mario: Non ci credo…io non ci credo!

Mario risponde. Fabio continua a tenere il tempo.

Mario: E basta, imbecille! (Fabio smette) No, Sig. Spadavecchia, non dicevo a lei, ci mancherebbe, non mi sarei mai permesso…dicevo a Fabio! Mi dica, capo!...Sì, siamo ancora qui!

Fabio: Digli che non sappiamo cosa sia quella cosa!

Mario: (al telefono) Certo, Sig. Spadavecchia!

Fabio: Diglielo!

Mario: (sempre al telefono) Facciamo più veloce possibile!

Fabio: Diglielo, Mario!

Mario: D’accordo…ci vediamo tra poco! (chiude)

Fabio: Ma perché non gliel’hai detto?

Mario: Non potevo dirglielo!

Fabio: Perché?

Mario: Che figura avremmo fatto?!

Fabio: Be’, pensa alla figura che faremo invece quando andremo da lui a mani vuote!

Mario: Ma dai, Fabio, prima o poi capiremo cosa sia quella cosa, no?!

Fabio: Il prima non mi preoccupa, Mario…è l’alternativa poi che mi mette ansia!

Mario: Dai, muoviamoci, non essere pessimista!

Fabio: Non sono pessimista, sono realista!

Mario: No, sei pessimista!

Fabio: Ma che dici?!

Mario: Certo, perché se uno una cosa vuole ottenerla nella vita, prima o poi ci riesce!

Fabio: Tu dici?

Mario: Certo!

Fabio: Ah, dimenticavo, Mario, sai che il mese prossimo cambio casa?

Mario: Davvero?

Fabio: Sì sì…sto prendendo una villa sul mare, 280 metri quadri con 1000 metri di giardino e piscina privata!

Mario: Ma scherzi?

Fabio: No!

Mario: E come fai a comprartela, Fabio, non puoi permettertela affatto!

Fabio: E chi te l’ha detto?

Mario: Te lo dico io!

Fabio: Mamma mia, Mario, come sei pessimista!

Mario: Ma non è pessimismo questo!

Fabio: Ah no?! E cos’è?

Mario: Realismo!

Fabio: Ora richiami il capo e gli chiedi cosa cazzo sia quella cosa?

Mario: Subito!

Mentre Mario sta prendendo il telefono, suonano alla porta. Mario e Fabio cominciano a correre terrorizzati per la casa. Poi si nascondono sotto il tavolo.

Fabio: (a voce bassa ma non troppo) Oh mio dio, Mario…Mario…Mario…

Mario: Visto che ci sei, mettici anche il cognome e l’indirizzo di casa, giusto per avere la certezza che sappiano che qua dentro ci sono io!

Fabio: Ok…22 o 24?

Mario: Cosa?

Fabio: Il numero civico!

Mario: Ti prego, Fabio…evita di nominarmi!

Fabio: Scusami, Mario…

Mario: Non nominarmi!

Fabio: E va bene! Ma chi sarà?

Mario: No, Fabio, purtroppo ‘chi è’, non ‘chi sarà’!

Fabio: E va bene, ‘chi sarà’ o ‘chi è’, è uguale!

Mario: No, non è uguale…’chi sarà’ non sarebbe un problema!

Fabio: E va bene, chi è?

Mario: E che ne so io, devi chiederlo a lui!

Fabio: (gridando) Chi sei?

Mario: (tappandogli la bocca) Ma sei impazzito?

Fabio: Tu me l’hai detto!

Mario: Ma era ironico!

Fabio: E ti sembra il momento di fare ironia, questo?

Mario: Che facciamo, Fabio?

Fabio: Non ne ho la più pallida idea!

Mario: Dici che dovremmo aprire?

Fabio: Ma sei pazzo?! E se fossero i padroni di casa?

Mario: E per quale motivo i padroni di casa dovrebbero suonare a casa loro!

Fabio: Potrebbero aver perso le chiavi!

Mario: Eh sì, si accorgono di aver perso le chiavi e dicono “Va be’, dai, andiamo a casa e suoniamo alla porta…non si sa mai, magari ci sono dei ladri e ci aprono…”

Fabio: Appunto!

Mario: Ma non dire sciocchezze!

Fabio: Che ne so io, magari hanno visto la luce!

Mario: Sì, è arrivata la Madonna!

Fabio: Ah, se è lei, apriamo! (fa per andare ad aprire)

Mario: Ma sei impazzito?

Fabio: Perché?

Mario: E, secondo te la Madonna suona alla porta?

Fabio: No, eh?!

Mario: Direi proprio di no!

Fabio: Apparirebbe direttamente dentro casa!

Mario: (esasperato) Ti prego, Fabio, non è il momento!

Fabio: Di farla entrare?

Mario: No…di dire idiozie!

Fabio: Senti, aspettiamo un po’, magari è solo un  venditore della Folletto!

Mario: La notte di Capodanno?

Fabio: Perché no?

Mario: Non è un venditore della Folletto e non può essere il padrone di casa!

Fabio: Il padrone di casa lavora alla Folletto?

Mario: Ma cosa ne so io?! Comunque non è un venditore ddella Folletto…sai quante offese si beccherebbe la notte di Capodanno?

Fabio: Allora è sicuramente un testimone di Geova!

Mario: Perché?

Fabio: Avrà pensato “visto che me le devo beccare le offese, vado in giro stasera, almeno mi offendono per un motivo diverso dal solito!”

Mario: Smettila, ti prego! Senti, Fabio, aspettiamo un attimo, potrebbe essere semplicemente qualcuno che ha sbagliato, per cui, non sentendo nessuno, potrebbe andar via e non tornare più!

Breve pausa. Suonano di nuovo

Fabio: (agitatissimo) Oh mio dio, ha suonato di nuovo!

Mario: Non c’è bisogno che me lo dica tu…ho sentito!

Fabio: Mica uno può sbagliare due volte?

Mario: Direi proprio di no!

Fabio: Che facciamo?

Mario: Non lo so…devo farmi venire un’idea, se resta lì tutta la notte, non potremo uscire mai più da qui!

Fabio: Oh no!

VFC femminile: Aprite, vi prego, ho bisogno d’aiuto!

Fabio: E’ una donna!

Mario: Ho sentito!

VFC: Non lasciatemi qua fuori, sono tutta bagnata!

Fabio: (balzando all’improvviso eccitatissimo) Apriamo!

Mario: Ma sei impazzito?

Fabio: Ma hai sentito cos’ha detto?

Mario: Piove, Fabio, piove!

Fabio: (tranquillizandosi) Ah, scusami!

Mario: E poi sono io quello che ha problemi con la moglie, no?!

Fabio: Che c’entra!

VFC: Vi prego, aiutatemi, sto morendo di freddo!

Fabio: Che facciamo? Non possiamo lasciarla là fuori!

Mario: Perché no?

Fabio: Sta morendo di freddo!

Mario: Lo so, ma non possiamo rischiare!

Fabio: Certo che no!...E se fosse un ladro?

Mario: Fabio, siamo noi i ladri!

Fabio: Ah già! Be’, comunque questo non significa nulla, non siamo mica solo noi i ladri, potrebbe essere una concorrente!

Mario: E, secondo te, una ladra suona il campanello e grida nel pianerottolo? E’ come se uno, per entrare dalla finestra, rompesse un vetro! (guarda Fabio)

Fabio: Oh mio dio, è una ladra!

Mario: Ma no, cosa dici?! Se fosse una ladra scapperebbe sapendo che in casa c’è qualcuno! E comunque, non possiamo farla entrare!

Fabio: Certo che possiamo! Basterà far finta di essere i padroni di casa!

Mario: Ma se non sappiamo neanche chi sia e perché è venuta qui! Potrebbe tranquillamente conoscerli i padroni di casa, quindi capirebbe subito che non siamo noi!

Fabio: Ora le chiedo se li conosce! (va verso la porta)

Mario: (fermandolo) Ma sei impazzito? 

Fabio: Perché?

Mario: Vuoi farti arrestare?

Fabio: No!

Mario: Non possiamo farla entrare!

VFC: So che c’è qualcuno lì dentro, fatemi entrare, vi prego!

Fabio: Sa che siamo qui…che facciamo?

Mario: Fai fare a me! (va verso la porta) Signorina, mi scusi, lei chi è?

VFC: Sono Carla!

Fabio: E cosa desidera precisamente?

Carla: Vi prego, aprite…sto svenendo!

Fabio: (lanciandosi verso la porta) Apriamooooo!!!

Mario: Svenendo, Fabio…ha detto svenendo!

Fabio: Ah, scusa! E’ che attraverso la porta non si sentono tutte le lettere!

Mario: (a Carla) Senta, signora Carla, cosa le serve?

Carla: (sempre fuori scena) Solo un po’ di calore!

Fabio: Apriiiiii!

Mario: Aspettaaaa!...Va bene, signorina, io le apro, ma lei ci assicura che non ci farà del male?

Fabio: Minchia che eroe!

Carla: Ma no, no! Fatemi entrare, si sta facendo tardi!

Mario: Tardi per cosa?

Carla: Aprite, vi prego!

Fabio: Apri, dai, non senti com’è agitata?

Mario: E va bene, ma facciamo finta di essere i padroni di casa, i signori Corsetti!

Fabio: Due uomini?

Mario: Ah già! E va bene, faremo finta di essere due amici!

Fabio: Da soli la notte di Capodanno?

Mario: E va bene…una coppia gay…saremo due gay, va bene?

Fabio: Ah, Mario…e insisti con questa storia stasera… adesso capisco perché con tua moglie le cose da quel punto di vista non vadano tanto bene!

Mario: Ma di cosa parli? Sei pazzo?

Fabio: (ironico) Sì…di te!

Mario: Idiota! Dobbiamo solo fare finta, per giustificare il fatto di essere da soli in casa la notte di Capodanno!

Fabio: Non mi convince!

Mario: Per favore, Fabio! Allora apro?

Fabio: Apri…(facendo il gay) pazza!

Mario: Imbecille!

Fabio: Mi piace quando mi tratti così!

Mario apre la porta e si va a mettere sottobraccio a Fabio come se fossero una coppietta. Entra Carla trafelata. Ha la giacca completamente bagnata, i capelli inzuppati.

Carla: Grazie, grazie di avermi fatto entrare!

Carla alza lo sguardo e vede Mario e Fabio in atteggiamento evidentemente equivoco. Guarda Fabio e Mario dalla testa ai piedi. Sembra colpita dall’abbigliamento di Fabio. Mario lo guarda e si ricorda che è vestito da ladro e con la maschera di Zorro. Lunga pausa.

Carla: (senza guardare particolarmente uno dei due) Ma come ti sei vestito?

Mario: Eh, infatti!

Carla: (inaspettatamente) Sembri un impiegato di banca!

Mario: (incredulo) Cosa?!

Fabio scoppia a ridere.

Carla: Signori, scusate se entro così all’improvviso in casa vostra la notte di Capodanno! Capisco il vostro stupore…

Fabio: (esageratamente gay) Figurati…non stavamo facendo niente d’importante!

Mario: Non esagerare, imbecille!

Fabio: (fraintendendo, sempre effeminato) Quasi niente!

Mario: Non intendevo in quel senso!

Carla: (presentandosi) Io sono Carla!

Mario: Ciao Carla!

Fabio: Ciao!

Mario: Io sono Mario!

Fabio: Io Fabio!

Carla: Piacere di conoscervi Fabio e Mario! Bella casa…bel colore!

Fabio: (a Mario) Hai visto?! E tu che lo volevi cambiare!

Mario: Ma sta zitto!

Carla: E’ parecchio che vivete in questa casa?

Fabio: Una mezzoretta!

Mario: (imbarazzato) Ma non dire stupidaggini! Smettila di fare il simpatico, non vedi che Carla non sta bene?

Carla: Tranquillo, io non sto mai bene!

Mario: Come mai?

Carla: Be’, è che la mia vita non è facile!

Fabio: Devi vedere la nostra!

Carla: Non faccio altro che correre da una parte all’altra e, purtroppo, spesso mi perdo e non riesco più a trovare la strada!

Mario: E come mai sei arrivata qua?

Carla: Non lo so, ero in giro per la città e, improvvisamente, mi sono persa! Stavo andando non so dove e perché, ma mi sono ritrovata qui, dietro la porta di casa vostra, senza un motivo!

Fabio: Vuoi dire che eri in giro per la città per andare non sai dove e perché, ti sei persa – che poi è una cosa alquanto strana per una che non sa dove stia andando e perché -  e, senza un motivo preciso, tra tutte le vie della città, ti sei ritrovata in questa e che poi, sempre senza sapere perché, sei entrata in questo portone – che casualmente era aperto – e, tra tutti i 12 piani del palazzo a tua disposizione, nonostante ce ne fossero 11 prima, sei arrivata all’ultimo piano e, tra le sei porte che sono in questo pianerottolo, hai, sempre per caso e senza un motivo valido, bussato alla nostra?

Carla: Esattamente!

Fabio: Che culo che abbiamo, vero Mario?!

Mario: Uh, non ti dico!

Fabio: Del resto…(alludendo all’omosessualità)

Mario: Basta, imbecille!

Carla: Scusatemi, non vorrei sembrarvi invadente…

Fabio: E cosa te lo fa pensare?

Carla: Posso usare il vostro bagno per asciugarmi un po’? Sono inzuppata fradicia e sto morendo di freddo!

Fabio: Figurati…fai come se non fosse il nostro!

Mario: (dandogli una gomitata) Certo…fai pure!

Carla: (a Fabio) Dov’è il bagno?

Fabio: E che cacchio ne so…la casa non è…

Mario: (mettendosi davanti a lui per interromperlo) …piccola…la casa non è piccola..nel senso che la casa è talmente grande che, a volte, dimentichiamo noi stessi dove siano le stanze!

Carla: Ah! Va be’, lo troverò da sola!

Fabio: Facci sapere, poi!

Mario: Zitto!

Carla: Allora io vado! (sparisce dietro la porta)

Mario: (a Fabio) Sei un cretino!

Fabio: Perché?

Mario: Vuoi farti scoprire?

Fabio: (andando verso la porta del bagno, allusivo) Da lei, volentieri!

Mario: Fabio, smettila!

Carla: (uscendo dal bagno e sbattendo la porta sul muso di Fabio che era dietro) Vi dispiace se uso un vostro accappatoio? (si accorge di Fabio)

Fabio: (con la mano sul naso dolorante) Non è nostro!

Mario: (interrompendolo di nuovo) E’ di un nostro amico che lo ha dimenticato qua!

Carla: Ah be’, vi divertite qua, eh?!

Mario: (sempre dolorante) Uh, da morire!

Carla esce di scena.

Mario: (sottovoce per non farsi sentire) Ma sei pazzo? Vuoi farci scoprire?

Fabio: Aaaaah, vuoi farti scoprire anche tu! Hai visto che piace anche a te?!

Mario: Ma non dire idiozie! E stai attento a quello che dici, Carla potrebbe insospettirsi e chiamare la Polizia!

Fabio: (anche lui sottovoce) Perché? Che ho detto?

Mario: Smettila di dire che non sai niente di questa casa!

Fabio: Va bene, scusami…è che mi viene istintivo!

Mario: E allora controllati! E poi smettila di esagerare con gli atteggiamenti omosessuali, non ce n’è bisogno!

Fabio: D’accordo, d’accordo…ma adesso che facciamo?

Mario: Non ne ho la più pallida idea! (si siede sul divano)

Fabio: Ma come non ne hai la più pallida idea…sei o non sei il capo?

Mario: Sono il capo che non ha la più pallida idea di cosa fare!

Fabio: Ma questo atteggiamento non è da capo!

Mario: Tu cosa faresti?

Fabio: Non lo so…non sono il capo io! (sedendosi alla sedia del tavolo) Porca miseria, siamo davvero nei guai!

Fabio riflette. Dopo qualche attimo, si alza di scatto come se avesse avuto un’illuminazione e va da Mario.

Fabio: Mario, mi è venuta un’idea!

Mario: Ma com’è possibile, Fabio, quando mai tu hai avuto un’idea?!

Fabio: Be’, oggi è già la seconda volta!

Mario: E’ record assoluto!

Fabio: Fidati, Mario, è un’ottima idea!

Mario: (scettico) E quale sarebbe questa idea geniale, sentiamo?

Fabio: Carla è nel bagno, la strada è libera…perché non scappiamo?

Mario: (dopo aver riflettuto un attimo) Cazzo, Fabio, non ci avevo pensato!

Si fiondano verso la porta, ma, quando stanno per uscire, esce Carla dal bagno con indosso un accappatoio. Con un asciugamano si asciuga i capelli.

Carla: Siete sicuri che il vostro amico non l’abbia dimenticato qui volontariamente questo accappatoio? E’ orribile!

Fabio e Mario si bloccano sulla porta.

Carla: (vedendoli lì) Che fate?

Mario: Niente…

Fabio: …stavamo scappando! (Mario gli dà una gomitata)

Carla: Scappando?

Mario: Sì…stavamo scappando a comprare una bottiglia di spumante per festeggiare la mezzanotte!

Carla: A quest’ora la sera di Capodanno? Ma è tutto chiuso…(ironicamente) Avreste dovuto rubarla!

Fabio: E qual è il problema?!

Mario: (interrompendolo) Nel senso che…si può fare anche senza, qual è il problema?!

Fabio: Infatti, non è assolutamente un problema… sinceramente non ho alcuna voglia di festeggiare!

Carla: E invece c’è sempre un buon motivo per festeggiare!

Mario: Ma certo!

Carla: Io ho sempre qualcosa da festeggiare, ogni giorno…eppure vi assicuro che la mia vita è un inferno!

Mario: In che senso?

Carla: Corro da una parte all’altra, ma non riesco mai a trovare un po’ di serenità! Intorno a me c’è solo tristezza!

Fabio: E oggi dove correvi?

Carla: Impegni, impegni continui!

Mario: Anche l’ultimo dell’anno?

Carla: Certo…non posso fermarmi mai!

Mario: E, scusami se te lo chiedo, perché eri così spaventata quando bussavi alla nostra porta?

Carla: Non ero spaventata, ero letteralmente terrorizzata!

Fabio: Da cosa?

Carla: Dal fatto che fossi qui senza sapere il perché!

Fabio: Non capisco!

Mario: E dov’è la novità?

Fabio: (a Mario, risentito) Ma perché, tu hai capito qualcosa?

Mario: No…ma almeno questa è una novità!

Carla: Lasciate stare, ragazzi, è una faccenda complicata!

Mario: Sembrava che qualcuno t’inseguisse!

Fabio: Infatti, sembrava che volessero farti del male…

Mario: Che volessero rapirti…

Fabio: Che volessero ucciderti!

Mario: (a Fabio) Devi sempre esagerare!

Carla: (ora calmissima) Ma no, no, nessuno voleva rapirmi e tantomeno uccidermi, è che dovevo farlo per forza! Me ne sarei andata volentieri lasciandovi godere la vostra notte di Capodanno in santa pace, ma purtroppo non potevo! Spero solo di non avervi rovinato i programmi!

Fabio: Nooooo, ma cosa te lo fa pensare?

Mario: Noi speravamo che qualcuno bussasse alla porta da un momento all’altro, non poteva succedere una cosa migliore stasera!

Carla: Ah, bene!

Mario: Ma tanto tu tra un po’ andrai via e noi potremo riprendere tranquillamente la nostra serata!

Fabio: (sottovoce) Mario, non si dice questa cosa ad una donna!

Carla: Tranquillo, Fabio, non sono permalosa! Allora, ragazzi, qual era il programma della serata?

Mario: In che senso?

Carla: Be’, oggi è la notte di Capodanno, voi siete qui in casa vostra da soli, cosa avevate in mente di fare?

Fabio: Prendere quella cazzo di cosa con le orecchie e andare via di corsa!

Carla: Una cosa con le orecchie?

Mario: (intervenendo) Sì, lui ama le orecchie, sono le sue parti del corpo preferite!

Fabio: Esatto!

Carla: In che senso?

Mario: Fissazioni! Ognuno ha le sue! C’è chi è fissato con i viaggi, chi con lo sport, chi con il cinema…lui è fissato con le orecchie!

Fabio: Sì sì…ma proprio a livello che, se uno non ha le orecchie, io non gli parlo proprio…

Mario: Tanto sarebbe inutile!

Fabio: Infatti!

Carlo: Sinceramente, ora sono io a non capire voi!

Fabio: E’ molto meglio, credimi!

Carla: Ho capito, ragazzi, voi non avevate alcun programma per la serata, vero?!

Mario: Non è proprio così, ma…

Carla: Prima stavate correndo a prendere una bottiglia di spumante, vero?

Fabio: Più o meno!

Carla: Bene, adesso arrivo…Mi metto qualcosa addosso e torno! (va verso le camere)

Mario: (preoccupatissimo) E adesso che facciamo?

Fabio: Non lo so, Mario, non lo so! Forse dovremmo chiamare il capo e chiedere aiuto a lui!

Mario: Ma sei pazzo?! Ci prenderebbe per due incapaci!

Fabio: Ah, preferisci che lo scopra quando ci presenteremo a casa sua a mani vuote?

Mario: Io non lo chiamo, Fabio!

Fabio: E va bene, lo chiamo io! (prende il telefono)

Mario: (cercando di fermarlo) Aspetta, cosa fai…sei impazzito?

Fabio invia la telefonata. Dopo qualche attimo, il capo risponde.

Fabio: Pronto, capo, sono Fabio…mi scusi se la disturbo, ma voglio informarla che io e Mario abbiamo un piccolissimo problema e non sappiamo assolutamente come risolverlo!

Mario: Che figura di merda!

Fabio: Noi eravamo qui in casa dei sig.ri Corsetti e stava andando tutto per il verso giusto!

Mario: (tra sé) Sì, è arrivato Giacomo Leopardi!

Fabio: (pensando ad un suggerimento) Poi è arrivato Giacomo Leopardi!

Mario: Ma cosa dici? Che c’entra Giacomo Leopardi?

Fabio: “Che c’entra Giacomo Leopardi?”, ci siamo appunto chiesti!

Mario: Fabio, ti prego…

Fabio: “Fabio, ti prego”, ha detto Giacomo Leopardi…

Mario: Chiudi!

Fabio: (gridando) “Chiudi, Giacomo…hai lasciato la porta aperta”...e c’era parecchia corrente, non si poteva stare proprio…

Mario: Non può essere vero!

Fabio: (piagnucolando teatralmente) “Non può essere vero…”, ha detto Giacomo con le lacrime agli occhi, “…mi trattate così male solo perché ho lasciato la porta aperta…”

Mario: (preoccupato) Comunque sta arrivando Carla!

Fabio: “Comunque sta arrivando Carla, non la posso chiudere la porta…”, ha detto lui!

Mario: Imbecille, chiudi, sta arrivando Carla!

Fabio: “Imbecille, chiudi sta arrivando”…(vede Carla all’improvviso e chiude velocemente il telefono) Carla… bentornata!

Carla: (che nel frattempo si è vestita) Poi mi spiegherete che ci fanno questi abiti da donna in casa di due uomini soli!

Fabio: La domanda non è questa, la domanda è che ci fanno due uomini soli in una casa dove ci sono degli abiti da donna!

Carla: Non ho capito!

Mario: Lascia stare…a volte è meglio non entrare nelle cose!

Fabio: …E a volte è meglio non entrare nelle case!

Carla: Va bene, ho capito!

Mario: Beata te!

Carla: Allora, ragazzi, che si fa?

Fabio: In che senso?

Carla: E’ o non è la notte di Capodanno?

Mario: Certo che lo è…ma non pensavamo di fare dei programmi con te!

Carla: Be’, non mi pare che ne aveste di migliori senza di me!

Fabio: Ma tu non hai una famiglia, un marito…un fidanzato, qualcuno da cui andare la notte di Capodanno?

Carla: Purtroppo no!

Fabio: E come mai? Una bella ragazza come te…

Carla: Il lavoro…mi sono sempre dedicata al lavoro e non ho avuto tempo di dedicarmi ad altro!

Mario: Mi dispiace!

Carla: Io sono contenta così!

Fabio: Ti capisco!

Carla: E voi? Come va la vostra vita insieme?

Fabio: Non ci possiamo lamentare!

Carla: Ne siete sicuri?

Fabio: Certo!

Carla: Ragazzi, io nel mio lavoro incontro tantissima gente ogni giorno e, scusate se ve lo dico, di occhi come i vostri ne ho visti…e non promettono mai niente di buono!

Mario: In che senso?

Carla: (balzando sul divano, improvvisamente euforica) Ma oggi è l’ultimo dell’anno e bisogna festeggiare!

Mario: Ma noi non abbiamo niente…

Fabio: (intervenendo) …da festeggiare!

Mario: Ma no…intendevo che non abbiamo niente per festeggiare…in realtà non avevamo proprio intenzione di festeggiare…

Carla: Non vi preoccupate…ho provveduto io!

Carla esce di casa. Restano Mario e Fabio che si guardano increduli.

Fabio: Oh mio dio, che facciamo adesso?

Mario: Non lo so!

Fabio: Intanto dobbiamo dirle di essere eterosessuali, sono stanco di questa cosa!

Mario: Ma non possiamo dirglielo…poi dovremmo giustificare il fatto di trovarci qui la notte di Capodanno da soli!

Fabio: Non m’interessa…le dirò chi siamo e cosa facevamo in questa casa. Sono stanco e voglio andare via da qui!

Mario: Ma ci farà arrestare!

Fabio: Ma che dici?! Carla è una persona libera, non mi sembra proprio il tipo che chiamerebbe la Polizia!

Rientra Carla con in mano una bottiglia di spumante.

Carla: Scusate se ci ho messo tanto, ma l’avevo nascosta! Avevo paura che me la rubassero, ho il terrore dei ladri, li odio con tutta me stessa!

Fabio: Anche noi!

Carla: Ovviamente a quest’ora avrete già cenato, vero?!

Fabio: Domani, sì!

Carla: Domani?

Mario: Vuole dire che domani sì che non ceneremo, avendo mangiato tanto oggi!

Carla: Ovviamente!

Mario: Ovviamente! Sì, abbiamo cenato, sparecchiato e lavato tutti i piatti!

Fabio: Siamo persone ordinate, noi!

Carla: Lo immaginavo! Io ho portato una bottiglia di spumante per festeggiare insieme la mezzanotte…ormai ci siamo quasi!

Fabio: Festeggiare insieme?

Carla: Certo! Avevate altri programmi?

Mario: No, no, altri no…tantomeno avevamo questo!

Fabio: (deciso a confessare) Senti, Carla, noi dobbiamo dirti una cosa…

Carla: Cosa?

Fabio: Noi non siamo gay…

Mario: (intervenendo) Ma no, Fabio scherza sempre!

Carla: Lo so, ragazzi, state tranquilli, l’avevo capito subito!

Mario: Davvero?! E da cosa?

Carla: Fabio, ho visto come mi guardavi…e tutto potevi essere tranne che gay!

Mario: (a Fabio) Complimenti per l’interpretazione!

Fabio: E che vuoi da me?! Potevi scegliere di lavorare con Al Pacino!

Carla: Lavorare? Perché voi lavorate insieme?

Mario: A volte sì…siamo colleghi e amici da tanti anni!

Carla: E che lavoro fate?

Fabio: Rubiamo…

Mario: (intervenendo)…lo stipendio! Sì, lavoriamo pochissimo!

Fabio: Quasi niente!

Carla: E dove lavorate?

Fabio: Nelle case!

Mario: Porta a porta, sì…siamo venditori stipendiati, per questo non lavoriamo quasi mai!

Fabio: Non ci apre nessuno! Ma noi ce ne freghiamo…tanto ci pagano lo stesso!

Carla: E cosa vendete?

Fabio: Dipende da quello che troviamo nelle case!

Carla: In che senso?

Mario: (intervenendo, sempre più esasperato) Nel senso che vendiamo diversi prodotti. Entriamo nelle case, ci guardiamo attorno e, a seconda di quello che manca, proponiamo un prodotto!

Carla: E se non vi aprono?

Fabio: E’ meglio, vuol dire che non c’è nessuno e siamo più liberi!

Carla: Più liberi?

Mario: Di prendere un appuntamento e tornare!

Carla: Un lavoro di concentrazione, dovete sempre cercare di non farvi sfuggire niente!

Fabio: Più sfuggire!

Mario: (esasperato) E basta, Fabio!

Fabio: E’ lei che fa le domande!

Carla: Tranquillo, Mario, capisco la tua ritrosia a parlare di lavoro oggi…in fondo è una notte di festa!

Mario: Infatti…parliamo di altro!

Carla: Allora, abbiamo appurato che siete eterosessuali, giusto?!

Fabio: Giustissimo!

Carla: Siete sposati, fidanzati?

Fabio: Sposati entrambi!

Carla: Figli?

Mario: Entrambi!

Carla: Due?

Fabio: Entrambi!

Carla: Infelici?

Fabio: Entrambi!

Mario: Ma no, che dici?! Io sono felicissimo!

Fabio: Certo…felicissimo!

Carla: E, scusa se te lo chiedo, Mario, se sei così felice con la tua famiglia, come mai ti trovi qui, con Fabio, la notte di Capodanno?

Fabio: Perché ha rifiutato un milione  di euro per andare ai Caraibi con Monica Bellucci!

Carla: In che senso?

Fabio: Ha preferito stare qui con me!

Mario: Nessuno, Carla, nessun senso! Scusalo, a parlare è la parte stupida di lui…che peraltro ricopre oltre il 95% del suo cervello!

Carla: E tu, Fabio, perché sei qui?

Fabio: Perché nessuno mi ha offerto un milione di euro per andare ai Caraibi con Monica Bellucci!

Mario: Ma la smetti con questa storia?

Fabio: La smetterò quando tu ammetterai che le cose tra te e tua moglie vanno malissimo!

Mario: Non lo ammetterò mai!

Fabio: Per quanto mi riguarda, lo hai già fatto in questo momento!

Mario: Cioè?

Fabio: Dicendo che non lo ammetterai mai hai appena ammesso che è come dico io, ma semplicemente non vuoi ammetterlo, se no mi avresti detto “Non è vero”, non mi avresti detto “Non lo ammetterò mai”, che significa che è vero ma hai un problema solo ad ammetterlo!

Mario: Fabio, mi fai paura quando fai così!

Carla: (intervenendo) Sentite, ragazzi, mi sembra evidente che le cose non vadano bene a nessuno dei due da questo punto di vista, per cui in questa discussione non vince nessuno!

Fabio: A me basta il pareggio!

Mario: Non è un pareggio, io sono felice!

Fabio: Ahahaha…e di cosa?

Mario: Di quello che ho!

Fabio: Parli dell’amore

Mario: Certo…e del bellissimo rapporto che ho con i miei figli!

Fabio: Ne sei sicuro?

Mario: Assolutamente!

Carla: (a Mario) Come si chiamano i tuoi figli, Mario?

Mario: Marco e Patrizio!

Fabio: Marco e Fabrizio, Mario…si chiamano Marco e Fabrizio!

Mario: E va bene, Fabrizio, Patrizio, una lettera ho sbagliato!

Fabio: Due!

Carla: (a Fabio) I tuoi, invece, come si chiamano?

Fabio: Giulio e Claudio…li so i nomi dei miei figli, io. Nonostante le difficoltà con mia moglie, ho un bellissimo rapporto con loro!

Mario: Fabio, tu hai un figlio e una figlia, Giulio e Claudia, non Giulio e Claudio!

Fabio: Lo so, non c’è mica bisogno che me lo ricordi tu!

Mario: A quanto pare, sì!

Carla: Signori miei, ho come l’impressione che non siate proprio dei mariti e padri modello…almeno per quel che riguarda i rapporti con mogli e figli!

Mario: Be’, probabilmente non sarò bravissimo in questo, ma almeno cerco di non far mancare loro niente!

Fabio: Guarda che il fatto che non abbiano mai avuto niente non è sufficiente a non far sentire loro la mancanza semplicemente perché non si può sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto!

Mario: Mamma mia, Fabio, quanto dei contorto!

Carla: (a Mario) Sei davvero sicuro di aver dato loro tutto quello che potevi?

Mario: Certo…ho sempre lavorato, io!

Fabio: (scoppiando a ridere) Tu? Ahahahah, ma di cosa stai parlando?

Mario: Dimentichi che ho fatto tutti i lavori possibili, da quando ero ragazzino…e non mi sono mai tirato indietro davanti a niente! Ho fatto prima l’apprendista meccanico, poi l’apprendista barbiere, poi l’apprendista idraulico, poi l’apprendista elettricista…

Fabio: E non hai appreso mai un cazzo!

Mario: (a Fabio) E tu che cos’hai fatto invece nella vita?

Fabio: Sicuramente molto più di te!

Mario: Parli di quando hai fatto il rappresentante di macchine per il caffè?

Fabio: Anche!

Mario: Dai, Fabio, ma se hai venduto così poche macchine che sei stato contattato dal Ministero della Salute come testimonial per la lotta alla caffeina.

Fabio: Ma non dire idiozie…

Mario: Senza dimenticare il periodo in cui sei stato un brillante venditore di automobili coreane…Ti ho mandato un amico e, pur di non acquistare un’auto da te, il giorno dopo ha comprato una carrozza e due cavalli e si è trasferito nel vecchio West!

Fabio: Sei un cretino…

Mario: E tu sei negato, Fabio, negato e noioso! Avresti avuto più successo come venditore in un’agenzia di onoranze funebri…Solo che le casse avresti dovuto venderle direttamente ai morti.

Fabio: E’ arrivato il grande lavoratore!

Mario: Io so quello che valgo!

Fabio: Mario, tu di valgo hai soltanto l’alluce!

Si sentono gli spari di capodanno in strada. E’ quasi mezzanotte.

Carla:(prendendo la bottiglia di spumante e i calici) Vi prego, smettetela adesso, non credo sia il caso di continuare a discutere delle vostre incapacità di essere mariti e padri o dei vostri insuccessi lavorativi. Tra pochi secondi sarà mezzanotte e dobbiamo brindare!

Fabio: E dai nostri discorsi ti sembra che ci sia qualcosa a cui brindare!

Carla: E perché no?! C’è sempre qualcosa a cui brindare!

Mario: E a cosa dovremmo brindare, secondo te, sentiamo?

Carla: Be’, ad esempio al vostro furto di stanotte!

Pausa. Fabio e Mario restano di sasso.

Mario: In che senso, scusa?

Carla: Ma voi credete davvero che io mi sia bevuta la storia dei due amici che decidono di passare la notte di Capodanno insieme lontano dalle loro famiglie, così come pensavate che avessi creduto anche per un solo attimo alla storia dei due gay!

Fabio: No, eh?!

Carla: Direi di no! E credete che non sappia chi siete e cosa ci facciate in questa casa?

Mario: Lo sai?

Carla: Certo che lo so, Mario!

Fabio:(accasciandosi sul divano) E non potevi dirlo subito?! Ci hai fatto fare una fatica!

Mario: E adesso cosa intendi fare?

Carla: Brindare con voi…mancano pochi secondi alla mezzanotte! Prendete i vostri calici!

Fabio e Mario prendono i calici. Carla li riempie tutti e tre. Insieme contano alla rovescia fino al brindisi. Fuori i botti aumentano.

Carla:(un attimo prima di bere) All’ultimo piano!

Bevono.

Fabio: Be’, non capisco perché per tu ci tenga tanto a brindare al piano di un palazzo, ma va bene!

Carla:(ridendo) Ma no, Fabio, non intendevo questo con l’ultimo piano…intendevo il vostro ultimo piano!

Fabio e Mario si pietrificano.

Mario:(preoccupatissimo) Vuoi dire che hai intenzione di denunciarci?

Fabio: Ti prego, no…in fondo abbiamo una moglie e due figli!

Carla: Molto in fondo…non ricordate neanche i loro nomi!

Fabio: Che c’entra, può capitare una distrazione!

Carla: Comunque non ho alcuna intenzione di denunciarvi!

Mario: Oh mio dio, che paura…grazie, Carla, non sappiamo davvero come ringraziarti…

Carla: Non credo sia il caso…non ho intenzione di denunciarvi, ma questo non vuol dire che il vostro non sia comunque l’ultimo piano! E’ semplicemente troppo tardi per farlo!

Fabio: Non ho capito un cazzo, Carla!

Mario:(a Fabio) Stai zitto, fammi sentire!

Carla: Quando sono entrata qui dentro, vi ho detto che, a causa del mio lavoro, sono sempre in giro…

Fabio: Rappresentante della Folletto! Hai visto che avevo ragione, Mario?!

Carla: Non proprio!

Fabio: Testimone di Geova!

Carla: Ma no! Vi ho detto anche che stasera ero in giro per la città e, improvvisamente, mentre stavo andando non so dove e perché, mi sono ritrovata qui, dietro la porta di casa vostra, senza un motivo!

Mario: Certo…e chi se lo scorda il nostro colpo di culo!

Carla: Be’, non è esattamente così!

Fabio: Cioè?

Carla: E’ vero che non sapevo quale fosse il motivo per cui mi fossi improvvisamente trovata qui…ma sapevo perfettamente a quale scopo! Spesso mi capita di trovarmi nei posti all’improvviso, ma c’è sempre un perché, anche se lo scopro solo dopo!

Fabio: Non capisco!

Mario: Questa volta neanche io!

Carla: Signori, questo è il vostro ultimo piano semplicemente perché non avrete mai più modo di metterne in atto altri!

Pausa.

Mario: (terrorizzato) Oh mio dio, adesso ho capito…tu vuoi ucciderci!

Fabio: (più terrorizzato di lui) Aiuto, Mario!

Mario: Noi non siamo armati!

Fabio: Assolutamente no!

Mario: Non abbiamo mai avuto una pistola!

Fabio: Non abbiamo neanche i soldi per comprarla una pistola!

Carla: Ma no, no, io non voglio uccidervi…io sono solo venuta a prendervi!

Mario: In che senso?

Carla: Nel senso che ha già provveduto qualcun altro a farlo!

Fabio: (sempre più terrorizzato) Fare cosa?

Carla: Uccidervi!

Mario: Ma di cosa stai parlando?! Noi siamo vivi e vegeti!

Fabio: Sì…anche se comincio a non sentirmi più tanto bene!

Carla: Lo so…è normale che sia così! Vi spiego: Quando ho suonato alla vostra porta, in realtà non c’ero io lì dietro!

Mario: E chi c’era?

Carla: I corpi speciali della Polizia!

Fabio: Corpi speciali? Intendi i più bei poliziotti che ci siano?

Mario: Ma non dire idiozie!

Carla: Il vicino dei signori Corsetti ha visto la luce accesa dentro casa e, sapendo che i proprietari  erano fuori, ha chiamato la Polizia!

Mario: (facendo il verso a Fabio) Chi vuoi che si accorga di una luce accesa la notte di Capodanno?! (si scaglia su di lui) Imbecille…Tu è le tue stupide idee...

Carla: Mario, ormai non serve più arrabbiarsi…quel che è fatto è fatto! Voi non avete aperto e la Polizia ha sfondato la porta! Uno di voi ha messo una mano in una tasca per prendere qualcosa, ma sembrava stesse prendendo una pistola…non è stata proprio una brillantissima idea…

Mario: (a Fabio) Uno dei due…sicuramente sarai stato tu!

Carla: Così, uno di loro, il più giovane  e meno esperto, ha sparato. Gli altri non hanno capito più nulla e hanno cominciato a sparare all’impazzata. Un colpo ha preso te alla testa (a Fabio) e un altro te subito sotto il cuore (a Mario)…non c’è stato nulla da fare per nessuno dei due! Per questo io mi sono ritrovata qui all’improvviso…non era previsto…e ora tocca a me!

Fabio: Vuoi dire che…

Carla: Che dovete venire via con me, mi dispiace!

Mario: Ma allora tu sei…

Carla: Sì, Mario…sono la morte!

Fabio: Oh Dio!

Carla: Lui è il mio capo!

Fabio: Ma io non voglio morire!

Mario: Be’, non era neanche nei miei progetti della giornata, sinceramente!

Carla: Nessuno vuole morire..ma quando capita, non si può fare niente per impedirlo!

Fabio: (arrabbiandosi con Fabio) E’ tutta colpa tua, sei stato tu a convincermi a diventare un ladro!

Mario: E quale sarebbe stata l’alternativa, continuare la lotta alla caffeina? Almeno ora potrai vendere le casse direttamente ai morti!

Fabio: Tu mi hai rovinato la vita!

Mario: Credimi, hai fatto tutto da solo!

Fabio: (a Carla) Io non sono pronto, ti prego, ho ancora tante cose da fare!

Mario: Devi vedere io!

Fabio: Per esempio, non sono mai stato a Domodossola!

Mario: Ma che c’entra?!

Fabio: E’ una vita che sento dire D di Domodossola, non voglio morire senza esserci mai stato!

Mario: Ah certo…e allora dovresti andare anche a Canicattì!

Fabio: Cazzo, non ci avevo pensato! Carla, io non posso morire!

Carla: Troppo tardi! E smettetela di chiamarmi Carla…io sono Mània, la dea della morte!

Fabio: Chi?

Carla: Mània, la dea della morte!

Fabio: Ti dispiace se continuo a chiamarti Carla?

Mario: (a Carla) Ti prego, fai qualcosa, aiutaci!

Fabio: Per la prima volta sono d’accordo con te!

Carla: Non posso fare più niente per voi!

Mario: Ma fammi almeno salutare mia moglie e i miei figli, fammi dire loro che li amo, non posso andare via così!

Fabio: Giusto…almeno una telefonata a casa!

Mario: Eh sì, chiediamo l’aiutino!

Fabio: Ti prego, Carla!

Mario: Ti scongiuro!

Carla: E ve ne ricordate solo ora? Comunque non servirebbe, non potrebbero rispondervi!

Fabio: Perché?

Carla: Perché siete già morti! Avete mai ricevuto la telefonata di un morto nella vostra vita?

Mario: Proprio morto, no!

Carla: Signori, dobbiamo andare…è tardi e vi aspettano!

Fabio: Ma noi siamo ritardatari cronici!

Mario: Infatti…ci sarà pure il solito quarto di secolo di tolleranza!

Carla: Non fatemi insistere, vi prego…il mio è già un mestiere difficile!

Fabio: Ma è statale?

Mario: Si accede tramite concorso?

Carla: (alterandosi) Basta con le stupidaggini, ora dovete venire con me!

Fabio: No, ti prego, fammi parlare con mia moglie e i miei figli…non voglio morire! (scoppia a piangere)

Mario: Neanche io! Voglio salutare mia moglie! (scoppia a piangere)

Fabio: Ti prego, Carla! (piangendo sempre più e gettandosi in ginocchio ai piedi di Carla)

Carla: Mània!

Fabio: Ti prego…qualunque sia il tuo nome! (unendosi al pianto di Mario, anche lui in ginocchio)

Pausa. Carla li guarda. Poi, improvvisamente, scoppia a ridere!

Carla: Ahahahahah!

Fabio: Cosa c’è da ridere adesso?

Carla: Ahahahahah…ma ci avete creduto davvero?

Mario: In che senso?

Carla: Ma pensate davvero che io possa essere la morte? Io? Vestita così? Entro qui la notte di Capodanno con una bottiglia di spumante e tre bicchieri, faccio la doccia, vi dico di essere la morte e voi ci credete davvero?

Fabio: Non è vero?

Carla: (sempre ridendo) Ma vi sembrerebbe mai possibile?

Mario: No…infatti no!

Fabio: (sminuendo) Ma noi l’avevamo capito subito!

Mario: L’avevamo capito benissimo…non poteva essere!

Carla: Certo! E’ per questo che vi siete buttati entrambi ai miei piedi singhiozzando e chiedendomi di aiutarvi?

Fabio: Era per stare al gioco!

Mario: Non volevamo deluderti!

Carla: Come no! Ahahahah…avreste dovuto vedere le vostre facce, eravate terrorizzati! Soprattutto tu, Fabio!

Fabio: Lo so…reminiscenze della seconda media, quando interpretai magistralmente il fenicottero nella Fattoria degli Animali!

Mario: Non c’è mai stato il fenicottero nella Fattoria degli Animali!

Fabio: Ah…per questo rimasero tutti molto colpiti dalla mia interpretazione!

Carla: Siete stati incredibili!

Mario: Lo so…del resto, come avremmo potuto credere ad una cosa così assurda?!

Fabio: Solo due cretini avrebbero potuto crederci veramente!

Mario: Due imbecilli!

Fabio: E noi non siamo cretini…

Mario: E neanche imbecilli!

Carla: Comunque è stato molto divertente! Ahahahah… difficilmente dimenticherò le vostre facce!

Mario: Devi vedere noi la tua!

Carla: Adesso io vado!

Mario: Bello scherzo!

Fabio: (a Mario) Pensava davvero che ci avessimo creduto…ma come si fa?!

Carla: Mi avete regalato un bellissimo Capodanno! Ahahah

Mario: Mai come quello che hai regalato tu a noi!

Fabio: Indimenticabile!

Carla: E ora fareste meglio a chiamare le vostre mogli e i vostri figli, credetemi! Sarebbe la prima cosa giusta della vostra vita! Buon anno, signori! (si avvia verso l’uscita)

Mario: Buon anno a te!

Carla, uscendo, si ferma sulla porta.

Carla: Ah…prima di andar via, voglio dirvi una cosa…le cozze con le orecchie non esistono! Addio! (esce)

Mario e Fabio si guardano.

Mario: Come fa a sapere della cozza con le orecchie?

Fabio: Non ne ho idea!

Mario e Fabio corrono contemporaneamente a prendere i telefoni e inviano le telefonate alle moglie.

Mario: E’ muto!

Fabio: (sconvolto) Niente…non squilla neanche!

MUSICA - SIPARIO