L’ultimo uomo

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L'ultimo uomo

L’Ultimo Uomo

Commedia di

Reno Bromuro – Viviana Buzzòli



PERSONAGGI 
Reginaldo: lo scrittore che viene eliminato dai suoi stessi personaggi 
Sincera: personaggio della fantasia che l'amore umanizza. 
Commissario:persona presa a modello, dallo scrittore, per un personaggio
Moglie: del Commissario, personaggio di fantasia
Figlia del Commissario, " " " 
Figlio del Commissario, " " " 
Gigino il bandito, " " " 
Riccardo: il giovane buono, ostaggio del bandito. 
Rita: la ragazza impaurita, ostaggio del bandito. 
Bambino: uno spettatore che non è d’accordo con l'autore. 
Voce del marito 
Voce della moglie 
Voce dell'innamorata 
Voce dell'innamorato
L'azione si svolge,ai giorni nostri,in un mondo in cui solo i poeti riescono a vivere! 


Primo Tempo 
scena 1°
LUCE TENUE, SIAMO NEL SOTTOSCALA DELLA STAZIONE TERMINI A ROMA. REGINALDO, UNO SCRITTORE CHE VIVE COME UN BARBONE, DALLA TASCA DEL CAPPOTTO SDRUCITO TIRA FUORI DEI GIORNALI, LI STENDE PER TERRA COME FOSSERO LENZUOLA E VI SI SDRAIA SOPRA. POGGIATO SUI GOMITI LEGGE I TITOLI DEGLI ARTICOLI E NELLA SUA FANTASIA DIVENTANO VOCI REALI, CHE LUI SENTE E ASCOLTA ANCHE IL PUBBLICO.
SI SISTEMA CON LE SPALLE SUI GIORNALI GLI OCCHI AL SOFFITTO, LE MANI INTRECCIATE SOTTO IL CAPO E VEDE LE VOCI CHE DIVENTANO PERSONE CHE AGISCONO E PARLANO PASSANDOGLI DAVANTI TRA OSCURAMENTI E SPLENDORI DI LUCI. 

GIORGIO 
Un omicidio non è mai necessario... 
MARZIA 
A farmi innamorare di tè,veramente. 
VIVI 
Sto rivivendo un episodio della mia fanciullezza.
EUGENIO 
Però dai racconti di mio padre... 
DORIANA 
L'abbiamo visto che sei un duro… 
CATERINA 
Ti voglio troppo bene per poterti mentire
GABRIELE
Al di là di ogni confronto c'è la propria volontà…
ANNA 
La verità è che non posso più fidarmi…
MENTRE SI RIPETONO QUESTE FRASI, IL PALCO E’ BERSAGLIATO DA LUCI IMPAZZITE E DI VARIO COLORE. VOCI E LUCI FINO AL PAROSSISMO, POI SIBITO - STACCO. 
REGINALDO 
SCHIACCIATO SOTTO IL PESO DELLA PROPRIA ANGOSCIA. SI GIRA E RIGIRA SUI GIORNALI, MENTRE SI RIPERCUOTONO NELLA SUA MENTE I TITOLI DEI GIORNALI.
GIORGIO
Due poliziotti freddati a bruciapelo, sull'autostrada, da due banditi in fuga... DORIANA
...Una bomba ad alto potenziale, ha semidistrutto il palazzo. 
GIORGIO
...E’ stato chiesto dieci miliardi di riscatto. I familiari hanno accettato... DORIANA
La Banca della Cassa di risparmio.
GIORGIO
...Furto di circa quaranta miliardi... 
DORIANA 
...Trafugati i gioielli. Uno dei banditi è stato arrestato...
GIORGIO
Sono stufo, non ne posso più. Perché vado ancora a lavorare non lo so proprio. Lo stipendio basta dal 27 al 28 del mese, e poi?…
MARZIA 
...Tutto costa troppo caro. Eppure compro solo l'indispensabile, 
GIORGIO 
... Spendi sempre troppo... 
MARZIA 
...Ma è la vita, che... 
INNAMORATA 
...Quanto sei bello, micino mio. E quanto ti amo!
GABRIELE 
L'amore! L'amore è la cosa più bella del mondo. Io amo, tu ami... 
CATERINA 
... e gli altri?...
LA COLONNA SONORA RAGGIUNGE L'APICE DEL PAROSSISMO. LE VOCI SI ACCAVALLANO FINO A DIVENTARE INCOMPRENSIBILI. FARO A LASER AL CENTRO. 
DISSOLVENZA IN CHIUSURA MENTRE REGINALDO SI METTE A SEDERE, LENTAMENTE.
DISSOLVENZA IN APERTURA SU…
REGINALDO
L'ho sempre detto che sono il più grande commediografo vivente. Non mi vogliono credere. Io so,però,di esserlo e lo dimostrerà, Che sogno meraviglioso ho fatto! Se avessi carta e penna!, Ma i soldi, dove li prendo? Giusto! Ci sono i manifesti su cui scrivere: giusto. Ma la penna? A costo di scriverla col sangue questa commedia, la scriverò, (SI ALZA IN PIEDI) Signor fonico? Signor fonico. La prego,un po' di musica. (PARTE LA MUSICA ELETTRONICA) No, no, no. Per favore, questa musica non è adatta al tipo della commedia che... non si addice al mio sogno. Vorrei una musica... una musica... (PENSOSO DOPO UNA PAUSA) Un coro di voci bianche, è possibile? (ARRIVA LA MUSICA RICHIESTA) Grazie, va bene così. Grazie. Signor scenografo? Tocca a lei. Al centro del palco, vorrei una pedana con tre scalini, magari. (TUTTI I COMPONENTI LA COMPAGNIA, PORTANO IN SCENA LA PEDANA CON TRE SCALINI, UN MANICHINO E SPARGONO PER TERRA QUALCHE GIORNALE. SISTEMANO IL MANICHINO SULLA PEDANA, CON LA TESTA RIVOLTA VERSO LA PLATEA, HA UNO SQUARCIO ALLA GOLA, BEN VISIBILE. SPARISCONO, NON VISTE DAL PUBBLICO, LA MOGLIE E LA FIGLIA DEL COMMISSARIO. LE LUCI SI ATTENUANO ANCORA DI PIÙ. REGINALDO SI SIEDE SUL PRIMO SCALINO DELLA PEDANA).
COMMISSARIO (ENTRANDO) 
E' lei che ha chiamato?
REG. 
Si.
COMM. 
Perché l' ha fatto?
REG.
Che cosa? A telefonare? 
COMM.
… A uccidere. 
REG.
Era necessario,signor commissario. 
COMM
Un omicidio non è mai necessario. 
REG.
Questo sì. Mors tua vita mea! 
COMM
Che siamo diventati, cannibali? 
REG.
E chi l’ha detto, signor Commissario? Vede?… Era un Angelo e un Angelo, come poteva vivere in questo mondo, fatto di fantocci di pezza e di fango?
DUE FARI, UNO ROSSO E L'ALTRO BLU S’INCROCIANO SULLA PEDANA DANDO UN COLORE VIOLA LUMINOSO. PARTORITI DAL MANICHINO ESCONO LA MOGLIE E LA FIGLIA DEL COMMISSARIO. REGINALDO E IL COMMISSARIO RIMANGONO IN ZONA BUIA. 
MOGLIE
La droga è all'origine di ogni male e proprio tu,mia figlia!Che cosa ti ha spinta? 
FIGLIA
...La vostra indifferenza! 
MOGLIE
Sfacciata. Ma se non viviamo che per te?
FIGLIA
Tu dici? E dimmi ancora, mi è stato mai permesso di parlare liberamente.con voi?
MOGLIE
Adesso, non l'hai fatto? E poi, lo sai, tuo padre si ammazza di fatica, per farti vivere bene.
FIGLIA
Lo vuoi capire che non c’è… anzi, non è indispensabile la vita agiata, se dentro di te c’è il vuoto affettivo?
MOGLIE
Ma!
FIGLIA
Non c'è ma, mamma! Sono giunta alla mia età e non conosco mio padre, non conosco mia madre. Mio padre sempre a correre dietro ai delinquenti e tu sempre preoccupata, a lesinare la lira per far quadrare il bilancio.
MOGLIE
Però a te, non abbiamo fatto mancare mai niente.
FIGLIA
Ancora insisti? Se appena ora, ti ho detto, che venendomi a mancare voi, mi è venuto meno tutto! Ma mi ascolti, quando parlo?
MOGLIE
II fatto certo è, che ora occorre curarti e non so proprio come fare. I soldi sono quelli che sono...
COMM. (INTERROMPENDO, SENZA MUOVERSI)
Già! Bastano dal 27 al 30 del mese. 
(LUCE INCROCIATA SUL COMMISSARIO, CHE LO SEGUE FINO AL PUNTO DOVE SI TROVANO LA MOGLIE E LA FIGLIA, POI E’ ANCHE LUI SOTTO LA LUCE VIOLA).
MOGLIE
Tutto costa troppo caro. E credo, una clinica discreta, che non permetta la divulgazione o fuga di notizie affinché non scoppi uno scandalo, costi un occhio della testa.
COMM.
Chi l'avrebbe mai detto?! Mia figlia, il sole dell'anima mia, una drogata. Il guaio è che sono tutti i giorni a stretto contatto, con ogni tipo di delinquenti; e i drogati, poi ?...Ma perché non me ne sono accorto?
MOGLIE 
Perché non l'avresti mai immaginato!
COMM.(ALLA FIGLIA) 
Ma perché l'hai fatto?
FIGLIA 
Non lo so.
COMM.
E devi saperlo, per dio! Come si può fare una cosa senza esserne cosciente?
MOGLIE 
Ha detto che si sentiva sola,
COMM. 
Non è una buona ragione.
FIGLIA 
Se non è una buona ragione questa; qual'è quella buona?
COMM.
Dio, Dio, Dio! Non ho la forza neanche di picchiarla! E si che dovrei! E quello che è peggio,vengo meno pure al mio giuramento,
MOGLIE 
Non fare come è il tuo solito! Ti prego, non farne un dramma morale
COMM. 
Ma è il mio dovere!
MOGLIE 
E' tua figlia.
COMM.
Era. Dio! Come mi sembra tutto assurdo, irreale. Ti rendi conto della gravita delle cose solo se queste ti colpiscono personalmente.
MOGLIE 
Non tergiversare. Bisogna correre ai ripari, finché si è in tempo.
COMM.
Non mi è premesso fare altri straordinaria oltre quelli che già faccio. La clinica con che cosa la paghiamo?
FIGLIO (COME SORTO DAL NULLA, UN LAMPO FIAMMEGGIANTE). 
La mandi in una comunità terapeutica.
FIGLIA (CON ASTIO, AL FRATELLO) 
Tu ci andrai,in una comunità!
COMM. (CONFUSO, ALLIBITO) 
Perché, pure lui?…
FIGLIO (INTERROMPENDO)
Non so cosa significa droga e di drogati so soltanto dei tanti morti di ogni giorno, per una overdose, e dei maltrattamenti a poveri vecchi, per racimolare qualche spicciolo, per comprarsela. E non si limitano solo a questo, poveri diavoli emarginati dalla società, costretti a rubare, a prostituirsi e a volte anche a uccidere. Quel che e peggio sono costretti a spacciare a loro volta, fino ad annientarsi! Direi, fino a morire, se non per una overdose, con l’AIDS! Questo accade perché, ci sono persone come voi che sono radicate nel pregiudizio sociale di merda, fino a rimanerne soffocati. Vi state lambiccando il cervello, per niente. Non pensate ai soldi, pensate a lei e mandatela in una comunità, ve la restituiranno guarita. Ce ne fossero di più di santi, la droga non esisterebbe più,
COMM. 
Visto che sei così bene informato, quale suggerisci?
FIGLIA (INTERROMPENDO)
Neanche per idea! E sì, adesso mi metto pure il marchio. (AL PADRE, IPOCRITAMENTE) Che figura ci faresti tu papà, un poliziotto integerrimo?
COMM. 
Avresti dovuto pensarci prima..
FIGLIA (C.S.)
E già! Ha parlato l’oracolo. L'avevo dimenticato che la sua parola e legge, in questa casa. Dimmi, padroncino... hai detto che siamo poveri diavoli emarginati dalla società e poi hai il coraggio di mandare tua sorella, come una qualsiasi, al bando della stessa società?
FIGLIO 
Non ti ci mando io. Sei tu che hai fatto la scelta. E ricordati una cosa, solo se, proprio le famiglie dei drogati, trovano la forza di agire e di reagire, forse la società vi vedrà sotto il vero aspetto della situazione avi amerà, vi curerà come malati comuni e non vi guarderà più come appestati,
FIGLIA (IMPLORANTE, MA SFUGGENTE COME UN SERPENTE) 
Mamma, non farmi andare in una comunità, ho paura.
MOGLIE
Non ti preoccupare. Vedrai, venderemo tutto quello che abbiamo: l'appartamento, gioielli... ma non ci andrai. (EGOISTICAMENTE) Vi prego, fate che io possa continuare ad uscire di casa e incontrarmi con le amiche. 
COMM.
Per me ha ragione lui.Perché buttare via quarant'anni di sacrifici? Quello che abbiamo è stato comprato col sudore della paura di ogni giorno, inseguendo delinquenti e soprattutto, negli ultimi tempi, spacciatori di droga. O avete dimenticato la pugnalata che mi diede uno di questi poveri disgraziati, come dice lui? E proprio perché ebbi pietà.
FIGLIA (C.S.) 
Ho capito. Va bene. E’ questo il bene che mi volete?
MOGLIE
No, figlia mia! Mamma tua non ti lascia. Lui parla così perché non sa che cosa significa partorire un figlio e allevarlo, non conosce, lui, l'emozione del primo vagito, dopo lo sforzo della lotta contro la morte, per una duplice vita. L'apprensione, l'ansia per qualche decimo di febbre; la gioia inenarrabile della prima parola gridata, baciando le labbra. Le preoccupazioni della pubertà. (AL FIGLIO) No, tu non le sai queste cose. E poi critichi la società? E parli d'amore? ... L'hai detto tu, almeno così mi è parso di capire, che questi disgraziati ragazzi devono essere curati con l'amore, trattarli normalmente come malati comuni e non metterli alla berlina, segnandoli a dito, come appestati e poi?...
FIGLIO
Questo ho detto e lo penso fermamente. Proprio per questo, insisto, per il bene di tutti e soprattutto per la sua salute. 
FIGLIA
Non lo avete ancora capito che vuole disfarsi della mia presenza? 
FIGLIO
Non ti rispondo neanche, perché il tuo atteggiamento è tipico dei drogati: sfuggono la realtà con ogni mezzo e ne inventano una più del diavolo.
FIGLIA
Mamma, papa, lo sentite? Già mi ha condannata! 
COMM.
Basta, per dio! Ti devi disintossicare. Su questo non ci sono dubbi. Noi non abbiamo mezzi,per cui non ci rimane,come dice tuo fratello,che la comunità. 
MOGLIE
In una comunità, mai. L'assisto io, a casa, così tagliamo la testa al toro. COMM
Ma sai che cosa significa? 
MOGLIE
Imparerò. 
FIGLIO
Mamma, forse non ti rendi conto. Quando sono in crisi d’astinenza sono capaci di tutto. 
MOGLIE
Tua sorella non è poi, così grave. FIGLIO
Che ne sai tu? L'hai guardata bene, in faccia? 
FIGLIA
Che vuoi dire? Che lo porto scritto in fronte? 
FIGLIO 
Peggio.Porti segni sul tuo corpo che fanno paura e per il bene che ti voglio, ti auguro che non siano indelebili.
FIGLIA 
Ma quali segni?! Mi sono bucata si e no, tre, quattro volte!
FIGLIO
Davvero? (CON DECISIONE, AFFERRA IL BRACCIO DELLA SORELLA E LO SCOPRE) E questi?...
MOGLIE (DISPERATA)
No! Figlia mia, no! 
FIGLIA (TENTA DI FUGGIRE,MA IL FRATELLO LA FERMA DECISO) 
Come hai potuto?
COMM
Dio, Dio! Mia figlia! Ma se noi abbiamo solo il mio stipendio, come hai fatto a procurartela?
FIGLIO 
Non hai ancora capito? Prostituendosi, è ovvio.
FIGLIA (COME UNA FURIA) 
Non è vero. Io ti ammazzo, giuro che ti uccido.
COMM.(ABRRACCIA LA FIGLIA CON TANTO TANTO AFFETTO) 
Dimmelo, ti prego dimmelo. In nome del bene che ti voglio, dillo a papà tuo come te la procuri?
FIGLIA (SFUGGE ALL'ABBRACCIO DEL PADRE. SCATTA, SI ALLONTANA) 
Ogni sei dosi, una per me.
COMM 
Non ho capito.
FIGLIO 
Sei duro, eh? Ancora non hai capito? La spaccia.
COMM 
No! Capisci che devo arrestarti?
FIGLIA
No, papa. Non parli sul serio, vero? Come puoi mandare la tua bambina, in carcere, in mezzo a delinquenti di ogni sorta?
COMM
Lo devo fare. Non posso buttar via l'avvenire tuo e di tuo fratello. Quando uscirai, con il nostro amore, ti faremo dimenticare.
MOGLIE
No, Roberto, no. (PIANGE DISPERATA) Mi volete morte. Mi volete!
COMM. (L’ABBRACCIA. LA CULLA E SI CULLA CON DISPERAZIONE)
No, no. Certo che no. Calmati. (PAUSA. RISOLUTO) Calmiamoci tutti. Cerchiamo con tranquillità di salvare capra e cavolo. Prima che tu venga presa da qualcuno dei miei colleghi, perché prima o poi ti prenderebbero; te ne vai…ti accompagnerà tua madre.
FIGLIO 
Perché non io? Sono giovane e libero.
COMM.
L'accompagnerà mamma. Piuttosto, visto che sei così bene informato; quale comunità suggerisci?
FIGLIO 
Per me ce n'è una sola...
FIGLIA (INTERR.)
San Patrignano, no! Mi ammalerei di più , Ma non li leggete i giornali? Lì i drogati vengono trattati come bestie. Li legano con catene in mezzo ai porci, ai polli, ai colombi. Muccioli è un sadico.
FIGLIO
Sei pazza! Muccioli è un santo. Ce ne fossero almeno cento come lui, avreste finito di drogarvi e di spacciare,per continuare a drogarvi. 
FIGLIA
Se mi portate a San Patrignano, giuro che scappo e mi butto sotto un treno, come quel giovane!
FIGLIO (STIMOLANTE)
Allora,commissario?! Fai il tuo dovere di padre, di cittadino e di poliziotto: arrestala e non se ne parla più! 
COMM.
Ma è mia figlia! Tua sorella!
FIGLIO (AMARAMENTE DELUSO)
Non ci volevo credere, ma è proprio vero. Anche tu, sei un pupazzo di pezza e di fango...
MOGLIE 
Come ti permetti è tuo padre!
FIGLIO
Ciò non toglie che sia un pupazzo,azionato da una coscienza pregiudizievole.
COMM (RISENTITO) 
Io sono un uomo e l'ho dimostrato in varie occasioni!
FIGLIO
Ti illudi. Sei un fantoccio senza nerbatura.Ti lasci guidare, azionare direi, da un conformismo stronzo e ipocrita, E agisci, almeno una volta! Tua figlia è in pericolo di vita e tu ti lasci prendere da un sentimentalismo sdolcinato e reazionario. Svegliati, dimostraci che veramente le vuoi bene! Fai il tuo dovere e arrestala se l'ami, se la senti veramente tua figlia. E non venirmi a parlare di pregiudizio. Se invece di tua figlia, fosse stata un'altra povera disgraziata a dirti che spaccia droga per procurarsela a sua volta, che cosa avresti fatto?
COMM
L'avrei arrestata. Sono domande da farsi ad un uomo che ha sacrificato la famiglia, al proprio dovere!
FIGLIO
L'hai detto. Hai sacrificato la famiglia e,se questo è vero, se ti senti veramente uomo, infila i chiodi nella Croce e falla risorgere, la tua famiglia.
FIGLIA (INAVVERTITAMENTE, CON LA SCUSA DI ALLACCIARSI UNA SCARPA, TIRA FULMINEA UN PUGNALE DAL GAMBALETTO, E SPACCA IL CUORE DEL FRATELLO).Te lo avevo detto, impiccione. Fatti i cazzi tuoi. 
(STACCO. BUIO. 
COLONNA SONORA AL MASSIMO. LUCE IN DISSOLVENZA IN APERTURA SU REGINALDO E IL COMMISSARIO. QUESTI, E' PERSONA REALE).
COMMISSARIO 
Questo lo dice Lei.
REGINALDO
No, signor commissario. E' come le dico io. Il peggio, signor Commissario, è che questi fagotti non hanno nemmeno la possibilità di venire scrostati dal sole perché rimangono e rimarranno sempre, fantocci di pezza.
COMMISSARIO
Ma perché ha ucciso?
REGINALDO
Ancora non ha capito? Allora signor commissario!... 
(DISSOLVENZA IN CHIUSURA)
DISSOLVENZA IN APERTURA: LUCE DI UN TENUE COLORE ROSA COME L’AURORA, SULLA PEDANA. REGINALDO E' SEDUTO SUL PRIMO SCALINO, SINCERA SUL SECONDO.
SINCERA
Ciao, amore!
REGIN.
Ciao, vita mia.
SINC.
Che stupidi che siamo...
REG.
Perché?
SINC.
Come perché? Penso che siamo gli unici innamorati al mondo...
REG.
Gli unici?
SINC.
Sì. Senza dubbio, sIamo gli unici.
REG.
Lo pensi veramente? (EFFETTO DI LUCI)
SINC.(DOPO UNA PAUSA)
Ecco. Ci sei riuscito.
REG.
A fare cosa?
SINC.
A farmi innamorare di tè,veramente»
REG.
Perché, prima non mi amavi? Ti contraddici. 
SINC.
Che centra? 
REG..
Come che c'entra? lo ti amo, come può amare solo un uomo. 
SINC.
Sei presuntuoso. 
REG.
Forse. Ma ti amo e non posso, non amarti! 
SINC.
Che cosa ti aspetti, da questo amore? 
REG.
Tutto ciò che può dare, l'amore. 
SINC.
Ad esempio? 
REG.
Col nostro amore, umanizzare il mondo. 
SINC.
Oh,Dio! E come? 
REG.
E' più semplice di quanto pensi. Se tu mi starai vicino, non sparirai alla mia sete, cambieremo il mondo.
(STACCO. COLPI SI PISTOLA AL BUIO.
IL BANDITO ENTRA DA DESTRA SPINGENDO, SOTTO LA MINACCIA DI UNA PISTOLA, DUE OSTAGGI: UNA FANCIULLA E UN GIOVANOTTO, RITA UNA GIOVANE DONNA NON ANCORA VENTENNE E RICCARDO UN GIOVANOTTO INTORNO AI TRENT’ANNI. NELLA DESTRA IMPUGNA LA PISTOLA, NELLA SINISTRA PORTA UN SACCO. SIAMO IN APERTA CAMPAGNA SITUATA ALLA DESTRA DELLA PEDANA. SOPRA LO SCALINO PIU’ BASSO, REGINALDO, ACCARTOCCIATO A PALLA, SINGHIOZZA. 
GIOCO DI LUCI CHE, ILLUMINANO ORA LA PEDANA, SULLA QUALE TRONEGGIA IL MANICHINO CON LA GOLA SQUARCIATA, ORA REGINALDO TREMANTE NELL'ANGOSCIA CHE GLI ATTANAGLIA LE VISCERE, PER SOFFERMARSI SUI TRE CHE ENTRANO, E SI SIEDONO SULL’ERBA E SU QUALCHE SASSO, ILLUMINATI DALLA SOLA LUNA). 
GIGINO
...Avanti, state buoni e non fate scherzi, altrimenti vi brucio le cervella.
(SI GUARDA ATTORNO CIRCOSPETTO E SOSPETTOSO. FA UN SALTO, COME DI PANTERA, SI PONE DINANZI AI DUE, I QUALI NON SONO PER NIENTE IMPAURITI). 
Credo che qui staremo un poco in pace. Appena la polizia avrà smesso di cercarvi, vi lascerò andare.
RICCARDO 
Se hai intenzione di lasciarci andare, perché non lo fai subito?
GIGINO 
E bravo! Così mi frego con le mie mani.
RICCARDO 
Lascia andare almeno lei.La vedi? E’ impaurita, credo stia male.
GIGINO 
Ho detto no. E basta.
RICCARDO 
Allora uccidici, e falla finita.
GIGINO 
Sta' zitto, hai capito?! Non sono ancora un assassino.
RICCARDO 
Senti, allora, perché non facciamo un patto?
GIGINO (UNA RISATA SONORA)
Ah! Ah! Ah! Un patto? E che patto vorresti fare? Vuoi forse che dividiamo?
RICCARDO
Non saprei che farmene. Sono soldi rubati ed andrei subito a restituirli se tu me li dessi.
GIGINO 
Allora, di che patto, parli?
RICCARDO
Ho sempre creduto, anzi mi sono sempre considerato un uomo ed è da uomo che ti parlo: da uomo d'onore,
GIGINO
Per pi acero,non rompermi le scatole. Un uomo d'onore, ancora ci credi?!
RICCARDO
Certo che ci credo. Se non ci credessi...Ti sei domandato perché ero in quella Banca, stamani?
GIGINO 
Non mi frega. Sono fatti tuoi, non voglio saperli.
RICCARDO 
E invece, voglio dirtelo lo stesso.
GIGINO 
T' ho detto, azzittati,
RITA 
Se vuole parlare, lascialo parlare.
GIGINO
Deve tacere invece.Quando parla dice solo fesserie.Non l' hai sentito che parla ancora di uomini d'onore? Ha la testa imbottita di scuola. La vita, lui, non la conosce.
RITA 
Sarà! Ma se vuole parlare? Lascialo fare, che ti costa?
GIGINO 
Mi costa, e come. Non l' hai capito che vuole fregarmi?
RITA
Se fosse così, stai certo che l'aiuterei anch'io. Se vuole fregarti, come tu dici, non è certo il modo, questo.
RICCARDO
Si, lo ammetto. Forse voglio fregarti, ma non nel senso che tu pensi. Se poi intendi che, sperando di farti ritornare uomo fra gli uomini, per tè è una fregatura, ebbene, voglio fregarti, veramente.
GIGINO (ALTRA RISATA FRAGOROSA)
Se vuoi fregarmi, in questo, fa pure. L'uomo mi ha già fregato, tante di quelle volte, che non mi stupisce più.
RICCARDD 
Volevo proporti un patto, non ti interessa?
GIGINO 
Senti ragazzi, azzittati, ti avverto. Altrimenti...
RITA
L'abbiamo visto che sei un duro.Abbiamo capito anche che non hai ucciso nessuno. Hai paura, ecco perché ti chiudi nella tua scorza, come il riccio, ti metti sulla difensiva e, se non vuoi ascoltare quello che ti dice, pensa almeno a come fare per uscire dall'accerchiamento della polizia, così ci lasci liberi e non se ne parla più, va bene?
GIGINO
Tu questo vuoi, vero? Così lui mi tiene impegnato e tu fuggì. Mica fessa, eh?
RICCARDO
Non hai capito niente, e se continuerai ad agire così, non capirai mai niente. Credi di tenere in pugno due ostaggi? Quanto ti sbagli! Io sono qui perché l'ho voluto, lo voglio. Non una sola volta, avrei potuto disarmarti, e ritornarmene a casa, con questa ragazza. Non l'ho fatto perché voglio capire.
GIGINO
A parer mio, tu devi essere imo di quelli che vogliono capire tutto, e poi non capiscono niente, perché sono troppo soli per poter capire a fondo.
RICCARDO 
Perché mi dici queste cose?
GIGINO
Perché vorrei che capissi, veramente. Peccato, però che è solo utopia.
RICCARDO
E chi lo dice? Siamo uomini, esseri con una intelligenza e una coscienza.
GIGINO
Non farmi arrabbiare, eh? Intelligenza? Coscienza? Sei mai stato in una metropoli, come New York, Tokio o Londra?
RITA 
Vedi che poi non è difficile ingannare il tempo?
RICCARDO 
Per favore!
GIGINO 
Ha ragione lui. Meglio che tu stia zitta. (PAUSA) Allora?
RICCARDO
Non ho esperienze dirette, però dai racconti di mio padre che ha fatto la guerra, ho capito molte cose.
GIGINO
Dici di aver capito molte cose? Allora spiegami perché le bestie stanno meglio in compagnia,e gli uomini no?
RICCARDO
Le bestie lo fanno per istinto. Le più deboli si raggruppano, per difendersi dalle fiere,
GIGINO
E le fiere, da chi devono difendersi? Non rispondi? Te lo dico io. Primo: perché essendo intelligenti, amano d'istinto, hanno ancora il senso della collettività; secondo per difendersi da una fiera ben più temibile, dall’uomo, caro ragazzo. Non parli? Ti ho stupito?
RICCARDO
Turbato, forse. Non meravigliato. Sei un uomo sensibile, molto sensibile.
GIGINO
Che tè ne fai della sensibilità? Te la sbatti, la tua sensibilità se non ti permette di comunicare con gli altri.
RICCARDO (LO GUARDA CON COMPASSIONE) 
Devi aver molto sofferto!
GIGINO
Non meno di altri uomini come me.Solo che io,un bei momento,ho deciso di ribellarmi.Ed eccomi qui. (SORRIDE AMARAMENTE)
RICCARDO 
Perché sorridi, ora?
GIGINO
Sto rivivendo un episodio della mia fanciullezza. Ricordo che stavamo giocando ai banditi e facevamo,suppergiù,gli stessi discorsi. (PAUSA. CON DOLOROSA NOSTALGIA) Si stava bene al mio paese! Eravamo circa cinquemila, ma vivevamo come i moschettieri di Dumas: tutti per uno. Là mica distingui, il medico dallo scopino, o il parroco dall'uomo di strada. Non è celebre il mio paese, però.
RCCARDO 
L'ami tanto, il tuo paese!? Deve essere bello viverci!
GIGINO
Sì, non lo nascondo. Si vive bene. Certo se ci fosse lavoro, se ci fossero le scuole! Però sono ugualmente belli i giorni. Dopo una giornata, di faticoso lavoro nei campi, la sera è bello incontrarsi e parlare, parlare, parlare di tutto e di...niente. E quando ti senti solo al mio paese!
RICCARDO 
Perché non ci ritorni?
GIGINO
A far cosa? Se avessi di che vivere, sì. Ma io so fare un solo mestiere: il vagabondo. Ho girato, sai? Sono stato a Tokio, a New York, a Londra, a Parigi, a Hong-Kong e dappertutto, non ho visto che facce bianche di cera, recitare la loro vita, in solitudine, sotto un riflettore spento. Avessi visto! Una grande sala, affollatissima, la sera della vigilia di Natale, persone sedute allo stesso tavolo, di una tavola calda, mangiare gomito a gomito, ognuno con i propri pensieri, le proprie angosce. Non lo sopportavo, non lo capivo. Però avevo un lavoro ben retribuito, tanto che mi permettevo il lusso di mandare, anche qualche lira, ai miei vecchi. Mi sentivo un gran signore spendeva e spandeva per vivere - vegetare dico oggi -allegramente. Donnine compiacenti che volevano solo i miei soldi, dandomi in cambio… niente. La mia anima, non la capiva nessuno: la stavo perdendo. Ogni giorno morivo un poco dentro. Mi mancava la cosa più importante:l'Uomo! Quell'uomo che avevo conosciuto, nella mia fanciullezza.
RICCARDO 
Se tu l'avessi cercato, veramente. Avessi tentato di fare amicizia.
GIGINO
E come? Se me lo avesse detto un altro, sarei rimasto indifferente, compiangendo la sua ingenuità, ma detto da te. O forse è perché tu ci hai fatto l'abitudine a questo genere di vita? Già, deve essere così. Per te non è una novità, se il vicino non risponde al tuo saluto, quando lo incontri sul pianerottolo e vedi che lui, guarda per terra, o per aria se per caso lo incontri in ascensore. (CREDE IN CIÒ CHE DICE E SI INFERVORA) Tu non ti meravigli di stare in mezzo alla gente, che festeggia il Natale in un elegante locale, alla moda e questa gente ti ignora e si ignora. Per me è diverso: mi ci sento male! Sono stato educato diversamente. Sono cresciuto in mezzo alle bestie, ho dormito in una stalla con i buoi, asini e cavalli. Sai cosa fanno le bestie ogni sera e ogni mattina? Si cercano per salutarsi e se qualcuna manca, ti fanno il concerto fino a quando non hanno capito la sorte che ad essa è toccata. 
RITA
Non sarà stato, per caso, anche un po' colpa tua, il vuoto che è venuto a crearsi intorno a tè?
GIGINO
Se così fosse, sarei il primo a chiedere perdono all'uomo, per averlo ignorato. Ma tu, scusa, da dove vieni dalla luna? 
RICCARDO
Io ti comprendo perché i tuoi,sono anche i miei stessi problemi, e come noi,sappilo,ce ne sono tanti,ma aspettano che qualcuno dia il via.accendi la scintilla. 
GIGINO (AMARO)
Per questo ho fatto il colpo .E per avvalorarlo ho portato con me voi due. Due ostaggi! (MOLTO AMARO) So che mi arresteranno, ma so anche che mi faranno un processo e allora parlerò e sentirai che musica! E poi, mi diano anche l'ergastolo che non me ne fregherà più niente, perché quello che volevo l'avrò fatto. 
RICCARDO
Perché giungere a questi estremi? Io combatto la tua stessa battaglia, eppure non rubo, non metto a repentaglio, la mia vita e quella degli altri.
GIGINO
In fondo sei rimasto un ingenuo. Io non credo più. Mi sono evoluto, non sono più fesso. Credi ancora, speri che l'uomo cambi? E smettila!
RICCARDO
L'uomo sta già cambiando, e forse è già cambiato. Ha bisogno soltanto del via, per aprirsi interamente al suo simile.
GIGINO 
E smettila. T'ho detto smettila. Non mi freghi.
RICCARDO 
Tu dici? (ENTRA IL COMMISSARIO)
RITA 
Ti ha già fregato, non lo vedi?
GIGINO
Sta' zitta! (FA PER PERCUOTERLA. LA VOCE DEL COMMISSARIO LO FA DESISTERE).
COMMISSARIO
Butta giù quell'arma, altrimenti… Alza le mani, lentamente. 
(DISSOLVENZA IN CHIUSURA E SUBITO IN APERTURA SU REGINALDO CHE, SEDUTO SUL PRIMO SCALINO DELLA PEDANA FIN DALL’INIZIO SI GUSTAVA LA SCENA CHE LA SUA MENTE CREAVA. E’ INVIPERITO).
REGINALDO 
No, no, no. Non è questo che voglio! Signor tecnico delle luci, signor fonico, non potete fregarmi così. No. Annullo tutto. Un grande commediografo, non scrive di queste... cazzate. Questa è didattica. E' scuola, è scuola! Io voglio la vita! Signor regista, mi aiuti lei. Voglio la vita nel teatro. Io lo sento, ma perché non lo so dire? Sono grande, sono grande! (SI ACCARTOCCIA A PALLA, PIANGE E GEME). Sono il più grande commediografo vivente. (IL MANICHINO SI ANIMA APPENA IL RIFLETTORE LO ILLUMINA. SI ALZA LENTAMENTE. GLI ALTRI: IL COMMISSARIO, LA MOGLIE, LA FIGLIA, IL FIGLIO, RICCARDO, GIGINO E RITA RIMANGONO INTRONATI SEMBRANO STATUE). Sono grande, grande. (SI ALZA IN PIEDI RISOLUTO). Ricominciamo daccapo. Via il bandito, via il giovane buono, via la ragazza, via il commissario, la moglie, il figlio e la figlia. (A MANO A MANO CHE REGINALDO LI NOMINA SCOMPAIONO). E’ tutto troppo inventato, scontato, inutile. Voglio la vita,la vita!
SINCERA (E' IL MANICHINO CHE HA PRESO VITA) 
Solo imparando ad amare, veramente, potrai avere personaggi veri; puoi avere la vita.
REGINALDO 
Ma io amo!
SINCERA 
Non farmi ridere. Tu non ami neanche te stesso.
REGINALDO 
Non è vero! Io amo tutti.
SINCERA 
Ami? Che cosa è, per te, l'amore?
REGINALDO
L'amore? Amare significa: morire ogni giorno, per rinascere col sole.
SINCERA
Non, morire ogni giorno, ma nascere alla vita e fortificarla, ogni alba, per farla più bella la sera.
REGINALDO 
Vuoi insegnarmi ad amare? Come intendi, tu, l'amore?
SINCERA
Soffrirai molto, perché nascere è soffrire. La radice di una pianta, ama la terra perché questa è la fonte della sua esistenza, e per infiltrarsi sempre più nelle viscere, si contorce nel dolore. Così sarà per te. Più ami e più vorrai amare, più ti attaccherai alla vita, all'uomo e più soffrirai.
REGINALDO 
Sei tanto bella! Pensò che non ti merito.
SINCERA 
Allora, pensa alla radice e conquistami.
REGINALDO 
Sì, ti conquisterò! (PAUSA)
SINCERA 
Un centesimo per i tuoi pensieri. Cosa stai pensando?
REGINALDO
Mi metterei a ballare,se avessi della musica. Una volta avevo un registratore, me lo portavo sempre dietro.
SINCERA 
Per farne cosa?
REGINALDO
Per avere della musica, ogniqualvolta sentivo il desiderio di ballare.
SINCERA 
Ballavi spesso?
REGINALDO 
Ogniqualvolta avevo fame. Ed era, quasi, ogni giorno.
SINCERA(LIEVEMENTE ALTERATA, COME AVESSE SENTITO UNA COSA SGRADEVOLE) 
Mangiare, mangiare, mangiare! Che significa mangiare?
REGINALDO
Come si vede, che tu non hai mai avuto, e non hai di questi problemi.
SINCERA
Lo dici tu! Una volta… ero innamorata. Stavo con un uomo che spendeva la sua vita… Un uomo? Lo era veramente? (PAUSA)
REGINALDO 
Perché ti interrompi? Come spendeva la… vita?
SINCERA (SORRIDE CON AMAREZZA)
Era... è uno molto noto. Pensa che, per una conferenza, percepisce… ma che serve parlarne?
REGINALDO
Non puoi incuriosire e poi lasciare curiosamente sospesi. Mi fai sentire… come quella volta che...sì, avevo una donna che si divertiva ad eccitarmi e poi mi lasciava così... Mi diceva, domani sarà più bello; ma era sempre, oggi, domani non veniva mai. Ecco, ho provato la stessa sensazione.
SINCERA
Non volevo, eccitarti. Mi andava di ricordare, poi ho pensato che a te non importava niente...
REGINALDO 
Invece m’importa.
SINCERA 
Ma sono fatti miei e non mi va di parlarne.
REGINALDO (CONTRARIATO)
E allora, la prossima volta, non farlo più. Se non ti va di parlare, di dire i fatti tuoi, non iniziare il di scorso, grazie, (PAUSA)
SINCERA (INSINUANTE E SENSUALE)
Amore?! (PAUSA. SI AVVICINA INVITANTE) Amore! (FA LE FUSA COME UNA GATTINA) Su, non fare così. (LO BACIA RIPETUTAMENTE SULLE LABBRA, COME SE SORSEGGIASSE UN NETTARE). Dai, amore? Non fare così.
REGINALDO (RICATTATORIO) 
Come spendeva la vita?
SINCERA (DOPO UNA PAUSA SI ALLONTANA DELUSA. SI METTE SEDUTA SUL
PRIMO SCALINO DELLA PEDANA, DALLA PARTE OPPOSTA A REGINALDO).
Il guaio è che… - quanto ero scioccamente innamorata - anch'io spendevo mala la mia, insieme a lui. Conferenze vuote e vuotissima mondanità! II nostro non era esistere, ma un continuo correre da una città all'altra, da un continente all'altro,
REGINALDO 
Avrai imparato molte cose!
SINCERA
Senza dubbio. Soprattutto credevo, di aver imparato a spendere bene la vita. Invece!… (PAUSA)
REGINALDO
Ci risiamo? Che cosa aspetti? Che ti dica, vai avanti? Invece ti dico semplicemente, che me ne vado.
SINCERA
Non essere sciocco. Quando fai lo stupido poi! Riesci semplicemente a mandarmi in bestia.
REGINALDO 
E brava! Quello che dovrei dire io, lo dici tu adesso? (PAUSA)
SINCERA
Senza dubbio, ci sei riuscito. Sì, ci sei proprio riuscito: mi sono innamorata, proprio, proprio innamorata.
REGINALDO 
Sei bella! Con quanti uomini sei stata?
SINCERA 
Mica sono una puttana.
REGINALDO
Scusami. Non volevo dir questo. Di quanti uomini sei stata innamorata?
SINCERA
Uomini? Vedi, mi faccio errore; ho amato, per fortuna, solo due... fantocci. L'altro? Passavamo la vita come talpe, uscivamo solo di notte. La notte, che mi faceva tanta paura, mi rannicchiavo nelle sue braccia come un pulcino sotto l'ala della chioccia. Lui mi aveva fatto dimenticare i fantasmi. I fantasmi! Sai che da bambina!... Che vita è stata la mia. Ho sempre cercato di dimenticare, ma vedi, puoi fuggire, ma non dai ricordi. Avevo undici anni, vivevo in collegio, ero già una donnina: una femmina, come dici tu. E questo, per i ragazzi, era una cosa allettante. La prima volta mi spaventai, poi mi incuriosii, infine mi divertiva. Poi ci feci l'abitudine e divenni indifferente. (PAUSA)
REGINALDO 
A cosa?
SINCERA
Quando passeggiavo, per i viali del giardino del collegio, dietro ogni cespuglio, o pianta, c'èra un ragazzo che si masturbava. Cominciai ad odiare l'uomo, perché vedevo, sentivo che aveva frainteso la sua natura, il suo scopo di vivere. Quanta stupidità fin dalla pubertà:la potenza del sesso!
REGINALDO 
E' per questo motivo che godi, quando mi maltratti?
SINCERA
Quanto sei stupido! (PAUSA)
REGINALDO
Non hai detto perché,la notte ti faceva paura.
SINCERA
Una notte…ti sembrerà strano, ma... C'èra la luna piena come non l'avevo mai vista,ne ho più veduto mai;scesi in giardino,improvvisamente… (PAUSA)
REGINALDO
Improvvisamente?
SINCERA
Da un cespuglio sbucò un uomo con un coltello, me lo piantò alla gola e mi costrinse a fare l'amore.
REGINALDO
Eri vergine?
SINCERA
Non lo sono mai stata. Sono nata non vergine.

REGINALDO
Soffristi molto?
SINCERA
Per il coltello, si.
REGINALDO
E, lui, quando lo hai incontrato? Quando lo hai conosciuto?
SINCERA
Chi, lui?
REGINALDO
Come chi ? Ma, l'amore !
SINCERA
… Adesso.
REGINALDO
Vuoi dire?...
SINCERA
Esattamente. Anche se la vita, noi la spendiamo tra una pizza e una poesia. (pausa. RIMANGONO ASSORTI, GUARDANDOSI TENERAMENTE NEGLI OCCHI) Proprio adesso che amo la vita più che mai!?...
REGINALDO 
Che vuoi dire?
SINCERA
Proprio adesso, che sento la vita fuggirmi, dovevo incontrare il vero amore?
REGINALDO 
Non è mai troppo tardi. Non ridere. Lo so che è un luogo comune.
SINCERA
Non hai capito niente, come al solito. (SCOPPIA, IMPSOVVISAMENTE, IN SINGHIOZZI) Ho speso tutto, con un fantoccio fatuo e borioso; e con un altro a cui interessava solo il mio corpo. Ed ora? Ora che avevo trovato chi mi ama veramente, per quella che sono e che a mia volta amo, con tutta me stessa, anche se bugiardo, imbroglione, buffone, ambiguo, presuntuoso e... non ho niente da offrirgli, se non la...
REGINALDO
… La tua vita! 
(STACCO. 
LUCI IMPAZZITE. REGINALDO SI PORTA AL PROSCENIO SMANIANDO E GESTICOLANDO: FUORI DI SE) 
No, no, no. E' assurdo! Storie sdolcinate e romantiche, non sono degne di un autore della mia statura, non sono degne del futuro vincitore del Nobel, del Feltrinelli e...
SINCERA
Si può sapere che cosa vuoi? Ci prendi, ci sciacqui, ci impasti e poi ci butti all'aria?
GIGINO (ENTRANDO, FURIBONDO)
Senti, la devi smettere… (LO AFFERRA PER IL BAVERO E LO SCUOTE CON ENERGIA) Sono stufo di fare sempre la stessa vita, di vivere ogniqualvolta ti prende l'ira contro le tue disavventure, famialiari e amorose; di farmi ripetere fino alla nausea le stesse cose, gli stessi gesti: spingo due ostaggi perché ho rapinato una Banca, non so neanche quale e vengo arrestato da un commissario ottuso e cretino. Potevi almeno crearlo più intelligente! Sono stufo. Voglio vivere la mia vita. Voglio sapere, dove e quando sono nato, come finirò i miei giorni... 
RITA (ENTRANDO COME UNA FURIA. INTERROMPENDO)
E che dovrei dire io? Mi ha fatto bamboccio, quando dentro mi sento diversa e sento, altresì di avere una mia personalità. (LE SI AVVENTA CONTRO COME UNA TIGRE FERITA) Ti cavo gli occhi, ti faccio il lavaggio del cervello, se non provvedi subito… 
REGINALDO
Sincera, Sincera aiutami! 
SINCERA
Dopo che mi hai definita, ninfomane e oca? Arrangiati! REGINALDO
Signor tecnico, delle luci? Spenga tutto. Mi faccia dormire. Signor fonico? La prego, una ninna nanna dolce, dolce. Vorrei dormire! 
DISSOLVENZA IN CHIUSURA, MENTRE SALE UNA MUSICA DOLCE, UNA NENIA RILASSANTE. RIFLETTORE SOLO SU REGINALDO ACCARTOCCIATO PER TERRA. A INTERVALLI, IL FARO SI SPOSTERA’ DAL MANICHINO A REGINALDO. SINCERA AVANZA CON PASSO FELINO E LE LUCI SPOSTANDOSI RAPIDAMENTE, DA SINISTRA A DESTRA E DAL FONDO AL PROSCENIO, LA FARANNO APPARIRE UNA FIGURA DIAFANA. DOPO ESSERSI GUARDATA INTORNO SI SDRAIA PER TERRA. SI TROVA SULL’ARENILE. TRA UNA INTERMITTENZA E L'ALTRA, REGINALDO LE SI TROVERÀ SEDUTO ACCANTO A LEI E LA GUARDA CON INFINITO AMORE. 
SINCERA (GUARDANDOLO RAPITA).
Sai, Reg, che hai una bella bocca? 
REGINALDO (IRONICO)
Lo so. Me lo diceva sempre mia madre. 
SINCERA
Non essere sciocco, dico sul serio. 
REGINALDO
Anch’io. 
SINCERA
Quanto sei antipatico! 
REGINALDO 
So anche questo.
SINCERA (SI ALZA DI SCATTO)
Sei proprio antipatico, tanto antipatico. Non ti voglio più vedere. Vado a farmi il bagno.
REGINALDO 
Non farlo, potresti trovare una "Medusa"!
SINCERA 
Sei stupido e fesso.
REGINALDO 
Lo so.
SINCERA (INIZIANDO A SPOGLIARSI)
Sei decisamente antipatico. Io mi faccio il bagno. (ORMAI IN BICHINI, SI INGINOCCHIA ACCANTO A REGINALDO) Io faccio, veramente, il bagno. (LO GUARDA CON PASSIONE E DESIDERIO) Vorrei non amarti tanto! Se ti amassi di meno !
REGINALDO 
Ma mi ami,
SINCERA 
Peccato che è soltanto un amore!.,,
REGINALDO 
Ma mi ami.
SINCERA
Io non voglio amarti come un personaggio della tua fantasia. Non voglio amarti, perché me lo imponi tu, scrittore.
REGINALDO 
Ma mi ami.
SINCERA (ESASPERATA) 
Sì, si, si; ti amo! Ma vorrei !... Voglio che sia amore di donna!
(DISSOLVENZA IN CHIUSURA, FINO AL BUIO. FARO IMPROVVISO COME LUME DI LUNA SU REGINALDO CHE DORME SUI GIORNALI)
REGINALDO (SI AGITA NEL SONNO)
No, no, no. Non va, non va. Non è possibile, non è possibile! (MENTRE SI AGITA E SMANIA VIENE AVVOLTO DA UNA LUCE ROSSA. MENTRE UNA MUSICA ELETTRONICA IN CRESCENDO, FINO AD ASSORDARE. POI LA MUSICA DECRESCE E LA VOCE DI REGINALDO SI SPANDE NELLA SALA ATTRAVERSO GLI ALTOPARLANTI). Sono il più grande autore vivente! Il più grande? Ma perché continuo ad illudermi? Perché non la faccio finita? E’ pure vita, la mia?! Vivo in una fogna e non bastano le acque di tutta la terra per togliermi dal corpo la merda che lo serra. Non bastano i fiori tutti, dell'Universo, per nascondere il puzzo che emana il mio corpo. Non bastano tutti gli uomini! Gli uomini? Fantocci di pezza, pupazzi! Avranno mai avuto un'anima? 
(SEMPRE DALL’ALTOPARLANTE GIUNGE ANCHE LA VOCE DI SINCERA, OVATTATA, CATTEDRATICA) 
SINCERA (VOCE DALL’ALTOPARLANTE) 
Voglio la mia anima, Reg, la mia anima. La mia anima, per donartela, per amarti come meriti di essere amato.
REGINALDO (C.S.)
L'amore! Perché non ritorni, uomo? Sei diventato una macchina, un robot! Tutti i giorni le stesse cose! Ti alzi, al mattino, già correndo e corri, corri, corri fino a sera, senza guardarti intorno e non sai niente di niente; gli altri possono nascere e morire che tu non te ne accorgi, neppure. I giorni passano, ma tu non li vivi. 
(STACCO. CAMBIO DI LUCI. 
ENTRANO MINACCIOSI: GIGINO, RITA, RICCARDO, IL COMMISSARIO, LA MOGLIE E I FIGLI)
GIGINO 
Avanti, alzati e scrivi. Dammi un'esistenza decente, altrimenti!…
RITA 
Non si può continuare così, all'infinito.
RICCARDO
Se tu muori, noi per l'eternità, ripeteremo sempre le stesse cose. Diremo sempre le stesse parole.
MOGLIE
Stavo bene, dove mi avevi messo; perché mi hai ritirato in ballo e in una storia, in cui non c'entravo per niente? Mi hai presa mi ci hai rimpastata, per forzale per far che cosa? Per allungare un copione?! E che cosa mi dai, poi? Due figli di cui una drogata e fratricida, poi! Sei un sadico! Svegliati e scrivi, cancellami di dosso quest'orrore di vita accucchiata. Ridammi la mia esistenza, la mia bella famiglia: i miei bei figli puliti e cari. Alzati, non farmi arrabbiare, che non rispondo più di me,
GIGINO 
E' ora di farla finita!
REGINALDO (SVEGLIANDOSI DI SOPRASSALTO)
Abbiate pietà! Perdonatemi! Come fare per darvi un'esistenza decente? Non ho neanche più la forza di pensare! 
COMMISSARIO
Tu stai pensando di voler morire! Ti dichiaro in arresto, per... 
REGINALDO
Mi arresti? 
COMMISSARIO
Sì. Sì, ti arresto, per aperto... sfacciato…Dammi la parola esatta, per dio! Dammela, altrimenti, ti incrimino anche di questo delitto: furto di parole. REGINALDO
Non ti arrabbiare. Perché vuoi arrestarmi? 
COMMISSARIO
Stai pensando di voler morire. 
REGINALDO
E non lo posso? 
TUTTI (IN CORO)
Non lo puoi, hai una responsabilità! REGINALDO
Sarebbe? 
GIGINO
Prima definisci, la nostra storia, la nostra posizione. 
REGINALDO
Non ho forze, mi sento male! 
RITA
Non siamo sul palcoscenico, alzati e scrivi. 
GIGINO
Te lo dico per l'ultima voltanti alzi?!
MOGLIE
Che ti costa farmi ritornare nelle pagine del libro, da cui mi hai tratta? Che ti chiedo, dopotutto?
REGINALDO 
Non gliela faccio!
GIGINO (SPARA TRE, QUATTRO COLPI DI PISTOLA) 
Ti avevo avvertito. 
(STACCO. SPARISCONO TUTTI E REGINALDO SCATTA A SEDERE, MENTRE UNA LUCE VIVIDA LO ILLUMINA DI COLPO. ENTRA UNA PASSANTE: LA STESSA SINCERA IMMAGINATA DA REGINALDO. EGLI LA GUARDA SENZA VEDERLA, SINCERA LO GUARDA MERAVIGLIATA, VORREBBE SOCCORRERLO PERCHE' LUI BARCOLLA, CAMMINA COME UN CIECO: ANNASPANDO NEL VUOTO).
REGINALDO
No, no, no. Per piacere, non voglio morire di arma da fuoco, non voglio morire di arma, non voglio morire, non voglio…
SINCERA
Signore, si sente male? (REGINALDO BARCOLLA, CADE. LEI S’INGINOCCHIA ACCANTO, LO SCUOTE) Signore? Signore, le occorre aiuto?
REGINALDO (APRE GLI OCCHI E LA GUARDA, SENZA MERAVIGLIA)
Ciao.
SINCERA 
Ciao? Si sente male? Ha bisogno di qualcosa?
REGINALDO 
Sì, di te, amore candido e puro.
SINCERA 
Amore?!
REGINALDO
Sì, mio bene, unico e solo. (TENTA DI ABBRACCIARLA,SINCERA E’ TERRORIZZATA).
SINCERA 
Ma che fa, è impazzito?
REGINALDO
Sì, mia dolcezza. Tu sei viva! L'amore ha fatto il miracolo. (LA STRINGE IN UN ABBRACCIO FEBBRILE E GIOIOSO. CON FORZA LA RAGAZZA SI LIBERA DELL'ABBRACCIO E FA PER FUGGIRE, MA LUI LA TRATTIENE, PER UN BRACCIO) Non fuggire. Ti ho creata, per me. Per me, non per questi, pupazzi di pezza e di fango.
SINCERA (FUGGENDO) 
Aiuto,aiuto! E' maniaco, è pazzo! 
(STACCO. BUIO)
REGINALDO (SEDUTO SUL PRIMO SCALINO DELLA PEDANA, IL COMMISSARIO IN PIEDI. UN FARO A LASER, SULLE LORO TESTE, MENTRE UN ALTRO DI COLORE GIALLO DEFORMA LO SQUARCIO AL COLLO DEL MANICHINO. IL SILENZIO PESANTE CHE REGNA E' SPEZZATO DALLA VOCE COMMOSSA DI REGINALDO) Ha capito, adesso?
COMMISSARIO
Sempre meno. Primo, ha detto che la ragazza era un angelo e io non l'ho vista volare. Secondo, io non sono certo uno dei suoi personaggi, e non capisco come mi ci trovi immischiato. Terzo…
REGINALDO 
E no, signor commissario! Che Sincera fosse un angelo, è la verità.
COMMISSARIO 
Ma io, non l'ho vista tale.
REGINALDO 
Non è chiaro?
COMMISSARIO 
Per niente. (PAUSA. REGINALDO SI DISPERA). 
REGINALDO (AL PUBBLICO)
Gli uomini, non capiranno mai che il dramma interiore, angelicizza, le creature. (AL COMMISSARIO) Era ima creatura, mia. L'avevo creata io, ha capito?! Partorita dalla mia mente, secondo i miei desideri. Non potevo lasciarla vivere, in mezzo ai fantocci.
COMMISSARIO 
Lei non doveva chiamare la polizia, ma...
REGINALDO
... II manicomio! Quanto è piccolo, lei caro signore! (PAUSA) Ed io pretendo di essere capito? Addio, signore!
COMMISSARIO 
Eh, no! Addio un corno. Lei ora mi finisce la storia, altrimenti...
REGINALDO 
Altrimenti mi arresta, per omissione di fatti pensati e non narrati?
COMMISSARIO
Lei è decisamente, pazzo. Ma io non l'arresto, l'ammazzo. L'ammazzo, sì. Perché non si può iniziare una storia e poi lasciarla incompiuta. Voglio capire perché, ha ucciso!?
REGINALDO
Dio, quanto somiglia al mio capoufficio, lei .signore; anche se molto meno ottuso!
COMMISSARIO
Non faccia lo spiritoso. (DECISO ESTRAE LA RIVOLTELLA. MINACCIOSO) Si sbrighi.
REGINALDO
Farebbe un piacere a mia madre, chi glielo fa fare? L'ha forse pagata?
COMMISSARIO (C.S.)
Continui il racconto. Che fine ha fatto la... ragazza? L'ha vista ancora? Quando?
REGINALDO (PORTANDOSI AL PROSCENIO)
Signor regista, ma che sta facendo? Mi sta rovinando il capolavoro. Questo signore, l'ha comprato? Quanto gli ha dato?
COMMISSARIO (SEMPRE PIÙ MINACCIOSO)
Basta! Vada avanti,o le faccio saltare le cervella, (PUNTA LA PISTOLA ALLA TEMPIA DI REGINALDO,CHE RIMANE IMPASSIBILE).
REGINALDO
Gliela racconto la storia, solo per fare un omaggio a Sincera e non perché lei mi minaccia con la pistola, o perché ha comprato il regista. Lei può fare tutto quello che vuole, ma non potrà mai comprare il pubblico, perché?...
COMMISSARIO
Non sono un pupazzo! Ho una sola parola. Sto per perdere la pazienza e, quando la perdo, la mano mi trema e... sta già tremando. Chi era l'uomo che spendeva la vita di, si… della ragazza, tra una pizza e una poesia? E chi era quello che la minacciava col coltello?
REGINALDO
Quanta confusione! Troppa confusione, signore. Eppure è tutto tanto chiaro e semplice. Tolga questa pistola, non faccia il bambino. Non è quest’arma che mi induce a parlare. E poi, sappia una cosa, quando voglio o non fare qualcosa, nessuno può spingermi di fare il contrario, intesi? Non sopporto chi vuole obbligarmi a fare ciò che non voglio, che non sento. Le basti sapere che a dieci anni, lasciai la casa paterna, solo perché mio padre voleva, pretendeva, esigeva a che imparassi un mestiere, mentre preferivo farne un altro. 
(DISSOLVENZA IN CHIUSURA)
(DISSOLVENZA IN APERTURA: LUCE AL CENTRO, SULLA PEDANA. IL MANICHINO E’ STATO SOSTITUITO DA SINCERA. LA QUALE, ACCOMPAGNATA DA UNA MUSICA DOLCE E ROMANTICA, SI LEVA LENTAMENTE, COME SE NASCESSE IN QUEL MOMENTO. SUBITO UN RIFLETTORE ARANCIONE TAGLIA OBLIQUAMENTE, LA LUCE CENTRALE, ILLUMINANDO IL VOLTO DI REGINALDO APPOGGIATO AL MURO CHE GUARDA RAPITO SINCERA) 
REGINALDO
E' piacevole guardarti. Dai la sensazione di una bambina, nata già grande, che si guarda attorno, come se vedesse il cielo e il sole, per la prima volta. (SI AVVICINA) Avrei voluto offrirti chissà cosa, per attaccare discorso. Magari, una sigaretta, ma non ne ho! 
SINCERA
Posso offrirtela io, a patto, che non ti metta a fumare in mia presenza. Non posso vedere, la gente che fuma. 
REGINALDO
Allora perché le hai? 
SINCERA
Per convincermi, forse, di essere forte: di essere me stessa. Sai, vedere fumare, mi da un senso di sporco. 
REGINALDO
Sono a corto di soldi, risparmio anche sulle sigarette. Ho bisogno di denaro per poter scrivere tranquillamente il mio capolavoro. Però una limonata, se ti va, posso offrirtela. Se poi decidi di rimanere in questa città, posso… anzi mi piacerebbe portarti con me, in giro per il mondo, quando vado per le conferenze.
SINCERA 
Mi incuriosisci! Forse, accetto. Ma perché, come mai, proprio io?
REGINALDO
Così! Mi sei piaciuta subito: così candida, pulita. Sembri una creatura di un altro mondo, di un altro tempo che si trova per caso, in mezzo a fantocci di pezza.
SINCERA (DOPO UNA PAUSA. PENSIEROSA)
Come mai hai parlato, di conferenze? Non mi piacciono le conferenze! (IMPROVVISAMENTE ISTERICA) Non mi piacciono le conferenze, ne ho piene le tasche!
REGINALDO
Dai, non te la prendere. Io ho tanto tempo da perdere. Calmati. Vieni. Mi va di offrirti una pizza.
SINCERA 
Allora ce l'hai con me?
REGINALDO 
Perché dovrei avercela, con tè?
SINCERA 
Sono stufa, di conferenze e di pizze. Ti saluto. (FA PER ANDARE)
REGINALDO
Dove vai? Vieni qui. (LE CINGE LE SPALLE. LE PRENDE LE MANI NELLE MANI, LA GUARDA FISSA NEGLI OCCHI). Ti sei messa a bere forte, ultimamente?!
SINCERA
Fra le cose che detesto, c'è la predica paternalistica. Non ti ci mettere, anche tu. Lasciami stare. (LO GUARDA INTERROGATIVA, COME VOLESSE PENETRARE NELL’ANIMA) E che ne sai, tu?
REGINALDO 
Se hai qualche problema non è il modo migliore, per risolverlo?!
SINCERA
Le promesse d'amore non mantenute, erano soltanto chiacchiere, per illudere una ragazza moderna e disinibita, come la sottoscritta.
REGINALDO 
Con chi ce l’hai?
SINCERA
Con me stessa, per essermi lasciata incantare e non una sola volta. Prima, il grande uomo, che tutto sapeva, che tutto gli era permesso, a lui! A me? Non era permesso niente, neanche lo sfizio di grattarmi sulla gamba, se mi prudeva. Non mi va che tu beva. Non sopporto le donne che bevono. Proprio lui! Lui mi faceva la morale! Lui che sapeva pensare, solo a sé stesso e alle sue conferenze. Lui che pretendeva mille cose, senza sapermi offrire, neanche la gioia di un orgasmo, o la commozione che ti sa dare il profumo di una rosa, o un mazzetto di violette! E quell'altro? Ipocrita, banale, fatuo, allampanato, affamato di pizze e di poesie scopiazzate qua e là...
REGINALDO (INTERROMPENDO) 
Un poeta, non è mai ipocrita!
SINCERA
Un poeta? Ma lui non lo era. Rubava i versi ai poeti e l'affetto a me. Tu vorresti darmi, ora, la stessa fregatura? No, grazie, ti saluto.
REGINALDO 
Quanto sei candida!
SINCERA 
Ce l'hai con me? Perché mi sfotti?
REGINALDO 
Sei semplicemente, favolosa.
SINCERA 
Perché mi dici questo?
REGINALDO
Perché lo sei. Non te la prendere, ormai il cattivo è passato; comincia il bello e il buono per tè.
SINCERA 
Tu credi?
REGINALDO 
Sì, perché sento di essere, decisamente, innamorato di te.
SINCERA 
Non è una fregatura?
REGINALDO (L'ABBRACCIA) 
Ti ho amato subito, appena mi sei nata dentro.
SINCERA 
Che significa?
REGINALDO 
Che ti amo.
SINCERA 
Come mai mi fai paura? 
(DISSOLVENZA IN CHIUSURA E IN APERTURA CON CAMBIO DI LUCI)
REGINALDO
Creerò per te, il mio capolavoro. Tutti si ricrederanno sul mio conto. Sono il più grande scrittore vivente, il più grande di tutti i tempi. E questa sarà l'opera per la quale mi assegneranno il Nobel! Sei troppo candida, pulita, pura per continuare a vivere in mezzo a personaggi senza ossatura, senza midollo: fantocci di pezza, come l’umanità che abita, oggi, il mondo. (STACCO. SUBITO LUCE SUL COMMISSARIO, SINCERA E REGINALDO. UNA LUCE ROSSO SANGUE, PERPENDICOLARE, SULLA PEDANA) .
COMMISSARIO
Basta, basta, basta! Lei è decisamente pazzo. 
GIGINO (ENTRA SPINGENDO E MINACCIANDO GLI OSTAGGI).
Avanti,camminate e non fate scherzi! Non ne posso più! Facciamola finita con questa pagliacciata! (SI AVVENTA CONTRO REGINALDO). O vi poni rimedio, o non rispondo più delle mie azioni.
REGINALDO 
Non puoi ribellarti, al tuo creatore!
GIGINO
Non posso, cosa? (LO AFFERRA ALLA GOLA) So di uccidere anche me stesso, uccidendoti, ma sono stanco di vivere la vita di tutti i pupazzi della terra. Voglio essere un uomo,come te. Ti decidi?
REGINALDO (MEZZO SOFFOCATO)
Se mi lasci, può darsi che riesca a pensare. (GIGINO ALLENTA LA PRESA. PAUSA) Ecco. Tu morirai, ucciso dal commissario.
GIGINO
E chi ti dice che io voglia morire? Io amo, fa' che anche gli altri, mi amino, piuttosto!
REGINALDO 
Tu morirai !
RICCARDO 
Chi ti credi di essere, per decidere della nostra esistenza.?
RITA
E' proprio impazzito! (TUTTI I PERSONAGGI SI GUARDANO NEGLI OCCHI, CON INTENZIONE, POI AVANZANO LENTAMENTE VERSO REGINALDO CHE APPARE, TERRIBILMENTE TERRORIZZATO).
REGINALDO 
No! Che fate? (I PERSONAGGI LO STRINGONO SEMPRE PIÙ).
GIGINO
E' giunta l'ora! (LO STRINGE ALLA GOLA, MENTRE GLI ALTRI COLLABORANO, CON PUGNI E CALCI).
REGINALDO
Ma voi,mi uccidete,veramente? Lasciatemi, soffoco. (SCIVOLA LENTAMENTE A TERRA, CON IL DECRESCERE DELLA LUCE E IL CRESCENDO DELLA MUSICA. I PERSONAGGI RIMANGONO INTRONATI IN UNA POSIZIONE GOFFA, ASSURDA. REGINALDO, IN GINOCCHIO, LA TESTA RECLINATA DA UN LATO, LA BOCCA APERTA, LA LINGUA PENZOLONI, GLI OCCHI, SENZA PIÙ VITA SPALANCATI. UNA LUCE VIOLA LUMINOSO, DA' UN ASPETTO IRREALE E DRAMMATICO. SINCERA GUARDA TRISTEMENTE LA SCENA, SCUOTE LA TESTA)
SINCERA (CAMMINANDO TRA I PERSONAGGI RIMASTI INTRONATI NELLE POSIZIONI PIU’ GOFFE) 
Che pazzi che siete stati ! Gli avete rubato la vita che vi aveva donato. Era l'unico uomo, l'ultimo uomo degno di tale nome, rimasto su questa terra, e voi? Ora sì, che ripeterete all'infinito, per l'eternità, sempre le stesse cose, balorde e inutili. Avanti e indietro, senza sapere perché. Aveva inscenata la mia morte, solo per risvegliare le coscienze degli abitanti della terra. Non avete capito, ed ora?... 
UN BAMBINO (DALLA PLATEA)
No, no, no. Questo non è teatro: è letteratura: (CORRE VERSO IL PALCO, SALTA SULLO STESSO) Letteratura bassa, mediocre, scialba. Per piacere, signor fonico? Signor tecnico basta! E lei, signor regista, si vergogni! Visto che l'autore è stato giustiziato, dai suoi stessi personaggi, bruci questo copione e la smetta di rompere le scatole al prossimo. (AL PUBBLICO) Scusate. Vi racconto la storia di Sincera e del suo conferenziere, di Sincera e del suo mangiatore di pizze... (DISSOLVENZA IN CHIUSURA LENTA E SNERVANTE) Signor tecnico ma che fa? Non è giusto? (PIANGENDO) No, non è giusto! E poi dite di volere un mondo migliore? 

(LAMPO ABBAGLIANTE, SUBITO BUIO. LUCE IN SALA).

Viviana Buzzoli Reno Bromuro


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