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Atto unico –commedia

Attori 1

Attrici 2

LUMINI

Pièce in un atto

Di

 ombretta de biase

Giulia, creatura di un nord efficiente e algido, nonché viaggiatrice irritante e irritabile, è costretta ad un’imprevista e non desiderata sosta in un paesino accaldato di un sud del mondo, ai piedi di un vulcano. In questo luogo oltre il tempo, smesso il suo elegante tailleur di lino, recupera quella parte gioiosa e infantile di sé che sembrava definitivamente perduta e scopre di poter essere persino felice. Ma il sogno si trasforma in un incubo ed è presto chiaro che il cammino verso una più profonda, autentica consapevolezza diviene più  arduo. Anche in questa pièce mi pongo e pongo la questione: “liberare”, “perdere” il proprio passato, può aprire la strada ad un futuro finalmente libero da ogni impaccio o condizionamento?

Rappresentazioni

Padova 1994, Teatro Laterale, con Silvia Clai, Federica Silvestri, Davide Boato, regia di Roberto Caruso; Milano 1999, teatro Out-off; San Benedetto del Tronto 1999, teatro “Pomponi” , con Alfonso Di Capua, Marina Pillinini, Olivia Mancino, Stefania Sironi, regia di Ettore Rimondi

Recensioni

Grande interesse per la novità e la delicatezza della tematica, la sobrietà d’impianto e la vivacità del linguaggio che si presta aa una lettura fra le righe, hanno suscitato i Lumini di Ombretta De Biase. Quasi sdoppiato fra piano conscio e inconscio, tocca tasti emozionali profondi nello spettatore, provocandolo a farsi a sua volta protagonista. La rappresentazione ha saputo rendere appieno la forza innovativa di un racconto tutto giocato sull’ambivalenza  fra spazio reale e spazio interiore.Il Mattino di Padova 1995

Il lavoro di Ombretta De Biase è in bilico, anzi in perfetto equilibrio, tra sogno e realtà e si muove in quell’aria di realismo magico-onirico che ci fa trattenere il fiato. L’opera  ci suggerisce un passaggio lieve, ovvero la continuità o meglio la circolarità della vita nella forma di presenze animate e spirituali ma nello stesso tempo reali. Il testo, già nel titolo, suggerisce questa prima interpretazione più per gli interrogativi che pone che per le affermazioni fatte ed è costruito per richiami e allusioni a qualcos’altro che tocca a noi scoprire. Infatti il dialogo con chi è fisicamente lontano ma è presente sul piano della memoria, la percezione-sensibilità delle cose che si espandono oltre la loro fisicità, contrapposte al disagio di appartenere a una società utilitaristica e mediocre, riconducono in ultima analisi agli interrogativi sulla vita e sulla morte. Vanda Aleni, Centro studi meridionali, Teatro d’Autore, 1999

Tra sogno e incubo un viaggio nella coscienza. In un’atmosfera visionaria e surreale prende corpo lo spettacolo “Lumini” di Ombretta De Biase. Una viaggiatrice che arriva dal nord freddo ed efficiente, si trova per caso in un luogo imprecisato del profondo e torrido sud del mondo, qui la sua vita e la sua coscienza vengono rivoluzionate dall’incontro imprevisto con un uomo, una donna e i loro curiosi lumini. In un gioco fra sogno e incubo si dipana il difficile cammino verso una più profonda consapevolezza che deve fare i conti con la rielaborazione del proprio passato. Corriere della Sera,  4-7-1999

Molti artisti hanno espresso la loro vulcanica genialità a contatto con la mitica forza dei vulcani, da Malcom Lowry a John Huston al Rossellini  di Stromboli… Nobili parenteleper questo vigoroso testo di Ombretta De Biase ambientato appunto sulle pendici di un vulcano a sud di ogni nord.  Lì capita la giovane Giulia a cui Stefania Sironi presta il suo entusiasmo e una spontanea sensualità che il personaggio vorrebbe più torbida.Li accolgono Anselma e il suo complice Pietro interpretati rispettivamente da Marina Pillinini e Alfonso di Capua. A doppiare le emozioni di Giulia, Olivia Mancino, percorsa da lavica passione, danza l’archetipo, sicura della sua tecnica.. Hystrio 1999

 

PERSONAGGI

Giulia       una viaggiatrice irritante e irritabile di un nord del mondo

Anselma   una donnetta serena e tranquilla di un sud del mondo

Pietro      l’aiutante di Anselma

signora coccioduro  una conchiglia “politically correct”

pietra troppo levigata  Un sasso inaffidabile

granello impaziente  uno della famiglia delle “sabbie fuggenti”

Nota di regia

In scena sono presenti due ambienti: in proscenio un ambiente costituito da qualche sasso, una grossa conchiglia, mucchietti di sabbia, un’edicola votiva in rovina…Il tutto a simulare un ambiente marino o comunque campestre, sul fondo una vecchia poltrona, una sedia impagliata, un cestino da lavoro. Ben visibile sarà sempre e soltanto un mobile a destra su cui sono appoggiate delle foto con  davanti i lumini accesi.

SCENA I

Anselma, una donna anziana, con i capelli  legati in una crocchia e vestita di nero,  è seduta su una poltrona e lavora, con l’ uncinetto, ad una coperta a riquadri molto colorati  che, in parte, le cade  sulle gambe.  Da destra entra in scena Pietro, un uomo massiccio dall’aspetto di chi vive solitamente all’aperto.

Pietro   Anselma, hai deciso?La gialla, la verde o l’azzurra?

Anselma(sempre lavorando e senza alzare lo sguardo) L’azzurra, è la più bella

Voce di donna  Permesso, c’è nessuno?

Anselma   Entra, accomodati

In scena, da sinistra, entra una donna dal piglio giovanile, indossa un vestito sportivo di lino, stropicciato e intriso di sudore sulla schiena e sotto le ascelle, è visibilmente sofferente e accaldata.

La donna   Chiedo scusa ma la porta era aperta. Vorrei un bicchiere d’acqua, per favore, ho la testa mi scoppia. Questo caldo è insopportabile

AnselmaPietro, per piacere, un bicchiere e la caraffa d’acqua, quella in fresco

Pietro esce di scena

La donna Grazie non voglio disturbare, vado via subito

Anselma   Ma che disturbo!,  siedi, riposati

La donna  si siede accanto ad Anselma sulla sedia impagliata

    

La donna   E’buio qui

Anselma  E’ per il sole. Deve stare tutto chiuso

La donna  Fuori ci saranno quaranta gradi e non c’è  un’anima, un bar aperto, niente

Anselma   E’ la controra, figlia

La donna  Che?

Entra in scena, da destra, Pietro. porta una caraffa d’acqua e un bicchiere

Pietro  La controra. Vanno in giro solo i pazzi e il demonio

La donna (ironica)Ah, è evidente, solo i pazzi come me, e il demonio (beve avidamente) Grazie. Sto resuscitando. Com’è buona! Posso averne un altro?

Anselma   Sicuro,  figlia! L’acqua non si nega mai

La donna Vado. Fra poco riparte quella maledetta corriera, va a dieci all’ora, niente aria condizionata, sembra che si ribalti a ogni buca e la testa che mi scoppia, lo stomaco che mi si rivolta. Sarà anche per il sole, per gli odori, per questi colori così forti, violenti. Vado fino in cima, al vulcano, che poi i vulcani non mi sono mai piaciuti, sono tutti uguali

Pietro  Questo è cattivo

Anselma  Molto cattivo.Vuoi un caffè? Ti fa bene allo stomaco. Pietro, il caffè, ce ne prendiamo una tazzina anche  noi

La donna Grazie no, devo ripartire, la corriera

Anselma  E’ già pronto

La donna  Un bel club vacanze, con tanto di animazione! Macché, proprio in questo ces, ehm, in questo paese con il sedere su un vulcano dovevo venire

La donna  si alza e si guarda intorno con meraviglia, viene attratta dai lumini accesi davanti alle foto.

Anselma   Lo vedi.Qui è tutto vecchio, andato a male

La donna Bè, sì, no, voglio dire ha un suo fascino antico, molto antico (guarda i lumini) Quanti! Tutti parenti?

Pietro porta un vassoio con le tazzine di  caffè

Anselma  Bevi, figlia, fa bene quando è ancora caldo

Il suono del tipico clacson di una corriera e il motore che si avvia e parte. Giulia sobbalza, fa cadere in terra la tazzina con il caffè,  esce da sinistra di corsa. Rientra  disperata.

La donna  E’ partita. E adesso come faccio?  Che stupida! Scusate, ho pure rotto la tazzina

Anselma  Roba vecchia, Pietro, preparane un’altra

La donna  Che rabbia!Adessomi toccherà aspettare la prossima. Ore suppongo

Pietro    Non c’è

La donna  Come?

Pietro   La prossima non c’è, ripassa fra una settimana

La donna  Che?

Pietro    La corriera sale una volta alla settimana

La donna Non ci credo, che guaio! Allora pace per il vulcano, tanto nemmeno mi interessava, riprenderò quel maledetto catorcio quando scende giù

Pietro   Non scende 

La donna  Come sarebbe?

Anselma  Pietro vuol dire che la corriera fa il giro, non scende mai per di  qui

La donna  Quindi?

Pietro  Fra una settimana

La donna Non scherziamo, io me ne devo andare, adesso, subito

Anselma  Ci  dispiace

La donna (esasperata)Scusate ma ci sarà pure un treno, un taxi, un aereo, un’astronave

Anselma e Pietro, all’ unisono, fanno cenno di no con la testa

La donna  Non è possibile! E adesso?  Almeno per stanotte dovrò cercarmi un albergo, una locanda, un…no, eh?

Pietro  Il paese è piccolo,non ci viene mai nessuno

Anselma  Qui però è grande

Pietro  Molto grande

La donna Qui?No grazie. Qui, vostra ospite, una settimana?, è escluso, è impossibile. Scusate, vi ringrazio, siete davvero molto gentili, ma

Anselma  Qui siamo soli, io e Pietro

La donna  Forse un paese vicino.Vado lì e trovo un treno,un taxi, una macchina a noleggio…

Pietro   E come ci vai?E’ a venti chilometri e poi non ci trovi niente, è come qui

La donna  Aiutatemi, vi prego. Io me ne devo andare

Pietro  Pietro, aspetta. I meloni di Peppin’ u’ ciopp’

Anselma  Sicuro, può essere. Domani Peppin’ u’ciopp’  parte con la  motoretta e porta i meloni a Pizzosotto, di lì  va a Gelaccia, poi a Guardiaposta

La donna  Ho capito, dieci ore di motoretta 

Pietro   Meno

La donna  Che disastro!, io devo andare. Lui..

Anselma  Tuo figlio sta bene

La donna  Come?

Anselma  Eh, cuore di mamma non mente. Tuo figlio è grande

La donna  Bè, grande, in fondo ha solo vent’anni. Adesso è in vacanza con la ragazza, gli amici. Sono io che, al solito. Scusatemi, vi ringrazio ma non posso restare, mi viene l’ansia, divento intrattabile

Anselma  Ci dispiace

La donna E’ tutta colpa mia, mi distraggo e finisce che perdo. Perdo corriere, treni, aerei…persone

Una musica dolce e malinconica  si  diffonde nell’atmosfera. La donna si guarda intorno incuriosita

Anselma  Hai deciso? Rimani?

La donna  E cos’altro potrei fare?, ehm, chiedo scusa, voi siete così gentili e io... Solo per stanotte, però. Domani vado con la motoretta dei meloni, oppure, a piedi

Anselma Pietro mostra la camera  a

La donna  Giulia, mi chiamo Giulia Solvini. Che maleducata, non mi sono nemmeno presentata

Anselma  Io mi chiamo Anselma. Pietro, prepara la camera per Giulia, quella azzurra, è  la più bella. C’è  Gesù nell’orto degli ulivi

Giulia   Chi?

PietroGesù.E’ un quadro tutto azzurro, e anche i muri

Giulia  (fra sé) E le ragnatele

Giulia e Pietro escono di scena mentre Anselma riprende placidamente a lavorare all’uncinetto. semibuio

SCENA II

E’ trascorso qualche giorno. Giulia è in proscenio, sulla spiaggia, indossa un corto vestito di cotonina a fiorellini  e, a gambe divaricate e braccia aperte, si offre ai raggi del sole.

Giulia   Dai, tesoro, picchia forte! Qui, proprio qui (al centro del petto). Che bello! Si scioglie, si sta sciogliendo, quel grumo, quel nodo scuro, una morsa, una tenaglia, stringeva, ahi, se stringeva!  Ora con te, grazie a te… e dire che ti odiavo. Ti vedevo e fuggivo al buio.  Mi ferivi gli occhi, il corpo, la mente. Ti chiedo perdono. Scusami. Ti amo. Hai sentito? Ti amoooo! Ehi, guarda che non lo dico spesso, anzi, mai. E’ che mi sembra che appena lo dici già  sa di falso, di una scusa per dire che in realtà non te ne frega niente.  Lo so che non sei come loro (la natura intorno), tu sei serio, niente storie, chiacchiere inutili. Loro invece non smettono mai. Certo, hai ragione, pettegolezzi per lo più, ma sono così divertenti!

 

Giulia adesso si muove come se danzasse

Ehi, piano, non parlate tutti insieme, non capisco un accidente. Ehi tu!, ma come ti permetti? (raccoglie la gonna stretta intorno alle gambe)  Sfacciato di uno zèfiro! Bella scusa. E’ per conoscermi. Sei un mandrucone, ecco che sei.  Zèfiro, scommetto che sei bello, bello come il tuo nome. Più bello? Oltre che sfacciato sei anche presuntoso. Ehi (il vento le entra nel seno), piantala!

Si china a terra per sfuggire al vento, raccoglie un mucchietto di sabbia e lo fa scivolare fra le dita

 

 E tu, piccolino, dove vai così di corsa? Ah, non sei piccolo, scusa. Nemmeno un gigante, però. Certo che con voi non si può scherzare, proprio come con certi  umani, ma loro almeno non capiscono niente, voi invece, se non altro per esperienza…certo che mi piace scherzare. Anche a te. Perché ti sei offeso allora? Aspetta sciocchino, dove te ne corri? Su questo hai ragione. E’ bello. E’ bello volar via su una foglia, come va signora foglia?, su un cammello, come va signor cammello?, sull’acqua, come va signora acqua?. Ti capisco, anch’io se potessi, se fossi leggera come te, volerei via (Giulia vede una grossa conchiglia e si china a raccoglierla, poi la appoggia all’orecchio) Grazie, sei gentile. Davvero mi trovi bella? (la rigira fra le mani) Anche tu non sei male.  Così lucida, colorata. Sono ancora bella per la mia età?  E tu che ne sai della mia età? No, no figurati!  Bè, nemmeno tu sei una giovincella. Minimo qualche secolo, a occhio. Certo che mi fa piacere se mi racconti una storia. Io adoro le storie!  Questa poi? Tu dici che fra Circe e Ulisse…Ah, sì? Penelope non sarebbe stata poi quella santa... Ehi, aspetta! Non accetto che tu dica che Omero ha inventato un sacco di balle! Al più sarà stata qualche licenza poetica, è così che noi umani le chiamiamo. Non insistere, anzi guarda, facciamo che te ne stai per i fatti tuoi. Omero non si tocca, e nemmeno Dante. Gli altri te li lascio tutti, ti va di insultare che so, Virgilio, Ovidio, Petrarca…fai, fai pure. Vabbe’, sarò  fanatica, faziosa, pazienza! Tu invece spargi veleno. Un colpetto di qui, uno di lì, e finisce che fai guai a tutti. Falsona e ipocrita, ecco cosa sei! Scommetto che parli male di tutti  e poi ti accordi con tutti.  Sei come “loro”. Oh, sentila! Adesso fa pure finta di  non capire chi sono “loro”. Loro sono i signori della “Norma” . Hai presente? Come sarebbe che la Norma non esiste? Eiste, eccome! E’ una specie di vescica enorme, puzzolente, piena di  cicciutissimi, panciuti  cadaveri, con i loro castelli, le loro terre, i loro miliardi… Solo merda.  Invidiosa, io? E di cosa? Sciocca dama coccioduro! Il nome ti calza a pennello. Che vuoi che me ne importi di tutte le ricchezze del mondo.  Io sono solo una che ci crede. A che? Non importa a che. Uffa! Che vuoi che ti spieghi?, il significato del verbo credere? Guarda sul vocabolario. Basta. Siamo di due parrocchie diverse io e te. Ma no, che vai a pensare? No che non ti voglio fare del male, per chi mi hai preso? Domani mi racconterai altre storie? Grazie. Mi vuoi corrompere, per caso? Ti ho detto che non ti faccio niente, sono una buona io, cosa credi? Magari sembro cattiva, ma poi.Va bene, se insisti. Achille, domani mi parlerai di Achille. La verità però, e Omero non è un bugiardo. Siamo d’accordo. Così mi piaci…

Buio il tempo necessario

SCENA III

E’ trascorso ancora qualche giorno. Anselma e Pietro sono insieme. La solita dolce  musica si diffonde nello spazio.  Anselma sta sistemando i suoi lumini, Pietro l’aiuta

Pietro      Tutto bene, mi pare

Anselma  Molto bene, sì

Pietro      Hai deciso quando?

Anselma  No. Vale la pena di aspettare ancora qualche tempo

Pietro      Perché?

Anselma  La felicità

Pietro      Già, e poi?

AnselmaNon capisco perché fai così? Sono giorni che sei pensieroso. Che cosa ti preoccupa?

Pietro     Non mi fido

Anselma Nemmeno io ma pensaci, rifletti.  C’è un’altra via?

 

Entra in scena Giulia con un gran fascio di fiori di campo. E’ contenta. La musica si interrompe

Giulia  Che via? Volete che vada via? Ancora qualche giorno, vi prego

Anselma Questa è casa tua.Che bei fiori hai raccolto, vieni. Li mettiamo nel vaso

Giulia  Non li ho raccolti io, me li ha dati Rosa, per te, Anselma.Non mi piace raccoglierli, quando spezzi il gambo è come ucciderli, viene fuori quel liquidino appiccicoso

Anselma La linfa, è come il sangue per noi. Hai ragione, non è piacevole, certo che se proprio si deve farlo, va fatto

Giulia  Ma di che stavate parlando tu e Pietro? Ehm, scusate, forse mi sto impicciando troppo

Anselma Non abbiamo segreti, figlia mia. E’ solo che siamo vecchi e ogni tanto ci preoccupiamo del futuro, di che cosa dobbiamo fare, c’è da curare il raccolto, cose così

Pietro interviene ma guarda Anselma perché la frase è rivolta a lei piuttosto che a Giulia che non può capire

PietroLe pecore vanno tosate nel periodo giusto e non c’è molto tempo

Giulia  Soffrono quando si tosano?

Pietro  Bè, un pochino sì, ma il pelo glielo dobbiamo rasare, è d’obbligo

Anselma Pietro, ti dispiace andare a dare il mangime alle galline? Oggi mi fanno male le gambe, non riesco a stare in piedi

Pietro Vado

Pietro esce di scena, mentre Giulia va a sedersi sulla sedia impagliata accanto ad Anselma, seduta nella sua poltroncina e con il suo lavoro all’ uncinetto sulle gambe

Anselma  Siedi vicino a me. Sei tutta accaldata

Giulia  Anselma, non mi sono mai sentita così bene. Prima avevo sempre quel nodo, quel grumo proprio qui, in mezzo al petto. Adesso è sparito. Un miracolo. Grazie a te, a Pietro, a questo sole, questa campagna, questo mare… a anche a lui, al vulcano. E’ come se, come se, una luce, un calore, no, non so dirti, non trovo le parole giuste

Anselma  Dove sei stata oggi? 

Giulia  Alla torre delle vipere, giù in fondo alla valle. Pietro me l’ha fatta vedere. Che posto impressionante e che storia terribile!

Anselma  Vecchie storie, leggende

Giulia  Non sono vere?

Anselma  Forse sì e forse no

Giulia  Tu che pensi?

Anselma  Che se hai paura, pensi che quella cosa non è vera e ti senti subito meglio

Giulia Io no, non dico che non ho paura, anzi. Però quando arriva, provo a farmela passare. Per esempio con Rosa. All’inizio non ci volevo entrare in quella casupola in mezzo ai campi, con quei forconi dappertutto e lei spiritata, cattiva, i capelli per aria. Mi guardava in un modo che.. 

Anselma  Rosa fa impressione, è brutta

Giulia  Mi sono fatta coraggio e sono entrata. Adesso mi piace anche il suo rosolio. Un po’ mi fa girare la testa. Sono astemia, ma quel rosolio che fa lei mi piace, è dolce. Rosa appena mi vede arrivare da lontano, si mette a urlare “Giulia, Giulia, tras’ d’int!,  tras’ d’int’, tutt’ ‘stu sol’ t’abbrusc’ ‘i cervell’, vin’accà!” .

Anselma  Rosa ha ragione

Giulia  Prima non lo sopportavo. Non sopportavo niente. Il sole, la luce, le persone. Tutto mi dava fastidio. Cinque minuti e poi dovevo scappare via, un disagio, un’inadeguatezza. Cercavo l’ombra, volevo rimanere sola

AnselmaAdesso ti sei abituata

Giulia   Anche troppo. Sarà la terza corriera che parte senza di me. Prima o poi dovrò decidermi  a lasciarvi in pace

Anselma  Questa è casa tua. Io e Pietro siamo vecchi e un po’ di compagnia ci piace. Broccoli e sarde per cena, va bene?

Giulia   Benissimo, ottimo. Ho una fame!

Buio il tempo necessario

SCENA IV

Giulia è ora nello spazio campestre, raccoglie un sasso piatto e levigato da terra, lo guarda da ogni lato

Giulia  Certo che devono avertene fatte di brutte per essere così pelato. Raccontami che ti è successo? (lo passa sulle bracca nude, sul corpo…) Ma che storie terribili racconti. Assassinii, violenze, tradimenti. Non è che stai inventando per caso? Confessa dai! Qualcosina te la stai inventando per farmi impressione. Invece secondo me il motivo ce l’avresti. Ti devi giustificare. Sei così, liscio. Ti sei adattato, hai fatto bene. Se uno non ce la fa, si adatta. Ti sei  offeso? Vabbè, scusa.  Ah, sono una presuntuosa rompiscatole! Adesso sei tu che mi offendi. Va bene, ho capito, oggi non è giornata, ti lascio in pace, magari ti rivedo domani,  ciao.

Giulia  poggia delicatamente il sasso levigato a terra e si muove come se stesse passeggiando, è contenta. Vede una fonte  che sgorga dal terreno, si avvicina e  raccoglie le mani a coppa per bere. Dietro le sue spalle appare Pietro

Pietro   Ferma! Non bere

Giulia (sputa l’acqua) Pietro, che spavento!

Pietro  Non bere

Giulia   Perché? E’ velenosa?

Pietro    Dipende

Giulia  Che significa, dipende?

Pietro  Da chi beve

Giulia  Questa poi! Non è che per caso è il contrario?

Pietro  No

GiuliaOggi mi gira al rovescio, prima quel paranoico di  mister “tutto liscio”, adesso tu salti fuori dal nulla e dici che se bevo, finisce che.. io avveleno l’acqua. Ma mi vorresti dire per caso che io sono una… velenosa?

Pietro  No, no, però può succedere che quelli come te..

Giulia  Pietro, ti senti bene? Come me chi?  Io non ho mai avvelenato nessuno, figurati se posso avvelenare… l’acqua! Madonna, mi fai parlare come una pazza (si gira  indietro) Pietro, ehi, Pietro? Dove ti sei cacciato?  Pietro che fai? Giochi a nascondino? Pietrooo!!

E’ scomparso. Come avrà fatto poi a sparire così, di colpo? A meno che (urla), Pietro, lo so che sei lì dietro. Dai, non sono più una bambina. Vieni fuori di lì. Guarda che sto arrivando..

Giulia ha visto alla sua sinistra un pezzo di muro sbrecciato

Devo stare attenta, da lì sotto può saltar fuori una vipera. Pietrooo, vuoi venire fuori sì o no? Non mi va questo scherzo. Smettila

Giulia è accanto al rudere. Si accorge che il pezzo di muro è il rudere di una vecchia edicola, un antico altarino votivo, di quelli comuni nelle campagne, e dove si vede ancora ciò che resta di un bassorilievo che raffigurava un Gesù dipinto di rosso e azzurro

Ecco cos’è, una specie di edicola votiva, ma di quanti secoli fa? Qui c’è scritto qualcosa (legge molto lentamente) ‘ E.. quando fu sera egli disse, vieni… (fra sé) qui non si legge…  qui c’è scritto ‘riva’. In mezzo ci dev’essere un ‘passiamo’. (ripete) E quando fu sera egli disse vieni, passiamo altra riva”. Eh, sarebbe bello se fosse così! Nessuno avrebbe più paura della morte. Viene lui, ti prende per mano e… Mmmm, non me ne intendo ma dev’essere un versetto del Vangelo.  Peccato sia così rovinata! L’avevano dipinta di rosso e azzurro. Come quel quadro di Gesù, nella mia stanza. Si vede che da queste parti usa molto dipingere d’azzurro

Si guarda intorno alla ricerca di Pietro

Macché, è proprio sparito. Quel Pietro! Certi suoi scherzi stupidi mi fanno arrabbiare

Esce di scena

SCENA V

Anselma e Giulia sono sedute l’una di fronte all’altra, Giulia tiene con le mani ben stesa una matassa di lana  mentre Anselma  sta facendo il gomitolo.

Giulia     Anselma, chi erano?, parenti o amici?

Anselma  Chi?

Giulia   Quelli, i lumini (indica le foto dei lumini)

Anselma ( si gira a guardare)Ah, quelli!Un po’ e un po’. Eranopersone speciali, proprio come te

Giulia  (ride)Io speciale? Figuriamoci! Casomai special-ista in...  fallimenti
Anselma   Perché dici questo?

Giulia  Perché non ne ho mai infilata una giusta. Amori, lavoro, matrimonio, un disastro. E’ la verità

Anselma   E della verità non puoi fare a meno

Giulia  Perché, si può? 

Anselma   In genere...

Giulia   Anselma, grazie

Anselma   Di che?

Giulia Di capire. A volte mi sembra di essere passata attraverso la vita travestita da qualcos’altro. Però, se mi ci fai pensare, avrò anche fallito,  ma almeno ho resistito. Sai com’è, fin da bambina tutti a dire “sei terribile, sei insopportabile, devi ubbidire, e fai questo e fai quello, ti devi adattare, occorre buon senso e non sta bene..”, tutte cose che mi costringevano a cambiare e allora io…resistevo. Facevo finta di abbozzare ma dentro resistevo, mi dicevo, no, non voglio, non è questo, non è come dicono, non è la verità. Da grande  è stato peggio. A volte sarebbe bastato un sorriso, un’adesione di comodo, usare persone che sarebbero state ben felici di farsi usare da me. Ci pensavo anche, ma poi no, non potevo farlo. E allora facevo la guerra, a me stessa, una guerra per non fare del male a me e agli altri

Anselma   Sei stata una brava madre

Giulia   Non so,  lui è bello, dentro e fuori, elegante, dentro e fuori. Avrà avuto sì e no quattro anni. Passeggiavamo e lui con la manina nella mia mi fa “mamma, con te sento la dolcezza nel cuore”. Ecco, quando penso a lui sento la dolcezza nel cuore

Anselma  Chiacchiera, chiacchiera e  il gomitolo è fatto

Giulia (si alza)Adesso vado da Rosa. Anselma, ti prego, puoi dire a Pietro di non venirmi dietro? Mi spaventa. Ero alla fonte dell’angelo e mi dice di non bere perché avveleno l’acqua, io avvelenare l’acqua?, ti pare possibile? E poi sparisce, pluff, di botto! Non capisco come può aver fatto

Anselma (sorride) Figlia, lui è capace di sparire dietro un filo d’erba, è nato qui

Giulia A volte Pietro dice e fa delle cose che 

Anselma E’ vero.Quando tira lo scirocco si stranisce 

Giulia (ride) Ecco perché da noi, se uno non ci sta tanto con la testa, si dice che è “sciroccato!”  

Giulia esce ridendo a destra mentre da sinistra entra Pietro

Pietro   Sono stato insultato e tu le hai dato corda

Anselma Non ti sarai offeso?

Pietro   La sciroccata è lei

Anselma  Sentilo, ti metti a fare il bambino adesso?

Pietro   Mi avete insultato

Anselma  Posso chiederti scusa?  Scusa.Per il resto, è  tutto a posto?

Pietro  E’ sempre tutto a posto, sei tu che

Anselma  Pietro, non ricominciare

Pietro Non abbiamo più molto tempo. La coperta è finita da un po’

Anselma  Lo so ma la pazienza è la virtù dei forti, ancora qualche giorno e poi lei sarà pronta

Pietro  Ne sei sicura?

Anselma Come di me e di te

Pietro  Non vorrai mica che succeda quando sarà  sola?

Anselma  Sì, ma ha bisogno ancora di un po’ di tempo

Pietro   Quanto?

Anselma  Si vedrà

Pietro Prima di capire..

Anselma  Lo so. Soffrirà molto ma così dev’essere, non possiamo impedirlo

Accompagnati da una musica, i due  escono di scena a sinistra, mentre da destra entra Giulia che  indossa sempre il suo vestitino di cotonina della scorribande campestri.

GiuliaPietro! Anselmaaaa!  Dove siete?  Pietrooo, Anselmaaa… Ma dove si sono cacciati quei due?

Giulia si rende conto che non c’è nessuno e va a sedersi sulla sedia a dondolo di Anselma. Comincia a dondolarsi lentamente, mentre la sedia fa quel suo  tipico sfrigolìo. Socchiude gli occhi, poi li riapre

Giulia   La prossima corriera, ho deciso. Però mi dispiace. Mai stata, mai sentita così, così, non so nemmeno io come. Non avrei mai immaginato di provare certe sensazioni. Dunque quella cosa che chiamano felicità esiste davvero, non è una parola cretina fatta per gli illusi. Il suo senso ce l’ha, eccome se ce l’ha. Peccato. Devo tornare. Devo? Perché, poi? Lui mi aspetta, Cioè, no.  Nemmeno mi pensa, è sicuro. La  ragazza, il lavoro, gli amici, le feste. La mamma c’è ma è un accessorio ormai. Bene. Così dev’essere e così è

Si alza dalla sedia e va verso il mobile dei lumini. Osserva con sempre maggior curiosità le  foto

Chi saranno stati? I suoi antenati, ma guarda che vestiti antichi !…

Sul mobile, fra le foto, scopre una piccola scatola, una specie di portagioie, fatto di tanti gusci di conchiglie. Giulia la rigira fra le mani, cerca di aprirla ma è chiusa a chiave.

Giulia  Com’è carina con tutte queste conchigliette (la scuote leggermente, sente un rumore, cerca di aprirla ma è chiusa) Ci dev’essere la chiave (nascosta fra i lumini, trova una piccola chiave dorata) Toh! Sembra d’oro (apre la scatolina, guarda dentro, c’è  una pietra che sembra un enorme diamante ) Che meraviglia! Sembra vero, impossibile, varrebbe milioni. C’è un biglietto (Giulia prende il pezzettino di carta e legge), “Giulia”. Giulia sono io. Ho capito. Anselma vuole regalarmelo prima che vada via, presto, temo. Che pensiero gentile! La porterò sempre con me (prende in mano la pietra, un urlo) Ahiaaaaaa! Buio.

 Giulia ha una mano fasciata e sembra terrorizzata.

Dio che dolore! Un’ustione di quarto grado. Ma dove mi sono cacciata?  Due stregoni, dovevo capirlo. La polvere che rimane anche se lei ci si siede sopra, quel mostro di Pietro che appare, scompare e tutti questi (i lumini)! Altro che speciali, sono le  loro vittime. Quei due fanno i sacrifici umani. Attirano i turisti con i loro incantesimi e poi… E adesso che faccio, dove mi vado a nascondere? Quelli mi trovano dappertutto. Era una trappola. Fin dall’inizio. E nessuno qui che può aiutarmi, sono tutti complici in questo paese diabolico

La solita dolce e misteriosa musica si diffonde nell’aria. Giulia si guarda intorno terrorizzata. Da sinistra entra in scena Anselma, da destra invece entra Pietro, come a voler impedire vie di fuga.   Anselma ha in mano, appesa ad un filo, la grossa pietra che manda dei bellissimi bagliori. E’ il  diamante della scatolina con le conchiglie

Anselma  Giulia

Giulia  Non vi avvicinate. Ho capito tutto

Giulia indietreggia, mentre Anselma le si avvicina con cautela, mostrandole sempre la pietra

Anselma  Hai la mano ustionata. Lasciami guardare

Giulia  Stai lì, brutta strega!

Anselma Prendila (la pietra), è tua. Adesso non ti farà più male

Giulia Vade retro, satana!  Giuro che non volevo rubarla. Ho sbagliato, perdonatemi, farò tutto quello che vorrete ma non mi uccidete, vi supplico (guarda Pietro ma lui resta impassibile)

Anselma  (si avvicina sempre più) Lei ti appartiene, avvicinati

Giulia Anselma, Pietro, che vi ho fatto? E’ stata solo la mia maledetta curiosità, ho trovato quella chiavina d’oro e, giuro che non dirò niente a nessuno

Anselma   Giulia, guarda

Giulia    No, stammi lontana

Anselma   Guarda

Giulia è terrorizzata ma, spinta dalla curiosità, guarda la grossa pietra dove evidentemente  vede il viso di  una bambina

Giulia  Chi è?  

Anselma  Non ti riconosci? Avevi sette anni, ci sei già stata qui e  a volte basta una manina su un muro, un piedino nella sab….

Giulia Non è vero e solo uno dei vostri maledetti trucchi. Lasciatemi partire, non mi uccidete, vi prego

Pietro Sei libera. Puoi restare o andare

Giulia  Davvero?Anselma, Pietro, vi ringrazio, ho passato giorni bellissimi ma adesso

Anselma  Se te ne vai rinunci a un privilegio

Giulia  Sì, sì, lo so, qui è bello ma

Anselma Qui sarà  come dev’essere, come tutti vorremmo che fosse, un piccolo passo leggero

Giulia comincia a capire che i due le stanno offrendo la possibilità di finire i suoi giorni nel modo migliore, ma solo se decide di  abbandonare tutto e restare in quel posto

Giulia  Un passo leggero, come tutti vorrebbero che fosse.Che significa? Non capisco, non voglio capire

Anselma E’ il nostro regalo. Per te, Giulia

Giulia  Non è possibile, lui

Anselma Tuo figlio non ha più bisogno di te, sei libera, Giulia

GiuliaPer favore basta, lasciat…

Giulia  sviene ai piedi di Anselma. Buio.

SCENA VI

Luci. Ora Giulia è seduta sulla poltrona di Anselma. Indossa  il suo solito vestitino corto. Sta lavorando all’ uncinetto. Alle sue spalle si materializza un uomo che sembra Pietro

PietroHai deciso? La gialla, la verde o l’azzurra?

Giulia   L’azzurra, è la più bella

In lontananza si sente il clacson di una corriera.         

FINE