Luna di miele dopo il suicidio

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commedia brillante in 3 atti

di Bianca Crippa Simonetti

Personaggi:

Cornelio

Maddalena, sua moglie

                                         Lory

                               loro figlie

                                         Fernanda  

Giuditta, madre di Maddalena

Prospero, amico di Cornelio

                                    Mendez

                         venditori a domicilio

                                    Patty    


ATTO I

Tinello. Al centro un lampadario. All'aprirsi del si­pario la scena, è vuota. Si odono delle voci. E in corso una lite tra marito e moglie, dapprima si odono le grida poi i personaggi compariranno in scena.

Cornelio - (fuori scena) Ho detto di no, capito? Maddalena - (fuori scena) E invece io dico di sì, e tu fai come dico io.

Cornelio - (c.s.) Ho detto di no e dico sempre di no!

Maddalena - (comparendo in scena dopo Cornelio) E io ti ripeto che me le devi dare. Mi spettano di diritto!

Cornelio - (tiene stretta la giacca sotto il braccio) No, no e poi no!... Quei soldi li ho vinti io al totocalcio... io     sono andato a riscuoterli... (accenna la giacca) io li   tengo qui... e me li tengo stretti... e io li spenderò... e sta pur sicura che li spenderò meglio di te!

Maddalena - E invece io ti ripeto che non sciuperai quei soldi come pare a te perché tu hai una famiglia, questo non puoi ignorarlo!

Cornelio - (sospirando) La famiglia...

Maddalena - Sì, la famiglia, sì... È perfettamente inutile che tu faccia castelli in aria per conto tuo; quei soldi me li devi dare perché mi servono per la famiglia!

Cornelio - Quanti soldi spendi inutilmente in nome del­la famiglia! Tutti i vestiti e le cianfrusaglie che com­pri per te sono tutte spese per la famiglia?

Maddalena - Certo, quando mi hai sposata ero vestita ...e vestita rimango.

Cornelio - Il fatto è che di vestiti ne comperi più tu che un intero condominio. Non parliamo poi delle col­lane, scarpe, tovaglie, lenzuola, enciclopedie e via di seguito. Tutti i venditori ambulanti si fermano al cancello, perché sono sicuri che qui venderanno senz'altro qualcosa... A proposito, quelli di ieri... ie­ri c'erano delle persone qui... con te e tua madre... parlavate fitto fitto... cosa sono riusciti a venderti questa volta, sentiamo!

Maddalena - (evasiva) Nulla.

Cornelio - Figurati se ci credo!... La prossima settima­na arriverà un pacco destinato alla signora Madda­lena Pirovano: sarà una spesa per la famiglia, natu­ralmente... ma chi dovrà pagare il conto sarà questo merlo!... (deciso) Ma questa volta non pago... Non pago!... Lo respingo!... E respingerò tutto ciò che mi verrà addebitato dai componenti della mia fa­miglia, tu, tua madre, le tue figlie... un esercito di donne che hanno deciso di farmi saltare i nervi come una valvola del contatore... ma che non vi riusciran­no!...

Maddalena - Cornelio, non pensi che a te stesso... Per­ché mi hai sposata?

Cornelio - Non mi ricordo più l'esatto motivo per cui ti ho sposata, ma in compenso ricordo benissimo per­ché tu hai sposato me..,

Maddalena - E sarebbe?

Cornei - Perché se non beccavi me, un altro merlo così non lo trovavi di certo... Avevi già oltrepassato i 23... Davanti a te si profilava già la grigia prospet­tiva dello zitellaggio.

Maddalena - Caro marito, quella di rimanere zitelle non è più una grigia prospettiva... Oggi giorno le nubili non sono più zitelle ma « donne indipendenti ». Co­me le serve di una volta ora si chiamano « Colf »... Col mondo moderno tutto è cambiato e le donne in­dipendenti sono le più libere, lavorano e spendono i loro soldi come credono senza l'ombra grigia di un marito che le controlla!

Cornelio - Ma se ti sei data tanto da fare per avere vi­cino a te questa « ombra grigia » di marito!

Maddalena  -  Perché  non immaginavo...   ero  inesperta!

Cornelio - Alla tenera età di 23 anni!

Maddalena - Si può essere inesperte anche a 43.

Cornelio - E no... a 43 non si è più inesperte... si è oche!

Maddalena - Ah, se l'avessi saputo non mi sarei mai sposata!

Cornelio - La frase famosa di tutte le donne maritate; solo che lo dicono tutte dopo... subito dopo... ma dopo!

Maddalena - (tornando al punto) Cornelio, dammi quelle 200 mila lire, mi servono; me le devi dare. Le vo­glio!... Le voglio!...

Cornelio - Levatelo dalla testa. (mostra la giacca) Que­ste le ho vinte io e le spendo io... due giorni a pe­scare trote in un laghetto di montagna, io e il mio amico Prospero e tanti altri pescatori, tutti uomini... Saranno come due giorni di ritiro... come gli eser­cizi spirituali; lontano da questa tribù di donne che mi rovinano l'esistenza!

Maddalena - (irata) Vuoi andartene per due giorni a pe­scare!?... Tu non lo farai!

Cornelio - Lo farò, e come se lo farò! Sono già d'accor­do con Prospero.

Maddalena - (gridando) Tu non lo farai, io lo impedirò. Cornelio - E invece lo farò... Ormai è già tutto deciso.

Maddalena - (isterica) Non è vero!... Non è vero!... Mammaaa!...

Giuditta - (entrando allarmata) Che c'è figlia mia? Che succede ancora?

Maddalena - Cornelio vuole andarsene per due giorni a pescare trote in montagna invece di dare a me le 200 mila lire.

Giuditta - (guarda Cornelio con ostilità) È vero?

Cornelio - Esatto.

Giuditta - Tu non farai questo!... Tu non puoi farlo!

Cornelio - (depone la giacca e si siede a preparare gli arnesi per la pesca) Io posso farlo e lo farò... cara suocera...

Giuditta - Tu non lo farai, lo te lo impedirò... Uomo crudele ed egoista senza un minimo di comprensio­ne per la famiglia!

Cornelio - Alla mia famiglia non manca nulla.

Maddalena - Lo dici tu perché non sai; non ti interessi.

Cornelio  Lo so... Con il mensile che ti passo, vuoi che non lo sappia?

Giuditta - Ma tu non immagini minimamente tutte le esigenze... Hai due figlie grandi e nel pomeriggio partiranno per la gita culturale di due giorni, lo sai almeno?

Cornelio - Lo so, e hanno tutto il necessario... Anzi, an­che un pochino di superfluo... (alzando gli occhi al cielo) Gite culturali per suocere nessuno ne or­ganizza?... Magari della durata di parecchi mesi!

Giuditta - (dopo un silenzio generale) Spero che do­mani mi porterai al mio paese... vorrei andare al cimitero per la consueta visita al mio defunto marito...

Cornelio - (calmo) Domani a quest'ora sarò in montagna con canna, mulinello e cucchiaino... altro che al ci­mitero!

Giuditta - Tu mi farai morire... Tu vuoi la mia morte!

Cornei - No, la morte no... mi basterebbe un pochino di silenzio.

Giuditta - Io non starò mai zitta; io parlerò sempre!

Maddalena - Anch'io parlerò, non illuderti di farmi tacere!

Cornelio - Lo so, è una delle tre cose impossibili nella vita: far stare fermi i bambini, far correre i vecchi e far tacere le donne. Non mi illudo.

Maddalena - E non illuderti di andare a pescare domani, sai?... Ti bucherò le ruote della macchina!

Cornelio - Andrò con la macchina di Prospero.

Maddalena - (isterica) Mi verrà una crisi... sento che sta arrivando... Sta salendo di qua...

Cornelio - Chiudi la cerniera, così se ne torna indietro.

Maddalena - Aiuto!... aiuto... sto male!

Giuditta - (premurosa) Figlia mia, che ti succede?... Santo cielo! Stai calma, ti prego. (a Cornelio con rabbia) Non vedi che sta male!

Cornelio - Appunto, portatela di là e fatele una camo­milla; siete sì o no sua madre?

Maddalena - Aiuto!... Soffoco... soffoco! Lory!... Nanda!... (Straluna gli occhi e smania, Giuditta la sostiene. Cornelio sul davanti della scena continua tranquilla­mente a preparare gli arnesi da pesca)

Giuditta - Stai calma, figlia mia, non agitarti così!

Maddalena - (indispettita per il comportamento del ma­rito) Aiuto... Aiuto muoio!... Lory... Nanda.... aiuto!

Lory - (entra spaventata seguita da Nanda) Che c'è, mamma? Che hai?

Nanda - Perché gridi così mamma?

Maddalena - Sto male... Ho una crisi...

Lory - (capisce che è tutta una scena) Oh, mamma, santo cielo; mi hai fatto spaventare.

Nanda - Ma io credevo che stavi male davvero.

Maddalena - Non ci credete che sto male!

Giuditta - Non vedete com'è pallida?

Nanda - Ma dai, nonna, è più rossa di me.

Lory - Dai, mamma, smettila di fare quelle scenate (con la sorella si avvicina al padre e osservano ciò che sta facendo)

Maddalena - Nessuno mi capisce... Nessuno mi comprende...

Giuditta - Io sì figlia cara... Vieni, andiamo di là che ti preparo qualcosa di caldo.

(Maddalena si avvia verso l'uscita sorretta dalla madre. Vede la giacca di Cornelio dalla cui tasca sporge il portafoglio; di colpo smette di lamentarsi, si assicura che i tre sul davanti non ve­dano, fa un cenno a sua madre che subito l'assecon­da, si avvicina alla giacca, prende il portafoglio, l'in­fila nella propria tasca poi esce con la madre ripren­dendo a lamentarsi).

Lory - Che fai, papà?

Cornelio - Preparo gli ami, le mosche finte, i cucchiaini...

Nanda - Vai a pescare?

Cornelio - Sì.

Lory - Al ponte?

Cornelio - E no, questa volta vado a pesca di trote.

Nanda - Dove?

Cornelio - Ai tre laghi, due giorni interi a pescare. Voi andate alla gita e io vado a pescare.

Nanda - Ecco il motivo della crisi di mamma.

Lory - Già, sono le 200 mila lire che sfumano. Quando ha saputo che avevi vinto al totocalcio ha giurato che avrebbe fatto di tutto per entrare in possesso di quei soldi.

Cornelio - E invece quei soldi me li tengo io... solo io... e li spenderò come piace a me!

Nanda - Però è anche merito della mamma se hai fat­to tredici, tu per il derby Milan-Inter volevi mettere un due.

Cornelio - Ma gli altri dodici li ho azzeccati io!

Lory - Ma sì, tanto la mamma li avrebbe sciupati per qualche spesa superfluo come sempre. Guarda papà, fai benissimo a spenderli tu, io ti do ragione.

Nanda - Fossi in te farei altrettanto. (Cornelio le guar­da sorpreso di trovare tanta comprensione nelle figlie) Due giorni dì tranquillità davanti a uno spec­chio d'acqua pieno di trote. Che bello dev'essere!

Lory - E alla sera cena in compagnia dei pescatori, un buon bicchiere in compagnia, belle risate attorno al fuoco... Al mattino di buon'ora sveglia e giù di nuovo in riva al lago.

Nanda - Fai benissimo, io ti invidio.

Cornelio - (continua a guardarle incredulo) Ma guarda, guarda, guarda!

Nanda - (con noncuranza) Vai con la tua macchina o con quella di Prospero?

Cornelio - Con la mia, perché?

Nanda - Se vai con la macchina dì Prospero risparmi i soldi della benzina. Tanto lui è ricco, è scapolo: che se ne fa di tanti soldi?

Lory - Più che giusto, non ti pare?

Cornelio - Perché? A voi fanno gola i soldi di Prospero?

Nanda - Papà, i soldi fanno sempre gola anche se non sono di Prospero... Per esempio, se tu, delle tue 200 mila lire, cinquanta le dai a noi... possiamo comprare subito un bel paio di scarpe per andare alla gita...

Cornelio - (che ha capito l'antifona) Oh!... ci siamo!... No, perché... Non mi sembrava normale tutta quel­la comprensione nei miei riguardi... Non ci sono abituato. (dopo una pausa, deciso) Sentite figliole, parliamoci chiaro... Le scarpe che calzate ora, le ave­te comprate il mese scorso. Visto che le portate a spasso da un mese, non vedo perché non dovreste portarle anche alla gita!

Lory - Ma papà...

Nanda - Sono vecchie, fuori moda. (il tono delle figlie è decisamente cambiato)

Lory - Io voglio le scarpe nuove, anche Daniela le ha comprate!

Nanda - Tu ci comprerai le scarpe, papà, a tutte e due, parola di tua figlia!

Cornelio - Io non vi comprerò un bel niente. Accan­tonate pure l'idea... Lucidatevi quelle piuttosto che sono tutte impolverate!

Nanda - Davvero non vuoi comprarcele?

Cornelio - Non ci penso nemmeno!

Lory - Sei sempre il solito tu. Come puoi pretendere che noi possiamo voler bene a un padre come te!

Cornelio - Se il vostro bene ha il valore di un paio di scarpe, ne faccio anche a meno, ci perdo ben poco.

Lory - Se non ci fosse lo studio a darmi un po' di soddisfazione, non so cosa farei in una casa come la nostra... Ed è tutta colpa tua!

Cornelio - Naturalmente!

Nanda - Io non posso dire di trovare gioia nello stu­dio ...e in una casa come questa ci starò ben poco... dove non si fa altro che litigare... Io voglio le scar­pe. Alla gita con queste non ci vado!

Lory - E nemmeno io.

Cornelio - (furibondo) Invece ci andrete alla gita... e ci andrete con quelle scarpe... ve lo consiglia vostro padre!... Basta con questa storia!

Nanda e Lory - (fanno per parlare)

Cornelio - Basta o faccio uno sproposito!... (mostra la giacca con gioia feroce) Volete sapere dove sono le 200 mila lire che tanto vi stanno a cuore... e per le quali schiaccereste anche vostro padre come un moscerino?... Sono qui dentro!... Che dolce peso! Ma nessuno beccherà un soldo, capito!? (urlando) E non fatemi uscire dai gangheri o sarà peggio per tutti! (esce minaccioso con la giacca stretta al petto)

Lory - Capperi! che cambiamento, non riconosco più mio padre.

Nanda - La vincita lo ha completamente trasformato.

Lory - Beh, sai che ti dico, Fernanda... a me è più simpatico così. Anche se ci rimetto un paio di scar­pe. Così dev'essere un uomo, quando sa di avere ragione... Avrebbe dovuto cominciare tanto tempo fa, non lasciarsi comandare dalla mamma e dalla nonna!

Nanda - (che è rimasta pensierosa ascoltando la sorel­la) Non dirmi nulla, Lory, ho tanta amarezza den­tro che non ti dico!

Lory - Tu?... Non ci credo!

Nanda - Perché sono sempre allegra?... Perché prefe­risco andarmene in giro piuttosto che studiare? Non credere che io sia indifferente all'atmosfera di ran­core che regna qui dentro... (con nostalgia) Io devo andarmene di qua... Devo andarmene al più presto... Ma non da sola come fanno quelle che scappano di casa... Me ne andrò con un uomo che mi ama... e che amo... (sorride misteriosa)... E forse... molto presto...

Lory - Io al matrimonio non ci penserò mai; non vo­glio ripetere l'esperienza dei miei genitori.

Nanda - Io invece voglio sposarmi proprio per non fare gli stessi errori che ho visto fare dai miei ge­nitori... e stai sicura che non li farò.

Lory - Ti auguro di trovare presto un affascinante Prin­cipe Azzurro... magari in blue-jeans e con Io sguar­do dì John Travolta. Forse ce n'è già uno che pre­ferisci fra i tuoi corteggiatori?

Nanda - No, no. È ancora troppo presto... Ma ti pro­metto che sarai la prima a cui presenterò il mio John Travolta (ridono).

Lory - So già che mi piacerà, conosco i tuoi gusti. (fan­no per uscire, ma entra Maddalena con Prospero).

Maddalena - Eccole qua... come, non siete ancora pronte?

Lory - Prontissime, mamma. Buon giorno, signor Prospero.

Prospero - (è un bell'uomo sui 35 anni, risponde alle ragazze senza nemmeno guardarle) Buon giorno, ra­gazze; allora si parte?

Nanda - (tenta di fare un po' la civetta con Prospero con scarso successo) Buon giorno, signor Prospero... Si parte... alla volta di antichi monumenti e musei... Voi invece vi date allo sport vero?... e seriamente!

Prospero - Beh... tanto per passare la domenica. Vostro padre è di là?

Maddalena - Credo di sì. Aveva un gran da fare con canne e mulinelli...

Prospero - Allora buon viaggio, ragazze... e divertitevi.

Lory - Grazie, signor Prospero. (esce)

Nanda - Grazie... e a voi... in bocca al lupo! (esce)

Prospero - Grazie.

Maddalena - (alle figlie) Preparatevi: vi accompagno alla stazione. (a Prospero) Come sono carine, vero? Lo sa che sono fra le più belle di tutta la scuola?... Fernanda poi ha un sacco di corteggiatori... Ma lei non le guarda mai le mie bambine!

Prospero - (galante) Signora Maddalena... Lo sapete be­nissimo come la penso io... Per me siete voi la rosa più bella del giardino!

Maddalena - (schernendosi) Una rosa con delle spine un po' troppo lunghe, caro Prospero... un marito... e, per di più, vostro amico!

Prospero - Maddalena, io metto tutto ai vostri piedi!

Maddalena - Ma perché non mettete tutto ai piedi di una delle mie figlie? Sono giovani, belle, simpatiche!

Prospero - Sono troppo giovani... sono due bambine... e poi il matrimonio non fa per me... Io amo le rose che pungono... Amo voi, Maddalena.

Maddalena - Ma non sono per voi, lo sapete... Per voi ci vuole una moglie. Arriverà pure un giorno qual-cuna che vi farà innamorare e vi farà mettere la testa a posto... Quel giorno voglio proprio divertirmi.

Prospero - Quella donna non è ancora nata... Perché con­tinuate a respingermi? perché non volete?

Maddalena - Perché ho sposato Cornelio e a lui resto fedele... anche se ormai, con lui non faccio altro che litigare (sospira).

Prospero - Pazza!... Voi non sapete quello che perdete!

Maddalena - Sono felice di quello che ho... e oggi sono

particolarmente felice. (sorride maliziosa).

Prospero - Infatti ho notato una luce diversa sul vostro volto... mi dite quale ne è la causa?

Maddalena - (confidenziale) Promettetemi di non parlar­ne a mio marito.

Prospero - Prometto!

Maddalena - Ho comprato il salotto nuovo!

Prospero - (meravigliato) Avete comprato il salotto nuo­vo?!... e i soldi?... Scusate, ma...

Maddalena - L'ho comprato a rate.

Prospero - (sempre più meravigliato) A rate?... (colpito da un dubbio) Da chi l'avete comprato?

Maddalena - L'ho comprato da una ditta che vende a do­micilio, me l'hanno fatto scegliere sul catalogo...

Prospero - La ditta Zanetti e Regoli!

Maddalena - Proprio!... Ecco il contratto. (leva di tasca un foglio) Costa un milione e mezzo, ma pagandolo a rate viene a costare due milioni... ah, ma com'è bello!

Prospero - (che si era già messo le mani nei capelli) Cosa vi è venuto in mente!... Maddalena, cosa vi è venuto in mente?

Maddalena - Perché? Conoscete quella ditta?

Prospero - E come se la conosco!... E so che sono im­broglioni! Il vostro salotto lo avete pagato almeno il triplo di ciò che vale in realtà!... Ma perché non avete parlato con vostro marito prima?... Anche lui conosce i pessimi affari che fanno coloro che si lasciano adescare da quei disonesti.

Maddalena - Non l'ho detto a mio marito perché lui sa­rebbe stato contrario, lo è sempre in tutto... Allora ho pensato: lo pago a piccole rate, ce la faccio anche senza il suo aiuto.

Prospero - Avete già firmato il contratto?... Fate vedere.

Maddalena - Sì, questa è una copia... l'altra ce l'hanno loro.

Prospero  Naturalmente.

Maddalena - Ma guardate che ho la massima comodità di pagamento, anche in due, tre, quattro anni. Quan­do riesco a mettere da parte qualcosa, gliela mando. C'era anche mia madre, ha sentito anche lei...

Prospero - E così vi hanno imbrogliato tutte e due... fate vedere... Leggete qui.

Maddalena - (legge) Leggere attentamente prima di fir­mare.

Prospero - E voi avete letto, primadi firmare?

Maddalena - Io no.

Prospero - E allora leggete adesso che cosa sta scritto.

Maddalena - (legge) Io sottoscritta mi impegno a versare la somma iniziale di lire 200 mila e mi impegno a versare lire 200 mila mensili per nove mesi conse­cutivi... Cosa?... Cosa?

Prospero - ...al mancato pagamento di una sola rata si procederà contro il firmatario in base all'articolo tale previsto dal codice penale...

Maddalena - (smarrita) Oh, Dio mio, che cosa ho mai fatto!... E adesso?

Prospero - Se volete... io posso pagarvi tutte le rate... Tac... Tac... Tac...

Maddalena - No, mai!

Prospero - E allora ...dovete rinunciare al vostro salotto...

Maddalena - Se potessi, rinuncerei di sicuro... Ma, come faccio ora? Quelli hanno in mano la mia firma!

Prospero - Quando devono passare per ritirare la rata iniziale?

Maddalena - Sa... al momento non avevo comodità e al­lora mi hanno detto che passeranno lunedì senz'al-tro, quando avranno finito di fare la zona.

Prospero - Prima ne devono abbindolare parecchi, poi levano le tende... fanno sempre così... Qui bisogna studiare il mezzo per annullare questo contratto... (si odono dei passi) Arriva vostro marito...

Maddalena - Per amor del cielo non diciamogli nulla per adesso... poi vedremo. (nasconde il contratto).

Prospero - Andiamo di là... Qui bisogna studiare qual­cosa... Che pasticcio! (escono)

Cornelio - (Entra, è molto prostrato, i suoi gesti sono nervosi. Tiene in mano una corda, dopo una scena appropriata si decide...  Sale su una sedia, lega la corda al lampadario e infila la testa nel cappio, scor­ge la giacca che è stata posata su un'altra sedia, scende, l'abbraccia e la depone con cura) Addio, ul­timo sogno di un pescatore di trote... (risale la se­dia e infila la testa nel cappio...)

Lory - (bussa alla porta) Papà... come mai ti sei chiuso a chiave?

Cornelio - Cosa vuoi!

Lory - Apri.

Cornelio - Non posso.

Lory - Volevo salutarti... Ma si può sapere cosa stai facendo?

Cornelio - Sto facendo... una montatura... molto complicata!

Lory - Proprio non puoi aprire?

Cornelio - È meglio di no... Vi saluto da qui... buon viaggio.

Nanda - Okey, papà.

Lory - Addio, papà.

Cornelio - Addio. (risale sopra la sedia e rimette la testa nel cappio)

Prospero - (bussa alla porta) Cornelio!

Cornelio - (ha un gesto di stizza, non vuole sentire; ma Prospero incalza),

Prospero - Cornelio, rispondi, lo so che sei lì, ho senti­to che salutavi le tue figlie...

Cornelio - (non risponde, ma si decide a scendere dalla sedia, apre la porta e la richiude in fretta) Entra, fa presto!

Prospero - Si può sapere cosa facevi qui, chiuso a chia­ve?... (vede la corda che pende dal lampadario e la sedia sotto...) Cornelio, tu ti stavi...

Cornelio - (si butta su una sedia affranto) Sì... non ce la faccio più. Non si può continuare a vivere come... come... un cane a cui tutti gridano di fare la cuccia!... Meglio farla finita per sempre!

Prospero - (dopo il primo momento di sbigottimento, osserva bene la scena e poi scoppia a ridere) Ma tu, che ti credi... un cavedano per appenderti così al lampadario!

Cornelio - (non capisce) Perché?

Prospero - (continua a ridere) Ma te lo immagini uno grosso come te appeso a un lampadario?!... Roba da matti! Come spostavi la sedia ti si strappava tutto e il lampadario ti veniva in testa!... Roba da andare a farsi male sul serio!

Cornelio - (dapprima mortificato, poi sorride) Che cre­tino... io non ci avevo nemmeno pensato.

Prospero - Si può sapere perché volevi farla finita pro­prio oggi? Tutto è pronto, ci aspettano due giorni di tranquillità pescando trote... Hai vinto 200 mila lire e puoi affrontare le spese senza che io interven­ga con aiuti finanziari... Tutto come volevi tu... Co­sa può averti portato sulla soglia di un atto simile!... Meno male che tua moglie è andata alla stazione ad accompagnare le bambine.

Cornelio - (sfiduciato) Non ne posso più, Prospero; tu non puoi capire... Tutti sono contro di me!... Mia moglie appena ha saputo che andavamo a pescare ha fatto il diavolo a quattro, ha minacciato di bucarmi le ruote della macchina... Tu sai che mia moglie non scherza... è capacissima di farlo... Le mie due figlie mi hanno fatto un po' di moine solo perché spera­vano in un paio di scarpe nuove... Mia suocera si schiera con tutti, purché siano contro di me... Non si può continuare così... Ho avuto un momento di smarrimento... Sbagliavo tutto perché il lampadario non avrebbe resistito, ma ti confesso che l'inten­zione l'ho avuta veramente... e ora quasi mi spiace che tutto sia andato a monte!

Prospero - Pregustavi già la sorpresa di tua moglie, ve­ro?... Quando ti avrebbe trovato... appeso al lam­padario come un salame!... Avrebbe pianto sai?!

Cornelio  (sorpreso) Tu dici?

Prospero - (poco convinto) Beh... di solito piangono...

Cornelio  - (cattivo) Maddalena no!....   Non  avrebbe

pianto... Sarebbe stata felice, liberata...  Come mia suocera, quando è morto suo marito!

Prospero - (sopra pensiero) Secondo te Maddalena non piangerebbe se ti trovasse... si insomma... se tu do­vessi morire?

Cornelio - Te lo garantisco che non piangerebbe!... For­se farebbe un po' di scena, quello sì, ma tutta una finta!...

Prospero - (assorto nel piano che sta architettando) Sai che si potrebbe tentare?... Io dico che funzionerebbe... Certo che funzionerebbe!

Cornelio - A cosa stai pensando ora!

Prospero - (deciso) Cornelio, perché non ti impicchi dav­vero?... Ti dò io una roano... è subito fatto... così vediamo subito se tua moglie piange o no...

Cornelio - Ma... veramente... ora mi è passata la voglia... Dovevi dirmelo subito!... Oppure... lasciarmi in pa­ce quando lo stavo facendo!

Prospero - No, non mi sono spiegato bene... Stammi a sentire... Tu te ne stai rinchiuso qui tutto il pome­riggio... Se ti chiamano non rispondi... Sto io di là con tua moglie... Questa sera io entro qui e... ti tro­vo impiccato!

Cornelio - (perplesso) Guarda che io non ti garantisco... che mi venga voglia nuovamente di impiccarmi... entro stasera...

Prospero - Ma tu non devi impiccarti veramente... basta la scena... così com'è ora... La corda appesa al lam­padario... la sedia rovesciata... Appena io ti trovo... morto... per modo di dire, naturalmente... io ti co­pro col tappeto del tavolo... così: (esegue)... perché in realtà tu sei vivo, capisci?... poi, chiamo gente... e... mentre tua moglie piange...

Cornelio - ...se piange...

Prospero - ...anche se non piange... Io ti sistemo su quel divano, ti copro con un panno, così non possono vederti in viso... Domattina, chiudiamo la porta a chiave e ce ne andiamo a pescare... di nascosto... tran­quilli!... Domenica sera torniamo e riveliamo tutto...

Cornelio - (s'illumina) Ma sai che è un'idea geniale?... Io lascio un testamento in cui chiedo che non mi si veda in viso per... per due giorni.

Prospero - Ma per quello ci penso io con le tue donne... Guarda come si fa... (mesto) Signora, sono dolente, ma devo evitare che voi lo vediate perché è in con­dizioni pietose... Gli occhi sono fuori dalle orbite, la lingua arriva fino al pomo di Adamo... collo storto, denti sporgenti...

Cornelio - (lo ascolta a bocca aperta)... un impiccato ve­ro fa meno paura.

Prospero - Forse ho esagerato un po'... faremo alcuni ri­tocchi... L'importante sono i soldi, li hai ancora?

Cornelio - Certo che li ho ancora... sono qui dentro (pren­de la giacca) È da stamattina che giro per la casa con la giacca sotto il braccio per paura che me li rubino... Stai tranquillo che sono qui dentro... belli caldi, caldi!... (cerca e non li trova) ...Come?... Non ci sono più!

Prospero - Se ne sono andati belli freschi, freschi!...

Cornelio - Cribbio!... non ci sono più!... Quella me li ha rubati!... Ma quando se non ho mai abbandonato la giacca! (ricorda) Quando stavo facendo le monta­ture... e lei aveva la crisi... Come ha visto il porta­foglio nella tasca, le è passata di colpo...

Prospero - E adesso?... non se ne fa più niente?... (deciso) Ah, senti! Lasciamo perdere l'impiccagione... domani andiamo a pescare... pago tutto io!

Cornelio - No, no e poi no!... io di te non mi fido, te l'ho detto tante volte!

Prospero - Ma sono tuo amico, dopo tutto!

Cornelio - Appunto!... Dai nemici mi guardi Iddio... che agli amici mi guardo io... diceva quello! Tu credi che non l'abbia capito il perché frequenti questa casa vero?... credi proprio che sia così tonto?... Ami­cizia per me?... E no caro!... A me non la fai tanto facilmente... Io ti tengo d'occhio sai?... Io ho capito benissimo cosa ti fa gola!...

Prospero - (Impacciato non sa cosa dire) Ma no... cosa dici... io... io.

Cornelio - Sì che è vero... a te fanno gola le mie figlie!... Quale ti piace di più, sentiamo... Lory?... Nanda?...

Prospero - (Tirando un gran respiro di sollievo e ricon­quistando la sua baldanza) Oh, senti!... né l'una né l'altra!... se proprio lo vuoi sapere!

Cornelio - E io invece ti ripeto... se proprio lo vuoi sa­pere... che ti conosco... Tu sei un libertino, sei un dongiovanni! Quando una donna cade nelle tue grinfie è rovinata!... e le mie bambine tu le lasci stare... capito! Andiamo a pescare, ma le spese le pago io!... (sospira) Anzi, non andiamo a pescare, perché mi hanno fregato i soldi e non posso più pa­garmi le spese... E non è tanto facile riaverli da mia moglie.

Prospero - Sono perfettamente d'accordo... (alludendo alla rata del salotto) Duecento mila lire... Tac... tac... tac...

Cornelio - (Gira pensieroso per la stanza imitato da Pro­spero, ad un tratto si ferma di colpo) Prospero... Aiutami!

Prospero - Che c'è... stai male?...

Cornelio - Sto bene... benissimo!... Entro questa sera io mi impicco al lampadario!

Prospero - Sul serio o per finta?

Cornelio - Per finta. Altrimenti viene giù tutto, no?

Prospero - E già... e poi?

Cornelio - Domani non si va a pescare... Io faccio il morto... e tu consoli le donne! Ci stai?

Prospero - Le devo consolare tutte e due... o tua suocera va al cimitero?

Cornelio - E chi la porta?... Io no, perché sono morto...

Prospero - Già, pazienza... e poi?

Cornelio - E poi ho in mente un piccolo trucco per ria­vere il mio portafoglio... e contemporaneamente... dare una lezione a tutte e due. Una volta riavuti i miei soldi... a pescare ci andiamo domenica prossima!

Prospero - Io ci sto!

Cornelio - Bene... Ora occorre preparare bene tutto il piano... Primo: al morto si faranno visite brevi, non più di cinque minuti ogni volta... senza mai solle­vare il panno che lo copre... ci vorrebbe una bara... io ci starei più comodo e tutto l'insieme acquiste­rebbe quel certo non so che di mistero...

Prospero - Ma... dove vado a prendere una bara?

Cornelio - Dal macellaio no di certo... Franzini, Pompe funebri... ci siamo capiti vero?... devi averla già pronta... in macchina!

Prospero - Certo, certo...

Cornelio - (ormai padrone della situazione) Dalle dodici alle tredici mi farai la veglia... tu solo!... Cos' mi porterai la colazione... e... quando devo andare al gabinetto... tu prenderai il mio posto!

Prospero - Io?... Ma è proprio necessario?

Cornelio - Certo!... Non vorrai che trovino la bara vuo­ta!... Adesso devi trovare una scusa per tenere lon­tane le donne da qui fino a stasera... Beh, cercala tu una scusa... Poi... vai a prendere la bara.

Prospero - Certo, sì... la bara... (poco convinto) e... que­sta bara... di che misura la prendo?

Cornelio - Che ne so?... Calcolando così a occhio e cro­ce... (si guarda) Io direi di prendere... una 54! Come collo ho il 17 e mezzo.

Prospero - Mah... secondo me... (lo squadra da capo a piedi) Io non sono un intenditore... ma... secondo me... la 54 ti va stretta, devi calcolare l'imbottitura!

Cornelio - È vero... meglio prendere una 56... ci starò più comodo!

Prospero - Meglio, sì, siamo più sicuri... (per nulla con­vinto va alla porta, poi torna d centro) Ma... scusa... sei sicuro che le misure delle casse da morto vanno come le misure delle camicie e dei cappotti?

Cornelio - Mah... non lo so... non ne ho mai comprate!...

Prospero - Ma dai... lasciamo perdere, ti metto sul diva­no!

Cornelio - No!... Voglio la bara!... Ho trovato... pren­diamo le misure... (apre un cassetto e ne leva un centimetro) ...Ecco... misura.

Prospero - (prende il centimetro e incomincia a misurare Cornelio) Allora io farei... di lunghezza... 190... spal­le 80... e ai piedi... 45.

Cornelio - Come scarpe ho il 43... mi dovrebbe andare a pennello. Ora vai, racconta una frottola alle don­ne e stasera torna qui che io ti aspetterò... già mor­to!

Prospero - Benissimo, a stasera (esce)

Cornelio - (con gioia satanica) A stasera, donne!... A do­mani!... Ve le farò pagar care quelle duecentomila  lire!... Eh!... Eh!... Eh!...

SIPARIO


ATTO II

Lo stesso tinello del primo atto. Sul fondo un diva­no-letto dove si intravede una persona distesa coperta da un panno. Ai lati due candele accese. Maddalena e

Giuditta vegliano il « defunto ». Maddalena è sin­ceramente addolorata, Giuditta... un po' meno.

Maddalena - (piangendo) Povero marito mio!... Perché l'hai fatto? È una cosa terribile, non riesco ancora a credere come ha potuto arrivare a questo... Non hai pensato a me?... alle bambine?... Che diranno mai le bambine?... Oh!... Le mie bambine! Mamma, mamma, che cosa terribile!...

Giuditta - Figlia mia calmati, se continui così ti verrà una crisi!

Maddalena - No, mamma, non mi verranno più crisi, non servono a nulla! Io dovevo essere più comprensiva... Se penso a tutti gli sbagli che ho fatto!... Non ero certo una compagna ideale. Oh!... Cornelio caro... ma anche tu... perché ti ostinavi a negarmi ogni cosa?

Giuditta - (fredda) Perché era egoista, cara... e tu sei troppo buona!

Maddalena - (si porta sul davanti della scena, Cornelio sbircia dal panno) Non parlare così, mamma,  ora lui è morto e noi ne siamo state la causa! Giuditta - Perché proprio noi?

Maddalena - Oh mamma!... Perché non cerchi di capire?... O meglio, perché fai finta di non capire?... (leva un foglio da un cassetto) Ecco il suo testamento, Pro­spero l'ha trovato qui... sul posto del... (guarda il lampadario con un brivido)... Mi tremano le gambe solo a pensarci... Se lo trovavo io?... Se invece di Prospero entravo io qui ieri sera?... Oh!

Giuditta - Calmati cara... Prospero è un vero e grande amico... Finché lui ti sarà vicino non dovrai temere nulla, nulla!

Maddalena - Lo so, lo so... Cornelio mio!... Ecco le sue ultime volontà (legge)... Miei congiunti...

Giuditta - (la interrompe acida) Avrebbe potuto scrive­re: miei carissimi congiunti...

Maddalena - (severa) Mamma, ti prego!

Giuditta - Sì vede che per lui non eravamo poi tanto... carissimi!

Maddalena - (c.s.) Mamma!... (legge) Miei congiunti, me ne vado da questo mondo, a voi lascio il mio corpo... il portafoglio ve lo siete già preso... Questi i miei ultimi desideri... Non voglio essere visto in viso per il primo giorno... Le visite alla mia salma non devo­no durare più di cinque minuti... Io sono con voi... voi mi vedrete ancora... Addio!

Giuditta - Come sarebbe... io sono con voi e voi mi ve­drete ancora?

Maddalena - Certo, lui è ancora con noi finché è lì su quel divano. Domani alzeremo quel panno e rive­dremo il suo caro viso!...

Giuditta - Mah!... Sarà, ma a me sembra una frase un po'... misteriosa... Comunque è stato uno sciocco a compiere questo passo... e te lo dico io il perché l'ha fatto... Ha voluto dimostrare che gli uomini sono più intelligenti delle donne e sanno levare il disturbo quando è il momento... Povero sciocco!

Maddalena - Mamma, una volta tanto consideriamo ifatti così come sono in realtà... Né tu ne io avremmo re­sistito tredici anni con una suocera in famiglia!

Giuditta - Beh... Una suocera... Perché?... Cos'è una suocera?...

Maddalena - Non voglio scendere in particolari, perché tu mi hai capita benissimo... Questa notte non ho dormito e ho capito molte cose.

Giuditta - (acida) Che tuo marito non nutrisse eccessiva simpatia per me l'avevo capito da un pezzo.

Giuditta - Per forza, aveva un caratteraccio!... E poi... vedeva le cose in un modo del tutto diverso da co­me le vedevano noi!

Maddalena - Ognuno ha il suo carattere, mamma... L'ar­monia della famiglia dipende solo dai suoi compo­nenti... con caratteri diversi, ma con una sola grande cosa in comune... l'AMORE!... Ecco il grande se-

greto che tu non hai mai potuto insegnarci perché... tu e papà... eravate molto infelici... Scusami, mamma!

Giuditta - (sospira e accenna di sì col capo abbassando gli  occhi)

Maddalena - Come poteva nutrire simpatia se tu gli sei sempre stata nemica?Cornelio era infelice... Tutti eravamo infeli­ci. Ci eravamo allontanati, ognuno per proprio con­to... Io con la mia mania di spendere... le bambine nel loro mondo così diverso dal nostro mondo dì adulti... Tu, che intervenivi sempre contro di lui ogni qualvolta scoppiava una discussione... E lui, solo... solo come noi in questa famiglia che era solo un punto di partenza al mattino e un punto di arrivo alla sera... Non c'era più amore fra noi, ma solo l'egoismo di sottrarre all'altro ciò che a noi faceva comodo. Ecco perché ha preferito andarsene. (pian­ge).

Giuditta - (le parole dì Maddalena non l'hanno toccata per nulla) Fossi in te non starei tanto a pensare al passato... Cercherei di rifarmi, migliorando tutto... con qualcuno che hai a portata di mano!

Maddalena - (meravigliata) Ma che dici?... Lui è ancora qui, morto... e io dovrei già pensare a... risposarmi?

Giuditta - Non sei più tanto giovane... e hai due figlie in età da marito... Come farai tu da sola?... E... lui... dopo il funerale, non avrà più tante occasioni di fre­quentare questa casa...

Maddalena - Questo è vero, però io...

Giuditta - Non aspettare che scappi... per poi doverlo cercare!... È solo... ricco... e sai che per te...

Maddalena - Io non ho il coraggio... Cornelio era amico suo...

Giuditta - Appunto!... Sono sicura che di lassù sarà il primo ad esserne felice...

Maddalena - Tu lo credi davvero?

Giuditta - Ne sono certissima, cara!... Ti basterà pochis­simo... Una parola... un sorriso... il resto verrà da sé...

Maddalena - E che gli dico?...

Prospero - (entra in punta di piedi e le sue parole fanno sobbalzare le due donne che non l'avevano sentito) Maddalena!... Ancora qui siete!... Non rispettate le ultime volontà del defunto!

Maddalena - Sono appena entrata... Lasciatemi ancora due minuti, vi prego!

Prospero - E va bene. Ma solo due minuti... (passeggia per la stanza)

Giuditta - (lascia che Prospero si allontani poi si avvi­cina a Maddalena e le fa ripetuti cenni perché con­tinui con Prospero l'argomento interrotto; poi si appresta ad uscire con esagerata mestizia) Io vado di là... la prego, signor Prospero, stia vicino a mia figlia... ne ha molto bisogno!

Prospero - Stia tranquilla, signora, ci sono io.

(Giuditta esce, Prospero passeggia avanti e indietro, Maddalena studia la situazione) (Allargando le braccia) Mah!...

Maddalena - (drammatica) Ora sono sola, Prospero!... Le mie bambine si sposeranno e io resterò qui... abbandonata da tutti...

Prospero - Nessuno vi abbandonerà, non temete... Maddalena - (fiduciosa) Nemmeno voi non mi abbando­nerete, nevvero?

Prospero - Ve lo prometto...

Maddalena - Oh, grazie, Prospero!...

(Prospero tace e continua a passeggiare; ad un tratto Maddalena, prendendo il coraggio a due mani...) Lo so che mi ama­te, Prospero... Me lo avete detto tante volte... Proprio in questa stanza!

Prospero - (spaventato, cerca di fermare il discorso) Ma, signora, che dice!

Maddalena - Oh, Prospero... Non dovete vergognarvi perché lui è qui morto davanti a noi... Ditemelo ancora che mi amate!

Prospero - (c.s.) Signora, la prego!

Maddalena - (incalza ormai lanciata) ...Come ogni volta che entravate in questa casa e mi trovavate sola... Maddalena, vi amo!...

Prospero - Signora, signora, la prego!... Andiamo di là!

Maddalena - No, qui davanti a lui... Come se fosse il no­stro testimone spirituale... Vi amo, Maddalena, sie­te la rosa più bella del giardino!

Prospero - Ma, signora... Proprio ora. A me pare di pes­simo gusto!

Maddalena - (sempre più incalzante) Mi risuonano anco­ra nelle orecchie le vostre parole... Maddalena, per­ché non volete?... Io sono pronto a mettere tutto ai vostri piedi!

Prospero - (Cornelio sbircia dal panno, Prospero lo ricac­cia sotto prontamente) Signora, non sarebbe meglio recitare un Rosario per il defunto?

Maddalena - Dopo... Ora devo dirvi una cosa molto im­portante... Se è vero che voi mi amate...

Prospero - (non sa più che pesci pigliare, guarda l'orolo­gio) Per l'amor del cielo... sono passati dieci minuti... Andiamo subito di là!... (tenta di sospingere Maddalena verso l'uscita)

Maddalena - (si avvia alla porta) ...Prima non potevo... c'era lui... ma ora lui è morto... ora possiamo...

Prospero - Presto, Maddalena, presto, fuori!

Maddalena - (affretta il discorso) Se voi desiderate anco­ra mettere tutto ai miei piedi... io sono felicissima di accettare!

Prospero - (riesce a sospingere la donna sulla porta) La prego, signora, ne parleremo domani... andiamo di là... (la sospinge fuori, poi, passandosi una mano nei capelli nervosamente si avvicina al « morto » aggiu­standogli il panno) Vengo subito, Maddalena, un attimo solo e sono da voi! (il « morto » lo afferra per la giacca e non lo lascia andare) Riposatevi, si­gnora... io desidero rimanere un poco... in preghiera... (chiude la porta non a chiave)

Cornelio - (rincorre Prospero che si era liberato di lui) Razza di farabutto!... L'ho sempre detto io che eri un poco di buono.

Prospero - (scappando gira attorno al tavolo) Zitto, che ti sentono.

Cornelio - Me ne importa un bel niente se mi sentono!

Prospero - SSSttt!... Non parlare!... Non dire niente!... Non è vero niente, te lo giuro!

Cornelio - Me ne frego dei tuoi giuramenti!... È tutto vero, brutto mascalzone!... Adesso vedo tutto, chia­ro!... Io tenevo d'occhio le figlie e tu mi portavi via la moglie! Io ti strozzo!

Prospero - Grida pure se vuoi così tutto verrà scoperto e tu non riavrai mai il tuo portafoglio... e io, che fi­gura ci faccio?

Cornelio - (calmandosi un poco) Per questa volta ti va liscia... ma, verrà un giorno!... (si siede e medita) Ma guarda che bel tipo doveva capitarmi... un amico sincero pareva. (imitandolo) « Mi piace venire con te a pescare, perché tu conosci i posti... sai fare di quelle mosche finte che sembrano vere!... »

Prospero - Ma guarda che quello è vero... come pescato­re sei veramente bravo... per il resto... lasciamo perdere...

Cornelio - ...E io che mi fidavo ciecamente... (con ira) Cos'hai fatto con mia moglie?... Dimmelo!

Prospero - Non ho fatto niente, credimi.

Cornelio - Figurati se uno come te dice la verità... Devo saperlo. Devo saperlo al più presto... e poi ti strozzo!

Prospero - Sei geloso, eh?!

Cornelio - (punto sul vivo) Io non sono geloso!... Voglio solo che la mia dignità di uomo... di marito...

Prospero - (si odono dei passi) Stanno tornando... mettiti subito sul divano! Presto, stenditi che ti copro!

Cornelio - (calmo) Stenditi tu che ti copro io... Devo andare un attimo di là...

Prospero - Non è vero, ci sei andato un quarto d'ora fa...

Cornelio - (con tono che non ammette repliche) Stenditi subito e taci!... (Prospero esegue malvolentieri) Ci siamo. Arrivano tutte e due... Ora tutti i nodi verran­no al pettine! (copre Prospero ed esce)

Maddalena - (entrando quasi contemporaneamente con la madre) Prospero... toh, non c'è... eppure l'ho lascia­to qui proprio un attimo fa...

Giuditta - Sarà andato giù in giardino a prendere una boccata d'aria.

Maddalena - Mamma, credo che tu abbia ragione... sareb­be proprio un vero peccato lasciarlo scappare... Glie l'ho detto sai...

Giuditta - Ma certo!... E lui cos'ha detto?

Maddalena - Beh, vedi... lui è un sentimentale... parlare di matrimonio davanti alla salma del mio defunto marito... gli sembrava una profanazione.

Giuditta - (alzando le spalle) Chi muore giace... e chi rimane si deve arrangiare! Un partito così non ti capita più...

Maddalena - Il fatto è... che non mi piace!

Giuditta - ...Però ti piacciono i suoi soldi... (si ode una strana musica, le luci si abbassano) Che c'è?... Che sta succedendo!

Maddalena - Non saprei... (si guarda attorno spaventata) Non saprei. (si scorge nella penombra Cornelio che entra lentamente coperto da un drappo bianco) Guar­da, qualcosa si muove!

Maddalena - Cielo: è un fantasma!... che paura!... (chia­ma) Prosperooooo!

Giuditta - (le luci si sono abbassate) Un fantasma!... Mamma mia che paura! (le donne si stringono l'una all'altra)

Maddalena - E' il fantasma di Cornelio!

Giuditta - Ma se lui è la disteso, sotto il panno!

Cornelio - (con voce cavernosa) Non temete, io sono lo spirito!

Maddalena - Cornelio, sei tu?... Fermati lì ti prego... io sto morendo di paura... Parla, dimmi cosa vuoi.

Cornelio - Maddalena, il mio spirito non ha pace e verrà ogni notte da te...

Maddalena - Cosa!... Ogni notte?... O povera me! Quan­do eri vivo... niente... e ora... tutte le notti?

Cornelio - Se tu non farai quello che ti dico... verrò tutte le notti...

Maddalena - Dimmi tutto quello che vuoi, parla!... Vuoi delle Messe?

Cornelio - Nella tasca della mia giacca c'era qualcosa che mi stava molto a cuore... e che adesso non c'è più.

Giuditta  (fra sé, verso il pubblico) Vuole il portafoglio, altro che le Messe!

Maddalena - Il portafoglio!... Te l'ho preso io... (lo leva di tasca) Eccolo!

Giuditta - Ridaglielo subito altrimenti mi viene un infarto!

Maddalena - È ancora intatto come quando te l'ho preso, sai?... Non l'ho nemmeno aperto... Te lo rimetto subito nella tasca della giacca.

Cornelio - (la ferma con un gesto che terrorizza le due donne) Fermati! Dove vai?

Maddalena - Lo rimetto dove l'ho trovato, nella tua giac­ca... Quella che hai addosso tu... quello là... insom­ma... voi due!

Cornelio - Non avvicinarti!

Maddalena - No, no!

Cornelio - Deponilo su quella sedia!

Maddalena - Sì, sì... dove vuoi tu... va bene qui? (lo de­pone su una sedia)

Cornelio - Ed ora ascolta e rispondi... Cosa c'è tra te e Prospero!

Maddalena - Tu lo sai di già?... Allora sei in Paradiso!

Giuditta - Figuriamoci!

Cornelio - Mi hai tradito!

Maddalena - Tradito!... No, Cornelio, mai!... Mi faceva la corte, è vero, ma io non ti ho mai tradito ...ero tua moglie... e ... anche se non andavamo tanto d'accor­do, non avrei mai fatto una cosa simile... È la veri­tà, credimi... Se lui fosse qui te lo confermerebbe... ma non c'è... chissà dov'è andato!... (vorrebbe pas­sare ma ha paura) Se tu ti sposti un po' indietro va­do a cercarlo!

Cornelio - Non serve... ti credo... allora, perché lo vuoi sposare?

Maddalena - Perché è ricco!... Cosa dovrei fare, Cornelio... tu hai preferito andartene lasciando a me tutte le responsabilità... Ho due figlie da maritare... Come farei da sola?... Lui è ricco, è scapolo... le nostre fi-glie non le degna nemmeno di uno sguardo... Allo­ra io mi sacrifico... Così ci accaparriamo il capitale e la villa al mare... Faccio bene Cornelio!?

Cornelio - È un bell'uomo; non ti piace?

Maddalena - Neanche un po'... È troppo giovane lo pre­ferirei come genero non come marito... Due cose soltanto mi fanno gola, il capitale e la villa al mare... quella bella villa sempre vuota!

Cornelio - (alza le braccia solennemente provocando nuo­vo terrore nette due donne) Ora lasciatemi in pace... diradate le visite alla salma... andate di là... e state tranquille.

Giuditta - Sì, sì, andiamo subito, e di corsa... Vieni Maddalena, cerchiamo di non contrariarlo!

Maddalena - Tornerai ancora? Cornelio - Se hai detto la verità...

Giuditta - Sì,sì, ha detto tutta la verità... Vieni Maddalena, andiamo! Lasciamolo in pace! (la trascina fuori. Appena uscite chiamano) Prospero! Prosperoooo!

(Cornelio si toglie la tenda che lo copriva e la getta sul fondo).

Prospero - (la prende e la mette al posto del « morto » dopo essersi alzato, va alla porta e la chiude a chia­ve) Così potremo parlare tranquillamente.

Cornelio - (si ode ancora chiamare Prospero) Senti co­me ti chiamano le donne! ...Che roba!... Le donne ti vogliono, ti cercano... perché non vai da loro!

Prospero - Sfotti pure quanto vuoi... l'importante è che tu sia arrivato dove volevi... Hai avuto il portafo­glio; sai che non miravo affatto a rovinarti le figlie; hai la certezza che tua moglie, nonostante io le faces­si la corte... insomma; non sei cornuto ed ora lo sai...

Cornelio - Certo, ora lo so...

Prospero - Ora potremo mettere in atto il nostro piano. La mia macchina è parcheggiata all'angolo... questa è proprio l'ora in cui i pesci abboccano ...guarda, qui c'è il morto... dai, filiamocela, finché sono di là!

Cornelio - Ma tu sei matto!

Prospero - Perché, tu no?...

Cornelio - Sì, anch'io!... E ora cerchiamo di non esa­gerare... (fra sé) Ormai, più di così. (a Prospero) Ma lo sai che l'abbiamo combinata grossa!

Prospero - Perché?... Prima non lo sapevi?... Guarda che se non ti credeva morto davvero non te lo mollava così facilmente il portafoglio!

Cornelio - (come tra sé e sé) Già, il portafoglio!

Prospero - Ma si può sapere a cosa stai pensando?... Oh!... Guarda che sei vivo... svegliati!

Cornelio - Sto pensando che ora il mosaico è completo.

Prospero - Il mosaico!... Questo vaneggia!

Cornelio - Sì... Tutti questi anni passati litigando... erano come un mosaico scomposto... E questa diaboli­ca farsa che abbiamo architettato mi ha dato la pos­sibilità di ricomporlo... e ne è apparsa una dolce figura di donna... mia moglie! Ancora adesso mi crede morto!

Prospero - Ed è appunto per questo che dobbiamo filar­cela in fretta. I due giorni di pesca ormai sono sfu­mati, sarà per domenica prossima.

Cornelio - Ma ti rendi conto che se viene di qua e si ac­corge che è stata tutta una finzione...

Prospero - ...Ci sarà un po' di burrasca... ma questo lo sapevi anche prima, no?

Cornelio - Ma come minimo quella sviene... impazzisce... Ma non te lo immagini lo stato d'animo di una don­na... di una moglie...

Prospero - (cogliendo l'occasione che aspettava) Prima non hai fatto tante storie, non hai pensato allo stato d'animo d'una moglie che si trova il marito ...diste­so lì... eh?... Queste cose le pensi adesso perché ora hai il portafoglio!

Cornelio - (sbottando) Ma non è per il portafoglio!... Possibile che tu non le capisca queste cose!... Non hai visto come piangeva? E non faceva finta,, pian­geva davvero!

Prospero - Però, era già pronta a contrarre un nuovo matrimonio con me non appena ti avrebbero sepolto.

Cornelio - (trionfante) Non per amore... solo per inte­resse!... Hai sentito cos'è la cosa ...l'unica cosa che la piace di te?... Il capitale e la villa al mare... Che ridere mi son fatto quando l'ho sentita!... (conside­randolo) Eccolo qui, lo scapolo d'oro, il libertino... Colui che fa strage di cuori femminili. Tutte le don­ne lo adorano!... Certo che ti adorano... per i soldi!... Povero amico mio, mi fai pena... tu e tutte le tue avventure galanti... Non le cambierei per un solo sguardo di mia moglie... che mi ama ancora dopo questi anni cosi difficili che abbiamo passato... An­ch'io l'amo come il primo giorno... E tu, che ti vanti tanto di essere amato... che ne sai dell'amore, tu?...

L'amore, quello con l'A maiuscola non ti ha mai nemmeno sfiorato!

Prospero - Ma piantala di fare il sentimentale... sono solo le quattro del pomeriggio... andiamocene tranquilla­mente a pescare!

Cornelio - Ho detto di no!... Prima era come se ci fosse una fitta nebbia ed ora è come se si fosse diradata... Ma tu queste cose non le potrai mai capire.

Prospero - (che aveva aspettato questo momento) E in­vece ti dico che queste cose le capisco e come... E siccome sono tuo amico mi fa piacere di averti dato una mano a diradare tutta questa nebbia... Però ce n'è voluto, eh?... Avere una bella moglie così e la­sciarla sola, vivere sotto lo stesso tetto ignorandosi per anni!

Cornelio - Questo non è vero perché litigavamo tutti i giorni.

Prospero - E ora che intendi fare?

Cornelio - Prospero dammi ancora una mano, dai!... Io non ho il coraggio di chiamarla e tanto meno di an­dare di là. Mi crede ancora morto, lo sai... Tu sei davvero mio amico?

Prospero - Lo sono e voglio aiutarti.

Cornelio - Allora chiamala tu... cerca di spiegarle... Pre­parala... Ma ti prego... non voglio perderla...

Prospero - Stai tranquillo, cercherò di fare del mio me­glio. Certo che dopo questo brutto scherzo che le abbiamo giocato... Come reagirà?... Ti odierà più di prima?... Cadrà per terra svenuta?... Odierà an­che me?... Chi lo sa?... Come amico di famiglia ci son dentro anch'io come te... Devo tentare, non ho altra scelta... Tu nasconditi... e che Dio ce la mandi buona... (esce)

Cornelio - (si porta tremante al centro della scena) Dio. Dio mio!... Ti ricordi ancora di me... Se hai buona memoria dovresti ricordarti... L'ho sposata ai piedi del tuo altare... le ho promesso davanti a te di amarla per tutta la vita... poi, ho trascurato lei e ho dimenticato te... Ai piedi di quell'altare non ci sono più tornato... Dio... ho ritrovato te, anche se non ti merito... aiutami a riavere lei... anche se non la merito! (esce di corsa sentendo dei passi)

Maddalena - (Entra seguita da Prospero e da Giuditta. È

ancora spaventata si tiene lontana dalla « salma ») Avete detto che mi dovete parlare Prospero?... Pro­prio qui... perché?

Prospero - Perché qui, in questa stanza sono successi tanti avvenimenti che, finalmente, stanno cambian­do faccia a questa famiglia... Lei è sconvolta, Maddalena.

Maddalena - Oh, Prospero, voi non sapete cosa ci è successo poco fa...

Prospero - Lo so Maddalena...

Maddalena - (sorpresa) Voi sapete?... Che cosa sapete?

Giuditta - (sorpresa) Alludete al fantasma di Cornelio?...

Prospero - Proprio così... Il fantasma di Cornelio... (iro­nico) che è venuto a riprendersi il suo portafoglio...

Maddalena - (spaventata al ricordo) Era là... in quell'an­golo... e poi se n'è andato...

Giuditta - Lei ha deposto il portafoglio su quella sedia... e ora non c'è più.

Prospero - Ma non vi sembra un po' strano tutto questo?

Maddalena - (umile) Era suo, io glielo avevo rubato fin­gendo di avere una crisi. Era giusto che se lo riprendesse.

Giuditta - Perché strano... in che modo?!

Prospero - (spiegando con cautela) ...il suicidio di Cornelio... la salma sempre coperta... visite brevi... San­to cielo, è possibile che non vi siate accorte proprio di nulla!?... E ora anche il fantasma... Ma da quan­do in qua i fantasmi tornano dall'aldilà per ri­prendersi il portafoglio?

Giuditta - (realizzando) Il fantasma!... Il fantasma con in testa la tenda della sala...

Maddalena - Che dici, mamma?... Io non capisco!

Giuditta - Certo!... Ecco quello che non mi convinceva... un fantasma con l'orlo alla camicia!

Maddalena - Mamma, spiegati per carità!

Prospero - Vedete, Maddalena... Cornelio...

Giuditta - (lo previene e strappa il panno dal divano) Cornelio non è mai morto!... Era solo una burla per ria­vere i suoi soldi!  Guarda, non c'è nessun morto!

Maddalena - (si avvicina titubante a Prospero) È vero ciò che dice mia madre?

Prospero - (come un cane bastonato) È vero, Maddalena!... È stato solo un diabolico scherzo. Anch'io ne ho colpa...

Giuditta - Cornelio... Farabutto.

Maddalena - (E' combattuta da sentimenti diversi, rabbia, odio, desiderio di vendetta, guarda smarrita ora la madre ora l'amico. Barcolla sotto il peso della rive­lazione. Prospero prontamente la fa sedere) Dio, Dio mio!

Prospero - Maddalena... Lui è di là... non osa... sa di es­sere colpevole, vi ama!...

Maddalena - (finalmente l'amore prevale in lei) È vivo!... È vivo?!... andate a chiamarlo, ditegli che non sono arrabbiata... no... no... Sono tanto felice!... Cornelio non è morto. Mi sembra un sogno!... Voglio ab­bracciarlo!... (si nasconde il viso felice tra le mani) Cornelio mio!

Giuditta - (sul davanti della scena) Io gli spaccherei il muso, altro che abbracciarlo!... Uno scherzo simile!...

Prospero - (fa uscire Cornelio) Vieni, fatti coraggio, qual­cuno ha pregato per te!

Maddalena - (si alza e gli corre in braccio) Cornelio mio!...

Prospero  -  (a Giuditta) Venga  signora,  lasciamoli  soli.

(escono)

Cornelio - (sciogliendosi dall'abbraccio) Perdonami!

Maddalena - Nulla, nulla ti devo perdonare!... Anzi, io devo chiedere perdono a te!

Cornelio - ...Io ti amo ancora come allora, sai!

Maddalena - Anch'io non ho mai cessato di amarti; solo ora me ne accorgo!

Cornelio - Ma allora perché?... Come abbiamo potuto

dimenticate questo amore?... Cos'è che ci ha messi l'uno contro l'altro?

Maddalena - Si incomincia a litigare convinti di avere ra­gione e non si vuoi cedere. Dapprima la rabbia poi il rancore e si incomincia a vivere solo di quello. Il più piccolo errore diventa una barriera insormon­tabile, l'amore cede il posto ad altri sentimenti... che ci avvelenano l'esistenza senza che nemmeno ci ren­diamo conto.

Cornelio  È proprio così che si incomincia.

Maddalena - Dopo il nostro matrimonio quanti progetti!... Io contavo di non lasciare il mio lavoro in ufficio e poter frequentare le mie solite amicizie... svaghi, divertimenti... niente figli.

Cornelio - E invece arrivò Fernanda e tu ti trovasti pri­gioniera con quel fagottino rosa che piangeva trop­po per i tuoi nervi.

Maddalena - E mentre il fagottino piangeva tu scappavi al bar, perché dicevi che la tua giornata era troppo pesante per sopportare quegli strilli. (con intenzione, ma senza cattiveria). Avevi tanto desiderato un ma­schietto e invece quello era il pianto di una bambina...

Cornelio - Poi tuo padre sì ammalò gravemente, tua ma­dre volle portarlo qui e qui rimase finché morì ...e tua madre è ancora qui!

Maddalena - In seguito arrivò la seconda gravidanza, in­desiderata. Sperai tanto che nascesse un maschio e invece nacque un'altra bambina... Ricordo ancora quel giorno... la tua indifferenza... avevo un gran nodo alla gola, ma non ebbi una parola di conforto... Tornai dalla clinica col mio secondo fagottino rosa tra le braccia... e tu ti allontanavi sempre di più.

Cornelio - ...Io mi buttai a capofitto nella pesca... Ri­cordo che mi faceva rabbia vederti sempre attac­cata alle sottane di tua madre... Povera donna, cos'altro potevi fare?

Maddalena - Che conta una madre quando una sceglie la via del matrimonio! E' il marito quello che conta... e tu mi mancavi... mi mancavi troppo!

Cornelio - Quanti errori abbiamo commesso!...

Maddalena - È bastata la paura di non averti più... Cornelio, quando ho visto la forma della tua persona sotto quel panno ho dimenticato ogni rancore, ho visto solo i miei torti ed ho considerato il mio mo­do di agire durante questi anni.

Cornelio - Vederti piangere sinceramente per uno come me che ti aveva sempre trascurata mi ha fatto sen­tire un... un... un imbecille, ecco.

Maddalena - Ma ti rendi conto in che atmosfera abbiamo allevato le nostre due bambine?

Cornelio - Non parlarmene, poverette... e poi osavo la­mentarmi perché non erano affettuose con me!

Maddalena - Dimentichiamo il passato, guardiamo in fac­cia la realtà... Amiamoci... anche se il grande amore che si è sognato da adolescenti non è mai così per­fetto come nei romanzi a fumetti.

Cornelio - Maddalena... ci siamo svegliati ancora in tem­po... (con tono canzonatorio) ...e meno male che mi sono svegliato!... Se penso che quello ti faceva la corte... e che tu avresti potuto benissimo accettare, ora sarebbe molto peggio!

Giuditta - (chiama dall'esterno) Maddalena, Maddalena, apri, ti devo parlare.

Maddalena - (apre) Che c'è mamma?... Cosa succede?

Giuditta - (voltando le spalle a Cornelio per non mo­strare ciò che ha da dire) Vieni di là Maddalena, ti devo parlare, è urgente!

Cornelio - Che c'è?... Cosa sono tutti questi misteri?

Giuditta - No, niente... cose nostre...

Prospero - (entrando con fare canzonatorio) Donne pre­paratevi, c'è qualcuno che vi desidera!

Cornelio - Ma si può sapere cosa sta succedendo?

Giuditta - (parla all'orecchio di Maddalena).

Maddalena - Oh, Madonna Santa!... E ora? (guarda dalla finestra)

Cornelio - Insomma, voi qui mi nascondete qualcosa!

Prospero - Indovinato!

Cornelio - (osserva le donne e poi si avvicina a sua vol­ta alla finestra) Chi sono quei due?

Maddalena - Sono... sono due... signori che... (guarda la madre)

Giuditta - Veramente sono un signore e una signora... Forse è una signorina,

Prospero - (che malgrado tutto sì diverte) Eh, quelli... Quelli... sono due che vengono a romperti la torta!

Cornelio - Ma, chi sono?... Mi pare di averli già visti in qualche posto.

Maddalena - (sottomessa) Sì, Cornelio... forse li hai già visti...

Giuditta - E adesso che facciamo?

Prospero - Adesso occorre studiare bene la situazione, altrimenti le famose 200.000 lire sfumano di nuo­vo, e questa volta definitivamente!

Cornelio - Ah, no eh!... Queste non le mollo proprio a nessuno!... Solo mia moglie è in diritto di tenerle e custodirle. (leva il portafoglio e lo porge alla mo­glie)

Maddalena - No, no... mettilo via subito!

Prospero - No, no... Tua moglie è proprio la persona meno adatta per questa custodia!

Cornelio - Insomma volete spiegarmi di che cosa si tratta?

Prospero - (Interroga con lo sguardo le due donne che non sanno cosa dire) Qua bisogna sputare il rospo... è un caso di emergenza.

Maddalena - Io... non oso... tu mamma...

Giuditta - Io qui dentro non comando... non me ne intendo...

Prospero - E va bene... tocca ancora a me. (a Cornelio) Vedi... si tratta... si tratta di un pasticcio... che ha combinato tua moglie.

Cornelio - Mia moglie?... (pensa un po') Tu, Maddalena?... Allora si tratta senz'altro di qualcosa che ha comprato... (guarda dalla finestra) Ecco, ora ricordo dove ho visto quei due, erano qui l'altro ieri con voi... parlavate fitto fitto... li ho intravisti guardan­do dalla veranda.

Maddalena - Cornelio, aiutami!

Cornelio - Cosa hai comprato questa volta!

Maddalena - Cornelio, io non oso...

Cornelio - Voglio saperlo; devo saperlo, perbacco!

Giuditta - (a Prospero) Perché non glielo dice lei!

Prospero - E va bene... ormai ci ho fatto il callo... (a Cornelio) Tieniti forte, amico... non si tratta della solita tovaglia!

Cornelio - Avanti, parla!

Prospero - Ha comprato il ...salotto nuovo!

Cornelio - Cosa... cosa?...

Prospero - Dalla ditta Zanetti e Regoli!

Cornelio - O, per la miseria... proprio da quegli imbroglioni!

Giuditta - (alla finestra) Arrivano, stanno chiudendo la macchina!

Maddalena - Vengono a ritirare le 200.000 lire della prima rata...

Prospero - Poi ce ne saranno altre nove... tutte di segui­to... una al mese tutte di 200.000 lire... Sei disposto a pagare?

Cornelio - Ma neanche per sogno!... Non pago niente di niente a quei furfanti... Se non li conoscessi, pazienza...

Maddalena - Ma caro, hanno in mano il contratto con la mia firma.

Cornelio - Hai già firmato.

Maddalena - Per forza.

Cornelio  Che pasticcio!...

Giuditta - (sempre alla finestra) Guardano verso le nostre finestre.

Cornelio - E presto saranno qui...

Maddalena - Che facciamo, Cornelio?

Cornelio - Stai calma e lasciami pensare... (afferra il braccio a Prospero) Segui il mio pensiero?...

Prospero  (guarda per aria) Senz'altro... Dov'è?

Cornelio - (si mette un dito sulla fronte) E' qui dentro... Occorre escogitare un piano... Uno dei nostri soliti piani... Mi segui?

Prospero - Ce la metto tutta!

Cornelio - Statemi bene a sentire...  (a Prospero) Tu!

Prospero - Io...

Cornelio - (a Giuditta) ...Lei...

Giuditta - Io controllo!

Cornelio - ...Io... avete capito?... (tutti lo guardano per­plessi) Certo che è possibile... se fatto come si deve dovrebbe funzionare alla perfezione!

Prospero - Se lo dici tu...

Giuditta - Sono in cima alla salita...

Maddalena - Arrivano!

Cornelio - (ormai è padrone della situazione) Fermi tut­ti!... Stai calma, Maddalena... Ora siamo tutti uniti e vedrai... non ruberemo niente a nessuno... ma non ci lasceremo nemmeno derubare... Ho in men­te un progettino che è... fantastico!... Però dovete fare soltanto quello che io vi dirò.

Giuditta - Io vado ad aprire!

Cornelio - Lei tenga d'occhio la strada e riferisca tutti i loro movimenti.

Giuditta - Sono fermi... si guardano in giro... stanno accendendo una sigaretta...

Cornelio - Benissimo, ci voleva proprio questa siga­retta. Tutti ai miei ordini!... Tra poco suoneranno il campanello... Noi li lasceremo suonare tre volte... e alla terza scampanellata andrò io stesso ad apri­re... e state certi che troveranno una sorpresa ina­spettata, quei due compari!

(Mentre Cornelio sor­ride malizioso il sipario si chiude rapido)

FINE ATTO II

ATTO III

La stessa scena un attimo dopo. Dal lampadario pen­de una corda. Prospero sta accendendo le candele, Giuditta sta sistemando in un angolo una sedia a rotelle per infermi, Cornelio ...dirige.

Cornelio - Su svelti, non c'è tempo da perdere! (guar­da dalla finestra) Sono ancora fermi, la sigaretta è quasi terminata... Stanno consultando la cartella dei contratti... Caspita, è piena zeppa, altro che storie!... Quelli sì che lo sanno il fatto loro!... Staremo a ve­dere fra poco... (si stacca dalla finestra) Presto, pre­sto mamma, lei si deve sedere su quella poltrona, svelta!

Giuditta - È la prima volta da che hai sposato mia figlia che mi sento chiamare mamma da te.

Cornelio - Allora si vede che mi sta dando di volta il cervello... Dai, Prospero, mettiti sul divano e fatti coprire!

Prospero - Sta calmo, non preoccuparti, lo so che tocca a me fare il morto stavolta, ma un po' di messinscena non guasta.

Cornelio - (chiama) Maddalena!... Arrivi con questo im­permeabile?

Maddalena - (da fuori) Arrivo caro... non riesco a trovare gli occhiali!

Cornelio - Ma se sono nella tasca dell'impermeabile!

Maddalena - (compare in scena) Ecco perché non riuscivo a trovarli. Toh, mettilo.

Cornelio - (prende l'impermeabile) Ora sistema Prospero sul divano e coprilo col panno... ma che sembri morto, mi raccomando!

Maddalena - Come lo sembravi tu! (esegue)

Cornelio  E ora a noi due... suocera.

Giuditta - Mamma!

Cornelio - Va bene, mamma... Seduta... No, aspetti... se leviamo il vaso da notte e lo mettiamo qui in pri­mo piano... ci da un tocco di colore.

Prospero - Sai che colore ti da un vaso da notte!

Cornelio - (a Giuditta) Seduta, con la testa un po' recli­nata da un lato che faccia un certo movimento, avan­ti indietro, avanti indietro. (Giuditta esegue) Così... perfetto. Ora le spalle... una più bassa dell'altra, il braccio leggermente piegato... Movimento del brac­cio sincronizzato con la testa... zac... zac... benissi­mo... Le gambe... storte naturalmente... subito fatto. (l'osserva) No, non ci siamo ancora... Occhi senza espressione... fissi un punto lontano... la bocca semi­aperta con la lingua sporgente... (t'osserva) Oh, ma com'è brava ...Come le riesce bene a fare la deficiente!

Giuditta - Uhei, rispettami o io non ti faccio un cavolo!

Cornelio - E no suocerina, il pasticcio l'avete combina­to voi e voi ci darete una mano nel rimettere le cose a posto... Su da capo, forza!... Ma guarda com'è brava!

Prospero - (che è già disteso sul divano) Ma sei proprio sicuro che il  trucco funzionerà!

Cornelio - Se fate come vi dico io deve funzionare per forza... Del resto, ha funzionato anche prima... vero, Maddalena?

Maddalena - Ma prima si trattava solo di ingannare due donne... ci sono riusciti anche quelli della Zanetti e Regoli... Ma ora sarà un pochino più difficile.

Cornelio - (si mette l'impermeabile) Guardami, come sto?... Ho l'aria del tenente Sheridan?

Maddalena - Non tanto, prova gli occhiali.

Prospero - Assomigli di più al Commissario Suzzurro.

Cornelio - Qualcosa del Commissario c'è!

Maddalena - Ma loro ti riconosceranno; l'altro ieri ti han­no visto o no?

Cornelio - No, non mi hanno visto. Io ho visto loro attraverso la porta della veranda però, io qui non so­no entrato e loro non si sono nemmeno accorti di me. Ne sono sicurissimo! (Campanello. Tutti sobbal­zano) Ecco il primo segno... Calma... (a Giuditta) forza con i movimenti lei che deve fare la scena madre!

Giuditta - Ma io sono già stanca di stare in questa po­sizione!

Maddalena - Coraggio, mamma, si tratta solo di pochi minuti vedrai, del resto ne vale la pena, non ti pare? (Campanello)

Cornelio - (altro sobbalzo) Ecco il secondo segno. Maddalenasparisci subito ...su in solaio!

Madidi. - In solaio no, ci sono i topi, ho paura!

Cornelio - Nasconditi dove vuoi, l'importante è che tu sparisca.

Maddalena - (dà un bacetto sulla guancia a Cornelio) In bocca al lupo Commissario! (esce)

Cornelio - (che aveva controllato ogni dettaglio) Così va bene; tutti a posto... (scova un taccuino in un cassetto) Questo ci voleva, fa ancora più Maigret...

Prospero - ...Suzzurro!

Cornelio - Zitto tu, che di solito i morti non parlano... ssst!... (Campanello. Apre la porta e finge di gridare attraverso il corridoio, oppure finge di far scattare l'automatico della porta d'ingresso) Avanti, chi è? (Si odono alcuni passi poi entrano Mendez e Patty. Sono due venditori porta a porta. L'età va sempre bene. Patty tiene la cartella dei contratti, Mendez porta dei campionari) Buongiorno signori, vi man­da il comune?

Mendez - Il comune?... No; signore!

Cornelio - (finge di prendere le impronte) Non siete del comune?...

Patty - Cos'è successo qui?

Mendez - Noi siamo della ditta Zanetti e Regoli!

Cornelio (pronto) Pompe funebri!

Mendez - Ma che Pompe funebri!...

Cornelio - Allora siete quelli dell'Ospizio Regina Angelorum!

Patty - Ma che Ospizio, Comune e Pompe funebri!... Si può sapere cos'è successo qui?

Cornelio - (ostentando un'aria professionale) Eh, cara signorina, o signora, la solita tragedia, sa com'è... A me non fa più ne caldo ne freddo, ormai ci sono abituato.

Mendez - ...E sarebbe?...

Cornelio - Bah!... La moglie che scappa con l'amante, il marito che si impicca, la madre che dal dolore perde la ragione... Cose che capitano tutti i giorni... a uno come me.

Patty - (che non ha capito bene il discorso di Cornelio e vuole tagliare corto) Senta, noi desideriamo par­lare con la signora... signora... (apre la cartella e leva un foglio) Maddalena Pirovano...

Cornelio - Ecco, quella che è scappata con l'amante...

Mendez - Vuol dire che non c'è più?

Cornelio - No, no. Quella c'è ancora, ma è scappata in America... con un americano!

Mendez - Allora ci faccia parlare col marito!

Cornelio - Il marito è quello che si è impiccato!... Ecco qui la corda. Io sto raccogliendo gli indizi, che po­trebbero portare a ulteriori chiarimenti del caso. Sa, in queste situazioni, anche se sembra tutto chiaro, non ci si ferma mai alle apparenze; sì indaga, si ap­profondisce, si fanno interrogatori; lei mi capisce, vero?

Mendez - Non tanto... Piuttosto, la suddetta signora Pirovano Maddalena, avrà avuto dei famigliari...

Cornelio - Sì, la mamma...

Patty - (trionfante) Benissimo, ci faccia parlare con quella...

Cornelio - Eccola... ormai è una povera deficiente... Dal gran dolore ha perduto la ragione... Il comune si è incaricato dì farla ricoverare all'Ospizio Regina Angelorum... Ma... scusino... loro perché sono qui?... Cosa vogliono dalla signora Pirovano?

Mendez - Noi avevamo fatto un contratto con la si­gnora che aveva acquistato merce da noi... Domani avremmo dovuto passare per la riscossione della prima rata; siccome oramai il nostro giro è termina­to, abbiamo pensato bene di passare con un giorno di anticipo.

Cornelio - Purtroppo siete in ritardo, signori miei!... Eh, sì, perché quello che vedete è tutto ciò che rimane di una famiglia felice... una povera deficiente abban­donata da tutti... Io sono qui per le indagini... i vi­cini non sanno ancora nulla... ma presto la voce si spargerà... posti di provincia, le cose si sanno in un baleno!

Mendez - Altri parenti... figli... niente?

Cornelio - No, signore! Io conoscevo bene la famiglia... posti di provincia, si sa tutto di tutti! Quella povera vecchia non ha più nessuno che badi a lei. Suo ge­nero era l'unico sostegno... le voleva un bene... un

bene!... Anche lei... da parecchi anni viveva con loro, ma sapeva farsi volere bene... (con intenzione)

Sapeva tacere anche quando non era tanto d'accor­do!... Sa com'è nelle famiglie, vero, signorina, o si­gnora... non sempre fila tutto come si vorrebbe... Eppure lei... buona... paziente... comprensiva... non ha mai pronunciato una parola di contraddizione ver­so suo genero. Sapeva veramente farsi amare come una mamma!

Patty - (distoglie lo sguardo da Giuditta con un brivido) Povera signora; era presente anche lei quando sua figlia ha stipulato quel contratto... Non par vero di ritrovarla in questo stato dopo solo due giorni.

Cornelio - Quando si dice... « i casi della vita! » Eh, si­gnorina?... o signora. Ora dovrà andare all'Ospizio, povera deficiente! Se suo genero fosse ancora in vita lei sarebbe al sicuro... e invece; non è più in vita!... Eccolo lì... Impiccato!... (si corregge prontamente vedendo ì due che si avvicinano alla bara) No, no. Per carità; non guardatelo perché vi verrebbe un colpo, io ci sono abituato, ma voi... Avete presente che faccia hanno gli impiccati?

Mendez - Beh.... non è che capita spesso di vedere spet­tacoli del genere. (sì consulta sottovoce con Patty mentre Cornelio finge di esaminare ogni cosa)

Patty - ...(forte)... Un bel pasticcio davvero, Mendez, e ora che facciamo?...

Mendez. - Non so, Patty... (osservano il foglio del con­tratto) Proprio non so, noi il contratto l'avevamo stipulato regolarmente...

Patty - Però non avevamo ancora incassato la prima rata... Ecco il nostro sbaglio... che non dobbiamo mai più ripetere...

Mendez - Verissimo!... beh, ora rimetti in cartella il foglio... faremo presente il caso in ditta...

Cornelio - (che non aveva perso una parola interviene) Un momento, signori, fate un po' vedere...

Mendez - Prego... è in regola... qui c'è la firma della signora...

Cornelio - Stavo pensando che voi potreste testimoniare

al processo... perché voi siete state forse le ultime persone che hanno parlato con ì signori Pirovano... (con tono da inquisitore) Conoscevate il sig. Pirovano?

Mendez - (un po' spaventato) No. lui no. Lui non c'era quel giorno...

Cornelio - (incalzando) Però conoscevate la signora... conoscevate sua madre... e forse... chissà?... cono­scevate anche l'americano!

Patty - Ma noi non conoscevamo nessun americano!... Lei sta dando i numeri!

Cornelio - (c.s. ) Potete provare voi che non conoscevate ...l'americano?

Patty - Ma come si fa a provare una cosa del genere?

Mendez - Noi non possiamo provare né che lo conosce­vamo e nemmeno che ne ignoravamo resistenza... Noi siamo entrati qui dentro soltanto per vendere la nostra merce...

Cornei - ...e dopo venduta la merce... chi mi dice che non abbiate aiutato la signora... e l'americano... a impiccare il marito?... (accennando Giuditta) L'uni­ca che può sapere... non può parlare... Ma io, vedo lontano signorina, o signora... Chi mi dice che voi abbiate le mani pulite in tutta questa faccenda?

Mendez - Ma lei è pazzo!... Lei sta farneticando!

Pattq - Lei non ha nessuna prova contro di noi, non ci conosce, non sa nemmeno i nostri nomi...

Cornelio - (trionfante) Questo contratto, signori miei, è la prova lampante che voi siete entrati in questa casa il giorno stesso della tragedia... e voi risponde­rete al processo a tutte le domande che io vi farò! (prende il blocchetto e la matita) Nome e cognome prego!

Patty - (prende in mano la situazione) Mi stia bene a sentire, caro Commissario... Vede questo contratto?... (glielo sfila di mano senza che Cornelio faccia resi­stenza) ...È una prova fasulla e inesistente... E sa per­ché?... Perché io lo prendo... (lo mette dietro la schiena badando di appoggiarlo sulla fiamma della candela; in questo può aiutarla Mendez che avrà mangiato la foglia) e lo brucio, ...così... e lei ora non ha più nessuna prova che noi siamo stati in questa casa, vero commissario?...

Cornelio - (rimane a bocca aperta fingendo di essere sta­to beffato) E già... adesso non ho più nessuna prova... Ma com'è furba lei... signorina... o signora!

Patty - Signorina!... signorina Patty!... Mi spiace caro Commissario, ma si dovrà dare da fare con qualcun'altro se vorrà delle prove per il suo processo...

Mendez - (minaccioso) Non le conviene chiamare gen­te... posti di provincia, si sa sempre tutto... e noi sa­remmo capaci di tutto... intesi?

Cornelio - (accomodante) Intesi... intesi... E chi chiama gente?... Figuriamoci!

Mendez - Bravo Commissario... così tutto si accomoda... Noi, della famiglia Pirovano non se sappiamo proprio nulla!

Cornelio - (sospira fingendo rassegnazione) Ecco, vedete come vanno le cose? Appena un povero Commissario trova una pista... non c'è già più!

Patty - Coraggio, stia tranquillo che troverà dell'altro se esiste, lei mi è simpatico sa?...

Cornelio - (guarda Giuditta) Se almeno quella poveretta potesse parlare!

Patty - Ma non può parlare... poveretta... mi fa una pena... (leva dalla borsa diecimila lire) Tenga, lascio questo per la povera signora che non può parlare... sa, abbiamo fatto buoni affari nella zona.

Cornelio - Oh, grazie. Sono certo che alla povera signo­ra questo farà molto comodo... Vi ringrazio a nome suo, e vi auguro di non entrare mai più in una famiglia come questa.

Mendez - È quello che ci auguriamo anche noi!... Addio Commissario!

Patty - Addio... e buon lavoro! (escono)

Cornelio - (li accompagna alla porta) Addio, signori... E l'ultimo... chiuda la porta... grazie!...

(Cornelio tiene fra due dita le diecimila lire. Appena si ode la porta che si chiude da fuori tutti reprimono una ri­sata, Giuditta sfila dalle mani del genero il biglietto da 10.000. Cornelio si porta alla finestra con cau­tela) Se ne stanno andando. Non fate baccano che possono ancora sentirci...

Maddalena - (compare in scena) Ho seguito tutta la scena; è andato tutto alla perfezione...

Cornelio - (sempre alla finestra attorniato dagli altri) Stanno salendo in macchina. Attenti; lontani dai ve­tri che se ci scorgono... il processo lo fanno al commissario!

Maddalena - Tanto la firma non c'è più... e anche la ri­cevuta l'ho distrutta immediatamente.

Cornelio - Se ne sono andati. (voltandosi sempre con le dita unite come se tenesse sempre la Banconota) Cara la mia suocera, questo è per voi... ma... dov'è?

Giuditta - (mostrando le 10.000 lire) Ho già effettuato il trapasso, caro genero... in cambio di tutte le volte che sei stato costretto a darmi della deficiente!

Cornelio - Ma, se ben ricordate non ho detto solo quello dì voi... Anzi... ho detto ...dell'altro...

Giuditta - Anche quei colpi li ho incassati bene... Una suocera paziente, buona, comprensiva? ...molto af­fettuosa col genero...

Cornelio - (candido) Perché, non è forse vero?

Giuditta - Provvederemo, caro genero, provvederemo. Smusseremo gli angoli e vedrai che d'ora in avanti sarà molto ma molto meglio!

Cornelio - (sorridendo e stendendole la mano) Non ne dubito... mamma!

Giuditta - (stringendoci la mano con calore sincero) Grazie... Cornelio.

Prospero - (ossequioso) Posso complimentarmi con lei... Commissario?

Cornelio - (stando allo scherzo) Sciocchezze, per uno come me... cosa vuoi che sia... (si lascia cadere su una poltrona sbottando) E ora che tutto è sistemato lasciatemi fare una fumata in santa pace! (anche gli altri si siedono con un respiro di sollievo meno Maddalena che si avvicina premurosa al marito)

Maddalena - Vuoi che ti prepari una tazza di tè, caro?... Sono... le cinque... (rendendosi conto del tempo che è passato) le cinque?... Ma allora arrivano le bambine... Che sbadata!... Avevo promesso loto che sa­rei andata a prenderle alla stazione!

Cornelio - Vuol dire che invece faranno la strada a pie­di, alla loro età!

Maddalena - Ma non è solo per quello... Qui bisogna li­berare tutto al più presto prima che arrivino... Via la corda dal lampadario, via i candelieri...

Giuditta - È vero, la sedia a rotelle... presto!

Prospero - (prendete la sedia a rotelle) Presto, Maddalena (Maddalena la prende dall'altra parte) Svelta, su in solaio!

Maddalena - (spaventata lascia cadere la sedia) In solaio no!... Ci sono i topi, ho paura!

Prospero - Dai Cornelio, prendila tu. (i due uomini la portano fuori)

Cornelio - Ma non c'è mai un momento di pace in questa casa!

Giuditta - Svelta, i candelieri, la tenda...

Maddalena - Il panno... nascondiamo tutto.

(Escono, la scena rimane vuota - Campanello)

Nanda - Mamma, arriviamo.

Lory - (entra) Mamma, papà, nonna!... Non ci sono... dove saranno!

Maddalena - (entrando) Siamo qui... bene arrivate.

Lory - Sì, bene arrivate!... Si può sapere perché non sei venuta a prenderci alla stazione?

Giuditta - Ciao, Lory... non abbiamo avuto tempo.

Cornelio - (entra con Prospero) Fatto buon viaggio?

Lory - Sono stanca morta!

Maddalena - E Fernanda?

Lory - Arriva... è più stanca di me.

Nanda - (entra, è completamente trasformata, ha cam­biato pettinatura, ben vestita e ben truccata. La ra­gazzina di prima si è trasformata in una bellissima adolescente; tutti rimangono stupiti a guardarla) Da­temi una sedia, che male di piedi!

Prospero - Tu sei Fernanda?

Lory - Quante belle cose abbiamo visto... monumenti, musei...

Nanda - I monumenti li avrai visti tu... io ho guardato le vetrine!

Lory - E ha anche fatto delle spese!

Maddalena - Nanda, come sei bella!

Giuditta - Sembri un'altra!

Prospero - Sei semplicemente affascinante!

Cornelio - (la guarda senza capire) Ma guarda come s'è combinata!

Prospero - Corbezzoli, che bella figliola ti sei fatta!... Pos­sibile che non me ne sia mai accorto prima d'ora?

Lory - Per forza, il cambiamento lo ha fatto ieri... Che matte lei e Daniela; hanno speso tutti i loro rispar­mi... Parrucchiere, istituto di bellezza... boutique...

Nanda - Sì... boutique... grandi magazzini!... Sai, mam­ma, Daniela ha una sorella in città, lei conosce i posti, ci ha portato dove si spendeva meno... e cosi... ecco il risultato... Certo che la nostra non è stata proprio una gita culturale, però se devo essere sin­cera, io e Daniela ci siamo andate solo per questo.

Maddalena - Ma sai che hai avuto proprio buon gusto,

Nanda?... Vero Prospero? Prospero - Verissimo!... Io non la riconosco più!...

Cornelio - Una cosa è chiara... nello spendere soldi è proprio tua figlia.

Maddalena - Vorrai però ammettere che li ha spesi bene!

Prospero - Magnificamente!... E dov'è la ragazzetta scial­ba con i capelli in disordine?... Complimenti Fernanda... sei bellissima! (la prende per mano e la porta al centro della scena con galanteria)

Cornelio - (si mette sul chi va là) Vacci piano tu!

Maddalena - È la rosa più bella del giardino, vero?

Prospero - Non si può negare che sia così!

Nanda - (civettando) Le piace quest'abito, Prospero? Lei se ne intende di queste cose, no?

Prospero - Bellissimo... anche la tinta, indovinata per la tua carnagione!

Giuditta - Se lo dice lui vuol dire che è proprio vero.

Lory - Oh, quante storie per un vestito nuovo!... Vieni nonna, andiamo a disfare la valigia che ho portato un regalino per te. (escono)

Nanda - Io, regali non ne ho portati a nessuno... vera­mente l'intenzione c'era... ma non c'erano più i soldi.

Cornelio - Ci crediamo, cara. Si vede benissimo dove li hai messi!... E poi voleva da me un paio di scarpe!

Nanda - Ce l'ho fatta a comprarmi anche quelle.

Cornelio - Tutta sua madre, tutta sua madre!... Ah, Pro­spero, amico mio, andiamo a pescare che è meglio!

Nanda - A proposito, voi due non dovevate andare a pescare ai tre laghi? Siete già tornati?

Cornelio - Ah, no non ci siamo andati.

Prospero - Abbiamo cambiato idea all'ultimo momento.

Nanda - Come mai? Per nulla al mondo avresti rinun­ciato a questo tuo divertimento preferito.

Cornelio - Ecco, vedi... siamo rimasti a casa... e ci sia­mo divertiti ...in un altro modo.

Maddalena - Sì, è proprio vero...

Nanda - E così ti sei dimenticata di venirci a prendere alla stazione. Per quello che avrai avuto da fare...

Maddalena - Oh, per quello è stata una giornata... anzi due giornate molto movimentate.

Cornelio - Ci siamo divertiti un mondo!

Prospero - Tutti in compagnia!

Maddalena - D'amore e d'accordo!

Nanda - (li guarda tutti senza capire) A me sembrate tutti un po' su di giri... Avete bevuto?

Cornelio - Per nulla... anzi... berrei volentieri qualcosa,

Maddalena - (dolcissima a Cornelio) Caro, ti avevo pro­messo una tazza di tè.

Cornelio - Mogliettina, sei un tesoro... vuoi che ti aiuti?

Maddalena - Con infinito piacere, caro! (escono ammiccan­do a Prospero sotto lo sguardo esterrefatto di Fernanda)

Nanda - Cosa vedo mai!... Qui ci sono stati degli enor­mi cambiamenti.

Prospero - Cambiamenti in meglio come vedi.

Nanda - Ma io ancora non ci credo!... (imitando) Vuoi il tè, caro? Con piacere, cara... Vuoi che ti aiuti, cara?... Con piacere, caro! Da dieci anni non vedevo più i miei genitori scambiarsi il più piccolo complimento!...

Prospero - Non è una bella sorpresa?

Nanda - Certo che sì... Speriamo che duri... Ma cos'è successo per provocare questo miracolo?... Qualco­sa di molto importante... È opera vostra?

Prospero - Beh!... non completamente... diciamo che è stato un caso... un caso un po' birichino che ci ha coinvolti tutti... e loro si sono ritrovati... (le pren­de una mano) Che belle mani... dita lunghe e affu­solate...

Nanda - (finge di ignorare l'attenzione e ritira la ma­no) Ma com'è stato? Come è successo?

Prospero - Beh!... è una cosa un po' complicata da ca­pire... Sarebbe come se una persona vivesse vicino ad un'altra persona, però non la guarda... non l'a­scolta quando parla, non sa di che colore sono i suoi occhi... Poi, ad un tratto, qualcosa attira la sua attenzione... vede quella persona... la guarda... e se ne innamora ...dev'essere il classico colpo di ful­mine.

Nanda - (finge ancora non capire) Ma questo, i miei genitori, lo hanno vissuto molti anni fa.

Prospero - E ora lo stanno rivivendo per la seconda vol­ta... Io però... non alludevo ai tuoi genitori... (l'am­mira) Questa pettinatura mette in risalto l'ovale perfetto del tuo viso.

Nanda - (prendendolo in giro) Prospero, sbaglio o cer­cate di farmi credere di essere stato colpito da un fulmine?

Prospero - Non sbagli affatto, è la pura verità.

Nanda - (schermendosi con malizia) Allora devo stare in guardia; ho sentito certi discorsi sul vostro conto... Non creda che io sia una preda tanto facile... Vi darò del filo da torcere.

Prospero - Io sono molto testardo, ti conquisterò!

Nanda - Ho molti corteggiatori, giovani, belli; se la sente di competere con loro?

Prospero - Non li temo!... Che sciocco a non accorgermi di te... Un fiore così... una rosa così...

Nanda - O ma allora il fulmine ha proprio colpito in pieno!

Lory - (entra trafelata con un'espressione di grande stupore) Nanda!

Nanda - Che c'è Lory?... Hai una faccia!

Lory - Ma ti sei accorta come si comportano papà e mamma?

Nanda - Ah, sì certo, che fanno di bello ora?

Lory - Stanno prendendo il tè in veranda!

Nanda - Niente di particolare, non credi?

Lory - Oh, no... Ma volevo dirti... che stanno pren­dendo il tè... mano nella mano! ...e si guardano negli occhi come due innamorati!

Nanda - Cara sorellina, anch'io come te sono felice­mente sorpresa; devono essere successe grandi cose durante la nostra assenza.

Lory - Li hai visti anche tu?

Nanda - Li ho visti uscire insieme come due sposini

in luna di miele... Mi hanno fatto un effetto... (ve­de che Prospero si è portato sul fondo e sta guar­dando verso l'esterno) Lory, aiutami, è successo quel­lo che speravo.

Lory - Cos'è successo ancora!

Nanda - Prospero si è innamorato di me!

Lory - Prospero!... E tu?... (capisce) Ah, era lui!

Nanda - Sì, era proprio lui... non si è ancora pronun­ciato...

Lory - Vorrei vedere! In dieci minuti...

Nanda - Mi tremano le gambe... a te non lo posso nascondere!

Lory - (allegra) Auguri, sorellina, hai fatto centro! Quando donna decide non cison santi! (si odono dei passi)

Prospero - (guarda verso l'esterno) Ma guarda quei due come sono innamorati! sembrano due piccioncini!

Lory - Che bello vederli così sorridenti, felici... Ma com'è stato?

Prospero - Un miracolo... o pressappoco. Ciò che non suc­cede in un anno può succedere in un giorno... ma, che dico? in un ora! ...In pochi minuti!

Lory  Io quasi, ancora non ci credo!

Prospero - Perché... Anche a me è successa la stessa cosa... Non avevo mai guardato tua sorella... Da quando siete tornate, non riesco più a levarle gli occhi di dosso! E... se lei mi guarda negli occhi ...mi trema­no le gambe!...

Lory - Le gambe? Anche a lei?... Oh, questa è proprio bella!

Prospero - Sono innamorato... Nanda sono innamorato di te...

 

(Entrano Cornelio e Maddalena e sentono le parole di Prospero)

Cornelio - Ah, sì eh?... Ci siamo!... L'ho sempre detto io che qui dentro c'era un pericolo!  Io l'ho sempre saputo e t'ho sempre tenuto d'occhio...  e ora ti ho beccato sul fatto!

Prospero - Cornelio, ascolta...

Maddalena - Ma caro, cosa dici!

Lory - (si porta in un angolo e si siede) Voglio pro­prio vedere come va a finire.

Cornelio - Sì, un grande pericolo!... Ma cosa credi che sia questo bel tipo? Tu credi che venga in questa casa perché amico mio che sono pescatore?... Que­sto sì è un pescatore, ma a modo suo... e sai cosa vuole pescare?... Le nostre figlie! Te lo dico io cos'è, è un grande imbroglione!

Nanda - (a Prospero) Ve lo dicevo che non sarebbe durato a lungo... Prima era contro la moglie... ora è contro l'amico! (si mette a fianco di Lory sospi­rando )

Prospero - Dimostrami quando e come io ti ho imbrogliato!

Cornelio - Sì, te lo dimostro subito... Hai imbrogliato mia moglie fingendoti morto!

Prospero - No, guarda che il morto eri tu, io ero il consolatore!

Cornelio - Mi hai obbligato a fare il morto per imbro­gliare... quelli che ...avevano imbrogliato mia moglie!

Prospero - No, un momento, allora il morto ero io, tu eri il Commissario.

Cornelio - E ora stai cercando di imbrogliare mia figlia... una povera bambina innocente...

Nanda - Ma guarda papà che fin'ora ha parlato solo lui, mi ha detto delle cose carine, ma io non mi sono pronunciata per niente... Caro papà ci vuole del­l'altro per farmi cadere nella rete!... (si aggrappa al braccio di Lory) (piano) Lory, dammi una mano, io crollo!

Cornelio - Brava Fernanda!... Non volerlo, vuole imbrogliare anche te!

Prospero - Io non voglio imbrogliare nessuno... anzi è forse la volta buona che mi sto imbrogliando da me... e vi dimostro come... (con molta deferenza) Signora Maddalena Pirovano, signor Cornelio Pirovano, io vi chiedo la mano di vostra figlia Fernanda...

Nanda - Proprio come nel Medio Evo!

Prospero - Ecco cosa si sente rispondere uno quando si comporta per bene! (con altro tono) Fernanda, ti amo, vuoi sposarmi?...

Nanda - (fingendo un distacco che non ha) Signor Prospe­ro... per sposare una persona occorre soprattutto amarla... e ora ...così sui due piedi... su questi due piedi indolenziti dal troppo camminare... non me la sento di darvi una risposta... Spero che mi darete un po' di tempo ...che so?... due... tre...

Prospero - Giorni?

Nanda - Settimane, Prospero!... Due o tre settimane!

Prospero - Settimane!...

Nanda - Ma certo!... Lei miviene a parlare di ma­trimonio così di punto in bianco... Ma io non so se sono innamorata di lei!... E se non lo sono?... Mi servono alcune settimane... per innamorarmi!

Cornelio - (che era rimasto a bocca aperta ascoltando la figlia) Eh! Eh! Eh! Sembra facile... lo dice anche la TV!

Maddalena - Ha la testa sulle spalle nostra figlia!

Prospero - Certo, Fernanda... È un tuo diritto... Ma ri­cordati che io sono tanto impaziente!

Maddalena - Stia tranquillo, Prospero, io appoggerò senz'altro la sua causa presso mia figlia.

Cornelio - Insomma, se ho ben capito c'è pericolo che noi due diventiamo parenti.

Prospero - Perché?... Non ti va?... Due pescatori come noi... Cosa vuoi di più?... E poi, se un parente do­veva arrivare, tanto vale che sia uno che conosci, no?...

Cornelio - Se ti conosco!... Ah, ti conosco, va!

Prospero - Anzi; in seguito ne arriverà un altro... di parente... Lory...

Cornei - Oh, quella non ci tiene.

Lory - Cosa te lo fa pensare, papà?

Cornelio - Ma ti vesti come una suorina.

Lory - Dimentichi, papà, che i miei risparmi sono an-cora intatti... e che li posso spendere come credo!... (esce sorridendo)

Cornelio - (allarga le braccia) Ognuno è padrone dei propri soldi e può spenderli come meglio crede... A proposito... e le famose duecento mila lire?... Ec­cole qui... che ne facciamo?

Maddalena – E già che possediamo ancora duecento mila lire! ...Me ne ero quasi dimenticata. Incredibile!

Cornelio - Anch'io!... Tieni, Maddalena, te le regalo.

Maddalena - No Cornelio, non è giusto, sono tue e te le tieni!

Cornelio - Cara, questi soldi sono nostri... ma io li re­galo a te...

Maddalena - No, io non voglio!

Prospero - Al tempo!... Ora parlo io, per evitare che ricomincino le discussioni!

Cornelio - Non incominciare a comandare che non sia­mo ancora parenti!

Prospero - Però siamo amici... e come amico vi offro di passare una settimana nella mia villa al mare... tut­ta la mia casa è a vostra disposizione. Accettate? Tu, ti prendi una settimana di ferie...

Maddalena - Ma che gentile!... Grazie amico!... Cornelio, non è un'idea magnifica?

Cornelio - (torvo) Ci vuole allontanare per una setti­mana per poter fare da padrone qui dentro... e po­ter abbindolare nostra figlia! Non te ne sei accorta?

Maddalena - Ma insomma, Cornelio, vuoi ragionare una buona volta?

Cornelio - È appunto perché ragiono che agisco così!

Nanda - Considerando il fatto che mi so difendere da me, perché non sono più una ragazzina come ti osti­ni a chiamarmi... anzi una bambina... Dunque... qui dentro ci sta anche la nonna e, se proprio non ti fidi, puoi incaricare lei della sorveglianza!

Maddalena - Ma certo, sono sicura che lei non ti perderà di vista!

Nanda - Contento?... O c'è ancora qualche ostacolo!

Prospero - (perdendo la pazienza) Ascoltami bene, amico... C'è tua moglie che vuole essere tenuta d'occhio da te, non l'hai ancora capito!? E ascolta una buona volta!... Vattene con lei... con lei sola! Goditi que­sta vacanza!... Ti consiglio la camera rossa... Non ha il balcone sul mare, ma in cambio ha un bel letto matrimoniale proprio adatto a due sposini in luna di miele... E non si preoccupi signora, se al matti­no non sarete svegli per assistere alla levata del sole sul mare... che il sole si leva ugualmente, anche se gli altri dormono! E tu, per questi otto giorni, di­mentica che all'alba i pesci abboccano con maggio­re facilità, perché tua moglie vale molto di più d'una ventina di pesciolini morenti in fondo a un cestino!

Maddalena - Cornelio, Prospero ha proprio ragione. Pen­siamo solo a noi due... soli e felici... nella famosa villa al mare!

Cornelio - (commosso) Maddalena, dopo tutti questi anni, di nuovo insieme... noi due soli... come due sposi in luna di miele!

Maddalena - Può accadere di tutto sai?... Anche... (fa l'atto di tenere in braccio un bambino)... un altro fagottino!

Cornelio - No... tu pensi davvero?... (rassegnato) e se fosse ancora rosa?

Maddalena - (vivace) ...e se fosse invece azzurro?

Cornelio - (con la vivacità della moglie) Ma cheimportanza ha il colore, amore mio?

Maddalena - (sognante) Un bambino... che bel sogno! (risvegliandosi) Su svelto, andiamo a prendere le valigie!  (escono)

Prospero - Sei contenta, Fernanda?

Nanda - (si asciuga una lacrima) Sono commossa: è troppo bello. Loro due che pensano di darmi un fratellino o una sorellina... Che gioia vederli così!... Sono felici come due ragazzini!

Lory - (entra correndo con la solita espressione di esagerato stupore) Nandaaa!!!

Nanda - Che c'è di nuovo, Lory?... Hai visto gli UFO?

Lory - Nanda, papà e mamma... si baciano... ma tu non sai dove!

Nanda - Beh!... Sulla veranda, immagino...

Lory - No!... Non sulla veranda! Cioè, sì, sulla ve­randa...

Nanda - Insomma si può sapere dove?

Lory - Nanda... si baciano... sulla bocca!

Nanda - Sulla bocca?! (si avvicinano piano sulla por­ta e guardano sorridendo mentre cala il sipario).

FINE DEL III ATTO