L’uomo de la Mancha

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L’uomo de la Mancha

L’uomo de la Mancha

Commedia musicale

di

Dale Wasserman

Parole di

Joe Darion

Musica di

Mitch Leight

Traduzione di Claudia Federici

“Solo chi tenta l’assurdo può

raggiungere l’impossibile”

M. de Unamuno


PERSONAGGI

(in ordine di apparizione)

DON QUIXOTE (CERVANTES)

SANCHO (SERVITORE)

CAPITANO DELL’INQUISIZIONE

ALDONZA

LOCANDIERE (IL GOVERNATORE)

DOTTOR CARRASCO (IL DUCA)

PADRE PEREZ

ANTONIA

LA GOVERNANTE

IL BARBIERE

PEDRO, CAPO MULATTIERE

ANSELMO, MULATTIERE

JOSÈ, MULATTIERE

JUAN, MULATTIERE

PACO, MULATTIERE

TENORIO, MULATTIERE

MARIA, MOGLIE DEL LOCANDIERE

FERMINA, SERVA

IL PRIGIONIERO CON LA CHITARRA

I CAVALLI

GUARDIE E UOMINI DELL’INQUISIZIONE


LUOGO: Spagna alla fine del XVI sec. Una prigione nella città di Siviglia e vari luoghi nell’immaginazione di MIGUEL DE CERVANTES.

SCENA: la stanza comune di una prigione sotterranea in pietra, i cui angoli più remoti sono persi nell’ombra. Ha crepe e nicchie nelle quali i PRIGIONIERI hanno fatto la loro tana. È un sotterraneo raggiungibile tramite una scala che può essere sollevata e abbassata come un ponte levatoio. È illuminata da un raggio di luce fredda che filtra da una grata posta molto in alto. Una trappola nel pavimento può essere alzata e permette l’accesso ad un livello ancora inferiore. A destra della scena un fuoco coperto da una grata. A sinistra un pozzo aperto. Altri elementi scenici sono messi e tolti dai PRIGIONIERI come indicato. La prigione sotterranea è in realtà una scena unica di base, in cui le ambientazioni del DON QUIXOTE si susseguono secondo la divisione dell’opera di CERVANTES. È una piattaforma i cui elementi sono mutevoli e adattabili. L’effetto principale è quello dell’improvvisazione: arredi, costumi ed elementi scenici, devono sembrare adattati da materiali già presenti in scena con l’aggiunta del contenuto del baule di CERVANTES. Solo all’interno dell’opera –come divisa da Cervantes- c’è lo stile del musical. Le scene della prigione, che inframmezzano l’Opera, non contengono canti e balli che non possano essere motivati realisticamente. L’Opera è rappresentata senza intervallo. C’è un’overtoure poi l’orchestra scompare alla vista mentre le luci, in dissolvenza, illuminano il vano comune di una prigione sotterranea. Alcuni PRIGIONIERI giacciono ammucchiati nell’ombra. Uno strimpella una chitarra, altri ballano una sensuale danza gitana. Suoni e movimenti cessano quando la porta in cima alle scale si apre e una luce inonda il sotterraneo. La scala si abbassa e una piccola processione discende. Prima un CAPITANO DELL’INQUISIZIONE in uniforme, poi un SOLDATO o due aiutano un grassoccio SERVITORE con grosso e misero baule di paglia; poi lo stesso CERVANTES.

MIGUEL DE CERVANTES è alto e magro, un uomo di garbata raffinatezza temperata da umorismo. Ha quasi cinquant’anni ma le qualità dominanti sono una candida ingenuità infantile, una seria, infinita curiosità sulla natura umana, un candore molto vicino all'autodistruzione. È un esperto attore cui è rimasto l’infantile piacere del recitare che sulla scena traduce in elegante verve e gusto. Entrando nella prigione tiene sotto braccio un pacco oblungo.

Il SERVITORE di CERVANTES ha circa l’età del padrone, basso e tondo, sospettoso e pragmatico. Il rapporto tra i due è ovviamente di lunga data. In realtà sono piuttosto come marito e moglie che bisticciano pur essendo profondamente devoti l’uno all’altra.

Il SOLDATO risale le scale. CERVANTES si guarda attorno indeciso.

CAPITANO (Guardandolo sardonicamente) Qualche cosa che non va? La sistemazione?

CERVANTES No, no, sembra assolutamente… interessante.

CAPITANO Le celle sono di sotto. Questa è la stanza comune per quelli che aspettano.

CERVANTES Quanto a lungo aspettano?

CAPITANO Alcuni un’ora…altri, una vita…

CERVANTES Tutti aspettano l’Inquisizione?

CAPITANO Ah no, questi sono semplicemente ladri e assassini. (Cominciando ad avviarsi) Se avete bisogno di qualcosa urlate. (Un ripensamento) Se ne siete in grado.

(Va, e le scale salgono)

SERVITORE (Apprensivo) Cosa voleva dire?

CERVANTES Calmati, a tutto c’è rimedio fuorché alla morte.

SERVITORE Che potrebbe essere la sola cosa di cui abbiamo bisogno.

(I PRIGIONIERI si muovono, li circondano, avvicinandosi come animali che fiutano una preda)

CERVANTES (Con grande cortesia) Buon giorno signori…signore. Mi spiace che la compagnia via sia stata imposta in questo modo. Spero che non la troviate sgradevole. In ogni caso non starò tra voi molto a lungo. L’Inquisizione.

(Con un grido i PRIGIONIERI attaccano. CERVANTES e il SERVITORE sono afferrati, sgambettati, e inchiodati al pavimento. I PRIGIONIERI iniziano a frugarli alacremente, quando il GOVERNATORE, un uomo grosso di ovvia autorità, si sveglia)

GOVERNATORE (In una sorta di ruggito) Basta! Schiamazzi, agitazione, risse:

uccideteli pure, se dovete, ma per l’amor di Dio, fatelo in silenzio! (A CERVANTES) Tu chi sei? Eh? Parla!

CERVANTES (Ansimando dopo che la gola gli è stata liberata) Cervantes. Don Miguel de Cervantes.

GOVERNATORE (Con ironico rispetto) Un gentiluomo!

CERVANTES (Dolente si rialza) Che il più delle volte non mi ha salvato dall’andare a letto affamato.

GOVERNATORE (Indicando il SERVITORE) E quello?

CERVANTES Il mio assistente. Posso avere l’onore?

GOVERNATORE Mi chiamano il Governatore. Qual è il tuo campo?

CERVANTES Il mio campo?

GOVERNATORE (Impaziente) La tua specialità, uomo. Tagliaborse? Grassatore?

CERVANTES Oh, niente di così redditizio. Sono un poeta.

IL DUCA (Un prigioniero di sudicia eleganza) Mettono un uomo in prigione per questo?

CERVANTES No, non per questo.

IL DUCA (Sarcastico) È un peccato.

GOVERNATORE (Battendo le mani) Bene, diamo inizio al processo.

CERVANTES (È afferrato da due PRIGIONIERI dall’aspetto più scellerato) Scusate signore. Quale processo?

GOVERNATORE Il vostro, naturalmente.

CERVANTES Ma cosa abbiamo fatto?

GOVERNATORE Qualche cosa troveremo.

CERVANTES Voi non sembrate capire. Noi staremo qui per poco.

GOVERNATORE (Paziente ma fermo) Mio caro signore, nessuno entra o esce da questa prigione senza essere stato processato dai suoi compagni di prigionia.

CERVANTES E se lo trovate colpevole?

GOVERNATORE Oh, lo sarete.

CERVANTES Quale la sentenza?

GOVERNATORE Noi generalmente sequestriamo al prigioniero tutti i suoi beni.

CERVANTES (Duramente colpito) Tutti…

GOVERNATORE È molto più pratico prendere tutto.

CERVANTES Un momento. Questi oggetti sono il mio sostentamento.

GOVERNATORE (Confuso) Pensavo che fossi un poeta.

CERVANTES Di teatro.

GOVERNATORE (Va al baule, vi pesca una spada e la estrae dal fodero) Falsa!

CERVANTES Costumi e attrezzeria. Vedete, attualmente sono un drammaturgo e un attore. Così, naturalmente, queste povere cose non possono essere di alcuna utilità per…per…

(Si ferma vedendo gli sguardi torvi degli altri. Tenta improvvisamente di afferrare la spada, ma il GOVERNATORE la lancia sopra la sua testa ad un altro PRIGIONIERO. Ne segue un gioco crudele: i PRIGIONIERI saccheggiano il contenuto del baule lanciandoselo, mentre CERVANTES e il SERVITORE incespicano nel vano tentativo di riprenderlo).

CERVANTES (Ansimante, rendendosi conto dell’inutilità del tentativo) Molto bene, tenetevelo.

SERVITORE Oh no, padrone!

CERVANTES Tenetelo, tenetelo, ho detto. Però lasciatemi (Stringe a se il pacco) questo.

(IL DUCA abilmente glielo strappa di mano e lo lancia al GOVERNATORE che lo afferra e lo soppesa)

GOVERNATORE Pesante. (Con tono tagliente) Vale molto?

CERVANTES Per me.

GOVERNATORE Ti permetteremo di riscattarlo a pagamento.

CERVANTES Non ho un soldo.

GOVERNATORE Che sfortuna. (Lo apre strappandolo; arrabbiato) Carta!

CERVANTES Manoscritto.

GOVERNATORE In ogni caso senza valore.

(Si avvia verso il fuoco con l’intenzione di gettarvelo)

CERVANTES (Disperato) Aspetta! Hai parlato di un processo. Ti prendo in parola. Voglio il processo.

GOVERNATORE (Esitante e perciò irritato) Oh, molto bene. Io, con la presente, dichiaro che sia dato corso al processo. (CERVANTES e il SERVITORE sono spinti in un improvvisato banco degli imputati, e la “corte” si dispone allo stesso modo) Allora per quale ragione siete qui?

CERVANTES Devo apparire davanti all’Inquisizione.

(Agitazione tra i PRIGIONIERI, uno o due dei quali si fanno il segno della croce)

GOVERNATORE Eresia?

CERVANTES Non proprio. Sono stato impiegato dal Governo come esattore delle imposte.

GOVERNATORE Attore, poeta, esattore?

CERVANTES Una soluzione temporanea per non morire di fame.

GOVERNATORE Come può un esattore delle imposte avere problemi con l’Inquisizione?

CERVANTES Ho cercato di riscuotere le tasse dal Monastero della Mercede. Quando non hanno voluto pagare, ho notificato un diritto di pignoramento sulla proprietà.

GOVERNATORE Cosa hai fatto?

SERVITORE Ha espropriato una Chiesa.

GOVERNATORE (Al SERVITORE) Ma tu perché sei qui?

SERVITORE (Afflitto) Qualcuno doveva presentare i documenti (Indica se stesso con il pollice).

GOVERNATORE Questi due hanno degli spazi vuoti nel cervello.

CERVANTES La legge dice di trattare tutti equamente. Noi abbiamo obbedito alla legge.

IL DUCA Governatore, se non ti spiace, vorrei fare la pubblica accusa.

GOVERNATORE Perché?

IL DUCA Lasciami dire che detesto la stupidità. Specialmente quando è mascherata da virtù. Miguel de Cervantes! Io ti accuso di essere un idealista, un pessimo poeta e un uomo onesto. Come ti dichiari?

CERVANTES (Riflette un momento) Colpevole.

GOVERNATORE Bravo!(Si alza avviandosi ancora verso il fuoco)

CERVANTES Vostra Eccellenza. E la mia difesa?

GOVERNATORE (Fermandosi confuso) Ma ti sei appena dichiarato colpevole.

CERVANTES (Con charme) Se avessi detto innocente, certamente mi avreste trovato colpevole, dato che ammetto la mia colpevolezza, la Corte, ora, è tenuta ad ascoltarmi.

GOVERNATORE A quale scopo?

CERVANTES La giuria potrebbe decidere di essere indulgente.

GOVERNATORE (Pausa – mentre ridacchia) Furbo.

IL DUCA Sta cercando di guadagnare tempo!

CERVANTES Hai forse penuria, di tempo?

GOVERNATORE (Ai PRIGIONIERI) Qualcuno ha appuntamenti urgenti?

 (Un mormorio di risposta. Egli fa cenno a CERVANTES di continuare)

CERVANTES È vero, sono colpevole di queste accuse. Un idealista? Be’, non ho mai avuto il coraggio di credere in niente. Un pessimo poeta? Questo è più doloroso…ancora… (Fa un ironico gesto di consenso)

GOVERNATORE (Scettico) Hai finito con la tua difesa?

CERVANTES Oh no, è solo l’inizio! Se non hai obiezioni, mi piacerebbe continuare nel modo che conosco meglio…sotto forma di allegoria.

IL DUCA Allegoria?

CERVANTES Spettacolo, se vuoi.

GOVERNATORE (Allettato) Spettacolo.

CERVANTES Alla peggio servirà per ingannare il tempo e poiché i personaggi della storia sono tanti, chiedo ai presenti di partecipare e recitare la parte che riterrà a lui più adatta.

IL DUCA (Con veemenza) Io protesto.

GOVERNATORE No, no, lasciami sentire!

CERVANTES Allora…con il vostro permesso…passo ad allestire la scena. (Il GOVERNATORE fa segno di assenso. I PRIGIONIERI si spostano per iniziare ad ascoltare appena CERVANTES fa segno al suo SERVITORE e questi, da esperto direttore di scena si affretta ad assisterlo. La musica inizia sommessamente quando CERVANTES, seduto al centro, inizia a parlare mentre si trucca) Io impersonerò un uomo…entrate nella mia immaginazione e guardatelo! Il suo nome è Alonso Quijana…un gentiluomo di campagna non più giovane. Ossuto, con il volto scavato…gli occhi che bruciano con il fuoco dei visionari. Essendo ormai a riposo, egli ha molto tempo per il libri. Studia dalla mattina alla sera, spesso anche per tutta la notte fino alla mattina dopo. E tutto quello che studia lo opprime…riempendolo di indignazione per la crudeltà dell’uomo verso i suoi simili. Egli medita…e medita…e medita e alla fine di tutto quel meditare, il suo cervello si esaurisce, lascia cadere il malinconico fardello del raziocinio e concepisce il più stravagante progetto mai immaginato…diventare un cavaliere errante e cominciare a vagare per il mondo per raddrizzare i torti. Così, egli non fu più semplicemente Alonso Quijana…ma un intrepido cavaliere conosciuto come Don Quixote de La Mancha!!!

(I PRIGIONIERI ridacchiano, divertiti, per la trasformazione di CERVANTES in DON QUIXOTE, avvenuta sotto i loro occhi. Il SERVITORE, divenuto SANCHO PANZA, aiuta con costumi ed attrezzeria il buon andamento dell’azione)

DON QUIXOTE (Canta)

Ascolta ora, oh tu desolato e insopportabile mondo!

Tu, sì abietto e dissoluto,

Un cavaliere con i suoi stendardi valorosamente al vento

Ora ti lancia il suo guanto di sfida!

Sono io, Don Quixote,

Signor de La Mancha,

Il mio destino chiama e io vado;

E i folli venti della sorte, ovunque soffino

Mi porteranno avanti.

Ovunque soffino,

Andrò verso la gloria!

SANCHO  (Canta)

Io sono Sancho! Si, io sono Sancho!

Seguirò il mio padrone sino alla fine.

Narrerò a tutto il mondo le sue prodezze

Io sono il suo scudiero! Io sono il suo amico!

DON QUIXOTE  (Canta)

      Ascoltatemi, barbari, stregoni e serpenti del peccato!

Tutte le vostre ignobili imprese fanno ormai parte del passato;

È ora l’inizio della Sacra Prova,

E la virtù trionferà!

(I due montano a “cavallo” –due ballerini con un’incastellatura di legno-. Come partono, i cavalli ballano un flamenco spiritato e QUIXOTE mostra a SANCHO il panorama lungo la strada)


DON QUIXOTE (canta)

Sono io, Don Quixote,

Signore de La Mancha,

Il mio destino chiama e io vado;

E i folli venti della sorte ovunque soffino

Mi porteranno avanti!

Ovunque soffino!

SANCHO (canta)

Io sono Sancho! Si, io sono Sancho!

Seguirò il mio padrone sino alla fine.

Narrerò a tutto il mondo le sue prodezze.

Io sono il suo scudiero! Io sono il suo amico


DON QUIXOTE e SANCHO (cantano)

Ovunque soffino

Andremo verso la gloria!

 (Alla conclusione della canzone smontano da cavallo e SANCHO conduce i cavalli al pozzo per abbeverarli)

DON QUIXOTE Ebbene Sancho, ti piace andare alla ventura?

SANCHO Oh meraviglioso, Vostra grazia. Ma la stranezza è che questa grande strada per la gloria a me sembra proprio la strada per El Toboso, dove si comprano i polli a buon mercato.

DON QUIXOTE Questo amico mio è quello che può apparire a prima vista. Solo aspetta e vedrai meraviglie.

SANCHO Di che tipo?

DON QUIXOTE Ci saranno cavalieri, vessilli, stregoni, maghi… una cavalcata di immense, infinite armate!

SANCHO Suona pericoloso!

DON QUIXOTE Sono pericolosi. Ma c’è qualcuno che li guida…ed è lui il più pericoloso di tutti!

SANCHO E chi è? Chi?

DON QUIXOTE Il Grande Incantatore. Guardati da lui, Sancho…la sua mente è gelida e il suo spirito contorto. Ha occhi come piccole macchine e dove cammina la terra inaridisce. Ma un giorno io lo affronterò faccia a faccia…e quel giorno…!

(Agita le braccia)

SANCHO Be’, io non voglio turbarvi, Vostra Grazia. Come dico sempre, abbi pazienza e mescola le carte.

DON QUIXOTE Ha mai tralasciato di citare proverbi?

SANCHO No, Vostra Grazia. Io sono nato infarcito di proverbi. Lo dico sempre.

DON QUIXOTE (Guardando le ombre di un grosso mulino proiettate sulla scena) Ah-hah!

SANCHO Cosa c’è?

DON QUIXOTE Da quanto tempo è iniziata la nostra avventura?

SANCHO Da circa due minuti.

DON QUIXOTE Così presto mi impegnerò in valoroso quanto ineguale tenzone!

SANCHO Tenzone? Dove?

DON QUIXOTE Non puoi non vedere. (Indicando) Un mostruoso gigante di rinomanza infame!

SANCHO (Guardando vanamente; anche i cavalli sono interessati) Quale gigante?

DON QUIXOTE Quell’iniquo e paventato orco  il cui nome è Matagoger! Puoi riconoscerlo dalle quattro grandi braccia che gli roteano dalle spalle!

SANCHO È un mulino a vento.

DON QUIXOTE Hoo! Inetto gigante, fermo là! Via di qua! In guardia! Attento a te! (Lo carica)

SANCHO No, no Vostra Grazia, giuro sui baffetti neri di mia moglie che non è un gigante; è solo un… (Fuori scena si ode un fragore; i cavalli corrono a nascondersi. L’accompagnamento musicale del combattimento continua, mentre SANCHO saltella schivando prima l’elmo di Quixote, che arriva volando da fuori scena poi l’asta della lancia, storta e scheggiata. Schianto finale. QUIXOTE si trascina in scena con la sua spada accartocciata. Viene barcollando verso la ribalta, mentre SANCHO si precipita ad aiutarlo, si lascia cadere) Non ve l’avevo detto? Non avevo detto «Vostra Grazia quello è un mulino a vento»?

DON QUIXOTE (Svuotato) È opera del mio nemico.

SANCHO L’Incantatore?

DON QUIXOTE Egli ha trasformato quel gigante in un mulino a vento per privarmi dell’onore della vittoria. (Una pausa, poi si illumina) Sancho, ho compreso!

SANCHO Cosa, Vostra Grazia?

DON QUIXOTE Come mai sia così abile a raggirarmi. Perché mai fui realmente investito cavaliere.

SANCHO Questo non è un problema. Istruitemi sul cerimoniale ed io sarò felice di fare questa «invertitura».

DON QUIXOTE Investitura. Grazie, amico mio. Ma si può essere investiti solo per mano di un altro cavaliere.

SANCHO (Scoraggiato) Questo è un problema. Io non conosco altri cavalieri.

DON QUIXOTE Il Signore di un castello può farlo. O un re o un duca.

SANCHO (Aiutando QUIXOTE ad alzarsi) Bene. Darò un’occhiata per ogni re o duca che incontreremo.

DON QUIXOTE (Guardando in lontananza) Ahaaa!

SANCHO (Apprensivo) Cosa c’è, ora?

DON QUIXOTE È quello il posto!

SANCHO Dove?

DON QUIXOTE Laggiù!

SANCHO Se Vostra Grazia volesse darmi un indizio…?

DON QUIXOTE Là, in lontananza. Un castello!

SANCHO (Scrutando vanamente) Castello.

DON QUIXOTE Arroccato tra le montagne!

SANCHO Montagne.

DON QUIXOTE E bandiere. Ah, i valorosi stendardi che garriscono al vento!

SANCHO Garriscono cosa?

DON QUIXOTE (Proteggendo gli occhi) Io vedo un gatto acquattato in campo rosso… e sotto l’iscrizione «MIAO»!

SANCHO Oh, che finezza, Vostra Grazia. Forse è qui che potrete avere la vostra «invertitura».

DON QUIXOTE Investitura. (Eccitato) Suona il tuo corno ‘che un nano possa montare in sui merlati spalti, sì da annunciare la nostra venuta.

SANCHO (Affascinato, ma esitante, estrae il corno) Ma io non vedo un castello. Io vedo qualcosa… forse una locanda.

DON QUIXOTE (Sarcastico) Una locanda.

SANCHO È meglio lasciar perdere Vostra Grazia. Questi posti di passaggio sono pieni di bricconi: uomini e donne.

DON QUIXOTE Vieni. Noi cavalcheremo verso il ponte levatoio di quella lontana magione e colà la tua visione sarà migliore.

(Le luci si abbassano mentre QUIXOTE e SANCHO escono dai loro personaggi. CERVANTES fa cenno ai PRIGIONIERI che interpretano i MULATTIERI nella scena successiva; questi e il SERVITORE procedono ad allestire la Grande Sala della Locanda – come nella descrizione)

CERVANTES Questo è un esempio di come ad un occhio inesperto una cosa può sembrare un’altra. A Sancho, una locanda. A Don Quixote, un castello. A qualcun altro, qualunque altra cosa la sua mente la faccia sembrare. Ma nell’interesse della storia, accogliamo la ver-sione di Sancho. Una locanda…(Fa cenno al GOVERNATORE e ad una delle PRIGIONIERE) Un cordiale locandiere…e la sua meno cordiale moglie… (Egli sceglie qualche altro PRIGIONIERO) Lestofanti –mulattieri- con quindici miglia di strada ogni giorno. Donne di facili costumi, in particolare una donna di nome Aldonza!

MULATTIERI (Cantando il suo nome, battono i piatti di stagno sul tavolo) Aldonza! Aldonza! Aldonza!

(Una padella attraversa la scena; gli uomini si scansano per evitare di esserne colpiti. entra ALDONZA, una selvaggia, misteriosa «gatta randagia», la cui sopravvivenza è fatta di dure battaglie non sempre vinte)

ALDONZA (Con una pentola di stufato in mano; rudemente) Lo volete in tavola o sulle vostre teste pidocchiose?

(I MULATTIERI ridono. Lei sbatte sul tavolo la pentola e vi sputa dentro)

ALDONZA Ecco, porci. Mangiate! (Inizia a distribuire il vino. I MULATTIERI sono sette: JOSÈ, TENORIO, PACO, JUAN, ALSELMO e PEDRO. Il settimo, senza nome è il prigioniero con la chitarra. JOSÈ è il nanerottolo della combriccola, PEDRO, il più grosso, è il capo)

JOSÈ (Amorevole) Ti ho portato una cosa.

ALDONZA Tienitela finché non ti cresce. (PACO sospira sulla sua scia) Piccoli cani con grandi idee.

JUAN Stanotte?

ALDONZA Pagamento anticipato?

(JUAN la prende sulle ginocchia per farsi versare il vino, lei glielo rovescia in testa)

PEDRO (Ridendo) Aldonza. Dolcezza. Vieni qui.

ALDONZA Parla con la bocca, non con le mani.

PEDRO (Attirandola a se; con tono confidenziale) Ho un bel letto soffice di fieno nella stalla.

ALDONZA (Con lo stesso tono) Bene. Mangiatelo.

PEDRO Tu rifiuti Pedro?

ALDONZA Vediamo, mettimi alla prova (Si allontana da lui).

PEDRO I miei muli non sono così testardi (Fa schioccare la frusta vicino a lei).

ALDONZA Allora fa l’amore con i tuoi muli!

(I MULATTIERI ridono poi cantano)

MULATTIERI  (cantano)

Io vengo per amore,

Io vengo per amore,

Io vengo a te, Aldonza, per amore!

ALDONZA (Sprezzante) Amore! (Canta)

Un paio di braccia vale un altro

Io non so perché o chi incolpare

Andrò con te o con tuo fratello

È la stessa identica cosa, è la stessa identica cosa per me!

Questo ho imparato: che quando la luce si spegne,

Nessun uomo arde di una fiamma speciale,

Tu mi proverai prima che la notte sia finita

Che siete tutti uguali, siete tutti uguali!

Così, non parlarmi di amore,

Non sono una sciocca con occhi lucenti,

Ma metti il denaro nella mia mano,

E avrai quello che il denaro può comprare!

Un paio di braccia vale un altro,

Io non so perché o chi incolpare,

Andrò con te o con tuo fratello

È la stessa identica cosa,

È la stessa identica cosa!

(I MULATTIERI la afferrano rudemente, lei li spinge lontano da se)

Oh, io ho visto anche troppi letti,

Ma ho conosciuto troppo poco riposo,

E ho amato troppi uomini

Con odio scottante nel mio petto.

No mi piacete né tu né tuo fratello,

Ma io sono io, io sono Aldonza

E quello che do, scelgo io a chi darlo!

(PEDRO offre del denaro ad ALDONZA, gettandoglielo sul pavimento: Ella ci sputa sopra, si gira per uscire facendogli cenno. Lui la segue e la obbliga a prendere in mano il denaro)

Un paio di braccia… vale un altro

È la stessa identica cosa, la stessa identica cosa!

(Lei esce)

ANSELMO (Ridendo) Pagamento prima della consegna?

PACO Non te la darà.

PEDRO Me la darà.

(Il LOCANDIERE entra con la moglie MARIA e un’altra sguattera, FERMINA)

LOCANDIERE Bene signori, tutto in ordine?

(Osserva l’interno della sua locanda che è alquanto peggiorata di aspetto dopo la furia del numero precedente. MARIA e FERMINA iniziano a ripulire)

ANSELMO Hai dato da mangiare ai muli?

LOCANDIERE Stanno mangiando bene quanto voi.

PEDRO Che dio ci scampi!

LOCANDIERE Scherzate! Sono famosi i piatti che ho cucinato per le migliori tavole di Madrid e Malaga. I miei padroni hanno sempre…

(Da fuori scene viene un suono terribilmente stonato di corno)

PEDRO Cosa, in nome di…?

(Il corno suona ancora)

LOCANDIERE (La sua faccia si illumina) Il macellaio! Non lo aspettavo fino a domani. (Corre alla porta) Venite Señor Macellaio, venite!

(Si ferma di colpo mentre QUIXOTE e SANCHO entrano.

QUIXOTE ha riparato la sua lancia con ramo d’albero)

DON QUIXOTE (Altero) È il Signore del castello in sede?

(Nessuna risposta dallo sbalordito LOCANDIERE)

DON QUIXOTE Ho detto, è qui il castellano?

LOCANDIERE (Con uno sforzo) Sono io il padrone di questo luogo.

DON QUIXOTE (Freddamente) Noi aspettavamo, sire, che un nano salisse in sugli spalti sì da annunciarci, ma non apparve alcuno.

LOCANDIERE I nani… sono tutti occupati.

(QUIXOTE fa un solenne segnale a SANCHO che inizia a declamare)

SANCHO Nobili messeri e dame. Il mio padrone Don Quixote, cavaliere errante, difensore del diritto e propugnatore di leggendarie imprese, implora il privilegio dell’ospitalità.

(Il LOCANDIERE e i MULATTIERI si guardano a bocca aperta)

DON QUIXOTE Ebbene Signore? È accordato?

LOCANDIERE (Scuotendosi) Assolutamente! Questa locanda… volevo dire questo castello, è aperto a tutti.

MARIA (Spaventata – rivolta al LOCANDIERE) Un matto!

LOCANDIERE (A parte a MARIA) Folli e bambini sono prediletti di Dio.

(A QUIXOTE) Signor cavaliere dovete essere affamato.

DON QUIXOTE Effettivamente è quel che sono.

LOCANDIERE C’è del cibo per voi e anche per il vostro scudiero. Ed io lo aiuterò a portare i vostri animali nella stalla (Fa cenno a SANCHO di seguirlo ed escono).

DON QUIXOTE (Accostandosi agli altri) Gentili cavalieri! Belle castellane! Se c’è qualcuno tra voi che abbisogni di aiuto, non ha che da parlare e il mio braccio destro sarà al suo servizio. Se c’è una principessa tenuta prigioniera, un esercito assediato che attende soccorso o solamente…(ALDONZA entra carica di stoviglie per la tavola. Si ferma sconcertata da silenzio. QUIXOTE la fissa colpito) Mio Dio…è lei! (ALDONZA lo squadra ed egli distoglie lo sguardo adorante) Dolce …graziosa vergine… Non ardisco contemplare le vostre fattezze per tema di rimaner accecato dalla beltade vostra. Ma vi imploro di dirmi il vostro nome.

ALDONZA (Con un brontolio) Aldonza.

DON QUIXOTE (Avvicinandola) È il nome di una sguattera di cucina…o forse di una serva della mia Signora?

ALDONZA Ti ho detto il mio nome! Ora vattene per la tua strada o io…

DON QUIXOTE (Sorridendo) Pensa la mia Signora di mettermi alla prova? Oh, dolce sovrana del mio cuor prigioniero, come potevo fallire, quando so (Canta).

Vi ho sognato troppo a lungo,

Mai vi ho visto o toccato, ma vi conosco con tutto il mio cuore,

In parte una preghiera in parte una canzone,

Voi siete sempre stata con me, e tuttavia siamo sempre stati lontani.

Dulcinea…Dulcinea!

Vedendo voi vedo il paradiso, Dulcinea,

E il vostro nome è come una preghiera sussurrata da un angelo…

Dulcinea…Dulcinea!

Se verso di voi protendo il mio braccio

Non tremo né indietreggio se la mia mano sfiora i vostri capelli.

Fermo le mie dita ma vedo

Che voi siete calda e viva e non un fantasma che svanisce nell’aria.

Dulcinea…Dulcinea!

vi ho visto, vi ho cantato, vi ho sognato, Dulcinea!

Ora vi ho trovata e il mondo conoscerà la vostra gloria.

Dulcinea…Dulcinea!

LOCANDIERE (Entrando; a QUIXOTE) Andiamo Señor Cavaliere! Vi mostrerò i vostri alloggi (Guida QUIXOTE fuori scena).

(I MULATTIERI si scatenano in un’elaborata parodia della canzone)

MULATTIERI (Cantando)

Dulcinea…Dulcinea…

Vedo il paradiso quando vedo te, Dulcinea.

ANSELMO    (cantando)

E il tuo nome è come una preghiera sussurrata da un angelo…

Dulcinea…Dulcinea..

MULATTIERI (cantando)

Dulcinea…Dulcinea…

Ti ho visto, ti ho cantato, ti ho sognato, Dulcinea!

Ora ti ho trovata e il mondo conoscerà la tua gloria,

Dulcinea…Dulcinea!

(ALDONZA, durante la canzone li ha inseguiti per tutta la scena, colpendoli furiosamente. Le luci cambiano, tornando alla prigione. Il DUCA è al centro dell’arena, grida rivolto agli  altri)

IL DUCA Governatore! Governatore! Se non sbaglio quest’uomo ci ha promesso di presentare una difesa!

CERVANTES Questa è la mia difesa.

IL DUCA La più strana che abbia mai sentito!

CERVANTES Ma se diverte…?

IL DUCA (Pungente) La parola è «distrarre». Io penso che il suo scopo sia quello di distogliere noi dal nostro.

CERVANTES (Allegro) Esattamente! E ora posso continuare…!

GOVERNATORE Continua la tua difesa!

(CERVANTES sceglie le persone e prepara la scena per il quadro successivo mentre spiega)

CERVANTES Immaginate, ora, la famiglia che il nostro prode cavaliere ha lasciato. Non i cavalieri, le dame e i servitori di Don Quixote de La Mancha, ma semplicemente le donne di famiglia di un signorotto di campagna conosciuto come Alonso Quijana. (La musica sottolinea l’azione. CERVANTES chiama tre PRIGIONIERI consegnando loro i costumi)  Immaginate il loro shock quando la notizia delle follie del cavaliere li raggiunge. Della nipote Antonia, tormentata dalle conseguenze sul suo imminente matrimonio. Della governante, con loro da molti anni, preoccupata proprio delle profonde ragioni di quella follia. Sul Padre, che conosce Alonso da quando è nato. (Al DUCA) E fra breve entrerà un personaggio la cui filosofia potrà interessarvi enormemente (Lancia un costume al DUCA). La nipote di Alonso e la governante si precipitano nella vicina chiesa. (Al SERVITORE) Possiamo avere una chiesa per favore? Angustiate dalla terribile situazione e non ignare di ciò che i vicini potevano pensare, esse chiedono aiuto e consiglio al Padre. (Il PRIGIONIERO scelto per il ruolo del PADRE, ora vestito, ride divertito del suo ruolo. CERVANTES cancella il sorriso dal suo volto e controlla il portamento) Il Padre. (Il PRIGIONIERO entra nel ruolo immediatamente, iniziando a camminare su e giù per la scena. Ambientazione e luci sono cambiate. Siamo in una semplice chiesetta di campagna. Ci sono le grate dei confessionali a destra e a sinistra. Il PADRE è tra le due ascoltando alternativamente le lagnanze delle due donne dietro le rispettive grate, dove CERVANTES le ha sistemate come se fossero burattini) Ma a dispetto dei guai che la follia del cavaliere farà pesare sulle loro teste, potete star certi che loro si preoccupano solamente per il suo bene.

(Schiocca le dita e i personaggi prendono vita e cantano)

ANTONIA (canta)

Io sto solo pensando a lui,

Io sto solo pensando a lui,

Qualunque cosa possa dire o fare,

In me, si sa,

Non c’è non c’è una sola stilla di egoismo

Io sto pensando e preoccupandomi solo per lui!

Io ho detto che lui caccia draghi e temo che possa essere vero.

Se il mio sposo lo sentisse, sa il cielo cosa farebbe!

Oh, mio caro amato zio, ma cosa mi hai fatto.

Vorrei prenderlo, rinchiuderlo e gettare la chiave!

Ma se lo faccio…

Ma se lo faccio…

Ci sarà una sola cosa che posso giurare sia la verità…


ANTONIA e la GOVERNANTE

Io sto solo pensando a lui;

Io sto solo pensando a lui;

Io sto pensando e preoccupandomi solo per lui!

PADRE

Lo so, lo so, mia cara,

È ovvio che tu lo faccia, mia cara;

Io capisco


GOVERNANTE (canta)

Oh, io penso che lui sia stato troppo solo, vivendo anni senza una moglie,

Così quando tornerà, temo di poter avere dei problemi in casa;

Tutti loro dicono che cerca una donna, colei che sarà il suo grande amore;

Dio non voglia, che nella sua follia possa pensare a me!

(Il PADRE lancia, incredulo, uno sguardo furtivo oltre la grata)

Se egli tenterà

Io certamente ne morirò,

E sarò una severa custode del mio onore, per questo io piango.


GOVERNANTE

Io sto pensando solo a lui;

Io sto pensando solo a lui;

Io sto pensando e preoccupandomi solo per lui.

PADRE

Lo so, lo so, mia cara;

È ovvio che tu lo faccia, mia cara,

Io capisco

Io sto pensando solo a lui;

ANTONIA

(continua a lamentarsi)

Ahimè, ahimè…

Ahimè, ahimè…


GOVERNANTE Ahimè!

(Il suo lamento fa sobbalzare il PADRE che indietreggia verso ANTONIA)

ANTONIA Ahimè!

(Il PADRE sobbalza e indietreggia nell’altra direzione)


GOVERNANTE

Ahimè…

Ahimè…

PADRE

(Scivolando in ginocchio; invocando Dio)

Loro stanno solo pensando a lui,

Loro stanno solo pensando a lui

Com’è santo il loro supplice lamento

Loro stanno solo pensando a lui!

Che un conforto sia dato loro

Perché le loro ragioni sono così pure

Perché stanno

solo pensando e preoccupandosi per lui!

ANTONIA

Ahimè…

Ahimè…


(CERVANTES appare nella zona illuminata, facendo entrare il DUCA, ora abbigliato in abito e copricapo accademico)

CERVANTES Ed ora appare in scena un uomo dotato di buone maniere… intelligenza… e logica. È il fidanzato di Antonia, il Dottor Sansòn Carrasco – Bacelliere di Scienza – laureato all’Università di Salamanca. Un uomo che porta la sua importanza come se temesse di romperla. (Sistema CARRASCO in un angolo della scena. Il quartetto inizia immediatamente a ragionare. CERVANTES batte le mani per ottenere silenzio) Ho dimenticato di dirvi che le liti in famiglia possono trascendere. Ed ora, con tanto in ballo in questo gioco, lasciatemi sistemare i pezzi! (Sposta ANTONIA al secondo angolo) La Regina -astuta! (Sposta la GOVERNANTE al terzo angolo) La Torre-formidabile! (Sposta il PADRE al quarto angolo) L’Alfiere-elegantemente diagonale! (Si sistema al centro) Ed ora – il problema del Cavallo!

ANTONIA Sansòn!

PADRE Avete udito?

CARRASCO Da parte mia sono stato informato da un minimo di dieci persone. (Ad ANTONIA) Mia cara, tuo zio è oggetto di derisione da parte dell’intero vicinato. Padre? Cosa sa di quello che è accaduto?

PADRE Solo che il buon Señor Quijana si è fatto trasportare dalla sua fantasia.

CARRSACO Il Señor Quijana ha perso il cervello e soffre di allucinazioni.

PADRE C’è differenza?

CARRASCO Per essere precisi, di linguaggio. Mi pregio di rammentarvi, Padre, che sono un dottore.

ANTONIA Per favore, non discutete, dobbiamo fare qualcosa per lui.

CARRASCO Io sono preoccupato per noi.

ANTONIA Che significa, «noi»?

CARRASCO Il nostro matrimonio, mia cara. È di un certo imbarazzo avere un pazzo in famiglia. Agli occhi degli altri…

PADRE (Allarmato) Oh andiamo, Dottore.

CARRASCO Io non gradisco vantare un lunatico come zio.

GOVERNANTE (Chinando il capo – con tono profetico) Un innocente deve pagare per i peccati di un colpevole.

PADRE Colpevole di cosa? Un'innocua illusione!

CARRASCO Come sapete che è innocua? A quest’ora non sapete quali violenze egli abbia commesso. Era armato?

GOVERNANTE Con spada e lancia.

(CARRASCO alza le mani)

ANTONIA (Disperata – con tono ansioso) Sansòn, avevo nutrito tante speranze per noi. Per te, veramente. Ogni cosa doveva essere per te, la casa di mio zio…le sue terre…

PADRE È vero, Dottore. Sarebbero state tutte vostre a tempo debito. Dopo tutto, se si è al servizio della scienza, bisogna avere dei mezzi.

CARRASCO (Offeso) Siete un prete o un sensale?

PADRE (Cambiando velocemente il suo atteggiamento) Quello che intendevo era di considerare la sfida.

CARRASCO Sfida?

PADRE Pensate quale ingegno servirebbe per far rinsavire quest’uomo dalla sua follia. Allontanarlo dalla sua strada e persuaderlo a tornare a casa.

(CERVANTES si alza: approccio intelligente)

CARRASCO (Ponderando la cosa) Hmmm… questa è una sfida.

PADRE Immensa.

CARRSCO Non può essere andato lontano?

PADRE Non molto in un giorno di viaggio.

CARRASCO Si prepari, Padre, lo seguiremo.

(Mentre si preparano a partire, CARRASCO canta)

Ma quando andremo…

Ma quando andremo…

C’è una sola cosa che voglio che il mondo sappia!

PADRE (Cantando a parte)

Ho l’angosciosa sensazione

Che ancora una volta

Per l’ennesima volta, ascolteremo il medesimo ritornello.

                        (Cantano insieme)


CARRASCO

Io sto solo pensando a lui

PADRE

Egli sta solo pensando a lui



ANTONIA e GOVERNANTE

Tu stai solo pensando a lui

PADRE

Egli sta solo pensando a lui, proprio a lui.


ANTONIA, GOVERNANTE e CARRASCO

Qualunque cosa possiamo dire o fare,

Noi stiamo solo pensando a lui.

In noi, si sa,

Non c’è una stilla di egoismo…


ANTONIA, GOVERNANTE e

CARRASCO

Noi stiamo solo pensando epreoccupandoci per lui!

PADRE

Loro stanno solo pensando epreoccupandosi per lui!


(Le luci si abbassano su di loro mentre CERVANTES, solo nel suo fascio di luce, fa un passo in avanti)

CERVANTES Torniamo ora alla locanda. Alla cucina della locanda. Una cucina, signore, se non vi spiace? Grazie. (Prende una pentola e annusa come contenesse realmente cibo) Ah si, lo stufato con le cipolle per domani. Pollo saltato con… pepe. Suvvia, allora, come ognuno di voi sa, è imperativo che ogni cavaliere abbia una dama cui dedicarsi, un cavaliere senza una dama è come un corpo senz’anima. A chi dedicherebbe le sue conquiste? Quale visione lo sosterrebbe quando egli si apprestasse a dare battaglia ad orchi e giganti? (Egli indica un’area della scena. Al suo gesto le luci si alzano illuminando ALDONZA, seduta in quella che ora è la cucina, mentre trangugia la sua cena. SANCHO si avvicina a CERVANTES che gli consegna un foglio di carta) Don Quixote, avendo trovato la sua dama, manda il suo fedele scudiero con una missiva.

(Il cambiamento è completo; CERVANTES esce)

ALDONZA (A SANCHO, sospettosa) Missiva? Cos’è una missiva?

SANCHO Una specie di lettera. Lui mi ha ammonito di consegnarla a voi personalmente.

ALDONZA (Cupa) Fammi vedere. (Prende il foglio arrotolato e lo ispeziona da entrambi i lati. Improvvisamente) Non so leggere.

SANCHO Neanch’io. Ma il mio Signore prevedendo quest'eventualità me l’ha recitata, così io posso consegnarla al vostro cuore.

ALDONZA (Arrabbiata) Cosa gli ha fatto pensare che non so leggere?

SANCHO Be’, come egli ha spiegato, le nobildonne sono troppo impegnate nel ricamo.

ALDONZA Ricamo?

SANCHO Ricamare stendardi per i loro cavalieri. Ha detto che non hanno tempo per studiare.

ALDONZA (Sdegnosa) Cosa dice?

(SANCHO riprende la lettera, prima la stringe poi chiude gli occhi. Musica: le frasi della lettera sono cantate, tutte le battute, recitate)

SANCHO “Mia amata sovrana e nobilissima Signora –“

ALDONZA (Continua a trangugiare la zuppa) Ho!

SANCHO “Il cuor di questo tuo cavalier servente, impallidisce per le tue fattezze.”

ALDONZA Ha!

SANCHO “Oh, più bella tra le belle, più pura delle pure; incomparabile Dulcinea –“

ALDONZA Ci risiamo. Il mio nome è Aldonza!

SANCHO (Paziente) Il mio padrone vi chiama Dulcinea.

ALDONZA (Torva) Perché?

SANCHO Io non lo so, ma posso dirvi per esperienza che i cavalieri hanno un loro linguaggio per ogni cosa, ed è meglio non fare domande perché avreste solo guai. (ALDONZA fa un gesto sprezzante per farlo continuare) “Vi imploro di acconsentire sì che io possa baciare un lembo del vostro vestimento –“

ALDONZA Baciare il mio cosa?

SANCHO Se continuate ad interrompermi, tutta la cosa mi uscirà dalla testa.

ALDONZA Allora cosa vuole?

SANCHO Ci sto arrivando. “E mandatemi un pegno della vostra stima che io possa portare come stendardo in battaglia.”

ALDONZA Che razza di pegno?

SANCHO Egli dice che generalmente è una sciarpa di seta.

ALDONZA Il tuo signore è tocco nel cervello!

SANCHO Oh, no!

ALDONZA (Imitandolo) Oh, si!

SANCHO Si dice che un matto ne vale une centinaio e l’amore ne vale un migliaio.

ALDONZA Che cosa significa?

SANCHO Non ne sono certo.

ALDONZA Sei pazzo anche tu. (Una pausa) Allora, cosa stai aspettando?

SANCHO (Paziente) Il pegno.

ALDONZA Ti darò il pegno. Ecco (Gli lancia il sudicio e cencioso strofinaccio che ha appena usato).

SANCHO (Guardandolo costernato) Ma mia Signora…

ALDONZA Non chiamarmi «Mia Signora» anche tu o ti schiaccio come un uovo! (SANCHO arretra) Aspetta un minuto. Vieni qui. Siediti. E siedi! (Batte la mano sullo sgabello e SANCHO siede. Lei si sistema accanto a lui sul pavimento) Dimmi, perché lo segui?

SANCHO Be’ è facile da spiegare, io…io… (La ragione sembra sfuggirgli)

ALDONZA Perché?

SANCHO (Alzandosi e cantando con semplicità)

Gli voglio bene.

Gli voglio veramente bene.

Tira fuori le mie unghie una ad una, gli voglio bene!

Io non ho

Una vera ragione.

Da quando sto con lui, le teste matte sono di stagione…

Ma io non posso farci niente,

Tritatemi per lo stufato con le cipolle,

Finché griderò persino al cielo

E tuttavia io non posso dirvi il perché,

Perché gli voglio bene!

ALDONZA Non ha alcun senso!

SANCHO Questo perché non siete uno scudiero.

ALDONZA Va bene, sei uno scudiero. Come uno scudiero fa lo scudiero?

SANCHO Be’, io cavalco dietro di lui…e lui combatte. Poi lo raccolgo da terra.

ALDONZA Ma cosa ci guadagni?

SANCHO Cosa guadagno? Tutto! Perché io ho già avuto…

ALDONZA Tu non hai avuto un bel niente. Così perché diavolo lo fai?

SANCHO (Canta)

Gli voglio bene.

Io gli voglio veramente bene.

Mi ha raccolto nudo come un pollo spennato, gli voglio bene!

Non chiedetemi

Perché o per quale ragione,

Perché io non ho un solo buon “Perché” o “Buona ragione”.

Puoi arrostirmi il naso,

Fare polpette con le mie dita,

Congelarmi, friggermi,

Farmi sospirare, farmi piangere,

Finché griderò persino al cielo

E tuttavia io non posso dirvi il perché

Perché io…gli voglio…bene!

(Esce con una dignità tutta sua, lasciando ALDONZA confusa e meno sicura. Doppia dissolvenza di luci; si abbassano sulla cucina e si alzano sulla zona del pozzo, dove CERVANTES sta entrando con i MULATTIERI, suggerendogli l’altra canzone che dovranno cantare. Notte luminosa, atmosfera lirica, sentimentale. Soddisfatto perché stanno cantando correttamente, CERVANTES esce e i MULATTIERI si appoggiano pigramente al bordo del pozzo, cantando con l’accompagnamento del chitarrista. Nel frattempo ALDONZA prende un secchio e attraversa il cortile fino al pozzo. Le luci si spengono sulla cucina. Mentre ALDONZA si avvicina, i MULATTIERI indirizzano a lei i versi della canzone con tono derisorio e facili doppi sensi. Lei spinge via dalla sua strada uno o due di loro per raggiungere il pozzo. Loro cantano l’ultima parte della canzone ai suoi piedi)

MULATTIERI (cantano)

Uccellino, uccellino,

Che stai sull’albero di cinnamomo,

Uccellino, uccellino,

Canteresti per me?

Mi porteresti le parole

Di qualcuno che conosco?

Uccellino, uccellino, io ti amo tanto,

Uccellino, uccellino, io devo sapere,

Uccellino, uccellino.

Sotto questo albero, questo albero di cinnamomo,

Noi abbiamo imparato ad amarci, abbiamo imparato apiangere,

Qui ci siamo incontrati e qui ci siamo baciati,

E qui in una fredda notte senza luna, ci siamo detti addio.

Uccellino, uccellino,

Oh, abbi pietà di me,

Portala da me, ora

Sotto questo albero di cinnamomo.

Io ho aspettato troppo a lungo

Senza una canzone…

Uccellino, uccellino, ti prego vola, ti prego vai,

Uccellino, uccellino, e dille così,

Uccellino, uccellino!

ALDONZA (Calma) Io sputo su tutti i vostri «uccellini».

(Si china sul pozzo per riempire il secchio. PEDRO si avvede della lettera)

PEDRO Ehi, cos’è questa (L’afferra).

ALDONZA Ridammela!

PEDRO (Scansandola) È una lettera.

ALDONZA Questo dimostra quanto sei stupido; è una missiva!

PEDRO Missiva? (Alzandola) Chi sa leggere?

(ANSELMO alza una mano. PEDRO gli passa la lettera. ALDONZA tenta di riprenderla ma è trattenuta da PEDRO e da un altro MULATTIERE)

PEDRO (Rimproverandola, le chiude la bocca con una mano) Sh-h-h!

ALDONZA Figli di puttana! (Lo morde)

ANSELMO (Incespicando e storpiando le parole) “Amantissima soverana e mobile Signora-“ È del tuo cavaliere. Una lettera d’amore!

ALDONZA Uno stupido scherzo!

TENORIO Allora perché ti scaldi tanto?

PEDRO Ti ha toccato il cuore?

ALDONZA Nessuno tocca il mio cuore.

ANSELMO Tutte queste belle parole…!

ALDONZA (Riprende la lettera) Belle parole. È un uomo, no? Allora vuole quello che vogliono tutti gli altri.

(Prende il suo secchio d’acqua e fa per andarsene. PEDRO la ferma)

PEDRO Hey, Aldonza…ora?

ALDONZA (Repentina) Più tardi, quando avrò finito in cucina.

( Lei esce e i MULATTIERI continuano a cantare sottovoce mentre entrano il PADRE e CARRASCO. FERMINA entra e va verso di loro che a gesti le fanno capire che deve condurre QUIXOTE in loro presenza. Lei esce)

PADRE Confesso che non so cosa dirgli.

CARRASCO In questo caso lasciate fare a me.

PADRE Potrebbe persino non riconoscerci!

CARRASCO Mi sono preparato per questa eventualità. Se non riuscisse a riconoscerci…(Si interrompe)

DON QUIXOTE (Entra in scena declamando) Chi dimanda l’aiuto di Don Quixote de La Mancha? C’è un castello assediato dai giganti? Un re che giace sotto incantesimo? Un’armata assediata che attende salvezza? (Con cordialità di benvenuto) Amici miei!

CARRASCO (Sconcertato) Ci riconoscete?

DON QUIXOTE (Ugualmente confuso) Potrei non riconoscere i miei amici, Dottor Carrasco? (Con grande calore gli prende la mano) Padre Perez!

PADRE (Con profondo sollievo) Ah, Señor Quijana…

DON QUIXOTE (Con freddo rimprovero) Preferirei che vi rivolgeste alla mia persona più propriamente. Io sono Don Quixote, cavaliere errante de La Mancha.

(Il PADRE sgomento cade a sedere)

CARRASCO Señor Quijana…

DON QUIXOTE Don Quixote.

CARRASCO Non esistono giganti. Nessun re sotto incantesimo. Nessuna cavalleria. Nessun cavaliere. Non ci sono cavalieri da trecento anni.

DON QUIXOTE (Al PADRE con tono commiserevole) Sì colto e sì male informato.

CARRASCO Questi sono i fatti.

DON QUIXOTE I fatti sono nemici della verità.

SANCHO (Entrando) Vostra Grazia…

DON QUIXOTE (Avidamente) Allora ti ha ricevuto? (SANCHO annuisce) Ah, più fortunato tra gli scudieri! Il pegno, ti ha dato il pegno? (SANCHO gli porge lo strofinaccio lacero. QUIXOTE lo prende con re-verenza) Che fine trasparenza. Purissima seta. (Se ne distacca) Perdonatemi. Sono sopraffatto.

SANCHO (Al PADRE e a CARRASCO con tono confidenziale) È della sua Signora.

CARRASCO C’è una donna!

DON QUIXOTE Una Dama! (Addolcendo il tono) La Dama Dulcinea. La sua beltade è più che umana. La qualità sua? Perfezione. Ella incarna il vero significato di donna…e tutto ciò che significa per l’uomo.

PADRE (Con un sorriso malinconico) Ad ognuno la sua Dulcinea.

(Si ode un’allegra canzoncina da qualcuno che sta giungendo alla locanda)

DON QUIXOTE Giunge qualcheduno…!

SANCHO È solo un viaggiatore.

DON QUIXOTE Ma vedi quello che ha in testa! Vai a nasconderti, Sancho.

SANCHO (Apprensivo) Oh Signore!

(Si nasconde in un angolo e così QUIXOTE)

BARBIERE (Cantando da fuori scena)

Oh, io sono un povero barbiere

E vado felice per la mia strada,

Con il mio rasoio e le mie sanguisughe

Posso guadagnarmi il salario.

Anche se il tuo mento è liscio come la seta,

Avrai bisogno di me, lo so.

Che il Signore protegga i Suoi barbieri,

E faccia sempre crescere barbe e capelli.

(Entra. Portando un involto con i ferri del mestiere e sulla testa una bacinella da barbiere in ottone. Canta ai MULATTIERI)

Se dormissi mentre vi rado

E vi tagliassi sul vivo,

Potete sempre usarmi come medico,

Perché guarisco anche le malattie.

(QUIXOTE salta fuori alle sue spalle e lo pungola con la spada. Il BARBIERE si gira incredulo)

BARBIERE Per la barba di S. Antonio, potrei giurare di vedere davanti a me un cavaliere completo di armatura. (Ridacchia) Ridicolo. I cavalieri non esistono. (QUIXOTE ruggisce roteando la spada. Il BARBIERE cade in ginocchio) Ho sbagliato! Perdonatemi, Vostra Altitudine, forse ho preso un colpo di sole!

DON QUIXOTE Cavaliere, se non volete che vi capiti qualcosa di terribile, consegnatemi immantinente quell’Elmo d’Oro!

BARBIERE Elmo d’Oro? Quale? Dove? (Prende la bacinella e la esamina) Perché, questa non è una bacinella da barbiere?

DON QUIXOTE (Con sottile disprezzo) Bacinella da barbiere.

SANCHO (Esaminandola a sua volta) Devo dire, Vostra Grazia, che sembra proprio una bacinella da barbiere.

BARBIERE (Veemente) Naturale! Non vedete che sono un barbiere. Un barbiere? Io esercito il mio mestiere di villaggio in villaggio e ho messo questa sulla testa per ripararmi dai raggi del sole, così Vostra Altitudine ha scambiato per…

DON QUIXOTE Silenzio! (Il BARBIERE indietreggia e si azzittisce. CARRASCO e il PADRE sono impressionati) Conosci tu cosa questo è realmente? L’Elmo d’Oro di Mambrino. Quando è indossato da qualcuno di nobile cuore, lo rende invulnerabile. (Al BARBIERE) Briccone, bastardo, a quale cavaliere lo hai sottratto?

BARBIERE Io non l’ho sottratto!

DON QUIXOTE Consegnamelo.

BARBIERE Mi costa mezza corona!

DON QUIXOTE Consegnamelo o io…!

(Fa roteare con forza la spada. Il BARBIERE mugola e si allontana precipitosamente abbandonando la bacinella che SANCHO raccoglie)

SANCHO (Con soddisfazione) In realtà vale mezza corona.

DON QUIXOTE Sciocco! (Il suo viso si illumina; getta via il suo vecchio elmo, prende la bacinella con reverenza e compiacimento e canta)

Tu, Elmo d’Oro di Mambrino,

Con sì illustre passato,

Troppo a lungo dimenticato dalla gloria,

Al fin sei stato riscoperto!

Elmo d’Oro di Mambrino,

Non può esistere

Copricapo par tuo!

Tu ed io, ora,

Anzi ch’io muoia, ora,

Scriveremo la Storia a lettere d’Oro!

BARBIERE A questo punto posso sentire persino il cuculo cantare Sul suo albero…

SANCHO Se lui dice che questo è un Elmo, Ti suggerisco di concordare…

BARBIERE Ma si accorgerà che non è d’oro e che non Lo farà né prode, né coraggioso…

SANCHO Be’, al massimo si accorgerà che potrà essergli utile Se mai vorrà farsi la barba!

(SANCHO e il BARBIERE si dirigono verso QUIXOTE. L’uomo, fatto cenno al PADRE che può incoronarlo con l’elmo d’oro, si inginocchia; ma proprio mentre il PADRE sta per porgli in capo l’Elmo, si ricorda del pegno, lo prende da sotto la tunica e lo consegna a SANCHO, indicandogli che deve essere attaccato all’Elmo prima che la cerimonia sia completa. SANCHO esegue e riconsegna l’Elmo al PADRE che può così completare la cerimonia alla presenza degli sbalorditi MULATTIERI, dell’incredulo BARBIERE e dell’eccellente assistenza di SANCHO)

DON QUIXOTE (canta)

Tu, Elmo d’Oro di Mambrino,

Le tue eroiche imprese, il mondo non dimenticherà;

Ora Don Quixote de La Mancha

A magna gloria ancora ti riporterà!

Elmo…


DON QUIXOTE

…d’Oro di Mambrino

Non esiste

Copricapo par tuo!

Tu ed io, ora,

Anzi ch’io muoia, ora,

Scriveremo la Storia a lettere d’Oro!

TUTTI

…d’Oro di Mambrino

Non esiste

Copricapo par tuo!

Tu e lui, ora,

Noi possiamo vedere, ora

Scrivere la Storia a lettere d’Oro!


(SANCHO lentamente trascina lo sbalordito BARBIERE lontano da QUIXOTE mentre uno dei MULATTIERI, singhiozzando in modo incontrollabile, alla presenza degli sbalorditi compagni è trasportato fuori. Anche il PADRE e CARRASCO, rinunciando apparentemente alla loro missione, escono . Le luci si abbassano. Entra il LOCANDIERE)

LOCANDIERE (Sorpreso di trovare QUIXOTE solo) I vostri amici sono partiti?

DON QUIXOTE (Ancora in ginocchio, voltandosi) Signor castellano, vorrei farvi una confessione.

LOCANDIERE A me?

DON QUIXOTE Vorrei confessare che non sono mai stato realmente ordinato cavaliere.

LOCANDIERE Oh, questo è un peccato!

DON QUIXOTE Ciò nondimeno, mio Signore, ho molte buone qualità. Sono onesto, cortese, coraggioso, generoso, affabile e paziente.

LOCANDIERE (Prudente) Si…queste sono le qualità necessarie.

DON QUIXOTE Perciò chiedo di accordarmi un favore.

LOCANDIERE Qualsiasi cosa, purché ragionevole.

DON QUIXOTE Questa notte vorrei vegliare le armi nella cappella del vostro castello, e all’alba ricevere dalle vostre mani l’investitura a cavaliere.

LOCANDIERE Hmm. C’è una piccola difficoltà. Non c’è la cappella.

DON QUIXOTE Cosa?

LOCANDIERE (Rapidamente) Cioè, la stanno restaurando. Ma non vorreste fare la vostra veglia in qualche altro posto…?

DON QUIXOTE (Un felice pensiero) Qui, nella corte. Sotto le stelle…!

LOCANDIERE Bene! All’alba sarete ordinato cavaliere.

DON QUIXOTE Vi ringrazio.

LOCANDIERE Ora volete qualcosa per cena?

DON QUIXOTE Cena? Prima della veglia? Giammai, mio Signore. Questa notte devo digiunare e preparare il mio spirito.

(Lui e il LOCANDIERE escono separatamente. Le luci si alzano sul PADRE e CARRASCO)

PADRE Le cose sono due: o è il pazzo più saggio, o il saggio più pazzo della storia.

CARRASCO È pazzo.

PADRE Be’, in ogni caso abbiamo fallito.

CARRASCO (Ermetico) Non necessariamente. Conosciamo la malattia, ora dobbiamo trovare la cura (Esce).

PADRE (Riflettendo un momento) La cura. Forse non sarà peggiore della malattia.

(Musica: mentre egli canta, si vedranno a mezza luce QUIXOTE, che reverenzialmente attacca il pegno al suo elmo; e ALDONZA che, in cucina, studia con un misto di emozioni la missiva che non può leggere)

Ad ognuno la sua Dulcinea,

Alla quale solo lui può dare un nome…

Ad ognuno un luogo segreto in cui nascondersi

Nel quale poter trovare l’indimenticabile volto

E accendere la segreta fiamma.

Perché con la sua Dulcinea

Accanto a se

Un uomo può fare davvero qualsiasi cosa,

Volare più alto di un’aquila,

Tenere la luna nelle sue mani.

Eppure se costruisci la tua vita sui sogni

Ricorda che

Un uomo con la luna nelle sue mani,

Non ha niente di niente.

Non esiste alcuna Dulcinea,

Lei è fatta solo di fuoco e aria,

E la vita può ancora sembrare piacevole

Se ogni uomo può tessere un sogno

Che lo strappi dalla disperazione.

(Le luci si spengono sul PADRE ed egli esce.

La musica riprende con un altro motivo mentre le luci illuminano il cortile come in una notte di luna piena. QUIXOTE sta ora camminando avanti e indietro con la lancia in mano, vigilando la sua armatura)

DON QUIXOTE (Fermandosi) Ora devo considerare come i savi del futuro descriveranno questa storica notte. (Si mette in posa) Quando ormai il sole si fu ritirato nel suo giaciglio, oscurando i cancelli ed i balconi de La Mancha, Don Quixote, con misurato passo e nobile espressione, tenne veglia nella corte di un nobile castello. (Ascolta il pomposo eco della sua voce e china il capo, vergognandosi) Ah, artefice di vuote vanterie. Scegliere questa notte per cedere alla vanità. No, Don Quixote, fai un profondo respiro vitale e considera qual è il tuo dovere.

(Si inginocchia)

Ricorda che niente è tuo, tranne la tua anima.

Ama non ciò che sei, ma solo ciò che puoi compiere.

Non aspirare al piacere, perché potresti anche avere la sventura di raggiungerlo.

Guarda sempre avanti; i nidi dell’anno scorso sono vuoti, ormai, quest’anno.

(ALDONZA entra nel cortile per raggiungere PEDRO. Si ferma vedendo QUIXOTE e ascolta)

Vivi nella visione di colei per la quale si compiono grandi imprese… il cui nome è Dulcinea.

ALDONZA Perché mi chiami così?

DON QUIXOTE (Apre gli occhi) Mia Signora!

ALDONZA Oh, alzati da lì. Alzati! (QUIXOTE si alza con venerazione) Perché mi chiami con quel nome?

DON QUIXOTE Perché è il vostro.

ALDONZA Il mio nome è Aldonza!

DON QUIXOTE (Scuote la testa con rispetto) Io vi conosco, mia Signora.

ALDONZA Il mio nome è Aldonza e penso che tu non mi conosca affatto.

DON QUIXOTE Tutta la mia vita vi ho conosciuto. La vostra virtù. La nobiltà del vostro spirito.

ALDONZA (Ride sprezzante, togliendosi con foga lo scialle dal capo) Dai un’altra occhiata.

DON QUIXOTE (Gentilmente) Vi ho già vista nel mio cuore.

ALDONZA Il tuo cuore sa molto poco delle donne.

DON QUIXOTE Esso sa tutto, mia Signora. La donna è l’anima dell’uomo. Il fulgore che illumina la sua strada. La donna è… la gloria!

ALDONZA (Tenta di mascherare l’esitazione) Cosa vuoi da me?

DON QUIXOTE Nulla.

ALDONZA Menzogne!

DON QUIXOTE (Chinando il capo) Merito il vostro rimprovero. Io chiedo alla mia Signora…

ALDONZA Ora ci siamo.

DON QUIXOTE …che possa tenerla nel mio cuore. Che possa dedicarle ogni vittoria e invocarla nella sconfitta. E se dovesse costarmi la vita, che possa sacrificarla nel sacro nome di Dulcinea.

ALDONZA (Si avvolge lo scialle intorno alle spalle e va via scossa) Devo andare…Pedro mi sta aspettando. (Si ferma. Veemente) Perché fai queste cose?

DON QUIXOTE Quali cose, mia Signora?

ALDONZA Queste ridicole…le cose che fai!

DON QUIXOTE Io combatto un mondo di ferro per farne un mondo d’oro.

ALDONZA Il mondo è un mucchio di letame e noi siamo i vermi che vi strisciano dentro.

DON QUIXOTE La mia Signora dovrebbe guardare meglio nel suo cuore.

ALDONZA Quello che c’è nel mio cuore mi porterà all’inferno soltanto. E tu, Señor Don Quixote, andrai incontro ad una bella dose di legnate!

DON QUIXOTE Vinca o perda non avrà importanza.

ALDONZA Cosa ha importanza?

DON QUIXOTE Solamente che io prosegua la mia Ricerca.

ALDONZA (Sputa con disprezzo) Questo per la tua ricerca. (Si gira, si allontana poi si ferma. Musica: molto piano mentre lei torna indietro) Cosa significa, ricerca?

DON QUIXOTE La missione di ogni vero cavaliere…il suo dovere - no, il suo privilegio! (Canta)

Sognare un sogno impossibile,

Combattere un nemico invincibile,

Sopportare un insopportabile dolore,

Andare dove i prodi non osano.

Riparare irreparabili torti,

Amare con purezza e castità a distanza,

Tentare, anche quando le tue braccia sono troppo stanche,

Di afferrare l’irraggiungibile stella.

Questa è la mia Ricerca, seguire quella stella,

Non importa se senza speranza,

Non importa se troppo lontana,

Combattere per la giustizia senza domande o soste,

Essere disposti a marciare all’inferno per raggiungere ilparadiso!

E io so che se proseguirò fedelmente questa gloriosa Ricerca,

Questo mio cuore avrà pace e serenità quando giacerò

nell’Eterno Riposo.

E il mondo sarà migliore per questo,

Perché un piccolo uomo schernito e pieno di cicatrici,

Si sforzerà, con la sua ultima oncia di coraggio,

Di afferrare l’irraggiungibile stella!

ALDONZA (Ancora in silenzio, lo implora improvvisamente) Una volta, solo una volta, vuoi vedermi come realmente sono?

DON QUIXOTE (Abbassando i suoi occhi per fissarli in quelli di lei) Io vedo bellezza. Purezza. Io vedo la donna che ogni uomo tiene in segreto dentro di se, Dulcinea.

(ALDONZA piange di un’inesprimibile disperazione. Cerca di fuggire al fermo sguardo di QUIXOTE scuotendo il capo. Si volta e corre, ansimando, quando si scontra con PEDRO che si è avvicinato inosservato. Egli l’afferra con furia)

PEDRO Ti fa piacere farti aspettare?

ALDONZA Io non…io non voglio…

PEDRO (Con feroce derisione) Mia Signora. Mia principessa! (La schiaffeggia facendola rotolare a terra)

DON QUIXOTE (In un ruggito oltraggiato) Mostro!

PEDRO Stai lontano!

DON QUIXOTE (Avvicinandosi) Tu osi colpire una donna?!

PEDRO Stai indietro o ti spacco quella testa vuota!

DON QIXOTE Oh tu, cuore di pietra e budella di sughero! Ora ti punirò per il tuo tradimento!

PEDRO Ti avverto – ahi-a-aa! (QUIXOTE colpisce con la lancia la testa di PEDRO, atterrandolo. Sottofondo musicale. PEDRO si lamenta) Oh-h-h, sono morto! (Con un urlo si rialza) Josè, Tenorio! Mulattieri!

(I MULATTIERI vengono correndo. ALDONZA indietreggia e cerca riparo dietro l’abbeveratoio. SANCHO viene correndo dalla locanda)

DON QUIXOTE (Fronteggiando i rinforzi) Fatevi sotto. Don Quixote sconfiggerà interi eserciti!

PEDRO Attenti alla lancia!

ALDONZA (Venendo fuori) Lasciatelo stare!

PEDRO Torna indietro, puttana!

ALDONZA Ho detto di lasciarlo stare! Vale quanto mille di voi!

PEDRO (La veemenza di lei lo distrae da QUIXOTE) Ne vuoi anche tu, eh?

(Vacilla verso di lei. ALDONZA afferra la spada di QUIXOTE dall’abbeveratoio la fa roteare e colpisce di piatto PEDRO, scaraventandolo all’altra estremità della scena. La musica sale al massimo quando QUIXOTE si getta ancora nella lotta. La battaglia assume movenze comiche. QUIXOTE brandisce la lancia, ALDONZA fa roteare la spada colpendo di piatto e SANCHO cerca di rendersi utile ad entrambi. La battaglia infuria e, finalmente, i MULATTIERI, con strepiti e gemiti di dolore, sono messi fuori combattimento – La musica cessa)

DON QUIXOTE (Ansimante ma felice) Vittoria!

SANCHO Vittoria!

ALDONZA (Brandendo la spada) Vittoria!

(Il LOCANDIERE, destato dal suo sonno si precipita fuori in camicia e berretto da notte)

LOCANDIERE Cos’è questo? Tutto questo rumore…! (Vede i MULATTIERI, gementi, che giacciono ammucchiati l’uno sull’altro e ne è inorridito) Oh! Oh! Che cosa orribile…!

ALDONZA Che cosa gloriosa!

DON QUIXOTE (Ansimando) Signor castellano, ho l’onore di informarvi che il diritto ha trionfato. (Crolla a terra)

SANCHO (Precipitandosi su di lui) Vostra Grazia! Siete ferito?

DON QUIXOTE No…un po’ di debolezza…

ALDONZA Oh, è ferito!

(Lascia cadere la spada e corre ad aiutarlo. MARIA, spaventata, corre fuori in camicia da notte)

MARIA Che succede? (Vede QUIXOTE) Il matto! Lo sapevo!

LOCANDIERE Vai a prendere delle bende! Corri!

ALDONZA (Fa delle bende lacerando la sottoveste) Povero guerriero…

MARIA (Acida) Povero lunatico!

LOCANDIERE Torna a letto, Maria.

MARIA Stai in guardia, non si sa mai che può combinare!

LOCANDIERE Vai a letto!

(MARIA esce sprezzante e il LOCANDIERE tira fuori del pozzo uno dei MULATTIERI. QUIXOTE si agita e si lamenta)

SANCHO Sta rinvenendo!

DON QUIXOTE (Apre gli occhi e guarda ALDONZA. Debole ma con gioia) Ah…possa io sempre svegliarmi con questa visione!

ALDONZA Non muoverti.

SANCHO Devo dire, Vostra Grazia, che abbiamo fatto un bel lavoro.

DON QUIXOTE Li abbiamo sconfitti. È vero?

ALDONZA Aha! Questi bastardi cammineranno piegati in due per una settimana!

DON QUIXOTE (Afflitto) Mia Signora, non sta bene gioire dell’altrui sfortuna.

ALDONZA Che marciscano all’inferno!

(Ora anche l’ultimo dei MULATTIERI è stato portato fuori del cortile)

LOCANDIERE (Agitato a QUIXOTE) Signore, sono un uomo tranquillo e pacifico. Per favore, signor Cavaliere – non vorrei sembrare inospitale – ma devo chiedervi di partire appena ne sarete in grado.

DON QUIXOTE (Con dignità) Sono costernato di aver offeso la dignità del vostro castello e vi giuro che partirò alle prime luci del giorno. Ma prima, Signore, devo ricordarvi la promessa che mi faceste.

LOCANDIERE Promessa?

DON QUIXOTE È vero, non albeggia ancora, ma io ho tenuto vigilia e cimentato me stesso in combattimento. Perciò vi imploro, ordinatemi cavaliere.

LOCANDIERE (Ricordando) Oh-h. Certamente. Leviamocelo subito.

DON QUIXOTE (A SANCHO) Sei così gentile da prendere la mia spada? (Con calore ad ALDONZA) Signora, non posso esprimervi la gioia che mi dà il fatto che questa cerimonia avvenga in vostra presenza.

ALDONZA (Mentre lui si inchina) State attento, ora!

DON QUIXOTE È il solenne momento in cui potrò consacrare la mia vocazione.

(SANCHO consegna la spada di QUIXOTE al LOCANDIERE)

LOCANDIERE (Maneggia la spada con circospezione) Siete pronto?

DON QUIXOTE Lo sono.

LOCANDIERE Molto bene, allora. Inginocchiatevi. (La musica inizia mentre QUIXOTE, con ALDONZA e SANCHO che assistono dall’altro lato, si inginocchia. Il LOCANDIERE intona)

Don Quixote de La Mancha!

Con questo, vi ordino cavaliere.

(Lo tocca con la spada su entrambe le spalle, quindi ridà la spada a SANCHO e si gira per uscire)

DON QUIXOTE (Mentre la musica continua) Sua Signoria.

LOCANDIERE Non ho fatto bene.

DON QUIXOTE (Umile) Se vostra Signoria volesse far menzione delle imprese da me compiute per meritare questo onore…?

LOCANDIERE Oh…naturalmente. (Riprende la spada dalle mani di SANCHO e intona)

Don Quixote de La Mancha,

Avendo in questo giorno misurato te stesso

In glorioso e terribile combattimento

E con la mia autorità di Signore di questo castello,

Io ti investo cavaliere!

(Dà la spada a SANCHO e ancora si appresta ad andarsene)

DON QUIXOTE Vostra Signoria…

LOCANDIERE (Si ferma ancora) Qualcos’altro?

(Questa volta SANCHO gli riconsegna subito la spada)

DON QUIXOTE È uso assegnare al novello cavaliere un ulteriore nome. Se Vostra Grazia potesse ideare tale nome per me…?

LOCANDIERE Hmmm. (Egli riflette un momento guardando il suo volto distrutto. Gli viene l’ispirazione e canta)

Salute, Cavaliere dalla Triste Figura,

Cavaliere dalla Triste Figura!

Ovunque tu andrai,

Le genti conosceranno

Le gloriose imprese del Cavaliere dalla Triste Figura!

Addio e buona fortuna, oh mio valoroso cavaliere,

Cavalca verso gloriose contese.

Giuro che quando sarai andato, avrò di te un buon ricordo

Per tutto il resto della mia vita!

Salute, Cavaliere dalla Triste Figura,

Cavaliere dalla Triste Figura!

Ovunque tu vada,

Fronteggia il nemico,

Sgomento alla vista del Cavaliere dalla Triste Figura!

Oh valoroso cavaliere, va e combatti per il diritto,

E dà battaglia a tutti i malvagi.

Ma quando lo farai, qualunque cosa ti accada,

Ringrazio Dio che non sarò lì a vedere!

LOCANDIERE, ALDONZA e SANCHO

Salute, Cavaliere dalla Triste Figura!

Cavaliere dalla Triste Figura!

Ovunque tu vada

Le genti conosceranno

Le gloriose imprese del Cavaliere dalla Triste Figura!

DON QUIXOTE (Estasiato) Vi ringrazio.

LOCANDIERE (Consegnando la spada a SANCHO) Ora, Signor Cavaliere, me ne vado a letto e vi consiglio di fare lo stesso. (Esce)

DON QUIXOTE (Ancora in ginocchio; rapito) Cavaliere dalla Triste Figura…

ALDONZA (Commossa) È un bellissimo nome.

SANCHO Venite, Vostra Grazia, vi porto a letto.

DON QIXOTE Non ancora.. Ho ancora un debito con i miei nemici.

ALDONZA Quel conto è stato pagato!

DON QUIXOTE No, mia Signora. Devo rialzarli e curare le loro ferite.

ALDONZA (Stupefatta) Cosa?

DON QUIXOTE La nobiltà lo impone.

ALDONZA Lo impone?

DON QUIXOTE Si, mia Signora. Perciò prenderò queste…

ALDONZA (Afferra saldamente le bende) No, non tu. Lo farò io. Io li curerò.

DON QUIXOTE Ma…

ALDONZA (Semplicemente) Erano anche miei nemici.

DON QUIXOTE (Con emozione) Oh, Benedetta…!

SANCHO (Aiutando QUIXOTE) Andiamo, Vostra Grazia.

DON QIXOTE (Quando lei esce) Benedetta. Oh, Benedetta…!

(Le luci cambiano mentre ALDONZA entra nella locanda. I MULATTIERI giacciono per la stanza lamentandosi e leccandosi le ferite. PEDRO alza la testa nel vederla entrare)

PEDRO (Con un ringhio) Cosa pensi di fare?

ALDONZA (Prosaica) Ho intenzione di curare le vostre ferite.

PEDRO Tu…cosa?

ALDONZA La nobiltà lo impone. (Si inginocchia accanto a JOSÈ) Voltati, capra sifilitica.

(Come ALDONZA si china su di lui, lo sguardo di JOSÈ si accende come quello di un gatto alla vista del topo. Con un urlo la afferra, come per un segnale anche gli altri si avventano su di lei. La musica è una sarcastica versione di “Uccellino”; mentre con metodica, ritualistica brutalità, in una coreografica messa in scena, i MULATTIERI legano, imbavagliano, picchiano e brutalizzano ALDONZA. Lei combatte come può una lotta senza speranza, cedendo alla fine, stremata. FERMINA entra e vede con sadica soddisfazione l’umiliazione di ALDONZA. Finalmente PEDRO, rendendosi conto dello stato d’incoscienza di ALDONZA, fa segno agli altri di fermarsi. JOSÈ se la carica sulle spalle e i MULATTIERI escono portandosela con loro. A questo punto le luci si alzano su QUIXOTE e SANCHO in un altro punto della scena)

DON QUIXOTE (Rapito) Oh Sancho, come invidio i miei nemici.

SANCHO Invidiate?

DON QUIXOTE Perché conosceranno il tocco medicamentoso della mia dama Dulcinea! (Con sguardo estatico) Questi eventi ti servano di lezione, Sancho. Il trionfo della nobiltà. La virtù prevale sempre. Ora, nel momento della vittoria, io confermo il giuramento del mio ruolo di cavaliere. Per tutta la vita, questo io giuro. (Canta)

Sognare un sogno impossibile,

Combattere un nemico invincibile,

Sopportare un insopportabile dolore,

Andare dove i prodi non osano.

(Lontano, debolmente all’inizio, poi più forte, si ode il “Tema dell’Inquisizione”. QUIXOTE barcolla; cade il silenzio. CERVANTES uscito dal ruolo di QUIXOTE avanza mentre il volume della musica sale e la scena ritorna ad esser prigione. I PRIGIONIERI sono immobili in ascolto)

CERVANTES (Incerto) Questo suono…?

GOVERNATORE Gli uomini dell’Inquisizione.

CERVANTES Cosa significa?

1° PRIGIONIERO Vengono a prendere qualcuno.

2° PRIGIONIERO Lo trascineranno fuori per interrogarlo.

3° PRIGIONIERO E di certo finirà sul rogo.

IL DUCA È molto probabile. Allora, Cervantes? Non avrai paura?

(CERVANTES scuote la testa in silenzio. Il DUCA: beffardo) Dov’è il tuo coraggio? O anche quello è nella tua immaginazione? (CERVANTES indietreggia, il DUCA lo segue inesorabile) Non puoi fuggire, Cervantes. Questo sta succedendo sul serio. Non al tuo prode uomo de La Mancha, ma a te. Forza, Cervantes, chiamalo. Fatti difendere da lui. Digli che ti salvi, se gli riesce, da questo!

(Sulla scale appaiono gli UOMINI DELL’INQUISIZIONE. Sono incappucciati, di aspetto spaventoso. CERVANTES è paralizzato dalla paura, solo i suoi occhi si muovono, seguendoli mentre discendono nella prigione. Mentre gli UOMINI si avvicinano a CERVANTES, le GUARDIE aprono la botola, tirano fuori un PRIGIONIERO e lo trascinano per le scale. CERVANTES crolla su una panca. Il “Tema dell’Inquisizione” si affievolisce mentre la scala si ritira. Il GOVERNATORE schiocca le dita e un PRIGIONIERO versa un po’ di vino e lo porge a CERVANTES che lo prende con mani tremanti e lo beve velocemente)

GOVERNATORE Meglio?

CERVANTES (Debolmente) Grazie…

GOVERNATORE Bene, allora vai avanti con la tua difesa!

CERVANTES Se posso riposare un momento…

IL DUCA (Con tollerante disprezzo) Questa La Mancha, cos’è?

GOVERNATORE Un posto vuoto. Grandi, sterminate pianure.

1° PRIGIONIERO Un deserto.

GOVERNATORE Una terra desolata.

IL DUCA Che apparentemente genera lunatici.

CERVANTES Io direi piuttosto…uomini pieni di illusioni.

IL DUCA È la stessa cosa. Perché voi poeti siete così affascinati dai pazzi?

CERVANTES Suppongo…che abbiamo molto in comune.

IL DUCA Entrambi voltate le spalle alla vita.

CERVANTES Entrambi scegliamo dalla vita ciò che ci piace.

IL DUCA Un uomo deve accettare la vita così com’è!

CERVANTES Ho vissuto quasi cinquant’anni e ho visto la vita così com’è. Dolore, miseria, fame…crudeltà inconcepibili. Ho ascoltato canzoni nelle taverne e lamenti provenienti da mucchi di immondizia per le strade. Sono stato soldato e ho visto i miei compagni cadere in battaglia o morire più lentamente sotto la frusta, in Africa. Li ho tenuti fra le mie braccia nel momento del trapasso. Quelli erano uomini che vedevano la vita così com’è, eppure sono morti disperati. Senza gloria, senza parole di coraggio. Solo i loro occhi pieni di turbamento che chiedevano «Perché?». Io non credo che chiedessero perché stavano morendo ma perché avevano vissuto. (Si alza e attraverso le successive battute torna ad essere QUIXOTE. La musica sottolinea il momento, mentre ha inizio il cambio di scena) Quando la vita stessa sembra folle, chi può dire la pazzia dov’è? Forse essere troppo pratici è pazzia. Arrendersi ai sogni, questa può essere pazzia. Cercare tesori dove c’è solo sudiciume. Troppa saggezza può essere pazzia. E più pazzo di tutti, vedere la vita non come dovrebbe essere, ma così com’è.

(La musica - “Sono io, Don Quixote” – prima in sottofondo, è ora più forte. CERVANTES è isolato al centro di un fascio di luce; appare il «cavallo». Cambio luci.)

DON QUIXOTE (Canta)

Sono io, Don Quixote,

Signor de La Mancha,

Distruttore dei malvagi, son’io.

E marcerò al suono di squilli di gloria,

Per sempre conquistare o morire.

SANCHO Io non capisco.

DON QUIXOTE Cosa, amico mio?

SANCHO Perché siete così allegro. Prima trovate la vostra dama, poi la perdete.

DON QUIXOTE Non l’ho persa!

SANCHO Be’, è fuggita con quei mulattieri…

DON QUIXOTE Ah, certamente con alti propositi.

SANCHO Alti propositi con tipi del genere?

DON QUIXOTE Sancho, Sancho, i tuoi occhi vedono sempre il male in preferenza del bene.

SANCHO (Caparbiamente) Non è colpa dei miei occhi; non fanno loro il mondo, lo vedono solamente. (Appare una banda di MORI) Ad ogni modo c’è qualcosa nei miei occhi che mi permette di vedere le cose come stanno realmente. Mori! Dobbiamo fare una deviazione, Vostra Grazia, o avremo un bel misero destino, non potete negarlo.

DON QUIXOTE Ti stai ancora facendo ingannare dalla tua rozza mente.

SANCHO Non sono ladri e assassini?

DON QUIXOTE Non condannarli prima di conoscerli. (Una RAGAZZA MORA viene ancheggiando verso di loro) Sh-h-h- una innocente giovane si appropinqua. (La ragazza danza con lascivia mentre il suo ruffiano la incoraggia con lamento nasale) Incantevole!

SANCHO (Protesta) Ma è una sgualdrina e lui…lui non è altro che un…!

DON QUIXOTE Basta con questi sporchi sospetti! Non capisci cosa ci stanno dicendo? Questi sono fratello e sorella, progenie di un nobile capo africano, Sidi-ben-Mali. (La ragazza si avvicina a QUIXOTE) Dolce vergine, che desideri?

SANCHO Io credo di sapere cosa vuole!

(La RAGAZZA afferra la mano di QUIXOTE e la preme sul suo seno destro)

DON QUIXOTE Ella desidera farmi sentire il battito del suo cuore. E così, nella sua innocenza, ella ignora addirittura dov’esso sia.

(La RAGAZZA afferra l’altra mano di QUIXOTE e la preme sul suo seno sinistro)

SANCHO (Cinico) E persino quanti ne ha!

(I MORI danzano e gemono. Il RUFFIANO gnaula battendosi il petto)

DON QUIXOTE (Ascoltando con gravità) Proprio come supponevo.

SANCHO Cosa sta dicendo?

DON QUIXOTE Una storia molto dolorosa. Il nobile Sid-ben-Mali è stato preso prigioniero e ancor oggi langue in una prigione a non più di cinque leghe da qui. Mentre questi suoi fedeli familiari e servitori attraversano queste contrade nella speranza di racimolare un riscatto. (La RAGAZZA danza mettendosi una moneta sulla fronte) Vedi, Sancho, come sono bizzarri i costumi di questi Africani! In questa affascinante maniera, ci chiedono un contributo alla loro causa.

SANCHO Non fatelo!

DON QUIXOTE (Incredulo) Vorresti ignorare un cavaliere in pericolo? Qui, dolce vergine, con tutto il mio cuore. (Getta del denaro alla RAGAZZA e agli altri MORI colgono l’opportunità per sottrarre la sua borsa con i soldi e gli altri bagagli. QUIXOTE continua nel frattempo a parlare a SANCHO) Vergogna su di te, Sancho-riluttante_cristiano! Vergogna su di te per sì indegna avarizia! Vergogna su di te per sì piccolo cuore di paesana grettezza! Vergogna su di te, Sancho, mille volte vergogna! ( SANCHO sopraffatto dal rimprovero, lancia una moneta nell’Elmo d’Oro di QUIXOTE che la giovane ha ora in suo possesso) Ah Sancho, lo sapevo, lo sapevo che il tuo cuore era buono! (I MORI danzano selvaggiamente) Quale ispirazione nella loro gratitudine!

(QUIXOTE e SANCHO si uniscono alla danza; i MORI rubano ogni cosa in vista inclusi i «cavalli». QUIXOTE e SACNHO crollano, finalmente esausti ma felici. Mentre si rendono conto con sgomento di cosa è successo, le luci si spengono su di loro per illuminare il cortile della locanda. Il LOCANDIERE, canticchiando, attraversa il cortile. Fuori scena si ode lo strepitio del corno di SANCHO. Egli si ferma e gira il viso pensieroso verso il portone. MARIA esce rumorosamente dalla locanda)

MARIA (Con un grido) Non aprire il portone. Non lasciarlo entrare!

LOCANDIERE È il macellaio. Non ricordi, lo aspettavamo ieri.

MARIA No, no. Non aprire!

(Il LOCANDIERE va al portone mentre entrano in scena QUIXOTE e SANCHO sostenendosi l’un l’altro. MARIA grida e corre via)

LOCANDIERE Di nuovo! (Cerca di sbarrare loro la strada) Questo posto è chiuso. In questo castello sono tutti via per affari!

DON QUIXOTE (Con voce flebile ma ferma) Come, Signore? Non riconoscete il diritto d’asilo?

LOCANDIERE Sono dispiaciuto, ma…

DON QUIXOTE E ad un cavaliere ordinato proprio dalla vostra mano!

LOCANDIERE (Incerto) Non mi sembra giusto…

DON QUIXOTE Non certo per le regole cavalleresche!

(Il LOCANDIERE, cedendo con un sospiro, li fa entrare. QUIXOTE e SANCHO avanzano nel cortile con passo malfermo – doloranti e male in arnese)

LOCANDIERE Sono stati i mulattieri?

SANCHO (Con voce sorda) Mori. Hanno rubato il nostro denaro.

DON QUIXOTE È finita, Sancho.

SANCHO Hanno rubato i nostri animali.

DON QUIXOTE Devi battere sempre sullo stesso tasto?

SANCHO Hanno rubato tutto quello che possedevamo.

LOCANDIERE (Con pietà) Perché non dichiarate una tregua?

DON QUIXOTE E permettere che la malvagità si diffonda?

LOCANDIERE Temo che la malvagità vesta un’armatura molto robusta.

(Dal fondo, non vista dai tre, entra ALDONZA)

DON QUIXOTE (Eccitato) E per questo vorreste che mi arrendessi? Oh no, lasciate che l’uomo sia abbattuto mille volte e mille volte risorgerà per combattere ancora. L’Incantatore può sovvertirne l’esito, ma l’impresa resterà sublime!

ALDONZA (Amara) Menzogne. Follia e menzogne.

LOCANDIERE (Inorridito dalle sue contusioni e dai suoi abiti a brandelli) Aldonza! Cosa ti è successo?

ALDONZA Chiedilo a lui.

MARIA (Chiamandola mentre esce) Maria! Maria!

DON QUIXOTE (Alzandosi inorridito) Punirò gli autori di questo crimine.

ALDONZA Crimine! Sai qual è il crimine peggiore di tutti? Venire al mondo. Per questo saremo puniti per tutta la vita!

DON QIXOTE Dulcinea…

ALDONZA Adesso basta! Vattene in manicomio. Farnetica di nobiltà dove nessuno può sentirti!

DON QUIXOTE Mia Signora…

ALDONZA (Appassionata) Io non sono la tua Signora. Io non sono nessun genere di Signora! (Canta)

Sono stata generata in un fosso da una madre che mi ha

abbandonato là

Nuda, infreddolita e troppo affamata per piangere;

Non l’ho mai incolpata, sono sicura che mi ha lasciata sperando

Che avessi il buon senso di morire!

Poi, naturalmente, c’è mio padre – dicono che

Le fanciulle indichino i loro padri con innocente orgoglio;

Il mio era di chissà quale reggimento, fermatosi qui per un’ora;

Naturalmente sono diventata come si conviene alla miadelicata nascita,

La più trascurata sposa della faccia della terra!

DON QUIXOTE E ancora tu sei la mia dama!

ALDONZA E ancora mi tormenti! Dama! Che tipo di dama dovrei essere? (Canta)

Una dama ha arie modeste e verginali

E una virtù che sospetto proprio non avere;

È duro ricordare quelle arie verginali

Nella laida stalla alle tue spalle.

Non vuoi guardarmi, guardami, Dio, non vuoi guardarmi,

Guarda la sgualdrina di cucina che puzza di sudore!

Nata in un letamaio, per morire in un letamaio,

Una puttana che gli uomini usano e gettano!

E se credi che in fondo sia proprio quella dolce verginella,

Metti una moneta nella mia mano e ti mostrerò volentieri ilresto!

DON QUIXOTE (Con tenerezza) Non negate più, voi siete Dulcinea.

ALDONZA (Sempre più freneticamente) Apri gli occhi e guardami come sono realmente. (Canta)

Tu mi hai mostrato il cielo, ma cosa di buono può esserci incielo

Per una creatura che non ha fatto mai niente di meglio chestrisciare?

Di tutti gli spietati bastardi che mi hanno tormentata epicchiata,

Tu sei il più crudele di tutti!

Non riesci a vedere cosa mi hanno fatto le tue dolci follie?

Mi hanno rubato la rabbia e dato la disperazione!

La tenerezza non posso sopportarla!

Ti prego, non torturarmi più con il tuo “Amabile Dulcinea”!

Io non sono nessuno! Io non sono niente Io sono soloAldonza la puttana!

DON QUIXOTE Ora e per sempre voi siete la mia dama Dulcinea!

ALDONZA (Con un grido) No-o-o!

(Lei si accascia dispera. QUIXOTE le si avvicina compassionevole ma improvvisamente, da fuori, si odono squilli di tromba. Stridenti, marziali, sinistri. SANCHO corre a vedere poi si allontana sconvolto da quello che ha visto)

SANCHO (Soffocato dalla paura) Padrone…!

(La musica continua mentre i cancelli si aprono. Entra uno strano corteo; attendenti in divisa, precedono un CAVALIERE alto e terrificante in una fantasiosa armatura. Egli veste una cotta in maglia di ferro sulla quale sono montati piccoli specchi che scintillano e abbagliano la vista. In testa, un elmo gli copre completamente il viso, solo gli occhi sono visibili attraverso una fenditura. Dalla cima dell’elmo spuntano grandi piume che accentuano l’impressione di una statura già notevole. Nelle sue mani, una nuda e scintillante spada. La musica si ferma contemporaneamente al corteo)

CAVALIERE (La sua voce è severa e squillante) È qui colui che si fa chiamare Don Quixote de La Mancha? Se è qui e non ha paura di mostrarsi, si faccia avanti!

DON QUIXOTE (A distanza, tremante) Io sono Don Quixote, Cavaliere dalla Triste Figura.

CAVALIERE (Con voce amplificata dall’elmo) Ora ascoltami, tu ciarlatano! Tu non sei cavaliere ma uno sciocco millantatore. Le tue simulazioni sono infantili imitazioni e i tuoi sporchi principi, io li schiaccio sotto i miei piedi!

DON QUIXOTE (Tremando di rabbia) Oh, falso cavaliere! Villano! Prima che io ti castighi, dimmi il tuo nome.

CAVALIERE Lo saprai a tempo debito.

DON QUIXOTE Dimmi allora perché mi hai cercato e scovato!

CAVALIRE (Ironico) Tu mi hai chiamato, Don Quixote. Tu mi hai ingiuriato e minacciato.

DON QUIXOTE L’Incantatore! (Un gemito di SANCHO. La musica di sottofondo è il “Tema dell’Incantatore”. QUIXOTE si strappa il guanto sinistro e lo getta ai piedi del CAVALIERE) Mira ai tuoi piedi il guanto di sfida!

SANCHO (Angosciato) Padrone, no!

(Corre a prendere il guanto ma il CAVALIERE lo ha infilzato con la spada)

CAVALIERE (Con improvvisa freddezza) Quali i termini della tenzone?

DON QUIXOTE A te la scelta!

CAVALIERE Molto bene. Se sarai battuto perderai la libertà e dovrai obbedire ad ogni mio comando. (QUIXOTE assente inchinandosi) E le tue condizioni?

DON QIXOTE Se sarai vivo, ti inginocchierai e chiederai mercede alla mia dama Dulcinea.

CAVALIERE (Ironico) Dove troverò questa dama?

DON QUIXOTE Ella è qui.

(Il CAVALIERE gira gli occhi verso ALDONZA – i suoi abiti stracciati, il suo viso devastato – e con crudele derisione comincia a ridere)

CAVALIERE La tua dama…una gatta randagia!

DON QUIXOTE (Agitando la spada con furia) Mostro! Difenditi!

CAVALIERE (Facendo un passo indietro) Fermati! Tu hai chiesto il mio nome, Don Quixote. Ora lo saprai. Io sono chiamato il Cavaliere degli Specchi. (Musica: “Tema dell’Incantatore” mentre il CAVALIERE avanza tenendo di fronte a se il suo scudo. La superficie è acciaio lucido, uno specchio che acceca e disorienta QUIXOTE. Gli attendenti rivelano specchi similari. In coreografico andamento, QUIXOTE barcolla dall’uno all’altro, finendo per trovarsi sempre di fronte alla sua immagine)  Guarda, Don Quixote! Guarda nello specchio della realtà, guarda le cose come sono realmente. Guarda! Cosa vedi Don Quixote? Un valoroso cavaliere? Niente di tutto questo. Solo un vecchio farneticante! (QUIXOTE indietreggia dalla sua immagine solo per arrestarsi contro un’altra) Guarda! Cosa vedi? Un folle vestito per una mascherata. (Tentando di fuggire, QUIXOTE trova se stesso riflesso in un altro specchio) Guarda, Don Quixote! Vedi com’è la realtà? Guarda quel buffone! (QUIXOTE barcolla trovandosi circondato dagli specchi che si chiudono intorno a lui) Annega, Don Quixote! Annega nello specchio. Sprofonda – la mascherata è finita! (QUIXOTE crolla in ginocchio) Confessa! La tua dama è una sgualdrina e il tuo sogno, l’incubo di una mente malata!

DON QUIXOTE (Stordito e disperato) Io sono Don Quixote, Cavaliere errante de la Mancha…e la mia Signora è la dama Dulcinea. Io sono Don Quixote, cavaliere errante…e la mia Signora…la mia Signora…

(Sconfitto, in lacrime, si lascia cadere a terra)

CAVALIERE (Togliendosi l’elmo) È fatta!

SANCHO (Stupefatto) Vostra Grazia! È il Dottor Carrasco! È solo il Dottor Carrasco!

CARRASCO Perdonatemi Señor Quijana. Era l’unico modo.

(Le luci si abbassano su QUIXOTE raggomitolato sul pavimento. ALDONZA gli si avvicina con il volto distrutto dalla pietà e dalla perdita. Musica di sottofondo mentre le luci cambiano per tornare alla prigione e al CAPITANO dell’INQUISIZIONE in cima alle scale)

CAPITANO Cervantes! Cervantes! Preparati ad essere chiamato!

CERVANTES (Confuso) Da chi?

CAPITANO Dai Giudici dell’Inquisizione.

GOVERNATORE Capitano, fra quanto?

CAPITANO Presto! (Esce)

GOVERNATORE Ma non ancora. (A CERVANTES, con soddisfazione) Bene, hai il tempo di finire la storia.

CERVANTES Ma la storia è finita.

GOVERNATORE Cosa?

CERVANTES Almeno per quanto ne so.

GOVERNATORE Non penso che questo finale mi piaccia. (Un ringhio dai prigionieri) E non penso che piaccia neanche alla giuria.

IL DUCA Bene, allora deve essere condannato!

GOVERNATORE Miguel de Cervantes. La sentenza di questa corte…

CERVANTES (Panico) Aspettate!

GOVERNATORE A che scopo?

CERVANTES Se potessi avere un po’ più di tempo?

GOVERNATORE (Dopo un’occhiata ai PRIGIONIERI) Oh, io te lo concederò. Ma l’Inquisizione?

CERVANTES Qualche momento solo! Lasciatemi improvvisare…

(Schiocca le dita, indicando i PRIGIONIERI che devono recitare la scena seguente. Musica di sottofondo: una malinconica versione di “Io sto pensando solo a lui”, mentre la scena si trasforma nella camera da letto di Alonso Quijana. Le luci simulano il sole morente, rivelando il letto e il suo occupante: DON QUIXOTE. Gli occhi di QUIXOTE sono aperti ma persi nel nulla; finestre di una mente che si è ritratta in qualche posto segreto. C’è silenzio, tranne per la musica)

ANTONIA (Piano a CARRASCO) Puoi fare qualcosa?

PADRE (Con tenera comprensione) Temo che abbia più bisogno dei miei servizi, che dei suoi. (Muove lentamente la mano davanti allo sguardo vuoto di QUIXOTE) Dov’è mi domando? In quale oscura caverna della mente?

CARRASCO In accordo con le recenti teorie…

PADRE Dottore. Prego.

CARRASCO (Risentito) Non pensate che abbia ragione?

PADRE (Guardandolo) Si. C’è una contraddizione…

(SANCHO entra timidamente, cappello in mano)

ANTONIA Ancora tu?

CARRASCO Digli di andare via.

PADRE (Stancamente) Che danno può fare?

ANTONIA Si, ormai è già stato fatto! (Lo lascia passare a malincuore)

SANCHO (Inchinandosi al PADRE) Reverendo. (Diffidente) Posso parlargli?

PADRE Temo che non possa sentirti.

SANCHO Be’, non ho poi molto da dire.

CARRASCO E non fare menzione della cavalleria errante!

SANCHO No, naturalmente. Può uno parlare di corda in casa dell’impiccato? Oh, scusatemi, Vostra Grazia.

ANTONIA (Amara) Vostra Grazia.

SANCHO (Sedendosi sul letto) Solo poche parole… per sollevare il vostro cuore.

(Musica: canta)

Un piccolo pettegolezzo…una piccola chiacchierata…

Un ozioso parlare…di questo e di quello…

Gli racconterò tutti i guai che ho avuto

E poiché non mi può sentire non gli farà alcun male.

(A QUIXOTE)

Quando sono tornato a casa, mia moglie Teresa mi hapestato,

Ma quelle legnate erano meno forti del solito sul miogroppone.

Lei continuava a sprecare colpi e, piangendo dal profondo delcuore,

Mi ha detto che mentre ero via, aveva perso la mano!

(Parlando)

Naturalmente anch’io ho pestato lei, Vostra Grazia, ma lei è molto più forte di me e voi sapete come si dice – “Se il sasso colpisce la brocca o la brocca colpisce il sasso, è sempre la brocca ad avere la peggio”. Così io sono livido da qui a…

(Uno sguardo ammonitore del PADRE. Canta)

Un piccolo pettegolezzo…una piccola chiacchierata…

Un ozioso parlare…di questo e di quello…

E se nessuno ascolta, può essere un bene,

Così non sarò travolto da tutte le bugie che dico!

(Con tono cospiratorio a QUIXOTE)

Oh, non ho combattuto contro i mulini a vento in questi quindici giorni,

E le gioie semplici annoiano, ogni giorno.

Perché quando dormo, un drago con la sua fiammante linguabiforcuta

Sussurra, “Sancho, non mi faresti il piacere di uscire agiocare con me?”.

CARRASCO (Sentendosi provocato) È sufficiente.

SANCHO Perché? Cosa ho fatto?

CARRASCO Ti ho avvertito!

SANCHO Non ho fatto niente. Ho solo tentato di…

DON QUIXOTE (A mala pena udibile) Amico mio.

SANCHO (Premuroso, mentre tutti si girano trasalendo) Vostra Grazia ha detto qualcosa?

DON QUIXOTE Tu sei un piccolo, grasso piccione infarcito di proverbi.

SANCHO Si, Vostra Grazia, come stavo dicendo…

ANTONIA (Correndo verso QUIXOTE) Zio!

DON QUIXOTE Mia cara…(I suoi occhi vanno dall’uno all’altro) Buon giorno Padre, o è sera?

PADRE Alonso…

CARRASCO Come vi sentite, signore?

DON QUIXOTE Non tanto bene, amici miei.

CARRASCO Potete dire il vostro nome?

DON QUIXOTE (Sconcertato) Può un uomo non conoscere il proprio nome?

CARRASCO Se voleste dirlo…?

DON QUIXOTE (Sorpreso) Alonso Quijana. (CARRASCO dà un’occhiata trionfale agli altri) Padre…

PADRE Sono accanto a voi.

DON QUIXOTE Vorrei fare testamento.

PADRE Naturalmente. (Esce per prendere il necessario)

ANTONIA (Ansiosa, quando QUIXOTE chiude gli occhi rimanendo in silenzio) Zio…?

DON QUIXOTE (Debolmente) Perdonami mia cara. Quando chiudo gli occhi, vedo un pallido cavaliere che mi invita a montare.

ANTONIA No, zio. Tu starai meglio!

DON QUIXOTE (Sorridendo) Perché dovrei stare meglio quando sto morendo. È un tale spreco di buona salute. (Con flebile gesto) Avvicinatevi, amici miei. (Gli altri si avvicinano ai due lati del letto) Durante la mia malattia ho fatto un sogno così strano…Oh, che sogno! Mi sembrava di essere un…no…Non oso dirlo, mi prendereste per pazzo.

ANTONIA È svanito.

DON QUIXOTE (Profondamente stanco) È andato, mia cara…neppure io so cosa significasse. (Al PADRE che nel frattempo è tornato) Padre…?

PADRE Ditemi, amico mio, e io scriverò.

DON QUIXOTE Io Alonso Quijana… con un piede nella staffa e l’agonia della morte già su di me…

(La penna fruscia sulla carta. Si sente bussare dall’esterno della casa)

ANTONIA (Alla GOVERNANTE che va a vedere) Non fare entrare nessuno.

DON QUIXOTE Con la presente, dò le seguenti disposizioni riguardo alle mie proprietà. Lascio tutti i miei averi alla mia amata nipote Antonia Quijana…(Da fuori viene un clamore di voci che discutono con veemenza) …con l’eccezione di alcuni lasciti personali, disposti come segue …

(La GOVERNANTE rientra spinta rudemente da ALDONZA. Parlano tutti insieme)


GOVERNANTE

(Impaurita e frenetica)

Non puoi! Ho detto che non puoi!

ANTONIA

Cos’è questo? Sansòn!



ALDONZA

Vattene dalla mia strada, strega!

CARRASCO

È la sgualdrina della locanda.


GOVERANTE Ho tentato di fermarla! Lei ha tentato di…

ALDONZA Di cavarti gli occhi!

CARRASCO (Avanzando torvo verso ALDONZA) Fuori di qui.

ALDONZA Se mi tocchi ancora, per Dio…

CARRASCO Fuori di qui!

ALDONZA Non prima di averlo visto!

CARRASCO Vattene con le buone o io ti…

DON QUIXOTE (Con voce debole ma ferma) Lasciatela.

CARRASO Señor Quijana…

DON QUIXOTE In casa mia gli ospiti devono sempre essere trattati con cortesia. (CARRASCO, riluttante, si fa da parte) Avvicinati, ragazza. (ALDONZA si avvicina) Ora. Cosa desideri?

ALDONZA (Incredula) Non mi riconoscete?

DON QUIXOTE Dovrei?

ALDONZA Sono Aldonza!

(Un movimento in avanti degli altri. Pausa)

DON QUIXOTE (Confuso) Mi dispiace. Non ricordo nessuno con quel nome.

ALDONZA (Si guarda attorno selvaggiamente. Vede SANCHO e lo indica) Lui mi conosce!

(QUIXOTE guarda SANCHO, che si avvicina mentre pensa cosa dire. CARRASCO lo avverte ferocemente con un gesto. SANCHO chiude la bocca alzando debolmente le spalle. ALDONZA si rivolge a QUIXOTE, allarmata) Vi prego, mio Signore!

DON QUIXOTE (Curioso) Perché mi dici «mio Signore»? Non sono il tuo Signore.

ALDONZA Voi siete il mio Signore Don Quixote.

(Gli altri reagiscono ma cercano di mantenere la calma)

DON QUIXOTE Don Quixote. (Si gratta la fronte dubbioso) Devi perdonarmi. Io sono stato ammalato. Sono confuso da tante ombre. È possibile che ti conoscessi una volta. Ma non ricordo.

(ALDONZA è stordita. CARRASCO, calmo, le si avvicina e la prende per un braccio)

CARRASCO (Tirandola) Da questa parte.

(ALDONZA si lascia condurre. Poi si ferma e improvvisamente, con uno strattone si libera. In uno slancio torna indietro, gettandosi in ginocchio accanto al letto)

ALDONZA Vi prego! Cercate di ricordare!

DON QUIXOTE (Commosso) È così importante?

ALDONZA (Angosciata) È tutto. Più che la vita. Voi mi avete parlato ed ogni cosa è stata differente!

DON QUIXOTE Io ti ho parlato?

ALDONZA E mi avete guardata. E mi avete chiamata con una altro nome! (Canta, con tono supplichevole)

Dulcinea…Dulcinea…

Una volta avete trovato una ragazza e l’avete chiamataDulcinea,

Quando avete detto quel nome, un angelo sembrava chesussurrasse

Dulcinea…Dulcinea…

(CARRASCO la prende per un braccio guidandola verso la porta, ma lei resiste, torna indietro. Canta)

Dulcinea…Dulcinea…

Vi prego, vorreste riportare indietro il sogno di Dulcinea…

Non vorreste riportarmi la luce e la scintillante gloria di

Dulcinea…Dulcinea…

CARRASCO Temo di dover insistere…

DON QUIXOTE Lasciatela! (Turbato in un vortice di pensieri) Allora, forse, non era un sogno…

ALDONZA È di un sogno che parlavate. E di una Ricerca!

DON QUIXOTE Ricerca?

ALDONZA Che si deve combattere e non ha importanza se si vinca o si perda. Importa solo proseguire la Ricerca!

DON QUIXOTE Le parole. Dimmi le parole!

ALDONZA (Parlando sulla musica)

“Sognare un sogno impossibile…”

Queste erano le vostre parole!

“Combattere un nemico invincibile…”

Non ricordate?

“Sopportare un insopportabile dolore…!

Dovete ricordare!

“Andare dove i prodi non osano”

DON QUIXOTE (Ricordando, recita poi canta)

Riparare irreparabili torti,

ALDONZA (Con un sussurro) Si…

DON QUIXOTE Amare, con purezza e castità, a distanza,

ALDONZA Si…

DON QUIXOTE Tentare, anche quando le tue braccia sono troppo stanche, Di afferrare l’irraggiungibile stella!

ALDONZA (Afferrando la sua mano e baciandola) Grazie, mio Signore!

DON QUIXOTE Ma non è tollerabile, mia Signora, che ti inginocchi davanti a me!

ALDONZA (Protesta mentre egli tenta di alzarsi) Mio Signore, non state bene!

DON QUIXOTE (Con forze in crescendo) Non sto bene? Cos’è la malattia del corpo per un cavaliere errante? Che importanza può avere, se ogni volta che cade si rialzerà per combattere ancora il male! (Con voce vigorosa) Sancho!

SANCHO Sono qui, Vostra Grazia!

DON QUIXOTE La mia armatura! La mia spada!

SANCHO (Felice, battendo le mani) Per nuove avventure!

DON QUIXOTE Si, avventure, vecchio amico. (Alzandosi dal letto mentre ALDONZA e SANCHO lo sostengono, canta)

Oh, gli squilli di gloria ora mi chiameranno a cavalcare,

Si, gli squilli mi chiamano,

E ovunque io cavalchi, sempre fedeli al mio fianco,

Saranno il mio scudiero e la mia dama…

Sono io Don Quixote…

DON QUIXOTE, ALDONZA e SANCHO

Signor de la Mancha,

Il nostro destino chiama e noi andiamo!

E i folli venti della fortuna ovunque soffino

Oh, ci porteranno…

(QUIXOTE barcolla)

ALDONZA (Un grido di apprensione) Mio Signore!

SANCHO Padrone!

DON QUIXOTE (Rassicurandoli, canta ancora)

Ci porteranno avanti,

Verso la gloria…

(Un improvviso singhiozzo. Un sospiro)

…Io…andrò…

(Crolla al suolo)

ANTONIA Zio!

(CARRASCO spinge via ALDONZA e si inginocchia alla sinistra di QUIXOTE. Si curva su di lui e mette l’orecchio sul cuore di QUIXOTE, poi si alza e va da ANTONIA che piange. Il PADRE si inginocchia accanto a QUIXOTE. Fa il segno della croce e canta in latino)

PADRE (canta)

De profundis clamo ad te

Domine, Domine,

(ALDONZA va lentamente verso SANCHO)

Audi vocem meam

Fiant aures tuæ intentæ

Ad vacem obse creationis meæ

Si delictarum

Memoriam

Serva neris…

SANCHO (Stordito) È morto. il mio padrone è morto.

ALDONZA (Calma) Un uomo è morto. Sembrava un brav’uomo. Ma io non lo conoscevo.

SANCHO Ma…

ALDONZA Don Quixote non è morto. Vive, Sancho. Vive.

SANCHO (In confusa speranza) Aldonza…?

ALDONZA Il mio nome è Dulcinea.

(Il salmo del PADRE si conclude mentre le luci si spengono. Nell’oscurità si ode il confuso rollio dei tamburi dell’Inquisizione. Inizia un tetro salmodiare mentre le luci si alzano sulla prigione. Entra il CAPITANO alla testa degli UOMINI dell’INQUISIZIONE. Discendono nella prigione. CERVANTES, inginocchiato, si toglie il trucco e la barba di QUIXOTE)

CAPITANO (Svolgendo un rotolo) Per ordine del Sacro Tribunale dell’Inquisizione! (Legge) “ A causa di reati commessi contro la Chiesa di Sua Maestà Cattolica, il qui nominato, è chiamato a dare risposta e sottomettere la propria persona alla purificazione, se essa ordinata: Don Miguel de Cervantes”.

CERVANTES (Con sarcasmo) Sono proprio popolare come imputato. Chiamato da un tribunale, prima di aver finito con un altro. Allora, cosa dice il Giudice?

GOVERNATORE (Meditabondo, soppesando l’involto che ora tiene in mano) Penso di sapere cosa contiene. È la storia del tuo pazzo cavaliere? (CERVANTES fa un cenno di assenso, prendendo in mano il pacco) Difendilo bene come hai fatto qui e non finirai sul rogo.

CERVANTES Non ho intenzione di finirci. (Al SERVITORE, sollevandolo) Allora, vecchio mio? Andiamo? (Si accorge che l’altro è irrigidito dalla paura. Gli mette un braccio intorno alle spalle per rassicurarlo) Coraggio! (Lo guida verso la scala)

GOVERNATORE Cervantes. (CERVANTES si ferma) Io credo che Don Quixote sia fratello di Don Miguel.

CERVANTES (Sorridendo) Che Dio ci protegga – siamo entrambi uomini de La Mancha.

(Il CAPITANO e gli UOMINI INCAPUCCIATI fanno dietro-front mentre riprende il “Tema dell’Inquisizione”. Il corteo si dirige verso l’uscita, iniziando a salire la scala. La PRIGIONERA che ha interpretato ALDONZA, è in piedi lontana dagli altri, come ha sempre fatto)

PRIGIONIERA (ALDONZA) (Cantando inizialmente sottovoce)

Sognare un sogno impossibile,

Combattere un nemico invincibile,

(Gli altri PRIGIONIERI si uniscono ad uno ad uno, i loro occhi seguono CERVANTES)

Sopportare un insopportabile dolore

Andare dove i prodi non osano…

Andare dove i prodi non osano,

Anche se la meta è sempre troppo lontana,

Tentare, anche se sei esausto e abbattuto,

Di afferrare l’irraggiungibile stella…

(Il canto va in crescendo, sopraffacendo, con la totalità del coro, il “Tema dell’Inquisizione”)

Afferrare l’irraggiungibile stella,

Anche se sai che è ad altezze impossibili,

Vivere, con il tuo cuore che si sforza

Oltre un lontano, irraggiungibile cielo!

BUIO

FINE