L’Uomo Randagio
Autore: Marco Cappagli
1 La nascita
L’acqua. La terra ,Il silenzio. Fango. A mani piene, mani laboriose,creative .Silenzio! Il fuoco che rafforza la fragile costruzione. Le ombre scure dietro gli alberi, curiosi fantasmi,scrutano la vita nascente … Il vento,l’aria tinta di forte rugiada. Non ti lagnare se qualcuno già ti vede prima di accennare un passo. Quel ventre materno non accogliente,polvere … acqua,fango e fuoco. Ricetta di un corpo sparato al mondo. I suoi seni ben presto mi scacceranno. L’arte di prendere si impara presto,si protende un pensiero impuro tra quelle piccole braccia …. piedi che già sanno dove scappare. Guardia!! Il ladro! Prendetelo..toccami mamma,mio padre già non torna. Qualcuno si aggira dentro la stanza e litigherà il nostro cibo. Un appestato. Uno affamato. E il ricco,è lui il capo..prostrato al tuo Dio! sono in ginocchio davanti a lui. Mi cingo a lasciare tutte le terre sotto ai miei piedi. La fuga.
2 fuggiasco
Il suo amore dal nome seducente,il denaro ricucito,incollato col sangue di bue non ne ha più. Ho versato vino divino sulle sue labbra. Il riflesso del vino sulla pelle … Ho pagato con la ricchezza di un mendicante rovinato la sua lucentezza … la tua voce sicura … Strappando fili di seta dal vento dei tuoi capelli,penso alle tue gioie .. alle tue piacevoli risate. Quei seni scoperti mi puntano come qualche anno fa … una donna,un braccio,una mano, bacio .. un pianto stridulo. Le libagioni versate … Ti ho amato! Taci! Ascolta le foglie che cadono. Di nuovo. Sarò via da te adesso. Voglio le farfalle notturne,che danzino intorno alla luna. voglio anche lei.. stelle,universo .. abisso e nudità scomposte come innocenti riguardi tra follie spasmodiche. Un Dio dai molti nomi,dal fuoco acceso delle torce leva il fumo nel chiarore. Hai donato il tuo amore,Luna,donna generosa di doni …. te ne dono uno mio,il marito non condivide!. Un occhio nero e un colpo di pugnale. Tua moglie mi ama che vuoi farci!. Il piacere,la fuga,bottino di guerra.
3 sognatore folle
Buio,luce,giorno.. follia inestinguibile. Non ho religione a cui tenere … ognuno ha una sua strada. Perseguita un seguace perché ti stia vicino,amalo,lascialo perdere..nella distanza non perderlo del tutto … Credo di averci preso la mano. Anche lui è un estorsore! Si crede giudice di un mondo che non può controllare, dall’abito nero cosa può uscir fuori? Amo tradirmi alla luce del sole. Devastato dai turpi pensieri mi circondo di Donne, distruggo gli altari …. sono eccessivi pervadono la mia mente tutte le offerte, le catturo allungando un braccio di notte avanzo di tentazione in tentazione,strappando vesti sacre perché si fa freddo .. strinto dai morsi del gelo … dal seno il latte materno paglierino e gustoso mi rifocilla dalla lunga corsa. Le nefandezze di un Re chi le punisce? esiste la vergogna, un ritegno che io non ho?. Mio padre sapeva colorare il cielo. Io macchio le vesti pure di colori allungati, spalmati con le mani …. dal trono degli Dei cade oro colato. È miele ne vuoi? Quanto costa? Non sono dello stesso parere. Ho preteso dei soldi non miei,mi duole lo so. La bile mi duole,dipinge di verde le cose. Il mondo si mangi il fegato se vuole, trasudi la gioia del bere. Nelle città incombe la mia figura,l’ecatombe nelle cantine,vetri.. mosto.. uve appassite … zolfo sui cadaveri .. sembrano montagne d’oro!! I miasmi dei cadaveri invadono i vini sacri.. contamino i riti,purifico le anime con i sacrifici riservati alle bestie feroci. Pago del mio essere così,sono bello, uomo distinto in una terra ospitale .. ho buone maniere .. sane abitudini. Spodestando stabilmente le costanti certezze umane, io,fuggo da ogni colpa. Tutto è annegato nel vino,fino alle ginocchia,fino alle cosce delle ragazzine che mi lascio alle spalle; al ventre di mia madre.. al petto squarciato.. la gola .. gli occhi. Il tramonto sul mar rosso che gli faccio vedere … brindo alla vostra! .. Buio.
4 affermazione di sé
Vago .. cercando il marmo..sono un artista vero. Farò impressione su tutti voi. Segni infamanti ….. preghiere a vuoto,carne sugli altari ardenti … il pranzo domenicale.. Le costanti ritualità che ho incontrato Hanno rotto gli indugi. Le mani colorano anche me, pervaso da istinti primordiali Ho mangiato,Meschino. Ornato di colori Ho festeggiato il banchetto,ho goduto, flauti che chiamano a raccolta ninfe,essenze spuntano come funghi tra le mie mani,ne spando le spore emettendo uno scoppiettio dolciastro. Anche Luna si è affacciata ricca di oli profumati al riparo dalle ombre,indiscrete … amare evitando la morte. Mi vesto di profumo,mi preparo alle nozze di carne. Sposato A chi? Con chi? Trovo amore in domande esistenziali … Sogno recondito,ardito …. Proibito. Oso masticarla perché se la sputi impasta la lingua .. La Domanda sporca,appiccicosa. Mi dono al mondo affinché mi ripaghi dell’impegno. Il sole incendia la mia sostanza. Nel deserto che sta davanti a me i miraggi mi accompagnano. Un’immagine sovrapposta si scontra con un’altra. Cado e mi rialzo. Ti porto anche le carni del passato appena trascorso, altra qui non ce n’è .. solo pane e sabbie partoriscono i forni … spine aguzze nei fianchi. Le mani di donne premurose che mi accarezzavano, i loro frutti dai legami spezzati, il pugnale. La venerazione. Il Rito. Ora sta piovendo, l’avevo chiamata a me .. posso perfino nuotare.
5 politica e corruzione
L’impegno Profuso sul campo. Non servono consigli utili ,ma artigli aguzzi che strappano via pane dentro le case … io mi danno l’anima per loro ,bestemmiano il tuo nome! hanno fame,non hanno pane …. Come i Re di una stirpe crudele porto via la sazietà dagli stomaci vuoti. Le statue ornano palazzi,lo scultore che toglie il soverchio,scaglie di vita mortale … briciole. Una città in briciole davanti al nuovo re. Nuove statue,nuovi scultori. Simboli. Il nuovo che avanza. Eccolo! Lo vedo … c’è bisogno di lei sire. Politica malata,verde d’invidia con poteri dati e tolti senza guardare in faccia a nessuno. Questa è politica. Amministrare le pestilenze,viaggiando con un salvadanaio sotto l’ascella,giocare a nascondino col pane stando attenti alle briciole.. qualche strage innocente. Un re comanda qua come se fosse il Dio! Cosa comanda un Dio re? Che si onori soltanto lui .. purtroppo possiamo sceglierne a milioni. Che si facciano banchetti in suo onore …. I miei sono i più deliziosi. Le donne hanno ascoltato le mie preghiere. Onorare le madri … prime amanti. Non essere impuri? Non rubare e uccidere? Non c’è senso a tutto questo. I gesti si fanno proprio perché si ama. Amore,lacrime e sangue cardine di ogni virtù. Ho stravolto le leggi odierne in nome delle arti istintive …. esse brulicano sotto le vesti nutrendosi dei sogni racchiusi nelle mani … la luce del sole le disserra dalla tenebra. Che fai qua! Sono il re delle miserie,della menzogna precoce. Processato! Non si può,nessun reato punibile vedete qui,via! Che cosa credete di fare! cosa ho mai fatto. Punito?? Io?? I giudici non daranno mai la loro approvazione! Sono bella stoffa al mercato … Zolfo dorato perdo per la strada. Orme alle mie spalle … Fruscio.. Silenzio ..smorfia compiaciuta. È oro ciò che luccica …. La giustizia mi appartiene ora,basta darsi un bel tono oggi per compiacere. L’ORO!!!! Con la lingua lo catturo dal collo delle signorine .. Il loro compiacimento,L’estasi del fuoco .. La fusione e l’oro scivola via nelle mani,su un corpo. Passaggio di stato. Da essere ad avere. Stavolta il lavoro è pulito,senza macchia … Puro. Bianco. Grida di piacere! Grida di dolore,grida di rabbia!!!E così un re ricco,con la corte viaggiante, la sua arte,doma tutte le bestie che incontra.
6 risveglio della coscienza
Silenzio. Destino. Colpa si somma a colpa. Spade e lance. Chiavistelli disserrati …. Tumulto e terremoto sotto ai miei piedi … La Luna vola a precipizio in mille pezzi,fragore. No due fragori .. il martello del fabbro che prepara le catene per la prigione, mani ruvide e contorte mi afferrano! Un pastore, Le sue pecore, La lebbra,contorte labbra. Pecore lebbrose! Se deve arrivare così la morte è bene che un sogno mi soffochi nel la sua piacevole morsa. Ti faccio scappare! La lebbra non mi contaminerà,annega nel vino marcio ..in una palude dal fluido acido e li sarai solo calore. Fumo,odore … l’utile per il dilettevole.
7 paura
Non ho pudore o forse si? Non ne sento la mancanza La necessità …. La paura. Il tassello mancante, la linea che congiunge le estremità .. Un equilibrista orrendo …. e il mago del cielo Continuano l’eterna lotta per la vita. Trattengo entrambe le doti in questo mondo e ne sono capace … ho coraggio … quel tanto che basta per averne un poco. Sento traboccare le cornucopie della sorte,percepisco se uno dei due pende un po’ troppo dall’orlo … E sussulto. Mi diverto ad essere orrendo! Non c’è colpa lo si è e basta. Qualcuno vorrà farmela pagare ma la giustizia avrà un valore? È un valore! si pesa.. si sovrappesa a volte …. È grassa,fetida. Lo so molto bene. Demenza. Ordigno inesploso,qualcuno dovrà pur metterla da qualche parte … la distruzione imperversa sul mondo per l’imminente rinascita … inquinando ..lo rinnova. Oh si. La riconoscono la demenza! Lama a doppio taglio in mani giuste. Spesso ingiuste. Non è il mio caso …. Ti sorrido. Inquietudine. L’oscuro presagio della caccia all’uomo,allo stregone di anime,di donne … dei bambini mutilati. Con il cuore ho condito la vita altrui strappandoglielo. Un solo amico si è presentato di notte ospitandomi nella sua casa accogliente. Il rifugio dei peccatori … si corre come in chiesa a supplicare ,chi scappa,chi passa per codardo? Sto perdendo l’equilibrio orrendo Salvatelo! All’alba sarà squarciata la luce.
8 cenacolo
Festeggio la capitolazione invitando nella casa le muse .. I flauti,le carni … Il pallore negli occhi dell’amico. Ho solo la tua carne, Spiacente per non aver chiesto il consenso platealmente di fronte al popolo. Te ne sono grato. Ti vendo a piene mani,la gente accorre allo spettacolo. Atavica fame,l’infamia. Il dito catturato,la mano il braccio. Ho rotto il cordone ombelicale che mi protegge. Scappo,lo devo fare. La vita riserva lunghe fughe dalle cose dei mondi che tocchi. Mi chiedo se resta qualcosa. Il tatto! Un senso che valga per cinque .. mi sono imbottito i timpani dei rumori raccolti strisciando per terra .. lo strisciare mi ha reso sordo. Un rumore per mille altri rumori. Si compongono rime in mio nome, sonetti … musiche. So ascoltare nel silenzio la città e le sue pene. Gli uomini nudi nelle vie. Le loro mogli solitarie. Tocco le pareti delle case perché li io ho passato lunghe notti. Altri hanno visto,ciechi,le loro mancanze senza porre rimedio. Vedo la città e non sono contento ma esausto. Ho consumato sogni reali a scapito della fantasia. Voglio recuperare me stesso ancora una volta. Se ti recuperi il popolo è dalla tua parte,sarai sempre il loro re! Un Dio. Ti ricordo che hanno molti nomi. Sono uno dei tanti. Se volete mangiarmi la domenica fate pure! Banchettate di me che dopo io banchetterò dentro di voi! Il potere quanto ci acceca! Il gusto di nuovi sapori, di un crimine efferato consumato in poltrona. Non so dove mi sto spingendo se non per giungere a quel vuoto parabolico scritto nei libri sacri degli uomini di chiesa dove l’assenza è l’essenza di ogni beata presenza. So di piacere a chi voglio piacere. Nessuno osa dire il contrario per vigliaccheria. Le voci che sento spesso sono insincere,ciò è sincero. Degno. Puro perché certo del suo essere. Ho i miei sostenitori e sostenitrici,piene in ventre del mio consenso dalle quali nascerà nuovo consenso. Nessuno è inferiore ad altri. Otterrò ciò che mi spetta in futuro se scruto l’orizzonte. So di esserci, di fatto,in prossimità di un vuoto.
9 l’ultimo amore
La cenere dopo la luce spenta,La fiammella inseguita da una donna che mi afferra da dietro .. Non era mai successo! Ho scoperto un ideale. Ha battuto la mia pista In questo viaggio attirando la mia fantasia,Quel tratto artistico che scorre a fiumi in tutti noi In me rifulge! Mi ami? Dici a me? Pare una domanda,una richiesta! Si è proposta. Io no sai! Mi dava oro in cambio al mio sentimento .. Io non ho disprezzato per niente La nudità. Adesso amo a modo mio .. le mosche danzano intorno a noi. Col fuoco dell’artista Imprimo la firma sulla seta della veste.
10 morte
Detesto le mie opere una volta completate,non servono a niente l’importante è il filo,la seta che sorregge le vite che sostengono la vita …. ho visto il piacere gocciolare dal tuo corpo,la maledizione seguente che lanciavi. Come pietra … marmo, roccia impura … si scrosta il segno dal muro! l’arte prodotta passa attraverso i silenzi. Decade. L’Immortale memoria. Materia solida informe. Dalle uve pestate Il vino e l’acqua si prosciuga a terra. Fango e fuoco. Ci siamo. Perdo il controllo di me stesso e mi si piegano le ginocchia. Cola il fango secco tra i due equilibristi dispersi .. perso. Il fruscio delle foglie e il seno di mia madre. Sono polvere ormai …… silenzio …. Muta ombra.