Lustru di luna

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LUSTRU DI

LUNA

COMMEDIA IN : 2       ATTI

DI : Angelo Scammacca


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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2

Personaggi            :

FEBRONIO SCUDERI

NOTAIO TORRINI

SGROI N'TONI


MIMMA


( SUA MOGLIE )


SGROI VENERA


JANO MICALIZZI


( SUO MARITO


)


SGROI CANDELORO


MARA


( SUA MOGLIE


)


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3

TRAMA :

Neddu Scuderi, un vecchio zio, fratellastro di tale Falso Prassede, madre di due figli maschi ed una donna, scompare da una vecchia casa di riposo per anziani, che sa più di carcere che di pensionato.

Il motivo della fuga va ricercato nel tentativo che il vecchio vuole portare e porta a compimento, di ritrovare un figlio della cui esistenza viene a conoscenza proprio mentre è ospite in quella pensione.

I nipoti, saranno contattati dal notaio Torrini, con la motivazione di preparare i documenti atti alla suddivisione dell’eredità del ricco ziastro, che dovrebbe lasciare alla scadenza dei dieci anni dalla sua scomparsa. Quest’ultimi, daranno vita ad una esilarante serie di conflitti sia fra di loro, sia con l'anziano segretario del notaio, che alla fine, altro non sarà che, lo stesso vecchio zio che nessuno di loro si è mai degnato di conoscere ed accudire. La cosa più curiosa, sarà quella che lo stesso notaio

èil figlio che il vecchio ha finalmente ritrovato. Tutti resteranno con un pugno di mosche in mano. Niente morto, niente eredità.

Scena  :

Uno studio notarile con la comune al centro e due aperture ai lati, una che da verso il salottino e l'altra verso, l’archivio. Ad angolo una scrivania imponente con una poltrona adeguata per il notaio e due poltroncine per i clienti, alle spalle una finestra con una bella tenda.

Dall'altro lato uno scrittoio con sedia per lo scrivano, due sedie davanti ed un divanetto due posti sulla parete libera. Vecchi quadri, librerie, scartoffie, pratiche e lampada sulla scrivania e quant'altro arreda di solito gli studi notarili.


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Carattere :

FEBRONIO :Età circa 70 anni.Abiti umili,camicia biancaabbottonata fino al collo senza cravatta, con le famose mezze maniche nere che usavano gli scribacchini,sagace e pungente nelle battute proferite con immediatezza ma in modo spassionato.

NOTAIO         : Circa 45 anni,distinto con un accento nordico o comunque in contrasto con il dialetto in cui viene rappresentata la commedia. Riflessivo, composto, padrone di se,che senza insospettire chiederà dei chiarimenti in maniera semplice come se desse per scontata la buona fede dei presenti, ma in effetti scaverà a fondo nella realtà, pur conoscendola, soltanto per il gusto di ridere alle spalle dei nipoti impostori.

'NTONI         : L'età sua, della moglie, come quella delle altre due coppie oscillerà dai 25/30 ai 45/50. Nel 1°atto indosserà un vestito grigio sale e pepe senza cravatta con macchie di unto. Nel 2°atto indosserà un vestito

particolare con pantaloni a fasce larghe che per nulla si accoppia con la giacca a quadrettoni di colore vivace. Farà subito mostra della mancanza di cultura e delle sue origini campagnole.

MIMMA             : Moglie di 'Ntoni, darà ad intendere che lei

èl'istruita di casa e che vorrebbe prevalere sul marito non mancando di dare sfoggio alla sua ignoranza. Indoserà abiti pacchiani soprattutto nel secondo atto, possibilmente con un curioso cappello anni 50.


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JANO                : Secco patito, con baffetti sottili, si presenterà con degli occhiali scuri, cappello antracite, vestito stretto e di colore molto scuro, fra il nero ed il grigio, dovrà dare l'impressione dello jettatore. Parlerà poco e quando lo farà dovrà dare l'impressione di una requisitoria fatta da un avvocato difensore e chiuderà sempre il discorso con un lungo sospiro. Caratterizzerà il personaggio con un continuo movimento del capo.

Venera         : Moglie di Jano. Decisa. Una Marescialla! Sempre distratta soprattutto nell'apprendere il nome di Febronio. In casa è lei che porta i pantaloni.

LORO                : Curiosa deformazione del nome Candeloro, darà vita a degli equivoci. Si presenterà con un portamento distinto esprimendosi in un italiano foneticamente quasi perfetto, dando

perfino l'impressione di essere un professore, fino a quando con vocaboli espressamente fuori luogo o vistosamente sbagliati farà capire che la sua cultura non differisce poi tanto da quella dei fratelli. Abiti seri, indossa anche il gilet.

MARA                : Anche lei cercherà di dimostrarsi istruita con lo stesso comportamento del marito, ma farà capire che la sua altro non è che una superficiale istruzione scolastica. Di aspetto elegante, con stola di pelliccia, spilla e collana di bigjotteria, nel secondo atto cappello con veletta.

nota                  : Sarà cura della regia manovrare dove non èevidenziato i movimenti di alzata e seduta dei personaggi in modo da movimentare le scene.


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A T T O  I°

SCENA Ia

NOTAIO - FEBRONIO

( Il notaio è seduto alla sua scrivania intento a studiare alcune pratiche, quando entrerà Febronio che annuncerà la visita della famiglia : Sgroi Antonio )

FEBRONIO

:(con tono pacato ma sicuro) Signor notaio, di là c'è  il Sig. Sgroi con la

moglie, pozzu fari passari?

NOTAIO

🙁 dimezzando il volume ) Sgroi chi di preciso?

FEBRONIO

: Antonio.... Sgroi Antonio .

NOTAIO

:(guarda l'orologio) Uhm! Con un bel pò di anticipo, falli aspettare

due minuti precisi il tempo di prendere la pratica e vi chiamerò.

Ti ricordo che tu dovrai seguire tutta questa storia seduto in

quella  scrivania,  così  potrai  prendere  appunti  di  tutte  le

dichiarazioni.

FEBRONIO

: Tutto? Proprio tutto?

NOTAIO

: Anche delle cose più banali, vedrai che alla fine saranno utili.

FEBRONIO

: Va bene.

( V I A )

SCENA IIa

NOTAIO - FEBRONIO - 'NTONI - MIMMA


NOTAIO


: ( prenderà una cartella, sfoglierà alcuni fogli, sottolineerà qualche rigo,annuirà e sistemerà la carpetta, rassetterà le carte )


Febronio, Febronio, fai accomodare !


FEBRONIO


: (aprendo la porta )

prego!


Signor notaio, il signor e la signora Sgroi,


NOTAIO


: Prego avanti, accomodatevi.


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'NTONI


:(avrà l'espressione di un oste, panciuto, rozzo, appesantito con andareondeggiante )


Bongionno signor notaro, grazie....questa è la mia signora (si gira

e non la vede in quanto è intenta a guardare dall’altra parte un vecchio

quadro) Ohu...!Ihhhh! 'Ntrunata ca veni ccà !


MIMMA


:(flemmatica) Sto arivando, alleggio, non c'è bisogno che una s'incafulla tutta in ‘tutt’una1.


FEBRONIO


: (che nel frattempo aveva già preso posto con carta e penna ) macari...signor notaio?


Chistu


NOTAIO


: Omettiamo, omettiamo...ogni tanto ti permetto degli omissis, dopo tanti anni ...di esperienza saprai discernere. Allora signori se vi volete accomodare. Febronio...per favore le poltrone per i signori.


FEBRONIO


: Subito (essendo le poltoroncine spostate su di un lato, ne posizionerà unanell'angolo della scrivania più lontano dall'ingresso e la offre alla signora, ma N'toni la precederà buttandogli il berreto e gesticolando farà capire "la


mi siedo io". Quindi sistemerà l'altra per Mimma nell'altro angolo)

si accomodi


Prego


'NTONI FEBRONIO NOTAIO 'NTONI FEBRONIO MIMMA NOTAIO 'NTONI FEBRONIO


:(sedendo con lentezza) Grazii, grazii, ca parrannu ccù crianza, c'iaju

ddui cipuddi.... Ahhh!

: Chi 'ffa u fruttaiolu?

: (lo guarda con un lieve sorriso ).

: (rivolto a Febronio) L'havi ccu'mmia?

: Lei dissi ca javi i cipuddi?!

: Cipuddi... ppì diri rocili.

: (che non ha capito il termine) Rocili? Scusate...ma non comprendo .

: Avaja signor notaio, lei di unn'è, di quali…patti è ?

: (immediato) Patti vicinu Missina!


1Espressione che vuol intendere “di non entrare in maniera dirompente/rumorosa”


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NOTAIO

: Beh! Nativo di Modena, ma mi sono sempre spostato,

prima da ragazzo mi sono spostato per seguire il lavoro di mia

madre, poi mi sono spostato per i miei studi, ed in ultimo mi sono

spostato....

'NTONI

: (al pubblico) Bonu vah! avemu a'cchi'ffari cu unu spustatu.

NOTAIO

: Pertanto mi considero un apolide italiano. Oggi per esempio, mi

sento siciliano.

MIMMA

: Ah! ho capito lei è di unni ammatti ammatti.

'NTONI

: Comu diri all'ovva a ficu .

FEBRONIO

: Cangianu! Di l'ortaggi passanu a frutta. Ppì mmia c'ianu n'postu

o mercatu.

NOTAIO

: Dunque... veniamo a noi!

'NTONI

: (si avvicina con la poltroncina) N'ama 'ncugnari?

FEBRONIO

: Nò ca c'è cauru!

NOTAIO

: (prendendo la pratica e legge) Allora dicevo lei si identifica quale

(evidenzia) " congiunto aspirante " all'eredità di un certo Scuderi...

MIMMA

: (rapidamente insieme a 'Ntoni) Neddu!

NOTAIO

: Se lo dite voi. Neddu!  Che da quasi dieci anni è scomparso

dalla casa di cura per anziani (evidenzia) "Ostello Paradiso".

'NTONI

: Aspiranti all'eredità s'intenni ! Ma nò "ccò giuntu ?" Chi ci pari

ca semu 'nta lapa?

FEBRONIO

: Ah! finalmente u capì...sarà ca vinni a frutta ppì strata!

NOTAIO

:(sorriso nascosto) Ho detto "congiunto" quale parente prossimo.

No! Col giunto, come pezzo di ricambio.

MIMMA

: Signor notario scusassi, lei parrassi ccù'mmia, pirchì me maritu

è duru di cociri, c'iavi a testa comu e ciciri 'ntrunati!

NOTAIO

: Purtroppo cara signora, la legge impone, che le dichiarazioni

devono essere fatte espressamente per bocca del… congiun...


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FEBRONIO

:(tempestivamente)  Signor  notaio,  ppì'carità  u  chiamassi…

chi’ssacciu, parenti prima ca stu galantomu a prossima vota

'nveci di congiuntu sà chì capisci e si po’ macari affenniri.

NOTAIO

: Per bocca del parente, e cioè di suo marito.

MIMMA

: Va beni! Allura iddu

arispunni, casu mai ci sugnu  jù ca

'ntreppitu. Va beni ppì vossia?

NOTAIO

: Benissimo! Quando sarà il caso la disturberò. Dunque dicevo:

dichiari  le  sue  generalità  ed  il  grado  di  parentela  con  lo

scomparso. Lei signor Febronio sia molto preciso nel prendere

nota. Allora ....il suo "riverito" nome?

'NTONI

: A 'mmia non mi l'ana riferitu! Mu scrissi u pensionatu.

NOTAIO

: Certo...anche a me l’istituto ha dato comunicazione! E per

questo motivo vi ho invitato.Io le chiedevo i suoi “dati generali”!

MIMMA

: Scusassi su m'intromettu signor notario, ma nuatri in

famigghia

non nn'ama avutu mai suddati generali.

'NTONI

: Ca comu no! To zzù Saru non era capurali?

FEBRONIO

: Ca certu signor notaio sempri graduatu è ?!

NOTAIO

: Scusi signor Sgroi, a me interessa sapere il suo nome, cognome

ed il legame di parentela con lo scomparso .

'NTONI

: Ah…u me’nnomu? Jù mi chiamu Sgroi 'Ntoni!

FEBRONIO

: 'Ntoni? Non è ca ci pozzu scriviri 'Ntoni?! Forsi Antonio?!

'NTONI

: No! 'Ntoni ccà 'ntò!

FEBRONIO

: Ah! Ccà 'ntò??

MIMMA

: Avaia ca 'Ntoni! Comu a me patri.

NOTAIO

: Chiaro no? Antonio... Febronio, scrivi Antonio. Dunque lei si

chiama Sgroi Antonio da tutti chiamato 'Ntoni, esatto?

'NTONI

: Precisamenti! Almenu si viri ca lei c'iavi i scoli!


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FEBRONIO

: Menu mali, ca almenu qualcosa l'havi.

NOTAIO

: Allora dicevamo, qual'è il suo rapporto di parentela con il sù

menzionato Scuderi?

'NTONI

: Vengo e mi spiego. Me nannu si chiamava Falso, (tutto unito dirà)

Falso 'Nzinu, asatto?

FEBRONIO

: Alfonsino ?

MIMMA

: No! 'Nzino ccà 'nzi! Comu 'nzutta 'nzutta, e chi è ‘ntrunatu?!

(poi rivolta al marito) cuntinua

'NTONI

:  So  figghiu,  e  cioè  u  zzù  Neddu  Scuderi,

ca’appoi  è  u

scomparsu, era il frate di me matri. Quindi è me ziu .

NOTAIO

: Mi scusi, se sua mamma di cognome si chiamava Falso, com'è

che il fratello si chiama Scuderi ?

MIMMA

: Ciù 'ntreppitu jù! Semprici e chiaru: è il "fratastro". Picchì me

soggira, ppì parti di patri, giustamenti jeva Falso!

FEBRONIO

: Mi perdonassi signuruzza, pirchì jù aja' scriviri e mi cassariai.

Si u ziu “scomparsu”, si chiama Scuderi, comu mai non porta u

cugnomu do patri ? E cioè, Falso comu a so soru? .

'NTONI

: Ca pirchì me matri era figghia do primu lettu.

NOTAIO

: Perché, suo nonno cambiava letto ad ogni figlio?

MIMMA

: Avaja signor notariu, quantu ci voli a capirlu? Il nanno di me

maritu, si maritau licittimu a prima vota?! E nascivu Prazzita.

FEBRONIO

:(vede  che  il  notaio  rimane  perplesso)  Prassede  Signor  notaio,

Prassede.

MIMMA

:Quindi a famigghia era cumposta d'accussì: Falso u patri e

Magro a matri, oohh ! Ci 'ntisi suddisfazioni?

FEBRONIO

: Ca certu, ccù 'nfassumauru si sta arricriannu!

NOTAIO

: Continui, adesso la situazione è un po più comprensibile.


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'NTONI

:(si alza comincerà a commuoversi)  Purtroppu a nanna morsi

mentri partureva a me matri. (scoppia a piangere, si soffierà il naso

nascondendo una pernacchia, risedendosi si asciugherà il viso sempre con

lo stesso fazzoletto)

MIMMA

: Mischina! Aristau smammata nica nica.

FEBRONIO

: Puvureddu so nannu, allura u primu lettu aristò strammatu.

NOTAIO

: (che non ha compreso Ma allora questo zio, o prozio Scuderi, da

dove viene fuori?

'NTONI

: E ddocu ci fu a storia ddo secunnu lettu.

FEBRONIO

: Allora il notaio ha ragione! U nonnu cangiava letto a ogne

figghiu.

MIMMA

:  Sintissi  signor  affrivagghiatu  ddocu,  comu  si  chiama!…U

nannu, comu si visti sulu cù n'addivuzza 'nte razza, si visti persu,

ecircau muggheri; e circannu circannu, 'ntappò ccù na certa Scuderi.


FEBRONIO


: ‘Mmistenu?


MIMMA


: Si accapputtanu. Avaja! ca s'accasò ccù sta carusa. La quali carusa aveva avutu…n'avventura e ci purtau n'doti 'n'masculiddu leggittimatu a nomu di idda, ossia Scuderi. Eccu spiegatu u fattu ddo secunnu lettu.


'NTONI


: Brava a me muggheri, giustu dissi.


FEBRONIO


: Ehhh! I fimmini in quistioni di letti, ni capisciunu.


NOTAIO


: Allora ricapitoliamo, vediamo se ho ben capito, il capostipite ebbe due mogli, cioè si sposò due volte! Che possiamo così identificare...mi corregga se sbaglio, il primo Falso-Magro e nacque....


FEBRONIO


: (immediato) 'N 'puppittuni!


'NTONI


: Sì taddi di cucuzza nascenu!


FEBRONIO


: (al pubblico)

l'urtulanu.


Su non c'iavi u postu o mercatu di sicuru ca fà


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NOTAIO

: Ed è nata..Prassede?! Il secondo matrimonio Falso-Scuderi

dal quale è scaturito ...

MIMMA

: U zzù Neddu.

'NTONI

: Asattu, me zzù Sebastianeddu! Signò notaro, n'cristianazzu ca

non fineva mai, javutu almenu n'metru e menzu, cu na tistazza

china di capiddi rizzi e fitti comu a ritina, voddiri, ca si n'avissi

mai truvatu unu n'terra.

FEBRONIO

: Ca certu, su erunu comu a ritina, sarà ca si ricuggheva ppì

stricari i cazzalori

'NTONI

: Beddu tunnu e chinu ca pareva n'muluni di quant'era grossu.

NOTAIO

: Ho capito. Allora, abbiamo già una descrizione dello Scuderi ed

anche la situazione dei cognomi è un pò più chiara. Grazie, va

bene così signori, per adesso può bastare, lei signor Febronio ha

preso nota ?

FEBRONIO

: Eccome, non ho tralasciato una virgola.

NOTAIO

: Benissimo.

MIMMA

: Allura, ppì pigghiarini i cosi chi ama'ffari ?

NOTAIO

: (che non ha capito) Quali cose dovreste prendere? Forse allude al

“retaggio” ?!

'NTONI

: Sì, o Re di coppi. Ca l'eredità no?!

FEBRONIO

: Ma non è ca u nutaru

vi pò 'ddari ora i così dill’eredità! Non

aviti unni mittilli, tranni ca aviti u portabagagli muntatu. (offre un

vassoio con dei biscotti e caramelle) Intanto si ‘nto frattempu vuliti

gradiri qualche viscutteddu?!

'NTONI

: No grazie, mai, prima de pasti mai. (alla moglie sottovoce) Non

t'arrisicari ca ccà si pavunu tuttu cosi (invece non appena il notaio si

alzerà mangeranno e conserveranno nelle tasche)

NOTAIO

:(Si  alza  e  passeggia)  Non è così semplice signora, una volta

dichiarata la morte presunta, e per legge devono trascorrere

almeno dieci anni dalla scomparsa, bisognerà fare le ricerche

catastali, verificare se esistono voleri testamentari, stimare i beni

ecc.ecc. ancora ne passerà di tempo.


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'NTONI

: E chi tuttu stu tempu ci voli ppì quagghiari a mustarda?

FEBRONIO

: Mi scusi signò 'Ntoni ccà “'ntò”, siccome non ho capito bene il

suo mestiere e  putroppo lo debbo riportare, ci pozzu scriviri

"coglitore di ficurinia ccò coppu " ?

'NTONI

: Ficurinia?

FEBRONIO

: Ca lei parrava di mustarda, ppì'ffari a mustarda ci volunu i

ficurinia, voddiri ca lei i munna e so muggheri...(imiterà come si

mungono le mucche) Prima i mungi e poi a quagghia

NOTAIO

: (controllerrà la pratica) Il signor Sgroi non ha nulla a che vedere

con la mostarda. E' un grande coltivatore di legumi, in special

modo di fave, Dico bene? (arrafferanno e Mimma svuoterà tutto il

vassoio nella borsa)

MIMMA

: Lei pinsassi ca 'Ntoni si ni mangia menzu saccu a simana.

FEBRONIO

: E non ci veni a rugna??

NOTAIO

: Comunque signori, per il momento potete andare, il tempo di

verificare se esistono altri pretendenti e dopo sarete richiamati.

MIMMA

: Quali pritinnenti e pritinnenti, lei cu si prisenta prisenta, ci

dici...oramai tardu è "cu n'appi n'appi de cassatelli di pasqua" e si

ponu stujari u mussu.

FEBRONIO

: (lesto) Ccà silvietta ddo cavagnaru.

'NTONI

: Va beni! Mimma amuninni a sbarattari na pocu di gabbietti ca

ni servunu ppì mittirici st'eredità. (rivolto a Febronio)Sabbenarica

signò lei. Nutaru a lei aspittamu.

MIMMA

: U vogghiu ccà saluti signò affrivagghiatu. Amuninni 'Ntoni.

Cari saluti signò notario

( E S C O N O )

SCENA IIIa

NOTAIO - FEBRONIO

( Febronio li accompagna e rientra )

NOTAIO                : Ed una è fatta !


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FEBRONIO

: Curiusa, certa gente è davvero curiusa, l'unicu interessi non è

ppò ziu ma ppì l'eredità. Avissunu almenu dimustratu t’annichia

di preoccupazioni ppì ddu mischinu; ca appoi a cosa cchiù

'mpurtanti fussi chidda di putillu ritruvari. A quali! Pensunu sulu

e soddi signuri mei.

NOTAIO

: E sì caro mio, i soldi, per molti sono l'unico motivo della loro

esistenza,  rappresentano  il  potere.  L'uomo  progredisce  nello

sviluppo industriale, nel fortificare la propria posizione sociale,

dimenticando il valore del rapporto umano. Avidità caro mio,

avidità.

FEBRONIO

:(guarda il vassoio e lo rovescia) E menu mali ca non ni vulevunu

pirchì ancora aunu a mangiari, picca ci mancava ca su'llicavunu

(lo riempirà di nuovo).

NOTAIO

: E vedrai caro mio cosa ci aspetta dopo. In quanto dalle

informazioni e dai documenti che ho esaminato, mi sono fatto un

quadro ben preciso di questi parenti.

FEBRONIO

: E gli altri quando dovranno venire?

NOTAIO

: Ancora è presto sono le dieci e mezza; verso mezzogiorno

dovranno arrivare altri "disinteressati" all'eredità. Infatti proprio

per questo ho fissato gli appuntamenti in orari differenti, in modo

da evitare incontri sconvenienti.

( SUONANO ALLA PORTA )

FEBRONIO

: Arreri a porta erunu, sarà ca ci'anu u raloggiu avanti

( V I A va

ad aprire )

NOTAIO

: Altrochè,devono essere per forza loro! Perchè per oggi non ho

altri appuntamenti se non con loro. Bene sentiamo questi altri.

SCENA IVa

NOTAIO - FEBRONIO - LORO – MARA

FEBRONIO

: (facendo entrare annuncerà) Il signor e la signora Sgroi!

NOTAIO

: (ricevendoli) Si accomodino prego.


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LORO

: (con  passo  marziale  accompagna  la  moglie  alla  sedia  più  lontana

dall'ingresso,  la spolvererà con il fazzoletto, quindi farà sedere la moglie.

Dopo va dal notaio e sbattendo i tacchi gli tende la mano) Il notaio

Torrini? Molto lieto, Sgroi! Sgroi Loro!

NOTAIO

: (guardandolo stupito) Loro? Loro chi? C'è altra gente oltre la

signora.

LORO

: Io! Loro io!

FEBRONIO

: (al pubblico) Ora sciruppamini a st'autru.

NOTAIO

: Mi scusi ma non ho capito.Quanti siete i presenti?

MARA

: Dui, non ci vede che siamo dui?!

NOTAIO

: Mi permetta, ricapitoliamo, lei si chiama...Sgroi...?

LORO

: Loro! Loro!

NOTAIO

: Oh! Mamma mia! Ma chi sono sti loro?

FEBRONIO

: Signor notaio mi scusi, forse il fatto è che lei non essendo

nativo del luogo ha difficoltà per certi nomi, glielo spiego io, quì

ci sono degli idiomi...

LORO

: Senta quali idioti e idioti, stia attento che quì c'è gente per bene

ed educata ed idioti non c'è ne sono!

FEBRONIO

:  Ha  ragione,  forse  il  suono  delle  parole  ci

è  arrivato  un

poco...come dire...strammato, io ho detto "Idiomi" per dire vezzo,

diminuitivo, stavo infatti spiegando al notaio che il suo vero

nome, insomma chiddu ca veni riportatu 'nte cirtificati non è

Loro ma è...

LORO

: (prontamente) Ah! ho compreso! Dunque mio caro

signor notaio,

io  sono  stato  battesimato  con  il  famosissimo  nome  di

"Candeloro".

NOTAIO

: ( a Febronio) Che razza di nome è ?

MARA

: E’ un nome padronale. Infatti lei deve sapere, che quando io ci

devo scippare qualcosa, per prenderlo col buono, prima me lo


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: commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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alliscio, e poi pigghia e accuminciu..."Lorino, Lorino"?!

(con cantilena)

FEBRONIO

: Signuruzza ma chi ci scappa da vucca! Signor notaio Lorino

tuttu 'ncucchiatu, nò cu l'apostrufu, elli apostrufu...orino

NOTAIO

:  Ho  capito  vezzeggiativamente.  Bene  signori,  bando  ai

preamboli, signor Sgroi se si vuole accomodare, Febronio nel

frattempo offri qualcosa.

FEBRONIO

: Subito ( riempie il solito vassoio e lo poggia sulla scrivania)

LORO

: (alla moglie) Chisti l'appi a lassari u ziu, a'stura sunu duri comu e

petri. (quindi al notaio) No! Grazie pirchì semu a dieta.

NOTAIO

: Come volete. Dunque, voi avete ricevuto il mio invito, ed è

evidente  che  siete  venuti  in  largo  anticipo…devo  intendere

questo  come  un  interesse  particolare  alla  suddivisione

dell'eredità?!

LORO

: Mi scusi se non la faccio parlare, ma ho preferito venire con

qualche minuto di anticipo perchè ci tenevo a precisarle (si

commuove) che è mio assoluto interesse, non ricevere uno spicchio

di fava in più, di quello che fino ad oggi ho ricevuto da mio zio,

buonanima! (piange)

NOTAIO

:(stupito, in quanto non si immaginava questo sviluppo) Ah! Questo non

me l'aspettavo. Bene bene, vada avanti, la cosa si fa interessante.

MARA

: Forza Lorino, non ti commuovere parlagli della donazione.

LORO

: Subito. Vede signor giudice..

FEBRONIO

: Notaio, lui è notaio, e suo zio non è ancora ufficialmente

passato fra le bonanime.

LORO

: Beh! Poco ci manca. Io queste cose le sò. Dunque le dicevo,

come ebbi a dire più di una volta a mio zio: "Zio, rinuncio

all'eredità"! Ne faccio donazione benefica.

FEBRONIO

: E so ziu chi ci’arispunneva?

MARA

: Che se nel futuro ci fossero stati dubbi, lui avrebbe testimoniato

in

nostro favore.


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NOTAIO

: Ah! se è per questo, quando troveremo il corpo di suo zio,

caso  mai  fosse  già...(fa  il  segno  con  le  dita  del  trapasso)  lo

sottoporremmo ad interrogatorio. Ed ha già pensato a beneficio

di chi è destinata questa fortuna a cui lei rinuncia. Lei certamente

saprà quanti beni al sole, libretti, depositi ecc.ecc. risultano a

nome di suo zio, per non parlare delle piantagioni e delle fazende

che il signor Scuderi possiede in Argentina.

LORO

: Certo che ci ho pensato e manco tanto, perchè dopo tanti anni e

tanti studi, non avevo bisogno di tanti riflessamenti...

FEBRONIO

: Nenti, di comu parra a'ggh'essiri ppì'forza maestru di scola.

LORO

: Perché vede mio caro avvocato...

FEBRONIO

: Ci cangiau professioni.

LORO

: Io sono un uomo tutto di un pezzo.

FEBRONIO

: (fra se, ma in modo che Loro udrà qualcosa) Certo è come un "trunzo

di cardo".

LORO

: Prego??

NOTAIO

: Il signor Febronio vuole dire, che lei… non è un codardo.

MARA

: Codardo mio marito? Quando mai, mio marito ha sempre

camminato  in  testa  ad  ogni  armata,  tenendo  ben  alto  lo

stendino.(allude allo standardo)

FEBRONIO

: E lei chi ci purtava u stricaturi?

LORO

: Insomma, le posso ufficialmente sottoscrivere che dono tutta

l'eredità....a beneficio di....!

NOTAIO

: A beneficio di?

LORO

: (deglutendo)...A beneficio di...!

FEBRONIO

: E non parturisci? A beneficiu di cui??

LORO

: A beneficio di mia moglie! (con un sospiro di sollievo)

FEBRONIO

: Caspiterina!


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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18

NOTAIO

: Di bene in meglio, stia tranquillo che per questo suo gesto

riceverà il plauso della popolazione intera.

LORO

:  Ed  io  la  ringrazio,  perchè  gli  applausi  mi  hanno  sempre

stimolato a fare sempre di più. Comunque, lei sappia che io

conosco tutto di ogni possedimento di mio zio, compreso i

possessivi che mio zio Neddu aveva vicino a Bonosairi, puhh! ci

sono stato una zammoliata di volte.

FEBRONIO

: Appiddaveru?

MARA

: Cciù giuramu (si fa il segno della croce sulla bocca ) ppì santa

cuddura ppì ghessiri sceccu ci manca la cura. (Bacerà indice e medio

da entrambi i lati ).

LORO

: Io, mio caro signore ho viaggiato e come se ho viaggiato. Ho

stato  a  tanti  banni:  a  Miniu,  Malettu,  Raffadali,  passina  a

Calascibetta, a lei nenti ci pari?!

NOTAIO

: Come no! Si vede da lontano che lei è un uomo navigato.

LORO

: Comu navigatu ? Non è ca jù ci haja jutu ccò papurettu. Jù m'aja

pigghiatu a currera, na vota ci jvi piffinu ccò carrettu e u mulu!

Ahh! Su lei sapissi quantu sunu sintimintusi i muli, non è ca sunu

comu a scecca o a jmenta.

FEBRONIO

:(al pubblico) U voi vidiri ca è prufissuri di sceccologia.

NOTAIO

: I muli sono sentimentosi? Non ci avevo fatto caso, ci starò

attento. Bene! (prendendo la carpetta) Allora veniamo al sodo.

MARA

: Bih! Macari si mangia? A' mmia l'uovo sodo mi piaci ccò sali.

FEBRONIO

: Certu e appoi ni stujamu u mussu cu na pampina di ficu. A unni

semu 'nta locanna?!

NOTAIO

: No signora, non l'uovo sodo, ma sodo per dire veniamo al

dunque. Allora signor Sgroi, mi dice il grado di parentela che ha

con lo scomparso?! Cioè con il signor  Scuderi?

LORO

: Presto detto, mia madre si chiamava Falso Prazzita, rimasta

smammata al momento del parto…,

NOTAIO

: Smammata? (guarda Febronio come per dire cosa significa)


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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19

FEBRONIO

: Senza mamma, cioè orfana di madre.

LORO

:  Nell’occassione  mio  padre  rimastette  assolato,  cioè  senza

moglie, ma con Prazzita 'nte vrazza, e pertanto si risposò con una

ragazza, una certa Scuderi, che aveva avuto un figlio… nato

chissà da dove...lei mi capisce.

NOTAIO

: Certo difficile a dirsi.

FEBRONIO

: Chi ci pari ca i figghi nasciunu sempri do stissu postu? A chiddi

ci piaci cangiari .

LORO

: E la ragazza, lo aveva legittimato a suo nome "Scuderi Neddu"

MARA

: Che poi altro non era, che il fratastru di me soggira, zio diretto,

direttissimo…

FEBRONIO

: (rapidamente) Si acceleratu!

MARA

: (continuando) Di Loro.

FEBRONIO

: Loro fussi… sempri iddu averu?

LORO

:  Eppure, la cosa curiosa è, che pur non  essendo me zu Neddu

un parente consangnuigno di mia madre; lei vede me?! Mi

taliassi, m'inquadrassi bonu bonu.

FEBRONIO

: Signor notaio, un'quadrassi bonu, sannunca a fotografia ci veni

mossa.

LORO

: Lei non vede me! Guardando me lei vede il signor Scuderi

Sebastiano venti anni più giovane.

FEBRONIO

: Impressionanti, allura sò ziu, dicemu, bonamma, era n'cristianu

da sò purtata?

MARA

: Spiccicatu, parevunu...chissacciu, milli liri veri ccù milli liri

falsi.

FEBRONIO

: N'dubbiamenti chiddi fassi..era u ziu no?

LORO

: No! Che c'entra, tanto per portare un esempio, mia moglie vuole

dire che l'originale è uno ma la copia è tanto “rassomiglionante”

che magari uno si confonde qual'è il vero e qual'è il falso.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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20

NOTAIO

: Allora le consiglio di stare attento, in quanto suo zio

essendo  scappato  dal  grand  Hotel  dov'era

trattato  come  un

pri....un principe è da tempo ricercato perchè insano di mente...

FEBRONIO

: Accanuoti vistu ca lei ci’assumigghia u scangiunu ppì so ziu, u

'nficcunu 'nta reggia unni era ospiti ddu mischinu e poi no

nesciunu cchiù!

LORO

: Non si preoccupi che c'è sempre qualcosa che ci distingue...che

so magari il porta...mento.

FEBRONIO

: A mia mi pareva u portafogghiu. No, no! Lei bonu u porta u

mentu ... all'insù!

LORO

: Che sò...la “cuttura” (cultura) .

FEBRONIO

: Bih! Ca certu, su parramu di cuttura, a stura so ziu e cchiù duru

di na jaddina vecchia, inveci lei sarà teniru comu o pani cottu.

LORO

: E non ultima la generosità mio caro, io dono, allergisco,

benefico.

NOTAIO

: (falsa  allusione) Suo zio invece...era tirato, taccagno, peggio

dell'avaro di Moliere.

MARA

: Chiddu caro lei ha sempre preteso; ha voluto dai suoi nipoti, da

sua sorella, chiddu ca ci toccava e magari chiddu di l'autri. E noi?

Abbiamo sempre mandato, vaglia, versamenti, senza mai nulla a

pretendere.

NOTAIO

: A proposito parlando di versamenti, sappiate che quanto sto per

dirvi  potrebbe  essere  utile  per  voi,  per  l'acquisizione

dell'appartamento.

MARA

: Oh, finalmenti parramu Taliano .

NOTAIO

: Risulta dall'ufficio registro che voi abitate in una casa di

proprietà di vostro zio, giusto?

LORO

: Da ora? Da sempre mio caro signor notaio. Non appena la casa

fu allestita. In quanto, deve sapere, che mia madre comprava, per

investire i capitali ca u zzù Neddu mandava, come la casa fù

lesta... tuppiti, nuatri ni ci'anficcamu d'accussì nuddu na potti cchiù livari.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -

di Angelo Scammacca

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21

NOTAIO

: Infatti, durante questi anni, le quote di manutenzione, imposte e

qualunque altro tipo di spesa, sono state addebitate direttamente

sul conto bancario di vostro zio. Pertanto tutte le tasse sono

sempre state pagate da lui. Ora sarebbe il caso, che al nostro

prossimo incontro mi portiate le ricevute di cui parlavate prima,

così dimostriamo agli altri eredi che voi avete tutto in regola.

MARA

: I ricivuti? Bih…e comu facemu?! Na vota, siccomu mancava

l’acqua, ni scurdamu u rubinettu da vasca aperta, s'allagò a stanza

e lettu e i ricevuti si vagnanu e sculurenu da prima all'ultima.

FEBRONIO

: Mischini! Ma quantu siti sfurtunati, voddiri 'nta na simana sunu

cchiù'assai i jorna ca manca l'acqua ca quannu curri, e giustu

giustu ddu jornu vinni l'acqua.

NOTAIO

: Va bene signori, in qualche modo faremo, per il momento

grazie per essere venuti, sarà mio dovere contattarvi per il

prossimo incontro.

LORO

: (sicuro) Allora mi considero in attesa.

FEBRONIO

: Di setti misi! Non si tuccassi prima ca ci fa u risiu.2

( SUONANO ALLA PORTA )

NOTAIO

: (guarda l'orologio ) Mah! E chi può essere? Febronio per favore

vai a vedere chi è!

FEBRONIO

: Subito

( va ad aprire

V I A )

NOTAIO

: Va bene

così signori, per il momento credo che non ci sia altro

da dire,

quanto prima sarete contattati, non appena avrò delle

notizie definitive da parte del giudice incaricato.

FEBRONIO

: (rientra) Mi scusi signor notaio ma siccome di là c'è un tale…

(sussurra il nome ) gli dico di ritornare più tardi?

NOTAIO

: Adesso sono venuti? In largo anticipo. Si vede proprio il

disinteresse. (sicuro) Va bene, falli accomodare nel salottino, li

riceverò fra qualche minuto.

FEBRONIO

: Benissimo.

( V I A )

2 voglia


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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22

MARA

: Mi scusassi su mi fazzu a facci tosta, mi pozzu pigghiari dui

viscuttedda ppì n'picciriddu ca stà sutta di mia?

NOTAIO

: Prego ci mancherebbe altro.

MARA

: Grazie (rovescia il vassoio nella borsa)

NOTAIO

: E’ piccolo il bambino vero?

MARA

: Ci manca ‘n’misi ppì ‘ffari vintisettanni.

NOTAIO

: (chiamerà) Febronio, Febronio.

FEBRONIO

: (rientrando) Eccomi.

NOTAIO

: Accompagna i signori Sgroi e dopo fai accomodare chi è in

salottino. Signori, a presto.

LORO

: Bongiorno nuovamente.

MARA

: Arrivedergliela

FEBRONIO

: Signori da questa parte. (esce assieme agli Sgroi) ( E S C O N O )

SCENA Va

NOTAIO - FEBRONIO - VENERA - JANO

NOTAIO

:(Conserverà la pratica di Sgroi Loro) Mah! Li avevo convocati per le

quattro del pomeriggio, sono quasi le dodici e poco ci mancava

che si incontrassero per le scale e questo non dovrà mai accadere,

perchè  non  voglio  che  si  scambino  notizie  prima  delle

dichiarazioni che ognuno mi farà.

FEBRONIO

: (entrando dalla laterale, annuncerà) I signori Micalizzi, posso fare

accomodare?

NOTAIO

: Certo, prego si accomodino.

VENERA

:  (dirompente.  Sia  lei  che  il  marito.  Vestiti  in  modo  variopinto)

Bongionno signor notaio, veni Janu assettiti. Mi dicissi unni ama

firmari!


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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JANO

: Ca 'ntappici n'autogrifu prestu prestu e d'accussì u seppellemu.

FEBRONIO

: U seppellisciunu?! Ccà ci nnè n'autru. Chistu sarà bicchinu!

NOTAIO

: Scusate, un pò di calma, non ho capito chi dobbiamo seppellire?

VENERA

:  O  zzù  Neddu!  Non  semu  ccà  ppà'ddichiararlu  mortu?

(siederanno)

JANO

:  Scusasse,  non  è  lei  che  ci  ha  mandato  per  posta  una

"comunione".

FEBRONIO

: Sì a cresima vi scrissi!

JANO

: Avaja, quella "gatta" che ni mannò per posta.( la cerca in tutte le

tasche come se avesse le pulci)

FEBRONIO

: E chi ffù a jatta ca ci'ammiscau i pulici?

VENERA

: (decisa) Janu! Parru jù ca tu spari sempri papalati! Tu assettiti e

cala sulu a testa! Me maritu voli diri, lei ni ha scritto, che

dovevamo riconoscere il cadavere do ziu mortu di quasi deci

anni...ccà 'nti lei.

JANO

: ( Jano assentirà muovendo la testa come per dire sì )

FEBRONIO

: E astura non scaffiteumu?!

NOTAIO

: Io? Quando mai! Che cosa avrei scritto io?

FEBRONIO

: Stando a quello che dice la signora, ca lei ci avrebbe fatto

attruvari ccà ò zzù Neddu beddu tisu tisu comu na sarda. Eh!

Dopu  deci  anni.  E…u  signò  vorricamorti  ci  avissa  fattu  u

serviziu.

JANO

: (muoverà sempre la testa )

FEBRONIO

: Sta virennu ca cala a testa.

NOTAIO

:Ah! Avrei scritto proprio così?(cerca una copia)

VENERA

: Eh! Mi pari, su ciù dici u signò... comu si chiama??

NOTAIO

: Febronio, si chiama Febronio.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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24

VENERA

: Fibroniu ? E so soru comu si chiama frevi di malta? Chi nomu

curiusu?! Averu Janu ?

JANO

: ( continuerà a muovere la testa )

FEBRONIO

: E comu annaca! Non criru ca si ci svita a nuci do coddu?!

NOTAIO

: Scusate, ma urge una precisazione! La "comuni…cazione" che

viho inviato, serviva a convocarvi presso il mio studio, in quanto sono trascorsi quasi dieci anni da quando un…certo Scuderi


VENERA


: (immediata)

Neddu!


Quali Cuncettu e Cuncettu! Neddu si chiamava


NOTAIO


: Un tale Scuderi, vostro presunto zio, è scomparso dalla casa di riposo che lo ospitava.


VENERA


: Comu casa di riposu! Me ziu era 'nto megghiu albergu do circondariu, averu Janu? E diccillu tu! Ca parra! (il quale abbasserà


la testa)


FEBRONIO


: E non pò parrari signuruzza, ddui cosi 'nta na vota è troppu.


NOTAIO


: Insomma, chiamiamolo albergo?! Come circondario va bene, dato che somiglia proprio ad una casa circondariale, considerando i muri e le inferriate che lo attorniano. In effetti è noto che quella, è una particolare casa di riposo per anziani chiamata "Ostello Paradiso".


VENERA


: E chi ven'addiri, picchì n'albergu ?


(enfatizzando Otello) "L'Otello" non è


FEBRONIO


: E l'Aida è na pinsioni.


JANO


:(accenna a parlare )


Ma su nuatri u circamu...


VENERA


:


(interrompendolo)


Mutu tu!


FEBRONIO


: Mutu si stassi e annacassi a testa comu o nuzzu (tacchino) casu

mai quannu è stancu muvissi l'ali ( muoverà le braccia come il ballo


del Quà Quà )


VENERA


: Dunqui, apprima a bonamma do ziu era 'nta stu stellu ed era filici, ogne vota ca ni vireva...


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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25

FEBRONIO

: Si scantava!

VENERA

: Ora è beddu mortu e nuatri chi ci putemu fari? Ama fattu tanti

ricerchi, senza risultatu, a me zzù Neddu c'erumu affiziunati.

Nuatri ci ama sempri auguratu cent'anni di saluti, e me maritu ha

dittu sempri...ca quannu mori?!.

FEBRONIO

: Macari ittaturi è?

VENERA

: Ca quannu mori, mori! Intantu si godi i so cosi e i so parenti ca

semu nuatri. Tantu ca ficimu a dumanna ppì l'eredità.

NOTAIO

: Insomma la domanda per l'eredità?! Non direi! Voi, unitamente

agli altri parenti, qualora non esista alcun testamento, godrete

della quota che vi spetta e cioè un terzo.

FEBRONIO

: (al pubblico) Ccà  cazzusa! Intanto se volete accettare qualche

biscottino (porge il vassoio)

JANO

: ( li guarda con disgusto )

VENERA

: No grazii, me maritu non ni pò mangiari e jù sugnu sazia. Casu

mai, su sti viscotta fanu parti dill'eredità, accuntintassi e me frati.

NOTAIO

: A visto cosa può accadere? A meno ché anche gli altri eredi non

rinuncino  all'eredità  come  lei  rinuncia  ai  biscotti,  in  caso

contrario bisognerà dividere.

VENERA

: Chi spattu?! Jù non vogghiu spartiri nenti ccù nuddu. Cu

ci'arriva prima (farà il gesto di arraffare e quindi di porre il coperchio su

di una ipotetica bara e simulerà di martellare sulle viti del coperchio, in

ultimo farà il segno della croce sulla stessa.Osservata dal notaio e da

Febronio, mentre Jano si riempirà le tasche e mangia)

NOTAIO

: (Guarderà Febronio e gesticolerà come per chiedere una spiegazione)

FEBRONIO

: (anche se avrà capito, ranniccherà le spalle come per dire Boh!) Ah!

forsi a signura a sbagnari qualche linzolu ppì stirarlu?!

JANO

:(con la bocca piena) Ci ha 'ntappato il cummoglio nel tabbuto.

FEBRONIO

:(al pubblico) Non pò parrari ppà collira. Ppì forza a vurricari a

qualcherunu, farà senz'altru u vorricamorti. Mutu si stassi e

annacassi a crozza.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

pag

26

NOTAIO

: No! Signora, non è che lei voglia o no! E' la legge che decide,

lei al massimo al pari degli altri può rinunciare all'eredità, perchè

accettandola lei accetterà crediti e debiti.

VENERA

: Debiti? Chi ven’addiri debiti ??

FEBRONIO

: Cambiali signuruzza, soddi a 'ddari!

VENERA

: Chi centra, si u ziu mi lassau a'mmia voddiri ca mi lassau i beni,

‘n’casu mai i cambiali sunu di chiddi ca non ci lassau nenti ppì

punizioni!

NOTAIO

:Beh! Le ripeto che se ci sono voleri testamentari,

quelli saranno

privilegiati,  fermo  restando  che,  a  chi  spetta,  verrà  data  la

legittima. (il notaio guarderà da un’altra parte)

VENERA

: (Jano allunga la mano nel vassoio, lei gli darà uno schiaffo. Dopo di che

prende un pugno di dolci e lo infila nella borsa)

FEBRONIO

: Possibilmente sò ziu avrà avutu prifirenza ppì qualche niputi,

magari aveva cchiù trasportu....

JANO

:(fermandosi con la testa si alza minaccioso) Non c'è nessun trasportu,

casu  mai  su  ci  saressero  preposizioni  di  corcoruno  ca  si

ricanuscissero  eretici  primalori,  in  quanto  me  muggheri  è

terziaria, ossia terza figghia, all'amico ccà prisenti (al notaio) ci

pozzu  diri  ddui  semprici  palori!  Primu:  ca  l'unica  ca  pari

a'mmaginetta do zzù Neddu è me muggheri Vennira, e quindi ci

nn’attocca cchiù di n'caddozzu superchiu. Secunnu: che a questi

pritinnenti sdiliggittimati, u trasbordu cciù facemu fari 'nficcati

'nta stissa carrozza funeraria do ziu, e accussì arisparmiamu.

Ahh!(sospiro)

VENERA

: Eccu, bravu a me maritu! Almenu si passunu u spinnu di

caminari ‘nta na machina di lussu, e stanu beddi sarvati attagghiu

o ziu.

NOTAIO

: Ma cosa stanno dicendo, non è che li abbia capito tanto bene.

FEBRONIO

: Nenti signor notaio, non ci faccia caso, stanno sbuddendo na

pocu di cantuneri, anzi mi scusi, dato che il signor Micalizzi

parla di somiglianza della signora con lo Scuderi, le ricordo il

particolare della descrizione del...fù.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

pag

27

NOTAIO

: Vero quasi dimenticavo! Scusate un ultima cosa prima di

andar via. Poichè in caso di ritrovamento dello Scuderi, sia vivo

che morto, bisognerà effettuarne il riconoscimento, è necessario,

che  mi  forniate  una  descrizione  particolareggiata  dello

scomparso. Quindi a voi la parola. (invitando Jano a parlare)

JANO

: ( continuerà a muovere la testa come prima )

FEBRONIO

: Signor notaio, s’aspittamu ca si ci ferma a testa avemu vogghia,

pirchì criru ca o signor voricamorti, dopu dda requisitoria ci

spiddiu a lena, però a modda da testa l'avi ancora carica per cui

non ci resta che la signora.

NOTAIO

: Signora, allora che mi dice di questo zio?!

VENERA

: Su aju caputu bonu ci sirvissi a discrizioni do zzù Neddu?!

NOTAIO

: Credo di essere stato chiaro. No?!

VENERA

: Ca u ziu aveva dui peri, dui vrazza, dui manu, n'trunzu di pettu

cu na testa 'mpiccicata

FEBRONIO

: Appiddaveru? Cosi di l'autru munnu.

VENERA

: Janu ca diccillu tu.

JANO

: ( muoverà la testa )

FEBRONIO

: Ca sarà veru! (guardando Jano) Dopu sta perizia giurata, non u

viriti ca annaca a testa. Però è stranu, com'è ca stu mischinu

aveva tuttu cosi a ddui a ddui e u Patreternu ci fici na testa sula.

NOTAIO

: Signora per descrizione s'intendono le misure, i dati somatici.

VENERA

: Ah! Chiddi da somalia?

FEBRONIO

: Sì chiddi di l'abbissinia! Signuruzza, si pò sapiri stu ziu comu

era fattu?  Su era curtu, siccu, grossu, chi capiddi, insomma ni

capiu ora ?

VENERA

: Aja caputu, aja caputu.(guarda Jano per cercare aiuto) Dunqui

Janu...su non mi sbagghiu mi pari ca u ziu era javutu averu?

JANO

:(mangerà gli ultimi biscotti si alza e muoverà la testa tre volte ).


Lustru di luna

: commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

pag

28

FEBRONIO

: (scrive) Alto, alto, alto..annacau tri voti ?!

NOTAIO

: Pressappoco?

VENERA

: E su pisava pocu non u sacciu, Janu tu chi dici?!

(Jano muove la testa )

FEBRONIO

:  Signura  non  u  facissi  parrari,  prima  ca  si  ci  'ngoffa  u

cannarozzu, pirchì quannu so maritu parra ci'acchianunu i caluriii

e si pò macari ...affucari. Cuntinuassi lei ca è u stissu.

VENERA

:(parlerà con il marito e con mimica) U ziu com’era grossu? No

averu?! Ci dicu ca era siccu? Siccu era, ccù n'paru di spadduzzi

bih! Ci l’avi presenti ‘n ‘appennarobbi anticu, chiddu a calatura.

Pareva ‘n tilareddu ca caminava tuttu ‘ncircatu, s'ammagginari ca

quannu u mericu

ci ava'ffari i raggi 'nto pettu, bastava ca u

mitteva o suli 'ncontraluci e sapeva macari chi ava mangiatu.

Averu janu?

NOTAIO

: E dei capelli? Che cosa mi sa dire dei capelli?

VENERA

: Tignusu era! Aveva i capiddi tignusi ma logni.Averu Janu.

FEBRONIO

: (leggerà ciò che ha scritto) Dunque, alto, magro e "calvo" giusto?

(guarda Jano che muove la testa ) so maritu annaca, lei ci'accorda?

VENERA

: Ca su iddu s'arricorda ca era "calmo" ciù scrivissi... calmo.

FEBRONIO

: Comu l'ogghiu, a unni semu o bagnu?!

NOTAIO

: Benissimo, per il momento va bene così, sarà mio dovere

ricontattarvi in merito allo sviluppo.

JANO

: Ah, apprima a sviluppari a fotografia? E va beni facissi lei e poi

ci documenti.

FEBRONIO

: Ma quantu parra stu cristianu?!

NOTAIO

: A proposito di documenti, scusatemi, un'ultima cosa. Se non

sbaglio voi abitate in una casa di proprietà di vostro zio, io sono

certo che voi potete dimostrare agli altri eredi, che in tutti questi

anni

avete sempre

versato il mensile di affitto con

regolarità.

Dovete sapere che anche i depositi bancari andranno divisi fra gli eredi.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -

di Angelo Scammacca

pag

29

JANO

: Signor notario, ci pò mettere la mano sul fuoco como a Nunzio

u Scemo, perchè noi con puntualezza abbiamo sempre versato il

versamento che ci dovevamo versare.

FEBRONIO

: Allura quann'è accussì, avrete sicuramente le pezze.

VENERA

: (che non ha capito il senso) Senta signò lei, ni ha taliato boni, chi ci

paremu arripizzati?

NOTAIO

: Signora, si dice pezze per dire ricevute, il signor Febronio

chiede appunto se ne avete.

JANO

: Certo che ce li aveomo, prima che quei disgraziati di latri ci

scassavano il casciolo della culunnetta e se li rubavano.

NOTAIO

: Ah! sono stati trafugati?

VENERA

: Ca di sicuro si sono affucati, picchì si mangianu macari tuttu

chiddu ca c’era ‘nta ghiaccera. C’erunu dui roccoli affucati e

‘n’caddozzu  di  sazzizza  ppì  me  maritu.  Sdisonesti,  si  ci

mangianu a sasizza a me maritu.

NOTAIO

: Sono mortificato.

VENERA

: Mortificato lei! Ava vidiri a me maritu, quando ci siamo

aricogliuti, dallo scanto stava murenno, ca ancora oggi è menzu

mortu e menzu vivu.

FEBRONIO

: S'avvidiri quali parti ci'avi morta?!

NOTAIO

: Va bene, Febronio non dimenticare di prendere nota di questo

fatto.

NOTAIO

:  Dunque  siamo  intesi,  al  prossimo  incontro  definiremo  le

modalità, contemporaneamente alla consegna delle carte.

VENERA

: Ha vistu Janu, stu galantomu ti duna macari n'mazzu di carti,

d'accussì su voi, ti poi fari macari n'trissetti!

JANO

:  (la  guarda  dai  piedi  alla  testa)  Jautru,  'n'sulitariu  mi  fazzu!

Amuninni. Salutamu

(Febronio,Venera, Jano

E S C O N O )


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

pag

30

SCENA VIa

NOTAIO - FEBRONIO

FEBRONIO

: (rientra subito) Mi stava preoccupannu c'arristavunu i viscotta. E

menu mali ca erunu a dieta... forsi era chidda ingrassanti.

NOTAIO

: E caro mio, almeno ci siamo fatti un quadro completo della

situazione.

FEBRONIO

: Mi passi di capiri, ca ricivuti de casi non’avi nuddu.

NOTAIO

: E tu pensa, che ognuno si è infilato in una casa e non è disposto

ad uscirne. Anzi se può cerca di accaparrarsi anche quella dove

abitano i fratelli.

FEBRONIO

: E chi perdunu a cuccagna. Chiddi dormunu tranquilli, anzi

dormunu e mangiunu, pirchì l'appititu mi passi ca non ci manca.

NOTAIO

: Beh! Vedremo come matureranno gli eventi.

FEBRONIO

: Eh già! L'antichi dicevunu u megghiu tempu veni appressu.

FINE PRIMO ATTO


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31

A T T O I I °

SCENA Ia

FEBRONIO - JANO - VENERA

FEBRONIO

:(entra assieme a Venera e Jano dando l'impressione che lo studio non è

ancora aperto, sistemerà le sedie, aprirà la tenda ecc.) Trasiti, ma vi

ripetu ca u sturiu ancora è chiusu.

VENERA

: Bih…e chi ci fa?! Ca aspittamu deci minuti.

FEBRONIO

: Deci minuti? Ma si u nutaru vi cunvucau ppì l'unnici e sunu

l'ottu. Jù su ci pirmittiti aja sbarattari, ca assira

u nutaru fici tardu

e oggi aspittamu genti.

VENERA

: Cu prima arriva mangia ppì tri!

FEBRONIO

: Naturali, allura voddiri ca l'autri si ponu pigghiari u bicarbonatu

pirchì di sicuru ci'adduppa.

JANO

: (con in mano una guantiera coperta da carta di pasticceria, mentre

all’interno ci sarà un sacco di Juta)A'vvistu ca finalmenti vossia

ci'arrivau?! (alludendo)  Oggi ccà...a qualcunu ci sunamu u de

profundis.

FEBRONIO

:(al pubblico) Ahu! si fissau ca l'ha seppelliri e u seppellisci! U

vuliti vidiri ca forsi farà u saristanu?

VENERA

: (cercando di circuirlo) Sintissi signor febbraiu

FEBRONIO

: Sì marzu, (al pubblico) ccà ci'nnè nautra. Febroniu signuruzza,

non sbagghiassi misi, mi dicissi .

VENERA

: Su lei ancora non l'ha caputu, ccà a cosa è chiara, nuatri ama

vinutu 'n'pocu prima, pirchì ni dispiacissi ca qualcunu di dda

speci  di  parenti  si  mittissi  d'accordu  ccò  nutaru  e  nuatri

arristassimu comu a tanti passuluni.


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JANO

: Si ca fussi facili! Jù cara mia ci'addumu 'n'luminu a sira e

ci mannu na jastima3  o jornu; a ca si ll'ana rumpiri qualche

jamma!

FEBRONIO

: Macari jettaturi arrisuttau! Comunqui taliassi ca u nutaru è na

persona seria, e di sti cosi non n'ha fattu mai, e criru ca non c'javi

vogghia di n'cuminciari propriu ora cchì so frati.

VENERA

: Pirchì jù ritegnu ca fussi na cosa 'ngnobili, ca i me frati, a mia

insaputa facissunu na parti di chista. Nuatri n'ama vulutu sempri

beni.

FEBRONIO

: Si viri! Mi cridissi ca di chistu u nutaru è cchiù ca cunvintu,

difatti ppì spartiri st'eredità, pensu ca non avrà nessuna difficoltà.

JANO

: L'anima a Diu e a roba a cu' tocca.

FEBRONIO

: E secunnu vui a cu' è ca cià’ttocca ?

VENERA

: Bih! A cui?! Ca avissa statu ancora cchiù semprici su non

sparteva nenti e mi addotava tutto...sotto la mia gonna .

FEBRONIO

: E chi ci capevunu?

JANO

: Ma quantu a fai longa?! Ti camulii chiù'assai di na porta

vecchia.

VENERA

: Cunchiurivu! (indicandosi) Si dici, e ricchi i ricchizzi a li scarsi li

scarsizzi! Ha caputu? E ora statti tannicchia mutu!

FEBRONIO

: Veru è, s'arripusassi ca ppì oggi ha parratu troppu...annacassi a

testa.

VENERA

: A megghiu cosa è. Per'ora astutiti tannicchedda, ca cchiù'ttardu

quannu u nutaru n'ammustra i carti, su l'autri n'cuminciunu a

mussiari, allura tu t'ha 'ffari valiri.

JANO

: (comincerà il solito dondolio)

FEBRONIO

:A proprositu di carti, putacasu chi purtasturu i ricevuti de misati

ca ata pavatu?!

3 maledizione


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VENERA

: Bih! ragiuni ci'avi, u nutaru ni l'ava dittu, ma purtroppu me

maritu,  l'autra  vutazza,  si  scurdau  'nmuzzicuni  di  sigaretta

addumatu, giustu giustu supra a scatula unni ci tinemu i ricivi da

misata da casa, a scatula era di cartuni, pigghiavu a focu e c'iaja

cuntatu u fattu.

FEBRONIO

: Eh! Ci voli furtuna macari 'nto friiri l'ova ...ma scusatimi, si non

m'arrivoddu mali, i ricivuti non vi l'avunu rubatu?

VENERA

: I primi, chisti erunu chiddi ca avevumu accucchiatu dopu

FEBRONIO

: Capisciu, comunqui ora pirmittitimi ma jù aja gghiri a rizzittari

'nto salottinu e 'nta l'archiviu, vi lassu 'npocu suli, su vi vuliti

assittari faciti ccù comudu, basta ca non tuccati carti, documenti

e jautru, pirchì sunu cosi arrisirvati. (starà per uscire)

JANO

:(farà un gesto alla moglie, come per dire: “e oggi non ci offre niente?”)

VENERA

: E aspittassi muminteddu chi primura ca c'iavi.

FEBRONIO

: Chi ci servi? Javi bisognu cosa?

VENERA

: (con finto imbarazzo) Mentri semu custritti ad aspittari ca veni u

nutaru...  non  c'iavi

nenti  d'assaggiari?  Chi'ssacciu...dolcini,

viscuttedda

FEBRONIO

:(al pubblico) Licchi sunu. Chi c'iaviti famuzza?

VENERA

: Ca ppì'gghessiri puntuali, non eppumu mancu u tempu di

colazionari.

FEBRONIO

: Allura auru a veniri cchiù matinu, u seru ccà ricotta oramai

spiddiu. Mi dispiaci ma non vi pozzu dari aiutu, po'ddarisi ca

comu veni u nutaru potta quacche cosa. E appoi so maritu non

puttau sti pasticcini?

JANO

: Pasticcini? U voli unu, aspittassi. (apre l’involto e tira fuori il sacco)

A vistu chi puttamu? Accussì avemu unni sarvari l’eredità

FEBRONIO

: Speriamu ca unu ci’abbasta. Ora su ci pirmittiti mi ni vaju

pirchì va finisci ca non cunchiuru nenti. (V I A da una laterale)


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SCENA

IIa

VENERA - JANO

VENERA

: (comincerà a rovistare ) E allura 'nto frattempu damici na taliata,

chi  dici  janu?!   Viremu  unni  pò'gghessiri,  di  sicuru  sarà

ccà'menzu.

JANO

: (dondolando sempre la testa come per dire sì)

VENERA

: Ma s’attrovu c'attrovu, ci dugnu na liggiutazza e su ci su cosi

trubuli, stai tranquillu ca qualche fogghiu u fazzu scumpariri, i

lassu cu na manu davanti e una d'arreri. Chi ni dici Janu?!

JANO

: (si è accorto che Febronio si è riaffacciato, quindi cambierà modo di

muovere la testa, e la oscillerà come per dire nò)

VENERA

: Non sì d'accordu? Ma

n’auma ristatu d’accussì (continua a

rovistare e notando che il movimento diventa più frenetico, muovendo anche

le braccia) Ma chi schifiu t'acchiappau si pò sapiri?

SCENA IIIa

VENERA - JANO - FEBRONIO

FEBRONIO

:(entrerà appena e Jano si fermerà) A propositu stava pinsannu ca su

ppì’casu aviti cauru…

VENERA

🙁 sentendo la voce, per nascondere ciò che stava facendo, comincerà a

dare colpi di borsa o di altro sulla scivania come se volesse colpire qualche

insetto)  Unni  s'inficcau,  fatti  pigghiari!  Non  scappari,  eh,

disgraziatu!

FEBRONIO

: Ma chi sta facennu? Chi ci pari ca sta lavannu robbi 'nta saja?

VENERA

: Ca quali c'era 'n'mangia carti ca era menzu chilu, su chiddu

addentica l'eredità..(Jano riprende il solito movimento)

FEBRONIO

:  Certu s'addentica, appoi va finisci c’ata spartiri 'n'quattru.

Comunqui stati tranquilli ca non ci'nnè mangia carta, ca ci'abbiju

sempri u disinfettanti.Vi stava dicennu ca s’aviti cauru, n'casu

mai grapiti a finestra.

( V I A )

SCENA IVa

VENERA - JANO


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VENERA

:   Ppì n'pilu! Menu mali ca è addummisciutu, picca ci

mancava ca sinn'addunava.

JANO

: Orvu tunnu è!

VENERA

: ( Alzerà una carpetta e noterà un fascicolo che porta scritto "Eredità" e lo

tira  fuori)  Janu  morta  sugnu,  i  jammi  m'attremunu,  c'iaju  u

pidduzzuni ca mi fà d'accussì, talia ccà, talia cchi' attruvai.

Aredità! (butta il fascicolo sulla scrivania come se fosse incandscente)

JANO

: (scatta improvvisamente) Dammi a mmia ca chisti sunu cosi de

masculi, assettiti ddocu, ca tu in primisi sì parenti e ci voli ca ti

trovunu in fragranti di reatu. (mentre Venera siederà con un ventaglio

in  mano,  prenderà  un  foglio  dalla  carpetta  e  comincerà  a  leggere)

Viremu chi c'è scrittu......: “Jù Cammarata Peppe...” 4

VENERA

: Cammarata?

JANO

:  Sarà  qualche  parrinu  testimoni,  o  u  notaru  ca  scrissi  u

testamentu, pirchì mi pari ca è scrittu troppu in italianu. Dunqui

Cammarata Peppe, ca binidizioni di Diu e di tutti i santi, dogno

in dote a mio fighiu Turi chidu ca scrivu, 4 tumini ri terra a

panculi, una scecca e un puditru, un carettu con tutti l'armigi e li

cosi ca servunu a lavurare a terra, uno pastrano, uno paraqua, uno

paio di vettule, una piritera a tubu e una piritera a cannolu, 4

funni a sciurtinisa, 4 manghione ri lana, 4 ri cottone, 4 duzini ri

quasetti accattati, 4 fatti a manu, 4 duzini ri fazuletti diversi, 4

camisi fini, 4 camise pisante, una peza ri roba pi fare cusiri

camise, 4 cavisi usate e 4 nove e peza di roba per cusiri cavisi, 2

bunache,  uno  vestito  di  spusaliziu  cucito  dal  custurere,  2

scappuna fatti fari a Vizini, 2 scappini pi nesciri, 2 licacci,2 fasci

per lutto, 2 femmi mostazzo, quello che serve per farsi a barba e

pi fumari a pipa. Cammarata Peppe. (rimette il foglio nella carpetta)

(SUONERANNO ALLA PORTA)

VENERA

: Ma chi schifiu liggisti ca non c'iaju caputu nenti, chi n'ama'ffari

da piritera a cannolu ?

JANO

: Ah! inveci i femma mustazzi?! Servunu!

SCENA Va

4Tratto da un originale testamento


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VENERA - JANO – FEBRONIO

(FEBRONIO ENTRERA' PER ANDARE AD APRIRE, VENERA AUMENTERA' IL RITMODEL VENTAGLIO, METRE JANO STARA' SIMULANDO LA POSIZIONE CHE ASSUMONO I BAFFI COL FERMABAFFI )

FEBRONIO

:   (guardandolo)  E chi arristau 'ncantesimatu? Signuruzza cià

dassi na svintuliata, ca 'nta facci pari cchiù patutu di n'salassaturi

ca s'appizzau i mignatti n'coddu.

( V I A )

(si sentirà parlare,” qualche buongiorno, nò non c'è, veramente”. Mentre

Jano e Venera cercheranno di rimettere a posto, ma non del tutto).

FEBRONIO

: (rientrando si rivolge ai due)  Signori, scusate vi dispacerebbe

accomodarvi nel salottino, c’avissa a’ffari n'pocu di pulizia ccà.

VENERA

: Ma ancora chi ama'spittari assai? (mentre si avviano nella laterale

dove prima Febronio era entrato per sistemare)

FEBRONIO

: Ca quali, u nutaru sta vinennu, quistioni di dui, a massimu tri

uri.

VENERA

: Tri uri? Janu a ‘ntisu? (come per chiedere conforto)

FEBRONIO

: Ca certu co’ntisi! E non u viri ca annaca a testa. Voddiri ca è

d’accordu

JANO

: (Riportandosi la guantiera, muoverà la testa )

( E S C O N O )

FEBRONIO

: Ha vistu ca è comu dicu jù ( li fa accomodare. Posa il fascicolo

"Eredità" in una pandette ed esce dalla comune,  si presenta subito con

Candeloro e Mara )

SCENA VIa

FEBRONIO - LORO - MARA


FEBRONIO


: Prego signori accomodatevi.


LORO


: C'è permesso! (come se chiedesse se ci fosse qualcuno di nome“permesso”. Avrà in mano una vecchia e grossa valigia si colore scuro)


FEBRONIO


: Nò! Non c'è! Ancora n'ha vinutu…. Ca trasiti!


MARA


: ( saluta come se ci fosse qualcuno) Bongionno, bongionno.


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FEBRONIO

: E chi saluta e seggi? Ma su vaja dittu ca non c'è nuddu!

MARA

: La ducazioni non guasta mai, vossia u sapi comu si dici,

zuccaru non guasta bivanna.

FEBRONIO

: Veru è, però t’acchiana u diabeti…cosa di nenti; tantu ca u

nutaru ppì evitari stu periculu non m'arraccumannau jautru; oggi

senza accattari viscotta e caramelli pirchì troppu cosa duci fanu

dannu. D'altrondi mi pari ca vuatri siti a dieta.

LORO

: Per la miseria, proprio ora che avremmo gradito ciò che la volta

scorsa abbiamo lasciato.

FEBRONIO

: (al pubblico) I scocci! E forsi mancu chiddi! E cari mei, ogne

lassata è persa.

MARA

: E va beni, casu mai, voddiri ca chiddu ca lassamu nuautri, verrà

dato agli altri retici. D'accussì nuddu ci può accusare di non

essere generosi e d'averci preso tutta la redità.

FEBRONIO

: Oh! Jautru su non è generosità chista?! Stati rinunciannnu in

anticipu a chiddu ca non c'è, e ca non è mancu vostru...

LORO

:  Comunque,  egregio,  ci  scusasse  se  l'abbiamo  importunato

venendo in lieve anticipo, ma mia moglie ha detto: sbrighiamoci

prima che attroviamo i posti occupati.

FEBRONIO

: E chi vi pari ca semu o cinima?! In ogni casu su tri uri sunu ‘n

lieve anticipu, su spuntauru n'ura prima vi sintevuru in ritardu.

MARA

: (dando l’impressione di disinteresse) Vedesse, a mia non m'interessa

nenti di tutta sta storia, di tutti sti cristiani ca s'acchiappunu,

appoi pirchì? Ppì na cosa ca non n'ha sudatu nenti a nuddu,

bastassi n'pocu di superbia cchiù picca.

FEBRONIO

: Oh! finalmenti sentu fari n'discursu sinsatu.

MARA

: Pirchì lei chi pinsava ca jù vinni ccà, miscannumi ccù sta mala

parintela, ppì spartirini sti quattru cosi? Ffù!

FEBRONIO

: Beh! Quattru cosi pensu propriu ca non sunu,

dicemu ca forsi

sunu… quattrucentu.


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LORO

: Quattrocento o quattromila, mia moglie, una volta che io

l'ho spubblicamente addichiarata, benefondista dell'eredità che

toccava a me...

FEBRONIO

: Certu supra a chistu non c'erunu dubbi. L’eredità da so è!

LORO

: (continuando) Ha ben pensato, che arrivando un pò prima e

magari con la sua partecipazione, (tenta di circuirlo) sempre se lei

vuole collaborare...nell'eliminare qualche carta compromettente

dal fascicolo... indubbiamente con lei l’obbligo ce lo togliamo; se

lo immagina lei, potiamo lasciare quelle teste di scecco con un

palmo di naso. Ecco spiegato perchè siamo arrivati prima. Un

buon cavallo si vede nella corsa.

FEBRONIO

: (al pubblico) Mancu su erumu o paliu di Siena. Chistu parra di

scecchi, muli e cavaddi, mi staju cunvincennu

ca è maniscalcu.

(Si rivolge ai due) Comunqui jù vi ringraziu, ma di sti cosi non

n'haju fattu mai, jù aju sempri pinsatu a costruiri ddi quattru cosi

ca c'iaju e non a sdirubbari. Ora scusatimi ma vi lassu n'pocu suli

pirchì haja sistimari l'archiviu. Non c'è bisognu ca v'ariccumannu

di non tuccari nenti.

( V I A )

LORO

: Po’ stari tranquillu! Saremo di mammoro.

SCENA VIIa

LORO - MARA

( si avventano come fulmini a rovistare )

MARA

: Forza spicciti circamulu, prima ca torna e n'attrova che manu

n'to saccu.

LORO

: Ahu! ca dammi u tempu d'attruvarlu. Viremu, certu ca l'eredità

ana ‘gghessiri tutti n'ta na carpetta, un notabile ca s'arrispetta non

ammisca, passaggi di proprietà, ccù atti notori, successioni ecc.

(trova la pandette sistemata da Febronio), ccà semu "eredità", aspetta

ca ci dugnu na liggiuta...No chista non pò'gghessiri, (la scarta).

Viremu...st'autra  è  n'attu  di  l'arcivescovadu.

Comu  fa  ccà?!

...eredi antica casa conserviera...

MARA

: Loro!

LORO

: Cui? Cu sù sti loro?


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MARA

: Tu! No loro...loro?! Loro tu!

LORO

: Me matri non puteva fari na pinsata cchiù 'nfilici di darimi

'nomu cchiù stubbutu di chistu!

MARA

: Staju pinsannu, su sutta sutta ci promettemu qualcosa o nutaru,

iddu chi'ffà??

LORO

: Nenti, ni fa attaccari! Ma dicu chi sì pazza? Non ti fari scappari

na cosa di chista!..Ahhh! Ecco ccà eredità! di...Cammarata Peppe

MARA

: E chi ci lassau i cosi a Cammarata? E di unni spuntau chistu?!

Dammi, fammi leggiri (si alza, tira il fascicolo dalle mani, facendo

cadere una pila di documenti ed altro, quindi raccatteranno facendo una

gran confusione, mettendo fascicoli sulle sedie, fuori posto).

FEBRONIO

:(attirato dal frenetico rumore del

rassetto rientrerà, trovando Loro sotto il

tavolo e Mara  con fascicoli in

mano e sotto le ascelle.)

Chi fu, chi

successi?

MARA

: U ventu, ci fu n'corpu di ventu e avvulanu tutti cosi.

FEBRONIO

: Ppì furtuna ca c'è a finestra chiusa, su era aperta, sa chi

succireva. E...tutti chiddi ca erunu ccù lei unni si nni jeru?

MARA

: Chiddi cui ?

FEBRONIO

: I so mariti, lei dici sempri Loro, Loro.

LORO

: (uscendo) Quane sono, nel sottostante.

FEBRONIO

: Ahu! Si esprimi ca pari 'n'libru apertu. Ma chi sta facennu sutta

a scrivania? Chi sta ghiucannu a muccia a muccia?

(SUONANO ALLA PORTA )

FEBRONIO

: (al pubblico) Ccà semu, quadretto al completo. Scusati vaju a

grapiri.

( V I A )

( Loro e Mara rimasti soli rassetteranno alla meno peggio e quindi con aria

di indifferenza si risiederanno )

FEBRONIO

: (Rientrando) Signori Sgroi mi dovete perdonare, ho di là dei

signori ai quali devo far firmare degli incartamenti che il notaio


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mi ha lasciato, se non vi dispiace dovreste accomodarvi

nell'archivio.

LORO

: Certamente faccia con comodo (vanno verso l'archivio)

MARA

: Facesse come se fosse a casa sua

( E S C O N O )

SCENA VIIIa

FEBRONIO - 'NTONI - MIMMA

( I due entreranno con cassette da frutta e sacchi di legumi)

FEBRONIO

: Accomodatevi prego, la stanza è tutta vostra. Siete un pò in

ritardo ma fa lo stesso.

'NTONI

: Comu 'n'pocu di ritardu? Ma su sunu i novi e l'appuntamentu è

ppì l'unnici!

MIMMA

: Voddiri, ca ppì'gghessiri puntuali me maritu non ghivu mancu o

mercatu .

FEBRONIO

: Signura, comu dici u dettu anticu?! A matinata fa a jurnata!

'NTONI

: E pirchì già scurau?

FEBRONIO

: Beh! Picca ci manca! Quannu u nutaru, su iddu voli, vi darà a

littura do testamentu, po'essiri ca ppì qualcherunu scura e ppì

qualcun'autru agghiorna. Ma si non sugnu indiscretu, ccù sti casci

chi ata'passari ddò mercatu?

MIMMA

: Non signori, i casci ni servunu ppì caricarici i cosi ca ni lassau u

zzù Neddu e su non ci’abbastunu i scaricamu 'nta lapa e i

ricaricamu.

FEBRONIO

:  Ah!  Menu  mali  ca  purtasturu  a  lapa,  s’annunca  non  ci

capevunu. Comunqui scusatimi ma u nutaru non mi raccumannau

autru di fari i pulizii, pirchì oggi si prevede una giornata speciali.

L'ospiti è sacru e merita la massima cura.

'NTONI

: Giustu dissi, stu nutaru è un veru nutaru. Jissi, Jissi.(come quando

si scaccia il gatto)

FEBRONIO

: E chi sta cacciannu a jatta?! A propositu su vi fa famuzza, mi

dispiaci ma oggi u spacciu è chiusu.


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'NTONI

: Quali spacciu?

FEBRONIO

: La biscotteria del notaio Torrini...oggi ha il turno di riposo.

MIMMA

: E chi ti pari, apposta ni cunvucau oggi, ppì sparagnari.

FEBRONIO

: Eh! Un giorno di digiuno non guasta. Ccù pirmissu. ( V I A )

SCENA IXa

'NTONI - MIMMA

'NTONI

: (pensando di essere soli parleranno a volume sostenuto) Cara mia oggi

arriremu, nuatri arriremu e qualcun' autru chianci.

MIMMA

: Qualche autru e macari quarcunu di cchiù.

'NTONI

: O signor Micalizzi comu s'arrisica a pipitiari ci dugnu n'malu

corpu di gabbietta 'nto mussu, ca ci scugnu a dintera; u riduciu ca

sa mangiari simulinu ppì pranzu, colazioni e cena .

MIMMA

: E già ca chiddu è scemu?! Tu u canusci bonu, chiddu non

appena  viri  a  mala  parata,  inveci  di  parrari,  si’n’cutugna

accumincia ad annacari a testa.

'NTONI

: E jù ci'attaccu 'n'marteddu 'nte corna, ci nesciu na cascia di

nuciddi e cià fazzu scacciari, almenu ni facemu u turruni.

MIMMA

: Appoi dda cosa bedda di tò soru Vennira, a jddu s’addivetti a

pruinchillu, e idda  caricannusi di fumu cerca d'annuvvuliari a

genti. A stura o nutaru sa comu si l'ha giratu: “o zzù Neddu di

ccà, o zzù Neddu di ddà, ci'ama fattu, ci'ama dittu”. Cià fazzu

avvidiri jù, ca a spinnu comu a na jaddina.

'NTONI

: E a ddu cosu fausu di me frati Cannaloru unni u metti?! Cù tutta

d’aria ca si duna, ca si unchia comu o pupu da Miscilen, cu

dd'autra cosa arripudduta di so muggheri, sarà ca su scurdavu ca

vinneva bombuli. Latri, ca si l'ana spurpatu vivu a ddu mischinu do ziu, non ci'ana fattu mai nenti, e su putacasu n'cuminciunu ccò solitu ritornellu, chista è a vota bona ca ci scicu i robbi d'incoddu.


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SCENA Xa

'NTONI - MIMMA - LORO - MARA -VENERA -JANO

(avendo sentite queste minacce, entreranno improvvisamente dalle laterali prima Venera e Jano, poi Loro e Mara e cominceranno a litigare a ritmo sostenuto fino ad accapigliarsi, scompigliandosi abiti e capelli )

VENERA

: Ahu! Tintu carritteri a cu è ca ci attacchi u marteddu 'nte corna!

MIMMA

: (Sorpresa) Ah! 'nfamazzi ascutati arreri a porta i discursi da genti

ppì beni.

JANO

: Jù ti chiuru ddi cosi n'ta cascia, ca ti riduciu comu a dui ossa di

siccia.

'NTONI

: A cui... ca mancu ti viru, ca si tantu 'nsignificanti ca non fai

ummira mancu quannu si misu o suli.

LORO

: U signuri non potti addizzari testi di viddani e cucuzzeddi logni.

MIMMA

: Pezzu di jetticu accura a comu parri!

MARA

: Pirchì n'casu mai chi ci fai? Viniti tu e st’ummira di cucca

(indica il marito) e ci faciti u squatruni ccò pospiru, anzemi a

st'autri ddocu. (indicherà i cognati )

VENERA

: U sai chi ti pozzu diri a'ttia e a tò maritu, ca avi ragiuni u

pruverbiu ca dici "o malu pruvatu, non u pruvari, pirchì cchiù u

provi e cchiù tintu u trovi (inveisce) " cosa fangusa ".

(grida, tafferuglio generale, botte )

JANO

: Ajiai! No! Muzzucuni no! Sdisonesti

LORO

: Lassimi a ricchi, lassimi a ricchi Cainu!

(quando si presenteranno il

notaio e Febronio  vedranno chi sotto la

scrivania, chi con una sedia in

testa )


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SCENA XIa

NOTAIO - FEBRONIO - JANO - VENERA -'NTONI MIMMA -LORO - MARA


NOTAIO


: (con veemenza) Signori! Signori scusate, ma che succede, vi sembra questo il modo di aspettare la lettura di una successione.


FEBRONIO


: Ma dicu jù, chi è ducazioni chista, vi dissi ca u nutaru stava vinennu, e unni semu a verra di l’africa.


LORO


:  Caro signor notaio, è che mio frate 'Ntoni è caurulinu e cià "

pranza fiume "


NOTAIO


: Prego?


FEBRONIO


:     Mangiaciume,


prurito


n'somma.


Eh!


chiddu


parra


comu


n'sillabariu.


NOTAIO


: Comunque questo comportamento è indecoroso. Io oggi vi ho convocato perchè vorrei definire del tutto, questo caso di scomparsa, scrivendo così la parola fine! E speravo di trovare davanti a me, delle persone che avrebbero saputo accettare, con la dovuta razionalità quanto il destino offre. Ed invece constato che i vostri istinti sono primitivi, esplosivi. Proprio oggi, proprio oggi che la morte di vostro zio potrebbe essere “conclusiva”.


(lazzo del funerale)


(uno alla volta i nipoti diranno)

Mossi u ziu?! E quannu mossi. E unni mossi. E comu mossi. E picchì mossi


‘NTONI


: E i cosi a ccù cci lassau? .(lazzo del funerale. Loro poggerà la valigiae dall’interno prenderà un vecchio ritratto di uno sconosciuto con tanto di fiocco nero, la richiuderà; quindi, tutti piangendo si faranno le condoglianze; a suon di marcia funebre, gli uomini metterano la valigia in spalla, due avanti ed uno dietro come se fosse una bara, Venera con il ritratto sollevato dietro, e Mimma e Mara con i ceri accesi chiuderanno la processione, possibilmente accompagnati da una marcia funebre).


NOTAIO


: Signori per cortesia, prendete posto, non vi preoccupate che non dovrete farvi carico di nessun onere.


N'TONI


: (alla moglie) Ama 'vidiri dopu cu è ca l’ha pavari sti spisi, pirchì ccà si pava macari l'aria ca si respira, ppì'mmia ponu stari frischi.


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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VENERA

: Non ti pigghiari collira, ca non ni cunfunnemu ppì na cosa di

chista, (evidenzierà) averu Janu ? (Jano cala la testa) Di certu nuatri

non pavamu, (evidenzierà) averu Janu? (Jano cala la testa) Ca ora

faceumu spenni e spanni. (Jano cala la testa)

FEBRONIO

: E pirchì cala a testa ?! Non è ca ci dissi, averu Janu ?

LORO

: Siete sempre più pidocchiosi, vi facite canusciri dovunque. Non

vipreoccupate che dopo che mi sarà stata consegnata l'eredità provvederò medesimamente alle spese.


MARA


: Più cinquecento lire di mancia al signor Fibronio.


N'TONI


: Accura su ti sdoluchi u pusu 'nto pigghiari sti cincucentu liri.


NOTAIO


: Signori, non vi preoccupate perchè nessuno dovrà sborsare un soldo in quanto molto tempo fà ci è stato recapitato un bonifico di versamento con il quale , vostro zio provvedeva anche a questa eventualità. Oltre ad una cospicua somma per le eventuali spese da me sostenute.


MIMMA


: Certu iddu chi ci misi do so, ni livavu da nostra eredità.


JANO


: Che nostri sordi chistu e jautru.


NOTAIO


: Allora signori! Iniziamo a dare atto alla definizione ed alla eventuale ripartizione dei beni...


'NTONI


: Da bonamma do zzù Neddu!


NOTAIO


: Di vostro zio. Però si rendono necessarie delle precisazioni, in quanto la fase preliminare a questa suddivisione era legata alle vostre dichiarazioni, in modo che mi fosse possibile riconoscere eventuali e doverosi benefici, a chi, nel corso di questi anni avesse avuto un comportamento più corretto nei confronti di vostro zio.


VENERA


: Megghiu di comu n'ama cumpurtatu?!


FEBRONIO


: Certu cchiù di chistu, chi avevuru a'ffari?!


NOTAIO


: Dunque cari signori! Alla mia richiesta di presentazione delle ricevute bancarie, o vaglia o quant'altro potesse dimostrare che voi, senza nessun titolo di gratuità fornito da vostro zio, gli


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -

di Angelo Scammacca

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abbiate mensilmente riconosciuto il doveroso canone di

affitto;  le  vostre  risposte  sono  state:  i  ladri,  l'allagamento,

l'incendio. (accusa) Bugie, menzogne. Scuse così puerili, neanche

un bambino le avrebbe trovate.

MIMMA

: Purtroppo sono cosi che ni sono ammattute.

NOTAIO

: Facciamo finta di crederci! E per fortuna che non ho consegnato

alla Polizia le descrizioni che ognuno di voi mi ha fatto dello zio;

mi avrebbero denunciato per vilipendio.(indicando i presenti che

hanno fatto le dichiarazioni) Alto, basso, magro, grasso, come me!

Insomma, non vi siete neanche sforzati d’immaginare che aspetto

avesse il vostro amato zio. Dimostrando così di non averlo mai

conosciuto. Infatti per questo ho evitato di farvi incontrare.

Ebbene signori oggi abbiamo una sorpresa, toglieremo il drappo

che ha nascosto il vero volto di vostro zio e sono certo che la

tanto sperata eredità, sarà per voi una chimera. Febronio, fai

accomodare il nostro ospite!

FEBRONIO

: Come lei desidera

( V I A dalla comune )

JANO

: Chi scherzi sunu chisti?! Chi vulissi significari ca ni nni

turnamu a manu leggi? E chi ama fattu tuttu stu traficu ppì nenti.

M'accattai macari u vistitu novu e mi n'ajiu a'gghiri chi manu

vacanti, jù vogghiu chiddu ca m'attocca e ca mi lassau me ziu,

s'annunca ccà finisci a tumbulati.

LORO

: Mih! Quannu si ci ferma a testa addiventa piriculusu.

VENERA

: Jù di ccà non mi smovu mancu su mi tirunu chi catini. Su mi

pigghiunu i cincu minuti, (con un rapido attacco d’isterismo) mi vestu

di marascialla e mi fazzu canusciri tutta 'nta na vota .

NOTAIO

: (calmando gli animi) Non dubitate che ognuno avrà quel che si

merita.

(Febronio rientrerà con giacca, cravatta, un elegante cappello,

bastone con pomo d'argento. Avrà un aspetto distinto e sicuro )

VENERA

: E chi fù, chi 'ntisi friddu e si vistivu?

NOTAIO

: Signori vi presento il signor...Scuderi, Scuderi Febronio, che

amichevolmente tutti hanno sempre chiamato Neddu!(stupore di

tutti)


Lustru di luna  :commedia in 2 atti -  diAngelo Scammacca

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FEBRONIO

: (rigido) Bene cari parenti! Grazie di cuore, io ho già dimostrato

alle autorità chi sono ed ho anche giustificato il motivo della mia

scomparsa,  in  modo  da  evitare  spiacevoli  inconvenienti.

Dunque... voi mi avete sempre rispettato, inviato soldi, voluto

bene, perfino siete venuti a trovarmi in Argentina in mezzo alle

pampas. (con  amarezza)  Voi non vi siete neanche degnati di

guardare le foto che ho inviato a mia sorella, dove almeno

avreste potuto vedere il mio aspetto! Avete fatto versamenti,

vaglia, depositi bancari! Mai una lira è stata versata, di certo non

me li sarei spesi, anzi ve li avrei ridati, e di sicuro con tanto di

interessi. Avidi, pretenziosi ed irriconoscenti, anche quando vi

hanno comunicato che a causa della malaria era stato consigliato

il mio rientro per essere accudito, voi cosa avete fatto? Non vi

siete neanche degnati di venirmi a prendere in aeroporto, avete

dato  incarico  ad  un  sconosciuto  di  rinchiudermi  in  quel

pensionato, abbandonandomi al mio destino.

NOTAIO

: E fu appunto in quella logora casa di riposo che avvenne

l'incredibile, dove il quì presente Febronio Scuderi, già Febronio,

nome molto usato nel comune di Palagonia che di solito viene

trasformato in Neddu, e del quale io stesso ho potuto constatare

la vera identità; rinacque! Sì!  Voi lo faceste rinascere, anzi con

più forza e vigoria di quando era giovane.

FEBRONIO

: In quel tugurio dove mi confinaste, un compagno di stanza un

vecchietto originario di Modena,  mi raccontò una vecchia storia

di una ragazza, figlia di un oste di un paese lì vicino. Che aveva

avuto una relazione con un militare in congedo e rimasta incinta

fu scacciata via dal padre che non intendeva subire la vergogna.

VENERA

: E chi t'interessava a'ttia di sta figghia do putiaru?

FEBRONIO

: Nenti, non m'avissa 'ntirissatu nenti di qualunqui figghia di

'n'putiaru, su jù non avissa fattu u surdatu 'nta l'artiglieria a

Modena e non avissa avutu na relazioni ccù dda carusa propriu

prima di cungidarimi. Certu scopriri di esseri patri, sapiri ca c'era

n'figghiu, ca puteva essiri figghiu miu, l'unicu figghiu da me vita,

non mi fici stari cchiù 'nte robbi. Scappai, spiai, addumannai e

grazii a chiavi universali ca ti fa grapiri tutti i porti...

'NTONI

: E quali fussi sta chiavi universali u peri di porcu?


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FEBRONIO    : Stubbutu e gnoranti, a vita t'imparau sulu a mangiari favi e

carrubbi comu e scecchi.  I soldi caru miu! I soldi sunu a chiavi

universali, chiddi ca ccù na vita di sacrifici m'haja 'ccucchiatu. E

ancora cchiù, chiddi ca ddu mischinu di massaru Cola, 'nta trent'anni m'ha versatu ppà mezzadria da terra ca mi coltiva. Mischinu, ogne annu m'ha mannatu a ricivuta de soldi ca m'ha virsatu. L'unicu onestu è statu chiddu ca non m'ha mai canusciutu e non sapi mancu comu sugnu fattu, sapi sulu ca sugnu u patruni da terra, e ni sugnu dispiaciutu ca 'nta sta circustanza non mi ci aja pututu mustrari, ma è cosa ca farò, assemi alla donazioni da terra, chiddu s'ha merita! A vuatri 'nveci, cu stu bellu lustru di luna, v’attocca na mappina5 a testa (simula di pulirsi la bocca). La mia tenacia, la mia testardagine e i soldi; chiddi ca jù c'iaju e vuatri nò, mi hanno fatto ritrovare mio figlio, al quale ho fatto immediatamente dono di tutti i miei averi e che ho anche legittimato col mio nome, e che vi presento: il notaio Scuderi Torrini Luigi. Ma ricurdativi ppì tutta a vita chiddu ca vi dicu ”U beni ca sdilleggi e non riguardi, u ricanusci sulu quannu u perdi”. Vi salutu.(si gira e con una risata beffarda esce dalla comune).

Si abbassano le luci e cala la tela

FINE DELLA COMMEDIA

Riel.Giugno,2005

Angelo Scammacca

Via Fra liberato 19 Catania

TEL. 095/455324

5tovagliolo


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MATERIALE OCCORRENTE

-Mezze maniche nere

-Carpette, fascicoli, libri (materiale per lo studio)

-3 Vassoi, biscotti

-2 gabbiette da frutta.

-guantiera con un sacco di Juta

-una valigia grande e nera

-Ritratto di un vecchio con un fiocco nero incollato sotto.


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pag

49


A T T O


I °


Pag 6 - pag 30


SCENA Ia SCENA IIa SCENA IIIa SCENA IVa SCENA Va SCENA VIa


NOTAIO – FEBRONIO NOTAIO - FEBRONIO - 'NTONI – MIMMA NOTAIO - FEBRONIO NOTAIO - FEBRONIO - LORO – MARA NOTAIO – FEBRONIO - JANO - VENERA NOTAIO – FEBRONIO


A T T O I I °

Pag 31 - pag.47

SCENA

Ia

FEBRONIO - JANO - VENERA

SCENA

IIa

VENERA – JANO

SCENA IIIa

VENERA - JANO – FEBRONIO

SCENA IVa

VENERA – JANO

SCENA Va

VENERA - JANO – FEBRONIO

SCENA VIa

FEBRONIO - LORO – MARA

SCENA VIIa

LORO – MARA

SCENA VIIIa

FEBRONIO - 'NTONI – MIMMA

SCENA IXa

'NTONI – MIMMA

SCENA Xa

'NTONI - MIMMA - LORO - MARA -VENERA –JANO

SCENA XIa

NOTAIO - FEBRONIO - JANO - VENERA -'NTONI

MIMMA -LORO - MARA


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pag

50

Volantino di sala

Neddu Scuderi, un vecchio e ricco zio, fratellastro di tale Falso Prassede, madre di due figli maschi ed una donna, scompare da una vecchia casa di riposo per anziani.

Il motivo della fuga va ricercato nel tentativo che il vecchio vuole portare a compimento, di ritrovare un figlio della cui esistenza viene a conoscenza proprio mentre è ospite in quella pensione.

Trascorsi circa dieci anni dalla scomparsa del vecchio ziastro, i nipoti, saranno contattati dal notaio Torrini, con la motivazione di preparare i documenti atti alla suddivisione dell’eredità.

Ognuno, farà di tutto per azzannare la fetta più grossa se non addirittura tutta l’eredità, dando così vita ad una esilarante serie di conflitti, sia fra di loro, sia con l'anziano segretario del notaio.

Insomma volendo chiudere con un vecchio detto siciliano: “ A scerra è ppà cutra ”.

L’autore


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pag

51

Capostipite

Falso ‘Nzino

I° matrimonio

2° matrimonio

Magro

Scuderi

Figlia

Figlio precedente relazione

Falso Prassede

Scuderi Neddu

fratellastri

Coniugata

Sgroi

Figlio

Figlia

Figlio

‘Ntoni

Venera

Loro