Ma chi l’ha messa questa scommessa?

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di Andrea Oldani

PERSONAGGI

Walter: padrone di casa

Elisa: moglie di Walter

Paola: figlia di Walter ed Elisa

Luigi: amico milanista

Franco: amico milanista

Luisa: moglie di Franco

Michele: fidanzato interista di Paola

Marcello: il pallonaro

Samantha: web-maniaca, amica di Paola

Raffaele: dell’Ufficio riscossione crediti

Nota: La commedia è impostata su una rivalità Inter-Milan solo perché più legata alla città da cui scrivo.

È facilmente adattabile a qualsiasi rivalità storico-calcistica italiana.

Sentitevi pertanto liberi di modificarla in questo senso secondo le tonalità più adatte alle vostra realtà e necessità.

La commedia ha debuttato a Carugate (MI) l'11 ottobre 2013.

Primo Tempo

Scena: soggiorno di una casa italiana, la porta d'ingresso della casa è posta sul fondo della scena, il divano è posizionato al centro e guarda il pubblico che simula il televisore.

Walter:    (entra in casa dalla porta di fondo, canticchia) Milan, Milan. Solo con te... ohohohohohoh. (intanto appoggia cappotto e valigetta, come se fosse appena rientrato dal lavoro, sempre canticchiando). Stasera c'è la Champions. E abbiamo messo una bella scommessina! (prende il foglietto della scommessa, lo bacia e lo appoggia sul tavolo, poi compone un numero al telefono) Pronto? Franco? Ciao, sono Walter. Allora stasera da me, confermato. Eh? C'è la Champions. Sì sì. Vieni presto e porta le pizze, mi raccomando! Siamo a casa da soli. Dài che ci vediamo dopo. E sempre forza Milan! Eheheheheh. (riattacca e riprende a canticchiare). Una bella serata senza moglie e figlia e con Champions, Milan, amici e una bella pizza. Cosa si può chiedere di meglio? (si siede sul divano) Tac. Televisore pronto (armeggia col telecomando mentre alle sue spalle, dalla cucina, entra Elisa. Walter non se ne accorge) Milan, Milan. Che meraviglia. Guarda che definizione. Un televisore che è una bomba. Che belle le serate tra amici, senza la famiglia tra i piedi. Come una volta, come prima di sposarci. Come quando eravamo liberi!

Elisa:        Ciao caro!

Walter:    (di soprassalto) E tu cosa ci fai qui?

Elisa:        Scusa se è anche casa mia!

Walter:    Ma non dovevi essere da tua madre?

Elisa:        Sì, ma ha detto che sta un po' meglio e che non è necessario che vada da lei.

Walter:    No!

Elisa:        Ti ringrazio caro, anch'io ti voglio bene.

Walter:    Ma non intendo questo. Ti voglio un bene dell’anima. Però oggi è mercoledì.

Elisa:        Lo so, è mercoledì. E allora? Mercoledì è esente dal volersi bene?

Walter:    No, no. Ma mercoledì c'è la Champions!

Elisa:        Pazienza, mi adatterò.

Walter:    Non hai capito. C'è la Champions qui, vengono i miei amici a vedere la partita.

Elisa:        Ah, grazie per avermi avvertita.

Walter:    Ma tu non c'eri! Cioè, non avresti dovuto esserci.

Elisa:        E invece per tua sfortuna ci sono! Non sei più libero come una volta.

Walter:    Ma no Tesoro, non prendertela. Stavo scherzando. È solo che volevamo passare una serata tra amici. Tutto qui.

Elisa:        Potete passarla comunque.

Walter:    Ma come possiamo?

Elisa:        Ah, certo c’è il carceriere che vi priva di tutte le liberà, vero?

Walter:    Carceriere? Ma cosa dici?

Elisa:        D’ora in poi chiamami Cerbero.

Walter:    Ma no cara, scusami.

Elisa:        Comunque puoi far venire i tuoi amici liberamente, per me non è un problema.

Walter:    E tu cosa farai? Ti annoierai con la partita.

Elisa:        Senti caro, sono sicura che ci sarà anche Franco.

Walter:    Certo!

Elisa:        Figurati, non fai mai nulla senza di lui. Abbiamo quasi litigato per non farlo venire in viaggio di nozze.

Walter:    Esagerata! Comunque non capisco cosa c'entri Franco. Non ti va che venga anche lui?

Elisa:        No, no. Al contrario. Puoi chiedere a Franco di portare anche Luisa così, mentre voi uomini ve ne starete in salotto a fare gli animali davanti alla tv noi donne ci faremo una bella chiacchierata in cucina.

Walter:    Tesoro questa è una bellissima idea, chiamo subito Franco.

Elisa:        Come faresti senza di me. Vado a preparare qualche stuzzichino per stasera. (esce a sinistra)

Walter:    Sei un'amore. Grazie. (prende il telefono) Pronto Franco, ciao! Sono ancora io. Come io chi? Walter. Ma sei ubriaco? Ti ho chiamato due minuti fa. Ascoltami. Devi portare tua moglie stasera. No, no, niente discussioni. Devi assolutamente portarla! No, non sono ubriaco, ma Elisa è a casa. Sì, sì. Purtroppo sua madre sta meglio e non va da lei, quindi ci lascia guardare la partita solo se porti Luisa. Ma che ne so, spettegoleranno in cucina. Sì. Non ti preoccupare. Ok, dài. A dopo. (ad Elisa) Tesoro, ho avvisato Franco, porterà Luisa.

Elisa:        (entra da sinistra) Perfetto, vuoi che ti faccia anche della pasta?

Walter:    No tesoro, non ti preoccupare, ho già ordinato le pizze. Non voglio disturbarti.

Elisa:        D'accordo, come vuoi. Peccato perché ho preso del guanciale che è favoloso per una bella carbonara. Non importa. (esce verso sinistra)

Walter:    Ehm, tesoro...

Elisa:        (rientra) Sì?

Walter:    È ancora valida l'offerta per la carbonara?

Elisa:        Certo.

Walter:    Ti amo!

Elisa:        Ami me o la carbonara? Eheheheh! (esce a sinistra)

Walter:    (si siede sul divano) Sarà una serata bellissima. Amici divertenti, una moglie fantastica, pizza, carbonara, birra e il Milan in Champions. Cosa posso desiderare di più. (si lascia andare sul divano)

Paola:       (entra dalla porta di fondo) Voglio morire!

Walter:    Ecco appunto...

Paola:       (disperata) Voglio farla finita!

Walter:    Ma cosa c'è ancora?

Elisa:        (entra da sinistra) Tesoro, ma cosa succede?

Paola:       Voglio morire, non ha più senso vivere!

Elisa:        Paola, dimmi cos'è successo?

Walter:    È stato l'interista?

Elisa:        Walter smettila!

Walter:    È stato l’interista.

Elisa:        Dillo alla tua mamma cosa ti è successo.

Walter:    Sì diglielo che voglio farmi quattro risate.

Elisa:        Walter, ti ho detto di smetterla.

Walter:    Scommetto 4 a 1 che è per colpa dell'interista.

Elisa:        Walter, sei odioso. Paola, dimmi subito cos'è successo!

Paola:       È Michele.

Walter:    Bingo! Potrei diventare ricco con queste scommesse.

Elisa:        Qui non ha scommesso nessuno!

Walter:    Questo lo dici tu!

Elisa:        Come?

Walter:    No, no nulla. E dimmi tesoro, cos'ha combinato questa volta l'interista?

Paola:       Mi ha lasciata.

Walter:    Evvai!

Elisa:          Finiscila! (a Paola) Ma come lasciata? Vedrai che è solo un'incomprensione.

Walter:    È una grazia divina, altro che incomprensione.

Elisa:        (a Walter) Smettila. (a Paola) E anche tu finiscila di piangere, vedrai che tutto si sistema.

Paola:       Ha di sicuro un'altra, mi odia, la mia vita è rovinata, voglio morire!

Walter:    A 18 anni? Ma figuriamoci!

Elisa:        Tesoro, vedrai che tutto passerà e che tra qualche giorno saremo qui a riderci sopra.

Paola scoppia a piangere.

Walter:    Per il momento ti conviene preparare i fazzoletti.

Paola piange ancora più forte.

Walter:    E magari anche una canoa.

Elisa:        Tesoro, vedrai che tutto si sistemerà, dirò a tuo padre di parlare con Michele.

Walter:    Ah no!

Elisa:        Ah sì! Gli telefonerai subito!

Walter:    Stasera te lo scordi, stasera c'è la partita!

Elisa:        O gli parli, o niente partita.

Walter:    Ma che cavolo, questo è un ricatto!

Elisa:        Chiamalo come vuoi, che ti piaccia o no è così.

Paola:       Papà, davvero lo faresti?

Walter:    Ehm, io.

Elisa:        Allora?

Walter:    Mah... E va bene! Gli parlerò!

Paola:       Grazie papà, sei il migliore del mondo.

Walter:    Sì, sì. Va bene. Dammi il numero di quello stordito.

Paola:       Ma Michele non è uno stordito.

Walter:    Già il fatto che tiene all'Inter lo etichetta come stordito, e poi, se decide di rinunciare ad una bellezza come te.

Paola:       Oh, papà.

Walter:    Su, su. Vedrai che tutto si sistemerà.

Paola:       Grazie, grazie. Ecco il numero.

Elisa:        Adesso però vai a rinfrescarti un attimo.

Paola:       Vado subito. Grazie ancora papà, ti voglio bene! (esce a destra)

Elisa:        Sono fiera di quello che hai fatto.

Walter:    Avevo alternative?

Elisa:        Certo, quella di non vedere la partita. (esce verso sinistra)

Walter:    Ecco, uno chiede una serata tranquilla ogni tanto e la suocera guarisce miracolosamente, la figlia si molla col fidanzato interista. Che a ben vedere sarebbero anche due buone notizie se fossero arrivate in un'altra sera. Non quando c'è la partita di Champions. Proviamo a chiamare questo mammalucco. 3394732... Squilla. Pronto. Pronto. No, no non sono Paola, no. Ma non senti che è la voce di un uomo? Sì, sono il padre. Senti, io e te dobbiamo fare due chiacchiere. Ma sì, va bene al telefono, è una cosa veloce. No, non stare a disturbarti a venire qui. Ma non c'è bisogno. Ma... Va bene, va bene. Ti aspetto. (riaggancia) Anche questa mi doveva capitare, adesso quello viene qui. Spero venga prima della partita.

Elisa:        (entra da sinistra) Allora, gli hai parlato?

Walter:    Sì e no.

Elisa:        In che senso sì e no?

Walter:    L'ho chiamato

Elisa:        E?

Walter:    E viene qui per parlare di persona.

Elisa:        Ottimo!

Walter:    Ma ottimo cosa? C'è la partita!

Elisa:        Potete vederla insieme!

Walter:    Con un interista? Giammai!

Elisa:        Nemmeno per tua figlia?

Walter:    Nemmeno per mia figlia! Non ricominciamo con i ricatti. Lo liquiderò con due parole e se non mi ascolta lo prenderò a pugni.

Elisa:        Ma Walter!

Walter:    Pugni leggeri, che non fanno male.

Elisa:        Cerca solo di non peggiorare le cose.

Walter:    Peggiorare... Migliorare... Il confine è labile.

Elisa:        Pensa al bene di tua figlia.

Walter:    Appunto!

Paola:       (entra) L’hai chiamato, papà?

Elisa:        L’ha chiamato, ma come al solito tuo padre non conclude nulla.

Walter:    No, no. Mettiamo i puntini sulle i. Io volevo chiuderla subito e farla finita. È quella mezza calzetta che ha deciso di venire qui a parlarne di persona. Per me una telefonata era anche troppo.

Paola:       Cosa?!? Michele viene qui?

Walter:    Già. Spero non arrivi durante la partita.

Elisa:        Walter!

Paola:       Ah, io non lo voglio vedere!

Walter:    Ma come?

Elisa:        Vedrai che vi chiarirete.

Paola:       Assolutamente no. Io non lo voglio più vedere!

Walter:    Allora lo devo richiamare.

Paola:       Sì, richiamalo e digli che può stare a casa.

Walter:    Subito! Questo sì che è parlare. (prende il telefono)

Elisa:        Tu non chiami nessuno!

Walter:    Non chiamo. (riattacca il telefono)

Elisa:        (a Paola) Tesoro, sono sicura che è solo un equivoco.

Paola:       No, no. Nessun equivoco. È tutto molto chiaro. Papà, ti prego. Digli di non venire.

Walter:    Chiamo! (rialza il telefono)

Elisa:        Tu non chiami!

Walter:    Non chiamo. (riattacca il telefono)

Paola:       No papà, ti ho detto di chiamare.

Walter:    Facciamo una bella cosa, assumente un centralinista che vi chiama o non vi chiama tutti quelli che volete.

Paola:       Io non lo voglio vedere! Mi vado a chiudere in camera. E se viene ditegli che non ci sono! (esce in lacrime)

Elisa:        (a Walter) Hai visto cos’hai combinato?

Walter:    E io cosa c’entro?

Elisa:        Dovevi dirgli che ci avevi parlato e che era tutto a posto.

Walter:    E perché avrei dovuto mentirle?

Elisa:        A volte delle piccole bugie fatte col cuore non fanno male.

Walter:    Mah, sarà. (suona il campanello) Questo è Luigi, puntuale come un orologio!

Elisa:        Solo quando c'è di mezzo il Milan.

Walter:    Come sei cattiva.

Elisa:        Non sono cattiva. Non ti ricordi che gli abbiamo chiesto di tinteggiarci il balcone.

Walter:    Vedrai che lo farà.

Elisa:        Sono tre anni che lo deve fare! (risuonano)

Walter:    Adesso lasciami aprire.

Elisa:        Apri apri. (esce verso sinistra)

Luigi:         (entra bardato con sciarpa e cappellino) Pensavo fossi scappato! Non veniva nessuno ad aprire.

Walter:    Ci sono, ci sono. Dove vuoi che vada? C'è il Milan in tv!

Luigi:         Allo stadio, no?

Walter:    No no, è così comodo vedere la partita in tv.

Luigi:         Con una bella pizza.

Walter:    Questa sera pizza e carbonara.

Luigi:         Ti sei messo a cucinare?

Walter:    Per l'amor di Dio, no! Cucinerà Elisa.

Luigi:         Elisa? Ma non era da sua madre?

Walter:    Doveva essere là. Ma purtroppo sua madre sta meglio.

Luigi:         Mannaggia.

Walter:    Comunque non ci disturberà, starà in cucina a chiacchierare con Luisa.

Luigi:         Luisa chi? La moglie di Franco?

Walter:    Sì, gli ho chiesto di portare anche lei, così possono spettegolare in santa pace.

Luigi:         Per fortuna sono single.

Walter:    Potresti trovarne una da portare.

Luigi:         Non sia mai! Il Milan è l'unico amore!

Walter:    Eh, come ti capisco! Lui sì che non ti tradisce.

Luigi:         Speriamo che non ci tradisca nemmeno questa sera.

Walter:    Non dirlo nemmeno per scherzo!

Luigi:         Ma figuriamoci. Una partita facile facile.

Walter:    Non si sa mai!

Luigi:         Ma dài, anche se non dovesse vincere c'è sempre il ritorno per rimediare.

Walter:    No no! Deve vincere stasera!

Luigi:         Come siamo intransigenti!

Walter:    Siamo intransigenti perché abbiamo messo una scommessina.

Luigi:         Una scommessina? Davvero?

Walter:    Shh che Elisa non lo sa.

Luigi:         Non lo sa? Beh, ma non c'è niente di male.

Walter:    No no, non c'è niente di male. Però preferisco che non lo sappia.

Luigi:         Cos'hai scommesso? Venti euro sul Milan?

Walter:    Un pochino di più.

Luigi:         Oh oh, non ti credevo così audace. Addirittura cinquanta euro?

Walter:    Eh, ancora un pochino di più.

Luigi:         Cavoli! Cento euro?

Walter:    Ho scommesso cinquemila euro sul Milan.

Luigi:         (gridando) Cinquemila euro? Ma sei fuori!

Walter:    Shhhh. Abbassa quella voce! Elisa potrebbe sentire!

Luigi:         (a bassa voce) Cinquemila euro, ci credo che non è d'accordo.

Walter:    È una scommessina facile facile. Il Milan è dato a 1 e 20, vince e io mi porto a casa mille euro puliti puliti.

Luigi:         E se dovesse perdere?

Walter:    Non dirlo nemmeno per scherzo!

Luigi:         Io non lo dico, però potrebbe accadere. Cinquemila euro sono una bella cifra.

Elisa:        (entra dalla cucina) Butto la pasta? A che ora arrivano le pizze? Ciao Luigi.

Luigi:         Ciao Elisa, come stai?

Elisa:        Ciao Luigi. Benissimo, grazie. E tu? Non vi dispiace se mi intrometto nei vostri piani vero?

Luigi:         Ma assolutamente no! Anzi, se vuoi vedere la partita con noi...

Walter:    Sono sicuro che non vuole vederla, vero cara?

Elisa:        Mah, se proprio insistete...

Walter:    No, non insistiamo! Stai pure in cucina a chiacchierare, tesoro.

Elisa:        E le pizze? Quando arrivano?

Walter:    Franco dovrebbe essere qui a momenti. Anzi, è già in ritardo. Strano. Di solito è puntualissimo.

Luigi:         Non quando è con Lucia, si sarà cambiata venti volte prima di uscire.

Elisa:        Faccio finta di non aver sentito. Vado ad abbassare la fiamma, l’acqua bolle. (esce)

Suona il campanello.

Luigi:         Eccolo! Non ha fatto poi così tardi. (apre la porta) Finalmente siete arrivati!

Franco:     (entra con Luisa e con i cartoni delle pizze in mano) Eravate in pensiero per noi o per le pizze?

Walter:    Ma per voi, che domande!

Franco:     Walter, non sei capace di mentire, lascia stare. Comunque le pizze sono belle calde.

Luigi:         Ciao Luisa, sei splendida come al solito.

Luisa:        Il solito adulatore, mi avete avvertito all’ultimo e non sapevo cosa mettermi.

Franco:     Certo! Ha tre armadi pieni e non sa mai cosa mettersi.

Elisa:        (entra dalla cucina) Benvenuti! Posso buttare la pasta?

Franco:     No, non buttarla. Noi la mangiamo volentieri.

Luisa:        Sei il solito cretino! Dobbiamo farci sempre riconoscere?

Elisa:        Non ti preoccupare, conosco lo spirito maschile.

Walter:    Una carbonara favolosa, vero tesoro?

Franco:     Carbonara? Grandioso! Ci aspetta una bella serata.

Luigi:         Pizza, Carbonara, buoni amici. Manca solo una vittoria del Nostro Milan. Speriamo non ci faccia qualche brutto tiro..

Walter:    (brusco) Non dirlo nemmeno per scherzo!

Elisa:        Tesoro! Che modi! Dopotutto è solo una partita.

Luigi:         Eh, solo una partita! Non quando hai scomm...

Walter:    (lo interrompe) Ma certo! È solo una partita. Però è pur sempre la Champions.

Franco:     Champions Champions!!! (guarda l’orologio) Il tempo stringe, è quasi ora del fischio d’inizio.

Walter:    Giusto, giusto. Tesoro cosa ne diresti di spettegolare in cucina e servirci quella favolosa carbonara.

Elisa:        Dico che accetterò il tuo primo consiglio, caro. Ma avete le mani, quindi la carbonara potete venirvela a prendere da soli. (esce con Luisa)

Franco:     Decisa la tua mogliettina. Un bel caratterino. Non immaginavo.

Luigi:         È per quello che non le dici della scommessa?

Franco:     Abbiamo una scommessina in corso?

Walter:    Sì, sì. Abbiamo una scommessina. Ma Elisa non deve saperlo.

Franco:     Ah, sarò una tomba.

Luigi:         Altrimenti nella tomba ci finirà lui! (indicando Walter)

Franco:     Oh, oh. Le cose si fanno serie. Vuoi dire che se la prenderebbe per così poco?

Luigi:         Poco, dice lui.

Walter:    Sì, se la prenderebbe. E parecchio. Quindi preferirei non se ne faccia parola.

Franco:     Muto!

Luigi:         Anch’io, non ti preoccupare.

Franco:     E si può sapere qualcosa sulla scommessa o è Top Secret pure quella.

Walter:    Per noi non ci sono segreti, solo che le donne non capirebbero.

Luigi:         Questa faccio un po’ fatica anch’io a capirla. (intanto si è accomodato e ha cominciato a mangiare una pizza)

Franco:     Addirittura?

Walter:    È il solito esagerato. E guardalo lì, senza dire nulla a nessuno si è già servito il signorino.

Luigi:         Altrimenti si raffredda.

Franco:     Ma hai preso quella con i peperoni? Era la mia quella!

Luigi:         È la prima che ho trovato. Non c’era su il nome.

Walter:    La tua era la Margherita.

Franco:     Tu prendi sempre la Margherita per risparmiare e poi ti freghi le fette degli altri.

Luigi:         Solo un assaggio!

Walter:    Certo! Li conosco i tuoi assaggi. Oh, un’oliva! E ti freghi la fetta. Oh, un funghetto, e un’altra fetta.

Luigi:         Che taccagni!

Franco:     Ah, noi?

Walter:    Che faccia tosta!

Luigi:         Ah, i peperoni! (e si mangia un pezzo di pizza)

Franco:     Buffone!

Walter:    (guardando la tv) È iniziato il collegamento con lo stadio.

Luigi:         (con la bocca piena) Ghme um sacmmco di gmente.

Walter:    Se parli con la bocca piena non si capisce nulla.

Franco:     Lo sai benissimo che due cose assieme non le puoi fare. O parli, o mangi

Walter:    E ora stai mangiando, quindi silenzio.

Luigi:         Stavo solo dicendo che c’è un sacco di gente allo stadio.

Franco:     C’è un sacco di gente sì. È la Champions.

Luigi:         Ma qualcuno allo stadio non ci vuole andare. E poi sarei io il taccagno.

Walter:    Non è che non ci voglio andare, è che è molto più comodo vederla in tv la partita. Al caldo, con buoni amici, con una bella pizza e un piatto di carbonara.

Luigi:         Oh, carbonara.

Walter:    Ecco, bravo. Carbonara. Alza il sedere e vai a prenderla in cucina.

Luigi:         Non è una cattiva idea. (si alza e si dirige in cucina)

Franco:     Sì, ma prendila per tutti e tre, non solo il tuo piatto. (a Walter) Mi stavi dicendo di una scommessa?

Walter:    Sì, ho fatto una puntatina sul Milan, sai, quella di stasera è una partita facile facile e ho provato a guadagnarci qualcosina.

Franco:     Eh, ma il Milan è dato a poco. Cosa sarà. Uno e cinquanta?

Walter:    Uno e venti.

Franco:     Appunto, niente. Non ne vale proprio la pena.

Walter:    Ho fatto i miei conti, non ti preoccupare.

Franco:     Ah, non mi preoccupo, però. I tuoi conti?

Walter:    Sì, sì. Due calcolini per rendere la scommessa più redditizia.

Franco:     La cosa m’incuriosisce. Eh, si può vedere questa scommessa?

Walter:    Sì, certo. È lì sul tavolo accanto al giornale.

(Franco prende il biglietto dal tavolo e lo guarda)

(entra Elisa dalla cucina)

Elisa:        Senti caro, vieni a recuperare Luigi. Si è attaccato al pentolone della carbonara e mi sembra aver l’intenzione di finirla tutta. Io non me la sento di staccarlo. È così passionale. Secondo me dovreste trovargli una donna.

Walter:    Adesso ci penso io, cara. (esce verso la cucina)

(Franco è rimasto incantato con il biglietto della scommessa in mano e con una faccia allucinata)

Elisa:        Tutto bene, Franco.

Franco:     (che sembra destarsi da ipnosi) Eh, sì sì. Tutto bene. Ma, dov’è Walter?

Elisa:        È in cucina a recuperare Luigi. ma sei sicuro di stare bene?

Franco:     Luigi... Sì, sì. Assolutamente. Sto benissimo. Benissimo.

Elisa:        C’è qualcosa che ti turba? Cos’hai in mano?

Franco:     Cosa? Ah, questo? Nulla. Nulla.

Walter:    (rientra dalla cucina con Luigi) Sei una fogna, ecco cosa sei. Ti mando a prendere la pasta e poco ci manca che anneghi nella pentola.

Luigi:         Era così buona.

Walter:    Già! Hai detto bene. Era. Te ne sei fatto fuori quattro etti solo tu. Ciao Tesoro. Missione compiuta. Puoi rientrare alla base.

Elisa:        Grazie caro. (si avvicina a Walter e sottovoce) Franco mi pare un po’ strano. A te non sembra?

Walter:    Franco?

Elisa:        Sì. Stava fissando quel biglietto che stringe in mano. Quando gli ho chiesto se era tutto ok è trasalito e ha sviato il discorso.

Walter:    (guarda Franco e si accorge che tiene in mano il biglietto con la scommessa) No no tesoro, tutto bene. Sarà un po’ teso per la partita. Adesso indago io, non ti preoccupare.

Elisa:        Va bene tesoro, tienimi aggiornata. (a tutti) Buona partita. (esce)

Luigi:         (con la bocca piena) Brvaztie. Ehm, grazie.

Walter:    (a Franco) Cavoli, stai attento. Mi stavi facendo scoprire.

Franco:     Scoprire?

Walter:    Certo, con la scommessa. Elisa ha detto che avevi una faccia. Adesso è preoccupata per te.

Franco:     Dovrebbe esserlo per te. Ma ti sembrano scommesse da fare? Mi stava prendendo una sincope.

Walter:    Per così poco? Ma dài, è solo un gioco.

Franco:     Un gioco? Un gioco? A te piace giocare col fuoco amico mio.

Luigi:         (sempre mangiando) Anch’io gliel’ho detto che mi sembrava azzardata.

Walter:    Mi sembra che stiate rendendo il problema più grande di quello che è. Non mi sembra il caso di farne un dramma.

Franco:     Ah, io non ne faccio un dramma. I soldi sono tuoi e sei libero di fare quello che credi.

Walter:    Esatto. E visto che sono miei vorrei che mia moglie non venga a saperlo.

Luigi:         Altrimenti kaput! Gnam! (e mangia una fetta di pizza)

Walter:    Esatto. Esatto. E siccome ho la coscienza a posto non voglio crucciarmi per questa piccola menzogna.

Franco:     Ho detto che puoi fare quello che vuoi con i tuoi soldi, però...

Walter:    Però?

Franco:     Però, lascia che te lo dica da amico, questa scommessa mi sembra una gran cavolata. Tutto qui.

Luigi:         Anche a me!

Franco:     Forse prima di fare una cosa del genere avresti fatto bene a confidarti con Elisa. Tutto qui.

Walter:    Non sarebbe stata d’accordo.

Luigi:         E avrebbe avuto ragione.

Franco:     Assolutamente. Scusa Walter, ma sarebbe difficile condividere una cosa del genere.

Walter:    Ma è tutto calcolato. Non se ne accorgerà nemmeno.

Franco:     Ma come può non accorgersene?

Walter:    Ma è tutto calcolato!

Franco:     Ma sono cinquemila euro!

Walter:    Tutto calcolato ti dico!

Franco:     Sul Turun Palloseura vincente!

Walter:    Tutto calcol... Cosa?!?!?!?

Luigi:         Eh? Hai scommesso contro il Milan?

Walter:    Ma no!

Franco:     Ma sì! Almeno, questo dice il foglietto.

Walter:    Fammi vedere! (prende il foglietto a Franco) Aiuto, sto male! Devo sedermi.

Luisa:        (entra dalla cucina) Tesoro, sono venuta a controllare perché Elisa mi ha detto che non stavi bene. Ma, Walter stai male?

Walter:    Io? Assolutamente no!

Luisa:        Sicuro? Sei pallido.

Walter:    Mai stato meglio in vita mia.

Luigi:         Insomma.

Walter:    Insomma... Ma no, no. Intendevo. Sto benissimo!

Luisa:        (a Franco) A te non sembra pallido?

Franco:     Sarà... sarà la tensione per la partita. Sai, la Champions.

Luisa:        Certo, la Champions. E contro chi giocano?

Franco:     Contro il Turun Palloseura, una squadra Finlandese.

Luisa:        E vincerà il Milan?

Luigi:         Puoi scommetterci!

Walter:    (tira un calcio a Luigi) Qui è meglio che non scommetta nessuno.

Franco:     Tesoro, ora torna in cucina che sta per cominciare la partita.

Luisa:        Vado vado, vi lascio al vostro Milan. A dopo. Buon divertimento! (esce)

Walter:    Eh, sai che ridere. E ora come faccio?

Franco:     Devi cercare di annullarla.

Walter:    Non posso andare in agenzia. Non posso uscire senza che Elisa s’insospettisca.

Luigi:         Dille che vai a prendere le sigarette.

Walter:    Le sigarette! Che grande idea! Così crederà che voglio fuggire con un’altra. Non fumo nemmeno.

Franco:     Non hai un numero di telefono.

Walter:    Il telefono. Il telefono! Franco, questa è un’invenzione geniale!

Luigi:         Mi sa che l’ha inventato qualcun’altro.

Walter:    C’è il numero dell’agenzia sullo scontrino. Provo a chiamarli.

Luigi:         (guardando la tv) Stanno entrando in campo.

Franco:     Se vuoi chiamarli devi fare in fretta.

Walter:    Non rispondono, non rispondono. Pronto!

Luigi:         Che brutta maglia ha il Turun.

Franco:     Certo, con un nome simile.

Walter:    Pronto, buonasera, mi scusi. Oggi ho fatto una scommessa alla vostra agenzia di via Volta.

Luigi:         Come si fa a scommettere sul Palloseura? Turun Palloseura. Mah.

Franco:     Qualcuno l’ha fatto.

Walter:    (a Franco) Non l’ho fatto! (al telefono) Sì, mi scusi signorina, sì l’ho fatto. No, non parlavo con lei. No, non voglio fare una nuova scommessa. Sì, lo so che posso fare le scommesse anche sul vostro sito internet.

Luigi:         Eh, l’avesse fatto su internet magari si sarebbe accorto.

Franco:     Certo, è molto più comodo e si ridurrebbero gli errori.

Luigi:         Sempre che si sia trattato di un errore.

Walter:    (a Luigi) È stato un errore! (al telefono) Sì, sì signorina, un errore. Ha capito bene. C’è stato un errore nella scommessa di oggi. Sì. Esattamente. Il numero della scommessa? Un attimo solo. (a Luigi e Franco) Vuole il numero della scommessa.

Franco:     Sarà indicato sulla ricevuta.

Walter:    (guarda il foglio della ricevuta). Sì, eccola! (al telefono) Il codice è LK 47A 9 J. Sì. Sì J. J come J.

Luigi:         Come Juventus.

Walter:    Sì, come Juventus. Non sa come si scrive Juventus? Ma non lavora per un’agenzia di scommesse? Ah, ma prima era in un supermercato che ha chiuso. Ah, mi dispiace. Ah, capisco. Qui è solo part time, capisco. Sì sì, solo un paio di mesi e poi non sa se le rinnovano il contratto. Mi dispiace. Sì, signorina, capisco.

Franco:     Se vuole che le rinnovino il contratto le conviene imparare come si scrive Juventus.

Walter:    (al telefono) Certo, certo. Capisco. Ma io chiamavo per la scommessa. No, non ho un posto di lavoro da proporle. No, mi dispiace. Ma tornando alla scommessa.

Luigi:         Qui iniziano.

Franco:     Partiti!

Walter:    (a Franco e Luigi) No! No! Fermateli! (al telefono, irritato) Signorina! Non mi interessa nulla della sua vita e del suo lavoro! Voglio solo bloccare la mia scommessa!

Luigi:         Oh, è così che si parla!

Walter:    (al telefono) Ma no, non pianga. Ma sì. Ma cerchi di capirmi. Devo bloccare la scommessa. Sì, sì. esatto. La ringrazio per la comprensione. Sì, non volevo essere scorbutico.

Franco:     Eh, ma lo sei stato.

Luigi:         Già, e non poco.

Walter:    (al telefono) Sì, davvero. Sì, J come Juventus. Sì, come Jolly! Esatto! Bravissima!

Luigi:         Proprio brava.

Franco:     Complimenti vivissimi!

Walter:    (al telefono) L’ha trovata? (a Franco e Luigi) L’ha trovata!

Franco:     Alleluija!

Walter:    (al telefono) Sì, esatto, esatto. Sì, questa sera. Ah. Capisco. Capisco. Ah. Sì ma è stato un errore. Ma sì, chi vuole che scommetta cinquemila euro sul Turun Palloseura vincente contro il Milan? Sì, ha ragione, io l’ho fatto ma è l’operatore che ha sbagliato.

Luigi:         Eh, dicono sempre così.

Franco:     Certo, sempre colpa degli altri.

Walter:    (a Franco e Luigi) Ma la finite voi due? (al telefono) No, signorina. Non dicevo a lei. Deve fare il possibile, l’errore è evidente. Sì, non ho controllato, va bene. Ha ragione, ha ragione. Sì ma, cerchi di capirmi, sono cinquemila euro. Non l’avrei disturbata per una cifra minore. Capisco. Capisco. Grazie. (riaggancia)

Luigi:         Allora?

Walter:    Dice che non ci sono speranze.

Franco:     Beh, è ovvio. Ormai la partita è cominciata.

Walter:    Cavolo, cavolo!

Luigi:         Dài, non farne un dramma. Magari poi vince il Turun Palloseura.

(Walter e Franco lo guardano perplessi) Ok, fanne un dramma.

Franco:     Ma come ti è venuto in mente di scommettere cinquemila euro?

Luigi:         Sul Turun Palloseura poi.

Walter:    Ma io non ho scommesso sul Turun Palloseura! Ho scommesso sul Milan. Soldini facili facili.

Luigi:         Ma hai sbagliato...

Walter:    No, non ho sbagliato. Il commesso ha sbagliato! La macchina ha sbagliato! L’agenzia ha sbagliato! Tutti hanno sbagliato, ma non io!

Elisa:        (entra dalla cucina) Chi ha sbagliato?

Luigi:         Pazzini!

Franco:     Il Faraone!

Walter:    Balotelli!

Franco:     È stata un’azione articolata.

Elisa:        Sono ancora zero a zero contro questi brocchi?

Walter:    Ma non sono brocchi! Il Turun Palloseura è una squadra con antiche tradizioni...

(tutti lo guardano perplessi)... sì, ok, sono dei brocchi.

Elisa:        Qualcuno vuole ancora un po’ di pasta?

Franco:     No, grazie. A posto così. Era davvero ottima, ma ora c’è la partita.

Luigi:         Eh sì, questione di vita o di morte.

Elisa:        Esagerati!

Luigi:         Beh, ci sono cinquemila...

Walter:    (lo zittisce) Cinquemila tiri in porta del Milan e non ha ancora segnato.

Franco:     Già, che disdetta.

Elisa:        Ma siete sicuri che è tutto ok?

Walter:    Certo, certo. Vai pure di là. Non preoccuparti.

Elisa:        Se lo dite voi! (esce)

Walter:    (a Luigi) Ma sei scemo?

Luigi:         Dovrai dirglielo prima o poi.

Walter:    Sì, ma meglio poi. Magari le cose si sistemano.

Franco:     Non farti illusioni.

Luigi:         Già, le speranze sono davvero poche.

Walter:    Ma grazie! Che begli amici che ho.

Luigi:         Realisti.

Franco:     Eh, sì.

Walter:    Intanto siamo ancora zero a zero! Chi lo dice che il Turun non sbatta dentro due belle perozze?

Franco:     Sì, certo. Nel mondo delle favole. Ahahahah.

Luigi:         Ahahahahahah!

Walter:    Sì sì ridete, ridete. Vedremo chi riderà alla fine.

(squilla il telefono, Walter risponde innervosito) Pronto! No, non sono Paola. Ma sei sordo o solo rintronato? Come faccio ad essere Paola, non senti che ho una voce da uomo? Ha fatto proprio bene a lasciarti! Sì, sì. Non so come faceva a stare con un rimbambito come te! Sì, rimbambito e interista! No, non venire più qui. È inutile! Mi ha detto che non ti vuole più vedere, e nemmeno io ti voglio vedere. Capito? Addio! (e riattacca violentemente)

(tutti guardano Walter allibiti)

Walter:    Quando ci vuole, ci vuole.

Elisa:        (entra dalla cucina) Chi era?

Walter:    Chi era, chi?

Elisa:        Al telefono.

Walter:    Io non ho sentito nessun telefono. Vero ragazzi?

Franco:     Ma veramente...

Luigi:         Sì ecco...

Elisa:        Non prendetemi per stupida. Ho sentito il telefono e tu che gridavi come un indemoniato.

Walter:    Ah, quel telefono. Era... era una pubblicità.

Elisa:        E c’è bisogno di urlare così tanto per una pubblicità?

Walter:    Eh... volevano propormi...

Elisa:        Cosa?

Walter:    Eh...

Luigi:         Una scommessa!

Walter:    Una scommessa? Sì, una scommessa.

Elisa:        Una scommessa? Ma come si permettono di telefonare a casa della gente per motivazioni così stupide.

Walter:    Hai visto che ho fatto bene ad incavolarmi?

Elisa:        Hai fatto benissimo! Lo sai che sono contraria a questo genere di cose.

Walter:    Lo so benissimo cara. Ma ora torna in cucina che noi siamo tesi per la partita.

Elisa:        Questa cosa della scommessa mi ha fatto davvero arrabbiare. Torno in cucina a calmarmi un po’. Buona continuazione. (esce)

Walter:    Buone chiacchiere Tesoro. Se mi scopre sono finito.

Luigi:         Se non era d’accordo non avresti dovuto scommettere.

Walter:    Ma sembrava una scommessina facile facile. Mannaggia a me. (telefono) Ancora quell’interista. Adesso mi sente. Pronto! La vuoi finire di chiamare?! Non ti vuole più, mettitelo in testa! Non ti vuole più nessuno! Sei un fallito! Hai capito?!? Hai capito?!? (un attimo di silenzio) Come? Marcello? Ciao carissimo. Come stai? Ma no, non disturbi affatto. No, scusa non ce l’avevo con te. Era un’interferenza. Come dici. Enza se n’è andata e ti senti un fallito? No no, non me l’avevano detto. No, ti assicuro che non lo sapevo. Certo, certo. Capisco. Ma sì, certo che puoi venire quando vuoi. Ah, vieni subito. Ecco. Ma no che non disturbi, però... Va bene, ti aspetto. (riattacca) Ma cavolo!

Luigi:         (timoroso) Chi era?

Walter:    Secondo te?

Franco:     Fammi indovinare. La moglie l’ha lasciato un’altra volta.

Walter:    Bingo! E adesso vuole venire qui a parlarne.

Franco:     No! Quel cacciaballe? La serata è rovinata.

Walter:    Cerchiamo di liquidarlo in fretta.

Luigi:         (guardando la tv) Aspetta aspetta.

(tutti si mettono a fissare la tivu)

Franco:     Oh oh.

Luigi:         Dài dài...

Walter:    No no.

Franco:     Rigore!!!

Walter:    No!

Luigi:         Rigore nettissimo!!!

Franco:     E vai!

Luigi:         Non fischia! Non fischia!

Franco:     Non l’ha dato!!

Luigi:         Cornutaccio!!!

Franco:     Ladro!! Venduto!!!

Luigi:         È uno scandalo!!! Uno scandalo!!!

Franco:     Incredibile!!!

Walter:    Per me non c’era.

(Franco e Luigi lo guardano allibiti)

Franco e

Luigi:         Cosa???

Walter:    Il rigore, non c’era. Si è buttato.

Franco:     Ma sei pazzo?

Luigi:         L’ha tirato giù. Ci stava anche il rosso.

Walter:    Ma va, ha simulato. Sappiamo tutti che è un cascatore.

Franco:     Un cascatore? Ma tu da che parte stai?

Walter:    Dalla parte dei miei soldi.

Luigi:         Dei tuoi soldi?

Walter:    Della mia scommessa. E la mia scommessa è finita sul Turun Palloseura. Quindi. Turun Turun Turun!

Franco:     Sei un buffone!

Luigi:         Ridicolo.

Walter:    Sarò anche ridicolo ma cinquemila euro sono sempre cinquemila euro.

Franco:     Sei solo un mercenario.

Walter:    Tu pensala pure come vuoi. Turun Turun! (suonano alla porta) Entra pure Marcello.

Luigi:         Ma è già qui?

(si apre la porta e appare Michele, è più giovane degli altri e vestito da teenager)

Michele:   È permesso?

Franco:     Ma non è Marcello.

Walter:    (si volta e lo vede) E tu cosa ci fai qui?

Michele:   Sono venuto per Paola.

Walter:    Paola non c’è.

Michele:   Come non c’è?

Walter:    Paola non c’è! È uscita!

Michele:   E con chi?

Walter:    È uscita con uno. E ora vattene che abbiamo cose importanti da fare.

Michele:   Ma state guardando il Milan.

Franco:     E tu non lo chiami importante il Milan?

Michele:   No.

Walter:    Vedi perché è uscita con un altro?

Michele:   Ma io l’amo! Non posso vivere senza di lei.

Luigi:         Esagerato! A 18 anni?

Walter:    Poi non sei stato tu a lasciarla?

Michele:   Io. Ma assolutamente no! È lei che è gelosa e ha detto di non farmi più vedere.

Walter:    Comunque non c’è, quindi ti prego di andartene...

Elisa:        (entra dalla cucina) Chi ha suonato? Oh, ciao Michele.

Michele:   Buonasera signora.

Elisa:        Vado subito a chiamarti Paola.

Michele:   È in casa? Mi aveva detto che non c’era.

Elisa:        Chi?

Luigi:         (indicando Walter) Lui!

Walter:    Ma grazie! Chi? Paola? Ma non avevo capito parlassi di lei.

Michele:   E di che avrei dovuto parlare?

Walter:    Avevo capito che cercavi il cane.

Michele:   Il cane?

Elisa:        Ma noi non abbiamo il cane.

Walter:    È quello che ho cercato di spiegargli, comunque ora Michele deve andare.

Elisa:        Come andare? E Paola?

Michele:   Sì Paola.

Walter:    Paola? Ora che si prepara e scende facciamo notte. Guarda, appena pronta ti faccio chiamare e gli spieghi tutto dell’altra del cane e tutto quello che vuoi.

Michele:   Ma veramente.

Elisa:        Walter finiscila. Io vado a chiamarla, tu intanto guarda la partita con questi cavernicoli.

Walter:    La partita? Non credo sia interessato al Milan. Può aspettarla benissimo sul pianerottolo.

Elisa:        Walter! ma...

Michele:   No signora. Ha ragione suo marito. Non vorrei disturbarli. E poi porto sfortuna al Milan. Ogni volta che lo vedo giocare perde. Quindi non vorrei rovinare la serata...

Walter:    Vedi che il ragazzo è ragionevole? Arrivederci e tante buone cose. Come hai detto?

Michele:   Che non voglio disturbare.

Walter:    No, no. L’altro pezzo. Quello sul Milan.

Michele:   Che porto sfortuna? Purtroppo è vero. Non ha mai vinto quando l’ho visto giocare.

Walter:    (a Elisa) Tesoro, credo che sia crudele da parte tua lasciare il ragazzo sul pianerottolo. Lo invitiamo a vedere la partita con noi. Vero ragazzi?

Franco:     Assolutamente no!

Luigi:         Non ci pensare nemmeno!

Elisa:        Sentite, mi sembrate molto strani oggi. Io vado a chiamare Paola. Voi fate quello che volete. (esce)

Walter:    Su su, accomodati. Fai come se fossi a casa tua.

Luigi:         Anche perché un giorno potrebbe esserlo.

Walter:    Adesso non esageriamo, eh. Vuoi qualcosa da bere?

Franco:     Sì, magari del cianuro.

Walter:    Ah ah, che burloni. E dimmi dimmi. Come mai questa tua passione per l’Inter?

Michele:   Perché siamo i più forti.

Franco:     Ahhhh come mi fa incazzare!!!

Walter:    Il ragazzo ha ragione, non disturbarlo.

Luigi:         Ma hai bevuto qualcosa?

Walter:    E come funziona il tuo fluido? Ci mette molto?

Michele:   Fluido?

Walter:    Sì, quello che fa perdere il Milan.

Franco:     Mercenario!!

Luigi:         Venduto!!

Walter:    Shhh.

Michele:   Beh, modestamente devo ammettere che è infallibile.

Walter:    Bene! Bene! Benissimo!

Franco:     Dài, lottiamo contro questi gufi! Milan Milan!

Luigi:         Milan Milan!

Walter:    Turun! Turun! Presto interista, grida con me. Turun Turun!

Michele:   Turun! Turun!

Walter:    Oh Oh... Aspetta un attimo....

Luigi:         No, no.

Franco:     No!

Walter:    Dài dài dài... Sei tutto solo.

Franco:     Fermalo! Fermalo!

Walter:    Dài!

Luigi:         Aiuto!

Walter:    Il portiere è battuto!!

Franco:     Palo!!!

Walter:    No!!!!

Franco:     Palo!!! Palo miracoloso!!!

Luigi:         Tiè! A te e al tuo fluido!!!

Walter:    Ma com’è possibile? Era un gol già fatto!!!

Michele:   Non capisco…

Walter:    Senti ragazzo. Se mi hai raccontato del fluido solo per far colpo su di me ti assicuro che hai sbagliato strada.

Michele:   Ma no, mi creda. E poi, lei non tifa per il Milan?

Walter:    Sì. Cioè no. Insomma è una storia lunga.

Franco:     Mica tanto lunga.

Luigi:         Ha solo sbagliato ha fare…

Walter:    (lo interrompe) Ho sbagliato a fare critiche su di te ragazzo. Sai. Io ti vedevo con occhi da milanista mentre ora ti vedo con occhi da padre. E ti considero un bravissimo ragazzo, sai. Adattissimo ad uscire con mia figlia

Luigi:         Mamma mia che sviolinata!

Franco:     Nauseante.

Walter:       (a Michele) Ora però mettiti d’impegno.

Michele:   D’impegno?

Walter:    Sì, sì. Concentrati. Non ti piace il posto dove sei seduto?

Michele:   Ma.. no…

Walter:    Vuoi sederti al mio posto?

Michele:   Ma no, non si disturbi.

Walter:    Nessun disturbo. Vieni. Siediti qui. (si scambiano i posti)

Michele:   Se lo dice lei.

Walter:    Ora va meglio?

Franco:     (a Walter) Ma sei ubriaco?

Walter:    Non sto parlando con te. Sto parlando col ragazzo. Dimmi, ora va meglio?

Michele:   Veramente andava bene anche prima.

Walter:    No, non andava bene. Ha fatto solo palo.

Michele:   Come?

Luigi:         (a Walter) Sai che sei proprio un mercenario?

Franco:     Mi hai tolto le parole di bocca.

Walter:    Finitela voi due! Mi disturbate il ragazzo.

Franco:     Taci Luigi, non disturbiamo il genio all’opera.

Luigi:         No, no. Disturbiamolo! Disturbiamolo!

Franco:     Però siamo ancora zero a zero. Ma non segnamo?

Luigi:         Dài dài dài!

Walter:    Che palle al piede che siete! Non deve segnare il Milan.

Michele:   Incomincio a sentirmi un po’ a disagio. Non capisco.

Walter:    Ragazzo, tu non devi capire. Devi solo sprigionare il tuo fluido. Hai capito?

Michele:   Mica tanto.

Luigi:         Il genio non è poi tanto genio.

Franco:     Anche per me.

Walter:    Finitela che lo confondete!

Luisa:        (entra dalla cucina) Elisa! Ma non è qui?

Franco:     No, è andata da Paola e ci ha lasciato qui il menagramo.

Walter:    Non permetterti di offendere il ragazzo.

Franco:     Io non lo offendo, ma quella è l’unica ragione per cui tu non l’hai mandato sul pianerottolo.

Luigi:         Ha ragione, sei solo un ipocrita.

Luisa:        Menagramo? Ma siete così infantili da credere ancora alla sfortuna?

Franco

Walter e (insieme) Noi? No!!!

Luigi:

Luisa:        Ah, mi pareva. Alla vostra età pensare che esistano queste stupide superstizioni.

Franco:     Tesoro, ma ti sembra possibile?

Luisa:        Bèh, conoscendoti direi di sì.

Luigi:         Ahahahahaha, questa è buona!

Luisa:        Adesso scusatemi. Torno in cucina. (esce)

Walter:    (canzonando Franco) Certo che alla tua età credere ancora alla sfortuna.

Franco:     Sentitelo lui. Che si tiene in casa il fidanzato della figlia, Interista, solo perché porta sfortuna al Milan.

Walter:    Shhh. Ragazzo non ascoltare quello che dicono questi due. Sono solo invidiosi e non capiscono nulla di calcio.

Michele:   Bèh, in questo momento non capisco molto nemmeno io.

Walter:    Però questo fluido non fa effetto. Franco, vieni a sederti al posto del ragazzo!

Franco:     Cosa vuoi da me?

Walter:    Vieni qui e non discutere! E tu, ragazzo, siediti al suo posto.

Franco:     Comandi! (si cambiano di posto)

Luigi:         Dài che andiamo in contropiede!

Walter:    Ehi, non vale!!

Franco:     Tac tac, uno due.

Walter:    Questo posto non funziona.

Luigi:         Ma guarda quello!

Franco:     Che entrata!

Walter:    No!!!

Luigi:         È rosso! È rosso!

Franco:     Evvai!!! Espulso!

Walter:    Ma che cavolo!!!

Franco:     Tiè! Tu e il tuo menagramo!

Luigi:         L’arma vincente? Ahahahahahah! Prrrr!

Walter:    Interista del cavolo!

Franco:     Milan Milan Milan!!!

Luigi:         Milan Milan! Ahahahahahah!

Michele:   (sconsolato) Mi dispiace.

Walter:    E tu vorresti uscire con mia figlia? Eh! Nemmeno col binocolo te la faccio vedere! Te la puoi scordare!

Michele:   Mi scusi, ma sono confuso.

Walter:    Confuso? Una cosa dovevi fare! Dovevi far perdere il Milan. Tutto qui.

Michele:   Ma…

Walter:    Ma, cosa? Cosa non ti è abbastanza chiaro?

Franco:     Poverino, non sgridarlo.

Luigi:         Sì, sì. Lascia che continui così.

Franco e

Luigi:         Ahahahahahah!

Walter:    Smettetela! La partita è ancora lunga.

Luigi:         Sì sì, è lunga, e in undici contro dieci possiamo farne due o tre di gol.

Franco:     Ahahahahahah!

Walter:    Certo che sei proprio una delusione, ragazzo mio. Una vera delusione.

Michele:   Ma non capisco…

Walter:    Cosa non capisci? Cosa non capisci?

Michele:   Ma lei non tiene al Milan?

Walter:    Sì! Cioè no.

Luigi:         Certo. Quando uno è un mercenario.

Franco:     Venduto da quattro soldi.

Michele:   Ecco, questo non capisco. Lei tiene al Milan e vuole che il Milan perda. Sono confuso.

Franco:     Ragazzo, lui è più confuso di te.

Luigi:         Talmente confuso che non è nemmeno capace di fare una scommessa.

Walter:    State zitti voi due! (a Michele) Ora capisco, ragazzo. Il tuo fluido non funziona perché non vuoi che la squadra per cui faccio il tifo perda.

Michele:   Credo di sì.

Walter:    Che ragazzo d’oro!

Luigi:         Che ruffiano!

Walter:    Silenzio! (a Michele) Ragazzo, ma io stasera tifo per il Turun Palloseura.

Michele:   Ma… come!?

Walter:    Non chiedermi perché ma io stasera tifo per il Turun Palloseura.

Franco:     Non è vero ragazzo. Lui tifa per il Milan. Da sempre tifa per il Milan.

Luigi:         Sì, sì. Non farti ingannare.

Walter:    Non dar retta al gatto e la volpe. Io tifo per il Turun Palloseura. Hai capito ragazzo? Turun Palloseura.

Michele:   Ma…

Walter:    Niente ma, ragazzo. Turun Palloseura. D’accordo?

Michele:   D’accordo.

Walter:    Convinto?

Michele:   Convinto.

Walter:    Bravo.

Luigi:         Ehi, ma quello dove va?

Franco:     Ma non c’è nessuno che lo marca?

Luigi:         Fermatelo!

Walter:    Dài dài!

Luigi:         No!

Walter:    Sei solo!

Franco:     Dài che recupera. Dài che ce la fa.

Luigi:         Fermalo!!!

Walter:    Gooooooooooolll!!!

Franco:     Non ci posso credere.

Walter:    Gooooooooooolll!!! (a Michele) Ragazzo, sei formidabile!!!

Michele:   Mi dispiace ma non posso farci nulla.

Walter:    Sei un fenomeno!!! Altro che Ronaldo!

Franco:     Ma non è possibile! Non è possibile!

Walter:    Vi rode eh? Milanisti!

Luigi:         Ma sentilo.

Franco:     Ti ricordo che sei milanista anche tu.

Walter:    No, mio caro. Non stasera. Stasera contano solo i miei soldini.

Franco:     Tanto la partita è ancora lunga e voi siete con l’uomo in meno...

Luigi:         Sì sì, ma non montarti la testa.

Walter:    Noi abbiamo l’arma segreta. (indicando Michele)

Franco:     Menagramo.

Elisa:        (entra) Paola sta arrivando. Vedo che vi state divertendo.

Franco:     Oh, sai che divertimento.

Luigi:         Da morire dal ridere.

Elisa:        Ma il Milan sta perdendo? Com’è possibile?

Franco:     Chiedilo al tuo maritino e alla sua arma segreta.

Walter:    Siete solo invidiosi. Il ragazzo è innocente.

Franco:     Innocente come Giuda.

Michele:   Adesso arriverà Paola e non vi disturberò più.

Walter:    Alt Alt! Fino alla fine della partita il ragazzo non si muove da qui.

Elisa:        Ma Paola sta scendendo. Dovranno parlare.

Walter:    Ho detto che non si muove. Se Paola vuole parlare che si prenda un appuntamento.

Franco:     Io credo che sia giusto che parlino. Ora! Non trovi, Luigi?

Luigi:         Assolutamente.

Walter:    Non si muove da qui. Su questo sono categorico.

Franco:     Vediamo se lo sarai anche se noi minacciamo di raccontare un segretino.

Luigi:         Su una certa scommessuccia.

Walter:    Traditori!

Franco:     Senti chi parla.

Elisa:        Di cosa state parlando? Non capisco? Scommessuccia?

Walter:    Non è nulla, tesoro.

Franco:     Ah, nulla dice. Facciamo sparire il ragazzo altrimenti un uccellino potrebbe parlare.

Walter:    Ricattatore. Non ne saresti capace.

Franco:     Ah no? Sai Elisa, oggi Walter...

Walter:    E va bene, va bene. Avete vinto!

Elisa:        Oggi Walter, cosa?

Walter:    Tesoro, puoi vedere se nostra figlia è pronta? Deve vedere Michele con molta urgenza.

Luigi:         Molta!

Elisa:        Ma non capisco. Cosa mi nascondete.

Walter:    E cosa ti nascondiamo? Niente. Solo che il ragazzo porta sfortuna, non vorrei che il Milan perdesse per causa sua.

Franco:     Saggia decisione.

Luigi:         Assolutamente.

Elisa:        Sarà. Paola tesoro, non sei ancora pronta? (esce)

Walter:    Che infami che siete.

Franco:     Per il Milan questo ed altro.

(campanello) Questo è Marcello.

Walter:    (apre) Vieni vieni. Una seratina tranquilla.

Marcello: (entra) Ciao Ragazzi. Come va la serata?

Franco:     Una festa.

Walter:    Tra “veri” amici.

Marcello Che aria! Sono io quello che deve essere depresso.

Luigi:         E perché non lo sei?

Marcello: Ma perché bisogna guardare avanti. Ormai il passato è passato. Nuove avventure, nuove storie. Nuova vita.

Franco:     Nuova vita?

Marcello: Ma sì, altre donne. Basta guardare il passato.

Luigi:         Non è così facile.

Marcello: Ma scherziamo? È un gioco da ragazzi. basta andare nei locali giusti e tac. Fatto.

Luigi:         Tac?

Marcello: Sì, ormai è tutto più facile. Non come vent’anni fa. È come quando vivevo negli Stati Uniti, lì erano tutti molto più aperti.

Franco:     Tu vivevi negli Stati Uniti?

Marcello: Certo! Ho vissuto un anno e mezzo negli Stati Uniti.

Walter:    Ma quando?

Marcello: Una decina di anni fa!

Walter:    Ma se uscivamo insieme una decina di anni fa. Non lo ricordo mica.

Marcello: Ma sì, prima che mi mettessi con Enza.

Luigi:         Prima che ti mettessi con Enza lavoravi in piscina.

Marcello: Ecco, esatto. Tra la piscina e Enza.

Franco:     Ma se Enza l’hai conosciuta in piscina!?

Walter:    Ci hai sempre raccontato che era rimasta affascinata del tuo fisico quando facevi il bagnino.

Marcello: Io?

Luigi:         Sì, tu. Non te lo ricordi?

Marcello: Ma certo, ci siamo conosciuti in piscina...

Franco:     Hai visto.

Marcello: ...a Beverly Hills.

Walter:    A Beverly Hills?

Marcello: A Beverly Hills.

Luigi:         E tu cosa ci facevi a Beverly Hills?

Marcello: Lavoravo.

Franco:     A Beverly Hills?

Marcello: A Beverly Hills, a Beverly Hills. Ma che credete? Non è stato facile. Vivevo con un gruppo di sudamericani di una band criminale. Eravamo in venti in una casa di 15 metri quadrati senza pavimento, mi alzavo mezz’ora dopo essere andato a dormire e pagavo il proprietario della piscina per farmi lavorare.

(attimo di silenzio)

Luigi:         (urlando a squarciagola) Gooooooooooolll!!! No...

Walter:    Ma sei scemo?

Luigi:         Mi sembrava gol.

Walter:    Ho capito, ma non ti devono sentire anche allo stadio. Siamo in un appartamento, vuoi che salga la signora di sotto con la scopa?

Franco:     Comunque il ragazzo se ne deve andare.

Walter:    Il ragazzo rimane.

Franco:     (a voce leggermente più alta del normale) Elisa...

Walter:    Non puoi farlo!

Franco:     Certo che posso. (gridano un po’ di più) Elisa...

Elisa:        (entra) Insomma, cosa c’è? Mi avete chiamato?

Walter:    Ehm, Paola non è ancora pronta?

Elisa:        Ancora un attimo.

Franco:     (a Walter) No, niente attimo. Il ragazzo deve andare. Ora!

Walter:    E va bene, strozzino. (ad Elisa) Dille di non scendere. (a Michele) E tu ragazzo, va’ da lei.

Michele:   Io? In camera sua?

Walter:    Sì, in camera sua. Ma state attenti che vi tengo d’occhio.

Elisa:        Ma…

Michele:   Oh, grazie, grazie. (esce)

Elisa:        Ma Walter?

Walter:    Non ti preoccupare, è un bravo ragazzo. E poi... (guardando Franco) è la cosa migliore per tutti.

Franco:     Soprattutto per te.

Elisa:        Siete davvero strani questa sera. Io torno in cucina, e se avete ancora bisogno di me... Arrangiatevi! (esce)

(suoneria di cellulare strana)

Luigi:         Cos’è questo rumore?

Walter:    Boh… Dici che viene dalla tv?

Marcello: Ma no, ragazzi, è il mio cellulare. Ah, è la Lilly. (risponde) pronto Lilly. Ciao.

Walter:    Ma prego, fa’ come se fossi a casa tua.

Marcello: (al telefono) Ma no che non disturbi, sono a casa. (si alza e si mette in un angolo a parlare)

Franco:     Per l’appunto...

(campanello)

Walter:    Ma chi è ancora?

Franco:     Boh, quelli che dovevano arrivare sono arrivati tutti.

Luigi:         Magari sono quelli dell’agenzia.

Walter:    E l’indirizzo l’hanno trovato con la sfera di cristallo?

Luigi:         Li hai chiamati, magari hanno memorizzato il numero. E poi con internet è un attimo.

Franco:     Potrebbe avere ragione.

Walter:    Sai che per una volta potresti aver detto una cosa intelligente?

Luigi:         Ma grazie, eh.

(campanello)      

Franco:     Forse ti conviene aprire, così risolviamo il mistero.

(Walter si alza per aprire e poi si blocca pensieroso)

Luigi:         Bèh? Che c’è?

Walter:    Aspetta, aspetta. La faccenda è delicata.

Luigi:         Basta muovere la maniglia e la porta si apre. Non c’è nulla di delicato.

Walter:    No, no. La questione è molto delicata. Ammettiamo che Luigi abbia ragione…

Luigi:         Ammettiamo, ammettiamo.

Walter:    Che dietro quella porta ci sia la commessa dell’agenzia, o un funzionario...

Luigi:         È carina?

Walter:    Chi?

Luigi:         La commessa.

Walter:    Ma come faccio a saperlo?

Luigi:         Non ci hai parlato?

Franco:     Sì, ma ci ha parlato al telefono.

Luigi:         Ma la voce può dire molte cose di una donna.

Franco:     Qui ti sbagli, spesso la voce è ingannevole.

Luigi:         Davvero?

Franco:     Assolutamente ingannevole. Quasi subdola, direi.

Luigi:         Non credevo...

Franco:     Ma sì. Pensa che la sorella di Giovanni…

Walter:    La finiamo?

Franco:     Ah, sì, scusa.

Luigi:         Però era interessante la faccenda.

Walter:    Ne parlerete dopo. Ora dobbiamo risolvere il problema.

(campanello)

Elisa         (voce fuori campo): Walter, puoi aprire tu la porta?

Walter:    Sì, tesoro. Ci penso io. (a Luigi e Franco) Dobbiamo sbrigarci a prendere una decisione delicata. Anzi due.

Luigi:         È una. O apri, o non apri.

Walter:    No, la prima decisione da prendere è su come dobbiamo comportarci nel caso fossero quelli dell’agenzia.

Franco:     In che senso?

Walter:    Nel senso che sicuramente vorranno annullare la scommessa ora che il Turun è in vantaggio ed io non saprei cosa fare.

Luigi:         Un vantaggio che durerà poco.

Walter:    Intanto sono in vantaggio.

Luigi:         Non illuderti.

Franco:     E la seconda decisione?

Walter:    La seconda decisione riguarda mia moglie. Non deve assolutamente sapere della scommessa.

Franco:     Hai ragione!

Luigi:         Sono due belle decisioni.

Walter:    Cosa faccio, cosa faccio?!?!?!

Franco:     Non perdere la calma.

Luigi:         Dobbiamo pensare ad una strategia.

Walter:    Una strategia a prova d’errore.

Luigi:         Con noi sei in una botte di ferro.

Walter:    Insomma…

Luigi:         Come insomma?

Franco:     Dobbiamo pensare ad una soluzione.

Luigi:         Ma ha detto insomma!

Walter:    Sì, ho detto insomma. Ma non distraiamoci dalla strategia.

(campanello)

Elisa:        (entra dalla cucina) Ma non dovevi andare ad aprire?

Luigi:         A monte la strategia.

Walter:    Sì, cara. Ma… vedi… hanno sbagliato numero.

Elisa:        Eh?

Luigi:         Tombola!

Elisa:        Lasciami aprire.

Walter:    No, aspetta cara…

Elisa:        Ma cos’hai? Cosa mi stai nascondendo?

Walter:    Nascondendo? Io??? Ma niente!

Luigi:         Insomma…

Elisa:        Insomma?

Walter:    Non fargli caso!

Elisa:        Vorrei solo sapere perché non apri la porta? Chi è?

Walter:    Ma nessuno…

Elisa:        Se è nessuno allora vorrei controllare.

Luigi:         Ma non può! E se poi è la signo…

Franco:     Taci!

Elisa:        Perché non posso? Eh? Perché?

Walter:    Ma nulla…

Franco:     Già, nulla.

Luigi:         Insomma…

(campanello)

Elisa:        Allora!

Walter:    (facendosi serio ed imperativo) Tesoro! Non puoi aprire perché

Elisa:        Perché?

Luigi:         Perché?

Franco:     Perché?

Walter:    (un po’ più titubante) Perché… Sono…

Elisa:        Chi sono?

Walter:    Sono...

Luigi:         Adesso voglio vedere come ne esci!

Walter:    Sono dei Pastafariani! Ecco perché!

Luigi:         Chi?

Elisa:        Pastafariani?

Walter:    Sì! Pastafariani! Sono dei fanatici religiosi. Essi credono che l’universo sia stato creato dal Prodigioso Spaghetto Volante che…

Luigi:         Spaghetto? Interessante…

Elisa:        Ma cosa stai dicendo?

Walter:    Ti assicuro che è vero, lo dice anche Wikipedia.

Elisa:        Finiscila di dire sciocchezze e lasciami aprire!

Walter:    No, aspetta tesoro!

Elisa apre ed entra Samantha.

Samantha: (esuberante) Dov’è Dudi?!?!?!

Walter:    Eh?

Luigi:         È quella dell’agenzia?

Franco:     Shhh.

Samantha: Dov’è Dudi??? (cercando) Dudi, Dudina. Dudulina.

Luigi:         Ha perso il cane?

Walter:    Ma no! È un’invocazione al Divino Maccherone!

Samantha: Dov’è la Dudi?!?

Elisa:        Mi scusi signorina.

Samantha: Ma povera Dudi!?!?! Hai sentito cosa le è successo? È vergognoso! Vergognoso!

Luigi:         Le è finito il cane sotto la macchina?

Elisa:        Credo che ci sia un errore.

Walter:    Si calmi.

Samantha: (a Walter) Mi devo calmare? Eh? Mi devo calmare? Tu parli così perché sei Giurassico!

Walter:    Sono cosa?

Luigi:         Ha detto Giurassico.

Walter:    Ho sentito benissimo cosa ha detto.

Luigi:         E cosa lo chiedi a fare allora?

Samantha: Che ne sai tu della Dudi!?!? Dudi Dudina. Sigh Sigh.

Luigi:         Ma come parla questa?

Elisa:        Mi scusi signorina ma non capiamo.

Samantha: Tu sei la mamma della Dudi?

Walter:    Qui ci sarebbe da fare un bel ripasso sull’ABC dell’educazione.

Elisa:        Guardi, io veramente…

Samantha: Povera Dudi, deve essere proprio down che l’ha mollata il suo boy. 🙁 Ma io sono venuta per darle un po’ di energy power e una cifra di LOLLONI!

Luigi:         Io non capisco una parola…

Walter:    Perché sei Giurassico.

Luigi:         Guarda che l’ha detto a te.

Franco:     Ma si può sapere chi è la Dudi?

Elisa:        Signorina, provi a calmarsi perché non riusciamo a comprenderla.

Luigi:         Ma nemmeno una parola…

Walter:    Deve esserci un malinteso, qui non c’è nessuna signorina Dudi…

Luigi:         Ah, ma Dudi è un nome di persona?

Franco:     Credo di sì…

Samantha: Ma la Dudi, la Dudi! La girl di Xavier95. Povera Dudi. SIGH SIGH.

Luigi:         Questo però è straniero…

Samantha: Ma quale straniero? Xavier95 stava con la Dudi ma ora hanno fatto crash. E la Dudi è down.

Luigi:         Io rinuncio…

Marcello: (al telefono) Scusami un attimo. (agli altri) Ma dài ragazzi, svegliatevi. Dove siete rimasti? Sono nick di internet. La ragazza cerca una certa Dudi che deve essere triste perché un certo Xavier95 l’ha lasciata. E lei è venuta per rincuorarla.

Franco:     E tu come hai fatto a capirlo?

Marcello: Perché voi siete dei Giurassici, mentre io sono giovane dentro. E ora non fate casino che ho la Lilly al telefono.

Luigi:         Ma sentitelo.

Marcello: (al telefono) Scusami tesoro, ma c’erano dei cafoni…

Elisa:        Ma allora stai cercando Paola?

Samantha: Cerco la Dudi! La Dudi! Su Skype ho aperto un post con tanti LOVE rotti e ho connesso subito! Xavier95 ha brekkato il suo LOVE e ora è DOWN.

Luigi:         Cosa?

Walter:    Ehm… Marcello, scusa, potresti finirla di telefonare e darci una mano?

Marcello: (al telefono) Bellezza, ti lascio un momento perché ci sono degli imbranati con problemi di comunicazione generazionale in corso.

Luigi:         Imbranati?

Franco:     Non sottilizzare.

Marcello: Allora? Avete bisogno di me?

Walter:    A quanto pare…

Marcello: Lo sapevo, lo sapevo. Prima o poi tutti hanno bisogno di Marcello. Vi ho raccontato di quando Obama mi ha chiamato in piena notte per…

Luigi:         Ti ha chiamato Obama?

Marcello: Certo! Allora, ero appena tornato dalla discoteca, dal Nautilus, il venerdì sera vado sempre al Nautilus, c’è un sacco di gente interessante. Dicevo ero appena tornato a casa quando…

Walter:    Scusa Marcello, dopo potrai continuare con le tue frottole. Adesso avremmo un problemino…

Luigi:         Sembrava interessante come storia…

Franco:     (a Luigi) Anche tu, però!

Elisa:        Marcello, abbiamo qualche problema di comunicazione con la ragazza.

Walter:    E a quanto pare tu riesci a farti comprendere.

Luigi:         È un mistero come ci riesca.

Marcello: Nessun mistero! Bisogna conoscere le lingue se si vuole far carriera nella vita.

Luigi:         Sì, l’inglese e il tedesco, forse, non questo strano grammelot.

Marcello: Tranquilli, ci pensa Marcello!

Luigi:         Ma parla in terza persona?

Franco:     Mah…

Marcello: (a Samantha) Ehi, baby. Qual è il tuo Nick?

Samantha: Ehi, ciao. Sono Sammy92 e tu?

Marcello: Io sono Warhammer666.

Luigi:         Cosa?

Franco:     Martello da guerra…

Luigi:         Ma è ridicolo!

Franco:     E cosa devo dirti?

Walter:    Fate silenzio voi due?

Marcello: (a Samantha) E come mai bazzichi da queste parti?

Samantha: È per la Dudi!!! È down, faccina triste. E io voglio darle tanta POWER e LOLLONI!!!

Marcello: E la Dudi chatta da qui?

Samantha: Sì, da qui da qui.

Marcello: (a tutti) Dice che questa Dudi abita qui.

Walter:    Ma qui non c’è nessuna Dudi?

Elisa:        Ma volete dire che sta parlando di Paola?

Samantha: Sì! La Dudi!!! La conoscete?

Walter:    Paola? La nostra Paola sarebbe questa Dudi?

Luigi:         E quindi Xavier95 è…

Walter:    L’interista!!!

Franco:     Il menagramo!!!

Samantha: È Bannato! È Bannato! Ha fatto star DOWN la Dudi!

Luigi:         Bannato?

Walter:    Ma…

Samantha: Sì. I ragazzi sono tutti uguali! Solo calcio, sempre calcio. Schifo schifo schifo!

Luigi:         Schifo?

Samantha: (isterica) Schifo!!! Schifo!!!! Schifo!!!

Luigi:         Sì Sì!!! Schifo schifo…

Franco:     Bèh…

Samantha: (sempre più isterica) Schifo!!! Schifo!!!! Schifo!!!

Franco:     Schifo schifo bleah…

Walter:    Vediamo di calmarci. Le cose si stanno sistemando.

Luigi:         Mah…

Walter:    Allora!!!

Luigi:         Schifo, schifo…

Samantha: Come sistemando? Xavier95 la sta facendo down. Faccina triste!

Elisa:        Ma no, si chiariranno.

Samantha: No no! La Dudi l’ha Defollowato!!! Out Out!! Cestino! Click!

Luigi:         Ma io non capisco nulla!

Samantha: Come?

Luigi:         Sì sì! Schifo schifo!!!

Elisa:        Ora vediamo di calmarci tutti. Marcello, cosa dice?

Marcello: Dice che la Dudi, cioè Paola, non lo vuole più vedere e non ne vuole più sapere.

Samantha: Io voglio vedere la Dudi! Ho bisogno di vedere la Dudi!!!

Elisa:        Ma cara, ora non si può.

Walter:    È su con l’interista.

Luigi:         Speriamo che resti su il più a lungo possibile.

Samantha: Cosa cosa?

Luigi:         Schifo! Schifo!

Walter:    Sì, la tua Dudi è su con… come si chiamava quello?

Luigi:         Zanetti?

Franco:     Xavier qualcosa…

Marcello: (a Samantha) La Dudi è in real chat con Xavier95. Su, in camera.

Samantha: Non potete farle questo!!! Siete crudeli!!! Dovete farlo scendere subito subito!!!

Luigi:         Eh no! Il menagramo no!!!

Samantha: (isterica) Subito subito subito!!!

Luigi:         (facendole il verso) No no no!

(suoneria del cellulare di Marcello)

Walter:    Ancora questo telefono?

Marcello: È la Gigi! Devo rispondere, scusatemi. (risponde e si apparta)

Luigi:         La Gigi? Ma non è un nome maschile?

Franco:     Sarà un diminutivo.

Luigi:         Sì, ma sempre maschile.

Walter:    Comunque il ragazzo non può scendere.

Samantha: Ma voi non capite.

Franco:     Capiamo sì.

Elisa:        Cara, mio marito ha ragione. Il ragazzo non può scendere. È meglio così.

Luigi:         (guardando Walter) Questione di vita o di morte!

Samantha: Non potete farle questo. Cattivi cattivi!!!

Walter:    Per favore, calmati.

Samantha: Non capite non capite… (si accorge del televisore acceso) ma… ma voi…

Franco:     Noi cosa?

Samantha: Voi voi… (si blocca indicando il televisore)

Luigi:         Si è incantata?

Walter:    Signorina…

Luigi:         Si è incantata.

Franco:     Forse non sta bene.

Elisa:        Mi preoccupa. Dite che dobbiamo chiamare un medico?

Luigi:         Forse è meglio un esorcista.

Franco:     Non si muove più.

Walter:    Ehi! Yuhu!

Franco:     (le si avvicina) Ma respira ancora?

Samantha: (urlando) Ahhhhh!

Franco:     Mi ha fatto prendere un colpo!

Samantha: (sempre indicando la tv) Ahhhhh!!!

Luigi:         Confermo! Ci vuole un esorcista!

Samantha: Il calcio!!! Schifo Schifo Schifo!!!

Elisa:        Eccola che ricomincia. Io non la sopporto più. Vi abbandono! (esce verso la cucina)

Samantha: Schifo schifo schifo!!! (isterica) Voi uomini siete tutti uguali!!!

Luigi:         Mah, a questo punto sono fiero di esserlo!!!

Walter:    Assolutamente d’accordo!!!

Franco:     Anch’io! (e si rimettono a guardare la partita senza curarsi di Samantha)

Samantha: Ehi!!! Dovete ascoltarmi!!! Dovete ascoltarmi!!!

Luigi:         Shhh…

Samantha: Ma… ma…

Walter:    Silenzio!

Franco:     C’è la partita!

Samantha: E la Dudi?

Walter:    Sta bene grazie!

Luigi:         Molto bene!

Walter:    Adesso, non esageriamo.

Samantha: E io?

Franco:     Ma non hai qualche amica con cui uscire?

Luigi:         Ma sì, all’aria aperta. Lontano dal computer.

Franco:     Mi sa che ha bisogno di disintossicarsi un po’

Luigi:         Un po’ tanto.

Walter:    Silenzio che c’è la partita!

Samantha: Ma veramente…

Walter:    Shhh!

Samantha: (isterica) Schifo! Schifo! Schifo!

Luigi:         Silenzio!!!

Samantha: (a voce più bassa) Schifo!

Franco:     Basta!

Samantha: Siete tutti cattivi! Cattivi! (ed esce dalla porta)

Franco:     Finalmente!

Walter:    Non saremo stati troppo duri con la ragazza?

Luigi:         Ma sei fuori?

Walter:    Sì, hai ragione.

Franco:     Ehi, è finito il primo tempo.

Walter:    E siamo ancora avanti.

Luigi:         Ma non ti esaltare troppo, senza il menagramo non andrete lontano.

Fine Primo Tempo

Secondo Tempo

Stessa scena del primo tempo. I tre amici sono spaparanzati sul divano e guardano la partita. Marcello è sempre al telefono.

Luigi:         Che partita noiosa.

Walter:    Dici così solo perché state perdendo.

Franco:     Devi finirla con questa storia! State, stiamo! Siamo tutti milanisti qui.

Luigi:         Tutti tranne il mercenario.

Marcello: (al telefono) Certo certo, anche a me ha fatto piacere sentirti.

Luigi:         Ma è ancora al telefono?

Franco:     Mi ero quasi dimenticato di lui.

Walter:    Togli il “quasi”.

Marcello: (al telefono) Ok. Ciao ciao ciao. (chiude il cellulare; agli altri) E allora ragazzi com’è?

Walter:    Bentornato.

Marcello: Eh, quando attacca la Gigi non finisce più.

Luigi:         Sempre il famoso Gigi.

Franco:     “LA” Gigi.

Luigi:         Mah, per me è un uomo.

Marcello: Ah, ma state guardando il Milan?

Luigi:         Già.

Marcello: Io potevo essere allo stadio.

Luigi:         Anche noi, ma a Walter non piace.

Walter:    Non è che non mi piace. Ma vuoi mettere la comodità di vedere la partita al calduccio comodamente seduti sul divano di casa?

Marcello: Molto meglio vederla nei box privati dello stadio.

Franco:     Cosa?

Luigi:         Sì, ma non siamo mica milionari. Per quelli ci vuole una barca di soldini.

Marcello: Non se conosci le persone giuste.

Luigi:         Le persone giuste?

Marcello: Ma sì, quelle che ti aprono tutte le porte.

Luigi:         Un usciere?

Marcello: Ma quale usciere?!? Uno che ti possa portare ai piani alti.

Luigi:         Ah, ho capito. Il valletto dell’ascensore!

Franco:     Ehm, credo che intenda un personaggio un poco più importante.

Marcello: Esatto! Un membro della dirigenza.

Walter:    Uno della dirigenza? E chi? Galliani? Eheheh.

Marcello: Ridete, ridete. Ma stasera mi avevano invitato alla partita.

Luigi:         E come mai non ci sei andato?

Marcello: Ma perché non mi interessa. Non sono appassionato. Non mi è mai piaciuto.

Walter:    Non ti è mai piaciuto?

Franco:     Ma se andavamo sempre allo stadio da giovani?

Luigi:         Siamo andati anche in Inghilterra per la trasferta di coppa.

Marcello: Ma quelli erano altri tempi. Adesso sono cambiato. Sono cresciuto, maturato. Ora faccio girare un sacco di soldi..

Luigi:         Anche Walter fa girare un sacco di soldi, ma li punta sulla squadra sbagliata.

Walter:    Shhh. Taci.

Marcello: In che senso?

Walter:    Nulla, nulla.

Franco:     Beh, proprio nulla non direi.

Marcello: Raccontate, raccontate.

Walter:    Certo! Come no! Dire una cosa a te significa raccontarla a tutta la città.

Marcello: Ma quando mai?

Franco:     Sentitelo! Una tomba lui.

Marcello: Assolutamente. Potete fidarvi.

Walter:    Tanto ormai la frittata è fatta. Ho fatto una scommessa.

Luigi:         E che scommessa!

Marcello: Ah, una scommessa. E ti preoccupi per così poco?

Franco:     Ha scommesso cinquemila euro contro il Milan.

Marcello: Ah, però! Un bell’azzardo.

Walter:    Un bell’errore. Io volevo puntarli sul Milan. Ma l’addetto ha sbagliato e li ha messi sul Turun. Sul Turun!

Luigi:         Ma come cavolo si fa a scommettere sul Turun?

Walter:    Adesso le prendi!

Marcello: Beh, annullala, no?

Franco:     Eh.

Luigi:         Fosse semplice.

Walter:    Ci ho provato, ma mi hanno risposto che purtroppo una volta registrato non si poteva più tornare indietro.

Luigi:         Poi era già iniziata la partita.

Marcello: Questo succede perché non hai le conoscenze giuste.

Luigi:         (a Walter) Non frequenti i piani alti.

Marcello:    Esatto! Potevi dirmelo prima. Io conosco molto bene il direttore del centro commesse.

Luigi:         Conosci il direttore dell’agenzia?

Marcello:    No, no. Conosco il direttore nazionale. Il Grande Capo.

Franco:     (canzonandolo) E come faresti a conoscerlo bene? Sentiamo.

Marcello: È uno dei miei migliori clienti.

Walter:    Clienti? Tu hai dei clienti?

Marcello: Certo. Ora sono un uomo in carriera.

(gli altri scoppiano a ridere)

Franco:     In carriera? Tu?

Walter:    Questa non me la voglio perdere. E quale sarebbe questa carriera?

Marcello: Io, io sono un imprenditore. Con un’attività in espansione.

(ridono in maniera più fragorosa)

Marcello: È inutile che facciate gli stupidi. È vero!

Luigi:         E quale sarebbe questa “attività in espansione”? Il chiosco dei tuoi?

Marcello: Sono un imprenditore nel campo della ristorazione.

Walter:    Oddio! Sto morendo!

Franco:     Ristorazione il chiosco delle bibite?

Luigi:         Ahahahahah!

Marcello: Ridete, ridete. Quando aprirò il mio prossimo ristorante nel centro di New York e allora sarò io a ridere.

Franco:     Sì, ma ridi anche per altro. Altrimenti rischi di restare serio per tutta la vita.

Walter:    A New York? Ma come si può credere ad una cosa del genere?

Marcello: Non crederci. Sei libero di farlo.

Walter:    Ci mancherebbe.

Marcello: Ma a breve vi inviterò a cena nel mio nuovo ristorante.

Franco:     Sì certo. Nella panineria dietro lo stadio. Ahahahahah!

Walter:    Ahahahahahah!

Marcello: Ridete pure. Sono entrato in un giro importante. Sto aprendo un ristorante in pieno centro. Un ristorante coi fiocchi.

Luigi:         Sì, coi fiocchi d’avena!

Marcello: È inutile che fate gli stupidi. Sono entrato in società con persone importanti. Persone con i soldi. Loro ci mettono il capitale, e io la mia esperienza di cuoco rinomato.

Luigi:         Cuoco rinomato? Ma chi?

Marcello: Io! Sono molto apprezzato nel settore.

Walter:    Scusa?

Marcello: E ho una grande esperienza. Per non parlare degli studi con i maggiori chef.

Franco:     Ma se tu sei geometra?

Marcello: Sì, è vero, ma solo di facciata.

Luigi:         Di facciata? Come si fa ad essere geometra di facciata?

Marcello: Perché in segreto coltivavo la mia passione. Di giorno studiavo da geometra mentre la sera uscivo mascherato per andare al corso di cucina.

Walter:    Mascherato?

Luigi:         Come Batman?

Franco:     Ma che senso ha? Che bisogno c’era di uscire mascherato, mica è un crimine studiare cucina!

Marcello: Ma non potevo. I miei non lo accettavano.

Walter:    Ma figuriamoci! E chi pagava la scuola?

Marcello: Una... una borsa di studio dell’università del Kentucky!

Luigi:         Di dove?

Marcello: Del Kentucky! In America!

Walter:    E perché mai l’Università del Kentucky ti avrebbe assegnato la borsa di studio per una scuola serale di cucina in Italia?

Franco:     Già perché?

Marcello: Ma perché avevo salvato la vita al figlio del rettore durante la guerra del golfo.

Luigi:         Eh?

Franco:     E tu cosa ci facevi nella guerra del golfo?

Walter:    Eh, questo mi piacerebbe proprio saperlo.

Marcello: Perché io sono una persona coraggiosa. Mica come voi che siete solo capaci di parlare dalla poltrona.

Luigi:         Adesso arriva la super palla gigante!

Marcello: No, cari. Nessuna palla. Io ero a manifestare durante la guerra. In Iraq! Non come voi, davanti alla tv. Io sono partito con 4 volontari americani. Abbiamo sabotato una postazione di missili di Saddam.

Franco:     Questa non si può sentire!

Marcello: Stavamo entrando in un cunicolo quando un centinaio di soldati iracheni ci ha avvistato. Tatatatatà, sentivamo i colpi delle mitragliatrici che ci passavano vicini. Due dei nostri compagni furono colpiti. Io ed il compagno rimasto riuscimmo a fuggire attraverso il condotto stretto quando...

Walter:    Marcello, ma dài.

Marcello: Anche l’ultimo compagno venne ferito. Allora lo caricai sulle spalle...

Luigi:         Ma non era stretto il condotto?

Marcello: ... ed incominciai a correre più veloce possibile. Passammo in un campo minato poi in mezzo ai carri iracheni.

Franco:     Ma basta!

Marcello: Poi dei caccia ci lanciarono dei missili, ma riuscii a seminarli con un congegno segreto che...

Walter:    (urlando, spazientito) Ma finiscila!!! Come credi che possiamo berci tutta questa storia? Passi il bagnino a Beverly Hills, passi l’amico allo stadio, passi il grande capo delle scommesse, passi pure il ristorante in centro. Ma l’eroe in Iraq mi sembra eccessivo! Come puoi pensare di farci bere anche questa? Sei un pallonaro!!! Sei sempre stato un pallonaro!!! Ed è per questo che la gente ti schiva. E che tua moglie se ne va!!! Sei un povero pallonaro fallito!!!! La vuoi capire che le tue balle non interessano a nessuno! Non! Ci! Crede! Nessuno!!!

Franco:     Oh!

Marcello Ma... Ma... (esce di casa)

Walter:    Quando ci vuole, ci vuole!

Luigi:         Però peccato..

Franco:     Cosa peccato?

Luigi:         Volevo sapere come finiva la storia dei missili.

Walter:    Quando tornerà gliela faremo raccontare.

Franco:     Tornare? Dopo quello che gli hai detto non si farà vedere per mesi.

Walter:    State tranquilli che tornerà.

Luigi:         Ma no che non tornerà.

Walter:    Tornerà, vi dico.

Franco:     Come fai ad esserne così certo?

Walter:    Ha lasciato qui le chiavi di casa (le prende dal divano) e ora speriamo di riuscire a goderci la partita.

Luigi:         Goderci? Stiamo perdendo contro questa squadraccia!

Franco:     Ma davvero! È assurdo! È assurdo!

Walter:    E speriamo che le cose non cambino.

Franco:     Guarda, te lo dico con il cuore. Questa sera sei insopportabile!

Luigi:         Con tutto il cuore!

Walter:    Vorrei vedere voi al mio posto.

Franco:     Noi non avremmo sbagliato la scommessa.

Luigi:         Sicuramente.

Walter:    Può capitare a tutti di sbagliare.

Franco:     No caro. Io non scommetterei mai 5000 euro. Nemmeno col Milan contro la Pro Patria. Su queste cose non si scherza.

Walter:    Questo perché tu sei ansioso.

Franco:     Ah, senti chi parla.

Walter:    Io non sono ansioso.

Franco:     Ah no?

Walter:    Assolutamente no!

Luigi:         (canzonando Walter) “Assolutamente no!” Ahahahah!

Walter:    Ridete ridete, io non sono affatto ansioso.

Luigi:         Ahahahah, questa è una battuta bellissima!

Franco:     (canzonando Walter) come faccio come faccio, Elisa non deve saperlo…

Luigi:         Ahahahahaha uguale uguale!

Walter:    E io vi do anche retta!

(campanello)

Walter:    E questo è Marcello, ve l’avevo detto che sarebbe tornato. (urlando) È aperto.

Luigi:         Però ha fatto in fretta.

Franco:     Si è già accorto?

Entra Raffaele.

Franco:     È permesso?

Walter:    (perplesso) Buonasera…

Luigi:         E questo chi è?

Franco:     Stavolta è davvero l’agenzia.

Luigi:         Sì, sì. Ha la faccia d’avvoltoio.

Walter:    Agenzia? Dite?

Luigi:         Senza ombra di dubbio.

Elisa:        (entra dalla cucina) Tesoro, chi è?

Franco:     Buonasera signora, è questa casa Guazzetti?

Elisa:        Sì!

Walter:    No!

Raffaele:      Sì o no?

Luigi:         (a Franco) È quello dell’agenzia, sicuro come l’oro!

Franco:     Non so, sicuramente non è la commessa

Luigi:         Peccato!

Walter:    Silenzio voi due! No, mi scusi, non è casa Guazzetti, proprio no.

Franco:     Strano perché il campanello diceva…

Elisa:        Sì, è casa Guazzetti. Non ascolti mio marito. Questa sera mi sembra un po’ strano.

Luigi:         Eh, chissà come mai.

Elisa:        Mi scusi, ma lei chi è?

Luigi:         Eccoci al dunque!

Franco:     Ha ragione, mi scusi signora, che sbadato. Non mi sono nemmeno presentato, io sono…

Walter:    È Nicola!

Franco:     Come?

Elisa:        Ma lo conosci?

Walter:    Ma sì, è Nicola, è un nostro caro amico. Vero ragazzi?

Franco:     Ma veramente…

Walter:    Vero ragazzi!?!?!

Franco:     Ma sì, ciao Nicola, come stai?

Luigi:         Mah…

Franco:     Non capisco…

Elisa:        Nicola?

Walter:    Ma sì tesoro, il fratello di Giulia. Ti ricordi?

Elisa:        No.

Walter:    Ma sì, ti ricordi Giulia?

Elisa:        No…

Walter:    Ma sì, ti ho parlato spesso di lei, vero ragazzi. Giulia.

Franco:     Eh, sì. Giulia.

Luigi:         Oh, come sì fa a non ricordare Giulia. Così bella, così alta, così prosperosa.

Walter:    Adesso non esageriamo.

Elisa:        (a Walter) E perché me ne avresti parlato spesso, eh? Chi sarebbe questa Giulia che sembra interessarti così tanto?

Walter:    Ma no cara, non è che mi interessa, cos’hai capito? Eh che è… simpatica…

Luigi:         Ah, non è solo simpatica.

Walter:    Sì, non è solo simpatica… è… è… un tipo.

Luigi:         E che tipo!!!

Franco:     (a Luigi) Ma la conosci davvero questa Giulia?

Luigi:         Io? No.

Franco:     No, scusatemi ma deve esserci un equivoco. Io non mi chiamo Nicola e non ho sorelle.

Walter:    Ah, no?

Franco:     No.

Walter:    È strano perché assomigliava molto a Nicola.

Franco:     Mi dispiace, ma il mio nome è Raffaele…

Walter:    Ma certo Raffaele, ora ricordo!

Elisa:        Walter, finiscila!?!?!

Walter:    Sì, scusami.

Raffaele:      Mi chiamo Raffaele Moretti, e sono qui per conto della ditta Bomboletti e Guffanti.

Franco:     Di chi?

Luigi:         Ma quindi non è dell’agenzia?

Franco:     Sembrerebbe di no.

Walter:    Ma certo, c’è stato un malinteso. Per fortuna si è risolto per il meglio.

Raffaele:      Sono felice che è contento di vedermi.

Elisa:        Walter, ma si può sapere chi è il signore?

Walter:    Ma l’ha detto lui stesso cara, è un rappresentante della Bomboloni e Gufetti.

Raffaele:      Sarebbe Bomboletti e Guffanti e, no, non sono un rappresentante.

Walter:    Ah, no?

Raffaele:      No, mi occupo della riscossione crediti.

Elisa:        Riscossione crediti?

Luigi:         Ahi ahi ahi!

Franco:     Ma alla sera?

Luigi:         E proprio quando gioca il Milan in Champions?

Raffaele:      Noi lavoriamo nelle ore serali per essere sicuri di trovare i debitori nelle proprie case.

Walter:    Bombardotti e Gollazzi? Non ho mai sentito parlare di questa ditta…

Raffaele:      Bomboletti e Guffanti, e dai nostri risulta una fattura scaduta per materiale sportivo acquistato a mezzo asta telefonica.

Elisa:        Asta telefonica?

Raffaele:      Esattamente signora. Nello specifico abbiamo consegnato: numero uno ciclette modello Tour de France dotata di cardiofrequenzimetro e calcolatore calorie; numero una panca per flessioni addominali modello Invictus; numero uno bilanciere modello Ursus 2000; numero 18 pesi graduali per il suddetto bilanciere Ursus 2000.

Luigi:         Ursus?

Elisa:        È tutta quella robaccia che c’è in garage?

Raffaele:      Non è robaccia, signora, è attrezzatura sportiva di primissima qualità.

Walter:    Ma non capisco, io l’ho pagata al corriere.

Elisa:        È vero, l’abbiamo pagata alla consegna.

Walter:    Sì, 130 euro, come da promozione tv.

Luigi:         130 euro tutta quella roba?

Franco:     È davvero un’offerta.

Raffaele:      Strano, mi faccia controllare.

Walter:    Sì, sì. Controlli controlli.

Raffaele:      Avete ragione, scusatemi ma c’è stato un equivoco. Le 130 euro ci risultano saldate.

Walter:    Eh, lo sapevo.

Elisa:        Per fortuna, altrimenti che vergogna.

Walter:    Ma no, Tesoro, lo sai benissimo che sono molto attento ai nostri soldi.

Luigi:         Certo! Attentissimo!

Franco:     Un vero ragioniere.

Raffaele:      Ma quella era solo la prima rata.

Elisa:        Prima rata?

Walter:    Come la prima rata?

Luigi:         Eh, in tv ti rifilano sempre delle fregature…

Raffaele:      Esatto, la prima rata. Le altre rate risultano insolute.

Elisa:        Altre?

Walter:    Ma… ma… ma io non lo sapevo!

Elisa:        Altre… quante?

Raffaele:      Esattamente 26 rate da Euro 103,55.

Luigi:         Alla faccia!!!

Walter:    Eh?

Elisa:        Ma è tantissimo!

Raffaele:      Mi dispiace ma il contratto parlava chiaro. Non l’ha letto?

Walter:    Ehm…

Elisa:        Non l’hai letto?

Walter:    Ma la tv non diceva così!

Elisa:        Non ci posso credere…

Walter:    Tesoro, ho sbagliato. Sono cose che capitano.

Luigi:         Mi pare che capitino un po’ troppo di frequente ultimamente…

Franco:     Già, pare anche a me.

Elisa:        Ma ti rendi conto? Non sei più un bambino! Vanno letti i contratti prima di firmare.

Walter:    Ma sono noiosi.

Elisa:        Sei incredibile!

Raffaele:      Mi permetta di intervenire, signora. Se volete è possibile rescindere dal contratto. Noi ci riprendiamo la merce e ci tratteniamo nolo la prima rata. Quella che avete già pagato.

Elisa:        Mi sembra un’ottima soluzione!

Luigi:         Qualsiasi soluzione è migliore di pagare quella cifra spropositata.

Elisa:        Walter, restituisci subito tutto e che non ti venga in mente di comprare ancora qualcos’altro alla tv.

Walter:    Sì, la soluzione è davvero ottima. Però…

Elisa:        Però?

Franco:     C’è un però?

Luigi:         C’è sempre un però!

Elisa:        Però cosa?!?

Walter:    Vedi… la ciclette si è rotta…

Elisa:        Rotta!!!

Luigi:         Patatrac!

Franco:     Non ce ne facciamo mancare nessuna questa sera….

Elisa:        Non l’hai mai usata!!!! Si può sapere come hai fatto a romperla?

Walter:    Ho sbagliato a montare un pezzo… poi non si staccava più e ho tirato troppo…

Elisa:        Non voglio sentire… non voglio più sentire!!! Veditela tu col signore. Io non ne voglio più sapere!!!

Walter:    Ma tesoro…

Elisa:        Niente ma! Ora tu risolvi la situazione. Non voglio sapere come. Non mi interessa. Io me ne torno in cucina! Capitolo chiuso! (esce verso la cucina)

Luigi:         È davvero arrabbiata…

Franco:     Come darle torto…

Walter:    Che serata… che serata…

Raffaele:      Scusate se mi permetto, una soluzione ci sarebbe.

Luigi:         Certo! Quella di pagare tutto.

Raffaele:      No, no. Nel contratto c’è una clausola assicurativa che copre questi rischi. Possiamo avvalerci di questa. La franchigia è di mille euro ma non dovrebbe pagare tutto l’importo.

Luigi:         Meglio che niente...

Walter:    Però sono sempre mille euro.

Franco:     Finché continuerai a sbagliare ti toccherà pagare. Prima la scommessa ora la televendita.

Walter:    La scommessa!

Luigi:         Sì, la scommessa, non ricordi?

Franco:     Quella che hai sbagliato a fare.

Walter:    Siete dei geni!

Luigi:         Eh?

Walter:    Come ho fatto a dimenticarmi?

Raffaele:      Non capisco…

Walter:    (a Raffaele) Carissimo amico, ho la soluzione a tutti i problemi. Ho in mano una scommessa vincente per la partita di Champions di questa sera. Con la vincita le ripagherò il debito.

Raffaele:      Vincente?

Luigi:         Non è ancora detta l’ultima parola!

Franco:     Già, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

Luigi:         Ma cosa significa?

Franco:     Boh… lo diceva il Trap…

Walter:    (a Raffaele) Si fermi da noi a vedere la partita. Si segga.

Raffaele:      Ma veramente.

Walter:    Su, su. Non manca molto.

Luigi:         (accorgendosi di aver ignorato la tv) Ehi! Ma manca solo un minuto.

Walter:    E siamo ancora uno a zero per noi.

Franco:     Per noi, sentitelo questo.

Luigi:         Però non segniamo contro questi brocchi.

Walter:    Attento a come parli. Brocco ci sarai tu!

Franco:     Ma finiscila, che non sapevi nemmeno chi fosse il Turun.

Walter:    Ma so benissimo chi sono i miei soldi.

Franco:     Cavoli, cavoli.

Luigi:         Dài! Attacchiamo!

Franco:     Perché non tirano! Perché non tirano?!?!?!

Walter:    Che sofferenza! Sono tutto sudato. Ho le mani bagnate. (si asciuga su Luigi)

Luigi:         Ma che schifo!!!

Franco:     Siamo già nel recupero, e non succede nulla.

Walter:    Non deve succedere nulla!

Franco:     Finiscila!

Luigi:         Dài!!

Walter:    Manca poco! Manca poco! Forza Turun!

Luigi:         Stai zitto!!! Milan Milan Milan!!

Franco:     Milan Milan!!

Luigi:         È finita.

Franco:     Non ci posso credere.

Luigi:         È finita. (si siede sconsolato)

Franco:     No...

Walter:    (a voce normale) Ho vinto.

Franco:     Taci!

Walter:    (aumentando leggermente la voce) Ho vinto!

Luigi:         Fatelo tacere! Fatelo tacere!

Walter:    (urlando) Ho vinto! Ho vinto! Ho vinto! Che squadra ragazzi!

Franco:     Ma se fino a ieri non sapevi nemmeno che esisteva!

Walter:    L’importante è che abbia vinto! Io ho vinto!

Elisa:        (entra dalla cucina con Luisa) Chi ha vinto?

Franco:     Il Milan no di certo.

Luisa:        E allora cosa avete da festeggiare?

Franco:     Ti sembra che io stia festeggiando?

Luigi:         È solo il mercenario qui che festeggia.

Elisa:        Festeggi perché il Milan ha perso? Sei impazzito?

Walter:    No, tesoro, non sono impazzito. Non sono mai stato più lucido di questo momento! (risata sadica) Ahahahah!

Luisa:        Mi fa paura.

Walter:    Tesoro, siediti perché devo confessarti una cosa importante.

Luisa:        Oh mio Dio.

Franco:     Siamo giunti al momento del giudizio.

Elisa:        Hai un’amante?

Luisa:        Oh mio Dio!

Franco:     Peggio! Peggio!

Luigi:         Molto peggio!

Luisa:        Peggio di un’amante?! Oh mio Dio!!

Walter:    Ma quale peggio? Non diciamo stupidate. Ti ho mentito, è vero. Ma per una giusta causa. Molto redditizia.

Elisa:        Non posso crederci.

Walter:    Tesoro, calmati. Non è nulla di così grave.

Franco:     Nulla di grave?

Luigi:         È una cosa gravissima. Elisa, non lo perdonare!

Elisa:        Non ne posso più. Vuoi parlare? Cos’hai fatto?

Franco:     Confessa!

Walter:    Ho scommesso!

Elisa:        Cosa?

Walter:    Ho scommesso sulla partita. Una piccola, innocua scommessina.

Luigi:         Innocua?

Franco:     Scommessina. Cinquemila euro lui la chiama scommessina!

Elisa:        Cos’hai fatto? Hai scommesso cinquemila euro sul Milan? Abbiamo perso cinquemila euro? Ma sei impazzito!

Walter:    Eh no! Qui ti sbagli. Abbiamo vinto. Perché la mia abilità, il mio fiuto, mi hanno fatto scommettere sul Turun palloseura.

Luisa:        Su chi?

Luigi:         (schifato) Sulla squadra che ha battuto il Milan.

Franco:     Altro che abilità e fiuto. Qui è stata solo fortuna. Fortuna sfacciata.

Luigi:         Hai anche sbagliato la scommessa.

Walter:    Non guardiamo le piccolezze. Abbiamo vinto mille euro tesoro. E per farmi perdonare ti comprerò un magnifico regalo.

Elisa:        Lo sai che non tollero le scommesse! Tu mi hai mentito!

Walter:    Ma l’hai detto tu. A volte delle piccole bugie fatte col cuore non fanno male.

Elisa:        È una teoria del cavolo!

Walter:    Ma...

Elisa:        Però... Però...

Walter:    Però?

Elisa:        Con mille euro una bella borsetta può saltarci fuori.

Luisa:        Eccome! Borsetta e scarpe.

Walter:    Perfetto tesoro. Così siamo tutti contenti.

Raffaele:      Beh, veramente ci sarebbero quelle mille euro.

Walter:    Non si preoccupi, vedrò di farle saltare fuori.

Raffaele:      Ah, beh.

Franco:     (che stava sfogliando la gazzetta sul tavolo) Ehi, aspettate un attimo. Ma le quote sono diverse.

Walter:    Come diverse?

Franco:     Sarebbero stati mille euro se avesse vinto il Milan ma...

Walter:    Io ho scommesso sul Turun.

Franco:     E il Turun è dato a 40! Vale a dire...

Walter:    Du... Du...

Franco:     Eh sì.

Walter:    Du... Du...

Luigi:         Cavoli!

Walter:    Du... Du...

Elisa:        Duemila?

Franco:     No Elisa...

Luisa:        Ma...

Walter:    Du... Du...

Elisa:        Du?

Franco:     Esatto. Duecentomila euro.

Luisa:        Oh mio Dio!

Elisa:        Duecentomila euro? Non ci posso credere!!!

Walter:    Mi sento male.

Luigi:         Che botta di...

Elisa:        Tesoro sei un genio! Siamo ricchi!

Walter:    Sono un genio ragazzi! Lo dice anche mia moglie.

Franco:     Io è meglio che non parli.

Elisa:        (urlando) Tesoro sei superlativo!

Paola:       (entra con Michele) Avete finito di urlare? Cos’è questo baccano?

Elisa:        Vieni, vieni tesoro. Tuo padre è un genio e ci ha fatto diventare tutti ricchi.

Franco:     Genio?

Walter:    Genio! Ha detto Genio! Invidiosi.

Paola:       Ricchi? E com’è possibile?

Luigi:         Ha sbagliato a fare una scommessa.

Walter:    Non ho sbagliato. La scommessa è valida a tutti gli effetti!

Franco:     Certo! Secondo te una persona sana di mente scommette sul Turun Palloseura vincente contro il Milan.

Walter:    Perché no? Perché no? Il Turun Palloseura è una squadra con antiche tradizioni...

Luigi:         Mi viene da vomitare...

Franco:     E comunque il merito non è solo tuo.

Elisa:        Ah no?

Walter:    E di chi sarebbe?

Franco:     Se non ci fosse stato quell’interista menagramo le cose sarebbero andate diversamente.

Paola:       Il mio Michele.

Michele:   Io vi avevo avvertiti.

Walter:    Avete ragione. Questa volta l’invidioso ha ragione. Il merito è anche dell’interista.

Paola:       Papà!

Walter:    Intendevo dire, è di Michele. E per sdebitarmi ti lascerò frequentare liberamente mia figlia.

Paola:       Come se avessi bisogno del permesso.

Michele:   La ringrazio moltissimo!

Elisa:        Ma adesso dobbiamo festeggiare!

Walter:    Certo tesoro! Una bella bottiglia per festeggiare!

(campanello)

Elisa:        Ma chi può essere a quest’ora.

Walter:    È Marcello. Ve l’ho detto che sarebbe tornato. (ad alta voce) entra pure Marcello. È aperto!

(la porta si apre ed entra Marcello)

Marcello: Eccoci alla resa dei conti

Elisa:        Ciao Marcello. Che succede?

Marcello: Ciao Elisa. Ho un conto in sospeso con tuo marito e i suoi amici.

Walter:    Mi devi dei soldi? Non mi ricordo proprio, ma stasera sono generoso e ti abbuono il debito. Contento Marcello.

Marcello: Eh no, mio caro. Tu mi sarai debitore per tutta la vita.

Walter:    Non capisco.

Marcello: Ah non capisci, eh? Non capisci?

Walter:    Non capisco no.

Elisa: Non capisco nemmeno io. Ma che succede?

Marcello: Sono tornato per vedervi strisciare ai miei piedi. Sì, ai miei piedi.

Franco:     Marcello, mi fai paura.

Walter:    Vediamo di calmarci.

Marcello: Sono tornato perché volevo dimostrarvi chi era il pallonaro.

Luigi:         Tu sei il pallonaro.

Marcello: Eh no! Eh no! E qui vi sbagliate. Qui vi sbagliate! (agitando un foglietto)

Walter:    Sento un brivido lungo la schiena... (si lascia cadere sulla poltrona)

Elisa:        Che succede caro. Non stai bene?

Walter:    Spero con tutto il cuore che quella sia la borsa di studio del Kentucky.

Luigi:         O l’autografo di Saddam Hussein.

Marcello: No cari “amici” questo e un foglio che ti permette di risparmiare cinquemila euro buttati via.

Elisa:        Risparmiare? Non capisco.

Walter:    Eh, capisco io...

Franco:     Oh, no...

Marcello: Ecco l’annullamento della scommessa. Firmato dall’agenzia. Ci ho messo un minuto per ottenerla.

Franco:     Non ho dubbi.

Walter:    Sto male, sto male... Sto male...

Elisa:        Devo sedermi...

Marcello: Vi ho sconvolti, eh?

Franco:     Non sai quando.

Marcello: Non ci credevate, vero?

Walter:    Avrei preferito non crederci, Marcello. Te l’assicuro.

Marcello Beh, allora? Nessuno che mi ringrazia?

Luigi:         Ah, deve anche ringraziarti?

Marcello: Ma sì, mi sembra il minimo. No?

Walter:    Ringraziarti? Ringraziarti.

Elisa:        Stai calmo, tesoro.

Walter:    Calmo. Sono calmissimo. (si alza dalla poltrona e si avvicina a Marcello) Il signore ha ragione. Devo ringraziarlo. Devo ringraziarlo vivamente per quello che ha fatto. Mi ha recuperato i cinquemila euro. E l’ha fatto in un minuto. Ma non perché all’agenzia faceva comodo, nooo. Non perché gli ha fatto risparmiare duecentomila euro, nooo. Perché ha le conoscenze giuste, perché lui va ai piani alti, perché ha vissuto in America, perché é un eroe di guerra e dell’università del Kentucky. Solo per questo. E allora voglio proprio ringraziarti, amico mio. E abbracciarti. (lo abbraccia) E hai ragione, hai perfettamente ragione. Ti sarò debitore. Per tutta la vita. Perché un ergastolo non me lo leva nessuno se ti ammazzooooo! (tenta di strangolarlo mentre tutti cercano di fermarlo)

Marcello Aiuto, aiuto! (esce inseguito da Walter)

Raffaele:      I miei soldi! (esce inseguendo Walter)

(buio)

F i n e