Ma come si permette

Stampa questo copione

Ma come si permette!

Commedia di:

Paolo Accorsi, Fabrizio Tesini
(Paolino e Bisso)

“Ma l’impossibile…..Può accadere?”


Personaggi:
Il nervoso.
Il calmo.
Giacinto Magretti. 
Commissario Giacchetta.

Tutte le comparse che seguono possono essere interpretate dallo stesso attore.

Sebastiano Rubinetti.
Venditore di rose.
Il prete.
Ferdinando Gravellon.
Passante.
Duca di Tarleton.
Ermanno.

Comparse femminili.

Ragazza di passaggio.
Sharon.
Marilyn.



Scena 1 : “ La piazza “

Musica di sottofondo.
All’ apertura del sipario, in scena ci sono due uomini : uno seduto su una panchina che legge il giornale, l’ altro, più distante, che nervosamente attende qualcuno.
La musica prosegue per alcuni minuti, durante i quali i due personaggi si notano pur mostrando indifferenza. La musica pian piano sfuma. A questo punto, quello che leggeva il giornale, lo richiude e poi indicando l’ altro esclama :

- Io lei l’ ho già vista….ma non ricordo dove…..
- Ma cosa vuole da me !? Guardi che oggi non è giornata ! E poi io non sono di queste parti…..
- Se è per questo nemmeno io…..

Attimi di silenzio, che presto viene interrotto da ulteriori domande dell’ uomo seduto sulla panchina.

- Lei sa dov’ è il cinema “ Bracco “ ?
- No.
- Perché mi sembra di averla vista lì….E la discoteca “ Ballalà “ ?
- Non ne ho idea.
- E la palestra di Rocco Pennato ?
- Mi guardi bene, le sembro il tipo che va in palestra !?
- Eppure…la sua faccia non mi è nuova….

IL primo, a quel punto si alza e va a presentarsi al secondo.

- Permetta che mi presenti…..io sono….
- No ! Non ora….Sto aspettando il mio avvocato.
- Ha dei problemi con la giustizia ?
- Ma come si permette !
- La mia era solo un’ innocente domanda….comunque io sono….
- No ! Non ora…..Anzi, continui a leggere il suo giornale per favore.

IL primo torna a sedersi sulla panchina contrariato. L’ altro invece, ancor più nervosamente, si mette a controllare l’ orologio sbuffando. Tornato sulla panchina, il primo spia più volte l’ altro guardando da sotto il giornale. Ad un certo punto, di nuovo lo indica esclamando :

- Eppure…due settimane fa alla fiera del cioccolato coi buchi…lei era là…

Per tutta risposta, il secondo si allontana ancor di più. IL primo riprende a leggere, voltandosi ogni tanto a controllare l’ altro. Poi, di nuovo gli domanda :

- Ha visto che roba ? Gli arbitri di calcio vogliono scioperare Domenica. Cosa ne pensa lei ?
- Non mi interessa il calcio.
- Dovevo immaginarmelo, lo si capisce dalla sua faccia…
- Perché, che faccia ho !?
- Lei è troppo bianco….
- Ma come si permette !
- Non segue nessuno sport ?
- Non ho detto questo….Non seguo il calcio, tutto qui.
- E che sport le interessa allora ?
- Mi piace il tennis.
- Uno sport molto nobile, i miei complimenti. Ricordo ancora la splendida finale a Wimbledon tra Lendl e Panatta….

IL nervoso sorride in modo sarcastico.

- Panatta non ha mai giocato una finale a Wimbledon…..
- Vogliamo scommettere ?
- Ma mi lasci stare per cortesia !
- Ha paura eh…
- Mi vuole lasciare in pace o no !? Mamma mia che persona noiosa !

IL calmo allora, si alza e si avvicina al nervoso, per cercare di placarlo.

- Oh che roba…non la disturbo più…Volevo solo scambiare due chiacchiere.
- Si rimetta a leggere il giornale e stia zitto !

L’ uomo si risiede, riapre il giornale ma mentre lo sfoglia si rimette ad osservare quello in piedi. I due stanno in silenzio per un po’, dopodiché, il calmo torna a parlare.
Appena apre bocca, il nervoso allarga le braccia, sconsolato e stressato.

- Si sciopera troppo facilmente in questo paese. Io non capisco : cosa vogliono anche questi lattai ? Non si rendono conto del danno che fanno alla comunità con la loro astensione ?
- Ma lei, non fa lo sciopero della parola ?

A questa battuta, il primo ride divertito e si rialza dirigendosi verso l’ altro. Tenta di nuovo di attaccar bottone.

- Mi è piaciuta la sua battuta…..Gradisce un cioccolatino ?
- Ma sì ! Me lo dia va ! Almeno è contento e per un po’ tace !

L’ uomo nervosamente scarta il cioccolatino e poi getta la carta per terra. A quell’ atto, dopo non più di un secondo, si sente il fortissimo sibilo di un fischietto. Fa il suo ingresso un adirato vigile.

- Cosa sta facendo lei !? Non lo sa che il suolo pubblico non va insozzato !?
- Ma….io…..ma se è solo una cartina quasi invisibile….
- Si vede benissimo ! Guardi come sta bene lì in mezzo ! Guardi che schifo !
- Effettivamente…..
- Cosa si intromette lei…..che è tutta colpa sua ! Comunque adesso la raccolgo e che la storia finisca qui.

L’ uomo raccoglie la cartina e la getta in un cestino poco distante.
- Ci voleva tanto !?

Gli dice il vigile. 

- Perché piuttosto non si occupa della circolazione stradale….In questo paese, non si riesce nemmeno ad attraversare la strada.
- E così lei mi vorrebbe insegnare il mestiere ?
- Non penserà che io mi intimidisca solo perché lei indossa una divisa ?
….Io dico sempre quello che penso.
- Molto bene.

IL vigile estrae il blocchetto delle contravvenzioni ed inizia a scrivere. IL nervoso si rivolge al calmo e gli domanda :

- Ma cos’ è che sta scrivendo ?
- Giustamente, il signor vigile le sta facendo la multa perché ha insozzato la strada….
- Ma quale giustamente !? Mi sta facendo veramente una multa !?

Per tutta risposta, il vigile stacca la multa e la spiaccica davanti al suo naso.

- Ecco qua ! Sono 75 Euro…..più altri 5 per l’ ostruzionismo….
- Ma quale ostruzionismo !? Non le sembra di essere fin troppo fiscale ?
- Io amo il mio lavoro e non sto facendo altro che il mio dovere. Se lei se ne frega dei regolamenti, non è certo colpa mia…
- E allora sappia, che io ho amicizie molto influenti !
- E’ una minaccia questa !? Perché se lo è….
- No…basta….per carità…

L’ uomo prende dalle mani del vigile la multa e poi se la mette nel portafoglio.

- Almeno mi dica il suo nome…
- Sono il capo dei vigili : Sebastiano Rubinetti !

Eseguendo un perfetto saluto militare, fa schioccare sonoramente i tacchi. Poi, nota qualcosa fuori scena.

- No ! Ragazzini ! Non si gioca lì con quel pallone…..contravvenzione !

Esce fischiando e sfoderando l’ arma d’ ordinanza.

- Ha visto che roba ? Quello è un folle ! Farò un reclamo al Sindaco.
- Eh…però lei se l’ è cercata !
- Per colpa sua…..e del suo maledetto cioccolatino….che oltretutto mi è andato di traverso…
- Se vuole ne ho un altro….
- Torni alla sua panchina….e ci si incolli !
- Ma lei è sempre così nervoso ?
- Ho appena preso una multa di 80 Euro, capisce ? Vada a sedersi !

Mesto, il primo torna a mettersi seduto, mentre l’ altro sbuffando sussurra tra sé :
- Ma non arriva più !?

Intanto si avvicina alla panchina e si appoggia ad un lato della stessa, rivolgendo le spalle al calmo. Dopo pochi secondi di silenzio, il calmo si accorge che inizia a piovere. Anche il nervoso si accorge, ma non da importanza al fatto. Il calmo estrae un ombrello da sotto la panchina, fa per aprirlo ma questo risulta incastrato. Allora si alza per riprovare con più energia e facendo questo infilza con forza il sedere del nervoso. 

- Aaaaahh! Ma che faa!
- Sta per piovere e io non riesco ad aprire l’ombrello.
- Lei vuole uccidermi altro che pioggia!… E getti via quella schifezza!
- Ma non ha paura di prendersi un raffreddore?
- Ma sono due gocce, si rende conto o no che lei è uno psicopatico….è arrivato l’uomo della pioggia adesso….

Mentre parlano il calmo riesce ad aprire l’ombrello ma questo è pieno di buchi.

- Ah! Ah! Ah!…. Cos’è? Un modello svizzero?
- Non ne ho idea, se le piace glielo regalo.
- Ma metta via quel colabrodo e si vergogni…. Pezzente.

Il nervoso si allontana di nuovo guardando l’orologio, il calmo torna a sedersi contrariato ed offeso. Subito riacquista la sua calma e gli rivolge un’ennesima domanda: 

- Per caso ha letto il giornale di oggi ?
- No..
- Allora non sa nulla di quel bimbo di sette anni…che ha quasi accecato la maestra tirandole un elastico in un occhio….
- E io che cosa dovrei farci !?
- Ecco il tipico colpevole !

E lo indica con disprezzo voltandosi verso di lui.

- Ma come si permette ! Colpevole di cosa !?
- Sono proprio i tipi come lei, i veri responsabili di ciò che accade !
- Ma lei non ha proprio nient’ altro da fare oggi !?
- Non svii il discorso, non cerchi di fuggire dalle sue responsabilità…

Intanto si rialza e di nuovo gli si avvicina, sempre continuando a parlare.

- Questi sono problemi seri, che dovrebbero toccare tutti i cittadini. La sua indifferenza mi terrorizza. Probabilmente lei è un uomo privo di coscienza…
- Ma come si permette ! Sentiamo lei cosa farebbe per risolvere questi problemi…
- Ah…non è mio compito…
- Sa cosa faccio io adesso ? Telefono al mio avvocato e prendo appuntamento per domani. Oggi non è il giorno giusto….Questa giornata, grazie a lei, è diventata un inferno !
- E cosa ne pensa della televisione ? Non le sembra uno strumento che deforma la mente ?
- Sì…e probabilmente lei ne ha guardata troppa….Adesso mi lascia un attimo di tempo, per favore ?
- Voglio solo sapere se è d’ accordo con me.
- Per quanto riguarda la televisione sì…
- Allora voglio stringerle la mano.
- Non sia ridicolo….
- Per favore, mi accontenti.
- Non amo i contatti fisici…
- E’ un timido ?
- Va bene, ecco qua la mano !

I due si stringono la mano ma subito la ritraggono urlando :

- Ah !
- Ah ! La scossa !
- Lo sapevo, noi due siamo di due universi opposti…

Sentenzia il nervoso.

- E’ perché lei è troppo nervoso.
- Mi vuole vedere più calmo ? 
- Ne sarei felice.
- Ecco, allora si sieda e continui a leggere il suo giornale. Crede di poterci riuscire ?
- Ma certo.
- Allora lo faccia !
- Vado…vado….

E torna a sedersi. Subito però, arrivano nuove domande.

- Le piace il Corriere ?
- No.
- Come mai ? 
- Legga !

Intimidito, il calmo riapre il giornale, mentre il nervoso sempre agitatissimo continua a passeggiare avanti e indietro.
In quel mentre, entra un venditore ambulante di rose, che subito propone la sua merce al nervoso.

- Compri una rosa per la sua amata….
- No. Grazie.

IL venditore insiste.

- Andiamo su…la renderà felice….
- Ho detto di no.

Risponde spazientito.

- Vada da quello là sulla panchina…..
- Non mi sembra un tipo romantico….
- Perché io sì allora !? Ma non vede come sono nervoso !?
- Guardi questo splendido esemplare di rosa Turca…..
- Senta….le do 5 Euro….basta che se ne vada….

IL venditore lo fissa per un attimo e poi minaccioso sentenzia :

- Per andarmene ne voglio almeno 20….
- Ma….ma….è inconcepibile !

A questo punto, interviene nella questione anche il calmo.

- Calmatevi signori…..cosa succede ?
- Ecco, gliela venda a lui la sua maledetta rosa !
- Che splendide rose…gliene compro quattro : due per me e due per il mio amico….
- Ma io non le voglio ! Io odio le rose !
- Lei deve essere un individuo profondamente infelice….
- Ma come si permette !

IL calmo compra le rose pagandole molto bene, visto che il venditore se ne va felice.

- Ecco le sue due rose.

IL nervoso senza scomporsi le accetta ma poi, dirigendosi verso il solito cestino, le va a buttare. Subito dopo, entra un personaggio vestito in tuta attillata nera, giacca e cravatta gialla. In testa ha un cilindro da prestigiatore ed in mano ha una pergamena. Squadra i due tipi con aria di superiorità, dopodiché si porta al centro della scena. Buio e occhio di bue su di lui. Inizia a recitare una poesia.

- La rosa, le sue spine, le sue foglie sorridenti anche quando piove. Rose, che fanno rima con amore. Rose rosse, come il cuore quando soffre, rose blu, come i suoi occhi quando mi sorride. Rose nere, come lei che mi ha tradito fuggendo col mio amico. Le rose non sono fiori, sono pugnali che ti trafiggono il cuore e ti rimangono dentro e nessuno te le potrà mai levare.

L’ uomo s’ inchina al pubblico, ripiega con solennità la sua pergamena e poi, quando si rialzano le luci, riosserva i due con aria altezzosa e poi dice loro :

- Siete proprio due pirla…..

Ed esce.
I due si guardano in faccia ed allargano le braccia increduli. IL nervoso si rivolge al calmo.

- Se non le dispiace vorrei sedermi un po’ anch’ io.
- Ma prego…prego….si accomodi….la panchina è di tutti…

IL nervoso, dopo essersi accomodato, si porta le mani al volto disperato.
IL calmo, dopo aver notato quell’ atteggiamento gli dice :


- Ma lei ha qualcosa che non va….Se ne vuole parlare con me….l’ ascolto volentieri…tanto non ho niente da fare….
- Questo lo avevo capito….

Poi, il nervoso esclama tra sé :

- E’ un disastro…..è un disastro !

Subito dopo, squadra per un attimo il calmo e gli chiede :

- Lei è sposato ?
- Ora non più. Lo sono stato molti anni fa.
- E cosa è successo ? Se non sono indiscreto….
- Niente….La mattina seguente al giorno delle nozze, svegliandomi, mi sono reso conto che non l’ amavo…
- Ah ! E cos’ ha fatto dopo ?
- Sono stato cinque anni in Brasile…
- Ma se n’ è andato così…..così….così….
- Ma sì….mi sono reso conto che la mia vita aveva bisogno di una svolta….
- E sua moglie ? Come ha preso questa sua fuga ? Ha saputo più niente di lei ?
- No.
- Ma lei è una persona estremamente pratica…..
- Perché, lei no ?
- Ah…no….io reagisco d’ impulso….senza riflettere…e alla fin fine impiego molto a decidere….e poi non decido….e allora fumo…..
- Allora deve assaggiare alcuni sigari Cubani che ho a casa io…sono una vera delizia !
- E’ stato anche a Cuba ?
- Ci sono stato per sei mesi….Ho tentato la sorte nella coltivazione del caffè ma mi è andata male.
- Ma come !? Non è forse il Brasile, dov’ è stato, la patria del caffè ?
- Appunto….lì lo fanno tutti…
- Ah !
- Ma veniamo a lei : come mai è sempre così nervoso e agitato ?
- Sono in lotta con un mio cugino.
- Come mai ?
- Non so se posso raccontare certe cose ad un estraneo.
- Ma è proprio con gli estranei che ci si deve aprire. Chi lo sa…magari proprio io posso darle un saggio consiglio.
- Non lo so…non lo so….

Si rialza e guarda un po’ in giro per vedere se l’ avvocato arriva. Prova a chiamarlo col cellulare.

- Ah….ce l’ ha spento…Vatti a fidare degli avvocati, tutti uguali !
- Ma scusi….come mai un appuntamento proprio in piazza ?
- E’ stata un’ idea del mio avvocato. Non lo so perché. Lo chieda a lui quando arriva.
- Se serve un buon avvocato, ne ho io uno che fa per lei. 
Lo conosce l’ avvocato Garbuglia ? Quello che ha difeso l’ assessore Mutuelli per lo scandalo dei semafori, facendolo assolvere contro ogni pronostico ?
Io e lui siamo amiconi. Eravamo assieme nell’ ultima battuta di caccia, nella riserva naturale del “ Serengeti “.
- Ma mi faccia il piacere ! Adesso è stato anche in Africa…Ma chi è lei ?

IL calmo estrae una fotografia e poi la mostra al nervoso.

- Cos’ è questo, un leone ?
- Esatto…e quello in fianco sono io, vicino alla mia preda.
- E’ sicuramente un fotomontaggio….
- Mi dia la mia foto allora. Non è obbligato a credermi.

IL nervoso si ricompone.

- Mi parli dell’ Africa.

IL calmo allarga le braccia e poi, lasciandosi scivolare sulla panchina, esclama :

- Ah guardi….in Africa fa un caldo…
- Ma questo lo sanno tutti !
- Se mi fa continuare….Stavo dicendo, che in Africa fa un caldo molto diverso dal nostro…
- Ma va !? Per forza, ci sono migliaia di chilometri di distanza !
- Sì ma….quello è un caldo che si può toccare quasi con la mano….e poi spalmarselo addosso…
- Lei l’ Africa l’ ha vista soltanto sui libri come me…non faccia il furbo.
- Allora le racconterò un aneddoto…All’ alba del secondo giorno di caccia, la mia guida Senegalese, Sim Sabion, mi svegliò con uno sguardo di terrore dipinto negli occhi. Uscii dalla tenda e scoprii che eravamo accerchiati.
Davanti a noi c’ era un leone dalla criniera nera, alle nostre spalle vi era un leopardo ed alla nostra destra una tigre. L’ unica via di fuga era alla nostra sinistra, dove c’ era solo un docile boa di sei metri disteso a pancia in su, intento a prendere il primo sole del mattino…
- Ma queste sono favole per bambini !
- E’ la verità…e non mi interrompa più, se no non le racconto come andò finire…

Mentre il calmo racconta, alle loro spalle entra il misterioso poeta, che avanza lentamente senza farsi sentire, tenendo in mano la sua pergamena. 

- Scegliemmo la via del boa, che ci sembrava la meno pericolosa. Io passai indenne ma quando toccò alla mia guida Senegalese, il boa emise un boato e con una mossa fulminea lo catturò. Non potevo lasciarlo morire così ed allora tornai indietro, sfoderando tutto il mio immenso coraggio. Mi avventai sul rettile, armato del mio macete. Tra le spire del serpente, la mia guida stava urlando : “ Salvate, salvate ! “…Ma io no, imperterrito sono rimasto lì sul luogo, fino a che il leopardo mi ha raggiunto e mi ha attaccato, scaraventandomi a terra. Mi teneva una zampa sul viso ed i miei occhi incontrarono i suoi. Ma quell’ incontro fu interrotto dall’ arrivo della tigre, che mise i fuga il leopardo. A quella vista salutai per sempre il mio amico Sim Sabion : “ Ciao Sim Sabion “….e lui mi rispose : “ Ma quale ciao, addio ! “… ..e fu in quel mentre che il leone aggredì la tigre, scaraventandola sulle rocce taglienti. Quando aprì la sua enorme bocca, nella lucentezza dei suoi denti vidi riflesso il mio volto. In quell’ attimo però, due colpi di fucile sibilarono nell’ aria ed il leone mi franò addosso con tutto il suo peso, rompendomi otto costole , un braccio ed il bacino…
- L’ ha ridotta proprio male….
- Ah, sciocchezze, al confronto di ciò che è capitato al mio amico Sim Sabion…
Infatti, una volta sgattaiolato da sotto il leone, mi resi conto che il buon Sim Sabion era stato completamente ingoiato dal boa e che addirittura ancora si muoveva all’ interno del serpente. Ciò mi terrorizzò ed a fatica strisciai via.
- Ma chi è che aveva sparato ?
- Ah non lo so….lì non c’ era nessuno….
- Va beh ma…la morale di questa storia qual’ è ?
- Non vuole sapere come uscii vivo da quella situazione ?

Proprio in quel momento, il poeta gli mette la mano sulla spalla e gli dice :

- Adesso basta.

Come prima, si porta al centro della scena. Buio e occhio di bue su di lui. Recita una nuova poesia.

- Africa, terra di deserti umidi che si stendono fino al mare, madre di tutte le terre e madre mia, anche se non ti assomiglio. I tuoi fiumi scorrono nelle mie vene. IL leone è mio fratello, l’ elefante è mio cugino e la giraffa mi è completamente estranea. In questo cerchio di vite che si rincorrono, in un gioco crudele e mortale, io vacillo e mi chiedo : chi sono io in confronto a loro?….E il ruggito si perde lontano.

Quando si rialzano le luci, guarda i due e poi sentenzia :


- Siete proprio due pirla…

Ed esce.
I due personaggi restano come intontiti e si mettono a scuotere la testa, come per riprendersi da uno shock. 

- Ma chi sarà questo strano tipo ?
- Quale tipo ?
- Ma quello che entra e dice queste cretinate…
- Io non ho visto nessuno…
- Cosa mi stava raccontando prima ?

IL calmo pensa un attimo e poi afferma :

- Francamente non mi ricordo più…Stavo parlando ?
- Quell’ uomo ci manda fuori di testa.
- Lei piuttosto, mi stava dicendo qualcosa a proposito di un suo cugino…

Ma il nervoso, dopo aver preso il giornale sulla panchina, fa notare qualcosa che è in prima pagina.

- Ma lasci perdere….guardi qui piuttosto….quello che dice questo giornale…
Lei non è preoccupato per queste notizie sullo smog ?
- Io sono convinto che un giorno troveranno la soluzione a questi problemi.
- Male ! Lei è uno sprovveduto ! Io me lo immagino come sarà il mondo tra dieci o vent’ anni….

Detto questo, sale sulla panchina come per fare un comizio, schiacciando un po’ il soprabito dell’ altro.

- Ma che fa !?
- Silenzio…..Oggi c’ è questa storia delle targhe alterne ma in un futuro, problemi ben più gravi ci condizioneranno la vita. Quando ci sarà sempre meno aria, le persone stesse dovranno uscire di casa a date alterne: i nati nei giorni pari, si alterneranno con quelli nati nei giorni dispari….oppure chi ha i baffi, si alternerà con chi non li ha….e chi mi dice che qualcuno non porti baffi finti ?
- E’ sicuro di sentirsi bene ?
- Ma mi stia a sentire che forse imparerà qualcosa !….Andranno a ruba le parrucche, perché ci sarà chi vorrà uscire tutti i giorni….Ammettiamo due individui che si incontrano qui come noi in questa piazza…..uno si rivolge 
all’ altro con fare sospettoso chiedendogli : sbaglio o ieri non aveva i baffi
lei ? Ma no…si sbaglia…quello era mio fratello….e invece no era lui….che ha respirato ore di aria non sua ! Sarà proibito parlare animatamente, perché richiederebbe un maggior spreco d’ aria….ci saranno i ladri d’ aria, che andranno in giro con degli aspiratori speciali…Lo sport diventerà un’ attività illecita, per spreco eccessivo d’ aria. Nelle grandi città, verrà istituita una nuova tassa sulla respirazione d’ aria, che multerà a secondo degli individui e della loro capienza polmonare. E’ un’ ingiustizia amico mio : io anche se non respiro, devo pagare perché ho i polmoni grossi.
- Scusi ma….mi sembra proprio che siano i suoi discorsi un vero e proprio spreco d’ aria…
- Io so quello che dico….Nei cavò delle banche, non ci sarà più denaro ma lingotti d’ aria fresca compressa respirabile…Tra le tante piante di plastica che ricopriranno il pianeta, le poche vere piantine rimaste saranno adorate come idoli. Vietato tossire…vietato gonfiare palloncini…vietato dire cose inutili….vietato cantare….vietato ridere per più di venti secondi…Tutti gli animali, verranno dotati di bombole d’ aria di seconda categoria.
- E allora lei che proposte avrebbe per evitare questa catastrofe ?
- Ah….non è compito mio….io commento e basta…
- Ma scenda di lì che è meglio per favore…

IL nervoso scende e una volta tornato a sedersi si rimette a sfogliare nervosamente il giornale.

- Lei non mi crede ma vedrà….Basta sfogliare questo giornale per capire dove siamo diretti. IL nostro mondo fa schifo, mi creda.

Si guarda poi intorno e sbuffa.

- Quell’ idiota di un avvocato non arriva più !
- Non sarà quello là che si sta avvicinando con la valigetta ?
- Ma che ne so….A dir la verità non l’ ho mai visto prima. So solo che si chiama Fausto Martelletti. Mi ha dato il suo numero un amico e lui mi ha dato appuntamento qui.

IL calmo si gratta il mento pensieroso e dopo qualche secondo esclama :

- Ho una confessione da farle….Fausto Martelletti sono io….piacere…

IL nervoso lo fissa con sospetto.

- Non faccia il furbo con me, voglio vedere i documenti.
- Cosa fa, non mi crede ? Tra cliente e avvocato deve esserci fiducia.
- E lei la fiducia se la guadagna in questo modo ?
- Non se la prenda a male, è il mio modo di lavorare. Ora ho capito la sua personalità. Lei è una persona diretta e schietta. Lavorerò bene con lei.
- Malgrado tutto, continuo a non fidarmi….
- Va beh…allora me ne vado. Se ci ripensa può ricontattare la mia segretaria.

IL calmo si alza e il nervoso aggiunge :

- Sì, forse è meglio così….se ne vada…

Appena però, il calmo fa due o tre passi, ecco che il nervoso lo ferma.

- Un momento….aspetti….date le circostanze non ho scelta.
- Guardi che se non ha fiducia in me può rivolgersi ad un altro avvocato.
- Si sieda per favore, si sieda….Le voglio esporre i fatti nudi e crudi. Vorrei innanzitutto la sua opinione, poi vedremo come agire.

IL calmo si risiede, pronto ad ascoltare il racconto del nervoso.

- Tutto è cominciato due anni fa…Allora io ero appena stato licenziato da una grande azienda e mio cugino mi propose di entrare in società con lui e di comprare insieme un camion. Partimmo subito male….perché proprio il giorno della nostra prima consegna, lui scelse una strada secondaria per evitare il traffico e finì impantanato in uno stagno. IL giorno dopo, non volle fare l’ autostrada, perché troppo trafficata e su una strada statale di montagna finimmo con l’ investire una mucca molto pregiata, una rarissima mucca blu….
- Co…come ?
- Non è tutto….IL giorno dopo ancora, mio cugino scese per acquistare il giornale, lasciando però il mezzo a motore acceso e con la portiera aperta spalancata. Qualcuno lo rubò, facendoci smarrire tutto il carico. I Carabinieri trovarono il nostro camion solo due settimane dopo, in Sicilia, completamente riverniciato di un inguardabile color arancio antiruggine….ma coi cerchi in lega…E vuole saperla l’ ultima ? Dopo che lo abbiamo risistemato, lui lo ha donato ai missionari dell’ Africa, sostenendo che era un camion sfortunato….
- Che nobile gesto….Suo cugino deve essere un uomo di cuore…
- Lei non è un avvocato, lei è un buffone ! Non osi mai più dire una cosa del genere in mia presenza ! Io rivoglio i soldi della mia metà !
- E suo cugino cosa dice ?
- Dice che se ne fa un baffo…
- Come mai è passato così tanto tempo e siete ancora in ballo ?
- Abbiamo già affrontato ben quattro processi e li ho persi tutti. Nessuno se la sente di dare contro ad un uomo che ha donato…
- Tutto sommato è vero…
- Ma quel camion era anche mio ! Io non ero d’ accordo, io non sono 
d’ accordo !
- Stia calmo….la sua causa ce l’ ho già in pugno. Se fossi un avvocato…..
- Come !? Se fossi !?

IL calmo lo fissa per qualche istante e poi sorride in modo colpevole.

- Ho tentato con lei un esperimento psicologico….
- Ma allora lei non è Martelletti !?
- No.

Immediatamente, il nervoso gli si scaglia contro, cercando di soffocarlo.

- Maledetto ! Giocare così con i miei sentimenti, con la mia vita ! Questo è troppo !

I due iniziano una furibonda lotta. In quel mentre, entra in scena un prete, che pur essendo intento a leggere, non può non notare i due contendenti.

- Figliuoli ! Calma ! La violenza viene da Satana !

IL nervoso non vuole sentire ragioni e continua nel suo tentativo furioso di strozzare il calmo.

- Ora basta !

Esclama il prete, che così dicendo dà col suo librone un colpo in testa al nervoso.
IL sacerdote riesce poi a placare i due a forza di spintoni. Così, poco dopo i tre si ritrovano completamente sfiancati ed ansimanti. 

- Insomma figliuoli, cosa vi è preso ?
- Questo ciarlatano bifolco mi ha preso in giro, umiliandomi profondamente e ridicolizzandomi !
- Non è vero eminenza, non gli dia retta, è solo un povero peccatore…
- Ma come si permette !

A quell’ affermazione, il nervoso si rigetta sul calmo.

- Ho detto basta, altrimenti chiamo il vigile Rubinetti !

Solo a sentirne il nome, il nervoso subito si calma e i due tornano a sedersi composti sulla panchina.

- Non credo ai miei occhi, vi comportate come due bambini. Occorre essere saggi e buoni ! Ho qui qualcosa che fa per voi….

Ed estrae una pistola.

- Voi vorrete certamente donare qualcosa, vero ?
- Ma eminenza…che scherzi sono ?

Domanda perplesso il nervoso. Per tutta risposta, il prete lo colpisce con un calcio alla caviglia.

- Io non sono un prete, bensì un ladro senza scrupoli. Fuori i soldi o qui finisce male, presto !

A quel punto, il nervoso, dolorante, consegna il suo portafoglio.
IL calmo, invece, afferma :

- Io non ho un soldo, se vuole controllare si accomodi pure.
- Non ho tempo, mi accontento del portafoglio di questo signore. Facciamo conto che abbia pagato anche per lei e…amen…
- Ci tengo a precisare, che io ho pagato solo per me…

Puntualizza il nervoso, massaggiandosi la caviglia dolente. IL falso prete gli rifila un calcio negli stinchi e poi va via.
IL nervoso cade sulla panchina dolorante, tenendosi la gamba colpita.

- Devo chiamare aiuto ? L’ ambulanza ? L’ obitorio ?
- Stia zitto !
- Mi faccia dare un’ occhiata, io me ne intendo, a casa curo sempre il mio gatto,
gli faccio le iniezioni nella coda…
- Ma come si permette ! Tenga giù le mani, macellaio !
- Su…su….non faccia il bambino lagnoso…Innanzitutto si sdrai comodo e respiri profondamente.
- Ma no…mi sto già riprendendo…
- Nelle sue condizioni non si può mai dire, potrebbe morire anche qua, adesso. Lasci fare a me.

Gli afferra la gamba alzandogliela al massimo.

- Aaahh !! Mi lasci !
- Va bene….

Gli lascia allora andare la gamba, che a peso morto sbatte violentemente sulla panchina.

- Ooohh !! Ma lei è un pazzo !

IL calmo lo guarda un attimo e poi sentenzia :

- Qui serve una visita più approfondita.

E cerca di sollevargli la gamba dei pantaloni.

- Stia fermo!… Cosa vuole farmi ancora! –
- Allevierò il suo dolore con un antico massaggio tailandese.
- Ma quale tailandese… Stia su che mi voglio rialzare.

E lo spinge via.
Entra in scena a questo punto il poeta misterioso, che raggiunge come le altre volte il centro della scena. Buio e occhio di bue. Di nuovo recita un suo poema.

- Chi siamo noi ? Siamo quello che siamo o no ? Portiamo una maschera o no ?
Io per esempio, chi sono ? O no ? Mah….IL giorno è chiaro e la notte è scura, 
o no ? Perché il giorno è giorno e la notte è notte ? La risposta non la so…..
Però una cosa so : che la terra gira…..o no ?

Terminata la poesia, si dirige verso il nervoso e poi, giuntogli vicino, gli dice :

- Ti vedo un po’ malconcio.

Allarga la mano verso di lui e gli ordina :

- Guarisci !

Immediatamente, il nervoso si rimette a sedere completamente guarito.

- Ma quello è un mago ! Mi ha completamente guarito !
- Per forza, non aveva niente…
- Non dica sciocchezze ! Non ha visto che calcio mi ha dato quel criminale ladro !? Me lo sa dire dov’ era il vigile !? A me ha rifilato una multa di 80 euro per una cartina di cioccolatino buttata per terra, e qui abbiamo un ladro, che se ne va in giro vestito da prete a derubare i pacifici cittadini.
- Le conviene andare in questura a denunciare il furto.
- No, io denuncio lei ! Da quando l’ ho conosciuta, la mia vita è un inferno !

Poi, si sofferma un attimo a pensare.

- Ma nooo !! Nel portafoglio avevo un documento che incriminava mio cugino…dovevo darlo all’ avvocato…
- IL documento può sempre recuperarlo.
- Ma lei è veramente senza soldi ?
- Gli ultimi li ho dati al venditore di rose.
- Ma ultimi in che senso ?
- Nel senso che adesso non ho più un centesimo.
- Allora anche lei è sfortunato come me…
- Non direi…è solo che non do importanza ai soldi, tutto qui.

E sale sulla panchina.

- Ma che fa !?
- Stia zitto lei ora, che forse sta per imparare qualcosa d’ importante.
- Le è appena stato rubato il portafoglio, non è vero ?
- Non me lo ricordi…
- Ma in realtà, cos’ è che le hanno rubato ? Solo carta !
- Ma come !?
- Si convinca, amico mio, si convinca….Non deve essere anche lei schiavo del denaro. Noi siamo la nostra vera ricchezza, ciò che sappiamo fare, che abbiamo dentro e che ci rende unici : questo nessuno ce lo può rubare.
Guardi me per esempio….Non ho mai avuto un conto in banca, non ho mai accumulato denaro, eppure eccomi qua : libero ! Oggi sono qui che parlo con lei, domani potrei essere in Palestina…a predicare…

IL nervoso pensa un attimo e poi afferma :

- Lei non mi è nuovo….mi ricorda qualcuno….ma chi ?

IL calmo va avanti imperterrito.

- Mettiamo ad esempio quei ricchi che hanno tre o forse quattro o cinque volte quello che serve loro per vivere, quei grossi accumulatori di nulla : lei pensa che siano felici ? Mi risponda col cuore…
- Io penso di sì…
- Lei sa di non essere sincero…Quegli esseri amorfi, si consumano avidamente in tutti quegli eccessi e vogliono sempre di più, perché in fondo all’ uomo non basta mai !
- E allora cosa dobbiamo fare ?
- Ah…io non lo so…io commento…ma se vuole può venire con me in uno dei miei viaggi..

IL nervoso sembra prendere in considerazione quell’ offerta.

- Ma veramente lei mi porterebbe con sé ?
- Perché no….ho intenzione di imbarcarmi tra una settimana.
- Su che nave….dov’ è diretto ?
- Su un mercantile diretto a Lampedusa…
- E io che ci vengo a fare ?
- Ah…non so…veda lei…
- Direi che allora non parto…Sarà meglio che mando al diavolo l’ avvocato e che me ne vado a casa.

Fa per alzarsi ma nel fare questo schiaccia qualcosa per terra.

- Porca vacca ! Ho schiacciato una cicca !
- Ma non si vergogna !?
- E’ perché dovrei vergognarmi !? Quel dannato vigile solo me ha visto !

Si risiede e si leva la scarpa.

- Come puzzano i suoi piedi….
- Ma come si permette !? Piuttosto….si faccia venire qualche idea per togliere questa stramaledetta cicca dalla suola…
- Me la dia a me….che ci penso io….

IL calmo estrae un coltellino da tasca. Vedendolo, il nervoso esclama :

- Bene, con quello può raschiare via la cicca dalla suola.
- No…qui serve un’ operazione chirurgica…

Voltando le spalle al nervoso, il calmo armeggiando il coltellino interviene sulla calzatura.

- Cosa sta facendo ? Faccia vedere anche a me…
- Ecco….ho finito. Guardi qua, come nuova !
- Ma me l’ ha forata ! Lei è un criminale manuale !
- Era l’ unico sistema per rimuovere la cicca…
- Ma adesso è inutilizzabile la scarpa !
- Va beh…me la dia ancora….la sistemo subito….
- No…no…per carità !
- Si fidi…si fidi….tanto così non può utilizzarla lo stesso…

IL calmo strappa un pezzo di pagina dal giornale e tenta di tappare il buco.

- Ecco qua, modello barbone….
- Ma vada al diavolo !!

In quell’ istante, entra in scena una giovane, che si dirige verso la panchina.

- Scusate signori, è libero quel posto ?
- Sì, si accomodi pure.

Risponde il calmo. IL nervoso ha ancora in mano la scarpa bucata. La ragazza gli si siede in fianco e lo osserva schifata.

- Non badi a lui signorina, è un rozzo…

IL nervoso resta come paralizzato. La signorina si alza ed esce di scena voltandosi più volte a guardarli. IL nervoso vorrebbe definitivamente strozzare il calmo ma ecco che fa ancora il suo ingresso il poeta misterioso. La scena si svolge come sempre.

- Perché cade una tegola dal tetto ? Perché mi alzo alla mattina e cado dal letto ?
Voi direte, è la gravità….No ! E’ il destino. Niente è perfetto, ma il destino lo è.
Siediti e pensa ma….sarà tutto inutile : il destino ha già deciso per te. Quindi vai e 
vivi se puoi, stai attento a dove metti i piedi e guarda bene davanti a te : è l’ unica 
cosa che conta.

Finita la poesia, l’ uomo apre la mano verso il nervoso ordinando :

- Rimettiti la scarpa, ora è a posto.

Poi, si allontana dai due con fare di compatimento e prima di uscire esclama :

- Siete proprio due pirla….

Dopo alcuni attimi di sbigottimento, il nervoso afferma :

- Ma come fa !? Anche la scarpa….Voglio vedere dove va.
- Ma no….lasci stare. E’ meglio non invischiarsi con certe persone.
- Eppure questa scarpa è come nuova. Non so cosa ne pensa lei ma queste non sono cose normali.

IL nervoso scatta in piedi e fa per inseguire il poeta misterioso. S’ imbatte però in uno strano personaggio. I due si scontrano.

- Ma cosa fa !? Mi tocca tutto !?
- Ma si tolga di mezzo…..o le passo sopra !
- Faccia pure…io non mi lamento….
- Ma si può sapere lei chi è !?
- Io mi chiamo Ferdinando Gravellon e sono un gran culatton !

Afferma con cadenza effeminata ed ambigua.

- E lei bell’ omone, come si chiama ?
- Io non sono il tuo tipo, va’ da lui.

Gravellon si avvicina alla panchina sculettando e il nervoso, incuriosito, si ferma per vedere cosa accade, dimenticandosi così del poeta.

- Scusi, sa dirmi che ore sono ?
- Non ho l’ orologio….ma il signore che ha alle spalle ce l’ ha.

Gravellon si rivolge così ancora al nervoso.

- Ho un appuntamento col mio fidanzato, sa dirmi l’ ora ?
- Ma non si vergogna a sbandierare così i suoi sentimenti !?
- Perché, tu non ami nessuno bell’ imbusto ?
- Se amo qualcuno sono affari miei.

Gravellon torna dal calmo.

- Scusi, ha una sigaretta ?
- Io no…ma il signore sicuramente sì….

Gravellon torna ancora dal nervoso.

- Ho sentito che lei fuma.
- Sì… ma le ho finite.
- Su non faccia il timido, so che le ha….

E intanto si avvicina con movenze ambigue.

- Ce le avrà qui…

E gli infila una mano nella tasca interna della giacca.

- Ma come si permette ! Stia indietro o chiamo la Polizia !
- Oh…quante storie per una carezza…

Gravellon si mette a fissarlo con occhi dolci.

- Ma lo sa che lei ha proprio dei bei capelli ?

E lo spettina.

- Ma che fa !? E lei, intervenga !

Urla rivolgendosi al calmo.

- Tra moglie e marito….io non metto il dito !
- Ma come si permette anche lei !

Cercando protezione, il nervoso si siede vicino al calmo. Gravellon però, gli si siede accanto, continuando a fissarlo intensamente. A quel punto, il calmo si volta verso Gravellon, come se vedesse qualcuno fuori scena.

- Mi sembra di vedere qualcuno che agita la mano là in fondo. Starà cercando forse lei, signor Gravellon ?

Gravellon, ancora in estasi, si volta, notando il personaggio fuori scena indicatogli dal calmo.
- Oh….sì…è lui…Gilbertino, il mio fidanzatino…Arrivo Gilbertino….arrivo !

Gravellon salta in piedi. Prima di andarsene però, si volge verso il nervoso dicendogli :

- “ Au revoir “…..ci rivedremo presto…
- Ma va’ via !

Uscito di scena Gravellon, il nervoso si rivolge con riconoscenza al calmo.

- Grazie per averlo sviato….il mio fascino a volte mi sfugge di controllo…
- Ma lo sa lei almeno cos’ è il fascino ?
- Perché lei sì ?

IL calmo ripiega il giornale e sale sulla panchina.

- Lei, poco fa, ha trattato quell’ uomo come una buccia di banana, senza sapere che anche le banane hanno un loro fascino…
- E questa sarebbe la spiegazione sul fascino ?
- Si calmi ed ascolti, non è tutto. Ci sono anche altri frutti da tenere in considerazione. E poi…cos’ è che è bello e soprattutto, cos’ è che è giusto ?
Per esempio : ora le dimostrerò come sia difficile individuare ciò che è giusto. Per lei è giusto che questa panchina sia cementata in questa piazza ?
- Per me sì….
- E invece no ! Se io voglio spostarla per poter prendere meglio il sole non posso, perché è cementata !
- Ma se non fosse cementata, qualcuno potrebbe rubarla.
- Ma questo lo pensa lei, perché in fondo è disonesto….
- Ma come si permette !
- Lei sa solo pensare al male che può fare qualcuno ! Ecco perché non conosce il vero significato del fascino !
- Ma cosa centrano questi discorsi !? Non capisco… 
- Comunque non è questa la vera questione che io volevo trattare. 

Il calmo pensa un attimo per trovare le giuste parole.

- In un famoso stato orientale diviso in due: la Corea dell’Est e dell’Ovest…
- Ma lei è un pazzo scatenato !…. Dove sarebbe questo posto?
- Se non è informato sugli ultimi aggiornamenti geografici non è colpa mia. 
- Ma come si permette!..
- Non m’interrompa che sta per imparare non solo la geografia, ma anche la storia. Come stavo dicendo… prima che lei, stoltamente m’interrompesse, in quello stato regna il disordine ed il caos, perché due opposte fazioni si combattono da anni per questioni religiose. Ognuna delle due crede di essere più vicina a Dio dell’altra. Una fazione crede che Dio sia grato a coloro che lo pregano secondo i più sacri rituali, in un silenzio meditativo assoluto e rigorosamente nei templi. L’altra fazione ritiene che solo lo stato d’ebbrezza prodotto dall’alcool porti la mente dell’uomo vicina al Creatore. Si riuniscono nelle foreste, dando vita a gioiose feste collettive in cui condividono tutti insieme la gioia di vivere e di aiutarsi.
- E’ sicuro di quello che sta dicendo?
- E’ lei è sicuro di sapere chi delle due fazioni ha ragione?
- Non è con questi esempi stupidi che si possono giudicare questioni così grandi. Forse più grandi di noi. 

IL calmo si risiede e dopo aver ripreso con tranquillità il giornale afferma :

- Forse lei ha ragione….

IL nervoso si porta disperato una mano alla fronte e poi si siede anche lui.

- Comunque, per esempio, guardi qua :

Si avvicina moltissimo al nervoso per non farsi sentire da estranei.

- Il ministro Ciuma promette di sbattere la porta in faccia agli extracomunitari.
- Ma stia indietro, mantenga le distanze!
- Non urli per carità.
- Non sto urlando, è lei che mi alita addosso.
- Queste sono cose delicate, non vorrei che ci ascoltasse qualcuno.
- Ma non sia ridicolo!… Siamo partiti dal fascino e adesso ci ritroviamo a parlare di politica… Ma dove vuole parare!

Il calmo si avvicina di nuovo e ricomincia a parlare a bassa voce.

- Questi sono intrighi politici che non possono essere ignorati dal popolo.

Il nervoso si alza spazientito.

- Ma lei è un uomo insopportabile!
- Dobbiamo aiutare il prossimo, non sbattergli la porta in faccia… Chiaro?!
- Quello che non capisco è perché parla sottovoce…
- Il ministro Ciuma ha orecchie ovunque.

Il nervoso estrae di nuovo il cellulare e si mette a comporre un numero, voltando le spalle al calmo.

- Cosa fa?
- Dico al mio avvocato che sono disposto a rinunciare alla mia quota del camion…. Farei qualsiasi cosa pur di liberarmi di lei!

Il calmo lo ignora e accavalla le gambe rilassato. Mentre il nervoso armeggia col cellulare, l’altro si osserva, preoccupato, la scarpa.

- Pronto…. Parlo con la segretaria del signor Martelletti…. Come no!… Ma allora lei chi è?… Lo so che ho chiamato io, ma lei chi è?….

Cade la linea ed il nervoso ricompone nervosamente il numero. Contemporaneamente, il calmo, alle sue spalle, avendo notato delle macchie sulla scarpa, estrae un fazzoletto di carta ed inizia a pulirsela. In quel momento, il nervoso è vittima di un forte starnuto.
Il calmo, prontamente, gli porge il fazzoletto che stava usando. Il nervoso lo accetta riconoscente, soffia il naso e si strofina più volte il viso girandosi di spalle al pubblico. Quando si rivolta il suo viso è completamente annerito. Si rivolge al calmo col pollice alzato in segno di OK e va a gettare il fazzoletto nel vicino cestino. Ritornando alla panchina si rivolge al calmo.

- Non riesco a parlare con il mio avvocato.
- E’ sicuro che quest’avvocato esista?

Il nervoso ha uno scatto d’ira.

- Adesso non esiste neanche l’avvocato! Ma perché non sparisce lei piuttosto,
iettatore e menagramo! 
- La vedo un po’ nero, si calmi…
- Ma quale calmarsi, non me ne va bene una, accidenti a lei.

In quel mentre entra in scena un personaggio, possibilmente molto grosso e robusto, che incuta timore riverenziale. Passando accanto ai due, nota il volto annerito del nervoso.

- Oh! Che faccia ha lei? 
- Perché?!… Che faccia ho?
- Si sarà sporcato per sbaglio, è tutto nero.
- Se questo è un altro scherzo sappiate che è l’ultimo.

Il grosso uomo si rivolge al calmo.

- Ma cos’ ha questo qui? L’ ha morsicato una tarantola.
- Anche la sua faccia non mi sembra troppo a posto.
- Io ti cambio i connotati hai capito… mingherlino… In più che ti ho fatto un piacere ti arrabbi anche… 

Interviene il calmo.

- Scusi signor gigante, non se la prenda…. Non vede che è solo un poveraccio tutto sporco –
- Ma come si permette! Se ero sporco poteva anche dirmelo.
- Io non sono mica la sua balia.
- Signori continuate pure a litigare io non ho tempo.

Il gigante si allontana, quando è quasi fuori scena, il nervoso, non visto, lo minaccia a pugni chiusi, trattenuto dal calmo.

- Fa bene a trattenermi, l’avrei fatto a brandelli altrimenti…. Io ho un destro che fa paura.

Si guarda il pugno destro e si spaventa. Il calmo gli porge un nuovo fazzoletto.

- Si pulisca la faccia che è meglio.
- Ma come avrò fatto a sporcarmi.

Il calmo, non visto, si alza il bavero dell’impermeabile e si mette a ridacchiare. Dopo essersi ripulito malissimo, il nervoso si rivolge di nuovo al calmo.

- Lei è un uomo senza nessuna logica. Ma una cosa logica la farò io, andrò a casa.

Fa per avviarsi ma il calmo lo richiama.

- Tornando alla famosa storia delle banane, si ricorda? Ecco qua…

Estrae dalla tasca dell’ impermeabile una grossa banana e dopo averla sbucciata se la mangia.

- Ha ha ha…..

Commenta il nervoso ridendo.

- Lei è un uomo imprevedibile, riesce sempre a spiazzarmi con le sue estrosità. La sua banana mi fa tornare in mente una storia curiosa che mi raccontava sempre mio nonno quando non dormivo la notte…
- E che storia è ?
- Mio nonno era prigioniero in Africa delle armate di Rommel e stava soffrendo da giorni la fame e la sete. Le guardie Tedesche prendevano in giro i prigionieri, mangiando banane di fronte a loro, proprio come fa lei adesso.
- Mi dispiace, non volevo offenderla.

IL nervoso si riavvicina e si siede sulla panchina.

- Mio nonno si mise a studiare per giorni i movimenti delle guardie Tedesche, arrivando così ad ideare un perfetto piano di fuga. Una notte, scavarono sotto il reticolato e corsero a nascondersi nel magazzino delle banane, dove queste erano raccolte in grossi mucchi, data la grande produzione della zona. IL piano di mio nonno consisteva nel riuscire a mischiarsi alle banane ed a farsi quindi caricare sui camion che sarebbero usciti l’ indomani dal campo.
- Ma era un piano folle !
- E infatti fallì…
- Tutti vennero catturati e fucilati sul posto, tranne mio nonno, che fu fortunatamente scoperto da una marescialla Tedesca e ne conquistò il cuore,
offrendole una banana con una romantica candelina sopra…
- Non credo ad una sola parola di questo racconto…
- Si sbaglia di grosso, perché la marescialla Tedesca è mia nonna…
- Così lei ha nelle vene sangue Tedesco….Ecco perché e sempre così nervoso!
- Ma come si permette !
- E poi non basta una nonna Tedesca per raccontare simili favole…
- E’ la verità. Lei è troppo orgoglioso per accettare che anche gli altri abbiano qualcosa di affascinante da raccontare.
- Ma mi faccia il piacere ! Io potrei raccontare mille di queste avventure. Come quando mi sono trovato disperso nel deserto dei Tartari, senza né cibo né acqua e solo come un cane…
- E cosa ci faceva lì ?
- In uno dei miei viaggi mi sono spinto fino in quelle remote zone….
- Si!… Ma cosa ci faceva lì?
- Eh!… Mi sono perso no!
- Basta! Vado a casa! Non ne posso più delle sue sciocchezze!

Proprio in quel momento, entra il poeta, che si mette a recitare l’ ennesima poesia.

- Tuona il cannone, è scoppiata la guerra. Due popoli si odiano e si sparano. 
Nella casa, la vecchia madre aspetta il figlio partito per il fronte. IL figlio le scrive tra le pallottole che fischiano e la madre legge tra le lacrime che scorrono. Entrambi se ne infischiano della guerra, ma il figlio morirà e lei sempre lo aspetterà. Chi potrà consolarla ? Bussano alla porta : è la morte.
Cala il gelo. IL ragno tesse la sua tela e la casa è silenziosa. Questa è la guerra….

Al termine, ordina al nervoso di salire sulla panchina.

- Tu, sali sulla panchina e grida al mondo la frase che ti ho insegnato.

Come in preda ad un incantesimo, il nervoso sale in piedi sulla panchina ed esclama :

- Viva la Regina, viva il Re e tutti i suoi nipoti !

Detto questo, il poeta dopo averli squadrati dice loro :

- Siete proprio due pirla…..

Come ogni volta esce di scena, lasciando i due esterrefatti.

- Basta ! Stavolta non mi scappa !

Grida il nervoso, che poi si dirige deciso nella direzione in cui era uscito il poeta.
Esce di scena ma poi subito rientra, sbigottito e stralunato.

- La strada è bloccata, di qua non si esce.
- Ma se il poeta è passato…
- Provi lei, invece di parlare per niente…

Anche il calmo, effettua il tentativo di uscire in quella direzione, rientrando però subito in scena sconfitto.

- Accidenti, c’ è come un muro perfettamente dipinto. La strada sembra continuare ma in realtà s’ interrompe.
- Venga con me, mi segua.

I due provano un'altra uscita, ottenendo però lo stesso risultato.

- E’ bloccata anche questa !

Effettuano vari tentativi ma invano. Si rendono poi conto di essere rinchiusi come in una gabbia. IL nervoso nota un piccone appoggiato per terra, non lontano dal fondale. Lo raccoglie e con questo esce di scena.

- Cosa vuole fare ?
- E me lo chiede ? Abbatterò questo dannato muro con le mie mani. Non amo le stregonerie io. Quel tizio ce la pagherà cara, perché sicuramente tutto questo è opera sua.

Dopo non molto, col nervoso fuori scena a picconare, ecco che risuona il rumore come di un massiccio muro abbattuto. Eccitato, il nervoso chiama il calmo.

- Venga a vedere cos’ ho scoperto.

Anche il calmo esce così di scena dimenticandosi il suo cappello sulla panchina, e raggiungendo il nervoso. Buio. I due iniziano a dialogare.

- Sembra uno scantinato ma…com’ è possibile ?
- Ma dove siamo !? Che razza di diavoleria è mai questa !?
- Io entro. Lei cosa fa ?
- Se aspetta un attimo, mi riprendo il cappello e la seguo….
- Ma lasci perdere il cappello, non vede che capitano cose incredibili? 

Si sente il forte sibilo di un violento vento. I due gridano contemporaneamente:

- Questo vento ci sta risucchiando….. Restiamo aggrappati…. Aaaahhh!
- Il mio cappellooo!!!

FINE PRIMO ATTO. Sipario e cambio scena.
2° Atto
Luci soffuse. I due si ritrovano in uno strano ambiente in penombra. Il calmo ha in testa il cappello e la faccia del nervoso è pulita. Seduto ad una scrivania c’ è il poeta, intento a ritoccare i suoi testi.NOTA SCENOGRAFICA: Lo sfondo deve ricordare, anche se in modo vago, l’ interno di un cervello. Crescono le luci quando entrano in scena, i due protagonisti.

- Ma che razza di posto è !?

Si domanda il nervoso, sulla musica d’introduzione, che lentamente sfuma.

- Guardi, lì seduto c’è il poeta che sta lavorando alle sue opere.

Fa notare, ammirato, il calmo.

- Non esalti troppo quel criminale magico. Senta lei, è opera sua tutto questo scherzo ?

Domanda il nervoso. Quando il poeta si accorge di loro, si alza in piedi per recitare quanto ha appena scritto.

- Benvenuti stranieri, disse il Re ai viandanti. La città intera vi accoglie ma…badate: siate portatori di acqua limpida, sia puro il vostro cuore, così come le vostre azioni. IL Re è clemente di nome e di fatto….ma la Regina no.

Poi, terminata quest’ ennesima recitazione, squadra i due girando loro attorno.


- Non riesco proprio ad inserirvi in nessuno dei miei romanzi. Siete proprio due pirla…
- Ma come si permette !
- Sì, eccola, la tua miglior battuta !
- Io questo lo strozzo !

IL calmo trattiene il nervoso e poi a sua volta si rivolge al poeta mago.


- Insomma, non crede che sia arrivato il momento di darci qualche spiegazione? 
Innanzitutto, dove siamo qui ?
- Siete nei meandri della mia fantasia….
- Ah….che provincia è ?

IL nervoso all’ improvviso reagisce bruscamente.

- Mi lasci, gli voglio spaccare la testa !
- Un momento ragazzi, non agitatevi. Questa nostra discussione potrebbe finalmente aiutarmi a collocarvi in una delle mie tante idee.
- Cos’ è quello schifo !?

Chiede il nervoso notando lo sfondo di quello strano ambiente.

- Sono le pareti del mio cervello.
- Andiamocene o divento pazzo !

IL nervoso trascina con sé il calmo e i due insieme si dirigono verso l’ apertura da cui sono arrivati. Questa però, è sparita.


- Come potete ben vedere non c’ è più nessuna uscita. Sarete convinti adesso.
Voi siete due personaggi inventati dal sottoscritto, non siete mai esistiti e non avete nessuna identità, se non quella che disegnerò io per voi.

IL nervoso si avvicina al poeta con fare minaccioso.

- Io ho capito chi è lei. Lei è uno di quei finti maghi truffaldini che cercano di estorcere denaro agli onesti cittadini ricattandoli. Non mi meraviglierei se dietro a lei ci fosse Wanna Marchi….
- Andiamo ragazzi, voi non avete soldi, non avete documenti, non avete nulla !
- Ma cosa dice !

Esclama il calmo, frugandosi nelle tasche ed estraendo un documento.

- Soldi non ne avrò ma…guardi un po’ questo documento. A quanto pare sono addirittura proprietario di un pozzo di petrolio in Egitto.
- Quel documento è falso, sei stato ingannato dal perfido Arab Kumin e in realtà il pozzo non esiste.
- E’ lei come lo sa ?
- Perché è una storia che ho inventato io, “ IL Cairo brucia “, storia che nessuno ha mai voluto pubblicare.
- Questa è pura follia….ma lei è pazzo ?

IL nervoso raccoglie da terra una mazza da baseball e poi comincia a farla roteare.

- Se non ci lascia andare subito gliela spacco sulla testa !
- Voi due siete confusi, avete solo bisogno di prove e di dimostrazioni.

Interviene il calmo.

- No, noi vogliamo andarcene.
- Non c’ è niente là fuori….Come mai tu hai in testa il cappello mentre, se non sbaglio, lo avevi dimenticato sulla panchina ?

IL calmo si ricorda e resta per un istante ammutolito. Dopo di che il poeta si rivolge anche al nervoso.

- Tu invece avevi il viso annerito mentre ora è perfettamente lindo e 
splendente. 

Il nervoso ribatte agitato.

- E’ evidente che lei ha dei poteri occulti ma….non riuscirà a spaventarci !
- Ma se tu hai paura anche della tua ombra…
- Ma cosa dice !?

IL nervoso guarda per terra e vedendo la propria ombra sobbalza.

- Oohh !!

IL poeta scoppia a ridere divertito.

- Lo sapevo, ti ho creato io così pauroso per il mio romanzo “ L’ ombra assassina “, che ho cestinato qualche mese dopo averlo ultimato…
- Così noi saremmo dei falliti !?
- Peggio, siete degli scarti.
- Ma come si permette !

IL calmo blocca il nervoso e poi si rivolge al poeta.

- Lasci che gli parli io. Se siamo degli scarti, come mai siamo ancora qui ?
- Perché in questo momento sto meditando su un nuovo racconto da inserire nella mia collezione : “ I due pirla “….
- Ma come si permette !

Esclama il nervoso scattando. IL calmo lo riprende.

- Ma lei sa dire solo quello ?
- No, so fare di più….

Cerca di colpire con la mazza il poeta, che però lo blocca alzando la mano e gridando :

- Fermati e posa la mazza !

IL nervoso ubbidisce alla lettera e poi si blocca come un automa. IL calmo comincia ad avere dei dubbi. Si rivolge al poeta e gli domanda :

- Mi ricordo che circa tre anni fa ero in Nuova Zelanda. Lì ho comprato un oggetto che mi è molto caro : sa dirmi di che oggetto si tratta ?
- Non fare il furbo con me. Tu in Nuova Zelanda non ci sei mai stato.

A questa risposta, il calmo resta allibito e confuso. IL nervoso è sempre bloccato e il poeta, riprende :

- Vuoi una dimostrazione pratica ? Osserva !

L’ autore prende dal tavolo un cappello di paglia e lo mette in testa al nervoso.

- Quando schioccherò le dita, il tuo amico assumerà una nuova identità. Stai a vedere.

Infatti, schiocca le dita ed il nervoso assume l’ identità di un rozzo contadino dei tempi andati.

- Alura chi ! Sa sumena o no !? Siguitì a taplà e fì nient ! Ma andè a dacquà putost, che ghè un sec che ghè fina bagnà !
- Torna in te immediatamente !

Gli ordina il poeta, che poi spiega :

- Lo stavo creando così per il mio romanzo “ Semine perdute “, che avevo ambientato nelle campagne del primo novecento….ma dopo pochi paragrafi ho deciso che era tempo perso….

Mentre il nervoso torna in sé, il calmo domanda ancora al poeta :

- Ma se noi siamo due personaggi scadenti, ci mostri allora un personaggio ben riuscito tra quelli da lei creati.
- Volete vedere un personaggio modello ? Colui che mi ha reso orgoglioso del mio lavoro ? Ecco a voi il famosissimo Duca di Tarleton : Lord Gerard Macchè, l’ unico vero e grande protagonista del romanzo “ IL Duca e la Duchessa “, con il quale ho vinto il “ Premio Fantasy “ nel ’98.

Penombra.
Sulla penombra e luci colorate, entra in scena il Duca di Tarleton, in pigiama e con in mano un fazzoletto bianco. IL Duca s’ inchina ai suoi ospiti.

- Che il cielo e le stelle proteggano i vostri sogni e il vostro vivere.

In quel mentre, il nervoso si riprende e vedendo Macchè esclama :

- Ma questo qui è in pigiama !
- Non è un vero pigiama. In questo momento infatti, è in un abbigliamento neutro, pronto per la prossima avventura.

Spiega prontamente il poeta.

- Ancora con sta storia dei personaggi inventati ? Io sono vivo e vegeto, altro che un personaggio di carta ! Sfido chiunque a dimostrare il contrario !

IL poeta gli porge un blocco di fogli.

- Legga un po’ qua.

IL nervoso sfoglia velocemente i fogli e poi subito esclama :

- Ma questo è quello che è avvenuto sulla piazza fino a pochi minuti fa ! C’è segnata ogni frase ed ogni battuta….ma allora…
- Vedo che cominci a comprendere. Quella non era altro che una commedia che stavo tentando di scrivere.
- Non era male, le poesie mi piacevano. 

Interviene il calmo. Intanto il nervoso si mette a squadrare il Duca di Tarleton.

- E così questo sarebbe un personaggio perfetto ? Vediamolo all’ opera.

IL Duca si attiva come se fosse un robot. Afferra delicatamente la mano del nervoso e poi inizia a decantargli parole d’ amore.

- Carlotta, mia adorata, il mio cuore si spacca in quattro per te…..oh mia leggera nuvola d’ oriente….Ti libererò io dal “ Capitano nero “, lo so che non 
puoi più sopportare il suo alito pestilenziale….Questa notte lo ucciderò e noi saremo finalmente ancora insieme e liberi.

IL poeta dà una specie di segnale al nervoso orinandogli :

- Dì la battuta !

IL nervoso inizia a recitare con voce da donna.

- Oh caro Duca, anche il mio cuore si frantuma d’ amore ma…non per lei. Io amo il Principe Luigi….
- Allora ucciderò anche lui !….IL Principe Luigi, proprio colui che giudicavo mio amico e che più volte ha bevuto dalla mia borraccia. Domani lo avvelenerò !
- Maledetto Duca, io ti odio !
- Sarai mia…Domani sera, al calar del sole, diventerai mia moglie, altrimenti rinchiuderò tuo padre nelle prigioni di S.Colombano. Cosa mi rispondi ora !?

IL poeta ordina :

- Stop !

IL calmo si irrita.

- Ma come ! Volevo vedere come andava a finire….
- A quanto pare, il mio racconto ti ha incuriosito.
- Non è certo una storia originale, però volevo sentire la risposta della fanciulla.
- Non la saprai mai, non è la tua storia.

In quel mentre, il nervoso scuote fortemente il capo, come una persona che si trova nella più totale confusione mentale. Si rivolge poi al Duca.

- Sa fem ? A ia piantum chì i scigull o pusè avanti ?
- Ma Carlotta, cosa dici !?
- Uè canela….va che mi sun un om, te capì o no ?
- Questo affronto verrà lavato col sangue !
- Ma va a lavas ti, che ta spusa da cavron !
- Lei è un uomo rozzo e senza nessuna cultura !
- Ma va a da via i pè !
- Stop !

Interviene il poeta.

- Non c’ è niente da fare, questo personaggio non avrà mai una sua identità !

Poi, pensieroso riprende :

- Però, questo scambio di battute mi ha fatto venire un’ idea….Ammettiamo che..

Si sente a questo punto il rumore di una forte bastonata. Un tamburo inizia a scandire dei colpi forti e regolari. Anche la luce sul palco, inizia a seguire ad intermittenza il suono emesso dal tamburo. IL poeta si porta le mani al capo ed esclama :

- Ma che succede !? La testa mi scoppia !

Poi, stramazza al suolo. Macchè scappa fuori scena disperato, mentre i due protagonisti si avvicinano al poeta steso a terra. IL nervoso raccoglie la mazza, come per proteggersi da un qualcosa che sembra dover capitare da un momento all’ altro. IL rumore del tamburo e la luce ad intermittenza non cessano, provocando l’ inquietudine dei due.

- Ma cosa succede ancora !?

Esclama il nervoso.

- E io che ne so….Questo qui è caduto all’ improvviso per terra e adesso si sente questo forte rumore.
- Tentiamo di uscire di qua, tentiamo di tornare nella piazza.
- La piazza è là, in quei fogli, non ha ancora capito ?
- Impossibile, il mago mi aveva quasi convinto ma adesso sono tornato in me.
Senta, io so chi sono e adesso voglio tornare alla mia vita. Se è necessario sfonderò a spallate questo muro !

I due personaggi escono di scena, tentando di abbattere la parete che li imprigiona.
Mentre sono fuori scena, si sente improvvisamente il rumore di un forte vento.
I due si spaventano ed il calmo urla :

- Questo vento ci sta risucchiando, si aggrappi al mio braccio !
- Mai….non mi fido di lei…
- Non faccia il bambino !
- Ma come si permette !

IL vento aumenta ancor di più, tra le grida dei due personaggi. Si sente il rumore di un nuovo crollo. Buio e cambio scena mantenendo il forte rumore del vento.

I due rientrano in scena nello stesso locale in penombra. Cambia solamente il fondale perché è sparita l’immagine del cervello.

- Ma come!

Esclama il nervoso.

- Abbiamo attraversato la parete e siamo ancora qui!
- Mi sembra d’impazzire!… Siamo vittime di un incantesimo. 
- Ma quale incantesimo!…. Non ne posso più di questa storia !

Si lamenta ancora il nervoso.

- IL vento deve aver fatto saltare la corrente e siamo al buio.

Fa notare il calmo.

- Ma da quand’ è che il vento fa saltare la corrente ?
- Sono cose risapute da secoli….
- Ma come si permette di prendermi in giro !
- Lei deve essere proprio un personaggio mal riuscito….
- Ma come si permette !
- D’ ora in poi, conterò le volte che lei ripete questa noiosa frase…
- Guardi piuttosto…il poeta è lì steso per terra…

Detta questa frase, il nervoso cerca di sincerarsi delle condizioni del poeta, sempre tenendo la mazza in una mano. In quel momento si inizia a sentire il rumore di un telefono con la cornetta sollevata.

- Che strano rumore…
- Lei che è così un uomo di mondo, non sa riconoscere il rumore di un telefono con la cornetta alzata ?
- Mi infastidisce.
- Allora rimetta a posto la cornetta !
- Ma lo scrittore è…
- A lui penso io….Rimetta a posto quella dannata cornetta !

Mentre si aggira per la stanza, il calmo commenta :

- Non mi sembra lo stesso ambiente di prima….
- Solo perché c’ è buio.
- Ma no….c’ è qualcosa di diverso. Non c’è più quella schifezza sulle pareti, e poi… Perfino io mi sento fuori posto..
- Allora questo ambiente comincia a farla ragionare.

D’ improvviso, entrano in scena altri due personaggi. Uno di questi tiene in mano una pila.
Sulla battuta seguente le luci si alzano.

- Su le mani voi due ! Arrendetevi !

I due si spaventano e si stringono l’ uno all’ altro.

- Mamma mia, i ladri !

Esclama il calmo spaventato.

- Ma mi lasci !

Gli dice il nervoso spingendolo via.

- Qui i ladri siete voi, cari signori, ladri ed assassini !
- Ma come si permette !
- Come si permette lei !

E gli mostra il distintivo della Polizia.

- Sono il Commissario Giacchetta e sono stato avvertito da una telefonata anonima. Mi hanno infatti informato dell’ omicidio dello scrittore Giacinto Magretti. Bene…. Lì abbiamo il corpo e lei tiene in mano una pericolosa arma…Come la mettiamo adesso ?
- E lo chiede a noi ?

IL Commissario, a quel punto, si leva la giacca e la dà all’ agente suo aiutante, il quale subito gliela spazzola. Poi, gli ordina :

- Ermanno, si preoccupi di sistemare la cornetta del telefono. Questo rumore mi calma e mi innervosisce allo stesso tempo. Mi impedisce di effettuare i miei calcoli e le mie valutazioni.

Mentre Ermanno rimette a posto la cornetta, il nervoso fa notare al Commissario :

- Sarà da qui che le hanno telefonato….e magari è stato proprio l’ assassino…
- Assassino e vostro complice !
- Ma come si permette !

IL calmo esplode.

- Basta per carità ! La vuol finire di ripetere questa frase o no !?

Poi, rivolgendosi al Commissario gli dice.

- Guardi che noi non centriamo niente….
- Va bene…..ora state calmi signori e rispondete alle mie domande. 
Ad esempio, come mai vi ho sorpresi qui in questa stanza al buio ?

IL calmo candidamente risponde.

- Non riuscivamo a trovare l’ interruttore della luce…
- Non mi prenda per i fondelli ! Io voglio sapere cosa ci facevate in questa casa!

I due protagonisti, rimasti senza parole si guardano in faccia. Poi, il nervoso tenta di spiegarsi.

- Ci ha sospinti qua il vento…

IL Commissario si irrita.

- Ah sì….io invece sono arrivato qui con una nave Vichinga….ha ha ha….siamo seri! Ermanno, telefona alla centrale e avvisa che abbiamo catturato i colpevoli. Che mandino un paio di volanti.

Mentre Ermanno compone il numero, Giacchetta estrae la sua rivoltella, al fine di tenere sotto tiro i due protagonisti.

- Pronto…centrale ? Sono Ermanno…come Ermanno chi….Ermanno no ! 
Signor Commissario, non mi riconoscono…..cosa devo fare ?
- Ma muoviti imbranato !
- Sì…subito…ehm….centrale…con chi è che sto parlando ? Ah sei tu Teddy….
come sta Freddie…ah è scappato con la moglie di Gigi….e la cremeria ?
- Ma ti muovi o no !?
- Signor Commissario, cosa devo dirgli ?
- Che abbiamo catturato i colpevoli !

Ermanno prontamente esegue.

- Abbiamo catturato i colpevoli….come colpevoli di cosa….colpevoli ! Mandate la volante 24. Commissario, va bene ?
- No, la volante 24 è sfortunata….Voglio la 30 e la 62…
- IL Signor Commissario dice che vuole la 30 e la 62. Ah…dicono che ne abbiamo solo 29….
- Che facciano presto !
- Fate presto !…..Signor Commissario, vogliono sapere l’ indirizzo…
- Via dei Bidoni numero…..numero…accidenti…non mi ricordo il numero.
Vai giù a vedere !
- Subito Commissario ! Resta lì Teddy, sto andando a vedere….

Ermanno scatta, trascinando con sé il telefono.

- Ma cosa fai salame ! Hai sradicato il filo del telefono…e adesso come facciamo !?
- Ma sì….tanto arrivano lo stesso…

S’ intromette a quel punto il nervoso.

- E voi sareste due agenti di Polizia ?
- Stia fermo e non fiati !
- Ma metta via quella pistola, che tanto qui è tutto finto….
- Come sarebbe a dire tutto finto ?

Interviene il calmo.

- Io posso spiegare tutto, ormai credo di aver capito la situazione. Non posso dirle cos’ è accaduto allo scrittore ma se le interessa posso dirle da dove veniamo noi. Noi apparteniamo alla fantasia, una trave nella logica si è spezzata e siamo precipitati qui.

IL Commissario Giacchetta ed Ermanno si guardano in faccia stupiti.

- Ma questi due sono pazzi furiosi !

A quelle parole, il nervoso dà sfogo ad uno dei suoi scatti d’ ira.

- Ma come si permette ! Io voglio andare a casa mia, sono stufo di questa storia, ha capito ?

E intanto, mentre parla, si avvicina minaccioso al Commissario.

- Stia indietro, non mi provochi.
- Lei non ha il coraggio di sparare, lei è un vigliacco.

IL nervoso spinge il Commissario, il quale reagisce sparandogli più volte a bruciapelo.
Mentre il nervoso resta imperturbabile, il calmo, il quale stava in un angolo e completamente fuori tiro, cade a terra come se colpito a morte.

- Aahhh !! Sono stato colpito più volte al cuore ! Aaahh…..muoio….

IL Commissario guarda incredulo la sua pistola.

- Questa pistola qui non va mica bene….Ermanno, ricordami che va oliata…

Ermanno è senza parole, mentre il nervoso invece si controlla il petto, completamente stupito e sconvolto.

- Ma come mai…non ho niente..

I tre ad un certo punto si guardano in faccia stupiti e poi si precipitano a soccorrere il calmo. Mentre si stanno sincerando delle sue condizioni, sorprendentemente lo scrittore Magretti si rialza, barcollando e tenendo la testa tra le mani. Visto che tutti gli danno le spalle, nessuno lo nota. Ermanno sentenzia la morte del calmo.

- Commissario, non c’ è più niente da fare, quest’ uomo è morto.
- Allora adesso i morti sono due.
- Calma un attimo…

Esclama Magretti. Tutti, sorpresi, si avvicinano a lui.

- Io non sono ancora morto, anche se mi hanno dato una botta in testa così forte che quasi quasi…
- E’ stato lui !

Afferma Giacchetta indicando il nervoso.

- Ma no Commissario….non si preoccupi di loro.… E’ stato probabilmente un ladro a colpirmi. Poi è fuggito spaventato, pensando di avermi ucciso…. Per quanto riguarda questi due, non so come sia potuto accadere ma la botta che mi hanno dato, prima di farmi perdere i sensi, mi ha provocato come una specie di vuoto di memoria, grazie al quale, loro, che altro non sono che personaggi creati da me, sono usciti dalla mia mente e si sono ritrovati qui, proprio come lei li ha trovati…
- Se questa è una messa in scena, io allora vi arresto tutti !…E comunque quello è morto…
- Ma no…quello è morto per istinto…
- Come scusi ?
- Ma sì, ha sentito i colpi di pistola ed ha recitato la parte del morto, proprio come l’ ho scritta per lui nel mio libro, per altro mai pubblicato, “ La morte del Marchese poco nobile “. Ero semisvenuto e non ho potuto vedere come ha recitato…ma l’ avrà fatto male come al solito…
- Io non credo ad una sola parola di questa storia !
- Ah sì ? Stia un po’ a vedere…

Magretti alza la mano verso il calmo steso a terra e gli ordina:

- Alzati !

Come un automa, il calmo si rialza come se niente fosse accaduto. IL Commissario e il suo aiutante si spaventano a tal punto, da scappare a gambe levate.
IL calmo si controlla il petto incredulo ed alla fine gioisce per essere ancora vivo.

- Sono vivo ma…com’ è possibile ?

IL nervoso indica Magretti con rabbia.

- Quell’ infernale illusionista, continua ad insistere dicendo che siamo due personaggi inventati.
- Ma come, non siete ancora convinti ?
- Convinti ? Io sono convinto del contrario ! Lei è un truffatore e un manipolatore di menti ! Ma io ho visto da dove è uscito il Commissario ed uscirò anch’ io di lì.
- E poi dove andrai ?
- Andrò a casa e festeggerò col mio amico.

Abbraccia il calmo, ancora intontito per gli eventi. Lo scrittore lo interroga.

- Potresti descrivermi la tua casa ?

A questa domanda, il nervoso estrae dal taschino della camicia uno stuzzicadenti e se lo infila in bocca, assumendo un atteggiamento da boss mafioso.

- Casa mia è una bedda casona composta da sette piani, più uno optional, con veduta sullo splendido mare di Sicilia. I miei quattordici figli scorrazzano ovunque e non mi lasciano mai in pace. Se mi viene a trovare, le faccio provare la cucina di mia moglie, tutta a base di peperoncino e melanzane…
- Si potrebbe avere una cassa di arance ?

Chiede il calmo intromettendosi.

- E tu chi saresti ? Assomigli a quel fetuso di Gennarino Cannamozza, il mio eterno rivale. Identificati.

IL calmo si rivolge preoccupato allo scrittore.

- Ma cosa gli prende a questo ?
- Ormai dovresti averlo imparato…Alla mia precisa battuta, è uscito uno dei tanti personaggi da lui malamente interpretati. In questo caso, il boss Vincenzino Murratore, protagonista del mio breve racconto “ La Sicilia disonorata” , che ho ambientato in una Calabria mai esistita e che quindi ho subito cestinato.

IL nervoso riprende la recitazione.

- Voi due…en beh, che state blaterando ? Carmine ! Carmine ! Venisse !
- Ora basta ! Torna in te !

Barcollando per un attimo, il nervoso torna in sé come se niente fosse stato.

- Come le stavo dicendo, io sono libero di uscire da quella porta e di non tornare mai più !

IL calmo gli pone amichevolmente una mano sulla spalla e gli dice :

- Ma dove vuoi andare….ormai io mi sono rassegnato ed ho capito cosa sono…Per quanto mi sforzi di scavare nella mia memoria, non ho nessun ricordo del mio passato. In poche parole non esisto….
- Va beh, non avremo un passato ma potremo sempre avere un futuro. Io non mi so spiegare quello che è successo qua dentro, so soltanto che voglio andarmene, poi succeda quello che succeda.

IL nervoso fa per andare ma Magretti lo ferma un attimo.

- E’ giusto che voi andiate, non voglio trattenervi. Anch’io non so darmi delle risposte, però ormai siete qui. D’ ora in avanti sarete voi i registi della vostra vita. Tutto sommato, in un certo senso, ora siete più reali di me.

IL calmo, mesto, si avvicina a Magretti e gli porge la mano. 

- Addio padre…
- A presto…

Gli risponde Magretti. Mentre il nervoso esce, come al solito seccato, i due si salutano commossi. IL calmo, prima di uscire, si volta e rivolgendosi ancora a Magretti gli chiede :

- Cosa troveremo fuori di qua ?
- IL mondo reale, in fondo, non è molto diverso dal mondo che è nella tua testa.
Lì fuori è pieno di pirla, quindi due in più non farà differenza…

A questa affermazione, il nervoso, che già era uscito, rientra in scena ed afferra il calmo per un braccio.

- Ma come si permette ! Vieni amico, ce la caveremo benissimo da soli, fidati.

E lo trascina fuori scena. Magretti, rivolto nella direzione dove sono usciti i due personaggi, afferma in tono meditativo :

- Addio ragazzi miei….mi auguro che nella realtà abbiate più fortuna che nella fantasia. E ora vediamo di continuare a comporre l’ ultima poesia del mio spettacolo: “La mia vita è una poesia malriuscita” 

Si risiede alla scrivania, per poi rileggere ad alta voce quanto scritto fino ad ora.

- La rondine volò via ed arrivò l’ inverno. La neve si sciolse e tornò l’ estate. IL sole se ne andò ed arrivò il temporale. Con un colpo di vento, arrivò Marzo e le piogge di uno dei tanti Aprili della mia vita, che mai ha conosciuto stagioni. Mi siedo, guardo fuori e cosa vedo ? Niente, oggi c’ è la nebbia….

Al termine, Magretti è soddisfatto del suo lavoro.


- Bella ! Già mi immagino il teatro che cade giù per gli applausi….sarà un successone !

Ma in quel mentre, rientrano i due personaggi, afflitti e sconvolti.

- Ma cosa fate ancora qua !?
- Meglio qui che là fuori !

Esclama il calmo. IL nervoso invece, si lascia cadere a terra disperato.

- Sono stato morsicato da un cane picchiato dal suo padrone….Sono stato investito da una macchina e in più mi hanno dato una multa per aver attraversato fuori dalle strisce pedonali….Un bambino, mi ha sporcato col suo gelato e in più suo padre mi ha pestato per averlo sgridato…Come se non bastasse, sono stato coinvolto in una rapina al supermercato….Mi hanno tenuto come ostaggio e poi un testimone, mi ha accusato di far parte della banda…Mi sono dato alla fuga e adesso sono ricercato e in più, durante la fuga stessa, sono caduto in fosso dove si stava svolgendo una gara di pesca e i pescatori mi hanno pestato ! Tutto questo in meno di tre minuti !
- E tu, non hai niente da raccontare ?
- No. Io ero abituato ad una vita più avventurosa, là fuori mi annoio….
- Ma io non posso più tenervi qui…Ormai, anche se non so spiegarmi cosa sia successo, siete proprio due uomini. Non dovete aver paura di affrontare la vita.

Continua rivolgendosi al calmo.

- Tu mi hai detto che ti sei annoiato in quei pochi minuti ma non devi temere, la vita può essere molto più avvincente di qualsiasi romanzo e un uomo onesto, può essere molto meglio di qualsiasi eroe di carta. Quindi, vai e frequenta più persone possibili, costruendoti così la tua vita.

Si avvicina poi al nervoso.



- Per quanto riguarda te, io non credo ad una sola parola di quello che hai raccontato…La tua è solo paura. Nessuna virtù è veramente nobile se non è tenuta insieme dal coraggio. Impara ad affrontare la vita ed a misurarti con le avversità.

Si ferma un attimo pensieroso e poi riprende :

- Però, devo ricordarmi queste parole per il mio nuovo romanzo “Parole con le ali”. Sarà un best seller di grande successo e vi omaggerò di una copia autografata con dedica…E ora andate ! E fatevi onore !
- Dobbiamo proprio ?

Chiede il nervoso.

- Ho detto fuori ! Via !

I due mestamente escono. Magretti si porta al centro della scena e dopo aver fissato pensieroso il pubblico, sospirando afferma :

- Mah….A volte nella vita capita di essere coinvolti in fatti straordinari come questo. Temo però che quei due poveri disgraziati, non sopravvivranno una sola settimana là fuori. IL mondo non perdona….mai ! Io ne so qualcosa. 
Se solo riuscissi a pubblicare almeno uno dei miei romanzi…o a mettere in scena una sola delle mie commedie…Io ho talento, lo so ! Non sono un perfetto fallito come quei due ! E pensare che una volta sono stato ad un passo dal successo ! IL mio romanzo, “ La pastina bollente “, ormai era addirittura in stampa ma…tutto venne bloccato all’ improvviso ed io fui accusato di plagio. Quel titolo esisteva già….Ma com’ era possibile !?
Eppure era così ! Persi un sacco di milioni nella causa che ne seguì…e la casa editrice mi screditò. Ma quell’ idea era buona, perché la casa editrice un anno dopo, pubblicò il romanzo cambiandone il titolo in “ Guidati dalla stella del nord “, ricavando per di più una vera fortuna. Feci loro causa…e persi quel poco che mi era rimasto. Fu allora che creai i miei due personaggi, forse per scaricare su di loro le mie ansie e le mie debolezze. Chissà, forse ora che se ne sono andati, per me comincerà una nuova vita…Ma adesso che ci penso per l’ ennesima volta….” Guidati dalla stella del nord “ ? Ma cosa centra quel titolo, è un romanzo che si svolge tutto in una cucina piena di vapore ! Eppure hanno venduto ! Mah…rimettiamoci a lavorare.

Torna alla scrivania, per riprendere i suoi componimenti. Musica di sottofondo. Buio e cambio scena.

Scena 2 : “ La piazza “ ( Finale )

Nella stessa piazza dell’ inizio, i due protagonisti occupano praticamente le stesse posizioni di due anni prima. IL calmo è seduto sulla panchina, intento a leggere, il nervoso è invece in piedi poco più lontano, che sembra aspettare qualcuno. Ad un tratto, il nervoso nota il calmo.

- Mah….

Si avvicina per vedere meglio e si accorge che effettivamente si tratta del suo amico.

- Ma allora è proprio lei !
- Che combinazione, ritrovarci proprio qui dopo due anni…

IL nervoso si siede accanto al calmo.

- Allora, cos’ ha fatto in tutto questo tempo ?
- Mi sono sposato….
- Ah…ma davvero ? E come ha fatto ?
- Ho detto sì davanti a un prete…
- Ha ha ha…..vedo che non ha perso il suo umorismo all’ Inglese…
- E lei invece, mi parli un po’ di lei….
- Beh, io non mi sono sposato ma in compenso sto con una splendida ragazza che fa la modella. Inoltre mi sono messo nel commercio.
- Ah sì ? In che ramo ?
- Vendo guanti di lana.
- E d’ estate ?
- Vendo i bastoncini dei ghiaccioli…
- Mi sembrano attività poco pulite….
- Ma come si permette !
- Vedo che la sua celebre battuta non l’ ha dimenticata…
- Comunque, sappia che io faccio un sacco di soldi, non come lei che invece i soldi sicuramente li sborserà per sua moglie !
- E lei invece, cosa ci fa con tutti i suoi soldoni ?
- Li conto dalla mattina alla sera…
- Ed è contento ?
- Lei pensi agli affari suoi !
- Calma ragazzi !

Fa il suo ingresso Magretti.

- Sono felice di rivedervi qui dopo tutto questo tempo. Come vi avevo promesso, vi ho portato le copie del mio best seller : “ Parole con le ali “. Ne ho vendute ben venti….almeno così mi hanno detto…
- Come sapeva che saremmo stati qua ?
- Per me non avete segreti…Ah, ho sentito che stavate raccontando tutte le vostre imprese. Bravi, non ve la cavate male a raccontar frottole…
- Ma come…

IL nervoso si blocca.

- Come !? Non dici la tua battuta ?
- Se mi sono bloccato, è solo perché non voglio più ripetere quella frase meccanica. Io la odio ! E poi….cos’ è tutta questa confidenza ? Mi dia del lei…
- Mi scusi tanto…Non volevo ferire il suo orgoglio di vero uomo…

S’ intromette nella discussione anche il calmo.

- Noto del sarcasmo nelle sue parole e forse anche una punta d’ invidia.
- Invidia per cosa !?
- Forse perché teme che stiamo per avere più successo nella vita, di quanto sia riuscito a darci lei nella fantasia…
- Non diciamo sciocchezze ! Io vi conosco perfettamente. Voi siete due scarti, lo siete stati e sempre lo sarete !
- Se noi siamo due scarti, mi piacerebbe però sapere quanti libri ha venduto lei nella sua carriera…
- Non sono tenuto a dare spiegazioni alle mie creature. Mi stupisco che siate ancora vivi…

In quel mentre, fanno il loro ingresso due ragazze, che subito si portano al fianco dei due protagonisti e poi li abbracciano.
IL nervoso si rivolge a Magretti.

- Se ha un secondo, tra un suo successo e l’ altro, le vorremmo presentare le nostre signore….

Magretti rimane di stucco.

- Ma com’ è possibile !?
- Eh sì, mio caro scrittorino, questa è mia moglie Marilyn….
- E questa è la mia fidanzata Sharon…
- Come può notare, non sono frutto di fantasia, questa è realtà.

IL nervoso saluta Magretti.

- Ci vediamo, caro Magretti….

I due, con le rispettive consorti, s’ incamminano verso l’ uscita. Prima che scompaiano però, Magretti li blocca.


- Aspettate un attimo….

I quattro si fermano.

- Non è possibile, non posso credere ai miei occhi…
- Ma chi è quest’ uomo ?

Domanda una delle due fanciulle al calmo, il quale dopo aver squadrato attentamente lo scrittore afferma :

- Francamente non so esattamente chi sia….

Magretti vorrebbe ribattere ma rimane spiazzato. IL nervoso infierisce.

- Mi sa tanto che se qui c’ è un pirla, quello è proprio lei….ed è sempre stato lei!

Ed escono definitivamente.

- Ma come si permette !

Risponde d’istinto Magretti, rimasto solo al centro della scena. Appena detta la battuta si porta la mano alla bocca, spaventato. 

- Perché ho risposto così !?

Si osserva poi le mani, quasi con orrore.

- Mi sento strano…leggero…ho come le vertigini…Sarà meglio che vada ora…

Fa per incamminarsi ma poi si blocca.

- Sì ma…dove ? Non ricordo più nulla…Dio mio, fa che non sia vero ciò che temo…

Cerca di uscire dalla piazza ma non ci riesce. Tutte le direzioni sono bloccate.

- Sono in trappola ! Mi sono perduto nei meandri di me stesso….

Getta per terra i suoi romanzi e poi li scalcia via schifato. Dopo di che, riacquista un istante di calma pur mantenendo lo sguardo allucinato. Si rivolge al pubblico rigido come un tronco secolare e, con solennità declama i suoi ultimi, definitivi, versi:

- Ebbene si!….. Sono impazzito……

Estrae la pergamena ed inizia a mangiarla. Sulle grida di disperazione seguenti, parte una triste musica per un finale controcorrente.

Musica finale per tristi presentazioni. 

Fine

Paolo “Paolino” Accorsi e Fabrizio “Bisso” Tesini.

Maggio 2002