Ma dico: stiamo scherzando?

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Ma dico: sta scherzando?

Commedia  in due atti

Di

Angelo Alfieri

 

PERSONAGGI

EZIO:                   Industriale (in abito da sera)           

MAURO:             Elettricista (in tuta da elettr.)

CATERINA:        Donna delle pulizie (in grembiule)

MASSIMO:                   Operaio licenziato (piuttosto malridotto)

DELIA:                Indovina (ben vestita)

ARTURO:           Dirigente d’industria (ben vestito)

ANTONELLO:    Operaio (in abiti appropriati)

RODOLFO:                  Cameriere ( In divisa adatta)

GINA:                  Addetta al traffico (in borghese con paletta)

SOVRAINTENDENTE (in tunica)

La scena. Luogo vuoto, completamente bianco, una sedia, una panca semicircolare e sullo sfondo una porta ad arco illuminata dall’esterno. Sulla sinistra un ingresso molto stretto senza battenti.   

ATTO PRIMO

Ezio: (Entra, si sofferma sotto la porticina d’ingresso, si guarda attorno). Ma, è il caso di fare porte così strette? Stupidi.Che luogo sarà?Dove mi trovo … da qualche medico privato?Non direi, non vedo l’infermiera seduta alla scrivania che cerca soldi prima della visita … che sia diventato un sevizio gratuito? Di questi tempi? È inutile che mi sforzo di indovinare … se chiamassi qualcuno in soccorso? Ho come l’impressione di trovarmi in un manicomio, questo colore bianco non ispira niente di buono … c’è qualcosa che non va ma dire esattamente cosa sia sarebbe improbo. Vuoi vedere che è l’inaugurazione di una nuova azienda e mi vogliono fare una sorpresa? Mi azzarderei ad attraversare la stanza ma non vorrei che mi vedessero gli addetti alla sorveglianza e mi scambiassero per un ladro. Io, un ladro! Un industriale! Ci mancherebbe anche questa sciagura. Ho capito! Alle volte uno si fa delle idee strane: è un ristorante alla moda. Da qualche tempo ci si occupa solo di mangiare in un certo modo facendo a gara a chi spende di più per assaggiare le solite cose. Chissà dove hanno la cucina? Attendo! Ho una tale confusione in testa che … se avessi saputo mi sarei cambiato d’abito, questo è piuttosto scialbo.

Cat:            (Entra allegra). Buongiorno! (Si aggira). Mamma che posto! Squallido. Sta aspettando i nipoti? Turista? È lei il prossimo?

Ezio:          Cosa vuole questa? (Tra sé). Sarò anche il prossimo ma non so nemmeno se mi trovo nella fila giusta. Non vede che non c’è nessuno? Perché sono qui … chi mi ha mandato? (Seccato).

Cat:            Come faccio a saperlo, mica l’ho convocata io … comunque entro per seconda. Adesso mi devo raccogliere in preghiera?

Ezio:          Cosa fa? Si deve pregare? Non sono abituato a queste pratiche. Dunque lei sa perché è qui?

Cat:            A dire il vero no! Sono certa che fino a (guarda l’orologio) qualche momento fa mi trovavo in albergo e all’improvviso eccomi qui con lei che non conosco a parlottare di una precedenza … che luogo è? Una chiesa? … Sono un po’ confusa. Signore aiutami.

Ezio:          Lo vede: non lo sa! Spero solo che chi deve venire arrivi presto: ho un sacco di faccende da sbrigare, ma non cosette da poco: cose importanti … ha ragione sa! Fino a poco fa anch’io mi trovavo nella mia casa a festeggiare un avvenimento che non  ricordo bene se in mio onore o in onore di qualcun altro. A casa si festeggia per ogni ricorrenza e mi confondo … Ho capito: glielo dico in confidenza: ci hanno rapiti.

Cat:            A che scopo … non si rapisce un operaia in grembiule così di punto in bianco … la si tartassa per bene e poi magari se avanza tempo la si accusa di nefandezze varie … ma rapirla è da escludere! Finora non mi risulta. Lei piuttosto è rapibile.

Ezio:          Sì in effetti … a volte mi sottovaluto. Me lo dicono tutti: “Non sottovalutarti”. Ho la tendenza a mettere tutti sullo stesso piano: errore! Errore. Se ce n’è uno da rapire … E allora cosa dobbiamo pensare?

Cat:            Di solito uno pensa quello che vuole ma qui più che pensare c’è da preoccuparsi. Non vedo anima viva. Che guaio. Anche lei ha freddo?

Ezio:          Un po’.

Mauro:        Salute a voi cittadini … pensavo di trovare ressa e invece sono arrivato in un fulmine. Come si dice? Sulle ali dell’arcobaleno! Che volata. C’è troppo entusiasmo? Capisco! Non è il caso. Dov’è il guasto?

Cat:            Mi sembra contento. Da dove arriva?

Mauro:        Dal sud … e voi?

Cat:            Da Milano … e lei?

Ezio:          Da … lontano! Mi piacerebbe sapere chi ci ha mandati qui.

Mauro:        Già! Chi sarà stato? (Li osserva). Voi siete malati?

Ezio:          Non credo! Sono malato?

Cat:            A vederla così non mi pare, se poi ha delle magagne nascoste non so.

Mauro:        Io stavo accovacciato sotto un macchinario e d’un tratto eccomi qui con voi che non conosco e non so se sia in gita di piacere o meno. Mi sono addormentato di sicuro. Da un po’ di tempo faccio sogni pesanti. Stento a svegliarmi. Spero solo di non trovarmi in qualche chiesa strana.

Cat:            Le darebbe fastidio? (Fa il segno della croce).

Mauro:        Parecchio! Non mi sono mai fidato dei preti. Non fanno altro che confondere la gente per assicurarsi  uno stipendio senza lavorare. (Caterina fa il segno della croce). Sarò venuto col tappeto volante!

Ezio:          Quello è il desiderio inappagato di mia moglie. Le manca! Le ho concesso tutto ma il tappeto proprio no. Beh! Un minimo di ritegno. Bene! Ci conosciamo ora, piacere: mi chiamo Ezio, il famoso industriale … se credete, dopo la visita, potremmo andare in un bar a festeggiare qualche cosa.

Mauro:        Bar? Ah … mi spiace ma quei luoghi non li voglio frequentare più. Vi sembra giusto pagare cifre assurde per bere dell’acqua colorata? … Non siamo molto furbi, se lo lasci dire.

Cat:            Ormai l’acqua è diventata cara dappertutto. Ho sentito dire che in futuro si combatteranno guerre per averla. Bisognerà tenerla dacconto.

Mauro:        La butto lì? Filtriamo il petrolio.

Ezio:          Non ho ancora pensato di farlo, appena esco da qui mi do da fare. Che mestiere fa? Ha delle idee originali … informerò quel branco di lazzaroni dei miei addetti del settore. Se dovesse funzionare l’assumo come ideatore.

Mauro:        Sono un elettricista. (Deposita a terra gli attrezzi). E data la velocità con cui sono arrivato è segno che il guasto c’è!     

Massimo:    (Entra. Si inchina. Ha i lineamenti indiani). Salve gentili amici … è presto per il colloquio? Cercate lavoro anche voi? Sono stato gettato in mezzo alla strada da un giorno all’altro e ora mi … trovo così … a dover questuare.

Ezio:          Chi è quell’incosciente che l’ha messa sul lastrico? (Ridacchia). Il medico è già in ambulatorio. Attento: una formica.

Massimo:    Stravo per commettere un assassinio. Grazie per avermi avvisato. Bella giornata vero?

Cat:            Insomma … ne ho vissute di migliori. Perché gli ha mentito? Quale medico c’è? (Ad Ezio)

Ezio:          Quello crede a tutto … lo guardi! Mi chiedo come ci si possa ridurre così. Stessero a casa loro. Vengono tutti qui a barboneggiare. Non le sembra un barbone?

Cat:            Non saprei! … che male c’è! Questa mania di classificare tutti. … in confidenza. È un barbone! Ha ragione.

Ezio:          Vuol mettere le nostre virtù  con le sue? Andiamo, un po’ di criterio! Si sa, quelli pensano solo a se stessi e a raccattare da chiunque … e pretendono  donazioni! E li devo mantenere io. Pessima gente! (Si sono messi un po’ in disparte).

Mauro:        State sparlando di me?

Massimo:    Ultimamente tutti sparlano di tutti, non fanno altro … stia attento che al minimo sbaglio la mettono in croce.

Mauro:        Ah ci mettono un attimo …

Ezio:          Si riferisce a lui … (A Massimo) non mi coinvolga in faccende che riguardano il passato perché … io non c’ero.

Massimo:    Me l’aspettavo una risposta del genere. Oggi non mi va di litigare. Sto cercando di capire il perché di questa convocazione improvvisa. Me ne stavo seduto sotto un albero del parco quando ho sentito degli spari provenire dall’esterno e … e ora mi trovo qui in un luogo insolito a parlare con voi che non conosco in attesa che avvenga qualcosa … chi stiamo aspettando?

Ezio:          Se lo sapessi gliene parlerei ma come vede, pur avendo possibilità non le so dire … io proverei ad infilarmi in quella porta laggiù … per curiosità!

Mauro:        Stia attento ad un attentato.

Massimo:    Perché mai?

Delia:          Scusate! Si può? (Entra). Però! Questo ambiente in qualche modo mi appartiene. (Annusa). L’ho sempre sognato! Magico. Un bastoncino d’incenso non guasterebbe. (Fa dei gesti scaramantici). Ne parlerò agli addetti. Mi siedo là? Temete la mia presenza?

Cat:            Nemmeno per sogno! Dio che persona odiosa. (Tra sé). L’avrà già visto in qualche sogno psichedelico. Menomale che sono di passaggio.

Massimo:    Meno parla meno la offendono. (A Delia). Quello (Ezio) è avvezzo agli insulti gratuiti. Non capisce niente … scommetto che è di quelli che ha corso come un matto per tutta la vita senza alzare la testa per poi lamentarsi del fatto che si ritrova vecchio e demente senza rendersi conto che la causa di tutto sta in quello che  ha mangiato.

Delia:          Si vocifera alle spalle? Ci si crede superiori? (Entra Arturo è sempre sospettoso).

Arturo:        State parlando di me? Io per principio sono rispettoso di tutti e di tutto. Se per voi questo è credersi superiori mi sta bene.

Ezio:           Com’è sospettoso! Non è ancora entrato e già mette zizzania. Mantenga le distanze. Faccia un giro per l’isolato. Crede di essere il migliore. Imbecille! Razze inferiori. Rubano e nascondono la mano. (Tra sé).

Anton:        (Entra, ha i lineamenti mediorientali, ha sentito le parole di Ezio). Si fermi! (Ad Arturo). Faccia come me, dica il meno possibile … appena apro bocca mi infilano un attentato. Oramai tutto quello che succede è per causa nostra.

Ezio:           Ci odiamo ancora troppo per fatti avvenuti secoli fa. Io non ho interessi ad odiarvi perché traffico con alcuni di voi e mi guardo bene dal crearvi problemi, ma non mi dica che avete voglia di passare alla storia solo per aver terrorizzato l’occidente … siete stati il tramite fra le due culture, avete portato il pensiero greco in Europa e ora ci dichiarate guerra senza motivo?

Anton:        Avremmo dovuto portare solo i datteri non Aristotele. C’è movimento di là … forse si aprono le udienze.

Gina:          (Entra). Quali udienze? Per la miseria sono in ritardo. Ho commesso una azione inadeguata nei confronti di un politico. L’ho multato. Non guardo in faccia a nessuno io … Il giudice c’è? Hanno fatto in fretta a processarmi.

Mauro:        Se c’è di mezzo un politico. Va per direttissima.

Gina:          Dove siamo? (Si guarda attorno). È un luogo che mi dà soddisfazione spirituale. Pluriconfessionale direi. Il potere della conoscenza.

Ezio:           Abbassi le ali per favore: conoscenza. (Si siede sulla panca).

Rodolfo:     (Entra). Già! È vero! Sento la gioia della beatitudine. C’è promiscuità. (Allarga le braccia). Da che parte sorge il sole?

Ezio:           Dalla solita! Ma ti dico io. (Tra sé).

Anton:        Ora che ci penso: ho come la sensazione di essere a casa d’altri. Sapete no, quando si va da qualcuno per forza e dici: “Perchè sono costretto sennò chi me lo fa fare di assecondare questo cretino”. Ecco!

Ezio:           Ha ragione … a casa d’altri. E al contrario di voi sono arrabbiato.

Gina:          Sì, in effetti un certo disagio c’è! Sento la vicinanza di un qualcosa che mi dovrebbe essere familiare e quando penso che lo sto per acciuffare mi scappa di mano: mi sfugge.

Ezio:           E intanto non si vede nessuno! Adesso mi sentono.

Massimo:    Non faccia il solito europeo fracassone. Aspetti no?! Qualcuno arriverà. È ancora presto per pranzare.

Mauro:        A dire il vero non sento fame … è come se avessi già mangiato molto e la cosa mi sorprende perché è da ieri che non tocco cibo come si deve.

Delia:          Anche a me il luogo dà un senso di pienezza. Più spirituale-magica che gastrica.

Ezio:           Vive d’aria … più pienezza di così.

Anton:        Insomma … pienezza proprio no ma … sento che mi manca qualcosa … non so … esatto: come se all’improvviso mi fosse venuta meno la voglia di mangiare, di fare. Guardate, ho le mani sporche di … non è cibo … che cosa sarà? Scusate.

Cat:             Usate le posate. Semi barbari. (Tra sé).

Rodolfo:     Dev’essere il posto … l’attesa … il viaggio … Il silenzio assoluto. (Si concentra facendo un piccolo inchino).

Mauro:        Non me ne sono nemmeno accorto, devo aver volato. E se lo dico dev’essere vero perché difficilmente credo in astruserie come gli alieni o i vari Dei o angeli … fresconerie diciamo … che stupido: è un sogno!

Cat:             Di fantasia ne avete voi …  con qualche aiutino poi ...

Anton:        Disprezzate tutto ciò che è al di fuori della vostra scellerata cultura.

Ezio:           Adesso basta. Ehi voi … che intenzioni avete, ti tenerci qui per secoli?

Arturo:        Il signore ha da fare! (Un bagliore dietro la porticina). Arrivano: è contento?  (Piuttosto servile).

Ezio:           Avete visto che con le buone si ottiene qualcosa. Sempre noi dobbiamo metterci la faccia. Non sono abituato ad oziare per settimane seduto per terra a guardare gli scarafaggi che scorrazzano avanti e indietro come l’amico qui …

Massimo:    Perché ha fretta? … la prenda con filosofia. Guardi me! Sono il più messo male di tutti e paziento.

Cat:            Con filosofia, però il signore un po’ di ragione ce l’ha! (Ezio).Arriva il dottore! Io sono la seconda! Fa che non mi trovi niente di grave (Tenta di pregare).

Anton:        Stiamo aspettando un dottore? Oh bella! Che sia un teologo?

Ezio:           Ma quale teologo: fissato! … Silenzio! Adesso lo vediamo.

Sovr:          (Entra dalla porta ad arco). È un po’ strettina vero?

Ezio:           È arrivato il solito sbruffone. (Agli altri). Non direi ma se crede le mando una squadra di muratoti … una giornata. Sistemo tutto.  Metà prezzo purché ci sbrighiamo.

Sovr:         Quella porta grande non è per me … è un’uscita o un ingresso: dipende. L’ingresso principale è quello. (Indica la porticina). Tra un po’ l’allargheremo: Stiamo ingrandendo il sito. Prevediamo un afflusso straordinario.

Arturo:        Un altro esodo?

Sovr:          Temo proprio di sì. Epidemie gravi. Si stanno diffondendo o meglio: le stanno diffondendo in tutto il globo.

Ezio:           Che eresia! Si diffondono malattie adesso? Se ne sentono di tutti i colori.

Sovr:          Qualcuno pensa che sulla Terra ci sia troppa gente.

Ezio:           Indubbiamente ma da qui a sterminarne un paio di miliardi ne corre. (A parte, tra sé). Che sappia delle medicine velenose che sto mettendo a punto per quelli? Che furbo, mi sta traendo in inganno.

Sovr:          Ne è al corrente. Scommetto che ha già in mente chi eliminare? 

Cat:             Siete da scomunicare.

Massimo:    Non tutti i continenti sono sullo stesso piano. Uno e mezzo godono dei favori divini, gli altri … che sprofondino pure tanto … sono abitati solo da mano d’opera a basso costo.

Sovr:          Lo so … mi creda: si sono arrogati tutti i diritti senza permesso.

Delia:          Mi perdoni la sfrontatezza: con chi sto parlando? È forse un indovino più bravo di me? Mostri la mano e in men che non si dica si ritroverà con un verdetto insindacabile, le faccio una lettura perfetta.

Anton:        Già! Chi è lei? 

Ezio:           Appunto, chi ci ha convocati d’urgenza?

Sovr:         Nessuno! Comunque io sono …

Ezio:          Si fa in fretta a dire: io sono … faccia vedere i documenti, se li ha!

Sovr:          Quali documenti?

Gina:          Siamo in attesa di qualcuno oppure di qualcosa?

Sovr:          Credetemi: non state aspettando nessuno e nemmeno siete attesi.

Ezio:           Me ne stavo beatamente a Roma, io abito nei pressi del Colosseo, sapete cos’è? Non importa, e all’improvviso mi sono sentito tirare per la giacca da un tale ed eccomi qui a perdere tempo … lo sa che assomiglia a quel tale?

Sovr:          Io non tiro la giacca a nessuno … non mi muovo mai da qui.

Cat:             Abita nei paraggi? Che profumo di chiesa ha portato, che cos’è?

Sovr:          Di chiesa? Mah! L’ho messa stamattina fresca di bucato. Cosicché ignorate la ragione per cui siete stati portati su?

Massimo:    Su? Chiarisca il concetto.

Anton:        Sembra quasi che ci stia per dare una brutta notizia … la dica e morta lì.

Sovr:          Dipende molto dalle vostre culture … visitare questo luogo può essere un piacere per alcuni e una maledizione per altri.

Ezio:           Ha ragione: per me è un disastro oltre che una colossale perdita di tempo … ci visiti o ci dia da mangiare e ci lasci andare. Gli affari mi attendono.

Sovr:          Perché vi dovrei visitare? Non siete malati. Ragazzi, lo sapete dove siamo o no? (Alza la voce).

Tutti:          No!

Sovr:          Allora ve lo devo dire io?

Mauro:        Ho già capito tutto … dai veniamo al dunque! E cerchi di darsi meno arie. Di gente come lei ne ho abbastanza. Già quella tunica è sospetta. Mi si convoca e non … che strane lampade hanno … che colori pallidi  … ho capito! Siamo in uno studio televisivo. Sì sì … Anni fa mi chiamarono per  un intervento urgente. Ho conosciuto un sacco di personalità. Fortunatamente ho esperienza di queste cose … Perché non mettete un cartello fuori con la scritta “studi televisivi”? Uno si regola. Bel sogno però. Abbastanza lungo.

Sovr:          Mah?

Gina:          Bravo! Mi spiace solo di non essere vestita all’altezza della situazione. Io credo a parecchie cose ma prima devo verificare di persona. Non vedo le telecamere. (Si concentra).

Sovr:          Mi siedo un attimo perché noto che siete talmente curiosi da destare interesse … prego raccontate pure …  sentiamo un po’ le novità.

Ezio:           Mi pareva strano che non ci fosse il trucco. Ci invita, cerca di distrarci e si siede …  Lei è un perdigiorno. Il regista dov’è? Ma guarda che tipo! Signora come mi trova: ancora piacente?

Gina:          Insomma. È un po’ sbiadito.

Ezio:           Perché lei? Senti questa! Chiamo mia moglie. (Tenta di telefonare). Non c’è campo … nemmeno i telefoni funzionano.

Massimo:    Che modo di vivere … lei è un tossicodipendente da strumenti elettronici? Viva beato. E rispetti gli altri.

Ezio:           Stia attento alla mosca … non le faccia del male … che mentalità! Qual è la sua prima professione? Gironzolare per la città?

Cat:             Preghiamo.

Sovr:          Chi?

Delia:          Nessuno, tutti, gli spiriti degli antenati o defunti!

Arturo:        È impossibile: noi abbiamo il nostro … Io sono ebreo.

Rodolfo:     Esatto: Sono buddista.

Anton:        Guardate, finitela di scherzare. Ho il mio! Sono arabo.

Mauro:        Piantatela … Dio … fatemi il piacere.

Sovr:          Non vi pare di esagerare?

Cat:             (Si raccoglie in preghiere meditando). Ascoltaci padre.

Sovr:          Cosa sta facendo lei?

Cat:             Prego perché temo una condanna … non sente le blasfemie che dicono.

Sovr:          Loro dicono blasfemie e dovrebbero condannare lei? Che mentalità.

Ezio:           (Nel frattempo ha insistito col telefono). Ripristinate le comunicazioni per favore … devo chiamare assolutamente. Ho degli affari in sospeso … milioni e milioni di monete in ballo. Se poi mi crolla il palazzo in costruzione ne risponderete voi. Non mi si accusi.

Sovr:          Cos’ha da dire alla moglie ?

Ezio:           Nemmeno Facebook … non la passa liscia … ho tante di quelle conoscenze … la faccio arrestare … non immagina nemmeno chi conosco.

Sovr:         Sentiamo. (Parla sempre con serenità olimpica).

Rodolfo:     (Ha meditato tutto il tempo). Se tutti quelli che conosce sono come lei povero mondo.

Anton:        Lei si accontenta di poco eh!

Arturo:        Io appartengo ad un popolo tartassato da tutti … non parlo nemmeno più. Lascio che dicano, tanto.

Sovr:          Avete voglia di burlarvi di me?

Delia:          Si rilassi. Mettetevi in cerchio … tento di predirvi il futuro. Fate silenzio. (Si siedono sulla panca mentre Delia si siede per terra davanti a tutti, Il sovraintendente sorride appartato). Ecco! Vedo! Il destino si è compiuto … non sarà vero? (Si gira verso il Sovr). Cosa ride? Il mio potere va ben oltre i limiti umani. Se solo sapesse quante persone vengono da me perché deluse dai loro credi. Mi vedete così in abiti da …  ma con quali vestiti sono uscita? Io faccio la profetessa non la pagliaccia da circo. Rida, rida … lei finisce male: parola mia. Datemi una sfera … avete paura eh ... tremate!

Sovr:          Continui … non la voglio influenzare.

Delia:          Si prende gioco di me però! Vuol sapere cosa accadrà domani?

Sovr:          Sì! Non aspetto altro.

Delia:          Non glielo dico … vuole un responso gratis?

Ezio:           Allora! La finiamo con ‘sta pagliacciata o no? Il destino lo creiamo noi con le nostre forze. Ognuno è artefice della propria sorte … Se dovessi dar retta a quelli come lei sarei in Africa a gironzolare per la savana. Imbecillona! (Tra sé).

Sovr:          Scommetto che lei in Africa ci va comunque?

Ezio:           Ci vado ma per altri motivi. Miniere e … altro.

Anton:        Mi sbaglierò eh ma lei un po’ miscredente lo è.

Ezio:           Stia zitto … torni al suo paese. Apra la giacca. Questi qui ballonzolano con una cintura un po’ particolare.

Massimo:    Per me stare qui o altrove fa lo stesso … qui forse è meglio perché non ho nemmeno fame. Il che è tutto dire: è una sofferenza giornaliera.

Cat:             Vedrà che un giorno si riscatterà … preghi il suo dio.

Massimo:    Quale dei tanti?  

Rodolfo:     Uno per tutti? Io non ne ho ma lo cerco dentro di me.

Mauro:        Vedrà che prima o poi lo trova … povero me con che gente mi ritrovo. Lei, come si chiama, veda un po’ di sistemare i telefoni … vada dall’operatore e gli dica di controllare la centrale. Neanche un Tweet … che razza di posto è?

Gina:          (Non ha fatto altro che aggirarsi). Datemi qualcosa da fare sennò impazzisco. Sapete una cosa? Non ci sono rumori! Di solito mi devo mettere i tappi perché … madonna ho lasciato acceso il fuoco … lei che conosce tutti faccia pressione per il ripristino della linea … Mio marito sarà già in pensiero. Mi è rimasta in mano la paletta … dov’ero? Che giornata è? Credo a tutti e poi mi confondo. L’udienza?

Rodolfo:     Si lasci andare in meditazione … a suo marito verrà in mente di spegnerlo quel fuoco.

Gina:          Io ci credo sa alla meditazione … a dire il vero credo un po’ a tutto. A lui, a lui … a lui un po’ meno. Trovo strano pensare che degli animali possano essere dei. 

Massimo:    Mi creda mi è passata la voglia di parlare. Posso andare visto che anche oggi finisce male?

Sovr:          Non si trova bene qui?

Massimo:    Oh dio … fa freddo come in altri luoghi che frequento ultimamente per cui. Se ci dicesse il motivo della nostra presenza almeno ci toglieremmo questo cruccio. Non ho grandi pretese però … non vorrei commettere delle mancanze e danneggiare l’ andamento del cosmo.

Sovr:          Scusate un attimo … mi chiamano con urgenza! Non vi muovete!

Ezio:           È decisamente uno sbruffone …  lo chiamano: senza linee. Ha un udito prodigioso. Forza scappiamo da quella porta grande. Dai, prima che torni! Sono convinto che prima ce ne andiamo meglio è! È una sensazione.

Gina:          È sbarrata. Vedo di là … male ma vedo. Pessima giornata: c’è una nebbia! Guardi quella! … Niente! Credo in tutto quello che vedo e poi mi pento.

Rodolfo:     Dove andate … non avete visto che l’ha chiusa. Osservate. Avete gli occhi ma non li sapete usare.

Cat:             Lei ne ha tre di occhi. Sto perdendo la fede … nella vita non ho fatto altro che pregare per tutti i malati, i diseredati, i poveri ed ora …

Mauro:          È servito a qualcosa almeno? Scommetto che non è guarito nessuno e i poveri sono rimasti tali.

Ezio:           Lo sapete quanti soldi ho dato in beneficenza? Milioni! E non sono serviti a niente perché finivano in mai estranee alle organizzazioni umanitarie delle quali mi fidavo. Io sono magnanimo per natura ma non sono fesso. Senza tornaconto non muovo più una paglia. Mi inventerò un’associazione per conto mio.

Arturo:        Preferisco non parlare sennò mi accusate subito di chissà quali nefandezze. Non posso fare un passo che già sono sotto accusa. Quando non si sa con chi prendersela c’è il capro espiatorio. Nemmeno una vera nazione posseggo.

Gina:          Fa parte di quelli che sono sparpagliati ovunque? Io credo un po’ anche nel suo Dio … però, se lo lasci dire: non è che vi protegge tanto.

Arturo:        Abbiamo peccato troppo. Ci punisce e non vuole intervenire. Ormai sono più di quattromila anni che ci ha promesso assistenza ma non invia nessuno.

Mauro:        Ma quali peccati … quali? Siete degli illusi: tutti! Aspettate la redenzione. Vivete al meglio i pochi giorni concessi. Perdete del gran tempo in rituali assurdi che non portano da nessuna parte. Cosa avete in quella testa.

Cat:             Si vergogni: Ateo! Preghiamo i nostri santi per l’intercessione.

Delia:          I pianeti sono mal disposti … c’è caos … ne percepisco le conseguenze. Si mette male ragazzi. Saturno è in disordine.

Ezio:           Ha la barba lunga. (Intercalato).

Delia:          Oggi percepisco molto bene il fato … in passato faticavo non poco ma dal momento in cui sono entrata qui vedo chiaro … impossibile! Stavolta penso proprio di sbagliarmi. Se avessi la mia sfera. Temo me stessa.

Mauro:        Non mi meraviglio. (Ride). Sarà quest’aria fresca. Nella vita ne ho sentite tante da quelli come lei ma oggi supera tutti loro messi assieme. Indovini perché siamo qui.

Anton:        Buon uomo … non critichi i credi altrui … capisco il signore ricco, che si sente al disopra di ogni regola ma da lei un tantino di rispetto lo pretendo.

Ezio:           Le regole le faccio io se permette. Do da lavorare a migliaia di persone in tutto il mondo cosa crede? Do da vivere a centinaia di famiglie. E già questo dovrebbe essere sufficiente per evitare giudizi … e se poi mi dovesse morire qualcuno sul posto di lavoro, fatto mai successo, gli pagherò le spese funerarie.

Massimo:    Bravo! Complimenti. Mi dica il nome di una sua azienda?

Ezio:           Sono decine! La “Speram” la “Dolcevis” …

Massimo:    Quella, lavoravo in quella … poi mi hanno buttato fuori senza alcun preavviso perché ho tentato salvare un topo che stava finendo negli ingranaggi.

Delia:          Mamma mia come si è ridotto per un topo. Stia distante per favore. Ci ammaliamo anche per piccole ferite. Le faccio una fattura stia attento!

Cat:             Per forza: guardatelo! I topi si uccidono. Non tutti gli animali vanno rispettati. A dire il vero nessuno. È scritto sui testi. D’accordo … prego anche per lei.

Mauro:        Brava preghi per tutti e intanto perdiamo tempo a parlare di scemenze.

Ezio:           Su questo punto sono dello stesso parere … su altri meno. 

Rodolfo:     Sedetevi e pensate. Vi conduco io verso la luce.

Ezio:           Quale, quella delle scale? 

Massimo:    Io aspetto qui in un angolo … se succede qualcosa avvisatemi. Schiaccio un pisolino.

Gina           Ho vissuto fin ora credendo in tutto, religioni, oroscopi, sciamani divinatori e adesso me li trovo tutti assieme. E non so più a chi credere.  

Ezio:           Creda in se stessa e nella potenza del denaro.

Cat:             Che blasfemo. Scelga! Come vede ce ne sono tante di possibilità. Quasi tutte inutili ma tante. Ci siamo scannati per millenni per averne una per ciascuno e ci viene a dire che fa il polpettone. Abbandoni le superstizioni e si getti nelle braccia della chiesa cattolica.

Arturo:        Che siano tutte inutili è da vedere. Il vostro Dio è una costola del mio tanto per cominciare.

Anton:        È vero! Anche il mio ha delle affinità col suo ma in quasi tutto è diverso.

Mauro:        Bravi … andate avanti così ma non lamentatevi se le guerre continuano. Quanta gente è vittima dei conflitti religiosi? Lo dica? Millenni di scannamenti e non è ancora finita.

Delia:          Lasciatemi fuori dalla contesa perché io lavoro in proprio. Ho altri canali.

Gina:         È vero! Vi prego suggeritemi cosa devo fare … qual è la migliore?

Massimo:    La mia …

Arturo:        La mia.

Rodolfo:     Venga vicino a me … respiri a fondo. (Gina esegue). Vuoti la mente.

Mauro:        Non dovrebbe far fatica … guardate come riesce bene.

Ezio:           Ci credo: è già vuota! (Ridono). Dove lavora lei, per chi?

Mauro:        Per la “Sempervigilis”.

Ezio:           Non mi dica? È di mia proprietà … certo … mi racconti.

Mauro:        Purtroppo non posso parlare bene di quella società perché mi ha messo in difficoltà in modo del tutto gratuito … non va … non va! Provveda finché è in tempo, non lasci tutto al caso. Ne va della salute pubblica. Gli incidenti si moltiplicano.

Ezio:           È una azienda all’avanguardia. Non facciamo nemmeno timbrare il cartellino.

Mauro:        Capirai che vantaggio … quando mi pagano lo stipendio trovo che mi mancano sempre delle ore. Conviene a lei questa avanguardia, non a me!

Massimo:    Ha ragione! Se ne approfittano perché non alziamo mai la voce. E perché siamo stranieri.

Delia:          Attenti: sta arrivando il sapientone. Lo percepisco chiaramente.

Gina:          Che poteri ha … come mi piacerebbe averli.

Rodolfo:     Non torturatevi per nulla … rivolgete lo sguardo dentro di voi.

Arturo:        Mi sono sempre chiesto il perché di tutte queste religioni: non ne bastava una sola?

 Sovr:                   (Entra, seccato). Se siete degli imbecilli che colpa ne ho! Come avete potuto pensare che ce ne fossero tante? Se vi metteste d’accordo certe cose non succederebbero. Basterebbe un po’ di logica ma proprio poca per capire come funziona …  ma si da il caso che io sia particolarmente generoso e sorvolo sui dettagli … Ancora … abbiate pazienza. (Esce di nuovo).

Ezio:          Avete sentito: è generoso.

Cat:             Dio mio salvami dalle bestemmie. Stavo così bene dov’ero. Mi piace il lavoro che faccio perché mi dà la possibilità di pregare senza disturbare nessuno.

Mauro:        Per chi lavora?

Cat:             “Omnia mundi”.

Ezio:           Lavorate tutti per me? Ma ti dico io che … Ahhhh, finalmente ho capito! È una riunione sindacale improvvisa. Avanti: fuori il rospo! Cosa volete? Mi avete giocato.

Massimo:    Non so se sia una riunione o meno ma di sicuro vogliamo un po’ più di rispetto. Per quel che mi riguarda almeno!

Arturo:        Io lavoro per la “Superalter” e mi occupo di gestione del personale.

Ezio:           È un tranello … avanti si scagli pure contro di me.

Arturo:        È il proprietario anche di questa?

Delia:          Se vuole gli scaglio contro dei malefici. Ne ho di potenti. Scommetto che ve ne ha fatte passare di tutti i colori?

Ezio:           Senta stregonessa, si faccia visitare per prima così se ne va al diavolo.

Massimo:    Non so chi ci ha convocati qui e per quale motivo ma penso che sappia quello che sta facendo.

Gina:          Chi di voi ha ragione? Fate in modo che possa prendere una posizione chiara  … che confusione.

Rodolfo:     Ascoltate la mia. Il signore ha detto che quelli come me sono soltanto dei drogati buoni a nulla che vanno bene per fare collanine.

Cat:             Insomma … non ha tutti i torti.

Mauro:        Per me lo siete tutti un po’ strani.

Ezio:           Io avrei detto una cosa simile? Ma fatemi il piacere. Non la conosco nemmeno. (Lo guarda). In effetti. … se non le fa, le vende. Allora lei con la tonaca … che modo di fare hanno … il tempo è danaro!

Anton:        Vuoi vedere che siamo qui per colpa sua? (Di Ezio).

Cat:             Lei non è certo quell’innocentino che fa credere di essere.

Anton:        Teme una bella bombetta eh? Si da il caso che non ne abbia. Provate a chiederlo al vostro datore di lavoro chi è il responsabile di questi disastri.

Ezio:           Di che? Certo … mi mancava questa accusa. Qualsiasi cosa accada, sono io il responsabile. Perlomeno non è un mio dipendente. Menomale: mi sento in colpa.

Anton:        Se la “Matremea” non è sua non sono suo dipendente.

Ezio:           Non è mia!

Sovr:          (Rientra). Bugiardo: almeno sia sincero.

Ezio:           Se è rientrato per dire fesserie se ne torni in magazzino a sistemare le merci. (È molto arrogante).

Sovr:          Dov’è l’indovina?         Glielo dica.

Delia:          Un attimo! Tutto di corsa. (Si concentra). Com’è facile!  È un bugiardo!

Mauro:        Non le scappa niente.

Massimo:    Mi ha ridotto a mendicare ... è vero che sono straniero in terra altrui ma trattarmi così per aver commesso un gesto di rispetto nei confronti di un essere vivente mi pare eccessivo.

Cat:             Da noi certe cose … ecco! Vegani! Ma che gente mi tocca frequentare. Mi guardi il signore se bestemmio.

Sovr:          Pensa che pregando di continuo le possa giovare?

Arturo:        Non le farà male … anch’io prego spesso.

Anton:        Io cinque volte al giorno.

Rodolfo:     Trovate la via per l’illuminazione. Per la salvezza.

Sovr:          Ne esiste solo una.

Mauro:        Ce la indichi … così filiamo di corsa. Faccia ‘ste riprese e sia finita. Le voglio vedere eh! Mi mandi i nastri … i dischi …

Ezio:           Che qualifica ha qui dentro?

Sovr:          Sovrintendente di primo livello, alto commissario … ne aggiungo?

Massimo:    Non è un grado molto alto … lui è un “padrone”! Pensi. Mentre noi siamo pressoché dei miserabili e suoi dipendenti.

Sovr:          Davvero? Tutti? Che bravo … vi ha trattati bene o così così?

Cat:             Io faccio la cameriera in un albergo, l’”omnia mundi” e lavoro dieci ore al giorno ma è come se ne facessi venti. Lavoro per tre persone. L’unica soddisfazione sta nella libertà di pregare liberamente.

Sovr:          (Guarda Ezio che sta cercando di negare di essere il proprietario). Forse pensa che sia il modo migliore per garantirle un posto in paradiso.

Arturo:        Lo garantirà anche a me allora. Sapesse come vengo trattato. Ho assunto uno sventurato per sbaglio e la sto pagando ancora oggi. I suoi dipendenti devono avere caratteristiche ben precise. Il servilismo è la prima dote. Poi la disponibilità totale, intendo il lavorare anche il sabato … 

Anton:        Il venerdì.

Cat:             La domenica.

Sovr:          È un modello di industriale vedo? Quando sto bene io .. gli altri poi.

Ezio:           Questa è una riunione abusiva: dovevate informarmi. Non rispondo senza i miei collaboratori. Cancellate i nastri voi. State attenti eh! Dipendenti!

Massimo:    Se ne lava le mani.

Sovr:          Riposatevi  un attimo: vado a dare disposizioni. Voglio vedere i nastri che ho in archivio. (Beffardo).

Rodolfo:     Comunque so chi è lei! (Ezio). C’è una gigantografia lungo le strade. Non passa inosservato. Nel frattempo medito.

Gina:          Mi fa imparare … da che parte devo guardare?

Rodolfo:     Sono disorientato … penso di là. Faccio fatica … non mi trovo.

Gina:          È pericoloso?

Rodolfo:     Ma no! Cerchi di non svenire. Intoniamo questo mantra.

Gina:          Che canzone é?

Ezio:           È l’ultima dei “Fessistotalis”! (Ridacchia divertito).

Mauro:        Hi hi hi hi!

FINE ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

Delia:          Ascoltate la voce della verità! Ho capito il perché della convocazione.

Ezio:           Signora Cassandra vada di là che l’acqua bolle. Si faccia una tisana al finocchio. Cretina! Ha capito … manica di scemi. (Tra sé).

Cat:             Cosa capisce?!

Gina:          Sentiamola. Magari ce ne andiamo prima. Io le credo.

Arturo:        Lei crede a tutto … troppo comodo. Se non mi sta bene uno passo all’altro. Guardi che non funziona così.

Rodolfo:     Non litigate inutilmente … Meditate! Io non mi lamento e ne avrei ben d’onde. Faccio il cameriere e vengo bistratto da tutti. Se riesco a superare le sopraffazioni è proprio in virtù della mia capacità di meditare.  

Ezio:         Come si chiama il suo albergo?

Rodolfo:     “Vivinpacem”

Massimo:    Non mi dica che è suo pure quello.

Ezio:           No! (Imbarazzo). State a vedere che è tutto mio. (Mente). Parlo con l’avvocato Superpartesmea. Vi sistemo io. Telefono stupido! Non funziona mai.

Mauro:        Quel posto è piuttosto malfamato! È bruciato in un incendio doloso anni fa, ci furono cento morti.

Arturo:        Ricordo! Accusarono il direttore: un ebreo. Il classico depistaggio.

Anton:        Ultimamente accusano solo noi. Siete passati di moda caro amico.

Massimo:    Se deponessimo le ostilità il mondo sarebbe diverso. Bisogna rispettarsi l’un l’altro. Amare la natura. … Se dovesse rientrare il tipo con la tunica ditemelo, nel frattempo cercherò di pensare.

Delia:          Siete strani davvero … quando ci si espone troppo è logico che vi piombano addosso tutte le accuse. Io non sono mai stata al centro di discussioni. 

Ezio:           Ci credo. Lei è capace di vaneggiare a ruota libera … Per dire cretinate quanto si fa pagare sottobanco?

Mauro:        Troppo! E alla fine non serve a nulla. E quello che ci deve spiegare il motivo della nostra presenza, è sparito. Parlasse chiaro. Entra, esce. Non è sicuro di sé. …

Gina:          Chissà che ha da fare? Quando arriva glielo chiedo! Mi siedo perché mi tremano le gambe. 

Rodolfo:     Anche a me …. È stato il viaggio. Ah no … sono rivolto dalla parte sbagliata. Gli influssi cambiano a seconda della posizione … il magnetismo.

Ezio:           Quant’è cretino! Che gente!

Sovr:          (Entra). Forza, non fate storie e stringetevi la mano: qui di rogne non ne vogliamo: chiaro! Qui è tutto in comune e tutto gratis.

Ezio:           Avete sentito: parla come se ci dovessimo trattenere a lungo. Vanitoso! (Tra sé). Voglio parlare col responsabile qui della cosa … il coso lì: il regista!

Sovr:          Lei caro … Ezio … caro … per modo di dire.

Ezio:           Ha da ridire per caso? E mi chiami “signore”!

Massimo:    Insomma! Per causa sua guardi in che stato mi trovo.

Delia:          La prossima volta uccida il topo … vuole la formula?

Arturo:        Se volete veramente andarvene in fretta, lasciamolo parlare.

Anton:        Sono d’accordo!

Gina:          Signori: un po’ d’ordine. Vuole che li multi?

Sovr:          Non c’è bisogno!

Rodolfo:     Sedetevi e meditate. Una risposta la troverete.

Ezio:           Stiamo qui dieci anni. Preferisco pagare la multa. Quant’è?

Sovr:          Temo che la sua sia molto molto elevata.

Ezio:           Posso pagare anche per loro. Non ho problemi.

Mauro:        A quanto pare il responsabile delle nostre disgrazie è lei. Lavorando tutti per le sue aziende …

Ezio:           Dovevate lavorare per altri … ma senti questi. Imbecilli! (Tra se).

Cat:             Dio perdonami … ho pensato male di loro.

Mauro:        Lo sapete che ho rischiato di morire chissà quante volte per la negligenza dell’azienda?

Massimo:    Non lo dica a me. In fatto di sicurezza eravamo a zero.

Rodolfo:     Due miei colleghi sono finiti nella buca dell’ascensore e sono morti. Proprio l’anno scorso.

Cat:             Anche da noi sono morte delle persone in modo del tutto gratuito per via dei materiali scadenti che usiamo per le pulizie: non asciugano mai! Io sono salva per un miracolo. Pregando tutti i giorni mi aiuta a raddrizzare la barca.

Arturo:        A me è successo di tutto. Non fisicamente, ma psicologicamente sì. Mi è stato detto che essendo ebreo non avrei mai potuto prendere iniziative personali pena il licenziamento immediato e se proprio dovessi sentire il bisogno di comandare mi dovrei mettere per conto mio.

Delia:          Io lavoro in proprio … non dipendo da nessuno.

Gina:         Io lavoro per lo stato, che non è da meno in fatto di umiliazioni. Lo stipendio è bloccato da dieci anni e devo fare benzina con soldi miei se voglio recarmi al lavoro. Inoltre mi insultano tutti appena estraggo il libretto delle contravvenzioni.

Ezio:           Potrebbe fare a meno di multare la gente … Lo sappiamo che lo fa tanto per far vedere che ha potere.

Sovr:         E lei non si lamenta?

Anton:        Lo sa che noi musulmani siamo al centro di qualsiasi malefatta? Appena mi intravedono mi guardano in cagnesco e scantonano come se avessi la lebbra.

Mauro:        Mi fate ridere. Lo andate a raccontare a lui? Questo qui se ne frega di noi … (Guarda l’orologio). Si è fermato … qualcuno sa che ore sono?

Sovr:          E quando lo sa che cambia?

Arturo:        Non potrebbe accendere il riscaldamento?

Rodolfo:     Bravo glielo dica! In mancanza del sole una fiammata non guasterebbe. Tra una meditazione e l’altra, se doveste aver bisogno di servire a tavola, sono a disposizione.

Ezio:         Ma cosa dice … tra un po’ ce ne andiamo.

Sovr:          Lei è sempre sicuro di sé vedo!

Mauro:        O ci dice il motivo della convocazione o la dobbiamo prendere per un sequestratore. Si decida!

Sovr:          Questa mi mancava.

Delia:          Leggo nelle stelle un certo disagio. Non capisco se dipende da me o da altre forze. E qui ce ne sono. È la prima volta che leggo chiaramente e temo quello che indovino.

Sovr:          Teme per se stessa o teme per loro?

Delia:          Non saprei. Vedo e non vedo. È perfino stupido il significato.

Massimo:    (Forse si era appisolato). È successo qualcosa? Che sogno orrendo! 

Gina:          Lo racconti!

Massimo:    Mi ero trasformato in uno scarafaggio.

Ezio:           Niente paura. (Agli altri). Deve aver letto Kafka di recente.

Arturo:        Ha sempre la soluzione a portata di mano.

Ezio:           Non dimentichi che sono un industriale e posso fare tutto. Come esco da qui ho già in mente di trasformare il petrolio in acqua fresca.

Mauro:        Gliel’ho suggerito io.

Anton:        Poteva anche risparmiarsela questa: è quasi esaurito.

Cat:             Padre celeste conducili alla ragione … non sanno quello che dicono.

Anton:        Da quanto tempo siamo prigionieri? Tre secondi? Sono passati tre soli secondi dal nostro ingresso?

Arturo:        È il suo orologio che non funziona …

Mauro:        Il mio è fermo a … perbacco: funziona! Eh sì, tre secondi. Ah … non c’è la data. Chissà che giorno è? Essendo un sogno …

Delia:          Il tempo non esiste … ve l’hanno fatto credere quelli come lui per sfruttarvi. Meglio l’indipendenza lavorativa.

Sovr:          Se fosse utile a qualcuno la sua professione sarei più sollevato. Glielo dico dal profondo del cuore. Mi eviterebbe un sacco di spiegazioni.

Gina:          Tutto è utile. La verità è un po’ in tutti i credi ed  è per quello che credo a tutti.

Sovr:          Chissà che confusione ha in testa.

Massimo:    Lo credo anch’io. E parlo per esperienza.

Mauro:        Bene, è stato un piacere l’avervi incontrato ma ora, se permettete, me ne vado a finire il lavoro  … non se lo merita ma lo devo fare. (Si avvia verso la porticina). Devo firmare qualche liberatoria per lo spettacolo?

Anton:        Ha ancora il coraggio di assecondarlo?

Massimo:    Chiariamoci prima! Profittiamo della presenza del mediatore.

Arturo:        Mi pare di capire che in un modo o nell’altro siamo tutti alle sue dipendenze e che non siamo stati trattati proprio bene.

Ezio:           Cosa volete da me? Prendetevela con gli amministratori. Che responsabilità ha un proprietario d’azienda? Nessuna! Mette i soldi.

Sovr:          Quelli degli altri che si fa prestare dalle banche e poi non restituisce.

Ezio:           Stia zitto:fannullone!

Gina:          Volete esporre querela? (Agita la paletta. Il sovraintendete ride). 

Sovr:          È un po’ tardi.

Mauro:        (È vicino alla porta). Vado! Perché è chiusa  … dico a lei!

Sovr:          Perché non è un’uscita sicura … l’uscita è quella. (La porta grande).

Anton:        Oh, finalmente! La prossima volta che ci capita di rincontrarci vi offro il tè alla menta.

Delia:          Non è così cattivo come dicono. (Antonello).

Ezio:           Finge per poi stenderci tutti.

Sovr:          Lei è immune da stermini vari?

Ezio:           Ah … io sì! Quando hanno combattuto da loro (le crociate) io non c’ero.

Massimo:    Nessuno di noi c’era! Forse io ero un cane a quell’epoca. 

Arturo:        Si sente meglio adesso o a quell’epoca? Sono curioso perchè anche noi abbiamo questa credenza … o Dio … forse … si diceva che si sarebbe potuto.

Massimo:    Non lo so! Ho un vago ricordo. 

Delia:          Lei ha un vago ricordo di essere stato un cane? Menomale che lavoro in proprio. Certe cose …  Le consiglio in futuro di non raccontarlo a nessuno se non desidera essere preso per un pazzo. 

Cat:             Padre salvali dalle fiamme. (Non fa altro che pregare di continuo). 

Sovr:          Mi sbaglio o è un po’ fissata lei?

Cat:             Sono dei miscredenti … se non ci penso io a salvarli chissà dove finiscono. 

Ezio:           Mi lasci fuori dalle sue lamentazioni. Ne posso fare benissimo a meno.

Mauro:        Essendo ricco che bisogno ha di salvarsi.

Ezio:           Esatto! Mi  hanno detto che forse non morirò. Mi incammino verso l’uscita. (Sbatte contro qualcosa di invisibile). Apra: non faccia il bambino.

Sovr:          Vuole andare?

Arturo:        A dire il vero lo vogliamo tutti.

Sovr:          Appena arrivate fate confusione … voglio andare di là, voglio sapere che ora è … è colpa mia è colpa dell’altro: cosa volete di più?

Delia:          Capire … voglio capire il perché di questa sensazione. È talmente irreale che stento a credere.

Gina:          Fate in modo che possa prendere una decisione : a chi devo credere? Lei non guardi in quel modo perché coi cani … ecco!

Mauro:        E va bene sentiamo ‘sta lezione di religione fuori programma.

Ezio:           Ne ho sentite di prediche

Sovr:          Le hanno dato giovamento?

Ezio:           Oh! Ha voglia!

Massimo:    Al signore giovano solo i soldi guadagnati in modo non proprio limpido.

Ezio:           Stia zitto: straccione! Siete dei miserabili. Prendete la gente a tradimento. Un onest’uomo. Merito molto, non certo il vostro disprezzo.

Delia:          Mi dia la mano!

Ezio:           Sì, piacere! (Gli suona il telefono). Avete ripristinato le linee … “pronto?” I soliti idioti che chiamano a vanvera.

Anton:        Non mi guardi … non ho nemmeno il telefono.

Massimo:    Muore senza! Gli affari. (Ezio. Il sovrintendente ride).

Arturo:        Noi moriamo anche senza. Scusate: ho fatto una battuta.

Anton:        Non è da lei fare battute. Ho come la sensazione che il signore si diverta.

Sovr:          Non poco. È raro incontrare gente divertente … lei non lo è affatto! (Ezio).  

Ezio:           Che novità! Ho fatto il callo.

Gina:          Ho deciso: credo in lui … in lei … in voi …  Che confusione. (Si siede in preda all’incertezza). Chi è il più bravo tra voi?

Delia :        Se le facessi un oroscopo personalizzato di grande spessore astrale mi crederebbe?

Gina:          Provi!

Cat:             Padre ascoltami! Non lasciarli nelle mani dell’ignoranza. Eretici!

Sovr:          Ascoltatela una volta, per carità.

Massimo:    Guardi che a modo nostro tutti stiamo pregando.

Arturo:        Ha ragione.

Anton:        Esatto!

Mauro:        Tutti tranne me! E mi sono scocciato. E a quanto vedo è stato un bene.

Ezio:           Bravo! La promuovo sul campo! Da domani la voglio al mio fianco. 

Mauro:        Sinceramente … sarebbe il minimo viste le pene che ci ha fatto soffrire. 

Anton:        Approvo!

Sovr:          Sedetevi. Ho da dirvi alcune cose prima di lasciarvi andare per il vostro sentiero. Tirate un sospiro profondo e ascoltate.

Rodolfo:     Yoga? Bene! (Si sistema a modo suo).

Mauro:        Quindi ci lascia andare?! Avevo dei sospetti sa. Dei sospetti!

Ezio:           Essendomi sempre comportato bene con tutti non vedo la difficoltà. Loro piuttosto che mi accusano … li tenga dentro un po’ di più.

Sovr:          Decide lei chi deve andare … capisco. Sedetevi sulla panca del giudizio. (La panca si illumina da sotto. A Massimo, Antonello, Arturo, Delia, Rodolfo e Gina la luce è verde. A Ezio è  rossa mentre a Mauro e Caterina è gialla).   

Mauro:        Giudizio? (Agli altri). Adesso si crede Dio. Ha la tendenza a strafare, si vede che si è impuntato. È troppo abituato a comandare. Questi registi moderni si credono padreterni, perfino snob direi.

Sovr:          Se vi dicessi che siete morti senza soffrire? All’improvviso? Tutti nello stesso momento? (Insorgono tutti tentando di negare).

Anton:        Eccolo là …  lo sapevo … non è per colpa mia. Non c’entro! (Apre la giacca) vedete: niente!

Arturo:        Sta accusando me come sempre. E pazienza, sopportiamo anche questa.

Delia:          Io al massimo ho avvelenato qualcuno in modo leggero.

Cat:             Padre mio ascoltami … non lo volevo abbandonare. Ma cosa mi fate dire? I peccati mortali non esistono … ce l’hanno fatto credere! Esistono?

Sovr:          Il peccato più grosso l’ho fatto io tanti secoli fa.

Ezio:           Siete scemi? Ha detto che siamo morti senza soffrire. Certo che ne spara di fesserie. Si faccia vedere, caro lei, e da uno bravo … vi sembro morto? No!

Sovr:          Siete morti sul lavoro: tutti! Tranne lui che si è strozzato ad una festa. È ancora in abito da sera.

Gina:          Che bella civiltà! Sono morta sul lavoro? Ma dico? (Si guarda).

Ezio:           Infatti ero ad una festa. Sono ad una festa! Lei ha il potere di terrorizzare la gente. Buffone!

Sovr:          Io! … Vi terrorizzo? Non avete rispetto della vita ecco il punto! Finitela! … Chi è l’ebreo di voi?

Arturo:        Sono io!

Sovr:          Tu qui sei il benvenuto … non fai parte del popolo eletto?

Arturo:        Lo dicono … sì però nel mondo non va così bene.

Sovr:          Figliolo non si può pretendere tutto: siete stati scelti per vivere bene qui e male sulla terra … questo (Ezio) qui invece vive bene sulla terra e di conseguenza vivrà male qui. 

Arturo:        Almeno quello!

Sovr:          Dov’è l’induista … preparati …  lo so che la passi male, cosa vuoi diventare?

Massimo:    Allora è vero! Vorrei essere un grande Bramano. Mi faccia passare gli esami di casta. Voglio insegnare a vivere secondo le regole.

Sovr:          Io accontento tutti però andiamoci piano con le pretese. Uno scatto alla volta.

Cat:             Guardi che io non ho fatto altro che frequentare luoghi sacri e pregare.

Sovr:          Ma sparlavi di tutti i conoscenti e hai lasciato morire il tuo genitore per correre in chiesa.

Cat:             Doveva già morire!

Mauro:        Non gli scappa niente a questo.

Ezio:           Poi sono io l’assassino!

Massimo:    Lasciava morire il padre per salvare i miei connazionali con la preghiera.

Anton:        Ne ha salvati tanti?!

Arturo:        Preferisco stendere un velo …

Sovr:          Non vorrà elencare tutte le malefatte che avete subito? Lo sappiamo già! Io non  giudico i popoli: giudico gli individui.

Cat:             Abbiamo civilizzato il mondo.

Sovr:          Per favore eh! Qui siete tutti fratelli e figli miei. Vi devo ringraziare … tu e il buddista … siete gli unici che tentano di salvare il pianeta mentre gli altri lo stanno distruggendo. Quindi l’arabo tu sei?

Anton:        Non mi accusate di tutti i mali di oggi. In parte sono giustificati. Stiamo tentando una riscossa. Tardiva! Ci stanno massacrando da secoli con scuse d’ogni sorta. Ci riempiono di armi per poi venire a farci guerra. Siamo la scorta da eliminare quando diventa stantia. Siamo stanchi di vivere nella polvere.

Sovr:          Insomma: polvere, dai! Vi siete scelti un posto un po’ sabbioso. E poi io non accuso nessuno. Siete sicuri di esservi comportati bene come cittadini del mondo?

Tutti:          Sì!

Sovr:          Mai una volta che qualcuno dica di no! Allora se è così infilatevi in quel portone, troverete la strada per la vostra destinazione.

Ezio:           Un momento, chi mi assicura che siamo nell’aldilà? Sa cosa perdo ogni ora che passa? Milioni! La faccia finita … ho agganci in alto loco.

Sovr:          Anch’io mi creda! E le posso assicurare che più alti di così non ce ne sono. Vada e non faccia storie.

Ezio:           Ma nemmeno per sogno!         Dov’è l’ascensore rapido? Non vi ribellate voi? Se avesse detto che siamo dei gatti gli credereste?

Massimo:    Non mi spiacerebbe diventarlo. Dipende da quello che siamo stati.  

Cat:             Se stessimo qui in anticamera per sempre? In attesa? Voi siete d’accordo? Per me sarebbe il purgatorio.

Tutti:          Sì!

Sovr:          Vi ho già concesso di fare quello che volevate giù di sotto. Lo dico a tutti. Adesso basta! Andate!

Mauro:        Proprio adesso si doveva impuntare. Avevano detto che era buono.

Arturo:        Poi ‘sta storia che non c’è divisione … io credevo che ogni popolo avesse il suo angolino e invece qui è un calderone …  a me hanno detto che si andava sottoterra … ci pensi, dovremo condividere tutto con gente che ci odia.

Rodolfo:     Forse pensa che di qui ci si possa riappacificare veramente. Sarà un test.

Arturo:        Facciamoci rimandare indietro per avere una possibilità di riscatto.

Anton:        Ma cosa vuoi riscattare … guarda quei due … sono felici … non si lamentano. (Rodolfo e Massimo)

Ezio:           Loro accettano tutto passivamente … faccio la proposta? Sovrintendente, le possiamo parlare?

Sovr:          No!  

Gina:          Non c’è niente da fare ragazzi, ha in mano la situazione. Amici … avete fatto caso che non c’è differenza tra vivo e morto? Stiamo facendo le stesse cose … non ti viene fame ma per il resto … mi pizzichi per favore!

Ezio:           Lei è pazza! Ci manca solo che mi accusino di molestie sessuali.

Anton:        Che coraggio! Qui il sesso è libero.

Sovr:          Andate di là … poi ne parliamo! Lei ha toccato un argomento pericoloso. Non mi viene fame … andate andate …

Ezio:           Ma il paradiso vero c’è? Quello dei beati! Che ruolo di comando mi è stato assegnato?

Sovr:          Quante domande … ragazzi ho cento miliardi di persone di là, se tutti si mettessero a discutere non avanzerei un attimo per me.  

Massimo:    Perché, cos’ha da fare?

Sovr:          (Si sentono dei brusii provenire dall’altro lato della porta grande). Allora … la finiamo? (Silenzio). Cosa mi è venuto in mente di crearvi …. Se quel giorno avessi riposato sarebbe stato meglio. Avrei inventato la settimana corta in anticipo. Sono millenni che litigate per niente.

Arturo:        Ho una vaga sensazione: ci odia.

Delia:          Provo ad invocare qualche spirito potente? (Si concentra).

Ezio:           Allora questo sforzo produce o no?

Rodolfo:     Comincio ad intravedere qualcosa. La beatitudine.

Mauro:        Gli stupefacenti iniziano a fare effetto.

Anton:        Scusi è ma … se questo è il paradiso, come lo chiamate voi, dove sono le fanciulle che mi spettano?

Cat:             Non si vergogna … peccatore!

Sovr:          Non siete voi quelli che hanno l’harem? Lo volete anche di qua?

Anton:        L’harem ce l’hanno i ricchi, a noi hanno detto che l’avremmo avuto di qua, e mi spetta … anche loro ce l’hanno. Si sposano con una ma dopo fanno il pieno in modo del tutto illegale.

Mauro:        Ma quale illegale non siamo così stupidi da sposarne tante per mantenerle a vita.

Arturo:        Ragazzi … siamo certi di essere morti? Io non ci credo!

Massimo:    Se lo dice … lo sa!

Delia:          Purtroppo ha ragione. Gli astri lo confermano. Me ne sono accorta che c’era disordine nei pianeti ma non ci voglio credere. Bisognerebbe distrarlo per tentare una sortita.

Gina:          Avrà un punto debole. Dichiariamolo fuori legge.

Ezio:           Come si chiama lei? L’ho messo nel sacco. (Agli altri). È in difficoltà.

Sovr:          (Pensa). Dipende! Ogni civiltà mi ha assegnato un nome che riteneva più adatto alle proprie aspettative.

Mauro:        Questo non lo imbrigli tanto facilmente. Ne sa una più del diavolo.

Sovr:          Chi ha nominato la concorrenza? Sei stato tu? Ti sbatto dentro eh!

Ezio:           A me spetta  il posto in prima fila … quant’è?

Sovr:          Sedetevi! (Eseguono). Lei vuole un posto d’onore … e sia! Però voglio sapere cosa pensa di questi signori … lo sa perché sono morti? 

Ezio:           Se non lo sa lei che si picca di essere il capo … e poi a me sapesse che guadagno ne viene!

Sovr:          Il signore è morto in seguito ad una scarica elettrica dovuta alla totale mancanza di sistemi di sicurezza, come li chiamate voi. Il signore invece ha inciampato in una banale passatoia di una scala del suo albergo che nessuno si è preso la briga di sistemare … la signorina è scivolata dalle scale battendo la testa. Il signore, dopo l’ennesima umiliazione, è uscito di corsa dal suo ufficio in preda all’angoscia ed è finito sotto un’automobile. Il signore invece è stato colpito da una raffica di mitra mentre cercava l’elemosina nel parco.

Ezio:           Che colpa ne ho se era nel parco?

Sovr:          Non faccia il bambino. Se non lo licenziava non finiva i suoi giorni così.

Delia:          È il destino … ineluttabile.

Gina:         Io come sono morta?

Sovr:          Non lo sa? È stato per colpa di uno come lui (Ezio) che avendo fretta di recarsi da un’amante … si chiamano così vero? … l’ha travolta con l’automobile.

Anton:        Ha visto che ho ragione! … Adesso ricordo bene il fatto. Ecco com’è andata. Sono uscito dalla sua fabbrica e mi stavo sistemando i calzoni quando mi hanno sparato perché credevano che avessi una bomba nascosta. È sangue innocente allora? (Si guarda le mani).

Arturo:        Noi facciamo parte di due popoli usciti dallo stesso padre ma da madri diverse e per questo motivo ci considerano poco. E ci relegano ai margini. Meno siamo meglio è: per loro.

Sovr:          Comunque la pensiate o la crediate qui siete tutti uguali tranne lui … mi spiace ma ne ha combinate troppe.

Ezio:           Se non sono pronto mi rimandi giù, vedrò di rimediare.

Arturo:        Noi siamo morti per colpa sua … lei si è arrogato il diritto di disporre delle nostre vite. Lo punisca!

Mauro:        A parte il fatto che non sono ancora convinto di tutta sta faccenda qui del paradiso, però sono d’accordo sul punirlo.

Massimo:    Non lo faccia reincarnare più.

Rodolfo:     Che discussione state facendo? Se il mio destino era quello di morire in quel modo è inutile ora parlarne … lei certe cose dovrebbe saperle.

Sovr:          Mi state confondendo … tutti i giorni la stessa storia. Non accettate mai il fatto compiuto. Ormai siete qui, cosa devo fare?

Ezio:          Lei dice così perché  sa di essere immortale … troppo comodo!

Sovr:          Chi gliel’ha detto?

Cat:             Lo sanno tutti!

Arturo:        E non mantiene le promesse … ci penso io ma fin ora … ci ha costretti ad andare in mezzo al nulla per cosa?

Sovr:          Dicevate che eravate stufi di fare mattoni!

Mauro:        Lo ammetta: ha fatto degli errori di programmazione.

Delia:          Sì! I pianeti non si comportano bene, a volte non li capisco.

Sovr:          Ha ragione, a volte impazziscono. Mi assento un attimo …

Cat:             È andato in confusione? Non ci credo!

Gina:          Spero di no … se si confonde anche lui per me è finita.

Massimo:    Io non lo riconosco come il mio diretto superiore al quale devo riconoscenza … mi sono comportato bene e sono certo che la mia anima si specializzerà. Ho cercato l’elemosina per tanti anni in attesa della promozione. Poi sono dovuto venire qui per non morire di fame e mi sono ritrovato di nuovo a questuare.  

Mauro:        Che branco di creduloni. Torneremo a fare il mestiere che facevamo prima … più condanna di così … credevate di vivere beati una volta trapassati?

Cat:             No eh? La stessa cosa no! Con tutto quello che ci hanno promesso.

Ezio:           Io non ho mai fatto niente … tornerò a far niente. Ci sarà il mare?

Sovr:          (Rientra). E no caro, lei inizia proprio ora il tirocinio …. Cosa gli facciamo fare?

Tutti:          Il manovale!

Mauro:        La facevo meno equo. Mi comincia ad essere simpatico lei.

Sovr:          In prima battuta sì … è dopo che diventa difficile.

Ezio:           Sono previsti sgravi di pena? 

Sovr:          Noi non la puniamo: la facciamo lavorare a testa bassa. E senza sindacato!

Anton:        Accoglie anche i migliori virtuosi delle altre religioni?

Sovr:          Le vostre credenze non corrispondono esattamente alla verità … ne avete confusi i dettagli. Questa è la casa di tutti i mortali. Tutti passano da qui.

Ezio:           Ahhhh ecco dov’è l’errore  …. Mi pareva strano che non ci fosse.

Delia:          Si crede immortale? (Ad Ezio). Arrogante … gli posso scagliare una maledizione?

Sovr:          È il suo modo di vendicarsi? Lei è deceduta indirettamente per causa sua.

Delia:          Deceduta … è ancora da vedere … ho messo in atto la magia a effetto ritardato. Potrei essere in trance e non se ne accorge.

Mauro:        La mantenga in questo stato la prego. Almeno non fa danni.

Sovr:          Poverina …. È innocente! Si è avvelenata da sola sperimentando un elisir di lunga vita che il signore le ha ordinato di preparare. (Ezio). 

Arturo:        Si è bruciata con le sue stesse mani.

Massimo:    Cercava la verità.

Rodolfo:     Tutti cerchiamo la verità a modo nostro.

Sovr:          Ma ci siete riusciti solo adesso a capire come’è.

Ezio:           Non mi sono mai sentito così in forma come ora.

Gina:          Dovrebbe essere contento visto che dovrà lavorare come manovale.

Ezio:           È ancora da vedere … di una cosa sono certo: quello che ci perde di più in tutta questa faccenda, sono io.

Sovr:          Per quello che ha lasciato o per quello che farà qui?

Mauro:        Mi è sempre più simpatico quest’uomo. (Al sovr.) Mi sto rassegando a questo posto.

Arturo:        Lo credo: non abbiamo scelta.

Ezio:           Non mi rassegherò mai! E quella donna non l’ho vista.

Anton:        Sono un po’ deluso … mi aspettavo di più. Decisamente.

Cat:             Non lo dica a me … dopo una vita passata a pregare mi ritrovo nel calderone con tutti voi senza un minimo privilegio.  …. Che delusione!

Delia:          Di  aspettative non ne ho mai avute perché sapevo che sarebbe finito tutto in niente … per cui, se è vero che sono trapassata, e non ne sono del tutto convinta, vedrò di accettare.

Mauro:        Ha azzeccato per caso: sia onesta.

Gina:          Credendo in tutto non soffro particolarmente: Ho fatto bene! Alla fine uno ci prende!

Sovr:          Avete finito il racconto? Prego … di là troverete il necessario per la lunga vacanza. Ognuno potrà beneficiare delle proprie aspettative. Nulla vi è negato. (Mauro esce dalla porticina). Giudicate sempre senza sapere.

Ezio:           (Prende per un braccio il sovr.) Ma dico: sta scherzando quando dice che dovrei lavorare come una bestia … sorvoli sulle questioni da poco. Tenga … è per i suoi vizi festivi. … (Gli rifila un pacco di banconote) non dica niente … (Lo porta in un angolo). Se mi rimanda indietro le sistemo il luogo gratis. Fa un affare eh! Se per caso è stanco di passare tutti i giorni qui lo dica: ritiro tutto io.

Sovr:          Cosa se ne fa di un’anticamera così?

Ezio:           Visite speciali per turisti esigenti … lasci stare … ci penso io.

Sovr:          Guardi che il viaggio è di sola andata: se li porta in visita ci restano!  

Ezio:           Non si preoccupi. Mi dica quanto vuole. Un miliardo? Due?

Sovr:          Signori, il vostro … lui … sta cercando di corrompermi …

Ezio:           Spione … non ci si può fidare di nessuno porca miseria.  Ma vada al diavolo. (Scompare oltre la porta grande con un bagliore ).

Arturo:        È bruciato di colpo?

Ezio:           Noooo (Voce con eco). Sto scavando una buca! Si sposti per favore. Ma è lei … ma pensa te … anche lei qui? Con tutto il bene che abbiamo fatto. Non ci crede! … Avvocato, che piacere incontrarla … lei non ha mantenuto fede agli accordi: mi ha lasciato morire … per legge per legge e intanto per colpa sua guardi dove sono finito: a scavare! Ah sì? Quell’elisir non ha funzionato? La prossima volta impara a mentirmi. Il gran maestro … la vedo sciupato … ha visto che un modo di usarla quella cazzuola c’era? … Non sapeva che farne.

Sovr:          Lavori e taccia!

Cat:             Ecco perché ogni tanto andava di là.

Massimo:    Lo mette in riga. Mi infilo?

Sovr:          Andate!  … Siete stati dei buoni individui. Divertivi. Preparati a studiare se vuoi diventare qualcuno un domani. (A Massimo). Antonello, le fanciulle sotto a destra: vai! Arturo, il tuo posto è là sulle alture in fondo. Fatti rispettare. Buddista … la vedi quella luce abbagliante laggiù? (Rodolfo annuisce). Metti gli occhiali. Delia … aspetta un attimo perché mi fanno cenno … ah sì! (È in contatto telepatico con altri). Cerca di non rompere le scatole a tutti è. Gruppo finti maghi: là. Lei aspetti qui. (Escono tutti accompagnati da bagliori). Brava gente eh?

Cat:             Non mi manda di là con loro.

Sovr:          Dov’è quell’altro? C’è sempre qualcuno che fa il furbo. Vuoi vedere che è sceso? Questi atei non si fidano nemmeno davanti all’evidenza. … Lei stia qui in purgatorio.

Cat:             Allora esiste?!

Sovr:          L’ha sempre creduto … non si lamenti. Se vuole saltare questa fase deve convincere parecchie persone giù di sotto a fare della carità, del bene senza interesse di sorta, ad essere sinceri e non dare sempre la colpa ad altri. La rimando giù?

Cat:             (Pensa un po’). Non ce la farò mai.Preferisco stare qui. Se pregassi?

Sovr:          Senta! (Alza mentalmente il volume di una radio immaginaria. Si sente un brusio assordante). Che confusione neh? … Gina? È tornata indietro? (È in tonaca).

Gina:          Sono così confusa dottore. Non so dove posizionarmi.

Cat:             È come nei film … ci danno la tonaca … che bello! (Intercalato).

Sovr:          Oh signore mi tocca cominciare da capo con te. Non hai certezze. Credi proprio in tutto tu? (Gina annuisce). Ti posso toccare la fronte? Ecco fatto! (Esce).

Gina:          Vado? Tu non passi di là?

Cat:             Ha detto di no! Vai subito di là?

Gina:         Devo organizzare il traffico … ha detto che ci vuole una il più neutrale possibile. C’è una ressa … mamma mia.

Cat:             A quale religione ti ha assegnata?

Gina:          A nessuna credo … faccio parte del gruppo misto.

Mauro:        (Entra). Dove siamo? Devo aver volato …

Sovr:          (Rientra). È tornato vedo? Lei si è dichiarato ateo giusto? (Mauro annuisce). E pensava di non finire qui.

Mauro:        Perché dove sono? Ho una tale confusione in testa. Mi sveglio e mi riaddormento. Sogno e non sogno. …  La conosco … ora ricordo: qui ci sono già venuto. È stato un piacere conoscerla ma adesso devo proprio andare.

Sovr:          Si diverte a fare su e giù?

Mauro:        Io sono ateo … non mi può trattenere.

Sovr:          Vorrebbe dire che gli atei non muoiono forse? Dovreste ringraziarmi, tutti quanti. Vi sto trattando molto meglio del previsto. Da un po’ di tempo ho abolito le pene più gravi.

Cat:             Davvero? Avviso i miei!

Sovr:          No cara … non avvisi nessuno … già ne combinate di tutti i colori se poi gli vai a dire che non sarete puniti come si deve chissà cosa farebbero. 

Gina:          Quando arrivano gli fa una sorpresa. E quelli che dicono di combattere in suo nome che fine fanno?

Sovr:          Eh quelli sono una categoria a parte. Li tengo isolati … hanno bisogno di un lunghissimo periodo di rieducazione. Guardate in basso, nell’angolo di sinistra. (Guardano oltre la porta grande).

Cat:             Quanti …. Sono tanti!

Mauro:        Fa’ vedere?! Cosa stanno facendo?

Sovr:          Stanno prendendosi cura di quelli che hanno assassinato. 

Mauro:        Caspita che condanna: non saranno mai perdonati. Quelli col cappello a punta vestiti bene chi sono? Quelli con la barba lunga?

Sovr:          Sono coloro che hanno accettato di combattere le guerre sante per favorire gli industriali.

Mauro:        Porca miseria … Menomale che sono ateo.

Cat:             Forse ha fatto bene lei a non credere in niente.

Gina:          Io credevo in tutto.

Mauro:        Ma, non so … Alla fine si muore lo stesso. Guardate quell’industriale che c’era qui come si dà da fare … lavora eh?!

Sovr:          Quelli meriterebbero ben altro … ben altro! Se siete ridotti così è per causa loro: dell’eccessivo profitto. Peraltro inutile. Eh l’industria. Avete bisogno di grandi educatori se volete vivere in pace … Non capite che sono loro che vi spingono ai più atroci misfatti per soddisfare il desiderio di ricchezza?  

Mauro:        Quindi tutti quelli laggiù vengono puniti per colpa loro?

Sovr:          Già! Si sono lasciati indottrinare. Gina vieni. (Escono).

Mauro:        Ci lascia qui? Di’ ma non sarà un sogno come tanti?

Cat:             Un sogno? Non so … un sogno? Tu pensi che la giustizia si realizza esclusivamente in sogno e nell’aldiquà?

Mauro:        Nell’aldilà … hai ragione siamo nell’aldiquà adesso. Mah! C’è un solo modo di sapere: se ci svegliamo era un sogno, se non ci svegliamo siamo morti.

Cat:             Non è che ci sono poi tante alternative eh … se dovesse essere così l’aldilà o quello che è, non mi spiacerebbe, anche se mi fa aspettare un po’ troppo in sala d’attesa per via di quel fatto del genitore. Però qui almeno c’è la vera fratellanza.

Mauro:        Dici? Tutte queste divisioni tra i vari popoli non hanno portato un gran benessere per l’umanità. … Ecco! Per capirlo bisogna morire.

Cat:             Siamo dei cretini … se potessimo tornare indietro glielo diremmo.

Mauro:        Ti danno retta per una mezz’ora e poi ricominciano a scannarsi.

Cat:             Sai qual è il vero problema: mancanza di comunicazione tra i due mondi.

Mauro:        Quella maga diceva di riuscirci.

Cat:             Per me si è impietosito e l’ha spedita subito di là perché non è dannosa. Se ritiene necessario tenete qui noi in anticamera, che non abbiamo fatto niente di male, vuol dire che quella era innocua. Ha detto che le pene più gravi le ha tolte.… hai notato che non è salito nessuno nel frattempo?

Mauro:        In effetti. Ammettilo: c’è un po’ di confusione. Ho l’impressione di essere stato abbandonato.

Cat:             Ma no! Siamo qui da poco. Quelli  che arrivano li manderà in un  altra stanza. Non ha detto che sta ingrandendo?

Mauro:        Ah … Però rispetta le tradizioni. E le aspettative: è così che dev’essere. Vuole bene a tutti …

Cat:             Tranne a quelli che gli stanno sull’anima.

Mauro:        Attenta … certe parole qui assumono un aspetto definitivo. (Le luci si alzano e si abbassano). Che succede: guasti sulla linea?

Sovr:          (Rientra) Forza dai … andate di là! Sono già passati milioni di anni.

Cat:             Allora siamo morti!

Mauro:        Morti … siamo qui a raccontarcela. Scusi, che differenza c’è tra un morto e un vivo?

Sovr:          Adesso fa anche le domandine? Non ti sono bastati tutti questi millenni per convincerti? Ti è scappata la pipì in tutto questo tempo?

Mauro:        No! È vero: non ne sento la necessità … Posso suggerire un’idea?

Sovr:          Ne ho talmente tante che se dovessi metterle in atto tutte non basterebbe l’eternità e credimi: è meglio così.(Si abbassano le luci a poco a poco, si avviano tutti verso la porta che stranamente non si illumina, il Sovr. rientra ). È bruciata la lampadina. Elettricista! 

FINE

Dire che il racconto è immaginario e che i personaggi sono inventati di sana pianta sarebbe perfino ridicolo, comunque, se dovesse esistere una qualche correlazione con la realtà sappiate che è del tutto casuale.

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