Macari l’angili sbagghiunu

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PAOLO TORRISI – STEFANO PESARESI

PAOLO TORRISI

“MACARI L'ANGILI SBAGGHIUNU!”

Commedia brillante

 tre atti

 Mario Rubinetti, modesto operaio di fede juventina,dopo aver avuto un alterco banale con la moglie,Teresa, e l'amico di famiglia, Sandro, interista sfegatato, decide di andare ad ascoltare la partita Juve-Inter al bar. Da lì a poco, due avventori del bar  riportano a casa Mario, colpito da un ictus. Biagio, l’angelo della morte lo invita con una certa ed inspiegabile premura: a morire. L'anima di Mario viene portata nella “Sala Celeste”, dove altre anime attendono di essere giudicate… Lì, riconosce due paesane, morte da anni: Rosina e Cesira. Queste, nell’attesa, gli fanno notare che da “lassù” è permesso vedere quello che accade sulla terra: nel proprio paese, quartiere, casa… E’ così che Mario vede in casa sua l’amico Sandro, diventato, adesso, amico intimo della moglie. Questo lo fa andare su tutte le furie e comincia a gridare ché vuole ritornare tra i vivi, ad ogni costo. Lo scalpore, le grida, fanno intervenire S. Pietro, che indaga sul nuovo arrivato e scopre che l’Angelo Biagio ha commesso un errore: ha portato l’anima di Mario mezzora prima dell’ora stabilita. Pietro concede all’anima di ritornare tra i vivi, anche se solo per mezzora. Mario, in questa breve mezzora sulla terra, si accorge e capisce che nella vita tutto è futile ed inarrestabile e di nullo interesse ai “morti”. Quindi, con impensabile serenità dirà, alla moglie, ai figli,  al genero, e all’amico, dopo avere precisato alcuni punti di comportamento: di essere felici.

Personaggi    U  11+1 bambino-    D  7+1 bambina-  Voce F.C.

·La Commedia è regolarmente registrata presso la SIAE- n        n°-356916/A                                                                                                                      con codice-37766-

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·tel. Abit. 071/978063 ;   cell- 349-7824237

Paolo Torrisi

“ MACARI L'ANGIULI SBAGGHIUNU ! ”

PERSONAGGI:

MARIO RUBINETTI                                tifusu juventino

TERESA                                                  'a muggheri

ROBERTO                                                u' figghiu

LAURA                                                    'a figghia

GESUALDO                                             u soggiru

VERONICA                                              l’amica du soggiru

SANTO                                                         l’amicu interista

SAN PIETRO                                               u' jurici

FRAU SCHNEIDER                                   'a sicritaria

BIAGIO                                                        l’angiulu in missione

MATTEO                                                     l’angiulu bidellu

VINCENZINO                                             l’angiulu fatturino

RUSI’ A FERRICURTI                              anima in attesa

CISIRA A MACCARUNARA                   anima in attesa

BARONE BECCOTORTO                        anima in attesa

MARIA BIANCHINI                                  anima pura

ONOREVOLE CIARLATANO                anima raccumannata

STELLA  DI GREGORIO                         'a sicritaria di l'Onurevuli

GIGIO                                                          cliente do bar

MICHE’                                                                  cliente do bar 

DIO                                                                         v. f. c

PRIMO  ATTO

                L’azione si svolge a casa di Mario.  La scena rappresenta una camera “tinello” o una camera di soggiorno: mobile in fondo con Tv e radio-giradischi (sarebbe meglio un mangianastri di quegli anni), a sinistra vi è un divano, a destra un tavolo porta-telefono ed una sedia: quadri, ecc.... C

La Comune è a destra in alto della platea e di fronte, a sinistra, vi è l'entrata della cucina: lateralmente, in basso a destra, vi è la porta della camera del suocero e lateralmente, di fronte, vi è quella delle stanze di Mario Rubinetti.

                     All’aprirsi del sipario  è vuota...si sente un rumore di piatti...Mario entra in scena seguito dai due figli e va a sedersi sul divano...

                  Scena 1^:-Mario-Laura-Roberto- poi Teresa e Gesualdo

MARIO- Fammi assittari, ca non ci 'a fazzu a stari additta!...Assai mangiai! (siede)

LAURA- Ci criru, ti mangiasti 'na cazzarola di maccaruni ri casa!

ROBER- …e 'n cunigghiu sanu!

LAURA-  A nuatri ci fati cuntenti cu 'na cuscitedda...

ROBER- …o i costi, ciuè: l'ossa!!

MARIO- Senti comu vanu d’accordiu! Si viri ca su' gemelli!... Precisamu: u' cunigghiu su' sbafau u' nonnu! (considerazione) Comu po' aviri, all'età so', tuttu s'appititu? Bòh!?(ai figli) M'abbuffai che maccaruni i casa...

LAURA- Accussì, ca scusa ca mangiasti troppu nun ti va di jucari!

ROBER- L’autri jorna nun ti nni va picchì si' stancu ri travagghiu... Nun ci stai mai cu' nuatri!

MARIO- Aviti ragiuni! Avanti vah, jucamo!… Comu jucamu?

ROBER- A trisetti co mortu! (può essere un altro gioco di carte)

LAURA- Non ci sacciu jucari !…Picchì non jucamu a l’asu pigghia tuttu?

ROBER- O pa’, comu si viri ca è fimmina! Ancora joca: a l’asu pigghia tuttu!

LAURA- Si' bràu tu!…'U sapemo ca si' 'n capisciuni!

MARIO- Oh,oh…stati boni, sannunca m'arruvinati a digistioni! Attruvamuni unu ca sapemu fari tutti!

ROBER- Picchì nun cantamo?

LAURA- Sì, papà, cantamu!

MARIO- No,no, ci 'u sapiti ca sugnu stunatu.

ROBER- Chi ci fa'?!… Dài: susiti! (cerca di farlo alzare)

MARIO- Picchì non si pò cantari d'assittati?

LAURA- Mentri cantamu am' a fari 'i mossi. (gli prende una mano e cerca di farlo alzare)

MARIO- S' am 'a fari 'i mossi: chiamati a' mamma, ca i sapi fari e appoi è macari 'ntunata!

LAURA- Comu ci pensi? N' a sintemu mai a cantari!

ROBER- Di sicuru, quann'erumu nichi ppi farini addummisciri mancu a “ninnaò” nni cantava!

LAURA- (aiutandolo ad alzarsi) E dài!…

MARIO- (alzandosi malvolentieri, allacciandosi la cinghia dei pantaloni) Va beni!…Abbasta ca addopu vi nni jti e mi fati ascutari a partita 'n santa paci! Oggi c’è Juve-Inter (Catania-Inter) e nun vogghiu confusioni!... Chi cantamu?...

ROBER-  Cantamu chidda dei boy-scaut...

LAURA- Quali boy scaut, ca a sai sulu tu? Cècchini n'autra!

ROBER- Putemu cantari: funiculì-funiculà! (al padre) I canzuni napulitani a tiati piaciunu.

LAURA- Sì! Tu a canti sempri, d'estati, quannu jemu a plaja!

MARIO- Cantamu funiculì-funiculà, abbasta ca non vi sinniati su stonu!

                 (Cominciano a cantare finché non entra Teresa)

TERES- Àuh! Chiffà mpazzistùu? V'arriordu ca nto palazzu c’è puri a genti ca dopu magiatu si stinnicchia tanticchedda e vuatri, ‘nveci, vi mittiti a jttari schigghi!

ROBER- (va dalla madre e mettendole una mano sulla spalla) Dài mamma,  canta cu nuatri!

LAURA- (come il fratello, ma prendendola per la mano) Sintemu comu canti!?

MARIO- Ppi carità, lassatila stari, ca su canta idda oggi pirdemo!

TERES- Parrau Beniamino Gigli!… Quannu cantava ju, ‘no coro da Culligiata, tu ‘ncora facevi a vardia e pecuri e nun sapevi cus’era a musica!

MARIO- Mancu su avissi rittu ca si' stunata! Rissi sulu ca su ti metti a cantari, vistu ca nun canti mai, porti jella e a Juve perdi!

TERES- E chi sugnu 'na cucca, ju?

GESUA- (sulla soglia della camera: ha il rasoio da barba in mano, un asciugamani al collo e la faccia mezza insaponata con schiuma ) Àuh!…Insomma! Va finiti di parrari forti, ca nun sentu 'u campanellu i casa!? Deve arrrivare Veronica!

MARIO- Chi ci  veni a fari ccà a “monica”?

GESUA- Quali monica? “Veronica” e non “monica”! Cus’è già si' surdu?

MARIO-  Cu è  sta Veronica?

GESUA- La ragazza mia.

MARIO- (perplesso e indignato) A to carusa?…(a Teresa) A so carusa?

TERES- Ma no' niscevi  cu’ Assunta “manitta”?

GESUA- Ni lassamu! No' jeumu cchiù daccordu! Su vi cuntu a mala cumpassa ca mi fici fari  o risturanti!? Vuleva 'mpristata a rintera mia, picchì a so si ll'ava scurdatu a casa! E appoi…

MARIO- E appoi stativi mutu, ca nun mi piaciunu certi riscursi ravanti e picciriddi!

GESUA- Va beni! Pirò m'araccumannu: silenzio, ca vogghju sentìri u' campaneddu! (via)

MARIO- Quannu sa finisci to patri ri fari u' giuvinottu?

TERES- Lassulo fari! Su si marita nun ce l’avemu cchiù 'n menzu e peri!

LAURA- Nonnu si marita?

ROBER- O ma’, 'n omo a settantaquattranni si pò maritari?

MARIO- Macari i carusi 'u capisciunu ca è 'na cosa fatta mali!

TERES- Vuatri stativi muti e tu nun t'ammiscari!

MARIO- Sta bona!…Cu tu tocca!? Sai quantu ci nni po' fregari a nuatri!?!

TERES- Vaju in cucina,.. M'araccumannu: cantati, senza jttari schigghi! (via)

ROBER- (verso l’uscita della madre) Sì, mamma, cantamu piano…

LAURA- …Sottovoce!

MARIO- Suttaterra…accussì no nni senti nuddu!

LAURA- Ora chi cantamu? I canzuni allegre n'e putemu cantari picchì si sentunu chiossai!

ROBER- Cantamo chidda ca n'insignanu in parrocchia: “Bramaputra”! (canzone russa: “I Cosacchi del don!”)

MARIO- (sollevato) Bràu! Chissa cantatavilla suli, ca ju n'a canusciu! (si rimette a sedere)

ROBER- Ennò! Tu n' a' jutari!

MARIO- Ma su nun sacciu i paroli nun...

LAURA- Tu basta ca fai “Bu-Bù / Bu-Bù!”

MARIO- Comu haju a fari?

ROBER- “Bu-Bù / Bu-Bù”! T’i facemu nzigna  co itu quanno l'ha fari!

MARIO- E va beni! Però 'u fazzu senza ca mi susu. (i figli cantano ed al momento giusto gli fanno cenno d’iniziare, ma Mario non sa dire “bu-bù” nel modo giusto e quindi nascono dei lazzi, finchè non si arriva al giusto ritmo voluto dai figli)

FIGLI-                                            BRAMAPUTRA

MARIO-                                         BUBU'-BUBU'

FIGLI -                                            IMALAYA

MARIO-                                          BUBU'-BUBU'...

TERES- (è entrata, senza essere vista, dopo il “Bu-bù”…) Cus’è ora vi mittiti a cantari i canzuni i mortu?

ROBER- Oh mamma, a tia, nun ti sta beni nenti!

TERES- Mutu! Sannunca ti fazzu u culu russu comu a chiddu ra signa!

LAURA- Rubbettu ci avi ragiuni!

TERES- Nun ti ci mettiri macari tu! Chiuttostu, i facisturu i compiti?

FIGLI – Sì, mamma!

MARIO- Oh Teresa calmati un mumentu! Ni staumu addivittennu tanticchia... invece tu ni sbruntulji!

TERES- Chi staju che manu 'na panza jù, ah!? Non sugnu sfacinnata e nun staju sduvacata, cum'a tia 'nta putruna!… E appoi tutti i jorna nun su' pari! Ci pò esseri un jornu ca a una i gira stortu!

MARIO- U capì! Si' nirvusa pp'a partita, abberu? Macari ju mi sentu tuttu… Non viru l’ura c'accumincia!

ROBER- Vincemu!. Scummittii deci pacchetti di stiracallonga, ca vincemu.

LAURA- Pure ju scummitti ca vinci a Juve!

MARIO- Teresa, su t'ascuti a radiu cu’ nuatri, ti pari di stari o' “Comunale” di Torino!

TERES- E macari, vistu ca ci sugnu, mi mettu a vinniri a calia e i calacausi!

MARIO- Non è 'na brutta idea!!

ROBER- (con entusiasmo) Mamma rammi ducentu liri di calacausi!

LAURA- …a mia centu liri di calia!

TERES- Tu voi nenti, Mariu?

MARIO- Sì, ‘n cattocciu di luppini!

TERES- (incredula) Chista è 'na famigghia di scimuniti? (si avvia)

MARIO-  Teresa, a patti i sghezzi: fammi u' cafè!

TERES- U' cafè tu fazzu quann'arriva  Santinu, l’amicu to'! Ci 'u sai ca 'a ruminica è sempri ccà, pp'ascutarisi: “Tutto u' calciu, minutu ppi minutu?!”

MARIO- (pensando) Oh, 'na vota a partita n' a jeumu a scutari o bar…Appoi, ppi sbagghiu, 'u nvitai a ccà e di dda vota ci fici a strada!

TERES- E non c'abbasta u' cafè, voli macari u' mmazzacafé!

MARIO- Mi sa ca va  a scroccu, ah?

TERES- Chi voi ca ti ricu?! Pirò si prisenta bonu, nun è ursu comu a tia! E' gintili, rucatu…  Sarà picchì e scapuluni!

MARIO- 'U ricisti! E' scapuluni e comu a tutti i scapuli è gintili e arucatu. Àuh, nun è ca ti runzia 'ntonnu comu i lapuni, ah?!

TERES- Uèh! Chi  ti pari ca ti maritai ppi sportu? Ju quannu ti  rissi “sì” supra l'attaru, m'allacciai cu tia 'na bona e 'na cattiva sorti! E, comu rici Caterina Caselli. “Nuddu ci po' siparari”!

MARIO- Nun c’è bisognu ca t'incauli! 'U rissi accussì… senza riflettiri!

TERES- Cu' sti cosi non si sghezza!

LAURA-  A mamma ci avi raggiuni! Nuatri non ti scanciamu cu' nuddu! (facendogli una carezza)

ROBER- Sti riscussi non mi piaciunu! Semo 'na famigghia unita e ni vulemu beni! Papà rissi 'na  cretinata (anche lui  l'accarezza) Abberu, papà?

MARIO- (commosso) Sì, rissi na cretinata, ma non mi fati chiangiri, 'u sapiti ca mi commovu!

CAMPANELLO

                Sarà a suora...a monica..(indica la camera di Gesualdo) Comu diavulu rissi ca si chiama?

TERES- Veronica!

MARIO- Veronica!… Rubbettu, talia do' spiuncìnu da porta e mi rici cu è. Curri!

ROBER- (si avvia…) Sì, papà!

TERES- (fermandolo con la battuta) Rapi e basta!… Cus’è ‘ssa storia?

MARIO- E ‘nveci no!… Va'!…(Roberto via) Su è Santinu ci facemu 'na bedda supprisata!

GESUA- (asciugamani in testa a mo’ di turbante) Chi è Veronica?

MARIO- 'U frati è, no' a monica!

TERES- Trasitavinni, ca quannu arriva vi chiamu!

GESUA- (rientrando) Non c'è bisogno ca fai 'u spiritusu!

ROBER- (rientra di corsa e a mezza voce) Papà iddu jè, iddu jè!…

MARIO- (ai figli) Prestu, jemuni a priparari! (Roby e Laura escono) (dalla soglia…) Teresa no' fari trasiri su prima non tunnamu!  (via)

TERES- Nun è ca scimuniu sulu iddu: macari e carusi sta scimunennu!

MARIO- (rientra seguito dai figli: lui ha una sciarpa ed un copricapo bianco-nero…I figli con sciarpe e bandierine bianco-nere) Ora poi rapiri!

TERES- Taliati chi buffunata! Manco a cannaluvari!

MARIO- Ricurdativi chiddu c'amu a fari!…

              Scena 2^: Detti più Sandro-

SANTO- (entra allegramente, e va verso il centro scena…) Baciamu i manu, genti!…

MARIO-RAGAZZI- (quasi a girotondo su Santo si mettono a cantare e sventolare le bandiere…) Alé oh,òh!…Alé oh,òh!…Juve!…Juve!…Juve! (risate)

SANTO- Ah, sì!?…Ju  non  mi vuleva prisintari comu nemicu, ma visto ca mi scuncicati:…(dalle tasche tira fuori cuffia e sciarpa nerazzura e dopo averli indossati) Alè! Alè-alè-alè!… “Semo l’internazionale…e a la gente juventina ci rumpemu la carina”! Intere!…Intere!…Intere!

TERES- Cus'è ti metti a fari u picciriddu macari tu?…Basta! A pagliacciata finiu! Assettiti! (ai figli) E vuatri rui: iti a pigghiari ri cursa a robba do catechisimu e via!

ROBER- Ni vuleumu sentiri a partita…

TERES- No!

LAURA- Vuleumu tifari pp'a…

TERES- Curri 'n camera prima di iddu! E t'arricordu ca quannu finemu di mangiari m'ha jutari a sparicchiari e a lavari i piatti, senza pinsari a cantari e ballari!

I FIGLI – (si avviano ma sulla soglia si girano e…)

ROBER-Ci ama jutu sempri o catechismu...

LAURA-(completa) Chi ci fa su ppi’ na vota non ci jemu?

TERES- Inveci ci jti! Non mi nni va di riscurriri co parrucu! Già è tantu antipaticu chissu! (dopo che i figli sono usciti)

MARIO- (siede e invita l’amico a sedere) Assettiti!

SANTO- (tira fuori dalla giacca un cuscinetto nerazzurro e siede sopra)

I FIGLI- (rientrano con un quaderno in mano)

LAURA- (andando…) Jemu…

ROBER- …a tifari…

LAURA- …o catechismo!

TERES- Bravi!

SANTO- (alzandosi e andando da loro prende dalla tasca…) Aspittati!…'Puru su prima mi facisturu  'ddu sghezzu, un bagiu di ciucculatta vu rugnu 'u stissu…(porge)

ROBER- No vulemu, grazi!

LAURA- Mancu ju 'u vogghju!

SANTO- Comu mai?…Sacciu ca vi piaciunu tantu!…Stati mali ri stomucu?

ROBER- (scuro in faccia) Nun è ca stamu male, ma è ca…

LAURA- (dandogli una gomitata o tirandolo per la giacca) E’ ca ficimu un fioretto a'  Maronna!

SANTO- Qann’è accussì! I posu  supra u' taulu e vi magiati dopu u' fioretto!

LAURA- Non ci mettiri, che i baci to' n' i vulemu!

SANTO- (guardando gli amici) Fatimi capiri?…

MARIO- (interviene) Ne volunu, picchì ci stai rannu no jornu sbagghiatu, Macari ‘n’autra vota!...

ROBER- (a mezza voce)Sai i cazzotti su si prova a tuccari a mamma!

LAURA- Mutu! (lo dice coprendo la fine battuta del fratello) Megghiu ca ni nni jemu! (esce tirando Roby per il braccio)

TERES- Ancora ccà stati? Fora!…(andando in cucina) Vaju a priparari u cafè!

               Scena3^: Mario-Santo-Teresa poi Veronica-

SANTO- (tornando a sedere) Ma cu' cui ci l'aveunu?

MARIO- Bòh!?…Forsi su' nivvusi ppi via ra partita: a sentunu! Mi pari ca ci scummittènu supra.

SANTO- Parraunu da matri...di qualcunu ca a tuccava? Chi vuleunu diri?

MARIO-  Chi nni sacciu? Sintisti mali!…Ti pari ca ju no sapeva su c’era uno ca tuccava a me muggheri?

SANTO- Pirò pareva ca l’aveunu cu mia!

MARIO- Lassa perdiri! (cambia discorso) Cchiùtostu, oggi nun facitivi illusioni. A Juve all’inter ci runa tri nespuli e a manna a casa!

SANTO- Cus’è vi mittistuvu a vinniri frutta? Nespuli ro giappuni!…O Mario, oggi vi fa du golli Rummenigge e dui Altobelli!

MARIO- Tu stai nzunnannu! Oggi vi pigghiamu na riti, cumu i cefali!

SANTO- Eccu! Vuatri ra juve siti fruttaroli e pisciari!

MARIO- N’amu fattu tanti di piscati!

SANTO- Finu a oggi ata piscatu sulu: muccu!

MARIO- Allura tu ricordu ju: a coppa uefa, a coppa re coppe, e a coppa….

SANTO- …ro nonnu!  -CAMPANELLO-   Sonunu!

TERES- (entra) Ci vaju ju! (quando arriva all'altezza della porta del padre) Opà, ha essiri  l’amica to! (via)

MARIO- Ora ti fazzu canusciri a zita di me soggiru!

SANTO- A zita? Ppi daveru 'u stai ricennu?

MARIO- Putissi peddiri a Juventus su ricu bugia!

TERES- (entra seguita da Veronica, che rimane sulla soglia) Prego s’accomodi!…(avviandosi) Mario, ntrattenila tu! (via)

MARIO- Ti pareva!? (si alza) Prego, venga avanti!… Lei è la…

    (in questa scena gli attori parleranno un italiano maccheronico)

VERON- (completando) …fiammetta di Gesualdo!

MARIO- (interdetto) Fiammetta? Bòh, sarà n’autra! (all’amico) M’ava rittu ca si chiamava Veronica! Ma quanti ci nn'avi? (avvicinandosi) Scusi, signora Fiammetta!?…

VERON- Prego, signorina e mi chiamo Veronica!

MARIO- Mi scusu per la “signora”, ma no' pp'u nomu, mu rissi lei pocu fa: Fiammetta! Puri l'amico miu l'ha sintuto!

SANTO- (alzandosi e avvicinandosi a Mario) Sì, l'ho sintuto picchì lo rissi lei.

VERON- Ma ho detto “fiammetta” in senso romantico! Per accamora è solo una fiammetta, ma spero che presto addiventi una fiamma! (sospiro estasiato)

SANTO- Accussì facemu 'na vamparigghia! (un falò)

VERON- Come ha detto, scusi?  

MARIO- (rimedia) Niente!…L’amico mio diceva che lei e mi soggero statebene insieme “una meraviglia” !

VERON- Sì! Io e Gesualdo riformiamo una bella coppia!

SANTO- …di mozzarelle!

VERON- Prego…?

MARIO- Che è  disficile attrovari coppie “belle”!…Sicché siti la fidanzata sua?

VERON- Sì. E’ da due simane che filiamo.

MARIO- (all’amico) A sintisti: “filanu”!

SANTO- Si stanu priparannu i matirazzi i lana!

MARIO- Ma comu? Mancu javi 'n misi ca s'accattau chiddu ri gommapiuma?… Scusi, mio soggiro s’è ritornato a dommiri in tel materazzo di lana?

VERON- Ma cosa ne so io? E appoi, queste sono domande impertinenti, che mi sconvolgono tutti l'organi interiori!?

MARIO- Stati calma! Dicevo all’amico mio, che mi soggiro 'u misi scorso s’è accattato un materazzo di gommapiuma e ora s’è miso  a filari la lana! E siccomo non mi pari 'na cosa fatta bene: ve l’ho addomannato!

VERON- Ma cosa avete capito? Filare, non in tel senso di filare la lana, ma in tel senso di flittare, ganzeggiare, amoreggiare. E' un modo di dire giovane. Non siamo miga “matusa” noaltri!

SANTO- Sbagghju o vosi riri ca nuatri semu…comu rissi ca semu?

MARIO- “Made in Usa”!

SANTO- Sì, ro Giappuni!  Ci vogghju riri...

MARIO- Lassa peddiri!…(a Veronica) E a quando i confetti?

VERON- Mai! Sposare: mai! Convivere: okey!

MARIO-  Oh caulu!

SANTO- Ah, convivete?!…

VERON- Sì! Nelle ore libere in tel suo pied-à-terre!

MARIO- (a Santo) Chi voli riri: “cu i piedi a terra”?

SANTO- Chi nni sacciu?! Cu chissa stam'a fari n saccu ri mali fijuri! (a Veronica) Scusi, piedi a terra vole dìre…?

VERON- Piccolo appartamento!

MARIO- (a Santo) U capì! Sarà accussì picculo e strittu ca non si ponu stinnicchiari e an'a stari ritti, comu i mummii!

SANTO- Cu i peri in terra!

MARIO- Appuntu! (a Veronica) E, stu...appartamentino è 'u so?

VERON- No! E’ di Dino.

MARIO-  Dino è suo fratello?…

VERON- Ca quali fratello?! Suo suocero! Gesualdo, Gesual-dino: Dino. E’ così caro!

MARIO- No, è accussì tirchiu! (a Santo) Da pinsioni ca pigghia, a Teresa nun ci lassa mancu 'na lira! Ssu porcu sa spenni po peri a terra ! Non ci  pensa ca avi ‘n peri 'nta fossa!

              Scena 4^:Detti più Gesualdo- poi Teresa.-

GESUA- (entra) Eccomi!…(va verso Veronica mentre i due amici ritornano a sedere) Eccomi a te, mia dolce Veronica!

MARIO- (sedendo) Arrivau “Dino, u pley-boy”!

GESUA- Non vedevo l’ora di inebriarmi del tuo splendore! (baciamano)

SANTO- MARIO- (esprimono grande meraviglia )

VERON- Finalmente eccoti mio dolce tesorino!

MARIO- Su i senti Fellini i metti 'na “la dolce vita”!

GESUA- Come mai hai attardato così tanito?

VERON- Ci ebbi da discorrere con mammina mia! Ha voluto sapere indove andavo, co' chi, e quanto tempo avessi arristata fuori…Sennò miga mi faceva oscire!

SANTO- Scusi, ma lei ancora avi la mamma?

VERON- Sì e sapesse come mi controlla!

MARIO- Fa beni! Non si sa mai, cu' tutti sti ragazzacci ca ci sono in giro!

GESUA- Niente paura, ci sto io!

SANTO- (a mezza voce) C'è “Sansuni”!

MARIO- Scusati, ma non è ppi sapiri, ma unni jati a ghiri?

GESUA- In discoteca!

AMICI- (con meraviglia) In discoteca?…

VERON- Perché tanta meraviglia?

GESUA- Chi c'è di strano?

MARIO- Nenti! Non mi riferiscio a lei, signorina, che siti ancora frisca e bella comu na rosa…Ma tu papà all’età tua?… (porta il dito al cuore)

GESUA- Un infarto a mia? A vuatri vi pigghja ca stati sempre assittati e c'aricchi intra a radiu ppi sentiri megghiu a partita ro palluni!(cinge le spalle di Veronica) Questa è la squadra mia…la partita mia!

SANTO- Allura non pidditi mai!

MARIO- Finiti sempre in parità: icchisi! Ciué: senza golli! Zero a nenti!

VERON- Cosa volono  intendere! Non capiscio.

GESUA- I capisciu ju!… (sospingendo Veron- verso la comune) Amuninni! Iddi no' sanu ca ju i golli i fazzu ancora! (verso i due) Sugnu comu a  Maradona: piccolo e scattante! (uscendo) Vi salutu fascenna 'i ricotta!

               Scena 5^: Detti e Teresa.-

SANTO- Mizzica è 'na bestia! No faceva accussì, bedda matri!

TERES- (entra con vassoio e tazze con caffé) Ri cu' parrati?

SANTO- Ri dda bestia di...

MARIO- Di to patri! Di Gesualdino!

SANDR- Teresa, 'u sai ca ci avi un piede a terra?

TERES- Sì e uno no' coddu!

SANTO- Non staju abbabbiannu, è veru! Ci avi un piede a terra.

TERES- (a Mario, riferendosi a Mario) Ma chi sta ricennu chissu?

MARIO- Ca ci avi un piccolo appartamentu ca si chiama accussì. Nu dissi a so zita!

TERES- Abberu jè?

MARIO- Sì, oh! Su' du simani ca convive cu idda  e na l'uri libere: “filano”! Ca nun voli diri ca filanu a lana, ma voli diri ca “flittanu”, c'appoi nun voli diri ca “flittanu c' 'u “flitti”, u' “dittittì” p'ammazzari j muschi, ma flittanu no' sensu…

TERES- 'U sacciu chi significa! I canusciu tutti ssi paroli!

MARIO- A sì? (a Santo) Mi pari ca ssa radio, a nuatri, ni rincugghiuniu!

SANTO- Mi sapi di sì!

TERES- Beato iddu ca almenu ci avi unni sfantasiari!

MARIO- Allura, a tia, ti sta beni ca i soddi ra pinsioni si fa mangianri da ssi fimminazzi?

TERES- Non mi sta beni e non m'interessa! Cangiamu riscussu!…Ri chi parrauvu prima ca arrivassi a  “befana”?

SANTO- Di palluni! Ci stava ricennu ca non po' fari parauni tra a juve e l’Inter!

MARIO- Teresa, ti pari possibile?

TERES- Mi pari possibile sì!

MARIO- 'U senti?

SANTO- Talia ca Teresa mi resi ragiuni a mia.

MARIO- 'U rissi ppi sghezzu!

TERES- No, no, 'u rissi appiddaveru! Tifu ppi l’Inter!

SANTO- Ci senti o si duro d'aricchi?

MARIO- Chista è rossa! N'a  vuleva sentiri! Chiffà, passasti o nimicu?

SANTO- Ma quali nimicu? Cusa semu 'n guerra!

MARIO- Sì! Quanno c’è Juve-Inter semu tutti 'n guerra!

TERES- E nun esagerari!… A parte ca a mia u' palluni non m'interessa! Prima eru da juve picchì c’era Trapattoni. Ora iddu passau all’Inter e ju: cu iddu! Chi ci pozzu fari: mi piaci! E' bràu, biondu, intelligenti.

SANTO- Nun fa 'na grinza!

MARIO- No, stu ricussu è chinu di grinzi! Su unu è tifusu di 'na squadra: è tifusu di chidda e basta!

TERES- Picchì vuatri masculi siti fatti male! V'affissati nta 'na cosa e arristati fissi, ddà, ppi tutta a vita! Bisogna esseri muderni, seguìre u' prugresso e aviri u' curaggiu i cangiari!

SANTO-  Ora, chi mi rici?

MARIO- Ca non ci staju capennu nenti! Capisciu ca 'na sta casa staju beni sulu cu' i me figghi. Semo tutti tri uguali!

SANTO- Juventini!

MARIO- Non parru ri palluni! Quannu ro' cori nostru parti 'na radici e si posa no cori di ‘n autru, nuddu 'u po' sdradicari!

TERES- (sorridendo) Ora ti metti a parrari di radici?

SANTO- (ridendo) Ti metti a fari a reclami all’ “amaro”?

MARIO- Arririti! Sfuttiti! Tanto nun capiti nenti: né tu, né idda!

TERES- Si pò sapiri chi ti pigghiau? Mi pari pazzu!

MARIO- Tu inveci si' sana!

SANTO- Mi pari ca stai esagerannu tanticchedda!

MARIO- Tu, statti mutu! Statti mutu, ca puttasti u' scumpigghiu nta me casa! Questa prima era 'na casa juventina: janca e niura! Ora  mi pari chidda d’arlecchino, ri tutti i culuri!

TERES- E finisciatilla! Quantu a stai a fari longa ppi 'n palluni!

SANTO- (cerca di calmare le cose) Mariu, stamu parrannu di sport…Di 'na cosa leggera!

MARIO- Cuntinuati a non capiri!

TERES- Allura vistu ca nun capisciu: arrestu interista!

MARIO- E ju nta 'na casa cu rui interisti: nun ci staju! (prende la giacca, che stava su una sedia) 'A partita m'ascutu o' bar . Ddà forsi c'è cu a pensa comu a mia!

TERES- E va! Va…va o bar!

MARIO- (esce)

TERES- Sempri raccussì! Quanno non pò pigghiari a raggiuni si nni va a sfugarisi o bar! (in pensiero- breve pausa) Santinu, pensi c'amu esageratu?

SANTO- Esageratu? Ci nni rissimu pochi!

TERES- No, picchì quannu nisciu c’aveva 'na facci… Ultimamente non è ca ha statu tantu bonu!… Dici  spissu ca ci avi un duluri ccà!…(indica il centro del petto)

SANTO- Tutti scusi, Teresa! Nun ci rari menti! Ti voli ripurtari da so' parti, ma tu non ci ll'hai a dari sta soddisfazzioni!

TERES- (ripensando) C'appoi a mia ro palluni...! M'incapunai a diri ca eru di l’Inter, picchì j vuleu fari capìri ca macari ju pozzu aviri n’idea mia. Mi fa sentiri sempri inferiorI!

SANTO- (approfitta del momento) Mario nun sa merita una comu a tia. Pensa o palluni e no'  a muggheri! Merita quattru jurnati ri squalifica.

TERES- Chi stai a diri?

SANTO- Scusa, arristai nto palluni!

TERES- Picchì  ci vulevi rari quattru jurnati ri squalifica?

SANTO- Picchì non pò trascurari na fimmina bedda cum'a tia!

TERES- Comu ti nni va?…

SANTO- M' ha cririri! Ju di fimmini me n' intennu.

TERES- Rici ca t'intenni e ancora nun si' maritatu!

SANTO- Appuntu ppi chistu mi n' intennu!

TERES- Forsi è megghiu ca addumu a radiu e sintemu a partita!

SANTO- Lassa peddiri a partita. Preferisciu parrari cu tia! Stava ricennu ca ‘n omo scapulu s’intenni di donne chiossai di chiddu maritatu. 'J viri cu 'n occhiu diverso…

TERES- Rici  appiddaveru?

SANTO- Sì! Tu ancora si' na donna ca fa girari a testa!

TERES- (ch’era già da un po’ che si pavoneggiava) Ma comu ti nni va?

SANTO- Teresa, ppi tia 'u tempu si firmau! Si' cchiù bedda ri quann’eri carusa!

TERES- Maronna!... Nun ci staju capennu cchiù nenti! Mi stai cunfunnennu tutta!

SANTO- Cum'è ca tra tanti ca ci n' erumu; scigghisti a Mario?

TERES- Picchì chi avi?

SANTO- Chi  nun avi, voi riri! Ppi tia non ci ha ne rispettu ne cusiderazzioni! Non ti mette in risalto! Ti spegne!

TERES- Chi sugnu na lampadina?

SANTO- No, nto sensu d' “astutari”, ma nto sensu di “brillare”! Ti spegne la luce ca ci hai rintra, ciué non ti valorizza! S'incaulau comu 'na bestia ppi 'na cosa e nenti. Prifiriu irasinni o bar inveci ri stariti vicinu.

TERES- Ma Mario è fattu accussì!

SANTO- E’ chiddu ca ti staju ricennu! Ppi tia ci voli ‘n autru omo!

TERES- Ma chi ti scappa ra ucca? Mario è me marito! 'U vogghiu beni e no' scanciu cu nuddu! Ora, fammi u' favuredu di jratinni ca mi straballasti tutta!

SANTO- Mi nni vaju quannu finisciu di riciriti tuttu!

TERES- Chi m'haddiri ancora?

SANTO- Ca ju…Ca tu… Insomma ppì tia ci vulissi unu cchiù...

TERES- T'arripetu ca Mario è  “cchiù”! E’ u' marito cchiù bono ca ci sta e m' 'u tegnu!

SANTO- E su putacasu murissi?

TERES- Chiffà scimunisti?

SANTO- Fici n’ipotesi! Dicevu: si putacaso mori, tu ti maritassi n'autra vota?

TERES- Chi nni sacciu? Mario fin'a ora nun è mortu mai!

                                        -CAMPANELLO-  

             Cu po' essiri? (va ad aprire e comincia la battuta da fuori) Mariu, Mariu miu!… (entra seguita da due uomini che portano Mario…) Chi successi?… Trasiti….(aggiusta il divano) Ccà!… Mittitilu ccà!

AMICI- (sistemano Mario, supino, sul divano)

SANTO- (anche lui si dà da fare per sistemare Mario, accompagnando con delle battute brevi e a soggetto)

TERES- Ricitimi chi successi?… Chi ci ficiru?....Cu fu?...

GIGIO- Nuddu! Fici tuttu iddu!

MICHE- Staumu jucannu e carti…ju cu Mariu e Micheli cu Nicola “buatta”…e no mentri n'ascutaumu a partita: n'aricchia a radiu e n'aricchia o cumpagnu...

GIGIO-  …e mentri  Mario se stava facennu  l’asu ri vastuni…

MICHE-  Era l’asu ri coppi! Tant’è ca vuleva, ca tu jucassi 'na “muddichedda”! (briscolina)

GIGIO- Chi mudichedda e munnichedda d'Agittu, ca ci ava fattu 'nzigna ca eru orvu, ca brisculi nun ci n' avevu? Ci fici macari a mossa, ma  non mi talia mai!

MICHE- Ava taliari a tia! Anzi sì beddu!.

TERES- E chi vuliti ca ora ni mittemu a taliari a vuatri rui?

SANDR- Chi ci nni futti ra partita e carti! Vulemu sapiri comu fu.

TERES- (che ha il tremolio e gli sbalzi del corpo di Mario) Maronna!Ci pigghjau u' ballu ri San Vitu!...  Mi vuliti riri comu stanu i cosi?

GIGIO- Stamu ciccannu di riciravillu!… Mentri vostru marito stava a calari a carta…(mimica)

TERES- (interrompe) E insistisci ca carta, auh!… Vogghiu sapiri chi ci successi’. A partita e carti non m'anteressa, nun c'entra!

MICHE- C’entra e ci trasi, signuruzza mia! Difatti, no mentri ca calava a carta: 'a radiu rissi ca Rummenigghe ava signatu un gol…

GIGIO- Mariu nta facci si fici jancu comu a chiara e l'ovu...

MICHE- …Appoi a radiu dissi ca era forigioco, e allura Mario si fici na risata, s'arricupigghiau ...e mentri stava a jucari u' caricu di vastuni…

MICHE- L’abbitru Agnollin ci 'u resi bonu! Allura Mario: addivintau n'autra vota jancu jancu e arristau cu l’asu ri coppi, accussì! (mimica)

GIGIO- Ri vastuni non ti sbagghiari!

MICHE- Ri coppi!

GIGIO- Ri vastuni!

SANDR- Isomma chi fici cu l’asu?

MICHE- Nenti! Arristau accussì! (mimica)!

GIGIO- Appoi accuminciau a trimari tuttu… Parrava, ma non si capeva nenti di chiddu ca riceva.

MICHE- Allura ama decisu di puttallu a casa.

TERES- Facistuu beni! Santinu, chiama o duttori!

SANDR- Subbutu! (cerca nell’elenco)

TERES- Taliati comu s'arridduciu p'u palluni!?… (lo chiama) Mariu, rapi l'occhi, taliami!… Rimmi occhecosa!… Oh Mariu!?…

MARIO- (farfuglia, anche se ogni tanto viene fuori, quasi chiaramente, qualche parola) …Cu è?

TERES- Sugnu ju: Teresa, to muggheri!

MARIO- Picchì 'u gol ci 'u rasti bonu?

GIGIO- Fu l’abbitru, no idda!

MICHE- Mariu, viremu s'arinesci a ricurdariti: stavi caricannu cu' l’asu ri coppi o ri vastuni?

GIGIO- Riccillu tu a ssu cucuzzuni ca era chiddu ri vastuni!

SANDR- (che aveva trovato il numero e cominciato a farlo…) Àuh, ci vuliti stari muti?… E' quattru voti ca sbagghiu u' nummuru! Na vota, m’arrispunniu u' pisciaru…N’autra u'  conventu re' Carmelitane scausi… E cus’è stu burdellu!?…

                

                      Scena ultima:Detti più Biagio.

Una triste musica e luce soffusa introduce l'Angelo Biagio, che a passi lenti si avvicina al divano  rivolgendosi a Sandro...

BIAGI- Chi  telefuni a fari? Non fa in tempu!…No' viri ca è cchiù di   ddà ca di ccà?…(altro tono) Rubinetti Mario: sbrigati!!!!

MARIO- (rovescia lo sguardo per vedere Biagio e poi gli fa cenno di: “no”)

SANTO- Pronto, Duttore?…Qui è casa Rubinetti… No, nun sugnu 'u stagninu,  sugnu l’amicu di Mario!

TERES- Dicci Mario “pisciarettu”, ca 'u capisci megghiu!

SANTO- Telefuno da casa di Mario pisciarettu… Sì! Mario s’i ntisi male!… Sì, è qui, a casa!… (a Teresa) Voli sapiri chi si sente?…

TERES- Chi ti senti Mariu?

MARIO- Ah?

TERES- (forte) Chi ti senti?

MARIO-  (con voce strascicata, ha la bocca storta per la paresi) …U' cori! (si tocca con la mano in mezzo al petto e poi fa cenno di morire)

TERES- Dicci di veniri ri cussa ca avi u' cori!

SANTO- Dutturi, veniti ri cussa picchì ci avi u' cori!... Dica pure!…

GIGIO- Dissi ca ci avi u' cori  ccà…(toccandosi dalla parte sx)

MICHEL- Vadda ca dissi ca ci l’avi di ccà…(indica a dx)

BIAGIO- Mariu, ni nni vulemu iri?

MARIO- (fa cenno di no)

SANTO- Sì, ci 'u ricu ju!... Grazi! (mette giù il ricevitore) Rissi ri sbuttunaricci a cammisa e di lassallo unni s'attrova ca a mumenti arriva iddu!

TERES- (gli sbottona la camicia)

BIAGIO- Tantu, u' dutturi, nun fa in tempu, ju 'u sacciu!

MARIO- Ora  pareggiamu…e appoi vincemu…

TERES- Lassa peddiri u' palluni! Sempi ddà ci l'avi a testa!…. Statti calmu!

BIAGIO- Amuninni ca c'haju 'na certa prescia!

MARIO- 'U sai ca si' ncuttu? Si pò sapiri cu si' tu??

TERES- (crede si sia rivolto a lei) Sugnu Teresa, to muggheri… Matri, mancu mi canusci cchiù!

BIAGIO- Sugnu Biagiu: l’ “angelo del passaggiu”!

MARIO-  Biagiu: va adagiu… Cus’è tutta 'ssa prescia!?

SANTO- (credendo che si sia rivolto a lui) Mi chiamò: Biagiu! Cus’è straparra? 

TERES- (sguardo e mani verso protese in alto) Maronna, jutaticci!

BIAGIO- (a Teresa) E’ troppu tardi, a Maronna nun ti po' ascutari! (a Mario) Allura, ti diciristi?

MARIO- Non ci vogghiu veniri!

TERES- (c.s.) Sta tranquillo ca nun ti puttamu a nudda banna! Fra pocu arriva u' dutturi!

MARIO- Teresa, nun hai caputu mai, poi capìri ora?

BIAGIO- Ajutiti ca haju chiffari! Haju avviriri comu finisci  a partita: Santi contru Beati!  E' da 'n anno ca a portunu avanti!

MARIO- Macari ju vogghiu viriri comu finisci a partita!

TERES- Lassa stari u' palluni!!

SANTO- Di sicuru pareggiunu! (a parte a Teresa) Ci 'u rissi accussì...tantu ppi...

BIAGIO- Allura?

MARIO- Ripassicci n'autra vota!

BIAGIO- Ora ha essiri: è tuttu scritto!

MARIO- I figghi mei!?… I me figghi!?…

TERES- (c. s.) Sunu o catechismu!... Non s'arricodda cchiù nenti, si sta aggravannu!

BIAGIO- Sù, fa stu sforzu…Fa un bel respiro…T'ajutu ju! (facendo un finto passo indietro e portando le braccia da tese a piegate verso di sé: lo chiama con voce in lontananza, per poi ritornare alla stessa posizione di prima- ripete due al massimo tre volte)

MARIO-Teresa, mi nn'haju agghiri.

TERES- Paccamora non ti poi susiri, ti pò fari mali! Prima fa veniri o duttori.

MARIO- (solleva la testa) Mi n'haiu agghiri cu' Biagiu!

SANTO- S’affissau ca sugnu Biagiu!

TERES- E’ Santinu, l’amicu to!?…

BIAGIO- Deciditi!… Amuninni ca u' viaggiu è longu!

MARIO- Sì, è megghiu ca mi nni vaju!… Tantu no capisciunu unni haju agghiri!…Vegnu…Vegnu Biagiu!

BIAGIO- Bràu!

MARIO- Eccomi! (occhi sbarrati e fissi – respiro e...)

SANTO- Mariu?…Oh, Mariu?…Teresa: si nni jiu!

TERES- Mariu!…(poggiando la testa sul corpo di Mario, singhiozza)

BIAGIO- (si risente la musica e la luce si rialza lentamente...Biagio, si allontana a passi lenti, con in mano una bianca colomba, che avrà preso da dietro al divano)

GIGIO- (a Sandro) Chiffà mossi?

SANTO- (fa cenno di sì)

MICHE- Ora  comu facemu a sapiri su era l’asu ri vastuni o l’asu ri coppi?

GIGIO- Certo che la vita è 'n interrogativo?

S I P A R I O

S E CO N D O  A T T O

Siparietto – Prima parte

              All’apertura della tela, un siparietto scuro farà da sfondo al viaggio di Biagio e Mario verso l’Eternità. Una musica “stellare” introdurrà l’entrata dei due attori.

BIAGIO- (entra- guarda dietro di sé e non vedendo Mario, lo chiama) Anima Mario Rubinetti, spicciti! N'a voli capiri ca ci haju primura, oh!

MARIO- (da fuori) Biagiu, unni sì?…(entra)  Aspettimi s'annunca mi peddu!

BIAGIO- Nun ti poi peddiri, basta ca segui a via lattea!

MARIO- A via lattea?

BIAGIO- Sì!

MARIO- Nun c'è n’autra  strada?

BIAGIO- Picchì non ti piaci?

MARIO- U latti no' digerisciu e su mi s'allenta u stomucu, unni  a vaju a fari…?

BIAGIO- Chista è a strata cchiù cutta p'arrivari prima!

MARIO- Prima o dopu, oramai cinn'haju di tempu!

BIAGIO- Sì, ma ju no! Arrancamu!

MARIO- Fammi ripusari annicchia! No' viri ca tiru u ciatu che renti?…Cus’è tutta 'ssa primura?  Agghiri a pigghiari a quacchi altru cristianu?

BIAGIO- Non si tratta di chistu.

MARIO- Com'è ca vinisti tu a ricugghirimi?

BIAGIO- Picchì u compitu miu è chissu! M'ussegnanu ottantatri anni fa. Mi mancunu n'autri riciassett'anni ppi ghiri in pinsioni!

MARIO- Mizzica! Macari motti am'a travagghiari?

BIAGIO- Ca cettu, oh! Appena l'animi arriunu: ci rurunu u travagghiu, a secunnu ri comu s'anu cumpurtatu da vivi… Comu ti pozzu riri?… Presempiu, a mia da vivu, mi piaceva passari u tempu libero o bar, chiuttosto ca jutari me muggheri a casa. Di cunseguenza ju sugnu un’anima ca passa cchiù tempu fora ca intra o Pararisu. Chistu finu a quannu nun vaju in pinsioni!

MARIO- E to muggheri chi fa’? Unni sta?

BIAGIO- No Purgatorio a fari pinitenza. Acchiana in Pararisu u stessu jornu ca  vaju in pinsioni!

MARIO- Cum’è ca idda sta no Purgatoriu e tu…

BIAGIO- Picchì idda, non virennumi mai 'n casa, s'infuligginava e da ucca ci nisceunu cchiù maliparoli ca avimmarie e orapronobissi! Ju, inveci, nun m'a pigghiava cchiù ri tantu, eru cuntento d'a vita e mi scapulai u Purgatoriu, anche su ppi cent’anni haju a fari u trasportatori di anime!

MARIO- Pensi ca a mia mi mannunu o nfernu?

BIAGIO- No, visto ca vinni jù a pigghiariti!

MARIO- Chi  penitenza pensi ca mi rununu?

BIAGIO- Qual’era a cosa ca in vita ti piaceva chiossai?

MARIO- Ascutari e viriri i partiti da Juventus!

BIAGIO- Allura, comu penitenza, ti fanu avviriri tutti i partiti ca a Juventus ha persu!

MARIO- Sai comu mi tocca suffrire?… E ppi’ quant’anni mi tocca virilli?

BIAGIO- Spera che sia in giurnata bona!

MARIO- Cui?

BIAGIO- A sicritaria di San Petru!

MARIO- Picchì no' è iddu ca…

BIAGIO- Iddu runa sulu u tipo ri penitenza, ma a durata a runa idda! E’ na tedesca, dura, ferma, severa! Tu fatti avviriri docile, bonu, sottomesso e forsi ti nni runa cchiù picca!

MARIO- Appena a viru accuminciu a tifari pp'a Gimmania: Beckenbaure, olé!

BIAGIO- Bràu! Ora caminamu, mi pari ca t'arripusasti abbastanza! Manca a  salita finale e sem'arrivati!  (esce)

MARIO- Vegnu! Non curriri ca mi perdu!…(si ferma sulla soglia dell’uscita) Pensa tu! Mancu da mortu trovi paci: ti tocca travagghiari! O cuntrario d'a terra, dda: ti tocca raccumannariti pp'attruvari travagghiu e ccà: tocca raccumannariti ppi travagghiari cchiù picca! (cerca Biagio) Biagiu, unni si?… Aspettimi ca mi perdu…(da fuori) Biagiu aspettimi…(riprende la musica, metallica, stellare che poi piano piano scema lasciando posto alla dolce musica: “Dolce mattino” che accompagnerà l’apertura del siparietto….

                          

...APERTURA SIPARIETTO

SECONDO ATTO

                    La scena rappresenta l’anticamera del Paradiso, dove alcune anime attendono di essere giudicate. Sul fondo e sulle quinte, qua e là vi sono delle nuvolette…L’Angelo bidello è in fondo alla scena, in piedi che dorme…Accanto a lui, sulla dx, vi è un tavolo con sopra un librone, dove sono registrate le anime già arrivate e quelle che dovranno arrivare.-Lateralmente a dx vi è l’entrata comune.- Lateralmente ed in basso a dx, due donne stanno sedute su di una nuvoletta, dormono pure loro, come il Barone, che sta a sx e di fronte a loro.- In alto e lateralmente a sx vi è una porta argentata o dorata, che porta al Tribunale Divino….

                 Una musica: “Dolce mattino”, sveglia l’Angelo bidello, che a sua volta sveglierà le anime in attesa.

                Scena 1^:-Bidello-Cesira-Rusina-Barone.                            

BIDELL-(si desta e poi va a svegliare le anime: prima le donne, il Barone, e poi ritorna al centro scena in fondo) Ringraziamu cu n inchinu a massima santità ca ni teni  nell’eternità!…

ANIME- (ogni qual volta, verrà detta la parola “eternità”: tutti canteranno la parola “immensità”,  dalla canzone di Don Backy “immensità”.) Nta l’immensitàaaaa!…

BIDELL- Jèh! Accuminciamu n'autra jurnata!…

CESIR- (seduta verso centro scena, prendendo il “mattarello”, che passerà su e giù sulle cosce nei momenti di pausa) E macari a chista a mittemu cu l'autri ?

RUSIN- (seduta later. dx, prendendo i ferri da lana con un lavoro cominciato da lungo tempo) Si pò sapiri ppi quantu tempu ancora am'aspittari ppi essiri giudicati?

BIDELL- Stati calmi!...Stati boni! Quannu è u' tunnu vostru vi chiamunu!  Nta sti posti ci voli calma e pacienzia.

CESIR- Ma chi calma e pacienzia!? Su è chista a penitenza c'ama passari: dicitannillu e ni mittemu u cori 'n paci!

BIDELL- Chi cuppa c'haju ju? Ju sugnu l’angiulu bidellu, nun cumannu nenti! Vi pozzu sulu riri : “Stati calmi e stati boni!” Po' restu ci pensa San Petru e a so' sicritaria! …A propositu, cum'è ca stamatina tarda?

BARON- (parla un po’ affettato, sarebbe bene con la “erre moscia”, da sembrare appena effeminato) Non state a perdere tempo a spiegare, tanto non vi capiscono, sono dei popolani, plebaglia ignorante!

RUSIN- ‘Gnuranti a nuatri?…Àuh, “Aistaine”, (detto com’è scritto) chiffà, accuminciamu a santa jurnata? Varda ca su cuntinui a affenniri: ti cusu a ucca cu stu filu 'i lana!

BIDELL- Muta! Nun ti fari sentiri, sannunca quannu ti giudicanu ti l’assommanu cu l’autri piccati!

RUSIN- Non mi frega! Almenu no' sentu parrari ammatula! (a sproposito)

CESIR- Criri ca picchì è nobbili si pò  pimmettiri d'affenniri, stu sapientuni?

RUSIN- T'a capisci o nò, ca ccà semu tutti uguali!…

BARON- (volgendo loro uno sguardo di commiserazione) Tutti uguali!?…Vi ricordo che io sono il Barone Beccotorto!

CESIR- Ci 'u sapemu, ci 'u sapemu!…Quannu arrivasti vulevi attaccari pure i manifesti!

RUSIN- Scansati di ccà, sannunca u “beccu-storto” t'u ddizzamu nuatri!

BARON- (arrabbiato, esclama) Per tutti i muli della Maremma!…

BIDELL- Àuh!Stati boni…Stati calmi! Non fati schifiu, avàh! At'aviri tanta pacienzia! At'aspittari!

RUSIN- Semu stufi d‘aspittari e di viriri giudicata a genti c'arriva addopu di nuatri! Nun è giustu!

CESIR- Mi pari di stari giù, o paisi, quannu staumu nto dutturi: i malandrini e i raccumannati ti passaunu avanti e u turnu to' n'arrivava mai!

BIDELL- Non mi puttati presempiu sti cosi ca mancu i capisciu!

BARON- Scusi, signor Angelo Bidello!… Lasci che spieghi io. (alle donne) Vi faccio notare che anch’io sono in attesa, purtroppo, qui con voi, nonostante sia un Barone, di un’estradizione più elevata.

CESIR- Rusìna u sintisti?(sfottò) Iddu c'avi a “strada soprelevata”!

RUSIN- E scinni da ss'arvulu i ficu, ntipaticu!

BIDELL- Stativi muti! Non mi cumplicati i cosi! Passu i guai a causa vostra!

BARON- Vi prego di chiamare all’ordine queste due megere!

RUSIN- (si alza) “Messaggere” ?….A nuatri?... Chi nni pigghiau ppi ruffiane?

CESIR- (si alza e brandendo il mattarello) Nuatri: ruffiane?!…

BIDELL- (capisce e già va verso il centro)

CESIR-…U voi viriri ca cu' du' lasagnulati, ti fazzu addiventari 'n “maccaruni i casa”!

BIDELL-  Stati boni!…

CESIR- A costo di iri all’inferno!…

BIDELL- Stati calmi!…

RUSIN- Nuatri ci ulissimu stari boni, ma è iddu ca offenni sempri!

BIDELL- Facennu accussì aggravati a pusizioni vostra!…(appena vede le donne riprendere il loro posto) Bisogna ca v'u ricu: tutti tri v'attruvati ancora ccà, in attesa ri jurizziu, propiu picchì sicutati a strariarivi! Cchiù schifiu fati e cchiù a longa  vanu i cosi e cchiù tirati d'aricchi pigghju ju! Ro' jornu c'arrivastuu haju pigghiatu un saccu di rumanzine da parti do Principali e di San Petru!… Ppi non parrari di l’Angelo Sicritaria: a tedescazza!… Sempri cu mia ci l'avi ssa crucca! 'Ssa “mangiapatati”!…

                   Scena 2^ :Detti più la Segretaria.-

SEGRE- (ch’era già entrata a “mangiapatatI”- Parla un italiano , come lo potrebbe parlare un tedesco: storpiando le parole, come quelle che si trovano scritte in corsivo nelle sue battute)…Chi mancia patate?…

BIDELL- Matri mia, ccà jè!

SEGRE- A chi ti riferifi ?

BIDELL- Nenti…nenti! Ci stava ricennu all'anime ca non ci sentu tantu bonu! Forsi picchì quann’ero in vita mangiai troppi patati!…Vossia u sapi megghiu di mia ca cu mangia troppu patati addiventa surdu e…

SEGRE- Fa pene…fa pene! Io non creto, ma fa pene!…Tu stare attento, perché occi essere ciornata  FURCT-BAR! (va a guardare registro)

BIDELL- E cu si movi di ccà!? Vi pari ca vaju o Bar?

BARON-In tedesco “FURCT-BAR” significa: “Terribile!”

SEGRE- (ch’era ritornata al centro) Toppo tanti anni di laforo insieme: tu ancora non capire me e lui sì!?

BIDELL- Però, mi pari ca non mi sbagghjai di tantu! Visto ca è na jurnata terribile: nun c'haju mancu u  tempu di jri o bar. A parte ca ccà non c'è tempu mancu ppi fari merenda! Sunu tri jorna ca na sacchetta c'haju un pezzu di pani co salami calabrisi!

SEGRE- (fa mimica di “tanto è inutile”,  e si avvia…)

BIDELL- (domanda) San Petru stamatina nun veni?

SEGRE- (si ferma, si gira…) kommen!

BIDELL- Ricu: astamatina non veni San Petru?

SEGRE- Kommen!

BIDELL- E quanti patati ha mangiatu chissa!…(forte) S. Petru stamatina veni o non veni?

SEGRE- Cossa critare, cossa critare! Io sentito pene! Io risposto a te: Kommen e Kommen in mia lingua fole tire: “arrifare!” Cossa folere tu da San Pietro?

BIDELL- (impacciato) Eccu!…Ci fussunu st'animi, ca volunu sapiri…(si mette paura ritraendosi in sé stesso, perché…)

SEGRE- (forte e accigliata) Cossa? Cossa folere sapere?…Sempre curiosi questi Italienisch!…Folere sapere tutto, ma mai (verso le donne) NICHT BESTIMMEN!

RUSIN- Sintitila!…Chi runa i “nummara o lottu” chissa!?…Cisira a sintisti? Rissi c'ama bistimmiatu!

CESIR- Taliati ca vi stati sbagghiannu, signura sicritaria. Ju  e Rusina semu genti ri chiesa!

BARON- (con risatina di sufficienza) Ma che avete capito? Nicht bestimmen significa:“Decidere niente!” Scusatele, non hanno studiato come me. Io avevo degli amici...

SEGRE- Grazie, per traduzione, ma tu essere come altri. Non arruffianare me! (chiede al Bidello) Tetto pene “arruffianare”?

BIDELL- Benissimo!

SEGRE- Cossa stafi a tire prima…

BIDELL- (che non si ricorda, tra sé…) E chi stava ricennu?…

SEGRE- Snell!

BIDELL- (guardandosi il corpo) Ci criru ca sugnu “snello”, su' tri jorna ca non fazzu merenda!…(ricordando) Ah!…Ve stava a diri ca l’animi volunu sapiri…

SEGRE- (forte) Stille!

BIDELL- (paura) Chissà mi fa moriri ri scantu!

SEGRE- Qui, nessuna anima afere tiritto ti folere! Tutte anime tofere stare in preghiera: (facendo mimica di “silenzio”) in Stille e aspettare proprio turno! Ferstanden? Anglossen?

RUSIN- (spaventata) Sì, vabbeni…comu  rici vossignuria! (all'amica) Ni cunveni starini muti, sannunca prima ci fanu a “festa” e dopo ci “spaccunu l’ossa”!

CESIR- Comu facisti a capilla?

SEGRE- Cossa afere da murmulen? Da Borbottare?

RUSIN- Aora chissa m’i stufau bona e ci u vogghju riri papali,papali!

CESIR- Statti mutta!

RUSIN- E’ inutile,  cara mia, ca vuliti fari a “giusta”…L'emu visto ca non siti chidda ca vuliti   simbrari!

SEGRE- Cosa folere significare?

BARON- Vogliono dire…

CESIR- Tu statti mutu e lassa parrari a idda!

RUSIN- Vogghiu riri, c'appena aieri facistuu passari avanti quattru animi ca arrivanu dopu di nuatri. L’autru aieri a n'autri tri… Ci semo stufate d'aspittari e di viririni passari avanti!

SEGRE- Ecco qua italienisch!

BIDELL- State calmi! State boni! Nun m'a fati ncaulari!

SEGRE- Sempre brontolare, mai contenti! Questa essere tecisione Tivina,tofe tutto essere stabilito.

BIDELL- Non vu rissi ju?

SEGRE- Qui non esistere tempo!

BIDELL- Mancu ppi fari merenda!

SEGRE- Qui essere l’Eternità!

TUTTI-  (si alzano e con braccia protese verso l'alto: cantano) “Nell’immensitàaaaaa!”

BARON- Scusi signora segretaria?… Posso sapere che fine ha fatto la domanda che ho inoltrato, per avere un colloquio con San Pietro?

BIDELL- Ora macari chistu ci si metti?!

SEGRE- Stare tranquillo! Tomanta essere sul tafolo di San Pietro.

                 Scena 3^: Detti più S. Pietro.-

S.PIETR- (entrando) Si pò sapiri cu è ca mi chiama? E’ cchiù di na vota ca sentu u me nomu! Non mi fati  primura ca sugnu vecchiu! Nun ci a fazzu cchiùi a fari stu travagghiu! C'haju puri l’asima. Non sacciu quanti voti ci l'haju rittu o principali: “Ppi chinnici jorna metticci a n autru o me postu, ca ju m'haju a fari i curi Termali”, ma “Chiddu” nun ci senti!

                  (Un gioco di luci e tuoni precedono il parlare della v. f. c. - Tutti si girano verso il fondo, dando le spalle alla platea e chinati, con il capo riflesso in avanti)

V .F .C - (voce lontana e decisa, con tono di rimprovero) Cu rissi ca non ci sentu?

S.PIETR- Nenti-nenti! Ju fui! U rissi accussì, senza pinsaricci. Scusimi!

V .F .C- N'autra vota pensa a chiddu ca rici! Non ti scurdari ca macari tu t'attrovi nell’eternità!

TUTTI-  (c. s.) “Nell’immensitàaaaaa!”

             (stesso gioco di luci e rumori, prima di ritornare alla scena normale)

S.PIETR- (tra sé) Ccà bisogna stari attenti a comu si parra! (forte, alla segretaria) Dunque…chi vinni a fari ccà...  Non m'u ricordu cchiù!...

SEGRE- Eccellenza, occi essere ciornata ti giutizio! (sospinge all’uscita) Ricortare atesso? Preco!…Bitte!…Entrare in ufficio…Bitte!

BIDELL- A iddu ci runa u “Bitter”, l’aperitivo, e a mia mancu mi fa fari merenda!

S.PIETR- (si ferma) E’ jurnata di jurizziu, ricisti?

SEGRE- Sì, eccellenza!

S.PIETR- (andando) Veru jè! Cu ci pinsava? Staju piddennu a mimoria! (via)

SEGRE-(dalla soglia al Bidello) E tu fare attenzione! Tenere tisciplina! Ricorto te che se non tenere anime puone: io mantare te a fare Ancelo custote al Polo Nort, ta  Esquimesi!

BIDELL- Ppi caritati, non mi ci mannati o polu norde ca ci haju l’adrosi civvicali e a sinovite  nta frunti!…

SEGRE- Ancelo affisato, mezzo salfato! (esce)

CESIR- Jéh, quant’è laria!

RUSIN- Propiu na stu ripartu ava a capitari ssa strafallaria?

BIDELL- Siti cuntenti ora? Vi l'ava rittu ca chissa sa pigghiava cu mia! Fatimi u favuri: (insieme alle anime) stati calmi!..stati boni!

RUSIN- Oramai n'u mparamu 'ssu riturnellu!

CESIR- Ma è pussibbili ca tu nun cumanni nenti? Chi angiulu si'?

BIDELL- Ccà, ognunu ci avi u so compitu! Sugnu quasi cchiù vecchiu ri San Petru e non pozzu cchiù fari carrera. Eh! Quann'eru giuvinottu  ero ‘n bell’angiulettu!… Zumpavu e  curreva di ccà e di ddà comu 'n ariddu!…

BARON- Siete stato pure Angelo Custode?

BIDELL- Certamenti! Pùh!...N'haju custoditu di anime ju, ca macari persi u cuntu!…Qualcuno era bràu, quacchi autru cchiù picca! J anni passunu ppi tutti!... Quannu  vistunu ca non ci a facevu cchiùi a stari arreri e cristiani: mi misunu a fari l’angiulu bidellu.

BARON- Avete custodito pure anime di nobile casato?

BIDELL- Na sula vota! Era un Principi. Na lesina muta! Ci mancaunu sulu i corna! Ne cumminava di tuti i culuri!

CESIR- Sempri accussì, àuh! Ssi nobbili, c'a scusa ca hanu i soddi fanu i so cumudazzi!

BARON- Signora io non le permetto…

RUSIN- Ma cusa non pirmetti tu? Ccà i soldi non valunu! Ci n'hai soddi ccà?

BARON- No.

RUSIN- T'a capiscì, allura, ca ccà semu tutti uquali? Cisira  c'avi raggiuni! Vuatri ricchi ata fattu sempri comu vi pari.

BARON- Le faccio notare cara signora, che il mio casato ha partecipato alle crociate!

CESIR- Picchissu macari idda, abberu?

RUSIN- Ca certu, oh! U curredu ci l'haju fattu tuttu a“puntu a croci”.

BIDELL- Arricuminciamu? Dicitulu ca ci l'aviti cu mia! Va vuliti capiri ca chiddi  (indica chi sta dietro la porta) si signunu tuttunto libru mastru e quannu vi chiamunu spunta fora tuttu?

CESIR- Ppi mia u nomu nostru non c'è 'na ssu libru ca rici tu!

RUSIN- Sannunca a st'ura n'aunu chiamatu già!

CESIR- E n'avissimu luatu a ssa piattula ra nmenzu i peri!

BARON- In effetti debbo dire e convenire che questo ritardo desta in me degli inquietanti interrogativi! (indica donne) Hanno mostrato ingegno!

CESIR- Chiffà affenni?

RUSIN- Statti bona! Rissi ca a pensa comu a nuatri.

CESIR- Allura visto ca semu daccordiu: trasemu nta camira ri San Petru e ci 'u ricemu!

BIDELL- (di corsa, si è piazzato davanti alla porta a braccia larghe) No! Fermi! Non si pò! (alza la voce deciso e inusuale, tanto che le tre anime indietreggiano lentamente e poi alla vista della “segretaria” ritornare velocemente, a orecchie basse, al proprio posto d’attesa)…Àuh!? A cuccia! E’ pussibbili mai? (entra lasegretaria) Nta t'ant'anni d'onurata carrera non m'hana capitatu mai anime indisciplinate comu a vuautri!… Ci vuliti stari calmi? Ci vuliti stari boni?… Eccu! Bravi!…(crede che si siano calmati per il suo intervento duro ed autoritario) Mi rispiaci si v'arrimpruvirai nta ssu modu, ma quannu ci voli: ci voli! Cchiù stati boni e prima vi chiamunu! Su ‘nveci faciti casìnu: nesci a crucca e addopu sunu cauli amari ppi mia e ppi tutti! Picchì idda (si gira verso la porta e vedendola)… èbona! 'Na santa!…ma su perdi a pacienzia…

                  Scena 5^ -Detti più Segretaria e Fattorino.-

SEGRE- Cossì tu tenere tisciplina? Cossì tu ubbitire a ortini? Foi italiani senza rispetto per gerarchie!

BIDELL- Ci semo passati…

SEGRE- Cossa tire?

BIDELL- (piagnucolando) Chisti mi ficiunu jri fora ri testa! Mancu sacciu cchiùi chiddu ca ricu e chiddu ca fazzu. Sugnu disperatu!

SEGRE- S. Pietro ha tetto: “Ppasta”!

BIDELL- (tra sé) E chi c'avi u vermu tagghiarinu chissu!? Menzujornu ancora n'ha sunatu e  voli a pasta? (alla segretaria) Ci criru, di prima matina ci rati u “bitte”: l’aperitivo!

SEGRE- Stille! Silenzio! Finitela con questa commedia, “Javul”?!.

CESIR- (detto con paura e velocemente, segnandosi) Gesù, Giuseppe e Maria…u riavulo!

RUSIN- (spaventata) Unni sta?

BIDELL- Non vi scantati! Javul vole riri: “capito”?I  primi voti macari ju ci cascava!

SEGRE- Questo essere posto serio, nicht puffonate! (chiede al bidello) Essere arrifata anima Bianchini Maria?

BIDELL- Ancora nun s’è vista. Ora chiamu a Vincenzinu, l’Angiulu fatturinu!(va a suonare il corno di bue, che farà da tromba)

SEGRE-Come mai questo ritarto?

BIDELL- (ch’era andato a sfogliare il “librone”) Mancu jù mu sacciu spiegari!

FATTO- (tutte le sue entrate debbono essere a mo’ di corsa saltellata e adesso continua a saltellare sul posto finché viene fermato dal Bidello) Brrrrrrrrum!...Eccumi!….Eccumi ccà! Cchiù viloci ra luci e saittanti comu na stidda filanti!

BIDELL- Àuh, ti voi fimmari?… Ascuta a sicritaria!

FATTO- (continua più lentamente a saltellare) Cumannati?

SEGRE- Tofe essere anima Maria Bianchini? Kastengaist?

FATTO- ( al bidello) Chi rissi?

BIDELL- Rissi: unni sta l’anima di Maria Bianchini “che castagni”?

FATTO- (alla Segretaria)  E’ ppi strada, ma j castagni mi pari ca non ci l’avi.

SEGRE- (ha un cenno di stizza,  per il fraintendimento dei due))

BIDELL- (che ha notato il gesto della segretaria: preoccupato) Comu, non ci avi j castagni?

FATTO- (saltellando) Chi cuppa ci haju ju su non ci avi i castagni?

BIDELL- E statti fermu, non sautari sempri! Runiti requie!

FATTO- Non mi pozzu firmari, m'haju a teniri sempri in forma. Ancora n'arrinesciu a bbulari; su sautu mi si sghiluppunu i muscoli di l'ali!

SEGRE- Afere finito ti chiaccherare? Portare suppito anima. Lei afere precetenza su tutti…Lei essere Kastangaist, cioè “ Privilegiata! Capito atesso? Ha precetenza su tutti.

BIDELL- Spicciti! O chiamala!

FATTO- Vaju e tornu comu un saittuni (lampo)...  Brrrruuummmmm!

SEGRE- Snell, Snell!

BIDELL- (al fattorino che si era avviato, lo accompagna con la battuta…) A sintisti? Ti voli “snellu”, perciò non ti firmari a mangiari a granita ca brioscia!

CESIR- (alla segretaria, che sta andando) Scusi! Unni sta jennu vossia?

SEGRE- In ufficio!

RUSIN- Ci va dopu, picchì prima amu a parrari! St’anima c'arrivari, s'amu caputu beni, ci avi a  pricidenza su tutti. Giustu?

SEGRE- Sì!

CESIR- Ma nuatri stamu aspettannu da 'n saccu d'anni!

SEGRE- Quella che sta per arrifare è anima senza peccato, pura, immacolata! Lei non afere pisogno ti processo! Fiene a salutare S. Pietro, prima ti antare nel più alto tei cieli!

FATTO- Bruuuuumm!... Eccula, eccula! (si pone in fondo scena per lasciare il passo e poi si mette di fianco al Bidello)

               Scena 6^:- Detti più Maria Bianchini e V. f. C.-

MARIA- (ha una tunica bianca e quando arriva al centro scena: alza le braccia con sguardo verso l’alto) Pace a chi sta nell’eternità!

TUTTI- ( si alzano e cantano) Nell’immensitàaaaaaa!

FATTO- (prolunga, cantando, la “a” di immensità…)

BIDELL- ( lo ferma con uno scappellotto)

MARIA- E’ bello qua!

FATTO- Ccà è nenti!… (andando verso l’ufficio) Viniti cu mia dda banna!...

SEGRE-Alt! Tofe antare tu?

FATTO-L’accumpagnavo…J facev'avviriri…

SEGRE- E cossa ci sto a fare io?

FATTO- (al bidello) Chi ci sta a fari idda?

BIDELL- A mia mu dumanni? Chi ni sacciu?

SEGRE- Tu non sapere quale essere mio compito? Bel bitello DU BIST!

FATTO- Ti rissi “bestia”!

BIDELL- Manc'a sentu!

BARON- “Du bist” significa “tu essere”! Quindi ha detto: “Bel bidello tu essere”! Solo io so il lavoro che  svolge.

CESIR- Macari ju u sacciu! Idda è comu l’usciere!

RUSIN- Chi rici! Ti sbagghi! E' chidda ca scrivi nte  libbri!

BARON- (ridendo) Che ignoranti! Non sanno che voi siete come una specie di “entraneuse”!

RUSIN-  “Gnuranti” semu?

CESIR- Varda ca s'arriu a 'chiappariti ssa caramella ca c'hai nta l’occhiu t'a squagghiu tutta!

BIDELL- State calmi, state boni!…

SEGRE- Questa essere mancanza di rispetto!…Entraneuse a me!…Topo tanti anni di illippata carriera!

MARIA- Calma!…Calma!…Calmatevi! Non è con l’ira che si risolvono i problemi. Bisogna sapere, comprendere e perdonare. Nella vita tutto quello che è avversità…

FATTO- (canta solo lui) Nell’immensitàààààà….!

BIDELL- (lo ferma con il solito scappellotto e poi…) Scusatelo, ma quannu senti na parola ca finisci ca “a”, a scancia per “eternità” e si metti a osannare!

MARIA- …Tutto quello che è avversità va affrontato col sorriso sulle labbra e sul cuore!

BIDELL- Brava!

FATTO- (applaude)

SEGRE- Zitti foi tue!

BIDELL- (scappellotto a Fattorino) Non parrari!

MARIA- …Perciò, o Signore, perdonali, perché non sanno quello che fanno!

V.F.C.– (gioco di luci e suoni…) Cosa? Perdonarli? Chissi a mia mi stanu facennu sinniari! Quannu sarà u turno so', ppi essiri giudicati, ci 'u fazzu capìri ju comu ci si cumporta nta 'na sala d’aspetto rispettabile! E nun me riferisciu sulu all'anime, ma anche al personale di serviziu che non si attiene alle regole!

TUTTI- (hanno ascoltato a testa china e tremanti)    (LUCE NORMALE)

MARIA- (Dopo qualche colpetto di tosse per togliere l’imbarazzo) Vogliamo andare?

SEGRE- (che si è ripresa) Sì…preco…preco!

MARIA- (alle anime) Non vi preoccupate! Quando sarò al Suo cospetto, metterò per voi una buona parola! (entra)

SEGRE- (a  tutti) Topo faremo i conti! (entra)

BARON- Finalmente!…. Dopo tocca a me!

RUSIN- Cu tu rissi?

BARON- Non avete sentito la segretaria? “Dopo faremo i conti!” e quindi, dopo i “Conti” toccherà ai (indicandosi) “Baroni”!

BIDELL- Nun hai capito ‘n accidempuli! I cunti i voli fari cu mia! Sempri cu mia s'a pigghia! Non capisciu comu fici u “Principale” a darcci stu postu! Chissa, o massimu-massimu puteva fari l’Angiulu Custode nta quacchi galera!

BARON- Qualcuno che tiene la disciplina ci vuole!

BIDELL- Ci sugnu ju ppi chistu. Nuddu mi cunsidera! Ccà intra sulu ju m'avissi a lagnari ri comu vanu i cosi! (al fattorino) T'a finisci di sautari? V'avviriri su arriva quaccunu!

FATTO-  Brruuuuummm!….Curu!….Bruumm! Cchiù viloci ra luci!(via)

BIDELL- (andando in fondo: si addormenterà) Oraciccamu di stari calmi e boni!

CESIR- (guardando verso la platea) Rusina... Rusina, talia!…

RUSIN- Talia dda musu tintu di Nina a “fungiuta” a chi  prezzi vinni a roba  nta bancarella!?

RUSIN- (che s’era accostata a Cesira e guardato verso la stessa direzione) Chi razza ri latra! Ha statu sempri na mbrugghiuna, na prufitterola!

BARON- (tra sé) Sì, un “Tiramisù!”

CESIR- (che non ha sentito, continua...) Tu no' sai, ma non ti manca tantu ppi venìri ccà!

RUSIN- Appena arriva j tocca a ssa sfacciata!

BARON- Siete sempre donne da cortile: impiccione!

BIDELL- Ariecchece!…

CESIR- (alzandosi) Ora mi rumpisti Baruni Beccamortu!

RUSIN- (si alza anche lei) Allura nun ci cririi ca t’abbuscicamu tuttu!

BIDELL- (corre a frapporsi) N'accuminciamu! Boni, ca a sicritaria s'a pigghia cu mia… Boni!

CESIR- Veni ccà, bruttu fitusu, ca t'acciuncu i jammi! 

BIDELL- Calmi!…

BARON- (riparandosi dietro al bidello) Mi vogliono “imbescigare e acciuncare”!

BIDELL- (riparandolo) Ci pensu ju!… Assittativi!…

RUSIN- Su ti pigghiu ti fazzu maliriri u jornu ca muristi!

BIDELL- Ma chi ci facisti ca sunu accussì arraggiati?

BARON- Niente!… Io mi facevo i fatti miei!

RUSIN- Macari munzignaru si'! Ti pare ca no ntisi ca a Cisira a buffuniasti quanno rissi “profitterola”? Ci ricisti: “Sì, tiramisù”! Su nun pensi ppi tia: ti tiru su ju c'un papagnu! (cazzotto)

 

                   Scena7^:- Detti- V.F.C. e S.Pietro.-

V.F.C.–  (solito gioco di luci) Insomma!? Cus’è stu schifiu?… Petru!?…Petru!?...

S.PIETR- (entra affannato, seguito dalla segretaria) Chi c’è, chi c’è?

V.F.C. – C’è chiddu ca non ci avissi a essiri:  Silenzio! 'U sai o no ca sugnu in riunione? Nun vogghiu  essiri ristubbatu!

S.PIETR- Ci penso ju, sta tranquillu!

V.F.C.  – Speriamo! Non mi custringiti a pigghiari severi provvedimenti!

S.PIETR- (quando la scena ritorna normale) (accenna a parlare, ma ogni volta che apre bocca viene anticipato dalla segretaria)

SEGRE- Chi essere responsabile ti questo casinen?

S.PIETR- c. s.

SEGRE- Allora?

S.PIETR- c. s.

SEGRE- Appiamo fatto una tomanta. Rispontere!

S.PIETR- c. s.

SEGRE- Stiamo aspettanto!

S.PIETR- Àuh, non mi lassa parrari! Segretaria, scusa, ci pensu ju! Da adesso in poi non vogghiu sentìri abbulari 'na musca, picchì sannunca…. Picchì sannunca… picchì sannunca, sannunca…. (alla segretaria) Chi  vulevu riri?

SEGRE- Perché sennò foi fare tre secoli ti Purgatorio, capito?

S.PIETR- Eccu! Brava! Comu rissi idda. (tra sé) Comu mai staju ccà? Bòh! Non  m'u ricordu! M'accumenciu  a smimuriari!…Famminni jri, famminni jri!… (esce)

SEGRE- (al bidello) Che figure tu fare….Puuuhhhfff! (lo guarda con una faccia schifita) Puuuhhhfff!…

BIDELL- (crede che la segretaria abbia sentito puzza e allora cerca di giustificarsi) Non fui ju! Putissi arristari siccu unni m'attrovu: non so’ statu ju! (al Barone) Baruni, nun è che prima vi mittistivu paura e jttastivu, (mimica di scorreggia) a facistuvu senza bottu?

BARON- Io? Impossibile!

CESIR- Certu, iddu ci l'avi chiusu ppi ferie!

RUSIN- Anzi puzzi pocu cu tutta l’aria ca  ti runi!

SEGRE- Cossa afere capito? Folefo tire che tu, Ancelo Bitello hai fatto figuraccia. Tu essere Ancelo ti terza categoria: pppuuuhhhfff!! Il polo nort essere sempre più ficino! (esce)

                        Scena 8^-: Detti – Biagio e Mario.-

BIDELL- Ora pi vuatri ci pensu ju! (con sguardo verso dove riceverà la lavagna, dall'alto di una quinta di fondo o laterale) Santa Scolastica?…Santa Scolastica, ppi faureddu, calimi a lavagna!...

CESIR- Tutta cuppa di ssa “badda d’ovu”! (riferito alla tunica gialla che porta)

RUSIN- Puzza comu n pezzu di sugna rancica! Puhà!…

BIDELL- (ha ricevuto la lavagna e vi ha scritto “Buoni e Cattivi”) U primo ca parra u insignu! Cu vuatri non si po' essiri boni!

BIAGIO- (entra a metà battuta del bidello)) Lassa peddiri a chissi e dà mente a mia, ca ci haju tanta prescia! Ti cunsegnu n’anima!… Mi nni vaju. Ciau!

BIDELL- Unni vai? M'ha firmari u registru prima ca ti nni vai!... Unn'è st’anima?

BIAGIO- (vede che non c’è) Arristau fora! (chiama) Mario, unni sì?

MARIO- (da fuori) Ccà sugnu, ma non trasu su non mi runi i causi!

BIAGIO- (esce e poi rientra trascinando Mario, recalcitrante) Trasi… Non fari u stupidu!

MARIO- (entrando fin sulla soglia) M'affruntu senza causi!….Vogghju i causi!

BIAGIO- Finisciatilla! Ccà c’è tutta brava genti! Ubbidisci, sannunca ti mannunu  o 'nfernu!

MARIO- No! O' nfernu, no! (avanza e timidamente giustifica l'abbigliamento) Scusati….io sugnu 'n omu, i causi mi ficiunu lassari….

BIDELL- Non ti giustificari, ccà semo tutti c'a vesti. C’avemu sulu a sembianza, (indica la testa) u resto non ci l’avemu cchjui! (indicando dal busto in giù)

BARON- E’ proprio vero, (indicando anche lui) da qui in giù…

DONNE – Tu nun ci  ll’hai mai avutu!

BARON- (ha un segno di stizza)

MARIO – (guardando intorno, involontariamente, si avvicina  all’ufficio)

BIAGIO- (che intanto ha firmato)…Ciau! A prossima! (via)

BIDELL- (vede Mario) Àuh, àuh! Unni stai jennu? Ddà non si pò trasiri!… Comu ti chiami?

MARIO – Mario Rubinetti!

RUSIN- Detto “pisciareddu”!

MARIO - Sì, ppi via ro cugnomu : “Rubinetti” e su perdi…m’ata caputu?…(risentito) Ma, a vuatri cu vu rissi… Thò! Rusina... Rusina a ferricurti! Cu ti ci porta ccà?

RUSIN- Sugnu in attesa di jurizziu!

MARIO- Viru ca non si' sula: c’è pure Cisira a maccarunara! Macari tu si' in attesa?

CESIR- Eggià!

BARON- ( ridendo e dando un ritmo) Che bel trio: “Pisciarello-ferricorti e maccheroni! Pisciarello-ferricorti e maccheroni!”…

RUSIN- Meju ferricutti ca “Beccamottu”!

BARON- Prego: Beccotorto!

CESIR- Beccu-storto, o beccu-morto, chi ci fa? Ta capisci giufà, ca sempri “beccu” arresti?

BIDELL- Oh,oh,oh, silenzio!… Prima erunu tri a fari cunfusioni,  ora si ci misi ss'autru!…Stammi a sentiri “margherita”!

MARIO- Uéh,! N'accuminciamu a struppiari i nomi. M'abbasta u peccaru ca ihaju!

BIDELL- Comu ricisti ca ti chiami?

MARIO- Rubinetti.

BIDELL- Imbéh!? Margherita o rubinetto u stissu jè!… Ora assettiti e non parrari, su non voi ca ti scrivu nte cattivi!

MARIO- Scusatimi tantu! Non sugnu tantu praticu ri sti posti, è a prima vota ca vegnu.

BIDELL- Na vota basta e avanza!

CESIR- Veni ccà...Ti facemu postu nuatri!

MARIO- (siede tra le due donne)

RUSIN- U funerali to' nu vistumu tuttu!

CESIR- Ra casa to' finu e “Tri canceddi”! (nome popolare del cimitero di Catania)

MARIO- Ma vàh?

CESIR- Megghiu da telimmisioni!

MARIO- A culuri?

RUSIN- No, troppu voi! In bianco e nero!

MARIO- “Jancu e niuru” macari accassupra? Taliati finu a unni arriva a putenza D’Agnelli!… U sapiti ca mossi ppi 'na partita ri palluni?

BARON- Pallone. Puàh! Sport proletario!… Il Golf è un vero sport!

MARIO- Ci ll'avi cu mia chissu?

RUSIN- Lassulu peddiri! Chissu ci ll'avi cu tutti.

                Scena9^:-Detti-Fattorino-Onorevole e segretaria-

FATTO- Brrruuumm!…Arrivai!…Cchiù viloci ra luci!

BIDELL- (che si era appena addormentato…) Uéh! Ti pari chistu u modu d'arrusbigghiari a n povuru vecchiu?…

FATTO- Non ci haju l'ali, ma sugnu cchiù viloci ro lampu!

BIDELL- Non sautari sannunca ti fazzu abbulari a cauci nto culu! Picchì vinisti?

FATTO- Arrivanu du animi.

BIDELL- Imbéh,  tu mi porti? Unn'è l’Angiulu accumpagnatore?

FATTO- Non ci l'hanu! Sunu du animi spiciali. Arrivanu ca “tele-cielica”!

STELLA- (entra veloce- parla nervosamente- ha la tunica ridotta a brandelli) Presto!... Presto, una sedia per L’onorevole Ciarlatano! (va a prendere una nuvoletta-sedia)

BIDELL- (togliendole la sedia) Bona,bona! Non curiti!…Cu è lei?

STELLA.- Sono Stella Di Gregorio: la segretaria dell’onorevole Ciarlatano. (vede entrare l’Onorevole, anche lui con la tunica ridotta male- prende la sedia e  lo fa sedere) Prego, Onorevole!?… Sapete, è ancora sconvolto…Tornavamo da Roma…La nebbia… E’ successo tutto in un attimo! Non avete letto i giornali?

CESIR- Ca quali giurnali!? E' megghiu a telimmisioni, ca ni spiega chiddu ca viremu.

STELLA- Onorevole dica qualcosa…

ONORE- (si alza: cerca di aggiustare la tunica, accompagnando con dei colpettini di tosse…) Onorevoli colleghi e colleghe, essi mi consentano…

STELLA- Onorevole, non siamo al senato, ma nell’anticamera del Paradiso.

BIDELL- Facisti bonu a ricurdariccillu, picchì cassupra di “Onorevuli” ce n'emu tanti. Propiu l'autru aieri n'arrivanu quattru...Oh, non è ca stati pinsannu a un “Pentapartitu”? Megghiu ca su scorda e su leva da testa, picchì  (indica verso l'alto) non ci sta!

STELLA- Manco ci pensa! E’ ancora scosso dall’incidente. Guardate i suoi occhi assenti e spaesati? Si figuri che appena sceso dalla tele-cielica ha dato un bacio a quell’angioletto lì! (Vincenzino) Chissà per chi l’ha scambiato?

FATTO- E' megghiu ca mi nni vaju a truvari quacchi autra facenna, non si sa mai…Sentu ciauru (toccandosi l'orecchio,va a bussare alla porta della Segretaria)

BIDELL- Bràu! Va jetta sauti a n'autra banna!

BARON- (parlotta con Stella)

RUSIN- Talia, Cisira: sa sta arruffianannu!

SEGRE- (dalla soglia) Cossa folere atesso?

BIDELL- Arrivanu sti rui animi 'mpurtanti!!

SEGRE-  (avanza e al Bidello) Chi essefe?

BIDELL- L’onorevole Ciarlatano ca so segretaria.

SEGRE- Oh, l’Onorefole Ciarlatano! Proprio atesso S. Pietro ha terminato ti parlare, al telefono bianco, col Faticano.(ai due) Fi preco ti attentere. (confidenziale a Stella) Sa…io essere sua colleca…San Pietro fi riceferà suppito! (entra lanciando sorrisetti)

CESIR- Putacasu ni voli passari avanti?

RUSIN- Su ci provunu: a schifiu finisci!!

MARIO- Ma cu cu ci l'aviti? Di cu stati parrannu?

CESIR- Volunu fari passari avanti a chissi ca arrivanu ora . (va a parlottare col Barone)

MARIO- Picchì no' jemu in fila?

RUSIN- Autru ca fila! Ccàssupra ci sunu cchiù raccumannati ca ddàssutta! (continua a parlare sottovoce e concitatamente con Mario)

BIDELL- (preoccupato) Ccà l’affari s’ingrossa e dda tidiscazza mi lassau sulu!  Stati calmi, stati boni, sannunca mi mannunu o polu norde a cuntari i pinquini! (chiede aiuto al Stella) Signurinedda, m'ajutassi lei! Tinitili boni finu a quannu ritonna a sicritaria! (va alla tromba-conchiglia) Fammi chiamari a Vincenzinu, ca su finisci a cazzotti almenu ni spattemu!  (suona la tromba)

STELLA- (va dall’Onorevole)

FATTO-Bruuhhmm! (saltellando e agitando le braccia a mo' di ali)… Prima o poi ci a fazzu!…Prima o poi ci a fazzu…

BIDELL- A cosa?

FATTO- A abbulari!

BIDELL- (dà il solito scappellotto, che fa nascere tra i due lazzi, per dar modo  -trattino d'unione- alle battute delle due anime arrivate)

ONORE- Cosa debbo dire? Mi sento la testa tra le nuvole!…

STELLA- L’aiuterò io! Ripeta quello che le dico sottovoce! (a tutti e con autorità) Signori, silenzio! Un po’ di silenzio!… Ognuno vada al proprio posto!… L’Onorevole vuole parlarvi e conoscere.

TUTTI- ( si calmano e riprendono posto)

BIDELL- (al Fattorino)  Vincenzìnu,ascuta, bonu-bonu e senza sautari! L'Onorevuli n'ha fari un riscussu!

FATTO- Quannu finisci l'amu a vasari!

BIDELL- Ma no! Macari, quannu finisci, ci battemu i manu.

STELLA- (a mezza voce) Cari amici…

ONORE- Cari amici…

STELLA …e compagni!

ONORE- Compagni?...Cos’è,  abbiamo cambiato partito?

STELLA-  No, ma qui è meglio andare d’accordo con tutti!

ONORE- Giusto!…Cari amici e compagni…

STELLA- …per nove mesi siamo stati in grembo a nostra madre…

ONORE- …per nove mesi siamo stati in grembo a nostra madre….

CESIRA- Chi è na novità chista?

BIDELL- Sccccc!....

STELLA- Per ben nove mesi abbiamo atteso.

ONORE- Per ben nove mesi abbiamo atteso.

STELLA- …ma il giorno che siamo venuti al mondo col primo vagito….

ONORE- …ma il giorno che siamo venuti al mondo col primo vagito…

FATTO- (al Bidello) Comu vinnumu?

BIDELL- Co vagito!

FATTO- Cus’è n trenu?

STELLA- Ssssss!

BIDELL- (scappellotto) Mutu, gnurantuni!

STELLA- …Siamo stati grati a Dio…

ONORE- …abbiamo ringraziato Dio…

STELLA-  pur sapendo…

ONORE- (a Stella) Grazie! Continuo da solo. Mi sono ripreso… Siamo stati grati a Dio, pur sapendo che la nostra vita sulla terra era un passaggio. In qualsiasi momento poteva chiamarci a Sé. Anche nei momenti più impensati… Magari, mentre stavamo a svolgere il nostro lavoro quotidiano! Per esempio…(a Cesira) Lei che stava facendo quando l’ha chiamata?

CESIR- Ava finutu d'apparicchiari a tavula. M'u ricordu comu fussi ora…Era ‘na ruminica d’austu! Ava cucinatu: pasta o furnu e pollo in putacchio che pipiruni… Eru tutta surata, u sururi mi pisciava di tutti i banni: da carina, sutta j scinni, arreri o cozzu... C'avevu na siti disertica! Pigghiaj na buttigghia do ghiacciaturi, bedda fridda, e mi ci attaccai… Non l’avissi mai fattu: era troppu agghiacciata e mi bluccau ogni cosa! M'aggrippau u stomucu ed eccumi ccà!

RUSIN- A livasti in tempu a pasta do' furnu?

CESIR- Ca certu! Sannunca a puzza ri bruciatu arrivava fin'a ccà!

BARON- Ma cosa  interessa a noi il forno...la puzza?

STELLA- Silenzio e senza interrompere!

BIDELL-Vincenzìnu,nun ti pari a brutta copia da tidiscazza?

FATTO- Pigghila e scippala!

STELLA - Ssssss!...

BIDELL- Ssssss! (dà scappellotto a Vincenzino)

ONORE- (al barone) E tu?

BARON- Non avevo niente da fare e oziosamente passeggiavo nel mio parco…quando il mio “Bibì”, sfuggitomi, passò tra le sbarre del cancello…attraversò...: una macchina lo mise sotto! (commosso) Sento ancora i suoi lamenti: ahiàiiii! Ahiàiii!…

CESIR- Purvireddu!

RUSIN- Chisti sì ca sunu duluri!

MARIO- (si alza e va dal barone) Mi dispiace. Condoglianze!… E'  arrivato, qua, prima di voi!

BARON- (fa  cenno di sì)

MARIO-Ancora non v'ata ncuntratu?

BARON- (fa cenno di no)

MARIO- Non disperate che presto lo vedrete! (alle donne) Oh, basta strariarisi! St’omo è stato tuccato, duramente, nei suoi affetti più cari! Bisogna avere un occhiu di riguardo!

CESIR- Mi rispiaci su prima…No sapeva…Su ti po' fari piaciri: ti fazzu passari prima di mia!

RUSIN-  Chiddu ca rissi Cisira fa cuntu ca tu rissi macari ju!…No' sapeumu chiddu ca ci successi a to figghiu: Bibì!

BARON-  Bibì era come un figlio, ma non era mio figlio!

MARIO- Comu non era to figghju?

CESIR- Si po' sapiri cu era stu Bibì”?

BARON- Un cane. Era un barboncino!

MARIO- Ti pighiassi na cacarella vulanti!

RUSIN- E ju ci avissi aviri n occhio di riguardo?

CESIRA- Ju ci u ntuppu l'occhiu, autru ca “riguardo”?

BIDELL- Ci semu! State calmi e state boni!…

STELLA- Calma, che adesso ci penserà l’Onorevole!…Seduti!

ONORE- Ma pure lei, benedettuomo, si spieghi meglio! (oratoria da comizio) Qui la situazione è sempre tesa, tesa ed eternamente tesa a causa di sciocchi malintesi! L’attesa vi ha reso molto nervosi! Potete presentarvi al Giudizio in queste condizioni miserevoli? Rispondete: vi potete presentare?

TUTTI- No!

ONORE- Dov’è la vostra carità?

FATTOR- (canta) Nell’immensitàààààààà!…

BIDELL- (lo ferma col solito scappellotto) Scusatelo, scanciau “carità” cu’ “immensità”!… Rissi  “carità e non “eternità”: stuppiti a ricchi!

MARIO- Picchì quannu scappa a parola “eternità” bisogna cantari?

BIDELL- Guai a tia su non canti!

MARIO- Sugnu stunatu!….

STELLA- Silenzio!…Onorevole, continui pure.

ONORE- Rispondete con forza e convinzione: “Continuerete a litigare”?

TUTTI- No!

ONORE- Sarete pazienti?

TUTTI- Si!

ONORE- E allora io mi batterò per voi! Mi batterò per farvi ottenere un posto di prestigio!

TUTTI- Bravo!

ONORE- Dove ci sarà poco da lavorare!

TUTTI- Bene! Bravo!

ONORE- Mi batterò per la vostra subitanea immissione in ruolo!

TUTTI- (applausi) Bene...bravo!

FATTO- Onorevole, ricitaccillu ca mi sinniai a aviricci sta'aliceddi ri quagghia!

ONORE- Avrai le ali più belle e rigogliose del Paradiso!

RUSIN- Ju vulissi n paru di ferri d’oro!

ONORE- Le avrai senza meno!

MARIO- Ju vulissi na vesti a striscie bianco-nere!

ONORE-  Sarai accontentato!

CESIR- Ju, su è possibuli, vulissi du cosi: un lasagnolu d'argentu e a jurizziu fattu, di mittirimi no stissu ripartu di Rusina. Oramai è tant'anni ca stamu insemi!

ONOR- E lei?

BARON- Io, le palle…

DONNE- Non ci ll’hai mai avute!

BARON - …le palle del cannone nel mio stemma debbono essere non più “tre” ma “cinque”! Sa, il valore aumenta col numero delle palle!

ONORE- Sarete tutti accontentati: i ferri d'oro, il lasagnolo d’argento, la veste bianco-nera e le palle da cannone! Ma state sicuri che mi batterò...

SEGRE-  (entra e invita) Fogliamo entrare Onorevole Ciarlatano?

STELLA- Onorevole, andiamo. S. Pietro ci attende! (lo sospinge verso l’ufficio)

ONORE- (preso ormai dall’oratoria)…Mi batterò per i vostri diritti, perché siete delle anime buone, giuste, oneste e umili! (ritorna a forza al centro della scena)…Lo vedete che fanno di tutto per staccarmi da voi che siete il mio popolo… (viene di nuovo sospinto verso la camera, ma ritornando) Solo per voi affronterò questo sacrificio!… ( c. s. ) E va bene! Varcherò quella soglia, a costo di non uscirne più vivo! (viene sospinto dalle due segretarie e mentre si avvicina all'entrata..) Ma cosa importa? Continuerò a lottare per ottenere quello che vi ho promesso! Addio! (viene spinto dentro)

                 Scena 10^: Detti più Segretaria-S. Pietro e Biagio.-

TUTTI- (applaudono e a soggetto ritornano al posto, tranne Mario)

BIDELL- (verso la platea) L'ha ncantati a tutti cu dda lingua ri ciarlatanu!

FATTO- (saltellando canta) Volare, oh,oh…Volare,oh,oh,oh!… (esce)

BARON- Il mondo ha bisogno di uomini come lui!

MARIO- Su' sempri i megghiu ca si nni vanu!

CESIR- Mario, assettiti! Veni a taliari u paisi ri ccàssupra!

MARIO- Picchì ri ccà s'arrinesci a viriri?

RUSIN- Ma su ti rissumu ca vistumu u to funerali!?…

MARIO- (sedenso tra le due) Viremu?!…

CESIR- Talia versu ddà! (indica una parte)

MARIO- Mizzica, veru jè! Ddà c'è a chiazza!… U bar...(più meraviglia) A me casa! I gemelli!  Ti pareva a tia ca non si staunu strariannu!? E, a matri i lassa fari!... Eccu c'arriva!… Brava! (alle donne) Ci dissi di finirasilla picchì sannunca a Santinu u distubbunu!

RUSIN- Cu è Santinu?

MARIO- 'N amicu miu interista… (interdetto) Già! Chi cci fa a me casa? (fa camminare lo sguardo…) Ecculu!… Sta in camera: cuccatu nto lettu cu tutti i scarpi! Che scarpi supra a cuperta nova?… (alle donne) Teresa a mia nun me l’ha mai permesso!… Unni sta jennu ora? In cucina!… Sta fastidiannu a Teresa! Oh, porcu! Leva i manu ro supracoscia di me muggheri!…

RUSIN- Che sfacciatu!…

CESIR- Senza ritegnu!…

BARON- Che fa, che fa?

CESIR- Si sta  pigghiannu i passaggi!

BARON- (si avvicina i tre per vedere)

MARIO- (s'accorge) E lei chi voli?

BARON- Cercavo....

MARIO- Chi cerca, lei? Si luassi ravanti!

BARON- (ritorna a posto)

MARIO- (continua) Ti dissi:  leva dda manu! Morti subbitania, levala!

BARON- Guardi che non può fare niente!

MARIO- Tu mpicciti ppi tia! Va' cecchiti u cani e nto mentri viri s'attrovi i baddi!

RUSIN- Mario, stavota, u Baruni c'avi raggiuni: non poi fari nenti!

MARIO- Tu 'u rici! Ccà finisci a vastunati!

BIDELL- Jéh, Maronna! San Caloriu e San Germanu: ratimi 'na manu! (baldoria)… Ricitimi cu accuminciau! Cu  accuminciau?

MARIO- Ju, e mi nni futtu su mi scrivi nte cattivi! Haju a scinniri ddàssutta!

CESIR- Mariu, sta calmu! Dopututto mancu sai su ci runa propiu fastidiu!

MARIO- Chi voi diri?

RUSIN- Ca forsi, Teresa, no senti tuttu ssu fastidiu.

MARIO- Idda mi ll'ha diri su no' senti!. Ora scinnu! (si avvia verso la porta)

BIDELL- (lo ferma) Non si pò, non si pò, figghiu miu! Su passi dda porta vai o nfernu ppi direttissima!

MARIO- Ma ju haju a fari quacchecosa! Accussì non ci pozzu stari!… Fatimi parrari cu San Petru!

BIDELL- (gli si para davanti) Non si po': è impegnatu!

MARIO- Allura ratimi na corda…prujtimi na scala, (verso la platea) cami vogghiu calari!…

BIDELL- I cordi e i scali ccà servunu sulu p'acchianari e non  ppi scinniri! Giù ci si va ppi direttissima!

MARIO- Vogghju parrari cu San Petru! (chiama) San Petru!?

BIDELL- Non gridari!

MARIO- San Petru nesci fora ca t'haju a parrari!… San Petru!?…

SEGRE- Chi è che tisturpa S. Pietro?

MARIO- Ju! Vogghiu turnari a casa!

SEGRE- Cossa?

BIDELL- Nenti! Ciccati di capillu, nun è di ccà, è furasteru!  E' a prima vota ca s' attrova ccà!

MARIO- Vogghiu turnari a casa ca ahaju a ghinghiri di vastunati a unu!

SEGRE- Ma tu essere pazzo!

MARIO- No, ju ci staju ca testa! Su mi mannati giù , o me posto vi nni mannu a unu accussì  antipaticu e gnuranti ca u sbattiti subbutu o nfernu!

SEGRE- Io non capire!

RUSIN- Visti a so muggheri ca sa spassava cu n autru!

SEGRE- Questa non essere racione!

CESIR- Ma chi voi capìri di sti cosi d’amuri?

BIDELL- Me pozzu priparari a tuta pisanti po' polu norde!

SEGRE- Questa essere ripellione!

MARIO- Non mi frega! Io volere volare a casa mia!

RUSIN- A sua “casinen”!

MARIO- Brava! Prima c'addiventa comu rissi Rusina: un “casinen”!

BARON- Voi, signori, state sovvertendo l’ordine, la disciplina…

CESIR- Sempri ra patti di cu cumanna sta ssu ruffianu! (viene a crearsi confusione: ognuno parla a soggetto)

BIDELL- (suona la tromba, alternando) State calmi…state boni…el Principale è in riunione!

SEGRE- Tu zitto, che essere colpa tua!

BIDELL- U sapevu!

CESIR- Tu statti zitta: aguzzina!

MARIO- Vogghju iri a casa!

V.F.C.– (solito gioco di luci e tuoni) Insomma, basta! Pietro!... Pietro!?

S.PIETR- (uscendo) Chi ènne?

V.F.C. – Ju sugnu!

S.PIETR- Vulevi quaccosa?

V.F.C.- Fa' smettere subito stu vucio indegno del Paradiso, altrimenti vi caccio via dall’eternità!

TUTTI- Nell’immensitàààà!

S.PIETR- Non ti preoccupari! Ora a situazioni a mpugnu ju e a tegnu sottucuntrollu!

V.F.C. – Dui sunu i cosi:  o sottocontrollo o sotto le viscere della terra! (luci)

S. PIETR- Dunca…

TUTTI- (parlano a S.Pietro insieme, a soggetto…)

S.PIETR- Uno alla volta!…Segretaria, chi  successi?

SEGRE- Quest’anima folere ritornare a casa sua!

S.PIETR- Perché figliolo?

MARIO- Chisti su affari mei e meno gente u sapi e megghiu è!

BARON- La moglie lo tradisce!

BIDELL- Te pareva ca non ci mitteva a ucca?

S.PIETR- Comu vi chiamati?

MARIO- Mario Rubinetti.

RUSIN- Ntisu “pisciareddu”!

S.PIETR- Vedi caro pisciare…uhmmm...caro Mario, nun è possibile riturnari arreri!

MARIO- Sulu n mumentu, appoi ritonnu, (giura) Bedda matri!

BIDELL- Scusate su mi permettu…

SEGRE- Tu muken!

BIDELL- Ora basta! Non ci a fazzu cchiù! San Petru a sintiu pure vossia ca m’affinniu, m’ rissi “Mucca”!

BARON- Muken, significa: zitto!

S.PIETR- (al barone) Ecco, bravo! Statti zitto!… (al bidello) A st'anima cu a purtau?

BIDELL- L’Angilu Biagiu!

S. PIETR- Dammi u registru arrivi!

BIDELL- (va prendere di corsa e porta) Ecculu!

S.PIETR- Ccà non c’è scritto nenti!…Vogghiu diri ca non ci sta scrittu u nomu di st'anima!

SEGRE- Impossibile!… (guarda) E’ proprio fero!

S.PIETR- (alla segretaria) Vammi a prendere il registro programmazione!

SEGRE- Ma Eccellenza fenga ti là, non essere pello dafanti a loro…

S.PIETR- T’haju rittu: o pigghulu!

SEGRE- (esce di corsa)

S. PIETR- Chissa mi fa venìri u lupo maranu!

FATTO- Bruummm!.... Brruuummmm! (Vedendo S. Pietro: gli si avvicina) Eccellenza, mi priparau l'ali novi?

S.PIETR- Quali ali?

BIDELL- Zittu! Nun è u mumentu!

FATTO- Quelle: “rigogliose e belle”!

S.PIETR- Vincenzino, si pò sapiri quannu crisci? Chiuttostu, vamm'a chiamari l’Angelo Biagio!

FATTO- (andando) Mi sapi ca dd’Onorevuli mi futtiu! (via)

SEGRE- (rientra con registro aperto) Ecco! Ho cià cercato io: Mario Ruppinetti non esistere!

S.PIETR- (leggendo) Propio accussì'! Nun c’è.

SEGRE- Però lo trofa scritto in questa altra paccina!

BIDELL- (che nel mentre era andato a controllare il suo) Pure a mia risulta scritto na st’autra pagina!…

SEGRE- (forte e secco) Unerut!

S.PIETR- (crede che qualcuno abbia fatto un “rutto”) Malducati! Fora cu fici u “rutto”!

SEGRE- No, eccellenza! Folefo tire: inaudito - unerut!

S.PIETR– A chista l'haju a proporri  ppi na prumozioni, accussì ma levo da nmenzu i peri! (legge) Ecco qua! Mario Rubinetti... Ava arrivari e nove e trenta…(al bidello) Invece a chi ura arrivau?

BIDELL- E novi!

S.PIETR- Quindi cu trenta minuti d’anticipu. Chistu dimostra ca Biagiu u purtau menz’ura prima!

MARIO- E ca ju puteva campari menz’ura di cchiùi!

SEGRE- Esatto!

MARIO- Allura ppi menz’ura pozzu riturnari a casa!?

SEGRE- Ma non essere confeniente, fare il fiaggio per trenta minuten!

S.PIETR- Giustu: nun ti cummeni!

MARIO- Ci vogghju jri u stissu!… Ci vaju sulu?

S.PIETR- No! T'accumpagnerà l’Angelo Biagio.

MARIO- Mizzica n'autra vota a chissu m'haju a suppurtari? E va beni! Pirò stavota  raticci 'n orulogiu, picchì ca primura ca avi di sicuru non fazzu in tempu a mettiri i peri nto primu scalinu ra casa, ca mi riporta ccà!

SEGRE- Atesso sistemare noi Piaccio!

BIAGIO- (entrando) Permesso?… Mi circavi?…

S.PIETR- Vieni un po’ qua!

SEGRE- Pel somaro tu essere!

S.PIETR- Ora lassa parrari a mia! (a Biagio) Cu t'autorizzau a purtari st'anima prima do tempu?

BIAGIO- (cercherà di parlare, ma ogni volta viene interrotto a turno dagli altri…)

SEGRE- Afanti! Rispontere!

BIDELL- Tuttu ppi fari i cosi ca primura!

CESIR- Nun c’è rispettu mancu  pp'i morti!

RUSIN- Basta ca ci hanu un “grado”  e fanu comu ci pari!

BARON- E’ un Angelo incompetente!

MARIO- Àuh!… U vuliti fari parrari?

S.PIETR- Allura?

BIAGIO- Siccomu  visti ca era cchiù di ccà ca di ddà, pinsai ca non era mpurtanti su anticipavo na minzuredda!

MARIO- Inveci ppi mia era impurtanti! Puteva parrari che me figghi… Raccumannari’ a Teresa certi cosi… Sapiri’ u risultato finali da partita…e tanti, tanti cosi ancora!

S.PIETR- Comunque, ora u riporti a so casa e su ti sbagghi ti mannu a dirigere u' trafficu e sai quant’è duru! Donca, 'u porti giù e ricordati ca ci pò stari sulu menzura e ca si pò materializzare quannu voli iddu!… (a Mario) Ppi putillu fari hai addiri sta frasi: “Sempre a te vengo o mio Dio”! E ppi turnari: “Eccomi a te o mio Dio!”

MARIO- Sì, U capì: “Sempre a Te vengo o mio Dio”  e ppi turnari: “Eccomi a te o mio Dio”.

S.PIETR- Ni viremu! (andando) Mi 'o riposu ca sugnu stancu! Non mi ristubbati! (esce)

SEGRE- ( a Biagio) S. Pietro essere troppo puono! (via)

BIAGIO- Mario Rubinetti: amuninni!

MARIO- Àuh, n'accuminciari a assicutarimi!… Genti, ni viremu fra quacchi misi!…

CESIR- Tantu ancora ccà  n'attrovi!

RUSIN- Cu sapi quanti ni passunu prima di nuatri!?…

MARIO- Cisira vistu ca scinnu, ti servi quacche cosa?

CESIR- Ricci a me maritu d'addumarimi a lampa. E' tri misi ca non ci va o campusantu. Ssu disgraziatu mi lassau o scuru!

MARIO- Sarai sirvita! Tu Rusina?

RUSIN- Su ci poi riri a ddu beddu spicchiu di me figghia di pinsari a teniri a casa pulita, nveci di billittiarisi tutta e pinsari a discuteca!

MARIO- Sarai servita! A lei Baruni...

BARON- Mi servono....

MARIO- I baddi, u sacciu! Su pozzu, fazzu di tuttu pp'attruvalli!

BARON- Grazie! Si ricordi che la migliore vendetta è il perdono.

BIAGIO- Allura? Ni nni scinnemu o no?

MARIO- Sì, ma prima rammi i causi, ca accussì non mi ci prisentu!

BIAGIO- Quali causi! Caminamu ca u viaggiu è longu!…

MARIO- Sì, amuninni!… (escono)

RUSIN- (andando a sedere) Adé me metto ccà e m'a vogghiu viriri tutta!…

CESIR- (prendendo posto) Macari ju!

BARON- (timidamente) Vorrei vedere pure io!

RUSIN- (dopo aver parlato con Cesira…) E va beni! Assettiti cu nuatri!

BARON- (si siede felice tra le due donne)

CESIR-Basta che ti stai mutu: pipitula!

                                                   

S I P A R I O

TERZO  ATTO

             La scena è la stessa del 1° atto…più che altro è cambiata la disposizione di qualche mobile e di alcuni oggetti, che verranno elencati nei dialoghi.

             All’alzarsi del sipario la scena è vuota…..

            Scena 1^: Mario e Biagio.-

 

MARIO- (entra da uno sguardo veloce in giro e…) Trasi, Biagiu!… Trasi!

BIAGIO- (entra)

MARIO- Chista è a me casa. Ti piaci?…

BIAGIO- A canusciu.

MARIO- Già, veru jè! M'u scurdai!

BIAGIO- Chiama a to muggheri, ti fai viriri, ci rici chiddu ca c'ha diri e ni n'acchianamu!

MARIO- Àuh, n'accuminciari, ah! Ca ppi farimi prescia appumu atturnari arreri! T'arricordu ca ti mannunu a dirigiri u' traffico su...!

BIAGIO – Ppi carità! Sulu a pensaricci mi s'ammosciunu l'ali!… Ju inveci t'arricordu ca c'avemu sulu menzura.

MARIO – Sì, ma San Petru non precisau su m'haju a materializzari subbutu o dopu 'n jornu…'n misi... 'n annu…

BIAGIO- …'u jornu ro Giudiziu Universali! Ma chi stai ricennu?

MARIO – Oh, ju mi fazzu avviriri quannu mi pari a mia! 'A menzura accumincia da quannu mi  virunu. Ci 'u putevi addumannari a San Petru su c'era un tempu precisu ppi farimi avviriri!

BIAGIO – Mi voi far riri quacchi “santiuni”? (bestemmia) (prende da una tasca  una  ricetrasmittente e dopo aver fatto il numero…) Ora viremu comu stanu i cosi!...Sugnu Biagiu, vulissi parrari cu S. Petru!… No,no,no, non mi fari parrari ca tedesca, fammi stu favuri, chidda mi manna a dirigiri 'u trafficu! (a Mario) Cu San Petru s'arragiuna, ma cu chidda…

MARIO- Dopu mi passi a Cesira o a Rusina!

BIAGIO- Pronto!… (smorfia, chiude la cornetta) Mìnchiuni, a sicritaria jè! (apre) Sì,sì sugnu prontu!… C’è ca vogghiu sapiri quantu tempu ci avi disposizioni Mario Rubinetti prima di farsi avviriri!?… No!… V'aggiuro ca non m'u ricistuu!… E chi vi l'avi a dumannari ju? … Accussì a cuppa è mia?… Non staju ricennu ca è cuppa vostra! Mi putissi cascari a lingua s'u rissi...… Statimi a sentìri signura sicritaria iu insistisciu a diri… Cosa? S'u insistu mi mannati a dirigiri u' trafficu? Mi putissi pigghiari 'na morti subbitania su insistu!… Non succederà più!… Sì, starò più attento!… 'U capi'! Intra oggi: e prima ca cala u' suli!… Grazi tanti, sicritaria!… Senza offesa, visto che m'attrovu cassutta, su vi serve occhecosa, quacchi primizia, cumannatimi pure!...Ruffianu sugnu? Vuleu esseri gintili… (deluso:guarda Mario) Mi chiuriu u' telefunu nta facci!

MARIO- Vuleu parrari cu Cisira!...Va beni!... Chi ti rissi?

BIAGIO- C'am' attunnari: prima ca cala u' suli!

MARIO- Va beni! Ora sunu i…(guarda e vede il pendolo  che è stato spostato, così pure la sua foto da juventino e altri oggetti…) C'u spustau 'u rulogiu? Ogni cosa spustanu…chi macellu! Di sicuru fu Santinu… Ma cu ci 'u urdinau? Dammi na manu a mettiri a postu! (comincia…)

BIAGIO- Ma chi ti frega? Ora si' n’anima e sti cosi hanu poca mpurtanza. 

MARIO- E’ na quistioni di ottica. Stanu megghiu comu l'ava misu ju!

               Scena 2^: Detti più Gesualdo.-

GESUA- (entra dalla camera) Séh! Su pensunu di purtarimi  a plaja cu iddi, si sbagghiunu! Ju vogghiu stari cu Veronica, la fiammetta mia! I lassu nesciri e a portu ccà! Oggi ha  essiri “mia”!… S'affissau ca prima n'amu a maritari! Maritari? Shè, comu ci pensa!? Un latin laver (detto come scritto) comu a mia ottiene tutto e nun sposa a nuddu! ( si avvia in cucina…)

MARIO- (gli dà un calcio nel sedere)

GESUA- Aih!... Chi botta!… Mi si sta infiammannu u' nervu sciaticu! Mi l'avissi a curari!… M'avissi a fari i fanghi!…

MARIO- U ciriveddu t'ha curari!

GESUA- Telefuno a Veronica, accussì l’avvertu!

MARIO – ( a Biagio) Ma l’Angilu Custode so nun ci rici nenti?

BIAGIO- L'Angili custodi non parrunu, ma segnunu nto notes tutto chiddu ca fati. Si ponu mettiri a cunsigghiari, pruibìri: troppu travagghiu! Oh, macari nuatri c'avemu  i Sindacati, chi ti pari?

GESUA- (all'apparecchio) Fiammetta, sono io: el giuggiulo tuo!

MARIO- 'N piru cottu si', autru ca giuggiulu!

GESUA- …Tanto, tanto e tu?…Io di più!…No, io di più!…No,no, io di più!(altro calcio) Aih!…. No... dicevo: “Hai” ragione tu: ni vulemo bene tutt’e due “di più”!…Ti vulevo dìre, che non andaremo più al ristorante, perché restamo ccà, n casa di mia figlia… Non ti appreoccupari, lora vanu via… Vanu via: alla Plaja!

MARIO- Voli fari purcarie 'n casa mia?

BIAGIO- Si voli fari ccà i “fanghi”!

GESUA- Non mi accominciare a fare storie!… A mammina tua ci ‘nventi na scusa!... A idda, o ristorante c'a purtamu a prossima ruminica!… Ora ti vegno a prentere co la machina: ni piazzamo sotto casa e appena viremo ca nescionu: trasemo!… Se mi voi beni: fa como t’ho detto!… Appena ti “claccheso”… Ti claccheso! Ti “trombetto”, vah!… Eh, brava! Appena mi senti: scinni giù!… Lo capiscio che sei emozionata… Ciao Fiammetta, a presto!... Nun vedi l'ora? Capirai, io sto addumanno, pigghio foco! (abbassa la cornetta e resta sognante)

BIAGIO- Addumi all’inferno!

GESUA- Ora ci ricu ca cu iddi non ci vaju!… (avviandosi) Mi rissi “giuggiulo”!

MARIO- Ti fazzu addivintari un ficu siccu!

BIAGIO- (lo ferma) Sta bonu!… U sistemamu quannu veni cu Veronica!

MARIO- (con mimica) 'U rapu e chiuru comu na fisarmonica!

GESUA- (da dentro) Non ci vegnu, àuh!…(entrando) Capirai, non sacciu quanti cosi haju a fari!(mima la scena con Veronica) “Lascia che ti prendo ‘nta le braccia per varcare la soglia de la nostra alcova!” (calcio) Aih! Arieccu u nervu sciaticu! E, su stu ruluri mi pigghia quannu ci l’haju nte razza!?… Forsi è megghiu ca ci ricu:  “Andamo di là!” e basta! (andando)… Sì, sarà megghiu! (via per la comune)

 

                   Scena3^: Detti-Santo-Teresa-Laura-Roberto.-

MARIO- (gli corre dietro per assestargli un calcio, ma viene fermato da Biagio)…

BIAGIO- Sta bonu!…

MARIO- Picchì mi fimmasti? 'U stai virennu a cui m'ava a suppurtari?

BIAGIO- Ti meriti u' Paradiso!

MARIO- Certu! L’inferno e u purgatorio ci l'aveu 'n casa!

BIAGIO- Mutu!…St’arrivannu l’amico to!

MARIO- Unn'è?

BIAGIO- ( come se vedesse oltre..) Sta rapennu a porta!…. Trasiu! E' n'o corridoiu...

MARIO- (cerca dove nascondersi) Unni mi pozzu ammucciari?…

BIAGI- Tranquillo! Non ti pò viriri: si' spiritu!

SANTO- Teresa?… (ha in mano un involto, che posa sul tavolino in fondo alla scena) Teresa?...

TERES- (ha i bigodini in testa, il fon in mano ed è vestita da casa) Dimmi, Santinu?…

SANTO- Ancora non si' pronta? 'U sai ca non mi piaci aspittari!

MARIO- Sulu a mia mi piaceva aspittari!

TERES- C'hai ragiuni, ma ci haiu centu cosi da fari! Pirò è tuttu prontu: u' pollu, 'a pasta o' furnu... Veni, accussì i cummogghi sannunca si friddunu!

SANTO- (si avvia, ma si accorge che la disposizione delle cose è cambiata) Teresa tu fusti ca...

TERES-  (che aveva preceduto l’uscita di Santo: sulla soglia…) Chi fici ju?

SANTO- A cangiari ri postu a fotugrafia di Mariu e tutti l'autri cosi?(rimettendola al posto precedente) Sta megghiu unni l'ava misu ju!

MARIO- (con rabbia trattenuta) Bedda matri, 'u staju pigghiannu a cauci nto culu! Megghiu ca vaju ne picciriddi! Tu sta ccà  e cuntrolla! (via in camera)

SANTO- Allura?…Ti siccau a lingua? Arrispunnimi!

TERES- Capaci che i spustati tu e mancu tu ricordi! Nun è, ppi casu,  ca oggi ci hai vogghia di fari quistioni?

SANTO- Cui ju? Quistioni prima di maritarini? Comu ci pensi! Sulu ca non fu ju a spustalli!

TERES-  E mancu ju!… Cu potti essiri?

SANTO- Sarà statu to patri? 'U ncuntrai sutta o purtuni. C'aveva na facci strana, non si capeva su era cuntentu o sinniatu! Mi rissi: “Ju non ci vegnu! Jticci vuatri a mangiari a pasta cu supra a “rina” o postu do “furmaggiu”!

TERES- Chi dici? Ca quali? Me patri va pinsannu a Mario e a Juve!?...

BIAGIO- (nel mentre che i due cercano chi ha potuto…Biagio li risposta nuovamente)

SANTO- Allura: i carusi! Non mi sumpottunu…Arristanu tifusi ra juve!

TERES- Matri, quanti paroli stai ricennu! Veni a cummigghiari u' mangiari!..  (esce seguita da Santo)

BIAGIO- Certu ca Mariu s'ava digirìri: a muggheri, u soggiru e l’amicu  cchiù fausu ri Giuda!

MARIO- (entra) Biagiu, virissi comu sunu finicchi! Si stanu facennu i compiti!(guarda in giro) Com'è ca lassanu tutti i cosi comu i misumu nuatri?

BIAGIO- Ju ci misi! Iddi i spustaunu e ju i rimetteu a postu. Ora sunu 'n cucina!

SANTO- (dalla soglia, verso la cucina…) Vaju a mettiri a binzina, e nto mentri fazzu cuntrullari i gommi! (si avvia all’uscita e si accorge degli oggetti…e perplesso) Teresa?…Teresa veni ccà!…

TERES- (senza bigodini, ma con la spazzola in mano) Chi c’è ancora?

SANTO- (precede la battuta con mimica: fa girare lo sguardo verso gli oggetti…) Ispustanu  i fantasmi?

MARIO- Stavota 'u nzittasti! 

TERES- (riflettendo) Nuatri, erumu in cucina!…Me patri è fora! (crede di aver trovato) I carusi!

SANTO- Di sicuru! Chiamali. (prende una sedia…

TERES- si è avviata…

MARIO- sposta la sedia a Santo…

SANTO- cade…

TERES- si gira e… Mbéh, chi fai?

SANTO- (alzandosi) Mi vuleva assittari, e forsi  calculai mali a distanza… Pigghiai a seggia ca stava ccà … (la riporta al punto di partenza)

TERES-  si avvia…

SANTO-  …e 'a misi ccà… (riponendola nuovamente dove è caduto…) Bòh?… (fa per sedere, ma  ricade!

BIAGIO-  gli ha spostato la sedia

TERES- (si rigira e lo guarda  preoccupata) Cus’è accuminci a perdiri i coppa?

SANTO- Sarà ca  prima m'annivvai!… Hanu a essiri i nevvi.

TERES- (non convinta) Sì, va beni!…(chiama dalla soglia) Rubbertu?…Laura?... Viniti ccà! (macari chiamerà più volte per fare svolgere i lazzi tra i tre uomini:

                 Mario e Biagio fanno dei dispetti a Santo: 1°- Santo toglie il cappello, che mette sul tavolo e si asciuga il collo col fazzoletto: Mario gli soffia sul collo e Santo tira su il bavero…fa per prendere il cappello, ma non è più dove l’ha messo perché Biagio l’ha messo a terra dal lato opposto…Santo lo mette in testa, ma invece lo mette sulla mano di Mario, che l’aveva protesa in tempo sulla testa e lo rimette sul tavolo, nel mentre che Biagio gli fa il solletico, soffiandogli nell’orecchio…)

SANTO- (è stravolto…si alza dopo aver trovato il cappello, che istintivamente porta alla testa, ma ricordandosi di prima lo porta al petto, stretto con le due mani)

ROBER- (da dentro) Mamma, stamu finennu i compiti!

LAURA- Poi  aspittari ‘n mumentu?

TERES- Ata a veniri ri cussa e subbutu! (guarda Santo) Cus’è, stai male?

SANTO- (allentando il nodo della cravatta) No,no…non staju mali!

ROBER- (entra seguito da Laura) Chi  voi, mamma?

TERES- Rapiti aricchi!...

SANTO- (dà dei colpetti di tosse, facendo capire che vuole essere lui a interrogarli e si avvicina a Teresa)

MARIO-Voi viriri ca sa pigghiunu cu iddi?

BIAGIO- Sì, ma ci semu nuatri!

SANTO- (a mezza voce) Non ci riri ca cascai da seggia…

ROBER- (che ha visto spostata la foto del padre, va a prenderla…)

SANTO- ..Non vogghju fari malacumpassa che carusi!

TERES- Sta tranquillo! (vede Roby con la foto in mano) Allura tu fusti, birbanti! (gli assesta uno scapaccione)

ROBER- (col la mano sul collo) Picchì mi runi coppa?…Chi fici?

SANTO- Eccu cu è ca sposta a robba! (va verso Roby con la mano alzata, ma  Mario gli ha fatto “piedino” facendolo cadere…Si alza e vedendo Laura, crede che sia stata lei…) Cus’è mi facisti attruppicari?

LAURA-  Ju?

SANTO- Ora ti pigghi tu, chiddi ca s'ava pigghiari iddu!

ROBER- Lassa stari a me soru! Non fu idda!.

SANTO- E allura fonu i spiriti?

ROBER- Sarà stata l’anima do papà!

MARIO- Chiffà mi viriu?

TERES- A spustatuu vuatri a fotografia do papà?

LAURA- Ma su nuatri staumu a sturiari!?

ROBER- Capirai, staju addivintannu scemu ppi risolveri un problema!…

LAURA- E ju: un tema!

SANTO- A sapiti longa, ma n'a sapiti cuntari! (a Teresa) Ppi punizioni i lassassi a casa!

LAURA- Chiddu ca vulemu!

MARIO- Brava!

TERES- Ma insomma…

LAURA- U capii: “statti muta e  vattinni a finìri i compiti”! Quannu c'era u' papà era diversu!…

SANTO- Chi voi riri?

ROBER- Ca ci capiva! Crireva a chiddu ca diceumu e non ci rimpruvirava sempri, comu fati vuatri rui!

LAURA– Jemu a finiri i compiti!

ROBER- Sì, è megghiu!

LAURA- S'amu a veniri cu vuatri: ni chiamati!

ROBER- Su inveci vi ristubbamu: lassatici qualcosa da mangiare! (escono)

MARIO- Jemu cu iddi!…Tu juti a Rubbertìnu e io a Lauretta! (seguono)

SANTO- (rimane un attimo senza parole) Sangu ra miseria, j sintisti? Sangu ra miseria, j sintisti?

TERES- Arisangu ra miseria, non sugnu surda!

SANTO- Certu ca to maritu j crisciu boni! Malarucati! Nun ci hanu nessuna ricunuscenza ppì mia!

TERES- Pirò, tu esageri! A Rubbertu già ci l'ava ratu ju, nun c’era bisognu ca ci ravi macari tu! Anzi, pricisamu: nun vogghiu ca i tocchi!

SANTO- Ma ju 'u faceva po' beni so'!

TERES- Accussì nveci d'avvicinarattili: l'alluntani!

SANTO- Ci vulissi fari da patri.

TERES- Ju 'u capisciu, ma iddi?… Erunu troppu attaccati a Mariu e nun è cosa facile affezziunarisi a n autru!…

SANTO- (dà segni di dispiacere, misti a nervosismo, mostrando dei tic non esagerati)

TERES-Calmati ca t'ammali! …Ti v'o' pigghju 'n bicchiere d’acqua! (via)

SANTO-Grazi, Teresa!

MARIO- (entra e vede Sandro) Ecco l’usurpatore! U' golpista! (si pone con Biagio dietro e lateralmente a Santo)

TERES- (entra e porge il bicchiere a Santo- ha ancora la bottiglia in mano) Bevi ca ti fa beni! (si gira a mettere a posto qualcosa...)

SANTO- (siede tenendo ferma, con una mano, la sedia  e con l'altra mano porta il bicchiere alla bocca, ma Mario gli batte la mano sulla spalla... Si gira e non vedendo nessuno: posa il bicchiere e va verso la comune per sincerarsi meglio)

MARIO- (prende il bicchiere, lo versa in un vaso con fiori e rimette a posto)

SANTO- (preoccupato prende il bicchiere e senza guardare lo porta alla bocca ma s'accorge che non vi è più l'acqua…) Teresaaaa!?....

TERES-T'a vivisti? Bràu! Ti senti megghiu?

SANTO- Rammi ‘n autru bicchieri d'acqua, macari mi calma  di cchiù!

TERES- (mescendo) I nevvi sunu ‘na brutta cosa! T'arruvinunu u' ficutu! L’acqua è l'unica cosa: lava u' ciriveddu e a panza!

SANTO- (tiene con tutt’e due le mani il bicchiere e lo beve girando su se stesso)

TERES- (vedendolo girare) Picchì ti stai furiannu comu n tuppetturu?

SANTO- (che ha finito di bere, cerca una scusa) No, è ca ‘n amicu mi rissi ca ppi lavari u' ficutu bisogna fari comu a lavatrici…(fa mimica con le mani del cestello che gira)

TERES- Daveru? Ci 'u vogghiu riri a Menica “a niura”. Puviredda ci soffri tantu!

SANTO- Lassa stari! L’amicu miu non voli! Prima voli depositare u' brevettu!

MARIO- (nel mentre lo spettina)

SANTO-  C'è quacche finestra aperta?…Sentu correnti d'aria!

TERES- Ca ju sacciu: no!

SANTO- Megghiu ca vaju a cuntrullari i gommi ra machina! (si avvia in modo buffo, come cercando la “presenza” che avverte e sulla soglia…) Fatti attruvari pronta ppi quannu tonnu.Ti chiamu,ma non trasu! (via)

TERES- (interdetta) Non sta beni ppi nenti! Fossi è megghiu ca non ci jemu a fari ssu “picchi-nicchi”!…Non m'a firu a ghiri na machina cu iddu!  (via in cucina)

              Scena 4^:- Roberto-Laura-Mario-Biagio

ROBER- (entra seguito da Laura Biagio e Mario)…Rammi u tema ca ti fazzu avviriri u me prublema! (scambiano i quaderni e leggono…)

MARIO- (a Biagio) Ti ci  nni vosi p’ arrisolviri u' problema, ah?

BIAGIO- Statti mutu, ca mpazzi'! A testa ancora mi roli! Vuleva sapiri quanti litri d’acqua può conteniri na vasca da bagno e quantu tempu ci  voli ppi jnchilla.

MARIO- Embéh!?

BIAGIO- Ppi sapillu: l'appi agghinchiri!

LAURA- (che nel mentre parlava con Roberto sottovoce) Non ci pozzu cririri! Ju mi misi a pinsari comu puteva fari finiri u' tema e quannu mi misi a scriviri chiddu c'ava pinsatu: m'uttruvai  già scrittu senza moviri 'a pinna!

ROBER- A stissa cosa ppi mia! Pinsai subbutu di diraccillu a mamma.

MARIO- Lassa perdiri, non ti criri!

LAURA- Lassa perdiri non ti criri!

BIAGIO- Macari ‘ripigghia a storia ra fotu!

ROBER- Macari ripigghia a storia ra fotu!

LAURA- Sì, ma cu è ca ni scrissi i compiti a nuatri?

ROBER- (butta lì) Sarà statu u'  papà!

LAURA- Sì! Sarà statu iddu! (ognuno riprende il suo quaderno) Dammi ccà! (lo guarda) Ecco!...non mi sbagghiu? Cu scriveva “A” senza l’acca?

ROBER- U' papà!

LAURA- (mostra il quaderno) Talia!

ROBER- Veru è! (guarda il suo quaderno e poi…) Però u' papà i tabellini i sapeva boni, cum'è ca ccà si sbagghiau? Scrissi ca: sette ppi sette fa trentadue!

LAURA- (cercando un perché)…Fossi c'avrà avutu primura…

MARIO- (a Biagio) Sti malacumpassi mi fai fari!

ROBER- Bòh!?…Non ci 'u dicemu a nuddu, ca ni pigghiunu ppi pazzi!

LAURA- E' megghiu ca ni priparamu, ca fra pocu ni chiamunu! Però che noia: sunu sempri nivvusi! Rubbertu... ti  rispiaci s'a  mamma si risposa?

ROBER- Sì! Pirò n'a putemu custringiri a fari chiddu ca vulemu nuatri! Ppi mia po' fari comu voli.

LAURA- Macari ppì mia! Tanto, Santinu, ppi nuatri arresta sempri n amicu!

ROBER- 'N omu ca l’aiuta ci voli!

LAURA- A prima occasioni ci 'u dicemu ca semo cuntenti su si marita.

ROBER- So’ siguro ca ci livamu da panza un mattunigrossu accussì!

LAURA- 'O mittemu a postu a cartella che libri! (esce seguita da Roby)

MARIO- (durante le battute Mario si è commosso, ma vede che non ha lacrime e allora cerca di farsi male: schiaffeggiandosi e tirandosi i capelli)

BIAGIO- Si po' sapiri chi stai facennu?

MARIO- Nenti! S'accomu viru ca chianciu senza lacrimi: circava di...

BIAGIO- Non ti voi cunvinciri ca si' spiritu e non materia! Chiuttostu, i sintisti?

MARIO- Sì e m'haju pirsuasu ca putevu fari a meno di turnari! Sì, è megghiu ca Teresa e Santinu, si maritunu!… Pirò, visto ca mi c'attrovu, vogghiu puntualizzari certi cosi!

BIAGIO- Ciué?

MARIO- Intanto, quannu mi materializzu, non mi vogghiu fari avviriri de figghi, si ponu  impressiunari!

BIAGIO- Mi pari logicu!

MARIO- Appoi, ppi prima cosa, mi soggiru  a smammari ri ca intra!

BIAGIO- Sì, ma ci pensamu dopu ca si nni vanu o picchi-nicchi! (come vedendo.) To soggiru è cassutta. E' nta machina c'aspetta!

MARIO- Am'a pinsari pure a Santinu!

BIAGIO- Ccà è!...E' pe scali!… Sta trasennu!

                     Scena 5^: Detti-Santo-Teresa-Laura e Roberto.-

SANTO- (fa capolino: guarda intorno, con espressione di paura. Poi…) Teréeeesa?!… Teresa?… Siti pronti?

TERES- (appare sulla soglia) Veni ccà: pigghia u' mangiari! (poi va alla porta dei figli…) Laura… Rubbertu, siti pronti?

SANTO- (arriva in cucina girandosi a destra e a sinistra per la paura)

ROBER- Ccà semu, mamma! (ha in mano una canna da pesca e cassetta)

LAURA- (ha in mano le bocce) Vaju nta machina!

TERES- Paccamora jemu tutti in cucina! (via tutti in cucina)

MARIO-  Biagio, ma su chissi si nni vanu, quannu mi fazzu avviriri ju?

BIAGIO- Dopo c’ama sistimatu a to' soggiru! Ci pensu ju a falli tunnari, sta tranquillu! Ecculi! Nesciu fora un mumentu! (esce)

                                                rientrano in quest’ordine:

TERES- (entra con in mano una teglia e avviandosi all’uscita, senza fermarsi) Pigghiasti tutti i cosi Santinu? (via)

SANTO- (che le era quasi a ruota, con in mano il tavolo da pic-nic e nell’altra un fiasco di vino, gira la testa, senza fermarsi, verso Laura) Pigghiasti tutti i cosi, Laura?

LAURA- (come gli altri, con una teglia avvolta in un fazzolettone) Pigghiasti tutti i cosi, Rubbertu?

ROBER- (sotto il braccio ha un plaid- si ferma al centro scena e guardandosi le mani…) Pigghiai tutti i cosi? Bòh?…(via)

                Scena 6^: Detti-Gesualdo-Veronica.-

BIAGIO- (rientra, subito, dopo l’uscita di Roby, con una teglia in mano)

MARIO- (chiede a Biagio, con mimica, cos'ha in mano)

BIAGIO-A pasta o' furnu!

MARIO- Sa scurdanu! (prende dalle mani di Biagio la teglia e si avvia all’uscita chiamando…) Rubbertu...Laura...

BIAGIO- (fermandolo) Mutu! Unni voi jri? A cu chiami? Voi ca tonnunu o no?

MARIO- (capisce) Che truvata!… Ne sai una cchiù do diavulu!

BIAGIO- (mettendo la mano fra i denti in segno di stizza) Mmmmuuuhhh!... No' muntuari! Su ci metti u' zampinu semu fritti!… Mariu, ppi casu Veronica è un tipo…(descrive l’attrice)

MARIO- Sì!

BIAGIO- E' pp'e' scali!

MARIO- (cerca riparo) Unni m'ammucciu?…Unni m'ammucciu?

BIAGIO- Ti rissi ca non ti ponu viriri!

MARIO- Già, m'u  scurdai ca sugnu fantasma!

GESUA- (entrando) Entra!… Entra, passerotta mia!

VERON- (guardandosi intorno) Sei sicuro che hanno andati via?

GESUA- Non l'hai viruto ca partirono con la machina?(aprendo la porta della sua camera…) Mettiti in libertà, fiammetta mia!

VERON- Ecco, sei sempre il solito! Lo doveresti sapere che in libertà mi ci metto solo se mi sposi.

GESUA- Ma cosa hai capito? (andandole vicino) Ti vulevo dire: mettiti libera…come se saresti a casa tua! Come dire, levate la giacchetta…metteti a sedere…

VERON- (guardandolo interrogativamente e imbarazzata) Ora che facciamo?

GESUA- Andiamo intella camera mia…

VERON- (con emozionato calore) Mamma!?…

GESUA- Ci ascotiamo un po’ di musica …

VERON- Mamma!?…

GESUA- E visto che è ora di pranzo: ci pigliamo un drinki!

VERON- Mamma!?…

GESUA- E poi…

VERON- (interrompe e decisa) No! Quello: no!

GESUA- E poi…

VERON- No! Quello: no!

GESUA- Àuh, ju c'haju fami. Tu no?

VERON- Pure io ce la ho!

GESUA- Allora  perché dici: no?

VERON- Pensavo a n’altra cosa!…

GESUA- E appoi dici ca ci penso sempre io a certe cose! (indicandole la camera) Va’ e mettiti comoda!

VERON- No! Inte la camera tua non ci vado: ho paura!

GESUA- E’ quà che ci dovresti avere paura…(indica la foto di Mario sul tavolo) Non lo vedi come ti talia brutto la bon’anima?

VERON- Béh, sì…forse è più meglio di là!

GESUL- (che l’ha accompagnata fin sulla porta) Io intel mentre telefono. Ordino il pranzo al ristorante! Ti piace lo spumante?

VERON- Sì, giuggiolo mia!

GESUA- Faccio purtari un vecchio “Zì-pippo!” (zibibbo)

VERON- No…E’ più meglio un “Don-pedicchiò!” (Donperignon)

GESUA- Che ci veni a fari quà il parrino?

VERON- Chi?

GESUA- U' preti! Ricisti ca vulevi a: “Don Pedicchiò” !

VERON- Ma “Donpedicchiò” è la marca de lo spumante!

GESUA- Scusami, non sapevo che…Mi pareva che  vulevi il prete per  maritariti!…

MARIO- E ti mariti…Vedrai ca ti mariti

VERON- Certo che me voglio sposare, ma miga quà: in Cattedrale! (sognante) Ha essere una cerimonia: strabiliante, sconvolgente (entrando finisce…) emozionante!

GESUA- (sarcastico) Sì, in prima visione!…Fammi telefunari a “Alvaro”...(nome del gestore del ristorante. Ognuno può scegliere quello del proprio paese che fa più colpo verso il pubblico) (fa il numero) Di sicuru dopu tri bicchieri di spumanti: sarai mia!…Pronto?…Sugnu Gesualdo…Mi poi fari purtari subbutu, a casa di me figghia Teresa, du piatti di maccaruni al tartufo, cu supra tantu furmaggiu… Non ci sta bonu u' furmaggio co tartufo?... E tu mi ci 'u metti 'u stissu! Ricunu ca è afromisi…afottisico, no…afro…insomma ca tira sù anzi-ca-nò!…Hai capito perfettamente: c'haju n affari ppe manu!... Ppi secunnu: du bistecche alla Bismark… Bràu! Chiddi cu l’ovo frittu supra a carni! Di ova ci nni metti dui!…Sai pure l'ova jutanu a...Bràu! Tirunu sù anzi-ca-nò!!

MARIO- Mentri  ca ci si', facci mettiri na spruzzatina di cocaina?

BIAGIO- Su ero ju u so Angiulu custodi a st’ura….

GESUA- Non ti stari a  prioccupari ca non fanu male!… Aranci, banani? No, a frutta ci l’haju! Oh, ppi finiri mi manni un “Sant-onorato e un Don-pedicchiò”! Picchì haju a ghiri in chiesa? Tu non ci l’hai? Ma quali santu? Sant-onorato non è un santu, ma un dolce... Eh! Appunto: Sant-onoré… E’ francisi? E ju tu rissi a catanisa, chi differenza fa?... U spumanti jè! Don-pedicchiò jè u' spumanti!…Ah…”Donperignon”!…Macari chissu è francisi? Talia, ppi sta vota mi porti ssa robba francisi, ma a prossima vota: sulu robba italiana. ... Cosa? Nun ci l’hai ssu spumanti? Allura, fa na cosa: mannimi na buttigghia di muscatu, ca è megghiu! Stu mangiari  mannammillu prima di subbutu! Ciau! (chiude)

MARIO-  Mi vogghiu fari sentìri! (lo chiama)  Gesualdo!…Gesualdo?!…

GESUA- (non si rende conto…credendo che lo chiamano al telefono: alza la cornetta) Chi c'è Alvaro, dimmi pure…

MARIO- Papà!?…Gesualdo?…

GESUA- (capisce d’essersi sbagliato e ripone la cornetta) Mi parsi di sentiri a vuci di me jenniru, di Mariu!?… No, non po' essiri!…Sarà l'eccitazioni ca ci haju!

MARIO- Gesuaaaallllddooooo?…

GESUA- (segnandosi, comincia a tremare e a guardarsi intorno…) Gesù, Giuseppi e Maria!…

MARIO- Ti scanti, ah?

GESUA- Non mi fati sghezzi, ca sugnu vecchiu!…

MARIO- Picchì tu non stai sghizzannu cu dda puviredda di Veronica?

GESUA- Ma, Mariu tu si' mortu. …E’ veru ca si' mortu?

MARIO- Sì', sugnu mortu e i morti non scherzano!

GESUA- (cerca in giro con lo sguardo) Ma chi  voi ri mia?…Unni si'?…Non ti   viru!…

MARIO- Sugnu ccà…(e subito spostandosi) e ccà…e ancora ccà!… Mi fazzu avviriri tra pocu, paccamora mi poi sulu sentiri.

GESUA- Mario, chi voi ri mia?… Non mi purtari cu tia, ca c'haju chiffari!

MARIO- Hai chiffari, ah, cosa fitusa!? U latin lovere! Voi illudere a chidda ca sta dda banna, abberu?

GESUA- Picchì 'u viristi ca sta ddà?

MARIO- I morti virunu tuttu e sanu tuttu!… Ora fa' chiddu ca ti ricu.

GESUA- Sì, t'ascutu!

MARIO- T'hai a maritari a Veronica: a fiammetta to'!

GESUA- Ca veramenti ju….

MARIO- Su t'azzardi a diri di no: ti mannu un fulmine, ca ti paralizza ro viddicu (ombelico) in giù!

GESUA- (mima toccando con le mani: l'ombelico e la zona pelvica) No, da ccà a ccà: no! Megghiu ca mi porti cu tia, ma da ccà a ccà: no!

MARIO- Ubbidisci?

GESUA- Sì, comu voi tu!

MARIO- 'O chiamala e falla veniri ccà!!

GESUA- (tremante, chiama, ma la voce è poca…) Fia…Fiammetta, veni ccà!

VERON- Dimmi…dimmi Gesualdino?!

GESUA- Nun t’impressiunari!… Non semu suli!

VERON- (guardandosi intorno) Non semo soli?Io non viro a nissuno!…

GESUA- La pirsona ca sta qcu nuatri n'a poi viriri picchì è un fantasma!

VERON- Non ci credo! Quanto sei  scherzevoli?!

GESUA- E’ l’anima di me  jenniru: di Mario! 'U sai ri cui staju parrannu?

VERON- (indica la foto) Di quello?

GESUA- Sì!

VERON- Ma quello oramai sta in pace lassù!

MARIO- No, cara signorina, staju quaggiù e sugnu pure incaulato!

VERON- (tremante) Ma allora è vero!…( si porta una mano alla testa)

MARIO- Biagiu, n'a fari svenìri!

BIAGIO- (veloce, le si mette dietro e ogni volta che Veronica si affloscia, la sostiene riportandola dritta –questo per tre volte-)

GESUA- (ogni volta che Veronica piega le gambe: si avvia aper sostenerla, ma ritorna nindietro quando vede chee lei ritorna nella posizione di partenza)

VERON- Mamma, me svieno!….

BIAGIO- (sostiene)

VERON- Mamma, me svieno!…

BIAGIO- (c. s.)

VERON- Mamma, me svieno!…

BIAGIO- (c. s.)

GESUA- (stavolta le rimane vicino)

BIAGIO- (si allontana)

MARIO- Veronica, non si scantassi! Ju sugnu ccà p'ajutalla. Da oggi me soggiru sinni va a stari ri casa n'o so piede-a-terra, picchì s’è deciso: la sposa!

VERON- Rici davvero Gesualdino?

GESUA- (tergiversa) Ca ju viramente pinsava…

MARIO- (a mezzavoce e con mimica) Ro viddicu in giù!…

GESUA- (deciso)…Pinsava ri maritariti!

VERON- Giuggiolo, ti decidisti?

MARIO- Ppi forza! Sannunca finisci ca ci 'u rumpu attunnu u' nervu sciaticu!

GESUA- Ah, ma allura eri tu?… Ma non pudemo arristari ccà na vota ca...?

MARIO- Ti rissi: no' piede-a-terra!

VERON- Se non vuoi andare a stari da te, potessimo  andare a casa mia, co mamma!

GESUA- Allura è megghiu ca facemu comu rissi iddu!

BIAGIO- Mariu mannili dda banna, ca stanu arrivannu!

MARIO- Ora, andate di là!

GESUA- Amuninni, passerotta! Ascutamulu a Mariu! (l’accompagna verso la camera)

VERON- Sì... “cip-cip, ciop-ciop”!(entra)

GESUA-Trasi: “tricchi - tracchi”! (entra)

       Scena ultima: Detti-Sandro-Teresa e poi Gesuldo e Veronica.-

BIAGIO- Eccu a to' muggheri!… T'a ricordi a frasi c'ha diri ppi fariti avviriri?

MARIO- Sì, ma prima di farimi viriri ci vulissi parrari!… Oh, 'u sai ca non mi sentu ppi nenti emuzionatu?

BIAGIO- I morti non vivunu di “emozioni”, ma di “accettazioni”!

TERES- (entrando e avviandosi verso la cucina) L’ava rittu propiu a tia ri pigghiari i maccaruna!…

SANTO- (che la seguiva, ha scorto la teglia posta sul tavolo…) Unni vai? E' ccà a pasta!

TERES- (si ferma, si gira e vedendola, si avvia verso l’uscita) Pigghiala!

MARIO- Unni stai jennu?

TERES- (a Santo) A Plaja, è na simana ca ni parramu!?

SANTO- (ricordando…tremante) Teréeeee…Teréeeee…

TERES- Scimuniu appiddaveru!

SANTO- Teré, ju non parrai!…

TERES- No, ah! Allura parrai ju?

MARIO- No! Parrai ju: Mariu!

SANTO- (andandosi a nascondere dietro a Teresa) Gesù, Giuseppe e Maria, salvati l’anima mia!

TERES- (ch’era rimasta a bocca aperta: inghiotte e  ritornando verso il centro scena...) Ma…Ma...Mariu?

MARIO- Sì, Ma-Mariu!Chiffà, ora ti fazzu paura?

TERES- No, Mariddu miu, anzi!?…

SANTO- Ju inveci c'haju paura e tanta!

MARIO- Sta tranquillu ca non ci l'haju cu tia! Sugnu ccà picchì c'haju na menzuredda di tempu a disposizioni…(guarda con occhio di rimprovero Biagio)

BIAGIO- (china la testa ed esce)

MARIO- (continua)…e allura n'apprufittai ppi salutarivi! Ora mi fazzu viriri…non v'ata scantari...(sarebbe bene sprigionare un po’ di fumo artificiale mentre Mario effettua tre giri intorno a se stesso dicendo la battuta) “SEMPRE A TE RIVENGO O MIO DIO!”

TERES- (estasiata) Maaarooonnaaaa!…Quantu si' beddu!

SANTO- (dopo aver fissato sul volto Mario) Teresa, u' nasu cill'avi ancora!…M’aunu rittu ca…

MARIO- Chi  t’auna rittu? Sugnu na sembianza! Nun sugnu né di carni né di ossa, ma spirito!… No nni pirdemu in chiacchiri, jemu pe' curti ca u' tempu passa e haju a tunnari dda supra. Dunque! Saccju ca Santinu ti voli maritari! (a Sandro) Veru è?

SANTO- Sì,sì!  Però su voli idda!

MARIO- 'U voli, 'u voli! Ci 'u cunsigghiu macari ju!

TERES- Mario, ci sunu i figghi nto menzu. Cu 'u sapi su volunu?

MARIO- Non tarda tantu ca tu ricunu macari iddi ca t'ha maritari! Santinu, m'ha fari un favureddu.

SANTO- (pensa di prevenire il suo pensiero) Da dumani, Mariu, accuminciu a tifari Juve!

MARIO- Non m’importa ra Juve!?…U' favuri non è chissu! M'ha prumettiri ca i figghi non mi tocchi. Nenti tumbulati e scuppuluni!

SANTO- Sarà fatto. Ubbedisciu!

MARIO-  Ti visti pocu fa, 'u sai?… U' ritrattu e tutte l’autri cosi i spustai ju.

SANTO- Allora tu fusti chiddu ca mi luvau a seggia ri sutta u' culu?…A tuccarimi a spadda…A scapiddarimi?….

MARIO- (assentisce)

SANTO-Mi mittisti na paura tali ca a mumenti ma facevu ncoddu!

MARIO- Su non ti cumporti bonu: scinnu e a seggia non  è ca ta la levu ri sutta, ma t'a sfasciu nta carina!

SANTO- Pensu ca non ci sarà bisognu! Mario, ti portu i ciuri frischi ogni simana!

MARIO- I ciuri portali 'n casa! Na casa senza ciuri è na casa nsipida: senza amuri, né culuri.  A Terera ci piaciunu tantu…macari chiddi babbi: di campu, da strazzera!

TERES- Chi putemu fari ppi tia nuatri?

MARIO- Basta ca vi vuliti beni e riposerò in pace!… Ora chiamu a to patri!

TERES- Picchì u' papà è n casa?

MARIO- Sì, cu Veronica. N’ava apprufittatu ppi… Mi capistuu, basta menza parola! Però, mi prumittiu ca sa marita e si nni va a stari  no piede-a-terra!

TERES- Ma…

MARIO- Senza “ma” e zenza “mo”!…Opà?… Opà!…

GESUA- (entra seguito da Veronicacon due valigie) (vede Mario…posa le valigie…poi gli si avvicina cautamente e…) Mizzica allura è veru!… Ti pozzu tuccari?

MARIO- Su voi tuccari l'aria: tocca!… A Teresa  ci 'u rissi ca ti mariti.

GESUA- Mario…io e Veronica semu tantu cuntenti di invitariti o nostru matrimoniu, ma non sapemu l’indirizzo!

MARIO- Grazi 'u stissu! Voddiri ca vi taliu da lassù! Da na nuvoletta.  Di ddà, viru e sacciu tuttu chiddu ca fati. Ora è tempu ca mi nni vaju, ca tonnu ddassupra!

TERES- Sta 'n autru tanticchia cu nuatri, Mariettu!?

MARIO- Non po' essiri! In primis picchì chiddu ca v'ava addiri: vu rissi. Secunnu, picchì i picciriddi, Rubbertu e Laura si stanu siddiannu a spittari nta machina e sa ponu pinsari di veniri ccà e ju nun vogghiu ca mi virunu. Terzu, picchì po' arrivari u' monsù ro ristoranti …(a Gesualdo) E’ megghiu ca chiddu ca ordinastuu vu ritirati vuatri e v'u iti a mangiari a casa vostra!

GESUA- Giustu ricisti!

VERON- Mi sa che me s’è intuppato lo stomico!

GESUA- Tranquilla! Appena arrivamu ti rugnu un aperitivo che te lo stappa subbuto!

MARIO- Béh! Mi nni vaju! Su viru occhecosa ca non va…(con la mano fa cenno di legnate verso Sandro e Gesual)

SANTO- Ti rissi ca nun ci sarà bisogno!

GESUA- Mettu a testa a posto, ti nni poi acchianari tranquillu! Dimmi na cosa: di ddassupra viri macari a me casa?

MARIO- Viru tuttu u munnu! Basta ca 'u pensu e “trac”: si rapi na finestra!

VERON- Allora se non si cumporta bene: ti chiamo!

MARIO- Brava!

TERES- Mariu, a verità: i maccaruna i mmucciasti tu?

MARIO- No! I mmucciau Biagiu, l’Angiulu ro passaggiu. Chiddu ca vinni a pigghiarimi ccà e ca m'accumpagnau ddassupra!…(Biagio, era entrato e messo vicino a Mario, quando questo ha fatto il nome suo) Ora è ccà, vicinu a mia!

SANTO- Fammillu avviriri!

MARIO- Nun po' essiri!… Pure tu ci l’hai…Ci l’avemu tutti l'Angilu custode…Nuatri no viremu, ma sta d'arreri e spaddi nostri e scrivi tutto chiddu ca facemu!

GESUA- Tuttu-tuttu? Chiddu c'ama fattu e chiddu ca faremu?

MARIO- Sì!

GESUA- Comu si chiama st’Angiulu?

MARIO- Biagiu.

GESUA- (guardando dietro a Mario) Signor Biagio, di sicuro siti amicu dell’Angelo miu, diciticci su po' scancillari tuttu  chiddu c'ha scrittu fin’a oggi!… Anzi fussi megghiu su strazzassi tutti i fogghi ro notes… Macari ci n'accattu unu novu!

BIAGIO- (ha parlato all’orecchio di Mario)

MARIO-Ascuta! Su uno si cumporta bene  e si penti da vita dissoluta c'ha fattu e accumincia na nova vita, amando e rispettando il prossimo: le cose cattive venunu scancellate tutte.

GESUA- Subbutu! Accuminciu subbutu, senza perdiri tempu! Veronica, passamu nto ristoranti, ca ci ricu ca a pasta è megghiu su m'a fa  al burro e senza tartufo!

MARIO- Addio Teresa! Ciau, Santino! Siate felici e addivittitivi! Io tornu su! (del fumo come primae...) “ECCOMI A TE O MIO DIO!”(esce con Biagio)

TUTTI- (si guardano in giro e poi…)

TERES- (passando una mano fra i capelli) Chiffà mu nzunnai? Chi fu un sognu?

SANTO- Quali sognu!’ C’era...e comu su c’era!…

TERES- E ora chi facemu?

SANTO- Comu chi facemu? Jemu a Plaja! No sintisti chiddu ca ni rissi: “Siate felici e addivittitivi!” E nuatri u scutamu: ni jemu addivettìri!

TERES- E va beni!…(va a prendere la teglia, ma le viene tolta dalle mani da…)

GESUA- Teresa, chista a portu ju! Non sta beni ca na signora…

TERES- (riprendendola) Grazi, papà ma a portu ju ca sugnu carusa e appoi tu ci hai i valigi!

GESUA-  A portu ju, i valigi j passu a pigghiari dopu!

VERON- Ma la posso purtari puranco io!…

GESUA- U capì! Tutti vulemu fari na bona azione, accussì l’Angilu scancella i piccati. E, succomu sugnu ju u' chhiù vecchiu e piccati da scancillari ci n’haju chiossai, a prima bona azione facitammilla fari a mia!....

               (tutti continuano a prendere la teglia con battute gentili dette a soggetto…mentre la tela si chiude)

                                                  

S I P A R I O

Loreto,29-05-1989                                                       Paolo  Torrisi