Mal seme

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MT\L SCMC

MAL SEME

(Giovanni Sfetez)

PERSONAGGI

ANNETTA

GIANNI

RENZO

TUCCIO

Voci di dentro

In una campagna dell’Istria

PARTE   PRIMA

Stanzino a pianoterra, in una casetta di contadini. Nel fondo una finestra, munita da spranghe di ferro, e una porta dalla quale si vede la campagna. A destra, un lettuccio, una sedia, arnesi rurali; più sul dinanzi un usciolo. A sinistra sulla parete, una madonnina dinanzi la quale arde un lumicino ad olio; un tavolo, due sedie. – La porta, la finestra e l’usciolo con battenti che si aprono sulla scena. La porta e l’usciolo con catenaccio. – All’alzarsi del sipario si ode schioccare una frusta, poi uno abbaiare rauco, aspro, somigliante a un ululato, e strepito di catene.

SCENA I

RENZO e ANNETTA

ANNETTA  (di dentro)  Lascialo, babbo, lascialo! (entra, tenendo alta una lanterna per illumi­nare la strada)

RENZO  (di dentro, poi fuori)  Butta un poca di avena nella greppia, e poi va a letto. E domani per tempo a lavorare.

ANNETTA  Anche domani?

RENZO (getta la frusta in un angolo)  Può pre­gare a casa, come facciamo noi. E’ una scusa la messa del villaggio. I contadini si radunano o fuori del sagrato o in qualche osteria esparlano di chi dà ad essi lavoro. Ciurma di malcontenti!(chiude la comune a catenaccio ea chiave ed intasca la chiave)

ANNETTA  Vuoi mangiare qualcosa?

RENZO  Ho qui. (leva di tasca un pacco con del formaggio, un  coltello e va a sedere) Dammi dell’acqua ed un poco di pane... un crostino; mi basta!

ANNETTA  Vino?

RENZO  Acqua ti ho detto! (mangia, Annetta serve) Tu hai mangiato?

ANNETTA  Dopo l’Ave Maria.

RENZO  E’ venuto nessuno a domandare di me mentre ero in campagna e sorvegliare il lavoro?

ANNETTA  No. Nessuno.

RENZO   E a domandare di te?

ANNETTA  Chi vuoi ?...

RENZO  (dopo silenzio)  In paese si mormora!…Te lo dissi già l’altra settimana… E, io, quando io il fiele in bocca lo sputo fuori! (irato) E per Dio, sai, non voglio né dicerie né chiacchiere!

ANNETTA  Come posso evitare?

RENZO  Odevono cessare o provvederò io!

ANNETTA  Ma se ti ho detto che non era vero!

RENZO  (che non crede, irato)  Già!…  già !.. (con altro tono) Hai voluto dissuadermi ; ma io sono persuaso che hai mentito!

ANNETTA  Babbo!

RENZO  Ti ha vista Berto che accompagnava il medico condotto su pel sentiero che ra­senta il torrente.

ANNETTA  Berto mi odia!

RENZO  Ti ama!

ANNETTA  L’ho respinto quando mi ha domandata in moglie; gli ho fatto degli sgarbi, e si sa… 

RENZO  (brusco)  Insomma; che io non senta più parlare di Gianni, o la finisce male! La mia e la sua famiglia hanno nel sangue ereditato l’odio degli antenati. C’ è stata sempre della ruggine, sempre!…  Il padre di Gianni tentò di bruciare la mia stalla...

ANNETTA  Non ne avesti la prova… 

RENZO  Ma è stato lui! Lo fece per vendicarsi che l’avevo preso a sassate quando venne a rubare nel mio campo!

ANNETTA  Pure... non fu provato!

RENZO  Ma è stato lui!... Ora sarebbe la mia volta di agire! (silenzio)  Se suo figlio azzarda, sfacciatamente. di gettare gli occhi su di te, infingendosi innamorato, lo fa per vendicarsi !... Ma, per Dio, che non bazzichi vicino la mia casa, ché lo faccio pentire, te lo giuro !... Dicano pure tutti che è un gio­vanotto a modo e gli facciano gli elogi – padronissimi - io non credo nulla!… Anzi mi è più sospetto quanto più si fa agnello!... emi persuado che è male intenzionato!(silenzio) Ma la deve finire questa inquietezza che mi tormenta !... e in breve!  E ti consiglio, per il tuo bene e per la nostra pace, di riflettere a Berto!

ANNETTA  Oh!

RENZO  Berto ti ama. Me lo ripete sempre, quando mi incontra... E’ un bravo campagnuolo.. ha qualcosa di suo... E lo sa tutto il paese che è disperato per il tuo rifiuto!

ANNETTA  Babbo...

RENZO   L’ho veduto stasera, e gli ho promesso...

ANNETTA   Mai! Mai!

RENZO  Bada!... (con minaccia rattenuta)  C’è chi mi disse di aver veduto Gianni anche ier l’altro... tra le dieci e le undici di notte... accostarsi, guardingo, fino a quella finestra; ove rimase per circa una mezz’ora!

ANNETTA (turbata) Io non so nulla… 

RENZO  (ironico) Non sai ? E tremi? E ti fai rossa?… Almeno dovevi avere la cautela di spegnere il lumino alla madonna, ché non vi sia chiarore nella stanza né occasione di accertarsi se tu fossi a parlare con lui!

ANNETTA  Ma chi può dire?

RENZO  Basta!... Sappi che, da quell’albero folto, fu visto Gianni...

ANNETTA  (subito) L’hanno spiato!

RENZO  Ah è vero?!

ANNETTA  (turbata) No... no... io non so nulla!…non vedi!…Non so nulla!

RENZO  (con minaccia). Bada bene! Bada a quello che fai! Sei avvertita! Tra campagnuoli l’odio noncessa così presto!... (silenzio) Dici che non è vero Tanto meglio!…(prende in mano il lanternino) Ti credo!Non prendo la precauzione di sbarrare la finestra né di farti trasportare il lettuccio nella mia stanza; no !... vado a letto tranquillo... Peraltro, da domani, veglierò io!... e non potrai smentirmi se vedrò coi miei occhi!... E al­lora, sai: non sotto tale da scherzare né con te né con lui!

ANNETTA   Ma se Gianni avesse attraversato, di notte, il nostro campo, tu,lo avresti sa­puto... nongià dalla denuncia di una spia; non giàdalle bugiarde e basse insinuazioni di Berto, bensì dai latrati di Hop che fa la guardia nei pressi di casa!…

RENZO   Già!... Come non si potesse gettare al cane una focaccia! (ride mefistofelicamente) Buona notte!

ANNETTA  (lo accompagna, gli getta le braccia ai collo). Buona notte!

RENZO  (esce volgendo uno sguardo scrutatore per la stanza)

SCENA II

ANNETTA quindi GIANNI

ANNETTA  (rimane qualche momento senza muovere passo.Sospira, poi, in punta di piedi, si accosta all’usciolo con mano tremante, tira ilcatenaccio. Origlia a lungo. Volge lo sguardo alla finestra; quindi, lenta­mente, muove qualche passo ma, non ancora rassicurata, ritorna ad origliare. Ripete l’azione di prima: sale su una sedia; spegne il lumino. Appena eseguito è pentita. Vorrebbe accendere; sta per salire su la sedia)

GIANNI  (comparisce alla finestra  e chiama, a bassa voce) Annetta!

ANNETTA  (trattenendo ungrido) Ah!... (corre a lui e gli parla concitatamente) Pochi  momenti Gianni... (Gianni le bacia la mano) Sono in apprensione tremo per la tua audacia, e la mia audacia mi rimprovera di aver ac­consentito ai nostri colloqui notturni...

GIANNI  (inquieto)  Cos‘hai ? cos’è successo di anormale, oggi, che mi parli così ?

ANNETTA  Siamo spiati!... Me lo ha detto mio padre!

GIANNI   E’ possibile ?!

ANNETTA  L’altro ieri fummoveduti, da quell‘albero…Mio padre fu avvisato…  ed io sto in pena! Sto in pena!

GIANNI  Non temere...

ANNETTA  Torna nella tua casa. Ci vedremo domani, alla fontana... Concerteremo insieme!… Ho paura per te!…  Mio padre ti odia.... Fuggiremo se vuoi, ma oggi, torna nella tua casa!…qui non siamo sicuri; qui siamo spiati ed insediati!…Vedi: ho spento il lumicino che ardeva dinanzi alla madonna, perché il chiarore non ci accusi!  (silenzio) Va ! Ho inteso del rumore!... (si avanza fino in mezzo la scena, per origliare ; poi siaccosta all’ usciuolo).

GIANNI  (rassicurandola) No, Annetta, no!... E’ il vento che scuote le foglie degli alberi che ti desta paura; è la fantasia che, accesa dal terrore, ti sgomenta!…  Non è nulla!...

ANNETTA   Ho udito aprire una finestra… ho udito il rumore dei cardini... Va via, va via; abbi pietà della mia angoscia… (si interrompe) Odi? quei cardini, cautamente girati!... (con spavento). Fuggi! Fuggi!... Che non ti incolga disgrazia e che io non abbia a soffrire lo strazio del rimorso, per l’imprudenza.... Va! Va!... Ho udito rumore nella stanzadi mio padre!... Devo aprire il catenaccio ed as­sicurarmi se egli veglia o se dorme!... (sup­plichevole) Se mi ami, Gianni...

GIANNI  (le daun bacio sulla mano) Addio!…  (sparisce)

ANNETTA  (corre all’ usciolo;con precauzione tira il catenaccio. S’ ode uno strepito di catene ; poi l’abbaiare del cane).

SCENA III

RENZO e detta

RENZO  (gridando, di dentro)  Hop!... Hop!.... Dalli!... (Ciò succede appena Annetta ha ti­rata il catenaccio. Alle grida del padre, al­l’abbaiare del cane, Annetta, per un momento, rimane come stordita, poi corre alla finestra) Dalli!...

ANNETTA  Hop!... (si ode la scarica di un fucile. Ad Annetta mancano le forze. Vorrebbe gri­dare e non può. Le gambe le tremano. Con la mano si appoggia al tavolo, per non cadere. Altra scarica di fucile. -  Annetta cade a se­dere; si porta lemani alle orecchie. Vorrebbe alzarsi ma non può). E’ finita!

RENZO  (spinge l’usciolo, entra fuori di sé; col fucile in mano gridando) Un ladro!…un ladro!... Lo rincorrerò io!... (girando nel buio) Annetta!... (appoggia il fucile presso la porta, lira il catenaccio, leva di tasca la chiave ed apre)

ANNETTA   (correndo a lui, per trattenerlo) Babbo!… Tu no!  Tu no!... (lo afferra pel braccio)

RENZO  (con un ruggito) Ah indegna!... Era qui ?!... (la respinge) E’ fuggito se la seconda palla della mia doppietta non 1’ha ucciso !... E’ fuggito se il cane non l’ha atterrato!

ANNETTA  (vivamente) Lasciami uscire!... (è re­spinta) Hop torna!... Hop torna!... (ori­gliando spaventata) Non s’ode?… non latra?.. non ringhia più?

RENZO  (acceso d’ira)  Ah malnata!... Di’ hai seguito il mio consiglio di spegnere il lume o èstato il vento?!... (afferrandola per un braccio) Dimmi che qui non era! Nega se puoi, se hai tanta sfrontatezza, nega che gli hai parlato!…L’ho visto coi miei occhi!... Poi di là, dalla finestra ho sciolta la catena al cane... l’ho aizzato... ed ho appuntato lo schioppo in direzione dove Gianni fuggiva… e sono accorso gridando: “al ladro! al ladro!” per avere la cer­tezza se era venuto perte o per derubarmi! Ora sono certo... e, l’ansia che ti affligge il cuore, e lo spavento che ti tortura me lo attestano (Annetta da in uno scoppio di pianto) Ah, piangi ?!... Bada, ti ho detto, bada a quello che fai! ed anche Gianni badi a quello che fa ! Tra campagnuoli 1’odio non cessa così presto!

ANNETTA  L’amo!....si, l’amo!…Lasciami uscire!...

RENZO  (respingendola)  Sua no!... Suamai!… (prende il fucile, esce, chiude la portaall’esterno)

ANNETTA  (che è caduta , per l’ urto datole da Renzo, si alza. Va alla porta che è chiusa. Si smania, poi balenandole un pensiero esclama) Da lui!…Da lui!… (via dall’usciolo, correndo)

PARTE SECONDA

Una cantina, a pianoterra, in casa di contadini. In fondo: finestruola oblunga, con inferriata, e una porta bassa che si suppone conduca in un corridoio. A sinistra: uno scanno rustico. A destra: cavalletti, botti, fascine, boccali di maiolica, vasi di latta alcuno dei quali molto lucido, scodelle, ecc… Nella parete, in alto, altra finestruola oblunga con inferriata.

N.B. La scena deve occupare, in profondità, pochissimo spazio perché le parole di Tuccio giungano bene distinte alle orecchie del pubblico.

SCENA I

GIANNI e TUCCIO

GIANNI  (vestito di un grosso abito di panno, è seduto. Durante l’intera seconda parte, però senza cadere in esagerazione, si contorcerà, avrà delle contrazioni nel viso, nei muscoli. Alle volte batterà le palpebre l’una, contro l’altra, rapidamente,come chi d’improvviso rimane abbagliato dalla luce;alle volte sembra stre­mato di forze, alle volte preso da nuovo vigore.

Mostrerà  i denti, sputerà, si passerà una mano alla gola, alla nuca, agli occhi ; si sfregherà, sulla schiena, il rovescio della mano sinistra che gli prude. Il suo volto riprodurrà tutte le sensazioni spasmodiche del male che gli serpeggia nel sangue).

TUCCIO  (dalla inferriata, guarda commosso il fi­glio,poi lo chiama con voce amorevole) Gianni... (Gianni non l’ode) Gianni, figliuolo mio!… (Gianni emette dalla gola un tono inarticolato, quasi facendo uno sforzo) Stai meglio?

GIANNI   Meglio!…  (si contorce)

TUCCIO  Vedi quiquesta pietruzza bianca... qui.... qui, sul davanzale... Me 1’ha data il dottore: è un cauterio. Ti gioverà per le morsicature che ti fece il cagnaccio....

GIANNI  Ti ringrazio!…

TUCCIO   Pazienza… 

GIANNI  Puoientrare?

TUCCIO  (con le lagrime agli occhi)  Potessi as­sisterti io! Ma mi è vietato. Hanno messo qui il piantone, la guardia campestre. Halei le chiavi.… sorveglia il dì e la notte.

GIANNI  E Annetta?

TUCCIO  (aspramente) Taci, non nominarla più. Colei è stata la sola cagione della tua sciagura. (con collera) Avessi almeno potuto ven­dicarmi con Renzo! Ma no: l’hanno arre­stato, oggi...

GIANNI   Arrestato?

TUCCIO  E ha confessato di avere, lui, reso il cagnaccio idrofobo, privandolo d’acqua e dandogli da mangiare, in poltiglia, della roba salata e inasprendolo con dei colpi di frusta sul naso!

GIANNI   Renzo?!

TUCCIO  (con rabbia)  Mi hai strappato il giu­ramento che alla sua figliuola non torcessi un capello ?...Ah che io non resisto di ve­derti così! Ho l’odio nel cuore; quell’odio che il tuo affetto per Annetta ha voluto io cangiassi in sentimento di pietà.... Ma non garantisco se potrò mantenere!…

GIANNI  Babbo!

TUCCIO  (spaventato)  Si... si... quello che vuoi... non inquietarti!…Imporrò al mio odio, perché ti amo, perché quello che vuoi è legge!(piano) Odi: la guardia non vo­leva permettermi di accostarmi e di parlarti, nemmeno dalla inferriata. Ma conoscola gente io; gli ho dato quanto, con stenti, avevo risparmiato, e un boccale di vino.... E gliene darò ancora perché mi lasci vederti, se pure poco ti giovila mia presenza. Gianni tu soffri. Hai sete!... (lo guarda, spaventato) Vuoi ? Ti porterò io di quello asciutto; ne berrai e le tue sofferenze cesseranno. Il vino inebria; fadimenticare!…

GIANNI   E Annetta?

TUCCIO   Da capo!  Il padre l’ha tenuta in casa, e maltrattata, e percossa !...Lo scellerato, non volle ucciderti quando fuggivi dal suo podere, volle che il cagnaccio ti mordesse... poi scaricò il fucile perché il cane non ritor­nasse furioso contro di lui !...(Gianni ha un brivido. Si passa una mano al collo; re­spira con difficoltà). Povero Gianni!  Mi si strappa il cuore a vederti!

GIANNI   (prende dal tavolo una scodella, l’accosta avidamente alla bocca; non può bere. La sco­della gli sfugge di mano, ha i crampi  e stiramenti a l’esofago. Mostra i denti, poi grida) Oh! qual fine terribile! Qual fine! Ho il sangue che mi brucia; la gola asciutta !...Ho setee mi ripugna di accostare alla bocca un poca d’acqua...ed allibisco al solo pen­siero di dover trangugiarne!…Ah Renzo maledetto! Maledetto nel suo odio, nel suo terribile odio! (gridando, fuori di sé) Babbo! Babbo, aiutami tu! Ho qui l’inferno!... (si porta una mano alla gola). E mi sento impazzire, e mi prende il furore di percuotere, di rompere ogni cosa !...(gira per la scena in preda a forte eccitazione nervosa) Ah qualestrazio!...quale strazio!... (vicino alla fine­stra, scuote con furore le spranghe di ferro, respirando affannosamente ed emettendo dei toni inarticolati, dei sibili. Squassa la testa, ecc. - Tuccio si ritira in fondo, commosso. S’ode di dentro uno strepito, una collutazione)

TUCCIO   (gridando) Lasciala entrare!  Lasciala entrare!…

Una voce avvinazzata   No !... Non posso per­mettere!… 

TUCCIO  (sparisce. Dietro la inferriata compre Annetta) Non puoi?!

GIANNI   (cadendo a sedere) Sono esausto!… 

TUCCIO (afferra Annetta) Vieni!…(strepito come di un corpo che cade a terra. Si ode aprire la porta. Tuccio spinge dentro Annetta) Con lui!… con lui!…

Una voce avvinazzata  Andiamo via!.. (Tuccio è trascinato dentro. Si ode chiudere la porta, a chiave;  poi il rumore di un’altra porta che viene chiusa)

TUCCIO (alla  finestra, gridando)  Vedi l’opera del tuo amore!… Di là non uscirai!…

Una voce avvinazzata  Fuori !… Fuori o t’ammazzo!…

TUCCIO  (c. s.) Ese egli morirà sia la sua tomba anche la tua!... Mi sarò vendicato!... (il cor­ridoio rimane in perfetta oscurità. La luce penetra soltanto dalla inferriata a destra)

SCENA  II

GIANNI e ANNETTA

ANNETTA   Gianni!...

GIANNI   Annetta!... Nonavvicinarti!...

ANNETTA  Gianni!…

GIANNI  Va via!... Tiho amata, ti amo e questo è il consiglio che ti do, ora che sono in piena coscienza di me stesso!

ANNETTA  Ma anch’io ti amo e le tue sofferenze sono le mie! Lasciami che ti aiuti!  La­sciami che ti conforti e che soffra con te!...

GIANNI   No! Non è giusto, per 1’amore che ti voglio non è giusto che tu sia presente alle mie disperazioni, ai miei eccessi vio­lenti sempre più frequenti, alle mie prostrazioni!…Va!...Non toccarmi! La mia mano ha il contagio, il mio alito appesta...

ANNETTA   Gianni!…

GIANNI   Ho dei dolori al collo ed alla nuca!…Non posso respirare!..e le cicatrici delle morsicature, spesso, mi si riaprono e mi danno punte terribili…. e il cauterio non giova!

ANNETTA  Dove 1’hai il cauterio?

GIANNI   (indicando la finestra) Lì!…Lì!...(Annetta lo prende) Ho tanta sete! (Annetta prende da terra un vaso) No!...non voglio!... Il lucido del vaso mi famale agli occhi… mi irrita!

ANNETTA   (ripone il vaso poi si accosta a lui) La­sciati medicare...

GIANNI  (nasconde la mano) No !...Avresti ri­brezzo !... E’la cancrena! Rimarresti impres­sionata!

ANNETTA  (dopo pausa, con amore)  Gianni, la­sciati medicare... (gli prende la mano).

GIANNI   E... tuo padre?...l’hanno arrestato? (abbassa gli occhi).

ANNETTA   Non parlarmi di lui....

GIANNI  (amaramente)  Perché il suo odio ?!

ANNETTA  (riprendendo la mano che Gianni ha ritirata) Fammi vedere Gianni. (Gianni si lascia sfasciare. Annetta ha un gesto di orrore)

GIANNI  Te 1’ho detto!... Non toccarmi... son pustole maligne… e ne ho bruciate delle altre, col ferro incandescente, dov’è la piaga... E, qui al polso mi hanno stretta questa fascia, perché la compressione arresti la circolazione.... (la voce gli si è fatta rauca. Sputa)

ANNETTA   (guardando lo sputo) Gianni! Sangue?...(silenzio) Dammi la mano... (Gianni la guarda fisso, batte i denti convulsivamente, ruota gli occhi, Annetta gli afferra la mano)  Se è il contagio sarò contenta di morire... ma sarò più felice se potrò guarirti…E allora sarò tua, vivremo l’uno per l’altro....ed andremo lontani; dove 1’odio di mio padre non ci potrà raggiungere…lontani! (con rapida azione porta la mano di Gianni alla sua bocca)

GIANNI  (spaventato)  Annetta !... (ritira la mano)

ANNETTA   Lasciami, Gianni, che io ti succhi il sangue…sarai guarito!

GIANNI   Non giova più, non giova più!…ora, è tardi! Ho innestato il veleno ed il mio fine è prossimo!…(si alta) Va via: io mi sento agitato e può prendermi, adesso, improvvisamente, un nuovo assalto di convul­sioni, ed io smarrirei la ragione e diventarei brutale !.... Va via!  Non voglio farti del male. Va via! Io paura di non essere co­sciente delle mie azioni!... Le narcosi nulla mi hanno giovato; le inalazioni di cloroformio nulla.... e mi brucia la gola... e ho tanta sete... (respingendola bruscamente) Va via!... (trema tutto; viene preso da crampi, da smania; dominato di forza straordinaria contrae le dita; tossisce, emette degli urli, dei rantoli) Va via!...

ANNETTA   (si afferra a lui)  Gianni !... (il corridoio si illumina della luce del giorno)

SCENA ULTIMA

TUCCIO e detti

TUCCIO   (con uno schioppo in mano, si ferma alla finestruola del fondo)

GIANNI (fuori di sé) Ti ripeto va via ché io non ti morda!

TUCCIO  (con gioia feroce)  Mordi!... Mordi!…  (spiana il fucile)

ANNETTA   (aggrappandosi a lui)  Un tuo bacio!…

GIANNI   (la stringe furiosamente, la morde; poi retrocede inorridito)  Ah!

TUCCIO   (c. s.)  Ti ha morsa infine!... Ma tu non avrai chi ti uccida impietosito dalle tue sofferenze! (scarica il fucile, colpendo Gianni alle spalle)

ANNETTA   (con grido terribile)  Ah!… (Gianni fa degli sforzi per tenersi in piedi, poi stramazza a  terra. Annetta si precipita su lui)

TUCCIO  Ah! Ah! Ah!…(ride e piange, contemporaneamente)

Una voce   (di dentro)  Cos’è….Accorrete!…Presto!…

Altre voci   Cos’è stato?…Un colpo di fucile?... Tuccio!... L’ ha ammazzato!

ANNETTA  (gridando e scuotendo Gianni) Gianni!…Gianni!…(scoppia in dirottissimo pianto)