MALAGIGIO
di
Alessandro Riccio
PERSONAGGI
Lodovica Maddalena di Montaione, Duchessa del palazzo, vedova
Malagigio, buffone di corte; deforme, gobbo, un po’ scemo
Lucio poi Dolcibene, ragazzo ambizioso
In una Rocca del nord Italia
Anno 1359
Nota:
Io, Alessandro Riccio, dichiaro di non essere iscritto alla SIAE e sollecito tutti coloro che vorranno utilizzare il testo, a non sottoporsi al pagamento di alcuna tassa SIAE che spesso richiede il pagamento di diritti di cui non hanno la tutela.
PRIMO QUADRO
Una Duchessa, riccamente vestiva, è in scena, seduta sul trono.
Accanto a lei un trono più grande, vuoto.
Lei guarda verso il trono vuoto e sospira tristemente.
D’un tratto si sente un gran vocio.
Malagigio, il buffone di corte, deforme e gobbo entra in scena gridando.
MALAGIGIO
Aha! E stasera gran spetaculo per la mia signora! Malagigio fa spetaculo che se sbuzza de risate! Tutti ridon da morirce!
Il buffone ha in mano la sua marotte alla quale lui da voce, inscenando un dialogo.
MAROTTE
No! Io vo far spetaculo!
MALAGIGIO
Ma sta zito!
MAROTTE
No, tu sta zito!
MALAGIGIO
Ma come te permeti?
MAROTTE
Te come te permeti! Te no sa chi sono io!
MALAGIGIO
E chi è che saresti, sentiamo!
MAROTTE
Io son Malagigio!
MALAGIGIO
Ma… no! Mi son Malagigio!
MAROTTE
Ma sta zito che te do’ na testata!
Malagigio muove la marotte in modo che lo colpisca in testa.
MALAGIGIO
Ahahha! Che dolore!!
La Duchessa non ha nessuna reazione.
Malagigio si accorge che la sua padrona non ride e appoggia la marotte da qualche parte.
MALAGIGIO
Faciamo un po’ de musica! Che il silenzio scassa… i timpani… eh eh…
Malagigio si precipita al baule e ne estrae una chitarrina con la quale comincia a suona.
Ma un dito si inceppa nella corda e lui non riesce a liberarsi.
Fa un po’ di lazzi.
MALAGIGIO
Aiuto! La chitarrina me vol magnar le dita… ahahhah!
La Duchessa non ride.
Nuovamente Malagigio si accorge del malumore della sua padrona e poggia la chitarrina.
MALAGIGIO
Ho sentito che nel bosco ve sta na bestia bruta che sol a guardarla te schiata el core…
Va al baule e tira fuori una maschera da bestia.
Si mette e si toglie la maschera più volte.
MALAGIGIO
Ma io g’ho paura de sta bestia. Che se poi mi vede, me magna tuto… aiuto… ma dove starà sta bestia…
Ad un tratto Malagigio, si accorge che la duchessa si è addormentata.
Il buffone si ferma. Fa una lunga pausa.
Poi prova ad avvicinarsi alla sua signora.
MALAGIGIO
Eccellenza…
La duchessa non ha nessuna reazione.
MALAGIGIO
Signoria…
La duchessa non si sveglia.
Il buffone impreca di nuovo, sempre in silenzio.
MALAGIGIO
Padrona…
La duchessa continua a dormire.
Russa. Il buffone è amareggiato.
Si allontana da lei, poi, di scatto, fa per tornare indietro e colpirla.
Ma ovviamente si ferma prima di toccarla: è solo un gesto di stizza.
MALAGIGIO
La dorme, lei! E mi g’ho sudato come ‘n ciuco. Me sconsumo de fatiga, me do di matto, e sta budria la dorme. Manegia la manegia! Dormi in su lo letto, dico io! Che qua se g’ha da rider! Bruta carogna malnata! Vecia!! Molle ciccia bianca squaqquera! Fussi lo signor Duca le bastonate che te dria se non ride. (rivolgendosi alla duchessa che dorme come se fusse il padrone) Guarda lo buffone: ridi vecia! No ride? E giù baston sulla gropa!
La Duchessa si muove un poco, ma sempre dormendo.
Il buffone, pensando che si sia svegliata, si rimette di scatto a fare numeretti di giocoleria.
Poi si accorge che la duchessa non è sveglia e riprende a mugugnare.
MALAGIGIO
La budria!! La me fa morir. La me vol morto!
Il buffone vede il cibo sul tavolo. Si avvicina al tavolo dove ci sono cose da mangiare.
Appena tocca il cibo la Duchessa si muove di nuovo.
Lui si allontana.
Poi si riavvicina. E nuovamente, appena tocca il cibo, lei si muove.
Lui non riesce a prendere niente. Ha fame, guarda il cibo con desiderio, invano.
Poi sembra deciso. Si avvicina al tavolo, fa per prendere una mela, se la mette in bocca ma la duchessa si sveglia. Butta via la mela da una parte.
DUCHESSA (sbadigliando)
Ah! Che ore se son fatte?
MALAGIGIO (cercando di non farsi vedere mangiare)
Tramonto passato, Signoria.
DUCHESSA
De già?
MALAGIGIO (c.s.)
Lo tempo sfuge quando se sta in alegria…
DUCHESSA
Che blateri? Non intendo…
MALAGIGIO (masticando velocemente per buttare giù il boccone)
Lo spetaculo xè finio… ma se desia ancora ve continuo lo buon umore… (riprende a saltellare canticchiando come un ebete) la la la…
Il buffone riprende a fare numeretti.
DUCHESSA
Versami da bere, scemo. E non ficcarci le dita dentro…
Malagigiosi precipita a servire la sua signora.
MALAGIGIO
Salute.
La duchessa pulisce il bicchiere poi beve.
Malagigio guarda la duchessa bere il vino.
Si bagna le labbra, con evidente desiderio di bere anche lui.
MALAGIGIO
Bono, eh?
DUCHESSA (storcendo la bocca)
Mmm…
La Duchessa lo guarda.
DUCHESSA
Mangi?
MALAGIGIO
Magari.
Spalanca la bocca per farle vedere che non ha niente in bocca.
DUCHESSA
Mangiasti?
MALAGIGIO
Ieri. Poco.
DUCHESSA
Bravo: che lo digiuno ci rende leggieri per assurgere meglio al Cielo.
MALAGIGIO
Me par de più che sanza magnio se finisce sottera… a concimar li fiori.
DUCHESSA
Li manderesti in putrido co’ la carnaccia tua.
MALAGIGIO
Alora melio che resto vivo che le vostre rose, come son bele! (recita)
O mia bela rosa rossa
che ne lo giardin dal vento sei mossa
me voria de regalarte…
DUCHESSA (interrompendolo brutalmente)
E’ pronto lo letto?
MALAGIGIO
Tutto pronto. Coricateve…
La duchessa si alza e
senza guardare il buffone, fa per uscire.
Malagigio spera che si dimentichi di portare con se il piatto con il cibo ma,
arrivata sulla porta, la Duchessa si ferma torna indietro e si porta via il piatto con il cibo.
SECONDO QUADRO
Malagigio resta solo.
MALAGIGIO
Vecia malideta! Và! Che te posa strozar col pollo in gozzo! Che tanto è catio quel polo cotto! Bleah! Coto sulle brace! A fuoco lento che a pelle se fra croccanta che scricchiola scricchiola sotto li denti…
Malagigio continua ad imprecare mentre raccoglie gli oggetti
con cui ha fatto lo spettacolo.
Dietro di lui, di nascosto si introduce piano un ragazzetto
vestito di stracci, scalzo, sporco.
Malagigio non se ne accorge e continua ad imprecare.
Il ragazzo ha intercettato la mela che Malagigio
avea buttato a terra e se lo mette in bocca.
Mangia con avidità: è affamato.
Malagigio se ne accorge, prende un bastone e gli si lancia contro.
MALAGIGIO
Furfante scalcagnato!!
Malagigio bastona il giovane che cade a terra sfinito.
Malagigio prende da terra il cibo che il giovane avea in mano e si allontana da lui.
MALAGIGIO
Che sei ladro smargiasso!
RAGAZZO
Fame…
MALAGIGIO
Metite ‘n coda: semo in due!
RAGAZZO
Pietà. Tre giorni che non metto cibo sotto li denti.
MALAGIGIO
G’hai la lengua sotto li denti: magnate quela!
Malagigio pulisce accuratamente il frutto caduto a terra.
RAGAZZO
Pezzettino. Piccolo. Carità…
MALAGIGIO
Fora! O te bastono co ‘a verga!
Malagigio gli si avvicina minacciandolo con il bastone.
Malagigio ride, beffardo, prepotente.
MALAGIGIO
Paura, eh…?
RAGAZZO (tranquillo)
No. Non me fai fifa, Malagigio.
Malagigio è confuso, non capisce la reazione del ragazzo.
MALAGIGIO (interdetto)
Chi sei te che me conosce de nome?
RAGAZZO
In piazza! T’ ho visto far li spettacoli!
MALAGIGIO
Non fo’ lo saltinbanco de piaza, mi. Io son de lo Duca morto.
RAGAZZO
Ma pria si. Pria, venivi in piazza. E pria ancora stavi al lo mulino, ma te battevano…
MALAGIGIO
No. Te sbali co n’ antro…
RAGAZZO
Pria che lo vecchio Duca te pigliasse qui alla rocca.
MALAGIGIO
Ma te conosco, ti? Che voi? Tanto non te do nula, fora!
RAGAZZO
Va bene, vado. Vado. Almen mi son piaciuto lo spettacolo…
MALAGIGIO
Che te spiavi?
RAGAZZO
Si… da quello pertugio… me rifai la cosa con la maschera?
MALAGIGIO
Pagame.
Il ragazzo si cerca addosso per vedere se può dargli qualcosa.
RAGAZZO
Ma non ho nulla.
MALAGIGIO
Allora fora!
Il ragazzo è abbattuto, triste, mesto. Fa per andare via.
RAGAZZO
Ciao Malagigio.
MALAGIGIO
Fora!!!
Il ragazzo fa per uscire ma è davvero debole e si trascina a fatica.
Crolla a terra con un leggero gemito. Malagigio non gli si avvicina.
MALAGIGIO
Non se’ minga brao com’ atore. Se vede che se’ morto pe’ finta.
Malagigio gli fa il verso: fa finta di cadere come ha fatto il ragazzo,
facendo il verso anche con la voce. Si rialza e ride. Ricade ancora. Lo deride.
MALAGIGIO
Non ce crede minga niuno. Levate de qua.
Il ragazzo resta immobile.
MALAGIGIO
Uè… Lazaro. Alzate e camina! Uè!
Il ragazzo è immobile.
MALAGIGIO
Malaugurio. M’è morto dinanzi. Minga voleo che morivi, bestia. Malaugurio!
Malagigio si tocca la gobba da solo.
MALAGIGIO (canticchia una canzoncina di buona sorte)
Toca la goba
Porta fortuna
Toca la goba
Trallallà!
Porta fortuna
Toca la goba
Porta fortuna
Trallallà!
Malagigio fa altri segni scaramantici.
MALAGIGIO
Ce volea esta! Che già de disgrasie qua dentro…
Malagigio borbotta ancora fra sé.
Il ragazzo si muove appena.
MALAGIGIO
Ma alor non s’è crepato! Uè citrullo, svegliaté! Tiè, pigliate ‘sta roba…
Malagigio lo prende tra le braccia e gli da da mangiare.
Il giovane, prende la mela, prima piano, poi accorgendosi che sta mangiando,
diventa famelico e la mangia tutta.
MALAGIGIO
Uè… lasciamene ‘n pezetino che anchè mi non è che staria propri propri bene…
Il ragazzo sente la richiesta del buffone ma finisce tutta la mela.
MALAGIGIO
Ma porca dea sbudrea… g’ha finit tut!
Il ragazzo, sazio, comincia a piangere dalla gioia.
Abbraccia il buffone. Malagigio è imbarazzato.
MALAGIGIO
Molame. Non son minga la mama. Molame.
RAGAZZO
Dammi aiuto, Malagigio.
MALAGIGIO
T’ho già dato la mela.
RAGAZZO
Non so dove andare. Non me vuole niuno.
MALAGIGIO
Ce starà n’ motivo…
RAGAZZO
Fammi restar qua alla rocca.
MALAGIGIO
Eh?
RAGAZZO
Me basta poco. Li avanzi tuoi.
MALAGIGIO
Io magno tuto.
RAGAZZO
Le cose che non te piace.
MALAGIGIO
A me piase tuto.
RAGAZZO
Te fo da garzone. Tutto quello che me ordini. Tutto tutto!
Malagigio si ferma: l’idea lo interessa.
MALAGIGIO
Sai cucire?
RAGAZZO
No, ma imparo.
MALAGIGIO
Sai scrivere?
RAGAZZO
No, ma imparo.
MALAGIGIO
Sai costruir roba?
RAGAZZO
No, ma imparo.
MALAGIGIO
N’ è minga na scola qui, eh!
RAGAZZO
Te dici e io fo. Tutto. Tutto tutto. Non alzi più un dito. Saria lo schiavo tuo.
MALAGIGIO
Me le cose le fo da me, minga so’ ‘n padrone.
RAGAZZO
Non so dove ‘ndare…
MALAGIGIO
Te lo dico io: fora da quea porta!!
RAGAZZO
Malagigio aspetta…
MALAGIGIO
Fora! Fora! Fora!
Malagigio scaccia il ragazzo malamente.
Il povero giovane, debole e abbattuto non può fare altro che andarsene.
TERZO QUADRO
Malagigio si rimette a riordinare la stanza.
Guarda gli oggetti con cui ha fatto lo spettacolo alla Duchessa con disprezzo.
MALAGIGIO
Robaccia. Non fai più rider niuno! Fora pure ti!
Prende la marotte e la guarda.
MALAGIGIO
Sta roba basta! Ca ‘a Duchessa non ride! S’è n’ignorante ti! Fa’ ride solo li pezzenti dea campagna, te. Torna in lo contado da dove te sei venuto! Rozo ‘gnorate!
Prende la marotte e la mette via.
MALAGIGIO
Via via burdel!
Malagigio mette tutto via, molto amareggiato.
MALAGIGIO
Ma se mette via tuto poi me dise che ce facio alla padrona mia? Che se quela domani me chiede “fame ride, bufone!” io qualcosa me g’aria da ‘nventa’. Che le done non se contentano. El Duca bastava poco. Fazevo do’ pernacchie e queo se spanzava. L’omo l’è meglio. L’è più diritto. La pensa, la fa. La dona invese la pensa ma non la fa; fa lo contrario. Maledette le femine de tuto lo mondo.
Malagigio si mette a rovistare in una cassapanca grande.
Estrae diversi carteggi.
MALAGIGIO
Vedem un po’ esto che dise…
Li guarda, li legge.
MALAGIGIO
Ce sta na vecia che me guarda male
Quando l’amor mio sul davanzale
De casa m’ha preso e m’ha baciato
Dopo averme tanto tanto amato
La vecchiarda rinalda, scarfalda m’aguarda
Si torto e si mal da far paura
Par che de foco e de rabia la arda
par che me vol mazar adirittura
Ahh! E’ belo, me piase. Ma se a duchesa pensa che favello de lei me spedisce drito drito dal boia. Esto non va bene, pecato…
Malagigio ne cerca un altro nel mucchio.
MALAGIGIO
Kyrie, kyrie, pregne son le monache!
Io andai a lo monastero,
a non mentir ma dir el vero,
v’eran done che parean consacrate
ma poi eran tute infoiate,
sanza dir de la badessa
che con lo prete stava soprammessa!
Malagigio ride di gusto.
MALAGIGIO
Ahhh. Esta me piaze. Dize lo vero… che ‘e monache son belle burdee…però se a Duchessa sa che in monasterio se divertan così, magari le piglia per lo capo a voia de traslocarsi là dentro e mi resto sanza padrona…
Malagigio mette via anche questa seconda canzone.
MALAGIGIO
Vedem esta…
Malagigio prende un altro carteggio.
MALAGIGIO
Ce voria qualcosa de bufo. De strano… fame vede…
Prende un altro carteggio e lo guarda.
MALAGIGIO
L’addomestica dell’uccello. Scenetta a due. Ma Minga è na roba sconcia…?
Malagigio legge ancora
MALAGIGIO
Ah, no…
Me son comprato un uceletto
Ma in per la casa esto vola
Cagando perfin in su letto
Ho da fargli un po de scola
Aahaha. Esta me piase… Fame vede come fa sta sceneta. L’omo se sta cercando de pigliare l’uceleto. “Vien qua uceleto…” “Non ce vegno…!” Eh. Ma io son de solo… come fazo… fazo tuti e due. L’omo e l’uceleto.
MALAGIGIO/PADRONE
Vien qua uceleto.
MALAGIGIO
E io ora son uceleto.
MALAGIGIO/UCCELLO
Non ce vegno! Che vol de mi?
MALAGIGIO/PADRONE
Te deve de darme reta. Non scagazzare dapertuto che g’ho magniato la minestra e me son trovato dentro la cagatela tua…
Malagigio si sposta da un ruolo all’altro ma fa confusione.
Malagigio si confonde più volte a fare i due ruoli e perde la pazienza.
MALAGIGIO
No! No! No! Non se pò far che divento scemo a far tutte e due. Che già non son tuto tuto normale…
Malagigio resta un attimo fermo.
Riflette.
MALAGIGIO
E se me piio ‘n compare? Eh! Però Scapolino s’è zoppato, Manoello! No, quelo non è brao… chi potria pigliar? Me piò el zovanotto? Li meto in testa do piume li fo far do salti…
Malagigio comincia a bofonchiare due idee per lo spettacolo.
Si muove per la stanza immaginando quello che farà, divertendosi.
MALAGIGIO
Eh, eh, eh! (chiama a gran voce) Ragazzo!!! La duchessa non ghe l’ha mai vista na sena così. Ragazzo!! Che le ridiamo un po de soriso, a la padrona mia, che ga n’ha pasate tante, porela…
Malagigio esce di scena per cercare il ragazzo.
MALAGIGIO (f.s.)
Uè ragazzo! Uè! Ce stai ancora? Dov’è che sei? Non te regevi in piedi e gora se’ sparito? Uè!
QUARTO QUADRO
Malagigio si maledice. Si sente parlare il buffone fuori scena
mentre il ragazzo rientra in scena. Lento, sempre debolissimo.
RAGAZZO (con un filo di voce)
Son qua, Malagigio.
MALAGIGIO(fuori scena)
Uè! Ragazo: dove te si caccia’?
RAGAZZO (c.s)
Malagigio, eccome… Malagigio…
Il ragazzo è sempre più debole. Si siede per riprendere un po’ di forze.
Si siede sul trono del Duca, vi si rannicchia e chiude gli occhi.
Malagigio rientra bofonchiando.
Vede il giovane seduto sul trono del Duca.
MALAGIGIO
Uè! Malanato!
Prende il giovane e lo scaraventa a terra.
MALAGIGIO
Te si’ mato a meterte sullo scranno del padrone…
RAGAZZO
Son tanto tanto stanco… non tengo fiato…
Il ragazzo è debole. Chiude gli occhi.
Malagigio cerca di catturare la sua attenzione.
MALAGIGIO
Ascoltame. Ti me g’ha da ringrasiar.
RAGAZZO
Grazie.
MALAGIGIO
Aspeta. Ti me g’ha da ringrasiar.
RAGAZZO
Grazie.
MALAGIGIO
Lasame fini!
RAGAZZO
Perdono.
MALAGIGIO
Ti me g’ha da ringrasiar… che mi son bon de core. Che sennò stiantavi dimane sanza niente de magnar. Te volio dare uno lavoro.
RAGAZZO
Te posso ringraziare ora?
MALAGIGIO
Vai.
RAGAZZO
Grazie.
MALAGIGIO
Bene.
RAGAZZO
E che ho da fare?
MALAGIGIO
Me farai da uceletto. Faremo na seneta pe a duchesa. Che io te devo adomestica’ e ti non devi fare come te pare. Ma te inveze fai come te pare e allora io me rabbio… (si confonde) Ora te lo facio leger che è melio…
Malagigio gli porge il carteggio.
RAGAZZO
Non so leggere…
MALAGIGIO
Fa’ come te dico mi e vedrai che farai bono.
RAGAZZO
Grazie.
Il ragazzo abbraccia Malagigio che lo scansa.
MALAGIGIO
Eh. E poi, se tuto va come deve, te diventi quelo che me serve e me assiste: lo servitore, insoma.
RAGAZZO
Lo servitore. Si. Si. Esto lo so fare.
MALAGIGIO
E falo bene. Senò via dea rocca. Chiaro?
RAGAZZO
Si, chiaro. Grazie, padrone.
MALAGIGIO
Eh?
RAGAZZO
Padrone. Te chiamo padrone?
MALAGIGIO
Padrone?
RAGAZZO
Minga potria chiamarti Malagigio, se sei lo padron mio. Te la duchessa minga la chiami Lodovica…
MALAGIGIO
Vero… alora ciamame padrone.
RAGAZZO
Padrone.
MALAGIGIO (annuendo, soddisfatto)
Padrone.
RAGAZZO
Padrone.
MALAGIGIO
Eh. Me piase.
RAGAZZO
Padrone.
MALAGIGIO
Che voi?
RAGAZZO
Niente.
MALAGIGIO
Me chiamaste.
RAGAZZO
No, padrone.
MALAGIGIO
Alora non me disturba! E trattame con rispetto: sol el tuo padrone.
RAGAZZO
Si, padrone.
MALAGIGIO (si gode questa situazione di superiorità)
Eh… eh… Son padrone… Fame vede’ como fai le cose.
RAGAZZO
Che devo fare?
MALAGIGIO
Le cose che te comanda.
RAGAZZO
Eh. Si. Cosa?
MALAGIGIO
Puliscimi la giubba.
Il ragazzo esegue dando dei forti colpi sulla giacca.
Malagigio, pur soffrendo di dolore, però è contento.
MALAGIGIO
Adesso le scarpe.
Il ragazzo sputa su una scarpa e la pulisce. Faper sputare sull’altra ma Malagigio lo blocca.
MALAGIGIO
No, esta è già pulita…
Malagigio è contentissimo.
MALAGIGIO
Bene. Credo che sei bono. E te, come te ciama?
RAGAZZO
Lucio.
MALAGIGIO
Bruto nome. Bleah! D’ora in poi te ciamerà Servo.
RAGAZZO (molto contraritato)
Servo non è uno nome…
MALAGIGIO
Non responde’ al padron, Servo malideto.
RAGAZZO
Perdona, padrone.
Malagigio lo guarda.
MALAGIGIO
E ora vedem come se potemo agiustar. Che la camera mia non è migna spasiosa. Ce sta lo leto e la cassapanca. Na sedia. E basta. Te te meti sopra al cassone. Ce sta ‘n tapeto, te ci meti sopra e dorme. E domani te faria veder dove stan tute le cose mie. Esta qui, esta là. Che ora s’è tarde. E mi so stanco.
RAGAZZO
Te do una mano a prepararte per la notte!
Il ragazzo fa per spogliarlo ma Malagigio si allontana.
Non ama essere toccato. Essere visto spogliato.
Si vergogna.
MALAGIGIO
No. Me spoglio de me.
RAGAZZO
Te porto del bere: vo al lo pozzo e torno in uno baleno.
MALAGIGIO
No, me la prendo da me.
RAGAZZO
Ma alora che servo sono se non fo nulla?
MALAGIGIO
Vero. Alora damme la buona notte.
RAGAZZO
Buona notte padrone.
MALAGIGIO
Va e dorme.
RAGAZZO
Grazie, padrone.
Il ragazzo fa per uscire ma poi si ferma.
RAGAZZO
Grazie, padrone.
Malagigio lo guarda con tenerezza e fa un mezzo sorriso.
RAGAZZO
Grazie… grazie… padrone… grazie…
MALAGIGIO
Ho capio’ và…
Il ragazzo guarda ancora Malagigio e poi esce.
QUINTO QUADRO
Malagigio è confuso ma felice. Sente una nuova emozione.
Quella di essere rispettabile.
MALAGIGIO (ripetendo con orgoglio)
Padrone. Padrone. “Grazie padrone”.
Malagigio si atteggia da padrone. E fa un po’ di scena.
Entra la Duchessa che vede il buffone che parla da solo.
DUCHESSA
Favelli coi fantasmi, scemo?
Malagigio cambia subito atteggiamento. Da altero e sicuro, torna mesto e sottomesso.
MALAGIGIO
Niente, padrona. Provao na seneta per voi.
DUCHESSA
E che roba è?
MALAGIGIO
Na storiela de uno che diventa padron e che comanda lo servo suo…
DUCHESSA
E tu fai lo servo!
Malagigio fa per rispondere di no. Poi cambia risposta.
MALAGIGIO
…sì, padrona…
DUCHESSA
E chi fa lo padrone?
MALAGIGIO
Niuno. E’na senetta che non so se vien bene perché se drovia essere in due…
DUCHESSA
Bene. Chiamo lo boia, così te apre a metà. E sarete in due.
MALAGIGIO
Cambio senetta, signoria. Lasciatelo dormir, el boia. Ma voi, padrona non dormite? La notte s’è rivata…
DUCHESSA
Per chi tiene tormenti lo letto diviene uno supplizio. Non ho requie. Me rigiro, m’affanno. Lo talamo è uno deserto, adesso. Freddo. Silente. Me pare incredibile che uno uomo della stazza sua potria non esservi più. Ah. Che uomo. Ogne parola sua me facea tremar le ginocchia. E quegli occhi… Scemo: te li rammenti li occhi de lo Duca?
MALAGIGIO
Due.
La duchessa gli lancia qualcosa.
DUCHESSA
Neri come caverne oscure. E ora, sotto terra, chissà come sarian ridotti: pastone per li vermi.
MALAGIGIO
E con la pancia lo sai quanto se magnano, li vermi… ch’era graso lo Duca… eh ehe
La duchessa si arrabbia. Picchia Malagigio.
DUCHESSA
Te faccio frustare se osi offender lo signor mio!
MALAGIGIO
Perdono… Era no scherzeto… per tirarve su de morale…
DUCHESSA
Non voglio essere rallegrata. Sta’ zitto. Voglio morir, qua. Ed esser interrata ne lo suo stesso sepolcro, fianco a fianco. Son stata roba sua quand’era vivo, e sarò sua anco da morta.
La Duchessa fa un grosso sospiro.
Malagigio la guarda timoroso.
DUCHESSA
La vita è proprio strana, lo sai, bestia? Quando lo Duca era vivo, non v’era giorno che non trovasse lo modo d’umiliarmi, s’adoperava per farmi sentire un nulla. Me ne facea così tante che a ogne messa pregav’Iddio che lo crepasse presto e male e ora che m’ha esaudita me manca tutto. Prendi la mantella sua …
MALAGIGIO
De lo Duca?
DUCHESSA
Si, idiota. Prendi la mantella sua.
Malagigio prende il mantello e gliela porge.
DUCHESSA
Indossala.
MALAGIGIO
Adosso?
DUCHESSA
Si…
MALAGIGIO
Ma è roba de un morto… se poi lo Duca s’arabia…
La Duchessa lo guarda male.
Malagigio esegue con grande imbarazzo e tensione.
E’ molto superstizioso e fa corna e scongiuri, non visto dalla Duchessa.
DUCHESSA
Siedi…
Malagigio si mette a sedere ai piedi della Duchessa.
Lei gli molla un calcio
DUCHESSA
Qua vicino a me, cretino!
Malagigio esegue, sempre più confuso.
DUCHESSA
E ora fermo.
La duchessa, prende il braccio di Malagigio e lo tocca, come se fusse quello del Duca.
Accarezza il mantello, il collo di pelliccia.
Malagigio è imbarazzatissimo.
DUCHESSA
Te rammenti lo suono de lo respiro suo?
MALAGIGIO
Eh, go se sentia fin dale stalle…
DUCHESSA
Respira come lui…
Malagigio esegue, goffamente.
DUCHESSA
Ecco. Bravo. Proprio così facea.
La Duchessa è placata.
DUCHESSA
Mio signore, posso chiedervi come è ita la caccia? Avete catturato molte prede? Lo cavallo è stato mansueto? Che ancor non ha montato la giovane puledra…
MALAGIGIO
Che ve devo di…?
DUCHESSA
Taci, imbecille…
Malagigio non capisce.
DUCHESSA
Se non siete troppo stanco potria massaggiarve la schiena… Pettinarve la barba… uno pelo dopo l’altro… con cura, delicatamente, fino a giunger alle labbra…
Malagigio non sa che fare.
La duchessa continua a carezzarlo.
DUCHESSA
Ma non me mordete però… l’altra notte me avete fatto sanguinare… baciatemi la bocca che m’infiamma de carne. Brucia! Ah che dolore… Che dolore…
Malagigio non sa che fare.
Lei lo tocca. Lui fa per abbracciarla e lei si scansa e lo butta a terra.
DUCHESSA
Verme della terra, osi sfiorare la tua padrona?
MALAGIGIO
Perdono signora: me credea che…
DUCHESSA
Te apro la schiena a furia de frustate!
MALAGIGIO
No, ve imploro!
DUCHESSA
Malnato, ignorante.
MALAGIGIO
Credea che dovea rispondere…
DUCHESSA
Ma che conosci tu, delle pene d’una femmina?
MALAGIGIO (facendo il buffone)
Lo pene dea femmina non conosco, no, davvero…
DUCHESSA
Falla finita, o te faccio impalare!
Malagigio si zittisce.La Duchessa è furiosa.
MALAGIGIO
La me perdona, padrona. Mi lo facio per lo Duca. Che lui me g’ha ordina’: “ fale sempre trovare lo soriso a la signora mia. Che mi l’ho fata belar tanto…”
DUCHESSA
E quando te l’avrebbe detto?
MALAGIGIO
Su leto de morte.
DUCHESSA
Ma taci, mentitore.
MALAGIGIO
Lo giuro su la goba! E poi la tristeza l’è la mi nemiga. Ma qua dentro vince sempre lei.
DUCHESSA
Come pretendi che possa sorridere, abbandonata come me ritrovo?
MALAGIGIO
Qua ce sta Malagigio per farve allegra. Toca la goba, signora. E poi tutto va melio.
DUCHESSA
Me fa orrore.
MALAGIGIO
Porta bene, signora! Toca! Và…
La Duchessa prova a toccarlo ma le fa senso.
MALAGIGIO (canticchia la sua canzoncina di buona sorte)
Toca la goba
Porta fortuna
Toca la goba
Trallallà!
Porta fortuna
Toca la goba
Porta fortuna
Trallallà!
La Duchessa tocca la gobba, ritira subito la mano.
DUCHESSA
Bleah… ecco. Dovrei essere più felice, ora?
MALAGIGIO
Eh! Aspeta uno momento, che la fortuna pasa dea goba aa mano e poi sale. Su su…
DUCHESSA
Che bestia che sei: e te dò pure retta!
La Duchessa si allontana da lui.
Malagigio non la abbandona.
MALAGIGIO
Malagigio g’ha na storiela tutta nova per la sua signora… e riderà la signora mia. Però la storiela non se pote racontar de sola. Ghe sta bisogno de n’antro bufone.
DUCHESSA
Che stai mugugnando?
MALAGIGIO
Se me da la permisione me trovo ‘n antro compare de scena…
DUCHESSA
Uno storpio alla rocca è più che abbastanza!
MALAGIGIO
Ma lui non xè monco. Xè’ ‘n bel garzone.
DUCHESSA
Giovane?
MALAGIGIO
Eh. E tiene tutti li denti.
DUCHESSA
Grasso?
MALAGIGIO
Sodo come no stecco. E poi bravo e bono, bravo e bono. Favella a modo e dice si e si e si e si...
DUCHESSA
E vorria lavorare con te?
MALAGIGIO
Felicissimo! Lo mostro alla signora mia?
DUCHESSA (preoccupatissima)
L’hai portato alla rocca? Avevi a chiederme la permissione.
MALAGIGIO
Lo sto fazendo, padrona. Ma se non lo gradisce alora lo butiamo ne lo fossato…
DUCHESSA
Ma che stai manicando, buffone?
MALAGIGIO
L’ho porta’ per lo spetaculo, eccelenza, per lo spetaculo. Per lo desiderio de vedervi rider, padrona.
Il buffone le si avvicina.
Le tocca la veste in segno di deferenza.
DUCHESSA
Non me toccare, mostro.
MALAGIGIO
Perdono, signora. Siete così bela che m’attirate come la mosca su la…
DUCHESSA
Attento…
MALAGIGIO
L’ape sul fiore… me son sbagliato d’inseto… che voi siete proprio ‘n fiore, Signoria…
DUCHESSA
Me puzza tutta esta manfrina…
MALAGIGIO (sempre facendo il buffone)
Non so mi che spuza… Me son lavato stamane.
La duchessa lo guarda.
MALAGIGIO
Lo chiamo… ora.. vado..
La duchessa non gli da risposta, lo guarda e basta.
Malagigio non capisce cosa deve fare.
Guarda la sua padrona in attesa di un cenno di conferma.
Come un cane in attesa del comando del padrone.
MALAGIGIO
…de là… lo porto… qua… dalla mia signora… che lo dice se va bene…
Malagigio si affaccia fuori e lo chiama.
MALAGIGIO
Servo!
DUCHESSA
Servo…?
MALAGIGIO
Te, bestia, viene…
DUCHESSA
Una bestia che da de bestia ad un’altra bestia.
Il ragazzo non arriva.
DUCHESSA
E allora?
MALAGIGIO
Ariva, per forza che era li che g’ho lascia’… sarà minga morto?
Il ragazzo compare sulla porta.
Si strofina gli occhi, evidentemente stava dormendo.
Malagigio gli si precipita accanto e lo fa inginocchiare di fronte alla padrona.
MALAGIGIO
Giù, bestia, de fronte alla padrona, giù. Basa li ochi.
Il ragazzo abbassa la testa.
DUCHESSA
Esiste per lo vero, esto novo buffone…
MALAGIGIO
Malagigio non dice busie.
Il ragazzo prova a guardare la duchessa.
MALAGIGIO
Basa li ochi t’ho deto!
DUCHESSA
Non è deforme, né sdentato...
MALAGIGIO
Sano come ‘n pesce.
DUCHESSA
Troppo magro.
MALAGIGIO
Lo famo magnar…
DUCHESSA
Chissà quanto ci costa!
MALAGIGIO
Li diamo li avanzi: se risparmia: …
DUCHESSA
Come te chiama?
Il ragazzo guarda Malagigio.
Non sa come rispondere.
RAGAZZO
Dolcibene, mia signora.
MALAGIGIO (interdetto dalla risposta del giovane)
Ma che disi…?
DUCHESSA
Nome pieno de promesse.
RAGAZZO
…in attesa de sbocciare.
DUCHESSA
Donde vieni?
RAGAZZO
Da Montaione, eccellenza.
DUCHESSA
La terra mia. Perché erri in este lande?
RAGAZZO
Per cercar fortuna, Signoria.
DUCHESSA
La fortuna, de qua, non passa molto spesso.
RAGAZZO
La attirerò con musica e risate. Perché essa sa conoscere cosa la può far felice…
La duchessa lo guarda.
Il ragazzo abbasso lo sguardo.
DUCHESSA
Va’.
Malagigio lo porta via.
MALAGIGIO
Sarà ‘n gran spetaculo, duchesa! Risate da far scoppiar la panza…
Malagigio torna.
MALAGIGIO
Lo potria tener, signora?
DUCHESSA (dopo una pausa in cui si gode il suo potere)
Per una settimana Malagigio non toccherà cibo, se, alo spettacolo, non ve saranno risate.
MALAGIGIO (grida disperatamente)
No… padrona! Lo digiuno l’è peggio de la morte.
DUCHESSA
E va bene! Sia come preferisci: se non rido, niente digiuno! Ma… Morte.
MALAGIGIO
Era meglio lo digiuno…
La duchessa esce.
SESTO QUADRO
Il buffone, guarda uscire la duchessa.
Dietro di lui il ragazzo arriva e lo abbraccia forte.
MALAGIGIO (imprecando)
Ma la managia nera infame…
RAGAZZO
Malagigio! Le son garbato, vero?
MALAGIGIO
Molame!
RAGAZZO
Sì che le son garbato. Me guardava tutto. Sennò me cacciava, no? Me sto alla Rocca! La Duchessa me tiene qua. Qua, qua! C’ho uno tetto, e magno e bevo, tutti li giorni. Che dici? E se me rendo bravo me fa lavorar anco de più. Che me piace de fare il castellano, imparare anco a leggere, a far de conto. Così che me trovo anco io uno posto buono a esto mondo… Grazie Malagigio!
MALAGIGIO
Uè, pestelo! Come me ciamo mi?
RAGAZZO
Malagigio.
MALAGIGIO
Padrone! Pezzo de scemo!
RAGAZZO
Si, scusa, padrone. Quando se mangia?
MALAGIGIO
E chi ga favellato de magnà? Ora sta zito e cominciamo le prove che lo spetaculo ga da esser pronto per domane sera. La padrona l’aspeta. L’avemo da far schiantar de risa…
RAGAZZO
Ma io ho sonno e fame.
MALAGIGIO
Pria laora e poi smagna!
Malagigio si mette a cercare in un baule alcuni oggetti per lo spettacolo.
MALAGIGIO
Alora. Te sarai uno uceleto ca g’ho trova ne lo bosco. E me lo son portato in casa. Proa a far l’uceleto.
RAGAZZO
Non lo so minga fare…
MALAGIGIO
Te spezo la stiena se non obedisce.
RAGAZZO
Va bene. Va bene.
Il ragazzo prova a fare il verso di un uccellino. Ma non gli riesce.
MALAGIGIO
Cingueta.
RAGAZZO
Cip cip…
MALAGIGIO
Ma che fai? Fischietta con la lingua…
Il ragazzo prova ma non ci riesce.
MALAGIGIO
Metti la lengua in mezzo…
Il ragazzo prova ma sputa addosso a Malagigio.
MALAGIGIO
Ma che sei scemo…? Sbate l’ale.
Il ragazzo alza le braccia ma puzza da morire.
MALAGIGIO
Ma che spuza… tienile giù st’ali…
Il ragazzo imita un uccellino ma non è bravo.
Malagigio lo guarda con disapprovazione.
MALAGIGIO
Ma che bel penuto che go trova’. (recitando) Vien qua, penuto. Vien su lo braccio de lo padrone.
Il ragazzo si avvicina.
Malagigio lo rimprovera.
MALAGIGIO
Te non ce devi veni’.
Il ragazzo torna indietro.
MALAGIGIO (recitando)
Vien qua, belo che te do lo becchime…
Il ragazzo si avvicina ma Malagigio lo rimprovera.
MALAGIGIO
Non devi venire…
RAGAZZO
Ah.
MALAGIGIO (recitando)
Che fai alora, non viene? Guarda che lo becchime me lo mangio mi!
Il ragazzo si avvicina di nuovo.
MALAGIGIO
T’ho deto che non te devi vicina’ bestia!
RAGAZZO
Ma se non vengo me sgridi.
MALAGIGIO
L’ho deto al penuto che disobedisce e te che sei l’attore g’hai da obedì!
RAGAZZO (come se avesse capito)
Aaah!
Il ragazzo si allontana.
MALAGIGIO (recitando)
Guarda che te cocio alo spiedo se non viene qua… obedisce!
Il ragazzo si avvicina di nuovo.
MALAGIGIO
No!
Il ragazzo torna indietro confuso.
MALAGIGIO
Lo padrone perde la pazienza e prova a prende l’useleto che scapa. Scapa!
Malagigio da un calcio al ragazzo per farlo correre. Il ragazzo non capisce.
Malagigio lo rincorre. E lo prende a calci.
Il ragazzo un po’ prende i calci poi comincia a calciare anche lui Malagigio.
MALAGIGIO
Ahi! Te sei l’uceleto. Non poi scalcia’.
RAGAZZO
Ah.
MALAGIGIO (leggendo di nuovo sul cartiglio)
Alora lo padrone, stracco per la gran corsa, se mete seduto. (recitando) Me manca lo fiato, useleto mio. Canta, picciolo usignolo.
RAGAZZO
Me vergogno…
MALAGIGIO
Ristorame con l’or de la voce tua.
RAGAZZO
Se per la strada io camin
Tutte le dame me fa l’ochiolin…
MALAGIGIO
Ma te sa cantar davero?
RAGAZZO
Non deo cantare?
MALAGIGIO
E’ bona sta cosa… canta, fame senti’…
RAGAZZO
Fra tutte este belle v’è
una morosa tutta per me…
MALAGIGIO
Apri meglio la boca quando canti…
RAGAZZO
Che m’ha fatto innamorar…
MALAGIGIO
Quando parli della morosa toccare il core…
RAGAZZO
Presto presto la voglio sposar…
Il ragazzo fa il gesto di infilare l’anello al dito ma lo fa con poca grazia
e sembra un gesto sconcio.
MALAGIGIO
Non far sti gesti… continua…
RAGAZZO
Ma la su madre la non vol
È na brutta vecchia…
MALAGIGIO
Zito! S’è mato! Non se dice vecia! La Duchesa non vole! Te fa frusta’ se la ciami vecia…
RAGAZZO
Non è minga lei la vecchia dello stornello!
MALAGIGIO
Te non lo dir che se s’arabia son mazzate…
RAGAZZO
Ma la su madre la non vol
È grassa, pien de bozzi…
MALAGIGIO
Ma che se’ mato! Zito t’ho deto!
RAGAZZO
Me fai finire o no?
MALAGIGIO
Non se favella de malatie. Tiene la paura de morir de peste… Basta! Non cantar più…
RAGAZZO
Ma col canto io son bravo! Lo dicesti pure te!
Malagigio va a prende nel baule un costume di piume.
MALAGIGIO
Ah, eco qua. Tiè meti.
RAGAZZO
Sembro uno scemo se m’abbiglio così.
MALAGIGIO
A esto servi. A far sentir lo padrone che l’è melio de te. Lui te vede così e dise: “bada che stupido. Io g’ho lo cervello.” E così ride.
RAGAZZO
Non voglio sembrare uno scemo.
Il ragazzo butta a terra il vestito.
Malagigio lo raccoglie.
MALAGIGIO
Intanto così te magni tuti li giorni.
E lo porge al ragazzo che si veste controvoglia.
MALAGIGIO
E non te dormi all’adiaccio. Mi n’ho visti de bei giovini che non g’aveao ‘n mestiere e che son crepati de fredo, l’inverno. Io, scemo stupido bufone, qua, g’ho tuto. La mi’ stanzetta. Le robe mie. E va ben così, che se me chiaman scemo, va bene. Loro che moiono.
Il ragazzo ha finito di vestirsi e Malagigio lo sistema.
Il ragazzo si sente molto a disagio.
MALAGIGIO
Vai. Movite, fame vede’.
Il ragazzo si muove ma non capisce che deve fare.
MALAGIGIO
Movite come ‘n uceleto, con le zampe così… saltela ogne tanto… fai dei versetti…
Il ragazzo non ci riesce.
MALAGIGIO
Madona, te se’ proprio ncapace proprio …
RAGAZZO
Io non lo voglio fare!
MALAGIGIO
G’ho già deto alla padrona che se fa lo spetaculo…
RAGAZZO
Allora fa’ tu l’uccelletto e io fo lo padrone.
Malagigio colpisce forte il ragazzo che cade a terra.
MALAGIGIO
Irriconoscente malideto. Stamane te moria de fam e ora me dai ordini? Te buto ne lo fossato, te faccio fogar vivo!
Malagigio si avvicina minaccioso al ragazzo.
MALAGIGIO
Ce siam capiti.
Il ragazzo resta a testa bassa, non risponde.
Malagigio esce.
Buio
SETTIMO QUADRO
La Duchessa entra in scena.
Si siede sul suo scranno ed è molto curiosa.
Si guarda attorno. Non c’è nessuno.
D’un tratto entra Malagigio con una grande rete per uccelli.
Si aggira per la stanza e finge di acchiappare uccelli.
MALAGIGIO
Si com’altr uomini vanno,
chi per prode e chi per danno,
per lo mondo tuttavia,
così m’andava l’altra dia
per uno bosco trastullando
uno uccelletto ben cercando.
Malagigio fa un po’ di lazzi con la rete.
La duchessa lo guarda impassibile.
Malagigio è teso. Riprende a declamare.
MALAGIGIO
Vo donar esto uccelletto
A una dama de gran casato
Ea conosco e a cui son grato
‘Che me dona desco e tetto.
La duchessa lo guarda sempre più scocciata.
MALAGIGIO
Che bela giornata de sol. Ma io sono tanto tristo. Tanto.
La mia morosa me g’ha lascia’.
E io g’ho lo core spezà.
E non so più che g’ha da fa’
Me prenderia un uceleto,
per farme compagnia.
Che me la canta me la sviolina
De la sera ala matina…
Malagigio guarda verso la porta.
Quella era la battuta convenuta per l’entrata del ragazzo che però non entra.
MALAGIGIO
Che me la canta me la sviolina
De la sera ala matina…
Nuovamente il ragazzo non entra.
Malagigio guarda la padrona che è sempre più scocciata.
Malagigio si avvicina alla porta.
MALAGIGIO
Che strano… oggi de uceleti non ve ne stea manco mezo…
Malagigio guarda, sempre più preoccupato.
La Duchessa impugna la spada.
MALAGIGIO
Ga da esser passato el cacciator che se l’è schiapati tuti…
Malagigio è preoccupatissimo…
MALAGIGIO
Forse è melio se mi vado a veder se nella foresta ci sta qualche uceleto per me…
Malagigio esce di scena.
Dall’altra parte esce il ragazzo. Vestito molto bene.
Ha un bel vestito, è pulito ed elegante.
Una chitarra in mano e la suona con grazia.
Lentamente, un po’ timido.
RAGAZZO (entra cantando)
Da Pavia, venia un giovincello
Tanto povero ma tanto bello
De rado de che vestire avea
E lo suo nome niun sapea…
La Duchessa è stupita. Lo guarda con aria molto seria.
Il ragazzo continua a suonare fa il sottofondo con la chitarra.
Suona ogni tanto sbagliando e ridendo per i suoi stessi sbagli.
Parla sopra questo sottofondo musicale.
RAGAZZO
Un dì lo destino lo fece incapitar in uno vecchio che se trascina faticoso. Lo giovane, che era de bon core, gli si vicina e lo soccorre. Lo vecchio trema de freddo, e sebbenia lo giovine non avea che la camicia, se la toglie e gliela dona. Quando lo vecchio se fu lontanato, lo giovane se accorse de esser nudo, dalla testa a li piedi…
DUCHESSA
Nudo…?
RAGAZZO
Non avea che la pelle sua che lo copre… ma era giovane, bello e sano… e guardarlo non facea vergogna… perché era puro…
DUCHESSA
Puro…?
RAGAZZO
In vita sua non avea commesso niuna cattiveria. Era stato tirato su da uno mugnaio che lo trovò in un cesto…
DUCHESSA
O povero…
RAGAZZO
Lo mugnaio lo tirò su come fusse figliolo suo…
Rientra Malagigio con il costume da uccello che aveva dato al ragazzo
e vede il giovane vestito diversamente.
MALAGIGIO
Sburdeo! Ma che te sei spresa la giubba mia?
Malagigio gli si avventa addosso cercando di togliergli la giacca
MALAGIGIO
Alla forca te mando!
DUCHESSA
Fermati bestia! Lascia lo ragazzo!
MALAGIGIO
Ma signoria… lui s’è presa la giacca mia!
DUCHESSA
Serra quella bocca! Dolcibene sta inscenando lo spettacolo suo …
MALAGIGIO
Lo spetaculo suo …?
Il ragazzo si libera dalla stretta di Malagigio.
DUCHESSA (al ragazzo, con interesse)
Va’ avanti. Ch’accadde al giovine…?
Il ragazzo riprende il suo racconto.
RAGAZZO
Nudo com’era pensa che dovea ricuperarsi un riparo e se n’va ne lo bosco…
MALAGIGIO
Dove ve steva n’uceleto pien de piume colorate…
Fa per dare il costume al ragazzo ma la duchessa lo ferma.
DUCHESSA
Taci, balordo!
RAGAZZO
S’era levato uno gran vento: tutti li alberi s’agitano forte come… (non trova la parola) forte, forte forte!
Il ragazzo si aggira per la stanza muovendo teli e facendo il rumore del vento.
RAGAZZO
Lo ragazzo trema, trema, trema! Dovea ripararse e finalmente trovò…
Malagigio gli porge nuovamente il costume di piume.
MALAGIGIO
L’uceleto, che g’avea le piume, e gli dise: “prendi le mi piume che te rescaldi…”
DUCHESSA
Vuoi serrare quella bocca, storpio?
RAGAZZO
Trova una grotta. V’entra pianamente, per paura che fusse lo nido de qualche belva… lo ragazzo piano piano…
Il ragazzo si avvicina alla duchessa.
RAGAZZO
…piano… piano…
Il ragazzo arriva alla duchessa e si accoccola ai suoi piedi, la tocca.
Malagigio gli fa cenno di non toccarla.
RAGAZZO
…in quel riparo, così morbido, sprofumato e accogliente… s’addormise…
La Duchessa è turbata.
Non sa cosa fare: il ragazzo le tocca le ginocchia, le stringe forte.
Malagigio guarda la situazione esterrefatto e incredulo.
RAGAZZO
Era così infiacchito che stramazzò in un sonno come… (nuovamente non trova la parola ) profondo, profondo, profondo! Sogna d’esser uno cavaliere che dovea liberare una principessa…
Il ragazzo lega la duchessa con una stoffa leggera.
Lei è stupita e sembra divertita.
RAGAZZO
…dalle granfie d’uno drago puzzolente…
Il ragazzo mette in testa a Malagigio una stoffa verde.
Malagigio comincia ad agitarsi per liberarsi da quella stoffa.
La duchessa scoppia a ridere.
RAGAZZO
E lo giovane, armato d’uno randello, bastona lo drago con tanta vigoria…
Il ragazzo bastona Malagigio con forza.
Malagigio grida di dolore.
RAGAZZO
…con tanta tanta tanta vigoria…
La duchessa ride di gusto.
Il ragazzo picchia rabbioso Malagigio.
RAGAZZO
…finché lo drago non squassò in terra morto.
Malagigio crolla a terra, dolorante.
Il ragazzo gli monta sopra.
RAGAZZO
E vittorioso e corresse a liberare la principessa…
Il ragazzo va dalla duchessa e la libera dalla stoffa.
RAGAZZO
…per ridonarle la libertà…
La duchessa ride, è entusiasta.
Malagigio si lamenta, dolorante.
RAGAZZO
Ma era soltanto uno sogno e quando lo giovine se fu fatto sveglio…
DUCHESSA
…una maga, vedendolo nudo, bello e puro, gl’avea cucito indosso una veste adornata d’oro e de diamanti.
La Duchessa prende una stoffa ricca e la mette addosso al giovane.
DUCHESSA
Così abbigliato fu scambiato per uno principe e se sposò con la figlia del Re.
I due si guardano con intensità.
MALAGIGIO
Che era bruta come na serpe… la principesa…
La duchessa gli lancia dietro qualcosa.
Poi guarda il giovane e batte le mani.
Il giovane fa un inchino sussiegoso.
DUCHESSA
E’ la pria volta che racconti storie?
RAGAZZO
Mia signora, la primiera!
MALAGIGIO
Sì, e sette bello…
DUCHESSA
Menti.
RAGAZZO
No. Star qua alla rocca me fa imaginar l’idee. Me garba de stare qui.
DUCHESSA
Perché se mangia bene…
RAGAZZO
Son digiuno da tre giorni.
DUCHESSA
Malagigio non t’ha nutrito?
RAGAZZO
Manco uno tozzo de pane, signora.
La duchessa si alza, va a prendere del cibo e lo porge al ragazzo
che comincia a mangiare famelico.
La duchessa lo guarda, sospettosa ma impietosita.
RAGAZZO
V’è garbata, la storia mia?
MALAGIGIO
Ma n’è minga na storia!
RAGAZZO
Chi ha lo cuore pulito gli garba.
MALAGIGIO
Smelassa. El principe, el drago, la princepesa… bleah… ‘sta roba la san far tuti…
DUCHESSA (interrompendo Malagigio)
M’ha piaciuta. Bravo. Te meritasti uno premio.
La Duchessa va ad un piccolo scrigno e prende un sacchetto di monete.
Il ragazzo corre a prenderle. La Duchessa ritira la mano.
Gioca un po’ con il sacchetto. Poi lo da al ragazzo.
DUCHESSA
Te comando una narrazione nova ogne dì, Dolcibene. Da oggi sei nominato “novo buffone”.
MALAGIGIO
Ma padrona…
DUCHESSA
Lo compito tuo sarà divertir la Duchessa tua.
MALAGIGIO
Ma mi, padrona, mi so’ ‘l bufone!
RAGAZZO
Malagigio dice giusto: è lui lo buffone. Ve pare che gli rassomigli? Tengo forse la gobba? Son deforme sul muso? So’ stupido e matto e pazzo e folle? (canticchiando e facendogli il verso in maniera ridicola) “Tocca la gobba, porta fortuna, tocca la gobba…”
MALAGIGIO (tra i denti)
Pesso de merda…
RAGAZZO
A ognuno lo giusto ruolo suo.
DUCHESSA
Quale titolo te s’aggrada?
RAGAZZO
Cantore. Menestrello. Trovatore. Siate voi a scegliere.
DUCHESSA
Perché rinunciare a qualcuno de essi? A me piaccion tutt’e tre.
RAGAZZO (entusiasta, gridando felice)
E allora sia: ecco a voi, popolo ignorante e becero che qui ve se para d’innanzi lo cantore dei cantori, menestrello de bellezza, lo flautato trovatore musicante Dolcibene!
La Duchessa esce.
Malagigio le corre dietro, cerca di farle cambiare idea, ma lei non si ferma.
OTTAVO QUADRO
Malagigio è attonito. Non riesce a credere a ciò che ha visto.
Il ragazzo guarda il sacchetto di monete che la duchessa gli ha regalato.
Lo apre e si mette a contare le monete.
Non sa contare.
RAGAZZO (con aria indifesa, sorridente)
Son parecchie?
MALAGIGIO
Son de fero, non valgon nula. Butale.
Fa per andare a prenderle ma il ragazzo ritira il sacchetto.
RAGAZZO
Me ci posso comperare uno vestito novo?
MALAGIGIO
Anco a me le prie volte me dava sempra li danari. Non te ce abituà. Che poi è mata quela. La dona è mobile, qual piuma al vento…
RAGAZZO
Io m’ingegno per fare a modo che non potria più fare a meno delle storie mie …
MALAGIGIO
S’anoja de seguro. Diesi giorni e te buta fora.
RAGAZZO
Scommettiamo?
MALAGIGIO
Non ne facio scomese.
RAGAZZO
Perché sai che te la perdi.
Malagigio non risponde.
MALAGIGIO
Remeti tuto a posto, servo.
Il ragazzo non lo considera.
MALAGIGIO
Favello con te, bestia.
Malagigio si scaglia contro il ragazzo che si scansa.
MALAGIGIO
Recordati che son el padron tuo.
RAGAZZO
Son lo cantor menestrello trovator della Duchessa, io.
MALAGIGIO
See, “cantor menestrello trovator”: me ce vol mez’ora per ciamarte….
RAGAZZO
Te sei lo servo mio.
MALAGIGIO
E da quando?
RAGAZZO
Uno cantor menestrello trovator è più importanto de uno buffone.
MALAGIGIO
E chi ‘o dise?
RAGAZZO
Tutti lo sanno.
MALAGIGIO
Tuti chi?
RAGAZZO
Tutti.
MALAGIGIO
I’ t’ho dato da magna’, serpe.
RAGAZZO
E io t’ho rengraziato tante tante le volte. Ma ora non tengo più appetito.
MALAGIGIO
Domani te rivien.
RAGAZZO
Allor domani vedrò come sfamarme. E ora finiscila che m’hai seccato. Vattene.
MALAGIGIO
A Malagigio favelli così?
RAGAZZO
Si, vattene, mostro.
MALAGIGIO
Ma come te permeti, simia!
Malagigio gli lancia contro, ma il ragazzo
si scansa e lo colpisce sulla gobba molto forte.
Malagigio grida e cade a terra.
MALAGIGIO
Su la goba no. Me fa mal.
RAGAZZO
Vai, storpio, non te ce riprovar più a toccarme o te mollo tante e tante smazzate su lo groppone da fartelo raddrizzar dritto.
Il ragazzo si ferma gli avvicina e lo guarda minaccioso.
RAGAZZO
Ci siam capiti.
Il ragazzo prende le sue cose ed esce di scena.
Malagigio resta immobile a terra.
Buio
NONO QUADRO
La Duchessa sta leggendo alcune lettere. Ha l’aria preoccupata e tesa.
Rilegge la lettera, si aggira per la stanza. E’ confusa e smarrita. Entra Malagigio.
MALAGIGIO
Me faceste ciamar, Signoria?
DUCHESSA
Si, scemo. Te rammenti lo nome de lo fratello de lo Vescovo che avemmo ospite quando lo Duca tornò de Milano?
MALAGIGIO
Quelo che se magnava de tuto?
DUCHESSA
Te ne rammenta, si o no?
MALAGIGIO
Venanzio da Sulmona, mia signora.
DUCHESSA
Sicuro?
MALAGIGIO
Sì. Che mi benedetto la goba. Tre volte e me dete pure na crocetta, che era de lo Vescovo suo fratelo; me dise: “tienila con te quando…”
DUCHESSA (infastidita)
Sta’ zitto.
Malagigio si zittisce. Guarda la Duchessa.
MALAGIGIO
Stasera, signoria, ve lego ‘na storiela da farve spanzare, se ciama: la cavalla zoppa. Favella de…
DUCHESSA
Non le voglio udir, le tue scempiaggini…
MALAGIGIO
E’ roba tonta, si, ma fa rider.
DUCHESSA
Diverte li mentecatti come te...
MALAGIGIO
Uno tempo ve garbava pure a voi e che da mentecattia minga se guarisce…
La duchessa lo guarda male. Lui si zittisce.
MALAGIGIO
Alora magari ve suono un po’ lo flautino. Ste letere van meso uno muso che non ve se schioda de sopra.
DUCHESSA
Son questioni malagevoli, scemo.
MALAGIGIO
Guera?
DUCHESSA
No.
MALAGIGIO
Ce sta la peste?
DUCHESSA (facendo subito segni di scongiuro)
Non lo dire.
MALAGIGIO
E alor che ve saria de male?
DUCHESSA
Vattene, vattene che m’innervosisci! Che vuoi sapere tu, con quella capa deforme? Tieni lo cervello aggrovigliato peggio d’una ragnatela.
MALAGIGIO
Ma proprio perché è ‘n laberinto, la capa mia, me son capace a trovar solusioni.
DUCHESSA (polemica)
Anco allo novo matrimonio mio?
Malagigio resta interdetto.
MALAGIGIO
Matrimonio?
DUCHESSA
Si.
MALAGIGIO
Signoria, l’età da marito, v’è pasata da ‘n po’…
DUCHESSA
Pure io lo sperava. Che lo Duca m’ha prosciugata dentro e fora. E invece pare che m’abbia a maritar de novo. Lo Vescovo m’obbliga. E metteranno a ferro e fuoco ogni bene se non mi piego.
MALAGIGIO (legge la lettera)
“Lo Duca de Mantova aspira alla mano vostra. L’alleanza permetteria de rinsaldare uno patto che lo vostro marito avea compromesso…”. Uno altro Duca?
DUCHESSA
Uno altro padrone. Come potria pronunziar ancora quel “sì” che tanti “no” farà seguitare?
MALAGIGIO
Signoria, per non farve sposare, mandategli uno ritratto…
La duchessa si volta e lo fulmina con lo sguardo.
MALAGIGIO
Più brutto volio dire…
DUCHESSA
Mica me marita per bellezza, idiota.
MALAGIGIO
Anco perché altrimenti… cambiava idea su due piedi…
DUCHESSA
Come?
MALAGIGIO
Ditevi malata.
DUCHESSA (facendo subito segni di scongiuro)
Porta disgrazia, malidetto! Taci, taci, taci!
La Duchessa è molto aggressiva con lui e lo picchia.
Malagigio è spaventato. Si mette da una parte.
La Duchessa riprende in mano le lettere e le guarda.
MALAGIGIO
Padrona. G’ ho pensato. Fate che Malagigio sistema tutto. Me mandate me, da lo Duca. L’ambascia me vien bene. N’ho fate tante. Gli dico che siete bruta, che la note fate le scorege, che siete catia, sempre de malumor: starve acanto l’è n’inferno. Tutte busie, s’intende. E gli spiffero nell’orecio de trovar n’acordo sanza matrimonio. Magari gli g’offrite le terre sopra lo fiume. Che son tute sassi, ma lui minga lo sa, l’è luntano…
DUCHESSA
Ma quanto te crede d’esser savio, storpio? Credi che Lodovica Maddalena Duchessa de Montaione non v’abbia già ragionato? Già incaricato uno ambasciatore, con una novella proposta. Se spera che retorni presto… con bona nuova.
MALAGIGIO
Allora state alegra, mia signoria. Che la buona sorte ve protegge. Tocca’ la goba!
Le prende la mano per farle toccare la gobba ma lei la ritira.
MALAGIGIO (canticchia una canzoncina di buona sorte)
Toca la goba
Porta fortuna
Toca la goba
Trallallà!
Malagigio fa altri segni scaramantici.
La duchessa tocca ma sempre con disgusto.
DUCHESSA
E ora vattene.
MALAGIGIO
E per scacciar lo malumore, stasera, ‘na cantatina ve la intono…
DUCHESSA
No, t’ho detto!
MALAGIGIO
E’ da tempo che non voria più che ve contenti!
DUCHESSA
Vero. Che sia giunto lo momento de lasciare la rocca?
Malagigio si preoccupa.
MALAGIGIO
Ma lo Duca ve fece prometere: porta male de non mantener la parola ad un morto…
DUCHESSA
Non è vero.
MALAGIGIO
Porta malissimo. Te vien subito uno bubbon in mezo aa fronte, poi la febre per tre giorni e poi se va al Creator!
DUCHESSA (facendo subito segni di scongiuro)
Sta zitto. Zitto!
MALAGIGIO
E poi se parto mi chi ve fa sbuzare dale risa?
DUCHESSA
Troveremo chi sapria prendere lo posto tuo…
MALAGIGIO
Dolcebene s’è partito. Da sette giorni. Camera sua, vuota. Mi non lo so dove s’è caccia’…
DUCHESSA
Ma torna. Gl’ho fatto promessa d’una saccoccia de denari, e qualcosa in più se a Mantova saprà compiermi uno servigio serio.
Malagigio capisce.
MALAGIGIO
Mandaste la serpe a far da basciatore?
DUCHESSA
Non chiamarlo così.
MALAGIGIO
Quel figlio de cagna? Che non sa manco de legge’…
DUCHESSA
Così non v’è rischio che s’impicci dell’incombenze della padrona sua. A lo contrario de certi scarafaggi che s’insinuano per ogne dove.
MALAGIGIO
Ve porta iella. E’ magro malato ciucciato da e streghe che se ve toca ve da la scabia!
DUCHESSA (con piacere)
Quella carnagiona bianca?
MALAGIGIO
Bianca de morte!
DUCHESSA
Morir è miele su quello corpo…
La Duchessa annusa la camicia di Dolcibene.
Malagigio è imbarazzato dalle movenze sensuali che la Duchessa tiene.
MALAGIGIO
Siete ‘n cane da tartufo?
DUCHESSA
Ma se proprio tu me n’hai tessuto le lodi: “è bravo, è ubbidiente. Dice sempre “sì” e “sì”…
MALAGIGIO
Si perché sibila come ‘na serpe. Lingua biforca!
DUCHESSA
Lingua rosa e bocca dolce…
MALAGIGIO
Mandar uno ragazo per uno incarico de omo… quelo non serve a niente…
DUCHESSA
Serve al lo piacere mio. E tanto basta. Hai capito, matto che non sei altro?
MALAGIGIO
Lo matto son mi, mentre voi che ve n’anusate le braghe del giovine siete savia…
DUCHESSA
Lui è lo solo che me può far star de bene!
MALAGIGIO
Son mi lo signor de lo godere!
DUCHESSA
Lo Duca t’ha voluto, non io. L’hai stregato con le tue fatture. La promessa che m’ha fatto giurare è l’unico motivo per cui non stai agganciato alla forca.
MALAGIGIO
Lo Duca me volea bene. E anco vossignoria, me vol bene.
DUCHESSA
Me fai orrore. Me fai pietà.
MALAGIGIO
Ma ve fo rider. Lo prossimo spetaculo ve…
La Duchessa è esasperata dalla conversazione.
DUCHESSA
E va bene! Va bene! Va bene! Basta che te sorti de qua, vattene, che vederti me da lo voltastomaco…
Malagigio fa per uscire quando si sente il ragazzo che sta tornando.
La Duchessa ha un sussulto.
DECIMO QUADRO
Il ragazzo entra, con aria trionfante.
Getta ai piedi della duchessa dei petali di fiori.
RAGAZZO
Così vien fatta accoglienza a le persone de alto lignaggio, a Mantova! E io, lo vostro ambasciatore, son stato coricato in letti de piume, ho mandato giù vini pregiati. E quando ho narro la primiera storia, quella de Lodovica, la pulzella rubata da uno orco, son stato ‘sì bravo che le dame le belavano lacrime a fiumi. V’hanno chiamata fortunata, perché ogne sera ve rallegra lo cor (indica se stesso) siffatto giovine…
DUCHESSA
Narra: com’è la corte de Mantova?
RAGAZZO
Uno splendore de oro e ricchezze. In aria se sente sempre uno dolce profumo come quello delle vostre rose. E arazzi, e tappeti, e gioielli… Non avea mai vista tanta roba bella.
MALAGIGIO
Potea rimanerce, alora…
RAGAZZO (guardando la Duchessa)
Esta qua è la casa mia. Non potria viver lontano.
DUCHESSA
E cosa t’è manco de più?
RAGAZZO
Una cosa sola.
DUCHESSA (ironica)
Malagigio?
I due ridono sguaiati. Malagigio si mette in un angolo.
Il ragazzo descrive i mantovani imitandoli.
RAGAZZO
Ma la gente se ne va abbigliata stramba: li calzoni li tengono bassi bassi, e portano ‘na palandrana a mo’ de mantello lasciando sempre scoperto uno braccio. E quando se camminano se movono dondolando…
La duchessa ride.
RAGAZZO
E le dame, quando fanno lo saluto, spostano la capa de lato.
DUCHESSA (la duchessa esegue)
Così?
RAGAZZO
Proprio. Mentre li maschi tiran su la gamba. (fa il saluto descritto) Signora…
La Duchessa saluta spostando la testa.
I due ridono e si salutano più volte.
Giocano. La duchessa ride di gusto.
Malagigio osserva di lato, rodendosi.
MALAGIGIO
Ma lo Duca che g’ha dito? Se marita o no co’ la Duchesa?
I due si bloccano di colpo.
RAGAZZO
Me ha consegnato sta lettera. A me non ha detto parola.
Il ragazzo estrae la lettera e la porge alla duchessa che la guarda.
Lei la prende e la legge. La sua espressione è impassibile.
Poi guarda il giovane. Rilegge la lettera.
I due si guardano. Malagigio osserva il ragazzo.
DUCHESSA
Che omo è, lo Duca?
Il ragazzo tituba.
RAGAZZO
Enorme.
DUCHESSA
Grasso?
RAGAZZO
Non certo uno fuscello.
La duchessa ha una reazione di insofferenza.
DUCHESSA
Vecchio?
RAGAZZO
De certo ha superato li dieci lustri…
La duchessa ha un’altra reazione di insofferenza.
DUCHESSA
Barba, baffi?
RAGAZZO
Dappertutto. Perfino nelle orecchia. Ma anco se a vederlo pare uno orco, è delicato peggio de ‘n agnello: pria vole mangiare e bere de tuto… “e passateme le frutta, e passateme lo vino, e passateme le carni… gnhamm.. sgrunt... mmmh...” cosi! Poscia pria de coricarse vuole sempre bevere uno infuso bollente, sennò fa li brutti sogni. E li capricci che fa se sto infuso non glielo portano bollente… “ahah! È troppo freddo!” E lo butta atterra. “Ahh! Esto è trepidino! E come faria, come faria a fare la digestione?” Basteria che magnasse uno poco de meno!
Il ragazzo mima il Duca che fa le bizze.
La duchessa non ride.
DUCHESSA
Son piccoli capricci che se potran sopportare. Potea andarme peggio…
Il ragazzo estrae un ritratto da una sacca e
lo mostra alla Duchessa che rabbrividisce.
DUCHESSA
O mio Dio!
Anche Malagigio guarda il ritratto e anche lui ha un moto di spavento.
Anche la Duchessa lo riguarda e nuovamente ha una reazione di disgusto.
Pure Malagigio lo riguarda e anche lui di nuovo si spaventa.
Malagigio mette via il ritratto.
DUCHESSA
M’attendon tempi cupi…
Il ragazzo la guarda.
RAGAZZO
Ma io ve resto qua, mia signora, qua d’appresso. Voi chiudete li occhi e col canto, ve fo d’immaginar d’essere altrove.
Il ragazzo si avvicina alla Duchessa quasi per baciarla.
Lei si allontana.
DUCHESSA
Esto è lo volere de Dio, e io me rimetto a lo mio destino.
La Duchessa sembra decisa.
Ma poi crolla a terra. E’ provata da questa nuova situazione.
RAGAZZO
Esto è lo volere degli omini: ciarlavano de voi come merce de scambio. Sanza niun riguardo per la persona vostra. Per non rispondergli me son morso la lingua tante de quelle volte da farla sanguinare. S’avria avuto uno spadone l’avria sguainato e fatto trapassar uno per uno…
DUCHESSA (dura)
Non ho scelta, Dolcibene.
RAGAZZO
Ognuno puote scegliere. Non potria osar de darve consiglio, mia signora…
MALAGIGIO
Alora tase…
RAGAZZO
…ma uno marito lo lega lo cielo! Voi già avete compiutato lo vostro dovere de moglie ubbidendo mansueta ad ogne comando de lo vecchio Duca morto. Non prestate orecchia a lo specchio ingannatore: ancor siete giovine e piena de vita. Maritarvi saria come voler cogliere una margheritina…
MALAGIGIO
O madonna…
RAGAZZO
…che ha principiato a stendere li pedalini…
MALAGIGIO
Che poeta…
RAGAZZO
…a lo sole de primavera…
MALAGIGIO
Mavaffan…
DUCHESSA (intenerita)
Margheritina…?
RAGAZZO
Trovate lo coraggio de dir de no. No! No e no!
DUCHESSA
Ma…
RAGAZZO
Provate per una volta. Dite no a lo comando de n’omo!
DUCHESSA
Non potria.
RAGAZZO
Avante: pronunciateve!
DUCHESSA (prima lenta e sommessa, poi a voce alta)
No… No… No. No! No! No! No!!! No!!!
La Duchessa si infiamma e grida la sua obiezione.
Poi si placa.
DUCHESSA
Che gradevole suono possiede esta parola: me sento sgombrata. M’eran rimasti dentro, tutti esti no. Incastrati in dentro la gola, a soffocarme. V’eran così pigiati che s’eran fatti duri come rocce. Era tempo che me sortissero de dentro.
RAGAZZO
E adesso, mia signora, permetteteme de raccontarve n’altra storia…
DUCHESSA
Domani.
MALAGIGIO
M’aveate promeso che mi dovea fare lo spetacolo domani!
RAGAZZO
Che te c’entri tu?
MALAGIGIO
La duchesa m’ha dato parola!
DUCHESSA
L’ho detto?
MALAGIGIO
Si, mia signora.
DUCHESSA
E allora domani, uno spettacolo sia. De entrambi.
MALAGIGIO e RAGAZZO
Ma…
DUCHESSA
Basta! Lasciatemi respirare. Che mai l’aere m’era parsa sì leggiera.
La duchessa esce.
I due si guardano male.
UNDICESIMO QUADRO
Il ragazzo prende delle cose nella borsa che avea con sé.
MALAGIGIO
Mi t’ho capito a te.
RAGAZZO
E saria?
MALAGIGIO
Non la devi da mbruglia’ la duchesa. Che è scorba, si. Ma è la padrona.
RAGAZZO
Io le voglio tanto tanto di bene.
MALAGIGIO
A quea rospa?
RAGAZZO
E’ incantevole bellissimissima.
MALAGIGIO
Ma che sei cieco?
RAGAZZO
Io la amo de petto.
MALAGIGIO
E dilo che lo fai per li quatrini.
RAGAZZO
Io voglio che me ama.
MALAGIGIO
Te se’ n farabuto.
RAGAZZO
E tu uno storpio infame.
MALAGIGIO
La g’ha da sposar el Duca, non te po’ sposare ti.
RAGAZZO
Perché: vuoi che te sposasse te?
MALAGIGIO
Per carità de lo cielo, melio la morte.
RAGAZZO
Dì la verità: la vorresti ne lo letto tuo …
MALAGIGIO (rabbrividendo)
Madona…
RAGAZZO
Che se spoglia accanto a te…
MALAGIGIO
Fala finia…
RAGAZZO
Te bacia sul collo…
MALAGIGIO
La schiferia…
RAGAZZO
E te cavalca per tutta la notte…
MALAGIGIO
Uè, malnato, basta!
Il ragazzo ride di gusto nel vedere Malagigio imbarazzato.
RAGAZZO
Basta, sì, che me devo lavorare al lo spettacolo.
MALAGIGIO
Dovemo farlo assieme.
RAGAZZO
Non vorria farlo con te.
MALAGIGIO
Manco mi. Ma l’ha deto lei. E poi dovemo tirarla su. Esto fa uno bufone.
RAGAZZO
Io non sono uno buffone.
MALAGIGIO
Va bene: sei n’ cantor menestrello trovator! Ma g’hai da divertir la pardona.
RAGAZZO
Non sono uno buffone.
MALAGIGIO
Non uno buffone, ma vicino.
RAGAZZO
Vicino, si, ma non eguale.
MALAGIGIO
Faremo la storia de lo gato col topo.
RAGAZZO (scocciato)
Ancora este storielle tue…
MALAGIGIO
Esta no è ‘na storiela. Mi l’ho g’ha fata a Venezia, de fronte al Doge.
RAGAZZO
Roba vecchia…
MALAGIGIO
Che ne sai di vecchio te, che te nascesti ieri? Che canti le storie de scemeria…
RAGAZZO
Garbono alla signora mia. Esto basta.
MALAGIGIO
Tuti potrian de farla sta roba là…
RAGAZZO
Perché non la fai tu, allora?
MALAGIGIO
Perché mi g’ho studia come se fa a far rider la zente. Come muovi la voce per far capire uno doppio senso buffo, far uno verso o un’occhiataccia che se capisce quelo che pensi anco se non favella, menar le mani per dar più senso ae parole. Esto fa rider.
RAGAZZO (prendendolo in giro)
Silenzio messeri: favella Mastro Malagigio i cui scritti perdureranno per secoli e secoli e secoli e secoli e secoli…
MALAGIGIO
Le storie tue è robuccia da infanti.
RAGAZZO
Robuccia che piace, tanto. Tanto. Anco a Mantova, mira che regalo alla fine de lo racconto…
Il ragazzo tira fuori una collana dorata.
MALAGIGIO
Son pazzi! Tutti pazi… per tre strimpelli!
RAGAZZO
Strimpelli che valgono oro: che me faran ricco!
MALAGIGIO
Ricco de vento. Vento come le scoregge.
RAGAZZO
Scoregge, puzze, versi. Roba brutta come te. Lo pubblico vuole de sognare, sortire dalla schiferia de la vita. Che le puzze e le scoregge ce l’hanno tutti i giorni anco a casa sua. Io li do li sogni.
MALAGIGIO
E quando se sveliano?
Il ragazzo resta senza parole.
RAGAZZO
Non me fo imparare quello che devo fare da te. Io me fo lo spettacolo tutto mio da solo.
MALAGIGIO
La padrona non vole. Te castiga.
RAGAZZO
Non lo farà.
MALAGIGIO
Vedremo.
RAGAZZO
Vedremo.
BUIO
DODICESIMO QUADRO
La Duchessa è seduta sul trono.
Malagigio e il ragazzo si avvicinano a lei.
Entrambi cominciano a declamare la loro storia.
Parlandosi uno sopra l’altro. A voce sempre più alta, per sopraffarsi.
RAGAZZO
C’era una volta…
MALAGIGIO
Chi la vol la posion magica?
RAGAZZO
…uno giovane sfortunato e povero…
MALAGIGIO
Sgorgata fora de la sorgente dell’Olimpo!
RAGAZZO
…che niuno volea aver d’appresso…
MALAGIGIO
Essa potria far tuto! Tuto!
RAGAZZO
Ma in ogne luogo ove se recava v’accadeano sciagure…
MALAGIGIO
Vole tornar zovane? Trangugia!
RAGAZZO
Piova, turbini e gelo pareano andargli drieto…
MALAGIGIO
Esser beli, sanza bozze sul muso? Trangugia!
RAGAZZO
Lo ragazzo avea uno piccolo segno su lo palmo della mano sua…
MALAGIGIO
Per creare st’intruglio g’ho scala na montagnona…
RAGAZZO
E una vecchia, gli disse: “esto è lo segno de lo lo rospo bubbone”.
MALAGIGIO
G’ho preso dei fughetti nascosti ne lo lo bosco…
La duchessa si arrabbia. Alza la voce.
DUCHESSA
Non sto intendendo niente: che storia è?
MALAGIGIO
Non volea far spetaculo in due, lui.
RAGAZZO
Lui n’avrebbe fatto una rovina.
MALAGIGIO
Ma la duchessa g’avea comandà!
RAGAZZO
Son sicurissimo che la storia mia la deverte de più.
DUCHESSA
Davvero?
RAGAZZO
Io so che v’encanta. Ve conosco. Fate tacere ‘sto mostro.
Il ragazzo le si avvicina. La Duchessa ne è sempre più ammaliata.
DUCHESSA
E cosa me piaceria?
RAGAZZO
Le storie ardimentose.
DUCHESSA
E poi?
RAGAZZO
Li giovani in difficoltà…
DUCHESSA
E poi?
RAGAZZO
Magie oscure e malefici…
MALAGIGIO
Ma anco lo formaggio ve piase però…
RAGAZZO
Zitto, scemo!
Il ragazzo colpisce Malagigio.
DUCHESSA
Sentisti Malagigio, come me conosce dentro?
MALAGIGIO
Anco le storielle mie ve s’agradano…
DUCHESSA
Basta. Hai già narrato in sufficienza. Or mettite in quel cantone e lascia che Dolcibene ci fantastichi con la storia sua. Va’.
MALAGIGIO
Tanto sarà a solita manfrina: lo giovine mette el batacio de fora, trova na pulzella, la g’a da salvà…
RAGAZZO
Sentisti la Duchessa? Fatti in là, rospo.
Il ragazzo spinge Malagigio.
MALAGIGIO
Ahi…
RAGAZZO
Proprio proprio a forma de rospo parea la chiazza che lo giovane avea sulla mano… poiché la madre, uno giorno che se bagnava ne lo ruscello nuda …
MALAGIGIO
E te pareva che non fose nuda…
RAGAZZO
…fu ingravidata da uno rospo che sguazzava li d’appresso… e dodici mesi dopo…
MALAGIGIO
Nove mesi, l’è minga n’caval!
RAGAZZO
…da quel ventre sortì uno bambinetto tutto tutto verde, pien de bozze…
Il ragazzo indica Malagigio, deridendolo.
DUCHESSA
Era proprio brutto.
RAGAZZO
Mostruoso da far schifo!
Il ragazzo prende di nuovo Malagigio in giro. Gli sputa addosso.
La Duchessa ride. Malagigio si allontana.
RAGAZZO
Che perfin la madre, guardavandolo così malefatto, l’abbandona nella foresta! Ma cresci cresci, la pelle sua muta e se fa liscia, rosea, morbida che era uno incanto paradisiaco da carezzare…
Il ragazzo si fa più vicino, fa per farsi carezza dalla donna ma poi si ferma.
DUCHESSA
Ordunque…?
MALAGIGIO
Finita. Bela storia. Bravo.
RAGAZZO
Volete il proseguo?
DUCHESSA
Non puoi lasciarme così sospesa…
RAGAZZO
Però ora io sono molto molto stanco…
La Duchessa resta interdetta.
Ma capisce il gioco del giovanotto e scherza con lui.
DUCHESSA
Ma… io desidero conoscere come va a terminarsi.
RAGAZZO (fingendo stanchezza)
Come son stanco…
Si sdraia a terra e finge di dormire.
MALAGIGIO
Ben, va a coricarte che continuo mi. Lo rospo se fu stiacciato da uno carro che passava e tutte le sbudella…
DUCHESSA
Stai zitto, gobbo! Vien qua…
Malagigio si avvicina.
DUCHESSA
Da’ esti denari a Dolcibene, e pregalo de seguitare la narrazione
MALAGIGIO
Tuti esti?
DUCHESSA
Va’.
Malagigio gli porta i soldi e glieli butta.
MALAGIGIO
Tiè.
Il ragazzo gli blocca un piede.
RAGAZZO
Pregame de continuare la storia,…
MALAGIGIO
Te se’ mato.
RAGAZZO
Te l’ha ordinato sua signoria.
La Duchessa ride di gusto.
MALAGIGIO
Io te prego che te devi cuntinuar ‘sta storiela de merda…
RAGAZZO
Allora vo a dormir.
DUCHESSA (gli indica di mettersi in ginocchio)
Malagigio! Pregalo.
Malagigio controvoglia si mette in ginocchio e lo prega.
MALAGIGIO
Per lo favore, fenisci la storiela tua.
Il ragazzo prende i denari e si riaccende di energia.
RAGAZZO
La vecchia proferì: “ci sta una sola guisa per spegnere la maledizion de lo rospo bubbone: piglia una rosa de lo giardino del Re e mangiarne tre petali”. Lo ragazzo se corse come lo vento, verso lo castello…
RAGAZZO e MALAGIGIO
…se spoglia tutto…
RAGAZZO
…se getta ne lo fossato per traversarlo ma esto è zeppo de pesci mordaci. Il ragazzo sorte, tutto bagnato…
DUCHESSA
Nudo…?
RAGAZZO
Tutto tutto nudo…
Malagigio alza gli occhi al cielo.
RAGAZZO
Ma non se perde d’animo perché è savio e scaltro e infatti ne lo capo gli piglia un’idea…
Il ragazzo si ferma.
DUCHESSA
Che idea ebbe?
RAGAZZO
Chi?
DUCHESSA
Lo giovine.
RAGAZZO
Quale giovine?
DUCHESSA
Lo giovine malidetto.
RAGAZZO
Ah. Lui…
DUCHESSA
Ordunque?
Il ragazzo non risponde.
La Duchessa prende altri soldi e li da a Malagigio.
MALAGIGIO
Ancora?
DUCHESSA
Vai!
Malagigio esegue di malavoglia.
MALAGIGIO
Te sei ‘n ladrone…
Il ragazzo prende i soldi e continua la storia.
RAGAZZO
Lo giovane ebbe uno pensamento da genio: ve stavano li dappresso li piccioni, lega a le zampe loro dei filini. Poi fa uno gran fracasso. Ah! Li piccioni, se spaurano, se alzano in aria e lui, s’aggrappa ai filini, e se issa da la terra…
DUCHESSA
Aha! E vola?
RAGAZZO
In alto, oltre lo fossato sopra le mura de lo castello. E arriva ne lo mezzo de lo giardino. Dove se trova davanti…
Il ragazzo si ferma di nuovo.
DUCHESSA (sempre più impaziente)
Cosa? Cosa?
MALAGIGIO
Va bè capito… dateme li sordi senò esto no seguita…
Malagigio va dalla duchessa che le ridà del denaro e lui lo porta,
meccanicamente, al giovane che lo intasca.
RAGAZZO
Uno enorme gigantesco grandissimo imponente mastodontico… cespuglio de rose…
DUCHESSA
Di che colore…
RAGAZZO
Rosa: propri propri come le vostre, signoria…
DUCHESSA (affascinata)
Oh…
RAGAZZO
Coglie la più bella, ne strappa tre petalini e li mastica nella bocca. De colpo la chiazza sparisce d’incanto. La maledizione è svanita. Dalla finestra se affaccia proprio proprio in quello momento, la primogenita del Re.
MALAGIGIO
…nuda pure lei perché in esto paese non se veste nessuno…
RAGAZZO
Lo ragazzo se innamora de lei. Le se vicina, le se ginocchia de fronte…
Il ragazzo esegue quello che racconta.
RAGAZZO
E le favella, semplice, come io favello a voi: “so che siete stata giurata a lo Duca. Ma non poterete mai esser felice accanto con lui. E’ uno ciccione peloso. Io posso darve la gioia…”
DUCHESSA
Esto disse lo giovane…?
RAGAZZO
La voce sua tremava, tanto era scombussolato nel farle la proposta: “sposate me. Non son che uno giovine sfortunato ma che ve ama sentitamente”.
DUCHESSA
“Ma io son già promessa” proferì la figlia del Re.
RAGAZZO
“Siete voi padrona de voi stessa. Niuno ha da decider per voi.”
DUCHESSA
“Lo Duca te farà squartare.”
RAGAZZO
“E noi pria lo mandiamo al lo inferno.. Con esto tossico che la vecchia me ha consegnato.”
Il ragazzo estrae una bottiglietta dalla sua tasca.
La Duchessa lo guarda: ha un po’ di timore.
Non capisce se lui parla sul serio oppure no.
RAGAZZO
“Lo Duca beve sempre uno speciale infuso, pria de coricarse. Esto veleno lo coglierà ne lo sonno spezzandogli lo respiro.”
La duchessa prende in mano il veleno.
Guarda il ragazzo. E’ confusa e tentata.
RAGAZZO
“Sposame. In est’istante, innanzi a esto frate cappuccino.”
Malagigio anch’esso guarda il veleno.
RAGAZZO
Frate, appressati. Consacra lo nostro legame.
Il ragazzo prende Malagigio e lo forza ad eseguire i suoi ordini.
Prende un grosso crocifisso e lo mette in mano alla Duchessa,
poi le prende la mani.
RAGAZZO
Avante. Pronuncia la formula.
MALAGIGIO
Che g’ho da far, signoria..?
RAGAZZO
Avante: unisce le anime nostre ne lo sacro vincolo: “vuoi tu, giovine sfortunato e povero, unirti qua ne lo matrimonio con la bella nobile donna de lo castello…”
MALAGIGIO
Vuoi tu giovane sfortunato e povero carogna, unirti ne lo matrimonio con la bella nobile donna de lo castello…
RAGAZZO
Si.
MALAGIGIO
E vuoi tu… no, non puoto…
Il ragazzo spinge via Malagigio e continua la formula da solo,
sempre più trasportato.
RAGAZZO
E vuoi tu, bella nobile donna de lo castello, unirti allo giovine sfortunato per l’eternità?
La Duchessa tituba.
Malagigio si mette nel mezzo.
MALAGIGIO
Non xè convinta, ripasa domani.
Il ragazzo stringe forte la Duchessa fra le braccia, la scuote.
RAGAZZO
Vuoi tu, Lodovica?
La Duchessa trattiene il fiato a lungo.
Poi risponde con un filo di voce.
DUCHESSA
Sì…
RAGAZZO
Io ve dichiaro marito e moglie.
Il ragazzo bacia la duchessa.
La Duchessa è in completa sua balia.
MALAGIGIO
Uh… che schifezza…
I due si staccano. Lucio è soddisfatto.
La Duchessa è molto turbata.
Scivola ai piedi del trono del vecchio Duca.
Lucio, lentamente, si va a sedere sul trono.
La Duchessa adesso è ai suoi piedi.
Lei prova a rialzarsi ma lui non la aiuta.
RAGAZZO
Esta è davvero una bella storia.
La Duchessa lo vede e resta molto turbata.
Lui adesso non la guarda più.
DUCHESSA
E’ già finita…?
RAGAZZO
Si: li sposi vissero felici e contenti.
MALAGIGIO
Che finale inaspetato…
DUCHESSA
E non ve furono festeggiamenti nuziali?
RAGAZZO
No.
DUCHESSA
E non’accorsero molti e molti commensali…?
RAGAZZO
No. Tennero lo loro piacere gelosamente per loro soli. Avean paura delle gelosie. V’era solo uno gobbo brutto e scemo. Che non fa rider niuno. Perciò lo giovane principe decide de mandarlo a morte.
MALAGIGIO
Ma non s’era deto ch’ero lo frate? Ave Maria, Gratia Plena…
RAGAZZO
Se feciano cucinar prelibatezze squisitissime.
La duchessa si fa più vicina a lui. Lo desidera, ma lui sfugge.
DUCHESSA
E poi…?
RAGAZZO
Mangiarono e bevvero…
La duchessa si fa più vicina ancora ma lui sfugge.
DUCHESSA
E poi…?
RAGAZZO
Bevvero fino a ubriacarsi e stordirsi…
DUCHESSA
E poi…?
RAGAZZO
Vino, vino, vino fino a non poterne più…
La duchessa prende un calice e ci versa dentro il contenuto del veleno.
DUCHESSA
E allora beviamo!
La Duchessa fa per bere.
Malagigio è preoccupato.
MALAGIGIO
No!
Il ragazzo la guarda.
DUCHESSA
Avete ragione, frate! Lo primo sorso spetta a lo sposo mio.
Il ragazzo è immobile.
La Duchessa gli porge il calice.
DUCHESSA
Non dicesti che bevvero fino a stordirsi? “Bevi, anima mia”.
Il ragazzo è immobile, non sa che dire.
DUCHESSA
Non vuoi proseguire la novella?
Il ragazzo è fermo.
DUCHESSA
Malagigio, paga Dolcibene, perché son curiosa de saper come finisce la storia sua.
La Duchessa da degli altri soldi a Malagigio che li porta al ragazzo
ma che lui stavolta non prende.
Lei gli avvicina il bicchiere ma lui sposta la testa.
DUCHESSA
“Ma lo sposo non bevve. La principessa rivolse lo sguardo alla mano e intravide che era ricomparsa la macchia malidetta. “
La duchessa prende la spada e taglia la man del giovane. Che grida.
RAGAZZO
Ah!
DUCHESSA
Perdono. Me son fatta prendere la mano da lo racconto. (immobile, amareggiata) L’ho creduto per lo vero. Te fa male?
RAGAZZO (dolorante)
Molto!
DUCHESSA
Domani non sentirai più nulla.
Il ragazzo cerca una benda per tamponarsi la ferita.
E’ a terra, dolorante. La duchessa adesso è tornata ad essere seria.
RAGAZZO
Non ve ha gradita la novella?
DUCHESSA
Non te sembro rallegrata?
RAGAZZO
Volete che ve ne racconti n’antra?
DUCHESSA
No. Lo Duca giungerà alla Rocca tra pochi giorni e ancora molte incombenze son da concluder.
Malagigio e il ragazzo hanno una reazione di sorpresa.
RAGAZZO (sconcertato)
Non sapea che fusse in arrivo…
DUCHESSA
Non era incarico tuo, il saperlo.
MALAGIGIO
Preparo no spetaculo, allora!
DUCHESSA
Pria Malagigio, rendite utile per una questione.
MALAGIGIO
Diteme, padrona.
DUCHESSA
Lo Duca m’ha dimandato uno dono per le nozze.
La duchessa va alla cassapanca e cerca dentro.
Estrae alcuni piatti di argento e di legno.
Li guarda interessata.
MALAGIGIO
Gli compongo uno sonetto?
O Duca Duca bello
Chi sa che bell’uccello…
DUCHESSA
No! Esso desidera la testa mozza de Dolcibene su uno vassoio d’argento. Non è come noi: non apprezzò l’attraente presenza sua a Mantova. E me scrive che lo giovine usò parole come decrepita, sproporzionata, insulsa nel descrivere la sua futura sposa. Egli non potria permettere che se favelli in tal guisa della prossima Duchessa de Mantova.
RAGAZZO
Mia signora…
DUCHESSA
Me scrive che lo rispetto è lo primo vincolo che ha da legar le casate nostre. E me chiede de far pulizia. Come potria principiar lo nostro legame disobbedendo allo suo primo ordine? Puoi farme esto favore, Malagigio…?
MALAGIGIO
E che io, signoria, con la spada non c’ho agio…
DUCHESSA (sottovoce)
E’ per burla!
MALAGIGIO
Ah! Allora certo!
Malagigio prende la spada e si avvicina a Dolcibene.
RAGAZZO
Mia signora, aspettate… lasciate che ve spieghi…
MALAGIGIO
Vieni che te devo scapitozà…
RAGAZZO (spaventatissimo)
In nome di Dio, mia padrona!
Malagigio prende il giovane e lo lega.
Lo trascina a forza.
DUCHESSA
Favellasti a sufficienza. Le orecchie nostre reclaman quiete adesso…
Malagigio continua a trascinarlo verso il ceppo.
MALAGIGIO
Varda che se te movi non te chiapo…
RAGAZZO
Mia signora!
La duchessa ha trovato il vassoio che può essere giusto.
DUCHESSA
Ecco: esto in argento farà alla bisogna…
MALAGIGIO
Magari te stacco prima n bracio poi na spalla: xè pegio!
RAGAZZO
Che felicità avrete sposa d’uno maschio brutto e vecchio…
MALAGIGIO
Te faccio male se te movi…
DUCHESSA
Novella Salomè… ce sta bene anco un po’ de frutta intorno, che dici?
RAGAZZO
Pensate a voi! Pensate a me!
MALAGIGIO
Zito che faccio in un attimo…
DUCHESSA
Mele, pere, uva e noci. E ne lo mezzo…
RAGAZZO
Mia signora! Io vi amo!
Il ragazzo piange disperato. Malagigio ride.
MALAGIGIO (alla Duchessa)
Se l’è fatta sotto! G’ha imparà la lezione!
DUCHESSA
Fallo.
MALAGIGIO
Che…?
DUCHESSA (gridando)
Fallo!!
Malagigio, controvoglia, taglia la testa al ragazzo.
Silenzio.
TREDICESIMO QUADRO
Malagigio ha in mano la testa del ragazzo.
MALAGIGIO
Ve la porto così o la pongo in un sacco?
DUCHESSA
Gettala ne lo fossato.
MALAGIGIO
Buon apetito pescetti…
La Duchessa si siede lentamente sul trono del vecchio Duca.
E’ turbata. Pentita di quello che ha fatto,
ma sicura di aver agito per il meglio.
MALAGIGIO
Poso prenderme la giacheta sua, signoria?
DUCHESSA
Te la sei guadagnata.
Malagigio va a prendere la giacca.
MALAGIGIO
Bela. N’ po’ imbrattata de sangue. Con un poco d’acqua va via tutto.
Prende da bere e lo porta alla sua padrona.
Lei rifiuta.
DUCHESSA
Lasciala così: lo ricordo te saria più vivido…
MALAGIGIO
Giusto: che è bono recordare chi g’ha abitato la rocca. Ve ne son stati tanti tanti de bufoni, vero, signoria? Mattello lo zoppo, Gnagno lo nano, Sibillino quelo mato e lo cantor menestrello trovatore...Dolcibene
DUCHESSA
Che niuno più pronunzi lo nome suo, alla rocca.
Malagigio si fa mansueto. Poi osa rispondere alla Duchessa.
MALAGIGIO
E invece ogne tanto me sa che mi ve lo ripeto. Ve faria bono de rammentar anco voi, signoria. Per dire che uno è n’farabutto, se dirà: che sei proprio uno Dolcibene, te! E per dire invese che uno xè bravo se dice: sei uno Malagigio d’oro, te.
DUCHESSA
Attento buffone.
MALAGIGIO
Buffone, si. Signora. Ma no scemo. Bruto come lo pecato m’ha voluto Nostro Signore, ma mi le cose cative non le saria fare. Che Malagigio è fedele. Lui la gente la conosce al volo. E’ matto folle, sì ma minga se fa imbrogliare dalle favolette sdolcinose… minga ce crede ae carezze sbugiarde… che se gli dicono: “como sei bello Malagigio”, lo sa che lo voglion prendere per lo naso…
DUCHESSA
Ci sta ancora uno vassoio vuoto, Malagigio.
Malagigio, per la prima volta, ha il coraggio di parlare sinceramente.
Rimprovera duramente la Duchessa, che lo ascolta.
MALAGIGIO
E vuoto restarà ancora. Che starò atento mi che non ve se vicini più niuna bestia. Che mi lo so quel che dico. Lo cervelo xè torto, qua dentro, ma ce sta tuto. E lo cuore anco c’è. Torto anco lui, dentro la goba. E io ve lo dico: Malagigio è Malagigio lo bufone solo quando mette lo cappuccio con le orecchie d’asino. Ma soto, ce sta n’omo. Intero. Che vuol bene a chi li vuol bene. Mica bugie da Dolcibene. Dolcibene! Attenta, mia signora, che per poco la testa ce la mettevate voi!
DUCHESSA
Ora basta, buffone.
Malagigio si zittisce.
DUCHESSA
Abbassa la voce! Son la padrona tua.
La donna prende la giacca di Dolcibene e la guarda.
DUCHESSA
L’ho scoperto a lo primo istante, che credi? Foggia d’innocente, sguardo famelico. L’ho compreso al lo primo fiato: (la duchessa ricorda le prime parole che si sono scambiati) “come te chiama? Dolcibene, mia signora. Nome pieno de promesse… in attesa de sbocciare.”
La duchessa ricorda alcuni passaggi delle cose fatte con il ragazzo.
La sua voce tradisce dispiacere per ciò che è accaduto,
in contrasto con il resoconto duro che ricorda.
DUCHESSA
Quell’appressarsi sfrontato oltre lo limite consentito. Quei tentativi a demolir la corazza per accostarsi ai segreti de lo cuore. Quella voce sempre cortese che ammaestra l’anima fino a farle credere che sia d’amore vero. Quegl’occhi continuamente puntati su Lodovica, pareano volersi addentrarlese dentro. E quelle carezze fasulle.
La duchessa si ferma. E’ molto turbata, ma non crolla.
E’ tornata ad essere dura, come all’inizio della vicenda.
DUCHESSA
Lo nuovo Duca avrà ben altri modi. Che più s’aggradano alla Duchessa de Montaione.
MALAGIGIO
G’avete fato bene…
DUCHESSA
Non v’è bisogno che me lo dica tu, buffone. Io son cosciente quale sia lo compito mio. La meschina esistenza tua, assieme a quelle de tutti gl’altri pezzenti stipati sulla terra mia, pesa qua. Su este spalle. Se ancora respirate è perché me marito col Duca e m’immolo per la pace. Rallegraci e non crederti più importante de lo fiato che fai uscire de bocca allo pubblico tuo. Vali uno battito de mani (applaude) che quando s’è terminato manco se rammenta perché è sorto.
MALAGIGIO
Vero: per esto io me guardo ben dal sentirme tropo importante. L’è da cojoni: semo tera che camina. A mi me piase rider…
Malagigio fa delle risate sguaiate.
DUCHESSA
Sciocco è chi ride sempre…
MALAGIGIO
…oppur è lo padron de lo mondo.
DUCHESSA
Non de lo mondo mio. Torna ne lo cantuccio tuo a risparmiar briciole. Che tocca a me sostenere lo cielo.
MALAGIGIO
Ma lo si potria anco farlo ridendo…
Malagigio fa una posa. Finge di reggere il cielo.
MALAGIGIO
Ma come pesa sto cielo: ma che g’han messo i piombi…?
La duchessa sorride.
Malagigio se ne accorge.
MALAGIGIO
V’ho fatto rider…
DUCHESSA
Non è vero.
MALAGIGIO
Alor l’è na ruga nova che v’è spuntà…
DUCHESSA (continuando a trattenere il riso)
Bestia!
MALAGIGIO
Avete riso.
DUCHESSA (non volendosi far veder ridere)
Io te caccio…
MALAGIGIO
E fatelo, alora. Ma sanza de mi’ lo sapete che saria soltanto un gran contorcemento de maroni!
La duchessa, per la prima volta, esplode in una
risata sonora alla battuta di Malagigio.
E’ una risata liberatoria, piena. Poi si riprende. E’ sollevata.
DUCHESSA
E allora sia così. Sii tu l’artefice de lo futuro de lo Ducato.
La Duchessa afferra Malagigio e lo mette seduto sul trono del Duca.
Malagigio è contentissimo. Gli mette la corona del Duca e il mantello.
DUCHESSA
Me dicono che lo novo Duca divenga grandemente magnanimo quando lo se mette de buon umore. A te lo compito de farce sommergere dalla sua benevolenza. Inventa uno novo spettacolo per le nozze: fallo spanzare. E non te ne offendere se non te guarderò: li miei occhi saranno puntati sullo mio novello sposo. Per contare: cinquanta risate, m’aspetto, buffone. Cinquanta risate de lo Duca. O le carpe de lo fossato, dopo aver fatto colazione con li occhi de Dolcibene, ceneranno co li tuoi.
Malagigio resta impietrito.
La Duchessa fa per uscire.
DUCHESSA
Volesti la responsabilità della felicità nostra? Allor sostienitene lo peso su quella gobba.
Malagigio resta seduto sul trono, diviso fra gioia per il riconoscimento ottenuto
E per la responsabilità che gli è arrivata.
BUIO