MALEDETTA CRISI DI MEZZA ETA’!
di
Michele Bernier e Marie Pascale Osterrieth
dal fumetto “Le Demon de Midi” di F. Cestac-Ed. Dargaud
traduzione e adattamento
Carlotta Clerici e Antonella Questa
Diritti per l’Italia:
Antonella Questa
Via del Romito 47 -50134 Firenze
tel: 348.5841889
www.antonellaquesta.it
Nota delle traduttrici:
- Le scene del film di Truffaut possono essere sostituite da altro film italiano o straniero di successo, i cui dialoghi e/o la colonna sonora siano riconoscibili dal pubblico. E’ un film d’amore, che la protagonista era abituata a vedere insieme all’ex-marito. Per la versione italiana la scelta del film è a discrezione dell’interprete e del regista.
- Nella versione originale francese, la canzone finale dei saluti è cantata da Rita Mitsouko, duo francese di marito e moglie, la cui strofa canta “Le storie d’amore di solito finiscono male”. L’effetto comico è dato dal contrasto tra la canzone e i suoi interpreti che stanno felicemente insieme da molti anni. Provvisoriamente è stata messa la canzone di Battisti, suscettibile di qualsiasi cambiamento a discrezione dell’interprete italiana e del regista.
______________________________
Tutti i personaggi sono interpretati dalla stessa attrice.
Scenografia:
Quinte nere.
Al centro della scena: un divano rosso e un tappeto beige. Sui due lati: due librerie moderne in legno chiaro.
A destra si trova la libreria più alta sulla quale sono disposti in bell'ordine dei dizionari e, piegati con cura, una vestaglia rossa a fiori, un cappotto beige, un plaid arancione e uno turchese. Appoggiata alla libreria, una borsa turchese.
A sinistra: una libreria lunga e bassa sulla quale si trovano una lampada color crema, un telefono e un impianto stereo. Nei cassetti della libreria si trovano: gli anelli di plastica colorata della Fisher Price, un martello, due agende telefoniche, una rosa e una arancione ed alcune riviste.
Sul tappeto, di fronte al divano, una cesta della biancheria di tela.
L'ingresso del marito avverrà sempre dalle quinte di sinistra, mentre quello della fata sarà sempre dalle quinte di destra.
Lo spettacolo inizia con un BUIO.
Il sipario si apre nel buio sulle note della famosa canzone di Claudio Baglioni
"... Passerotto non andare via
nei tuoi occhi il sole muore già...."
Si accende il seguipersona illuminando il volto dell'attrice. E' in piedi, di fronte al pubblico, in completo da ufficio (giacca-pantalone nero, ampio e in un tessuto morbido). Con la mano destra tiene una pistola puntata alla tempia, pronta a sparare.
Mentre lei ascolta il seguito della canzone, affranta, la scenografia dietro di lei
si illumina lentamente.
".. passerotto…"
Si mette a cantare:
.... Passerotto…
Il disco si incanta mentre lei continua a cantare:
.... passerotto… [senza te… morirei]
Rendendosi conto che il disco si è incantato, butta la pistola sul divano e picchia sullo stereo per bloccare il giradischi. La luce cambia in un piazzato fisso.
Non mi ammazzerò mica per un uomo! Per il mio, poi! E che cavolo! Perché la morte, insomma, è una cosa seria! Ci si ammazza per un paese, per delle idee, ma non per uomo… No! Tanto più che il mio, di idee, non ne ha.
Si accascia sul divano sedendosi sulla pistola. La prende, la guarda.
Ah, solo io potevo fare una cosa simile! E' quella del bambino!
E meno male che è dalla madrina, il mio ciccio! Se l'avessi rotta, chissà che dramma!
La pum-pum del bimbo!
Si alza e si avvicina al pubblico.
No, non ci siamo proprio. Sono completamente fuori di testa.
Rivolgendosi ad uno spettatore.
Devo assolutamente parlare con qualcuno…. Se no, sento che potrei fare un'enorme cazzata.
Ad ogni modo, la gita in paradiso, è saltata. E sì che io, il paradiso, lo conosco. Sì sì, ci sono stata. Certo, è vero, adesso come adesso non si direbbe, ma ero una donna felice io, davvero felicissima! … praticamente insopportabile. Avete presente quella che ha tutto: sempre col sorriso stampato sulla faccia, piena di fiducia nel futuro, contenta di avere un prestito rimborsabile in 15 anni, l'utilitaria che fa gola al marito… Stavo bene.
Immaginatevi una bella coppietta: lei, quarant'anni- sì, lo so, non li dimostro- lui, quarantacinque- lui, invece, li dimostra tutti…
Hanno percorso un tratto di strada insieme, mano nella mano. Il nido è costruito, il pulcino- insomma, il bambino, è arrivato- bello come la sua mamma, vivace e intelligente come il suo papà. L'appartamento è uno specchio. Tutto perfetto, insomma.
La sera, il papà torna a casa da una giornata di duro lavoro; è sfinito, distrutto, il cervello ha fatto scintille tutto il giorno. E se mai lo si perdesse, basta seguirne le tracce: l'impermeabile è al suo posto, in cucina, le scarpe nel bel mezzo del corridoio, la giacca ben ripiegata sul bordo della vasca, e la cravatta… mai più trovata. Tanto chi se ne frega, faceva talmente schifo, quella cravatta!
E la sera quando torna a casa, come ti saluta?
Lui
Ciao 'more! Che si mangia?…
Bello come dialogo, eh? "Che si mangia"? Sono o non sono parole d'amore che ti riscaldano il cuore?
Certo, c’è stato un periodo in cui aveva idee più romantiche.
La mano del tecnico sbuca dalla quinta di sinistra, e le porge un mazzo di fiori.
Lei
Oh, i miei fiori preferiti! Grazie amore mio!
Era premuroso, dolce, affettuoso, innamorato, coccolone… Insomma un tenerone!!!
La mano del tecnico le porge due biglietti d'aereo ALITALIA.
Lei (sbalordita)
Due biglietti per Rio!… Amore! de Janeiro, per di più!
La mano le porge un pacchetto regalo.
Lei
Oh!! Cos'è?
Tesoro! Non dovevi!
Ma cos'è?
Disfa il pacchetto e ne tira fuori un body magnifico di pizzo color crema.
Lei
Oh Dio!… Sì, sì, lo metto subito!!! Oh sì! Ti farò impazzire!!!
Insomma, era contento di ritrovarsi nella sua "home sweet home"… "Casa, zuccherata casa" per chi non sa l'inglese… Eh, però, siete parecchi, eh?
Ma, soprattutto, parlava, raccontava… Ci raccontavamo tutto, parlavamo fino a notte fonda… E poi, chissà com’è, negli ultimi tempi è attirato dalla televisione come una calamita… Stravaccato in poltrona, coi piedi al calduccio nelle pantofole… Come ipnotizzato dallo schermo, con una mano sul telecomando e l'altra sulla patta. Ebbene sì… Si gratta le palle!
A proposito, bisognerà che un giorno o l'altro gli scienziati prendano in considerazione il problema: vorrei proprio sapere che legame c'è tra i testicoli e le orecchie. Quando se li grattano, non t'ascoltano più. Gli si paralizza il cervello. Ti ritrovi con un marito che è una specie di incrocio tra Forrest Gump e Rain Man! E lì… Qualunque cosa tu faccia…
Lei
Chi ha preparato il dolce preferito del suo tesoruccio amoroso!?
Si gratta le palle!
Messa in piega, un bel vestito, scarpe nuove.....
Lei
Cucu! Sono io!
Si gratta le palle!
Calze a rete, lunghi guanti neri, il suo body pazzesco...
Lei
Ciao, bel maschione! Oh sì, fammi tua, qui, adesso....
Lui
Ma spostati! Sei davanti alla tele! Non vedi che stiamo vincendo tre a due?!!
Eh già!....Dopo un po’ l’attrazione passa, il tran tran quotidiano stanca, la routine annoia.....lui, comincia a mettere su pancia....le maniglie dell’amore che spuntano dai jeans, belle in vista d’estate sotto la maglietta bianca!
Rivolgendosi in maniera più precisa al pubblico
Del resto sono sicura che ce ne sono tra voi.......
Per non parlare del resto: la ruga virile, le borse sotto gli occhi, il doppio mento, i denti alla nicotina.... La vista cala, in alto si spennano.
Ci avete mai fatto caso? Si direbbe che tutti i peli che perdono in cima al cranio gli rispuntino nel naso, nelle orecchie e nelle sopracciglia! Avete presente, gli vengono come delle antenne. Quante volte ho preso le forbici del bambino per dargli una spuntatina.
Solo che, come dice mio cugino Enrico: gli uomini maturano, le donne invecchiano.....
Ma dopo tutto che ci importa, lo amiamo così com’è il nostro ciccio, il vostro micione, il vostro piccipicci......E poi ammetiamolo, anche noi abbiamo perso un po’ di smalto, vero o no?....Qualche capello grigio, le tette che cadono, uno o due pelini bianchi sulla passerina, un po’ di baffetti, la cellulite, della ciccia ovunque e soprattutto stà panza che non la tieni più dentro.
E sì che all’iinizio eravamo convinti di non essere una coppia come tutte le altre..... Ci si diceva:
- Mica ci sposiamo! E’ da sfigati!
- Dirsi ti amo? E’ da sfigati!
- Fare figli adesso? E’ da sfigati!
- L’appartamento col mutuo di 20 anni? La casa in campagna? No, ma dài è da sfigati!
- Un bel viaggetto da piccioncini al Club Mediterranée! No, ma dài, più da sfigati di così si muore!
Risultato?
Dunque, risultato...
- Cinque anni di matrimonio.
- Un bambino di quattro.
- Un bell’appartamentino esposto al sole col mutuo.
- Un mulino in campagna per il pupo... Col mutuo.
- Le vacanze al Club Mediterranée, d’inverno a Sestriere e d’estate alle Canarie ... Col mutuo.
Ma con l’amore cash, l’importante era questo.
Insomma, ai tempi, la domenica invece delle lasagne in famiglia, preferivamo fare i conigli sotto il piumone e andare al cinema alle sei. Anche se poi, di solito tra “ Palombella Rossa” e “Guerre Stellari”, beh, ehum... finivamo per restarcene a letto a giocare a “Bianca Chiappa e le 7 mani”.....
E poi volevamo fare delle cose insieme: costruire, cambiare il mondo, mano nella mano, trasportati dallo slancio rivoluzionario dei compagni e delle compagne!.... Anche voi ci siete passati? Ma soprattutto, soprattutto, ci dicevamo che non ci saremmo mailasciati.
Ed eccoci qui, adesso che la scenografia è montata e gli attori sono sul palco, vi narro l’arrivo della bestiaccia schifosa.....
Musica ambiente campagnolo (uccelli, muche ed altri animali), mattina presto alla campagna. Fascio di luce su di lei.
Quando uno ha passato l’infanzia in campagna come me circondato da animali d’ogni tipo, si abitua subito alle chiacchiere sulla bestiaccia schifosa, detta anche il demone!
Nella mia testa di bambina era una specie di fantasma malefico che piombava sulle bestie e le faceva impazzire.....Quando il fantasma si impossessava dei pezzi grossi, tipo tori, bovini, cavalli.....Era uno spettacolo!!!!
Mi ricordo il toro del nonno, un giorno, scatenato. Dado, il mio cuginetto, non credeva ai suoi occhi:
Dado
Hai visto il Benito? C’ha cinque zampe!
Il nonno era fuori di sè:
Nonno
Gessummaria! E’ posseduta dal demonio stà bestia! Mi fa a pezzi la stalla! Bambini andate in casa, non è uno spettacolo per voi!
La sera a cena Dado facendosi coraggio:
Dado
Nonno, che ci faceva il Benito sulla schiena della Clara?....
Nonno
Zitto e mangia la minestra!
Impossibile cavargli una parola: argomento tabou!
Ma un giorno, vado a fare merenda e trovo le donne riunite in cucina. C’erano tutte: zia Renata, Marcella, la vicina, mia cugina Cecilia e la nonna.
L’atmosfera non era quella della festa e mia cugina Cecilia si soffiava il naso con lo strofinaccio.....bbù bù..!!
-Non prendertela! Vedrai che torna!
-Il mio ha fatto uguale!
-Ah! Ma non si fa così.....
- Tutti dei bastardi!
-Uno peggio dell’altro!
- Pensano solo a quello!
- Non riescono a farne a meno!!!!
Ma di chi parlavano?! E poi ho capito: si trattava di mio cugino Enrico, il marito di Cecilia. E qui la nonna ha proferito la parola fatidica:
-E’ il demone dimezza età!!
Oddio! Ma allora.....Il demone se la prendeva pure con gli uomini....Ma perchè questo qui si chiamava “demone di mezza età”?! ....Perché “di mezza età”?....!!!
All’epoca non riuscii a chiarire il Mistero!
Fu solo qualche anno dopo, quando venni io stessa confrontata alla bestia, che finalmente capii il significato di mezza età.......
Fine musica ambiente campagna.
Piazzato fisso.
Cosa vuol dire esattamente “demone di mezza età”? Andiamo a controllare sul dizionario.
Prende un dizionario dallo scaffale e cerca la parola.
Allora, cosa dice? Ah eccolo qui “Crisi di mezza età, tentazioni dell’età matura”.
Non è mica molto più chiaro di mia nonna!
Vorrei farvi notare che tentazioni è al plurale. E il plurale potrei anche sopportarlo, se la cosa potesse rassicurarlo, ma il singolare, no!
Deve essere un uomo che ha scritto questa definizione asessuata. Una donna avrebbe messo “pruriti maschili dovuti alla comparsa dei primi capelli bianchi”.
Toh! Dice che viene dalla Bibbia “etimologia: demone meridiano”. Non si può dire sia un novità.
Magari la Signora di Neanderthal faceva già parte del club! Soltanto che ai tempi, l’amante doveva essere una racchia. Oddio, non che in questo le cose siano cambiate granchè.
Mette a posto il dizionario
Avete notato che non si dice “La demonia di mezza età”? Eh no, il diavolo è maschile, eppure è una troia ad approfittarne!
Si siede sul divano avvicinando a sè la cesta della biancheria. Contemporaneamente la lampada sulla libreria si accende, dandoci l’impressione di entrare in casa sua.
Inizia a piegare le camicie, i calzini e le mutande del marito impilandole accanto a sè sul divano. (senza farlo apposta, mette insieme calzini spaiati, impegnata com’è nel discorso)
Sono sicura che ne conoscete tante, di donne carine e gentili che hanno sopportato di tutto per i loro mariti. Li hanno lavati, vestiti, nutriti mentre erano all’Università, si sono sacrificate per i figli, si sono occupate di tutto per permettere al marito di dedicarsi interamente alla carriera, a costo di dimenticare la propria. E zacchete! di colpo si sono ritrovate mollate senza capire perchè. Tutto quello che hanno dato al loro uomo, lui l’ha preso e l’ha dato ad un’altra!
Sappiate comunque che anche ai piani alti succedono le stesse cose.
Prendete l’ex- Sig.ra Berlusconi, l’ex-Sig.ra Casini. C’è di che riempire la prima alla Scala! Le Pagine Gialle delle Mollate VIP! Roba da matti, no? Perchè ne hanno stirati di striscioni per la prima manifestazione del marito! Ne hanno inamidate di camicie per i primi comizi! Ne hanno annodate di cravatte per le prime dirette in TV! E appena arriva il potere...Oplà! Nel dimenticatoio! (allontana bruscamente il cesto della biancheria) Eh beh certo: mica si può portare la serva in Parlamento! Tanto più che li conosce tutti i colleghi e da un sacco di tempo......E poi non si sa mai: caso mai le saltasse in testa di tirare fuori un numero di conto corrente svizzero!
Insomma, per farla breve, sia all’attico che al seminterrato, praticamente è sempre la stessa musica, precisa identica.
Solo che il volume doveva essere basso, non me ne sono accorta!
I primi tempi al risveglio era tutto fischiettante, poi è diventato brontolone. Ma insomma, dopo cinque anni di matrimonio non mi sembrava poi così sospetto.
Lui
Dov’è la camicia blu?
Lei
A lavare
Lui
E i calzini verdi?
Lei
Ce li hai sotto il naso!
Lui
Eh la miseria! C’hai la luna storta stamattina?
Lei
.....Ma no...però forse...il toscano e il gorgonzola col caffè....Ma non importa, amore, continua, non mi dà nessunissimo fastidio.
Lui
Grrr...Tieni riprenditi tuo figlio! M’ha vomitato sulla giacca e ho un appuntamento tra un quarto d’ora! Ma perchè insisti a metterti quel maglione verde.....è brutto e ti sta male.
Uh! Che nervi! Mi dà i nervi! Ma si è guardato lui con quella giacca! Sembra un coniglio col pigiama! Glielo dico o no? ma no, meglio fargli due coccole, un po’ di solletico dappertutto.... Solo che una volta si schiantava dalle risate, mentre adesso più niente....
A proposito signori, se posso darvi una dritta: non è da furbi mostrarsi di pessimo umore, perchè noi, le donne, quando abbiamo i bollori, una storiella insomma, quando rientriamo a casa siamo adorabili! (indirizzandosi ad una donna nel pubblico) Guardate la signora per esempio, è un amore!
Lui, invece, diventava davvero pesante col suo cattivo umore. Ma pazienza, io non dicevo niente, capivo benissimo che era sempre più preso dal lavoro.
Il telefono squilla. Lei risponde.
Lei
Ah sei tu! Ah! Non prima delle nove? Eh vabbè! Un’altra riunione?... Povero ciccio!... Baci,
Tre giorni dopo.
Il telefono squilla. Lei risponde.
Lei
Ah! Un seminario il week-end prossimo? Ah va bene, allora annullo tutto. Ma sì che ti capisco tesoro. Certo, è dura......baci.
Il week end successivo.
Il telefono squilla. Lei risponde.
Lei
Ah! Un guasto alla macchina? A Capodimonte? Ma che ci fai a Capodimonte? Ah! Un cliente. Ah d’accordo. Perchè ti hanno rifilato anche le vendite adesso? Ah scusa, ma certo che me l’avevi detto....Sì sì la prossima volta starò più attenta. Spero che almeno non sia troppo grave il guasto....E tu stai bene?....Bene, bene. Torni domani?! D’accordo, riposati!!!
E io che mi dicevo: deve smetterla di lavorare così tanto! Che stronzo il suo capo! Insomma se continua così, ad un certo punto mi collassa, mi fa un bell’esaurimento nervoso. Non avevo unalcolista per marito, ma un lavorista. E nemmeno anonimo, perchè quand’era a casa te ne accorgevi.
Lui
Ormai fanno solo merda alla televisione! Ma guarda un po’ che faccia di cazzo quello! Fa cadere le palle!
Lei
Non arrabbiarti! Perchè non andiamo al ristorante?
Lui
Sì certo, per pagare una fortuna e mangiare della merda!
Lei
Ma scusa il cinese ti piace.
Lui
Oh no! Fa schifo e poi quell’agrodolce mi da i bruciori di stomaco!
Lei
Va bene, va bene, non prendertela....e non so.....andiamo al cinema?
Lui
Stai scherzando? Il cinema è morto! Ormai fanno solo film per adolescenti brufolosi!
Lei
E se andassimo al concerto dei ZZTop?
Lui
Oddio santo! Non ho più l’età! Trovarsi in mezzo a una ressa di ragazzini che si fanno le canne e tirano fuori gli accendini. No grazie! Proprio no! E poi gli ZZTop dieci anni fa facevano della musica. Ma oggi, ti spaccano i timpani con quei sintetizzatori di merda, tipo “backstreet boys”, per fare i moderni!
Lei
Non so....Andiamo a vedere la mostra di Nespolo al Museo d’Arte Moderna?
Lui
Che illusa!...L’ARTE E’ MORTA! Se succedesse qualcosa di interessante si saprebbe!
Lei
E andare a quel paese?
Lui
Ma scherzi?! Con tutti i dirottamenti aerei che ci sono!
Avrei dovuto tradurre “Non ho nessuna voglia di uscire con te”
E invece da brava polla ho tradotto “Troppo stanco per uscire”.
Che cogliona! No, veramente, che cogliona! Perchè poi ci è andato a vedersi Nespolo e gli ZZTop......con l’altra! Ebbene sì, con lei non era la stessa cosa! Con me vedeva tutto attraverso delle lenti scure, mentre con lei erano rosa confetto!
Ma io, il giorno dopo, sempre carina, invito i suoi migliori amici a cena, per farlo contento. Lui è arrivato... Era... Mezzanotte meno un quarto...
Lui
Ciao a tutti! Che si mangia? Mmh, coniglio alla cacciatora. Scusatemi, eh, ma ho avuto una di quelle giornate che non vi dico! Non vi spiace se mi metto sul divano mentre finite? (Sbadiglia) Comunque vi ascolto!
Questo era in settimana, ed era ancora accettabile. Ma il sabato e domenica!!! Soprattutto dai miei in campagna...
Lui
Si gela! E’ umido. Che puzza di letame. Porca puttana! Non si trova neanche Repubblica. Sono proprio dei bifolchi. Ci toccherà giocare a Scarabeo...
Ecco piove, ci mancava solo questo! Ora mi piglio un accidenti e mi sputtano le scarpe con sto fango!
Va beh, la boccata d’aria s’è presa, torniamo a casa!
Ma sta’ attenta! E il bambino, non lasciarlo giocare vicino allo stagno, che s’annega!
Eppure gli piaceva così tanto andare in campagna dai miei. Adorava la saggezza contadina della mia famiglia soprattutto mia nonna. Ma adesso...
E il pranzo di famiglia, poi: lugubre! Lui del solito umore massacrante, stravaccato lì sulla sedia, che non spiccica una parola, e si gratta le... ? (Si rivolge agli spettatori perché dicano la parola...)
Fa piacere, almeno due che seguono ci sono!
Quindi, tornando al pranzo domenicale e a mia nonna che faceva di tutto per farlo contento:
La nonna
Ancora un po’ di lasagne?
Lui (secco)
No grazie.
La nonna
C’hai l’aria strana, oggi, figlio mio.
Lui
Sì sì.
La nonna
Ti ho fatto la torta di mele.
Lui (esasperato)
Fa piacere. Grazie.
La nonna
Siamo fortunati, eh, col tempo? Da quanto l’aspettavamo, sta pioggia!
E non sto a dirvi il rientro in città, di domenica sera, bloccati in coda sotto il diluvio:
Lui
Mai più, hai capito, mai più!
Basta con la tua campagna!... E porca puttana! Il bambino ha vomitato la merenda sul sedile di dietro. Ma non potevi impedirglielo?
E il perenne:
Lui
Ma Santo Dio! Ma perché ti trascini sempre dietro diecimila valige! E poi chi è il coglione che se le ciuccia?
Avrei dovuto sospettare qualcosa, no?
Non sopportava più che lo sbaciucchiassi davanti a tutti, diceva che era ridicolo. Al cinema non mi prendeva più la mano, né mi baciava sul collo.
Dai che le sapete, tutte queste cose: ce l’avete presente il momento in cui inizia a prendere le distanze.
Quando avevamo ospiti, faceva sempre in modo di mettersi dall’altra parte della stanza, per essere sicuro di non avere nessun contatto con me.
Potevamo restare a parlare con gli amici per ore, mai uno sguardo, si rivolgeva sempre solo agli altri. Allora io facevo degli sforzi sovraumani per cercare di attirare la sua attenzione... “Un salatino? Una nocciolina?”
Inorridiva anche solo a incrociare il mio sguardo.
La Caporetto dei sentimenti. Il grado zero del palpeggiamento...
Bisogna anche dire che le abitudini non aiutano. Si va a letto col pigiama. Ognuno voltato dalla sua parte. La televisione piazzata in camera- sì, lo so, anche da voi, me l’hanno detto- e ci si addormenta facendo le parole crociate!
Per i contatti fisici, un vero ghiacciolo: guai a toccarlo, aveva sempre mal di testa!!!
E poi un bel mattino si sveglia, non era più lo stesso.
Lui
Via, mi metto a dieta: basta zucchero, basta pasta, pane, patate!
Lei
Ah sì?
Lui
Sì, e poi penso di ricominciare a fare sport. Un po’ di tennis e il calcetto con gli amici.
Lei
Ah sì?
Lui
Sì, e poi devo andare dal dentista a farmi sistemare il sorriso.
Lei
Ah sì? T’è passata la paura?
Ha l’armadio che straborda di vestiti, ma dall’oggi al domani, trova che non ha più niente da mettersi. E così passa il sabato pomeriggio a fare shopping, lui che ignorava l’esistenza degli specchi!
E sapete con che cosa mi si presenta? Ebbene sì!... Dai, signori miei, che l’avete messo tutti almeno una volta...
La giacca di pelle nera, con la camicia bianca aperta sul petto! La tenuta da vero maschio... Il vero vitellone di provincia! E poi, si fa crescere tutto: baffi, basette, barba, ma attenzione, quella di “tre giorni”, da vero duro, quella che gratta, tipo carta vetrata n°9.
E io intanto mi dicevo: ma che cos’ha, ma che gli prende?
E’ il lavoro che gli dà pensieri?
No, è sua madre! E’ una tale rompicoglioni, ultimamente.
No, è il bimbo che è troppo vivace...
No, dovremmo andare in vacanza più spesso. Ma non possiamo comprarci la macchina nuova.
Eppure è questo che gli farebbe davvero piacere! La cabrio BMW...
La macchina del quarantenne in crisi di seduzione... Tra l’altro è proprio quello che manca al suo corredo!
Ho pensato a tutto, tranne a quello... La bestia immonda, il demonio delle campagne!
Vi rifaccio la scena.
Si stende sul divano come se fosse in una vasca da bagno.
Lei
Sono nella vasca da bagno. Mi sto facendo uno shampoo volumizzante rivitalizzante ai liposomi di candamera, una pianta amazzonica che protegge perfettamente i capelli delle amazzoni, ma non la loro foresta. Insomma, sono lì a massaggiarmi il cuoio cappelluto quando di colpo, l’angoscia. Dai due lati del cranio sento come due bernoccoli! Oh no, non è possibile, non può essere!!!
E invece sì. Era talmente chiaro! Finalmente avevo capito.
A quel punto sono schizzata fuori dalla vasca e mi sono precipitata al telefono tutta grondante.
Compone furiosamente un numero di telefono.
Lei
Pronto? Sono io. Stasera torni presto; devo parlarti!... Hai una riunione? Non mi interessa!!!
Alle sette, dalla portinaia:
Lei
Scusi, signora Concetta, mi potrebbe tenere il bambino stasera, per favore?
Signora Concetta (accento sardo)
Ma certo signò! Nessun problema. Una seratina tete-à-tete non si rifiuta mica. E per come vi conosco, saranno fuoco e fiamme!
Lei
Proprio così, fuoco e fiamme!
Le otto, a casa:
lui entra con una gran faccia da culo.
Lei esce in quinta a sinistra e rientra in scena immediatamente brandendo lo stesso mazzo di fiori dell’inizio dello spettacolo.
Lui (schiarendosi la voce)
Ciao 'more! Guarda che bei fiori che ho portato al mio tesoro.
Lei
Buonasera... (scaraventa il mazzo dietro il divano)
Credo che abbiamo qualcosa da dirci!
Lui
Da dirci.... Ma... Sì... Che si mangia stasera?... Dov’è mio figlio?... Fa caldo non trovi?...
Lei
Hai un’amante?...
Lui
Una cosa?!!
Lei
UNA RELAZIONE! UNA MOROSA! UN’AMICHETTA! UNA PUTTANELLA! UNA BALDRACCA! UNA VACCA! UNA TROIA! UNA CAGNA!
Lui
Calmati, calmati...
Lei
ALLORA?!!!
Lui
Sssssii...
Lei
Chi è?...
Lui
Non t’incazzare, non t’incazzare!
Fascio di luce su di lei al centro della scena
In un lampo mi sono passate davanti agli occhi tutte le mie amiche.
E’ Mara, la rizzacazzi, che passa la vita a dondolare tette e culo e poi ti cade dalle nuvole!
Mara (idiota)
Non capisco, gli uomini non mi apprezzano mai per quella che sono.
No, è Lisa, l’intellettualoide... alcolizzata
Lisa (ubriaca)
Come dicevo l’altra sera a tuo marito, succede quando sono in osmosi col mio inconscio... Cioè, a livello del vissuto del mio super-io, ti parlo, insomma, che io... Humm... Vuoi un bicchiere di tavernicchio?
E perché non Amanda, sempre vestita come un albero di Natale...
Amanda (snob)
Non ti dispiace se tuo marito mi riaccompagna a casa, è così pericoloso, ormai, andare in giro di sera da sole...
No, è Carla, la bellezza esotica... Grassa, ma cubana.
Carla (accento spagnolo)
Olà, olà, olà, me gusta mucho ballare la samba con tuo marito. Come balla bene. E’ nato col ritmo nel sangue. Sicura che non è un po’ cubano?
E’ vero che siamo grandissime amiche, ma appunto, fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Ritorno al piazzato fisso.
Lei
La conosco?!!!
Lui
Un pochino... E’ Ma... Ma... Maria-Cristina.
Lei
CHI?
Lui
Maria-Cristina, la mia segretaria.
Lei
Mmh, originale!
Non hai dovuto far troppa fatica, almeno!!
Lui
Cosa vuoi che ti dica.
Lei
Snif, snif.
Lui
La amo, mi ama... Sono innamorato!
Lei
Snif, e io?
Lui
Ehm...
Lei
Snif, snif!
Lui
Ma tu, non è cambiato niente! Sei la donna della mia vita!
E’ già qualcosa!
Lui
Capisci, noi, ci siamo messi insieme troppo presto.
Non eravamo davvero innamorati...
Cosa mi tocca sentire!
Lui
Ma questo, è il colpo di fulmine! E’ violento! Non so come spiegartelo... E’ così diversa da te... E’ dolce, è fragile... E poi abbiamo scoperto di avere un sacco di cose in comune! Sono innamorato come mai in vita mia. E’ una ragazza fantastica! Mi ascolta, mi capisce... Comincio una frase e lei la finisce...
E’... E’ una Fatina!!
Lei
Zitto! Zitto!
Ti odio!!! Vattene! Va’ dalla tua Fatina!
Prende una valigia da dietro il divano e ci sbatte dentro alla rinfusa tutta la biancheria che aveva piegato e appoggiato sul divano.
Lei (continua)
Tieni! Pigliati le tue mutande, camicie, calzini! Fatteli stirare dalla Fata Turchina!
Lui
Ma... Ma... Tesoro...
Ma 'more, sono un...
Lei
Bastardo! Vedi che son capace anch’io di finire le tue frasi! Fuori!
E bum! Lancia la valigia del marito in quinta a sinistra:
BUIO.
LA FATA I
Alla fine di una musichetta magica stile Walt Disney, si accende lentamente sull’attrice, in controluce, un proiettore con gelatina azzurra. E’ seduta sullo sgabello verso la quinta a destra, indossa uncappello a punta col tulle azzurro. Successivamente, si accende il seguipersona illuminando il volto dell'attrice.
La valigia del marito attraversa la scena con lo stesso slancio con cui era stata lanciata fuori e atterra ai piedi dell’angelo, che la prende tra le braccia.
LA FATA
Fantastico! Passiamo il week-end insieme?
LUI
Ho lasciato mia moglie. Cioè, m’ha sbattuto fuori.
LA FATA
Allora vieni a stare qui? Oh! Sono la donna più felice del mondo!
Apre la valigia per prendere le sue cose.
LA FATA
Le tue camicie! Le tue mutande! I tuoi calzini! Il mio sogno!
LUI
C’hai mica una birra?
LA FATA
Sì, ma prima raccontami, com’è andata?
LUI
Bene, bene. E’ una tosta, sai. Poi, beh, gliel’ho detto con delicatezza, a piccole dosi.
LA FATA
Ah, meglio così! Avevo paura che ti ricattasse col suicidio.
LUI
No! No! Non c’è pericolo. Le cose adesso sono chiare. C’hai mica un’aspirina?
LA FATA
Le hai parlato del divorzio!
LUI
No, no, non abbiamo avuto tempo. Poi c’era lì il bambino... Che si mangia?
LA FATA
Se vuoi ho una simmenthal.
LUI
Fantastico! C’hai mica un tavor?
LA FATA
Sì, sì, subito. Oh, sono così felice! Sono così felice! Sono così felice!
BUIO
Musica della fata che scompare.
ATTO II
Luce d’atmosfera serale, puntata intorno al divano sul quale è rannichiata l’attrice, prostrata. Silenzio.
Se solo l’avessi saputo! Sarei stata una rompiballe, insopportabile, stronza, sempre via, “Esisto solo io”, una che se la tira, una rizzacazzi, politicamente mai d’accordo. Mi sarei fatta rifare dodici volte il seno: a punta, a pera, quadrato. Non avrebbe mai palpato due volte la stessa donna. Chissà, magari gliel’avrebbe fatto venire a punta, a pera, quadrato? Come si fa a sapere? Non c’ha mai provato nessuno!
Mi sarei scopata altri uomini. L’avrei fatto ingelosire. Mi sarei fatta dei week-end senza di lui, senza neanche avvertirlo. Non sarebbe stato mai tranquillo. Il giorno del parto, per esempio, avrei cambiato clinica all’ultimo minuto. Lasciandogli un biglietto sul comodino: “Tesoro, vado a partorire, ma non ti dico dove: sorpresa!” Si sarebbe incazzato. Mi avrebbe cercata ovunque. Non gli sarebbe piaciuto, ma gli sarei mancata talmente tanto, avrebbe pensato che avevo una tale faccia tosta, che si sarebbe sciolto in lacrime davanti al bimbo, dalla gioia di ritrovarci.
Se avessi saputo, avrei fatto fuori tutte le donne al di sotto dei trent’anni, risparmiando solo le brutte e le cretine. Anzi, nemmeno di quelle c’è da fidarsi, possono diventare più zoccole della loro minigonna elasticizzata. Perchè lo so: la zoccola sta in agguato, acquattata nell’ombra, gli occhi e le tette puntati, pronta a saltare addosso al marito modello. Ma il problema è che non le riconosci subito, perché ce ne sonodi tutti i tipi.
Si alza e va verso il pubblico furibonda. Durante il movimento si accende il piazzato fisso.
E perchè, mi chiederete, proprio lui? Perchè lo sa la signorina “ombelico al vento”, lo sa che è facile, che il maschio con l’anello al dito è una preda ideale, che dopo dieci anni sotto lo stesso piumone, a dividere lo stesso porta spazzolino, c’ha voglia di sentirsi dire dalla bocca siliconata di una zoccola che è bello e intelligente, che la sua tempia brizzolata èrassicurante, e naturalmente, che è il primo uomo a farla felice...... ah! ah! ah! ah! ah!
E il babbeo, quello che a casa si gratta i coglioni, c’ha i cubetti di ghiaccio che gli si fondono nelle mutande. Gli si mettono a brillare i denti finti, gli si rizza in testa il capello trapiantato.
Così quando lei gli parla di questa sua incredibile somiglianza con Al Pacino incrociato col cervello di un premio Nobel, il babbeo si dimentica di raccontare che per il suo compleanno abbiamo fatto il Karaoke, e che lui ha cantato su Toto Cotugno! E sono anche sicura che si è dimenticato di racccontarle l’operazione di emorroidi. Sono io che gli ho cambiato le garze per un mese! Senza mai prenderlo in giro neanche una volta, a parte qualche risatina, ma non se ne è mai accorto....
E sono anche sicura che si è giocata la carta dell’intellettuale, la signorina. Cioè di quella che legge due libri all’anno: il riassunto del Premio Campiello e le critiche del Grinzane Cavour. Ah la mossa dell’intellettuale, li fa impazzire: si sentono importanti.
Ho rimesso insieme tutti i pezzi uno a uno: il guasto a Capodimonte, i seminari, i ritardi... Tutte le balle e le stronzate che è riuscito a inventare.
Come ha potuto tradirmi, mentirmi, ingannarmi, prendermi in giro, infinocchiarmi, farmi fessa fino a questo punto... Piantarmi un coltello del genere nella schiena... E adesso come farò a vivere? Se n’è andato, ed è ovunque. Apro un armadio, e ci trovo i suoi vestiti. Vado a letto, c’è il suo odore. Entro in cucina, prendo un piatto e dietro c’è scritto: Capodimonte! Sono circondata: non posso più muovermi. Non esco più. Non sono più niente... Come dice il nostro grande Cocciante: “Quando finisce un amore così com’è finito il mio... ti senti un nodo nella gola, un buco nello stomaco, un vuoto nella testa...”
Quel che si dice avere il cervello in pappa! Questa è mia eh...
Vabbè. Meglio che non resti qui da sola se no esplodo...
Prende la borsa.
Andrò al cinema, per distrarmi un po’.
Si siede sul mobile basso, di profilo, guardando lo schermo in direzione della quinta a destra, la borsa sulle ginocchia.
Parte la banda sonora di un estratto del film “LA FEMME D’À CÔTÉ (LA DONNA DELLA PORTA ACCANTO”. Contemporaneamente si accende una luce azzurrata in forma rettangolare diretta su di lei in modo da ricreare l’effetto di una sala cinematografica, come si avesse il riflesso dello schermo sul suo volto.
ESTRATTO DEL FILM
Sul rumore del bacio, prende un fazzoletto dalla borsa.
LEI
Ah no! No! Non davanti a me, per carità! E’ disgustoso: sto soffrendo, io!
Parte la musica del film.
Snif, Snif. Non ne potevo più. Ero lì, in prima fila, dietro uno schermo di lacrime, e mi è ritornato in mente tutto.
Il supermercato per la spesa della settimana, che bei tempi! Ti ricordi, quanto ci piaceva, il sabato, tutti e tre, io te e il bambino, passare in rivista tutte quelle cose meravigliose che avremmo comprato insieme: il tappetino del bagno da cambiare, i pannolini per il bambino, la radiosveglia che suona quando vuole lei, un giocattolo, un video per la sera, da mangiare per la settimana. Eri tu a prendere la verdura e io la carne. Il piccolo, seduto nel carrello, sbatteva i piedini. Com’eravamo belli, mentre spingevamo il carrello in mezzo agli scaffali, con gli occhi che frugavano dappertutto. Eravamo una famiglia unita, eravamo soli al mondo tra la folla del supermercato.
Alla cassa, in coda, tu prendevi in giro gli uomini in tuta da ginnastica, e io mi incazzavo quando vedevo dei genitori dare un ceffone a un bimbo. Arrivati alla macchina, quuesto non te l’ho mai detto, facevo sempre finta di avere dimenticato qualcosa per tornare indietro a comprarti un regalo: un libro, la pelle di daino per la macchina. Mi sorridevi e mi baciavi sul collo. Sì, lo facevi davanti a tutti. Quando mi passo la mano sul collo, sento ancora il tuo bacio come un tatuaggio invisibile e tenace.
Si volta verso il pubblico. Durante il movimento, la musica si ferma e sul suo viso, oltre all’effetto cinema, si accende un proiettore.
Eppure ho fatto di tutto per calpestare questi ricordi: è vero, dai, non è molto romantico un ipermercato. E invece sì! Il carrello era la mia gondola. E Capitan Findus remava tra i canali di surgelati, portandomi verso il tramonto del sole piatti. Non metterò mai più piede in un ipermercato. Andrò all’alimentari sotto casa...
Si rimette di fronte allo “schermo”. Fine della luce dal proiettore di fronte, e riprende la banda sonora del film...
SCENA FAZZOLETTO
La musica aumenta di volume, e Lei si tira indietro contro lo schienale.
Non è possibile! Un uomo che mi plana accanto.
Evita il contatto col vicino.
Ecco, non sono manco trenta secondi che è arrivato, e già sento una mano calda e appiccicosa sulla coscia.
Lei (Esplode)
Porco! Testa di cazzo! Maniaco sessuale! Pezzo di merda! Bastardo!
Si alza e si rivolge agli “spettatori” del “cinema” dietro di lei.
Lei
Cosa, shh!?
Si rialza, fa un passo verso il divano facendo cadere di colpo la borsa.
Interruzione brusca della banda sonora del film.
Piazzato fisso sera.
Disperata, guarda il suo appartamento, si mette la vestaglia e si lascia cadere sul divano.
E’ a questo punto che è iniziato il mio periodo di profonda, profondissima depressione… Chi divoi c’è passata lo sa a menoria: è il periodo vestaglia, plaid, calzini, divano, Kleenex. E può proprio ringraziarmi la signora Kleenex: se ha la pelliccia nuova, quest’inverno, è grazie a me!
Prende di tasca degli occhiali da sole e se li mette.
Il mattino, dopo avere pianto troppo, avevo gli occhi come quelli di un coniglio con la mixomatosi. Come diceva mio figlio:
Il bambino
Bua agli occi, mamma.
Lei
Sì, ciccio, la mamma s’è messa le dita negli occhi! Che furbata, eh?
Indossa il cappotto sopra la vestaglia. Sale lentamente un piazzato fisso molto freddo (Luce esterna)
Lei
Forza ciccio, sennò facciamo tardi a scuola. No, tu non hai bisogno degli occhiali da sole! No, non c’hai la bua agli occhi! Ma cosa fai, non metterti le dita negli occhi!!! E con le muffole, poi! Dai forza, infilati il cappello, anche mamma se lo mette.
Prende dal cesto della biancheria un cerchietto con due corna rosse e se lo mette in testa.
Non vi dico i commenti all’entrata della scuola:
- Che smorfiosa quella lì! Non parla con nessuno!
- Gli occhiali da sole in pieno inverno?
- Ma chi si crede di essere? Una star?
- Non vi sembra un po’ strana?
Stronze! Stronze! Stronze! Le odio tutte. Ed era solo l’inizio. Non sapevo di essere solo alla prima stazione del mio calvario. Tutti i gesti quotidiani più naturali stavano per diventare un incubo! Tò, per esempio, dal macellaio:
Il macellaio
Allora, cosa serviamo alla nostra bella signora, che non mi sembra tanto in forma stamattina?
Lei
Due bistecche per favore (Scoppia a piangere togliendosi gli occhiali)
Due bistecche invece di tre...
Due bistecche invece di tre...
Sono scoppiata a piangere davanti al macellaio sconcertato. Sono scappata via rasentando i muri. Ho persino dimenticato la carne! E mi aveva pure tagliato un bel pezzo! E’ incredibile, no, arrivare al punto di piangere per un filetto!
Poi ci sono le giornate che non cominciano mai. Le giornate del tipo che mi rimetto subito a letto dopo avere portato il bambino a scuola.
Luce interno sera.
Si sdraia sul divano coprendosi col cappotto, tipo coperta.
E’ colpa mia...
Sono stupida...
No, sono brutta...
No, sono deficiente!... Stupida.
No, mi sono lasciata andare... Sono grassa! Cretina... Lobotomizzata...
Patetica...
Un cesso! Ecco cosa sono! un cesso!
No, è il bambino che ha preso tutta l’attenzione e lui, l’ho dimenticato... Quanto ero rompipalle quando ero incinta. Un continuo, poverino: “Ho voglia di vomitare! Ho voglia di papaya! Ho sonno. S’è mosso, s’è mosso, s’è mosso... Troppo tardi! Ho fame! Non ho più fame! Mi schiaccia la vescica. Ho mal di schiena! Ahi! Una contrazione!...”
Vi rendete conto cosa s’è sorbito per nove mesi!
E quando voleva fare l’amore, poi, era dura, una fatica.
Mima.
Ah no! Non così!...
Oh! Ho un crampo!Ahi! Ouh! Ahi!
Metti un cuscino qui che mi appoggio!
Attento, schiacci il piccolo!
Insomma, diciamolo, di che farlo afflosciare a un malato grave di priapismo!
E poi tutto quel bla-bla con le amiche: con dolore, senza dolore... con l’epidurale, senza l’epidurale... Accovacciata, in acqua... All’ospedale oppure in clinica.... Il forcipe... l’episiotomia diritta o di traverso? Allattare, non allattare, semi allattare.... Le smagliature... La ginnastica post-natale.... Vi rendete conto cosa s’è sorbito per nove mesi? Di che avere la nausea a vita delle donne!
Si alza e, durante il movimento, ritorna il piazzato fisso.
E il parto! Ma ci pensate a cosa ha subito durante il parto? Fare avanti e indietro per ore a aspettare, con la pancia vuota, niente da bere, niente da mangiare, niente da fare tranne guardarmi. Nemmeno la tele o un giornale per distrarsi. E poi quell’ambientino, le mie grida insopportabili! E quando sono cominciati i problemi, tutti quei dottori attorno a me che non lo lasciavano avvicinarsi. Lui che non sopporta i medici...
E quando l’ostetrica l’ha inseguito col piccolo ancora tutto gocciolante gridandogli “E’ salvo! E’ salvo! Guardi quant’è bello! Lo prenda! Lo prenda in braccio!”
Lui che non sopporta il sangue! C’è mancato poco che svenisse! Ma che idiota quel medico! Che mancanza di psicologia! Gli è andata bene che avevo avuto un’emorragia e che mi avevano ricucita da capo a piedi, sennò vi giuro che mi sentiva! La Signora Ostetrica.
E poi il ritorno a casa! Un incubo! Piangevo in continuazione! Mi sono fatta una depressione post-partum coi fiocchi. Non dormivo più. Non riuscivo a venirne fuori. La notte lo svegliavo: “Dimmi un po’, l’ultimo biberon era alle due o alle quattro? Quante dosi? Due o tre?”
(Mima) Ah, ah! Vuoi fare l’amore, adesso? Sì però sta attento ai punti! Non toccarmi il seno è troppo duro!!!
Come ha fatto a resistere? Vi rendete conto di quello che ha subito!
E io, durante il suo dramma, ero totalmente assorbita dall’amore materno, carnale, animale, semplice... Oh Dio com’era bello! E che egoista, che egoista sono stata! Mi faccio schifo!
Si riprende:
Stop! Basta prendersi a bastonate. Non sono mica una ragazza madre, io!
E che diamine, l’abbiamo fatto in due sto bambino!!!
Buio
Si toglie la vestaglia e le corna, lanciandole in quinta.
Sempre al buio:
Aiuto! Aiuto! Amici! Amiche!
Piazzato fisso
Ah! Gli amici, le amiche... Davvero niente da dire, per fortuna che c’erano. Una gran bella esperienza. Siate cornuti e scoprirete gli amici sotto una nuova luce! Ho fatto il giro e ne ho sentite di tutti i colori.
Prima di tutto, sono andata dai suoi amici. Mi sono detta, tra uomini, si saranno parlati. Almeno loro mi aiuteranno. Con tutte le sere che li ho sfamati a birra, a casa nostra, mi dovranno pur qualcosa!
Un amico
Mica ce la starai a menare, succede a tutti! E poi oh! Ha retto cinque anni!
Un altro
Ah! Cosa vuoi, noi uomini siamo come i cani, passa una figa e ci viene una vampata ai coglioni!
Un altro
Certo che sistemarti, adesso, non sarà mica facile... Alla tua età... E poi, con un bambino...
Allora sono tornata dalle amiche:
Lei
Dì un po’, Serena, tu come hai fatto?
Lisa (sbronza)
Allora, è una questione di alenamento! La prima volta, è dura. Ullallà! Hic, ma alla decima... Ti metti a bere. Vuoi un bicchiere di nartini-ni?
Ah e poi Barbara, l’inenarrabile Barbara:
Barbara (snob)
Tesoro, insomma, ma fa’ come lui! Trovati un amante! hahaha!
Lei
Ma certo tesoooro!
Che simpatica! Suo marito, per esempio!
E poi ci sono i consigli pratici tipo quelli della vicina. Joe Falchetto.
Vicina Joe Falchetto
Oooh, ma io, il mio, lo tengo sempre sotto stretta sorveglianza! Non esce mai da solo. So quello che fa minuto per minuto. Gli ho messo tutto: cercapersone, cicalino, cellulare, è sotto controllo. In questo preciso istante è dal dentista. Gli faccio mettere un chip nella capsula dentaria.
Dei buoni spunti, vero?
Non vi risparmierò certo le più carine:
Un’amica
Sai, in un certo senso lo capisco. Doveva succedere. Non hai interessi.
Un’altra
No ma, scusa, lo vedi come sei conciata?
Sono proprio carine, eh!...
Per quel che riguarda la famiglia, sostegno morale zero!
Lei
Andare da un avvocato per gli alimenti? Ma insomma papà, non siamo ancora a questi punti...
Calmati mamma, non piangere così... Vedrai che s’aggiusta!
(Urlando alla nonna sorda)
M’ha messo le corna, nonna!... Sì, sì, le corna!... Ah! non è niente?... Morto un papa se ne fa un altro!... Bene, buono a sapersi!
E poi ci sono tutte quelle che se l’aspettavano. Per esempio Cinzia:
Cinzia (oca)
Non mi stupisce proprio, sai: c’aveva provato anche con me. Ero così a disagio. Non osavo più venire a cena da voi. Faiun po’ tu.
Ma non ti eri accorta delle sue manovre? Mi riempiva sempre di complimenti. Mi serviva sempre per prima. Ah, come stavo male!
Sì, e allora vatti a rileggere il galateo, deficiente, così capirai perché ti serviva per prima! No, ma insomma! Mica ho sposato un cafone!
Poi la più simpatica, Rosa:
Rosa (accento bolognese)
Eh! E’ da un pezzo che me ne ero accorta che faceva il cascamorto con quel pesce lesso di Maria Cristina. Un giorno l’ho visto alla mensa che le faceva assaggiare il dolce col suo cucchiaino!
Lei
Ah! E quanto tempo fa?
Rosa
Tre mesi, più o meno.
Lei
Allora lo sapevi?
Rosa
Beh... Sì...
Lei
E c’era qualcun’altra che lo sapeva?
Rosa
Beh... sì...
Lei
Lo sapevano tutti tranne me!
Rosa
Beh... sì...
Lei (incazzata)
Ah! Carine!
Rosa
Senti, mica potevamo venirtelo a dire!
Ah! Ma mica mi lascio fregare così, eh! Che non pensi di rubarmelo così, il mio uomo, sta troia!!! Non sarà certo una fatina a portarmi via il principe azzurro!
Va verso lo scaffale basso e prende la rivista “Grazia”:
Vi dispiace se leggo un po’? Mi calma.
Si siede e accende la lampada.
Non ne ho per molto, “Grazia”.
Sfoglia rapidamente la rivista, senza leggere nulla, guardando il pubblico.
L’oroscopo è in fondo...
Poi le cade l’occhio su un articolo.
Toh: “COPPIE ALLA DERIVA”
Vediamo un po’ cosa cosa ci raccontano.
“... Per salvare la vostra coppia, bisogna parlare, conversare, discutere, capire cosa vi sta succedendo... La salvezza è sempre il dialogo.”
Chiude brutalmente la rivista.
E’ ovvio che c’ho provato, col dialogo! Che cretina, Grazia.
E’ ovvio che ho cercato di salvare la mia coppia!
Una sera gli ho chiesto di passare a casa, e mi ha risposto così:
Luci su di lei al centro della scena.
Lei
Tesoro, perché mi fai del male?
Lui
Non lo so...
Lei
Mi lasci veramente?...
Lui
Non lo so...
Lei
Mi ami?...
Lui
Non lo so...
Lei
E lei, la ami?
Lui
Non lo so...
Lei
Dove stai, adesso?
Lui
Non lo so...
Lei
Vuoi andare a vivere con lei?
Lui
Non lo so...
Lei
Non hai voglia di abbracciarmi?
Lui
Non lo so...
Lei
E questo fine settimana, che si fa?
Lui
Non lo so...
Lei
E io, cosa faccio?
Lui
Non lo so...
Lei
E che ne dici di un bel paio di schiaffi?!
Lui
Calma, non t’arrabbiare!... Non lo so! Non so niente, non capisco più niente! Non so più che pesci pigliare! Ho bisogno di tempo... Ho bisogno del tuo aiuto.
Secondo voi, a questo punto, devo mettermi a ridere o a piangere?...
Lui
Cerca di capire, non posso lasciarla così... E’ una bambina... E’ così fragile, mentre tu, tu sei così forte!
Ma guarda un po’!
Lui
Non riesci a capire che è molto importante, per me, quello che mi sta succedendo! Ma per te non cambierà niente: ci sarò sempre, per te. Fidati.
Mi sa che sarà dura.
Lui
Guarda, domani è il tuo compleanno, ti porto fuori. Andiamo a cena io e te al ristorante!
I miei quarant’anni, me n’ero completamente dimenticata! Che tesoro, che amore! Se n’è ricordato!
Piazzato fisso, giorno.
Ah, non sto nemmeno a dirvi l’agitazione, il giorno dopo! La notte non avevo chiuso occhio. Mi sono cambiata venticinque volte per questa serata. Sono passata per tutti i colori dell’arcobaleno. E la sera, è arrivato.
Campanello.
Lui (Di fretta, assente)
Ciao. Come stai?... Sei pronta? Ehm... Andiamo?
Lei si mette il cappotto.
Lei
Sì, sì. Dove hai prenotato? Da nessuna parte... (Fa finta di niente) Dove voglio io? Che carino. Beh, hem... Come? Il cinese che ci piace tanto! (Delusa) Hem... Va bene, perché no?... Ah, è chiuso! Beh, meglio così, ti faceva venire i bruciori di stomaco! Al giapponese? Ma mi fa schifo! Ti eri dimenticato? Eh sì, ti sei già dimenticato.
Insomma, alla fine ci siamo messi d’accordo sull’unico ristorante aperto. Ma siccome non avevamo prenotato, c’hanno detto che c’erano tre quarti d’ora da aspettare. Due ore dopo, quando ci siamo finalmente messi a tavola, erano rimasti solo affettati misti e pasta al forno. Allora sono scoppiata a piangere e sono scappata via. Era così chiaro, la serata di festa andata a puttane, e lui che se ne fregava altamente. Era finita, lo sapevo, era finita. Lui non c’era già più. Era la fine.
Buio.
LA FATA II
La stessa musica dell’apparizione della Fatina. Sulle ultime note, come prima, si accendono il proiettore blu in controluce e la luce frontale bianca. Questa volta contemporaneamente, alla fine della musica. La Fatina appare con lo stesso costume di prima, nella stessa posizione.
La Fata
(Civettuola, gioca con il tulle del cappello parlando alle amiche che le stanno intorno)
Ragazze, sono troppo felice! Non mi trovate cambiata? Sono dimagrita, vero? E’ l’amore! E’ meraviglioso vivere con un uomo!
Sì, insomma, in ufficio le carezze rubate tra una riunione e l’altra, era bello! Ci siamo fatti di quelle risate! Abbiamo fatto l’amore ovunque, sulla fotocopiatrice, sul fax, negli arichivi... Il massimo è stato sulla sedia a rotelle del suo ufficio! Ah, ve lo consiglio proprio, è una figata.
Adesso però, è ventiquattr’ore su ventiquattro: lavoriamo insieme, viviamo insieme, dormiamo insieme. E’ una vera storia, insomma.
Da quanto tempo durava?... Non saprei... Un paio d’anni.
Sua moglie? Oh no! Non sospettava nulla!
Ma certo, anch’io, credo proprio che me ne sarei accorta.
Per forza, non doveva più essere lo stesso! Basta pensare che non la toccava più.
Come, che ne so?! Me l’ha detto lui!... Certo che ci credo!
Come sarebbe, ho rovinato una famiglia? Oh, mica sono io che sono andata a cercarmelo! E’ lui che m’è venuto dietro! In ogni modo, se aveva voglia di un’avventura, vuol dire che a casa non era soddisfatto. E’ chiaro che, in confronto a me, non aveva speranze.
Guardate, è o non è una prova d’amore, questa?
Mostra l’anello al dito al pubblico.
“The ring!”
Quand’è che divorzia? Bah, preferisce aspettare che sia la moglie a chiederlo. Sì, pensiamo che sia meglio per il bambino...
Ah, no! ... Prima della maturità!
BUIO
Musica di scomparsa della Fata.
ATTO III
Piazzato fisso. Piomba in scena da destra, piena d’energia.
Detto ciò, per iniziare una vita nuova, farsi mollare dall’uomo è fantastico: per dimagrire non c’è niente di meglio. A tutte le amiche che me la menano con le loro diete e che perdono due chili scarsi in tre mesi, rispondo: crisi di mezza età, otto chili in quindici giorni!
Solo che io, gli otto chili, li ho presi!
Proprio così, le magre si buttano su Prozac e tè al limone, io su Nutella e bucatini all’amatriciana.
Eh sì, sono sempre stata molto fortunata! Già avevo tendenza a ingrassare di un chilo solo leggendo la parola ristorante, adesso ho superato tutti i limiti raggiungendo la 52.
Mi viene in mente un’amica che mi ha invitato a cena a casa sua. Mi ha dato l’indirizzo, “corso Garibaldi 50”. Le ho risposto “perfetto, in un 50 riesco ancora a entrare!”...
Insomma, per ottenere questo vitino di vespa obesa, devo confessarvi che per tre settimane ho praticamente abitato nel frigorifero. A ogni singhiozzo, un boccone: una lacrima, un kinder, una lacrima, una fetta di salame, una lacrima, un budino. Con tutte le lacrime che versavo, potevo riempire senza problemi il portacubetti di ghiaccio. E’ quando mi sono specchiata nel fondo dell’ultima vaschetta di lasagne che mi sono resa conto di essermi presa una bella mazzata.
Per potermi comprare un vestito, ho dovuto portare a spasso la mia vergogna da Premaman. La commessa mi ha chiesto a che mese ero. Stavo per risponderle che non ero incinta... Quando sta deficiente ha aggiunto: “Però, ha un bel coraggio a fare shopping così vicina al parto!”
.... Non ho comprato niente.
Per la testa, la cura è ancora peggio. Per prima cosa, mi sono dimenticata a che piano stavo. Arrivata in garage, non mi ricordavo più che macchina avevo. Una Kango o una Twingou?
La ciliegina sulla torta è stato in banca: impossibile ricordarmi il mio nome da ragazza! Poi non devo stupirmi di ricevere della posta indirizzata alla Signora puntini puntini.
Mi stavo rincoglionendo! Questa storia mi stava spappolando il cervello. La testa non funzionava più normalmente. Si era trasformata in un videoregistratore che manda in continuazione la stessa cassetta.
Stavo diventando una marziana indifferente al mondo che la circonda.
E poi cominciavo a avere un chiodo fisso: non potevo fare a meno di immaginarli mentre scopavano.
Luce stretta sul suo viso con un controluce rosso.
Lei sta immaginando.
Seduti... In piedi... Diritto... Rovescio...
Il bambino
Mamma!
Fanno l’amore ovunque? In cucina... Sotto la doccia... In macchina...
Il bambino
Mamma! Mamma!
Le fa le stesse cose che faceva a me?
In ogni caso mica ci sono 2000 modi!
Il bambino
Mamma! Dov’è papà e quando torna?...
Piazzato fisso.
Lei si “risveglia”
Lei
Oh, mio pulcino! Ciccino mio, il mio unico vero grande tesoro. Sono qui, sono qui. Vieni amore. Il papà è andato su Marte, pare che sia con una fatina. Ma non ti preoccupare, tornerà presto.
Il bambino
E mi porterà un regalo?
Lei
Ma certo! Dai, vieni, andiamo ai giardini!
Prende con una mano la borsa, con l’altra il bambino.
E si ricomincia. Come esci, hai l’impressione d’avercelo scritto in fronte: SEPARATA!
La luce lentamente diventa bianca (esterno giorno) abbassandosi sul fondo della scena per aumentare sul proscenio.
La protinaia, per esempio:
La signora Concetta (accento sardo)
Buongiorno Signora, non vedo più suo marito! Sta bene?
Lei
Sì, sì! Grazie, Signora Concetta!
Il bambino
Il mio papà se l’è svignata su Marte con una troia che non piace alla mamma!
Lei
Ah! Ah! I bambini! Ci si chiede come si inventino certe cose! Via, buona giornata signora Concetta!!
E il vicino, cascamorto libidinoso, con gli occhi che gli cadono sempre nella scollatura, mentre porto su le bottiglie del latte e dell’acqua:
Il vicino
Ma non le pesa, signora? Ci vorrebbero due braccia robuste per portargliele su! Non c’è, suo marito?
Ma lasciatemi in pace! Dai, vieni ciccio, andiamo ai giardini.
Come fondo sonoro, voci di bambini che giocano ai giardini. Contemporaneamente si accende un proiettore giallo sole in controluce sullo scaffale basso, a sinistra, dove lei va a sedersi.
Guarda il figlio che gioca nel raggio di sole. E’ finalmente calma, quasi contenta.
Lei
No, ciccio, non sederti sulla terra bagnata! No, non tirare le trecce alla bambina, sono vere. Sì, è bello il tuo castello.
E proprio lì chi ti incotro? una vecchia compagna di liceo, ci mancava solo quella:
Compagna
Dì un po’, te lo ricordi Tommaso?
Ha finalmente mollato la moglie.
Diciamocelo, se lo meritava!
Finalmente respirerà un po’, poveretto. Era una tale rompicoglioni!
E poi la nuova sembra sia simpaticissima!Per fortuna, così’ potremo frequentarlo di nuovo. Che ne pensi?
Niente. Non ne pensavo niente. L’ho piantata lì sulla panchina. Ho preso il bambino. L’ho portato dalla sua madrina con paletta e secchiello.....
Lascia cadere la borsetta e si sdraiai di nuovo sul divano.
Luce d’appartamento intorno al divano.
...... E mi sono rimessa a letto, col mio piumone, i miei calzini per non aver freddo ai piedi di notte, le mie chiacchierate col pesce rosso, le mie notti insonni e la mia nuova amica.... La solitudine.
Sono rimasta a letto quindici giorni! E’ stato mio cugino Dario a svegliarmi. E’ piombato giù dal Veneto. E’ venuto a chiedere asilo.... Una storia spaventosa: sua moglie l’ha piantato!....
Si rialza. Piazzato fisso. Luce della sera.
Sì, insomma, via, lei la capisco. Se ne è andata con uno di vent’anni. Allora in questo caso mi dico, è più che legittimo:
a quaranta anni qualunque donna ha voglia di sapere se è ancora in grado di sedurre e soprattutto uno giovane. Voi non fareste lo stesso? Ma sì, certo!
Quindi il mio Dario mi è arrivato in lacrime e io gli ho raccontato tutto. E’ stato il colpo di grazia!
Dario
No, voi due!! Separati? Non è possibile! Eravate l’esempio della famiglia unita! La coppia perfetta!
La coppia perfetta, povero il mio Dario! Credeva ancora nella coppia perfetta! Voi ci credete nella coppia perfetta? (sceglie una coppia dal pubblico) Voi per esempio.... No, voi no. Dov’è la mia coppia perfetta? (sceglie un’altra coppia) Eccoli! Guardate come sono belli, vanno insieme a teatro. Dopo si faranno un ristorantino, è vero o no? E poi magari, tornando a casa, lei, signore, farà una scenata a sua moglie. Le dirà “ Oh! Ma che è stò spettacolo di merda che mi hai portato a vedere, con quella troiona isterica!” E giù botte.
Oppure sarà lei, signora. Comincerà a farlo incazzare chiedendogli cosa ci faceva ieri sera ancora in ufficio alle dieci? Poi gli spaccherà la zuppiera in testa.
Ma domenica, quando verrà tutta la famiglia a pranzo - e sicuramente preparerà un banchetto - vedrete quanto saranno sorridenti, belli e perfetti.
Eh già, la coppia perfetta è quella che si sbudella in casa e non in pubblico.
Si rivolge di nuovo alla coppia scelta.
E sinceramente, ve ne siamo tutti estremamente grati.
Quindi mio cugino Dario mi ha rimesso in piedi. Si è occupato di tutto. Mi ha rinsegnato a vivere, a bere, a mangiare, a camminare:
Dario
Ecco così, metti un piede davanti all’altro. Vedrai, va da sè. Bene! Domani si corre.
Lei (sospira)
Dario
Bene, adesso giochiamo con gli anelli.
Si siede sullo scaffale basso e prende il gioco della Fisher Price composto da anelli di tutti i colori da infilare in ordine decrescente su un bastone.
Dario
Allora, prima si mette il più grande.
No! Non quello!
Non il rosso!
Ma insomma eri capace quando avevi un anno e mezzo!
Quello, quello giallo. Ecco!
Adesso, qual’è il più grande?
No, non quello.....
Ma fatti curare! fatti dare degli antidepressivi!
Infila rapidamente gli anelli rimanenti.
Vedete? Adesso ci riesco.
Sulle prime ho detto no!
Si alza.
Io, imbottita di pillole! MAI!
Dario (insistente)
Prova e vedrai!
Ebbene ho visto. Una settimana dopo: nessun effetto.
Dario
Triplica la dose!
Ebbene, che lo crediate o no, quindici giorni dopo volavo!
Sì, sì, ve lo assicuro: volavo. Soltanto che il problema dei voli è il carrello d’atterraggio. Non sempre mi è uscito in tempo. Il che ha causato qualche strage e allora tutti si sono immischiati.
Non so se avete notato che dietro ogni amica si cela una farmacista. Per esempio, Barbara mi ha fatto decollare con del “Vivalavita”. Cinzia mi ha spedito in orbita con del “FormaEsplosiva”. Per Lisa non c’è niente di meglio del limoncello. Quindi: antidepressivi, più Vivalavita, più “Formaesplosiva”, più limoncello.... Stavo bene! Ero su una nuvola. Fino al giorno in cui ho messo della maionese sullo spazzolino da denti di Dario. La cosa non gli è piaciuta. Mi ha fatto una scenata.
Dario
Smettila di prendere tutte ste porcherie! Finirai per rimetterci la salute....Passa all’omeopatia!
Così ho buttato via tutti i miei cocktails e mi sono ritrovata con tante boccettine:
Lei
Allora il lunedì: due granuli di questo, poi tre gocce di quello, poi una monodose di questo alle 10, alle 15, alle 19, alle 20 e alle 25.
Il martedì: tre gocce di questo, più una monodose e due granuli di quello.
Il mercoledì......
Ho preso boccette e boccettine e le ho buttate tutte nella pattumiera. E a quel punto mi sono sentita meglio!.... Insomma, avevo l’impressione di stare meglio. Non avevo fatto i conti con l’esplosione della rabbia, la bella rabbia, quella del toro ferito che si rialza.
E allora, signore mie (si sbottona un bottone della camicia e mostra la scollatura) Sono entrata nella fase più delicata: la bulimia da maschio.....
E già, passiamo la vita a parlar male di loro, ma non possiamo farne a meno.
Porca miseria, me lo trovo anch’io adesso un amante!!!
Sì, ma dove?....
Farò come lui, il primo che mi capita sotto tiro: Dario! Ah no, è mio cugino. Vabbè, è vero che dopo lo spettacolo di Benito, c’avevamo provato nel fienile, ma non avevamo concluso granchè. C’è da dire che avevamo solo sei anni! Ad ogni modo, Dario doveva ritornarsene a casa per occuparsi dei suoi cinque figli.
Vabbè, allora, il secondo sotto mano chi è?.... Il vicino!
(suona il campanello)
Ding! Dong!
Lei
Bene, mi volevi così tanto, eccomi qui, sono libera!
Il vicino
Mmmmmmm io?
Lei
Sì. Forza, prendimi, qui, subito!
A quel punto inizio a spogliarlo, ovvio, e lui non fa niente! Quando non ero disponibile era peggio del bostik e adesso manco gli si rizza!... E quindi, certo, ho ottenuto quello che volevo... cioè un fiasco totale. E il mio povero caro vicino che non la finiva più di scusarsi.
Il vicino
Scusami... Non cosa mi prende... Ma hem... scusami.
Lei
Tanto per cominciare, non si dice “scusami” ma “la prego di scusarmi”, poi hem... non importa, non è una tragedia... certo... è un peccato.
Lui è rimasto ferito nel suo orgoglio maschile, ma a me ha fatto bene, un po’ di calore umano. Ciò nonostante mi ha lasciato la spiacevole sensazione che per me il sesso fosse un capitolo chiuso. Una bella mazzata, per una a cui piace come me... (Fa per abbottonarsi la scollatura, poi ci ripensa) Lasciamola così, non si sa mai.
Così, ne ho parlato con Valeria, un’amica psico-astro sa Dio che cosa, insomma, una di quelle che possono sempre spiegarti qualunque cosa. Ebbene, Valeria è un’esperta di sesso. Cioè, non è il suo lavoro, è un hobby. Allora, ecco, vi racconto la visita:
Arrivo da Valeria. Mi riceve in guepière- il che già mi da sui nervi- è seduta sul letto ancora caldo dai bagordi della sera prima, a limarsi le unghie.
Valeria
Ma tesoro, non avrai fatto una cosa del genere al tuo vicino! Non bisogna mai forzargli la mano!... Sempre lasciargli l’iniziativa... O almeno farglielo credere...!
Lei
Ah sì?!
Valeria
Ma certo tesoro! Sei fuori allenamento! Intanto, bisogna che tu ti rimetta in forma! Una dieta per perdere qualche chilo, un po’ di ginnastica per fare andare via la pancia, cambiare tinta, rifarti il guardaroba.
Lei
Ufff!... Che fatica! E poi chissà quanto costa!
Valeria
Insomma, devi sapere cosa vuoi, non hai mica intenzione di restare sola tutta la vita! Va beh, cominciamo con la cosa più semplice: cerca di ricontattare i tuoi ex.
Lei
Ma scherzi! E’ una vita!
Valeria
E’ questo il bello! Sorpresa-sorpresa!
Così ho tirato fuori le mie vecchie agende.
Si siede sullo scaffale basso e prende le agende...
Allora... 1972: ah! no, ero ancora vergine...
1978? E’ già meglio. Allora... Oh sì! Lui sì! Ci proviamo? Ma sì, dai, ci proviamo. (Fa finta di comporre un numero di telefono)
Oh, suona libero...
E adesso cosa gli racconto? Non sembrerò una stupida, dopo tutto questo tempo? E se mi risponde la moglie? Riattacco.
Fa che non sia sua madre! Era una tale rompicoglioni sua...
Lei
Pronto Filippo? Sono io! Beh hemm... Cetriolina!
Che sorpresa, eh!
.... Sì, esatto, le vacanze in Grecia!
Sempre single? Perfetto! Cioè, voglio dire...
Giovedì sera? Oh sì, certo!
Se sono cambiata? No: E tu?
Sì, sì, anch’io non vedo l’ora. A giovedì.
Riattacca:
Che culo! E’ libero!
Era un figo questo qui! Era il mio maestro di surf a Corfù. Mi ricordo che quell’estate eravamo tutte pazze di lui. Aveva una... coda di cavallo... fantastica! Sì, certo, ma lui è stato fra i primi. E poi mica il codino di topo striminzito appiccicato al collo! Ah no! Una bella criniera selvaggia domata dalla bandana rosso fuoco! Oh, cosa non siamo riusciti a fare, io e lui, quelle notti sulla spiaggia!...
E così, giovedì mattina, mi sono detta “Cara mia, mica ti puoi presentare conciata così! Devi sembrare una star!”
Quindi, servizio completo: lo shampo di Claudia Schiffer, il trucco di Cindy Crawford, i collant di Kim Basinger e solo tre fette del prosciutto di Sophia Loren in tutta la giornata!
La sera, ero splendida. Dovevate vedere lo sguardo ammirato di mio figlio quando mi sono messa il cappotto!
Il bambino
Oh come sei bella mamma! Sembri Marge Simpson!
E così sono partita per il mio appuntamento sicura del mio fascino. Una volta arrivata, la mazzata.
Proiettori su di lei con un controluce rosso. E’ sul limite della scena sulla destra. Guarda tra il pubblico.
Filippo... dov’è il mio Filippo. Ah no! Quello seduto là in fondo...
Non è lui!... Ma sì.
Oh Dio, com’è invecchiato!
Per tutta la durata della cena mi sono chiesta: ma dove sono finiti i suoi capelli?
E’ strano, pensandoci è vero che sono stata a letto con lui, però non mi ricordo un granché.
Ad ogni modo non ho intenzione di ripetere l’esperienza (Ritorno al piazzato fisso mentre si dirige verso il telefono)
Mi sono detta: visto che la prima volta non è mai la migliore, passiamo al prossimo:
Lei (al telefono)
Pronto Giorgio! Sì, sono io! Beh hem... Cetriolina!
Sì, come va?... Ah, vivi con un uomo. Bravo!
Sei così felice? (Riattacca) Fa piacere!
Ivan! Ma restava Ivan! I falò nel bosco, le canne, la chitarra... E quando cantava Bennato! ... Oh mio Dio!
E così ho rivisto Ivan. Tra una boccata di fumo e l’altra, mi ha fatto assaggiare il pane fatto da lui quindi sono scappata. Soprattutto quando mi ha detto che cercava una donna che andasse a vivere con lui in Valle d’Aosta. E io le capre, il telaio, la ceramica, la maglia, il formaggio, i portaceneri di pasta di pane e le lenzuola di rafia, no grazie.
Avevo finito le lettere dell’alfabeto (Butta l’agenda nel cesto della biancheria sporca) Gli ex, in pattumiera!
E poi, una sera, chi ti incontro? La mia amica Paola. Ah, non la conoscete ancora, Paola, ma vedrete, è un tipo speciale, Paola. Così mi ha portato in un posto “fighissimo”, come dice lei!
Paola
Vedrai, è una discoteca fighissima, c’è un’atmosfera fighissima! Ci sono un sacco di amici fighissimi. Vedrai, è fighissimo! Il tuo vestito, invece, non è proprio fighissimo.
E così mi ha travestita da velina. Mi ha detto che avrei avuto un successo strepitoso. “Fighissimo”!
Inizio improvviso di una musica tecno dura, con luci stroboscopiche da discoteca. Lei griderà per farsi sentire nonostante la musica:
E SIAMO ARRIVATE IN UN CAPANNONE SOVRAFFOLLATO, CON UNA MUSICA TIPO MARTELLO PNEUMATICO IMPAZZITO; Sì, ESATTO, LA ROBA CHE STATE ASCOLTANDO, CHE VI STA TRAPANANDO I TIMPANI.
Paola
E’ fighissimo, vero?!
Lei
Sì! Fighissimo!
Paola
Ci vediamo dopo!
Balla un po’, al centro della scena.
Poi la luce stroboscopica si spegne di colpo.
Si alza lentamente una debole luce da interno notte, mentre lei continua a parlare attraversando penosamente la scena a tastoni verso lo scaffale alto a destra.
Non l’ho più vista per tutta la serata.
Si aggrappa allo scaffale alto come fosse il bancone del bar.
Sono rimasta tutta sola, abbarbicata al bancone del bar a bere un bicchiere dietro l’altro. Ero diventata sorda, avevo caldo, mal di testa e stato per vomitare.
Fighissimo, insomma!
Decisamente fighissimo!
Ritorna vacillante verso il divano.
Sono tornata a casa a pezzi alle due del mattino e mi sono detta:
bisogna fare il punto della situazione!
Si accascia sul divano. Piazzato fisso, atmosfera serale.
Diciamocelo, lo dicono tutti, persino io lo dico alle mie amiche: bisogna smetterla di andare a caccia. Un incontro può avvenire ovunque e in genere quando meno te lo aspetti.
Per esempio stasera, in questo teatro, c’è sicuramente qualcuno che va bene per me, tra di voi, ma lo avverto subito: non me lo aspetto. Come al supermercato, guardo tutti gli uomini dicendomi “Non me lo aspetto. Non me lo aspetto. Non me lo aspetto.”
E ho pure ragione, perché ormai ho riempito venticinque carrelli in quindici giorni e non c’è stato nessun risultato.
Invece c’è una cosa che ho provato e che funziona piuttosto bene, quindi questa, ragazze, ve la consiglio: l’impedita al reparto bricolage, di sabato mattina, all’ora in cui il maschio viene a rifornirsi...
Lei
Scusi, Signore, potrebbe darmi una mano, per favore?
Vede questo, ho un bullone enorme, ho rotto la porta del forno e non so che cosa devo farne?
Il mago del bricolage
E’ semplicissimo, ci vuole una bella vite che entri bene nel buco! Una vite bella grossa del 12, bella solida, di misura!
Lei (tutta confusa)
Non ci sarei mai arrivata! Ah! Fantastico, gli uomini portati per il bricolage, li adoro!
Sì, me ne ricorderò per un pezzo, del mago del bricolage! Alle sette del mattino, mi ha raggiunto a letto! Ha passato la notte a riparare tutto quello che c’era in casa. Il servizio assistenza di Euronics è niente a confronto. Poi, va beh, a quel punto io dovevo accompagnare il bambino a scuola e poi avere un uomo che ha un cacciavite al posto del cervello...
Alla fine, quando ho prosciugato tutte le mie risorse- e avete visto che ne ho- il classico dei classici: gli amici che tentato di accasarti. Hanno tutti un amico straordinario... E che è single. Di solito, ciò signifca che è rompiballe, brutto e noioso. Ma ve beh, al punto in cui ero mi sono detta:
“basta che respiri!”
Il primo che mi hanno trovato non era niente male. Mi ha invitato in un ristorante piuttosto carino. Quando è arrivato il conto mi ha detto, “Dividiamo?” Ho risposto: “Certo. Tu vai a casa tua e io vado a casa mia.”
Poi c’è stato l’altro, il fighetto che scopa male e che ha messo in giro la voce che non ero brava! ... Io!
E poi la ciliegina sulla torta: l’uomo sposato che mi ha detto:
L’uomo sposato (ridendosela)
Adesso ti faccio ridere, lo sai cos’ho detto a mia moglie? Che torno domani perché mi si è rotta la macchina...
Lei
A Capodimonte?
L’uomo sposato
Come fai a saperlo?
Lei
Un’intuizione.
Credetemi, il vero buon partito, oggi come oggi, non è più l’avvocato o il dentista, ma il meccanico di Capodimonte!
Ma dov’è, quello che ha gli occhi belli, una bella pelle, delle belle mani, le braccia forti e invitanti, le spalle larghe, delle maniglie dell’amore ben scolpite, un bel cazzo..... Sì, sì, anche questo conta, eccome!
Ma soprattutto, soprattutto.... Che sia buono....
BUIO
LA FATA III
Apparizione della Fata identica alla seconda. Stessa musica, costume, luce e scenografia.
Il figlio (Mima un bambino che lecca un gelato)
Sai come ti chiama la mia mamma?
La Fata
No.
Il bambino
Ti chiama la Fatina.
La Fata
Che carina!
Il bambino
Sì, dice che sei la Fatina troiona. Cosa vuol dire “troiona”?
La Fata
Puoi evitare di mettere il gelato sulla poltrona, per favore?
Il bambino
Dov’è il mio papà?
La Fata
In riunione.
Il bambino
Diceva la stessa cosa alla mia mamma!
La Fata
Sì, ma adesso è vero.
Il Bambino
La mia mamma dice che per il mio papà io sono più importante di te.
La Fata
Ma certo, la tua mamma ha ragione. Le mamme hanno sempre ragione.
Ti piacerebbe avere un fratellino o una sorellina?
Il bambino
Davvero!? Il papà e la mamma mi faranno un fratellino?
La Fata
Spero proprio di no!
Il bambino
Sì, perché tanto tu non puoi avere bambini: sei una fatina.
Buio.
Musica di scomparsa dell’Angelo.
ATTO IV
Cortina di luce bianca proveniente da due proiettori incrociati sul proscenio. Lei è in piedi appoggiata al muro a sinistra. Riflette.
Sì, lo so, a furia di parlare finisco per dimenticare il protagonista: mio marito!
Attraversa lentamente la scena nella cortina di luce verso la quinta a sinistra.
Una sera torno a casa e chi ti ritrovo lì per terra, raggomitolato sullo zerbino? Lui!
Lei (si china su di lui)
Beh, che ci fai qui?
Piazzato fisso interno salotto
Lei va verso il centro.
Lui
Avevo bisogno di vederti. Sto male, mi annoio.
Lei
Di già? E la tua amante? Hai presente la fatina... quella che ti capisce così bene, che ti ama, che finisce le tue frasi, di cui sei follemente innamorato. Non ti rende felice?
Lui
Sì, ma non è così semplice. All’inizio stavamo bene, ma sai com’è, in coppia, la vita di tutti i giorni, non è facile.
Al pubblico
E’ a me che me la racconta?
Lui (continuando)
Litighiamo spesso. Non mi piacciono i suoi amici. Non sa cucinare, mi ha messo a dieta.
E poi voglio vedere mio figlio. Dov’è, il sangue del mio sangue?
Lei
Dorme!
E è scoppiato in lacrime! Per poco non fa piangere anche me, sto stronzo. Sapete cosa m’ha detto? “Che cosa ci sta succedendo?”...
Ah, l’avete notato anche voi il “ci”!
Insomma, morale della favola ci sono cascata. Ci siamo buttati nelle braccia uno dell’altra. Mi ha chiesto di rimanere a dormire. Gli ho detto di sì... Sul divano. Ma figuratevi, alle due non m’ero ancora addormentata. Lui nemmeno, del resto, dato che alle quattro è venuto a vedere se dormivo. Ed è successo quello che potete immaginare. Ha riconosciuto tutto: la sua camera, il suo letto, il suo piumone, il suo cuscino, le sue tette, insomma: tutto. Ero tutta per lui e avevo dimenticato tutto. Il mattino il sole si è alzato e ho sentito una vocina:
Il bambino
Oh, c’è il mio papà!
Il più bel risveglio di tutta la mia vita! Il nostro cucciolo, lì, davanti a noi, tutto commosso! Io tra le braccia di mio marito. Ci siamo guardati... Il bambino è saltato nel lettone... La felicità...
Pausa. Lei è felice.
Così è tornato a vivere a casa. Direte: tutto è bene ciò che finisce bene...
Ebbene NO! Sarebbe troppo facile, perché la Fatina rompicoglioni (che non aveva la benché minima intenzione di lasciarcelo così) s’è messo ai fornelli per cucinarci i suoi migliori piatti avvelenati!
Per esempio: una sera, squilla il telefono.
Squillo del telefono.
Lui risponde, è lei.
Lui
Aspetta, ma no! Fermati! Fermati! Arrivo subito!
E’ sul cornicione. Sta per buttarsi. Devo salvarla.
Lei
POSSO VENIRE A DARLE UNA SPINTA SE VUOI!
Lui
PIANTALA, E’ GRAVE!
Ma no che non è grave, cretino! Non si buttano mai! E’ un classico di noi donne, il ricatto del suicidio. Su questo non ci batte nessuno e voi, Signori, abboccate sempre. No, in questi casi bisogna fare gli indifferenti, mandargli i pompieri e partire per le vacanze.
E invece lui è uscito sbattendo la porta, col mio ciccio che non ci capiva più niente, di tutte le nostre storie!
Il bambino
Dove va il papà? Va ancora via?
Lei
No, torna subito, tesoro, torna subito.
Il bambino
E’ colpa mia se ne va. Non mi vuole più bene perché il mio “Power Range” è rimasto incastrato nel viodeoregistratore?
Lei
Ma no ciccio. Il papà ti vuole tanto bene e anch’io ti voglio tanto bene!
Il bambino
Perché non sono stato io a mettere il Ketchup nella sua valigetta!
Lei
No, lo so, sono stata io, tesoro. Su, non preoccuparti. Tu non c’entri.
E quando è tornato, un’ora dopo, ho fatto finta di niente. Ma la Fata bostik, che non s’era buttata dalla finestra, ovviamente, visto che non era morta, ahimé, ebbene s’è rimessa a telefonare!
Suona il telefono. Lei risponde.
Lei
Pronto? (Riconosce la voce all’altro capo, rivolta a lui)
Puoi dirle di smetterla di chiamare qui a casa nostra!
(Alla fata) Capito! (Riattacca)
Lui
Non capisco. Eppure gliel’ho detto, aveva capito. Ma anche tu, se non ci metti un po’ di buona volontà, non ce la faremo mai.
Lei
Certo, certo, è sempre colpa mia!
Lui
Non volevo dire questo...
Lei
E io dico che sei tu che non fai niente perché le cose si aggiustino!
Lui
Oooohh! Siete delle rompicoglioni tutte e due! Tra una che frigna al telefono e l’altra che si lagna a casa! Ma non lo so io! Parlatevi!
Lei guarda il pubblico, allibita da ciò che ha appena sentito.
Risquilla il telefono.
Lei va lentamente verso lo scaffale basso, prende il martello e bum! Schianta il telefono.
Lei (brandendo il martello invece di rimetterlo a posto)
Regalo del mago del bricolage.
Insomma, per farla breve, era tornato, ma non andava un granché bene. M’ero fatta furba. Facevo attenzione a tutto. Mi ero trasformata anch’io in Joe Falchetto.
Da dove arrivi? Dove vai? Cos’è questo profumo? E questo capello lungo biondo sulla giacca cos’è, un pelo di dinosauro?
Devo ammetterlo, ero decisamente insopportabile. Eppure faceva degli sforzi. Era gentilissimo.
Un bel mattino ha cominciato a andare a prendere le brioches.
Lui
Amore! Vado a prendere le bioches!
Lei
Oh, che carino!
Un quarto d’ora dopo era di ritorno, radioso, brioches in mano.
Lui
Per chi sono le brioches? Per il mio amoruccio...
E io commossa come una ragazzina mi dicevo: “quando vuole, è un amore!”
E l’indomani mattina di nuovo...
Lui
Amore, vado a prendere le brioches!
Lei
Ancora!
Non vi dico, una settimana di brioches tutti i giorni cominciava a essere indigesta. Senza contare i chili!
Poi un giorno, nella cassetta delle lettere, che cosa ti trovo?... Una bella letterina rosa indirizzata a lui. Avete presente, una bella lettera profumata, coi pizzi... Esatto, la lettera di una troia!
E lì, mi è ribollito il sangue: ho messo subito la busta sul vapore del bollitore, l’ho aperta... Volete che ve la legga?
Va a prendere la lettera nella borsa
Vedrete, vale tanto oro quanto pesa:
Lei
Amore mio,
che felicità essere svegliata dalla tua voce dolce tutte le mattine, al telefono. E’ un sole che illumina la mia camera e la mia giornata.
Una notte senza di te è un’eternità eterna. Soprattutto per te, perché lo so che passare le notti accanto a lei è un calvario. So anche che sei costretto a prendere dei sonniferi per non accorgerti che ti accarezza, che dorme accanto a te. So anche che sei tornato a casa per tuo figlio. Sei un padre ammirevole e il tuo coraggio è indiscutibile. E’ per questo che ti amo e che saprò aspettarti.
A subito, gattone mio.
La tua topina che ti bacia ovunque...
Grande letteratura, no?
Rimette la lettera nella busta.
L’ho recuperata in seguito, la lettera. Quel giorno ho rincollato la busta, l’ho rimessa nella cassetta delle lettere, contenta... Molto contenta...
L’indomani mattina, come tutti i giorni, è uscito radioso:
Lui
Amore, vado a prendere le brioches!
Vai, vai, mio caro.... Aspetta di tornare con quella tua aria da stronzo.....
Lui
Eccole! Eccole! Le briosce buone, belle calde per il mio amoruccio!
Lei
Toh.... che strano.....
Non trovi che hanno un odore strano?...
Si direbbe.....
Ecco! Ci sono! Puzzano di topina!!!!!
Mamma mia la faccia che ha fatto! Uhh che spettacolo! Uhhh che gioia!!
Vabbè, vi risparmio la scena madre e le spiegazioni del marito colto in flagrante. Eh sì, avete capito bene, conduceva una doppia vita. Quindi l’ho sbattuto fuori, senza possibilità d’appello. E da quel momento sono sola... Come una deficiente!
Ecco come mi ritrovo. Che ne pensate? Che devo fare?
Chiede a qualcuno nel pubblico:
Cosa farebbe, lei, al mio posto?
Cosa faccio? Chiedo il divorzio? Rientro nelle statistiche? Sapete che i divorzi aumentano in continuazione. Tre divorzi su quattro sono chiesti dalle donne. E sapete perché gli uomini non chiedono il divorzio? Perché GLI FA COMODO! Eh certo, siamo sempre la madre dei loro figli; quindi vogliono tutto: la moglie, l’amante, i figli, e più tardi una seconda, e perché no, una terza amante. Ve lo dico io: l’uomo è poligamo! E io, mi dispiace, ma non sono per l’harem.
No, no e no.
Sono per il divorzio!
E poi lo so cosa succede, dopo il divorzio. Ve lo spiego subito:
Si siede sul divano e avvicina a sé il sacco della biancheria sporca dal quale estrae un paio di occhiali da lettura e un quaderno.
La luce è su di lei, a forma di quadrato, in modo da ricreare l’immagine di una televisione accesa in sala, sintonizzata su una trasmissione in cui una donna sta facendo un discorso:
Allora, c’è la versione semplice e ampiamente diffusa: lui va a vivere con la Fata e la moglie capisce finalmente che è fi-ni-ta. Per il bambino le cose sono chiare, e sarà contento di essere come la maggior parte dei suoi compagni di scuola.
Il bambino
C’ho un PC da mio padre e la consolle da mia madre.
Un bambino
Io c’ho la montain bike da mami, e il catamarano da papi.
Un altro bambino
Che fortunati! Io ho avuto un regalo solo. I miei stanno ancora insieme.
La fata ingrassa a vista d’occhio e la povera donna è sempre più depressa.
In un primo tempo, entrerà nel club smisurato delle donne abbandonate e disgustate dal maschio. E poi un giorno si rifarà una vita, come si suol dire, con un tipo affascinante che l’ex-marito considererà... un coglione.
Seconda versione un po’ meno frequente.
Lui ha un figlio con entrambe e si prende una terza amante, che può rimanere incinta anche lei, naturalmente. Tutto ciò produce figli legittimi, naturali, dell’amore, sballati, trascurati, fratellastri e sorellastre, tanti alimenti e una bella clientela per gli psicologi.
Vorrei precisare agli uomini qui presenti, che tentassero questo tipo di avventura, che è in-di-spen-sa-bi-le avere un’ottima situazione economica, per esempio meccanico a Capodimonte.
Un’altra versione- ma impossibile: la moglie e la Fatina fanno amicizia... Firmano un accordo di convivenza e finiscono per mollarlo tutte e due. Attenzione! Lui a quel punto può diventare un barbone, oppure perdere i capelli, o entrambe le cose.
Poi si possono trovare delle varianti. Per esempio: lui viene mollato dalla fata, che voleva semplicemente togliersi la voglia di verificare se quest’ultimo flirt fosse o meno l’uomo della sua vita. Oppure la Fata si innamora del nuovo marito dell’ex-moglie, la quale nel frattempo si è resa conto che in realtà era un coglione, e che quindi si fa un amante, magari l’ex flirt della Fata, prima di rendersi conto che l’unico uomo che ha veramente amato è il suo primo marito, che ritrova al matrimonio del loro primo figlio al quale lui viene in compagnia della quarta moglie. Potranno decidere di invecchiare insieme, mentre il secondo marito della prima moglie divorzierà dalla Fata per risposarsi con... Chi cazzo vuole lui!
Butta gli occhiali e il quaderno nel sacco della biancheria sporca che allontana con violenza, e si rialza. Piazzato fisso durante il movimento.
Comunque, in genere, le storie d’amore finiscono male...
No, non posso fare una cosa del genere, è da idioti. No, lo so cosa farò: mi tolgo di mezzo punto e basta.
Mi taglio le vene col suo rasoio. Ah no, se l’è portato via.
Sarà pur rimasto un gilette da qualche parte, sì, certo, ma ora che lo trovo...
No, mi impicco al lampadario. Non c’è il lampadario. Quante volte gliel’ho detto, di metterne uno!
Va beh, mi butto dalla finestra. No! Potrebbe dire che copio la sua fatina paracadutista.
No, prendo dei sonniferi. Non è originale, ma almeno non sporca. E poi di sonniferi... ne ho quanti ne voglio.
Prende un tubetto di sonniferi dalla borsa.
Morire è la cosa migliore da fare! Lasciarlo pieno di rimorsi fino alla fine dei suoi giorni, ecco la soluzione!
Mi troverà qui, fra poco. Sì, perché l’ho avvertito, del mio imminente suicidio. Sarò distesa, truccata, bella, col sorriso sulle labbra- beh certo, se proprio devo essere morta, almeno voglio avere l’aria felice. Rimarrà sotto choc davanti al mio cadavere. Piangerà come un bambino.
Si siede sul divano.
Davanti alla sofferenza del nostro bambino capirà quanto male m’ha fatto. E allora mi rimpiangerà per tutta la vita, mi amerà come non mi ha mai amata e crescerà il nostro bambino nel ricordo del nostro amore, in attesa di ritrovarci tutti e tre uniti in Paradiso.
Riempe la mano di pasticche.
Ovviamente lascerà la Fata cattiva di cui non sopporterà più la presenza. Sarà tutto per me...
Ingoia le pasticche.
E’ interrotta dalla squillo del cellulare, che prende dalla borsa.
Lei (tutto d’un fiato, con la bocca piena)
Pronto, parlate in fretta perché tra cinque minuti sono morta!... Pronto! Sei tu?
Sputa per terra le pasticche.
Pronto, sei tu tesoro? Ah, non vuoi più che ti chiami “tesoro”? Capisco, scusami tesoro! Uh, scusa. Vai a Capodimonte per il week-end?
Ritrova la pistola del bambino nel divano.
Conosci un alberghetto carino... L’avevo intuito... Vai con lei? C’è da dire che questa volta, per lo meno, le cose sono chiare!
Gioca con la pistola.
E quando torni?... Non sono fatti miei? Beh, certo, ma cosa dico al bambino?... Ah, lo porti con te? Passi a prenderlo dalla madrina?
Preme sovrappensiero il grilletto. Esplode un colpo fortissimo:
Porca troia, è quella vera!
Lei (seguito)
Pronto! Pronto! No, non sono morta!
Ah! in ogni caso, te ne freghi... Carino...
Mi hai mandato i pompieri... Che buon gusto...
Ah, conosci il ritornello... Te l’hanno già fatta, la scena del ricatto? Certo che lo so, c’ero anch’io.
Sì, certo, a presto, sì...
Un bacio!... Ah, tu non mi baci... Mi ci devo abituare...
Lui ha riattaccato. Lei mette via il cellulare. Tra sé.
Sì, certo, mi ci devo abituare.
Pausa.
No, lo so cosa farò, è molto meglio...
Si alza, va verso il proscenio, si mette di profilo verso sinistra, tira indietro il grilletto e punta la pistola davanti a sè. Seguipersona su di lei come all’inizio dello spettacolo.
Sarò vedova!
BUIO
(vedi nota traduttrici in prima pagina) canzone di Battisti “Prendila così”
SALUTI
LA FATA IV
Nel buio si sente la Fata gridare:
La Fata
Aspettate, aspettate!
La musica si ferma di colpo, piazzato fisso blu su tutta la scena.
La Fata arriva sul proscenio e parla per la prima volta direttamente al pubblico.
La Fata (seguito)
Scusate, ma è una coppia di pazzi! Quella è arrivata con una magnum grossa così e gli ha sparato! Gli ha spappolato la guancia! E lui, non dice niente!
Io me la sono squagliata, non sono mica pazza, io! Quella è capace di venire nel cuore della nottea spararmi nel letto!
Io non c’entro, con le loro storie! Ho la coscienza a posto. Ah, non siete d’accordo? Ad ogni modo, l’ho capito fin dall’inizio: non vi piaccio!
Eh certo, l’amante, è il ruolo ingrato! Oddio, dipende dai punti di vista. Vero, Signori?
Ma la donna sposata che non ha mai desiderato un altro uomo oltre al marito scagli la prima pietra!...
(Si guarda attorno) Nemmeno un sassolino, niente di niente...
Mah, ho paura di non avervi convinto...
Va bene, allora mi rivolgerò solo agli uomini. E per questo chiedo alle signore di uscire gentilmente dalla sala. Forza, su, su, su.
Nessuno si muove? Vabbé, peggio per voi, ve la siete voluta.
Ecco Signori: se qualcuno tra voi cerca un’amante... Io sono libera.
Buio.
Riprende la musica di Battisti che rimane per tutti i saluti.
Piazzato fisso sui saluti finali.
Primo saluto: ringrazia le persone in prima fila che hanno “recitato” con lei.
Secondo saluto: entra cantando e ballando sulle parole della canzone.
Terzo saluto: rientra come autostoppista con un cartello con su scritto “CAPODIMONTE”. Attraversa la scena, butta il cartello in quinta e ritorna sul proscenio.
Interrrompe la musica e si rivolge direttamente al pubblico:
Grazie mille, grazie.
Grazie a voi, questo spettacolo esiste e gira il mondo da 4 anni, grazie ai vostri ex-mariti, alle vostre ex-amanti, ai miei futuri amanti...
E quindi, adesso, rientrate a casa...
Fate i bravi: non litigate!
Esce di scena definitivamente (chiusura del sipario) , ripresa della canzone sull’uscita del pubblico.
FINE