Mamma mia

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Donna Brigida

MAMMA    MIA

    ( commedia in due atti di Roberto Santoro )

Gianni Buonaiuto                             figlio unico,studente universitario iscritto a medicina

Donna Maria                                    madre di Gianni, morbosa ed ossessiva 

Zia Elvira                                          zia di Gianni, sorella del padre, morbosa ed ossessiva  

Alfonso Speranza                             un vecchio amico del marito, che corteggia  donna Maria 

Raffaele                                             fratello di Maria, vive in casa con le due donne, e da tempo segretamente innamorato della zia Elvira.

Laura                                                fidanzata di Gianni

Carlo e Clara Caravella                  genitori di Laura  

Nonna Rachele                                 nonna di Laura

Alberto                                              il portiere dello stabile

Angela                                               un’amica di Maria ed Elvira  

Fabio                                                 un  amico di Gianni               

Lucia                                                 una vicina

 ( Maria entra nel salotto; per terra ci sono vestiti da uomo che vanno dal centro della stanza fino alla porta di Gianni, suo figlio tornato, di sicuro  tardissimo  la sera prima )

Maria                         Ma guardate se questo è il modo di mettere a posto i vestiti. ‘Na cosa ‘a ‘na parte ‘na cosa ‘a n’ata… Chissà a che ora è turnato stanotte.

                                   (  entra in scena zia Elvira; comincia a raccogliere anche lei i vestiti )

Elvira                         ( ripete ) Ma guardate se questo è il modo di mettere a posto i vestiti. ‘Na cosa ‘a ‘na parte….

Maria                         ( la interrompe ) Uè… e questo l’ho già detto io. Che facimmo.. parlammo a fotocopia ?

Elvira                         Uhm…..perché tu ch’è ditto  ?

Maria                         Esattamente quello che stai dicendo tu… se questo è il modo di sistemare i panni.

Elvira                         E…..  mi riferivo a Gianni,  mio nipote.

Maria                         E si da il caso che Gianni tuo nipote … è mio figlio,  il mio unico  figlio.

E si  nun te dispiace io songo ‘a mamma.

Elvira                         E chesto che c’entra ? Anche per me è il mio unico nipote ed  io songo ‘a zia. La  sua zia preferita. 

Maria                         E certo chillo una ne tene.

Elvira                         Ma statte  zitta. Gianni è tutt’a vita mia,  me l’aggio crisciuto dint’a ‘sta casa e quindi nei suoi confronti tengo gli stessi diritti tuoi. 

Maria                         No,  ‘e diritti miei so’ chiù diritti.

Elvira                         Pecchè ‘e miei so’ stuorti ?

Maria                         Ah…..Elvì,  accuminciammo a  primma matina ?

                                   Vado in cucina a priparà ‘a  colazione a Gianni.

Elvira                         Già l’ho preparata io. L’ho messa sulla tavola con un tovagliolo sopra. ‘Mo lo vado a svegliare. 

Maria                         Eh no, e allora a svegliarlo ci vado io. 

Elvira                         No  vado io perché ieri sera, prima di uscire,  mi ha detto “ zia, domani mattina svegliami alle 10,00 “. E mo songo ‘e  dieci.

Maria                         Elvì,  ce vaco io. L’ha ditto a te pecchè nun ha truvato a me. Forse nun ‘hè  capito  … io songo ‘a mamma.

Elvira                         E  io ‘a sora d’o pato.

Maria                         E che c’entra ?

Elvira                         ‘O sanghe è ‘o stesso.

Maria                         Sì, e pure ‘a capa è ‘a stessa. Tosta comma a chella d’a ‘bbuonanima.

Elvira                         E che bbuò fa. Vado in cucina.

Maria                         E vengo pur’io.

                                                                       (  escono  spingendosi  )

                                    ( da una stanza laterale esce Gianni, in pigiama, mezzo assonnato; guarda l’orologio attaccato alla parete )

Gianni                        Tiene mente, so’ ‘e dieci e dieci. Avevo detto scetame ‘e dieci .. preciso.

                                    Addò stà ‘o telefono. ( compone un numero ) Pronto ?  Laura  ?

                                    Ah  … buongiorno signora, sono Gianni.  Laura  ?   Sta  dormendo ?

Sì … se è possibile … no perché è una cosa di una certa urgenza.

Va bene… grazie. ( commenta da solo )  E comme è aspra chesta,

mamma mia. ‘Na figlia accussì doce e  ‘na mamma accussì spruceta.

( riprende la telefonata )  Laura  ?  Ciao amore, dormito bene ? 

A chi  ?  Ah.. hai sognato  me  stanotte ? Io invece, come puoi immaginare,

non ho chiuso occhio. Ed allora ?  Io volevo sapere … insomma che mi dici … novità ? Niente ancora ? Ma  l’iniezione non doveva fare effetto nelle dodici ore ? Che significa a volte sì a volte no. Laurè,  ma tu ‘he capito ca ‘o guaio è gruosso ? Ma che c’entra… certo che ti amo, ma  ‘na cosa è l’amore e n’ata cosa so’ è prublemi. Ma no.. No non piangere, ti prego non metterti a piangere. Sì scusami…” ti amo “. Qualunque cosa l’importante siamo noi, tu ed io. Sì ….un bacio ?  (  avvicina le labbra alla cornetta ).Ci vediamo più tardi. Il tempo di prepararmi e vengo a prenderti.

Un altro bacio ?  Va bene ( riavvicina le labbra alla cornetta ).

A più tardi. ( posa il telefono )  E chesta è ‘na tragedia !  Mamma d’o Carmine, speriamo bene.

                                                           ( entrano mamma Maria e zia Elvira )

Maria e Elvira           ( all’unisono )                Ma  che ora ‘he fatte stanotte ? ( si guardano )

                                   ( di nuovo insieme )       Ma nun vide che faccia tiene ?  (  c.s. )

                                   (  c.s. )                            Ma tu ce vuò fa….

Maria                                     (   insieme ad Elvira )     Ma me vuò fa parlà cu’ mio figlio  ?

Elvira                         (  insieme a Maria  )       Ma me vuò fa parlà cu’ mio nipote ?

Gianni                                    Basta, vi prego.  Nun accuminciate,  ca oggi non è proprio ‘a giornata.

Maria                         E perché nun è giornata ?

Gianni                        E perché  ( si ferma un attimo  ) …….. perché è domenica. E’ un  giorno di festa, di pace, di tranquillità. Un giorno da vivere nella grazia del Signore. 

Elvira                         Esatto,  vedimmo ‘e sta’ ‘ngrazia ‘e Dio.

Maria                         E vedimmo. Dint’a cucina t’aggio priparato ‘a colazione: ‘o latte co’’e biscotti.

Elvira                         “ Avimmo “ priparato ! Io t’aggio miso ‘o barattolo c’a marmellata.

Gianni                        Seh, è arrivato  ‘o catering.  E comunque grazie ma  prendo solo un po’ di caffè perché non ho tempo. Devo scendere con urgenza.

Maria                         E dove devi andare così di fretta ?

Gianni                        Devo incontrarmi con un’amica.

Elvira                         Un’amica ?  Né, ho sentito bene ?

Maria                         ( rivolta alla cognata ) E pecchè che ce sta ‘e strano. Mio figlio non deve dar conto a nessuno.  ( al figlio, con tono deciso  )  E chi è st’amica ?

Gianni                        Mà ( sta per “ mamma “ ) …. è un’amica dell’università.  Seguiamo lo stesso corso.  

Elvira                         Ma è un’amica ”amica “ o come si dice oggi … una storia.

Maria                         E  ‘a   geografia.  Ah Elvì…. ( rivolta al figlio ) E’ la tua fidanzata ?

Gianni                        Si e no.

Maria                         Uhm… e  che significa si e no ?

Elvira                         Gesù…..significa sì, quanno le fa comodo , e no quanno nun tene genio.

Maria                         Ma te vuò stà ‘nu poco zitta o no; e po’ che ne capisce tu  ca ‘nu ‘nnamurato ‘ nun le maie tenuto. 

Elvira                         E cu’ chesto che vuò dicere ?

Maria                         Niente, niente.

Elvira                         Uè bella figliò, vide ca io tenevo ‘a folla appriesso. Forse ire tu, ca si nun te presentavo a fratemo chi ‘o ssà …..

Gianni                        Ma insomma voi due non potete parlare senza litigare.

Maria e Elvira           ( all’unisono ) Ma chella è essa ….

Maria                         Comunque po’ me spieghi chi è ‘sta guagliona.

Elvira                         E pure a me.

Maria                         Primma a me …

Elvira                         No, a me …

                                               ( entra Raffaele, fratello di Maria che vive in casa con loro.

                                                              E’ single, ma ha un debole per Elvira )

Raffaele                     Buongiorno a tutti. Ma che d’è st’ammuina ? Sono già cominciate le ostilità ?

Maria                         ( incalzante ) Buongiorno Rafè, buongiorno.  Ce mancavi  sulo tu, oì; mo’ siamo al completo.  ( esce ) 

Raffaele                     ( sarcastico )  Padre, figliuolo e Spirito Santo.

Elvira                         Amen.  Uhm…Rafè,  dopo le orazioni va a fa colazione pure tu ambressa, ambressa oì, accussì luvammo ‘a rrobba ‘a miezo dint’a cucina.

Raffaele                     ( sempre più ironico ) E buongiorno anche a te, dolce Elvira. ( Elvira gli lancia uno sguardo dall’alto verso il basso ed esce; Raffaele si rivolge a Gianni  )  Gianni posso darti  il buongiorno  o me ne vaco direttamente a

fa’ ‘nculo.   

Gianni                        Zio ma che dici. Buongiorno….svegliato bene ?

Raffaele                     Sì, grazie.  Certo …. la vita potrebbe darci  soddisfazioni maggiori ma noi non ci  arrendiamo, noi stiamo qua, in attesa.

                                    E mo jammo a fa’ colazione si no me piglio n’ata cazziata.Tu esci o stai qua ?

Gianni                        Ho un appuntamento con un’amica. Anzi dovrei correre a prepararmi altrimenti  faccio tardi.  

Raffaele                     Va buò, guagliò. ( esce cantando )  Avisse fatto a n’ato ….                

(anche Gianni esce di scena per andare a prepararsi )

( bussano alla porta; esce Maria e va ad aprire; rientra con Alfonso, amico di famiglia - collega ed amico del marito morto - )  

Maria                         Trase Alfò, entra  pure.  Scusa comme truove ma  ‘a dummeneca  tutto parte a scoppio ritardato.

Alfonso                      Ma pe’ carità, non c’è problema. Sei tu che mi devi scusare; a quest’ora di domenica uno nun avessa j’ proprio a‘ casa ‘e ll’ate.

Maria                         Esatto.

Alfonso                      Però io avevo un compito importante e non potevo mancare.

Oggi che giorno è?

Maria                         Oggi ? E’ domenica !

Alfonso                      Sì ma io dico ‘o giorno d’o calendario.

Maria                         Ah … e che d’è    ……….

Alfonso                      E’  il 15 marzo  e martedi prossimo  è l’ultimo di carnevale.

Maria                         E  allora ?  Che c’he purtate …..‘e maschere   ?

Alfonso                      No,  di più. Chiacchiere e sanguinaccio. So che la buonanima ‘e Gaetano nun t’’e faceva mai mancà.  Mi ricordo che mi diceva “  Maria  va pazza p’e chiacchiere e po’ sanguinaccio “ ed allora ho pensato …. così.. insomma mi sembrava una cosa buona farti questa attenzione. Ho pensato va a fernì ca si l’addà piglià essa  nun ‘e piglia.  E po’ ‘o ssaie ca pe’ me Gaetano era comme a ‘nu frato e tu …..( le si avvicina )

Maria                         ( decisa ) Comme ‘a ‘na sora.  

Alfonso                      ( rassegnato ) Infatti, comme a ‘na sora … e allora tra .. familiari …nun s’addà badà alle formalità.  Io ‘o faccio cu’ tutto ‘o core.

Maria                         Si lo so,  forse  pure cu’ troppo core. Alfò , io so bene qual’ è  il motivo vero  e già altre volte t’aggio spiegato che io ‘a chesta recchia nun ce sento.

Alfonso                      Sì, ma oggi ce stanno apparecchi che fanno miracoli. Ogge nun siente niente, ma dimane putisse turnà a sentere n’ata vota. Dipende da’ ll’apparecchio giusto.

Maria                         E chistu apparecchio chi ‘o tenesse ?   Tu ?

Alfonso                      E che ne può sapè. A volte dentro bottiglie insignificanti ce po’ stà ‘o vino buono.

Maria                         Ma io vino non ne bevo. Sono analcolica. 

Alfonso                      Per il momento,  ma domani …. chissà…Nel frattempo questo vino lo lasciamo invecchiare ancora un po’.  (sarcastico ) Avimma sperà sulo ca nun va acito.

Maria                         ( rassegnata, si siede accanto al tavolo ) Alfò…. Alfò  sienteme buono.

Io ti conosco da tanto tempo, so che persona sei, e con quanta sincerità  ed affetto e dico “ affetto “,  mi tratti ed hai sempre trattato la mia famiglia.

Lo stesso  affetto ed amicizia che provavi per la buonanima ( si fa il segno della croce  e Alfonso la imita ). Alfò, io non voglio passare per una  donna all’antica, né voglio chiudere gli occhi sulla realtà.

Certi dolori non hanno fine  però il tempo ci abitua a conviverci; e  fra il dolore e la disperazione ci mette i problemi di tutti i giorni, la necessità di sopravvivere, per noi stessi e pe’  chi ci sta vicino.  Sarà pure una frase fatta ma la realtà è  che la vita continua, nun se ferma mai. E comunque posso dirti che la realtà che mi circonda è una realtà che non mi trova del tutto indifferente. No ! Ma ci sono cose che devo capire,  che devo valutare ed altre cose delle quali non posso non tenere conto. Mia cognata, mio fratello, ….. i ricordi. Insomma non è facile, Alfò. ( come assorta nei suoi pensieri ) Credimi…..non è facile. Per certe cose ci vuole tempo.

Alfonso                      Ma tutto il tempo che vuoi.

Maria                         E poi c’è Gianni. Gianni è l’arbitro della mia vita e lui viene prima di ogni altra cosa, anche della mia felicità.

(  esce Gianni dalla sua stanza, Maria si alza e mette a posto qualcosa          sul tavolo  )

Gianni                        Ciao Alfò, comme mai ‘a chesti parte ? 

Alfonso                      Sono venuto a portarvi doie chiacchiere e ‘nu poco ‘e sanguinaccio.  

Gianni                        Ah  …… la sagra del colesterolo.  Perfetto!   Te l’aggio ditto tanta vote, che queste cose ingrassano e fanno male.

Alfonso                      Giuvà, chelli so’ chiù ‘e cose ca fanno male ca chelle ca fanno bene.

                                    E po’ guarda caso fanno male sempe ‘e cose chiù bbone.  Ma pecchè ?

Gianni                        Perché ‘e cose bbone o fanno male, o come si dice fanno …. peccato.

                                   

Alfonso                      Bravo !   Tu si che capisce.

                                                           ( squilla il telefono, risponde Maria )

Maria                         Pronto ?   Si ?  Laura ? No qua non c’è nessuna Laura. Ah.. Laura sei tu ?  Un’amica di Gianni ? Sì, sì sono la mamma.

                                    Una voce giovanile ? Ah … grazie. Ma anche tu hai una voce giovanile.

Tieni vint’anni. ( un po’ mortificata ) Ah .. e infatti si sente. Va buò…

Gianni ?  Se mantieni la linea, te lo passo subito.

Gianni                        ( fa il gesto della pancia con le mani )  E  si te ‘ngrassi nun t’o passo chiù. Damme ccà, dà.  Laura ?  Sì,  sono quasi pronto. ( sorpreso ) Stai sotto casa mia ?   Ma sì, certo, sali pure. Ti aspetto.  ( chiude la telefonata;  rivolto ai due ) E’ Laura, una mia amica, sta salendo. Mà….me raccumanno.

E avvisa pure a zia Elvira. 

Maria                         Sì, nun te preoccupà. Mo me ne vaco proprio ‘a via ‘e dinto.

( sottovoce )   Ma chesta è chella ?

Gianni                                   Oj mà….e pe’ favore !  

Alfonso                      Ed io pure tolgo il disturbo.

Maria                         ( decisa ) Uè  Alfò,  te ne vai  …..

Alfonso                      No,  chi ha ditto ca me ne vaco. Vado un po’ nella stanza di Raffaele. Ce voglio chiedere cierti cose.

Maria                         ( rassegnata  ) E va allora va,  sta dint’a cucina. 

                                                           ( i due escono di scena; Gianni si muove per la stanza;

bussano alla porta; entra Laura )

Gianni                        Come mai sei qui ? Eravamo d’accordo che sarei venuto a prenderti io, o sbaglio ? 

Laura                         Si lo so ma non ce la facevo ad aspettare, dovevo vederti subito.

Gianni                                    Perché ci sono novità ?   ( trepidante ) E … allora ?     

Laura                         Tu mi ami ? 

Gianni                        ( prevedendo cattive notizie cambia tono ) Comme so’ brutte ‘e discorsi che cominciano con questa frase. Ma perché quando si vuole  dire qualcosa ‘e malamente  si comincia sempre col dire : ma tu mi ami ? me vuò bene ?

Laura                         Perché un figlio è una cosa brutta ?

Gianni                        No !  Ma dipende dal momento.

Laura                         Per me dipende dall’amore. Un figlio è sempre il frutto dell’amore.

Gianni                        Ma sì, certo….  però le favole sono favole. Sono storie bellissime dove isogni si avverano e le difficoltà si superano sempre. La realtà, invece,  ha  altre regole. Più dure, più intransigenti, più …..

Laurè, ci troveremo tutti contro.

Laura                         E noi li affronteremo tutti.

Gianni                                   Nun è facile.

Laura                         Ma neanche impossibile. Tu sei il mio uomo, forte e coraggioso.

Gianni                                    Non lo so, Laura. Non credo di essere così forte come credi.

Laura                         Non deludermi Gianni, tu sei il mio punto di riferimento. Potrei sopportare qualunque torto,  qualunque  delusione dagli altri, ma non da te. 

Io ti amo, ti amo davvero.

Gianni                                    Ma anche io ti amo tesoro. E va be’ .. come vuoi tu.

Laura                         Piuttosto dobbiamo decidere quando dirlo agli altri.

Gianni                                    Quando dirlo ?  Eh.. ma io direi quanto prima possibile.

Laura                         E se adesso lo diciamo ai tuoi,  così ci togliamo il pensiero ?

Gianni                                    Ma per carità, sei pazza ?  Così…  senza un minimo di anestesia  ?

Laura                         E che d’è …. …. n’operazione ‘o core ?

Gianni                                   Peggio ! Magari  fosse n’operazione ‘o core….  fosse niente

Laura                         Ma guarda che tu sei il figlio maschio, per cui fino ad un certo punto.

Ed allora i miei ? 

Gianni                                    Laurè, maschio o femmina con mia madre e con mia zia nun fa differenza.

Laura                         Senti … e se una domenica organizzassimo un pranzo tutti insieme ?  I  tuoi   i miei e … noi due ? 

Gianni                        Me pare ‘na bella pensata.( pensa un attimo ) Oh forse no ? E si po ‘e cose se metteno male  ‘e  tenimmo tutti ‘ncuollo, ce vatteno tutti ‘nsieme.

Laura                         Ma quali botte amò,  siamo fra persone ragionevoli.   

Gianni                                    Sì ?  E speriamo ! 

                                                                       ( entrano Maria e Elvira, si presentano a Laura  )

Maria                         Ciao, ed allora tu sei Laura.

Laura                         Sì signora, Laura Caravella.

Maria                         Ed io sono la mamma di Gianni.

Elvira                         Ed io sono la zia di Gianni.

Laura                         Sì lo so, Gianni mi ha parlato di voi.

Maria                         Ah .. mi fa piacere. Spero ne abbia parlato bene.

Laura                         Sì, sì mi ha detto che siete due donne eccezionali.

Elvira                         Oddìo,  eccezionali mi sembra esagerato; diciamo due donne ...speciali.

Maria                         Sì, lei specialmente.  Una donna unica ....... fortunatamente.

Elvira                         Mai come mia cognata. 

Laura                         Sono contenta di avervi conosciute. Come dicevo Gianni mi ha tanto parlato di voi, di quanto siete affettuose, premurose; di tutte le coccole che gli fate. 

Elvira                         Eh,  cara mia,  l’amore non basta dichiararlo; lo si deve manifestare in modo concreto, giorno dopo giorno, con dedizione e sacrificio.   

Maria                         Certamente. Amare è facile ( guarda la cognata )  sopportare è difficile.

E poi una ricetta giusta per l’amore non esiste. L’amore è fatto di tante piccole cose che messe insieme fanno una grande storia importante.

E la donna è chella c’addà mantenè sempe vivo ‘stu fuoco. E’essa ‘a chiù forte; l’ommo è sempe ‘nu criaturo. ‘A quanno nasce a quanno more.  

Elvira                         E’ sempe ‘a femmena ca addà mantenè  ‘o cane  p‘’a scesa.

Maria                         E certo, si no chillo s’ha tira appriesso e a fa cadè ‘nterra.

Elvì qua’ cane…. ‘o carro p’’a scesa. 

Elvira                         Uh Marì, e quanto si’ scucciante.

Laura                         ( sorridendo ) Comunque avete proprio ragione, sono d’accordo con voi.

Maria                         ( compiaciuta )Sei  d’accordo con me ?  ( rivolta alla cognata , sottovoce )  ‘Sta guagliona  già me piace.

Elvira                         ( anche lei, sottovoce )  E certo !

                                                           ( entrano pure Alfonso e Raffaele )

Gianni                        Laura, lui è mio zio Raffaele,  fratello di mia madre e lui è Alfonso un amico di famiglia.

Laura                         Piacere tanto ( porge la mano ).

Raffaele                     ( stringe la mano a Laura )  Piacere mio, signorina.

Alfonso                      ( stringe la mano a Laura )  Alfonso Speranza, tanto piacere.

Laura                         Gianni noi dovremmo andare.

Gianni                        Sì, sì, scendiamo altrimenti facciamo tardi.

Maria                         Ci vediamo all’ora di pranzo ?

Gianni                        Non lo so; forse pranzo a casa di  Laura.

Elvira                         E …. volevamo preparare  il menù che  piace a te ?

Maria                         Lasagna con le polpettine, arrosto morto e patatine.

                                   

Gianni                        E va bè, me le conservate per stasera . Ciao a tutti.  

Laura                         Buongiorno a tutti. ( bacia Elvira e Maria ) E’ stato un vero piacere.

Gianni                        Aspè, mo’ mi scordavo ‘na cosa importante. Zio Raffaè,  tu se non sbaglio conosci il francese ?  

Raffaele                     Sì… cioè …lo conosco…. insomma mi arrangio.. L’ho studiato a scuola e poi sono stato qualche volta in Francia, così per … combination.  

Gianni                        E allora mi devi fare un grosso piacere perché  purtroppo devo scendere e non posso aspettare. Dovrebbe telefonare un ragazzo francese che è venuto qui a Napoli per fare uno corso di aggiornamento presso l’università; avevamo un appuntamento venerdì scorso ma poi non è stato possibile incontrarci e lui ha detto che m’avrebbe telefonato stamattina per fissare un nuovo appuntamento. Ed allora tu gli dici che l’appuntamento è per domani, lunedi, stessa ora, stesso posto. Ok ? 

Raffaele                     Va bene, nun te preoccupà, ce parl’io.

Gianni                                    E allora ci vediamo, ciao.  

                                               ( i due escono, Alfonso e Raffaele  siedono vicino al tavolo;

 Elvira e Maria esprimono pareri sulla ragazza )

Maria                         ( rivolta a Elvira ) E allora ?  Dici subito chello ca ‘he ‘a dicere, si no te siente ‘e murì.

Elvira                         Io ?  Ma quando mai.  E comunque … si vede che è una ragazza seria e  a modo. Una persona per bene.

Maria                         Sì, penso pur’io. Si vede subito quando una è … comme si deve. E deve essere   pure ‘na ragazza all’antica, acqua e sapone,  comme a chelle ‘e ‘na vota.  Comunque…. Nun so’  fatti miei.

Io ufficialmente nun saccio manco chi è.

( bussano alla porta; Elvira va ad aprire; entra Lucia, una vicina  )

Elvira                         Uè Lucia, trase trase.

Lucia                          Scusatemi se vi disturbo a quest’ora ‘e dummeneca, ma v’aggia chiedere ‘nu piacere.  ( vede Alfonso )  Buongiorno don Alfò. 

Alfonso                      Buongiorno  Lucia.

                                                                       ( entra anche Maria )

Maria                         Ciao Lucì,  buongiorno.

Lucia                          Buongiorno Marì.   Ve so’ venuta a scuccià pecchè so’ rimasta senza ‘na goccia d’uoglio. Una vergogna. Quando maie songo arrivate a chesta. Io faccio sempe ‘a spesa a grasso proprio pe’ nun me truvà in difetto. 

Elvira                         E va buò, so’ cose che capitano. Assiettete, te pigli ‘na goccia ‘e cafè; è ancora caldo.

                                                                                              ( Elvira esce per andare a prendere il caffè )

                                                              

Lucia                          Sì, volentieri, però cinque minuti solamente pecchè ‘a llà tengo l’ira ‘e Dio d’’e cose ‘a fa.  Mio marito sta dint’o lietto malato e quando l’uommene stanno malato so’ ‘na tragedia. Lucì … ‘o termometro; Lucì ‘nu bicchiere d’acqua ; Lucì  ‘o giurnale ‘ncoppa ‘a culunnetta. Ma si ‘sta benedetta culunnetta sta a ‘nu metro, no ?  alluongo ‘o vraccio bello d’a sora.

Mio figlio po’,  adda ‘j a giocà a pallone e ‘a borsa ce l’aggia fa io, pecchè ‘sti guagliune oggi non vonno e nun sanno fa niente.

E po m’aggia mettere a cucinà.

                                              

                                                                                              ( rientra Elvira con il caffè )

Maria                         Va buò mo rilassati  ‘nu poco, oj.   Pigliate ‘o caffè.

Lucia                          Rilassate ?  E’  ‘na parola.  Io me rilasso sulo quanno me riesco a mettere finalmente annanze ‘a televisione. M’assetto e me veco chelli belle telenovelle che fanno.

Elvira                         Brava, a chi ‘o dici. Che belli storie, e che chianto ca me faccio.  

Lucia                          E io no ? Mio figlio me piglia in giro. Dice ca ce tengo chiù p’a famiglia e ll’ato ca p’a famiglia nosta. ( cambia tono, e senza motivo si guarda intorno, assume un’aria  sognante ) E aiere sera, avito visto  ‘a  puntata ‘e  “ Terra Santa “ ?  Mamma mia che emozione ! 

Elvira                         Ah bella, bella overamente.

Lucia                          ( sempre più presa ) E quanno essa dice a isso ca ‘o figlio è de’ n’ato ?

                                   Marò  ….isso rimanette.

Raffaele                     ( sarcastico ) Invece io me ne fossi ghiuto.

Maria                         Ma che saie tu e ‘sti ficcion.

Raffaele                     Niente,  e niente voglio sapè. Tutte storie e curnuti e muorte ‘e famme.

Lucia                          Seh muorti ‘e famme, chillo teneno ville, cavalli, maggiordomi e cameriere. Stanno chino ‘e soldi ……

Raffaele                     E chino ‘e corna.

Lucia                          Ma  pe’ favore, ve voglio bene. ( rivolta alle due donne, con un tono raggiante ) E quanno essa va a’ casa d’a mamma ?   Chella ‘a vecchia già aveva capito tutto cosa. Nun vedisteve  ‘a faccia che facette ‘a semmana passata ?  ‘Na faccia…. .’na faccia !  

Raffaele                     ( caricaturando Lucia )  ‘na faccia ..a sentì;  me n’aggia j. Vaco ‘nu mumento dint’a camera mia.    

Maria                         E va, va. Facci parlà ‘nu poco ‘ngrazie ‘e Dio.

Elvira                         (riprende il discorso con Lucia ) Ah io me ‘e veco tutte quante.  

Il sabato  “ Terra Santa “; il martedi me veco  “ Prateria “ e ‘a stessa ora me   registro “ Quando dico che ti amo “. Poi il mercoledi ‘a matina me veco ‘a  registrazione d’o juorno primma e subito doppe  “ Una famiglia difficile “.

Raffaele                     ( che sta uscendo dalla scena )   ‘A nosta.

Lucia                          E  mo pare c’adda accumincià n’ata cosa bellissima;  parla de’ bambini, dell’infanzia abbandonata, … me pare se chiamma “ Infantesimo “.

( abbozza un identikit con Elvira, che non capisce  subito di chi si tratta  )

Cu chill’attore biondo ? Ca fa tutte ‘e sceneggiati ? Chillo  ca va sempe addu Costanzo ?  Chillo ca  lassaie ‘a mugliera pe’ se mettere cu chella attrice giovane ?

Elvira                         ( finalmente ) Ah…. aggiu capito.

Maria                         Ma comme faie a dicere aggiu capito. ( quasi a voler ripetere le indicazioni di Lucia ) N’attore  ca lassaie a mugliera pe’ se mettere cu chell’attrice giovane. Ce ne stanno ciento ca hanno fatto chesto.

Elvira                         Sì, ma Lucia ha ditto “ biondo “. E po’ nuie ce capimmo a volo ‘ncoppa a ‘sti cose. Tu nun ‘e siegui tanto. Nuie oramai facimmo parte d’a famiglia  ‘e chesta gente.

Lucia                          Va buò mo me n’aggia j. Grazie assaie. ( mostra la bottiglia ) Me ne piglio ‘nu poco e po’ v’a  porto.

Elvira                         Lucì, tienatella, po’ m’ha daie con calma.

Lucia                          Va buò, allora arrivederci e buona domenica.

Iammoce ‘a menà nell’inferno  dantesco. 

Elvira                         E brava a Lucia, cunusce pure a Dante Alighieri.

Lucia                          Ma chi,  l’aggiu sentuto ‘e dicere a uno dint’a televisione.

                                    E si cunusceva a Dante Alighieri. Io nun iesco maje, sto sempe dint’a casa.

                                    Stateve bbone.                      

                                                                       (  esce di scena )

Maria                         Ih che personaggio.

Elvira                         Ma è ‘na brava guaglione. ‘Na femmena ‘e casa.( esce )

Maria                         (  si rivolge ad Alfonso, quasi a fargli capire che può essere ingombrante  )

                                    Alfò,  ti devo chiedere scusa ma in questo momento avremmo  delle cose da fare.

Alfonso                      Ma fate pure, nun te preoccupà pe’ me. Io sto qua me leggo ‘nu poco ‘o giurnale. 

Maria                         Seh… ( rassegnata )   ed allora permetti. Te porto ‘nu poco ‘e cafè ? 

Alfonso                      Eh,  magari. Ma proprio ‘nu surzo ! 

Maria                         Certo, pe’ carità. ‘Nu surzo.  ( se ne va in cucina ).

                                               ( rientra Raffaele con una camicia in mano; entra anche Elvira per prendere qualcosa )

Raffaele                     ( si rivolge ad Elvira )  Elvì, tieni che ffà ?

Elvira                         Pecchè che te manca ? 

Raffaele                     Ah… si  putesse dicere liberamente chello ca me manca ….

Elvira                         E perché ?  ( stuzzicante )   Nun ‘o può dicere  ?

Raffaele                     Elvì, tu vuò stuzzicà  senza voler essere stuzzicata e .. non sta bene.

Elvira                         Uhm … e chi è che mi dovrebbe stuzzicare ?  Rafè, nuie ce cunuscimmo ‘a tant’anne e lo sai che io sono una donna all’antica, particolare. A me uno per entrarmi dentro ( accortasi di aver detto una cosa che potrebbe sembrare sconcia, aggiunge, sottolineando  ) nel cuore, ce vo’ tiempo. Aggia vedè primma bbuono chi è, che ffà, che sape fà. E poi ..  eventualmente ……. Perciò …

            ( nel frattempo entra Maria che ha portato il caffè ad Alfonso )

Maria                         …..  è rimasta zitella. Si no a quaccheduno pure ‘o truvava. Se luvave ‘nu poco d’acidità.

Elvira                         Io acidità nun ‘ne tengo. Nun me manca niente e nun aggio bisogno ‘e niente.

Raffaele                     E ti sbagli. Tutti abbiamo bisogno di qualcosa,  o di qualcuno in tanti momenti della nostra esistenza. A volte la parola giusta al momento giusto dalla persona giusta  vale un tesoro.

Elvira                         E chesta  persona giusta chi sarebbe ?

Raffaele                     Se  trova  Elvì, se trova. Si se cerca … se trova.

Elvira                         Si uno ‘a vò cercà…. !

Maria                         Elvira siente a me, fermati cu chisti discorsi troppo forti  si no te vene ‘o male ‘e capa, e vide ca ce stanno chilli panni ‘ncoppa a’ seggia che s’avesseno stirà;  io vaco dint’a cucina p’avvià ‘nu poco ‘sta varca.

Elvira                         Va, va,  mo’ veco io. ( Maria esce di scena ) Insomma  Rafè se po sapè che bbuò ?  

Raffaele                     No, niente… volevo chiederti  se puoi  cucirmi ‘nu buttone vicino ‘a ‘sta cammisa. Se ne è venuto mmano mentre me l’appuntavo.

Elvira                         E pecchè si sempe irruente, sempre violento.  

Raffaele                     Io violento ? Ma che staie dicenno. Tutte ‘e buttuni d’o munno se ne cadono. Chilli so’ attaccato c’o cotone no c’o filo spinato. E poi  appunto e spunto, spunto e …..…..

Elvira                         …. appunto, si violento.  Comunque damme  ‘sta cammisa.

Raffaele                     Ecco qua. E ..grazie.  (  Elvira esce di scena; rimasto solo parla a se stesso ) Chesta femmena  me fa ascì pazza ma  nun l’ha mai voluto capì.  Eppure  diceno ca ‘a femmena capisce sempe tutto. Io non lo so…. Ma è femmena chesta, o no ?   ( si rivolge ad Alfonso )  Alfò, tiene ‘o giurnale ?

Alfonso                      Sta ccà,  ‘o vuò ?  ( lo tira dalla tasca )

Raffaele                     No, vulevo sulo leggere ‘o fatto e chillo ingegnere napoletano ca ha ditto aiere ‘o telegiornale.

Alfonso                      Qualu fatto ?

Raffaele                     Comme nun l’he sentuto ? ‘A gente ha fatto ‘e numeri. Cose ‘e pazzi. Aiere, ‘ ce steva ‘nu congresso ‘o Royal, nun saccio ‘e che cosa;   ‘nu giovane ‘e trent’anni, laureato ingegnere spaziale, quattro lingue, ‘na carriera annanze brillantissima, mentre steve parlanno :  ‘nu giramiente ‘e capo, s’è assettate ‘ncoppa a seggia,  ha sbarrato l’uocchie e nun deve chiù segno ‘e vita. ‘Nu miedeco è curruto subito, chi ‘o ssà c’ha fatto, ‘stu giovane s’è ripigliato ma .. Alfò… nun parlava chiù; muveva ‘a vocca ma nun asceva niente, comme si avesse persa ‘a lengua.

Alfonso                      Nientemeno, e forse ha avuto  n’ictus ?

Raffaele                     Ma no,  io nun saccio comme l’hanno chiammata ‘sta cosa. Dice ca po succedere ‘nu caso ‘ncoppa a  tre milioni. Ma che ciorta, sentite.

E vvote dice ‘o destino. Mo a chisto che le mancava. Giovane, laureato ingegnere, ‘na carriera ‘e Pataterno, quattro lingue…

Alfonso                      ( candidamente )… e nun se n’è salvata manc’una. 

Raffaele                     ( lo guarda avvilito ) Alfò, vaco ‘nu mumento dint’a camera mia.  ( esce )

(bussano alla porta; Maria esce per andare ad aprire; è Alberto il portiere

   dello stabile, deve consegnare una raccomandata )

Maria                         Prego don Albè accomodatevi pure.

Alberto                       Grazie, donna Marì scusate ‘o fastidio ma ve faccio perdere sulo duie minuti;  ‘o tiempo e ve dà ‘a copia d’o verbale ‘e condominio ca s’è fatta aiere. V’ha vulevo purtà stesso aiere sera ma po’ s’è fatto tarde.  

Ah.. e ha ditto l’amministratore  ce  stanno pure duie euro a carico ‘e tutti e condòmini, che saccio …  pe’ spese straordinarie.  

Maria                         Vado a prenderli  subito. ( esce di scena )

Alberto                       ( vede Alfonso e lo saluta )  Don Alfonso ! 

Alfonso                      Buongiorno Albè,  come si va ? Tutto a posto ?

Alberto                       Eh … diciamo tutto a posto. Io aggio fatto caso ca uno chiù se lamenta e chiù ‘e cose vanno ‘na chiavica. Allora m’aggio ‘mparato a nun me lamentà chiù.

Alfonso                      Albè le cose vanno come devono andare. Noi non possiamo modificare  una  virgola di quello che è scritto.

Alberto                       E infatti io chello ca  è scritto nun ‘o voglio cagnà, no….

                                    Io ‘o vulesso sulo leggere primma. Chesto è tutto.

Alfonso                      Sì  ….e fosse bello. Il fascino della vita è proprio questo. Non sapere  quello che succederà domani;  perdersi in questa attesa.

E  fra l’inizio e la fine di questa attesa, si svolge tutta la nostra vita. 

Alberto                       Don Alfò, io tengo ‘na mugliera cionga dint’o lietto, ‘na pensione sociale, tre figli  spusate cu’ sei nepute ca ogni vote ca veneno è n’ata trattenuta ‘ncoppa ‘a pensione; dulure pe’ tutte parte, o’ diabete a mille e una notte ……

Né ma che m’ha da succedere chiù.

Alfonso                      Albè,   sei  ( consapevole di dire qualcosa di difficile ) …. un minimalista.

Alberto                      Ah questo è vero;  io vaco pazzo pe’ gli animali.

Alfonso                      No animalista, Albè .. minimalista. Tieni una visione della vita troppo ridotta. 

Alberto                       Sarà…e comunque a proposito d’ animali … nun è ca v’interessa ‘nu bellu cacciuttiello ?   ‘A cagna ‘e mio figlio ha parturito.       

Alfonso                      No,  Albè  ce manco sulo ‘o cane. E poi io non vado d’accordo con gli animali.

Alberto                       Eh,  ma si ‘e vedite cagnate  idea.( raggiante )  Comme so’  belli. So’ cuccioli ‘e  pastore man’ e mani. 

Alfonso                      Pastore man’ e mani ?  E che fanno   ….  ‘o girotondo ?

Alberto                      No, stanno tutti quanti vicini dinta ‘a cesta. ‘Nu capolavoro don Alfò. 

Alfonso                      No Albè ti ringrazio ( ironico ) scusami con loro , ma la cosa non mi interessa.

Alberto                       Seh… ‘e saccio  ‘e ccose ca v’interessano. ( indicando con l’indice verso l’interno della casa)  Donna  Maria, per esempio.

Alfonso                      Albè ?   Embè !!! 

Alberto                       Don Alfò, scusatemi se mi sono permesso ma nuie ce cunuscimmo ‘a tantu  tiempo. ‘O saccio bbuono ca ‘a passione che tenite p’a signora Maria  è ‘na  cosa seria, ma ‘a signora è ancora attaccata a’ memoria ‘e don Gaetano. Grande amico vostro e grand’omme.  Senza offesa, ‘nu signore, don Alfò.

Alfonso                      E  ‘o  dici a me.

Alberto                       Io  cu’ vuie sto parlanno.

Alfonso                      Ma lo so, voglio dire nun c’è bisogno ca m’o dici.  Un amico vero, un persona stupenda. Sempre pronto a sacrificarsi,  sempre pronto a prestare aiuto, sempre pronto verso gli amici, sempre …

( entra  Maria con il danaro per Alberto ) 

Maria                         Pronto Albè,  ecco qua.  ‘He ditto duie euro ?

Alberto                       Sì,  donna Maria, due euro. ( prende i soldi ) Stammo  a posto.

E  allora j’ me ne scengo. Buona giornata a tutti quanti.

Maria                         Pure a te.  ( esce di scena )

Alfonso                      Statte bbuono Albè.

                                               (rientrano  Raffaele ed Elvira )

Elvira                         ( porge la camicia a Raffaele )  Ecco fatto, il signore è servito !

Raffaele                     Grazie.

                                               ( squilla il telefono, Elvira va a rispondere  )

Elvira                         Pronto!  Allora ?  Allora ..che ?  Ma chi è ? ‘Rafè, vide ‘nu poco a chisto, nun ‘o capisco.

Raffaele                     Aspiette Elvì, chist’adda essere l’amico ‘e Gianni.. ‘o francese. Mo ce parl’io.

Elvira                         Pecchè tu parle francese ?

Raffaele                     Quando è necessario !  ( prende la cornetta ) Hellò, hellò, oui ..oui… .oui…oui….

Alfonso                      ( ad Elvira che sta ascoltando anche lei la telefonata ) E va buò, accussì saccio parlà pur’io.

Raffaele                     Ok, Giannì n’est pà. Il è dovù scendre. Oui. Comonc..il m’ha lassè a moi la masciata, oui..la masciata .. l’information… oui…alor  pour l’appuntament… che vous tenè l’autre hier…venerdì ? oui vendredi, il  m’ha ditt che è pour demen. Demen… lunedi.. lundì, esatt.  ‘A stess’heure… oui… a stess’heure.. je ne le sais. A che l’heure er’ ? ( lo ripete più volte grottescamente )  a cinq heure ? e allor a cinq heure  pur diman.. oui. Ok ?  Ok ! Giannì, il se fè truvè già là. Oui  ?   Rien, rien, pour  caritè. Au revoir, au revoir.

            ( Elvira e Alfonso lo guardano stralunati e divertiti  )          

Raffaele                     Alfò, ogge si nun sai almeno ‘na lingua nun vaie ‘a nisciuna parte.

Alfonso                      ( sarcastico )  E infatti … !  

                                                                       (  rientra Maria )

Elvira                         ( risoluta )Alfò, vuò restà a pranzo con noi ? 

Alfonso                      Ma no, non voglio da’ fastidio.

Elvira                         Gesù, ma qualu fastidio, nuie simme tre gatte.

Rieste ccà, ‘a casa stai tu sulo.

Alfonso                      E allora …. va bene, con piacere.

Raffaele                     ( rivolto ad Alfonso )E allora sai che facimmo ?  Mo scennimmo e ghiammo ‘a piglià duie frutti ‘e mare. ‘A dummeneca nun me pare dummeneca si’  a tavola nun ce sta l’addore ‘e mare.

Alfonso                      ‘O napulitano verace accussì è. 

                                                           (  Maria  si rivolge a Raffaele )

Maria                         Uè, napulitano verace , però nun purtà rroba ca ce vo’ tiempo a pulezzà, o a cucinà, si no ‘o ghietto abbascio.

                                    E Alfò, tu nun piglià ati’ dolci comme ‘o solito ca abbasta chello ca già ‘e purtato. 

Alfonso                      Come voi volete, signora.

Maria                         Vedite sultanto si truvate ‘nu poco ‘e pane frisco. Pe’ vuie duie,  

pecchè pe’ nuie va buono pure chillo d’aiere.

Raffaele                     E allora vulimmo scennere Alfò, jammoncenne jà.

Alfonso                      Permettete.

Maria                         Jate, jà.  Faciteve ‘na bella passeggiata…. longa longa.

                                                                       ( i due escono ) 

Maria                         Ah, finalmente se ne so’ ghiute tutti quanti.

                                                                       ( bussano alla porta, Elvira va ad aprire )

Maria                         ( rassegnata )  Avimmo pazziato !

                                                                            ( entra Elvira con Lucia ) 

Lucia                          V’aggio purtato ‘a butteglia d’uoglio. Tutto a posto.

                                   Me ne so’ pigliato ‘nu poco e  l’aggio miso dint’’a ‘na buttigliella.

Elvira                         Nientemeno,  e t’’a tenive. 

Lucia                          No, va bbuono accussì, nun voglio tene’  pensieri.... ( cambia tono in modo  quasi drammatico  ) E  comunque c’avimmo  ‘ntussecato ‘a dummeneca.

Elvira                                     E pecchè Lucì ?

Lucia                          Pe’ chello ca è succiesso a’ casa ‘e Margherita.

Maria                         Addu tua cognata ? Ch’è stato ?

Lucia                          No, che c’azzecca mia cognata;  Margherita…. ‘ a figlia e donna Rachele,

‘a protagonista ‘e  “ Quando finisce un amore “. 

Elvira                         Overamente Lucì,  ‘he capito ‘nu poco ?

                   ( Maria le guarda con curiosità )

 

Lucia                          Eh,  ma io m’o sentevo ‘e scennere ca jeva a fernì accussì. ‘A figlia , ca nun tene manco quindici anni, ha avuto ‘na storia c’’o marito ‘e Marta, e mo’ aspetta ‘nu figlio. ‘He capito ? Marta l’amica del cuore ‘e Margherita !  Mo’ chesta povera madonna, se trova fra due fuochi.  ‘A figlia incinta e l’amicizia cu’ Margherita ca certamente chi ‘o ssà comme va a fernì !

Maria                         ‘O saccio io comme ‘a facesse fernì  Lucì. ‘E spezzasse  ‘e cosce a tutti quanti. Ma insomma ‘a vulimmo fernì ? Ma addò simmo arrivati e addò vulimmo arrivà ancora?  Vulimmo maggiore libertà ? E  va bene; forse primmo stevemo troppo ‘nchiusi overamente. Vulimmo ‘o  dialogo ? E va bene, effettivamente primma nun se puteva manco arapì ‘a vocca.  Esperienze prematrimoniali ?  Mi sono spiegata  ? ( le due fanno  di sì con il capo ) E va bene,  forse primma eravamo troppo repressi, e pe’ sta’ repressi ...

Lucia                          ‘Avimmo fatto ‘e figli cecati ...

Maria                         No Lucì, avimmo fatto ‘e figli troppo scustumate.   

Chesto è tutto l’insegnamento sbagliato, l’esempio che danno cu’ sti ccose che fanno pe’ televisione; te fanno credere ca tutto è possibile, tutto è permesso.

E allora non c’è più limite, nun ce sta chiù rispetto, moralità, amor proprio.

E allora se perdono ‘e vista ‘e regole,  ‘a stima, verso gli altri e verso noi stessi; e poi ….la cosa  più elementare, Lucì: l’educazione ! 

Quell’insieme di regole  civili che ci fanno sentire tutti vicini pure si campammo ognuno  pe‘ fatti d’e suoie.

Lucia                          Marì, tutto chello che vuò, ma a me ‘stu fatto ca è succiesso dint’a chella famiglia, mo nun me fa stà bbona. Forse tu ‘e vide comme cose ca ponno succedere all’ate, io invece ce traso proprio. E’ comme si fosse succieso a ‘n‘amica mia, ‘na parente mia. Pruove a immaginà si nu fatto ‘e chisto succedesse a te. Jà, che facisse ?

Maria                         Te l’aggio ditto Lucì. ‘E spezzasse ‘e cosce, figli ‘e buono. E po ‘e ghittasse a via ‘e fore. Ah, io ‘ncoppa a ‘sti ccose  songo all’antica. 

Lucia                          Eh.. va buò se dice, ma po’ annanze ‘o fatto…..

Maria                         ( ribadendo con forza il concetto)... ‘e menasse abbascio.

                                    ( quasi sillabando ) Annanze ‘o fatto….. ‘e menasse abbascio.  

(  esce di scena )

                                    (   Lucia guarda Elvira mimando qualcosa del tipo “ vulesso vede’ proprio“;

                                                       Elvira l’accompagna alla porta )

Lucia                          Ciao Elvì, statte bbona.

Elvira                         Ciao Lucì,  buona domenica.

                                                           ( rientra in scena e comincia a mettere a posto )

 fine primo atto

( si apre il sipario, Raffaele è seduto al tavolo intento a leggere il

giornale; bussano alla porta; si alza e va ad aprire, rientra con

Alfonso )

Raffaele                     Uè, Alfò, buongiorno.

Alfonso                      Ciao Rafè, tutto a posto ?

Raffaele                     E diciamo tutto a posto.

Alfonso                      E  allora ?  Oggi…. giornata importante ? 

Raffaele                     Sì, vengono i genitori di Laura, la fidanzata ‘e  Gianni,  anche se lui ha detto

che non è fidanzato. E chi ci capisce niente.

Alfonso                      Embè, si isso dice ca nun è fidanzato ……..?

Raffaele                     Ma sai come songo e guagliuni  oggi; è la parola “ fidanzati “ ca’è fa sta male.  Loro dicono che stanno insieme e basta. Rifiutano le etichette.

Alfonso                      Comme ‘e buatte ‘e pummarole. Comunque, so’ stato invitato anch’io a pranzo e  aggio purtato duie dolci. 

Raffaele                     Gesù, e c’era  bisogno e te ‘nvità;  tu si d’a casa. 

Alfonso                      E va bè, ma so’ sempe fatti ‘e famiglia,  cose riservate.  ( appoggia i dolci sul tavolo ) ‘E metto ccà ‘ncoppa !   E  stai tu sulo ?

Raffaele                     Le donne sono andate a messa e Gianni avessa sta dint’a camera soia.

                                   Assiettate Alfò, io stevo leggenno ‘nu poco ‘o giurnale. Vuò ‘nu bicchierino

                                   ‘e quaccosa ?

Alfonso                      No, niente proprio, grazie.

Raffaele                     ( sfogliando il giornale ) Tiene mente ccà, sulo rapine, scippi, violenza.

Oj’ , pe ‘na precedenza a n’ incrocio “ passo io, passa tu” , se so’ pigliate a curtellate. 

Alfonso                      Rafè ‘a gente ha perso ‘e sensi. Venenno  ccà, nun me stevo ‘ntussecanno pur’io. 

Raffaele                     Ah sì , e pecchè ?  Che è succieso ?  

Alfonso                      So’ ghiuto a piglià ‘e sigarette addo tabaccaro ‘e rimpette. Esco  e attraverso  ‘a strada pe’ trasì dint’o palazzo. ‘Nu scemo ca machina m’he passato accussì vicino ca n’atu poco me menava ‘a sotto.

Aggiu alluccato “ neh,  ma all’anema ‘e chi t’è m…….

Raffaele                     ( gli prende un braccio e con le dita sulle  labbra gli dice sottovoce )

Sssss….. ‘a llà ce sta Gianni.

Alfonso                      ( mortificato e quasi sussurando, completa  )    … uorto “ .

Chillo sai c’ha fatto ?  Doppe ‘nu centenaro ‘e metri s’è fermato,

è sciso ‘a dint’a machina, ‘nu piezzo d’omme ‘e chesta manera,  e m’ha fatto ‘nu gesto cu’’e mani molto chiaro. E diceva “ vieni a ccà “, sempe cu’ ‘e mani aperte a girotondo. Chillo si nun faceva ‘o gesto io ‘o stesso nun ce jevo;  piensa ‘nu poco si saccio pure e che se tratta… ma pe’ favore.

N’armadio !  Isso ‘nu  peso massimo, io so’  pace-maker.

Raffaele                     Peso … ?

Alfonso                      Avette n’infarto  Rafè, t’he scurdato ? Me facetteno ‘o by-pass.

Raffaele                     Oh scusa …..  nun avevo capito.

Alfonso                      So’ infartuato, e nun me pozzo chiù appiccecà. ‘Na vota sì. 

                                                                       ( entra Gianni )

Gianni                                    Ciao Alfò.

Alfonso                      Buongiorno  Giovà.

Raffaele                     Scusatemi, vaco ‘nu mumento a llà.  (  esce )           

Alfonso                      E  allora tutto a posto ?    Oggi è il grande giorno !

Gianni                                   E diciamo così.

Alfonso                      Ma che d’è, nun si cuntento. ( pausa;   poi,  titubante, assume un tono più serio  )  Giovà, è da un po’ di giorni che volevo  farti una domanda, diciamo così….. particolare.        T’’a pozzo fa’  ?

Gianni                                    Certamente. Che vuò sapè ?

Alfonso                      Giannì ……  tu mi vedresti come padre spirituale ?

Gianni                                   Pecchè, te vuò fa’ prevete ?

Alfonso                      No, qua prevete,  voglio dire  padre … uhm…..  purgativo.

Gianni                        Purgativo ?   

Alfonso                      Ah .. insomma…. comme se dice quanno uno nun è ‘o pate naturale, però vulesse fa’ ‘o pate ‘e quaccheduno ?  E se comporta comme si fosse ‘o pate ?

Gianni                                   Un padre putativo.  

Alfonso                      Putativo,  esatto. Però m’ero avvicinato. Sì, insomma ‘nu pate  pezzottato.

Gianni                        E questo padre “ pezzottato “ chi dovrebbe essere  ?  Tu ?  E nei confronti di  chi ?  ( vedendo Alfonso che china la testa, in atteggiamento dimesso) 

Alfò ( gli poggia una mano sulla spalla )  tu sei una brava persona.

Frequenti questa casa da quando ero piccolo. Eri un grande amico di mio padre e lui ti stimava molto ricambiando il tuo affetto. Dal giorno della disgrazia che se lo portò via tu mi sei stato sempre vicino ed io ti ho sempre voluto bene, sinceramente. La vita ci mette davanti a prove difficili, ma che poi ci fa superare perché le cose cambiano, vanno avanti e noi non siamo altro che spettatori inermi di questo grande film  che è la vita. Oggi che sono grande riesco a capire il tuo interessamento nei confronti di mia madre. Un sentimento vero, sincero; ed io stesso sarei contento se mamma volesse dare una svolta alla sua vita dopo tante sofferenze, perché, credimi Alfò, mammà  ha sufferto tanto,  ma proprio assai.

Nel mio cuore, nun te piglià collera,  non potrai mai sostituire mio padre, ma se mammà  vuole,  al suo fianco  ti vedrei molto bene, sei la persona giusta.

E  se dovesse essere necessario, metterò una buona parola per te, anche se quello sentimentale è l’unico campo dove la raccomandazione non conta. 

E comunque spero che in futuro le cose si mettano  per il verso giusto.

Per te e …. soprattutto  per me che in questo momento purtroppo ho la mente impegnata altrove.

                                                                        ( rientra Raffaele )

 

Raffaele                     Alfò, che dici ce vulessemo fa ‘na partitella ‘e carte ?

Alfonso                      Ma sì, ‘na bella scopa, va !

Raffaele                     Vaco a piglià ‘e carte dint’a stanza mia e faccio ‘na telefonata. 

(  Alfonso si siede vicino al tavolo; Gianni prende un libro e comincia a sfogliarlo; bussano alla porta; Gianni va ad aprire; entra con Alberto, il portiere  )

Gianni                        Alfò, ce sta Alberto ca te va truvanno.

Alberto                       Buongiorno. Don Alfò, scusate avite lassato ‘a machina proprio annant’o purtone e ce sta ‘o figlio e ‘ll’avvocato Esposito ca avessa trasì c’’a motocicletta e un ce’’a fa; perciò , o scennite  ‘nu mumento vuie o me date ‘e chiave e v’a sposto io.

Alfonso                      Sì Albè grazie, te dongo ‘e chiavi e me faie tu ‘stu piacere perché in questo momento non posso scendere ( prende le chiavi dalla giacca ). Una cosa sultanto.. statte accorto. Chesta è l’ultimo modello da Pàris: abs, airbag totale, trazione integrale,  antifurto satellitare.

Alberto                       E che d’è  n’astronave ?  

Alfonso                      N’astronave ? E che ne faie… Accensione digitale, elettronica. Uè ma si nun parte subito,  nun ‘a sfurzà. Chella è tutta elettronica. E po’ appena va in moto s’appicciano tutte e luci all’interno e parte il computer di bordo. E te dice quale è il percorso migliore da fare, il tempo che ci vuole e la situazione sempre aggiornata di dove ti trovi.

Alberto                       Don Alfò, io l’aggia fa due metri chiù ‘nnanze.  ( guarda Alfonso che alza le braccia come a dire “ io ti ho detto quello che dovevo dirti “ )  

Ve le porto subito. 

( esce accompagnato da Gianni; si sentono delle voci da fuori; entrano Maria, Elvira ed una loro amica Angela; ritornano dalla Chiesa;  )

Maria                         Vieni Angela, trase.

                                               ( Angela vede  Gianni   e gli va incontro )

Angela                        Buongiorno Gianni, come stai ? ( gli da un bacio ) Tutto a posto ?

Uè Alfonso, buongiorno pure a te !  Che si dice ?

Alfonso                      Tutto a posto, tutto a posto.

                                                                       (  Gianni se ne va  nella sua stanza )

Maria                         Ah, che stanchezza. Madonna mia. Tutt’a messa all’erta; nun ce steva ‘nu posto manco a pavà.

Elvira                         Però  comme l’ha ditto bella ‘o preveto; e che bellu discorso c’ha fatto.  Chisto è ‘o  preveto nuovo; è venuto ‘o posto ‘e don Paolo.

Che bell’ommo !

Maria                         ‘O punto è sempe ‘o stesso. La lingua batte dove il dente duole.

Elvira                         Uè bella ‘a lengua mia nun batte a nisciuna parte, ‘hè capito.

N’ata vota mo cu ‘sta canzone. ‘O preveto è un bell’uomo, e quanno uno è bello ce sta poco ‘a fa’, ‘o  vedeno tutti quanti.

Maria                         Sì, ma tu te si mise proprio ‘mmocca, ‘mmocca. All’erta, in prima fila; n’atu poco saglieva  ‘ncoppa all’altare.

Elvira                         Per sentì meglio.  Proprio ‘na bella predeca.

Angela                        Sì, sì. Un po’ lunga, ma bella !

Maria                         Lunga ?  Chillo nun ‘ha ferneva cchiù.

Angela                               E comunque Elvira ave ragione.  ‘O preveto è proprio ‘nu bell’ommo.

Io po’ nun capisco uno  accussì ,   pecchè decide ‘e fa ‘o preveto.

( guarda Alfonso  ) ‘O materiale ca sta in giro è accussì scarso.

Maria                         Elvì vuò fa’ ‘na tazza ‘e cafè ?

Elvira                         Uhm… e pecchè nun ‘o fai tu ? Angela nun è pe’ te ma chesta l’adda fernì cu chest’aria ‘e cumandante.

Maria                         Ma quale aria ‘e cumandante. Ma addò ‘a vide ?

Angela                        Nun date retta, nun fa niente. Io me n’aggia scappà. Devo andare a mangiare a casa ‘e  mia sorella. Oggi è ‘o compleanno ‘e mio cognato e m’hanno invitato a casa lloro.  Vuie pure tenite che fa’.

                                    M’ha ditto Elvira ca oggi veneno a pranzo e genitori ‘e  tua nuora ?

Maria                         Mia nuora ? Io fino a quindici ghiuorne  fa nun sapevo manco chi era.

                                    Gianni ha insistito tanto.  C’aveva fa’ ?  A me nun me piace manco tutto chesta cosa ufficiale. Gianni è ‘nu  studente universitario. Che impegno se po piglià cu ‘sta guagliona.

                                                                       (  entra Raffaele )

Raffaele                     Uè,  Angela, pure tu qua ?  Come stai ?  Ti trovo benissimo.

Angela                        Seh benissimo,  io mo sto uscendo da un’influenza che m’ha scassata tutta quanta. Mi ha ridotto proprio … inguardabile.

Raffaele                     ( rivolto al pubblico ) Oddio, nun è ca avuta faticà assaie.

Maria                         Eh ma la televisione l’aveva detto.  E’ in arrivo una brutta influenza, e stateve accorto  perché questa volta appartiene ad un ceppo diverso che vene … nun saccio ‘a qualu posto. 

Raffaele                     Seh, d‘o ceppo ‘a furcella.

Elvira                         Angela, allora va bene il cafè o vulisse n’ aperitivo ?

                                                           (  entra  Gianni  )

Angela                        No niente proprio, grazie; il caffè il medico me l’ha tolto pe’ vìa d’a pressione. L’aperitivo fa venire appetito e io invece devo stare a dieta pecchè ha ditto ‘o miedeco che tengo un’obesità di secondo grado. Cioè nun so’ chiatta, però m’aggia sta’ accorta. E comunque ho cominciato una dieta da due giorni e già ho perso un chilo.

Raffaele                     Sì, ‘e cervelle.

Angela                        Simpatico. E poi devo mettere a posto anche altri problemi che tengo.

Per esempio… Giannì, guarda ccà… me sai dicere pecchè  a ‘nu poco ‘e tiempo vicino ‘e cosce me so asciute  ‘sti vene vanitose ?

Gianni                                   Se vonno mettere in mostra.

Angela                        ‘O miedeco mio ha ditto  che potrebbe anche essere un problema di senescenza. 

Raffaele                     Vicino ‘e cosce nun credo; ‘mpietto sicuro è senescenza  ( accompagna questa frase con un gesto delle mani che rappresenta la “ caduta “ )

Angela                       Rafè, si sempe ‘o stesso.

Raffaele                     E’ la vitalità che scorre in me.

Angela                       No Rafè, chello che scorre in te se chiamma ‘e n’ata manera.

Comunque sentiamo che ci dice il nostro  caro dottore ?  Il futuro della medicina mondiale.  

Gianni                                   Angela, io sto appena al secondo anno di medicina, ed indietro  con gli esami.

Angela                        Ma che c’entra, io già lo so che diventerai un grande lume della medicina.

Raffaele                     Seh, fa l’abat-jour  dint’o spitale. 

Angela                        E poi lo sai, che tuo padre ci teneva tanto. Diceva sempre, Gianni un giorno diventerà un medico, un grande medico.

Maria                         E chillo Gaetano stravedeva per lui. Diceva sempe : Gianni è un ragazzo in

gamba;  mi darà grandi soddisfazioni.  

Gianni                        ( rivolto al pubblico ) Infatti …proprio oggi ce n’avesse dato una grandissima; e isso invece m’avesse dato una “ mazziata “  grandissima.  

Angela                        ( a Raffaele ) Rafè, ma te staie ‘ngrassanno ?

Raffaele                     Io ?  Tu me pare  ‘a “ Andrea Doria “  …. guarda a mè ?

Angela                        Sempre galante, non c’è che dire. 

Raffaele                     Angiolè… ( come per dire “ ma fammi il piacere “ )

                                               ( bussano alla porta; Gianni va ad aprire;

                                               entra Alberto che ha riportato le chiavi ad Alfonso )

Alberto                       Scusate l’interruzione… Don Alfò cà stanno ‘e chiavi.

Alfonso                      Tutto a posto ?

Alberto                       Eh insomma… nun è ghiuta in moto.

Alfonso                      Uh Gesù e comm’è; chella è tutta computerizzata  ?

Alberto                       E forse ce vuleva ‘a pass-uol. Comunque l’avimmo spinto a mano.

Peccato pecchè vulevo sentì  duie nutizie d‘o computer. 

Alfonso                      E che d’è … ‘o telegiornale.

Alberto                       Ma accussì, pe’ curiosità.  Me ne vaco,  buona domenica  a tutti.

Alfonso                      Statte bbuono, Alberto.  E grazie ! 

( Elvira entra con l’aperitivo per tutti; lo mette sul tavolo; si avvicina a Raffaele  )

                       

Elvira                         Ecco qua. ( poi a Raffaele ) Rafè, m’avisse fa’ ‘nu piacere.

Raffaele                     A disposizione.

Elvira                         Dopo avissa vedè ‘nu mumento sotto ‘o forno dint’a cucina. ‘O spurtellino nun chiude buono.

Raffaele                     Ma qua ci sta Raffaele tuo. Tu ‘he ‘a parlà sulo.

Elvira                         E a me “sola “  me facite parlà… tutti quanti.

Raffaele                     Elvì, ma ‘o vuò capì ca tu putisse essere ‘a regina d’a casa.

Maria                         ( ironica ) Si turnasse ‘a monarchia !  

Elvira                         E nun ‘a perdere ogni tanto  l’occasione  ‘e te sta’ zitta.

Angela                               E va buò, allora me ne vaco io. Mo m’aggia piglià pe’ forza ‘nu taxi, si no comme arriva ‘ncoppa ‘o Vomero ?  E a Napoli dint’e taxi comme te muove

ce vonno chiù ‘e dieci euro.

Rafele                        E tu  statte ferma, Angiolè. T’e ‘a movere afforza ?

Angela                       Ma quanto si’ comico. Ma pecchè nun faie teatro ?                        

Marì, statte bbona e auguri. Ciao Elvì, ( si avvicina a Gianni ) Giannì fatte da’ ‘nu bacio.( lo bacia ) Signori buona domenica. ( vedendo che continuanoa giocare a carte ) Ma no, non vi alzate, vi prego, state pure comodi.

Raffaele                     Statte bbona, Angiolè.

Alfonso                      Arrivederci Angela, buona domenica.

Angela                        Seh,  buona domenica …. a casa ‘e mia sorella !  Sai che divertimento.

Mio cognato attaccato vicino ‘a radio a  sentere ‘e partite; mio nipote cu chillu  canale  ca fa sulo musica e se mette dint’e recchie.

Mia sorella dint’a cucina a  pulezzà sempe e si s’assetta a  parlà  me conta sulo guaie. Va buò, statevi bene. ( esce, accompagnata da Elvira e Maria )

                                   ( rientrano subito dopo )

Gianni                        Mamma mi raccomando a te e a zia Elvira mo che vengono questi;  non  litigate come sempre e cercate di stare attente al  bon-ton.

Maria                        A Totonne ? E chi è chisto ?

Gianni                                    Ma qua Totonne, mammà,  bon ton.  Chilli so’ signuri.

Maria                         E pecchè nuie che simmo… fetiente ?  Nuie ce sapimmo cumpurtà  bbuone, nun te preoccupà. Avimmo fatto sempe ‘a figura nosta.

Gianni                        E chesto me preoccupa. 

                           ( bussano al citofono; Gianni va a rispondere )

Gianni                                    Chi è ? Chi ? Uè Fabio, sì …sì,  certo sali pure.

Maria                         Chi è ?

Gianni                                   E’ Fabio, sta salendo. Ha detto che deve parlarmi con urgenza.

Maria                         Quanto me piace chistu guaglione.  Un bravissimo ragazzo.

                                   Uno con la testa sulle spalle.

                                              

                                                           ( bussano, Gianni va ad aprire;  entra  Fabio )

Gianni                                    Ma che c’è di così urgente ?

Fabio                          Buongiorno a tutti e scusate … quest’invasione.

 

Elvira                         Buongiorno.

Maria                                     Buongiorno Fabio, tutto a posto ?

Fabio                          Per niente, signora mia. Sto in un mare di guai.

Gianni                                   Ma che cosa  è successo ?

Maria                         Siediti, ti faccio un po’ di camomilla ?

Elvira                         Un po’ di caffè ?

Fabio                          Niente proprio, grazie.

Gianni                                    Ed allora ?   Non tenermi sulle spine.

Fabio                          Ecco qua. Sono venuto direttamente da te perché tu sei mio amico e poi perché sia tua madre che tua zia sono persone così affabili che mi hanno fatto sempre sentire come in famiglia.  Ed io oggi ho bisogno di sentirmi  qualcuno vicino. Vado subito al dunque senza aggiungere altro,  perché in questi casi le parole sono inutili. ( pausa ) La mia ragazza è incinta.

Maria                         Ah ! 

                                              

Elvira                         Uh Mamma mia !

Gianni                        Fabio ma è un dramma.

Fabio                          Una tragedia. E chi lo dice ai miei, ai genitori della mia ragazza. Quelli ci ammazzano. No, no…( guarda Maria ) Prima che ci ammazzano loro ci ammazziamo noi.

Maria                         Ma nun dicere sciocchezze e cerca ‘e te calmà.

Piuttosto dimmi ….  ma come è successo ?

Elvira                         E secondo te comme aveva succedere ?

Maria                         E parli sempe ‘miezo.  Sì .. cioè…  forse aggio ditto ‘na fessaria.  

Fabio                          Mah, signora Maria, come è successo non lo so.

Elvira                         E chisto è n’ato ca nun sape chello ca dice.

Fabio                          Volevo dire nonostante tutto, è successo. Ma il  problema adesso è affrontare tutto il resto; le ire dei parenti, il futuro che comunque ci costringerà a delle scelte obbligate, gli interrogativi che ci assilleranno “ è giusto, è sbagliato,  è opportuno “. E poi già lo so, tutti diranno che sono un delinquente, un poco di buono.  Chisti m’accidono. 

Gianni                                   Ma la tua ragazza adesso …?

Fabio                          Sta per strada.

Elvira                         Eh,  ma si chesta è ‘na scapestrata, allora ......

Gianni                                   Ma che cosa, zia Elvì... ha detto sta per strada;   sta ccà abbascio. 

Elvira                         Ah .... va bè … ma comunque  i parenti capiranno che se uno ha sbagliato una volta ...

Rafele                         ( cantando sottovoce  )  …. non sbaglia più ...

Alfonso e Raffaele    ( cantano insieme guardandosi negli occhi )  La verità ti fa male lo so …..

Maria                         Uè, embè.. e ca ce stanno chisti guaie seri e ve mettite a pazzià.

Rafele                        Ma era  per sdrammatizzare un poco. Fabiè,  scusa.

Fabio                          Ma figuratevi. Magari ci scherzassero sopra pure gli altri.

Maria                         Fabio, a ‘nu genitore una notizia del genere fa sempe male pecché è comme si te sentisse ‘e sprufunnà. E’ la considerazione e la fiducia che avevi che vengono meno, insieme a ‘na folla ‘e  problemi ca se porta appriesso una cosa del genere.

Ma alla fine stai parlando sempre di tuo figlio, di tua figlia, di qualcuno nei confronti del quale, insomma te siente  responsabile e comunque coinvolto affettivamente. Perciò il problema bisogna affrontarlo e risolverlo.

Elvira                         Tutto s’aggiusta sempre, sulo a’ morte non c’è rimedio. E poi se vi volete bene  tutto si supera  facilmente. Certo s’hanno ‘a fa’ sacrifici. Ma poi vedrai che domani sarà tutto diverso.

Maria                         Ma sì, vedrai che tutto andrà bene. L’importante, adesso, è mantenere la calma e pensare a come risolvere il tutto nel modo migliore, nel modo più giusto.      Po’ vene tutto ‘o riesto.  ‘He capito Fabiè ?  Nun sta’ accussì abbattuto.

Fabio                          Signora Marì, voi sì che siete una donna che capisce. Chissà se i miei saranno così  maturi ed intelligenti come voi.

Maria                         Ma sicuramente, nun te preoccupà.

Elvira                         Tu si ‘nu guaglione accussì educato, accussì a modo...... ed i tuoi saranno

sicuramente comme a te. E comunque per il futuro statte chiù accorto.

Maria                         Ma che dici “ per il futuro “. ‘O futuro già è scritto. Se sta accorta o nun se sta accorta oramai nun serve chiù. Chella ca è fatta è fatta.

Elvira                         E chella ca nun s’è fatto ancora, nun s’è fatto ancora. E allora ?  Per il

futuro statte chiù accorto. ( guarda la cognata ) E addà parlà sempe.

Fabio                          Va bè voglio andare; la mia ragazza mi aspetta e voi avrete certamente da fare. Già vi ho rubato troppo tempo.

Gianni                                   Ma no Fabio, non ti preoccupare. Cerca solo di stare sereno e poi ci vediamo

domani o dopodomani e mi farai sapere. E comunque chiamami se ci sono novità.

Fabio                          Va bene Gianni. Ci vediamo, allora.

Gianni                                   Aspè, ti accompagno.

Fabio                          Buongiorno.

                                                                       ( si intrattiene con Gianni per i saluti )

 

Elvira e Maria           Ciao Fabio, buona giornata. 

Raffaele e Alfonso    Buongiorno Fabio.

Elvira                         Rafè …? ( come a volergli ricordare qualcosa )  ?

Raffaele                     Alfò,  jamme nu mumento dint’a cucina a vedè ‘stu furno. Lascia ‘e carte comme stanno, facimmo subito.        

(  se ne vanno tutti dentro; Gianni e Fabio si guardano negli occhi

poi si guardano intorno per accertarsi di essere soli )

Fabio                          E allora  ?    Come sono andato ?

Gianni                        Alla grande, sei andato benissimo. Hai un futuro da attore.

Fabio                          Ora spero che tu sia più sereno.  Ma hai visto la reazione di tua madre. Comprensiva, moderna, concreta, una donna matura ed intelligente.

Gianni                        Sì, mi sono meravigliato anch’io. Adesso sono un po’ più tranquillo. Il problema più grosso era la mia famiglia mentre i genitori di Laura sono persone moderne, progredite, con una mentalità così avanti che prenderanno questa cosa come un fatto normalissimo. 

Certo, però,  che l’idea di mettere in scena questa cosa, è stata azzeccata.

Un lampo di genio che mi è venuto quando mi hai telefonato stamattina.

Fabio                          Piuttosto adesso, che cosa pensate di fare tu e Laura ?  Dite  tutto subito, o aspettate ancora un po’ ?  Potreste  parlarne con  qualche altro della famiglia, per esempio  e semmai dopo con i vostri genitori. 

Gianni                        Non lo sappiamo ancora.

Fabio                          Allora in bocca al lupo.

Gianni                        E no Fabiè, in bocca al lupo vorremmo evitare di finirci.

Fabio                          Ed allora per una volta  torniamo all’antico: guagliù …. auguri.

Gianni                        Grazie Fabio, ciao e a presto. Ti faccio sapere.

   

( Gianni ritorna nel salotto ; rientrano anche Raffaele ed Alfonso dalla cucina per riprendere la partita )

Gianni                                   Vi da fastidio se accendo un po’ la radio ?

Raffaele                     A me no.

Alfonso                      Nemmeno a me, Giannì fai quello che vuoi. Anzi nu poco ‘e musica me fa

pure piacere d’a sentì.

( Gianni  comincia a sintonizzarsi )

Raffaele                     Miette Radio Atomica: l’unica radio attiva 24 ore su 24.

Alfonso                      Oppure,  Radio-Grafia  la radio che ti guarda dentro.

Gianni                                   Ma stamattina siete ... spiritosi assai.  Un  duo eccezionale.

Alfonso                      E’ l’aria della domenica.

Raffaele                     E’ l’atmosfera magica... e chesta è n’ata scopa. Alfò, otto ne vulevo, ‘na scopa e duie punti stanno a’ dinto songhe unnece. Ed anche questa è andata.

Alfonso                      E allora basta. Ogge si troppo forte pe’ me.

Raffaele                     La classe non è acqua.

                                                                          

  ( esce Elvira mentre bussano al citofono; Elvira va a rispondere; Gianni spegne la radio)  

Elvira                         Pronto ! Chi è ? Ah prego, prego.  Secondo piano a destra: Buonaiuto. 

                                    ( da una voce a Maria  che sta di là ) Maria, iesce ccà fora,  so’ arrivate ‘e  Caravella.

Raffaele                     Uhm… ce manca sulo Colombo.

Elvira                         Chi ‘o tenente Colombo ?  Ah…. che personaggio.  Si ‘ncuntrasso a uno comme a isso, allora sì.

Raffaele                     Allora che ?

Elvira                         ‘O saccio io.

( Maria entra;  Gianni che era andato ad aprire, introduce gli invitati;            entrano tutti )

 

Laura                         Buongiorno signora Maria. Come state ?

Maria                         Bene, bene.  Ma prego, accomodatevi. Io sono la mamma di Gianni.

                                                      

Carlo                          Buongiorno signora, noi siamo i coniugi Caravella, i genitori di Laura.

Io sono Carlo Caravella e lei è mia moglie Clara. E poi nonna Rachele,

madre di mia moglie.  Laura … già la conoscete. 

Maria                         Tanto piacere. ( da la mano ai coniugi  ma quando la tende alla nonna questa la  butta all’indietro  velocemente )

Carlo                          Ehm…le chiedo scusa, ma purtroppo la nonna qualche anno fa ha avuto un grosso problema di salute;  è stata addirittura in coma; e da allora non ci sta più tanto con la testa. La sola cosa che riesce ad interessarla oggi  è la  lettura del Vangelo.  Furono dei religiosi che giravano per l’ ospedale che la iniziarono a questa cosa  e da allora non se ne separa mai.  Ma non dà problemi, e poi non potevamo certo lasciarla sola a casa.

Maria                         Ma per carità, e che problema ce sta.  Fatela accomodare in poltrona, così sta comoda. Ecco qua….  state meglio ? 

Nonna Rachele          “ Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì  sono io “ Matteo  18,20

Clara                          Solo versi del Vangelo,  non dice altro.

Maria                         E cosa c’è di più bello;  magari lo conoscessimo bene tutti quanti. La fede è una grande cosa. Comunque, voglio presentarvi mia cognata Elvira….

Elvira                         Io sono la zia, sorella del padre buonanima; Gianni vi avrà certamente parlato di me. Lui mi considera una seconda madre e per me è come fosse un primo figlio. Anzi per me è più di un figlio….. .

Maria                         ( interrompendola ) Poi c’è mio fratello Raffaele, che vive con noi, ed un vecchio amico di famiglia Alfonso, che mi sono permessa di invitare a pranzo perché nella nostra famiglia è …. di casa.

                                    E noi siamo finiti. Ecco, in pratica la nostra piccola  ….tribù. 

                                                                             

( “ piacere, piacere”, si stringono un po’ tutti la mano )

Carlo                          Ecco, io tengo a precisare che non ero entusiasta di questo incontro perché lo ritenevo prematuro.  Non per voi, sia chiaro ma per la situazione che non è affatto definita. I ragazzi si frequentano da un po’, è vero ma questa urgenza di far conoscere le famiglie non la vedevo proprio.

Siamo oramai nel terzo millennio, e stiamo ancora appresso  a queste cose.    

Maria                         Ma infatti anch’io …..

Elvira                         Anche noi, veramente …..

Maria                         ( guarda la cognata come a dire “ accumminciammo “ )  Anche noi  avevavamo detto a Gianni che era presto. Ma lui ha tanto insistito.

                                    Ci ha detto “ ho invitato Laura a pranzo per domenica, e vengono anche i genitori, vi vogliono conoscere”.

Carlo                          A dire il vero  questo non l’abbiamo detto. Non era nostra intenzione.

Maria                         E neanche la nostra  … cioè … ripeto…  anche a noi sembrava troppo presto.  

Clara                          Gianni, oramai frequenta casa nostra, sa come la pensiamo. Siamo persone di una certa cultura, moderni, aperti per cui queste cose tradizionali, queste vecchie usanze,  oramai “ demodè “,  a dire il vero ci lasciano un pochino disorientati. Per cui consideriamo quello di oggi  un invito a pranzo, e nulla più. Niente che abbia a che fare con un pranzo ufficiale di fidanzamento.

                                    Un’occasione  per conoscersi, ma niente altro.

Maria                         Ma certamente, sono d’accordo con voi.  

Elvira                         Posso servire un po’ di aperitivo ?  Un caffè ?

Carlo                          Non per me, grazie. Prima di pranzo  non prendo mai  nulla.

Clara                          Un sorsetto di caffè io lo gradirei….. se è fatto bene.

Elvira                         Ci proviamo, signora. ( rivolta a Raffaele) Caffè anche per te o vuoi qualche altra cosa?

Raffaele                     ( la guarda come a dire “ già sai “ ) Un caffè va benissimo; e poi fatto da te,  m’o piglio  comme vene, vene.

Elvira                         E grazie.     Alfò, pure a te ?

Alfonso                      No, no, ne ho preso già troppi stamattina. Prendo solo un goccio d’acqua.

Elvira                         La nonna prende qualcosa ?

Nonna Rachele         “ Grazie o Dio per tutti i tuoi doni “   Ezechiele  1, 22, 30.

                                               ( Elvira si fa il segno della croce e se ne va in cucina )

Clara                          ( si rivolge a Maria ) E lei signora cosa fa….. lavora ?

Maria                         No, non lavoro.  E poi come avrei potuto …. Quando sono rimasta vedova Gianni aveva dieci anni. Mi sono dovuta dedicare a lui a tempo pieno. E cu’’a  pensione ‘e  mio marito e l’aiuto da parte di mio fratello Raffaele che vive qui con noi siamo andati avanti.

Clara                          Quindi siete la classica casalinga ?

Maria                         Classica … non lo so.  Sono una donna di casa, questo sì.

E poi  sono un po’ all’antica su molte cose. Sono convinta ad esempio che la donna deve stare in casa e l’uomo deve lavorare; mi piacciono i matrimoni 

con l’abito bianco,  e tante altre cose che ci siamo persi per strada.

                                                                              ( Elvira entra con il vassoio; e serve gli ospiti  )

Clara                          ( rivolta ad Elvira ) E voi come mai siete  rimasta nubile ?

Elvira                         ( si siede )  E voi come mai ve site spusata  ?

Clara                          Che significa ?

Elvira                         Significa che ognuno fa le scelte che vuole. Che ritiene più giuste.

E poi io ho un carattere forte, deciso. Nun me faccio mettere e  piedi ‘n capa ‘a nisciuno.

Raffaele                     E che t’avevi ‘a  spusà  a ‘nu trapezista ?

Elvira                         M’aveva spusà a n’ommo. E ll’uommene so’ tutti ‘e stessi. Primma doce, doce e doppe croce, croce. E po’ io nun voglio fa ‘a serva a nisciuno.

Clara                          Ma questi sono discorsi retrò. Oggi bisogna essere dinamici, al passo con i tempi.  Libertà di parola, di opinione e di comportamento. Io faccio quello che voglio e mio marito fa quello che vuole nel rispetto reciproco.

Carlo                          Ma certo. Dobbiamo liberarci dei vecchi schemi di vita, retaggi di sottocultura che per secoli hanno impedito lo sviluppo della società. Oggi sono cambiati anche i rapporti personali. Oggi la convivenza ha sostituito il matrimonio; si può diventare madre anche senza avere un compagno; si sta riconoscendo l’unione fra persone dello stesso sesso.

Maria                         Questo non lo concepisco proprio. Ma non perché tengo qualcosa contro i gay o le gay, pe’ carità,  ma perché penso che con lo stesso sesso, è sempre una convivenza difficile. Io lo vedo con mia cognata. 

Elvira                         E chesto che c’entra   ?

Maria                         Pe’ fa’ n’esempio, no !  E poi diciamo la verità,  certe cose come si fanno a cambiare; ci sono regole vecchie quanto il mondo.

Carlo                          Esatto…. vecchie.  Ed  allora dobbiamo rinnovarci. Oggi il mondo viaggia alla velocità della luce.

Alfonso                      Sì, oggi tutto viaggia alla velocità della luce …. tranne ‘a luce.

Io sto aspettando un rimborso dall’Enel che so’ duie anni : niente da fare.

E teneno ‘e computers.

Carlo                          Purtroppo i computers non bastano. Il vero problema è l’ignoranza. ( guarda Alfonso dall’alto in basso ) Ce ne sta ancora tanta !  

  

     (  Gianni cerca di riportare la discussione su quello che più gli preme )

Gianni                        E va bene .. ed allora adesso che siamo tutti riuniti, che vi siete conosciuti,   io e Laura vorremmo fare un annuncio ufficiale.

Vogliamo farvi sapere che ..noi due… insomma … che pensiamo di essere fatti l’uno per l’altro.

Elvira                         Ma che bravi guagliuni.  Ma addò se trovano oggi guagliuni  con questi sentimenti. Oggi so’  tutti materialisti; tutti sesso e protagonismo come  a chilli d’’o  “ Grande fratello “.

Maria                         Statte zitta, grande sorella. Gianni sta parlanno ….

Gianni                        Io credo che ci siano tutti i presupposti giusti per mettere su una bella famiglia.

                                   E però ….. è giusto che voi sappiate che …noi aspettiamo ….

Carlo                          Ma certamente. Ci vuole il tempo che ci vuole. Bisogna conoscersi a fondo.

E poi  prima di tutto lo studio, poi la ricerca di un lavoro e poi con calma….

                                   

Maria                         ….. vi sposerete, avrete una casa  e se il Signore vorrà anche dei figli.

Laura                         Il “ se “,   io lo toglierei.

Carlo                          In che senso ?

Laura                         Nel senso che.. cioè….. perché il Signore non dovrebbe volere ?

Il Signore ha molta fiducia in noi.

Gianni                        Sì, ci tiene in grande considerazione.

Nonna Rachele          “ Non temere perché io sono con te “    Ezechiele  5,7,43

Maria                         Non capisco cosa volete dire.

Gianni                        Vogliamo dire che… che insomma…..( guarda Laura che fa un cenno con la testa ) io e Laura …… aspettiamo un figlio.

                                    ( una “ valanga di neve “  cade su tutti i presenti, nessuno riesce a

dire qualcosa, qualsiasi cosa; il padre di Laura si alza in piedi )   

Carlo                          Cosa significa  …… aspettiamo un figlio ?  Laura parla per favore.

Clara                          ( isterica ) Io lo sapevo, me lo sentivo. Da che è entrato in casa nostra,  ho sempre  pensato che non fosse quel giovanotto per bene  che voleva far credere.

Maria                         ( rivolgendosi a Gianni )Siente,  io non ho ancora capito bene quello che hai detto, ma chello c’ha ditto chesta ( indicando  Clara ) l’ho sentito benissimo e l’aggià risponnere afforza. 

Elvira                         Brava Maria.  ( si rivolge a Clara ) Gianni è un ragazzo meraviglioso, educato e di princìpi sani. ( guarda Laura ) Chesta nun ‘o saccio.

Gianni                        Ma zia….che dici. Laura è bravissima e di princìpi sanissimi, ed anch’ io non credo di essere da meno, ma il fatto è che a volte il diavolo ci mette la coda.

Raffaele                     ( rivolto ad Alfonso ) E ‘a chiamma coda !

Carlo                          Ma insomma vi rendete conto della situazione che avete creato ?  Siete degli

                                    incoscienti, irresponsabili, immaturi. Ma cosa diremo agli amici, ai parenti ?

                                    Non so cosa mi trattiene dal farvi una faccia di schiaffi.

Clara                          Ma è inaudito. ( rivolta alla figlia ) E l’insegnamento, l’esempio, i principi che t’abbiamo dato dove sono finiti ? Uno scandalo, uno scandalo nella nostra famiglia. Non riesco neanche a pensarlo. Tutto per colpa della gentaglia che frequenti.

Maria                         No, signò e scusate, e voi insistete. Voi così non potete parlare. Eh no !

                                   E perché voi dicendo questo, automaticamente ci state classificando.

E noi senza offesa  possiamo insegnare a parecchi come ci si comporta.

Elvira                         Noi siamo una famiglia di primo piano.

Maria                         Veramente ‘e secondo… Elvì statte zitta ca sto’ parlanno io.

Elvira                         E parla.

Maria                         Noi sappiamo bene cosa significa il rispetto, la stima, la dignità e tutto il resto,  perciò cara Caravella ...

Clara                          Clara Caravella, prego….

Maria                         No…  vulevo  dicere proprio “ cara Caravella, acalate ‘e scelle” .

Carlo                          Ma vi sembra questo il modo di rivolgervi a mia moglie ?

Alfonso                      Ma a me sembra che prima ‘a signora ha spostato con la bocca.

Carlo                          E voi chi siete ? Che parlate a fare in mezzo ? Siete della famiglia ?

Maria                         Sì. ( Alfonso la guarda esterrefatto ) Lui è della famiglia e tiene tutto il diritto di parlare. Per Gianni lui è stato come un padre.

Carlo                          E visto come è venuto aggiungerei  …  un pessimo padre.

Raffaele                     Egregio signore, mi sembra che state un po’ esagerando, adesso.

                                   Cerchiamo di stare tutti un po’ più calmi.

In fin dei conti c’è succieso.  ‘A guaglione mica è morta, è soltanto ‘nu poco incinta.

Clara                          ( grida ) No, per favore, non voglio nemmeno sentirlo.

Raffaele                     E allora non lo diciamo, va bene. Ma prima o poi ‘a panza cresce.

                                   E riesce o nun riesce .....  ( canticchiando insieme ad Alfonso ) 

“ sempe è grano chello ca esce “.

Carlo                          Ma sentite... è inaudito.

Raffaele                     No, è Tammurriata Nera.

Carlo                          Ma avete anche il coraggio di scherzarci sopra ?

Maria                         Raffaele ha ragione invece. Stiamo facendo un dramma.

                                   E guagliuni hanno sbagliato pecchè…. pecchè hanno sbagliato.

                                   Ma trattarli come delinquenti, come sciagurati mi sembra un poco

esagerato. Sono sempre i nostri figli.

Elvira                         Esatto, sono sempre i nostri figli.

Maria                         ( compiaciuta e sorpresa dall’approvazione della cognata)   Esatto ! 

Ed allora questi ragazzi non devono sentirsi schiacciati dal peso della colpa e dell’ipocrisia.  Almeno non da noi che siamo la loro famiglia.

Carlo                          Mia figlia la sua famiglia può anche scordarsela.

                                                           ( Laura scoppia a piangere; Gianni le stringe una mano )

Maria                         Si è chella ca sto vedenno,  non sarebbe una grande perdita.

Clara                          E con quale diritto lei osa giudicare ? Noi siamo una famiglia rispettabile,

                                   degna di stima, frequentiamo gente di un certo livello, alta società.

Maria                         Embè ed allora di cosa vi preoccupate. Quello.. nell’alta società queste cose

sono all’ordine del giorno. E’ nella bassa società che queste sono cose di una importanza notevole. Perché spesso la gente povera, normale tene solo chesto ‘a  difendere: la moralità, la dignità. Ed a volte per la gente normale, ferite del genere fanno chiù male ‘e ‘na curtellata ‘mpietto. 

E po’  tutti chilli discorsi ‘ncoppa ‘a modernità,  ‘a  libertà ? 

Bisogna essere aperti, dinamici, il mondo corre veloce.

E che dè… già nun c’a facite  a sta’ areto ? 

E c’aggia dicere io c’aggio sempe visto ‘a vita secondo le mie regole, che songo poi le regole di sempre, le regole di tutti, e oggi me sta crollanno ‘o munno ‘ncuollo. Ma una cosa mi è chiara. ‘E figli veneno primma ‘e tutto l’ati cose; d’e princìpi, delle regole, di quello che pensiamo o vogliamo.

E da questo crollo io aggià salvà  a mio figlio. E ‘a comme  se  stanno mettenno ‘e cose, forse aggio ‘a salvà io pure ‘a vostra figlia.

( riprendendo un filo di ironia  )  E po’ j’ vaco pazza  p’’e  criature.

Elvira                         “ Una coppia  senza figli è come una barca senza remi “  come disse  Anacleto.

Raffaele                     Chi è, ‘nu filosofo greco ?

Elvira                         No, è l’amante di Gloria, dint’a “  Quando finisce un amore “.  Uè ma è uno ca quando arape ‘a vocca….parla,  e dice sempe cose esatte.  Ma comme fa ? 

Raffaele                     Elvì, c’’e scriveno.

Elvira                         Ma statte zitto.

Clara                         ( seria )  Io credo che qui stiamo perdendo solo tempo. C’è troppa differenza fra noi.

Maria                         So’ d’accordo, signò, troppa differenza. 

Carlo                          Ma forse una  possibilità ci sarebbe ancora. ( fa dei gesti come a dire “ cercate di capirmi “ )

Maria                         ( disgustata da quello che forse ha capito  ) Un omicidio ?

Carlo                          Seh addirittura omicidio. Che parola grossa.

Maria                         ( ironica ) So’ otto lettere.

Carlo                          ( stando al gioco ) Esatto,  otto lettere. Avessi  ditto che so ….

Maria                         ( incalzante )  Assassinio ?   Dieci lettere ! Delitto ?  Sette lettere !

Carlo                          Ma che stiamo facendo  ‘e parole crociate.

Maria                         No stammo parlanno di reati.

Carlo                          Ma quale reato, per favore; non stiamo ammazzando nessuno.

Maria                         Certo, non ancora. Ma quello che vorreste fare voi come lo vogliamo  chiamare ?

Carlo                          Soluzione bonaria. Una soluzione facile per un problema troppo difficile.

Maria                         Eh già,  la morte come soluzione facile facile. Certo… la morte risolve sempre tutti i problemi. Ed allora perché non buttiamo una bomba durante uno sciopero generale per eliminare il problema della disoccupazione;  n’ attentato a Montecitorio quanno stanno tutti là dinto, accussì  ‘a cagnammo chesta classe politica; un collega col quale siamo in competizione per la promozione ?  ‘Nu poco ‘e veleno “ ; ‘na  suocera impossibile ed invadente ?  l’accedimmo; eh sì, nun campa essa ma almeno ce fa campà a nuie; state chieno ‘e  diebbeti ? menateve abbascio,  accussì nun avite dà chiù niente a nisciuno.

La morte come soluzione di tutti i problemi.  Tranne ca pe’ me.

A me ‘a morte ‘e maritemo ‘e prublemi me l’ha miso, nun me l’ha levate.

                                   ( esce di scena ) 

Carlo                          ( guardandosi intorno )  Ma che ho detto di strano ?

Elvira                         Vuie nun putite capì. 

Carlo                          Pecchè so’ scemo ?

Elvira                         No,  siete un uomo. Vi manca la sensibilità femminile; vi manca quell’universo di sensazioni che solo ‘na femmena, solo ‘na mamma  po’ tenè.

Carlo                          Sì va bè, ed allora questa cosa come la dobbiamo risolvere ? Ditemelo voi.

Maria                         ( rientrata sull’ultima battuta ) Come si è sempre risolta. Come è giusto che si risolva. Diventano marito e moglie, e nuie ‘e dammo ‘na mano.

Carlo                          Sposarsi ?

Maria                         No… se  c’è  un altro modo per diventare marito e moglie   ….. ?!!!?

Carlo                          Cioè …..?  Ah signora cara,  per voi è tutto così semplice.

Ma mettetevi nei nostri panni.

Maria                         Ma quali panni sig. Caravella. Ma perché non provate a mettervi voi nei panni di questi due ragazzi. Provate ad immaginare quello che stanno pensando  di noi, dei cosiddetti “ grandi “,  di quelli che dovrebbero insegnare loro quali sono le cose giuste e quelle sbagliate. Quali i valori che dovremmo trasmettere a’  lloro e quali gli errori che dovrebbero evitare.Ma vi rendete conto dello spettacolo che stiamo dando ?  

Clara                          Ma  non è per me, è per la gente. La gente parla, parla e s’azzuppa il pane. 

Maria                         E se l’azzuppasse, se facesse pure ‘a scarpetta, ma chi se ne  ‘mporta.

                                   Che ce ne ‘mporta. 

Clara                          Eh no ! Che ce ne ‘mporta,  no e scusate ! Noi abbiamo un’onorabilità ed un nome da difendere. Mia figlia è una Caravella.

Maria                         E c’aveva pensà primma ca s’affunnava.

Clara                          Che volete dire ?

Maria                         Voglio dire che fino a questo momento ho sentito solo frasi tipo: la gente,

i pettegolezzi, la dignità. Ma che hanno rubato qualcosa o ammazzato qualcuno ?  Ci vuole ben altro per sporcarsi l’ onorabilità. Ma insomma nessuno che abbia chiesto a questi due ragazzi: scusate ma voi vi amate ? ve la sentite di assumervi una responsabilità del genere ? e quale avvenire potreste garantire a ‘stu criaturo ? un lavoro  ce l’avete ? siete in grado di mantenerlo e mantenervi ? Queste sono le domande che avrei voluto sentire. Ma forse per voi queste sono cose troppo insignificanti.

La cosa importante è ‘a gente, ‘a gente, ‘a  gente ..ca nun l’accideno.  

Elvira                         Ma ‘po che teneno a dicere ? Ma chi fosse ‘sta gente ?  ‘A signora d’o piano ‘e sotto ca regne ‘e corna ‘o marito ? O  chella ‘e rimpette ca ‘a figlia l’ha avuto a quindici anni cu’ ‘nu cumpagno ‘e scola ? ‘O chell’ata ca’ c’hanno arrestato ‘o marito pecchè pigliava ‘e tangenti   ‘ncoppa  ‘o Comune ?

E  prublema so’  e stessi  pe’ tutte quante. E’ la vita ca c’è mette annante all’uocchie tutti e ghiuorne. E nuie chist’uocchie ‘e vulimmo chiudere sulla realtà e  tenerli aperti  su un mondo che non esiste.    

.                                   Un mondo sbagliato, fatto da noi, dalle nostre fissazioni, dalle nostre paure.

Maria                         Brava. ‘Ave ragione mia cognata.

Elvira                         ( sorpresa e compiaciuta )   Marì ?

Maria                         Tu si meglio ‘e tant’ata gente, Elvì.

Nonna Rachele         Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite !   

Alfonso                      ( duro ed imitando la voce della nonna ) Tenite sulo ‘e soldi e basta.

 

Raffaele                     ( sorpreso )Alfò, ma chesto pure è  Vangelo  ?

Alfonso                      Rafè chesto è  ‘na fetenzia.

Gianni                        A questo punto, però  credo che anche noi avremmo il diritto di dire qualcosa in nostra difesa, dire quello che stiamo provando in questo momento. Noi…

Carlo                          ( lo interrompe )Io non ho alcuna intenzione di stare a sentire ancora qualcosa su questo argomento, né  di restare un minuto di più in questa casa.

Clara                          Carlo, andiamo via. E tu ( rivolta alla figlia ) spero che sappia quello che devi fare senza bisogno di fartelo ripetere  ancora. Altrimenti la strada di casa te la puoi scordare. Per noi sarai come morta. ( prende la nonna ) Mamma, vieni, andiamo.

Nonna Rachele         Siate forti, non temete.  Isaia 35,4

Alfonso                      L’auciello s’apparano ‘ncielo….   Alfonso  -   8,65,e 90.

( vanno via,  accompagnati alla porta da Raffaele e Elvira; i due dopo poco

rientrano;  Maria è seduta, con lo sguardo fisso, Alfonso sta in piedi vicino al tavolo; Laura scoppia a piangere, Gianni le accarezza i capelli. Questo silenzio imbarazzante è spezzato  dalla voce un po’  incerta  di Elvira  )

Elvira                         Faccio ‘nu poco ‘e camomilla ?

Raffaele                     Io dicesse ‘na tazza ‘e cafè. Stammo pure diune …. e ‘sta camomilla.

( accompagnando la parola “ camomilla “ con un gesto delle mani ad indicare un saliscendi )

                                                            ( ancora qualche secondo di imbarazzante silenzio )

Maria                         ( seria ) Vuie ve vulite bene ?

Elvira                         Chi,  io e Rafele ?

Maria                         ( ironica )  No, io e Alfonso!  ( nervosa ) Gesù ma cu chi ce l’aggio secondo te ?

Elvira                         ( disarmante ) Maria e fa ‘e nomme, allora. Ca stammo tanti ‘e nuie.

Gianni                        ( riportandosi alla domanda della madre, risponde emozionato )

Si, mammà… ce vulimme bene assaie. Laura è tutta la mia vita. Però io voglio spiegarti che …

Maria                         No Giannì, a  me nun m’è ‘a spiegà niente… ‘Na mamma ‘o figlio ‘o capisce

                                    pure si nun parla; e l’addà capì pure si chella ca dice o chella che fa … nun è chello  ca essa … avesse voluto. Ma amare significa … tante cose.

E soprattutto significa ….   parlare poco e fare molto, dare molto.

                                    E pure tu Laura, non ti devi preoccupare per la tua famiglia. Vedrai che passata la sfuriata pure lloro si accorgeranno di avere avuto la reazione sbagliata. Per il momento, se vuoi questa è anche casa tua.

Laura                         Grazie signora.

Maria                         Niente, niente. E’ una casa un po’ affollata, questo è vero, ma proprio pe’ chesto potete stare tranquilli e continuare a studiare. ‘O criaturo ‘nu poco zio Raffaele, ‘nu poco zia Elvira, e ‘nu poco ‘a nonna   ‘o tirammo ‘ncoppa.

( tutti guardano Alfonso che, escluso dalle parole di Maria, ha lo sguardo deluso e triste )

                                  

Poi, certo…  se Alfonso fosse disposto a fa ‘o nonno ‘e ‘stu criaturo…

Alfonso                      ( incredulo )  Marì ….  ( le va incontro e le bacia una mano; lei lo rialza tenendogli  la mano nella mano )

Raffaele                     ( interessato ) Elvì, e tu  ?      Nun ‘he ‘a dicere niente ?

Elvira                         ( non comprendendo la provocazione di Raffaele )

Certo. Voglio dicere ca quanno sarà, nun hanno’a sta’  tutto ‘ncuollo ‘o criaturo si no chisto vene troppo vinciuto.  Comme  è Rocco, ‘o figlio ‘e Marta, dint’a “ Prateria “. ‘Nu criaturo viziato, tutti attuorno a isso, me pare ‘o principino. Io ‘o chiammo Rocco Balocco, pecchè l’abboffano ‘e pazzielle.

Maria                         Proprio accussì. Certo quacche sfizio pure ce l’aggia fa passà; è sempe ‘o nipote mio. Il mio primo nipote.

Elvira                         Uè, chill’è  nipote pure a mè.

Maria                         Primma a mè, io songo ‘a nonna.

Elvira                         E io songo ‘a zia, a primma zia.

                                                       ( escono di scena spingendosi e punzecchiandosi a vicenda )  

Raffaele                     ( si mette le mani sul viso ) Mo accuminciammo n’ata vota. 

Mamma mia, mamma mia. 

( sulla scena restano abbracciati Gianni e Laura; Raffaele scuote il capo incrociando lo sguardo di Alfonso che sorride. Cala il sipario )

                                                                      

F I N E