MARCELLINO: Alessandro Mascarello
VOCE DI CRISTO:
PADRE SUPERIORE: Simone Storino
FRA PAPPINA: Lorenzo
FRA DIN DON: Davide Astegiano
FRA MALATO: Federico
FRA PORTA: Curtino Marco
FRA PREGHIERA: Luca Liberale
SINDACO ANZIANO: Mascarello Daniele??
MOGLIE DEL SINDACO:
MANISCALCO: GP
CONSIGLIERE 1: Chiesa Adriano??
CONSIGLIERE 2: Massimo
CONSIGLIERE 3:
MAMMA CHE RACCONTA: Chiara
LA MAMMA: Arianna Molinaro
BAMBINO PICCOLO:
BAMBINA PICCOLA:
FIGLIO GRANDE: Simone Tibaldi
FIGLIA GRANDE: Valentina Carosso
CANTANTE 1: Arianna Barbero
CANTANTE 2:
CORO BAMBINI:
La scena è una sola. È il refettorio dove i frati si trovano per mangiare, dove avvengono molti incontri e dialoghi.
Si devono intuire diverse altre porte che conducono alla cappella, alle celle dei frati, all’uscita e alla soffitta.
Quello che avviene al di fuori del refettorio sarà rappresentato con voci o rumori fuori campo.
La madre che racconta ai bambini la storia di Marcellino resta visibile, di lato rispetto al palcoscenico. Quando la madre racconta verranno spente tutte le luci sul palcoscenico e lei e il gruppo di bambini saranno illuminati con l’occhio di bue.
Musica di sottofondo a sipario chiuso. Dal fondo del salone entrano la madre e i suoi figli. Sono illuminati dall’occhio di bue.
MADRE
Presto bambini. Siamo gli ultimi ormai.
FIGLIO PICCOLO
O mamma sono stanco. Non ce la faccio più.
FIGLIO GRANDE
Ecco. Sei il solito. Per colpa tua arriveremo in ritardo alla festa.
MADRE
Buoni. Su state buoni. Oggi è una festa. Dobbiamo essere tutti più buoni.
FIGLIA GRANDE
Mamma fermiamoci solo un momento. Sono stanca anch’io.
MADRE
Ma si. Fermiamoci un momento. Arriveremo lo stesso in tempo per la festa. Ecco, li mi sembra un buon posto. Ci sediamo un po’ all’ombra di quell’albero.
FIGLIA PICCOLA
Mamma perchè oggi è festa?
FIGLIO PICCOLO
Io lo so perché! Oggi è la festa di Marcellino.
FIGLIA PICCOLA
Di Marcellino?
FIGLIO PICCOLO
Si, Marcellino pane e vino.
FIGLIA PICCOLA
Marcellino pane e vino? Che nome divertente. Perché si chiamava così?
MADRE
È una bella storia. Chi se la ricorda?
FIGLIO GRANDE
Perché non ce la racconti mamma?
FIGLI
Si. Raccontatacela. Per favore.
MADRE
E va bene. Ve la racconto volentieri. È una storia molto bella. Sembra una favola, ma è una storia vera. Dunque vediamo?!
Tanti e tanti anni fa il nostro paese era occupato dai soldati francesi. Si erano stabiliti nel castello che si trovava sopra la collina. Rubavano e maltrattavano. Finché la nostra gente non sopportò più e dopo una furibonda battaglia li sconfisse e li cacciò. Poi la guerra finì. Gli alberi bruciacchiati rimisero nuovi germogli, le case furono ricostruite… Solo i ruderi del vecchio castello che stava sopra la collina, restavano a testimonianza di quel passato di guerra.
Poi un bel giorno… tre frati si presentarono in paese. Chiesero al sindaco Don Josè i ruderi del castello per abitarlo. Il sindaco diede volentieri il permesso. Tutto il paese accolse volentieri i frati e tutti li aiutarono a terminare il lavoro. E presto, al posto dei vecchi ruderi, sorgeva il convento.
I frati erano talmente contenti che invitarono tutta la popolazione all’inaugurazione.
All’apertura del sipario si vede il refettorio vuoto. Sul tavolone al fondo si notano dei bicchieri, delle brocche e qua e la cestini con dolci vari.
Si sente un canto gregoriano di sottofondo. I frati e i paesani di Fuentevaqueros stanno pregando nella chiesa annessa al convento. Terminato il canto i frati, il Sindaco, la moglie, i Consiglieri e alcuni bambini entrano in refettorio chiacchierando. I frati servono bibite e dolci, un po’ tutti ammirano la bellezza del Convento e ne fanno lodi.
DON JOSE’
Avanza verso il pubblico prendendo il Padre superiore sotto braccio.
Caro Padre Superiore devo proprio dirlo. Avete fatto un lavoro magnifico. Se penso che solo un mese fa tutto questo era solo un cumulo di macerie… Ma come avete fatto?
SUPERIORE
Con l’aiuto di Dio e dei vostri concittadini. Ma dobbiamo ringraziare voi Don Josè per averlo reso possibile.
DON JOSE’
Non ne parliamo neppure. Credo che abbiate fatto voi più bene a noi che non noi a voi. Anzi, ma dov è? Si volta e cerca la moglie. Ah, eccola. Donna Jolanda, presto. Datemi quella busta che vi ho chiesto di tenermi.
DONNA JOLANDA
Eccola. Oh Padre superiore, deve contenere un tesoro. Sapeste quante raccomandazioni mi ha fatto nell’affidarmela.
DON JOSE’
Ah, la lingua delle donne. Fortunato voi Padre che non avete una moglie che vi comanda. Dunque ecco qui. Mentre apre la busta e tira fuori un foglio… prosegue…questo è un atto di proprietà con il quale il Comune offre a voi e ai vostri frati il convento e tutto il terreno intorno.
SUPERIORE
Don Josè, voi ci fate torto. Sapete che a noi frati non è permesso possedere nulla.
DON JOSE’
Va bene. Vi nominerò custodi di queste terre e di quello che c’è costruito sopra per tutto il tempo che vorrete stare tra noi. Siamo d’accordo?
MANISCALCO
Ha seguito il dialogo standosene in disparte e senza cercar di nascondere il suo disappunto. A questo punto interviene con un maldestro tentativo di cordialità. Forse… il Padre Superiore ha ragione, Don Josè. Forse questa decisione dovrebbe essere discussa da tutto il Consiglio.
DON JOSE’
Perdonate il mio consigliere anziano. È un maniscalco. È abituato a trattare con i cavalli e non conosce le buone maniere. Poi rivolgendosi al maniscalco… Sono io il Sindaco. Non ho bisogno dell’approvazione dei miei consiglieri per fare qualcosa di bene. Su via. Andiamo, i frati hanno altro di cui occuparsi.
TUTTI GLI OSPITI
Tutti escono, salutano, ringraziano e fanno ancora qualche complimento.
TUTTI I FRATI
Mettono in ordine il refettorio.
PADRE SUPERIORE
Su fratelli. Preghiamo il Signore e ringraziamolo per il suo aiuto, e per averci dato una casa. Lodiamolo con le parole del poverello d’Assisi, santo Francesco.
FRATI
Tutti si dispongono al fianco del Superiore e ringraziano con il canto….
CANTO: Laudato mi Signore (dal Forza venite gente).
Terminato il canto si spengono i fari sul palcoscenico e si accende l’occhio di bue sulla madre che racconta.
MADRE
Gli anni passarono e ai primi tre frati, se ne aggiunsero altri. La vita nel convento scorreva serena tra preghiere, lavoro, servizio ai bisognosi. La fama della carità dei frati di Fuentevaqueros si diffuse in tutta la regione. Molti poveri e disperati bussavano quotidianamente al convento per ottenere conforto ed un po’ d’aiuto. Tra loro molte madri in difficoltà.
FIGLIA PICCOLA
Ma mamma… e Marcellino?
MADRE
Marcellino? Si, ci stavo proprio arrivando. Un bel di, Marcellino arrivò al convento come se fosse un pacco regalo.
LUCI SUL PALCOSCENICO
Si spegne l’occhio di bue e ci accendono i fari sul palcoscenico. Fra Pappina sta preparando tavola. Il Padre superiore sta parlando con fra Din Don in un angolo, sottovoce. Fra Porta sta inutilmente tentando di sciogliere alcuni nodi da una corda.
GEMITO DI NEONATO
FRA PORTA
Hai sentito? Che cos è?
FRA PAPPINA
Mhmm. Cosa vuoi che sia? Sarà un gatto! Miagola. Se miagola è un gatto.
FRA PORTA
Esce di lato. Poi rientra. No ti sbagli. Non ho trovato nessun gatto.
GEMITO DI NEONATO
FRA PAPPINA
Ah No? Hai sentito? È un gatto ti dico. Ascolta…
GEMITO DI NEONATO
FRA PORTA
E si. Hai proprio ragione. Adesso l’ho sentito anch’io! Esce di lato…
FRA PAPPINA
Un po’ stizzito. E certo. Adesso l’ha sentito anche lui. Perché se lo sentivo solo io non andava bene. Riprende a preparare il tavolo.
FRA PORTA
Concitato….Fratelli, fratelli. Venite presto. Guardate che cosa ho trovato. Ha tra le braccia un fagotto.
FRA PAPPINA
E capirai. È un gatto. Scrollando la testa … quante storie!
I FRATI
Circondano fra Porta.
FRA DIN DON
Ma è un bambino?!
FRA PORTA
L’ho trovato io. Sono andato alla porta e l’ho trovato per terra davanti al portone.
FRA PAPPINA
Si è avvicinato e molto materno… L’ho sentito io per primo.
FRA PORTA
Ironico. Si certo, l’ha sentito lui. L’ha scambiato per un gatto.
FRA PREGHIERA
Come ha fatto ad arrivare fin qui? Chi saranno i genitori?
FRA PAPPINA
Muore dalla voglia di prenderlo in braccio. Rivolto a Fra Porta… Stai attento che gli fai male.
PIANTO DI BIMBO
FRA PAPPINA
Ecco. Che ti ho detto? Gli hai fatto male. Su dallo a me.
FRA PORTA
Oh si prendilo tu. Vediamo come te la cavi “mammo”.
FRA DIN DON
Chissà se è già battezzato?
FRA SUPERIORE
È vero! Per prima cosa deve essere battezzato. Andate e portate il necessario.
TUTTO E’ PRONTO: su un piccolo sgabello viene sistemato un catino, qualche panno. Fra Superiore indossa una stola e un rituale.
FRA PORTA
Eh, ma come si chiama? Dobbiamo scegliergli un nome.
FRA PAPPINA
Possiamo chiamarlo con il nome del santo di oggi.
FRA PREGHIERA
Oggi è la festa di San Marcellino. Possiamo chiamarlo Marcellino.
PADRE SUPERIORE
Si. È un bel nome. Ora dobbiamo scegliere qualcuno che gli faccia da padrino. Guarda Fra Pappina, gli prende un braccio e gli appoggia la mano sul petto del bimbo.
FRA PAPPINA
Dimostra di gradire molto.
FRA PORTA
È imbronciato. Guarda con invidia Fra Pappina, poi scrolla le spalle e riprende il sorriso.
PADRE SUPERIORE
Marcellino, io ti battezzo nel nome del Padre, e del Figliolo e dello Spirito Santo. AMEN.
TUTTI I FRATI
Tutti in coro. Amen.
PADRE SUPERIORE
Bene ora ritornate tutti al vostro lavoro. Si rivolge a fra Pappina: Pensa tu a Marcellino. Forse ha fame.
FRA PAPPINA
Ha bisogno anche di essere cambiato. Fa segno con la mano che il bimbo deve aver fatto pipì. Esce di lato coccolando il bimbo.
PADRE SUPERIORE
Voi due…. si rivolge a Fra Din Don e Fra Porta… andate giù in paese e informatevi con cautela se qualcuno ha perduto un bambino. Se è così troverete un bel po’ di scompiglio.
FRA DIN DON E FRA PORTA
Escono.
FRA PAPPINA
Rientra con Marcellino tra le braccia. Lo depone dentro una cesta che appoggia su di uno sgabello. Poi sistema una sedia accanto e comincia a pelare alcune patate. Si addormenta.
SI SPENGONO LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SUL BIMBO.
CANTO: Per nome, m’hai chiamato per nome.
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
FIGLIO GRANDE
Non si è mai saputo chi erano i genitori di Marcellino?
MADRE
No. Per giorni i frati continuarono a cercarli. Ma fu inutile. Alla fine fu stabilito che Marcellino restasse presso il convento e ognuno dei frati gli avrebbe insegnato chi a cantare, chi a leggere, chi a far di conto, chi a pregare.
FIGLIA GRANDE
Com’era Marcellino?
MADRE
Era la gioia e la simpatia di tutti i frati. Se lo contendevano per insegnargli quello che ciascuno sapeva. Fu allora che i Frati cominciarono a chiamarsi tra di loro con i nomignoli che Marcellino aveva inventato: Fra Alto, Fra Pappina, Fra Din Don…
Intanto Marcellino cresceva e dimostrava belle capacità, voglia di apprendere e ogni frate teneva per se gli scherzi che combinava loro: le barchette nell’acquasantiera, la coperta dentro la campana, le rane nella dispensa….
LUCI SUL PALCOSCENICO
CANTO: MARCELLINO, dal film originale.
Mentre il canto si svolge, Marcellino passa accanto ai vari frati che vengono citati ed illuminati con l’occhio di bue.
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
MADRE
I frati si facevano in quattro per Marcellino, perché non gli mancasse nulla. Ma c’è una cosa che nessuno può sostituire: la mamma. Venne il giorno in cui Marcellino scoprì le mamme.
LUCI SUL PALCOSCENICO
FRA PAPPINA
Entra in scena. Si guarda intorno, poi chiama più volte Marcellino. Marcellino. Marcellino. Allarga le braccia. Dove si sarà cacciato?
MARCELLINO
Entra di corsa. Eccomi. Sono qui. Cosa vuoi fra Pappina?
FRA PAPPINA
Su presto. Mi devi aiutare a preparare la tavola per il pranzo. Ma dove ti eri cacciato? Porge a Marcellino alcuni piatti.
MARCELLINO
Ero nell’orto ad aiutare fra Din Don. Sai ho trovato un verme lungo così. Per fare il gesto del verme lungo posa i piatti sulla tavola.
FRA PAPPINA
Ah ecco. Proprio bravo. E con quelle mani hai preso i piatti?
MARCELLINO
Ma fra Pappina. Tu me li hai dati. Ride felice.
FRA PAPPINA
Porge un tovagliolo. Tieni. Pulisciti per bene. Poi continua a preparare la tavola.
MARCELLINO
Sistema i piatti al loro posto. Fra Pappina, perché la luna prima è rotonda, poi solo a metà, poi quasi sparisce?
FRA PORTA
Entra in tempo per sentire la domanda. Ironico… Questa la voglio proprio sentire!
FRA PAPPINA
Porta sulla tavola alcuni bicchieri. Ecco vedi Marcellino la luna è come una grossa palla… con le mani descrive una palla. Quando il sole … impacciato non sa che cosa dire … ecco si dicevo che la luna … si gratta la testa cercando le parole giuste. Sei troppo piccolo. Non puoi capire.
MARCELLINO
Tu non lo sai. Ride contento. Esce di lato.
FRA PORTA
Esce mimando i gesti di Fra Pappina e scrollando la testa.
MARCELLINO
Ritorna con alcune posate che va a mettere accanto ai piatti. Mi fai tanto ridere sai, Fra Pappina.
FRA PAPPINA
Oh, si bravo. Prendimi in giro anche tu. Se la capra non mi avesse mangiato i libri di scuola...
MARCELLINO
A me non importa. Ti voglio tanto bene così come sei? Abbraccia affettuosamente fra Pappina.
UNA DONNA
È permesso? Entra. Ha tra le mani un cesto pieno di verdure. È accompagnata da una bimba piccola. Padre ho pensato che vi avrebbe fatto piacere un po’ di verdura fresca.
FRA PAPPINA
Grazie, grazie. L’accettiamo molto volentieri. Ogni giorno alla nostra porta bussa qualche povero e siamo contenti se riusciamo a dargli un bel piatto di minestra. Prende il cesto e si dirige in cucina. Ecco aspettate un momento qui. Vuoto il vostro cesto e ve lo restituisco. Esce.
MARCELLINO
Fissa la donna con curiosità.
DONNA
E tu chi sei?
MARCELLINO
Io sono Marcellino.
DONNA
Marcellino? Che bel nome! Che ci fai qui?
MARCELLINO
Io ci abito qui.
DONNA
Abiti qui? Ma il tuo papà?
MARCELLINO
Il mio papà? Io ne ho sei!
DONNA
Ma nessuno ha sei papà.
MARCELLINO
Io invece si. Fra Alto, Fra Din Don, Fra Porta, Fra Preghiera, Fra Malato, e Fra Pappina.
DONNA
Sorride divertita. Come sei fortunato. Ben sei papà. E la tua mamma?
MARCELLINO
Di mamma non ne ho nessuna. Tu sei una mamma?
DONNA
Oh si, io sono una mamma. Ho due bambini. Maria la più piccola… è quella che l’accompagna… e Manuel il più grande. Ha la tua età sai?!
FRA PAPPINA
Rientra e porge il cesto… Ecco qui la sua cesta. Grazie. Dio ti benedica figliola.
DONNA
Buon giorno Padre. Ciao, Marcellino. Sono contenta di aver fatto la tua conoscenza. Stringe la mano a Marcellino ed esce.
MARCELLINO
Rivolto a Fra Pappina… Quella era una mamma! Tutti hanno una mamma Fra Pappina?
FRA PAPPINA
Si tutti hanno una mamma.
MARCELLINO
Anche tu? Anche fra Alto? E anche io ho una mamma?
FRA PAPPINA
Annuisce ad ogni domanda?
MARCELLINO
E la mia dov’è?
FRA PAPPINA
La tua è andata in cielo.
MARCELLINO
Era bella? Com’era?
FRA PAPPINA
Oh era bella davvero sai. Aveva gli occhi grandi e come i tuoi. Era tanto buona.
MARCELLINO
Come mi piacerebbe vederla.
FRATI
Entrano in silenzio. Ciascuno va al suo posto. Anche Marcellino si va a sedere.
FRA PAPPINA
È andato in cucina a prendere una pentola.
MARCELLINO
Si rivolge a Fra Din Don che gli è accanto. Oggi ho visto una mamma.
FRA DIN DON
Davvero? E com’era?
MARCELLINO
Era bella! Ma la mia è ancora più bella. È lassù, in cielo.
CANTO: Guarda il mio cielo.
FRA PAPPINA
Rientra. Gli fa segno con la testa di tacere. Comincia a mescere la minestra.
PADRE SUPERIORE
Preghiamo fratelli. Ringraziamo il Signore di questa bella giornata e del cibo che non ci fa mancare.
FRATI
Tutti fanno il segno della croce. Si siedono e cominciano a mangiare.
FRA PREGHIERA
Comincia a leggere da un libretto un fioretto tratto dalla vita di San Francesco.
TUTTI
Mangiano in silenzio.
DONNA JOLANDA
Entra di corsa. Si rivolge al Padre Superiore. Scusate Padre … presto venga … mio marito è agli estremi. Ha chiesto di voi.
PADRE SUPERIORE
Vengo subito. E voi fratelli andate in cappella e pregate il Signore. Esce.
FRATI
Si alzano ed escono in silenzio.
FRA PAPPINA E MARCELLINO
Spreparano la tavola.
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
MADRE
Così il Sindaco Don Josè che aveva fatto tanto bene al paese alla fine morì. Al suo posto fu eletto il maniscalco che tanto detestava i poveri frati. Diventato il nuovo Sindaco pensava finalmente di avere la posizione e il potere di allontanare i frati. Si recò al Convento e…
LUCI SUL PALCOSCENICO
FRA PORTA
Entra trafelato. A stento riesce a dire…. Fratelli. Fratelli presto venite. Si dirige verso una delle uscite di lato e chiama… fratelli.
FRA DIN DIN E FRA PREGHIERA
Entrano.
FRA PREGHIERA
Che cosa succede?
FRA PORTA
Riesce soltanto ad ansimare, gesticola, dice cose incomprensibili…
FRA DIN DON
Cosa stai dicendo? Non si capisce niente.
FRA PAPPINA
Entra in quel momento. Come se fosse una novità. Cos è? Ti sei dato di nuovo la zappa sui piedi?
FRA PORTA
Fa segno “quandomai”?
MANISCALCO
Entra accompagnato dai Consiglieri (tre o quattro).
PADRE SUPERIORE
Il Padre superiore si fa largo e si porta davanti al nuovo Sindaco. Posso fare qualcosa per voi?
MANISCALCO
Lo avrete saputo. Adesso sono io il Sindaco. Sono qui per annunciarvi che vi do tempo un mese per lasciare questo convento.
CONSIGLIERE 1
Stupito. Ma che cosa dici? Perché vuoi mandare via i frati?
CONSIGLIERE 2
Ma Don Josè si era impegnato con i frati. Li ha nominati custodi della collina.
CONSIGLIERE 1
Ma tutti sanno che era sua intenzione regalare tutto il terreno e il convento.
MANISCALCO
Don Josè si sbagliava. Regalare a questi buoni a nulla il posto più bello del paese. E poi la sua decisione non è valida. Ha deciso da solo senza il parere del consiglio.
CONSIGLIERE 3
Ma perché? I frati hanno faticato. Hanno lavorato tanto. Fanno del bene a tutti.
MANISCALCO
Insomma basta. Che cosa vi prende? Tira fuori dalla giacca un foglio. Ecco qui l’atto. Su presto, firmate.
CONSIGLIERE 1
Don Josè da solo ha fatto del bene e tu… per far del male vorresti le nostre firme. No. Io non firmo.
CONSIGLIERE 2
No. Anch’io non firmo.
CONSIGLIERE 3
Hanno ragione. Tu lo sai che sono sempre stato dalla tua parte, ma questa volta…
MANISCALCO
Se la mettete così. Sta bene. Non ne parliamo più.
CONSIGLIERI
Salutano ed escono.
MANISCALCO
Non pensate che sia finita così. Troverò il modo di cacciarvi via. Siete solo un branco di straccioni, buoni a nulla. Vi saluto. Esce.
FRA PORTA
Prende in mano qualcosa e tenta di lanciarlo al nuovo Sindaco.
FRATI
Intervengono e lo trattengono. Nel frattempo il Sindaco si è girato per guardarsi intorno.
MANISCALCO
È proprio un bel posto. Il vostro convento diventerà la mia nuova casa. Ride…ed esce.
FRA PORTA
Avete sentito Padre. Quello è il diavolo.
PADRE SUPERIORE
No fratello. Non è il diavolo. È solo un poveretto a cui la vita ha indurito il cuore.
FRA PAPPINA
Capisco ma… proprio con noi se la deve prendere?
PADRE SUPERIORE
Ricorda Fra Pappina che anche Nostro Signore è stato maltrattato. Se Dio permette questo: sia fatta la sua volontà!
MANISCALCO
Rientra. È particolarmente arrabbiato. Stringe in malo modo Marcellino al braccio. Vi ho riportato il vostro piccolo brigante. Guardate cosa mi ha fatto. È così che si tratta il Sindaco del Paese? Sbottona la giacca per far vedere una chiazza di fango.
FRA PORTA
Come avrebbe fatto a sporcarvi la camicia con la giacca chiusa?
MANISCALCO
Osereste dire che il Sindaco è un bugiardo?
FRA PORTA
Sta per rispondere, ma viene trattenuto dai frati.
PADRE SUPERIORE
Signor Sindaco, vi prego. È solo un bambino. Sono sicuro che non voleva mancarle di rispetto.
MANISCALCO
No. Nessuna scusa. Adesso ascoltate me. Io voglio che entro un mese vi leviate di torno. Avete capito? Voi e quella specie di demonio che avete allevato. È cattivo. Si rivolge a Marcellino… Mi hai sentito? Tu sei un bambino cattivo!! Esce e se la ride.
MARCELLINO
Piange tra le braccia di Fra Pappina.
FRATI
Si riuniscono al centro del refettorio. Cercano di consolare Marcellino.
CANTO: Voi siete di Dio
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
FIGLIO PICCOLO
Povero Marcellino. Se ero io, al suo posto, al Sindaco gli avrei dato un pugno sul naso. Si batte un pugno sul palmo della mano. Così.
MADRE
No, Marcellino non si sarebbe comportato così. Era talmente buono che aveva intuito che il nuovo Sindaco era solo un infelice. Non era malvagio. Solo non aveva trovato nessuno capace di volergli bene.
FIGLIO GRANDE
Poveri frati. Quello che non capisco è perché Dio permette che i buoni siano trattati così male?
MADRE
Hai ragione! Dio ha dei disegni misteriosi e non sempre sappiamo capirli. Ma sono i suoi disegni. Come insegnano i frati bisogna aver fede e lasciar fare a Dio. Alla fine scopriremo che tutto si è svolto per il bene.
FIGLIA GRANDE
Non è giusto, però! Dio non dovrebbe stare dalla parte dei deboli e degli indifesi?
MADRE
Dio non ha parti. Davanti a lui noi siamo tutti suoi figli.
FIGLIA PICCOLA
Anche i cattivi?
MADRE
Si, anche i cattivi. Non li castiga perché li ama. Aspetta pazientemente che si ravvedano.
FIGLIO PICCOLO
Cosa vuol dire “si ravvedano”.
MADRE
Vuol dire cambiare. Smettere di fare il male e fare il bene.
FIGLIA GRANDE
Continua mamma. Finisci la storia di Marcellino.
MADRE
Si. Dunque vediamo. Dove eravamo rimasti. Ah si. I frati contavano i giorni che mancavano e…
LUCI SUL PALCOSCENICO
VOCI FUORI CAMPO
MARCELLINO:
Fra Pappina? Ehi, Fra Pappina. Dove porta la scala che c’è di là?
FRA PAPPINA
Non porta da nessuna parte!
MARCELLINO
E allora…. perché ce l’hanno messa?
FRA PAPPINA
Ce l’hanno messa… perché… un po’ imbarazzato, cerca maldestramente una scusa… … fuori avrebbe preso la pioggia. Ecco perché.
FRA PORTA
Fra Pappina hai visto il martello, quello grosso?
FRA PAPPINA
Dunque vediamo… mi pare che un merlo sia entrato qui poco fa e mi ha chiesto: “Per caso avete un martello da prestarmi?”.
FRA PORTA
Ingenuamente, ci crede. Davvero?? E che cosa se ne fa di un martello il merlo?
FRA PAPPINA
Forse lo userà per darlo in testa a quelli che non sono abbastanza svegli. Sogghigna.
FRA PORTA
Molto spiritoso. Davvero molto spiritoso.
FRA PAPPINA
Ancora ridendo. E vai a vedere su in soffitta no. Sarà là assieme a tutto il resto.
MARCELLINO
In soffitta? Ah ecco dove porta la scala?
FRA PAPPINA
E va bene, mi hai scoperto. Però non voglio che tu sali per quella scala.
MARCELLINO
Perché?
FRA PAPPINA
Perché li c’è un uomo grande che se ti vede ti porta via. Su porta questo sulla tavola.
FINE VOCI FUORI CAMPO
MARCELLINO
Entra in scena. Sistema qualcosa sulla tavola. Poi, quatto quatto và verso le quinte e spia.
FRA PAPPINA
Entra. Marcellino. Cosa fai?
MARCELLINO
Sentendosi scoperto. Niente, niente! Scappa come se ritornasse in cucina.
FRA PAPPINA
Lo segue.
VOCI FUORI CAMPO
FRA PAPPINA
Tieni Marcellino. Porta questa minestra a Fra Malato.
MARCELLINO
Va bene. ………. Ciao Fra Malato. Ti ho portato la minestra.
FRA MALATO
Oh grazie Marcellino. Sei proprio un bambino buono.
MARCELLINO
Il Sindaco ha detto che io sono un bambino molto cattivo.
FRA MALATO
Ma no…. Che cosa dici. Al mondo non c’è un bambino più buono di te.
MARCELLINO
Ride. Davvero? Meno male? …. Fra Malato ti fa male?
FRA MALATO
Un po’. Solo un po’.
MARCELLINO
Se ti do un bacio dove ti fa male, forse ti passa!
FRA MALATO
Prova Marcellino. Ecco qui. Mi fa male qui.
MARCELLINO
Bacia. Ecco fatto. Ti fa ancora male?
FRA MALATO
No, hai visto. È tutto passato. Grazie.
MARCELLINO
Fra Malato?
FRA MALATO
Si Marcellino?
MARCELLINO
È vero che te ne vai?
FRA MALATO
Me ne vado? Come ti viene in mente in casa simile?
MARCELLINO
Ho sentito Fra Alto che diceva a Fra Preghiera: Fa la voce grossa, da adulto…“Un giorno o l’altro Fra Malato ci lascerà”!
FRA MALATO
Bè è vero. Primo o poi me ne andrò. Se Dio vorrà, andrò in cielo.
MARCELLINO
Ma io non voglio che tu vada. Poi non staremo più insieme.
FRA MALATO
Non ti preoccupare Marcellino, noi staremo insieme per sempre.
MARCELLINO
Meno male. È più bello insieme…
FINE VOCI FUORI CAMPO
CANTO: È più bello insieme.
MARCELLINO
Compare in scena. Và di nuovo verso le quinte come a spiare la scala. Si guarda un momento intorno. Poi esce per andare in soffitta…
RUMORI FUORI CAMPO: si sentono scricchiolii, porte che cigolano, qualche mobile spostato, un’altra porta che si apre scricchiolando.
MUSICA ORIGINALE DEL FILM:
MARCELLINO
Di corsa attraversa tutto il refettorio. Esce dalla parte opposta. Poi rientra. Mamma mia. Allora era proprio vero. C’è proprio un uomo grande sopra in soffitta. Ma non mi sembra cattivo. Anzi, non si muoveva per niente. Vado su.
RUMORI FUORI CAMPO: si sentono ancora scricchiolii, porte che cigolano. Una musica lieve in sottofondo.
FRA PAPPINA
Intanto, ignaro di dove sia Marcellino, stà preparando tavola. Porta i piatti, poi i bicchieri, poi il cesto del pane. Esce di nuovo.
VOCE FUORI CAMPO
MARCELLINO
Ciao….. Ehi?!..... Ti ho detto ciao. …. Io sono Marcellino. Ti fa male questo chiodo qui? Io una volta ho preso una spina sotto il piede. Mi ha fatto tanto male. Ti fanno male quelle spine che hai sulla testa? Aspetta… adesso te le tolgo…
RUMORE FUORI CAMPO: una sedie viene spostata
Fatto. Adesso stai meglio? Hai fame? …. Aspettami qui.
FINE VOCE FUORI CAMPO
MARCELLINO
Entra in scena di soppiatto. Si guarda intorno, si avvicina al cesto e prende una fetta di pane. Si guarda ancora intorno. Sente arrivare Fra Pappina e scappa via.
VOCE FUORI CAMPO
MARCELLINO
Ansima per la corsa. Eccomi qui. Ti ho portato un po’ di pane. Domani ti porto anche il vino. Fra Pappina dice che un po’ di vino fa bene.
A me però non lo da perché dice che senò resto piccolo.
È strano però. Lui ne beve tanto ed è grosso. Grosso come un carro.
Adesso è meglio che vada. Fra Pappina mi starà cercando. Ciao. Domani te ne porto ancora. Ciao.
FINE VOCI FUORI CAMPO
FRA PAPPINA
Entra e prepara tavola. Ogni tanto si guarda intorno cercando Marcellino. Sistema il pane sui piatti e si accorge che ne manca un pezzo. Perplesso esce e ritorna in cucina.
MARCELLINO
Entra.
CANTO: Amico mio Gesù.
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
MADRE
Da quel momento, Marcellino andava a visitare il suo nuovo amico tutte le volte che poteva. Aspettava che i frati fossero tutti impegnati nei loro lavori, sgattaiolava in cucina, prendeva del pane e un bicchiere di vino e poi li portava su in soffitta.
FIGLIA PICCOLA
Il nuovo amico di Marcellino era Gesù?
FIGLIO PICCOLO
Stupito. Era Gesù? Proprio lui? Quello vero?
FIGLIA GRANDE
Mi sono sempre chiesta quale aspetto ha Gesù.
FIGLIO GRANDE
Ma Marcellino sapeva che era Gesù?
MADRE
Si certo. Marcellino conosceva bene il catechismo. E poi il Crocifisso della soffitta era più o meno come quello che i frati hanno nella loro chiesetta. Solo che Marcellino era convinto che quello che si trovava in soffitta fosse il vero Figlio di Dio.
FIGLIO PICCOLO
Che fortuna, però! Il suo migliore amico era proprio Gesù?
MADRE
Ma non l’hai ancora capito piccolo mio? Marcellino ci ha insegnato che tutti possiamo trovare in Gesù un buon amico. Gesù è l’amico vero….
LUCI SUL PALCOSCENICO
CANTO: Amico mio Gesù.
TUTTI IN SCENA
Tutti, Frati e Marcellino entrano e si sistemano a tavola. La tavola è già pronta dalla scena precedente.
FRA PREGHIERA
Guarda Marcellino, poi malinconicamente… Povero Marcellino. È sempre da solo. Avrebbe bisogno di un amico, qualcuno con cui giocare.
MARCELLINO
Io non sono solo. Ho un amico grande, grande.
FRA PAPPINA
Entra. Ha sentito. Fa segno di non capire.
RUMORI FUORI CAMPO Scoppia un violento temporale.
FRA DIN DON
Un temporale. Questo non ci voleva.
FRA PORTA
Uh che freddo!
MARCELLINO
Si alza. Esce. Poco dopo rientra con una coperta sulla testa.
FRA PREGHIERA
Ma, cosa fai Marcellino. A che ti serve quella coperta?
MARCELLINO
Ho freddo.
FRA PAPPINA
Ma hai già una coperta. Come tutti.
MARCELLINO
Io ho più freddo! Esce di lato.
PADRE SUPERIORE
Fra Pappina, ultimamente Marcellino si comporta in maniera strana. L’hai notato anche tu?
FRA PAPPINA
Si in verità. Oltre a comportarsi così come avete visto, dalla cucina…
PADRE SUPERIORE
Dalla cucina?
FRA PORTA
Curioso ripete…Dalla cucina?
FRA PAPPINA
Ebbene, dalla cucina spesso manca qualcosa.
FRA PORTA
Non sono stato io. Io non centro.
PADRE SUPERIORE
Che cosa manca dalla cucina?
FRA PAPPINA
Il pane, per cominciare. Ne manca sempre qualche fetta. Io lo conto bene, anche due-tre volte. Niente. Ne manca sempre un pezzo.
FRA PORTA
Forse te lo mangi tu sopra pensiero.
FRA PAPPINA
No. No. E che sia Marcellino non ho dubbi. E poi manca anche…
MARCELLINO
Entra. Ha ancora la coperta sulla testa. Adesso non ho più freddo. Esce…
FRA DIN DON
Stavi dicendo che manca anche...?
FRA PAPPINA
Manca anche del vino, ecco!
FRA PORTA
Ah io non centro. Non date la colpa a me eh.
FRA PAPPINA
Certo che non sei tu. Non riusciresti a prenderlo neanche se ti lasciassi la porta aperta.
PADRE SUPERIORE
Il vino? Ma non gli fa bene così piccolo.
FRA PAPPINA
Lo so. Eppure lo tengo d’occhio. Ma lui riesce sempre a farmela sotto il naso.
FRA PORTA
Come se parlasse tra sé e sé. Sfido io. Con quel naso che ti ritrovi.
FRA PREGHIERA
Bisogna fare qualcosa.
PADRE SUPERIORE
Per adesso lasciamolo fare. Non dirgli nulla. Tienilo d’occhio. Cerca di capire come fa e dove porta tutta quella roba.
FRA PAPPINA
E poi, devo sgridarlo?
PADRE SUPERIORE
No. Vieni solo a riferirmi. Poi decideremo. Su fratelli andiamo. Il lavoro ci aspetta.
FRATI
Tutti si alzano e pregano. Poi ciascuno raccoglie piatti e bicchieri e aiutano Fra Pappina a portare via tutto. Escono tutti.
CANTO: Tutto sei per me
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
MADRE
Povero Marcellino. Tutti lo considerano un po’ strano. Soprattutto erano preoccupati dei suoi continui furti.
FIGLIO PICCOLO
Quando si ruba per un amico è “rubare” mamma?
MADRE
Non si deve rubare mai. È sempre meglio chiedere. Tra persone che si vogliono bene è importante potersi fidare gli uni degli altri.
FIGLIA GRANDE
Chissà che gioia poter vedere Gesù. Ma si animava proprio quando era in compagnia di Marcellino?
MADRE
Si. Ogni volta che Marcellino gli portava pane e vino Gesù scendeva dalla croce.
FIGLIA PICCOLA
E parlava anche?
MADRE
Si. Marcellino era molto intelligente. Faceva tante domande …voleva sapere, capire. Il Signore voleva farlo diventare uno strumento del suo amore.
LUCE SUL PALCOSCENICO
CANTO: San Francesco.
SI SPENGONO TUTTE LE LUCI SUL PALCOSCENICO E SI ACCENDE L’OCCHIO DI BUE SULLA MADRE CHE RACCONTA.
MADRE
E poi venne il giorno.
FIGLIA PICCOLA
Quale giorno?
MADRE
Il giorno in cui volò in cielo.
LUCI SUL PALCOSCENICO
FRA PAPPINA
Entra di soppiatto. Si guarda intorno. Poi sparisce dalla parte dove di solito esce Marcellino per andare in soffitta.
MARCELLINO
Entra con il solito pezzo di pane e il bicchiere di vino. Si guarda intorno, poi esce dalla stessa parte dove è uscito Fra Pappina.
RUMORI FUORI CAMPO
Si sentono gli stessi scricchiolii, il cigolare delle porte, almeno due.
VOCI FUORI CAMPO
LUCE FUORI SCENA SUL PALCOSCENICO
All’inizio, quando comincia a parlare Cristo si nota con buona intensità. Aumenterà alla fine, al momento culminante.
VOCE DI CRISTO
Ciao Marcellino. Anche oggi? Ti ringrazio.
MARCELLINO
Devo stare attento. Fra Pappina diventa sempre più furbo. Se mi scopre non potrò più portarti niente.
CRISTO
Vuoi bene a Fra Pappina?
MARCELLINO
Oh si, tanto. Hai avuto paura ieri sera? Hai sentito che temporale?
CRISTO
E tu? Hai avuto paura del temporale Marcellino?
MARCELLINO
Tanta. Mi fanno paura i tuoni.
CRISTO
Come è buono questo pane. E anche il vino…
MARCELLINO
Sono contento che ti piacciono.
CRISTO
Lo sai Marcellino? Una sera come questa io mi trovavo a Gerusalemme. Avevo con me mia Madre e gli Apostoli. Era vicina la Pasqua. Quella sera mentre eravamo a tavola ho preso il pane, l’ho alzato al cielo, ho pronunciato la benedizione e ho detto…
MARCELLINO
Lo so che cosa hai detto. Me lo ha spiegato Fra Preghiera…
MARCELLINO E CRISTO
Insieme: “Prendete questo è il mio corpo che è dato per voi”.
CRISTO
Poi, dopo averlo distribuito, ho preso la coppa del vino e pronunciata la benedizione ho detto: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per tutti, in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.
Comprendi che cosa significano queste parole Marcellino?
MARCELLINO
Si. Vuol dire che il pane e il vino benedetti nella Messa, diventano.. tu.
CRISTO
Tu lo credi Marcellino?
MARCELLINO
Si. Ma non stai stretto, grande come sei, dentro a quel pezzetto di pane?
CRISTO
Ride. No Marcellino. Non sto stretto. È il cuore degli uomini che talvolta diventa tanto stretto e non vi posso entrare?
MARCELLINO
Che peccato. Sospirando: Se gli uomini ti conoscessero meglio…
CRISTO
Bravo Marcellino, bravo. Da oggi ti chiamerò Marcellino pane e vino.
MARCELLINO
Marcellino pane e vino? Mi piace. Io sono Marcellino pane e vino.
FINE VOCI FUORI CAMPO
FRA PAPPINA
Entra. In pianto chiama gli altri frati. Fratelli. Presto venite. Fratelli. Venite presto. Marcellino….
FRATI
Entrano. Comprendono che qualcosa di straordinario sta accadendo su in soffitta, dove Fra Pappina sta indicando con la mano. Escono verso la soffitta.
MANISCALCO
Entra. Lo sguardo truce. Guarda Fra Pappina. E no frate. Con me non attacca. È inutile che vi mettiate a pregare. Non ci sarà santo al mondo che mi impedirà di cacciarvi fuori una volta per tutte.
FRA PAPPINA
Oh Signor Sindaco. Marcellino … il Signore…. piange.
MANISCALCO
E via. Che cosa andate farfugliando. Vi siete scolato tutto il vino della cantina forse?
FRA PAPPINA
No, no. Andate. Andate. Indica la soffitta.
MANISCALCO
Perplesso si avvicina alle quinte ed esce.
VOCI FUORI CAMPO
MARCELLINO
Tu ce l’hai una mamma?
CRISTO
Si, io ho una mamma.
MARCELLINO
Ed è bella?
CRISTO
Si, molto?
MARCELLINO
Ed è buona?
CRISTO
Si, molto.
MARCELLINO
La mia di più. Che cosa fanno le mamme?
CRISTO
Le mamme danno, danno…
MARCELLINO
Che cosa danno?
CRISTO
Danno tutto se stesse! Il loro amore è grande come il cielo.
MARCELLINO
Con stupore. Così grande?
CRISTO
Dio ha inventato le mamme per dare agli uomini un segno del suo immenso amore.
MARCELLINO
La tua mamma dov’è?
CRISTO
È in cielo, assieme alla tua?
MARCELLINO
E che cosa fanno?
CRISTO
Aspettano.
MARCELLINO
Che aspettano?
CRISTO
Aspettano di congiungersi con i loro cari.
FINE VOCI FUORI CAMPO
MANISCALCO
Rientra. Si porta davanti al pubblico e resta pensieroso. Commosso.
FRA PAPPINA
Singhiozzando. Marcellino. Marcellino.
VOCI FUORI CAMPO
CRISTO
Tu sei un bambino buono Marcellino. Voglio farti un regalo. Vuoi diventare frate come Fra Pappina e gli altri? Vuoi diventare come la guardia per difendere i deboli? Oppure vuoi un amico con cui giocare?
MARCELLINO
No. Voglio vedere prima la tua mamma e poi anche la mia.
CRISTO
Va bene. Ti accontenterò. Ma tu devi dormire.
MARCELLINO
Ma io non ho sonno.
CRISTO
Non ti preoccupare. Ti addormenterò io. Su vieni qui tra le mie braccia. … Ed ora dormi Marcellino. Dormi.
LUCE SFOLGORANTE – MUSICA IN AUMENTO
MADRE E FIGLI
Entrano in scena. Da quel giorno, Sindaco in testa, tutto il paese sale al convento che sta sulla collina a festeggiare Marcellino.
FIGLIO PICCOLO
No mamma. Si chiama Marcellino pane e vino.
MADRE
Si, hai ragione. Marcellino pane e vino. È stata una benedizione per il nostro paese. Ci ha fatto riscoprire l’amore che Dio ha per tutti. Ci ha fatto capire che nessuno deve stare da solo, che dentro a tutti quanti c’è del bene.
TUTTI IN SCENA
Tutti entrano in scena e si dispongono per il canto finale: i frati, i Consiglieri, la donna, le ballerine e il coro dei bimbi e insieme cantano.
MADRE
C’è una Presenza nella storia degli uomini. È il Dio-con-noi, nato da una donna per farci diventare come lui e in futuro, portarci in cielo. È l’Emmanuel.
L’INNO DEL GIUBILEO DEL 2000 “Emmanuel”.