Maria di Nazareth

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"" MARIA DI NAZARETH ""

""    MARIA  DI  NAZARETH    ""

Opera in due parti  di Antonio  Sapienza

 

    

Personaggi:

               Maria di Nazareth;

               Giuda d'Iscarioth;

               Maria di Magdala;

               Madre del soldato;

               Madre del condannato a morte;

               Madre del drogato;

               Regista;

               Il potere;

               Il capitale.

 

 

La vicenda si svolge su un palco, o abside di una chiesa, durante una rappresentazione sacra.

Parte prima

 

Sul palco e` stata montata la scenografia per una recita teatrale di carattere sacro: Un semicerchio in legno, coperto da tendaggi e tulli. In fondo, verso sinistra vi e` una piccola pedana, mentre sul proscenio a sinistra e` piazzato un leggio.

Si e` senza sipario, e con le luci di sala ancora non completamente spente. All'inizio dello spettacolo, entrano in scena, provenienti dalla sala, due donne. Sono due delle tre madri e indossano abiti moderni.

1 mad.- ( guardandosi attorno) Hai visto? dev'essere qui..-

2 mad.- (seguendola) Forse...non saprei..-

1 mad.- Eppure sembra questo il posto. ( aggirandosi sul palco) Perche` non domandiamo a qualcuno?-

2 mad.- (indecisa, scontrosa) E a chi? Senti, lasciamo  perdere, meglio andar via.- ( fa per scendere)

1 mad.- ( trattenendola) Ma dai, ormai che siamo qui..-

2 mad.- Meglio andare. Tanto e` inutile. I nostri problemi non possono essere risolti cosi`, con una valanga di  paroloni che questi signori ci butteranno  addosso.(b.p.) Poi queste stesse parole le possiamo   leggere quando vogliamo, senza essere tediate.-

1 mad.- Ma che dici? Non mi sembri piu` tu.-

2 mad.- No, sono sempre io, purtroppo. Pero`, salendo qui, ho avvertito la inutilita` della nostra idea: Una supplica senza speranza.-

1 mad.- E cosa ci rimettiamo? Nulla! Tanto vale provare. Dai calmati, sappiamo che ha gia` fatte tanto bene ad altre madri uguali a noi, nelle nostre stesse  condizioni...-

Entra in scena il regista: abbigliamento casual. Egli si reca vicino al leggio e sistema delle carte, la lucina, il microfono, senza badare alle due madri. La prima madre sta per avvicinarglisi per chiedere informazioni.

2 mad.- Hai capito?  Lascia perdere, io non voglio piu` vederla.- ( trattenendola per un braccio)

1 mad.- Ti prego, proviamo..-

2 mad.- Tanto e` inutile.-

1 mad.- Ti scongiuro ancora una volta: suvvia, tentiamo, tanto cosa ci costa? ne abbiamo provate tante...( intanto si avvicina al regista, il quale la guarda  incuriosito, ma anche infastidito) Signore, signore,  mi scusi, vorrei sapere se si fa qui la recita sulla vita di Gesu`...-

Regis.- Si signora si fa qui. ( con sopportazione)-

1 mad.- E mi scusi ancora, si vedra` Maria, vero?-

Regis.- Maria chi?-

1 mad.- Maria di Nazareth, naturalmente. Si vedra`, vero?-  ( guardando l'altra madre).

Regis.- Beh, naturalmente.-

1 mad.- E...parlera`?-

Regis.- ( meravigliato) Certo che si. Quest'opera e` incentrata su di lei.-

1 mad.- ( rivolta all'altra) Hai visto? Adesso sei contenta? ( rivolta al regista) E potremo parlarle?-

Regis.- ( infastidito) Dopo, dopo. A fine recita. Adesso andate, a momenti inizieremo lo spettacolo...-

1 mad.- ( all'altra) Tra poco le parleremo, sei contenta? E  chissa` quante belle cose ci dira`. Ci sapra` consolare, vedrai...-

2 mad.- Forse...-

Regis.- ( un tantino spazientito) Signore, vi prego, i vostri  commenti li farete giu`. Per adesso andate e lasciateci fare gli ultimi preparativi, sta per iniziare il recital.-

1 mad.- Scendiamo, scendiamo, andiamo a prendere posto.. Ah,  mi scusi ancora una volta, signore, sa noi non siamo  pratiche di questi... recital. sono come le recite  vero?-

Regis.- (con sopportazione) Quasi. Sono quasi come le  recite.-

1 mad.- E questo recital, com'e`? E` bello?-

Regis.- ( accompagnandole verso l'uscita) Speriamo. Secondo le nostre intenzioni, questo spettacolo dovrebbe   essere essenzialmente mistico, senza svolazzi,   lacrime facili e colpi di scena. Anche se, per i suoi contenuti, alcuni ci hanno tacciato di retorica e velleitarismo pseudosociale.  Ma questa accusa, s'e` vera, riguarda solo l'Autore.  Io, per mio conto, vi posso assicurare che questo  spettacolo, replica dopo replica, ha lasciata una  traccia nel mio animo. Forse sara` perche` io sono sensibile, forse perche` sono portato alla  commozione, forse sara` suggestione, ma una cosa e`  certa: qualcosa rimane. ( portandosi al centro della  scena, intanto che le madri lasciano il palco)  Ed ora, signori, predisponete il vostro animo e  liberate il vostro spirito, perche`, con la fantasia, vi faremo fare un salto di duemila anni e vi porteremo in una terra sfortunata e disperata, dove si svolse una storia che non fu scritta da mani   umane. Una storia dove l'uomo e il divino  s'intrecciano e poi si uniscono in una sola Persona. Una storia che le nostre orecchie non si  stancherebbero nai d'ascoltare. ( rivolto verso le quinte) Musica, prego.-

A questo punto parte una dolce musica, le luci l'assecondano.

Il regista si porta davanti al leggio, si concentra, e quando cala la musica e la luce si portera` su di lui, declamera`.

Reg.- In principio era il Verbo,

      e il Verbo era presso Dio,

      e il Verbo era Dio. ( breve ripresa della musica)

      E il Verbo si fece carne. (pausa)

      In quel tempo, il disegno salvifico di Dio prese corpo nel seno di una fanciulla ebrea che fece entrare nella  storia degli uomini, Colui che ne avrebbe sovvertito i valori; Colui che avrebbe portato scandalo per i giudei  e pazzia, pazzia, pazzia per gli uomini d'ingegno, per i ricchi, per i potenti.-

Il regista esce di scena, si fa leggermente buio ed entra Maria, indossa uno scialle bianco, e a piccoli passi, si porta al centro del palco.  Inizio della musica, poi dialogo tra Maria e la musica.

Mar.- (allarmata) Chi sei Signore? ( risponde la musica)

      Come potra` accadere cio`, se io non conosco uomo?

      (chinndo il capo) Ecco l'ancella del Signore, si faccia  di me secondo la tua parola.-

Cambio musica. Inizio musica di tempesta, per simboleggiare il travaglio dell'animo di Maria e il concepimento di Gesu`.Due minuti, poi la musica cala.

Mar.- L'anima mia magnifica il Signore,

      perche` ha rivolto i suoi sguardi

      all'umilta` della sua serva.

      Ed ecco, che fin d'ora,

      tutte le generazioni mi chiameranno beata.-

Buio su Maria e luci sul leggio del regista.

Reg.- E il Verbo si fece carne. ( pausa e fine musica)

      Lui, Dio, assumendo la condizione umana, si fece umile  e povero. E nacque da forestiero in una stalla e fu   attorniato dagli umili del suo popolo e dai saggi di  altri popoli. Portava l'amore e la pace. Ma l'odio cieco e malvagio del potente, prontamente e con violenza, reagi`, e si  abbatte`,  inesorabilmente, su tutti gli innocenti.-

Musica di violenza per la strage degli innocenti. Le comparse potranno mimarne la scena con movimenti coreografici adatti. fine musica e luci al centro, su Maria.

Mar.- E una spada ti trapassera` l'anima. ( poi scandendo le  parole) E una spada ti trapassera` l'anima. ( quindi  con tono lamentoso) E una spada ti trapassera` l'anima.  Ah, Simeone, Simeone, uomo giusto e pio, perche` aspettasti me e il mio bambino davanti al Tempio di Dio? Perche` l'hai voluto vedere? Perche lo prendesti  fra le tue braccia? Perche` ne profetasti la grandezza  e vi unisti la mia angoscia? (pausa)  E una spada ti trapassera` l'anima!-

Luci sul regista.

Reg.- E il Verbo si fece carne e abito` fra gli uomini pieno di grazia e verita`.(breve replay della musica iniz.)  E Maria custodiva tutto cio` nel suo cuore. (b.p.)  E gli anni passarono; e il bimbo si fece ragazzo; e il  ragazzo divenne giovane sottomesso. ( b.p.) E il  giovane divenne uomo.-

Luci su Maria, che ha cambiato lo scialle, adesso ha quello giallo.

Mar.- Dissi: Figlio, agli sposi manca il vino. E Lui mi  rispose: Donna non e` ancora giunto il mio tempo. Ma mi accontento` lo stesso.(b.p.) Si fece portare degli otri pieni d'acqua, li benedisse e l'acqua si muto` in vino. (pausa) Poi giunse il suo tempo. Ed Egli abbandono` la mia casa      per portare agli uomini la buona novella: Beati i  misericordiosi, i puri di cuore, i pacificatori,  perche` saranno chiamati figli di Dio. (b.p.) Beati i  perseguitati per causa della giustizia..(sfumato, poi b.p.) Molti accorsero alla sua parola, ma molti altri furono scandalizzati...-

Entrano in scena il potere e il capitale, uno da destra, l'altro da sinistra.  Quello di sinistra e` in calzamaglia e calza un cilindro; stesso abbigliamento per quello di destra che calza, invece, una bombetta.

Pot.- Maria, tu sei sua madre, hai dunque il dovere d'intervenire. Fai tacere tuo figlio. Egli bestemmia contro la legge.-

Cap.- Deve tacere, tacere, tecere!-

Mar.- Io sono solo sua madre, lui puo` fare, e fa, cio` che e` giusto. Ha una grande missione da svolgere.(b.p.) Non puo` tacere!-

Pot.- Ascolta, noi ti siamo amici. Ci conosciamo da molto tempo.. e se lui e` impazzito, non crediamo che lo sia anche tu. Fallo tacere..( persuasivo)-

Cap.- Nessuno e` profeta in patria! Perche` rimette i peccati? Perche` guarisce gli ammalati. Egli fa eresie!  Egli sconvolge tutto.  Egli bestemmia. Egli non puo`!-

Mar.- Se lo fa, vuol dire che puo`. (b.p.) Nessuno puo` fare le cose di Dio, se Dio non lo vuole.-

Pot.- Zitta donna, non parlare piu`. Andiamo fratello, lapidiamo il falso profeta!-

Mar.- No, fermi, fermi vi supplico. In nome di Dio, recedete dal vostro proponimento. (b.p.) Egli e` mite, e` buono, e` giusto. Lasciatelo in vita. Lasciatelo a me.-

Cap.- Potremmo lasciarlo in vita..-

Pot.- ...consegnarlo a te, ma tu gli dovrai impedire di parlare.-

Cap.- Altrimenti...-

Pot.- Lo lapideremo.-

Mar.- Non posso, credetemi non posso. (b.p.) Lui non fa la mia volonta`, ma quella del Padre suo.-

Cap.- Di suo padre? del povero Giuseppe? Ma tu farnetichi.-

Mar.- Si, si farnetico. io impazzisco, io muoio.(b.p.) Sono sua madre e lo vorrei con me, sano e vivo. Ma non posso farlo tacere, credetemi, non posso.-

Pot.- ( con fare solenne, di condanna) Che sia lapidato.-

Luci su Maria, escono i due uomini. Inizio musica uguale a quella dell'annunciazione.

Mar.- (inginocchiandosi) La madre e` in ansia, ma la tua  ancella ha fede in te.- (pausa)

Fine della musica, luci normali, entra in scena una ragazza, abbigliata con vesti moderne.

Rag.- Maria, posso parlarti?-

Mar.- Parla, sorella.-

Rag.- Non chiamarmi sorella... io non ne sono degna.-

Mar.- Chiunque viene a me, mi e` sorella.

Rag.- Non posso esserti sorella, capisci? non posso.-

Mar.- Cosa ti affligge, figlia?-

Rag.- Sono una prostituta, e ho incontrato tuo figlio..-

Mar.- Hai incontrato mio figlio? Allora mi sei veramente sorella e figlia.-

Rag.- Lo vorrei, lo vorrei con tutte le mie forze, ma, come vedi, non ne sono degna..-

Mar.- Sei degna, in virtu` del tuo pentimento. Se vuoi, può restare con me, insieme alle altre donne che seguono  mio figlio.-

Rag.- Lo voglio, lo voglio con tutto il mio cuore, con tutta la forza della mia volonta`. Lascia o madre, che baci un lembo della tua veste..( si china, ma Maria glielo  impedisce).

Mar.- Non lo fare figlia, non lo hai fatto con Lui, non lo farai con nessun altro al mondo. (b.p.)

         Alzati e parlami, se vuoi.-

Rag.- Sono stata prostituta. Ho vissuto nel fango. Il primo ad infangarmi, in tenera eta`, fu mio padre, che poi mi  mise sul marciapiedi. (b.p.) E venne la lunga fila scura nella notte. Uomini vecchi mi ebbero per pochi soldi; uomini brutti insozzarono il mio corpo e la mia anima; uomini viziosi

spensero il mio spirito.(b.p.)  Come vedi la mia e` una storia triste, ma gia nota. E` la storia di tutti i ragazzi perduti, abbindolati,  corrotti e sedotti da finti amici, falsi innamorati. Storie di sfortune.

Ma io sono stata fortunata: Ho incontrato tuo figlio.  Egli, nella notte, mi passo` accanto, mi guardo` con  gli occhi chiari e dolci, ed ebbe pieta` di me.  Mi sconvolse, mi brucio` l'anima, quindi m'infuse tanta   serenita`.  Volli buttarmi ai suoi piedi, ma egli me lo impedi` dicendomi: Vai Maria Maddalena, vai e non peccare  piu`.-

Mar.- Ora sei salva, figlio. Vieni, insieme alle altre prepariamo la cena per i nostri fratelli.-

Scena di vita quotidiana. Musica adatta, movimenti coreografici per significare le azioni di tutti i giorni: l'acqua alla fonte, il cucinare, il tessere, la danza e il canto. Due minuti in tutto.

Rag.- Maria, delle donne vorrebbero la guarigione del proprio figlioletto ammalato. Cercano il tuo aiuto...dicono: Prega tuo figlio..-

Mar.- Fatti lasciare i loro nomi, fatti dire dove abitano, dille d'aver pazienza, d'avere fede..( b.p.)

Ma come faccio, come faccio ad aiutare tutta questa  gente? Come posso intercedere presso mio figlio?(b.p.) Egli non sceglie la via, non decide il giorno ne` l'ora. Egli va` e non sa` dove la notte poggera` il  suo capo. E il mio cuore si strugge per le vostre   afflizioni.

       Figlio d'amore e di spine;

      figlio di gioie e di sospiri;

      figlio carnale e soffio divino ascolta.

      Ascolta questo afflitto cuore, lacerato dal pianto dei

      sofferenti; ascolta la mia anima che ti supplica:

      Conforta gli addolorati.

      Io nulla posso senza di te, e nell'impotenza mi

      struggo!

      Certo, io ti importuno con le mie umili preghiere, mentre so` qual'e` la tua missione.

      Perche` sono una sciocca, una povera donna sciocca, ma che ha tanta fede in te.-

Maria indietreggia e sale sul palchetto, restando immobile, statuaria. Entra il regista col copione in mano e si accinge a mettersi nel leggio, quando entra una della madri, e` la seconda, la madre del drogato. Abbigliamento moderno e scialle rosso sulle spalle. Porta una lucerna che poggia sotto la pedana. Musica adatta.

Reg.- ( seccato) Signora, ancora lei?  cosa cerca qui?-

Mad.- Prima cercavo lei, ( fa cenno a Maria) ora cerco la  disperazione, la dannazione, la vendetta! O forse  l'oblio e la morte.-

Reg.- Da lei solo consolazione potra` trovare..-

Mad.- Da lei? da lei? No, lei no! Lei nulla puo` darmi,  nulla! ( rivolta a Maria) Tu sei una madre fortunata e  sai pronunziare solo parole convenzionali, retoriche e  vuote. Tu hai un figlio sano, vivo, importante, ammirato e idolatrato. Tu non puoi parlare, non ne hai ne` il diritto ne l'autorita`.  Tu non hai la tragica sofferenza quotidiana, vissuta nel silenzio, nell'attesa e nella disperazione. Cosa ne sai tu di angoscia? (gridato)-

Reg.- Credo che dovrebbe saperne..-(allusivo)

Mad.- Forse. Forse per sentito dire, ma non per viva e  diretta esperienza. (pausa)  Io, giorno dopo giorno, vivo questa realta` che mi   consuma. Mio figlio non e` sano, ma tarato; non e` importante,  ma disadattato; non e` ammirato, ma disprezzato e deriso; non e` idolatrato, ma insultato, sputato e  calpestato. E morira`! Morira` non in battaglia, non da eroe, non da santo, ma  morira` da miserabile in un buio cortile, sopra un  mucchio di spazzatura; oppure in un giardino pubblico, sopra una dura panchina, consumato da un mortale veleno  che si inietta nella vana ricerca di pure visioni,  prima, e per disperato bisogno, dopo.(b.p.)  Ed io, impotente, ho varcato soglie, ho percorso  strade, ho salito scale. Ed ho trovato porte chiuse,  cortesi rifiuti e promesse mai mantenute. E mio figlio si consuma, e agonizza, e muore! Cosa ne puoi sapere tu di sofferenza quotidiana, di  dolore e di precoce morte?  ( al regista) Lei non puo` consolare una disperata come   me! ( gridato).-

Reg.- Signora, la comprendo e la prego di restare, non vada  via. Segga e aspetti. Puo` darsi che alla fine  giudichera` piu` serenamente...-

La madre annuisce senza convinzione ed esce a testa bassa, lasciando cadere davanti a Maria il suo scialle rosso. Il regista sta per riprendere lo spettacolo, quando arriva, quasi trafelata, la prima madre.  La madre del soldato.

Mad.- Mi scusi signore, prima di ricominciare il recital,  vorrei sapere se e` gia` venuta la mia amica; sa, la  madre del drogato.-

Reg.- Ah, si, si e` gia venuta..-

Mad.- E mi scusi ancora. Sa dov'e` andata? E se ha trovato  quello che cercava..(allusiva, indicando Maria).-

Reg.- E` in sala, credo..-

Mad.- Grazie, grazie tante.. ora la raggiungo.-

Reg.- ( come se avesse avuto un'idea) Un momento signora..  (raggiungendola al centro del palco) Un momento solo. Mi dica, lei chi e`?-

Mad.- Una sua amica. ( fa cenno alla sala) Ma io sono piu` fortunata. Io non ho un figlio drogato. Io no.(b.p.)  Mio figlio e` soldato di leva, fa il suo dovere, sta  bene, mangia bene, e` rispettato dai superiori.. e  presto verra` in licenza. Sa, e` affezionato e mi scrive spesso, anche se io sono quasi analfabeta... Vedete? (nostra un foglio) Questa e` la sua ultima lettera.. E come scrive bene.. usa parole difficili, da  avvocato. Sfortunatamente io non le capisco. ecco,  questa per esempio: Nonnismo.. e queste altre:  escrementi, estorsione, ritorsione, impotenza, ignavia  complicita`.( stenta a leggerle) Si riferiscono ai suoi  compagni piu` anziani, ai suoi superiori, e` vero? E  debbono essere tutte cose buone, perche` se fossero  cattive il comandante non le permetterebbe, e` vero,  signore?  Beh, adesso raggiungo la mia amica in sala. Lei, signore, e` stato veramente cortese e non voglio  disturbarla ancora..- ( esce)

Reg.- Dovrei riprendere, ma desidero fare una pausa.  Sono ancora turbato dall'irrompere di queste due madri   nella nostra storia. E sono sicuro che siete rimasti turbati pure voi. Come lo sara` anche Maria.

Essa si carica le loro pene su di se e si addolora. Ma nel mondo mille piaghe affliggono l'umanita` e

addolorano i cuori di mille e mille madri. (pausa) Guarda Maria e intercedi presso tuo figlio:

Ecco il Bangaladesh inondato e affamato;

      in Africa si muore di fame e di guerre.

      Guarda la Terra butterata di luoghi dove l'uomo e`

      violentato, offeso, umiliato;

      Commuoviti per gli abortiti, per i disperati, per i

      giovani disoccupati.

      Guarda soprattutto la tua terra: Quella Palestina colma

      di dolore, di sospetto, di odio, di morte.

      Parla con tuo figlio. Digli: T'aspettano.(pausa)

Scusate lo sfogo, signori. Riprendo lo spettacolo. In quel tempo la parola si diffuse, ma ben presto

i sacerdoti e i farisei ne ebbero timore e tentarono di fermarlo in tutti i modi possibili.-

Il regista esce di scena e luci su Maria. Ella scende dalla pedana nella quale era rimasta immobile, si china, lascia cadere lo scialle giallo, raccoglie quello rosso e lo indossa. Entra in scena con passo veloce, Giuda che indossa un vistoso mantello rosso. E` armato di un grosso bastone.

 Giu.- Maria, basta coi preamboli, adesso bisogna intervenire.-

Mar.- Di cosa parli, Giuda?-

Giu.- Dico che il Nazareno deve mettere fine alle incertezze. Egli deve agire. E` il momento.( b.p.)

      Vedi tu stessa che gli uomini sono restii a credere  nella sua parola, e allora che si passi ai fatti.-

Mar.- Ma di cosa parli?-

Giu.- Parlo di cio` che conosco: La forza!  Sono uno zelota, rammentalo! (b.p.) Vedi, vedi, tuo figlio ha trascinato le masse, ma non i capi. Ha affascinato il popolo, ma non gli anziani, i sacerdoti. E sono proprio costoro che debbono chinare  il capo; sono costoro che debbono vedere la sua  potenza. Capiscimi, Maria, E` ad essi che, d'ora innanzi, dovra`  rivolgersi. Gli uomini temono solo la forza. ( mostra l'arma) Oppure i prodigi. Davanti ai prodigi piegheranno le  ginocchia!-

Mar.- Mio figlio fara` quello che deve. Chi siamo noi per suggerirgli le azioni?-

Giu.- Noi siamo il buon senso. Tu quello di donna e di madre,  io quello di uomo d'esperienza e conoscitore delle cose  dei potenti.(b.p.)  Se tuo figlio fara` un grande prodigio davanti ai sacerdoti e a quelli che contano, li avra` tutti ai  suoi piedi, e lo seguiranno.-

Mar.- Taci Giuda, taci. Tu no sai cio` che dici. Taci!-

Giu.- Ma non capisci? io gli voglio bene tanto, tantissimo, e mi rodo nel vederlo deriso da quei rabbini mummificati.  Deve reagire, deve abbattere la loro alterigia con lo schioccare delle dita di una sola mano. Deve fare  ingoiare gli insulti, l'ironia, le minacce. (b.p.) Egli puo`, perche` non farlo?-

Mar.- Giuda, sei stravolto. Sei in pena per lui, ti capisco. Ma non sta a noi, ti ripeto, suggerire alcunche`.-

Giu.- Ieri ha detto: Guai a voi scribi e farisei ipocriti. Razza di vipere, come scamperete al fuoco della Geenna?  Cosa vuol dire cio`? Non vorra` dire forse: Vi brucio, non avete scampo? E lo faccia, allora.-

Mar.- Credo di no. Credo che non volesse dire proprio quello che tu hai capito. In lui non c'e` violenza...(b.p.) E ora calmati e vai dal tuo Maestro, e cerca nelle sue  parole il consiglio e la pace per il tuo travagliato  animo.-

Giu.- Vado, ma non da lui.-

Esce Giuda, cambio di luce, poi entra la ragazza.

Rag.- Maria, Maria, il Maestro, il Maestro.-

Mar.- Cosa c'e` Maddalena, parla, ti prego.-

Rag.- Tuo figlio ha cacciato i mercanti dal Tempio. Tuo figlio e` perduto!-

Mar.- Perduto? perche` mai?-

Rag.- Tu non conosci quella gente. (disperata) Oddio, ma perche`sei cosi` ingenua? (b.p.)

Ascoltami bene, Maria: Tuo figlio, cacciando i mercanti dal Tempio, finalmente ha dato ai giudei quel valido  motivo, che da tanto tempo aspettavano, per accusarlo di sedizione contro Roma.

E chi va contro Roma, e` perduto!-

Mar.- I giudei non sono cosi` cattivi come tu dici. Che  beneficio ne trarrebbero consegnando uno del loro  popolo ai romani?-

Rag.- Sono cattivi, invece. E traggono beneficio nel far  tacere le bocche giuste. (b.p.)  Poi li ha colpito nei loro interessi economici: il loro  utile sul commercio degli animali sacrificali e sul  cambio delle valute. Dopo questo fatto, tuo figlio li  avra` nemici per sempre.-

Mar.- No non denunceranno un loro fratello, non manderanno  un profeta alla morte.-

Rag.- Lo faranno! Il Nazareno li ha troppo infastiditi: Prima  chiamandoli ipocriti, poi con la nuova dottrina, adesso  mettendo in pericolo i loro guadagni. E la cupidigia  fara` traboccare il vaso.

Lo faranno!-

Mar.- Tu mi fai paura. Le tue parole mi mozzano il fiato. Dimmi che ti sbagli, che non puo` essere vero.-

Rag.- Lo vorrei. Mi dispiace. Dovevo avvisarti.-

Mar.- E adesso cosa facciamo? ( pausa) Maddalena, vai da  Pietro, digli del pericolo che il Maestro corre, e digli anche... di sorvegliare Giuda, perche` vuol far uscire allo scoperto il...Messia.-

Rag.- Pietro sa gia`, dev'essere tu a convincere tuo figlio  a partire lontano, a rifugiarsi in Galilea.-

Mar.- Vai Maddalena, e avverti tutti i nostri fratelli.-

Maddalena esce. Luci su Maria.

Mar.- Figlio, figlio, guarda quante nuvole si addensano sul tuo capo; guarda quanti nemici si pongono sul tuo cammino. Essi come pantere stanno in agguato per  ghermire l'agnello. Se tu mi ascoltassi...ti prego, figlio, ti prego,  non salire a Gerusalemme. Salva la tua vita. Fa che quella spada non trafigga la mia anima.(pausa)  Ma io lo so gia`: Le mie preghiere sono inutili... Perche` e` giunta la tua ora.

      E tu dirai: Lo spirito e` pronto, ma la carne...

      E tu dirai: Fa che passi questo calice...;

      E tu dirai: Padre glorifica il tuo nome.-

Si riudra` la musica dell'annunciazione. Maria si inginocchera`, si prostrarra` e, dialogando con la musica dira`:

Mar.- Signore ti supplico.

      (musica)

      Il mio istinto materno fa vacillare la mia anima.

      (musica)

      Sia fatta la tua volonta`.-

La musica si fara` piu` viva, poi si alzera` per un minuto circa, e quindi, insieme alle luci, calera`. Buio.

Fine della prima parte.

 

 

 

 

 

 

 

Seconda parte

Quando riprendono le luci, con una dolce musica uguale a quella dell'inizio, entreranno in scena Maria e la ragazza. La ragazza sembra sorreggere Maria fino al centro della scena. Poi li` la lascia e si pone in fondo al palco verso destra. Maria, al centro, stara` immobile, come in attesa di un evento terribile.

Rag.- Ecco, l'hanno arrestato.- ( Maria fa un gesto di  dolore. pausa) Lo portano al Sinedrio..( Maria idem)  Lo portano al pretorio.. (c.s.la ragazza esce).

Breve accenno d'inizio musica drammatica che si udra` interamente durante l'interrogatorio. Entra il regista.

Reg.- Ecco, la spada viene sguainata. (b.p.)  Quella spada che per tanti anni ha minacciato la tua

anima, e` stata sguainata, affilata ed e` pronta a  colpire. (b.p.) E colpira ! Inesorabilmente colpira`.

Colpira`, perche` dopo di lei si accanira` su altre  madri sventurate. Colpira` per la vendetta, per il potere, per  l'ambizione, per la cupidigia che gli uomini di tutti i tempi cercheranno attraverso il delitto! (b.p.)  Ma quella spada e` anche spada di giustizia.  E la giustizia colpira` gli stolti che si saranno levati contro i legittimi diritti naturali di tutti gli uomini della terra.- (esce)

Inizio musica drammatica. Cambio di luci. Inizio dello interrogatorio. Maria fara` le voci dei giudei, di Gesu`, di Pilato e della folla. Dietro il siparietto della scenografia, si vedranno le ombre di Gesu` con Caifa, a sinistra; quindi Gesu` con Pilato, a destra. Poi, al centro si vedra` la crocefissione. Le luci asseconderanno le varie fasi del detto interrogatorio. Maria usera` tutta la scena per muoversi come le parra`; e dovra` evidenziare il dolore, l'impotenza e, al limite la sua pazzia.

Maria - E` giusto che muoia un solo uomo per tutto il popolo!

      - Sei tu il figlio di Dio?

      - Tu l'hai detto.

      - Ha bestemmiato, sia messo a morte!

      - Portatelo da Pilato, che sia sputato, battuto e  lapidato.-

      - Quest'uomo s'e` fatto Re!

      - Crocifiggilo!

      - Sei tu Re?

      - Sono Re, ma non di questo mondo.

      - D'un altro mondo? Ma di cosa parli, straccione.

      - Parlo della Verita`.

      - La Verita`? Cos'e` la Verita`... cos'e` la verita`..   cos'e` la verita`...

      - Crocifiggilo!

      - Filosofo, non trovo colpe in te, vai via.

      - Condannalo Pilato. Deve morire!

      - Ma quest'uomo e` innoquo. E` solo un visionario.

      - E` un rivoluzionario. Ha complottato contro Cesare.

        E Cesare non t'approverebbe..

      - Crocifiggilo!

      - Orbene, udite le accuse, sentite le testimonianze,  considerate le circostanze, io, Ponzio Pilato,

         Procuratore di Roma, condanno alla crocefissione  quest'uomo innocente. E` vostro!

-Sul golgota, sul Golgota, insieme ai ladroni; che sia d'ammonimento ai ribelli,    agl'imbroglioni!

      -  E` innocente!

      - Spargete il suo sangue. Spezzategli le ossa. dividetevi le vesti: Nudo deve morire!

      - E` innocente!

      - E` giusto che un muoia un solo uomo, per tutto il popolo.

      - E` innocente...-

Fine della musica. Luci sul leggio. Maria riprende la posizione statuaria.  Il regista entra e si appresta a parlare davanti al leggio. Entra la madre del condannato a morte, indossa uno scialle viola.

Reg.- E la spada affilata e` puntata sul suo petto..-

Mad.- Zitto voi! Tacete! Che ne sapete di spade puntate sul  petto? Che ne sa lei delle nostre pene? ( cenno a M.)  Voi parlate, parlate, parlate, mentre le nostre  tragedie si consumano inesorabilmente giorno dopo  giorno, a dispetto dei vostri pomposi blaterii.(b.p.) La spada che dovrebbe entrare nel petto della vostra  protetta, (altro cenno verso M.) e` gia` entrata nel  cuore di mille e mille madri di giovani carcerati e di  condannati. (pausa) Mio figlio, anch'egli primogenito, e` da tre anni rinchiuso nella cella della morte, a causa di una sentenza simile a quella appena ascoltata. Egli muore e risorge decine di volte per una esecuzione voluta, ma vigliaccamente rimandata.  E il mio cuore muore con lui e con lui si risveglia, secondo i vili comandi di un procuratore ambizioso e vigliacco, come il vostro Ponzio Pilato. (pausa) Ecco uomo la mia spada! La spada toccatami in sorte per un evento delittuoso, che la societa`, per vendetta, fa  pagare con la morte di Stato. Ecco signori la legge del taglione!- (gridato)

Reg.- (turbato) Mentre l'esecuzione di vostro figlio viene  rimandata, questa verra` subito eseguita.

Si uccidera` un innocente, impalandolo alla croce. Lo si fara` morire tra atroci sofferenze perche` ha

osato, anzi solo tentato, di impedire l'ingiustizia.  Il figlio di questa madre addolorata

(accenno a Maria) Verra` ucciso anche perche` difendeva la dignita` di vostro figlio, del carcerato, del drogato e di quel giovane soldato prevaricato, caduti tutti in una sporca  palude di sabbie mobili, al centro del nostro civilissimo paese.(pausa) Ed ora perdonatemi, ma dovrei continuare con lo  spettacolo. (la donna esce e lascia cadere lo scialle  viola) Era l'imbrunire e il Nazareno porto` la sua croce sul Calvario, e li` fu innalzato sul legno  dell'infamia, mentre sulla terra si scatenava un violentissimo temporale.- (esce)

Parte la musica del temporale. Luci adeguate. Scene in trasparenza della crocefissione. Maria scende dalla pedana, raccoglie lo scialle viola, e lo indossa al posto di quello rosso, quindi si accoccola per terra, prostrata. Fine esecuzione. Entrano quattro comparse, si pongono due per lato al fianco di Maria, si stendono per terra, poi con musica adatta, inizia il lamento funebre. Fine lamento, escono le comparse, Maria si pone al solito, statuaria, luci sul leggio, entra il regista,

Reg.- E la spada trafisse la sua anima.(pausa)

      Quella spada d'antica profezia,  affondo` nelle sue carni lenta, inesorabile, assassina.

      E il sangue sgorgo`

      mutandosi in lacrime amare,

      che caddero ai piedi della croce,

      unendosi al sangue del figlio:

      La terra bevve, e trabocco`

      di dolore, di passione, di morte.

      E la macchia rossastra si allargo`,

      tingendo di rosso

      carnefici, soldati, sacerdoti,

      e il mondo intero.

      Poi un boato, e

      tutto il Creato, contrito,

      prese il lutto.-

Con musica adatta, entrano la madre del drogato e del soldato. Quest'ultima indossa uno scialle nero, porta una lucerna che mette sul bordo della pedana.

Reg.- ( infastidito) Ancora voi? Che succede ora?-

I ma- ( indicando la compagna) Suo figlio e` morto.-

Reg.- Morto? Ma lei non aveva il figlio soldato?-

I ma- Era soldato, adesso non e` piu`.(quasi tra se) Un  ragazzo cosi` sensibile...-

Reg.- Ma com'e` successo?-

I ma- Incidente.. dicono.-

2 ma- Suicidio e`!-

Reg.- E` sicuro?-

I ma- Ha il telegramma..-

2 ma- (leggendolo) Decesso in servizio armato. Incidente.. ma e` suicidio.(pausa). ( come se parlasse al figlio) Perche` ti sei ucciso? Non mi dicevi d'essere contento? Non mi scrivevi che  eri trattato bene? E allora, perche`? Perche` ti sei  tolta la vita e mi hai pugnalata al cuore? Era colto, appagato, era amato, ed e` morto! Ecco, vedete, adesso non piango piu`. Sono quasi serena. Non cerco vendetta, non chiedo nulla a nessuno. Solo una cosa vorrei sapere: Perche` mio figlio si e`  ucciso. Questo me lo dovete. Solo questo, ma me lo dovete!  Signor Presidente, signor ministro, signori generali, ditemi perche` mio figlio si e` ucciso!  (rivolta a Maria) Madre addolorata, tu sai chi t'ha  ucciso il figlio, sai anche il perche`, e cio` ti  potrebbe anche consolare, e forse darti anche la pace. Ma a me chi mi consolera`, chi mi dara` pace, chi avra` il coraggio di dirmi perche` mio figlio si e` ucciso!  Sai dirmelo forse tu? (b.p.)  Povera sventurata, anche tu non sai dirmi perche`!-

Le due madri vanno vicino a Maria. La madre del soldato lascia cadere lo scialle nero e prende una lucerna, la seconda donna prende l'altra lucerna ed escono lentamente di scena. Esce il regista. Luci al centro del palco. Maria, scende dalla pedana, si toglie lo scialle viola e indossa quello nero. Entra la ragazza.

Rag.- Maria, Pilato ci ha concesso il corpo del Nazareno, ma i discepoli sono spariti, chi ci aiutera`?-

Mar.- Faro` tutto da me.

      Io lo schiodero`, io lo scendero` dalla croce, io asciughero` il suo sangue.

      Lo lavero`, lo ungero`, lo fascero`.  Io lo deporro` nel sepolcro.-

Rag.- Ma non abbiamo un sepolcro...-

Mar.- Lo scavero`!

      Scavero` un sepolcro nella roccia con le unghie di belva ferita;

      lo scavero` palmo dopo palmo, lentamente, con pazienza;

      lo scavero` come se stessi celebrando una cerimonia, un  rito, un sacrificio a Dio.

      Lo faro` profondo, quindi deporro` mio figlio, poi lo  copriro` col sudario..-

Rag.- Quale sudario? Non abbiamo sudario.-

Mar.- Lo tessero` con le mie mani, come quando tessevo le sue vesticciole, quando era fanciullo.

Lo tessero` col lino che tenni in serbo per la sua nascita e che non usai mai, perche` nacque forestiero.

Lo tessero`, poi lo copriro` e lo profumero`...-

Rag.- Maria, ti prego, torna in te e dimmi cosa debbo fare. Ci sarebbe Giuseppe d'Arimatea disposto ad aiutarci..-

Mar.- Vai da lui, dunque.-

Inizio musica e luci del funerale. La processione potra` svolgersi parte sul palco, parte in trasparenza. Non ci saranno cadaveri in scena, ma un uomo portera` tra le braccia il mantello del Nazareno. Seguira` Maria, sorretta dalla ragazza, poi altre comparse, alcuni dei quali reggeranno le lucerne. Fine processione. Tutti fuori. Luce sul leggio. Entra il regista.

Reg.- E seppellirono il corpo e rotolarono una grossa pietra che sigillo` il sepolcro. Ma il terzo giorno le donne andarono e lo trovarono  scoperchiato e vuoto.-

Esce il regista, entra Maria da sinistra, e la ragazza da destra. La ragazza e` trafelata. Luci al centro.

Rag.- Maria hanno rubato tuo figlio, il sepolcro e` vuoto.-

Mar.- ( ispirata) Il cerchio si e` chiuso. Vieni figlia mia, in questo posto non abbiamo piu`  nulla da fare.-

Rag.- Ma.. ma allora tu sapevi?-

Mar.- Forse sapevo  e non capivo; forse capivo e non avevo  certezza. Ma adesso so`, e aspetto fiduciosa la sua venuta.-

Rag.- Verra` di nuovo in mezzo a noi?-

Mar.- Verra`, lo ha promesso. Lo aspetteremo. Nel frattempo dobbiamo portare la sua buona novella fino ai confini  del mondo; fin dove c'e` un fratello che soffre. Va Maddalena, corri da Pietro e annunzia quello che e` successo qui, oggi, nell'orto di Giuseppe D'Arimatea.-

Musica del finto finale, con Maria che sale sulla pedana e con una figura d'uomo che si vede in trasparenza, al centro della scena, che alza, lentamente le braccia al cielo. fine musica, luci sul leggio. Entra il regista.

Reg.- La nostra recita  finisce qui, ma la storia continua; e continuera` finche` un giorno, improvvisamente, ad  essa non sara` posta fine. (b,p.) Grazie signori e buonanotte. ( b.p. poi rivolto al datore delle luci) Spegnete pure e andatevene. Laciatemi acceso solo il leggio. Sistemo le mie cose. Chiudero` io.-

Il datore esegue. Maria resta sempre immobile. Poi scende e si dirige verso il centro della scena.

Reg.- Brava, sei andata bene anche questa sera. ( b.p.) Tu  non vai via?-

Mar.- Ti aspetto, ce ne andremo insieme, se per te va bene. Non ho voglia di ritirarmi...-

Reg.- Allora resta. Ce ne andremo, non appena avro` sistemato questo benedetto copione..( sfaccenda sul leggio con  carta e matita.) Anche oggi pienone, hai visto?-

Mar.- Gia`...Fai un'altra modifica?-

Reg.- Piccola piccola.-

Mar.- Ma che dira` l'autore?-

Reg.- Niente. Mica gli sto stravolgendo l'opera. La rendo  piu` scorrevole.

Mar.- Sara` ...(distratta)

Entrano lentamente le tre madri.

Reg.- Rieccole..- (infastidito)

Mar.- Le madri?-

Reg.- Gia`. (poi rivolto ad esse) Signore, il recital e` terminato. Stiamo chiudendo...-

1 ma- Un momento solo, per favore. Abbiamo bisogno di parlare un minutino con..Maria.-

2 ma- Siate cortese..-

Reg.- ( a Maria) Maria? Mah, vedi cosa vogliono...-

Mar.- A me? ( poi rivolto alle madri ) Dite pure, vi ascolto.-

1 ma- Tu non ci hai consolato. Siamo venute da te per cercare aiuto e conforto, e siamo rimaste piu` depresse e  addolorate di prima.-

Mar.- Scusatemi, ma io non vi capisco. Io vi avrei dovuto  consolare?-

3 ma- Anche lui ci ha detto: Maria vi consolera`!-

2 ma- Sei Maria di Nazareth o no?-

1 ma- E ci dovevi consolare.-

3 ma- Ci dovevi asciugare le lacrime...-

Mar.- Io dovevo fare queste cose? Io Maria di Nazareth? (b.p.le madri annuiscono ) Ah, capisco. Il mio ruolo, il personaggio...-

Reg.- ( interessato) La tua rappresentazione...-

1 ma- Lei! ( inizio piccolo movimento di luci, come se il tecnico seguisse i discorsi, divertendosi)

Mar.- Certo, lei. ( accennando alla pedana) Pero`, carine,  non sarebbe meglio chiedere il conforto per le vostre pene, dentro una bella chiesa, davanti ad una splendida statua della Vergine, col suono dell'organo, alla luce  di candele, anzicche` ad un personaggio teatrale?...-

2 ma- Maria, non puoi scacciarci. ( b.p.) Sappiamo che hai  aiutato, consolato e confortato tante altre madri,  perche` non l'hai voluto fare con noi? Perche` ci mandi via? Forse non abbiamo saputo rappresentarti bene le  nostre sofferenze? Forse non siamo state credibili?  Chiedi, allora. Chiedici tutto quello che vuoi, per  capirci meglio, se e` il caso...-

Mar.- Io? e quando lo avrei fatto?-

1 ma- L'hai fatto. Lo sappiamo. Ci e` stato detto da altre madri: E` brava. Dice parole convincenti che aiutano a sopportare il dolore. Andateci, vi aiutera`. Ed eccoci qua. Ma non ci hai aiutato, ne` vuoi ascoltarci.-

Reg.- Un momento, un momento lasciatemi capire. (b.p.) Stiamo parlando sul serio, o stiamo facendo accademia? Se facciamo sul serio, dovremmo continuare la discussione in un altro luogo: per esempio: in un   manicomio.  Se, invece, stiamo facendo un bel dibattito di fine spettacolo, allora vi diro` che dovreste essere voi a  consolare lei, per quanto le e` accaduto.(b.p.a Maria) Per favore, declama il pezzo che abbiamo tagliato,  vuoi? Cosi` si renderanno conto meglio.-

Mar.- ( prima meravigliata, poi concentrandosi, recita) Si, certo. Mio figlio e` stato ingiustamente condannato, e` stato  sputato, frustato e insultato prima di essere  inchiodato su quell'infame legno.

E li`, dopo un'atroce agonia,

dopo che i chiodi gli hanno lacerato le carni;

dopo che il soldato gli ha squarciato il petto;

dopo che il tetano, fibra dopo  fibra, l'ha logorato;

dopo la macabra ironia dei  soldati e dei sacerdoti;

dopo che il popolo, prima osannante, l'ha deriso,

da miserabile, e senza nessun  conforto, e` spirato.

Ditemi, se sapete, esiste al mondo una morte cosi` feroce, cosi` meschina, piu` ingiusta?

Ecco, le mie ultime forze, insieme alle residue lacrime, sono state lasciate la`, sul Golgota; quasi in pegno della mia prossima morte. Adesso vivo in un corpo avvizzito, ho l'anima inaridita  e lo spirito e` talmente contrito, da anelare gia` la  sua liberazione da questa misera e stanca carne. Vai avanti Maddalena, io ti seguiro` a lenti passi, che sanno di stanchezza e di precoce vecchiaia.-  ( Maria, si immedisima a tal punto che dopo aver  declamato il pezzo, non resiste e, tra le lacrime  represse, si va a sedere in fondo, sulla pedana, e si  accoccola, quasi rannicchiata su se stessa).

 Reg.- Ecco, vedete? che ne dite? -

1 ma- Io dico che non stiamo facendo filosofia, noi.(b.p.) non ne abbiamo ne` la voglia, ne` la preparazione...-

2 ma- Certo, suo figlio ha sofferto..- ( indica Maria)

3 ma- Ma era figlio di Dio..-

1 ma- Era suo dovere morire..-

2 ma- Era scritto..-

3 ma- E` resuscitato.-

Reg.- E allora? Cosa c'entra tutto questo con la sua sofferenza di madre? Perche` ella era madre!

          E come madre, una mortale madre, ha pianto lacrime..-

1 ma- ( interrompendolo) Ha parlato, forse di speranza?-

2 ma- Ha parlato di pace?-

3 ma- Di liberta`?-

Reg.- Gia`, ma lei non poteva parlare di cio` che il testo,  almeno esplicitamente, non prevedeva.  L'autore l'ha scritto cosi`, dunque?  Ma io si, io ne ho parlato. (b.p.) Anche se, naturalmente, appena accennato,  sfumato, per non essere pesanti, per non urtare qualche  spettatore permaloso.(b.p.) Ma di giustizia si, ne abbiamo parlato e con chiarezza. Eccome! E a questo mondo, quando c'e` giustizia, tutto il resto  poi viene da se...-

1 ma- Con la giustizia mio figlio non si sarebbe drogato?-

2 ma- Il mio non sarebbe morto?-

3 ma- Mio figlio non verrebbe impiccato?-

Reg.- No, non capite, che c'entra questo? Chi potrebbe affermarlo? Pero`,datemene atto, se ci fosse vera  giustizia; giustizia imparziale veramente uguale per tutti; giustizia efficiente, capillare, giustizia  giusta, forse suo figlio non avrebbe avuto motivo per drogarsi; il suo non si sarebbe ammazzato; e il suo, forse, non avrebbe subito la condanna che le e` stata  inflitta. Ecco, il punto, secondo me.(b.p.)  Ma ragioniamo, perbacco: E` la giustizia, o meglio, la  mancanza di giustizia che riscalda gli animi, infuoca le passioni, manda il sangue al cervello annebbiandolo, e scatena la violenza. E con la violenza arrivano anche tutti gli altri mali della nostra societa`.  E` mancanza di giustizia la nostra malattia!

1 ma- ( con le luci che vanno ondeggiando) Care amiche,  nonostante i nostri anni, non abbiamo capito nulla  delle cose di questo mondo. Di questo mondo che ci ha beffeggiato, schiaffeggiato, e ci ha dilaniato le carni: Lo dice questo signore... E ancora, secondo lui, la nostra malattia e` l'ingiustizia. E va bene. Certo la giustizia l'abbiamo chiesta, e pure  ad alta voce.(b.p.) Ma egli, da regista, non e` riuscito a capire... quel  poco in piu`, quel pochino ...che bastava per andare oltre.  Non ha intuito il vero senso della nostra  comparsa.  Non ha compreso, purtroppo, che il nostro era un bisogno che andava piu` in la` di quel probabile  appagamento umano.  (b.p.)  No, non ha capito che siamo venute alla ricerca  disperata di comprensione e conforto umano, si; ma per andare oltre, verso il pentimento e il perdono...e  ancora oltre, e oltre ancora. (b.p.) Forse questo nel testo non era contemplato, amiche mie.  (con ironia). Andiamo via, compagne di dolore, forse in altri luoghi troveremo orecchie e cuori piu` attenti.-

Mar.- No, aspettate, non andate via. (pausa) Forse nel testo c'era qualcosa di simile...(al regista) Ti ricordi? C'era quella battuta che tu hai tagliato, quella che diceva cosi`: Andate a chiamare quelle donne,  voglio ascoltarle, voglio condividere le loro pene,  voglio consolarle. Debbono sentirsi capite, e amate. Devono sapere che non  sono abbandonate e che io, madre addolorata, sono con loro.. (pausa) Ed io sono veramente con voi. Sono al vostro fianco. Vi capisco e faccio mio il vostro dolore.(b.p.) Vedete? e` lo scialle nero della madre del soldato, morto suicida. Ecco, lo indosso e con esso ho caricato sulle mie spalle anche la sua pena. La tua,  e anche la tua. (indica le altre) E tutto il dolore  delle altre madri afflitte come voi. Perdonatemi, se potete. Perdonatemi se vi ho offese. Perdonatemi, dolenti madri di tutto il mondo.-

Le madri, intanto che Maria parla, si avvicineranno alla pedana; e poi, prima l'una, poi l'altra e l'altra ancora, si accosteranno a Maria, e saranno loro a consolare l'attrice mortificata, abbracciandosi ad essa.

Reg.- Questo e` troppo!  ( a bassa voce, poi gridando) Ehi, lassu`, spegneteci le luci!- ( alza il braccio a pugno chiuso. L'addetto esegue. Musica finale)

Fine