Matrimonio che passione

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ATTOI

MATRIMONIO CHE PASSIONE

di Maria Raffaella Lanzara Cuomo

Personaggi in ordine di entrata:

Monica(moglie di Alberto)

Carmencita(la cameriera)

Manuela(figlia di Monica e Alberto)

Antonella(figlia di Monica e Alberto)

Fernanda(amica di Monica)

Alberto-Sciusciù(marito di Monica)

Giacomo(amico di Monica e Alberto)

Andrea(amico di Monica e Alberto)

Mirella(amica di Monica e Alberto)

Lucio (marito di Antonella)

Carlo (fidanzato di Manuela)

Rosetta (l’infermiera)

Detective(il … detective!)

Spirù (l’aiutante del detective)


ATTO I

Scena I

Entra Monica in vestaglia con i bigodini e pantofole con un mazzo di rose in mano ed un portafiori. Mentre sistema i fiori nel vaso canta

MONICA - Ma l'amore no, l'amore mio non può, dissolversi con l'oro dei capelli... Carmencita, Carmencita!

Entra Carmencita, in silenzio va dietro a Monica che si gira e grida spaventata.

MONICA  Ahhh!

CARMENCITA - (È un po' tonta e piena di tic) Mi ha chiamata?

MONICA - Ma se siamo sole in casa, chi volevi che chiamassi? Dobbiamo organizzare il pranzo per il nostro 25° anniversario di matrimonio.

CARMENCITA - Ma con tutte le diete che fanno quelle acciughine delle sue figliole, mi dice cosa debbo cucinare?

MONICA - Diete, diete. Oggi è festa e si mangia, si ride, si fa…

CARMENCITA - All'amore! Pensi a quello, cara signora, dato che è il suo 25° anniversario di matrimonio! (Cantilenando) Si festeggia a letto! Senta me, che me ne intendo. (Con aria di sufficienza, sventolando il grembiule).

MONICA - Ma se non hai uno straccio di marito!

CARMENCITA - Ma ho quello delle altre!

MONICA – Carmencita! Ti sta dando di volta il cervello?

CARMENCITA - Ma cosa ha capito, signora. Le ripeto solo quello che sento dire dalle mie amiche.

MONICA – Va bene, va bene, ho capito! Ma ora datti da fare che l'ora del pranzo arriva presto.

CARMENCITA – Vado, signora, vado!

MONICA - Ah, Carmencita, la nota della spesa è sul frigo.

CARMENCITA – Signora, l’avete scritta chiara?

MONICA - In stampatello, Carmencita, in stampatello!

Carmencita esce.

MONICA -Queste ragazze, tutte allupate! Sesso, solo sesso, hanno proprio un chiodo fisso in testa. Meno male che Antonella si è sposata e Manuela è sulla buona strada. (Riprende a cantare). Ma l'amore no, l'amore mio non può dissolversi con l'oro dei capelli... Sembra ieri che ho sposato il mio Sciusciù. Come passa in fretta il tempo e non lo puoi fermare. (Si guarda allo specchio) Monica stai invecchiando anche tu! Ma cosa vai dicendo, purché il cuore resti giovane, come dice il mio Sciusciù, la sua Pissi Pissi non invecchia mai. (Riprende a cantare). Ma l'amore no, l'amore mio non può dissolversi con l'oro dei capelli...

Scena II

Entra Manuela tutta incerottata e frigna. Monica quando la vede sobbalza dallo spavento.

MONICA - Ma si può sapere cosa ti è successo?

MANUELA - Voglio morire, voglio morire. Resterò sfregiata per tutta la vita. Mamma aiutami sono disperata.

MONICA - Ma cosa è successo? E poi proprio oggi?

MANUELA – Perché, bisogna che ci sia una data precisa per morire? Ma sei proprio insensibile!

MONICA - Ma che morire e morire! Smettila di dire queste fesserie e vediamo cosa possiamo fare.. Allora di che si tratta?

MANUELA - Lo vedi come sono conciata? E poi dici che non devo morire. (E ripiange).

MONICA - Ma se ieri stavi benissimo!

MANUELA - Sono andata dall'estetista!

MONICA - Dall' estetista?...A fare che?

MANUELA - il viso, le unghie, i piedi...

MONICA - I calli! Ed io che pensavo fossi andata dal parrucchiere per questa sera.

MANUELA - (allarmata) Questa sera! Cosa c'è questa sera. Non voglio vedere nessuno e tanto meno Carlo!

MONICA - Carlo? Cosa ha fatto Carlo?

MANUELA – È un bruto! Un insensibile, meriterebbe...

MONICA – Di morire anche lui!

MANUELA – Vedi? Ogni tanto mi capisci.

MONICA - Sai che facciamo?...Invece dl festeggiare mamma e papà, organizziamo un bel funerale per tutti e due. Che dici, lo facciamo stasera o domani?

MANUELA – Oh, mammina, è vero, mi era proprio passato di mente! Tanti auguri! (L'abbraccia). Eh, fortunata te che hai incontrato Papi!

MONICA – E tu che hai incontrato Carlo che è un bravissimo ragazzo!

MANUELA - (Si divincola bruscamente). Mammina, ma sei impazzita? Sei talmente presa dalla tua felicità che non ti accorgi delle lordure che ti circondano.

MONICA – Le lo…che?

MANUELA - Lordure, mamma, schifezze. Hai capito?

MONICA - Sì, sì, ma ora spiegati. Cosa c’entra Carlo?

MANUELA - L'unica spiegazione è che con Carlo ho chiuso. Quel verme ha finito di tormentarmi.

MONICA - Ma se ieri mattina mi hai detto che Carlo è e sarebbe sempre stato l'unico uomo della tua vita.

MANUELA - Si vede che avevo il cervello ottenebrato. Oh, come sono sfortunata! Perché, perché proprio a me! (Ricomincia a frignare) Ohi, ohi! Non posso neanche piangere che mi tira la pelle. Voglio morire, voglio morire!

MONICA - (Rivolta al pubblico) Come le darei volentieri due paia di schiaffi. (Fa un grosso respiro). Senti Manuela, ora smettila di frignare e togliti tutti questi ridicoli cerotti. (Manuela sta per dire qualcosa e Monica la blocca). Fatti una bella doccia, possibilmente fredda, così ti chiarirai le idee!

MANUELA - Sei una bruta anche tu! (Dopo aver fatto dei "versi" e mosse isteriche esce).

MONICA - C'è stata anche la crisi isterica. Ora siamo a posto. Questa mattina sono inossidabile. Può cascare il mondo, esisto solo io ed il mio Sciusciù. (Riprende a cantare). Ma l'amore no, l'amore mio non…

Scena III

Suona il campanello.

MONICA - Carmencita, (a voce più alta) Carmencita!

CARMENCITA - Ma se lei mi chiama sempre, come faccio a cucinare. (Si asciuga le mani con il grembiule ed è tutta impataccata).

MONICA - E già! Lo chef parigino si deconcentra (e la indica con sufficienza).Va ad aprire che sarà il fioraio.

Si sente di nuovo il campanello.

CARMENCITA – Questa mattina si sono dati tutti appuntamento qui!

Entra Antonella come una furia, camminando per tutta la stanza,come forsennata. Monica la guarda sbigottita.

ANTONELLA - Basta, basta, basta, è l’ora di farla finita!

MONICA - Non mi dire che vuoi morire anche tu!

ANTONELLA – Non ci penso nemmeno! Così gli darei anche questa soddisfazione. Prima gli cavo gli occhi!

MONICA – Ma di chi stai parlando?

ANTONELLA - Come se non lo sapessi!

MONICA – Io so solo che questa mattina avete proprio deciso di rovinarmi la giornata!

ANTONELLA - Ma sei proprio insensibile. lo sono sull'orlo di una crisi nervosa e familiare e tu, mia madre (sottolineato), dici che ti rovino la giornata. Ma, secondo te, da chi dovrei andare a sfogarmi, dal parrucchiere per farmi ridere addosso da tutti? (Con aria di sfida, mani sui fianchi).

MONICA - Senti Antonella, la mia pazienza ha un limite! Ieri sera eri qui e tutto andava bene. Felice, tutto zucchero e miele con tuo marito. Oggi invece sembra che ti abbia morso la tarantola. Ma si può sapere cosa ti è successo?

ANTONELLA – Oh, mammina, ho saputo...

MONICA - Hai saputo?

ANTONELLA – che Lucio...

MONICA - Che Lucio?

ANTONELLA – Mi tradisce!

MONICA - Così, all'improvviso! Hai avuto un telegramma?

ANTONELLA - Ma mamma, come fai a scherzare in un momento simile. Basta, me ne vado. Tolgo il disturbo.

MONICA - Antonella vieni qua e piuttosto cerchiamo di vedere cosa c’è di vero e non di vero in questo pettegolezzo. Da chi hai saputo che tuo marito ti tradisce? (Piuttosto infastidita).

ANTONELLA - Dal parrucchiere!

MONICA - Dal parrucchiere? Eh già, "Novella 2000" parlante.

ANTONELLA - Mamma, a volte sai essere insopportabile!

MONICA - (Si siede sul divano e tira un sospiro) Su, vieni qui, vicino a me e raccontami tutto.

ANTONELLA - Questa mattina sono andata da un altro parrucchiere, perché Emilio non aveva posto e per questa sera...(fa una pausa) Oh!, mammina, tanti auguri, oggi è il tuo anniversario e non ti ho fatto neanche gli auguri.

MONICA - Lascia stare, me li farai dopo.

ANTONELLA - Un bacio, Mami. (E le da un bacio) Fortunata te, che hai incontrato Papi!

MONICA - Me lo ha già detto Manuela. Vai avanti.

ANTONELLA -Ebbene da Lisistrato...(la madre la guarda esterrefatta) sì, si chiama così, non mi conosce nessuno e non vanno per appuntamento. Sono entrata e dato che c'era molta gente, mi sono messa a sfogliare una rivista. Vicino a me c'era una signora molto elegante che parlava con una sua amica. Indovina un po’ di chi? Dell'ingegnere Lucio Fiordipane, mio marito.

MONICA - Dicevano male?

ANTONELLA - No, no! Che era un ottimo ingegnere, che aveva una solida impresa, che era serio, non venale.

MONICA - Allora, cosa vuoi di più?

ANTONELLA -Aspetta a tirare le conclusioni. Perché poi si sono messi a parlare della sua segretaria, Gloria Colillo.

MONICA - Ah!

ANTONELLA - Lo vedi che dici ah!

MONICA - Vai avanti.

ANTONELLA - Dicevano che Gloria era una bella ragazza, sempre elegante e con sguardo adorante verso mio marito! Capisci?

MONICA - Se ogni sguardo adorante avesse il potere di diventare corno, qui ci sarebbe una selva tale che sarebbe impossibile fare qualsiasi passo! Va avanti.

ANTONELLA - Poi hanno cominciato a bisbigliare ed ho sentito: quella stupida della moglie, che sarei sicuramente io!

MONICA - Ma prima cosa hanno detto?

ANTONELLA - È questo il punto! Non sono riuscita a sentirlo.

MONICA - Tutto qui?

ANTONELLA - E ti pare poco? lo sarei la stupida moglie cornuta che è sempre l'ultima a sapere le cose. Mi sono alzata e sono venuta via. Ora vado allo studio e li concio per le feste tutti e due!

MONICA - E faresti la cosa più stupida, vecchia e superata!

ANTONELLA – Infatti sta parlando la modernissima mamma sprint, pluricornuta! Ma se Papi non vede che attraverso i tuoi occhi e non ti ha mai fatto un torto neanche con il pensiero. Cosa ne puoi sapere tu di queste cose!

MONICA - Abbastanza per dirti che dobbiamo ragionare con calma (Antonella fa un gesto di stizza) ed accertarci che gli occhi adoranti non abbiano colpito nel segno. Altrimenti potresti evidenziare quello di cui tuo marito non si è ancora accorto e poi, Lucio non è sempre affettuoso con te? Pieno di premure, ti telefona spesso? Hai detto che ti soffoca!

ANTONELLA - Potrebbero essere i sensi di colpa!

MONICA - Beh!, non ho mai sentito di un uomo che ha in testa un'altra donna e fa le coccole alla moglie!

ANTONELLA - Allora cosa proponi?

MONICA – Propongo di andare dal parrucchiere, di passare in ufficio a prendere tuo marito per venire a pranzo da noi ed intanto osservi la Culillo.

ANTONELLA - Colillo, mamma, Colillo!

MONICA – Culillo, Colillo... Su, ora vai e poi ci aggiorniamo.

ANTONELLA – Mami, cosa farei senza di te!

MONICA - Una strage!

Antonella le dà un bacio ed esce.


Scena IV

MONICA - (Riprende a cantare) Ma l'amore no, l'amor… mi hanno tolto la fantasia di cantare: mi è venuta un'angoscia! Non c'è due senza tre! Ma cosa vado a pensare.

Suonano alla porta

MONICA - (Va ad aprire dicendo) Sarà Antonella che ha dimenticato qualcosa.

Entra, seguita da Fernanda con gli occhiali, curiosa, con dei tic, una borsettina fuori moda che mette sempre in mostra e non la lascia mai.

MONICA - Fernanda, qual buon vento! E… come mai sei qui?

FERNANDA – Mah, passavo. Era qualche anno che non ti vedevo ed ho desiderato farti una improvvisata.

MONICA -  Ma che cara! (In tono sarcastico poi rivolta al pubblico). Chissà quale cattiveria è venuta a dire!

FERNANDA - Le tue figlie stanno bene? Nipotini, genero?

MONICA - Hai saputo qualcosa della Culillo?

FERNANDA - La Culillo? Chi è la Culìllo? Dimmi tutto, lo sai che le novità mi eccitano!

MONICA - (Al pubblico) Infatti ha solo quelle! (Rivolta a Fernanda) E l'amica di Nella. Te la ricordi quella biondina della terza fila che sì è separata dal marito che…

FERNANDA - Che? (Allunga il collo in maniera buffa e stropiccia la borsa!)

MONICA - Che se l'è filata con la segretaria.

FERNANDA - No, questa mi sfugge. Ultimamente ne ho sapute tante: di Rosamaria, Franca, Marilena, ma di questa…

MONICA - Culillo!

FERNANDA - No, di questa Culillo, non ho mai sentito parlare!

MONICA - Come gazzettino cominci a perdere colpi. Ma... dimmi un po' il motivo della tua gradita visita?

FERNANDA - (Si guarda intorno ed annusa i fiori) Come mai tutti questi fiori, hai avuto un lutto recente?

MONICA - (Fa le corna) Sei sempre molto carina. (In tono sarcastico) No, ho voluto un poco rinfrescare la casa!

FERNANDA - E già! Hai ragione, povera stella, perché se aspetti che te li mandi tuo marito dovresti attendere solo il decesso! (Si alza guardandosi attorno aggiustandosi i capelli con una serie di tic) Ti ricordi di Carol, la nostra compagna di scuola?

MONICA - È morta?

FERNANDA - No, no! È viva e vegeta e l'altra sera era a cena con Brigitte in un ristorante a Fregene.

MONICA - Che cosa carina! (Ironica).

FERNANDA - Non smalignare! (Sottolineando) Erano con i loro mariti!

MONICA - Ah! lo malignerei!

FERNANDA - Veniamo al dunque.

MONICA - (Assentisce con la testa con aria seccata e di sopportazione).

FERNANDA - Sai c'era tanta gente in quel locale. La cucina è ottima, il pesce fresco e cucinato divinamente e ci vanno tante coppiette clandestine di Ostia nei giorni feriali.

MONICA - E scommetto che Carol e Brigitte ci sono andate proprio in questi giorni!

FERNANDA - Sei perspicace come sempre... Ed indovina chi hanno visto al ristorante?

MONICA - Dimmelo tu, così sei più contenta. (Si alza facendo gesti di impazienza).

FERNANDA - Ma sei proprio sicura di volerlo sapere? Meglio che ti siedi qui, vicino a me, così la mia spalla è pronta!

Monica che è girata di spalle, si ferma di colpo e si porta una mano allo stomaco in segno di panico, poi si gira di colpo, piantandosi davanti a lei con le braccia incrociate.

MONICA - Avanti parla e smettila di cincischiare che ho fretta.

FERNANDA - Ebbene hanno visto tuo marito...

MONICA - E con ciò? (Passeggia, voltandosi di spalle).

FERNANDA - Non era solo! Ma... te lo devo proprio dire? (E senza aspettare risposta) Era con una esile brunetta, giovane e carina. Brigitte asseriva che lui la guardava fitto fitto negli occhi. Lui era molto tenero, ed aveva uno sguardo romantico ed adorante… Lo ha detto Brigitte. (con molta cattiveria)

Monica si appoggia al tavolo sentendosi svenire e si tocca la fronte, poi fa un grosso respiro e si gira, cercando di mantenere il più possibile la calma.

MONICA – Ora che ti sei tolta questo rospo dal cuore, ti sentirai meglio. Come vedi sono ancora in "desabillé" e devo fare delle commissioni urgenti, per cui ti saluto e ti ringrazio della visita!

FERNANDA - Ma, ma... come, una notizia del genere e a te non importa nulla?

MONICA - Non te l'avevo detto che siamo una coppia aperta?

Fernanda strabuzza gli occhi.

MONICA - Mia cara aggiornati, queste cose non fanno più neanche notizia. (Intanto la costringe ad andare verso l'uscita). Ciao, ciao.

Fernanda esce e Monica si guarda intorno smarrita.

MONICA - Oh Signore! Fa che non sia vero! (Si siede affranta) Che quella vipera mi abbia detto solo una cattiveria? Oh! Gesù, Gesù ed ora cosa faccio?! Mi sento morire. Eppure mi rifiuto di credere che il mio Sciusciù possa aver fatto una cosa simile. (Si alza determinata) Il mio Sciusciù è speciale! Sarebbe un mostro, un ipocrita di cui non ce n'è uguale, se mi avesse tradita! Venticinque anni di amore, di tenerezze, dolcezze e sì, qualche litigata, ma ci vogliono anche quelle e quella disgraziata!... È riuscita ad insinuare il tarlo del dubbio nel mio cuore. Devo riflettere. (Va avanti ed indietro). Devo rendermi conto se quello che ha detto sia vero o non sia vero. Ma che sto dicendo. Non debbo prendere neanche in considerazione le sue cattiverie. (Respira a fondo). Ora Monica calmati. (Fa un altro respiro profondo). E poi proprio oggi, che sto pure preparandogli una festa a sorpresa con i suoi amici! Mi sento soffocare, devo uscire! Non riesco neanche più a pensare! (Esce).

Scena V

Entra Sciusciù, cantando “Reginella” con un pacchettino in mano con sopra un fiore.

SCIUSCIU’ - Pissi, Pissi, ...Pissi, Pissi, Pissi!!!! È arrivato il tuo Sciusciù!

Entra Manuela.

MANUELA - Ciao Papi. (Gli dà un bacio)..E’ inutile che cerchi mamma. E’ uscita proprio ora con gli occhialoni della tempesta ed un rotolo di scottex nella borsa. Chissà cosa sta combinando! Ne vedremo delle belle stasera. È tutto pronto Papi?

SCIUSCIÙ - Prontissimo. Hai detto a Carlo di portare la cinepresa? Bisogna immortalare Mami. Sei sicura che non si sia accorta di nulla?

MANUELA – Sicurissima, Papi, ed il regalo?

SCIUSCIÙ - Sorpresa! Con la caccia al tesoro! A proposito, Carlo e Lucio dovevano venire allo studio per aiutarmi. Mica se lo sono dimenticato?

MANUELA - Che dici, papà! Però... sono in crisi con Carlo.

SCIUSCIÙ - (Si siede sul divano) Vieni qua, piccola, raccontami tutto.

Manuela si siede accanto al padre.

MANUELA – Ho provato a parlarne con la mamma, ma era così presa dalla sua felicità che ha minimizzato tutto.

SCIUSCIÙ - Ma sei proprio sicura che qualcosa non va? Tra sei mesi ho la gioia ed… il dolore di vederti sposata e vorrei che tutto andasse bene tra voi.

MANUELA - Il dolore?

SCIUSCIÙ - Tesoro mio, ogni figlia che sposa è un pezzo di cuore che se ne va’. (Manuela fa un gesto di sorpresa). Mi spiego meglio: c'è la felicità, la gioia di vedervi e sapervi finalmente realizzate e serene, ma dentro avverti un vuoto incolmabile che ti attanaglia l'anima. Poi si vince, si supera, ma ci mancate tanto.

MANUELA - Ma se Antonella è sempre qui!

SCIUSCIÙ – Ma non è la stessa cosa di prima. Lo vivi e lo avverti anche tu! Lo capirai fino in fondo, quando sarai mamma! Ma ora torniamo a noi. Cosa c'è tra te e Carlo che ti ha creato problemi?

MANUELA - Oh! Babbino (l'abbraccia) Io lo amo tanto! Ma, a volte, mi sembra che mi trascuri. Non avrà mica un'altra donna?

SCIUSCIÙ – Se così fosse, ...Kaputt! E non se ne parla più!

MANUELA – E ne morirei, Papi.

SCIUSCIÙ - Ma sei sicura che ti trascuri? Come mai hai avuto questa impressione? Ieri sera era così tenero con te!

MANUELA - Sì, ma quando è andato a casa, non mi ha telefonato come sempre ed aveva il telefonino spento e questa mattina non sono riuscita ancora a parlarci.

SCIUSCIÙ - Ecco, voi donne, pensate subito al tradimento. Secondo me, Carlo non ti ama, ti a-do-ra! E poi, può darsi che abbia avuto qualche imprevisto di cui non ha potuto ancora parlarti.

MANUELA - Sei sicuro, Papi?

SCIUSCIÙ - Si-cu-ris-si-mo!

MANUELA - Oh! Papi, come farei se non avessi te!

SCIUSCIÙ - E poi piccola ricordati che nella vita a due, oltre l'amore, ci vuole tanta comprensione, tanto rispetto e soprattutto tanta pazienza. Non sempre siamo in vena di ridere e di divertirci. Spesso i problemi e le preoccupazioni quotidiane possono minare l'equilibrio della coppia. Mami è stata una moglie adorabile, anche se non sono mancate le incomprensioni e le solenni litigate.

MANUELA - Voi siete l'eccezione che conferma la regola.

SCIUSCIÙ - Ricordati che se non sei sicura che Carlo sia l'uomo adatto per te, anche il giorno del matrimonio devi avere il coraggio di tagliare. Meglio prima che dopo! Il matrimonio non è un vestito che si cambia a moda e quando sono in gioco i sentimenti, si soffre sempre tanto.

MANUELA - È vero, papà! Sta tranquillo che ci penserò bene!

SCIUSCIÙ - Brava la mia piccina! Ora va’ e dì a Carmencita di portarmi la posta, così dopo vado a completare le sorprese per la mia Pissi.

MANUELA - Sei grande papà! (Gli da un bacio ed esce).

Scena VI

Entra Carmencita.

CARMENCITA - Buongiorno dottore, auguri e felicità.

SCIUSCIÙ - La signora è andata dal parrucchiere?

CARMENCITA - La signora mi ha detto queste testuali parole: vado a farmi friggere! Non la ho mai vista così incacchiata!

SCIUSCIÙ – E’ successo qualcosa? No, aspetta. E’ venuto qualcuno?

CARMENCITA - Ma no, dottore! È venuta solo la signora Antonella e poi c'è stata un'altra bussata, ma ha aperto la signora. No, Señora, non è successo niente, non vi preoccupate... E poi, sempre a parla’ de ‘sta signora, ‘sta signora! Ma parliamo un po’ di noi, dottore! Io c’ho tutto un dolore che mi prende da qui (si indica la gamba) e poi mi sale, mi sale... e poi sento tutto un caldo in sua presenza, un caldo…

SCIUSCIÙ - Carmencita, una pomata! Una pomata e passa tutto!

CARMENCITA - Dottore, me la spalmate tutta voi?

SCIUSCIÙ - Carmencita!

CARMENCITA - E poi sento, dottore, il cuore che mi batte forte... Tum-Tutum-Tutututum! Dottore, è grave?

SCIUSCIU - No, Carmencita, non è grave. Dammi la posta, per favore.

CARMENCITA - Scusate, dottore, ma tutto questo rimescolamento... Ecco qui (consegna la posta, Sciuscià comincia a guardarla, ma Carmencita non se ne va). Tutto a posto, dottore?

SCIUSCIU -Tutto a posto, Carmencita, grazie.

CARMENCITA: - Dottore, se avete bisogno di Carmencita vostra, è qua! (muovendosi verso l’uscita)  Dottore, ho fatto quella cioccolata con il peperoncino rosso che resuscita anche i morti!

SCIUSCIÙ - Grazie, Carmencita.

Carmencita esce.

SCIUSCIÙ - Cosa sarà mai successo! (Intanto sfoglia la corrispondenza)  Oh! Finalmente è arrivata la risposta che aspettavo! E questa? (Guarda la lettera rigirandola). Non c’è mittente. Vediamo chi scrive e poi usciamo. (Comincia a leggere) Ah! Per la miseria! Chi è questo porco che si permette di mettere in dubbio la fedeltà della mia Pissi Pissi: meriterebbe l'ergastolo!

Suona il telefono, due, tre squilli.

SCIUSCIÙ -Pronto, pronto, pronto! I soliti imbecilli!

Si guarda intorno e guarda con attenzione i bouquet che ci sono.

SCIUSCIÙ - Cari Anna ed Antonio! (Guarda il biglietto e così per gli altri fiori). Roberto e Serena, questi i miei e questi… senza nome!? Vuoi vedere… Ma cosa vado a pensare. Io… dubitare della mia Pissi Pissi. Sono impazzito!

Di nuovo squilla il telefono.

SCIUSCIÙ - Pronto, pronto... Se richiama, lo strangolo!

Passeggia avanti ed indietro, nervoso con il foglio in mano che rilegge. Poi lo appallottola e lo butta via lontano.

SCIUSCIÙ - Mascalzoni, vigliacchi, insinuare il dubbio, il veleno nel cuore della gente. L'ergastolo ci vuole per queste persone! Fanno più danni della grandine. Ma come avrà fatto a procurarsi il pezzo di carta con la scrittura di Monica!? (riprende la pallottolina per terra e la svolge, dentro c'è un piccolo fogliettino strappato a metà che lui legge ad alta voce). Sarò da... sta... te.

Suonano alla porta e Carmencita va ad aprire.

Scena VII

CARMENCITA - (Da fuori le quinte). Prego, prego, si accomodi dottore. Il signore è in casa.

Entra Giacomo e Sciusciù, quando lo vede, gli va incontro.

SCIUSCIÙ - Giacomo, come mai sei qui?

GIACOMO – Passavo… a salutare Monica. Non c'é?

SCIUSCIÙ - No! E’ uscita. Ma come mai hai avuto questa… bella pensata? Come sei gentile. (A presa in giro). Sono tuoi questi fiori? (ed indica il bouquet, senza nome).

GIACOMO – Non so, forse sì... ci ha pensato Giselle. Ma come hai fatto ad indovinare?

SCIUSCIÙ - Sono andato a caso!

GIACOMO - Mi sembra che siano pure i fiori preferiti da Monica, no?

SCIUSCIÙ - (Sardonico) Sai pure questo! Ma... dimmi un po', le fai spesso di queste improvvisate?

GIACOMO - Con il venticinquesimo, sei diventato pure geloso! (Ride) .

SCIUSCIÙ - Ma che dici! lo, su Monica, metterei tutte e due le mani sul fuoco!

GIACOMO - Non ti conviene, poi come visiteresti, con i piedi? (Ride di gusto).

Sciusciù è sul punto di dargli un cazzotto e Giacomo si scansa.

GIACOMO - Alberto, ma che ti è preso. Ci siamo sempre presi in giro. Non capisco la tua reazione! Forse sarà l'emozione! E poi ti sembra che mi sarei permesso di scherzare così, se ci fosse stato qualcosa di cui dubitare?

SCIUSCIÙ - Forse hai ragione tu. Sarà la tensione! Ho ancora da fare parecchie cose.

GIACOMO - Coraggio, vecchio mio, a più tardi. Dì a Monica che sono passato e falle i miei auguri. (Si avvia all'uscita seguito da Sciusciù).

SCIUSCIÙ - A più tardi, ciao ciao. (Torna indietro e si mette al centro del palcoscenico, rileggendo il biglietto ad alta voce, poi lo scuote). Ma che vorrà dire?

Suona il campanello.

Scena VIII

Carmencita va ad aprire e parla fuori dal palcoscenico.

CARMENCITA - Avvocato, buongiorno. Si accomodi.

SCIUSCIÙ - Andrea, qual buon vento?

ANDREA - Ciao ed auguri. (Si stringono la mano). Ma come mai non sei all'ospedale?

SCIUSCIÙ - Che domanda! Se sapevi che non ero in casa, perché sei venuto?

ANDREA - Passavo a... salutare Monica!

SCIUSCIÙ - (al pubblico) E due! Monica? E  fai spesso di queste improvvisate?

ANDREA - Non mi dire che sei geloso!

SCIUSCIÙ - Ti sembro il tipo?

ANDREA - Un uomo brillante ed arguto come te, non può essere geloso!

SCIUSCIÙ - Geloso no, ma... cornuto, sì! (Guarda di sottecchi il biglietto).

ANDREA - Sei sempre il solito buontempone! Insomma Monica è uscita, ero sicuro di trovarla in casa.

SCIUSCIÙ - Anche io e tutto mi sarei aspettato, tranne di vedere te.

ANDREA -  Bene, allora dì a Monica che sono passato. Ora vado, perché ho molto da fare. A stasera ed auguroni di cuore. (Esce).

SCIUSCIÙ - Che Giuda! Passavo a salutare Monica (e fa il verso). Ma io ti cambio i connotati. Vatti a fidare degli amici. Mi hanno rovinato la giornata. E questo biglietto! Più lo guardo e più mi ribolle il sangue. (Pausa) Ma cosa vado a pensare. Dubitare della mia Pissi Pissi è da folli. Eppure ho qualcosa qui (si tocca lo stomaco) che non va giù.

Suona il telefono e risponde Sciusciù

SCIUSCIÙ – Pronto?... Mirella, che piacere! Nanni? Sì, questa sera... Ah, stai venendo qui... ti aspetto che ho da parlarti.

Scena IX

Entra Manuela.

MANUELA - Papi, Lucio e Carlo ti aspettano. lo vado a vedere se in chiesa è tutto pronto. Ciao, ciao. (Gli dà un bacio ed esce. Da dietro le quinte) Oh, Mirella, che piacere, accomodati, ma mamma non c'è. Ciao a tutti.

SCIUSCIÙ – Mirella, finalmente sei arrivata! Sono disperato!

MIRELLA - Oggi ?

SCIUSCIÙ – Perché, ci vuole un giorno particolare per esser disperati?

MIRELLA - Albertone, oggi è giorno di festa grande per voi e tu usi questi paroloni.

SCIUSCIÙ - Monica...

MIRELLA - Non sta bene? È successo qualcosa di grave?

SCIUSCIÙ - Leggi qui. (Le mostra la lettera anonima).

MIRELLA - (Legge velocemente, mentre lui di controscena, passeggia e si torce le mani). Ma non crederai a queste assurdità. E il solito invidioso e geloso della vostra felicità!

SCIUSCIÙ - Leggi ancora qui. (Le porge il pezzettino di carta mezzo bruciacchiato).

MIRELLA - Mi rifiuto di vedere altro! (Siccome lui insiste, prende il pezzetto di carta) Ma cosa vuoi che possano significare queste parole senza senso. "Sarò da... sta... te." E tu dai pure credito a queste cavolate scritte su un "francobollo". Dico: ma le hai viste le dimensioni? (E glielo sventola sotto il naso).

SCIUSCIÙ - Ma è la scrittura di Monica ed è un'ora che mi scervello senza capirci nulla! Tu sei brava negli anagrammi…

MIRELLA - (Con tono fermo e deciso). Mi rifiuto di mettere in dubbio… (non continua perché Sciusciù la blocca con la mano)

SCIUSCIÙ – Te ne prego: mi scoppia il cervello!

MIRELLA - (Con riluttanza, guarda il bigliettino e legge). Sarò da te questa notte! (Subito si porta una mano alla bocca perché non avrebbe voluto dire quello che ha detto ).

Sciusciù si siede affranto con la testa tra le mani.

MIRELLA - Alberto non puoi dare credito a questo pezzo di carta che non sai perché è stato scritto, in che contesto e quale significato abbia.

SCIUSCIÙ - (Sempre avvilito con la testa bassa). E poi, oggi, ho scoperto che Giacomo ed Andrea vengono a casa quando non ci sono.

MIRELLA - Ma cosa vai a pensare! Anche io sono qua e Monica non c’è!

SCIUSCIÙ - Ma stiamo preparando la sorpresa!

MIRELLA - E non ti è passato per la testa che Monica stia intrugliando qualcosa con i vostri amici... per te?

SCIUSCIÙ – Oh, Mirella, forse hai ragione! Ma Monica è ed stata l'unica donna della mia vita. Credimi. Occasioni ne ho avute tante. Avrei potuto cornificarla se avessi voluto con tutte le più belle donne di Ostia, ma ho sempre pensato che il rispetto verso la propria moglie sia fondamentale.

MIRELLA – Sei più unico che raro.

SCIUSCIÙ – Mi prenderai per fesso. Eppure il sesso, come uomo e come medico, non lo ho mai sottovalutato. Semplicemente ho sempre pensato che va incanalato e rispettato nella giusta misura.

MIRELLA - È vero, Alberto, cosa c'è di più bello dell'amore vero.

SCIUSCIÙ – Nulla! Tutto il resto lascia un senso di vuoto e di insoddisfazione che non paga e, se poi guardi nel profondo del cuore, ti rendi conto che ti manca sempre qualcosa e ti metti alla ricerca di nuove sensazioni ed emozioni che non soddisfano mai...

MIRELLA - La penso come te, lo sai ed anche Monica è sulla stessa lunghezza d'onda.

SCIUSCIÙ - Oh! Monica, la mia adorata Pissi. Solo il dubbio mi fa impazzire. L'amo troppo per perderla.

MIRELLA - Ma che perderla e perderla! E attaccata a te come l'ostrica allo scoglio. Ora pensiamo a quel che dobbiamo fare.

SCIUSCIÙ - Doveva essere un giorno di gioia ed invece è un giorno di disperazione.

MIRELLA - Alberto ci penserai un'altra volta. Il tempo stringe e vediamo il da farsi.

SCIUSCIÙ - Mi è passato ogni entusiasmo.

MIRELLA - Se dici un'altra parola, ti abbandono al tuo destino. Su, andiamo. (Lo spinge riluttante verso l'uscita).

Scena X

Suona il telefono ed arriva Carmencita.

CARMENCITA - Pronto, pronto! No, i signori sono usciti... Qui è un casino!... Festa? ... Casino!

Entra Monica con un fucile in mano e gli occhialoni scuri.

CARMENCITA - È il regalo per il dottore!

MONICA - Zitta tu! E fila in cucina, se no, lo provo su di te. (Le punta il fucile).

CARMENCITA - Señora, ma che fa: sono innocente!

MONICA - Qui, nessuno è innocente e devono cadere molto teste.

CARMENCITA - Oh! Gesù, Gesù! (e facendosi il segno della Croce esce).

Monica va avanti ed indietro con il fucile spianato, come una forsennata. Poi prende una sciarpa e se l'annoda intorno alla testa alla Rambo. Si guarda allo specchio, facendo smorfie di grinta feroce.

MONICA - Rambo non sei nessuno. Mi fai un baffo!

Suona il campanello.

Scena XI

MONICA -  Carmencita, Carmencita! (Ha sempre la grinta feroce).

Arriva Carmencita di corsa e quando la vede sobbalza.

CARMENCITA – Uh! Mamma mia! La cosa è proprio seria.! È un ratto improvviso, come dice il dottore!

MONICA - Vado di là! Vieni a dirmi chi è… che non voglio vedere nessuno! (Esce).

CARMENCITA - Sia fatta la vostra volontà! (E scuotendo la testa va ad aprire la porta).

Carmencita va ad aprire e parla da dietro le quinte.

CARMENCITA - Si accomodi ingegnere.

Entra Lucio Fiordipane.

LUCIO - Il dottore è in casa? Avevo appuntamento con lui, ma non si è visto. È successo qualcosa?

CARMENCITA - Mi domandate se è successo qualcosa? Qui è la fine del mondo! Ed ora abbiamo anche Rambo tagliateste!

LUCIO - Rambo tagliateste! E un gioco del dottore per la signora?

CARMENCITA - No! E un gioco della signora! Ingegnere... occhialoni scuri!

LUCIO - Aria di tempesta! Ma non doveva essere un giorno di gioia ed allegria?

CARMENCITA - Ingegnere, dipende dai punti di vista. Ma voi cosa volete?

LUCIO - Se non c'è il dottore, saluto volentieri la mia cara suocera.

CARMENCITA - Siete proprio sicuro che volete salutarla? lo, al vostro posto,. tornerei alla maison!

LUCIO -  Ah! Ora parliamo anche francese!

CARMENCITA - E che volete fa', mi sono acculurata!

LUCIO – Acculturata, Carmencita, acculturata. Ora, però, vammela a chiamare che ho fretta.

Scena XII

Carmencita esce ed entra Monica, sempre con il fucile in mano. Lucio è girato di spalle.

MONICA - Ah! Sei qui, brutto figlio di...

Lucio si gira di scatto esterrefatto.

LUCIO - Signora? Sta scherzando?

MONICA – Ora lo vedi se scherzo o non scherzo! Ti riduco una poltiglia !

LUCIO - Ma cosa le ho mai fatto! Su, da brava, ritorni in sé.

MONICA -lo non tomo da nessuna parte, brutto infame traditore! lo vi cambio i connotati e comincio da te e poi faccio una stragel

Lucio cerca di difendersi, mettendo le mani avanti, mentre Monica lo incalza con il fucile spianato e la grinta feroce.

Lucio - Signora, signora, la scongiuro, pensi ai suoi nipoti.

MONICA - Meglio orfani che con un padre donnaiolo…

LUCIO - Ma il dottore dov'e? Signora la scongiuro si calmi! (Monica gli pianta il fucile nello stomaco). E va bene, me ne vado, è contenta? (e correndo esce).

MONICA - Gli uomini, tutti uguali! Mariti, generi, tutti! E io che pensavo che almeno il mio Sciusciù fosse diverso dagli altri…Meno male che il fucile è scarico, sennò avrei fatto una strage! E tutto per quel dubbio che ho in mente da questa mattina… Sto diventando pazza, parlo da sola, vado in giro con il fucile… Ho bisogno di parlare con qualcuno…Speriamo che don Alberto sia rientrato! (Esce di scena verso quello che rappresenta l'interno della casa).

Scena XIII

Arrivano trafelati Carlo, Lucio, Sciusciù.

SCIUSCIÙ - Lasciate fare a me, deve essere successo qualcosa di grave.

Lucio si ripara dietro Sciusciù.

LUCIO - Dottore, veramente preferirei andare. L'ho accompagnato solo perché me lo ha chiesto.

CARLO - Forse è bene che vada anche io, così la signora si sentirà più libera...

SCIUSCIÙ - Di spararmi!

CARLO - Ma no, che dice! Forse preparava qualche scherzo per questa sera; lo sa che è molto spiritosa e burlona! (con tono poco convinto).

LUCIO - In verità, io non la ho vista né spiritosa, né burlona, anzi molto pericolosa!

SCIUSCIÙ - Ora non esageriamo!

LUCIO - Perché non ha visto il fucile e la grinta feroce e... sì, anche la fascia intorno alla testa alla Rambo!

SCIUSCIÙ - Mi fate un quadro apocalittico della situazione. Non pensavo di avere una moglie così combattiva! Ma cosa sarà mai successo e poi così all'improvviso!

CARLO - Dottore, mi... posso permettere… sarà forse un raptus?

SCIUSCIÙ - Ma che ratto e topo! Non dire sciocchezze! Qualcosa hai fatto giovanotto per scatenare la sua ira! (Puntando il dito contro Lucio).

LUCIO - Dottore, le giuro, non ho fatto nulla, né alla signora, né a mia moglie che adoro. La mia coscienza è a posto!

SCIUSCIÙ - Sarà... ma qualcosa c'è che non va! La mia Pissi non ha mai fatto di queste cose, per cui se ha reagito così, un motivo c'è.

CARLO - Come ho già detto, secondo me, sta preparando una sceneggiata per questa sera, per far divertire tutti.

SCIUSCIÙ - Con il fucile? E poi perché ha minacciato te? (Ed indica Lucio). Cosa ti ha detto?

LUCIO - (Con veemenza) Brutto figlio di…

SCIUSCIÙ - Giovanotto (arrabbiato)! Moderiamo i termini.

LUCIO - Dottore, brutto figlio di... lo ha detto a me!

SCIUSCIÙ – Ah! Va bene e poi?

LUCIO - (Sempre veemente) Brutto sudicione infame traditore!

Sciusciù lo guarda.

LUCIO - Sempre a me, sempre a me!

SCIUSCIÙ - Bene! (Poi cambiando tono). Allora hai fatto le corna ad Antonella! Questa volta ti intruglio io! (Si alza per andargli contro e Carlo lo ferma).

LUCIO - Ma ce l'avete con me! lo adoro Antonella, certe cose non le penso nemmeno.

SCIUSCIÙ - Si fa più presto a farle! Guai a te, altro che fucile, prendo il bazooka! Proseguiamo: e poi cosa altro ha detto?

LUCIO - Che cominciava da me e poi faceva una strage.

SCIUSCIÙ - Ragazzi, la cosa è grave! Quindi ce l'aveva anche con te. (Indica Carlo con tono piuttosto preoccupato).

CARLO - Ma dottore... Ho anche il cellulare scarico e non ho potuto parlare con Manuela.

SCIUSCIÙ - Come prevedevo! Le donne hanno una fantasia fervida! E tu, (rivolto a Lucio) hai visto Antonella?

LUCIO - No, è andata in Chiesa per l'addobbo. C'erano i fiorai e si vedeva con Manuela per preparare tutto.

CARLO - Vuole che vada a cercarle di persona? Faccio un salto e torno. Può darsi che loro sappiano qualcosa.

SCIUSCIÙ - Meglio non turbarle.

CARLO - lo suggerirei di chiamare un medico!

SCIUSCIÙ - Grazie della fiducia!

CARLO - Ah! Mi scusi dottore. La situazione mi manda in tilt!

SCIUSCIÙ - Bravo, ora hai capito. È successo qualcosa che ha mandato in tilt la mia Monica. Ma cosa?

CARLO - (Sulle difensive) Non lo chieda a me!

SCIUSCIU - (Pensieroso, come parlando tra sé e sé) E se stesse scherzando veramente?

LUCIO - E la caccia al tesoro non la facciamo più?

SCIUSCIÙ - Ti sembra questo il momento? Siamo tutti preoccupati ed in crisi, figurati se ho la testa di pensare a queste cose.

LUCIO - Mi scusi dottore, ma ho bisogno di sdrammatizzare. Ho il sistema nervoso scosso.

SCIUSCIÙ - Tu? Ed io cosa dovrei dire?

Scena XIV

Entrano Antonella e Manuela e Lucio abbraccia la moglie.

MANUELA - Ciao Papi. E tu (rivolta a Carlo) cosa ci fai qui? (Con aria aggressiva).

CARLO - Tesoro, ho il cellulare che non funziona da ieri e non ho potuto chiamare.

Manuela va vicino al telefono.

MANUELA - Questo... senti... tu-tu... tu-tu... funziona. Potevi anche dire tanti auguri, buongiorno.

CARLO – Ma tesoro, ho telefonato, ma non riuscivo a mettermi in linea.

MANUELA - Che combinazione! (Sarcastica).

ANTONELLA - Come mai siete tutti qui? Potrebbe vedervi la mamma.

CARLO – E’ uscita.

ANTONELLA - Uscita? Ma se era tutta galvanizzata per preparare il pranzo per la festa. Cosa è successo?

LUCIO - Tesoro non agitarti.

Carlo e Manuela parlottano tra loro, poi si vede che si abbracciano.

SCIUSCIÙ - Sapete se Mami  ha ricevuto qualcuno questa mattina, che le abbia dato noia? Ne sapete qualcosa?

Antonella si siede vicino al tavolo.

ANTONELLA - (piuttosto titubante) lo no! Sono venuta a salutarla e...

SCIUSCIÙ - e... l'hai vista agitata?

ANTONELLA - Oh no, era allegrissima! Le ho solo detto di qualche mia preoccupazione. ...

SCIUSCIÙ – Allora le hai detto qualcosa che l'ha turbata?

ANTONELLA - Veramente le ho espresso qualche mia perplessità, ma niente di più… Anzi mi ha rasserenata e l'ho lasciata che cantava. Ma perché, cosa è successo?

SCIUSCIÙ - Occhialoni neri!

LUCIO - Fascia alla Rambo!

CARLO - E teneva anche un fucile!

LUCIO - Che mi ha puntato contro!

ANTONELLA – Sicuramente scherzava! Lo sai che è una burlona! Sarà un regalo per papà e lo ha fatto per farti paura.

SCIUSCIÙ - Ora ragazzi,. dobbiamo trovare Mami e capire se scherzava oppure faceva sul serio.

MANUELA – Può darsi che sia andata da Mirella.

ANTONELLA -Oppure da Giacomo.

SCIUSCIÙ - Giacomo? Cosa c'entra Giacomo.

Manuela dà una occhiataccia alla sorella.

ANTONELLA - Non è uno dei vostri più cari amici?

SCIUSCIÙ - "Mio"... amico! Non vedo perché dovrebbe confidarsi con lui!

MANUELA - Papi sei geloso? Dopo venticinque anni di matrimonio? E’ bellissimo!

SCIUSCIÙ - Venticinque, cinquanta, l'amore non ha età! Ebbene sì; sono geloso (accalorandosi) geloso pazzo !

CARLO - Dottore, vuol fare una strage anche lei?

LUCIO - Non dire sciocchezze!

SCIUSCIÙ - Se toccano la mia metà, diventano un quarto! Parola mia!

ANTONELLA -  Bravo Papi.

LUCIO - Non mi dire che sei gelosa anche tu!

ANTONELLA - Neanche per sogno! Però... se sapessi qualcosa che non mi sconfinfera, finiresti dritto dritto all’ospedale!

Lucio abbraccia Antonella e le fa due carezze.

LUCIO - Che moglie terribile! A quel che pare, devo rigare dritto!

ANTONELLA -Lo puoi dire forte!

Suona il campanello.

Scena XV

Carmencita va ad aprire.

CARLO - Dottore, sarà opportuno fare il punto della situazione.

Entra Giacomo, Carmencita torna nella parte interna della casa.

GIACOMO - Miei cari, un saluto a tutti!

CARLO - Salve, dottore!

IN CORO - Buongiorno!

SCIUSCIÙ - (Nero in viso) Sei di nuovo qui?

GIACOMO - Ma si può sapere quando lavori? Beato te che sei sempre a casa!

LUCIO - Dottore, Antonella ed io andiamo al ristorante.

MANUELA - Papi, allora Mirella e Nanni li vuoi al tuo tavolo, vero?

SCIUSCIÙ - Fate come volete.

CARLO - lo vado allo studio e l'aspetto lì. Penso proprio che sia tutta una sceneggiata, il prologo per questa sera. Vedrà che la signora avrà per lei più sorprese di quante lei ne abbia preparate.

MANUELA -Sono anche io dello stesso avviso e poi la fantasia di Marni è inesauribile.

SCIUSCIÙ - La cosa non mi sorprenderebbe: era una buona attrice!

LUCIO - Ottima direi. Mi ha fatto prendere un coccolone!

SCIUSCIÙ - E tu sei stato capace di allarmare tutti... Bene ora torniamo a fare le nostre cose.

ANTONELLA - Papi, noi andiamo. Se c'è qualcosa che non va chiamaci subito. Questo papero vede sempre lucciole per lanterne! (Con tono scherzoso, dandogli un bacio).

LUCIO - Ora il visionario sono io! Su, su andiamo se no...

MANUELA - ...Fai una strage! (Ridendo escono).

SCIUSCIÙ - Ma mi dici come mai sei di nuovo qui?

GIACOMO - Passavo e... volevo sapere se avevi bisogno di qualcosa. (Cincischiando) Ma è successo qualcosa a Monica?

SCIUSCIÙ – Non ci sono problemi: è tutto sotto controllo!

GIACOMO – E poi... volevo fare... gli auguri a Monica, così per questa sera non si immagina nulla!

SCIUSCIÙ - Che bella pensata! Proprio una bella pensata! (Con tono sarcastico). Sei veramente un caro amico! Che fai... l'aspetti o... ripassi?Mi sembri "u guaglione" di quella canzone: "e passa e spassa sotto a stu' balcone,ma tu sì guaglione, tu non conosci 'e femmen'!...".

GIACOMO -  Sono contento di constatare che sei di nuovo di buonumore.

SCIUSCIÙ - Ti pare! Bene, tu aspetta qua che io debbo andare. A stasera, caro! (Esce dalle quinte laterali e rientra sul proscenio con un fucile in mano).

GIACOMO - Lo vedo un po' strano. Chissà cosa ha combinato Monica! Però, che forza quella donna!

Scena XVI

Arriva Monica piuttosto ricomposta.

MONICA - Giacomo!Come mai sei qui?

GIACOMO - Ma come, avevamo un appuntamento...

MONICA - Ah, già! La sorpresa per Sciusciù! Scusa, ma oggi è una giornata... Ma non ti ha visto nessuno, vero?

GIACOMO - Purtroppo tuo marito!

MONICA - Proprio lui. Siamo fregati!

GIACOMO - Stai tranquilla, non ha capito nulla! Lo ho raggirato.

Mentre parlano, Sciusciù fa la controscena dal proscenio.

MONICA - Bravo, sapevo che potevo contare su di te! Siamo stati attenti ed abbiamo potuto agire indisturbati.

GIACOMO - Allora è tutto pronto! Sono curioso di vedere faccia che farà Alberto! Lo hai ingannato proprio bene! Ho sempre detto che sei un capolavoro di donna. Vali oro, quanto pesi!

MONICA - Allora, poco!

GIACOMO - Si fa per dire! Non c'e prezzo per te!

MONICA - Adulatore. Ma ora va, perché ho da preparare tutto!

GIACOMO – A stasera ma chérie.

Mentre Monica lo accompagna alla porta, Sciusciù fa il disperato sul proscenio. Monica rientra.

MONICA - No, io non ce la faccio a fare finta di niente... Come faccio a festeggiare con una situazione del genere! Non posso festeggiare 25 anni di tradimenti! Non riesco nemmeno a rimanere in questa casa...devo uscire!

Si sente da dietro alle quinte.

MONICA - Carmencita esco, ho fa fare. Pensa a tutto tu per il pranzo.

Sciusciù esce da dietro alle quinte con il fucile in mano.

Scena XVII

Suona il telefono ed arriva Carmencita. Sciusciù le si mette avanti con il fucile spianato.

CARMENCITA - Dottore, ci ha anche lei il ratto!

SCIUSCIÙ - Zitta tu che faccio una strage e comincio da te!

CARMENCITA - Oh, mio Gesù, aiutami Tu! (Sviene).

Sipario


ATTO II

Scena I

Si apre il sipario e non c'è nessuno in scena. Si sente suonare ripetutamente il campanello e Carmencita va ad aprire, con i suoi soliti tic che sono aumentati per gli spaventi presi, con un asciugamano attorno alla testa ed un grande mestolo in mano.

CARMENCITA - (Fuori scena) Buongiorno signora, prego accomodatevi!

Entra con Mirella.

CARMENCITA – Señora, qua stanno succedendo cose turche (i tic sono aumentati). Bisogna chiamare i carabinieri.

MIRELLA - Sono venuti i ladri?

CARMENCITA - (Guardandosi intorno) O-mi-ci-dio!

MIRELLA - Santo cielo, chi hanno ammazzato! (Si siede sul divano sgomenta).

CARMENCITA - Me! Non si vede? Sono quasi morta dallo spavento! (E fa tutta una serie di tic).

Nel frattempo entrano Manuela ed Antonella.

Scena II

MIRELLA - Carmencita, a te manca un venerdì. Per poco non mi veniva un coccolone.

ANTONELLA - Altro che venerdì, le manca tutta la settimana.

MIRELLA - Ma mi spiegate che cosa è questa storia?

CARMENCITA - Lo volete capire sì... o ... no, che sono viva per miracolo. Il dottore mi voleva ammazzare.

MIRELLA - Ma non dire sciocchezze.

MANUELA -E quello che abbiamo detto anche noi!

MIRELLA - E mamma?

ANTONELLA - Non si sa dov'è.

CARMENCITA -  Qui si sono impazziti tutti. Ci deve essere un battello che ha preso il cervello del dottore e della signora.

MANUELA - No, il motoscafo! Batterio, Carmencita, batterio,smettila di dire idiozie.

ANTONELLA - Veramente non abbiamo ancora capito se scherzano o fanno sul serio.

MANUELA - Meno male che sei venuta. Non sappiamo cosa fare e come regolarci.

MIRELLA - Ragazze, lo sapete che la mamma è una burlona. Avrà preparato qualche messa in scena particolare. Non mi stupirei che avesse preso un fucile.

CARMENCITA - Come fa a saperlo?

MIRELLA - Ma sì, è il fucile a tappo che abbiamo comprato a febbraio per la festa mascherata.

CARMENCITA - Fucile a tappo? Lo vede questo ramaiolo, mi farò venire anche io il ratto e lo userò come... mi pare. (Esce).

MANUELA - Ci mancava anche Carmencita.

ANTONELLA - Non penso che sia il fucile di cui parli tu! Dalla rastrelliera manca quello da caccia di Papà. Ora che Carmencita non c'è, te lo possiamo dire...

MANUELA - E poi Mami deve aver saputo qualcosa di spaventoso perché è passata dai vocalizzi;ai pianti disperati.

MIRELLA - Ma se ci siamo sentite un'ora fa e mi ha detto che aveva bisogno che venissi per darle una mano e sembrava un cardellino. E’ venuto qualcuno?

ANTONELLA - Non si sa, brancoliamo nel buio.

MIRELLA - Papà è all'ospedale?

MANUELA - In-tro-va-bi-le! Anche al cellulare!

Suona il telefono. Risponde Antonella.

ANTONELLA - Ah! Lucio sei tu! Ha chiamato il ristorante... dobbiamo andare. Sì, tra poco saremo lì. Ricambio. (Poggia la cornetta) Era Lucio. Ha detto che dobbiamo andare al ristorante per gli ultimi preparativi. Manuela, vieni con me?

MANUELA - Mirella, tu...

MIRELLA - Non vi preoccupate. Aspetto io Mami.

MANUELA - Fai come se fossi a casa tua.

ANTONELLA - Ciao e speriamo bene. Sono veramente preoccupata. (Le dà un bacio).

MIRELLA - Stai tranquilla! Vedrete che sarà tutta una risata.

MANUELA - (Si avvicina e le dà un bacio) Speriamo che le tue frasi siano profetiche.

Escono.

Scena III

Mirella si guarda intorno, guarda il biglietto dei fiori. Entra Alberto.

ALBERTO – Mirella! Sto scoppiando dalla rabbia e dalla disperazione!

MIRELLA - Le ragazze ti cercano per mare e per terra, tu scompari e poi mi  vieni a fare questi annunci catastrofici!?!

ALBERTO - Sono stato sul punto dì fare una sciocchezza! Ho sentito con le mie orecchie che Monica... va via di casa. Mi lascia... hai capito? (Si siede affranto con la testa tra le mani)

MIRELLA - Te lo ha detto lei???...

ALBERTO - No, no, ho sentito qui in sala, nascosto dietro la tenda della finestra che diceva a quel verme dì Giacomo, il mio migliore amico, che questa sera andava con lui. Anche la beffa! Non ho più la forza neanche di pensare. Meglio! Se no farei una strage e non ti nascondo che sono stato sul punto di farla davvero.

MIRELLA - (Ironica) Anche tu col fucile?

ALBERTO - Ma hai capito quello che ti ho detto?

MIRELLA - Ma non vorrai credere a tutta questa serie di coincidenze che ti stanno mandando fuori dì testa. lo sono sicura che Monica ti adora! Credimi, non saprebbe vivere senza di te.

ALBERTO - Forse... una volta. Poi gli anni passano. lo con la mia professione sono costretto a trascurarla un po'... parecchio... e gli altri si insinuano subdolamente per strapparla a me. Ma giuro, lo ammazzo! (Si alza furibondo)

MIRELLA - Ma cosa vuoi ammazzare! Vieni qui vicino a me e ragioniamo con calma.

Alberto si siede riluttante sul divano. Entra Monica da destra, li vede, si nasconde dietro un attaccapanni e resta di spalle al divano, non vista.

ALBERTO - Non so come farei senza di te. Non avrei la forza di tirare avanti e oggi dobbiamo anche fingere di essere felici.

Scena IV

Monica da dietro fa gesti di disperazione e afferra degli oggetti come per darglieli in testa.

MIRELLA - Alberto, perché non usciamo? Facciamo due passi assieme e vedrai che tutto si ridimensiona. Ti accompagno all'ospedale, so che ti hanno cercato.

ALBERTO – Sei un tesoro! La manna per l’anima mia così esasperata dalla situazione.

MIRELLA - Ora bando alla disperazione. (Gli fa una carezza sui capelli) Dobbiamo essere sereni per Monica. (Monica si mette una mano sulla bocca e fa gesti come volesse dar loro una sberla) Su, tesoro, andiamo. Torno dopo per vedere tua moglie. Ci parlo io, stai tranquillo. (Escono)

Monica fa due strilli isterici, batte i pugni sul tavolino e passeggia avanti ed indietro nervosa.


Scena V

Entra Carmencita.

CARMENCITA – Señora, señora! (rivolta al pubblico e con i tic aumentati) Oddio! Ha di nuovo il ratto. Ma qui si sono ammattiti tutti. Señora, si sente bene? Vuole che chiami il dottore?

MONICA - (Con rabbia violenta) Ma tu, tu hai proprio deciso di morire giovane! lo vi ammazzo tutti e due!

CARMENCITA - Señora, ma che c'entro io con il dottore! (Tic)

MONICA - Niente e perciò sparisci. Ho bisogno di aria, aria hai capito? Quindi togliti di torno!

CARMENCITA - (Guardinga) E... il pranzo, lo devo preparare? (oltre ai tic, alza la spalla. come ad evitare qualche offesa)

MONICA - Ma che pranzo e pranzo! (Fregandosi le mani) Basta un po' di cianuro. Anzi comprane un quintale così si fa festa finita e non se ne parla più.

CARMENCITA - E dove si compra?

MONICA - (Strillando isterica) Ma ti togli dai piedi sì o no?

CARMENCITA - (Al pubblico) Ci ho provato a calmarla. (Tic) Ma qui è proprio notte! (Esce).

Monica passeggia avanti ed indietro agitata.

MONICA - Ora anche la mia più cara amica. Non gli bastava (accentua l'aggettivo) la stangona. Chi poteva pensare che avessi un marito donnaiolo. Ed io che lo credevo un uomo speciale! Mi prenderei a schiaffi. (Scimmiottando) La manna dell’anima mia! Disgraziato! Sotto i miei occhi! Oh, Gesù, dimmi se non ho tutto il diritto, come minimo, di strozzarli. (Si siede affranta con la testa sul divano).

Scena VI

Bussano alla porta. Carmencita va ad aprire. Entra Andrea.

CARMENCITA - (Da dietro le quinte) Avvocato buongiorno.

ANDREA - (Entrando) La signora è in casa?

CARMENCITA –Mah! Guardi un po’ lei! (ed esce)

ANDREA - (Vede Monica e le si avvicina. Carmencita esce) Disturbo? Dormivi?

MONICA – (Si alza scoppiando a piangere sulla spalla di Andrea che è in imbarazzo, poi si risiede asciugandosi rumorosamente il naso con un fazzoletto dello stesso Andrea) Andrea sono disperata. Oggi è il giorno più brutto della mia vita. Vorrei andare sotto un camion.

ANDREA - Tu? L'allegria in persona, la gioia di vivere! Cosa ti ha sconvolto così? Non ti riconosco più!

MONICA - Alberto mi tradisce. È un gran donnaiolo ed io sono arrivata alla conclusione che o lo azzoppo e lo riduco sulla sedia a rotelle, o lo ammazzo e faccio festa finita.

ANDREA - Non dire sciocchezze! Ma se è geloso pazzo anche di me! Sono venuto a cercarti prima e mi ha fatto l'interrogatorio di terzo grado per sapere come mai passavo a trovarti se lui non c'era.

MONICA - È un fariseo ipocrita! Il Dott. Jekyll e Mr. Hyde. Lo sai cosa mi ha detto una mia compagna di scuola non più di due ore fa?

ANDREA - Cosa ?

MONICA - Che Carol l'ha visto a Fregene con una stangona, dico stangona molto carina.

ANDREA - E con questo? Non sai perché, percome. I pettegolezzi della gente avvelenano l'anima, lo sai.

MONICA - (Sarcastica) Sì, ma ha detto Brigitte che si guardavano negli occhi e lui era molto tenero... Io lo strozzo! (E fa il verso uguale a Fernanda).

ANDREA - Scommetto che chi ti ha riferito queste cose è una persona un po'... malignetta, gelosa della tua felicità.

MONICA - Malignona! Ma altro che felicità. Sono disperata mi è crollato il mondo addosso. Indovina un po' con chi l'ho visto fare il tenero poco fa?

ANDREA – Con la stangona?

MONICA - No, quella non la conosco.

ANDREA - E con chi (Scherzando) con una "cortona"?

MONICA - Andrea, ma ti sembra questo il momento di scherzare... Era con Mirella.

ANDREA - Non mi dire che sei gelosa di Mirella!?! È la tua migliore amica, una sorella per te!

MONICA - Lo credevo anch'io. Giuda traditrice! Faceva la svenevole con Sciusciù che la chiamava "manna dell'anima mia"

ANDREA - Ma va’.

MONICA - (Arrabbiata) Ma insomma, da che parte stai?

ANDREA - Mi rifiuto di pensare che Alberto ti metta le corna. Non sappiamo cosa sia successo e perché si comporti così. E poi ricordati che sei la luce dei suoi occhi.

MONICA - Un cavolo! Finalmente i miei occhi hanno visto la luce! Giuro che lo "ceco" come dice Carmencita (imitandone i tic).

ANDREA - Lo vedi! Sei sempre spiritosa!

MONICA - Andrea mi stai scuotendo il sistema nervoso! Io non sono spiritosa... sono cor-nu-ta! Lo hai capito adesso!

ANDREA - E se prendessimo un detective privato? Cosi ti convincerai che sono tutte assurdità!

MONICA - Ci avevo già pensato e volesse il cielo che fossero assurdità; (disperata) perché io senza il mio Sciusciù, morirò di sicuro di crepacuore!

ANDREA - Ma lo dobbiamo festeggiare o no questo venticinquesimo?

MONICA - Questa mattina sei di coccio! Lo hai capito o no quello che ti ho detto?

Suona il campanello.

Scena VII

Entra Carmencita piuttosto guardinga coi suoi soliti tic.

CARMENCITA - Se-se-señora, devo aprire?

Suona di nuovo il campanello

MONICA - Ma lo senti o no il campanello ? Ora è diventata pure sorda.

CARMENCITA - Señora, da quando sto in questa casa mi sto pure invalidando. Ho diritto all'identità.

MONICA - Avvocato, avete sentito? Vuole l'identità! Volesse il cielo che potesse cambiarla.

ANDREA - Carmencita l'indennità si dice. Su, ora vai ad aprire. Stai tranquilla ci sono qua io.

Carmencita brontolando va ad aprire. Entra Carlo piuttosto agitato.

CARMENCITA - Ricordatevi quella cosa avvocato. (Esce facendo dei tic).

CARLO - Signora buongiorno. (Facendo cenno con la testa) Avvocato.

ANDREA - Ciao, Carlo.

CARLO - Signora, stiamo cercando dappertutto il dottore ma non lo troviamo. E qui con lei?

MONICA - (Sarcastica) Lo hai cercato tra le donne?

CARLO – Appunto, anche all'ospedale. Ma nessuno lo ha visto!

MONICA - (Rivolta ad Andrea) Cosa ti avevo detto?

ANDREA - Ma avevate un appuntamento?

CARLO - No... cioè sì, ma è introvabile. Anche Lucio è molto preoccupato.

MONICA - Ah! Ti sei portato dietro quel donnaiolo?

CARLO – Signora, ci siamo chiariti con il dottore. Lucio è un gran bravo ragazzo che adora sua figlia. Lei è una donna fortunata.

MONICA - Sì, sì... come no!

ANDREA - Carlo, Alberto non c'è e forse sarà bene andare; ti accompagno. Monica, ci vediamo più tardi. Cerco di trovare Alberto e di capirci qualcosa.

MONICA - (Disperata) lo non ho più niente da capire! Ormai è finita. (Guarda nel vuoto)

ANDREA - Coraggio, torno presto, te lo prometto!

CARLO - Ma io dovevo vedere Manuela.

ANDREA - Un'altra volta caro, ora dobbiamo andare. (Lo porta via)

Scena VIII

Entra Manuela.

MANUELA - Mamma, hai visto Carlo?

MONICA - Non lo hai ancora lasciato?

Manuela si siede vicino a lei e l'abbraccia.

MANUELA - Mammina, ma tu stai scherzando, vero? Siamo tutti preoccupati per te. Cosa è successo?

Monica scoppia a piangere.

MANUELA - (Allarmata) Ma allora non scherzi? Mami non ti senti bene? Hai avuto qualche brutta notizia? Cosa c'è, Mammina, che non va? Non ti posso vedere così... e poi proprio oggi...

MONICA - Oggi! Doveva essere un giorno speciale ed invece è il giorno più triste della mia vita.

MANUELA - (Scherzando) Non mi dire che vuoi morire anche tu!

MONICA - Ci ho pensato. Ma non posso lasciare te ed Antonella, vi amo troppo.

MANUELA - E il tuo adorato Papi?

Monica non risponde e piange.

MANUELA - Oh, Mammina non ti riconosco più! Torna in te, se no ne moriamo noi.

MONICA - (Asciugandosi gli occhi e cercando di ritrovare la calma) Tesoro, non preoccuparti, vedrai, sarà l'emozione. Il tuo Carlo è venuto ma Andrea lo ha portato con se. Sta tranquilla. Ora vai, che ho da fare.

MANUELA - Ma sei sicura Mami di star meglio?

MONICA - (Aggiustandosi i capelli e sorridendo) Perché, non si vede? E bastato il tuo abbraccio e... Mami è tornata di nuovo... "nuova".

MANUELA - (L’abbraccia ancora) Mami vado, sono di là a preparare: se hai bisogno chiama, ci sono qua io e non può succederti nulla!

Manuela la bacia ed esce.

MONICA – Povera piccola mia! Come faccio? Signore, dammi la forza... Fammi capire le cose, la mia mente è andata in tilt. Andrea ha parlato di investigatore privato, l'idea non è male. Vediamo sulle pagine gialle.

Entrano due uomini con parrucca, calzamaglia rossa e cartoncino “892 892”.

892-892 – Ecco il numero! Otto-nove-due otto-nove-due! (e riescono).

MONICA – Ora ho anche le visioni! Vado a cercarle di là, che è meglio (esce).

Scena IX

Entra Alberto con una brunetta che è la sua infermiera molto truccata, sexy, con la gonna cortissima tutta mossettine.

ALBERTO - Prego, accomodati cara.

ROSETTA - (Smorfiosa) Dottore non si disturbi. Sono mortificata.

ALBERTO – Aspettami qui, vado a prendere il medicinale nello studio di sotto. Dovrei averlo senz'altro. E l'unico rimedio alla patologia della tua mamma.

ROSETTA - Non so come ringraziarla dottore.

Alberto esce.

Scena X

Entra Monica con le pagine gialle.

MONICA - (Accigliata) Buongiorno! Chi è e cosa vuole?

ROSETTA  - Sono... ehm, ehm... Rosetta Spoglioni, infermiera dell'ospedale.

MONICA – Il suo cognome è tutto un programma, si vede. Lei sarebbe la stangona carina.

ROSETTA - Veramente signora, io...

MONICA - Stia zitta che è meglio. Cosa ha da fare qui?

ROSETTA - St-st-stavo aspettando il dottore.

MONICA - (Girandole intorno) E me lo dice pure? Lo sa che lei è una grande sfacciata! Ma si allunghi la sottana, ha anche le gambe storte!

ROSETTA - Dice!?!

MONICA - (Prendendola in giro) E cosa vuole dal dottore?

ROSETTA - Deve darmi un medicinale per la mia mamma che non si trova né all'ospedale, né in farmacia.

MONICA - Ma guarda un po' che combinazione! Povera cara, chissà quale grave malattia ha la sua mamma. Speriamo che non venga anche a lei!

ROSETTA - (Fa le corna e si allunga la gonna visibilmente in imbarazzo. Si riprende, fa un respiro e risponde) Signora sono mortificata, avevo detto al dottore che non era il caso che si disturbasse, ma lui ha tanto insistito.

MONICA - Com'è sensibile questo dottore! Glielo lascio tutto! Stia attenta, però, se vuole vivere a lungo

ROSETTA - Co-co-cosa vuol dire signora?

MONICA – Beh, ci pensi sopra! Le sarà un po' difficile, visto il tipo. Ma non si preoccupi, l'istinto di sopravvivenza la ispirerà (esce).

ROSETTA - Ma dove sono capitata! E chi sarà quest'arpia! Sicuramente non la moglie del dottore; Mi hanno detto tutti che è tanto carina ed allegra. Quasi quasi me ne vado. Ho bisogno di aria.

Fa per uscire ma si scontra con Alberto.

Scena XI

ALBERTO - Ma si può sapere dove vai? Scusami, ma non riuscivo a trovare quello che cercavo. Come mai sei così giù? Stai tranquilla che la tua mamma migliorerà.

ROSETTA - Oh! Dottore, è che poco fa (piagnucolando)...

ALBERTO - Hai avuto un momento di sconforto?

ROSETTA - No! Cioè sì! (Comincia a sbattere gli occhi).

ALBERTO - C'è qualcosa che non va?

ROSETTA - Mi deve essere andato qualcosa nell'occhio. Mi pizzica molto.

ALBERTO - Fai vedere, sennò il medico cosa ci sta a fare?

Le si avvicina dando le spalle al fondo per cui non vede Monica che sta entrando.

ALBERTO - Stai ferma, faccio tutto io (Le prende la testa fra le mani).

Scena XII

Monica vista la scena sviene con un gran tonfo. Alberto si gira e quando la vede lascia di colpo l’infermiera e solleva la moglie mettendola sul divano.

ROSETTA - Dottore, vado... grazie di tutto! (ed esce correndo dalla scena).

ALBERTO - Pissi, Pissi! Il tuo Sciusciù è qui! (Le dà dei buffetti sulle guance). Finalmente posso vederti.

Monica è sempre ferma e non rinviene.

ALBERTO - (Tastandole il polso) Pissi, su apri gli occhi e rispondimi. Il polso è normale, va tutto bene. Tesorooo...

Monica sempre zitta.

ALBERTO – E va bene! Ti vado a prendere un po’ di acqua e zucchero.

Alberto esce. Monica si riprende, si guarda intorno, salta su e va correndo verso l'uscita. Alberto rientra e non trova nessuno.

ALBERTO - Pissi, ma dove si sarà cacciata? Questa mattina mia moglie è imprevedibile! Carmencita, Carmencita!

Scena XIII

Entra Carmencita con i suoi tic.

CARMENCITA - Dottore, mi avete chiamato?

ALBERTO - C'è un'altra Carmencita in questa casa? Dov'è la signora?

CARMENCITA - Lo chiedete a me? Se non lo sapete voi?

ALBERTO - L'avevo lasciata sul divano...

Carmencita va verso il divano.

CARMENCITA – Ed ora non c'è! Ma non vi preoccupate, stamattina la signora è imprendibile.

ALBERTO - Imprevedibile! La signora non è una mosca.

CARMENCITA - Mettetela come volete dottore, il fatto certo è che la signora non c' è e manca un'altra volta il fucile. (Tic frequenti).

ALBERTO - Quello l'ho preso io e l'ho nascosto.

CARMENCITA - Meno male che almeno voi siete... rinsavito, dottore. Scusate, dottore, è che sono ancora mezza morta dallo spavento.

ALBERTO – Certo, oggi è una giornata un po' movimentata.

CARMENCITA - E siamo appena alle dodici! Speriamo bene fino a stasera! Ora devo andare a cucina, sennò non magnate nemmeno. (Esce con i suoi tic).

ALBERTO - Ma vedi un po’ queste colf, come le chiamano oggi. Non hanno più rispetto per nulla ed alcuno. Ma dove può essere andata Pissi... Sono davvero preoccupato.

Esce di casa.

Scena XIV

Entra Manuela, prende il telefono.

MANUELA - Pronto, Carlo... perché sei andato via senza salutarmi?… Papi?... Sei qui sotto?... Cosa?... Stai aspettando che esca? Su, vieni su, (Poggia la cornetta). Il venticinquesimo ha dato alla testa a mamma e papà: non si riconoscono più! (Dolcemente) Il mio Carlo che aspettava sotto il portone che uscissi ed io che ho dubitato di lui...

Suona il campanello.

Scena XV

MANUELA – Ecco il mio cucciolone. (Va ad aprire e ritorna con Carlo).

CARLO - Tesoro, (l'abbraccia) finalmente posso vederti... parlarti... stare con te! (la porta sul divano e fa per darle un bacio. Arriva Carmencita).

CARMENCITA - Dottorino, non si fa, non si fa! Se la vede il dottore, si può andare a scavare la fossa!

CARLO - La fossa te la scavo io, se non ti togli dai piedi.

CARMENCITA - Ah! Stamattina ce l'avete tutti con me! La signora e il dottore mi volevano ammazzare, lei mi scava la fossa, così mi fate il servizio completo!

CARLO - L'idea non sarebbe male.

MANUELA -Sarebbe finalmente l'ora.

CARMENCITA - Siete stati contagiati anche voi dal ratto? Meno male che ho chiesto all'avvocato di farmi avere l'identità!

MANUELA - Ma non dovevi cucinare? Cosa ci fai qui?

CARMENCITA - Ordini della signora. Mi ha detto queste "capuali" parole: Carmencita, pensa a tutto tu!

CARLO - Testuali, Carmencita! Parla come ti ha fatto...

CARMENCITA - Mamacita! Allora lo sapete pure voi, dottò. La lingua mia è internazionale! (Facendo l'occhio languido a Carlo, si siede sul divano spostando Manuela). Signorina Manuela, perché non va ad assaggiare quello che ho cucinato? Così mi dite se va bene oppure no?

MANUELA - Carmencita se non ti togli dai piedi ti faccio ricordare la giornata.

Suona il campanello.

CARMENCITA - Non c'è bisogno, (tic ripetuti) questa giornata è come... ehm, ehm... come i pennarelli.

Suona di nuovo il campanello.

CARLO - Forse vuoi dire indelebile?

MANUELA - Ma vuoi andare ad aprire?

CARMENCITA - Vado, vado, ho bisogno anch'io di rilassarmi un po'. (Esce).

Scena XVI

MANUELA - Non si sopporta più. Ora fa anche la cretina con te... e tu le dai spago.

CARLO - (Ridendo) Non sarai mica gelosa... di quel pennarello!

Carmencita rientra sull'ultima frase, accompagnata da Antonella e Lucio.

Scena XVII

CARMENCITA - Dottore, a me pennarello non l'ha mai detto nessuno (Esce risentita con i soliti tic).

ANTONELLA - Vi abbiamo rotto le uova nel paniere.

CARLO – No, ce l’avete proprio frantumate... le uova!!!

MANUELA - Come mai siete qui?

LUCIO - Ha telefonato il dottore preoccupatissimo, dicendo che aveva lasciato Mami svenuta sul divano e non l'aveva più trovata.

MANUELA - Come sarebbe a dire: Mami svenuta sul divano!

LUCIO -  Pare che il dottore sia venuto a casa con l'infermiera che aveva bisogno di un particolare medicinale, mentre parlava con questa donna ha sentito il tonfo della signora che cadeva a terra svenuta.

ANTONELLA - Vuoi vedere che Mami si è ingelosita nel vedere Papi con questa donna e le ha preso un colpo?

MANUELA - Mi sembra un po' improbabile. Ci ha sempre riso su!

CARLO – Combinazione, anche il dottore ha fatto una scenata di gelosia al suo più caro amico qualche ora fa.

MANUELA  lo non ci capisco più nulla. Poco fa piangeva ed era disperata. Poi tutta sorridente mi ha baciata ed è uscita... c'è qualcosa che non mi convince.

ANTONELLA - Questa mattina cantava come un passerotto. Era allegrissima. Possibile che nessuno sappia che cosa l'abbia potuta turbare in queste poche ore?

LUCIO - Ragazzi, dobbiamo capire cosa ha sconvolto i nostri cari.

ANTONELLA -Non so da che parte cominciare.

CARLO - Dagli amici, coi quali sicuramente si saranno confidati.

MANUELA - Sei un genio.

LUCIO - Allora Antonella ed io cerchiamo Mirella.

CARLO – E noi Andrea. Appena sappiamo qualcosa telefoniamo!

MANUELA - (Ad alta voce) Carmencita, pensa a tutto tu, noi usciamo. Siamo nelle tue mani! (Escono).

Scena XVIII

Entra Carmencita con i suoi tic.

CARMENCITA - Pensa a tutto tu! Ma per chi mi hanno preso per Mandrake!?! lo devo cucinare, devo pulire, devo... morire dallo spavento. (Mettendo in ordine e spolverando) Mi avevano detto che era una casa tranquilla e adatta a guarire dai miei... tic. Altro che, mi è salito il polistirolo a tremìla dalla paura! Se continua così. ..mi licenzio e chiedo i danni. (Tic di affermazione).

Suona il campanello. Carmencita va ad aprire.

Scena XIX

CARMENCITA - (Fuori scena) Ma lei chi è? Chi l'ha sciolto!

Entra il detective con l'impermeabile, un cappellaccio a falde larghe, barba finta e occhiali da vista spessissimi. Vede pochissimo e sbatte ovunque. È seguito da un ragazzino con una grossa lente di ingrandimento vestito alla Sherlock Holmes e da Carmencita.

DETECTIVE - C'è la signora?

CARMENCITA – No, e non ha tempo da perdere.

Il detective le si avvicina e la solleva fino a portare il viso della ragazza all'altezza del suo.

DETECTIVE - Spirù, mi dici chi è questa pollastra che starnazza.

Carmencita piena di tic fa la bicicletta con le gambe cercando di scendere.

CARMENCITA - Mettimi giù, brutto scimmione.! (Gli sbatte sulla testa il panno che usava per spolverare facendo uscire polvere).

Il detective infastidito la mette giù starnutendo e stropicciandosi gli occhi. Si volta verso Spirù e lo tira su.

DETECTIVE - Mi scusi signorina, l'avevo presa per il mio aiutante.

SPIRÙ - Sono io... la signorina è dietro di voi!

Lo poggia per terra e questo lo rigira verso Carmencita che sulla poltrona si sventola il grembiule dalla paura.

CARMENCITA – Ti hanno assunto per farmi morire dalla paura quando loro non ci sono. Ma me la pagheranno, ah se me la pagheranno; brutto scimmione! (Esce velocemente con i suoi tic. Si sente chiudere una porta a chiave).

DETECTIVE - Spirù, hai sentito questi rumori. Guarda osserva tutto e riferisci. (Si siede comodamente sulla poltrona).

SPIRÙ - Comandante, ha chiuso la porta a chiave. Le avete messo paura.

DETECTIVE - Era lei l'amante?

SPIRÙ - Penso proprio di no! Aveva il grembiule, tirava su con il naso... Era buffa!

DETECTIVE - (Incredulo) Aveva solo il grembiule?

SPIRÙ - Comandante!... Vuol dire senza altri vestiti?

DETECTIVE - Pressappoco!

SPIRÙ - Da come era vestita mi sembrava la cameriera, come si vede nei films. Ma come fa l'amante ad essere qui se questa è la casa della signora che ci ha ingaggiato!

DETECTIVE - Giusta osservazione Spirù. Diventerai più bravo del maestro che, modestamente, viene chiamato occhio di pernice!

SPIRÙ - Di pernice? Di lince, voleva dire.

DETECTIVE - No, di pernice... più esotico!

SPIRÙ - (Al pubblico) Intanto mi tocca fare tutto a me. (Con la lente di ingrandimento si guarda intorno).


Scena XX

Entra Monica abbattuta ed affranta. Si soffia rumorosamente il naso e si asciuga gli occhi. Il detective le volta le spalle. Spirù le si avvicina squadrandola con la lente di ingrandimento.

DETECTIVE – Spirù, è entrato qualcuno! (Si gira bruscamente dando una spinta a Monica che per poco non cade).

SPIRÙ - Comandante, c'è una signora che piange. Ha gli occhi rossi e si soffia il naso. (Segue Monica da dietro la lente di ingrandimento mentre si va a sedere sulla poltrona). Ed ora si è seduta su di una poltrona.

DETECTIVE - (Rivolto a Spirù). Scusi lei chi è?

SPIRÙ - Comandante sono io, la signora è di là.

Il detective si sposta davanti alla poltrona rimasta vuota. Spirù nel frattempo continua a guardarsi intorno con la lente di ingrandimento.

DETECTIVE – E’ lei la signora che mi ha chiamato? "Occhio di pernice” è ai suoi ordini. (Fa una riverenza come un moschettiere).

MONICA - L'ho scelto proprio bene il famoso detective! Se non avessi questi problemi ci sarebbe da riderci per una settimana. Scommetto che lei è proprio il tipo che non dà nell'occhio, che non le sfugge alcun particolare e che risolve tutte le situazioni.

DETECTIVE - Come fa a conoscermi così bene!?

MONICA - Basta guardarla!

DETECTIVE - Qual è il suo problema? Mi dica tutto e vedrà che risolveremo ogni cosa.

MONICA - Lei dice?

DETECTIVE - Dico e faccio. Non lo sa che dietro il fulmine c’è il tuono? lo sono insieme il tuono e la saetta.

MONICA -  E il giovanottino che ha dietro è il lampo?

DETECTIVE - Ora non esageriamo! Spirù fa quello che può.

MONICA – Bene! Ora deve trovare l'amante di mio marito.

DETECTIVE - Spirù, prendi nota e scrivi. Com'è?

MONICA - Come sono! E’ un donnaiolo!

DETECTIVE - La cosa è grave. Come mai ha tante amanti? E’ un uomo immaturo?

MONICA - Ma lei sta scherzando? Sciusciù è un uomo splendido, anzi lo era. Come sono disgraziata.

DETECTIVE - Ha ragione, signora! E’ proprio una disgraziata! Non le converrebbe cambiare marito?

MONICA - Ma lei è matto! Dopo che me lo sono... allevato per 25 anni, lei mi viene a dire di lasciarlo per un altro! Non ci penso nemmeno!

DETECTIVE - E cosa vuole che faccia un degenerato così!

MONICA - Degenerato sarà lei, ma mi faccia il piacere, anzi, me ne faccia due... fuori dai piedi! Dare del degenerato al mio Sciusciù.

DETECTIVE - Ma si può sapere chi sia questo Sciusciù, la nuova amante di suo marito?

MONICA - Cara Pernice è bene che vada via, il suo nido la aspetta! E porti via questo perniciotto che comincia a darmi sui nervi... (Si alza e si pianta davanti al detective, che le afferra il braccio bloccandola di spalle all'entrata).

DETECTIVE - Ma lo sa che è proprio carina. Su, da brava, mi dia quello che mi ha promesso anche se non mi vuole più.

MONICA – Questo non mi molla più! Proviamo con le maniere dolci.

Scena XXI

Entra Sciusciù. Monica non può vederlo. Dopo un'occhiata alla situazione si nasconde dietro la quinta per ascoltare.

MONICA - Suvvia, mettimi giù che ti do quello che vuoi. Mio marito potrebbe arrivare da un momento all'altro ed è bene che non ti veda qui. Aspettami al… nido.

DETECTIVE - Ma verrai di sicuro?

MONICA - Se te l'ho promesso! Stai tranquillo, ti do la mia parola.

DETECTIVE - Bene! Da te dipende la mia sopravvivenza. Aspetterò impaziente! Spirù noi andiamo.

Si dividono andando alle due differenti uscite. Il detective e Spirù escono.

MONICA - Ma chi ha chiuso la porta a chiave. Carmencita, Carmencita, apri sennò butto giù la porta con una fucilata.

CARMENCITA - (Si sente aprire) Señora, scusatemi e che è venuto lo scimmione e mi dovevo pure difendere.

MONICA - Ma non dire fesserie.

Entra Sciusciù e si mette ad andare avanti ed indietro come un forsennato.

SCIUSCIÙ -Se non mi viene un infarto ora, o un ictus (fa le corna) non mi viene più! (Al pubblico) Possibile che in venticinque anni non mi sia accorto... della doppia vita di mia moglie! Ma devo essere proprio rimbambito. E come ci sa fare la signora! (Con tono sardonico) ln casa mia, sotto i miei occhi riceve questi bellimbusti mezze tacche, con i quali si accorda per un eventuale appuntamento! lo, io... (si passa le mani tra i capelli) o ammazzo lei o... ammazzo questi altri. Ma che sto dicendo... La mia testa è in fiamme e non riesco più a ragionare come vorrei. Forse sarà bene che prenda qualche ansiolitico (va a vedere nella borsa da medico). No, no, poi perdo la lucidità.

Suona il campanello. Sciusciù va ad aprire torna con Mirella.

Scena XXII

SCIUSCIÙ - Mirella, sto perdendo il lume della ragione.

MIRELLA - Questo sarebbe male! Un razionale come te deve sempre mantenere il controllo della situazione.

SCIUSCIÙ - E ti pare facile? Ora c'è anche uno scimmione che la teneva in braccio. lo non ci capisco più nulla. Forse l'ho trascurata troppo.

MIRELLA - Sono venuta per parlare con la tua Pissi. Prima fammela incontrare e poi tiriamo le conclusioni. Ora sparisci! Ti chiamerò io non appena le avrò parlato.

SCIUSCIÙ - Ma...

MIRELLA - Ma, nulla! Ora va e... stai tranquillo sennò fai solo casini.

SCIUSCIÙ - Ma... sei proprio sicura?

MIRELLA - Alberto, se non ti togli dai piedi me ne vado! Sono anche in ritardo con le mie cose!

SCIUSCIÙ - Scusami! Ti raccomando, tienimi informato. (Si avvia verso l'uscita).

MIRELLA - Aspetta esco con te e suono di nuovo il campanello, così sembrerà più naturale.

Escono e si sente suonare il campanello.

Scena XXIII

Arriva Carmencita con i suoi tic che va ad aprire.

CARMENCITA - (Inizia a parlare da fuori scena) Signora buongiorno. Come mai siete tornata? Che volete?

MIRELLA - C'è la signora Monica? Volevo salutarla.

CARMENCITA - Guardate che è sempre "incacchiata", io non glielo consiglio.

MIRELLA - Non ti preoccupare. Vammela a chiamare. Vedremo di rasserenarla un poco.

CARMENCITA - (Uscendo) Come siete ottimista, señora!

Scena XXIV

Entra Monica torva.

MIRELLA - Auguroni Monichetta! Cos'è quel broncio?

MONICA - Dimmelo un po' tu!

MIRELLA - C'è qualcosa che non va?

MONICA - Ed hai pure il coraggio di chiedermelo. Ma sai che hai una bella faccia tosta!

MIRELLA - Non mi dire che ce l'hai con me?

MONICA - (lndisponente) lo? Se lo pensi vuol dire che hai la coscienza che ti rimorde.

MIRELLA - Questa mattina parli per enigmi. (Fa per avvicinarsi a Monica ma questa si allontana). Insomma cosa ti avrei fatto?

MONICA – E me lo chiedi pure? Senti, cara "manna", ora devo uscire che questa sera arriva presto, quindi ti saluto perché ho bisogno di un po' di calma. Sono stanca e voglio stare... sola!

Mirella fa per controbattere.

MONICA - Non è necessario aggiungere altro. Quella è la porta! (Mirella esce). Che disgraziata. Venire qui a fare la parte della consolatrice. Se avessi potuto l'avrei infilzata come un tordo e l'avrei cucinata per questa sera a Sciusciù. Però, mica male come idea!

Suona il campanello.

Scena XXV

MONICA - Se è di nuovo lei, finisce a sberle! (Va ad aprire e torna con Giacomo).

GIACOMO - Come mai non sei venuta? Ti ho aspettato a lungo.

MONICA - Purtroppo le cose sono precipitate.

GIACOMO - Ma di cosa stai parlando?

MONICA - Lo vuoi proprio sapere?

Giacomo fa cenno di si con la testa.

MONICA - Ebbene, tu non ci crederai mai, ma sono... cornuta, anzi pluricornuta e se ci penso bene vedi ogni filo dei miei capelli? E un corno!

GIACOMO – E’ una sceneggiata per questa sera? Come idea è "ganzetta", originale!

MONICA - Ma ti sembra che io possa scherzare su di un argomento così serio?

GIACOMO - Appunto! Argomento che non ti tocca neanche da lontano! Poco fa quando sono venuto a cercarti, ho incontrato Alberto per caso e per poco non mi strozzava dalla gelosia!

MONICA - È inutile che cerchi di consolarmi. Ho le prove evidenti e tangibili.

GIACOMO - Mi meraviglio di te. Hai sempre detto che non avresti permesso a nessuno di minare il vostro amore. Ed ora getti la spugna appena inizia il combattimento? Monica, non ti riconosco più!

MONICA - Ma io ho il cuore a pezzi! Anzi, credo proprio di non averlo più!

GIACOMO - Caso di sopravvivenza più unico che raro, direi miracoloso!

MONICA - lo sono disperata, cerco aiuto e tu fai lo spiritoso. Bell'amico!

GIACOMO - Vuoi sapere come la penso? Parti al contrattacco e non permettere a nessuna donna di portarti via il tuo Sciusciù.

MONICA - Tu dici?

GIACOMO - Dico e sottoscrivo. Banzai! Ora però fammi andare che se Alberto arriva e mi trova qui... mi fulmina! A più tardi. (Esce).

MONICA - L'idea non è male. (Si aggiusta). Altro che disperazione! (Scandito) Alberto è e sarà sempre mio! Non permetterò né alle stangone, né alle cortone di portarmelo via! Mi ha fatto le corna? Può essere anche di no! Comunque sia non darò a nessuno la soddisfazione di togliermelo! Chi vivrà vedrà. Bene Monica, ora ti riconosco! (Esce)

Scena XXVI

Entra Alberto avvilito e si siede affranto sul divano.

SCIUSCIÙ - Non riesco più a concludere nulla. Non pensavo che le corna potessero far soffrire tanto. Ma cosa sto dicendo. lo la mia Pissi non la lascio a nessuno, non permetterò che me la portino via. Alberto, parti al contrattacco e riconquista la tua Pissi. Non lasciare nulla di intentato. Bisogna mettersi subito all'opera.

Trova lo specchio che Monica ha lasciato sul tavolino e ci si guarda pettinandosi e lisciandosi. Tira fuori dal taschino un profumo per l'alito e da una spruzzatina in bocca seduto sul divano.

Scena XXVII

Entra Monica elegantissima con uno spacco vertiginoso con atteggiamenti da smorfiosa e passo felino.

MONICA - Piccolo, piccolo Sciusciù! (L'abbraccia e comincia a camminargli davanti ancheggiando).

SCIUSCIÙ - Mia grande Pissi è da stamattina che ti cerco. Vieni qui sulle mie ginocchia che ti voglio soffocare di baci.

Si alza la solleva tra le sue braccia e la bacia. Lei lo accarezza e non appena gira la testa fa cenno al pubblico che gli darebbe volentieri due sberle. Sciusciù si siede sul divano tenendola sulle ginocchia.

MONICA - Tesoro, ma dove sei stato tutta la mattina: ti ho cercato tanto.

SCIUSCIÙ - (Accarezzandola) Anche io, ma non ti ho mai trovata. Chissà cosa stai intrugliando. Anzi qualche ora fa eri svenuta qui dietro al divano poi non ti ho vista più. Ma mi fai capire perché sei sparita?

MONICA - Non avrai mica la cataratta tesoro. Io! Svenuta dietro il divano? Non è un posto comodo. Semmai sul divano con tutti i comforts.

SCIUSCIÙ - La scienza medica ha sempre qualcosa da imparare da te. Lo svenimento adesso prevede dove appoggiare il capo!

MONICA - Tesoro, sei stato molto impegnato questa mattina? Ed io che pensavo che mi dedicassi tutta la giornata.

SCIUSCIÙ - Infatti sono venuto più volte, ma non ho mai avuto il piacere di averti tra le mie braccia.

Monica si alza dalle sue ginocchia e rivolta al pubblico.

MONICA - Che Giuda!

SCIUSCIÙ - In compenso c'era una folla che ti cercava! (Al pubblico) Vediamo cosa inventa.

MONICA - Davvero? E chi sarebbe venuto?

SCIUSCIÙ  - Prima Giacomo e poi Andrea.

MONICA - Poi Pietro e Paolo. Mettiamoci anche Luca e Giovanni, gli altri non me li ricordo...

SCIUSCIÙ - Sarebbe un po' troppo non ti pare?

MONICA - E cosa volevano?

SCIUSCIÙ - (Al pubblico) Che sfacciata! (A Monica) Volevano te!

MONICA – Ah già, è vero, non ti si può nascondere nulla!

SCIUSCIÙ -  Allora lo ammetti! (Piuttosto aggressivo) Avevi dato loro appuntamento.

MONICA - (Facendo la vezzosa e mostrando ostentatamente la gambetta) Non sei mica geloso?

SCIUSCIÙ - No! Cioè sì. In vecchiaia, ebbene sì, sono diventato geloso. Non sopporto questi uomini per casa.

MONICA - Ed hai pure il coraggio di dire queste cose! Caro il mio Sciusciù sei un bell'ipocrita!

SCIUSCIÙ - Ipocrita, io? Il mio amore è immutato come il tempo che passa. Sono un poveraccio legato alle tue catene.

MONICA - (Arrabbiata) Davvero? Che caro. Ed allora che ci faceva qui la Rosetta Spoglioni, dì nome e di fatto!

SCIUSCIÙ - Quell'oca, cara, ha la mamma con una rara malattia e non si riusciva a trovare il medicinale che per fortuna io avevo in casa.

MONICA - Che combinazione!

SCIUSCIÙ -Ma secondo te, se avessi avuto una tresca con lei la portavo qui il glomo del nostro meraviglioso anniversario.

MONICA - È vero, non ci avevo pensato. Forse sarò gelosa anch’io.

SCIUSCIÙ - Ma se non faccio altro che pensare a te.

MONICA - Anche quando stai con Mirella. La mia migliore amica che ora è diventata (gli fa il verso) "la manna dell'anima tua".

SCIUSCIÙ - Come fai a sapere che Mirella era qui e...

MONICA - Ricordati tesoro (sempre sculettando) che a me non si può nascondere nulla! Ho le antenne ed i radar. Per non parlare poi della stangona che hai incontrato a Fregene.

SCIUSCIÙ - Io? Con una stangona a Fregene? Ma sei impazzita!

MONICA – E la guardavi tenero, tenero, nelle palle degli occhi, ha detto Brigitte.

SCIUSCIÙ - E chi è questa Brigitte che insinua tarli e dubbi nel nostro amore?

MONICA - (Arrabbiata) All'anima dell'amore! Sei stato si o no a Fregene in un ristorantino dove cucinano il pesce a meraviglia con una stangona giovane e carina? Non vorrai negare l'evidenza? So tutto e manca poco ti ammazzo! Però un ceffone non te lo leva nessuno! (Gli dà un sonoro ceffone!)

SCIUSCIÙ - Oh, ma fai sul serio? Ma chi ti ha raccontato queste balle?

MONICA - Rispondi! Se no te ne do un altro!

SCIUSCIÙ - Calma e sangue freddo. Come fai a credere a queste malignità?

MONICA - Caro dottore, Professore, svergognato, fedifrago attendo una risposta subito! Ci sei stato sì o no a Fregene con la stangona!

SCIUSCIÙ - Ebbene...

MONICA - Ebbene?

SCIUSCIÙ - Ebbene sì!

Monica gli tira un altro ceffone.

SCIUSCIÙ - Mi fai finire di parlare? Sei più veloce del fulmine! Ma la faccia è mia. Forse è meglio che ti impacchetti. (Se la mette sulle ginocchia e le blocca le mani). Ero con Manuela, va bene? Eravamo lì per prepararti la sorpresa.

MONICA - Non ci credo!

SCIUSCIÙ - Vuoi che la chiami?

MONICA - E va bene, ho capito. Anche io aspettavo Giacomo e Andrea per lo stesso motivo.

SCIUSCIÙ - Lo sai che ho ricevuto anche una lettera anonima? Guarda qui. (Gliela mostra).

MONICA - (Alzandosi in piedi) Disgraziati farabutti! Cosa fa fare l'invidia. Allora sei sempre il mio piccolo, piccolo Sciusciù. (Si strusciano il naso l'uno contro l'altra).

SCIUSCIÙ - E tu la mia grande, grande Pissi Pissi! Ed io che pensavo che non mi volessi più!

MONICA - E che devo dire io che pensavo di avere più corna che capelli! Scusami, Sciusciù.

SCIUSCIÙ - Amore, queste cattiverie ci hanno fatto scoprire quanto ci vogliamo bene. Ma sono stato parecchio male e sul punto di fare una sciocchezza.

MONICA - Lo dici a me! Volevo fare una strage.

SCIUSCIÙ -Allora aveva ragione Carmencita, giravi con il fucile da caccia.

MONICA - Per fortuna non ha cacciato nessuno. Fra poco arriveranno figlioli ed amici... Sai che facciamo?

SCIUSCIÙ - Cosa?

MONICA - Facciamo credere a tutti che abbiamo fatto una sceneggiata dopo che...  (Bisbiglia all'orecchio di Sciusciù).

SCIUSCIÙ - Benissimo. Sei sempre la mia grandissima Pissi.

MONICA - A che ora hai detto loro di venire?

SCIUSCIÙ -Alle 18.30 ed ho una fame che non ci vedo. Oggi abbiamo saltato anche il pasto!

MONICA - Speriamo che Carmencita abbia cucinato. Le avevo detto di comprare il cianuro.

SCIUSCIÙ - Quella, tonta com'è, sarebbe stata capace di comprarlo davvero se glielo avessero dato.

MONICA - Ora andiamo a prepararci che tra poco saranno qui.

Escono abbracciati.

Scena XXVIII

Suona il campanello. Entra Carmencita piena di tic, barcollante e va ad aprire.

CARMENCITA - Che giornata! (Tic). E ora chi sarà? Devo chiedere i danni, l'identità e...oh Signore aiutami tu! Ah, siete tutti qui. Speriamo bene!

Entrano Manuela, Lucio, Antonella, Carlo, Mirella, Giacomo ed Andrea.

GIACOMO - I signori sono in casa?

MANUELA - Prego accomodatevi, fate silenzio così la sorpresa per Mami è completa. Vado a chiamarli.

Entrano invece Alberto e Monica con i fucili puntati. Tutti e due indossano la fascia alla Rambo.

CARMENCITA - Gli è di nuovo preso il ratto!? (Tic). Dottò, anche voi.

MONICA - Zitta tu che cominciamo da te.

CARMENCITA - Oh oh oh (Sviene)

Tutti spaventati si abbracciano.

ANDREA - Alberto...

MIRELLA - Alberto...

MANUELA ed ANTONELLA - Mami, Papi... ma che vi è preso!

Monica ed Alberto scoppiano a ridere.

ALBERTO - Giornata movimentata oggi. il thriller si chiude così.

MIRELLA - Meritereste che andassimo via. Ci avete fatto passare una giornata.

ALBERTO - Ed ora vi faremo divertire una serata. Benvenuti a tutti e grazie di essere qui.

TUTTI - Viva gli sposi! (Battono le mani).

Carmencita rinviene e rimane seduta per terra in mezzo alla scena.

CARMENCITA - Oh Gesù, Gesù qui sono tutti matti! (Tic)

MONICA - Su Carmencita, vieni a cena con noi. Ora vedrai che starai benissimo.

CARMENCITA -  Non mi fido! Sciò, sciò, consideratemi licenziata!

Mentre tutti ridono, suonano alla porta. Stupore tra i presenti.

SCIUSCIÙ – E adesso chi è? Carmencita, va' a vedere tu! (la tira su di forza)

CARMENCITA – Vado, vado... Qui non si può neanche svenire in pace!

Va ad aprire e rientra con il Detective e Spirù.

DETECTIVE – (rivolto a Monica) Signora, i miei rispetti. Rivolto agli altri: Signore e signori, buonasera. Come promesso, Occhio di Pernice ha risolto il mistero e ha scovato... l'amante di Sciusciù!

SCIUSCIÙ – Ma chi è lei, ancora con questa storia, ma io l'ammazzo! (tenta di avvicinarsi minaccioso al detective ma Lucio e Carlo lo fermano)

MONICA – Ma no, Sciusciù, stai calmo, è tutto un equivoco...

DETECTIVE – Signora, nessun equivoco! Ho risolto il mistero e ho condotto qui la colpevole! Signore e signori, l'amante di Sciusciù! (e indica la quinta dalla quale entra timida e preoccupata Rosetta Spoglioni)

ROSETTA – Buonasera... chiedo scusa... mi hanno convocata... disturbo?

MANUELA – Ma che amante, questa è l'infermiera di Papi (rivolta al detective) Mi sa che lei non ha capito proprio nulla, lasci perdere, guardi...

DETECTIVE – (in imbarazzo) Mah, io l'avevo detto che forse lei non c'entrava niente. Spirù, che hai combinato, questa non è l'amante! Ma che figure mi fai fare... sei sempre il solito incapace!

SPIRÙ – Veramente, io...

DETECTIVE – Chiedo scusa, signori per l'errore e rimedio subito. Occhio di Pernice ha risolto il mistero. Signore e signori, l'amante di Sciusciù! (indica la quinta ed entra Fernanda)

FERNANDA – L'amante? Chi è che ha l'amante? Ditemi tutto che devo sapere! Ah, ma l'avevo detto io che in questa casa c'era aria di corna...

CARLO – Dottore, da lei questa non me l'aspettavo!

SCIUSCIÙ – Non scherziamo, io non la conosco questa qui!

ANTONELLA – Ma è Fernanda, una vecchia compagna di scuola della mamma!

DETECTIVE – Spirù, incapace che non sei altro, hai sentito? Questa non è l'amante, che combini?!

SPIRÙ – Ma veramente, io...

MIRELLA – Sentite, voi due, forse è meglio se ve ne andate e ci lasciate in pace! Qui non ci sono amanti, ma solo gente che si vuole bene e che vuole festeggiare un anniversario!

DETECTIVE – Ehm... in effetti... dopo un'attenta verifica dei fatti potrei considerare l'eventualità di aver commesso un piccolo errore... E' probabile che ci sia stato un equivoco... Signora, prima di andare devo confessarle una cosa... non posso più trattenermi!

MANUELA – Guardi che se non riesce a trattenersi il bagno è di là...

DETECTIVE – (dà un’occhiataccia a Manuela, poi riprende) Ebbene, dal primo momento che io ho messo piede in questa casa sono rimasto folgorato dalla bellezza di una donna meravigliosa, la creatura più soave e affascinante che io abbia mai visto! (mentre parla il Detective, tutte le donne, tranne Carmencita, si aggiustano con aria compiaciuta pensando che si stia parlando di sé).

MONICA – Senta, non so cosa si sia messo in testa, ma è meglio finirla qui!

DETECTIVE – Mi lasci continuare... Vede, io mi sono perdutamente innamorato... di lei! (con un balzo si inginocchia davanti a Carmencita e le porge un anello) Vuoi sposarmi, meravigliosa visione?

CARMENCITA – Ma come si permette, ma io neanche la conosco! (si gira dall’altra parte) Per queste cose ci vuole tempo, bisogna pensarci a lungo... (si rigira di scatto e arraffa l'anello) Accetto! (Rivolta a Monica) Signora, visto che l'ho trovato uno straccio di marito? Mi sposo!! Oh, cielo! Mi sposo! (Sviene)

Sipario.