… me tuca anca pagà i tass!

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"...ME TUCA ANCA PAGA' I TASS !"

COMMEDIA COMICA IN DUE ATTI DI

ROBERTO FERA

Personaggi :

Walter Bombardieri-il postino

Adelina-la moglie

Adelaide-la figlia

Severino Mangiaratti-il mandriano

Ruggero-il nipote

Ludovico Ludovici Mirabello del Casato dei Ruffiani-il marchesino

Teodoro-il marchese

Letizia-la marchesa

Barbara-la marchesina

Riccardo Acquistapace-l'esattore delle tasse

La scena si svolge ai nostri tempi, in una casa arredata sobriamente.

Tutti i diritti della commedia sono tutelati dalla S.I.A.E.- Codice Opera : 811645 A

***

Si tratta di una farsa divertentissima dell’Autore milanese, tutta giocata su di un’enorme bugia.

Adelaide, figlia di un postino milanese e di una casalinga, si è fidanzata nientemeno che con il marchesino Ludovico Ludovici Mirabello del Casato dei Ruffiani, rampollo trasognato e rompiscatole.

Per sentirsi all’altezza del fidanzato e dei futuri suoceri, la ragazza spaccia il povero padre per un ricco industriale di cartiere…In vista dell’arrivo dei suoceri e grazie ad una serie di divertenti equivoci si crea così in famiglia una sorta di bislacca e a questo punto necessaria servitù formata da una mandriano rozzo ed ignorante che assume suo malgrado il ruolo di maggiordomo e dal nipote del postino che, da assiduo frequentatore di palestre, deve vestire i panni del cuoco di casa…Ma i marchesi Ludovici in realtà sono completamente squattrinati e addirittura inseguiti dall’esattore del fisco…

Una farsa esilarante ricca di risate e colpi di scena, come nella migliore tradizione della commedia vernacolare. 

I ATTO

Adelina sta piegando delle lenzuola, aiutata dalla figlia Adelaide.

Le due donne conversano.

AD.NA-(con marcato accento meridionale) Io non riesco a capire perchè l'ha fatto...Povera donna, non meritava proprio un trattamento del genere...sto disgraziato, mica glielo aveva detto che ne teneva un'altra...(ripone il lenzuolo sul divano e ne prende un altro) non c'è niente da fare, gli uomini sono solo dei gran farabutti...e poi, un'altra donna così bella dove la trova ?

AD.DE-(cercando di rincuorarla) Ma mamma, forse Manuel non l'ha lasciata per sempre...

AD.NA-(prendendo un altro lenzuolo) Invece Manuel l'ha proprio abbandonata e si è messo insieme a quella mora...come si chiama ? Viola, ecco come si chiama, Viola...lui l'ha piantata e lei per la disperazione si è fatta suora, allora Ramon, che a sua volta era segretamente innamorato di Valeria, si è...

AD.DE-(riponendo il lenzuolo e scherzando)...Si è fatto prete...

AD.NA-(che intanto si è messa ad asciugare delle posate poste sul tavolo) Ma che prete e prete, dovresti vedere che pezzo di marcantonio è...bello, moro, atletico...no, Ramon è partito per Londra per dimenticare Valeria...

AD.DE-(che intanto le si è avvicinata per aiutarla) ...Sì, ma io sono convinta che nella prossima puntata Ramon ritorna da Londra e vive questa sua grande storia d'amore con Valeria...

AD.NA-...Eh, bisogna vedere...a Londra Ramon potrebbe conoscere un'inglesina, sposarsela, e chi s'è visto s'è visto !

AD.DE-Mamma, se Ramon sposa un'inglesina, la telenovela "Cuori infranti" finisce !

AD.NA- E no eh...siamo solo alla 152a puntata e hanno detto che ne faranno almeno 300

AD.DE-Appunto, vedrai che Valeria esce dal convento e ritrova Ramon, mentre Manuel abbandona Viola perchè si innamora di una ballerina che si chiama Virginia...

AD.NA-...Uhè, ma come ? Ha lasciato Valeria per mettersi con 'sta Viola e già lascia anche questa per mettersi con una ballerina...e tu poi, figlia mia, come lo sai ?

AD.DE-Semplice mamma, ho letto la trama su Confidenze...

Nel mentre entra Walter, il marito, che appende borsa e giubbotto.

AD.NA-...Che schifoso di un uomo...che faccia di tolla...

WA-(tra sè)...'Des la taca a rump i ball!

AD.NA-(che non si è accorta del suo arrivo perchè gli dà le spalle)...schifoso come tuo padre...Manuel è schifoso come tuo padre...anzi, tuo padre è anche insensibile...gli dico : "Walter, vorrei dimagrire" e lui sai cosa mi risponde ? "Da centvutanta a centsetanta chili che diferensa a gh'è?" Ecco cosa mi risponde...che diferensa a gh'è...Io poi non riesco a capire come ho fatto a sposarlo...così brutto, storto...mica come Ramon...alto, moro, atletico...

WA-(che l'ha ascoltata mimandone i gesti)...Sì perchè mì ho spusà la principessa Soraya, alta, mora e piena de danèe...

AD.NA-(accorgendosi di lui) Ah, sei tornato...stavo proprio parlando di te...

WA-(con ironia) Qualcosa avevo intuito...

AD.DE-(prendendo le lenzuola) Beh mamma, io porto di là le lenzuola...

AD.NA-(con dolcezza) Vai, vai tesoro di mamma...e tanto che ci sei riassetta pure il letto degli ospiti, così quando arriverà Ludovico troverà tutto in ordine...

Adelaide esce

AD.NA-(riprendendo a parlare)...E tu ringrazia il cielo che hai trovato una donna come me, altrimenti a te chi ti accattava più ?

WA-(sempre con ironia)...Infatti io ho un conto aperto con la sfortuna...la sera che ti ho conosciuta a farci incontrare è stata la scarogna...

AD.NA-Ma che scarogna e scarogna...eri talmente ubriaco che mi avevi scambiato per la pompa della benzina...

WA-Beh, le dimensioni erano più o meno quelle anche allora...

AD.NA-Vergognati, m'hai preso che ero un fiore che stava sbocciando...

WA-Rettifico, eri un tronco d'albero e adesso sei diventata una quercia...

AD.NA-Dileggiami, dileggiami pure...

WA-(stranito) Se t’è dì ?

AD.NA-Dileggiami...

WA-Adelina, se devi dire che hai fatto degli odori, non dirlo con parole difficili...

AD.NA-Ignorante che non sei altro, stavo dicendo "prendimi pure in giro", ma tu forse non ti ricordi che la prima volta che mi hai dato un bacio mi hai detto "Amore mio, non ti lascio più"...

WA-...Alura che la sera lì la ciuca l'avevi ciapada propri seca...

AD.NA-(incalzandolo)...E non solo, mi hai anche detto "Quando guardo te vedo la Madonna"...

WA-Alura avevi minga ciapà dumà la ciuca, se ved che ù picà anca la testa, ma inscì fort, ma inscì fort che g'hù avù ona crisi mistica...ma l'è no che ti stai sconfondendo con qualcuna delle tue novellas, perchè mì chi rob lì a ona dona non le ho mai dette...

AD.NA-Quando vuoi hai la memoria corta...e poi lascia stare le telenovelas...io lì ci trovo amore, sentimento, sincerità...insomma, ritrovo tutto il mio essere donna...

WA-Quand te se tajet i barbis ti avvicini alla donna...

AD.NA-Caro il mio marito, io i peli non li tengo neanche sulle gambe...

WA-Infatti sulle gambe non hai peli, hai solo delle piante rampicanti e carnivore lunghe così...di notte mi fanno anche il solletico sotto i piedi...l'altra notte mi hanno anche ciucciato il ditone del piede destro...

AD.NA-Io sono una donna romantica...

WA-Ma che rumana e rumana...se set ona paisanasa mesa terona e mesa lumbarda...

AD.NA-...E sono anche sensibile...

WA-Uhè, gh'è mort tri gat e dù canarin e non ha sparso neanche una lacrima...la ved la novella "Cuori infranti" e la me alaga la cà a furia de piang !

AD.NA-Sai che fine farai tu ?

WA-No...

AD.NA-La fine del tuo amico Severino, quello che cura le vacche, il mandriano...lui, a furia di bere, quello straccio di moglie che aveva l'ha perduta...eh, come la capisco...ha fatto benissimo ad andarsene...

WA-Infatti adesso lui sta benone proprio perchè la moglie non c'è più...tu invece, purtroppo per me, ci sei ancora !

AD.NA-Irridimi, irridimi pure...

WA-Eehh ?

AD.NA-Ho detto irridimi, sfottimi, prendimi pure in giro...

WA-Porca miseria Adelina, muchela lì cunt i parol dificil...in due l'è che te vet a truvai tucc ?

AD.NA-(con orgoglio) Io leggo mio caro, mi documento, mi istruisco...tu forse ti dimentichi che nostra figlia Adelaide è fidanzata con il marchesino Ludovico Ludovici Mirabello del Casato dei Ruffiani...e forse ti dimentichi anche che sia il marchesino che la sua famiglia sono persone sono persone coltissime e raffinatissime...e non solo, sono anche dei ricchissimi possidenti...quindi in famiglia bisogna elevare il tasso culturale...e visto che a te non interessa, lo faccio io insieme a mia figlia Adelaide...insieme io e lei saremo una coppia perfetta di nobildonne...

WA-Ho minga capì perchè quand la sbaglia è mia figlia e quand invece la ved el marchesin o la parla ben in italian è tua figlia...

AD.NA-Voglia il cielo che Adelaide si sposi con lui, così la mia vita e quella di mia (lo sottolinea) figlia cambierà...diventeremo nobili...(sogna ad occhi aperti) io sarò la marchesa Adelina Trugliu del Casato dei Ruffiani e mia (lo sottolinea di nuovo) figlia Adelaide una marchesina...ah che meraviglia...sarò nobildonna !

WA-(cinico) Marchesa Adelina Trugliu,primo incrocio fra una nobile e ona mesa terona !

AD.NA...Ma cerca d'andare a cambiarti, lo sai che oggi il marchesino ci onorerà di una sua visita, viene per chiederci in sposa Adelaide, e tu non vorrai farti trovare vestito così...ah, come la invidio, lei sì che ha fatto una buona scelta, non come me...

WA-(ancora più cinico)Lei sì de sicur, a l'è al marchesin che l'è andada mal...Varda tì che catorcio de dona che'l s'è truvà...La tua (lo sottolinea) tusa ti assomiglia tutta...

AD.NA-Lascia stare Adelaide che è una creatura di Dio...

WA-Partorita dal mostro che sei...

Squilla nel mentre il telefono

WA-(rispondendo) Pronto, chi parla ? Ah è lei...si, ce la passo subito...(urlando) Adelaide, guarda che gh'è el rufian, cioè, el tò murus nobile al telefun...adesso arriva !

AD.DE-(uscendo trafelata e rispondendo) Ciao piccolo pettirosso...

WA-(indispettito) Pettirosso ? La se murusada cunt un usel, ades ?

Adelina,che nel mentre ha raggiunto la figlia, gli fa segno di tacere

AD.DE-Ma certo amore, sono qui con la mamma...io e lei ti stiamo ansiosamente aspettando...

WA-(offeso) Perchè, el tò papà in due l'è che l'è andà ? In cantina ?

AD.DE-Certo, quello che senti in sottofondo è papà...mi ha detto che non vede l'ora di conoscerti...vero papi ?

WA-Oohh...arto del desiderio !

AD.NA-(rimbrottandolo)Ignorante, si dice ardo dal desiderio !

WA-Ma vadaviael..anca tì !

AD.DE-(facendo ad entrambi segno di tacere) Certo che puoi fermarti da noi, anche la mamma è d'accordo...e poi la casa è grande...allora ci vediamo dopo...(manda dei bacini)...ciao puzzolino, ciao...(manda ancora qualche bacino e riappende)

WA-Puzzolino ?Adelaide te avisi, portum minga in cà on quai sacrament che spusa perchè mì el tro fora di ball subit...

AD.NA-(tutta eccitata) Hai sentito ? Sta arrivando, vai a prepararti ! Mi raccomando, mettiti anche la cravatta...e non dimenticarti il profumo !

WA-(uscendo) La prosima volta prima de spusala la impichi !

Rimaste sole

AD.DE-(timidamente) Mamma...c'è una cosa della quale non ho informato nè te nè papà...

AD.NA-(preoccupata) Oh Dio mio, è già incinta ! Non è ancora sposata e già aspetta un bambino...beh, non fà niente, vorrà dire che vi sposate subito, io divento immediatamente marchesa, tu sposa e madre fedele e tuo padre diventa nonno...già mi immagino il pargoletto con un nonno del genere...

AD.DE-Ma no mamma...non sono incinta !

AD.NA-E allora che c'è ? Di che ci devi informare ?

AD.DE-(imbarazzata)Ecco...quando ho conosciuto Ludovico, lui mi ha detto che i suoi genitori lo vorrebbero sposato con una ragazza di quelle che contano, insomma, una ragazza di buona famiglia...io stupidamente mi sono vergognata di dirgli che sono figlia di un postino e di una casalinga e per paura di perderlo gli ho detto che papà è un ricchissimo industriale proprietario di cartiere sparse un po' in tutto il mondo...lo so che ho sbagliato, ma avevo paura di perdere il suo amore dicendogli la verità...

AD.NA-Tuo padre un ricco industriale proprietario di cartiere ? Ma chi ? Ma se non tiene neanche gli occhi per piangere...figlia mia, mò come facciamo ?

AD.DE-(cercando di inventare qualcosa) Beh, papà potrebbe spacciarsi all'inizio per un industriale e poi...e poi...

AD.NA-...E poi quando sarai sposata qualche santo provvederà...pensandoci bene, se Ludovico è veramente innamorato di te, un domani comprenderà questa piccola bugia...ma il più adesso è riuscire a convincere tuo padre a spacciarsi per un ricco industriale...come possiamo fare?

AD.DE-Prova a chiederglielo tu...

AD.NA-Macchè...se glielo chiedo io quello mi ride in faccia ! Piuttosto sai che dobbiamo fare ?

AD.DE-No, ma qualsiasi cosa, purchè accetti, va bene

AD.NA-Lo dobbiamo adulare, dobbiamo trattarlo bene...lascia fare a me che conosco il mio pollo, quando ritorna trattiamolo con estrema gentilezza, vedrai che accetterà...

AD.DE-Credo che tu abbia ragione mamma, aduliamolo...

Suona il campanello ed entra Ruggero, il nipote di Walter e Adelina. E' un ragazzo alto, muscoloso, vestito con pantaloncini e canottiera, che porta con sè una borsa da palestra.

AD.NA-Sarà mica già arrivato il marchesino ?

AD.DE-Ma va mamma, è impossibile...

AD.NA-(andando ad aprire) Allora chi sarà mai ? (apre) Ah, sei tu Ruggero...vieni, vieni avanti...

RU-(entrando) Ciao zia, ciao Adelaide...

AD.DE-Ciao cugino, che fai qui ? 

RU-Lo zio Walter non c'è ?

AD.DE-Mio padre è di là che si sta cambiando...sai, stiamo aspettando il mio fidanzato, oggi gli chiederà di sposarmi...

AD.NA-Ruggero, se aspetti un attimo arriva...ma è qualcosa di urgente ?

RU-Ma no zia, devo solo andare a giocargli i numeri del lotto...

AD.NA-Chillo per mettere 'na cravatta e ‘nu poco di profumo ci mette un anno...Walter...Walter...(lo chiama ad alta voce)

WA-(fuori campo) Se te ghet de rump l'anima, pansciuna ?

AD.NA-Guarda che ci sta Ruggero, è venuto per andare a giocarti i numeri del lotto...

WA-(fuori campo) Digli allo schiacciasassi che adesso arrivo...

AD.NA-Ruggero, sai che ogni giorno che passa diventi più muscoloso ?

RU- E' la palestra zia, passo ore ed ore ad allenarmi perchè voglio diventare campione italiano di body building...

Nel mentre rientra Walter che indossa un completo a scacchi, un cravattone e un berrettino che si sposa perfettamente con il vestito.

WA-Mi me par de ves abastansa elegante, la cravata gh'è l'ho, el prufum anca...a pari el piccolo lord !

RU- Ciao zio...

 WA- (notando l'abbigliamento sportivo di Ruggero che consta di pantaloncini e canottiera) Ci siamo vestiti alla sartoria d'alta moda ?

RU-Zio, devo andare in palestra, questi muscoli (li gonfia) mi costano fatica e soprattutto soldi...

WA-E alura meta la pumpa de la bicicleta in del bus del gnau, vedrai che diventi grosso gratis...cià, vai a giocarmi questi numeri (prende un foglietto dalla tasca) quaterna e cinquina secche sulla ruota di Milano...

RU-(guardandoli) Ancora ? Ma è una vita che li giochi e non escono mai...

WA-Ma se t'interesa a tì, sacrament d'un bronso de Riace ? Ma mì vegni a cuntat quanti scurenget te fet in palestra a furia de andà su e giò ?

RU-No...

WA-E alura ti fat i afari tò e gioga i mè numer, chi sa mai che un doman salten fora...

AD.NA-(intervenendo) Ruggero, tanto che ci sei passeresti anche a ritirarmi la spesa che ho fatto da Giordano ?

RU-Certo zia, però porto tutto dopo che ho finito l'allenamento...

AD.NA-Sì, va bene...

WA- Ruggero, sta atent a minga andà ados a on quai pullman, se no te'l disfet e te tuca anca pagà el dann...

Ruggero esce salutato

AD.NA-(con estrema gentilezza)Walter, maritino mio...ma come sei elegante, sei davvero bellissimo...

WA-(tra sé) Quand la fa inscì vor dì che la g'ha bisogn de danèe...

AD.NA-(avvicinandosi) Pucci pucci mio, pucci pucci bello...ti trovo divino con questo vestito...

WA-(allontanandosi) L'è diventada mata tucc d'un culp...

AD.DE-Paparino mio, paparino bello, dicci la verità, vuoi farci cadere innamorate ai tuoi piedi, vero ?

WA-Anca tì...i sen drugà tucc e dù...non tengo soldi, alla larga balenotteri...

AD.DE-Ma papà, noi non vogliamo soldi...

WA-Strano...

AD.NA-Vogliamo soltanto che tu ci faccia un piacere piccolo piccolo...

WA-Ah, te vist che on quai cos de drè a gh’era...nessun piacere nè piacerino, via !

AD.NA-Fallo per la tua mogliettina...

WA-(mimando)Walter, fallo per la tua mogliettina...però  quand t'è finì de guardà i tò novellas te me diset "piccolo, storto"...

AD.NA-Ma no Walterino, tu sei molto più bello di Ramon...

AD.DE-E anche più atletico...

WA-Vacca bestia che dù rufian...me sa che el casato del tò murus l'han fat aposta per vialter dù...cià, disem se g'havì bisogn...

AD.DE-(facendosi coraggio) Ecco papà...tu sai che tra poco conoscerai il mio fidanzato, il marchesino Ludovico Ludovici Mirabello del Casato dei Ruffiani...

WA-Scusa Adelaide, non per fà el pulemic, ma vun cunt el nom pusè curt el gh'era minga?  Che so...Piero Rossi, Mario Bianchi...ghe vor mesa giurnada dumà per pronuncià el nom...

AD.DE-(non trovando le parole)Papà...io volevo dirti se tu puoi...ecco, se tu te la senti...cioè...

WA-Insuma Adelaide te voret parlà ? Te s'è ingripà la buca ?

AD.NA-Tagliamo corto : Adelaide ha detto al suo fidanzato che tu sei un ricchissimo industriale proprietario di cartiere...

WA-Io un ricco industriale ?Oh Signur, e perchè el g'ha cuntà ona bala inscì grosa ?

AD.NA-Perchè...perchè i suoi genitori vorrebbero vederlo maritato a una ragazza di buona famiglia, una ragazza ricca insomma e lei, pur di non perderlo, ha inventato questa piccola bugia...

AD.DE-(quasi supplicandolo) Papà, non farmi fare brutte figure...ti prego, quando arriva Ludovico digli che lo sei...per favore...(comincia a singhiozzare)

AD.DE-(singhiozzando a sua volta) Ecco, guarda, l'hai fatta piangere...no tesoro di mamma, non piangere...(Adelaide continua a singhiozzare)

WA-Ma roba de ciod...cunten i ball lur e pò dopu la culpa l'è mia...va bene, va bene...gh'è disarò che sunt on industrial pien de danèe, basta che la finisev de alagam la cà !  

Le due donne smettono repentinamente di piangere e cominciano a strattonarlo alternativamente

AD.NA-Molto bene, allora appena arriva il Marchesino lo riceverai con tutti gli onori…

AD.DE-Mi raccomando papà, parla bene l’italiano…

AD.NA-Come entra gli fai subito un inchino e gli dici :”Venga, venga marchesino, ci scusi tanto per l’accoglienza ma la servitù s’è presa qualche giorno di vacanza…”

AD.DE-Scusati anche per la casa in disordine…

AD.NA-Digli che provvederemo a riassettarla immediatamente…

AD.DE-Mi raccomando l’inchino…lui ci tiene…

WA-Spegnete la radio,ho capito ! Appena arriva ci faccio un inchino, poi mi scuso per l’accoglienza e gli dico che la casa la assetteremo…

AD.NA-Riassetteremo !

WA-Ho capì, sunt minga on bamba !

AD.NA-Beh, allora io e Adelaide ci andiamo a cambiare per ricevere il marchesino…tu intanto che fai ?

WA-Non so…mi metterò un po’ qui a leggere il giornale…

AD.DE-Ma no papà, non sta bene leggere il giornale mentre si aspetta un nobile…

WA-E alura se fu ? Vù in del gabinet a spetal ?

AD.NA-(cercando intorno con gli occhi) Sai che fai ? Discuti col ficus beniamino…parlagli…

WA (stupito) Parlo con la pianta ?

AD.NA-Sì, parlagli, non lo sai che se parli alle piante queste crescono sane e rigogliose ? Le piante ti ascoltano…su dai, parla…che aspetti ?

WA-(arrabbiandosi) Eh, un mument…devo anche trovare gli argomenti…è la prima volta che mi capita…

AD.DE-Mamma, andiamo a prepararci…

AD.NA-Hai ragione tesoro di mamma, hai ragione…andiamo…tu intanto fai vedere al ficus che hai il pollice verde… (escono)

WA-(guardandosi il pollice) Mì ghe l’ho minga verd el pollice…(girando intorno alla pianta e fischiettando) Uhè beniamino…cume la va ? (alla moglie, fuori) E’ già cresciuto 10 centimetri (al ficus) Madonna che giurnada infernal…la mia tusa la se murusada cunt un usel e tra poc me la presenta..a l’è un nobil…nient, nanca ona parola! Adelina, che la pianta chì la parla minga ! (di nuovo al ficus) Comunque quela che la ghe tegn pusè al matrimoni l’è la mia mièe…la vor diventà ona nobildonna, fas ciamà marchesa…Tì imagina, la và a fa la spesa e la ghe dis :”Sono la marchesa Adelina Trugliu Mirabello del Casato dei Ruffiani, vuraria do bistec de mans per piasè…” El Giordano, che l’è mes matt te sé se’l ghe fa a la marchesa Adelina ? Prrr (pernacchia) ecco se’l ghe fa…uhè, el me rispund neanca el beniamino…Madonna che pianta malmustusa (si ferma qualche secondo a riflettere) E po’ a mì m’han spacià per un industrial pien de danèe, e te’l set perché ? Perché vona che l’è la tusa d’un pustin la po’ minga fidansas e spusas cunt un nobil se l’è minga sciura de famiglia…varda tì el mund cume el gira stort…(riflette ancora un attimo) Uhè beniamino, dim on quai cos…niente, muto come una tomba…se ved che anca a lù ghe van mal i robb, mì g’ho i ball girà e lù i radis invers…porca Eva, chi do là me varden gnanca in facia tucc ciapà cume hin cunt sto marchesino, tì beniamino te me rispundet neanca a masat…te set se te disi ? Mavadavialecù anca tì !

Suona il campanello

WA-Uhè, a l’è rivà l’usel…cià che vù a ricevel cun tucc i unur del caso…ah, devi anca ricurdam i fras che m’ha dì de ripet l’Adelina…

Walter si pone di tre quarti rispetto all’interlocutore così da non vederlo in viso

WA-(cercando di sembrare elegante ma risultando rozzo) Venghi venghi marchesino, ci scusi tanto per l’accoglienza ma la servitù s’è presa qualche giorno di vacansa e la casa è un po’ in disordine…(si ferma a pensare) Se la m’ha dì de dì ades ? Ah…provvederemo ad assettarla immediatamente…

Nel mentre ha fatto il suo ingresso Severino, il mandriano amico e vicino di casa di Walter, vestito con abiti da lavoro

SE-(che l’ha ascoltato stupito) Walter…te se bel e ciuc a che l’ura chì ? E po’…se l’è sto prufum ?

WA- (accorgendosi di lui) Canela numero cinque…scusa Severino ma pensavi fus rivà l’usel, el pettirosso…

SE-L’usel ?

WA-Cioè, il marchesino del Casato dei Ruffiani…insuma, pensavi che te fuset el murus de la mia Adelaide…

SE-Perché tì el murus de la tua tusa te’l riceveriset inscì ?

WA-E sì, perché l’è una persona impurtanta, l’è un nobil, un marches…

SE-Un nobil ? Un marches? Ma alura cume el vegn in cà dag ona badilada in sui gengiv !

WA-Se po’ no, se po’ no…altrimenti la mia mièe e la mia tusa cumincen a caragnà…a pruposit, cume và el lavurà ?

SE-(con aria rassegnata) Trà su merda…trà giò merda…Madonna Walter, cume caghen i vacc ! Cià, ma damm on bicer de quel bun, sunt vegnù chi aposta…

WA-Ah già, che stupid…te’l do vulentera…bianc o russ ?

SE-Damel russ cume el sang, perché a furia de mung i vacc de liquid bianc per incò n’ho vist fin tropp !

WA-(che nel mentre ha versato il vino) Tè Severino, ma beven poc perché che’l vin chì a l’è fort !

Se-(bevendo) Mal che vaga te me portet a cà in spala !

WA.Inscì borlum denter ancamò in del letam di tò vacc…te se ricordet ? Serum talment ciuc che ghe s’em piumbà denter fin al coll che la volta là…

SE-Signur cume spusevum…s’eri talment profumà che la mia mièe, prima de lasam, la credeva che de nott eren entrà i vacc in camera de lett ! (beve) Walter, te set che diferensa gh’è tra i vacc e i pulitic ?

WA-Mì no…

SE-Nisuna, spusen tucc e dù a la stesa manera !

WA-(bevendo) Ona diferensa la gh’è…quand te munget ona vaca vegn fora on liquid bian cume la nev, se te munget on pulitic, semper che ghe vegna fora on quai cos, vegn fora on liquid negher cume el petroli…

SE-…Salvo ona quai ecesiun….

WA-Che po’ l’è quela che cunferma la regula…ma forse l’era mej se te curavet i tor…

SE-Perché i tor la fan minga udurusa ?

WA-Te ghet rasun ancà tì…cià, setemes giò un atim…(si siedono)

SE-Alura la tua Adelaide la g’ha de presentat el so murus ?

WA-Eh già…

SE-Uhè…e per caso s’hin bele che basà ?

WA-Pò das che on quai basin ghe l’abia dà…

SE-(curioso) Ma in buca o su la guancia ?

WA-Severino, che dumand te me fet ? Sunt minga lì a spiai…

SE-No, perché te set cume hinn i giuvin d’incò, i sen nancamò cunusù che giamò hinn in lett insema…

WA-A l’è el dì che la mia Adelina ei cupa tucc e dò !

Entrano nel mentre Adelina e la figlia, entrambe vestite in maniera ridicola.La moglie indossa un abito a fiori e un divertente cappello di paglia con un rametto alla cui estremità c’è un finto uccelletto, Adelaide invece un vestito blu a pois neri e un cappellino con veletta. Entrambe portano guanti di pizzo, borsetta e scarpe con tacchi alti (abbigliamento personalizzabile). Le due sono così eccitate che inizialmente non si accorgono che seduto al posto del marchesino c’è Severino.

AD.NA-(con una piccola riverenza) Oh marchesino Ludovico, siate il benvenuto nella nostra umile casa…c’è un po’ di disordine ma sapete com’è, anche i domestici hanno bisogno di riposo…

AD.DE-(con enfasi) Ludovico, mio piccolo passerotto indifeso, anche se il mio corpo è esile io ti difenderò da chiunque voglia farti del male…

SE-(guardandole stupito) Mì l’ho semper dì : ai donn dag dumà di bott in sul firun de la scena…ma Walter, cume  s’hin cunscià i tò donn ?

WA-Come due oche parpaquane fuggite dalla fiera degli obej obej…(alle due) Ma cume si cumbinà ?

AD.NA-Come due dame dell’alta società che stanno per ricevere un loro pari…e lei Severino che ci fa qui ?

SE- Sun vegnù chì per dag ona badilada in sui gengiv…schersi eh…sono venuto a bere un bicchiere di vino in compagnia di suo marito…

AD.DE-Sì, ma faccia in fretta che sto aspettando il mio fidanzato, lo devo presentare a papà…(con eccitazione) oggi probabilmente gli chiederà di sposarmi !

Nel mentre suona il campanello provocando agitazione

AD.DE.E’lui, Ludovico !

AD.NA-(assumendo un’aria snob) Presto Walter, accingiti a riceverlo…noi andiamo di là a riassettarci…

SE-Ma cume hinn drè a parlà chi donn chì ?

WA-(con aria rassegnata) Mah…

AD.DE- (indicando Severino) Mamma, e lui come lo giustifichiamo ? E poi vestito così malamente non è presentabile !

SE-Signorina, mì a mung i vacc podi minga andà in giaca e cravata !

Il suono del campanello si fa insistente

AD.NA-Ho un’idea : presto Severino, venga di là con noi, e anche tu Adelaide…Walter mi raccomando, ricevilo con tutti gli onori e ricordati di dire tutto quello che ti ho detto !

WA-Preocupes minga !

SE-Walter, e mì se fù ?

WA-Vag adrèe a la mia mièe ! Par che gh’è vegnì un’idea

I tre escono, Walter si avvia verso la porta

WA-Venghi venghi marchesino…

Entra un giovane vestito in maniera raffinata e dai modi affettati

LU-(con fare antipatico) Buongiorno buon’uomo, sono il marchesino Ludovico Ludovici Mirabello del Casato dei Ruffiani…vorrei conferire con l’industriale Bombardieri…abbiate la compiacenza di annunciarmi…

WA-Bombardieri sono io…

LU-Quale onore, quale onore ! Perdonatemi, vi avevo scambiato per il domestico…dunque siete voi…non credo alle mie fosche pupille…

WA-(tra sé e sé) Oltre che ves on rufian cunt i pium quest chì el g’ha le mosche nelle pupirle…cume l’è cumbinada mal anca la mia Adelaide…

LU-(restando sulla porta) Concedetemi di chiamarvi papà…

WA-Eh, va pian ! Te gh’è namò mis i pè in cà mia e giamò sem diventà parent…

LU-(entrando decisamente in casa) Venite papà, venite e accomodatevi pure !

WA-E vuraria vedè, sunt in cà mia ! E stà a vedè che podi nenaca setam giò !

LU-Ma papà, come mai mi avete aperto voi ? Non c’è la vostra servitù ?

WA- Marchesino, ci scusi tanto per l’accogliensa ma la servitù si è assettata e la casa si è presa qualche giorno di vacansa…porca eva, sunt andà in cunfusiun !

Prima che Walter possa proferire parola, entra Severino agghindato come un perfetto maggiordomo. Porta guanti bianchi, papillon, pantaloni neri e una giacca anch’essa bianca con bottoni d’oro.

SE-(muovendosi goffamente) Commendator Bombardieri, sono il sostituto del maggiordomo che è andato in vacansa  (schiaccia l’occhio a Walter) Sua moglie, la nobildonna Adelina, mi telefonò dicendo che portavate urgensa e mi sono precipitato a rendervi i miei servisi…(sottovoce) Uhè, la tua mièe la m’ha spiegà tucc e la m’ha dì de parlà inscì, sperem che vaga tucc ben…(alzando il tono di voce) Posso servirla in qualcosa, commendatore ?

WA-(stranito) Ades sunt diventà anca cumendatur ?

LU-(altezzoso) Buon’uomo…come vi chiamate ?

SE-(allungandogli la mano) Severino Mangiaratti…

LU-(non ricambiando la stretta e  guardandolo con molta sufficienza) Bene Severino, io sono il marchesino Ludovico, il fidanzato di Adelaide…vi premetto che ho molto rispetto per la servitù ma voglio anche che essa sia veloce, pratica ed essenziale. Quindi quando batterò una volta le mani (le batte) così, vuol dire che potete andare, quando le batterò due volte (le batte) così, vuol dire che dovete venire e quando le batterò tre volte (le batte) così vuol dire che ho bisogno di voi urgentemente e in quest’ultimo caso tralascerete immediatamente tutto quello che state facendo e correrete subito da me dicendo “Dite marchesino…” Ah vi prego, ricordatevi sempre quando vi chiamo di dirmi “Dite marchesino…”, avete capito ? (poi gira la testa di lato come non considerandolo)

SE-Walter, la facia ghe la spachi subit o aspeti ancamò un minut ? Dim tì se g’ho de fa…

WA-Tì ciapel per el cupin, mì per la pata del cù, che inscì el trem fora di ball subit !

SE- Varda, perché  te set un amis per un po’ el suporti…

LU-(girandosi verso i due) Severino, un’ultima cosa…domani mattina, quando mi porterete la colazione a letto, le persiane apritele poco poco…sapete, non sopporto la luce del primo mattino…

SE-(cinicamente) Puverin…me dispias…

LU- Ah, il caffè con un poco di latte…sì ma non troppo, solo un goccino e possibilmente fresco…anzi, se è appena munto è meglio…

WA-Se l’è per quel el Severino ghe na porta una vagunada…

LU- Poi dopo colazione sono abituato a fare una cavalcata, quindi sempre domattina fatemi trovare un buon cavallo pulito e strigliato a dovere, mi raccomando…(gli gira le spalle)

SE-Walter, mì un mes brocc in de la stala ghe l’ho…

WA-Quel che te drovet per tirà el carr de la legna ?

SE-Propri lù, el Peonio, quel che scalcia cume on mul !

WA-E faghel muntà, chisà mai che cunt una pesciada la rispedis drit e filà d’in due l’è che’l vegn !

LU-(girandosi verso di loro batte le mani una volta) Severino, ho battuto le mani una volta : significa che potete andare. Solo quando le batterò due volte potrete tornare a meno che non le batta tre volte, al che voi dovrete correre urgentemente da me chiamandomi “marchesino”, mi raccomando, ricordatevelo…su andate, ora non ho più bisogno di voi…(batte le mani una volta)

SE-(accingendosi ad uscire) Mì a quest chì ona badilada in sui gengiv prima o po’ ghe la dò !

LU-(bloccandolo mentre sta uscendo) Domestico ?

SE- Se gh’è ancamò ? Dica marchesino…

LU-Ricordatevi tutte le sere di rimboccarmi le coperte..

SE-(uscendo borbotta) Walter, la prosima volta el vin la bevi a cà mia ! (esce)

LU-(rivolto a Walter) Papà, finalmente soli…

WA-(guardandolo storto) Sta atent che ades quest chì el me salta ados e ‘l me basa…

LU-(andando a proscenio inspira ed espira forte)Ah…ah…ah..

WA-Se l’è ? Asmatic ? Oh signur, la mè Adelaide l’è andada a tò un murus rufian e cunt l’asma…

LU-(inspirando con il naso)Che aria, che fragranza di odori…papà, voi sapete cos’è questo gradevole odore che le mie narici stanno percependo ? E’ così intenso, pregnante…

WA-Merda delle vacche del Severino !

LU-(inspirando ed espirando ancora) Ah…ah…ah…che pace, che pace ! Viva la campagna, viva i suoi gradevoli odori…venite papà, venite a respirarli anche voi…ah…ah…

WA-No grazie marchesino, respirateli pure tutti voi…

LU-Un applauso alla campagna...(batte le mani tre volte)

Entra Severino trafelato e di corsa

SE-Dite marchesino….

LU-(infastidito)  Ma chi vi ha chiamato ?

WA-Voi marchesino, avete fatto un applauso alla campagna, avete battuto tre volte le mani e il Severino è corso…

SE- Marchesino, voi mi avete detto che quando battevate tre volte le mani dovevo correre, ed eccomi qua !

LU-(con disappunto) Severino, dovete imparare a distinguere un applauso da una mia reale necessità…ecco, sentite (batte tre volte le mani) quando le batto così è perché ho bisogno di voi, quando invece le batto così (le ribatte) è perché sto facendo un applauso…in questo caso era un applauso dedicato alla campagna e ai suoi gradevoli odori…ora andate (batte le mani una volta) andate pure, ma la prossima volta state attento, per favore…

SE-A mì che’l bagaj chì el me fa vegnì i balurdun in testa…(esce)

LU-Papà scusatemi, ma io…(il suo sguardo si dirige sul nuovo arrivato)

E’entrato nel mentre Ruggero che porta con sé la borsa della spesa ed è vestito sempre con canottiera e pantaloncini

RU-Ecco la borsa della spesa ed ecco le schedine del lotto…(la spesa la appoggia per terra e le schedine le dà a Walter)

WA-(prende le schedine e se le mette in tasca, poi si mette una mano sulla fronte) Sem ruvinà !

RU-Ciao, scommetto che tu sei il fidanzato di Adelaide…io sono Ruggero (gli allunga la mano)

LU-(che per tutto il tempo lo ha guardato malissimo) Chi è costui ? Come osa darmi del tu ?

WA-Scusatelo marchesino, scusatelo, è il cuoco…è il cuoco che è rientrato dalle vacanse e non sa chi siete… (rivolto a Ruggero) tì dì semper de sì, me racumandi…ogni roba che’l dis dig semper de sì e ciamum minga zio se non suced ona mesa rivolusiun !

RU-(esterrefatto) Non capisco…

LU-(avvicinadosi e squadrandolo) Ah, è il cuoco…Va bene, va bene, per questa volta vi scuso, però adesso andate immediatamente a cambiarvi, così siete inguardabile !

RU-Perché, cos’hanno questi vestiti ? Sono normali abiti da palestra…

WA-Dig semper de sì…cuoco, andate di là dalla signora che vi spiegherà tutto !

RU-Devo andare di là ?

LU-Certo, andate immediatamente a cambiarvi !

RU-(avviandosi) Sì è meglio, così qualcuno mi spiegherà cosa sta succedendo (esce con la borsa della spesa)

LU-(rimasti soli)Papà scusatemi, ma vi stavo dicendo che sto trascurando il reale motivo che mi ha spinto costì…

WA-Madonna che manera dificil de parlà che g’han i nobil !

LU-Papà, io l’amo…

WA-L’avevi dì mì che quest chì el me saltava ados…marchesino, vi ringrazio dell’amore che provate per me ma io sono sposato…e poi mia moglie è anche gelosa…

LU-Ma che avete capito ? E’ di vostra figlia Adelaide che sto parlando !

WA-Ma se te me parlet de l’Adelaide guardandum fis in di occ e disendum “l’amo”, scusa ma a mì me vegn el suspet !

LU-(con enfasi) Padre, io l’amo !

WA-Madonna che om curagius !

LU-(con sempre maggiore enfasi) Io l’amo per il suo percorso esistenziale…ella in qualsiasi spettacolo incarnerebbe una serie preziosa di citazioni e reinvenzioni della grande pittura trasgressiva, soprattutto caravaggesca e boteriana, mitigate da questa sua immagine bonaria che in realtà nasconde una forte tensione erotica che si manifesta come pulsione sessuale…mi capite papà ?

WA-(stranito) Oh benissimo, siete di un chiaro..

LU-(riprendendo con enfasi) Io sono sinceramente travolto da una passione che va al di là delle regole, ho lo stesso bisogno d’impossibile del Caligola di Camus…ecco, lei, Adelaide, è come una bomba ad orologeria che riempita del mio amore è pronta ad esplodere con un effetto così dirompente da spargere i cocci del mio amore e del mio cuore nell’arco di migliaia di metri…sì, Adelaide è come una bomba ad orologeria…

WA-Madonna, la fasevi minga inscì periculusa la mia tusa…g’ho de avertì subit la mia mièe prima che la ghe sciopa in camera de lett…Adelina, Adelina, guarda che l’Adelaide a l’è carica de esplusiv, la poda sciupà da un mument a l’alter…

LU-…Ecco, per questo e per mille altri motivi io l’amo…ditemi che mi capite padre, ditemi che mi capite dall’alto del vostro grande sapere…

WA-Oh Madonna, oh Signur, a l’è carica cume una bomba atomica e se la salta per ari sparge migliaia di cuori per tucc el paes, la fa una strage…

LU-Sì, lei è una bomba…

WA-A g’ho in cà una brigatista, oh Signur…Adelina, metela a Montecitorio inscì fem on po’ de pulisia…

LU- (imperterrito)Ditemi che mi capite, padre…

WA-Sì, ti capisco, ti capisco…

LU-Ditemi che sarà la mia sposa…

WA-Sì sì, sposala quando vuoi, almen saltiv per ari e me rumpì pù i ball !

LU-(battendo le mani in un applauso)Mi capisce, mi capisce !Ella sarà mia sposa…Dio sia ringraziato (batte ancora le mani) Mi capisce…

Entra Severino trafelato

SE-Dite marchesino…

LU-(infuriandosi)Ancora voi Severino, ancora voi…ma io non vi ho chiamato…

SE.(confuso) Ma porca miseria Walter, mì cuntinui a sentì di man che batt !

LU-Sì, le mani le ho battute io, le ho battute io ma non per chiamarvi bensì per manifestare, attraverso un applauso, la mia gioia, perché Adelaide sarà mia sposa…le ho battute così (batte tre volte per applaudire) e non così (batte tre volte come a chiamarlo)…avete capito ?

SE-Sarù interdet ma mì capisi minga la diferensa…

LU-(attratto improvvisamente dal viso di Severino) Padre, guardate il viso di quest’uomo…guardatelo attentamente e ditemi cosa esprime..

WA-(guardandolo) Mì la me par la facia d’un ciucatun…

SE-(risentito) Perché ti te ghet la facia de quel che bev acqua mineral ?

LU-Padre, guardatelo bene, il suo viso esprime il nulla, dietro i suoi occhi c’è il vuoto…

SE-Sarà anche, ma perlomeno mì sun nurmal de testa…

LU- Non è come voi padre, che avete un viso che sembra scolpito da uno scultore dell’antica Grecia..ecco, voi padre avete un meraviglioso profilo greco…

SE-Gh’è andà ados un camiunista che ‘l riveva da Atene, la sbandà e cunt el TIR l’ha centrà in pieno…

LU-Voi Severino siete come il dio Urano, vi siete cibato dei vostri figli, avete mangiato la carne della vostra carne…

WA-Oh madonna Severino, cunt chil’è che s’hin spusà per mangiai?

LU-Ditemi Severino, voi avete un percorso esistenziale ?

SE-Tucc i dì da cà mia a la stala e ritorno !

LU-Voi non trasudate fatica !

SE-Prova tì a trà su e trà giò merda tucc el dì e po’ dim se l’è on lavurà leger !

Entrano nel mentre Adelina e la figlia, vestite come prima ed entrambe molto eccitate.

AD.DE-Ludovico, piccolo passerotto mio, finalmente sei giunto…

LU-Mia ninfa eccoti…dunque sarai mia sposa dolce Nausicaa…

WA-La se ciama Adelaide…

AD.NA-(cercando di farsi notare) Io sono la mamma…

AD.DE.Ora che sei qui non ci lasceremo mai più…

LU-Mai più, mai più…ora questa casa sarà il nostro inferno, il nostro paradiso, il nostro purgatorio…

AD.NA-Io sono la mamma…

WA-Mì la savevi, ades che se devun spusà a mì me tran fora di ball e lur se instalen chì a purgas da la matina a la sera…

SE-Lamentes minga, vurà dì che cà tua la spuserà cume la mia stala….

LU-Anche se su questa casa si abbatteranno alberi enormi, anche se un terremoto farà crollare le sue mura, anche se un enorme tifone la sdradicherà dalle fondamenta noi resisteremo a tutto ciò con la forza del nostro amore…

WA-(che l’ha ascoltato incredulo) Uhe, ma propri in su la mia de cà a dev suced tucc chi robb lì ? Ma ciapa e và a cà tua e fag burlà in cò quel che te voret…ma roba de matt…alberi, mur che borla giò, però a cà sua suced mai nient !

AD-NA-Io sono la mamma !

AD.DE-Ah Ludovico…questa è mia madre Adelina…

LU-(baciandole la mano)Marchesa, è un onore conoscervi…

AD.NA-(alle stelle) Mi ha chiamato marchesa…

WA-Adel la se pisa ados !

AD.DE- E questo è papà…papà, questo è Ludovico, credo che vi siate già conosciuti…

WA-E cume no, l’è da quand l’ha mis i pè in cà che ‘l me rump i ball !

LU- (battendo le mani una volta) Andate pure Severino, voglio restere solo con i famigliari di Adelaide…andate pure e già che ci siete dite al cuoco di prepararmi del patè de foie gras, mi è venuta fame…

SE-Marchesino, io glielo dico ma non garantisco niente…mangiate magari un po’ di pancetta coppata…

LU-(schifato) Pancetta coppata ? Mio Dio che schifo…no no, dite al cuoco di prepararmi del patè de foie gras…

WA-Marchesino, non mangiate quella roba lì, potrebbe farvi male, avvelenarvi lo stomaco…

LU-Avvelenarmi ? Impossibile, io sono come Mitridate…

SE-Se l’ha cumprà ? Un mitra a rate ?

WA-Ma no, l’ha dì “mitragliate”

LU-Mitridate, il famoso re del Ponto che soleva inghiottire quotidianamente piccolissime dosi di veleno cosicchè, se il suo cibo fosse stato avvelenato, egli sarebbe sopravvissuto…

SE-Walter, se ghe meti un po’ de diserbant in del mangià, te diset che’l fa efet ?

WA-Quest chì cunt el diserbant el se gunfia tucc, magari el diventa verd ma crepà el crepa minga…

SE-Me sa che te ghet rasun, l’erba grama la mor mai…cià che vù… (esce)

LU-(prendendo la mano di Adelaide) Mio spietato amore…

AD-NA-Ludovico, come parlate bene…

AD.DE-Vero mamma che è affascinante ?

AD.NA-Oh, sì…

WA-Marchesino, se’l vor spusà anca la mia mièe fasem uno stock…

Lu-Papà, mi diceva Adelaide che voi possedete molte cartiere…

WA-Oh, sono pieno di cartiere, a fu pusè carta mì che i cartier de Fabriano…

AD.NA-Pensi marchesino che ne possiede due anche in Portogallo, vero Walter ?

WA- Sììì, due in Portogallo e quattro in Germania…

LU-(stupito) Addirittura in Germania ?

WA- Sì, io e i crucchi siamo una cosa sola…

AD.NA-Sì marchesino, mio marito adora i tedeschi…

LU- E ditemi papà, in Germania avete un socio ?

WA-(guardandosi in giro circospetto) Sono in società col…col…col Papa…

AD.DE-(sottovoce) Papà…addirittura col Papa !

WA-(sottovoce a sua volta)Adelaide, se bisogna tajai giò i fett, tajemi gros !

LU-Allora papà avete buoni rapporti con la Santa Sede…

WA-Vado e vengo dal Vaticano come fosse casa mia…

LU-Allora mi auguro intercediate per me presso il Santo Padre per un’udienza privata…sapete, vorrei chiedergli alcune cose…

WA-Oh cume no, almen te ghe rumpet un po’ i scatul anca a lù…

LU-Papà, posso sapere che tipo di strategia aziendale usate ? Fate marketing ? Merchandising ? Che tipo di software usate ?

WA-(imbarazzato) Dipende dai giorni, comunque siamo sempre in pole position…

AD.NA (cambiando repentinamente discorso) Pensi marchesino che le aziende di mio marito danno lavoro a più di duecento persone, vero Walter ?

WA-Oh sì, forse anche di più…

LU-Allora sborserete una grossa cifra per pagare gli stipendi ?

AD.DE-Milioni e milioni…vero papà ?

WA-Sì, milioni a valanga !

LU-E chissà quanti per le tasse !

AD.NA- Uh, non parliamo di tasse…quelli sono dei vampiri…

AD.DE.Sai Ludovico, papà spende 200 mila euro all’anno solo per pagare il fisco…

LU-Avete anche delle fabbriche in Giappone ?

WA-Nooo, mì cun quei malà de iterisia lavuri malvulentera…

AD.DE-Ma papà, non ti ricordi che sei stato proprio tu a dire che queste distanze non esistono più…la società, hai detto, oggi sta diventando multirazziale e gialli, neri e bianchi possono finalmente cooperare unendo sforzi e culture…

AD.NA.Eh sì Walter, l’hai detto proprio tu…

WA-Ah sì l’è vera, l’ho propri dì mì…metem on quai bantù e on quai tupamaros a laurà in cartiera…

AD.NA-Scusate marchesino ma io vado a vedere se il cuoco vi ha preparato da mangiare…

AD.DE-Mamma vengo anch’io…magari papà e Ludovico hanno altre cose da dirsi…

WA- Beh, io direi di berci qualcosa…

Le due donne escono

LU-Avete ragione padre, dobbiamo festeggiare (batte le mani tre volte, Severino non arriva.Le batte ancora) Ma come, non arriva ?

WA-Aspetti marchesino, ci penso io…(urlando) Severino ! Severino

SE-(entrando trafelato) Dite…

LU-Ma come, non avete sentito battere le mani ?

SE-Sì, ma pensavo che fosse un applauso !

LU-Lasciamo perdere, ornatevi di mirto e versateci da bere…

SE-(stupito) Walter, se g’ho de fa cus’è ?

WA-Mah, ho minga capì…

LU-…Neque te ministrum dedecet myrtus neque me sub arta vite bibendum…

SE.Se l’ha dì ?

WA-Mah, mì ho capì che le minestrun el ghe pias anacquà…

SE-El g’ha propri di gust de barba…

LU-Severino, non pretendo che la servitù capisca il latino, per cui vi spiegherò io cosa ho detto : “Il mirto non sconviene né e te che mesci né a me che sotto la folta pergola bevo…”Orazio…

SE-(arpionandogli la mano) Piacere, Severino Mangiaratti !

WA- (a sua volta arpionandogli la mano) Molto lieto, Walter Bombardieri…ma fino a un minut fa el se ciameva minga Ludovico ?

LU- Ma che avete capito ? Orazio non sono io, è il poeta, è lui che che voleva sempre ornato di mirto il “ministrum” che gli versava da bere, infatti si diceva “neque te ministrum…”pensate che nell’antichità il ministrum era il servo, deriva da “minister” il quale era figlio di minus…

WA-(convinto) Pensi marchesino come avevano ragione nell’antichità, anche noi a volte abbiamo  ministri che sono figli di minus, ma così figli di minus…

LU-Dov’è la mia amata ?

WA-Sarà di là in cucina…

 LU-(come colto da raptus comincia ad ondeggiare)…Che sia alzino imperiose le vele dell’amore, che solchino impetuosi oceani…(poi rivolto ai due) Alla sua ricerca, miei prodi !

SE-Quest chì l’è matt !

LU-(come colpito da un’ondata) Timoniere, vira di poppa…

WA-Sacrament, guarda che me bagni tucc !

SE-(impaurito) Marchesino, che’l faga no inscì che soffri el mal de mar…

LU-(marciando) Ora attraversiamo la verde vallata…

WA.Eh, ma me spurchi tucc i scarp…varda, varda se ho schisà !

SE-Preocupes minga, l’è quela di mè vacc !

LU-(guardando in alto) Ecco la montagna che nasconde il mio amore…ora la scalerò tutta a mani nude e se cadrò mi rialzerò…

SE-Marchesino, che’l meta un maiun che in muntagna fa frecc !

LU-(fingendo di scalare) Sì, con le unghie e con le mani dilaniate raggiungerò la vetta e così la mia amata…ah…ah…ah…(inspira forte)

WA-Mì la mia tusa la cupi a purtam certa gent in cà  !

SE-Walter, dam a trà, quest chì l’è da ricovero urgente !

LU-(girandosi repentinamente) Severino, io l’amo !

SE-(impaurito riparandosi dietro Walter) Walter, te l’ho dì che quest chì l’è minga nurmal

WA-(tranquillizzandolo) Ma no, sta tranquill, al se riferis a la mia Adelaide…

LU-Severino, mio fedele servitore, versaci ancora da bere…

SE-(versando da bere) Quest chì si che l’è un bel ragiunà…

WA-E’tutto a posto marchesino ?

LU-Sì padre, è tutto a posto, è che a volte la poesia prende il sopravvento…

SE-Ecco chi un bicer de quel bun…

LU-(alzando il calice) Bring dir’s…questo era il saluto dei lanzichenecchi ubriachi, lo porto a te, lo levo per te…bring dir’s…

Walter e Severino emettono entrambi dei fonemi…

WA-Brib brin…crin crin…

SE-Brin fir..brin fir…

Il marchesino si accorge che anche Severino sta bevendo e gli punta l’indice minaccioso

LU-(con severità) Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra ? Quo usque tandem, Catilina ?

WA-(urlando a Severino) Se t’è cumbinà ades ?

SE-(impaurito) Mì el sù no…ho fa nient !

LU- Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra ?

WA-Te l’ho dì cent volt de andà no in tandem cun la Caterina, ciapa la patent, ma tì te me scultet mai…

LU-Ma no, questa è l’invettiva di Cicerone rivolta al feroce Catilina, e io dico :”fino a quando Severino abuserete della nostra pazienza ?

SE-Perché, cosa ho fatto di male ?

LU-Non potete bere qui con noi, la servitù deve bere da sola…se avete sete potete bere ma di là, in cucina…(batte le mani una volta) Su, andate…

SE-(uscendo) Sì, vù, vù perché te m’è rot i garotul tì, i minister, el tandem e l’Orazio…(esce)

LU-Papà, la servitù in questa casa non conosce la disciplina !

WA-Va beh, ma anche se restava non dava fastidio…

Entra nel mentre Ruggero

RU-Marchesino, se volete accomodarvi, il pranzo è pronto !

LU-Sì Ruggero, ora ho proprio un discreto appetito…

RU-Dopo di voi marchesino…(gli fa strada)

LU-A dopo padre…(esce seguito da Ruggero)

WA-(rimasto solo guarda il ficus beniamino) Questa chì l’è pù una cà…questa chì l’è diventà on manicomi…

FINE PRIMO ATTO

II ATTO

Il sipario si apre e troviamo in scena Walter e Severino, vestiti come nel primo atto.

SE-Walter, mì el suporti pù…el seguita a fam cur cume un matt…el batt i man, mì curi cume un treno e po’ dopu el me dis che l’è adrèe a fà un applauso, po’ el dis de ciamas Ludovico e invece el te dà la man e’l te dis “Piacere Orazio”, po’ el vor cumprà un mitra a rate…mi ghe la fò pù, quel lì l’è matt cume un caval…

WA-A mì te mel diset el me fa spend un vagon de danèe per cumprà el mangià, el dis che la panceta cupada la fà schifi però ne mangia tri eti, ho mandà ancamò el Rugero a fa la spesa…

Nel mentre rientra Ruggero con la borsa dell’ennesima spesa.

RU-Ragazzi quanto mangia, sembra uno del Biafra…(dando un giornale del lotto a Walter) Tieni, questo è tuo…

WA-(appoggiandolo) ‘Des po’ dev rivà i so genitur, i marches, per parlà de sto matrimoni…sperem che almen lur sian no dì rumpiscatul…

SE-E se invece hin de la stesa pasta ?

RU-Ah, io me ne torno subito in palestra…

SE-E mì a curà i me vacc…Walter, l’amicisia l’è un cunt, ma a mì me par de ves in un camp de cuncentrament…

Prima che Walter possa rispondere suona il campanello. Sono i marchesi.

WA-(agitandosi) Questi chi hin lur, dai prepares, intant mì vù de là a ciapà la mia Adelina, cià, dam la bursa de la spesa…(esce)

SE-Tì Rugero, met el capel e metes in pusisiun…

RU-(rimettendosi il cappello si mette in posizione eretta) Speriamo bene…

SE-(andando ad aprire)Incrusa i dì e prega…(apre) Chi devo annunciare ?

Entrano i marchesi accompagnati dalla figlia, tutti molto eleganti e altezzosi

TE-Sono il marchese Teodoro Ludovici Mirabello del Casato de Ruffiani…

LE-Io sono la di lui moglie, la marchesa Letizia Ludovici Mirabello del..

SE-Ah, ho capì, l’è ona ruffiana anca lè…

BA-Io invece sono la di loro figlia, la marchesina Barbara…

SE-Io sono Severino Mangiaratti il domestico e lui e Ruggero, il cuoco di casa Bombardieri…

LE-(guardandoli con molta supponenza) Buon uomo, noi abbiamo molto rispetto per la servitù, però pretendiamo che essa sia veloce…

SE-(interrompendola) Altolà, quest chì l’è un discurs che ho bele che sentì, un battito di mani devo andare, due battiti di mani devo venire, tre battiti di mani devo correre urgentemente dicendo “dite marchesi”…che la me meta no cunfusion in testa anca lè se no g’ho la crapa che la va a muntun…

LE-Siete un ottimo maggiordomo…

TE-Credo che i signori Bombardieri siano informati del nostro arrivo…

SE-Certamente, un attimo che li chiamo…uhè Walter, varda che hin rivà i alter rufian…(alzando la voce)

Walter e Adelina escono

AD.NA-Oh marchesi, benvenuti…siamo onoratissimi di avervi ospiti nella nostra umile casa…vero Walter che ne siamo lieti ?

WA-Oh, non stavo più nella pelle…ma prego, accomodatevi nella nostra umida casa…

AD.NA-(sottovoce) Walter, la casa è umile, non umida…

WA-Ah, ho capì che l’era umida…

AD.NA-Severino, andate pure di là, anche voi Ruggero…quando avremo bisogno vi chiameremo noi…

SE-Ai suoi ordini signora…

RU-Come lei dispone…(escono entrambi)

WA-Prego prego, s’accomodiscano sul divano…

AD.NA-Certo, prego, accomodatevi…immagino sarete stanchi…

I tre si accomodano

LE-Un pochino sì, anche Barbara credo…sapete, è appena arrivata

da Parigi dove studia…

BA-(con boria, rivolta prima ad Adelina poi a Walter) Sì, io studio all’Università della Sorbona…

WA-Ah, lei studia all’Università della barbona…interessante…

LE-E voi signor Bombardieri, avete frequentato qualche Università ?

WA-No, io non frequentai universitate in quanto…m’ han mis su una bicicleta e via a lavurà a pescià in del cù…

AD.NA-(imbarazzatissima) Mio marito ha incominciato molto presto a lavorare..
TE-Gli americani direbbero che siete il classico esempio di self-made man…

WA-(facendo le corna) Oh vacca bestia, sperem che la sia minga cuntagiusa…

LE-Ma che ha capito ? Mio marito intendeva dire che vi siete fatto tutto da solo…

WA-In parte io, ma anche mia mamma c’ha le sue responsabilità…

BA-Scusate, posso dare un’occhiata alle splendide mucche che ho visto fuori ?

AD.NA-Faccia pure marchesina, anzi, si faccia accompagnare da Severino…

BA-Era giusto nelle mie intenzioni (batte le mani tre volte)

SE-(arrivando di corsa) Ditemi marchesi…

BA-Domestico, fatemi da guida, voglio visitare le mucche di questa tenuta…

SE-(inorgoglito) Gliele presento una ad una…

BA-Ci vediamo dopo…(esce seguita da Severino)

AD.NA-Allora marchesi, vi piace la nostra casa ?

LE-(con molta sufficienza) Sììì, avete un bel loculo…

WA-In quanto a locùlo anche lei non schersa, però dovrebbe vedere quello di mia moglie…sembra una portaerei…

AD.NA-(cambiando repentinamente discorso) Ehm…volete che vi prepari qualcosa da mangiare ?

TE-Beh, se c’è del cinghiale lo gradirei volentieri…voi mangiate cinghiale, vero ?

WA-(ironico) Oh, tutti i giorni…ci facciamo di quelle scorpacciate…

LE-Per me se avete del caviale del Volga è preferibile…sapeste quanto mi piace…

AD.NA-Che sciocca Walter, mi sono dimenticata di far comprare da Ruggero sia il caviale che il cinghiale…

WA-(con tono snob) Ma cara, come hai potuto desmentegarti del cinghiale e del caviale ?

 AD.NA-(addolorata) Non lo so, che sbadata, che sbadata…comunque non preoccupatevi marchesi, ora vi faccio preparare una biella di spaghetti aglio, olio e peperoncino da leccarsi i baffi…

WA-Infatti quando li mangia mia moglie si lecca anche i suoi…

LE-Se proprio non c’è altro...mangeremo spaghetti

AD.NA-Con permesso, vado dal cuoco a farli preparare (esce)

TE-Commendatore, immagino voi pratichiate la caccia alla volpe…

WA-Oh, sì..la matina quand levi su el prim penser de la giurnada l’è de sparag in del bus del gnau a una vulpa…

Entrano nel mentre Ludovico e Adelaide

LU-Mamma, papà…dunque veniste a parlare con il commendatore del nostro matrimonio…ciò mi rende immensamente felice…questa è Adelaide…

AD.DE-(dando la mano a Letizia) Onorata…

LE-Spero che Ludovico sia per lei un punto di arrivo…

AD.DE-Ne sono convinta…(poi rivolgendosi a Teodoro) Marchese, è un piacere conoscerla…

TE-(baciandole la mano) Il piacere è tutto mio, Ludovico ci ha molto parlato di lei…

Rientra nel mentre Adelina

AD.NA-Allora marchesi, che ne dite ? Non è una splendida ragazza?

WA-Insuma, splendida…esagera minga…

LU-Pensate papà che il commendatore è anche un amico intimo del Papa…

LE.Non mi dica…

AD.NA-Sì, il Papa e mio marito sono amici di vecchia data…

LU-Beh, ora scusateci, vi lasciamo chiaccherare…

AD.DE-Ludovico ha ragione, avrete molte cose da dirvi…(escono)

AD.NA-Intanto ho dato ordine al cuoco di preparare un succulento piatto di spaghetti, come secondo roast beef con contorno di zucchine e per finire crem caramel e caffè Lavazza qualità rossa, il tutto innaffiato da un ottimo barbera d’annata…

LE-Io avrei preferito delle lumachine novelle…

WA-Lumachine ? Ma se la mangia che la dona chì ?

TE-Non è che per caso avete porcini e radicchio ?

AD.NA-(imbarazzata) Scusateci marchesi, scusateci per l’indecoroso trattamento ma la servitù talvolta si dimentica di fare la spesa…

WA-Ma se’l m’è custà un capital che’l mangià chì !

Rientra nel mentre Barbara inseguita da Severino

BA-(emettendo risolini idioti) Eh eh eh Severino…ma che avete capito ? Tet a tet non significa mungere…

WA-Se t’è se adrèe a cumbinà Severino ?

SE-Walter, la m’ha dì : “Questo è un posto molto romantico per un tet a tet” e mì ho pensà de mungela un po’…(mima il gesto)

WA-Fam minga fa di figur…

AD.NA-Severino, andate di là per favore, andate di là che tra poco pranziamo…

SE-(uscendo) Bestia cume la cumanda, la nobildonna…

AD.NA-Scusatelo, ma è il sostituto…l’altro domestico s’è preso qualche giorno di vacanza…

BA-Severino è molto gentile, mi ricorda un contadino che ho conosciuto a Parigi…

WA-(tra sé) Se ved che i paesan hinn istess in tucc el mund…

BA-(sedendosi) Voi commendaore, conoscete Parigi ?

WA-Oh, è come se fosse la mia seconda casa…

AD.NA-(intervenendo) Mio marito conosce benissimo Parigi, pensate che anche lì ha aperto una cartiera che dà lavoro a trenta persone…

BA-E le piace la torre Eiffel ?

WA-Sììì, a dì la verità l’è un po’ storta, però nel complesso non è male…

LE-Come storta ? La torre Eiffel è diritta, quella pendente è la torre di Pisa…

WA-Se ved che quand l’ho guardada s’eri un po’ ciuc e la vedevi storta…

TE-E di Montparnasse, che ne dice ?

WA-(in evidente difficoltà) Montparnasse ? Guardi, un delinquente così non l’ho mai trovato in vita mia…

LE-(stupita) Ma commendatore, Montparnasse è una famosissima zona di Parigi…

BA-Esatto commendatore, pensi che era frequentata da Sartre, da Simone de Beauvoir…

LE-Da Toulouse Lautrec…

Te-Da Utrillo…

WA-Appunto, tutti delinquenti nati dal primo all’ultimo…il sarto e il bevitore hanno avuto problemi con la giustizia…

LE-Ma no commendatore, sono tutti intellettuali, scrittori e pittori che si ritrovavano per parlare d’arte e letteratura…

BA-E pensi che alcuni di loro, per non sfatare il detto che vuole il genio unito alla sregolatezza…facevano la cacca sui tavoli !

WA-Ecco, vedete che state arrivando a me ? Sono tutti delinquenti nati ! Adesso io dico : a Montparnasse, una delle più famose zone di Parigi, tutti questi qua perché la facevano sui tavoli ? Ci costava molto andare al gabinetto ?  Uno che passa e vede quelli lì, cosa pensa? Ma se g’han bisogn d’un cent euro per cumprà un water clox (pronuncia così) ghe’l do mì…delinquenti nati…

LE-Non capisco…

TE-(cambiando discorso) Ma ditemi commendatore, è molto che conoscete il Santo

Padre ?

WA-Oh, da quand’era Cardinale…

LE-E siete proprio intimi amici ?

 WA-Guardi, quasi un corpo e un’anima…

TE-E diteci com’è, intendo dire come persona…

WA-Guardi, dire che è un sant’uomo è dire poco…se devo dire che a me ha rubato cinque centesimi non lo posso dire…un uomo onesto in una maniera…cattolico…pensate che prega tutte le sere…

LE-Ma che il Papa preghi lo sappiamo tutti quanti…

AD.NA-Mio marito intende dire che il Papa prega più degli altri…

TE-Commendatore, voi amate i cani ?

WA-Molto…

AD.NA-Qui tutti noi amiamo gli animali…

LE-Pensate che nella nostra tenuta abbiamo quattro levrieri afgani, due chow-chow e un alano…

BA-E voi avete dei cani, commendatore ?

WA-Due…

LE-Che bello, e di che razza sono ?

WA-(alla moglie) Molossi femmine…di una cattiveria inaudita…

AD.NA-Sono cattive perché devono fare la guardia…

TE-E hanno il pedigree ?

WA-Sì, i piedi ce li hanno dritti, a l’è tucc el rest che fa schivi !

Nel mentre entra Severino

SE-Scusate signori se disturbo…signora Adelina, se vuole controllare che tutto sia in ordine…

AD.NA-Grazie Severino, vengo subito, lei vada pure…

SE-(uscendo) Ai suoi ordini…

AD.NA-Walter, vieni con me ?

WA-Se hai bisogno vengo…

AD.NA-Scusate marchesi, siamo subito da voi….(escono)

LE-Prego, prego…(rimasti soli) Teodoro…non è che la ragazza sia un granchè, però noi dobbiamo fare di necessità virtù…

TE-Hai ragione Letizia, hai ragione…d’altronde Ludovico lo dobbiamo sistemare con qualcuna…

BA-Eh sì mamma, le mie amiche non lo possono sopportare…

LE-Questa per Ludovico va benissimo, eppoi anche se i genitori, soprattutto il padre, sono degli incolti, hanno tuttavia molto denaro…e una volta diventati parenti non potranno esimersi dal darci una mano per estinguere l’ingente debito che abbiamo contratto con l’erario…

TE-Esatto Letizia, tutte le tasse accumulate dal nostro casato saranno pagate dal commendatore…

BA-Però non mi sembrano convinti…

LE-Hai ragione Barbara, li dobbiamo impaurire, dobbiamo fargli credere che non vogliamo che Ludovico sposi la ragazza…inizialmente fingeremo di opporci al loro matrimonio e vedrai che loro, spaventati da questa prospettiva, ce lo chiederanno quasi in ginocchio…e solo allora daremo il nostro benestare…

TE-Credo proprio che questo matrimonio sia la soluzione dei nostri guai…

LE-…Però non tradiamoci, per loro siamo gente ricchissima, molto più ricchi di loro…

Rientrano Walter ed Adelina

AD.NA-Scusateci marchesi…è quasi tutto pronto

WA-Cari i miei marchesi, tra poco vi fate una di quelle pacciate…

LE-(prendendo la parola) Commendatore, io e mio marito abbiamo chiaccherato un pochino e pensavamo che, essendo Ludovico un ragazzo molto intelligente, fisicamente prestante, appartenente tra l’altro a un nobilissimo casato, forse gli occorrerebbe una ragazza che meglio rispondesse alle sue esigenze…

TE-…Senza naturalmente sminuire quello che di buono ha vostra figlia…

WA-Totalmente d’accordo perdincibacco, mi trovate totalmente d’accordo ! (dando la mano a tutti) Alura arivederci, grasie e se ve rivedi me dispias !

LE-Ma come commendatore…accettate così, senza neanche discutere ?

TE-La nostra era solo una mera ipotesi…

WA-Con la quale io concordo totalmente !

AD.NA-Scusate, ma io credo che questo lo debbano decidere i ragazzi…non trovate ?

TE-Sua moglie ha ragione, è una decisione che spetta ai ragazzi…

LE-E i ragazzi si sono mostrati favorevoli al matrimonio…

WA-Sì, ma a me pare che quelli non favorevoli fino a un minuto fa eravate voi,o sbaglio ?

LE-Noi ? No no no, si sbaglia, se Ludovico sposerà Adelaide per noi sarà una gande gioia…

TE-Sì commendatore, sarà un giorno fantastico !

WA-(poco convinto) Mah…mi disaria de aspetà ancamò…disaria di aspettare ancora un anno o due, intant vialter ciappate vostro figlio e tornate nelle vostre tenute, il ragazzo ogni tanto, ma minga tropp, viene qui dall’Adelaide, ogni tanto l’Adelaide, ma minga tropp, viene da voi nelle vostre tenute…e quand sarà el mument si sposeranno, dico bene Adelina ?

AD.NA-(incenerendolo) Walter, pensa un poco anche a me che potrei diventare nobildonna..

LE-Sua moglie ha ragione, sposandosi i ragazzi lei diventerebbe immediatamente marchesa e potrebbe frequentare persone nobili e importanti…

TE-E anche lei commendatore potrebbe stringere amicizie molto utili per il suo lavoro…

WA-(sempre perplesso) Ma anche ammettendo che i ragazzi si sposino, la spesa del matrimonio, come la dividiamo ?

TE-Beh commendatore, voi mettete i soldi e noi il titolo…

AD.NA-Eh sì Walter, hanno ragione…

WA-Mah…sì, ma visto che poi non possiamo mandarli a dormire in una capanna, l’eventuale spesa di una casa chi la paga ?

LE- Beh, voi mettete i soldi…

WA-E voi mettete il titolo, giusto ?

LE-Giusto !

Wa-(tra sé) Pusè che un matrimoni quest chì l’è un leasing !

Rientra Ruggero

RU-(servizievole) Se volete accomodarvi, il pranzo è pronto !

AD.NA-Marchesi, perché non proseguiamo questa discussione mentre mangiamo ? (si alza)

TE-Direi che è un’ottima idea… (si alza)

BA-Sì, perché il mio languorino si è trasformato in fame ! (si alza)

WA-Num metum i spaghet…e lur la buca !

Usciti tutti, dopo pochi secondi rientrano Ruggero e Severino

RU-(iroso, sbattendo il cappello da cuoco sul divano) Basta, basta e poi ancora basta ! Questi sono dei rompiscatole peggio del figlio!

Sai cosa faccio Severino ? Ora io mi cambio e vado in palestra ad allenarmi !

SE-Rugero, calmes un atimin…

RU-Severino, sono stanco di essere insultato, ma soprattutto sono stufo di spadellare in cucina !

SE-E mì no ? Comunque suporta ancamò un pù, che s’em quasi a la fin de la fiera…

RU-Eh…suporta, suporta…io a volte al marchesino vorrei staccare il collo… (mima)

SE-Anca mì, ma l’è minga pusibil !

LU-(da fuori) Sciacquio, dolci rumori…oh, perché non sono io con i miei pastori ?

RU-(facendo segno a Severino di stare zitto) Sstt…sta arrivando…

SE-S’em a post, chisà ades se’l tira fora..

LU-(entrando) Ma che state facendo qui ? Di là stanno pranzando e potrebbero avere bisogno di voi (batte le mani una volta) Su, andate!

RU-Marchesino, ce l’hanno detto loro di venire qui…probabilmente perché devono parlare di cose riservate

SE-Per questo siamo venuti qui in salotto a fare quattro chiacchere

RU-Così inganniamo un po’ il tempo…

LU-Allora io vi farò compagnia…sapete, io non sono uno di quei nobili altezzosi che si rifiuta di parlare con la servitù anzi, mi fa molto piacere conoscere il vostro pensiero, soppesare la vostra cultura…sapete, io so di esservi molto simpatico, quindi qualche parola con voi la scambierò volentieri…

SE-Marchesino, dire che siete simpatico è poco !

LU-Oh lo so, lo so, ma io sono modesto, per questo lo lascio dire a voi…

RU-Marchesino, non disturbatevi a stare qui con noi, magari avete cose più importanti da fare…

LU-(osservando attentamente Ruggero)  Ruggero, sapete una cosa ? In tempi remoti artisti come Donatello e Bernini vi avrebbero usato per le loro sculture…

RU-(imbarazzato) Scusate marchesino, ma chi è Bernini ?

LU-Ohibò Ruggero, come fate a non conoscere Bernini ?E’ il famoso scultore che scolpì il “ratto di Proserpina”…

SE-(intervenendo) Certo che nell’antichità gli artisti erano dei bei ciula…come si fa a scolpire un ratto ?

LU-(alterandosi) Severino, ma che ha capito ? Ratto qui è inteso come rapimento, come sequestro…

RU-(intervenendo) E perché questo Bernini ha sequestrato il ratto della Pina ?

LU-(sbuffando) Ma il “ratto di Proserpina” è una delle sculture più belle, rappresenta infatti il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, che vedutala se ne innamorò…le apparve improvvisamente sbucando da una voragine della terra con il suo cocchio tirato da cavalli immortali e la trascinò con sé nelle profondità infernali di cui era il Dio.

Allora Demetra, madre di Proserpina, si mise alla sua ricerca e seppe da Elios il sole che la fanciulla era stata rapita da Plutone. Demetra affranta si appartò sulla terra e prese a vivere in luoghi solitari, lasciando inaridire le fonti e seccando le messi. Una grande carestia si abbattè sul mondo e gli uomini andarono da Zeus il quale mandò messaggeri a Demetra per indurla a tornare sull’Olimpo, ella rispose che sarebbe tornata solo se le fosse stata restituita l’amata figlia. Zeus mandò allora il messaggero Ermes da Plutone per chiedere la restituzione di Proserpina, che però aveva già mangiato il melograno dell’amore ed era oramai innamorata del dio degli Inferi.

Allora trovarono una mediazione : Proserpina avrebbe vissuto tre mesi all’anno nell’Ade e negli altri nove mesi sarebbe tornata sulla terra ad allietare la madre Demetra. Quindi la madre rimane triste ed infeconda per i tre mesi invernali in cui è privata della presenza della figlia, si allieta con il suo ritorno a primavera, quindi sparge a piene mani i suoi doni in estate per poi intristirsi nell’autunno al ritorno della figlia nell’Ade.

Ma questa, come dicevo,  non è che una delle grandi opere dell’uomo, abbiamo poi l’Enea ed Anchise, Ulisse e Penelope, Amore e Psiche…

SE-(intervenendo) Carte, ori, primiera e settebello !

LU-(basito) Ma…ma che carte e ori ! A volte piuttosto che sentire voi è meglio dare ascolto all’armonioso silenzio…Ecco, provate anche voi ad ascoltarlo…tendete l’orecchio (lo tende)

Ruggero e Severino stanno un attimo in silenzio

SE-Uhè Ruggero, mì senti nient !

RU-Neanch’io !

LU-Silenzio e ascoltate…

WA-(rientrando) Vaca bestia cume han mangià…questi chì hin minga marches, questi chì hin canibali…e per furtuna che ghe faseva schivi i spaghett !

LU-Oh padre, siete voi…fate piano, fate piano…stiamo rendendo omaggio al silenzio…

WA-Se l’è che sì drè a fa ?

 SE-Walter, guarda che l’ha tacà ancamò a sragiunà, l’ha dì che han purtà via el ratt de la Pina…

RU- Sì, è stato un certo Pluto, poi la madre del ratto, tale Demetra, si è intristita ed è venuta una grande carestia…

SE-(intervenendo) Fam parlà mì, che tì t’è capì nient ! L’ha dumandà infurmasiun a un certo Elio, po’ dopu l’ha mangià un melograno e la s’è inamurada de l’Ermes…

RU-E così nacquero le quattro stagioni…

LU-Sstt…sstt…sstt…Padre, sapete chi pè la compagna inseparabile del silenzio ?

WA-(stupito) Perché, l’è spusà ?

LU-Sì, è sposato con la morte…quale migliore compagna se non la morte  poteva scegliere il silenzio ?

RU-Allora è meglio che divorzi…

LU-Sstt…sstt..la morte arriverà Severino, e la trascinerà con sé nel silenzio…

SE-(facendo le corna) Ma propri a mì la me dev trascinà ?  Marchesino, magari trascina lei !

LU-Me ? Impossibile, io rispetto il silenzio (si pone in modo cerimonioso) Sstt…sstt…

RU-(dopo qualche secondo di silenzio fa una pernacchia) PPPRRR   

SE-(emette una grassa risata) Ah ah ah !

LU-(offeso) Ma come vi permettete, barbari ! (batte le mani una volta) Via, via, andate di là !

Severino e Ruggero escono ridendo

RU-Ti è piaciuta questa ?

SE-L’è stada la migliur !

LU-(rimasto solo con Walter, dispiaciuto) Padre, ditemi una parola buona…

WA-Non so cosa dire…

LU-Quello che volete padre, basta che mi diciate una parola buona…

WA-Oh pirla !

LU-(stupito) Come ?

WA-(imbarazzato) No, dicevo…che pirla chi non sposa la mia Adelaide…

LU-(come risvegliandosi) Adelaide, la mia amata…dov’è ?

WA-Sarà in cortile…

LU-In cortile ? Allora padre la raggiungo, lei avrà bisogno di me…a dopo padre…(esce)

WA-(rimasto solo riflette un attimo) Ma chisà se l’è el caso de fag spusà la mia tusa, quel lì l’è mat cume un caval !

Entra Teodoro

TE-Ah che mangiata commendatore, gli spaghetti erano davvero ottimi…sono persino appesantito…

WA-(tra sé) Ghe credi, n’ha magnà mes chilu…(poi a Teodoro) Le donne sono rimaste di là marchese ?

TE-Le donne hanno sempre qualcosa da dirsi caro commendatore…

WA-La mia poi è come un fiume in piena…quando tacca a parlare non la ferma più nessuno !

TE-…Adesso è di là a farsi insegnare da mia moglie a comportarsi come una nobile…beh, ma visto che i ragazzi si devono sposare è giusto che impari, altrimenti verrebbe esposta al pubblico ludibrio per il suo atteggiamento…

WA-In parole povere vorrebbe dire ?

TE-Vorrebbe dire che sarebbe derisa…

WA-Eh, ma la mia mièe l’è abituada…

TE-Caro commendatore, i nobili hanno un codice di comportamento, ad esempio non si deve far parlare di sé, non si devono creare scandali e se per caso succedessero bisogna soffocarli immediatamente, non bisogna essere esibizionisti…sapesse caro commendator Bombardieri a quante etichette deve essere attento un nobile…

WA-Non potete neanche prendere una ciucchettina ?

TE-Uh, non sia mai…

WA-Chisà alura chi l’è che ha bevù tucc el vin che gh’era in tavula…

TE-Pensi caro commendatore che le donne hanno sempre avuto  un ruolo fondamentale nella storia e nella letteratura, hanno influenzato le scelte di generali e politici, di artisti e di scrittori…

WA-Alura l’è per quel che i rob in Italia van mal : i pulitic fan cumandà i donn e suced i rebelot !

TE-Tutt’altro, se oggi in Italia avessimo le donne al potere, avremmo un più equilibrato governo

WA- Quest chì l’è vera…cambien i guvern ma hin semper bamba quei che cumanda

TE-La verità caro commendatore è che noi portiamo i pantaloni solo per modo di dire, ma è come se indossassimo la gonna, caro Bombardieri, se lo ricordi, lei indossa, senza saperlo, una gran bella sottana…ma questo non è un male

WA-(guardandosi) Oh porca sidela, sperem che se veda minga che g’ho i gamb stort !

TE- A noi uomini piace credere di avere il potere ma ne disponiamo soltanto quando questo ci viene concesso dalla nostra consorte:immagini solo per un momento di non poter più contare sulle presenze femminili di casa sua, come starebbe ?

WA-Io ? Benone !

TE-Inizialmente benone, ma poi si sentirebbe vuoto…abulico…depresso

WA-A pensarci bene, sa che ha ragione ?

TE-E questo perché l’uomo è mille volte più fragile…

Squilla nel mentre il telefono

WA-Scusi un attimo (risponde)

TE-Prego…

WA-Pronto, dica…sì,sì…mi faccia capire, lei è il Signor Acquistapace, l’esattore incaricato dall’erario per il pagamento delle tasse e cerca i marchesi Mirabello ?

TE-(strappando violentemente la cornetta dalle mani di Walter) Pront ? Pront ? Oui mon amì…je suis…io sono il baron Walter Bombardier, ditemi tutto…ma scertamente mon amì, voi portate  a moi le cartelle delle tasse de li miei amisci e io pago tutti li debiti dei marchesi Ludovici del Casato dei Ruffiani…pas de problem..ouì, je v’atend…(ripone la cornetta)

WA-(che l’ha ascoltato) Ho minga capì se l’è sta storia, marches…

TE-(serio) Car el mè cumendatur, me par che uramai l’è rivà el mument de dig tuta la verità…num sem sì nobil, ma sem nobil decadù…pusè che danèe gh’em debit e pusè che debit ghìem piocc…

WA-(stupito) Ma lù el parla anca el dialet ?

TE-Ma sì, s’em di nobil milanes, ma ades che l’ha scupert tucc ghe dumandi una curtesia, l’ultima…

WA-Che’l me disa, se podi l’acuntenti…

TE-Credi de sì, a l’è una stupidada…che’l ghe disa minga a mia mièe che ‘l sa tucc, la sa cume hinn i donn, ghe pias stimas cunt i titul, e la mia mièe in quest l’è minga diversa di alter…

WA-Perché la mia no ? La vedeva minga l’ura de diventà marchesa, povera la mia Adelina…

TE-Che’l me daga a trà, l’è una misera sudisfasiun ves marches e veg minga de danèe…

WA-Marches, verità per verità neanca mì sunt cumendatur e neanca un industrial…sunt dumàa un pover pustin e la mia mièe l’è una casalinga che la guarda i novellas…

TE-Alura l’è minga vera che el g’ha i cartier ? Che’l cunius Parigi ?

WA-A cuniusi a malapena el me paes…no, l’è che la mia tusa la g’ha fa cred al Ludovico de ves sciura de famiglia per la paura de perdel…

TE-E la servitù ?

WA-Ma che servitù…vun a l’è on paesan e el cog a l’è me nevud…

TE-Ma alura anca lù…

WA-Alura anca mì pusè che ves vun pien de danèe sunt vun pien de…ma lasem a stà…però anca lù che’l me faga un piasè, che’l ghe disa minga a la mia Adelina che ho scupert la storia…pora pansciona, me dispiasaria tirag via l’ilusion…

TE-Certament, e quand rivarà quel di tass che’l ghe disa pur la verità, al me curarà adrèe ancamò fin a quand vun di dù el se stracherà, forsi mì perché sunt stuf de cur…forse l’è mei se me fermi un po’…(dandogli la mano) Arrivederci Walter…(esce)

WA-(prendendo il giornale del lotto che gli aveva consegnato Ruggero legge un attimo e poi) Marches…marches Teodoro ?

TE-(uscendo) Che’l me disa…

WA-Ma che’l me tira via ona curiosità…cume mai quand l’ha parlà al telefun cunt l’esatur, cume el se ciama…Acquistapace, el g’ha dì “sono il barone Bombardieri, venga pure che pago io” ?

TE-Ma inscì, per ciapà un po’ de temp e po’ perché s’eri cunvint de fag pagà i tass a lù…el sa, se garantis un barun chi lì me fan respirà…

WA-E alura quand riverà chì l’esatur mì, cume g’ha dì lù al telefun, me fù pasà per el barone Bombardieri del casato del…del…Gras d’Arost, e chisà mai ce una solusiun la salta fora…

TE-L’idea l’è bona, la pudaria anca stà in pè, ma mì g’ho parlà in frances…e po’per i danèe cume fem ?

WA-Lù che’l se preocupa minga, mi sunt de bun amis del Papa, vurarà dì che ghe dumandi un prestit…ma ades che’l vegna cun mì a cercà di vestì…on barun el po’ minga presentas inscì…

TE-(uscendo) Ma lù l’è de bun amis del Papa ?

WA-(scimmiottando il francese) Scertamente mon amis, io e il pappa siamo una coscia sola…

Entrano Adelina e la marchesa con degli ombrellini da passeggio 

LE-Sapesse che corte mi ha fatto il Conte Taddeo de Taddei,era così innamorato di me che voleva regalarmi un castello in Lorena…(passeggiando avanti e indietro) Poi pensi che anche il figlio del vecchio conte è innamorato di Barbara…(correggendola) no, non così, l’ombrellino si tiene così, ecco…

AD.NA-E suo marito, il marchese Teodoro dove l’ha conosciuto ?

LE-A un ricevimento offerto dal marchese Oliviero Patuelli del Casato di Bourguignon…(correggendola) la camminata signora è così, più fluida…

AD.NA-(camminando in maniera ridicola) Così va bene ?

LE-Benissimo, sa, sono felice di questo matrimonio, Adelaide è proprio la ragazza giusta per Ludovico

AD.NA- (in modo snob) Sono sicura che mia figlia non deluderà le vostre aspettative

LE-(sognante) Eppoi sono così carini insieme…

AD.NA-Certo che anche Ludovico è un bel ragazzo, affascinante, serio…

LE- Di grazia…

AD.NA-Prego !

LE-No, dicevo, di grazia…

AD.NA-Prego, prego, non c’è di che…

LE-(scocciata) Signora, “di grazia” è un modo di dire

AD.NA-(accorgendosi dell’errore) Ah, scusate marchesa…

LE-Stavo dicendo : vostro marito possiede dei castelli ?

AD.NA-Sì, mio marito è pieno di castelli…

LE-E dove sono ?

AD.NA-In aria…mio marito è pieno di castelli in aria !

LE-Vedo che lei è sempre di buonumore…

Rientrano nel mentre Walter e il marchese seguiti da Severino.

Walter indossa pantaloni, camicia, foulard, polacchine nere e un cappello. Severino è sempre vestito da maggiordomo mentre Teodoro è agghindato, con delle varianti, come Walter.

AD.NA-Walter, come ti sei conciato ?

LE-Ma signora, sta benissimo vestito così, sembra proprio un nobile

AD.NA-Lei dice ? Walter, stai benissimo vestito così, sei un amore

TE-Non preoccupatevi, stiamo solo facendo le prove generali del  matrimonio, vero commendatore ?

WA-Verissimo…

LE-Ma che bravi…proseguite, proseguite pure…nel mentre  noi andiamo nel patio a continuare la nostra chiaccherata...venga signora...venga…

AD.NA-(uscendo con andatura incerta) Lei dice che sta bene vestito così mio marito ?

LE-Ma signora, è’incantevole…(escono)

I tre rimangono soli

WA-Alura Severino, cume ariva l’esatur tel fè vegnì denter che dopu ghe pensi mì, te

capì  ?

SE-Walter, mì l’è tucc el dì che g’ho una cunfusiun in testa…

Suona il campanello

TE-E’arrivato…

WA-Mì me seti giò chì, ti Severino derva l’usc…

Severino apre ed entra Riccardo Acquistapace, un bel giovane alto ed elegante che porta con sé una valigetta

RI-Buongiorno, sono Riccardo Acquistapace, avrei un appuntamento con il barone…

SE-Avanti, avanti…il barone la sta aspettando…

RI-Barone buongiorno, sono veramente lieto di conoscerla…mi perdoni però, al telefono non ho ben compreso il suo nome…lei è il barone …?

WA-Io son il baron Bombardier del casato dei Gras d’Arost e quest è mon fratel August…

RI-(allungando la mano ad entrambi) Io sono Acquistapace, Riccardo Acquistapace…

WA-No no, io non acquist un bel nient, e vù August ?

TE-Na pas d’argent, na pas d’argent…

SE-Se han mangià chi dù chì ?

RI-Barone, deduco dal vostro casato che voi avete ascendenze francesi…Gras d’Arost… 

WA-(scimmiottando il francese) Frrr frrr prrr prrr oui, la tour Eiffel s’è pas dris purquà la pend… il fè la cac sur le table a Montaparnasse, oui oui…put put…

TE-Sicur, notre nonn avev un castel in Lorena…

SE-(tra sé) Hin diventà matt !

RI-Baroni, immagino che voi conosciate anche la lingua italiana…

WA-Un cicinn…

TE-Sì…

SE-El Walter po’ la cunius benisim !

RI-E allora credo non vi dispiacerà parlarla…sapete, io non conosco il francese

SE-(tra sé) Comunque anche se el cunuseva el frances el capiva nient istess !

WA-Come vuole lei, caro Acquistapace…

TE-Ma si accomodi, prego…

RI-(sedendosi) Grazie, siete molto gentili e non voglio farvi perdere tempo prezioso, quindi andrò al dunque subito…io sono stato incaricato dall’erario della riscossione di una grossa cifra che il marchese Teodoro e la sua famiglia devono all’erario stesso da moltissimi anni…pensate che che questa storia ha visto protagonisti i bisnonni del marchese che già a loro volta erano debitori…e pensate, inseguiti dai miei nonni che, come me, erano esattori…

WA-Insoma, una famiglia de rumpaball nei secoli dei secoli !

RI-Con me non si scherza ! Io questo marchese non lo conosco ma di una cosa sono sicuro : a un Acquistapace non si scappa ! (estrae poi delle carte dalla valigetta) Allora barone, rispondete voi di questo importo ?

WA-Per forsa…

RI-(facendo dei conti) Bene, vi preparo i conteggi…scusatemi, di che regione siete della Francia ?

WA-Della zona…della zona… di Profiteroles…

RI-(sempre facendo i conti) Profiteroles ? Non la conosco…

TE-E’ vicina a Saint Honore…

RI-(riflettendo) No, proprio non la conosco…

WA-(tra sé) Menu mal…

RI-(finiti i conteggi) Allora barone, sono circa duecento mila euro, compresa l’ultima tassa, l’ICIAP…

WA-Ah, perché ades gh’è anca la tasa in sui ciap ! A vialter ve mancheva dumà de met la tasa in sul bus del gnau !

RI-Diceva ?

WA-Nient, nient…ha detto duecento mila euro ?

RI-Esatto, compresi gli interessi passivi, naturalmente…

WA-August, ma che’l marches ghe n’aveva de tass de pagà, eh ?

TE-(annuendo) Eh, tant, tant…

RI-Immagino mi pagherà con un assegno…

WA-Certamente… Severino…passami il libretto delli “schek” per piasè…

SE-(sottovoce) Ma Walter, te s’è diventà matt ? In due l’è che te vet a tò dusent mila

euro ?

WA-Paga el Papa…

SE-(basito) Per mì l’han ipnutisà ! (prende un libretto d’assegni dal tavolo e lo dà a Walter)

WA-(compilandolo) Quanti seri g’han dusent mila ? (dandolo a Riccardo) Ecco a voi…

RI-Questa è la ricevuta. Grazie  e arrivederci allora, il debito è stato estinto…

WA-On mumentin, per piasè…

RI-Sì ? Che c’è ?

WA-Aspetti che le presento una persona…Ludovico ? Ludovico ?

LU-(entrando) Dite padre…

WA-Guarda che è arrivato il nuovo cameriere…spiegagli le regole della casa…

LU-Ah, lei è il nuovo cameriere ? Buon uomo, venga con me…

RI-(intimidito) Devo andare con il signore ?

WA-Se vuole i soldi sì…

LU-Come vi chiamate, buon uomo ?

RI-Riccardo Acquistapace…

LU-Bene Riccardo, io ho molto rispetto per la servitù ma voglio…(escono)

SE-Walter, ma de bun paga el Papa ?

WA-Fides de mì…

TE-Mì su pù cume ringrasiala…vù ad avisà la mia mièe

WA-El dev minga ringrasiam, el piasè pusè gros l’è sta quel de fa spusà la mia tusa, se no chi l’è che me la ciapava ?

Rientra Riccardo con i capelli per aria, correndo e inciampando, mentre Teodoro esce

RI-Basta, basta ! Barone la saluto, la ringrazio, arrivederci…anzi, a mai più ! (esce inciampando di nuovo)

LU-(uscendo) Guardi che non ho ancora finito, devo spiegarle ancora un’ultima cosuccia…tanto non andava bene come cameriere…(esce di nuovo)

SE-Quel lì l’è minga cume mì..

WA-Vist che em pagà, tiremes via ona quai sudisfasiun cunt quei di tass !

SE-El g’ha rut i ball anca a quel lì !

WA-Severino, fino a quand ghei rump a quei di tass, a l’è on piasè !

SE-Ben Walter, mì vù a vedè se g’han bisogn d’on quai cos…(esce)

WA-(rimasto solo si avvicina al ficus) Uhè beniamino, te vist che la cinquina l’è vegnuda fora al mument giust ? (prende il giornale) Tresentvint mila euro ho vinciù ! Dusent hin andà per i tass, cent per la cà di bagaj…eh, mì la mia tusa la fù minga durmì in di capan cume i bantù…alter desnov mila per el pret che i a spusa, el vestì del matrimoni, el risturant…novcent per fag un regalin a la marchesa Adelina Trugliu Mirabello del Casato dei Ruffiani e un bel cent euro per mì e per el Severino…andemm in usteria e ciapum una ciuca de quei che ghe vor ona gru per tiran fora del letam…Te rispundet no eh ?

Ma te se propri un malmustus…mavadavia…(alza la mano e non termina la frase)

FINE