Tratto da “MEDEA”
di Euripide
Donne di Corinto , sono uscita dal palazzo perché non abbiate nulla da rimproverarmi ; colui che era tutto per me si è
rivelato un uomo infame , il mio sposo . Fra tutti quanti hanno anima e ragione noi donne siamo le creature più infelici ,
piene di paura, vili di fronte alla vista del ferro; ma quando veniamo offese nel nostro letto , non c'è altra mente che sia
più sanguinaria .La mia situazione è disperata. Ma non è finita qui credetemi . Molte vie di morte mi si aprono per loro
ma, non so ancora quale seguirò amiche mie . Forse appiccherò il fuoco alla casa nuziale , o trapasserò loro il fegato
con un'arma affilata penetrando in silenzio nella stanza dove è steso il letto nuziale . C'è solo un rischio : se sarò
sorpresa mentre m'insinuo nella casa per tramare contro di loro, morendo susciterò il riso dei miei nemici . E' meglio la
via diretta , quella in cui sono soprattutto sapiente : li ucciderò col veleno , infondo noi siamo solo donne : incapaci di
nobili imprese , ma di tutti i mali artefici molto sapienti . Le muse degli antichi poeti non inneggeranno più alla mia
infedeltà . Io non voglio una vita felice che mia faccia soffrire né una prosperità che mi tormenti ma ch'io non resti mai
senza la mia città vivendo l'impervia vita dell'indigenza , dalla morte , dalla morte prima vorrei essere vinta e che
muoia l'ingrato che può non onorare gli amici , dopo avere dischiuso le porte di un animo puro : mai costui potrà
essermi amico ; ora ho la speranza che i miei nemici scontino le loro pene anche se gemo pensando all''azione che dovrò
compiere poi . Ucciderò i miei figli e nessuno me lo impedirà ,dopo avere annientato la casa di Giasone me ne andrò da
questa terrà . Non si può tollerare di essere derisi dai nemici amiche mie . Nessuno deve considerarmi un'incapace , una
debole perché altro è il mio carattere : violenta con i nemici e con gli amici buona . Amiche mie ho deciso ; ucciderò al
più presto le mie creature e me ne andrò da questa terra . Devono morire è necessario e li ucciderò io che li ho
generati . Ma su armati mio cuore , che aspettiamo a compiere questo male tremendo e inevitabile ? Su mia mano
sventurata prendi la spada , avvicinati al doloroso inizio di una nuova vita , non essere vile , non ricordarti delle tue
creature che le hai tanto amate , che le hai partorite tu . Dimentica i tuoi figli almeno in questo breve giorno : poi li
potrai piangere . Anche se li ucciderai , infatti , li hai molto amati : ma io sono una donna disgraziata . Oh creature mie
voi avete una città e una casa ove, dopo avermi lasciato , abiterete in eterno mentre io andrò da sola in un'altra terra
prima di aver di voi goduto , avervi visti felici , aver celebrato le vostre nozze innalzando le fiaccole . Me sciagurata per
il mio orgoglio ! Invano creature vi ho allevato , eppure una volta avevo riposto in voi speranza , che avereste sostenuto
la mia vecchiaia e mi avreste sepolto alla mia morte con le vostre mani ma ora questo dolce pensiero è svanito , senza
di voi so vivrò una vita triste e dolorosa e sebbene mi manca il cuore , o donne , ora che ho visto lo sguardo dei miei
figli la mia mano non vacillerà. So bene quanto male sto per fare ma la passione domina sopra il mio volere . Ed ora
chiamatemi pure leonessa se volete . Ho colpito il suo cuore come dovevo e voi figli mie siete morti per la follia di
vostro padre .