Medzoo M’Okos

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Medzoo

Leonardo Gazzola

MEDZOO M'OKOS

(MEDZOO DELLA TEMPESTA)

1992

Originale che si fonda sulla struttura mitologica dei popoli Beti del Camerun, depositato in SIAE a nome Leonardo Gazzola.

Possiamo definirlo teatro con interazione musica, danza, canto, prosa di matrice africana.


PERSONAGGI

                   I Paria                                                                         Gli Ekan 

     OLOMVET, con lo mvet                                    -       NTIKAT, che racconta

     OLONDUMDUM, confusionario                      -       NTIBEBA, cattivo  

     OLONGOL *, pietà                                              -       NTIYANGUE, aspetta

     OLOMINGA, donna                                            -       NTIMINGA, nobildonna    

    

     MIMPIMIBEGUE, di tutto c'è bisogno           -        NTITALA, calma

                                                                          La creatura,

                                                                            MEDZOO

                   * : Il personaggio di Olongol balbetta. Per comodità di lettura abbiama scritto normalmente le sue battute. Le balbuzie sono affidate all'estro dell'interprete.


- SEQUENZA 1 -

In scena ci sono cinque trespoli con i mantelli ed i copricapi degli Ekan disposti in  buon ordine con davanti i rispettivi sgabelli.

Buioi. Musica. Luce. Danza di “karamagodonso”

Finisce la danza di karamagodonso.

OLOMVET – Enghinghila é!

TUTTI: E wessé!

OLOMVET: Enghinghila é!

TUTTI: E wessé!

OLOMVET: (al pubblico) Enghinghila é!

OLONGOL: Guarda che il villaggio non capisce.

OLOMVET: Ma sì che capisce. Vuoi vedere?

Olomvet riprova varie volte, finché il pubblico risponde. Commenti a seconda della situazione che si crea.

OLOMVET: Oh. Visto?

MIMPIMIBEGUE: Sì ma noi non facciamo un’epopea Beti?

OLOMVET: Certo, e allora?

MIMPIMIBEGUE:  E questo è un appello Duala.

OLOMVET: Perché tu invece sei molto Beti.

MIMPIMIBEGUE: Cosa c’entra?

OLOMVET: Va bé, impariamo anche una formula Eton. Gli Eton sono Beti, no?

MIMPIMIBEGUE: Eh.

OLOMVET: (al pubblico) Allora. Gli Eton della foresta del Camerun centrale dicono: “Iku ndim!”

OLONDUMDUM: Ndim!

OLOMINGA: E tu come lo sai? OLONGOL:  Ah, lo sa. OLOMVET: Chi te l’ha detto?

Olondumdum fa un gesto come per dire che lo sa e basta.

OLOMVET: Boh. (al pubblico) Iku ndim!

Olomvet continua fino a che il pubblico non risponde come si deve.

OLOMVET: Oh.

OLONGOL: Allora siamo nella foresta? Bene.

OLOMINGA:(fischia e trilla)

OLOMVET:Esatto. E visto che sono l’unico che sa suonare lo mvet (lo prende in mano) io sono lo Mbomo-mvet.

Tutti fanno commenti sul fatto che Olomvet non sa in realtà suonare lo mvet.

OLONDUMDUM: No. Gli Mbomo-mvet sono gli iniziati. Lascia perdere. Al massimo sarai Olomvet, cioè un paria che suona lo mvet.

Tutti approvano magari facendo qualche commento sul fatto che sono tutti paria però ogni tanto vorrebbero fare anche gli Ekan. Olomvet si pone davanti al pubblico iniziando a pizzicare lo mvet.

OLOMVET: Comunque suono meglio di voi.

OLOMVET - In questo villaggio in mezzo alla foresta vivevano due clan.

I PARIA - (cantano)

OLOMVET - Il clan degli Ekan, immortali tutori dell'ordine.

I PARIA - (cantano)

OLOMVET - Il clan dei Paria, uomini mortali che per vivere dovevano lavorare.

I PARIA - (cantano)

OLOMVET - Ma l'ordine degli Ekan è ordine anche per i Paria?

I Paria finiscono la canzone dell'inizio ed intonano quella dei campi. Raccolgono i sacchi  con i raccolti da portare agli Ekan e salgono in scena. Una volta depositati i sacchi, Olondumdum, Mimpimibegue e Olomvet si cambiano in Ntibeba, Ntitala, Ntikat. Gli Ekan non lasciano quasi niente ai Paria.

OLONGOL - Ma maestri del Palazzo-che-sfiora-la-terra! Avete preso tutto per voi. Ci avete lasciato pochissimo. Non basta per noi e per i nostri figli.

NTIKAT - Enghinghila é!

GLI EKAN - E' wessé!

NTIKAT - Tutte le dita della mano hanno forse la stessa lunghezza?

GLI EKAN - No.

NTIKAT - Lo scimpanzé è forse fratello del gorilla?

GLI EKAN - No.

NTIBEBA - Su che cosa ti stavi esprimendo, giovanotto?

OLONGOL - Dicevo eh, che dovremmo avere più... Provviste. E'... E'...

GLI EKAN - E' ?!

OLOMINGA - E' nei patti che legano il vostro mondo con il nostro.

GLI EKAN - Ho! Ho! Ho! Ho! (risatina sprezzante)

NTIKAT - Ascolta figliola; chi sono stati i primi a calpestare questa terra che voi coltivate adesso?

OLOMINGA - Voi, potenti signori.

NTIKAT - Come puoi allora non capire che l'impronta del gorilla appartiene al gorilla?

OLOMINGA - Ma...

OLONGOL - Nobili signori! Siamo noi che abbiamo arato, seminato, custodito, mantenuto e raccolto. Voi avete aspettato riposandovi.

NTIBEBA - Questa poi. Figli di mio padre avete sentito?

GLI EKAN - Abbiamo sentito.

NTIBEBA - Se non vi lasciassimo coltivare le nostre terre cosa fareste tutto il giorno?

NTITALA - Cosa mangereste?

NTIKAT - Cosa raccontereste ai vostri bambini? Che avete oziato dall'alba al tramonto?

NTIBEBA - No. Dovreste piuttosto ringraziarci per avervi trovato un'occupazione.

GLI EKAN - Mh - hmmm! (approvazione)

NTIBEBA - L'ingratitudine degli umani arriva a certi livelli.

NTITALA - Veramente.

OLONGOL - Il problema è che...

NTIKAT - Ascoltatemi: pensate ad un corpo umano per esempio, costituito da una potente muscolatura; enormi bicipiti, pettorali imponenti, robusti polpacci. Ma cosa può valere tutta questa impalcatura se il cervello non la organizza?

OLONGOL - Ch... Ch... Ch...

NTIKAT - Noi siamo il cervello. Voi siete le membra.

NTIBEBA - E senza di noi, voi non potete fare niente.

OLOMINGA - Voi parlate bene. Ci confondete. Sento che non è giusto. Voi siete il cervello e siete la bocca che sa parlare. E' per questo che ci ingannate. Noi siamo solo le mani.

NTITALA - Esatto. Noi siamo la bocca, lo hai detto. si è mai vista la mano che raccoglie il mango lamentarsi perché è la bocca che lo mangia?

GLI EKAN - Ho! Ho! Ho! Ho! (risatina  sarcastica)

NTITALA - Vedete bene che sono le leggi della natura.

I Paria Olongol e Olominga si ritirano dalla scena e si cambiano in Ntiyangue e Ntiminga.

NTITALA - E' veramente penoso dover sopportare in continuazione le lamentele di quelle nullità.

NTIBEBA - Per il Dio degli immortali Ekan! Finché io sarò qui in questa nobile tribù degli Engon-Zok, quei Paria non dovranno più aprire la bocca.

NTIYANGUE - Certo che il nostro ambiente non è tra i più propizi per portare avanti degnamente la nostra missione sugli uomini.

NTITALA - Già. Sempre lo stesso palazzo, sempre gli stessi campi e le stesse foreste. Che monotonia! Ntiyangue, ti avevo chiesto di riflettere su questo problema.

NTIYANGUE - Ho ascoltato il problema.

NTITALA - E...

NTIYANGUE - Adesso rifletto. Sento già nascere le idee.

NTIKAT - Quando un pollone di pianta mostra le sue foglie alla luce, bisogna annaffiarlo in modo che cresca e si sviluppi. Che le donne ci portino del vino per discutere come si deve l'idea del figlio di nostro padre.

Le donne escono per prendere il vino.

NTIYANGUE - Ben detto Ntikat.

NTIBEBA - Sarà un'idea da esaminare attentamente. Può portarci molto lontano.

NTIYANGUE - Certo.

Tornano le donne con il vino e lo distribuiscono.

NTIKAT - Al lavoro dunque.

NTIBEBA - Ecco il modo giusto per cominciare il lavoro. (tutti bevono il vino)

NTIYANGUE - Quando bevo questo vino, frutto della natura e dell'esperienza ancestrale, mi riconcilio con il mio corpo. E' come se il mio peso potesse sparire.

NTIMINGA - Ah, Ntiyangue; come mi piacerebbe sfidare le leggi della gravità. Fare sparire il mio peso e rendermi incorporea...

NTIKAT - E' un'idea interessante.

NTIYANGUE - Propongo di andare a mangiare e a riposarci. Tali riflessioni non possono esaurirsi in una sola seduta.

NTIKAT - Sì, abbiamo riflettuto abbastanza per oggi. La mia testa ha bisogno di riposo ed il mio ventre di cibo.

NTIMINGA - Se solo non fosse così... Umano curvarsi sulle pentole per preparare da mangiare...

NTIBEBA - Donne, è il vostro lavoro. Il nostro è di riflettere.

NTIYANGUE - Ma il suo problema ha forse una soluzione.

GLI EKAN - Mmmmmh?

NTIYANGUE - Non avete mai osservato le nubi? Se si potessero guardare e trasformare in pietanze prelibate. Farle scendere dal cielo...

NTIKAT - E' un'idea interessante. Bisognerà parlarne. Sì, sì, ne parleremo.

Buio mentre si sente la canzone dell'inizio.


- SEQUENZA 2 -

I Paria  nella sala si contendono i pochi viveri dati dagli Ekan.

MIMPIMIBEGUE - Eccoli lì i vigliacchi, i pavidi. E' adesso che fate andare la bocca.

OLOMVET - Lasciaci perdere, Mimpimibegue. Siamo già stati abbastanza maltrattati oggi.

MIMPIMIBEGUE - Siete dei miserabili, non volete che tocchi le vostre piaghe che vi fanno male e vergogna. Preferite restare con le vostre croste purulente piuttosto che curarle.

OLONGOL - Non usare il tuo parlare da niversità. Ogni tanto ti metti a parlare come loro (indica il palazzo)  e noi... Non capiamo più..

MIMPIMIBEGUE - Poveri imbecilli impregnati di fango e di piscia delle paludi mefitiche...

OLOMINGA - Basta Mimpimibegue! Non hai il diritto di insultare così i nostri uomini. Lavorano tutto il giorno, si rompono la schiena per portare ai nostri bambini quel poco di viveri che gli Ekan ci accordano. Di notte non riescono a coricarsi tanto hanno le ossa rotte.

OLONGOL - Con la siccità di quest'anno il lavoro è diventato più duro e le ore che si passano sui campi sono più lunghe.

OLOMINGA - Mio marito è talmente stanco che ormai fanno tre lune che non fa più correre le sue mani tra le mie cosce!

OLOMVET - Credi che sia piacevole per noi? Ma tu ci insulti, ti diverti ad umiliarci ancora di più.

OLOMINGA - Ah! Lasciala perdere. Cosa volete che capisca di queste cose? Dimenticate forse che tre uomini l'hanno ripudiata perché non ha mai saputo partorire? Siamo poi sicuri che abbia fatto di tutto per fare crescere il suo ventre? (sputa per terra) E si prende per una donna.

OLONDUMDUM - E' vero Mimpimibegue; non fare correre troppo la tua lingua. Fratelli: iku ndim!

I PARIA - Ndim!

OLONDUMDUM - Non dimentichiamo che non sono ancora passate dieci stagioni delle piogge da quando Mimpimibegue era là (indica il palazzo) con loro.

OLONGOL - Sì, non ha il diritto di...

MIMPIMIBEGUE - Pezzi di merda! O anche peggio! Quella almeno non parla per dire idiozie. Avete la stessa consistenza mentale della merda e non ne provate nemmeno vergogna. Come potete parlare di "uomini"? Questi li chiamate "uomini"? Siete dei maschi solo per via di quelle zucche che vi penzolano lì. Razza di buoni a nulla! Chi ha avuto l'audacia di ricordare che una volta ero immortale? Se adesso sono qui, se lavoro e soffro con voi, non è sufficiente per essere dei vostri? I giorni del Palazzo-che-sfiora-la-terra sono finiti per me, per sempre. Come volete sapere ciò che è giusto e ciò che è ingiusto? Io sola conosco la dolce vita del palazzo e la dura vita che noi Paria conduciamo. Ho detto noi! Sì, sono una paria; non ho mai potuto soddisfare l'uomo, è vero, questo mi ha permesso di prendere coscienza delle mie capacità. Tuono! O tuono! Non rispondermi se non dico la verità. (si sente il tuono) I vostri occhi da piccoli allocchi non si sono forse aperti fino a scoppiare quando vi ho mostrato i prodigi che la natura mi ha permesso di esercitare? Luna! O Luna! Smetti di illuminarci per qualche istante ed inchiodami sul posto questi vomiti di cane rognoso! (buio) Proprio non lo vedete che parlo per voi? Per noi? (luce) Come potete passare tutta la vita a lavorare perché gli altri si riempiano la pancia? Quando penserete a prendere in mano il vostro destino? Gli Ekan non sono niente senza di noi; che cos'è una terra senza le braccia che la coltivano? Siete poi così sicuri che è la loro terra che coltivate? Il progenitore del vostro antenato ed il progenitore dell'antenato degli Ekan di Engon-Zok erano la stessa persona. Questa è la terra dei nostri avi che loro, gli Ekan, non sanno più coltivare. E qualche parola ingannevole uscita da quelle bocche sazie di vino basta per farvi accettare la vostra condizione di... Paria. (silenzio) Non dite più niente adesso? (silenzio) Tocca a voi parlare. (silenzio) Siete nati nella merda e nella merda morirete. (si allontana  furente dal gruppo dei Paria)

Con  la coda tra le gambe i Paria intonano una canzone che Olomvet riprende con lo mvet.

OLOMVET - Eh, sì. Mimpimibegue la temibile aveva ragione. Una donna che le amarezze della vita da tempo avevano forgiato.

I PARIA - (cantano)

OLOMVET - Non misurava più le parole. Per lei era una debolezza dimenticata.

OLONDUMDUM - Abbiamo capito che bisognava fare qualcosa.

OLOMVET - Olondumdum! Lasciami finire. Sono un poeta e tu mi tagli l'ispirazione? (ricominciano a cantare) La superficie dell'acqua può essere liscia ma non si vede quello che succede in profondità.

I PARIA -  (cantano)

OLOMVET - Gli Ekan non potevano immaginarsi che questi esseri insignificanti capaci appena di tenere una zappa...

Olondumdum aveva  ricominciato a disturbare.

OLOMVET - Bene! Visto che non vi interessa, non dico più niente. (si allontana)

OLONGOL - Possiamo continuare noi.

OLONDUMDUM - Conosciamo la storia.

OLOMVET - Ah. Le vostre bocche non hanno la poesia della mia. (ironico) Dai, parlate.

OLOMINGA - La nostra lotta può fare a meno della tua poesia. Comunque ci siamo resi conto che dovevamo passare all'azione.

OLONGOL - Dici bene ma cosa possiamo fare? Gli Ekan sono immortali e investiti di poteri secolari. Le loro potenti parole ci schiaccerebbero.

OLOMVET - Inevitabilmente.

OLONDUMDUM - Dobbiamo comperare un'automobile!

I PARIA - Oooooh!

OLONGOL - Ecco. Non abbiamo soluzioni. Resteremo sempre dove siamo. E Mimpimibegue ci sgriderà ancora.

I PARIA - Ahi, ahi, aaaahi...

OLOMVET - Con tutto questo pessimismo non ne verremo mai a capo. Qui ci vogliono delle proposte.

Tutti i Paria si mettono a parlare contemporaneamente.

OLOMVET - Basta, silenzio. Silenzio! E quando dico silenzio vuole dire...

I PARIA - Silenzio.

OLOMVET - Parlate uno alla volta. Olongol, hai la parola.

OLONGOL - Ecco. Io propongo di bruciare...

OLONDUMDUM - Le tappe!

OLOMVET - (lo picchia sulla testa) Ma vuoi stare zitto?

OLONGOL - Dicevo che bisognerebbe bruciare tutti i campi degli Ekan così non avranno più niente su cui sfruttarci.

OLOMINGA - (ironica) Ma certo. E noi poi cosa mangiamo?

OLONGOL - Risolviamo un problema alla volta.

OLOMVET - No. Ragioni come Bëme il facocero che dopo aver fatto indigestione la sera del raccolto delle noci di palma, ha bruciato tutte le sue provviste per essere sicuro di non cadere più in tentazione. Quando ebbe ancora fame due giorni dopo, non aveva niente da mettere sotto i denti.

OLONDUMDUM - Potremmo allora incendiare solo la parte dei campi che corrisponde alla quantità di viveri che prendono gli Ekan e risparmiare una parte che corrisponde alla nostra piccola quantità.

I PARIA - Oooooh!

OLOMINGA - Andiamo piuttosto ad installarci al Palazzo-che-sfiora-la-terra.

OLOMVET - Per fare cosa?

OLOMINGA - Dobbiamo convincerli che non siamo degli idioti.

OLONDUMDUM - Andiamo in America!

I PARIA - Oooooh!

OLONGOL - Incrociamo le braccia. Non lavoriamo più.

OLOMVET - Giusto. Così gli Ekan non avranno più niente da mangiare.

OLOMINGA - E noi cosa mangeremo?

OLOMVET - E' vero il vento non si mangia.

OLOMINGA - Non funzionerà.

OLOMVET - Bisognerebbe minacciarli prima.

OLOMINGA - Ma non sappiamo parlare.

OLONGOL - Parlano meglio di noi.

OLOMVET - Parlerà uno solo di noi.

OLONGOL - Parlerò io.

OLOMINGA - Ma se non sai parlare.

OLOMVET - Bisognerebbe eleggere un rappresentante.

OLONGOL - Lo cacceranno via di forza.

OLOMINGA - E' vero, siamo anche mal nutriti.

OLONDUMDUM - Mandiamo un bufalo!

I PARIA - Oooooh!

OLONGOL - Mandiamo una donna. Non oseranno cacciarla.

OLOMVET - Hanno altri sistemi.

OLOMINGA - Io ho paura di andare.

OLOMVET - Oppure formiamo una delegazione.

OLONDUMDUM - E porteremo delle maschere!

I PARIA - Oooooh!

OLOMINGA - La nostra delegazione sarà solo un gruppo di individualità.

OLONGOL - Gli Ekan ci separeranno.

OLOMVET - Ci divideranno.

OLOMINGA - Ci spezzetteranno.

OLONDUMDUM - Ci sbricioleranno.

OLOMVET - Bisognerebbe poter riunire in qualche cosa tutti i nostri esseri.

OLONGOL - Qualcosa che ci contenga tutti.

OLOMINGA - Qualcosa che non sia divisibile.

OLOMVET - Qualcosa di incorruttibile.

OLONDUMDUM - Costruiamo una creatura artificiale!

I PARIA - Oooo... (fermata brusca - pausa)

OLOMVET - Che cos'hai detto?

OLOMINGA - Che cos'ha detto?

OLONGOL - Che cos'ha detto?

OLOMVET - Ripeti un po' quello che hai detto, Olondumdum.

OLONDUMDUM - (vantandosi)  Hem... Hem... Ho detto... Giusto? Dicevo che! (pausa)  Non mi ricordo più.

I PARIA - Oooooh...

OLOMVET - Però aspettate. Mi sembra che parlasse di una creatura...

OLOMINGA - Sì, di costruire...

OLONDUMDUM - Di costruire una creatura artificiale! Ecco! Sono io che l'ho detto!

OLOMVET - Una creatura artificiale che rinchiuda tutti gli attributi che ognuno di noi ha.

OLONGOL - Sì, sarà così l'unione di tutti noi ma unico, inseparabile.

OLOMINGA - Forte, potente, incrollabile.

OLONGOL - Invincibile.

I PARIA - Yaaaa!

OLONGOL - Ma... Siamo capaci di costruire un essere simile? (silenzio) Aaaay... Resteremo sempre delle nullità.

OLOMVET - E Mimpimibegue?

I PARIA - Ahi!

OLOMVET - Sciocchi! Non credete che sia tempo di fare appello ai suoi prodigi? Non ci ha sufficientemente ripetuto che è dei nostri?

OLOMINGA - Olomvet, non hai torto. Sicuramente i suoi prodigi ci aiuteranno.

OLOMVET - Andiamo a vedere Mimpimibegue, saprà fare delle nostre piccole e numerose fiamme un fuoco invincibile.

I PARIA - (approvano)

Buio.


- SEQUENZA 3 -

Grida di festa nell'oscurità - i cosiddetti "oyanga" - . Tamburi. Quando viene la luce, Ntiyangue sta suonando il tamburo per annunciare la nascita di un bambino. Entra  Ntiminga con un cesto dove si suppone si trovi il neonato. Grida più forti.

OLOMVET - Un maschio è nato da uno dei degni figli della tribù di Engon-Zok. Simbolo della perpetuità del patto tra il cielo e noi immortali, riceverà il nome di Ekum; il ceppo dell'albero che, anche decapitato, rimarrà solidamente piantato nella terra.

NTIBEBA - Sì, il ceppo, per quanto forte possa essere la tempesta, resta immutabile.

NTIMINGA - Accetto con gioia questo nome, fratelli saggi e venerabili.

NTIYANGUE - Ekum, figlio di Engon-Zok, merita adesso un appellativo; il nome che sarà il motto che descriverà tutto il senso dell'azione verso la quale sarà chiamato.

NTIKAT - Gli ci vuole un appellativo di attualità.

Ritmo e canzone. Gli Ekan ballano.

NTIYANGUE – Io propongo l'appellativo di "Otong".

GLI EKAN - Giusto.

NTIKAT - Certo. Otong, il torrente che non teme la foresta, che non si lascia comprimere, che viola i territori lontani. Otong il torrente la cui esperienza si nutre ogni giorno dei diversi spazi percorsi. Otong la cui sorgente resta legata alla foce dall'acqua che vi scorre.

Grida selvagge e tamburi fuori scena. Gli Ekan si interrogano con lo sguardo.

NTIMINGA - Che cos'era?

NTIBEBA - Saranno i Paria. I loro versi sono sempre molto sgradevoli.

NTIMINGA - Oh, ma io ho paura. Quelle grida erano quasi spettrali.

Altre grida, ancora tamburi.

NTITALA - Che cosa significa?

NTIMINGA - Ho un brutto presentimento.

GLI EKAN - Oooooh...

NTIKAT - Non abbiamo niente da temere da quei Paria.

NTIMINGA - E quelle grida?

NTIYANGUE - Il cane che abbaia non morde. Lasciamo quei Paria alle loro grida di animali e andiamo a godere del riposo che ci siamo meritati.

GLI EKAN - Giusto.

Buio.


- SEQUENZA 4 -

Penombra. I Paria cantano una cantilena propiziatoria mentre posizionano in scena un'urna. Un tamburo scandisce i loro passi.

 I Tamburi chiameranno a turno i Paria che depositeranno nell'urna i vari attributi. Una specie di fecondazione collettiva. Mimpimibegue si mette in ginocchio dietro l'urna.

MIMPIMIBEGUE - Urna secolare, ecco il fango del grande fiume, l'instancabile Mengombo nel quale si bagnarono tutti i valorosi figli di questo popolo. Ritrova la tua forza generatrice di vita e tira fuori dalle tue viscere Medzoo, nostra creatura.

Si avvicina all'urna Olomvet con un pezzo d'osso.

OLOMVET - Ecco un frammento di femore di gorilla, il signore dei giganteschi alberi agiap dai quali si butta in caduta libera per impattare con le asperità del suolo senza lamento né dolore. Ricevi, urna, l'energia di questo femore.

Si avvicina all'urna Olongol con un pugnale.

OLONGOL - Possa questo pugnale dare a Medzoo l'invincibilità dei guerrieri di questo popolo che per anni si difesero con la sola forza di questo pugnale.

Si avvicina all'urna Olominga con una scure.

OLOMINGA - Possa Medzoo avere tutta la potenza e la forza che ha conosciuto questa scure con la quale i nostri antenati hanno strappato alla foresta il suolo dove ora sorge il nostro villaggio.

Si avvicina all'urna Olondumdum con dei fiori.

OLONDUMDUM - Tra gli Ekan ci sono troppe belle donne. Medzoo sarà amato e ammirato: le avrà tutte. Ecco, urna dei miei padri dei fiori dal profumo seducente.

Affranta dalle "fecondazioni" ricevute, Mimpimibegue si trascina addosso all'urna.

MIMPIMIBEGUE - Urna, o urna secolare. Urna che fece la prosperità del nostro popolo. Urna la cui provenienza e il cui destino sfuggono alla nostra conoscenza. Urna dei nostri padri della quale gli Ekan di Engon-Zok hanno dimenticato l'esistenza. Urna vecchia quanto il tempo, ascolta le mie volontà. Raduna tutti gli spiriti e che diano forma umana ai nostri attributi. Raduna tutti gli spiriti e che portino con loro la tempesta per dare la vita a Medzoo. Che venga la tempesta che genera la vita! Che venga la tempesta che smette solo per rinascere ancora e ancora! Oh, spiriti dei nostri padri! Che Medzoo non sia come la lucciola che brilla una sola notte. Cosa varrebbe un eroe effimero chiamato un giorno ad invecchiare e a morire? Bisogna che Medzoo esaurisca lo spazio, trascenda il tempo. Sarà e sarà sempre! Sì! Che venga la tempesta che non si esaurisce mai e che trasmetta a... Mio figlio l'immortalità.

Arriva la tempesta. Mimpimibegue entra in trance. Danza stregata dei Paria attorno all'urna tra tuoni, fulmini e ritmo indiavolato di tamburi. Fumo. Appare Medzoo, inerte. Mentre la tempesta cala, Mimpimibegue si trascina fino alla testa di Medzoo e gli da il soffio della vita. I tamburi scandiscono i primi movimenti di Medzoo. I Paria esultano.

Buio. Si sentono delle risate nell'oscurità.


- SEQUENZA 5 -

Gli Ekan sono in scena in un'atmosfera gioiosa .

NTIKAT - Enghinghila é!

GLI EKAN - E wessé!

NTIKAT - Sono forte, sono potente, sono invincibile e... Sono stupido. Chi sono?

GLI EKAN - Medzoo! (risate)

NTIBEBA - E' proprio vero che un tronco d'albero può stare in acqua finché vuole ma non diventerà mai coccodrillo.

NTIKAT - Se noi siamo dove siamo e loro dove sono, non è certo per caso.

NTIYANGUE - Certo che no! Noi, con i nostri progetti che ponderiamo accuratamente, non avremmo mai potuto concepire una simile incongruità.

NTIKAT - Però bisogna ammettere che hanno avuto un'idea quasi non disprezzabile costruendo quell'essere infernale. Che vigore! Che resistenza! Ma anche... Che idiozia! (risate)

NTIBEBA - Quegli inetti si presentano a palazzo con la loro creatura dicendogli: "tocca a te".

NTIYANGUE - Il poveraccio non si muove e chiede: "a fare cosa?".

NTIKAT - Avevano dimenticato di dirgli cosa volevano da lui. (risate)

NTIBEBA - Ah, ma il meglio doveva ancora venire.

NTIYANGUE - Sì, quando i Paria hanno voluto spiegargli quello che volevano da lui.

Imitano i Paria.

NTIBEBA - Avanza!

NTIYANGUE - No!

NTIKAT - Apri prima il portone.

NTIBEBA - Ecco. Picchia!

NTIKAT - Ahi! Non su di me.

NTIYANGUE - Indietreggia.

NTIKAT - Fermati.

NTIBEBA - Distruggi questo.

NTIYANGUE - Avanza!

NTIBEBA - No!

NTIKAT - Non contro il muro!

GLI EKAN - Kpïm!

NTIBEBA - Rialzati.

NTIYANGUE - Cammina.

NTIKAT - Ma... Nell'altra direzione.

NTIBEBA - Vai al deposito dei fucili.

NTIYANGUE - E qui lui chiede: "che cos'è un fucile?". (risate)

NTITALA - Insomma. E' comunque riuscito ad impadronirsi delle armi.

NTIBEBA - Per poco. E' bastato che il nostro nobile Ntikat dicesse:

NTIKAT - Bene. Adesso restituiscicele.

NTIBEBA - Perché lo stupidissimo ci restituisca tutto.

NTIYANGUE - Bere il vino non è bere l'acqua del fiume.

NTIKAT - Appena capito che Medzoo eseguiva gli ordini da chiunque li ricevesse...

NTIYANGUE - Con calma, chiaramente.

NTIBEBA - Autoritariamente.

NTIKAT - Degnamente, come conviene a noi Ekan di Engon-Zok...

NTIYANGUE - Gli abbiamo ordinato di punire i Paria della loro audacia schiaffeggiandoli uno ad uno.

NTIBEBA - Poi gli abbiamo ordinato di buttare fuori quei miseri mortali dal Palazzo-che-sfiora-la-terra.

NTIKAT - Poi lo abbiamo utilizzato per fargli ricostruire il deposito che aveva demolito.

NTIYANGUE - E riparare...

NTIKAT - Le porte che aveva sfondato.

NTIBEBA - I muri dove era andato a sbattere.

NTIKAT - E lavare...

NTIBEBA - I tappeti che ci aveva sporcato.

NTIYANGUE - I divani che i Paria avevano toccato.

NTIBEBA - I vetri che le loro sudice mani avevano sfiorato.

NTIKAT - Adesso che ha finito, può tornare da dove è venuto.

NTIYANGUE - Sì, che se ne vada. E' troppo faticoso dirigere un tale cretino.

NTIBEBA - Certo. E' ancora meglio servirsi dei Paria che almeno hanno una parvenza di cervello.

Arriva Medzoo. Ntiminga e Ntitala si precipitano ad abbracciarlo.

NTIKAT - Ah, eccolo. Hai finito?

MEDZOO - Sì.

NTIKAT - Potete farlo ripartire. (le donne esitano)

NTIBEBA - Non avete sentito quello che ha detto Ntikat? Fatelo andare! (le donne esitano)

NTIKAT - Bene. Esci da questo palazzo e cammina fino a che ti stanchi.

MEDZOO - Sì.

Medzoo si libera delle donne e scende dal palazzo. Le donne lo guardano partire con tristezza.

NTIYANGUE - Ehi! E' un pupazzo. Gli uomini veri sono qui! (risate)

Buio mentre si sente la canzone dell'inizio.


- SEQUENZA 6 -

I Paria stanno massaggiando Olongol dopo le botte prese da Medzoo. Mimpimibegue è in disparte. Dal fondo della sala arriva Medzoo. I Paria, spaventati, si disperdono. Medzoo continua a camminare incurante dei Paria che chiacchierando e commentando tra di loro, cominciano a seguirlo. Finché Olondumdum si mette davanti a Medzoo che lo travolge.

OLOMVET - Medzoo, fermati. (Medzoo si ferma)

OLONGOL - Come hai fatto?

OLOMVET - Gli ho detto di fermarsi.

OLONDUMDUM - Pertinente intervento.

OLOMINGA - E adesso cosa facciamo di lui?

OLONDUMDUM - Pertinente domanda.

OLONGOL - Così non ci serve a niente.

OLONDUMDUM - Pertinente annotazione.

OLOMVET - (severo) Abbiamo capito.

OLONGOL - Per esserci utile non dovrebbe essere così stupido.

OLONDUMDUM - Pertinente osservazione. (gli altri lo guardano male) Cosa facciamo allora?

OLOMINGA - Ci vogliono delle proposte.

OLONGOL - Ma quali proposte? Abbiamo perso. Ci hanno ridicolizzato. Non ci resta più niente; tutte le nostre energie sono andate per la costruzione di Medzoo.

MEDZOO - Sono io.

I PARIA - Eh?

OLONGOL - Tutte le nostre povere energie per la costruzione di un deficiente che ci prende a sberle quando qualcun'altro glielo ordina.

OLONDUMDUM - Poveri noi.

OLOMINGA - E dobbiamo anche sbarazzarci di lui adesso.

OLOMVET - Perché? Proviamo a recuperarlo.

OLONGOL - Cosa vuoi dire Olomvet?

OLOMVET - Voglio dire che Medzoo...

MEDZOO - Sono io.

OLOMVET - Cioè, Med... Hem... "Lui" è ancora qui con noi e possiamo iniziarlo a qualche piccolo lavoretto cominciando con i più semplici.

OLONDUMDUM - Giusto. In fondo è ancora giovane. Oggi è il suo terzo compigiorno. Comincio: Medzoo, quando...

MEDZOO - Sono io.

OLONDUMDUM - Siii, lo so benissimo che sei tu. Quando ti si dice di picchiare, sai cosa devi fare?

MEDZOO - Sì.

OLONDUMDUM - Cosa?

MEDZOO - Questo. (picchia Olominga che si trovava sulla traiettoria)

OLOMINGA - Ma sei scemo?! Stai zitto. Sarà meglio che gli insegni io. Vediamo un po', Medzoo...

MEDZOO - Sono io.

OLOMINGA - Vai a prendere un secchio d'acqua.

MEDZOO - Sì. (si incammina)

OLOMINGA - A-ha! Ha capito. Visto? Cose semplici.

OLOMVET - Sì, ma non serve; Medzoo fermati. (Medzoo si ferma) Che impari a portare dei secchi, Olominga.

OLOMINGA - Ma è da lì che bisogna cominciare. Vai, Medzoo. (Medzoo cammina) Anche con i bambini si comincia così.

OLOMVET - Ma no. Fermati, Medzoo. (Medzoo si ferma) Olominga, non è un bambino. Torna qui, Medzoo. (Medzoo Torna)

OLONDUMDUM - Non bisogna dargli degli ordini contraddittori, Olomvet. Vai, Medzoo. (Medzoo va)

OLOMVET - Ma è Olominga che da... Medzoo, torna qui. (Medzoo torna) Degli ordini contraddittori.

OLONGOL - Contraddittori? Ma no. Medzoo, vai. (Medzoo va) Contraddittori a cosa?

OLOMVET - Ooooh! Medzoo, torna qui. (Medzoo torna)

OLOMINGA - No, vai Medzoo. (Medzoo va)

OLOMVET - Torna, Medzoo. (Medzoo torna)

OLONDUMDUM - Hei, che divertente! Medzoo, vai. (Medzoo va) Medzoo, torna. (Medzoo torna) Medzoo, vai! (Medzoo va) Medzoo, torna! (Medzoo torna) Medzoo vaaaaai!! (Medzoo va)

OLOMVET - E va bé.

Medzoo continua a camminare.

OLOMINGA - Ma dove va?

OLONDUMDUM - Medzoo, dove vai?

MEDZOO - Vado.

OLOMVET - Molto bene. Medzoo, fermati e torna qui. (Medzoo torna)E voi basta di dire scemenze.

OLONGOL - Si deve cominciare con dei lavori più da uomo, più adatti a lui. (tende a Medzoo un pollo ed un pugnale) Medzoo...

MEDZOO - Sono io.

OLONGOL - Sgozzami questo pollo.

MEDZOO - Tutti e due? Bene. (si avvicina a Olongol sgozzando il pollo)

OLONGOL - Come tutti e due?

MEDZOO - Tu, questo pollo. (si avvicina a Olongol brandendo il pugnale)

OLONGOL - Aaah! No! E' il tu... E' il pollo! Sono non io! Voglio dire... Aaaah! Basta, fermati, non fare più niente! (Medzoo si blocca) Ay!

I Paria, sconsolati, si allontanano da Medzoo, immobile, canticchiando un motivo che poi Olomvet riprende con lo mvet.

OLOMVET - Come foglie cadenti; portate, maltrattate, cullate dal vento. Le speranze di conquista e di redenzione,

I PARIA - (cantano:) Dei poveri Paria,

OLOMVET - Si dissipavano all'ombra di una creatura,

I PARIA - (cantano:) Incapace,

OLOMVET - Di fare germogliare la speranza che vi era stata piantata.

I PARIA - (cantano imitando il pianto)

MIMPIMIBEGUE - (arrivando) Non è piangendo che risolverete il problema.

OLOMINGA - Risolvere? Ma, Mimpimibegue, ecco che la nostra unica speranza è sprovvista d'intelligenza.

MIMPIMIBEGUE - Gli errori si pagano. Noi abbiamo già pagato il nostro.

I PARIA - Eh?

MIMPIMIBEGUE - Ho bisogno di uno di voi che vada a prendermi del materiale nel mio antro. (i Paria si allontanano facendo finta di niente) Ho detto che voglio uno di voi! (Olongol viene spinto avanti) Bene. Olongol; vai a prendere le cervella di tartaruga che tengo nella giara nera, ma fai attenzione a non metterci dentro la mano perché gli scorpioni vi fanno la guardia. A fianco della mia stuoia c'è un tumulo di ossa e vi troverai il cranio di mio nonno; portamelo e...

OLONGOL - Ma vuoi privarti di...

MIMPIMIBEGUE - Taci! Avvolgi il tutto in un vecchio sacco e stai attento a non toccare i feticci che penzolano dal soffitto. Non li sfiorare nemmeno. Solo io posso toccarli senza pericolo. Vai. (Olongol esita)

OLONDUMDUM - Non ti si chiede di riflettere, vai! (spinge via Olongol)

MIMPIMIBEGUE - Medzoo, vieni qui. (Medzoo arriva) Siediti. (Medzoo si siede e fa per rialzarsi) E stai seduto! (Medzoo sta seduto)

Mimpimibegue fa un giro con la palline attorno a Medzoo.

Arriva Olongol con il sacco. Mimpimibegue vi trova il materiale di cui aveva bisogno, fa dei segni sulla testa di Medzoo,

 

MIMPIMIBEGUE:Adesso lo facciamo dormire.

I Paria cantano una nenia per farlo addormentare.

MIMPIMIBEGUE - Concentrate tutte le vostre minuscole intelligenze su di lui. Ascolta e obbedisci, tu che sei il frutto di tutte le nostre volontà riunite. Tu che ormai avrai una coscienza e un'intelligenza. Tu esisti per combattere i capi. Caccerai gli Ekan dal Palazzo-che-sfiora-la-terra. Esisti per combattere i capi! Questa è la tua missione. Figli di mio padre, speriamo che tutto vada come lo desideriamo. Cominciamo. (tamburi)

Buio.


- SEQUENZA 7 -

Gli Ekan sono in scena, Medzoo e Olondumdum appena sotto.

NTIKAT - Enghinghila é!

GLI EKAN - E wessé!

NTIKAT - Enghinghila é!

GLI EKAN - E wessé!

NTIKAT - L'episodio che siamo sul punto di narrarvi riveste un'importanza capitale nell'equilibrio del nostro racconto.

NTITALA - Vi preghiamo quindi di averne la giusta predisposizione.

OLONDUMDUM - Cioè, è che è molto "vitalico" quello che vi diciamo adesso.

NTIYANGUE - Ecco. Ci tengono sempre a mostrare la loro goffaggine.

NTIMINGA - Sempre.

Olondumdum si accorge di essere fuori posto e si cambia in Ntibeba, salendo in scena.

NTIKAT - Insomma. Torniamo alla nostra storia.

NTIYANGUE - Credevamo che quegli inetti avessero rinunciato ad ogni azione vendicativa...

NTIKAT - Una volta constatato che la loro creatura non serviva assolutamente a niente.

NTIBEBA - Del resto ce ne eravamo sbarazzati avendo capito subito che con un idiota simile non sarebbero arrivati da nessuna parte.

NTIYANGUE - Per di più i Paria vi avevano sacrificato tutte le loro energie.

NTIBEBA - No. Era veramente impensabile che tornassero all'attacco.

Ntikat si trasforma in Olomvet e va vicino a Medzoo.

OLOMVET - Iku ndim!

IL PUBBLICO - Ndim!

OLOMVET - Iku ndim!

IL PUBBLICO - Ndim!

OLOMVET - Malgrado il cocente scacco subito, malgrado le nostre scarse possibilità, abbiamo trovato la forza per reagire.

GLI EKAN - Booof...

OLOMVET - Comunque non avevamo più niente da perdere e siamo tornati davanti al Palazzo-che-sfiora-la-terra.

NTIBEBA - Ancora accompagnati da quell'imbecille.

MEDZOO - Imbecille lo tieni per te e per i tuoi. Vi farò discernere meglio la differenza tra voi, sanguisughe mollicce e noi, forgiatori dell'avvenire.

OLOMVET - (esaltato) Vai! (si cambia in Ntikat e torna in scena)

NTIYANGUE - Va bé, va bé. Non è perché hai recuperato una sottospecie di cervello che ti devi credere il più forte.

MEDZOO - Io non credo, io sono il più forte. (sale in scena, reazione di paura da parte degli Ekan)

NTITALA - Aspetta, aspetta. Ragioniamo prima.

MEDZOO - Mi spiace. Niente dialoghi con voi.

NTIBEBA - Questa poi. Figli di Engon-Zok, avete sentito?

GLI EKAN - Abbiamo sentito.

NTIBEBA - Si è mai vista una simile barbarie? Da quando in qua si risolvono  problemi con la forza bruta?

NTIKAT - Da quando in qua le parole ragionate e posate cedono il passo a un conflitto tra masse di muscoli?

NTIYANGUE - E' la ragione che distingue l'uomo dall'animale.

NTIKAT - Non vorrete che vi si indichi, nei secoli che verranno, per esservi comportati come degli animali?

NTIYANGUE - Non vorrete che questo villaggio resti famoso per gli energumeni che l'hanno popolato?

NTIBEBA - Non vorrete che ci si ricordi di voi come ci si ricorda della iena stupida e sanguinaria?

NTIKAT - No. Non vogliono questo. Sanno ragionare.

NTIMINGA - Siamo tutti degli esseri umani.

MEDZOO - Non tutti.

NTIKAT - Ma siii... Anche tu. A forza di stare nell'acqua il tronco d'albero diventerà...

GLI EKAN - Coccodrillo! A-ha! (approvazione)

NTIBEBA - Esaminiamo il problema.

NTIYANGUE - Con calma, c'è tempo.

NTIKAT - Sediamoci, Medzoo e parliamone. (Medzoo si siede)

NTIYANGUE - Possiamo finalmente parlare da persone ragionevoli.

NTIKAT - Noi crediamo che un essere così forte, così intelligente, così perfetto come te sia chiamato verso grandi destini. Giusto figli di mio padre?

GLI EKAN - Mh-hmmm! (approvazione)

NTIMINGA - Ti ci vuole dunque una vita confortevole, un ambiente degno del tuo rango.

NTITALA - Qui, nel Palazzo-che-sfiora-la-terra, troverai le condizioni ideali perché la tua eminente personalità possa sbocciare come si deve.

NTIKAT - Senza più pensare ad atti selvaggi come rivolte, vendette o cose del genere. (silenzio)

GLI EKAN - Eh?...

MEDZOO - No. Risolviamo il problema con io che vi massacro.

NTIMINGA - Cosa?

NTIKAT - Ma come?

MEDZOO - Ho detto: risolviamo il conflitto con una lotta. Voi obietterete che se vinco questo non vuole necessariamente dire che ho ragione. E' vero. Ma voi proponete di risolvere la diatriba parlando perché sapete perfettamente che parlate meglio di noi. Alla fine vincereste voi. Questo vorrebbe forse dire che la vostra causa era la giusta? Nemmeno. Vedete quindi che un metodo vale l'altro. In nessun caso saremmo sicuri che il vincente avrebbe ragione.

NTIMINGA - Sarebbe a dire?

MEDZOO - Sarebbe a dire che vista e considerata l'equivalenza dei metodi, scelgo arbitrariamente la forza e per voi saranno dolori. Difendetevi!

Buio. Grida degli Ekan. Rumori vari, altre grida  poi silenzio. Si sente la canzone di addio al palazzo degli Ekan. Luce.

NTIKAT - La battaglia si svolse, intensa e breve. La battaglia si svolse, e in poco tempo...

GLI EKAN - (cantano)

NTIKAT - Prima che il sole inondi il villaggio con il suo torpore bruciante, la calma regnava di nuovo al Palazzo-che-sfiora-la-terra.

GLI EKAN - (cantano)

Gli Ekan vanno mestamente a prendere i loro trespoli e si incamminano nella sala.

NTIKAT - Abbiamo perso l'energia credendo di averla per sempre.

NTIYANGUE - Abbiamo vissuto con la certezza dell'incrollabilità del nostro potere.

NTIKAT - Al riparo dalla realtà.

NTITALA - Ahi, la realtà fa male.

NTIBEBA - Ahi, i sogni muoiono di giorno.

NTIMINGA - Ahi, addio alla forza che lega il cielo alla terra.

NTIYANGUE - Ahi, addio al Palazzo-che-sfiora-la-terra.

GLI EKAN - (cantano)

Gli Ekan appendendo malamente i loro vestiti sui trespoli, si cambiano in Paria e balzano in scena con grida di felicità esagerate. Alcuni Paria si mettono a suonare i tamburi, altri improvvisano una danza trionfale per Medzoo.

Buio.


- SEQUENZA 8 -

I Paria, tranne Mimpimibegue, sono in scena che bevono vino di palma e chiacchierano. Medzoo è in piedi . Entra Olominga con una pentola.

OLOMINGA - E' pronto.

OLOMVET - No. No e no. Non si mangia nelle pentole. E' volgare; sono i Paria che mangiano nelle pentole.

OLONDUMDUM - Ignoratrice delle belle maniere.

OLOMINGA - (perplessa) Ah? Va bé... Allora senza pentola... (fa per versare tutto per terra)

OLONGOL - Eeeh?! Cosa fai?

OLOMVET - Ma sei scema?

OLOMINGA - Ma se me l'hai detto tu...

OLOMVET - Ti ho detto: "non nelle pentole"; non ti ho detto di versare tutto per terra. Le pietanze si servono nelle zuppiere.

OLOMINGA - Aaah... Nelle... Nelle?

OLOMVET - Zuppiere. Ce ne sono nella stanza qui a fianco. Molto belle. In quelle ci servirai i pranzi.(Olominga esce)

OLONGOL - Queste donne. Bisogna insegnare tutto sugli usi del palazzo.

OLOMVET - Credo che avremo bisogno di un cerimoniere per imparare tutte queste cose essenziali.

OLONGOL - Un cerimoniere?

OLOMVET - Io propongo me stesso. Sono pur sempre il più conoscitore di noi o no?

OLONGOL e OLONDUMDUM - Sssii... Sì, sì...

OLOMINGA - (entrando) Olomvet, è difficile portare qui la poppiera.

OLOMVET - Zuppiera!

OLOMINGA - Sì, quella lì. E' molto pesante.

OLOMVET - Bene. Medzoo, vai ad aiutarla.

MEDZOO - Sì. (esce con Olominga)

OLOMVET - Sento che il mio compito di cerimoniere sarà molto duro. Bisognerà insegnarvi tutto. (risate) Cosa? Anzi, per cominciare non rideremo più in quel modo. Imparerete a ridere in un modo più degno. Ripetete dopo di me: Ho! Ho! Ho! Ho!

I PARIA - Ho! Ho! Ho! Ho!

OLOMVET - Ecco. Questa era la risata di circostanza. (mormorii di approvazione) Adesso la risata ipocrita: Hééé...

I PARIA - Hééé...

OLOMVET - Bene. Ora la risatina inconfessabile: Hi! Hi! Hi! Hi!

I PARIA - Hi! Hi! Hi! Hi!

OLOMVET - Per un inizio può andare. Riprovate tutti e tre.

I PARIA - Ho! Ho! Ho! Ho! ... Hééé... Hi! Hi! Hi! Hi!

OLONDUMDUM - Siamo bravi, eh?

OLOMVET - Oh, ecco un'altra abitudine da modificare. Il vostro modo di parlare deve essere più raffinato. Noooobili frateeeelli. E' coooosì.

MEDZOO - (entrando con un vaso da fiori tra le braccia) Ecco per tutti.

OLONDUMDUM - Finalmente, cominciavo... (occhiata severa di Olomvet) Ehm... Volevo dire: cominciaaaavo ad aveeeere una faaaame booooia. (i Paria si mettono a mangiare)

OLOMINGA - Non è stato facile. Ho dovuto togliere la terra perché qualcuno ci aveva piantato dei fiori.

OLONDUMDUM - Aaaah... Ecco un modo di vivere che mi piace. Domani andrò al villaggio al di là del fiume e mi sposerò con sei donne. In un solo giorno. Mi laveranno nei liquori della città; l'acqua del fiume non vedrà più né la mia faccia, né la mia schiena. Mi serviraaaanno i miei cibi preferiiiiti nelle fattucchieeeere.

OLOMVET - Zuppiere!

Risate. Ntitala si avvicina al posto dove stanno mangiando i Paria.

OLONDUMDUM - Cosa vuoi?

NTITALA - Non mangiamo da ieri sera...

OLONGOL - Ah, vattene. Non c'è niente oggi.

NTITALA - Voi mangiate tutto. Bisogna tenere qualcosa per la semina, se no al prossimo raccolto né voi né noi avremo più niente da mangiare.

OLOMINGA - Ma lo sai che sei noiosa? Chi vi chiede di occuparvi di questi problemi?

Risate selvagge da parte dei Paria fino a che Olomvet li ferma per fare fare la "risata ipocrita".

I PARIA - Hééé... (Ntitala, delusa riparte)

OLONDUMDUM - Certa gente non sa stare al suo posto.

OLONGOL - Dovranno capirla. Adesso i capi siamo noi; vero Olomvet?

OLOMVET - (ubriaco) Yeah! (risate) Muf voialtri, silenzio. (canta e suona male lo mvet) Potere, potere, potere... (smette di suonare) Medzoo, vai a prenderci ancora del vino di palma.

MEDZOO - No. (silenzio)

OLOMVET - Come hai detto, scusa?

OLOMINGA - Medzoo, ti ha detto di andare a prendere del vino di palma.

OLONGOL - Non hai sentito?

MEDZOO - Ho sentito. Non vado.

OLOMVET - Ma per chi ti prendi? Devi ubbidire.

MEDZOO - Perché?

OLONGOL - Ma... Siamo i capi, noi.

Medzoo mima una confusione mentale e si avvicina minaccioso a Olongol.

OLONGOL - Ah, hai capito...

MEDZOO - Aaaah!! (assesta una botta tremenda a Olongol, poi Olominga - panico e grida tra i Paria, altre botte)

Buio.


- SEQUENZA 9 -

Ntitala e Ntikat appena sotto la scena. Nella penombra del palazzo entrano, timorosi,  Olominga, Olongol, Olondumdum. Gli Ekan fanno per scappare ma Ntikat trattiene Ntitala.

NTIKAT - Aspetta, aspetta. C'è qualcosa di strano.

NTITALA - Strano? Ascolta, Ntikat. Andiamo via prima che il loro essere mostruoso ci riempia di botte.

NTIKAT - Proprio lui. Non vedi che non è con loro?

NTITALA - Ah, già. E dove...

Silenzio. I due clan si studiano.

OLONGOL - Cosa?!

NTITALA - Chi?!  (silenzio - Ntikat si schiarisce la gola)

OLONDUMDUM - Dicevi?!

NTITALA - Dove?!

NTIKAT - (a Ntitala) Credo di avere capito. Osserva. (ai Paria, con ironia) Strano che siate così silenziosi questa sera.

OLONGOL - E allora? E' un nostro diritto.

NTIKAT - Ah, certo.

OLONDUMDUM - Ogni mese proclamiamo una giornata di economia. Oggi economizziamo le parole.

NTIKAT - Interessante. Anche Medzoo? (reazione di spavento da parte dei Paria) Ehi! Questo nome vi fa sobbalzare? Ma Medzoo (reazione) è il vostro eroe, il vostro salvatore.

OLOMINGA - Ma taci. E' che siamo un po' stanchi. Abbiamo lavorato molto oggi.

NTITALA - Ma voi non lavorate. Siamo noi che lavoriamo la terra.

OLONGOL - Volevamo dire il lavoro mentale. Abbiamo riflettuto molto.

NTIKAT - Vedo. E per riflettere vi strappate i vestiti tra di voi.

OLONGOL - Ma certo. E' una meditazione profonda.

OLONDUMDUM - Strappante.

OLOMVET - E fate partecipare Medzoo...

Entra Medzoo, furente e si butta gridando su Ekan e Paria. I due clan si ritrovano nella sala e Medzoo rimane solo sulla scena. Ntitala si cambia in Mimpimibegue e Olongol in Ntiyangue.

OLOMINGA - Ecco. Siete contenti adesso.

OLONDUMDUM - Non potevate stare zitti?

NTIYANGUE - Non potevate dirci che si era ribellato? Imbecilli!

Disputa verbale ricca di insulti. Ntikat diventa Olomvet e Olondumdum diventa Ntibeba.

OLOMVET - Basta! Silenzio! E quando dico silenzio, vuole dire...

I PARIA - (rassegnati) Silenzio.

OLOMVET - Riflettiamo su cosa si può fare.

NTIBEBA - Ah, questo è un problema vostro.

NTIYANGUE - Le vie del palazzo ci erano chiuse e lo rimangono. Che cosa cambia per noi?

OLOMINGA - Sapete che Med... (reazione da parte di tutti) Voglio dire "lui" va ogni notte a devastare le piantagioni ed il bestiame dicendo: "distruggo ciò che appartiene ai capi"!

OLOMVET - Quando avrà distrutto tutto, cosa mangeremo noi e voi?

TUTTI - Yéééé... (delusione)

Olomvet si cambia in Ntikat e Ntibeba si cambia in Olondumdum.

NTIKAT - Certo che potevate stare attenti.

OLOMINGA - E voi che ci avete sempre rifiutato una patata in più?

OLONDUMDUM - E' sempre così. Pochi hanno molto, molti hanno poco e qualcuno non ha niente. Se i qualcuno che non hanno niente potessero avere una parte del poco che hanno i molti che hanno poco e se i molti che hanno poco potessero avere un poco del molto che hanno i pochi che hanno molto... Molti problemi non esisterebbero. Ma pochi fanno molto, per non dire niente per migliorare un poco qualcosa di così semplice. ecco perché siamo dove siamo.

NTIYANGUE - Chi gli ha dato la parola?

NTIKAT - Ma il grande deve prestare l'orecchio al piccolo ed il piccolo al grande.

OLONDUMDUM - Esatto. Quindi bisogna fare un poco per migliorare molto... (tutti lo guardano male)

NTIYANGUE - Posso prepararvi qualche rimedio, ma per essere ben serviti, bisogna sapere aspettare.

OLOMINGA - Ma la situazione è grave. Rischiamo di perdere tutto aspettando.

NTIYANGUE - Ah, ogni albero ha la sua stagione.

NTIKAT - L'acqua calda non resta sempre calda.

NTIYANGUE - Poco alla volta crescono le banane. Cammina con la testa alta e le raccoglierai.

I PARIA - Eeeh??

NTIKAT - Non importa quanto sia lunga la notte, il giorno verrà.

OLOMINGA - Ma bisogna agire adesso!

NTIYANGUE - Chi ha lasciato entrare la pantera nel recinto delle pecore non può avercela con la pantera per averle divorate.

OLONDUMDUM - Il sole riscalda a volte e la capra bruca spesso.

TUTTI - Ooooh!

NTIKAT - Ascoltate, Figli della nobile tribù di Engon-Zok. Figli della terra dei nostri padri. Visto che non è possibile recuperare quella creatura...

OLOMINGA - Impossibile.

NTIYANGUE - Visto che non può più ragionare altrimenti...

NTIKAT - Visto che non possiamo vivere così...

OLONDUMDUM - Non vogliamo mica morire di fame.

NTIKAT - O è lui o siamo noi.

TUTTI - Sì!

NTIYANGUE - Una sola soluzione.

TUTTI - Una sola.

Olominga si cambia in Ntiminga e Ntiyangue in Olongol.

NTIMINGA - Peccato. Un essere così perfetto.

OLONGOL - Un essere che poteva fare da solo tutto il lavoro di un villaggio.

NTIMINGA - Un essere così, così... (sospira)

NTIKAT - Una sola soluzione.

Si sente un tuono fortissimo e si scorge un lampo dove si trova Mimpimibegue.

MIMPIMIBEGUE - Distruggerlo! Vero? Annientarlo, giusto? E così tutte le difficoltà saranno superate. La pace e la felicità regneranno nel nostro villaggio... Tutti, siete tutti dei miserabili che parlate solo perché avete una bocca. Distruggerlo!  (ai Paria) Voi! Come potete accettare di distruggere colui che ci ha fatto respirare, fosse anche per qualche briciola di tempo, la nostra libertà, la nostra felicità? (agli Ekan) Forse che voi quando avevate il potere; avete fatto qualcosa per ridurlo, per trovarci un posto al sole? No. Avete attentamente evitato di farlo. E i vostri guerrieri? E la vostra potente parola che ci schiacciava? No... Non avete rinunciato a niente di tutto ciò. Eppure adesso ragliate come asini, fate dei bei discorsi e volete mettere tutti d'accordo!  (diventa cattiva) Comunque non ci riuscirete. E' indistruttibile, invincibile, immortale. Vi schiaccerà come la zampa dell'elefante schiaccia con un solo passo delle migliaia di formiche. Poveri piccoli idioti! Non capite niente di lui: è dentro di me che sono passati i vostri attributi per generarlo, sono io che gli ho dato la vita... E' come... E'... E' mio figlio. (silenzio)  Non capite niente. (pausa) Ma non capite proprio?! (silenzio) Non ucciderete mio figlio! (pausa) Perché?! (silenzio) Rispondete!! (si accascia lentamente per terra ed il suo corpo è scosso da fremiti - si sente il vento in lontananza, come un saluto - dopo un po', lentamente, fieramente, si rialza) Possibile. E' possibile distruggerlo. Ma nessuno di voi per quanto forte o astuto che sia può sperare di vincerlo. Quando la volontà crea, solo la volontà può disfare. (mormorii degli altri che non capiscono) Perché è stato creato?! Perché ha cominciato a comportarsi così?! Un rogo non si spegne mettendoci sopra dell'altra legna.

C'è un momento di imbarazzo. Ntikat diventa Olomvet e Olondumdum diventa Ntibeba.

NTIMINGA - Bé, facciamo qualcosa, allora.

OLONGOL - Sì, possiamo provare.

NTIBEBA - Pensiamoci insieme. Venite qui.

OLONGOL - Chi? Non siamo mica i vostri servi!

NTIBEBA - Avete sentito?

NTIMINGA e NTIBEBA - Abbiamo sentito!

NTIBEBA - E' veramente incredibile. Noi ci degniamo di collaborare e loro fanno dell'ostruzionismo.

OLOMVET - Eh?! Noi accettiamo di distruggere la nostra creatura e voi dettate ancora delle condizioni?

OLONGOL - E' il colmo.

NTIMINGA- Cosa?! Siete voi che avete creato quel mostro e siamo noi che accettiamo di aiutarvi.

NTIBEBA - Non dimenticatevi che senza di noi voi non siete nulla.

NTIMINGA - Siete dei miserabili!

OLONGOL - Chi è miserabile? Bastardi!

Disputa verbale ricca di insulti durante la quale gli attori si scambiano varie volte i vestiti. Non si capisce più chi è chi.

OLOMVET - Ho come l'impressione che in questo modo sarà alquanto difficile.

OLONDUMDUM - Molto impossibilmente difficile.

OLOMVET - E se ne discutessimo durante un'altra serata?

NTIMINGA - Il pubblico è già stufo.

OLOMVET - E' quello che credo. Che la gente se ne vada. Torneranno alla prossima luna piena e ne discuteremo.

NTIBEBA / OLONDUMDUM - Per questa sera il nostro racconto è finito.

OLONGOL - Come finito?

NTIMINGA - Puoi anche smettere di balbettare. Abbiamo finito.

OLOMVET - Ad ogni modo il nostro racconto è veramente finito. Tocca a voi terminarlo se non vi pare completo.

Gli attori cantando la canzone dei campi, prendono i loro trespoli, vi appendono cappelli e mantelli . Tornano in scena .

fine