Mi faccio in
Qu…at…tr...O
Commedia brillante in lingua in 2 atti di:
Angelo Scammacca
Data dichiar. 25/05/2015 codice opera 918867A
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 2
IMPORTANTE NOTA PARTICOLARE
Questo lavoro teatrale (che può comunque essere messo in scena da quattropersonaggi) è stato scritto affinché abbia un solo protagonista edinterprete. Mi rendo conto, che interpretare il ruolo variegato e con dialetti possibilmente differenti in modo da caratterizzare maggiormente i quattro personaggi non è scevro da difficoltà, che ancor maggiori saranno, se si vorrà anche cambiare anche il timbro di voce da maschile a femminile.
Il mondo del teatro professionista in Italia, ha tanti bravissimi attori, ai quali va riconosciuto il merito di possedere un elevato talento e le elevate capacità e bravura che occorrono per interpretare tutti i personaggi di quest’opera.
Personaggi:
BenvenutoCavadenti
Letizia (moglie)
Podarge (madre di Letizia)
Cirimbolo ( Zio acquisito di Letizia)
(pseudo zio in |
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La Trama:
Benvenuto Cavadenti (dirigente presso l’Agenzia delle Entrate) ha sposato da circa sei anni Letizia, ma già, da subito dopo le nozze, si trova costretto ad ospitare in casa, la suocera Podarge e lo pseudo zio Cirimbolo che fra l’altro è affetto del morbo di Parkinson
quanto non c’è un vero e proprio rapporto di parentela).
Questi ultimi, i quali non solo non collaboreranno in nessun modo alla conduzione economica della casa, anzi, avranno quasi la pretesa di giustificare come corretta la loro più che criticabile condotta, ossia, lo sperpero costante e perpetuo delle loro pensioni presso le ricevitorie del gioco del lotto, nei gratta e vinci ed in qualunque altra avvincente iniziativa dei centri di scommessa.
La suocera fra l’altro, in modo particolare, si riterrà offesa dalle accuse che il genero le rivolgerà per questa sua condotta dissoluta, e chiederà sostegno, trovando appoggio morale alla figlia; entrambe accuseranno Benvenuto di essere economicamente poco produttivo, e disinteressato ai problemi familiari. I dialoghi ed i movimenti che all’inizio saranno più morbidi diverranno sempre più frenetici ed incalzanti, così come il movimento del braccio di zio Cirimbolo che da poco evidente diventerà frenetico, il ritmo sia dei movimenti scenici che nel dialogo diventerà a poco a poco più rapido e con toni più alterati ed accusatori, fino a giungere alla decisione di un’improvvisa separazione.
I mesi trascorreranno, e rimasto solo in casa, Benvenuto assaporerà l’amarezza della solitudine e l’insoddisfazione di una vita piatta e senza colore, e solo un maturato esame di coscienza lo porterà a decidere che forse con un giusto dialogo sarà possibile ricominciare.
La Scena:
Un moderno soggiorno con un arco o un largo passaggio quale ingresso comune decentrato sul fondo, che lascia intravedere un corridoio con appeso qualche quadro. Entrando, in un lato della parete di fondo un portamantelli, qualche pianta, mentre dall’altro una libreria con dei libri e suppellettili. Poco più avanti dopo il portamantelli verso il proscenio un tavolo con tre sedie ed una finestra o porta finestra nella parete. Mentre dall’altro lato, alla stessa altezza del tavolo, un divanetto con una porta alle spalle ed una poltrona poco più avanti e un po’ girata verso il pubblico, un tavolinetto con lampada, bottiglia e bicchiere di whisky.
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Carattere dei personaggi:
Benvenuto: La figura di un giovane dirigente, stanco per il tipo di lavoro chesvolge, al contatto con tanti contribuenti che lamenteranno le ingiustizie della nostra amministrazione, dimostrerà sofferenza per l’aria che si respira in casa, perché mal sopporterà le aggressioni verbali e le pretese della suocera, ed inoltre dovrà demolire le fandonie propinate da Cirimbolo come se fossero gesta eroiche, ma soprattutto perché la moglie darà a sua volta manforte a questi ultimi.
Letizia: Coetanea di Benvenuto, apatica, sibillina, pungente, non dimostrerà alcun segno di passionalità o di affetto verso il marito. Anzi l’averlo sposato le ha permesso di raggiungere un suo status vivendi che per lei è diventato perfetto, quindi ormai il marito è anche di troppo.
Podarge: Anziana. Acidula, offensiva, sfruttatrice e pretenziosa. Potrebbe parlare in dialetto napoletano, calabrese, o siciliano, comunque differente da Benvenuto.
Cirimbolo : Ultra settantenne, nel primo atto si noterà in maniera leggera che èaffetto dal morbo di Parkinson, nel secondo lo dimostrerà in modo più evidente con un ritmo sempre più accelerato. Spaccone, fanfarone e pretenzioso tanto quanto Podarge. Potrebbe esprimersi in toscano, lombardo o veneto, comunque un dialetto nordico.
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ATTO I°
Scena Ia
Benvenuto
Luci molto soffuse in scena – un faro piazzato sopra Benvenuto
Prologo
Benvenuto : (all’apertura del sipario, come se non si accorgesse della presenza delpubblico, sarà seduto nella poltrona all’altezza del proscenio con accanto il tavolinetto con un lume acceso, una bottiglia di whisky, un bicchiere mezzo pieno, un posacenere con sigaretta accesa). Assorto nei suoi pensieri, darà una tiratina alla sigaretta, berrà un sorsetto, e trascorsi alcuni secondi.
Oh….scusatemi ero pensieroso e non mi sono proprio accorto della
vostra presenza, (spegnerà la sigaretta) permettetemi che mi presenti: sono Benvenuto Cavadenti e sono un dirigente presso l’agenzia delle entrate, a pensarci bene forse sono stato assunto proprio perché mi chiamo così, difatti mi ricordo che la direzione generale fin dal primo giorno mi disse: Caro Cavadenti lei i contribuenti li deve spolpare vivi dalla testa ai piedi, e magari spolpando e cavando qualche dente d’oro lo troverà, può far sempre comodo no?? Non vorrei sbagliarmi, ma qui siamo al teatro vero? Non è che siete in fila per l’esattoria?! No eh ?! Meno male. E’ da tanto che aspettate? Ma sapete com’è, quando uno è assorto dai propri pensieri, a volte gli può cadere il mondo addosso e non si accorge di ciò che gli accade attorno. Poi dipende dalla natura dei pensieri, perché ci sono tanti tipi di pensieri uh…sapeste quanti, ne potremmo fare una classifica dandogli un valore come alla scala Mercalli quella dei terremoti, cioè, che più sale, più aumenta l’intensità o la gravità dei pensieri stessi (si alzerà e
si sposterà verso il centro del palco colpito da un altro faro mentre si attenuerà
quello acceso prima) che dirvi…se mentre una persona si sta vestendogli si stacca un bottone della camicia cosa fa?? Se riesce a cucirlo subito, bene! In caso contrario indosserà un’altra camicia. Questo è un problema che potremmo considerarlo al primo grado
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della scala dei problemi. Se invece salendo in macchina, si accorge d’avere una ruota a terra… intanto … di sicuro gli scappa una parolaccia… e qui è d’obbligo, ma pazienza non ha altra scelta che sostituirla con la ruota di scorta…beh io penso che questo possa essere un problema di secondo…toh di terzo grado, in rapporto alle difficoltà di contorno, che so…come montare il crick, o trovare un bullone grippato, comunque fin qui sono cose normali. Se invece ti capita che una brutta mattina, per giunta piovosa, stai andando al lavoro per una riunione importante e sei anche un po’ in ritardo, perciò vai un po’ più veloce del solito, la pioggia come sempre ha creato delle buche profonde nel manto stradale, diamo la colpa alla pioggia, ma non dimentichiamo che nelle nostre strade non mancano mai… e ci finisci dentro squarciando due pneumatici…non uno! Bensì due!! Ti fermi un po’ più avanti per convincerti che non sia successo, quello che invece è realmente accaduto, sei costretto a scendere dalla macchina, quindi apri lo sportello, e contemporaneamente cerchi di aprire l’ombrello che occasionalmente tieni in macchina, quando il solito sciagurato, incurante delle disgrazie altrui ti passa accanto a velocità sostenuta e ti fa una doccia del tutto gratuita, inzuppando fra l’altro anche l’interno dell’auto. Sciagurato e fortunato! Non è che lui ha preso quella buca! No!! Lui no!! Voi invece sì! Un episodio simile voi…a quale grado della scala lo mettereste?? Diciamo al quinto, sesto?! Beh, credo che ognuno di voi abbia passato momenti più o meno turbolenti, momenti che magari riflettendoci su vi siete detti: “ ma è possibile che succedono tutti a me”. Quando succedono, uno si sente perseguitato dalla malasorte, nella sua fantasia riesce ad immaginare che la luce del sole sia diventata nera, o addirittura a vedere… la luminosità del buio. Ora credo sia giusto valutare quale grado d’intensità si può assegnare a ciò che è accaduto alla mia vita…ma non a tutta la mia vita, solamente a quella del mio recente passato, diciamo gli ultimi due, tre anni, se è un grado sopportabile, o si potrebbe fare qualcosa per renderne meno tumultuoso il valore. Ma per far ciò è giusto che inserisca in un fantasioso video registratore la cassetta del mio “ieri”.
(Esce dalla comune)
Mentre esce il faro si spegnerà e dopo
qualche secondo luci piene in scena
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Scena IIa |
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Benvenuto – Letizia |
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Benvenuto |
: (entra dalla comune, indossa la giacca ed un impermeabile e cappello |
grondante di pioggia, avrà in mano una ventiquattrore o una borsa da lavoro, |
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saluta la moglie) Ciao, vedessi che razza di maltempo si è messo (nel |
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frattempo, poggia la borsa e si toglierà impermeabile e giacca e darà una |
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scrollatina al cappello dal quale si vedranno cadere delle gocce e li appende nel |
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portamantelli) e se continua così avremo la replica del diluvio |
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universale (canzonandola) cosa hai detto ? Non ti ho capito bene. |
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Letizia |
: (che simbolicamente è già in scena, avrà il piumino in mano intenta a |
spolverare dei soprammobili, flemmatica risponderà) Io non ho sussurrato, |
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non ho neanche aperto bocca, anzi per evitare che tu fraintendessi |
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qualcosa non ho neanche respirato. |
Benvenuto : (ritornando nella sua precedente posizione, si avvia verso il centro) Ah… ecco
mi pareva, non si sa mai, sai com’è, magari uno può pensare mia moglie mi avrà detto qualcosa ed io non l’ho capita. E se poi non le rispondo potrebbe anche incazzarsi.
Letizia
: (ritorna come sopra, piumino in mano) Io…che tu lo sappia, m’incazzo se tu mi rispondi! Se pensi o non pensi! Se ci sei o non ci sei!
Benvenuto
: (come prima) Allora io mi chiedo?! Per parlare…anzi no! Perché parlare non è possibile…per comunicare con te che dici…ti scrivo o ti mando segnali di fumo come gli indiani, magari nel frattempo faccio un corso di aggiornamento e per evitare d’accendere il fuoco imparo a farteli con il fumo della sigaretta.
Letizia
: Ma se tu non hai mai fumato. Neanche buono a questo sei, se un suppellettile, una cosa che si sposta da qui a là ma solo per immagine, non per altro. Ma dico io: un uomo che non ha né il vizio del fumo, di bere o delle donne che uomo è??
Benvenuto
: Io ho la virtù di non fumare e di non bere, mentre il vizio delle
donne me lo hai fatto passare tu, soprattutto perché sei sempre sotto
le ali protettrici di quella jena famelica. (la indica come se fosse seduta al
tavolo)
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Scena IIIa |
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Benvenuto – Letizia - Podarge |
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Podarge |
: (che fino a questo momento era rimasta zitta a rimagliare una calza) Questa |
jena famelica come dici tu, fa mantenere alto il nome di questa casa, |
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ma no per merito tuo, ma per mia capacità, perché a me…non appena |
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le persone mi vedono, mi rispettano e mi cedono il passo. |
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Benvenuto |
: Io invece penso che a te il passo non è che te lo cedono, te lo |
lasciano proprio il passo…perché ti fuggono cara mia, scappano via |
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da te, a te non ti stanno vicino neanche i beccamorti. |
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Podarge |
: E perché devono scappare , non è che io puzzi, o che ho l’alito |
cattivo, o che so io…sono forse scontrosa, o poco cordiale?! |
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Benvenuto |
: Peggio!! Tu non puzzi, ne hai l’alito cattivo…ma sei infettiva, sei |
peggio della peste bubbonica sei. Ma tu ti sei mai chiesta perché ti |
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chiami così, perché ti hanno messo questo nome, da dove deriva |
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questo nome tanto entusiasmante che tu ti porti appresso. |
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Letizia |
: (che ha smesso di spolverare le si avvicina) perché che nome ha mia |
madre? Che cosa ha il suo nome che non va?? E’ un nome come tanti |
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altri, anzi più bello e più originale di tanti altri…(lo pronunzia con |
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dolcezza) Podarge è un nome affascinante…se non sbaglio è un nome |
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di una eroina della storia del risorgimento francese. |
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Podarge |
: (alterata) Ed ora con il mio nome te la stai prendendo? Io sono |
sempre stata felicissima che i miei genitori me l’abbiano messo, |
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anche se non ho incontrato mai nessuno che si chiamasse come me… |
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mi sembra che sia il nome di un dolce francese e non della |
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rivoluzione. |
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Benvenuto |
: Un dolce? Un veleno! Le persone intelligenti non metterebbero mai |
un nome così rognoso alle loro figlie. Podarge…signori miei, |
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Podarge…ma voi due lo sapete cosa significa’ Chi era Podarge? |
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Letizia |
: No! Non lo sappiamo! Diccelo tu che sei così istruito, tanto che ti |
hanno persino assunto all’agenzia delle entrate. |
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Podarge
: Già tu che hai studiato tutte le scuole, che hai fatto: l’esilio, gli alimentari, le scuole pubbliche e private, forza dicci, dicci….
Benvenuto
: Vi compatisco perché in voi l’ignoranza regna sovrana. Podarge è il nome mitologico di una delle Arpie.
Podarge
: Hai visto un nome …biologico, importante.
Benvenuto
: Già proprio biologico. Le arpie, erano quelle brutte sorelle con parvenze animalesche, con artigli al posto delle unghie, con ali spelacchiate ed una brutta faccia di donna, già brutta, brutta con tre “B”…e non guardarti troppo allo specchio perché rischi di mandarlo in frantumi. Che non facevano altro di rubare il cibo al re e lo mangiavano tutto fino ad ingozzarsi a strafogarsi, proprio come fai sempre tu (indica Podarge) che quando non sei seduta a tavola sei davanti al frigorifero con la porta aperta, per vedere cosa puoi addentare. Insomma per farla breve le arpie erano il simbolo, del maltempo delle tempeste e dei temporali!
Podarge
: E perché io che sono tempestosa, temporalesca?! Anche queste accuse mi devo sorbire…io che sono un soprammobile di Capodimonte, io che dove mi mettono sto.
Benvenuto
: Tu di Capodimonte hai solo la pronuncia. Già! Dove ti mettono, stai. Solo se sei legata strettamente al palo della tortura, al totem degli indiani…allora sì che stai ferma . Perché ti basta avere un solo dito libero e saresti capace di scavare una voragine finanche a trovare qualche vena d’acqua…mai un pozzo di petrolio.
Letizia
: Eh…quanto la fai lunga, ma se quella poverina se ne sta seduta in silenzio e apre la bocca solo per sbadigliare, e lasciala in pace che non fa niente di male.
Benvenuto
: Alt! Tu devi dire soltanto: “Non fa niente” e basta! Perché se fa qualcosa, stai sicura che non sarà una cosa lecita. Ed in quanto alla bocca poi la apre, eccome se la apre, perché è vorace. D’altronde con il mio stipendio per lei è facile rimpinzarsi…il difficile è per noi arrivare a fine mese.
Podarge
: E tu all’agenzia delle entrate che ci lavori a fare? Io so che tutti vengono lì a portare solo soldi a palate, ma qui noi non ne vediamo neanche l’ombra.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti diAngelo Scammacca |
pag 10 |
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Benvenuto |
: Ohu…ma che ti sei ammattita?? Mica quelli sono soldi miei! Già |
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mi sento dare del ladro dai contribuenti, soltanto perché li incasso per |
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l’erario, figuriamoci se li mettessi in tasca. Comunque io faccio la |
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mia parte! E a te non dobbiamo certo ringraziarti, perché malgrado |
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prendi una pensione più che notevole, non partecipi neanche con un |
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minimo contributo, anzi non fai neanche la mossa…ma che ne fai? |
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Che ne fai dei soldi? Se in casa penso a tutto io?! |
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Letizia |
: Che ne fa…che ne fa?! Che domande sono. Ad una donna non si |
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chiedono queste cose. Queste sono cose intime. |
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Benvenuto |
: Embè…intime…non è che le ho chiesto che colore ha le mutande, |
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le ho chiesto come spende la sua pensione. |
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Letizia |
: Eh…come la spende??? Una donna ha bisogno di tante piccole |
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cose per mantenere vivo il suo futuro. |
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Podarge |
: Appunto! Dice bene Letizia, io spendo tutta la mia pensione perché |
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aspiro al benessere della famiglia. Sappi… che le giocate costano. |
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Benvenuto |
: Giocate? Quali giocate, che giocate?? |
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Podarge |
: Il lotto, il superenalotto, il dieci e lotto, il gioco del lotto ogni |
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cinque minuti, e poi i gratta e vinci sapessi quanti tipi ce ne sono. |
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Benvenuto |
: (come se quello che ha sentito lo avesse intontito) Il lotto? Il superenalotto |
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…i gratta e vinci, e da quando ti conosco, cioè da circa sei anni, si |
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può sapere quanto hai vinto? Perché calcolare, quanto hai perso è |
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facile, basta moltiplicare la tua pensione per dodici anzi per tredici |
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perché ti danno anche la tredicesima, e poi rimoltiplicarlo per sei, ed |
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il gioco è fatto…ma gli introiti??? |
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Letizia |
: Lo sanno tutti che si dice: “ l’importante non è vincere, ma |
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partecipare”! |
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Podarge |
: Giusto! Brava Letizia! Per fortuna c’è lei che mi difende, perché |
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nelle tue mani (rivolta a Benvenuto) morirei prima dei miei giorni. |
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Benvenuto |
: (sconvolto ed adirato) I tuoi giorni…i tuoi giorni, tu avrai fatto un |
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patto con il diavolo e vivrai più di Matusalemme, perciò malgrado la |
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tua mummifica età e da considerarti come ancora sei una bambina in |
fasce…e poi dico: “se l’importante è partecipare…(additandola) tu…tu in che cosa partecipi? A far rientrare allo stato i soldi che ti da! Ed alle necessità di casa non partecipi…non sei presente.
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Podarge |
: Come non sono presente?! Quando ci sediamo a tavola sono sempre |
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presente, e la sera quando decidiamo cosa vedere alla TV anch’io |
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prendo parte alla scelta del programma, quindi non mi dire che non |
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sono presente. |
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Benvenuto |
: No! Su questo no! Tu non prendi parte alla scelta democratica su |
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cosa vedere o no! Tu prendi in mano il telecomando, poiché durante |
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il giorno voi tre avete già deciso cosa io “Non devo vedere”, e dico |
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voi tre, perché mi riferisco a te a tua figlia Letizia ed allo zio |
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Cirimbolo! |
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Scena IVa |
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Benvenuto – Letizia – Podarge – Cirimbolo |
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Cirimbolo |
: (proveniente dalla comune con la mano leggermente tremolante) Qualcuno |
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mi ha chiamato? Mi è parso d’aver sentito il mio nome, no? Allora |
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mi sto sbagliando? E va bene mi siedo lo stesso tanto fra poco si |
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mangia, e grazie a Dio l’appetito non mi manca. (Siede) |
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Benvenuto |
: Eccolo lui, sempre presente! Come si dice: il diavolo dietro l’altare. |
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Prego zio mettiti comodo, tanto qui (li guarda con falsa lusinga) l’ostello |
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della gioventù è sempre aperto. |
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Letizia |
: Allora giacché lo zio si è svegliato ed ha fame, vado di là a |
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preparare per la cena, mamma tu che fai? Vieni anche tu così |
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apparecchi la tavola?! |
(accenna ad uscire) |
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Podarge |
: Certo che vengo, non posso certo rimagliare le calze di questo |
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fannullone per tutta la vita (ripone il tutto in un cestino ed esce) |
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Benvenuto |
: (mentre stanno per uscire) Guardate, guardate non appena ha sentito |
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pronunciare la parola mangiare si è affrettata ad andare ad |
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apparecchiare la tavola, chissà con quale avido desiderio aspettava |
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questa esortazione. |
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Cirimbolo |
: (aumentando il tono verso il corridoio) A proposito Podarge che si |
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mangia? Guarda che la carne di ieri mi è venuta duretta da masticare, |
caso mai fammi un bel piatto di carpaccio di vitello con abbondanti scaglie di parmigiano, però se vedi che il carpaccio è poco mi accontento di due o tre fette di filetto ben al sangue però, così rimane tenero, al sangue mi raccomando!
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 12
Benvenuto
: Più sangue che filetto! Perché ai vampiri già solo quello basta. Non ti preoccupare zio che è ricchissimo di sangue, perché se consideri, quanto mi viene a costare, credo che il mio salasso vada tutto al beneficio del filetto.
Letizia
: Va bene zio Cirimbolo ci penso io, difatti stamattina quando sono andata a fare la spesa pensavo proprio a te, anzi per contorno ti ho comperato anche gli spinaci, che fatti lessi non hai neanche bisogno di masticarli.
Benvenuto
: Hai visto zio…anche gli spinaci, (poi rivolto al pubblico) io gli darei una bella pala di fico d’india con tutte le spine. (poi rivolto a Letizia) Allora questo bel menù replicalo per due, che dopo tutte le ingiurie ed i tanti bocconi amari che devo ingerire dai contribuenti, una cena nutriente è proprio quella di cui ho bisogno.
Letizia
: Veramente per te pensavo o ad un consommé o ad un piatto di trippa alla vicentina.
Benvenuto
: Ma se non la sai cucinare.
Letizia
: Ma ho comperato quella in scatola già pronta la devo solo aprire. Caso mai nel congelatore ho del tonno fresco congelato, arricchito da tanta cipolla, aromi e vino bianco ed altri intrugli, lo devo solo infilare nel microonde e vedrai che verrà una delizia.
Benvenuto
: (con evidente sarcasmo) Ma no…ti devi mettere ai fornelli, dopo un
giorno sarai stanca, e poi sto pensando…il tonno con la cipolla ,il
vino bianco e tutti quegli intrugli, che magari sarà stato pescato negli
anni cinquanta…ah fresco! …e come no, freschissimo, anzi
ghiacciato dopo sessant’anni di congelamento. E vada per la solita
pastina in brodo…(fra di se) brodo…più acqua che brodo,
(canzonandola) mi raccomando però non abbondare nella pastina, se
no mi viene una mappazza qua (indica la bocca dello stomaco)
(nel frattempo Letizia esce)
e poi sta notte non posso dormire, pensando che a casa mia, c’è chi
mangia carpaccio o filetto, e chi si deve accontentare di un piatto di
pastina…(si accorge che Letizia è uscita) Ah se né andata?
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 13
Scena Va
Benvenuto – Cirimbolo
Cirimbolo
: Caro mio con le donne non ci può nemmeno il diavolo, quelle sono peggio del colera, se decidono che oggi il sole non deve sorgere, quelle sono capaci di non farlo sorgere. Ed io per questo una volta rimasto vedovo, ho deciso di non risposarmi, per non trovarmi sotto scopa in mano di una femmina, così nessuno mi può dire: mangiati questo o mangiati quello…perché a casa mia comando io!!
Benvenuto
: A Zì Cirimbolo…non è per cosa, ma solo per ricordartelo…
veramente questa è casa mia e qui l’unico che non comanda sono io.
Anzi sono considerato uno “scassa cocchie” come diceva un grande
artista napoletano, e come dice la signora Capodimonte (alludendo a
Podarge).
Cirimbolo
: Su questo hai ragione! Tu qui non comandi, e sai perché? Perché sei solo, se già ti trovassi alla pari e cioè un uomo ed una donna, saresti comunque perdente…figurati contro due.
Benvenuto
: Beh…ci sei tu, ti potresti schierare dalla mia parte, così due contro due, una volta tanto qualche battaglia potremmo vincerla.
Cirimbolo
: E che sono
scemo?!
Se
diventassi
tuo
alleato,
lo
sai
cosa
significherebbe?
Benvenuto
: E cosa vuoi che significhi?! Che finalmente avremmo il coltello dalla parte del manico.
Cirimbolo
: Il coltello?? Il cucchiaio vorrai dire, perché andrebbe a finire che anch’io sarei costretto a mangiare pastina in brodo o l’intruglio di trippa in scatola. Caro mio, io mi sono sempre alleato con il più forte, ed in questo caso il più forte non sei tu. La guerra anche se mi ha causato tante ferite mortali è stata un’ottima maestra di vita.
Benvenuto
: Ma quali ferite mortali, che non sei morto per niente, anzi i tuoi compagni d’armi saranno già sotto qualche metro di terra e chissà da quanto tempo, mentre tu invece…
Cirimbolo
: E che ci vuoi fare, questo perché sono di robusta costituzione, però ho ancora i disturbi di una gravissima ferita in trincea.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 14
Benvenuto
: Ma va là! Quale ferita e ferita…cosa vorresti far credere alle persone, perché non dici invece che sei inciampato e sei caduto dentro un fosso che non era trincea e ti sei slogato una caviglia…gravissima ferita signori miei.
Cirimbolo
: E va beh…questa te la lascio passare. Ma non puoi dire lo stesso della ferita da arma da taglio che ho avuto alla mano sinistra.
Benvenuto
: Niente!! Su quella non ho nulla da dire. Ma se non ricordo male, tu una sera hai raccontato, che a causa della slogatura alla caviglia, sei stato aggregato alla sussistenza e messo nelle cucine, e fu proprio lì che ti sei tagliato ad un polpastrello mentre sbucciavi le patate. E tutta questa sarebbe la ferita mortale da arma da taglio
Cirimbolo
: (prontamente) Ed allora, quando subii quella perforazione ad un millimetro della carotide, da un arnese appuntito che per poco non ci rimasi secco. Tu sappi che mi volevano perfino ricoverare.
Benvenuto
: (canzonandolo) Eh già, vedi, quello fu davvero un caso pericolosissimo. Mi ricordo che dicesti che fu colpa di un tuo commilitone che nel riattaccarti un bottoncino nel colletto della giubba ti punse con l’ago in una spalla, certo la spalla è a più di venti centimetri dalla carotide, lì certo che te la sei vista davvero brutta. (ride) ah…ah…ah.
Cirimbolo
: Fai presto tu a deridermi, avrei voluto avere te vicino a me e vedere cosa avresti fatto quando scoppiò la santabarbara…e mi salvai per puro miracolo.
Benvenuto
: Prima di tutto precisiamo che, quella che tu chiami santabarbara, altro non era che la tua giberna, dove tu per precauzione, invece di riempirla ci tenevi solo due cartucce, e qualche fiammifero per accenderti la pipa, e che fosti tu che sbadatamente appoggiasti la giberna vicino alla marmitta…quel pentolone enorme per cuocere il rancio alla truppa. E guarda caso, quando prese fuoco facendo scoppiettare l’enorme quantitativo di munizioni all’interno…tu neanche c’eri, perché eri al cesso!
Cirimbolo
: Miracolo! Provvidenziale miracolo!
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 15
Benvenuto
: No!! Culo!! Perché se tutto fosse andato per il verso giusto, oggi noi non saremmo qui a parlarne, magari saresti morto d’infarto ed io avrei avuto un piranha in meno in casa.
Cirimbolo
: Comunque il rischio l’ho corso lo stesso.
Benvenuto
: Certo. Quello di essere squartato dal cuoco e dal sottocuoco, che dallo spavento che si sono presi, al tuo rientro ti hanno accolto con la mannaia in mano.
Cirimbolo
: Eh già…per fortuna che a loro dallo spavento è venuto un attacco d’itterizia e sono stati ricoverati all’ospedale militare e poi trasferiti, in quanto al loro rientro il loro posto era stato occupato da me che fui promosso sul campo capocuoco.
Benvenuto
: Promosso?? E la croce di guerra?! Quella non te l’hanno data? Beh non ti preoccupare che a quella ci penserò io…te ne pianterò una sulla tomba che dovrà pesare almeno cinquecento chili…sai com’è se per caso ti dovessi risvegliare non c’è pericolo che riusciresti a spostare la lapide…. (mentre escono) andiamo, andiamo a mangiare che almeno a tavola staremo zitti.
(escono)
FINE I°ATTO
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 16
ATTO II° |
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Scena Ia |
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Benvenuto- Letizia- Podarge- Cirimbolo |
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Benvenuto |
: (intento a cercare un volume nella libreria) No, non è questo, eppure sono |
sicuro d’averlo messo qua. |
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Podarge |
: (entra con un vassoio e tre tazze da thè, che poggerà sul tavolo) Ah! Lo |
sfaticato è in casa? |
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Benvenuto |
: E chi sarebbe lo sfaticato? Per caso sarei io? |
Letizia |
: (intenta a limarsi le unghie) Perché vedi altri? |
Benvenuto |
: Certo che vedo altri, e poi tua madre ha parlato al maschile. |
Letizia |
: Appunto. Se avesse detto: la sfaticata, sarei potuta essere io… ma |
sfaticato è al maschile, perciò non ci sono dubbi. |
|
Benvenuto |
: Perché non potrebbe essere lo zio Cirimbolo, seduto là. |
Cirimbolo |
: (seduto al tavolo) Io?! Sarei io lo sfaticato? Io che mi ammazzo di |
fatica. |
|
Podarge |
: (rivolta a Cirimbolo) Non lo stare a sentire Cirimbolo, e prenditi |
questo thè; ne ho fatto una tazza anche per te Letizia. |
|
Letizia |
: Grazie mamma. |
Podarge |
: Invece per te che sei sfaticato, niente! Chi non produce non gode. |
Benvenuto |
: Mi piacerebbe sapere perché io sono uno sfaticato. |
Podarge |
: Perché non sei al lavoro, ecco perché! Quindi non produci e questo |
vuol dire che sei uno sfaticato e nullafacente. |
|
Benvenuto |
: Ma oggi è domenica. |
Letizia |
: E chi l’ha detto che la domenica non si lavora?! |
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 17
Cirimbolo
:
(rivolto a Benvenuto)
E la domenica forse non mangi?
Benvenuto
: Ma ieri che era sabato ed ero libero ho fatto
dieci
ore
di
straordinario, oggi è domenica e l’ufficio è chiuso.
Podarge
: Ma perché scusa, la domenica la chiesa com’è? Chiusa?! No!
Benvenuto
: La chiesa? E che c’entra la chiesa e poi io che sono il parroco?
Cirimbolo
: (con la tazza in mano aumenterà pian piano il tremolio della mano) Ma il parroco dice messa e confessa tutti i giorni, lavora sette giorni su sette, quel santo cristiano.
Benvenuto
: (al pubblico) Vorrei sapere questo come fa a bersi questa tazza di thè. (quindi rivolgendosi a Cirimbolo) A zio Cirimbolo e se lo avessi saputomi sarei fatto prete o magari vescovo ed impegnandomi chissà sarei potuto diventare cardinale e poi anche papa. Vi lascio immaginare come sarebbe stata felice mia suocera…” Mio genero è Papa”.
Letizia
: (contenta) E poi io sarei potuta venire ad abitare al vaticano? Questa sì che sarebbe stata una vita da sogno…tutte quelle guardie svizzere al mio servizio.
Benvenuto
: Al mio, prego.
Letizia
: Beh certo, però penso che se avessi dato un ordine non è che si potevano rifiutare.
Podarge
: Già! Un rifiuto alla moglie del papa, giammai! Che vita, che vita da sogno.
Benvenuto
: Pensa te! Ohuu svegliatevi, ve lo do io il sogno. Ma che siete diventati tutti matti? Ma l’avete mai visto un papa sposato? Con tanto di suocera e zio Cirimbolo a carico.
Cirimbolo
: Perché in America i preti non sono sposati? E se dovessero fare un papa americano?!
Letizia
: Dove lascerebbe la moglie?
Benvenuto
: Allora la cosa è fatta! Emigro in America, mi sposo, mi faccio prete e mi candido per papa.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti diAngelo Scammacca |
pag 18 |
|
Podarge |
: Che ti sposi, che ti sposi…tu una moglie già ce l’hai, ed anche una |
|
famiglia. |
||
Benvenuto |
: E quale sarebbe questa famiglia? |
|
Letizia |
: Loro! (indica la madre e Cirimbolo) mia madre e zio Cirimbolo. |
|
Benvenuto |
: Loro? Intanto precisiamo che loro sono la tua famiglia! |
E poi, già |
tua madre è di troppo! Mentre per quanto riguarda lo zio Cirimbolo, |
||
non ho mai capito com’è che è diventato tuo zio, perché non trovo |
||
quale rapporto di parentela vi lega. |
||
Letizia |
: Bella questa! Te lo faccio capire io con due parole. Mia madre |
|
aveva un fratello, lo zio Astolfo, che rimasto vedovo, avrebbe voluto |
||
risposarsi in seconde nozze con zia Apollonia, che era la sorella più |
||
piccola di mio padre…la quale disgraziatamente morì prima delle |
||
nozze. |
||
Benvenuto |
: Quindi lo zio Astolfo rimase a becco asciutto. E allora questo zio |
|
Cirimbolo da dove salta fuori…non è che era il beccamorto del |
||
cimitero e che a furia di vedervi continuamente al cimitero nacque |
||
questo fatuo rapporto di parentela. |
||
Podarge |
: Ma quando mai, noi non siamo mai stati tanto assidui nel |
|
frequentare il cimitero. Dunque la mia povera e defunta cognata |
||
Apollonia aveva una cugina adottiva “ Bibiana”, che a furia di |
||
mangiare sempre cozze un giorno beccò quella giusta è morì di tifo. |
||
Benvenuto |
: E che è una strage…quindi morì pure questa!…E per non andare |
|
sempre al cimitero come hai detto prima, dove l’avete tenuta sotto il |
||
letto? Comunque, questo “ Zì Cirimbolo” ancora non è saltato fuori. |
||
Podarge |
: Lo zio Cirimbolo era un aspirante fidanzato di Bibiana. E questo è |
|
tutto! |
||
Benvenuto |
: Fidanzato? Anzi aspirante fidanzato! Di una cugina adottiva di una |
|
tua cognata…la quale poveretta pensò bene di morire prima pur di |
||
non avere a che fare con te! |
||
Cirimbolo |
: Giusto! Giustissimo! La storia è proprio questa…perciò non puoi |
|
non accettare lo stretto grado di parentela…il richiamo del sangue |
||
che ci scorre nelle vene. |
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti diAngelo Scammacca |
pag 19 |
|
Benvenuto |
: (I dialoghi devono diventare sempre più decisi, veloci e con toni più accesi che |
|
porteranno alla conseguenza di una lite familiare) Io…me le taglierei le |
||
vene. (facendo una seria ed imperativa considerazione) Perciò secondo voi |
||
devo continuare a condurre la misera vita di un reprobo e condannato |
||
dalla giustizia divina, sol perché non sono più disposto a vivere |
||
questa situazione. |
||
Letizia |
: (esasperata) Sei tu che non la vuoi condividere, a noi sta bene così! |
|
Podarge |
: (rapida) Benone! |
|
Cirimbolo |
: (rapido) Benissimo! |
|
Benvenuto |
: Ci credo bene a voi sta benissimo, con questo babbo natale perenne, |
|
(poi allegorico) sono io che con queste scarpe strette non riesco più a |
||
camminare. |
||
Letizia |
: E mettiti le pantofole. |
|
Podarge |
: O cammina scalzo. |
|
Benvenuto |
: Io devo camminare scalzo?! Io faccio camminare nudi a tutti voi, e |
|
poi vi metto belli in mostra al balcone. |
||
Letizia |
: (cogliendo la palla al balzo) A proposito di balcone, guarda che ieri si è |
|
staccato un pezzettino dal ballatoio del piano di sopra e per un pelo |
||
non ha preso in testa lo zio Cirimbolo (simula la lunghezza di pochi |
||
centimetri). |
||
Benvenuto |
: (anche lui simulerà invece la lunghezza di una coda di cavallo) Sarà che |
|
questo pelo era lungo quanto un crine della coda di un cavallo, perché |
||
se fosse stato un peletto normale come hai detto tu, a quest’ora |
||
saremmo tutti a recitare una messa di requiem…Ah come sono |
||
sfortunato!! |
||
Podarge |
: (adirata) Tu?? Noi siamo sfortunati! Che ci sei capitato fra capo e |
|
collo, e non c’è più modo di liberarci di te. |
||
Benvenuto |
: Per giunta, avete la faccia tosta di dire che sono io che vi sono |
|
capitato fra i piedi…perché non dici, che siete venuti nel mio ufficio, |
||
con un problema fiscale per il quale solo io ho potuto farvi |
||
risparmiare un sacco di quattrini, soprattutto a zio Cirimbolo, mentre |
||
tua figlia, capìta l’antifona, si strusciava e mi faceva gli occhi dolci |
||
per abbindolarmi. |
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 20
Letizia |
: Ma a te l’abbindolamento e lo strofinio…accidentale ti facevano |
|
piacere?! |
||
Benvenuto |
: Pensavo che fosse un sentimento sincero, ed accecato dalla simpatia |
|
e dall’amore che in me stava nascendo, non mi accorgevo delle |
||
maglie della rete che mi stavate buttando addosso. Certo ormai io |
||
sono per voi un albero della cuccagna, e voi vi ci siete aggrappati |
||
come le sanguisughe, e non |
siete disposte a mollarlo neanche se lo |
|
segano dal basso. |
||
Cirimbolo |
: (offeso) Podarge andiamo di là, andiamo nella mia stanza, perché |
|
non posso più sentirgli pronunciare tutte queste assurdità. (si alza per |
||
uscire) Mi sento offeso nel morale e nella persona. |
||
Podarge |
: (a Benvenuto) Vergognoso! Già meglio andare, perché mi sta salendo |
|
il sangue agli occhi. |
(Podarge e Cirimbolo escono) |
|
Benvenuto |
: (come se gli andasse dietro) Il sangue che ti sale mica è il tuo! Quello è |
|
tutto sangue mio che tu vampirescamente mi prelievi ogni giorno… |
||
andate, andate…anche si offendono, signori miei. |
Scena IIa |
||
Benvenuto – Letizia |
||
Letizia |
: |
Hai visto?! Li hai offesi. Adesso non usciranno dalla stanza |
neanche se li tiri con le catene. |
||
Benvenuto |
: Con le catene di certo no, ma non appena sentiranno l’odore della |
|
carne arrosto che voglio fare al barbecue, vedrai come vengono fuori. |
||
Letizia |
: E cosa vuoi arrostire? |
|
Benvenuto |
: Ieri sera quando mi sono ritirato, ho portato delle costolette |
|
d’abbacchio1 e delle salsicce che sono una prelibatezza, ed il |
||
macellaio mi ha anche regalato una tegola. |
||
Letizia |
: Una tegola? In testa te la doveva rompere la tegola…ma che ci devi |
|
fare con una tegola, devi riparare il tetto? |
1Agnello
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 21
Benvenuto
: Ma che tetto e tetto, il macellaio me l’ha regalata perché mi ha suggerito di arrostire tutto in una tegola infuocata, così come facevano un tempo, gli antichi pastori. (avvicinandosi alla libreria) Anzi a proposito di tegola e di tetto, prima devo vedere cosa dice il regolamento di condominio in merito al quel problema di quel piccolo distacco che si è presentato nel cornicione del tetto. Letizia non è che per caso sai dov’è…che non lo sto trovando.
Letizia
: Io non l’ho preso!
Benvenuto
: Non ho detto che lo hai preso tu. Ti chiedevo se sapessi dove possa essere andato a finire, magari lo avrà preso lo zio Cirimbolo, per rivangare qualche insperato indennizzo sullo scampato pericolo, che gli avrebbe potuto causare quel centimetro d’intonaco che si è staccato dal tetto…se per caso lo avesse colpito, ma che per fortuna non è andata così…perché per lui ogni pretesto è buono per chiedere rimborsi.
Letizia
: (decisa) Ti ho già risposto! Non lo so!! E poi zio Cirimbolo quali indennizzi ha mai richiesto se non esce mai da casa.
Benvenuto
: Ora non esce, perché grazie a Dio gli hanno ritirato la patente. Avessi visto come si è infuriato con il funzionario di polizia, che a séguito del brutto incidente che ha causato, quando quello gli ha chiesto cortesemente: “Mi può mostrare la patente?” E lui subito ha risposto…certamente: “eccola!” E gliela ha data, ed il poliziotto, quando ha visto che da vent’anni non era rinnovata, serafico gli ha replicato: “Benissimo, adesso staremo più tranquilli, ritirata”!
Letizia
: Ma che era giusto ritirargliela, come se zio Cirimbolo fosse il primo che ha avuto un incidente.
Benvenuto
: Lui non ha avuto un incidente, lui lo ha causato.
Letizia
: E va beh cambia poco.
Benvenuto
: Ma cambia molto se consideri che, avendo la patente scaduta da vent’anni, ed afflitto dal morbo di Parkinson, non so da quanti anni, camminargli accanto o stargli dietro era impossibile.
Letizia
: Per quel poco di oscillazione che faceva lo sterzo?! Come siete tragici.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 22
Benvenuto
: Quella che tu definisci un po’ di oscillazione, altro non era che lo sgusciare sinuoso di un serpente rapido, veloce ed anche incontrollato, tanto che si è perfino infilato nel sottopassaggio della metropolitana, creando il caos fra i passeggeri lungo le scale e quelli in attesa. Per fortuna che non c’è scappato il morto, ma il bello è stato che lui voleva denunziare la direzione, per non aver messo il Guard Rail, in modo da evitare che l’auto gli andasse a finire sulle rotaie.
Letizia
: Perché non sarebbe stato giusto! Invece ha dovuto rottamare l’auto.
Benvenuto
: Ma è mai possibile che quando si parla di zio Cirimbolo, lui è sempre una vittima, che lui è stato un eroe, un valoroso…già lui ha fatto la guerra, poi da solo ha preso duecento prigionieri, per non dire di quella volta che quei cinque ragazzacci con le rivoltelle in mano lo volevano rapinare?! Lui serafico li disarmò, li prese a schiaffi, e li mandò tutti al pronto soccorso.
Letizia
: Lo zio da sempre è stato uno che la mosca al naso no se l’è mai tenuta. E’ uno che è sempre emerso, che si è fatto notare.
Benvenuto
: Però fatto sta’, che di tutte queste imprese non ci sono mai state tracce ineluttabili…ci dobbiamo fidare soltanto dei suoi racconti, come se parlasse un evangelista. Per non parlare poi dell’ultima impresa, quando sulla spiaggia c’erano i pescecani…e lui eroicamente si buttò in acqua con un temperino lungo tre centimetri e ne uccise due, ed il terzo dice lui, che, vista la mala parata, se l’è filata verso lo stretto di Gibilterra…io credo che fossero alici travestite da pescecani.
Letizia
: Io invece credo, che tu ce l’abbia con mia madre e con lo zio, e questo perché poverini non sono in grado di difendersi, perché tu non sai quante ne hanno passate nella loro vita.
Benvenuto
: Di difendersi no! Ma di aggredire lo sono, eccome se ne sono capaci. E poi, forse prima ne avranno passate, anche se io non ci credo tanto…ma da quando mi sono capitati fra i piedi, sono proprio convinto che proprio ora se la spassino, anzi se guardiamo le foto che si sono fatte negli anni che tu definisci …brutti, a me sembra che se la siano proprio spassata, viaggiando da un continente all’altro.
Letizia
: Tu devi sapere che lo zio per tirare avanti, in Africa.
andò perfino a lavorare
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 23
Benvenuto
: E tu quello lo chiami lavoro?! Stare comodamente sdraiato su di un’amaca a guardare quei poveri negri che raccoglievano banane, per te significa lavorare! Fra l’altro uno si deve sentir dire, che in africa aveva sei mogli.
Letizia
: Lui racconta che le donne facevano la fila per lui.
Benvenuto
: E come no?! Lo scambiarono per “Rodolfo Lavandino”…stando a quello che racconta, sembra che l’Africa l’abbia popolata lui.
Letizia
: Allora sarà per questo che tutti gli africani se ne stanno venendo qui, forse cercano ospitalità dal loro papà.
Benvenuto
: E siccome il loro papà vive in casa mia, dovrei ospitare anche mezza Africa! Ci manca solo questa…ma dico io sei diventata proprio matta, e poi sto pensando…ma tua madre e zio Cirimbolo perché non si sposano e se ne vanno a vivere insieme! D’altronde sono ancora giovanetti, vanno abbastanza d’accordo, hanno gli stessi vizi…hobby mi correggo. Così magari così ci lasceranno vivere un po’ in pace. Potremmo dare una sbirciatina al nostro…futuro.
Letizia
: (alterata più che mai) Ed io dovrei vivere sola con te! Tu sei pazzo! Te lo puoi scordare…non ti fare venire assolutamente queste strane idee.
Benvenuto
: Ma perché, desiderare di vivere solo con te è una cosa da pazzi?
Letizia
: Sola con te? Mai!! Sarebbe una condanna, preferirei il carcere a vita.
Benvenuto
: Ma io che ho sposato una
cooperativa?
All’altare,
davanti
al
sacerdote c’eravamo tu ed io.
Letizia
: Ma la mamma e zio Cirimbolo erano seduti al primo banco, dietro le nostre spalle.
Benvenuto
: Ma come invitati! Ma allora è stata tutta una macchinazione…tutto programmato, come se per legge…tutti quelli che erano seduti al primo banco, dovevano pesare vita natural durante sulle mie spalle?!
(afflitto si avvicina alla finestra guardando fuori come se cercasseuna
spiegazione) Ma dico io…allora questo è il motivo perché col miostipendio non si riesce ad arrivare alla fine del mese…è stato deciso che non avrei dovuto avere nessuna collaborazione…un’indegna cospirazione.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti diAngelo Scammacca |
pag |
24 |
|
Letizia |
: (che nel frattempo si è seduta nel divanetto sfogliando nervosamente |
un |
|
rotocalco, gli risponderà con tono pungente) Vuol dire che tu non guadagni |
|||
abbastanza da farci vivere la vita che vogliamo, chiaro no?! Ti ci |
|||
vuole poi tanto a capirlo?! |
|||
Benvenuto |
: (camminerà per la stanza) Io? Io guadagno poco? Eh no mia cara! Se |
||
consideri che il mio è un livello direttivo, in più ho, le ore di |
|||
straordinario forfettario fisso e le indennità di funzionario, al mese, io |
|||
guadagno quasi il doppio dei miei colleghi che già superano i 2500 |
|||
euro. |
|||
Letizia |
: E questo cosa vuol dire? Può darsi che non sono |
sposati, |
che |
vivono in casa dei genitori, e magari non hanno le nostre stesse |
|||
spese…più chiaro di così?! |
|||
Benvenuto |
: Ma che chiaro e scuro! I miei colleghi sono tutti sposati con moglie |
||
e figli a carico…prendi Dino, Bigo Dino ha moglie, tre figli dei quali |
|||
il più gande ha diciotto anni, mutuo, rate dell’auto e motorini dei |
|||
figli. Per non parlare di Guido Collucciello, moglie e quattro figli, |
|||
due coppie di gemelli! Che vanno in palestra, e a scuola di ballo, si |
|||
mantiene la casa a mare, ed ultimamente ha cambiato anche l’auto. |
|||
Dante Stabene, che già il cognome dice tutto, un uomo onesto e |
|||
felice, sua moglie non lavora, come del resto anche le mogli degli |
|||
altri, tre figlie femmine, una delle quali… ha anche le braccia |
|||
impegnate. |
|||
Letizia |
: Ha avuto un incidente alle braccia? |
||
Benvenuto |
: L’incidente, se così si può definire, l’ha avuto da un’altra |
||
parte…difatti le braccia se li trova occupate da una bambina |
|||
diciamo… (sarcastico) trovata così per caso. |
|||
Letizia |
: Ha trovato una bambina? |
||
Benvenuto |
: E già…camminando per strada, guarda qua, guarda là…e per terra |
||
così come quando uno trova una monetina, lei dice: oh guarda…una |
|||
bambina. Perché una donna, i bambini li trova, non è che li |
|||
partorisce?!…No! Li trova così per caso, come per caso è rimasta |
|||
incinta ed è sempre per caso che è diventata mamma. Eppure Dante |
|||
non si lamenta di nulla, anzi è felicissimo. |
|||
Letizia |
: Allora dobbiamo fare quattro figli per stare bene? Se è questa la |
||
risoluzione del problema eccomi! Pronta!! |
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti diAngelo Scammacca |
pag 25 |
|
Benvenuto |
: Ma allora non ragioni proprio più! Intanto non è che si possono fare |
|
quattro figli così, a comando. Che so io…magari uno per volta, anche |
||
se penso che uno sia poco e due siano tanti…forse due potrebbero |
||
bastare…e poi (alludendo) avendo già due bocche fameliche da |
||
sfamare, come faremmo. |
||
Letizia |
: (stupita) Noi?? abbiamo già due figli da sfamare? (preoccupata) E con |
|
chi li hai fatti questi bambini…porco, porco e traditore. Con chi?? |
||
Benvenuto |
: Con te! Perché non te n’eri già accorta?! |
|
Letizia |
: Con me?? E quando li avrei partoriti? |
|
Benvenuto |
: Ottant’anni fa! Ma dico ”svegliati”…io mi riferisco a tua madre ed a |
|
zio Cirimbolo. |
||
Letizia |
: E come ti potevo capire se tu mi parli di bambini! |
|
Benvenuto |
: Io ho detto bocche da sfamare e non bambini! Bambini l’hai detto |
|
tu!! E credo che te ne sia accorta che quelli mangiano, eccome se |
||
mangiano. |
||
Letizia |
: Beh…cosa vuoi…vorresti lasciarli morir di fame, anche loro hanno |
|
il diritto di alimentarsi. |
||
Benvenuto |
: Ma quelli non si alimentano! Loro s’ingozzano…sono voraci! |
|
hanno scambiato la nostra casa per una filiale di “ Che Maxim’s” di |
||
Parigi… non fanno altro che cercare tutte le prelibatezze. Ma per chi |
||
mi hanno scambiato, per il Fatebenefratelli?! |
||
Letizia |
: Mi ricordo che con la scuola andammo in gita scolastica a Catania, |
|
ed in una piazzetta, ai piedi della statua, forse di un Santo, c’era |
||
scritto: “ finché avremo un panettello, noi lo divideremo col |
||
poverello”. |
||
Benvenuto |
: Fin quando si parla di un panettello…e vada pure bene. Ma per loro |
|
si tratta di una panetteria. E poi dico…quello era un Santo, mica io?! |
Ed a te sembra giusto che questi vivono alimentando a vita il gioco del lotto…quando si può, dare un piccolo aiuto economico in famiglia può essere utile.
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 26
Letizia
: (alzando i toni) Sei uno scroccone! Ecco cosa sei! Come puoi vivere sulle spalle di due vecchietti! Sei un parassita…parassita, vegetale e sanguisuga!!
Benvenuto
: Io sarei una sanguisuga?! E dove li metti quei due vampiri che mi costano più dei quattro figli di Dante Stabene. Ohu…io ho le rate dei mobili, la macchina, l’assicurazione, il condominio, il mutuo semestrale e l’accantonamento della pensione.
Letizia
: (infuriata) Hai ragione! Perché l’accantonamento accattoni, e tu sei proprio un accattone! Non è vita vivere di stenti, tutto misurato, tutto col contagocce.
lofanno gli questa! Farci
Benvenuto
: Voi vivete di stenti? Se voi vivete di stenti…io vivo a stento!! Dopo quel toast che ingurgito durante la pausa pranzo, la sera rincasando trovo una cena spiluccata…appena appena due grissini, mai tre! Perché tre sarebbero troppi, e se ti dico: Letizia io avrei ancora un po’ di fame, tu cosa mi rispondi?
Letizia
: Affacciati al balcone e prenditi qualche boccata d’aria, così ti riempi lo stomaco e non ingrassi.
Benvenuto
: E già! Mi devo saziare con l’aria, e perché non dici pure che devo stare attento a non pungermi, prima che esce l’aria e resto digiuno.
Letizia
: (la rottura) Basta mi hai stancato! Così non può più continuare. E’ già da un bel po’ che sto pensando seriamente di prendermi un periodo di tempo di riflessione, così da poter valutare se restare ancora insieme.
Benvenuto
: Per giunta tu vuoi valutare se ti conviene o no restare con me!
Letizia
: Bravo! Finalmente l’hai capito. Prima però volevo fare i conteggi con l’avvocato, ma non importa, quello che mi spetta me lo devi dare in ogni caso. Me ne vado! Ti lascio la tua libertà. (enfatizzata) Me ne vado, me ne vado…anzi ce ne andiamo!! (Esce dalla comune)
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 27
Scena IIIa |
|
Benvenuto |
|
Benvenuto |
: E andatevene, io non vi tratterrò di certo. Finalmente libero, libero, |
sereno e solo! Via, Via da casa mia, via. |
|
Alla luce della strobo si deve dare l’impressione che Letizia, |
|
Podarge e Cirimbolo escano con delle valigie in mano, ed |
|
attraversano la scena per uscire definitivamente dalla comune. |
|
Letizia |
: Andiamo mamma, forza zio, finalmente ci siamo liberati da questa |
tirannia. |
|
Cirimbolo |
: E dove andiamo? |
Podarge |
: Da mio fratello in Valtellina, poveretto vive da solo in una bella |
villa. Andiamo a respirare un poco d’aria pura. |
|
Benvenuto |
: Vedete se nel frattempo incontrate Nicola Di Bari che sarà andato lì |
per lo stesso motivo. Forza, che vi do una mano anch’io ad uscire per |
|
sempre dalla mia vita. Fuori, sciò, sciò. |
|
Dopo quest’animazione, con la scusa di accompagnarli all’uscita, |
|
anche Benvenuto uscirà dalla scena, le luci si affievoliranno fino |
|
al buio totale. Dopo qualche secondo una luce illuminerà il |
|
corridoio e Benvenuto rientrerà accendendo le luci, e come |
|
l’inizio indosserà impermeabile, avrà la borsa da lavoro, ed in |
|
mano un piccolo pacchettino, si dovrà dare l’impressione che sia |
|
trascorso del tempo e che lui da mesi viva ormai da solo. |
|
Benvenuto |
: (posa la borsa, si toglie l’impermeabile e la giacca, li appende con tutta calma, |
si guarda in giro, e si metterà a tavola, dove aprendo il pacchettino, tirerà fuori |
|
una tovaglietta di carta, un toast ed una pera, o una mela, a dimostrazione di |
|
una misera cena, darà un piccolo morso al toast dimostrando una totale |
|
insoddisfazione, quindi lascia il tutto sul tavolo e si alzerà mettendosi a sedere |
|
assorto nei suoi pensieri nella poltrona posta in proscenio). Rifletterà con calma |
|
ma con voce pacata esprimerà i suoi pensieri) Beh…potrei pensare che |
|
chissà quanta gente m’invidia per essere riuscito a liberarmi di una |
|
situazione opprimente, d’aver avuto la capacità di scrollarmi di dosso |
|
un rapporto turbolento, insoddisfacente, fatto di continue critiche e |
|
litigi quotidiani, e che tanti di loro, vorrebbero trovarsi nella stessa |
|
situazione di come io mi trovo adesso…però per poter dire questa |
(prende il cellulare compone la chiamata) |
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 28
vita è meglio dell’altra…e quindi giudicarla, la devi vivere, la devi assaporare, devi riuscire a trovarne il gusto, e soltanto quando ti sei reso conto che vivere così ha il sapore di una vita insipida, senza soddisfazione, senza colore, senza gradimento né godimento, quando non hai nessuno accanto a cui poter raccontare com’è andata la tua giornata di lavoro, come pensi di programmare il fine settimana, se non addirittura il tuo futuro, allora capirai quale potrebbe essere stato il motivo per cui Letizia se n’è andata. Fra noi di certo non c’è stato tanto dialogo, anzi per nulla. Io, e forse è lì che ho sbagliato, la sera ritirandomi stanco non mi andava di parlare, non le dicevo mai nulla dei miei pensieri, del mio lavoro ma soprattutto dei miei sogni e dei nostri sogni. Insomma non l’ho resa partecipe a condividere con me ogni ora ed ogni decisione che riguardasse la nostra vita. Già! Io mi sentivo appagato, felice di trovare la tavola apparecchiata, le camicie e la biancheria pulite e stirate, il letto rifatto, la casa in ordine…ma non mi accorgevo che lei a poco a poco, si sgretolava all’interno, che le facevo mancare la forza ed il calore del mio amore, come se quello che le avevo già dato in passato, potesse bastare per tutta la vita. Qualcuno prima di me, tanto tempo fa disse: “ Un uomo da solo non
sta bene neanche in Paradiso” Pronto…Letizia….
Si affievoliscono le luci e chiude il sipario
F I N E
15/05/2015
Angelo Scammacca
Via Frà Liberato 19
95124 Catania
Tel. 095 455324
MATERIALE DI SCENA
-Valigetta 24 ore
-Piumino
Mi faccio in Qu…at…tr…o: commedia in due atti di Angelo Scammacca pag 29
-Bottiglia whisky
-Bicchiere
-Posacenere
-Sigaretta
-Rotocalco
-Ago – filo- calzino
-vassoio e tre tazze da thè.
ATTO I° pag. 5 – 15
Scena Scena Scena Scena Scena
Ia
IIa
a
IVa
Va
Benvenuto
Benvenuto - Letizia
Benvenuto – Letizia - Podarge
Benvenuto – Letizia – Podarge – Cirimbolo
Benvenuto – Cirimbolo
ATTO II° pag. 16 - 28
Scena Ia Scena IIa
Benvenuto- Letizia- Podarge- Cirimbolo Benvenuto – Letizia
Scena IIIa
Benvenuto