Mi faresti un piacere?

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MI FARESTI UN PIACERE

MI FARESTI UN PIACERE ?

Sottotitolo :

  “Maledetto il giorno che ho fatto le corna a mia moglie”

Commedia brillante in tre atti

Adattamento di Daniele Nutini

liberamente ispirato a  “Quella sera era meglio se stavo a casadi autore anonimo

Un sentito grazie all’amico Francesco Romano che ha contribuito in maniera determinante alla stesura del presente testo.

PERSONAGGI (8 Uomini + 5 Donne) :

ROBERTO        GALLETTI

EMMA                                             SUA SORELLA

SARA                                                      SUA MOGLIE

OLGA                                                      SUA ZIA

CORNELIA       MARITI                           SUA AMANTE

ROSETTA                                               CAMERIERA

GIORGIO         PANZANELLA                  AMICO

GIUSTO           PAZIENZA                GIUDICE

FRANCESCO    TOGA                        AVVOCATO

SIMONE         FURBETTI                       FIDANZATO DI EMMA

LIBERO            MAI                                EX CARCERATO

VITTORIO       GALLETTI                       NONNO DI ROBERTO

ALFREDO         LEGGIMANO           IL MAGO DI CALENZANO

L’azione si svolge a Firenze in casa di Roberto Galletti

Anni ‘50

Copione tutelato da diritti S.I.A.E. – Società Italiana Autori Editori

Sezione DOR – N° di posizione S.I.A.E. 147079

Email = d.nutini@tiscali.it - Tel. = 335-6332754

ATTO PRIMO

Salotto di una casa alto borghese distintamente arredato. Tavolo con sedie, divano ed elementi d’arredo vari.

SCENA 1

ROSETTA e VITTORIO poi OLGA

ROSETTA = (Sottofondo musicale di accompagnamento - All’aprirsi del sipario è in scena Rosetta, ha in una mano un piumino e nell’altra un fotoromanzo; spolvera e legge contemporaneamente, ad un certo punto lascia di spolverare e si va a sedere, parla da sola) No…Non è possibile… Allora sei proprio un disgraziato…la metti incinta e l’abbandoni così..,a me dovevi trovare...ti sistemavo subito io.. farabutto di un farabutto…

VITTORIO = (Da fuori si sente la voce di nonno Vittorio che chiama) Rosetta… Rosetta...

ROSETTA =  (Questa quasi indispettita rivolta al pubblico) Ci siano..si è svegliato il nonno….Due minuti…finisco di fare un lavoro ed arrivo… (rivolta al pubblico ) Io non ho mai capito si ci fa o ci è…dice che è sordo ma solo quando vuole lui…dice che ha il diabete ma se non nascondo la roba dolce nel giro di due minuti sparisce…a volte mentre tu gli parli lui trac… si addormenta..per non parlare delle sue  mani lunghe, ma con me…

VITTORIO = (da fuori) Rosetta…Rosetta…

ROSETTA = arrivo… (al pubblico) però è simpatico, specialmente quando vuole fare le scommesse. Lui appena alzato la prima cosa che chiede è una tazza di caffè, e tutte le mattine appena arriva scommette che io non l’ho preparato… e perde !!!

VITTORIO =  (da fuori) Rosetta…Rosetta…

ROSETTA = Adesso lo vado a prendere sennò non la finisce più…arrivo.. (Rosetta esce per ritornare subito dopo con nonno Vittorio in carrozzina )
VITTORIO = Dove eri ? Scommetto 200 lire che il caffè non l’hai ancora preparato.
ROSETTA = E invece è pronto, adesso glielo porto! (va in cucina, mentre il nonno la scruta attentamente) Ahh…se avessi vent’anni di meno e qualche gamba in più… (Poco dopo rientra Rosetta dalla cucina, con una tazzina di caffè sopra un vassoio)
ROSETTA = Ecco qua il caffè…... ed anche oggi ha perso la scommessa…… (al pubblico) e altre 200 lire sono in cassa…

VITTORIO = Ah... tu non puoi immaginare cosa sia una tazza di caffè appena alzato…Rosetta sei un amore, ma che dico amore sei uno zucchero… A proposito dello zucchero, scommetto che non ce l’hai messo!
ROSETTA = E scommettiamo!
VITTORIO = (estrae dalla tasca del pigiama il portafogli e prende dei soldi)  Tu tira fuori i tuoi…Fuori i quattrini  bella…!!!

ROSETTA = Ho il portafoglio in cucina, vado a prenderlo.  (dopo aver dato un bacio sulla fronte del nonno esce ancheggiando diventa ancora più provocante)
VITTORIO = (sgranando gli occhi nell’osservare il movimento di Rosetta, poi in segno di grazia guardando in alto e facendosi il segno della croce) Oh… santa Caterina del Trasimeno se potessi avere venti anni di meno…. (tira fuori un fazzoletto e si asciuga la fronte) Ca-calmati Vittorio, tu non sei  più un giovinotto... calmati!...Hai 81 anni... la pressione così se ne va a farsi benedire... caaaaaalmati !!! Questaragazza è una provocazione continua, e poi dicono che uno diventa matto.. (si asciuga il sudore) Scommetto che non porta neanche il  reggiseno !!!!  (sorseggia il caffè)
ROSETTA = (ritornando) Ecco i miei soldi!
VITTORIO = (imbambolato e ancora scioccato, la guarda come incantato) Eh!... Ah!... Ah!... i soldi, eh!... eh!... i miei sono qua.  (ricomincia a sorseggiare il caffè senza togliere gli occhi di dosso alla ragazza) Mi sembra che non ci sia... (sorseggia ancora) Non saprei!... (fa schioccare la lingua)... Va bene,  hai vinto un’altra volta! Però lo zucchero non ce lo dovevi mettere, lo sai che io sono in cura... (Rosetta con fare accattivante prende i soldi e gli dà il solito bacio sulla fronte e Vittorio suda freddo)
ROSETTA =  (ripone i  soldi in tasca) Se andiamo di questo passo, alla fine del mese, la metà della sua pensione   la da a me!  (si gira dalla porte opposta a Vittorio e con il giornale in una mano e il piumino nell’altra riprende a spolverare in modo civettuolo questo movimento farà sudare ancora di più Vittorio)
VITTORIO = (sospirando) Eh!... cara la mia Rosetta…..io sarei disposto a scommettere…. (allunga la mano cercando di fare la mano morta)
ROSETTA =Che scommessa vuole fare?  (si volta e vede il nonno con la mano morta)
VITTORIO = (vistosi scoperto, fa finta di allacciarsi le scarpe dimenticando che porta le pantofole) Eh!... eh... si era slacciata la scarpa ! (nota l’errore) No... è che ti volevo aiutare...dare una mano!...
ROSETTA =Sì!... Una mano!...Lo so io dove andava a finire quella mano…

VITTORIO = Scommetto che se indovini dove… ti do 100 lire !!!

ROSETTA = (sostenuta) e io scommetto che la continua dell’altro con codesti discorsi (facendo il gesto dello schiaffo) gliela fo sentire io la mia… di mano !!!
VITTORIO = (cambiando discorso) Senti, mi è venuta in mente una scommessa… ma no…lasciamo perdere…tanto tu non la faresti mai…
ROSETTA =E perchè?… Sentiamo che scommessa è ?
VITTORIO = (insistendo nella parte)  Ahh... Tu non la faresti mai, perchè sei  sicura di perderla… Per questa scommessa sono disposto a scommettere  cinquemila lire, anzi ti dirò di più...diecimila
ROSETTA =Io quei soldi non li ho, a momenti non li guadagno in un mese . Ho solo ( guarda nel borsellino) duemila lire....se vuole…
VITTORIO = E vada per duemila lire è andata... (Rosetta gli da i soldi)  
ROSETTA = Si, ma su che cosa scommettiamo?
VITTORIO     Scommetto che  (parola incomprensibile) le porti  nere!
ROSETTA = Cosa ha detto ?
VITTORIO = Scommetto che porti le mutandine nere. Ci stai ?
ROSETTA =Ci sto!... (toglie dalle mani del nonno il danaro)  Ha perso un’altra volta. Con questi  vado al cinema e poi a mangiare il gelato con il mio Valerio.
VITTORIO =Eh... eh... aspetta!
ROSETTA =Ohhh nonno, sono BI-A-NCHE!  Ha perso!
VITTORIO = Ma io non ho visto niente. Lo dici tu che sono bianche. Io voglio controllare!
ROSETTA =E va bene, le faccio controllare... quando viene sua nipote...
VITTORIO =  Ma... ma... così non vale….
ROSETTA =
Se si fida bene, altrimenti quando viene sua nipote… qualcosina da raccontarle sul suo conto ce l’avrei…
VITTORIO =(capendo di essere stato raggirato) Va bene… va bene…mi fido, mi fido... Ma non è giusto! Non vale! (al pubblico) Donne !!! ne sanno sempre una più del diavolo…
ROSETTA = Ehhh,,,caro nonno,la curiosità si paga! (Tutta soddisfatta si mette a sedere e ricomincia a leggere il fotoromanzo)

OLGA = (Proprio in quel momento entra Olga, vede Rosetta seduta e la rimprovera)Ecco dov’è la signorina!! E’ mai possibile che per trovarti ci vuole sempre mezza giornata ?!! (gesto di stizza e presa in giro di Rosetta) La mia camera è tutta sotto sopra e lei, bella  pacifica a leggere quelle porcherie (Rosetta sta per rispondere) Non permetterti di aprire bocca. Diamoci una mossa… c’è da mettere a posto la mia camera... Se non fosse per mio nipote, a quest’ora chissà quante volte ti avrei licenziata. (Rosetta si alza, e lentamente va verso l’uscita mentre Olga cerca per la stanza il giornale) Siamo al solito, è sparito il giornale... cose da non crederci… sono andata stamattina a comprarlo, e adesso non si trova più (con intenzione) Da un po’ di tempo a questa parte chissà perché spariscono i giornali… (al nonno)  Lei non ha mica visto il giornale ??

VITTORIO = Meridionale ?? No bellina… io son di Firenze, nato a Firenze e voglio morire a Firenze… (sulle ultime parole si addormenta)

OLGA = (al pubblico) Oh mammina che tristezza quando si invecchia così male…

ROSETTA = E’ inutile che mi guarda. A me i giornali che compra lei non piacciono. Io non sono una quotidianologa, io sono una fotoromanziera... Se il suo giornale è sparito vorrà dire che in questa casa ci saranno i fantasmi…

OLGA = Eh sì…vogliono tenersi informati di quello che succede. Non fare la spiritosa…muoviti… mi devi aiutare anche a preparare le valigie… prima porta di là il nonno e poi vieni in camera mia… (le due donne escono con la carrozzina del nonno che continua a dormire)

SCENA 2

SARA poi SIMONE

SARA = (entra,  va alla scrivania, prende le lettere le fa passare) Bolletta della luce, bolletta del telefono…questa è  per Roberto, anche questa…per me niente…

SIMONE = (compare dal fondo timido e rispettoso, la sua aria non è intelligente, avrà in mano dei fiori) E’ pe..pe.. permesso?

SARA = Avanti, si accomodi, non abbia timore

SIMONE = Buongiorno signora

SARA = Ohh.. che bei fiori. (cerca di prenderli, Simone li tira indietro)  Splendidi !  Sono proprio una meraviglia.

SIMONE = Grazie

SARA = Scommetto che sono per Emma ?

SIMONE = (ride un po’ stupidamente)  Brava ...Come ha fatto ad indovinare…

SARA = (fra sè)  Eh! Ci voleva Alfredo Leggimano il mago di Calenzano per indovinare (in modo gentile) Se aspetta  un attimo la vado a chiamare, intanto si accomodi.

SIMONE = Dove sulla sedia?

SARA = No, per terra…. (Simone fa per sedersi per terra)Ma cosa fa…io dicevo così per dire…  (fa per uscire)

SIMONE = No, non stia a disturbarsi. Emma mi ha già visto dalla finestra,  (sorrisino da ebete) ci siamo già salutati… e pensi ci siamo (c.s.) anche mandati un bacio.

SCENA 3

EMMA e detti

EMMA = (entra) Oh! Buongiorno Simone. Sei arrivato da molto tempo?

SARA = Ma lo sai che hai una bella faccia tosta? Se lo hai salutato poco fa dalla finestra, (fa il verso di Simone)  e vi siete mandati anche i bacetti… Ohh…Su ragazzi , sveglia… non abbiate soggezione di me, anche io sono stata fidanzata. Se volete potete pure abbracciarvi e baciarvi,  fate come se io non ci fossi,… io sono sorda e cieca…

SIMONE = (scandalizzato) Oh..quanto mi dispiace, ed io che non mi ero accorto mai di niente…poverina, quanto mi dispiace…

EMMA = Simone ,ma cosa stai dicendo?..  Mia cognata lo diceva così per non metterci in imbarazzo (si avvicina a Simone che le stringe con timidezza la mano e le da i fiori) Scommetto che sono per me questi  bei fiori?

SARA = (al pubblico) Oggi è la giornata delle scommesse facili

SIMONE = Sì, ma loro sono meno belli di  te…e di tua cognata.

EMMA = Grazie, come sei gentile.

SARA = Allora…Ho saputo la lieta notizia... (i due sorridendo annuiscono)                    A quando i confetti?

EMMA = Abbiamo deciso di sposarci il 30 di settembre, a dir la verità noi avevamo pensato il 31 di Agosto, ma poi Roberto siccome aveva degli impegni….      

SIMONE = Allora insieme a lui abbiamo deciso per il 30 settembre. Speriamo che sia la volta buona. Sono già sei volte che rimandiamo

SARA = Ahh, ma allora è una cosa già fatta, neanche un mese, vedrete come vola!!

SIMONE = Un mese, per me,  è lungo un’eternità!

EMMA = Ma no Simone, vedrai passerà subito. Ci sono tante cose da fare…Mettere a posto la casa, i confetti..il pranzo…la lista dei regali…

SIMONE = I testimoni... Io per me ci ho già pensato. Voglio due persone importanti. Uno sarà mio cugino Saverio che lavora nella agenzia di pompe funebri del paese,  e l’altro il fratello della mia povera mamma ch’è Pretore.

EMMA = Per me invece ci  pensa mio fratello Roberto.

SARA = (ad Emma)  Io invece, se vuoi ti aiuterò nella scelta del vestito.

SCENA 4

OLGA e detti

OLGA = (entrando, alla nipote) Che seccatura.. non ne posso più…E’ una cosa insopportabile fare le valigie con questo caldo. (Cambiando tono) Buongiorno Emma… (rivolgendosi a  Simone) buongiorno anche a lei, è ben mattiniero oggi..

SIMONE = (con il solito sorrisino da ebete) Ehhh…Non per essere indiscreto, ma lei parte?

OLGA = Sì, oggi.

SARA = La zia ci lascia per un po’ di tempo, va ad Chianciano Terme a trovare alcuni parenti…

OLGA = Così mio nipote sarà contento.

SARA = Zia questo non devi dirlo. Lo sai benissimo che Roberto ti vuole tanto bene.

OLGA = Lo so, non arrabbiarti. Era soltanto una battuta, (rivolta a Simone) Roberto è un uomo eccezionale, un marito d’oro .Per me non  è un nipote, è un  figlio.

EMMA = Ma per il nostro matrimonio c’è?

OLGA = Sicuro, mi sono comprata un abito che è una meraviglia, lungo.. scuro, sai all’età mia.

SARA = Si, ha parlato Matusalemme… ma se quando usciamo assieme ci prendono tutti per sorelle... (rivolta ai due)  Sapete cosa mi ha detto mio marito l’altro giorno? Se ci pensavo bene sposavo tua zia. (risata generale)

OLGA = Ehhh…Roberto è uno che la sa lunga. A proposito, come sta? Si è ripreso?

SIMONE =Perché non sta bene?

SARA = (triste) E chi lo sa… è sempre tanto nervoso, non dorme, non mangia, strilla senza ragione, certe volte mi sembra che abbia paura…, ma non riesco a capire di che cosa. Lui che era così allegro, sempre pronto alla battuta, così  calmo,  adesso mi sembra una torcia elettrica. Insomma non è più lui. E’ cambiato…

OLGA = Questi, cara la mia ragazza, sono i classici sintomi della  nevrastenia.

SIMONE = Nevraste…che???

OLGA = Nevrastenia.E’ una malattia che è di moda, chi più chi meno e con sintomi più o  gravi c’è l’abbiamo tutti.

SIMONE = Io e la mia Emma non c’è l’abbiamo.

OLGA = (in tono confidenziale) Ho saputo che anche la signora Mariti ha questa malattia.

SARA = Povera donna, sempre sola…e il marito  invece di farla curare e strare un po’ con lei, pensa solo al lavoro e se ne sta sempre in giro per il mondo!!!

EMMA = (prendendo per mano Simone) Simone, tu non mi lascerai mai da sola.

SIMONE = No, staremo sempre assieme, io a lavorare non ci vado.  E poi  se ti dovessi ammalare visto che siamo assieme ci ammaleremo insieme..

SCENA 5

ROBERTO e detti

ROBERTO = (da fuori) Tu sei una cretina!

SARA = E adesso perché strilla?

ROBERTO = (c.s.) Queste sono cose da pazzi, da deficienti, (entra nervoso) Buongiorno a tutti, se di buon giorno si può parlare.

SARA = Cosa è successo?  Scommetto che ce l’hai con Rosetta?

ROBERTO = La cretina e’ andata in bagno a  pulire la vaschetta dei pesci ed ha messo il pesciolino rosso nel bicchiere che io uso per sciacquarmi la bocca dopo aver lavato i denti. L’oca giuliva si è dimenticata di toglierlo, e io per poco lo bevevo. (Simone ride, occhiataccia di Roberto)

OLGA = Calma, ci vuole calma, tu lavori troppo caro il mio Roberto, faresti bene a fare un po’ di ferie.

ROBERTO = Ma se non faccio niente… sono 6 anni che vivo di rendita

OLGA = Eh! Dicono tutti così…Al tuo posto penserei un po’ seriamente alla salute

ROBERTO = (facendo le corna)  Io sto bene, anzi benone.

SARA = Roberto, sai che forse ha ragione la zia ? Andiamo in ferie. Ci facciamo un bel viaggetto. I soldi li abbiamo, non dobbiamo rendere conto a nessuno, ce la spassiamo alla grande…quindici giorni al mare … può darsi che sia la cura giusta.

ROBERTO = Ma lo volete capire o no che io non sono ammalato… (urlando) Io sto bene !!!

SARA = Certo, nessuno lo mette in dubbio. Diciamo che sei nervoso come se avessi una preoccupazione, o come dire….  paura.

ROBERTO = (turbandosi) E sentiamo un po’.. cosa dovrebbe mettermi paura?

SARA = E io che ne so. Comunque una cosa è certa, da quando ci conosciamo non ti ho mai visto così. (quasi piangendo) Ti ho fatto forse qualcosa?

ROBERTO = Tu, ma cosa dici? (l’abbraccia) Tu sei il mio amore superlativo

SARA = (commossa) Anche tu il mio!

EMMA = Simone hai sentito? Anche il tuo amore sarà superlativo?

SIMONE = Di più ! Il mio sarà … sarà…. Non mi viene la parola giusta, ma sarà ..botta, botta.. botta

EMMA = Andiamo in giardino, amoruccio mio, ti voglio far vedere la ROSETTA bianca che sta spuntando in mezzo a quelle rosse.

ROBERTO = Mi raccomando, ragazzi, attenzione alle spine..  (Emma e Simone escono)

                                                  

SCENA 6

Detti poi ROSETTA

ROBERTO = (nervoso, guarda l’orologio) Io non capisco: sono già le undici.. eppure dovrebbe essere già qua.

SARA = Stai aspettando qualcuno?

ROBERTO = Chi, io??? Nooo.. Anzi si, Francesco Toga

SARA = L’avvocato? (scherzosa)  Non mi dirai che hai qualche processo in ballo ?

ROBERTO = (scattando come una molla)  Chi te lo ha detto? 

SARA = Nessuno . L’ho detto così per dire…

ROBERTO = (irato)  E queste sono cose che non si dicono ...non lo dire neanche per scherzo. Io di processi non ne ho

SARA = Non ti arrabbiare , io dicevo così.. e allora perché viene?

ROBERTO = Mamma mia come sei curiosa. (cambiando tono dopo aver pensato) sto comprando del terreno ai Platani: sei contenta?

SARA =  Si… se fa piacere a te!

ROBERTO = (cerca di essere gioviale)  E tu cara zia, cosa ha deciso ? Parti oggi ?

OLGA = Si, non ne posso fare a meno,  i Mancini mi aspettano.

ROBERTO = Che brava gente. Peccato che hanno quella mania di far sposare tutte le persone che conoscono

OLGA = Mania… loro si adoperano per far sì che le persone sole trovino compagnia.

SARA = (ridendo) Zia… stai attenta…. Quelli sono capaci di trovarti un vecchio militare pensionato.

OLGA = Intanto non è vecchio, e poi non è un militare…

ROBERTO = Come  ?.. E brava la zia.

SARA = Ci sei caduta! (ridendo).

OLGA = (confusa)Ma io… veramente

ROBERTO = Su cara zietta, confessa. Scommetto che c’é qualcosa di grosso… (guardando Sara)  e noi lo vogliamo sapere, non è vero mogliettina mia?

OLGA = (titubante) Voi mi prendete in giro.

SARA = (avvicinandosi alla zia) E perché ti dovremmo prendere in giro?

OLGA = Mia cugina Concetta mi ha scritto giorni fa dicendomi che pare ci sia un signore della nostra zona, sulla cinquantina di buona famiglia, ottima posizione… bell’uomo simpatico, che in gioventù ha pensato solo al lavoro e non ne ha mai voluto saper niente di donne e tanto meno di  matrimonio… ma adesso vuole mettere la testa a posto e cambiare vita. Io gli ho risposto che sono disposta a conoscerlo senza impegno, e gli ho detto anche che prima di prendere qualsiasi decisione devo parlane con voi, ho fatto bene?  Sara tu cosa  dici?

SARA = Io dico sempre come dice Roberto.

ROBERTO = E io dico che fai una cosa santa. Sei ancora giovane e piacente! (l’abbraccia ridendo) Se ti conoscevo prima, ti sposavo!!

OLGA = Non scherziamo, parliamo seriamente. Se, dico se… dovesse succedere, per voi non ci sono dei problemi?

ROBERTO -  SARA = Nessun problema

OLGA = (sospiro di sollievo)  Mi levate un peso dallo stomaco. Comunque anche se mi dovessi sposare sappiate sin da adesso che questa casa è vostra.

ROBERTO = E brava la zia… zitta zitta, quatta quatta…. (suonano)

Questo sarà l’avvocato. Finalmente!

OLGA = Sara viene ad aiutarmi a finire di fare le valigie? (nell’andarsene)           Ciao Roberto, tu non sei un nipote, sei nù babà, come dicono a Napoli…

ROBERTO = E tu una sfogliatella. (Olga  e Sara escono,  a Rosetta  che viene dalla parte opposta) Chi è: l’avvocato Toga?

ROSETTA = No, è un signore che non conosco, vuol parlare con lei

ROBERTO = Ti ha detto come si chiama?

ROSETTA = Si,  Giorgio Panzanella…

ROBERTO = Giorgio Panza che ?….E chi caspita è???.

ROSETTA = Da quello che ho capito deve essere una cosa urgente

ROBERTO = E se è così  fallo entrare (Rosetta va via) Forse l’avrà mandato l’avvocato.

        

SCENA 7

GIORGIO e detti, poi VITTORIO

ROSETTA = (introducendo)  Prego si  accomodi  (via)

GIORGIO = (molto malandato, stracciato e barba incolta) Ciao Roberto…

ROBERTO = (lo guarda e riguarda  meravigliato, gli gira intorno) Ma veramente io..

GIORGIO = Non mi dirai che non mi conosci più?

ROBERTO = Scusi, (ridendo) sarà l’età, ma io non mi ricordo…

GIORGIO = Come, non ti ricordi? Panzanella…

ROBERTO = (pensando, guardandolo, gira per la stanza) Mozzarella…No, No.. Tonnarella..  No, No…  

GIORGIO = Pan-za-ne-lla  Giorgio, tuo compagno di banco al liceo scientifico a Firenze.

ROBERTO = (ricordandosi) Aspetta..aspetta...Panzanella !!! ...Siii, ora mi ricordo Giorgino il secchione. Quello che se gli pagavi una pizza ti faceva copiare di tutto e di più. E adesso che ci penso avevi una sorella bona come il pane.

GIORGIO = Finalmente!  (si baciano)

ROBERTO = Come sei cambiato. Sai che non ti avrei riconosciuto?

GIORGIO = Ci credo, sono passati trenta anni

ROBERTO = Panzanella!..E bravo!.. Scusami sai se mi permetto! Ma a vederti così di primo acchitto… mi sembra che non sei  equipaggiato troppo bene, o sbaglio?

GIORGIO = Cosa vuoi che ti dica: non sono stato fortunato.

ROBERTO = Ma tu non ti eri iscritto all’università ? Architettura, se non sbaglio..

GIORGIO = Giusto… ma dopo tre anni mio papà morì e io rimasi senza un  centesimo. Sai lavorare  e studiare non è una cosa facile…

ROBERTO = Ma almeno sei riuscito a laurearti?

GIORGIO = Se mi sono laureato? Sedici volte mi sono laureato!

ROBERTO = E perchè: non bastava una vota sola? (ridendo) Ahhh… Dimenticavo Bertino il secchione….una era poco, e poi come le patatine una tira l’altra…

GIORGIO = No, adesso ti spiego, posso sedermi?… Come ti ho dicevo dopo che morì papà rimasi senza una lira. Io ero da una parte e la fame era dall’altra, o studi o lavori. Ora, siccome  studenti ricchi e svogliati che non hanno voglia di studiare non ne mancano mai, dietro buona ricompensa preparavo l’esame al loro posto.Ti dico che la cosa funzionava magnificamente. Con il loro nome e il loro libretto davo le materie, mi laureavo con onore, e più alto era il voto e più alta era la parcella.  Sai la voce si era sparsa e le richieste fioccavano…

ROBERTO = (ridendo)  Hai inventato un mestiere nuovo, solo tu potevi fare una cosa del genere..

GIORGIO = Certo il mestiere non è comune, c’è da stare attenti..   ci sarebbe stato da far fortuna…

ROBERTO = E allora?

GIORGIO = E allora i professori  hanno incominciato a conoscermi in tutte le facoltà.. L’ultima volta è mancato poco che finisse male, stavano chiamando i carabinieri….

ROBERTO = Perché ?

GIORGIO = Dovevo dar l’esame di chimica, era andato tutto bene, avevo risposto a tutto,  il professore mi dà 27, io dico proff. mi sembra che sia poco, e lui si arrabbia..allora io ribatto…insomma per farla breve  è finita in parapiglia, la voce si è sparsa in poco tempo e la pacchia è finita. (sospirando) Adesso sto in mezzo alla strada, caro il mio Roberto….

ROBERTO = Ma istruito come sei non ti sarà difficile trovare un lavoro

GIORGIO = Difficile? Difficilissimo.  In tutti i posti dove sono andato come minimo volevano gente diplomata, la maturità scientifica non vale niente.

ROBERTO = E vabbè, a te che te ne importa… tu sei laureato… (cenno con la testa di no di Giorgio) 

GIORGIO = A furia di pensare alle lauree degli altri, tu non ci crederai ma io non ho avuto tempo di pensare alla mia.

ROBERTO = (ridendo) Accidenti…questa sì, che è bella, dopo il danno la beffa.

GIORGIO = Ma questo credo che a te non interressi, ti sto annoiando…

ROBERTO = No,  anzi...

GIORGIO = Senti, io sono venuto…

ROBERTO = (interrompendolo) Ah ! Scusami, mi dovevi dire una cosa  urgente?

GIORGIO = No.

ROBERTO = Ma Rosetta mi ha detto…

GIORGIO = (risatina) Scusami, ma ho l’abitudine di dire così per essere ricevuto.

ROBERTO = Ah! Allora  è stata, diciamo così,  una scusa? Ma allora cosa vuoi da me?

GIORGIO = Vorrei che tu mi dessi un impiego, che ne so..  per esempio tuo segretario.

ROBERTO = Ma io non è ho di bisogno.  Io non faccio niente. Mio padre mi ha lasciato una grande eredità e vivo di rendita.

GIORGIO = Che persona intelligente era tuo padre. Comunque questo non vuol dire nulla, un segretario fa sempre comodo, e poi al giorno d’oggi è di moda avere il segretario. Fa scick.

ROBERTO = Ma anche volendo non avrei niente da farti fare!

GIORGIO = E chi ti dice che io per forza debba lavorare??!! Io accetterei volentieri un posto di lavoro anche per non far niente…

ROBERTO = Si vede proprio che sei una persona portata per i sacrifici.

GIORGIO = Non hai  qualche amico, parente, conoscente…

ROBERTO = No, proprio nessuno. Mi dispiace, ma non posso far niente per te (guarda l’orologio) Si è fatto tardi…

GIORGIO = Ho capito, devo andare!

ROBERTO = Sai: aspetto gente, e se tu hai qualcosa da fare non voglio trattenerti (prende il portafogli).

GIORGIO = (sospirando) Allora arrivederci.

ROBERTO = Aspetta Giorgino! (prende del danaro) Prendi, senza offesa…

GIORGIO = 50.000 lire?!!  No caro io non sono venuto per questo.

ROBERTO = Siamo o non siamo amici?

GIORGIO = È inutile, mi offendo.

ROBERTO = Quando è così…

GIORGIO = Tutto al più potrei accettare 5.000 lire perché sono due giorni che non mangio, e l’idea di un buon pranzo non mi dispiacerebbe.

ROBERTO = E allora ecco qua 5.000 mila lire, e buon appetito (gli dà i soldi)

GIORGIO = Si però se vuoi darmi anche le 50.000 mila lire io le accetto, come prestito s’intende, appena posso te le  restituisco .

ROBERTO = E allora potevi dirlo subito che volevi 55.000 mila lire. (seccato dandogli il danaro)

GIORGIO = Appena avrò fatto fortuna…

ROBERTO = Si, campa cavallo che l’erba cresce…

GIORGIO = Arrivederci!

ROBERTO = (fra sé) Speriamo di no !!! T’accompagno.

GIORGIO = Non scomodarti , ormai ho imparato la strada (via)

ROBERTO = E questo è il guaio! Questa è una seccatura che ritorna!

(passeggia mostrando impazienza) E quell’interdetto dell’avvocato che non arriva… io non ce la faccio più (toglie dalla tasca dei giornali) Vediamo un  po’ se oggi hanno scritto qualcosa (scorrendo) Cronaca locale… niente.. provincia…niente (lo conserva)

VITTORIO = (entrando accompagnato da Rosetta)Senti Roberto vieni un attimo vicino a me che ti devo dire una cosa importantissima.. (Roberto si avvicina e poi in tono confidenziale Vittorio continua)  Ho deciso, tu mi devi affittare una cameriera tutta per me, Rosetta mi tratta male. Io voglio una persona istruita che mi sappia curare ed accudire e che soprattutto dica sempre sì (Roberto ride)

ROBERTO = … e che abbia 25 – 30 anni, lo so  (continua a ridere)

ROSETTA = Signor Roberto… io non ce la faccio più… suo nonno continua ad allungare sempre le mani, le ha dappertutto… sembra un polipo !!! (Roberto ride)

VITTORIO = Non c’è niente da ridere… e poi non è vero, non ci credere a quello che dice lei… (fingendo drammaticamente) con tutti i miei malanni come potrei, e poi guarda le mie mani non le muovo nemmeno fra poco…..

ROBERTO = Nonno ne parliamo dopo, ora non è il momento…

VITTORIO = (per attirare l’attenzione) Ahi, Ahi, Ahi… ora mi fa male anche lo stomaco, scommetto che è la colite, anzi no è  la gastrite… però può essere anche il cuore.

ROBERTO = Così ? All’improvviso? Ma se prima stavi bene?  

VITTORIO = Sì….un collasso all’improvviso.

ROBERTO = Ma non ti faceva male lo stomaco?

VITTORIO = (piagnucolando)sì, ma…non stare lì a guardare le virgole…   (piagnucolando) un povero vecchio malato come me lo lasci solo, io potrei morire solo come un cane.

ROBERTO = (facendo l’occhiolino a Rosetta) Stai calmo, non ti preoccupare… adesso telefono al dottor Burzi e gli dico di venire subito.

VITTORIO = NO !!!Io il dottor Burzi non lo voglio, lui prega per farmi stare male, così si frega i soldi delle visite a domicilio. Quando lo vedo, mi tocco. Io non lo voglio neanche vedere (cambiando tono) Invece se tu mi affitti una cameriera infermiera personale…

ROBERTO = (avendo capito il tutto, sorridendo)E va bene ti prometto che più tardi appena esco vado a parlare con (inventando e mimando) con una ragazza che è arrivata qui da poco…una certa Rossana , 25 anni, mi hanno detto che ha due fianchi… e fa dei massaggi che fa risuscitare i morti (si sente suonare il campanello)

VITTORIO = E’ aperto. Se sei una donna entra, se sei un uomo non c’è nessuno.

ROBERTO = Rosetta, porta di là il nonno e vai ad aprire… (con l’espressione sostenuta Rosetta si avvicina al nonno)

VITTORIO = Ma io veramente… (Rosetta prende il nonno e quest’ultimo cerca di palparla) Senti scommettiamo che…. (escono mentre si sente nuovamente suonare il campanello)

SCENA 8

ROBERTO e ROSETTA poi CORNELIA

ROSETTA = (rientra con la solita calma, con la rivista in mano senza alzare gli occhi)  C’è  la signora Mariti. Vado a chiamare sua moglie?

ROBERTO = Falla accomodare , ci penso io ad avvertire mia moglie (Rosetta via) Forse lei avrà nuove notizie (le va incontro con premura).

CORNELIA = (entra premurosa)  Buongiorno! Novità?

ROBERTO = Io no…pensavo che le avessi tu?…

CORNELIA = Io sono venuta perché non riuscivo più a resistere, ed allora mi son detta Roberto saprà qualcosa…

ROBERTO = Ed invece io non so niente, (agitato) capisci…un bel niente. E il bello è che quell’imbecille dell’avvocato ancora non si fa ne vedere e tanto meno sentire. Dico io cosa l’hanno inventato a fare il telefono?

CORNELIA = Ma tu sei sicuro che sia andato tutto a posto?

ROBERTO = Sicuro…Sicurissimo. L’onorevole me l’ha assicurato, mancava solo la firma di uno…

CORNELIA = Ah! Meno male! Io ti vedevo già in carcere.

ROBERTO = Ci mancava anche questa e poi l’opera era completa. Comunque io se non vedo nero su bianco non sono tranquillo.

CORNELIA = E neanche io. Comunque spero che tutto questo mi serva da lezione. In fin dei conti me la sono meritata. Si, perché io, la migliore amica di Sara, non dovevo accettare le tue avance….le tue proposte….non dovevo venire a Viareggio  in quella catapecchia con te  (accenno di pianto, si asciuga le lacrime con un fazzoletto)

ROBERTO = Catapecchia??? Ma se era una villa formidabile… (fra se)  Lo so solo io cosa mi è costata d’affitto per due giorni…. (cambiando tono, amorevole) Però abbiamopassato la prima serata in modo eccezionale…che notte…

CORNELIA = (adirata)  Stai zitto, non voglio neanche sentirne parlare…

ROBERTO = Intanto se la sera dopo non ti fosse venuta in mente, quella bella idea, di andare al cinema a Firenze, e davi retta a me, dopo cena saremmo andati subito nella nostra alcova e non sarebbe successo nulla.

CORNELIA = Ma cosa potevo immaginare che tu ti mettevi a litigare con una  signora della fila d’avanti?…

ROBERTO = Nooo, quella non era una  signora..era una gallina spennacchiata…era un’oca, con un cappellaccio in testa che sembrava una portaerei.  (mima la scena) Ohh, sembrava lo facesse apposta io mi spostavo di qua e lei dopo due secondi tac.. allora io cambio posizione… neanche il tempo di mettermi comodo… tac…ohhh cosa da non crederci…una rabbia!!!

CORNELIA = Tale che ad un certo punto ti sei alzato di scatto e con una manata hai fatto volare il cappello in mezzo alla sala, e poi ti sei messo a litigare con il marito e come se non bastasse  gli hai fatto anche un occhio nero…ma io dico sono cose da fare??

ROBERTO = Ma quello mi aveva dato del maleducato, e del cretino…

CORNELIA = E te li tenevi…Intanto sei andato a finire in caserma…

ROBERTO = Dopo che ha preso il pugno nell’occhio ha incominciato a gridare…    Fermi tutti nessuno si muova, mani sopra la testa… ha fatto accendere le luci in sala... meno male che tu sei riuscita a scappare

CORNELIA = Non so proprio come ho fatto, è stato un miracolo.

Ma io ancora non riesco a capire perché ti hanno processato? 

ROBERTO = Non vuoi mica che per mia fortuna il marito dell’oca era un maresciallo dei carabinieri ? Denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale… un mese di reclusione senza la condizionale.. Ma l’avvocato dice che ci sono buone probabilità per evitare la condanna.

CORNELIA = E se l’avvocato non ci riuscisse??…

ROBERTO = (facendo le corna).  Non dirlo neanche per scherzo..Come farei con Sara?  E’ un mese che non so più come fare per non fargli capire niente. Per sicurezza figurati che tutte le mattine faccio sparire la Libertà per paura ci fosse qualche articolo che parla  della mia causa.

ROSETTA = (dal fondo) L’avvocato TOGA! (via).

ROBERTO = Finalmente!    

SCENA 9

TOGA e detti

TOGA = Signora! (a Roberto) Scusa sai, ma la macchina aveva una gomma bucata, e….

ROBERTO = (interrompendolo) Cosa vuoi che mi importi della tua macchina! Piuttosto parlami, di…di!..

TOGA = (guardando Cornelia) Ma non so… se…

ROBERTO = Puoi parlare tranquillamente.

TOGA = C’è una buona notizia. Sono andato dal pretore, con  una lettera di un onorevole  amico mio. Ho parlato per due ore. Roberto: è un peccato che tu non abbia potuto sentire quello che ho detto: ho parlato come Demostene.

ROBERTO = (rivolto a Cornelia) L’ho sempre detto io che Francesco è un avvocato fuori del comune….

TOGA = Gli ho detto: Eccellenza, Roberto Galletti è un interdetto…

ROBERTO = Che cosa???

TOGA = Non sa quello che fa… ha una moglie che è una santa, bella, brava, bona, educata…ma lui non la merita. Non la merita perché è un porco vizioso. Un buono a nulla… se ne va negli alberghi con delle donnette di poca morale…

CORNELIA = Avvocato, badi a come parla !!

ROBERTO = Dimmi Francesco, toglimi un curiosità, ma prima di andare in tribunale in quanti bar ti sei fermato??? NO… dico il livello alcolico com’era ????

TOGA =  Tu non capisci niente. Io dovevo parlare così, e gli ho detto anche che tu sei  un ubriacone, e la sera che hai litigato avevi alzato il gomito ed eri completamente ubriaco.

ROBERTO = Altro che gomito (fa segno di volerlo picchiare) io dovrei alzare le mani.  Ma caro il mio Signore, in cambio di difendermi questo qua mi fa dare l’ergastolo…  Ma che razza di avvocato di cause perse sei  ???  Ma guarda te  che guaio mi hai combinato….

TOGA = (risentito) Ma come, tu fai… quello che fai…fai un occhio nero ad un maresciallo di carabinieri e io combino i guai?

ROBERTO = Ma tu sei un avvocato si o no? E gli avvocati a che servono? Servono a  rimediare i guai che combinano gli altri. Ohhh…io ti pago profumatamente. 

Mi avevi giurato che sarebbe finito tutto in quattro e quattr’otto… invece il giudice Pazienza mi ha condannato senza neanche vedermi  sentirmi ad un mese di carcere…condanna in contumacia. Comunque hai ottenuto la condizionale o almeno i domiciliari ???.

TOGA = (titubate) No

ROBERTO = (scattando) E allora, si può sapere,  qual è questa bella notizia?

TOGA = Aspetta un momento, fammi parlare. Il maresciallo non ha voluto ritirare la denunzia…e quindi l’oltraggio a pubblico ufficiale rimane…

ROBERTO = Si ma vai avanti, dimmi cosa hai ottenuto….

TOGA = Siccome il mandato di cattura ti sarebbe giunto qui, accompagnato dai carabinieri  e tua moglie avrebbe saputo tutto, io ho ottenuto dal Procuratore che stasera, non più tardi delle dieci, tu  ti saresti presentato….

ROBERTO = Presentato, dove?…

TOGA = In carcere…

ROBERTO = (tremante, incomincia a girare e rigirare per la stanza. Barcolla, tartaglia,…si siede, si rialza) Ohh.. Mamma mia, muoio… E a Sara chi glielo dice? (fa finta di parlare con la moglie, in modo comico) Senti Saruccia, io l’altro giorno sono andato...  (continua a soggetto) No,…no… qui l’unica cosa da fare è  (mima la scena) spararsi un colpo di pistola in bocca …

CORNELIA = (andandogli vicino) Dai Roberto non fare così

ROBERTO = (guardando Toga)   Dimmi la verità…Tu sei venuto per farmi morire… aiuto…muoio (cade su di una sedia comicamente come se fosse morto)

CORNELIA = E adesso cosa gli è successo ?

TOGA  = Io direi di chiamare la moglie!

CORNELIA = Ma è pazzo ??? Vuole farmi passare un guaio ??Aspetti, facciamo così, io vado via,  lei va di là prende una pezza bagnata e gliela mette in fronte (andandosene)  Mamma mia che guaio! (esce al fondo) che guaio…

TOGA = Roberto, Robertino…dai fai l’uomo

ROBERTO = (rinvenendo) Dove sono??…Con chi sono????

TOGA = Vicino a Demostene! Te senti meglio?

ROBERTO = Si…grazie. Scusami per quello che ti ho detto prima, ma non…

TOGA = (ridendo) Perché cosa mi avevi detto???  Ho già dimenticato tutto.

ROBERTO = Francesco,  consigliami tu. Dimmi come devo fare (piange)

TOGA = Che ne so…, inventa una scusa con tua moglie e vieni via con me.

ROBERTO = E come faccio. Quella non è mica una scema…e poi si tratta di un mese.  Fossero tre, quattro giorni…una settimana…io divento pazzo…Aiutami…ti prometto che non guarderò più una donna.

TOGA = Aspetta… voglio fare l’ultimo tentativo… vado a casa di un amico mio … se potrà aiutarci lui siamo a cavallo.

ROBERTO = E allora vai , prendi il cavallo… corri, digli che non badiamo a spese . (Toga via di fretta)  Francesco, vedi di non combinare un altro guaio, e mi raccomando parla poco… lascia stare Demostene!…. Io intanto come faccio? Come faccio….Pazzo….divento pazzo. (unisce le mani in segno di preghiera, guarda in alto) AiutamiSant’ Antonio, ti prometto che diventerò più buono…Santa Sofia, lo so che è stata tutta colpa mia… Santa Bibbiana… giuro che non guarderò più una sottana, Gesù, Giuseppe e Maria , non guarderò più una donna all’infuori della mia.

SCENA 10

GIORGIO e detto

GIORGIO = (dal fondo a destra, un po’ timido) Roberto, come vedi sono ritornato.

ROBERTO = Potevi rimanere dove eri. Senti non per essere scortese oggi non è giornata, vai via perché non ho tempo da perdere…Ho certe cose per la testa…

GIORGIO = Sono venuto per restituirti parte della somma che mi hai prestato…

ROBERTO = Non ce ne è bisogno, me le ridarai tutti assieme quando potrai.

GIORGIO = Grazie Robertino, tu per me sei come un fratello…ma che dico di più... Se mai un giorno dovessi avere bisogno di qualcosa,  sono a tua completa disposizione…

ROBERTO = Ti ringrazio ma sono a posto (Giorgio fa per andare, ma Roberto viene colpito da un’idea) Aspetta, aspetta un attimo.. Giorgino mio: è la Madonna che ti manda…

GIORGIO = No, veramente io  sono venuto spontaneamente.

ROBERTO = (di scatto) Vuoi guadagnare mezzo milione??

GIORGIO = (mettendogli una mano in fronte)  Roberto: ma ti senti bene?

ROBERTO = Benone. Mai stato così bene in vita mia.

GIORGIO = (ridendo)Ho capito… ti vuoi laureare

ROBERTO = No, è una cosa più facile... MI FARESTI UN PIACERE ? Dovresti farti un mese di carcere al mio posto!!

GIORGIO = Che roba????…..Cosa hai detto?…  Un mese di carcere…..

ROBERTO = Ascoltami bene : io sono stato condannato perché ho dato un pugno in un  occhio ad un maresciallo dei carabinieri, mia moglie non sa niente, e non dovrà  MAI sapere niente….altrimenti sono rovinato. Dunque se tu vai in carcere al mio posto io mi posso salvare. Conosco un tizio che fa documenti falsi, per le spese ci penso io… Io ti do cinquecentomila lire, duecento anticipate e il resto a fine condanna.  Mentre tu sei in carcere al mio posto, io prendo mia moglie e me ne vado in un paesino sperduto in montagna!.. Ti va?!

GIORGIO = Mi va??  (abbracciandolo) Questo per me è come se avessi vinto un terno secco. Un tredici al totocalcio

ROBERTO = E allora tieni. (prende il portafogli e ne cava del denaro)  Vatti a comprare un vestito decente, non vorrai andare in giro così, Giorgio Galletti ha una certa reputazione…un certo decoro.. a dimenticavo… ecco la carta d’identità, servirà al mio amico per i dati anagrafici, mi raccomando…

GIORGIO = Non preoccuparti, vedrai che ti farò fare bella figura.

ROBERTO = Allora mi raccomando, adesso vai a fare le foto tessera e poi vai  subito (va alla scrivania prende un foglio e scrive) a questo indirizzo da questo amico mio,e gli spieghi tutto. Comunque io dopo gli telefono.

GIORGIO = Vado di corsa (Vai via, ma ritorna subito dopo) Ahhh, mi ero quasi dimenticato.. tieni… (gli porge 50.000 lire)

ROBERTO = Cosa sono?

GIORGIO = Le cinquanta mila lire che mi hai prestato stamattina. Ti avevo promesso che te le avrei restituite appena avrei fatto fortuna.

ROBERTO = Ma…

GIORGIO =  Zitto, mi offendo (via)

ROBERTO = Che tipo strano!   Ma è la mia salvezza ! (Va al telefono, compone un numero) Pronto?.. Ciao Ciro, sono Roberto, come stai?…io non mi posso lamentare….Senti ho bisogno di un grande favore…tra un po’arriverà un mio amico dovresti fargli i documenti a mio nome…non preoccuparti , ti spiegherà tutto lui. Ma è mai possibile che pensi sempre ai soldi?! Non ci sono problemi, pago tutto io. Ciao.   (si alza e  chiama a voce alta ) Rosetta, Rosetta.

SCENA 11

ROSETTA e detto, poi SIMONE, EMMA quindi SARA

ROSETTA = Dica…

ROBERTO = Per favore vai a chiamare mia moglie, è andata di là con sua zia. (Rosetta esce) Io, intanto per non sapere ne leggere e ne scrivere mi porto con me anche mia sorella Emma. (prende il giornale e lo sfoglia) Ci sarà pure scritto da qualche parte l’orario dei treni…

SIMONE = (entra tutto contento mano nella mano con Emma )  Ahh, meno male che ti ho trovato. Avevo proprio bisogno di parlarti da solo. Ti volevo parlare del  matrimonio …

ROBERTO = (sempre leggendo il giornale) Più tardi, adesso non è il momento.

SARA = (entra di corsa, rivolta al marito) E’ successo qualcosa?..Non ti senti bene???

ROBERTO = Amoruccio mio: ho deciso. Tu hai ragione; io non sto bene, ho bisogno di curarmi…, e quindi ho pensato di farti contenta. Stasera partiamo io, tu e mia sorella Emma

EMMA = Cosaaaaa!..

SARA = E dove andiamo?

ROBERTO =  In montagna. Voglio star via due mesi.

EMMA = Due  mesi?!

SIMONE = Ma se noi ci dobbiamo sposare il prossimo mese…

ROBERTO = E chi l’ha detto?

SIMONE = Noi, tu …abbiamo deciso assieme. Il mese di settembre.

ROBERTO = E che problema c’è?.. , invece di Settembre vorrà dire che vi sposerete a Novembre. (Simone cerca di parlare) E poi lo dice anche il proverbio

30 dì conta Novembre con April Giugno e Settembre, di 28 ce n’è uno tutti gli altri ne han 31. Quindi Settembre è  di 30 giorni come Novembre. L’importante che tu ti sposi in un mese di trenta giorni!!

SIMONE = Ohhh, ma è  impossibile!

ROBERTO = Ahhh,  allora tu vuoi la mia morte?  Io ho bisogno di partire, cambiare aria.  Io sono amma-la-to,  io sono mo-ri-bo-ndo!

SARA = Che esagerazione!

ROBERTO = Come?… io esagero? Ma se fino a poco fa lo dicevate voi che non ho una bella cera, che devo distrarmi…adesso che vi ho dato retta trovate mille difficoltà (urlando) poi dite che io strillo e che sono sempre nervoso

SARA = Calmati, calmati, se tu ritieni che questo viaggio per te sia necessario lo facciamo.

EMMA = Ma queste sono cose dell’altro mondo. Che figura ci facciamo con gli invitati?

SIMONE = Giusto, che figura ci facciamo???

ROBERTO = (scattando) Cosa hai detto?

SIMONE = (tremante) Io???…Niente…niente.. Io non ho detto niente !

ROBERTO = Bene, allora andate a prepararvi (guardando l’orologio)  il tempo passa…

SARA = Ma devo fare valigie?

ROBERTO = Prendi l’essenziale, quello che manca lo compreremo là.                                                     (va vicino la scrivania, si siede e scrive)

SARA = Io non ci capisco più  niente  (esce)

EMMA = (abbracciando Simone)  Povero amore mio, adesso rimarrai da solo

SIMONE = Mi penserai?

EMMA = Giorno e notte, e tu?

SIMONE = Io, notte, giorno e pomeriggio. Ti scriverò trenta lettere al giorno, 5 telegrammi e 6 cartoline, e poi ti telefonerò una ora si e una no…

ROBERTO = Emma, sbrigati… Smettila di tubare

EMMA = Vado, vado, ma non si fa così (esce piangendo, Simone tira fuori dalla tasca un fazzoletto e lo sventola a mò di saluto)

SIMONE = (forte) Emma !

ROBERTO = (che si è spaventato) Che ti venga un…!

SIMONE = (quasi piangendo) Ma io volevo sposarmi a settembre.

ROBERTO = E invece ti sposi a  Novembre, è la stessa cosa.                                          (con dolcezza)  Vedrai come sarà bello. A Novembre non c’è caldo, cadono le foglie, è più romantico…e poi vuoi mettere la nebbiolina…e poi… dai ripeti assieme a me, 30 giorni ha novembre… (Simone dice la tiritera piangendo, quindi va via)

SCENA 12

TOGA e detto

TOGA = (entra, con tono da dispiaciuto)  Mi dispiace.  Non sono riuscito a far togliere la condanna, (con tono contento)  ma in compenso ho ottenuto il trasferimento (Roberto fa cenno di non  capire) Si, insomma in cambio di scontare la pena a Firenze sono riuscito a farti mandare a Pisa. Almeno là nessuno ti conosce.

ROBERTO = E  io lo sapevo che tu non concludevi un bel niente! E poi disgraziato che non sei altro… (lo prende per il bavero) hai ottenuto pure il trasferimento a Pisa, di male in peggio…. Sai per un fiorentino che vuol dire andare a Pisa?

TOGA = (balbettante ed impaurito) No…no… che vuol dire?

ROBERTO = (lasciandolo andare) Lascia stare…non importa, ho sistemato tutto io. Questa sera Roberto Galletti alle nove e mezza si presenterà al carcere di…Pisa !!!

TOGA = (meravigliato) E tua moglie???

ROBERTO = La porto con me, ed anche mia sorella.

TOGA  = Li porti in carcere con te?

ROBERTO = No, le porto in montagna

TOGA = In montagna?…Ma si può sapere cosa stai dicendo ?

ROBERTO = Ho trovato un amico che mediante una ricompensa si fa un mese di carcere al mio posto!!

TOGA = Ma tu sei diventato pazzo. Ma sai cosa stai facendo?

Sostituzione di persona, falso, articolo 381 del codice penale: 20 anni per te e per la persona che ti aiuta. Io come tuo avvocato ti devo avvertire dei rischi che corri

ROBERTO = Non fare il menagramo. Chi vuoi che se ne accorga. Conosco una persona che fa i documenti falsi che sembrano veri, tanto da non distinguere i veri dai falsi. (Toga cerca di obbiettare, ma Roberto ribatte) Io non parlo, tu nemmeno…

TOGA = Roberto pensa bene quello che fai

SCENA 13

SARA, TOGA, ROBERTO, EMMA, OLGA, VITTORIO

SARA = (entra, cambiata di vestito, ha con sé Vittorio)   Io sarei pronta.

TOGA = (a Roberto) No, è impossibile, non puoi partire!..

ROBERTO = Invece sì, io devo partire per forza… io sono  malato…lo volete capire sì o no…

EMMA = (entra, anche lei ha cambiato l’abito, piangendo) Io…, io sono pronta!

OLGA = (entra meravigliata, rivolta a Roberto)  Ma allora hai deciso? Partite così all’improvviso?.. Potevate fare le cose con calma e partire almeno domani. Così non significa partire, sembra che stiate scappando, fuggendo…

ROBERTO = Ma che dici zia….

VITTORIO = Ma che scappare e fuggire… mio nipote va a prendere Rossana anche per lui, perché malato pure lui e ha bisogno della cameriera-infermiera personale come me !!!… E poi Rossana fa rima con bella sana !!!!

TOGA = Roberto, ricordati… 381 codice penale…

ROBERTO = (facendo le corna) Crepa, uccello del malaugurio!.. (si allontana in fretta trascinando Sara ed Emma mentre un sottofondo musicale appropriato accompagna la chiusura del siparo).

CALA LA TELA

ATTO SECONDO

La stessa scena del 1° atto

SCENA 14

VITTORIO, OLGA, ROSETTA poi SIMONE

VITTORIO = (Sottofondo musicale che accompagna l’apertura del sipario - E’ da solo in scena, parla fra se)  Vittorio vuoi scommettere che stavolta riesco a fregare Rosetta?… (prende il braccio destro, lo stende lungo la carrozzina, non convinto esegue un paio di movimenti, infine lo mette vicino al corpo come se fosse impossibilitato ad usarlo, poi chiama ) Rosetta …Rosetta…

OLGA = (entra dalla parte opposta dove è Vittorio,  vestita in modo giovanile) Siiii (non vede Olga, crede che sia Rosetta) Senti dovresti farmi un piacere, devo andare in bagno a fare pipì, purtroppo è da stamattina che non riesco a muovere questo braccio, dovresti aiutarmi se non ti dispiace…

OLGA = (venendo avanti e facendosi vedere)Ma quale dispiacere, non lo dica neanche per scherzo, signor Vittorio (prende la carrozzina e cerca di spostarlo)

VITTORIO = (alla vista di Olga)No grazie, mi è passata la voglia…

ROSETTA = (entra e si rivolge a Vittorio)Avete bisogno ?

OLGA = (prontamente)Falso allarme…il nonno aveva voglia di far pipì, ma poi gli è scappata la voglia (a Vittorio) Comunque non si riguardi… quando ha bisogno di me chiami pure… (mentre gli dà un buffetto) anche per i suoi bisognini…

VITTORIO = (al pubblico) piuttosto me la fo addosso… Ma guarda questa … A noi giovani ci piace la carne fresca… mica le galline vecchie come questa…

OLGA = A proposito Rosetta brava, ho controllato di sopra, è tutto in ordine

ROSETTA = E’ contenta?

OLGA = Contentissima! Tu figlia mia devi avere un po’ di pazienza, sai io ci tengo che i mie nipoti trovino la casa pulita come uno specchio al loro ritorno.

ROSETTA = E ci tengo anch’io. Mi sembrano mille anni che non vedo i miei padroni.

OLGA = Pazienza ancora un po’.

ROSETTA = Non per essere invadente, o per sapere i suoi affari,  ha passato bene le vacanze?

OLGA = Oh !! benissimo: come si suole dire me la sono proprio spassata.

ROSETTA = Si vede, è ritornata ringiovanita.

OLGA = Veramente? Sai che non sei la prima che me lo dice!

VITTORIO = Accidenti !!! (a Rosetta) Ma che sei sicura di vederci bene? La c’ha due pesche sotto gli occhi che le sembrano due guanciali…E poi gli conta le grinze sul viso da quaggiù…

ROSETTA = (entra Simone) Ah! Chi si vede! Buon giorno Simone

SIMONE = Buongiorno, (a Olga)  Signora... Vedo che la vacanza le ha fatto bene, sempre più bella è ringiovanita.

VITTORIO = (al pubblico) Anche lui? Ma in questa casa che son tutti ciechi???

SIMONE = Speriamo che la vacanza abbia fatto lo stesso effetto sulla mia Emmuccia. Finalmente…tornano!..lo sa che sono 53 giorni, (guarda l’orologio) venti ore quaranta minuti e trentadue secondi, adesso trentatre che non vedo la mia Emmuccia (piange)

OLGA = Su, su non pianga, a momenti saranno qua. Sara l’altra sera al telefono mi ha detto che Roberto è guarito, e questo è l’importante

SIMONE = Si, lui è guarito ed io mi sono ammalato, cara la mia signora…quello che mi hanno fatto è stato atroce!

OLGA = Mi è parso di sentire la voce di Sara… Rosetta vagli incontro e porta di là il nonno… (si sentono le voci di Sara ed Emma)  ma sì, sono loro!.. (Rosetta e il nonno escono)

SIMONE = Si, si, sento la voce della mia Emmuccia! (corre incontro).

SCENA 15

SARA, EMMA e detti poi ROBERTO

 

SARA = Zia.. (corre ad abbracciarla)

OLGA = Mia cara… (idem, fanno scena  a soggetto)

EMMA = Simone, amore mio! (idem)

SIMONE = Tesoruccio mio, sapessi quanto mi sei mancata! Di più di quando ti sei operata di appendicite e di quando sei scivolata dalla scala….

EMMA = Mi vuoi ancora bene?

SIMONE = Di più della mia vita e quella del mio cane messe insieme!

EMMA = Ti vedo un po’ sciupato. Ma non sei stato bene?

SIMONE = E stata la lontananza, sai io senza di te mi sento perso (la guarda attentamente , gli gira intorno) Tu invece sei più bella. Sembri una Rosetta di maggio, si vede che la lontananza ti ha fatto bene  (parlano fra loro).

OLGA = E il tuo bel maritino dov’è?

ROBERTO = (vestito sportivo, elegantemente)  Eccomi qua! (l’abbraccia) Stavo pagando il taxi. Ciao Simone…. (ridendo) Cosa ti è successo? Mamma mia come  sei diventato brutto..

OLGA = Fatti un po’ vedere ??... Lo sai che stai proprio bene.

ROBERTO = Si capisce… l’aria buona, la vita calma…

SARA = Sai zia, Roberto è ritornato quello di prima. Allegro, scherzoso, con una voglia di vivere…

ROBERTO = Si, sono ritornato a vivere, e da oggi in poi aria nuova, vita nuova, allegria... (prende per mano Simone ed Emma) Adesso devo pensare a questi ragazzi, lo so, siete stanchi di aspettare… Oggi stesso fisseremo la data del matrimonio (a Simone) Sei contento?

SIMONE = Se sono contento? E me lo chiedi ? Sono più contento di quando mi hanno operato di tonsille e per un mese ho continuato a mangiare gelati. Se non guarivi in fretta la tua nevrastenia la prendevo io con gli interessi. E poi dovevo partire io per guarire.

ROBERTO = Se ti fossi sposato a Settembre io magari sarei morto, invece sono vivo e vegeto

SIMONE = Tutto é bene quello che finisce bene, come quando mi operarono di calcoli…

EMMA = Finalmente si corona il nostro sogno. Simone vai ad avvertire don Clemente, e gli dici che per il nostro matrimonio voglio l’organo e la messa cantata . (l’accompagna all’uscita. Simone: via. Abbracciando felice Roberto) Fratellino mio, tu non immagini quanto ti voglio bene e quanto sono felice per il tuo ritorno…. (esce correndo a sinistra)

                                      

SCENA 16

Detti poi TOGA,  quindi ROSETTA

ROBERTO = Ehh…Fa proprio piacere vedere due persone che si vogliono bene.

SARA =  Hai visto come si è ripreso Roberto?... (dandogli un pizzicotto sulla guancia) Ha preso un colore eccezionale…

OLGA = Lo sai come dice il proverbio: Aria nuova, vita nuova…

SARA = L’aria è stata buona, ma la vita..lasciamo perdere.  Era giusto che Roberto si rimettesse, e  si è rimesso. Ma sono stati due mesi di clausura. Senza giornali, niente tivù, senza fare amicizia con nessuno, sperduti in un paesino di montagna…tranne gli ultimi due giorni che siamo stati a Venezia

ROBERTO = Quella è la vita per star bene. Difatti, non mi sono ripreso? E anche tu stai bene, ti sei riposata mica male

SARA = E cosa altro potevo fare..

ROBERTO = (rivolgendosi alla zia)  A prima vista anche a te le vacanze hanno fatto bene. Sembri ringiovanita di un paio d’anni. Ti sei fatta più  bella.

OLGA = (ridendo) Sei il solito ruffianone…

SARA = No… ha ragione Roberto... ti se ringiovanita. L’aria di Chianciano Terme ti ha giovato.

ROBERTO = A proposito…e  il Generale?

OLGA =  Quale generale?

ROBERTO = Lo zio…

OLGA = Aah! Ti sei ricordato? Prima di tutto non è generale. È un uomo simpatico, allegro, gentile. È venuto ad Chianciano Terme con la  scusa di fare dei bagni di sole, ma non ne ha fatto neanche uno. Invece mi ha fatto una corte spietata dalla  mattina alla sera.

ROBERTO = Hai capito?

OLGA = Ohhh, intendiamoci bene: una corte rispettosa, seria, educata.. educata  come la sua persona. E’ un uomo fine, distinto, se non ho capito male deve essere un magistrato. Mi ha raccontato tutto della sua vita ed anch’io gli ho detto tutto della mia…una cosa però non ho avuto il coraggio di dirgli…

SARA = Che ???

OLGA = Che vivo con i miei nipoti

ROBERTO = Così ci hai tolto di mezzo?

OLGA = Non volevo che mi credesse troppo vecchia… Roberto mi perdoni  questa debolezza?? Oggi verrà a Firenze a trovarmi, e allora gli confesserò tutto.

ROBERTO = (abbracciando Olga)  E come si chiama mio zio ?

OLGA  = Giusto….

SARA = e di cognome?

ROSETTA = (entra)  Di la c’è l’avvocato Toga.

ROBERTO = (vivamente)   Fallo entrare (Rosetta via)

SARA = Cosa viene a fare???

ROBERTO = Sarà ancora per quell’affare che ti avevo detto, il terreno ai Platani..

SARA = Poteva aspettare ancora qualche giorno prima di venire, cosa aveva paura che scappassi?….

TOGA = Disturbo?

ROBERTO = Ma ti  pare: in casa mia  sei sempre il benvenuto…

OLGA = Avvocato, sa che Roberto è guarito?

TOGA = Ah! Bravo!…Perchè sei stato ammalato?

ROBERTO =  (vivamente) Come…? Non ti ricordi ?….La nevrastenia…io e Sara abbiamo fatto un viaggio appositamente…

TOGA = Ah, che sbadato… (rivolto alle donne) Sapete, ho tante cose per la testa… Processi…condanne…

ROSETTA = (dalla sinistra) Signora le valige le ho messe in camera sua..

SARA = Zia vieni, ti faccio vedere cosa mi ha comprato Roberto a Venezia. Avvocato lei ci scusa?.. tanto voi dovete parlare di affari, del terreno …

TOGA = Quale terreno?….

SARA = Quello che Roberto vuol comprare ai Platani…

ROBERTO = (dandogli una gomitata) Ma come non ti ricordi?…Te lo dico sempre che devi prendere un paio d’impiegati.

TOGA = Ah! Scusa!..mi ero dimenticato.

SARA = E allora con permesso.

OLGA = Arrivederci avvocato

TOGA = (inchinandosi) Signora! (escono Sara, Olga e Rosetta)

SCENA 17

Detti poi ROSETTA

ROBERTO = Ohhh, ma sei proprio rimbambito…

TOGA = Scusami, ma mi ero dimenticato

ROBERTO = Scusato, accomodati. Dimmi, durante la mia assenza è successo qualcosa?

TOGA =Niente, il tuo sostituto ha fatto il mese di carcere…

ROBERTO = Nessuno ha sospettato?

TOGA = Nessuno! Sei un uomo fortunato, tu sei nato con la camicia!

Venti giorni fa il cosiddetto Roberto Galletti è stato  messo in libertà, ed io gli ho consegnato la somma di denaro che tu mi avevi dato

ROBERTO = E poi?

TOGA = E poi basta. Cosa dovevo fare ancora ?

ROBERTO = (Lo abbraccia e lo bacia) Grazie caro Francesco, tu non sei un avvocato, tu sei un amico.  Ohhh…finalmente siamo riusciti a toglierci da questo impiccio

TOGA = Comunque se fossi in te andrei ad accendere un cero subito alla Madonna. Ma lo sai se si accorgevano dell’imbroglio come sarebbe andata a finire?? Io non oso neanche immaginare…Pensa solo al pretore, il giudice Giusto Pazienza.

ROBERTO = Per piacere non nominare più in mia presenza quel nome …. Comunque non ne parliamo più. L’importante è che ormai è finito tutto ed io sono innamorato più di prima…

TOGA = Di questo sono proprio contento, soprattutto per tua moglie…

ROBERTO = Sono innamorato di mia moglie…. e di Cornelia !!

TOGA = (scandalizzato) Ma questo è troppo.

ROBERTO = E perché ?

TOGA = Tu mi avevi giurato che non avresti  mai più tradito tua moglie.

ROBERTO = Prima di partire… allora io non ragionavo!

TOGA = E perché adesso ragioni?….

ROBERTO = Sicuro…anzi ti dirò di più, a minuti sarà qua

TOGA = Come fa a sapere che sei ritornato?

ROBERTO = Le ha telefonato ieri mia moglie…

TOGA = Roberto…sei un porco

ROSETTA =  (entra)  La signora Mariti.

ROBERTO = (piano a Francesco) Hai visto? (a Rosetta) Falla accomodare!    (Rosetta via)     

TOGA = E’ meglio che vada via..

ROBERTO = Te lo volevo dire io…  Senti fammi un favore esci di là (indica la parte opposta da quella dove entrerà Cornelia)  Ciao avvocato…

TOGA = Roberto vuoi sapere una cosa ? Mi fai schifo, ma non schifo così… (con gesti a soggetto) Schifo…ma schifo… schifo… schifo (via)

SCENA 18

CORNELIA e detto poi ROSETTA

CORNELIA = Buongiorno

ROBERTO = La mia cara Cornelia (per abbracciarla)

CORNELIA = Attento!...

ROBERTO = Non c’è nessuno

CORNELIA = E Sara?

ROBERTO = E’ sopra con sua zia… Teresina mia tu non immagini  quanto sono contento di vederti…

CORNELIA = (fredda) Anch’ io!..

ROBERTO = Veramente non si direbbe

CORNELIA = Da quanti giorni sei uscito dal carcere?

ROBERTO = Da venti giorni.

CORNELIA = E hai ricevuto tutto quello che ti ho mandato?

ROBERTO = (balbettando) Che mi hai  mandato?

CORNELIA = Ma come?! Ti ho spedito sigari, vini scelti, champagne, dolci, e poi ho fatto una specie di abbonamento con una  trattoria di Pisa per farti mandare ogni giorno dei piatti prelibati a pranzo e a cena. L’indirizzo me lo ha dato l’avvocato…

ROBERTO = Ahh…l’avvocato…l’indirizzo… (mentendo) Ah! Sicuro! (rivolto al pubblico) Azzo…allora Giorgio se l’è passata da pascià!!

CORNELIA = Io ero in pena per te, e tu non mi hai scritto neanche due righe.

ROBERTO = L’ho fatto per non comprometterti. Ma tu sei stata gentile, amore mio. (di nuovo per abbracciarla)

CORNELIA = (fermandolo)  Prego…prego…calmatevi!..

ROBERTO = Ma cosa fai mi dai del lei adesso?…Ma come posso calmarmi se in questo mese, chiuso tra quattro mura non ho fatto che pensare e sognare te.

CORNELIA = E dimmi, cosa hai detto a tua moglie…

ROBERTO = Domani, domani ti racconterò tutto. Senti perché non ci vediamo questa sera a Firenze in piazza S. Spirito, in quella gelateria….

CORNELIA = No, Roberto,  è inutile  tra di noi è tutto finito.

ROBERTO = E perché ?

CORNELIA = Perché…perché non voglio fare un torto a Sara. Sara è mia amica…E poi se lo vuoi sapere a me gli uomini che sono stati in prigione, anche se innocenti, mi fanno impressione. Non li accetto.

ROBERTO = (contento) Se è per questo sappi che io non sono mai stato in prigione

CORNELIA = Cosa?

ROBERTO = Ho fatto andare un altro al mio posto dietro lauta ricompensa

CORNELIA = Uh! E allora tutta la roba che ti mandavo…

ROBERTO = Se la è goduta lui.

CORNELIA = E tu dove eri?

ROBERTO = Io sono stato con Sara in un paesino sperduto in montagna. E adesso che sai tutta la verità mi vuoi ancora bene?  (fa per abbracciarla)

CORNELIA = (lo spinge via, adirata) No, no adesso è peggio di prima. Sei un farabutto , imbroglione…

ROSETTA = (entrando) Scusi, ma di la c’è un signore che vuole parlare con lei, dice di essere un suo amico di Pisa…

ROBERTO = Digli che non ho tempo

ROSETTA = Mi ha detto di essere stato invitato espressamente dal padrone di casa

ROBERTO = E allora fallo entrare, vediamo chi è (via)

CORNELIA = Chi sarà?

ROBERTO = E chi lo sa ! REBUS… Di sicuro  sarà un  pasticcio che  ha fatto l’amico mio.

CORNELIA = Io vado da Sara, poi mi farai sapere (fra se) Mamma mia quanti imbrogli…

ROBERTO = Mi raccomando prima di andar via fatti vedere che devo dirti una cosa importane. Ciao amore mio (manda un bacio Cornelia via)

                                            

SCENA 19

ROSETTA – LIBERO  e detto

ROSETTA = (introducendo Libero) Signore, per piacere tenga le mani a posto, altrimenti una delle mie gliela lascio per ricordo sulla guancia (Mentre esce, fra se) Ma guarda che tipo, ma per chi mi ha preso…

LIBERO = (tipo facchino, vestito lacero, scarpe rotte, parla un italiano strano.  A Roberto che lo guarda con meraviglia) Scusi, lei sarebbe Roberto Galletti?

ROBERTO = Sissignore.

LIBERO = (prendendogli le mani e  baciandole comicamente) Carissimo Roberto  come stai?

ROBERTO = (pulendosi la mano) Ma scusi, non mi sembra di conoscervi ? Non è per caso che mi avete scambiato per un altro?

LIBERO = Non mi conosci ? Come  non ti ricordi più del tuo amico Libero Mai, vicino tuo di cella (facendo segno con la bocca ) nel convento di Pisa.

ROBERTO = (al pubblico) Questo è un amico di Giorgio…

LIBERO = Ma prego accomodiamoci, facciamo conto di essere a casa tua.

ROBERTO = (al pubblico) Ci mancava anche questo. (a Libero)  Ma sai che io non mi ricordo di averti mai visto…

LIBERO = Ed hai ragione. Non ci siamo mai visti

ROBERTO = Allora ho ragione. Ma scusa allora com’è che ci conosciamo?

LIBERO = Ma come, non ti ricordi che ci parlavamo dal buco del tubo del lavandino del cesso … (Si alza e gli si avvicina) Vieni qua, dammi un bacio (Lo prende con forza e gli da un bacio sulla guancia .  Roberto si mette le mani nei capelli ) Io ti ho raccontato tutta la mia vita, ti ho detto che sono negoziante…

ROBERTO = E che negoziavi?

LIBERO =  Un po’ di tutto…quello che capitava. Biancheria, radio, televisioni, oro, argento. Un giorno capitò una collana d’oro favolosa…la vendetti per poche lire a un tale di Modena…dopo una settimana mi arrestarono per ricettazione…al processo cercai di far valere le mie ragioni, ma quel disgraziato e fetente del giudice Pazienza non ha voluto sentire niente. Morale tre mesi senza condizionale.

ROBERTO = Hai detto bene, è proprio un fetente il giudice Pazienza, lo sai che mi ha condannato senza nemmeno sentire la mia versione e senza vedermi. Mi ha condannato in contumacia, perché quando hanno fatto il processo io ero ammalato.

LIBERO = Ehhh, lo so. Per una fesseria ti ha fatto fare un mese di carcere

ROBERTO = E tu come fai a saperlo ?  

LIBERO = Me lo hai detto tu dal buco...

ROBERTO = del lavandino del cesso. (fra sè) E bravo Giorgio…

LIBERO = Ma stai tranquillo, la prima volta che lo trovo da solo tra il chiaro e lo scuro…gli devo dare una battuta che se la ricorderà per tutta la vita. Gli farò un occhio nero per me e uno per te. Perché lo sai che tu per me sei come un fratello (Lo prende ancora con forza e gli da un bacio sulla guancia) Vieni qua, dammi un bacio.                

ROBERTO = (cercando di divincolarsi …falsamente) Troppo onore.

LIBERO = Io sono un uomo tutto di un pezzo, e le cose non le dimentico. Le tue parole mi sono rimaste qua (segna la fronte) Un giorno mi dicesti: “Libero tu mi fai pena perché sei stato condannato senza motivo…ma quando usciremo di qua, parola mia d’onore, tu non soffrirai più. Io sono ricco e tu verrai a vivere con me , sarai per me come un fratello..” (cerca di prenderlo) Vieni qua, dammi un bacio.                

ROBERTO = (riesce a scansarsi) Dopo , alla fine facciamo tutto un conto                                   (al pubblico) Ma guarda te che casino mi ha combinato quello li.

ROSETTA =  (entra)  Mi scusi, la signora vuole l’orologio che ha lasciato nel cassetto della scrivania.

ROBERTO = Ohhh povero me,  e adesso come facciamo?… Ho perso la chiave, bisognerà chiamare il mobiliere…

LIBERO = Mobiliere?…Ma non vorrai mica scherzare?  E io cosa ci sto a fare?…Adesso ti faccio vedere io (cava di tasca un mazzo di chiavi e grimaldelli e va vicino alla scrivania)  Tu conta fino a tre...

ROBERTO = Ma no, lascia stare… (impedendoglielo)

LIBERO = Roberto, lascia fare a me! (lo scosta e si avvicina alla scrivania) Guarda qua..,e uno..e due..e tre..fatto!

ROSETTA = (ridendo) Uh, ma è un fenomeno

ROBERTO = (imprecando)  Ma guarda te cosa mi deve capitare in casa mia.

LIBERO = (da l’orologio a Rosetta) Viene qua, bella patatona! Come ti chiami?

ROSETTA = Rosetta per gli amici

LIBERO =  (palpandola) Simpaticona.

ROSETTA = (risentita)  Oeeehhhh, maleducato! (gli molla un ceffone) Tieni le mani a posto,  ma come ti permetti ?  (esce borbottando)

LIBERO = Donna focosa, donna paciosa…

ROBERTO = (fra sè) Mi sta venendo un mal di testa di quelli fatti bene

LIBERO = Roberto vedi che quelle serrature devi cambiarle, si aprono facilmente.

ROBERTO = Grazie del consiglio, provvederò a farle cambiare.

SCENA 20

OLGA e detti

OLGA = (da dentro) Ci vado io… !

ROBERTO = Mi raccomando, silenzio! Mia moglie e mia zia non sanno che eravamo in carcere assieme a Pisa..

LIBERO = Sarà il nostro segreto

OLGA = (entrando rivolgendosi a Roberto)   Scusa se ti disturbo ma devo prendere una busta che ho lasciato sulla scrivania

LIBERO = (fra sè)  Questa è la zia???….mica male (Togliendosi il berretto rivolgendosi alla donna in modo galante) Signora i miei omaggi, se ha bisogno sono a sua disposizione

OLGA =  Buongiorno! (a Roberto) Chi è questo signore?

ROBERTO = È…un’amico…

LIBERO = Più che amico, possiamo dire che siamo fratelli di latte

OLGA = (a Roberto)  Complimenti…Non sapevo che avevi un fratello di latte… (a Libero)  Come si chiama, lei caro?

LIBERO = Libero Mai, hai suoi ordini !!!

ROBERTO = (al pubblico)  Ma che bella faccia tosta!

LIBERO = Mi dica bella signora, a che ora se mangia?

ROBERTO = Ma noi veramente  abbiamo già mangiato

LIBERO = E io invece sono a digiuno da stamattina, da quando sono uscito dal carcere

OLGA = Come ? Eravate in carcere ?

ROBERTO = Carcere ?… Ah, si..Devi sapere che Libero è molto religioso e aiuta il prossimo e le persone che sono in difficoltà..Così ogni tanto toglie di qua e mette di la e porta qualcosa ai carcerati 

OLGA = (a Libero)  Ohhh…che animo gentile. (a Roberto)  Il resto me lo dici dopo, adesso pensiamo a farlo mangiare

ROBERTO = No.. è inutile. Sai cosa faccio? Gli do dei soldi e va a mangiare quello che vuole al ristorante.

OLGA = Niente affatto, oggi questo tuo amico mangia qua. Signor Libero venga di la con me che le preparo una bella frittata con le cipolle.

LIBERO = Brava la signora. Se vede  lontano un chilometro che ha un cuore grande così  (fa segno con la mano) Faremo una frittata con otto uova

ROBERTO = Ma no Olga, magari si vergogna e poi non mangia più..

OLGA = Vorrà dire che dopo aver preparato la frittata lo lascerò da  solo

ROBERTO = (subito) No, no..mi raccomando non dobbiamo lasciarlo mai da solo (Al pubblico) Se no ci frega anche le scarpe mentre camminiamo

OLGA = Perché ?

ROBERTO = (inventando) Perché quando rimane da solo soffre di malinconia

OLGA = Quante balle…Su Libero venga con me

LIBERO = Vengo, vengo. Robertino vuoi favorire anche tu?

ROBERTO = (fremendo)  No grazie!  (Libero ed Olga escono) Spero che ti vada tutto di traverso. Io vorrei sapere perché Giorgio mi ha cacciato in questo casino

SCENA 21

ROSETTA e detto poi GIORGIO

ROSETTA = C’è il signor Panzanella (via)

ROBERTO = Parli del diavolo e spuntano le corna…adesso mi sentirà….

GIORGIO = (trasformato, barba e capelli accuratamente pettinati, abito elegante) Carissimo Roberto

ROBERTO = Oh!!! che ripulita. Sembri un altro….

GIORGIO = Perché,  ti  fa meraviglia vedermi così?

ROBERTO = Sembri un’altra persona. Comunque cambiamo discorso, cosa ti è venuto in mente di mandarmi in casa quel delinquente matricolato di Libero Mai ?…

GIORGIO = Perché è già venuto?

ROBERTO = E’ venuto??? Quello ha già preso possesso di casa mia, in questo momento è di la che sta mangiando e bevendo alla mia faccia. Perché gli hai dato il mio nome e l’indirizzo?

GIORGIO = Ohhh, ma lo sai che sei un bel numero. Cosa gli dovevo dare il mio nome?…Ti sei dimenticato che io all’epoca ero Roberto Galletti??

ROBERTO = Ma che necessità c’era di farlo venire qua?

GIORGIO = Mi faceva tanta pena…è tanto una brava persona !

ROBERTO = Brava persona?? E’ un ricettatore, un ladro. Prima mi ha aperto il cassetto della scrivania....così (facendo un gesto con la mano) come se niente fosse…

GIORGIO = Ma no, non farci caso, lui lo fa per sport…. è bravo, è innocente

ROBERTO = Già, uno che esce dal carcere è innocente.

GIORGIO = E perché ? Io non sono uscito dal carcere e sono innocente?

ROBERTO = Oh, adesso sai che faccio? Lo mando a casa tua.

GIORGIO = Va bene, non arrabbiarti. Sistemerò tutto io. Ma adesso cambiamo discorso. Puoi prestarmi cento mila lire?

ROBERTO = (sbalordito)  Cosa hai detto?

GIORGIO = Ho detto se puoi..pre..star..mi…cento…mi..la..lire?

ROBERTO = Ma dici seriamente ? Ma se 20 giorni fa l’avvocato te ne ha date 300 ?

GIORGIO = Bravo, hai detto bene, 20 giorni fa.. adesso non ho più una lira.

ROBERTO = Scommetto che te li sei giocati…

GIORGIO = No! Ma sai,  quando uno entra in un certo ambiente…

ROBERTO = Ma quale ambiente?  E prima come facevi?

GIORGIO = Mi adattavo. Dormivo come potevo, mangiavo come potevo. Prima di andare in carcere io non sapevo cosa significava avere certe comodità. Mangiavo a corrente alternata, giorni sì e giorni no. Erano più i no che i sì, e quando mangiavo ero sempre a dieta vegetariana.Tu invece a Pisa mi hai mandato tutto il meglio che Dio ha creato in fatto culinario. Vini scelti, champagne, sigari, dolci, cappelletti, tortelli, faraone, arrosti, capirai dopo un mese di questa vita (pavoneggiandosi) come faccio a ritornare indietro? 

ROBERTO = Fai come fanno tutti. Torna con i piedi per terra, non fare il passo più lungo della gamba.

GIORGIO = Ma scherzi !! così perderei l’amore di lei.

ROBERTO = Lei chi?

GIORGIO = La donna più bella del mondo. Se tu la vedessi… (con enfasi) Bella, mora, elegante, educata, …tu non ci crederai, ma appena l ’ho vista me ne sono innamorato. Ci siamo conosciuti per caso, stava per investirmi con la sua macchina…Mi scusi, mi disse, ero sopra pensiero. Ma si figuri dissi io, poi siamo andati al bar…e poi…

ROBERTO = E poi…??

GIORGIO = E poi…sai com’è ?…da cosa nasce cosa… se avessi visto i cesti di fiori che gli mandavo… ci sono stato dietro 6 giorni…

ROBERTO = E il settimo ti sei riposato….

GIORGIO = Niente affatto e neanche lei !!!

ROBERTO = E bravi, non avete fatto neanche il riposo festivo? Complimenti Cosa vuoi di più, hai trovato anche l’amore, vi siete fidanzati?

GIORGIO = No,  purtroppo è sposata. Ma è la prima volta che tradisce il marito, cosa vuoi non ha saputo resistere al mio charme.

SCENA 22

                                          CORNELIA e detti

CORNELIA = (Entra dalla parte opposta ad Giorgio , questi le gira le spalle, a Roberto)  Eccomi qua,  io mantengo la promessa e… (Giorgio sentendo la voce si gira) Lui qua?…. (rimane stupita)

GIORGIO = (allegro, fra sè) Lei qua…(vorrebbe abbracciarla, ma si ferma)

ROBERTO = (rivolgendosi ai due)  Vi conoscete?

CORNELIA = (falsa) No!..è la prima volta che vedo questo signore.

GIORGIO = (c.s.) Anche io è la prima volta che vedo questa  signora.

ROBERTO = (che ha osservato con interesse l’imbarazzo dei due viene colpito da un idea, poi fra sè) E se la famosa signora fosse lei ?  Bella, mora … (rivolto ai due) Allora vi presento. Il mio amico Giorgio Panzanella. La signora Cornelia Mariti.

CORNELIA = Piacere…

GIORGIO = (Cornelia allunga la mano e Giorgio la bacia) Molto lieto!

ROBERTO = (disinvolto, con intenzione) Il mio amico Panzanella è venuto ad invitarmi per il suo matrimonio….

CORNELIA = (precipitandosi di scatto verso Giorgio) Come!... Tu ti sposi?

GIORGIO = (con imbarazzo) Ma… ma non è vero! È falso!

CORNELIA = (indispettita a Giorgio) Arrivederci caro signore! E’ stato un vero piacere…

GIORGIO = Ma dove vai mia stella… (prendendole la mano che Cornelia ritrae) l’amico Roberto scherza… è un burlone…ci vediamo stasera al solito posto tesoro aurevoire… (le bacia la mano - Cornelia esce)

SCENA 23

                                              ROBERTO ed GIORGIO

ROBERTO = (contento fra sè) Allora avevo capito bene…. Hai capito come va la vita?

GIORGIO = Questi sono scherzi che non si fanno.

ROBERTO = (con rabbia) Allora sarebbe lei la signora bella, mora ed elegante che ti ha fatto perdere la testa…

GIORGIO = Ebbene sì… non pensavo di incontrarla proprio qui ma ho piacere che tu l’abbia conosciuta…

ROBERTO = Ed è la prima volta che tradisce il marito…non è vero?

GIORGIO = (pavoneggiandosi) Oh… sì !!! Per la verità mi ha detto di aver avuto una breve e fugace storia con un tale…un smidollato, ma senza importanza. Anzi mi ha detto che era un vero e proprio cretino.

ROBERTO = (alterandosi) Come cretino??? Te lo ha detto lei???

GIORGIO = Esatto !!! Neanche catalogato come amante e cornificatore di suo marito…. Un semplice errore…un incidente di percorso…

ROBERTO = (molto irritato, ma cerca di contenersi per non essere scoperto) Già… già… capisco… Ma attento, il marito è molto geloso, io lo conosco…. Ma non vi preoccupate, io non dico niente….

GIORGIO = Grazie amico mio….Ma tu dici i casi della vita… Come ti dicevo poco fa non mi sarei mai immaginato di trovarla proprio qui in casa tua.  Allora hai visto che donna?!… adesso capirai perché mi servono i soldi… Allora me li presti????

ROBERTO = Senti Mozzarella, o come cavolo ti chiami, te ne vai con le tue gambe oppure…

GIORGIO = Allora non vuoi  darmeli?

ROBERTO = Ma neanche se ti metti a piangere in cinese!

GIORGIO = Va bene!  Vorrà dire che racconterò tutto a tua moglie!

ROBERTO = (ribattendo) e io a suo marito !!!

GIORGIO = (ridendo) Ah…ah… fai pure tanto a me non importa, io non ho niente da perdere…anzi così mi aiuti e risolvo subito la questione e sarà tutta mia !!!

ROBERTO = Cosa fai, mi ricatti? Sei un farabutto impostore...Ri-ca-tta-to-re

GIORGIO = Non offendere, sai! Ritira la parola!

ROBERTO = Io non ritiro un bel niente, anzi lo dirò a tutta Firenze che sei un ricattatore..

GIORGIO = (accalorandosi) E io ti denuncio !!

ROBERTO = Vai, vai, denuncia pure… (Giorgio esce arrabbiato)

ROBERTO = (solo)  Hai capito?..Vuole i soldi da me, per andare in giro a spassarsela con la mia amante.  (passeggia concitato)  Roba che se lo dici in giro non ci crede nessuno.

SCENA 24

SARA e detto, poi LIBERO

SARA = (entrando) Hai visto Cornelia?

ROBERTO = Era meglio che non la vedevo

SARA = Perché ?

ROBERTO = Perchè… perchè…Sara io desidero, anzi pretendo che quella donna non entri più in casa nostra….

SARA = E perchè?

ROBERTO = Perché lo so io. Non farmi dire cose che ti potrebbero turbare

SARA = Ma stai parlando seriamente? Ieri quando mi hai detto di telefonare anche a lei per dirle del nostro arrivo, dicevi che era una donna brava, onesta..di larghe vedute..

ROBERTO = (fra sè) Appunto…fin troppo larghe… (alla moglie) E vorrà dire che mi sono sbagliato!

SARA = Ma perchè?

ROBERTO = (nervoso a voce alta) Ma è mai possibile che continui con tutti questi perché , perché…Perchè…è così  e basta!

SARA = Non c’è bisogno di urlare, stai calmo, non arrabbiarti! Ohhh… È proprio l’aria di Firenze che ti fa ammalare!

ROBERTO = Infatti !!! Forse era meglio se non tornavamo!

SARA = E va bene, vorrà dire che non la vedrò più!  Adesso calmati e parliamo di cose allegre. Ho conosciuto il tuo amico Libero…

ROBERTO = E  tu queste  le chiami  cose allegre!..

SARA = Se lo vedessi..Sta mangiando e bevendo che è un piacere!...

ROBERTO = Anche lui, via …fuori dalle scatole (urlando)  Devono andare via tutti

SARA = (fra sé) Oh, mio signore! Gli è ritornata la nevrastenia!...

LIBERO = (entrando con un grosso tovagliolo al collo, si pulisce i denti con uno stecchino, leggermente brillo) Roberto sei un uomo fortunato, hai una moglie e una zia che valgono tant’oro quanto pesano!

SARA = Forse è meglio che vada, Roberto sta poco bene

LIBERO = Come?..Mio fratello sta male ed io dovrei lasciarlo da solo? Mai, io di qua non mi muovo fino che non guarisce. (Cerca di prenderlo) Roberto dammi un bacio.

ROBERTO = (riparandosi dietro la moglie) Ma vuoi stare un po’ zitto? Vorrei rimanere per piacere un po’ da solo.

LIBERO = Ogni tuo desiderio è un ordine, fratello mio

SARA = (fra sè)  Io non ci capisco più niente. (al marito) Vado a sistemare la camera degli ospiti (via)

LIBERO = E io  vado a vedere di recuperare un po’ di tabacco per la mia pipa, e poi vorrei fare un bel regalo alla zia.

ROBERTO = Ma che regalo ?

LIBERO = Una bella collana. Lascia fare a me….so dove trovare ciò che fa al caso mio….. Con permesso…. (Via)

ROBERTO = Una collana…?? Ma dico io quell’animale del giudice Pazienza non poteva dargli l’ergastolo?…

SCENA 25

                                                  GIORGIO e detto

GIORGIO = (entrando) Permesso?…

ROBERTO = Toh...chi si rivede, e i carabinieri dove sono?

GIORGIO = Sono ritornato perché è successa una cosa che ho il dovere di raccontarti

ROBERTO = A me gli affari tuoi non interessano, quindi (indicando l’uscita) quella è la porta…la strada la conosci già.

GIORGIO = Cerca di calmarti perché il fatto riguarda anche te

ROBERTO = Io ?…e cosa c’entro io con te

GIORGIO = Ti sei forse dimenticato che per un mese io sono stato Roberto Galletti ?

ROBERTO = E allora…. Cosa è successo?

GIORGIO = Quando sono sceso da casa tua ero tanto nervoso che non capivo più niente… il fiorista aveva messo sul marciapiede alcuni vasi di fiori io ero talmente arrabbiato che non li ho visti e ci sono finito sopra. Il proprietario del negozio è venuto fuori e mi ha apostrofato in malo modo. Io che avevo i cavoli miei ho risposto per le rime..poi una parola tira l’altra…fatto sta che gli ho mollato un paio di pugni. Intanto qualcuno aveva chiamato i carabinieri… appena sono arrivati mi hanno portato dentro il negozio e  mi hanno chiesto  i documenti…il brigadiere li guarda e poi mi dice: Signor Galletti mi spieghi come sono andati i fatti… Mentre stavo cercando di discolparmi, da dietro sento una voce che mi dice: E bravo…il signor Galletti, vedo che non perde il vizio di prendere a schiaffi la gente. Mi fa piacere di averla conosciuto di persona. Mi giro e chi era ? …Il giudice Pazienza...

ROBERTO = Quello che mi ha condannato in contumacia? E cosa ci faceva lì ?

GIORGIO = Stava comprando un mazzo di fiori.. e sai cosa mi ha detto?... Se verrà sporta denuncia, come credo,  spero che sia ancora io a giudicarvi, e questa volta come minimo sei mesi non ve li toglie nessuno 

ROBERTO = Caspita! Quindi se il fiorista ti fa la denuncia devi fare sei mesi di carcere ?

GIORGIO = Io ?… Allora non hai capito niente…Li devi fare tu !!!

ROBERTO = Cosa c’entro io…

GIORGIO = Sicuro. Chi è Roberto Galletti ?… Tu…e allora cosa pretendi che mi sacrifico ancora per te. Non te la prendere, in fondo sei mesi passano presto… (si avvia verso l’uscita)

ROBERTO = Aspetta, in nome della nostra amicizia non andare via (prende dalla tasca il portafogli) Ti bastano cento mila lire ?

GIORGIO = Niente, sono inflessibile!

ROBERTO = Duecento…

GIORGIO = Sono sordo, non ci sento… (p.p.)

ROBERTO = Giorgino…ascoltami (lo abbraccia)

GIORGIO = Sono sordo! (si svincola e via per la comune).

ROBERTO = Sono rovinato (piange) Ma dico io, non mi potevo rompere una gamba quando ero in montagna così non ritornavo a Firenze??

SCENA 26

           SARA e detto poi ROSETTA, quindi OLGA e dopo SIMONE

SARA = (entra tutta felice) Amore mio, senti….

ROBERTO = (scorbutico) Non voglio sentire niente.

SARA = Ohhh..caro il mio signore…ci risiamo, ancora con la malattia

ROSETTA = (con un mazzo di fiori) Hanno portato questi fiori per la signora Olga

ROBERTO = E allora ?…lo sai che  la signora Olga abita al piano di sopra

ROSETTA = Ma io pensavo…

ROBERTO = Tu hai pensato male

SARA = Dalli a me , ci penserò io (li prende, Rosetta va via). C’è un  biglietto. (legge).  “Giusto Pazienza, giudice della pretura urbana”.

ROBERTO = (scattando) Cosa hai detto? Ripeti per favore…

SARA = “Giusto Pazienza, giudice della pretura urbana”, non capisco cosa ci sia di strano.

ROBERTO = Dimmi che non è vero… (in ginocchio) Dimmi che non è vero…

SARA = Ma perchè lo conosci ?

ROBERTO = Io…? No… Si…cioè…Si lo conosco…

OLGA = Ah, finalmente vi ho trovati

ROBERTO = Zia, tu per caso conosci un certo giudice Giusto Pazienza ?

OLGA = (contenta)   E’ quello che mi vuole sposare…

ROBERTO = (fra sé) Oh mamma !!! (getta i fiori) Io non permetterò mai questo matrimonio.

OLGA = Ma Roberto….

ROBERTO = (cercando una scusa)  Zia , questi Pazienza hanno delle idee politiche che non mi piacciono. Sono tutti, e dico tutti democristiani, ed io con quelle idee non vado d’accordo…mai e poi mai!

SARA = Ma io vorrei sapere cosa  c’entra la politica adesso?

ROBERTO = Sicuro che c’entra, tu non capisci niente (rivolto alla zia) Se proprio lo vuoi sposare io vado via da questa casa e non mi vedrai mai più.

SARA = Ma tu sei pazzo?

ROBERTO = No, non sono pazzo…io ragiono…

OLGA = No, no, non voglio che litighiate per causa mia. Lo sapete che ho solo voi due, e che vi voglio bene da morire. Roberto sai cosa faccio ? Adesso gli scrivo una bella lettera dove gli dico che mio nipote Roberto Galletti non è contento perché….

ROBERTO = Noooo. Tu il mio nome non lo devi mai pronunciare.

OLGA = E allora cosa gli scrivo?

ROBERTO = ……che ci hai  pensato bene.. e  che non te la senti di risposarti un’altra volta.

OLGA = Ma quello non si arrenderà facilmente, cercherà di venirmi a trovare

ROBERTO = E allora per evitare questo, vorrà dire che domani partiremo per…. Napoli.

SIMONE = (entrando sente le ultime parole) Come, partite per Napoli? E per quanto tempo?

ROBERTO = Per sei mesi.

SIMONE = E il mio matrimonio?

ROBERTO = Il prossimo anno…

SIMONE = (piangendo) Ma io sono proprio disgraziato! E pensare che avevo già fatto stampare le partecipazioni..Emma Galletti e Simone Furbetti. Senti come suonano bene…. Vanno pure di rima…

ROBERTO = Vorrà dire che gli cambierai la data, non vanno mica a male.                              (prendendolo sotto braccio) Dimmi, quando ti dovevi sposare….?

SIMONE = A Novembre.

ROBERTO = Embè. Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio, Marzo e Aprile sono sei mesi…Senti ripeti con me …trenta d’ conta Novembre…. (scena a soggetto)

SIMONE = Io avevo già avvertito uno dei testimoni e lui si è preso le ferie..

ROBERTO = E gli dici che il  matrimonio è rimandato.

SIMONE = E già, come se mio zio ha tempo da perdere…Ma lo sai quanti processi deve fare ?

ROBERTO = Perché tu hai uno zio giudice?

SIMONE = Sì, il fratello di mia mamma, Giusto Pazienza !

ROBERTO = (balbettando) Tu …tu …sei  nipote di Pazienza?                                (si accascia sul divano, urla) Questa è una congiura….

SCENA 27

EMMA e detti

EMMA = (entra) Si può sapere cosa avete da gridare?

SIMONE = Il nostro matrimonio è stato rimandato un’altra volta…

ROBERTO = Rimandato? È rotto! Finito. Non si fa più…

EMMA e SIMONE = Non si fa più…e perché?..

ROBERTO = (inventando) Perché…ho scoperto che mi parli dietro, e che hai anche un’altra donna…

SIMONE = Io? (piangendo) ma ti sbagli (rivolto ad Emma) Ti giuro che non è vero. Io amo solo te. O sposo te…  o rimango zitello tutta la vita !!!

ROBERTO = (a Simone) Confessa… (sempre inventando) Sei l’amante di Cornelia Mariti !!! (al pubblico) non è poi una bugia così grossa questa…. Vista l’attitudine della signora al cambio dell’amante…. E poi il nome mi pare una garanzia…

SIMONE = (A Roberto) Come avete fatto a saperlo? E’ una storia oramai morta e sepolta di tanti anni fa…

ROBERTO = (sbalordito) Che cosa? (al pubblico) Ma come io ho tirato a indovinare ed è pure vero? Ma quanti uomini ha avuto quella disgraziata?

SARA = Cornelia…? Che scandalo quando si saprà in giro…

EMMA = (piangendo, rivolgendosi al fratello) Io ti giuro che mi faccio monaca...

SIMONE = E io frate cappuccino…

ROBERTO = Per me ti puoi fare anche latte macchiato… ma mia sorella non la sposi !!!

SARA = (rivolgendosi al marito) Oh Madonnina santa,  ti rendi conto di quello che sta succedendo in questa casa?

EMMA = Io muoio! (via piangendo a sinistra)

SIMONE = Anch’io !Ora vado a casa e mi bevo tre litri di candeggina! (via)

OLGA = No, Simone, vedrai… (lo segue)

SARA = Io…io  (piangendo) se continua sta vita così… tra una settimana sarò morta. (via c.s.)

ROBERTO = Bene, e  io se va avanti così aprirò una agenzia di pompe funebri e gli affari fioccheranno…. (sottofondo musicale appropriato che accompagna la chiusura del sipario)

CALA LA TELA

ATTO TERZO

La stessa scena degli atti precedenti

SCENA 28

SIMONE, ROSETTA, MAGO

SIMONE = (è da solo in scena e passeggia nervosamente) Ma dove sarà andata Emma, sapeva che avevamo appuntamento qui con il mago…

ROSETTA = (entra seguita dal Mago - è vestito in modo eccentrico di giallo, gesticola molto. Ha con se due sfere una borsa dove dentro ci saranno un mazzo di carte, possibilmente grandi in modo che il pubblico possa vederle, una candela e dei fiammiferi) Se si vuole accomodare qui… (a Simone) signor Furbetti, la signorina Emma mi ha detto di riferivi di cominciare da solo perché lei è stata trattenuta da suo fratello, appena si libera sarà da voi (il mago appoggia le sfere sul tavolo)

SIMONE = Grazie Rosetta…

ROSETTA = con permesso (esce)

MAGO =  Comanda !!! appena mi hanno avvisato di corsa sono arrivato... Per accontentare il mio amico Simone son volato come un piccione (fa il segno delle ali e muove il collo)

SIMONE = Mah… a me codesto più che un piccione mi sembra un gallinaccio… (indicando le sfere) Oh con queste palle cosa dobbiamo fare, una partita a bocce?

MAGO =   Bravo…dato che sono solo consultazioni, facciamo prima senza carte ma con i palloni…. (si siede al tavolo) Simone, in un niente vedremo in questa palla il tuo passato e presente. . .  il problema con questa ci sarà  (indica l’altra sfera) a veder quel che verrà... Quale vuoi interrogare mio caro?

SIMONE = (imbarazzato) Bhè… insomma…

MAGO = (interrompendolo) La risposta sarà più decisa se la domanda è più precisa. ... Non è difficile conoscere la posizione ma ci vuole tempo, silenzio e soprattutto… concentrazione...

SIMONE = sì, sì… stavo dicendo… (si allunga per toccar le sfere)

MAGO = (interrompendolo perentoriamente) Sssstttss….. Ho detto silenzio e concentrazione, e non mi rompere…. i palloni... (indicando le sfere)

SIMONE = Ma se non mi fai neanche parlare, come faccio a dirti cosa mi serve….

MAGO = (a Simone) Tocca la sfera (inizia il rito) Bacini, bacioni, schiaffini schiaffoni, orsù mia sferetta leggi la mano e rivela tutto al mago di Calenzano….

SIMONE = Vorrei sapere finalmente se mi potrò sposare…e soprattutto quando !!! Perché ultimamente ci sono state delle complicazioni…

MAGO = (dopo alcuni secondi di scene a soggetto)  Ci siamo... Vedo... vedo... Una donna mora che...?

SIMONE = Mora?!!

MAGO = No, mora no... Bionda…

SIMONE = Bionda?!!

MAGO = No, bionda no...

SIMONE = Ma insomma??

MAGO = Orca miseria... Proprio adesso si è messa si è messa su il cappello...

SIMONE = (impaziente) Dai forza…cosa vedi? allora, questa donna?

MAGO = Non si vede chiaro...

SIMONE = (tira fuori un fazzoletto) Toh, pulisci...

MAGO = Mmmhh… palla nebbiosa, risposta dubbiosa...   Ehh… cara la mia palla non mi piantare proprio adesso in asso, se no non capisco un...

SIMONE = (interrompe) Ehhh... senti se questa non funziona, prova con l’altra...

MAGO = (sostituendo le sfere) Si forse hai ragione. Però mi raccomando: che la domanda sia fatta con precisione che ti vado a dare all’istante la soluzione...

SIMONE = Vedi mago c’è una donna, la mai futura sposa, spero, che…

MAGO = (ricomincia il  rito) Bacini, bacioni, schiaffini schiaffoni, orsù mia palla rosa…. Dimmi della sposa… eccola !!! Ci siamo... Vedo... vedo... Una donna a te vicina..... Dove va... scappa... Dove va... va via, va via, va via... E’andata... 

SIMONE = (con disperazione) Lo sapevo…. È andata… e dove è andata? Guarda bene, lo vuoi capire che è importante per me?!

MAGO = Ho capito Simone, ma c’è un ma...Qualcosa come se...

SIMONE = Come se??

MAGO = Non riesco a capire bene se è un bacino o un bacione, uno schiaffino o uno schiaffone...

SIMONE = Uno schiaffone te lo darei io…

MAGO = Senti Simone non ti arrabbiare (prende dalla borsa le carte) aspetta proviamo con queste Vediamo se le carte, magari le carte potranno essere più precise delle palle e ci diranno qualcosa di più preciso...

SIMONE = Dai, dai... invece di perdere tempo in chiacchiere cominciamo... Dimmi se potrò finalmente sposare la mia dolce Emma !!!

MAGO = (mescola le carte poi fa alzare il mazzo a Simone) Taglia il mazzo, (Simone esegue con la mano destra il mago gli schiaffeggia la mano. In modo perentorio)  Con la mano sinistra... (Simone esegue, il mago gira le carte poi comincia a leggere) Uno, due, tre, QUATTRO di spade... dolori (va avanti con altre carte come prima) Uno, due, tre, quattro FANTE di bastoni... dolori ... Uno, due, tre, quattro DONNA di bastoni... dolori ...Uno, due, tre, quattro DONNA di coppe...

SIMONE = (interrompe) Dolori...

MAGO = Macchè dolori e dolori... la Donna di coppe è una donna di casa.

SIMONE = Senti, qui ci sono troppe donne, ma io ti ho chiesto di una sola...

MAGO = E poi aspetta… vedo…vedo…Uno, due, tre, quattro ASSO di Bastoni… (tirando fuori un’altra carta e fingendo stupore) …RE di bastoni... (grave) uomo che ti darà dei dolori…           

SIMONE = Infatti… !!! il fratello... dopo tanto rimandare, ora inspiegabilmente non vuole più che io sposi sua sorella…. (piangendo di sperato) lo sapevo che era tutta colpa del RE di bastoni…

MAGO = Silenzio, non influenzare le carte... Cinque di denari... (mostra la carta) Ecco, qui c’è la ruota della fortuna... La ruota gira, gira... e poi qui c’è il re di denari... Questo sei tu Simone...

SIMONE = E cosa faccio??

MAGO = Le carte dicono che il re deve stare attento perché suo malgrado si trova tra l’amore e l’inganno... è in pericolo…

SIMONE = (interessato) Va avanti... leggi, leggi... cosa dicono poi...

MAGO = Dicono che ci saranno delle grosse novità nella tua vita... E poi dicono che l’amore è molto vicino al re...

SIMONE = (sognante) La mia Emma…

MAGO = (parte un sottofondo musicale a tema) Vedo che nel giro di poco tempo in questa casa ci sarà la felicità (dalla borsa tira fuori la candela, l’accende e con fare claunesco incomincia a girare per la stanza e recita una formula propiziatoria mentre Simone lo guarda stupito e nello stesso tempo impaurito) Fortuna fortunosa, fortuna fortunina vieni in questa casina ... vieni con il fante ed il cannone, vieni qui nella casa di Simone...

SIMONE = Senti Mago, cosa stai facendo, io ho un po’ di paura...

MAGO = (sempre con la candela accesa) Adesso Simone, vienimi dietro e fai tutto quello che faccio io... (Simone con malavoglia esegue) A chi toglie la speranza, a colui che è in questa stanza, mala sorte... mala sorte... si avanza (mettendo la candela sotto il naso di Simone) Spengi la candela  (Simone esegue)

SIMONE = Senti mago…per oggi ne ho abbastanza…lasciamo perdere. Dimmi cosa ti devo per il disturbo?

MAGO = Fanno 5.000 lire (al pubblico) e la soddisfazione di aiutare l’amico Simone, che per amore soffre come un coglione (Dopo aver preso la borsa mentre esce) Ti saluto Simone...

SIMONE = Eh.. beh vai via e mi lasci qui le tue palle?

MAGO = (ritorna) Ohh che brutta situazione, lasciare in giro i miei due palloni... (con le palle in mano) Ricordati Simone: con il sole o con il temporale, nella buona sorte o nel male... se vuoi la soluzione chiama Alfredo Leggimano il mago di Cadenzano (escono entrambi e sfuma la musica)

SCENA 29

ROSETTA – ROBERTO – VITTORIO - OLGA - GIORGIO

                                                             

ROSETTA = (entra, si siede sul divano legge un fotoromanzo, si commuove... singhiozza e piange, si asciuga le lacrime)  Povero bambino, che colpa ne ha lui. (cambiando tono) Se fosse per me darei una battuta a suo padre e poi… (entra Roberto con il nonno, Rosetta nasconde il giornale dietro la poltrona)

ROBERTO = Cosa è successo, perché piangi ?

VITTORIO = (al pubblico strizzando l’occhio) Scommetto che piange perché ho chiesto a mio nipote di trovarmi un’altra cameriera-infermiera personale consenziente…

ROSETTA =  Io piango ?…Nooo, è che mi è entrato un moscerino in un occhio…

VITTORIO = (a Roberto) non ci credere… la fa così perché si è pentita di non avermi fatto i servizietti…e ora cerca di rimediare.

ROBERTO = Sarà…  Dimmi, mi ha cercato qualcuno ?

ROSETTA = No, nessuno. Se non le serve niente io vado di là perché ho un mucchio di cose da fare.

ROBERTO = (fra sé)Eh…. Me lo immagino, si vede quanto hai da fare. (a Rosetta) Vai pure. (Rosetta sta per andar via) Ah..Rosetta, se vuoi sapere come finisce la puntata il giornale non lasciarlo dietro la poltrona (Rosetta si china per prendere il giornale chinandosi in modo provocante)

ROBERTO = (al nonno) E’ un po’  fatta a modo suo, ma è brava ( va alla scrivania e si mette a scrivere)

VITTORIO = (che suda freddo e non le stacca gli occhi di dosso mentre Rosetta esce sculettando) E’ sì !!! E’ proprio brava… (si morde le labbra) Cosa ti farei se fossi più giovane (fra sé mettendosi in posa da bacio) Scommetto… scommetto… che ora  rientra e mi dà un bacio (vede Olga che entra e si accascia sulla carrozzina) Per l’amor di DIO !! Niente !!! Via !!! mi è passata la voglia !!! Giuro che non scommetto più !! (esce spingendo da solo la carrozzina)

OLGA = (con una lettera in mano) Roberto, ho scritto al giudice una bella lettera dicendogli che il nostro matrimonio non si può fare perché io non mi sento ancora matura.

ROBERTO = Brava…Cara zia, non potevi trovare scusa migliore…

OLGA = Vuoi che te la legga?

ROBERTO = No, no, mi fido della tua parola

ROSETTA = (entra)  C’è il suo amico Panzanella, vuole parlare con lei.

ROBERTO = Fallo entrare.

OLGA = (Rosetta, porgendo la lettera,dopo averla baciata) Fammi un favore questa sera quando vai a casa imbucala.  (Rosetta ed Olga escono)

ROBERTO = (rimasto solo)Io vorrei sapere cosa vuole questo ancora da me.

GIORGIO = Caro il mio Roberto come vedi sono ritornato.

ROBERTO = Purtroppo ho visto. Cosa vuoi ?

GIORGIO = Devi prestarmi duecentomila lire

ROBERTO = (ridendo)   Ohhh., ma hai imparato la poesia a memoria? E sentiamo perché dovrei prestarteli ?

GIORGIO = Devo comprare un anello di brillanti a Cornelia, sai ho capito che lei ci tiene tanto, non mi ha chiesto niente, però…

SARA = (da fuori Sara)Roberto,  per piacere vieni un attimo che non riesco ad attaccare il quadro.

ROBERTO = (rispondendo)Arrivo subito (nel frattempo si sente suonare) Senti fai una cosa , vai di là (indica una uscita) e aspetta finchè non ti chiamo, poi ti spiegherò come funziona con Cornelia.

GIORGIO = Si, ma tu fai in fretta, perché tra un’ora ho un appuntamento (escono - si risente suonare)

SCENA 30

OLGA – ROSETTA - GIUSTO

OLGA = (entra e va verso la porta) Un momento, arrivo.. Io vorrei sapere dove si è cacciata Rosetta (al pubblico) Scommetto che sta leggendoqualche fotoromanzo

ROSETTA = (entrando) Ho già aperto io, (dandogli un biglietto da visita) Di là c’è un signore che vuol parlare con lei.

OLGA = (leggendo) Giusto Pazienza….Lui qui…. (si agita, si sistema capelli, vestito…fa scena) Senti conta fino a dieci poi vai di là e lo fai entrare.

ROSETTA = (Cominciando a contare si avvia verso l’uscita)Uno, due, tre, quattro..

OLGA = (Interrompendola)Rosetta, Rosetta…

ROSETTA = Cosa c’è ? Sto contando troppo forte ?

OLGA = No va bene, però ascoltami …la lettera che ti avevo dato da imbucare dopo me la devi ridare perché mi sono dimenticata di scrivere una cosa importante

ROSETTA = Prima di andare via gliela porto su (ricomincia a contare) Non mi ricordo più dove ero arrivata…Quattro, cinque, sei  (esce)

OLGA = (si allunga sul divano, si mette in posa da vamp...poi si rialza e va a sedersi sul bracciolo dello stesso in atteggiamento da donna provocante, poi fra sè)Ecco…meglio così…

GIUSTO = (entra e si dirige subito verso Olga, le bacia la mano)Carissima Olga, mi sembra che sia passata una eternità dell’ultima volta che ci siamo visti.

OLGA = (confusa) Che bella sorpresa….Ahhh grazie dei fiori, sono bellissimi.

GIUSTO = Poca roba per una donna adorabile come te…

OLGA = (con fare di circostanza)Giusto, io ti devo dire una cosa che di sicuro non ti farà piacere. Ti prego siediti…..Io ti avevo scritto una lettera per dirti che la nostra storia non potrà mai incominciare

GIUSTO = Dico stai scherzando?…

OLGA = Ti prego… lasciami parlare…io non sono da sola, vivo con i miei unici due nipoti. Loro abitano qui al primo piano ed io al secondo..

GIUSTO = Olga, io ti capisco, ma per me non cambia nulla, vorrà dire che parlerò con loro.

OLGA = No, mia nipote non dice niente, è il marito che si oppone.

GIUSTO = E perchè ? Io sono una persona onesta, un galantuomo, un magistrato

OLGA = Dice che tu sei un democristiano invece lui è un comunista

GIUSTO = Ma che sciocchezze sono queste ? Senti è possibile parlare con lui ?

OLGA = Sì, però non vorrei che si arrabbiasse. Sai soffre di nervi.

GIUSTO = Non preoccuparti, cercherò di parlargli con la massima calma. A proposito come si chiama ?

OLGA = Roberto Galletti

GIUSTO = (con meraviglia)Roberto Galletti…???

OLGA = Lo conosci ?

GIUSTO = Penso proprio di sì. Ma dimmi una cosa, tuo nipote ha qualche parente che si chiama come lui ?                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      OLGA = Che io sappia no…

GIUSTO = (avendo già collegato tutto)Allora ho capito tutto, e quindi lui si oppone alla nostra relazione.

OLGA = Figurati che mi ha anche proibito di vederti

GIUSTO = E dov’è adesso tuo nipote?

OLGA = E’ qui in casa.

GIUSTO = Ti dispiace andarlo a chiamare, vorrei parlagli da solo.

OLGA = (imbarazzata) Ma…

GIUSTO = Non preoccuparti, vedrai che si persuaderà subito

OLGA = (tra sè)Magari.. (a Giusto) Mi raccomando non farlo arrabbiare
GIUSTO = Vedrai che nel giro di cinque minuti tutto si sistemerà.
OLGA = Allora io vado, ci vediamo dopo (esce)
GIUSTO = Hai capito il signor  Galletti...Lui prende a schiaffi la gente e non vuole che io sposi la zia…Deve ringraziare che ho promesso ad Olga che gli parlerò con cortesia, altrimenti gli schiaffi invece di darli, li avrebbe presi questa volta… (Giusto è con le spalle all’entrata da dove entrerà Giorgio)
SCENA 31

GIUSTO - GIORGIO

GIORGIO = Ma dove è andato a finire quel benedetto uomo.Secondo me Roberto si è dimenticato che lo sto aspettando…

GIUSTO = (sentendo la voce si gira, e credendo che Giorgio sia Roberto)Caro signor Galletti, suppongo che non immaginavate di vedermi qua.

GIORGIO = (sorpreso) In effetti sì… signor giudice (fra sè) Mi avrà seguito. (a Giusto) Senta signor giudice se è venuto per la lite di prima…

GIUSTO = No, io sonoqua per parlare di una cosa che mi riguarda personalmente. Io, un paio alcuni mesi fa a Chianciano Terme ho conosciuto una donna straordinaria di nome Olga, mi sono innamorato come un ragazzino alla prima cotta…   

GIORGIO = Classico colpo di fulmine…Vi capisco, parlate con uno…che…

GIUSTO = Lei ha ricambiato il mio amore, ma adesso sembra che lei si opponga a questa, diciamo così, unione.

GIORGIO = Lei, chi ?

GIUSTO = (indicandolo)Lei, lei..

GIORGIO = O bella, e cosa c’entro io

GIUSTO = Allora se io la voglio sposare lei non si oppone…?

GIORGIO = Io ?  No…   

GIUSTO = Sicuro??

GIORGIO = Sicurissimo, per me la può sposare anche oggi

GIUSTO = (dandogli la mano)Bene, aspettavo proprio queste parole, adesso posso andare.

GIORGIO = (compiaciuto fra sè)Se lo sapevo, le dicevo prima…
GIUSTO = Allora arrivederci, vado a dare la bella notizia (si avvia, poi sull’uscio)    Dimenticavo (mostrando il pugno chiuso) Caro signor Galletti anch’io sono comunista.

GIORGIO = (fra sé) E chi se ne frega !!! Ma chi glielo ha chiesto? Io questo non lo capisco proprio…

SCENA 32

GIORGIO – LIBERO - ROBERTO

                      

GIORGIO = (spazientito guarda l’orologio)Io aspetto ancora cinque minuti e poi vado via.

LIBERO = (entra, è brillo) Ciao, cumpà…ma tu chi sei ?

GIORGIO = Sono un compagnodi scuola di Roberto…

LIBERO = Allora quando è così è come se fossi anche un compagno mio, perché Roberto è fratello mio di latte. (lo afferra) Vieni qua, fatti dare un bacio.

GIORGIO = (allontanandosi)Dopo… dopo, me lo dai dopo che ti è passata la sbornia…

LIBERO = Tu pensi che io sia ubriaco, ma ti sbagli… (gli alita in faccia) Senti….

GIORGIO = (fra sé) Ho capito chi è questo strano tipo… deve essere il fratello di buco… (a Libero) Adesso ti accompagno in cucina e dalla cameriera ti fai fare un caffè doppio.

LIBERO = Si… mi piace la cameriera, però mi dovresti accompagnare, sai perchè mi gira un po’ la testa, e ti dirò di più…mi gira pure la stanza (i due escono con Libero che barcolla)

ROBERTO = (entra la scena è vuota)Per fortuna che gli avevo detto di aspettarmi

GIORGIO = (rientrando)Finalmente sei ritornato…Tu non ci crederai, ma sai chi c’era cinque minuti fa in questa casa?

ROBERTO = Cosa ti metti a fare adesso gli indovinelli ?.. Sentiamo, chi c’era ?

GIORGIO = Il giudice Pazienza e naturalmente mi ha preso per te

ROBERTO = E cosa voleva, cosa ha detto ?…

GIORGIO = (ridendo)Che è innamorato pazzo di una certa Olga, che la vuole sposare ...e se io non mi opponevo a questo matrimonio…

ROBERTO = E tu cosa hai risposto ?

GIORGIO = Se l’ama veramente … Allora la sposi

ROBERTO = (esasperato)Tu, tu sei la mia rovina, ma non ti rendi conto di cosa hai combinato.

GIORGIO = Perché cosa ho fatto ?

ROBERTO = Gli detto che può sposare la zia di mia moglie..

GIORGIO = Come ? La donna deliziosa del colpo di fulmine è tua zia!!

ROBERTO = Ma cosa ho fatto di male io…io sono stufo di essere scambiato per te…

GIORGIO = (guarda l’orologio)Accidenti, sono in ritardo Cornelia mi aspetta. Ciao Roberto ci vediamo dopo (esce)

ROBERTO = Andate al diavolo tutti e due (si accascia sul divano)

SCENA 33

ROBERTO – OLGA – GIUSTO - SARA
OLGA = (arriva tutta contenta e va ad abbracciare Roberto) Grazie Roberto, Giusto mi ha detto tutto e tu non puoi immaginare quanto sono felice

ROBERTO = L’hai visto ?

OLGA = Si, adesso è di la con Sara, lo abbiamo invitato a pranzo.

ROBERTO = (si fa il segno della croce)Pure !!! Sono un uomo morto…

GIUSTO = (entrando insieme a Sara)Dov’è il mio nuovo nipote che lo voglio ringraziare un’altra volta.

OLGA = (mostra Roberto seduto sul divano)Eccolo qua.

GIUSTO = (sorpreso)Ma questo è un altro, poco fa mi avevi detto che avevi un solo nipote…

OLGA = Ma tu prima non hai parlato con lui ?

GIUSTO = No, era un’ altra persona

ROBERTO = (rivolto alle donne) Io è la prima volta che vedo questo signore…

GIUSTO = (a Roberto) Mi scusi ha per caso qualche parente che ha lo stesso nome e cognome?

ROBERTO = (spavaldo)No, sono unico, solo e inimitabile…

GIUSTO = (rivolto alle donne)Ma, una cosa incredibile…Dovete sapere che io un paio di mesi fa condannai in contumacia tale Roberto Galletti ad un mese di carcere perché…

ROBERTO = Ma lasci perdere…Lei veramente vuol sposare la zia Olga? Allora lo faccia e non pensi più a niente.

GIUSTO = (continuando il discorso)Perché questo signore si trovava di nascosto con la sua amante al cinema a Firenze e poi litigò con un carabiniere. Fu portato in caserma, ma per raccomandazioni varie uscì dopo poche ore…

SARA = (rivolta alla zia)Ma guarda te che razza di gente c’è in giro (a Giusto) E dopo ?…

ROBERTO = Ma sei ben curiosa ?  Cosa ti interessa ?

GIUSTO = Dopo pochi giorni si fece la causa in tribunale, ma lui sempre con le solite raccomandazioni non si presentò, io allora lo condannai in contumacia ad un mese di reclusione  che ha scontato due mesi fa a Pisa.

OLGA = Hai fatto bene.

SARA = Ma questo è un romanzo. Fortuna che Roberto ed io in quel periodo eravamo in gita in montagna…

GIUSTO = Ma non è finita. Poco fa, quando ero dal fiorista per comprare i fiori per Olga questo signore ha litigato con il titolare del negozio e lo ha preso a schiaffi

ROBERTO = Allora lo fa per vizio…

GIUSTO = Ed è la stessa persona che poco fa mi ha dato il consenso di sposare Olga. Sarà qualcuno che conoscendovi trovandosi in una brutta situazione, per non compromettersi ha dato il vostro nome

ROBERTO = (inventando)Adesso che mi viene in mente a giugno, se non sbaglio, non trovavo più la carta d’identità… L’ho cercata dappertutto senza trovarla… poi, dopo un po’ di tempo è saltata fuori… Di sicuro qualcuno me l’ha rubata, l’ha usata, e poi l’ha portata indietro…. Certo a questo criminale che usa il mio nome bisognerebbe dargli l’ergastolo..

GIUSTO = Non esageri…Comunque  non si preoccupi lo troverò, e vi assicuro che non la passerà liscia…prendersi gioco di me…della giustizia… (andando vicino ad Olga e prendendola per mano) Ma adesso lasciamo perdere e parliamo del nostro matrimonio. Vogliamo fissare la data ? Ti va bene a dicembre ?

OLGA = (contenta) Per me quello che decidi tu va tutto bene

ROBERTO = (accingendosi ad uscire) Caro giudice i miei impegni mi chiamano, arrivederci (via)

SARA =(prendendo per mano i due)Spero che il vostro amore duri ancora per cento anni (bacia i due ed esce)  

GIUSTO - OLGA = Grazie

GIUSTO = Ohh...finalmente soli. Finalmente posso abbracciare la donna che mi ha fatto perdere la testa (i due si abbracciano)

OLGA = Adesso lasciami andare che devo dare disposizioni alla cameriera  per il pranzo, tu aspettami qui, cinque minuti vado e torno (Olga esce e Giusto si siede, prende il giornale e legge )   

SCENA 34

LIBERO e GIUSTO

LIBERO =(entra, è brillo, scambia il giudice per Roberto)Ciao, Robertino mio come stai ? Vieni qua.. (allargando le braccia) Fatti dare un bacio. (si accorge che non è Roberto) Ma tunon sei mio fratello…Fatti guardare bene (gli gira intorno, lo guarda in faccia attentamente) Ma tu sei il giudice Pa… Pa  Pazienza…Quanto sei bello…fatti dare un bacio (lo abbraccia e lo bacia. Il giudice in questa scena rimane esterrefatto)

GIUSTO = (indignato) Scusi, ma lei chi è ?

LIBERO = Come non mi riconosce più ? Io sono Libero Mai, mi hai condannato a tre mesi di carcere per ricettazione…ma io sono un galantuomo !!! e se non ci credi domandalo al mio amico fraterno Roberto Galletti.

GIUSTO = (interessato) Come?…Tu conosci Roberto Galletti.

LIBERO = Certamente, siamo amicissimi, anzi di più siamo fratelli di buco…

GIUSTO = Scusa ma non capisco.

LIBERO = Eravamo in carcere assieme a Pisa, e parlavamo dal buco del lavandino del cesso.

GIUSTO = Senti, adesso tu mi fai un piacere mi accompagni a casa di Galletti.

LIBERO = (al pubblico) Bella questa, io bevo e lui si ubriaca. (ridendo a Giusto) Ma sai che sei un bel numero, niente niente mi vuoi prendere in giro…

GIUSTO = Ma io…

LIBERO = Ma tu, ma tu…mi vorresti far capire che non sai che la casa di Roberto è questa.

GIUSTO = Ma ne sei proprio sicuro ?

LIBERO = Ohh.Non penserai che ti dica delle balle, o che io sia ubriaco                    (gli si avvicina) Senti l’alito (scena di Giusto) E poi so stare su un piede (nel fare ciò cade) Ricordati che Roberto è un galantuomo. Parola di Libero Mai

GIUSTO  = Adesso ho capito tutto !!!! Qua c’è una sostituzione di persona!!!

Ho un fondato sospetto che Roberto Galletti, quello vero, mi abbia preso in giro… (andando verso la porta dove era uscita Olga) Olga, Olga dove sei ...devo parlarti (esce)

LIBERO = (rimasto solo incomincia a rovistare per la stanza e canta)Se potessi avere 1000 donne al mese… (si ferma) Sarei rovinato !!! (ride da solo) e chi le reggerebbe….

SCENA 35

LIBERO - ROBERTO

ROBERTO = (entra e vede Libero)Cosa stai facendo ?

LIBERO = Stavo vedendo sei hai cambiato la serratura ai cassetti. A proposito sai che prima, qua, ho parlato con il giudice Pazienza.

ROBERTO = (agitato) Di cosa avete parlato ?… cosa gli hai detto ?…

LIBERO = Gli ho detto che tu sei un galantuomo, e che lui ha sbagliato a darti un mese di carcere (disperazione di Roberto) che noi due eravamo in carcere a Pisa e che adesso tu mi ospiti in casa tua (Roberto si butta sul divano come se fosse svenuto) Ho fatto bene o no ? (si avvicina) Quando ci vuole ci vuole: Roberto dammi un bacio.

ROBERTO = (si alza, infuriato)Io ti apro la testa in due, altro che bacio…Mi hai rovinato. Adesso quello capisce che l’ho preso in giro e chissà cosa succede…Io muoio… (cambiando tono) Avevo fatto tutto così bene……… tu mi hai rovinato…

LIBERO = Ma io….. Comunque non preoccuparti, ci penso io a sistemare tutto (gli da un bacio) Lascia fare al fratello tuo di latte, no… di buco…anzi di latte… (via barcollando)

SCENA  36

ROBERTO – GIORGIO poi SIMONE ed EMMA

ROBERTO = Capitano tutte a me… tutte a me…

GIORGIO = (entra)Cosa avevi da gridare….

ROBERTO = Cosa avevo da gridare??!!  Quel disgraziato del tuo amico Libero ha rovinato tutto!! Ha raccontato tutto al giudice Pazienza….. Adesso tu di corsa lo vai a prendere e lo porti a casa tua e non lo fai più uscire per nessuna ragione… né vivo né morto!!! (Giorgio esce)

SIMONE = (entrando)Ohi là Roberto…. Perbacco che brutta faccia hai… Emma non c’è? (non ricevendo risposta ripete la domanda in  tono sussiegoso) Scusi signor Roberto, non c’è sua sorella?

ROBERTO = (al pubblico)Ci mancava anche questo imbecille….

EMMA = (entrando di corsa)Ciao Simone, ti ho visto arrivare dalla finestra, finalmente sei ritornato…

SIMONE = Non ne potevo più di stare senza di te!!

EMMA = Anch’io stavo in pensiero….

ROBERTO = (fra sé)Se questi sono i pensieri…… I pensieri veri ce li ho io… Adesso cosa gli dico al giudice (esce)

SIMONE = Ma dimmi una cosa, tuo fratello è ancora nervoso? (la prende per mano e siedono sul divano)

EMMA = Sai che io non so più cosa pensare ??

SIMONE = Niente, tu non devi pensare a niente…. Devi pensare solo a me che ti voglio bene e che ti voglio  sposare…. (si guarda in giro) Senti, adesso che siamo da soli, un bacio me lo puoi dare….

EMMA = No, no io queste cose prima di sposarmi non le faccio!!

SIMONE = Ma che sciocchezze dici. Dai, dammi un bacio (si abbracciano)

ROBERTO = (rientra in scena e vede i  due che sono abbracciati, a Simone) Ma come ti permetti di venire ancora in casa mia e a fare poi  queste cose… Via, vai via da questa casa e non farti più vedere !!!

SIMONE = (timidamente) Ma signor Roberto…

ROBERTO = Niente MA e niente SE… ho detto via (indica la porta) hai capito ?…

EMMA = (decisa)  Roberto, adesso basta, mi sono scocciata (prende per mano Simone) Amore mio andiamo.

SIMONE = Ma lui…
EMMA = (Trascinando Simone verso l’uscita)Lui si arrangia… !! (escono)
ROBERTO = (gridando loro dietro)Dimenticatevi questa casa… (al pubblico) Roba da pazzi… (rimasto solo si mette le mani nei capelli e gira pensieroso per la stanza) Io vorrei sapere se tutti quelli che fanno un corno alla moglie passano tutti i guai che ho passato io… accidenti a me e a quando mi sono fatto l’amante… (esce, si sente suonare il campanello. Passa Rosetta, va ad aprire la porta ritorna dopo con Cornelia)  
SCENA 37

ROSETTA – CORNELIA – SARA  - LIBERO poi GIORGIO

CORNELIA = La signora è in casa ?

ROSETTA = Si, la vado a chiamare  (via)

SARA = (entra con un grembiule da cucina- freddamente) Ciao Cornelia…

CORNELIA = E beh, non sei ancora pronta ?

SARA = Per fare cosa ?

CORNELIA = Ma come ? ieri mi avevi detto di venire che saremmo andate dalla sarta…

SARA = Hai ragione… Mi sono dimenticata… (con intenzione) Ma sono successe tante cose… (marcando il tono) Anzi ti devo parlare cara mia...

CORNELIA = Niente di grave, suppongo…

SARA = …e supponi male !!!

LIBERO = (entra vede le due donne che parlano e va subito verso Sara)Tu non devi credere a niente, sai?!

SARA = Credere che cosa…

LIBERO = Se ti dicono che Roberto era al cinema insieme a lei (indica Cornelia)

SARA = Cosa hai detto??!!  Roberto al cinema con Cornelia?? (imbarazzo di Cornelia) Anche con Roberto !!!

LIBERO = Sì, sì… ma non era lui !!

GIORGIO = (entra vede  Libero lo prende di forza e lo porta via, alle donne)Scusate dobbiamo andare a prendere un caffè  (i due escono)

SARA = Allora quella donna eri tu!!

CORNELIA = Ma cosa dici ??!! Io non capisco di cosa stai parlando…. E poi, scusa ma dai retta ad un ubriaco??

SARA = E allora perché sei diventata tutta rossa e sei tutta agitata…. Prima con il mio futuro cognato e poi con mio marito… Ora capisco tutto il nervosismo di Roberto, tutti quei comportamenti assurdi e la sua smania dei viaggi…

CORNELIA = Sara credimi, al cinema a Firenze non ero con tuo marito.

SARA = Allora confessi di essere stata al cinema

CORNELIA = (cercando di riprendersi)Sì…Ma non… non con Roberto…

SARA = Adesso vediamo se è come dici tu. Intanto vieni con me di là. (la prende per un braccio ed escono)                                       

SCENA 38

OLGA – GIUSTO – SARA – ROBERTO – LIBERO

OLGA = (arriva in scena con Giusto)Ma a me sembra una cosa impossibile…

GIUSTO = Invece è proprio così. Il tuo caro nipotino ha imbrogliato tutti: te, sua moglie ed anche me.  Era lui  al cinema a Firenze con la sua amante, e poi ha preso a schiaffi il maresciallo dei carabinieri

OLGA = Mai e poi mai avrei immaginato una cosa del genere. (vede arrivare Sara e Roberto. Va da Sara  l’abbraccia)  Fatti coraggio, è giusto che tu sappia tutto. (indicando Roberto)  Questo disgraziato era al cinema a Firenze con la sua amante …

ROBERTO = Ma cosa stai dicendo ?…Ma tu ti sbagli. Giudice, ci sarà stato di sicuro uno sbaglio di persona.

SARA = (piange, abbraccia la zia)Ed io, stupida, che credevo a tutto quello che mi diceva. (a Roberto) Porco !!!

GIORGIO = (entra)E’ permesso ?

GIUSTO = (riconoscendolo)Lei ?…

ROBERTO = (a Giorgio) Si può sapere cosa vuoi ancora da me ?

GIORGIO = Devo dire due parole al giudice. (lo prende sottobraccio)

Scusi signor giudice , ma non voglio che un uomo innocente venga accusato al posto mio. Ho deciso di dire tutta la verità. Quel Roberto Galletti che al cinema EXCELSIOR di Firenze ha preso a schiaffi un maresciallo dei carabinieri sono io.

ROBERTO = (fingendo)Come tu ? Amico mio…

GIORGIO = Ti prego Roberto, perdonami. L’ho fatto per non compromettermi (al giudice) Dello schiaffo al fiorista sapete già… Cosa dire di più… come si dice in questi casi mi rimetto al giudizio della corte…

GIUSTO = Bravo, questo gesto vi onora, e visto che siete amico del mio prossimo nipote vedrò cosa potrò fare per lei.

GIORGIO = Grazie signor giudice.

SARA = (tutta felice, al marito)Scusami, se ho dubitato di te, e se ti ho detto porco. (poi ricordandosi che Cornelia e nella stanza) Mi ero dimenticata… Cornelia... (va via per ritornare dopo con Cornelia, per fare la scena finale )

GIUSTO = (a Olga)Tutto è bene quello che finisce bene. Sai mi sarebbe dispiaciuto mettere in carcere il mio futuro nipote.

OLGA = Te l’ho sempre detto io che è un bravo ragazzo

GIORGIO = (approfittando della confusione prende Roberto sotto braccio)Grazie !! mi hai appena assunto come tuo segretario.

ROBERTO = Ma cosa stai dicendo ?…

GIORGIO = Non vorrai mica rinunciare ai miei servigi, vero….?

ROBERTO = Noooo… ci mancherebbe…. (fra sé) Mannaggia la sorte, non solo questo si è introdotto nella mia vita, ma mi ha rubato anche l’amante e io lo devo pure pagare per questo…. !!!! (si morde le mani)

LIBERO = (entra in scena gridando) Roberto, Roberto…ho sistemato tutto. Vuoi sapere cosa ho fatto ?

ROBERTO = (cerca di bloccarlo, gli tappa la bocca)Non importa…. me lo dici dopo.

LIBERO = (togliendogli la mano dalla bocca)  Fammi parlare. Mi sono messo d’accordo con il tuo compagno di scuola , l’ho convinto a dire che lui quella sera era al cinema a Firenze e che ha dato gli schiaffi al maresciallo dei carabinieri…Gli ho promesso che tu lo avresti preso come tuo segretario particolare (vedendo Giorgio) Bravo sei già qua (a Roberto) Vieni qua, dammi un bacio. Hai visto che bel lavoretto che ti ho fatto…Te l’ho detto che ci pensavo io.

ROBERTO = (al pubblico) MALEDETTO IL GIORNO CHE HO FATTO LE CORNA A MIA MOGLIE !!!! (poi avvicinandosi a Libero) Si, si ..vengo, ma non per darti un bacio ma per romperti la testa.  (lo prende e lo butta sul divano e incomincia a percuoterlo) Giudice, incominciate a contare quanti mesi di carcere dovrò scontare.(lo prende a schiaffi)Uno, due, tre, quattro (sottofondo musicale appropriato che accompagna la chiusura del sipario)

CALA LA TELA

FINE DELLA COMMEDIA