Mia suocera… si vuole fidanzare

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ME SOGGIRA… SI VOLI FARI ZITA

    MIA  SUOCERA…SI  VUOLE FIDANZARE

                                

commedia brillante in due atti

(di Calogero e Rosanna Maurici)

                                       (versione in italiano)

Personaggi

Filippo  Scolaro             (il genero)

Marianna  Pasqua        (la suocera)

Patrizia  Pasqua            (la figlia di marianna)

Pasqualino Pasquetta   (il fidanzato di Marianna)

Giulietto Pasquetta       (il figlio di Pasqualino)

Romeo Pasquetta          (il nipote di Pasqualino)

Franca Scolaro              (la madre di Filippo)

                                     

                                                                                 Tel.   Autore. abit.090/638009

                                                                                                       cell .3393359882

                                                   (elaborata da Pietro Maurici e da Rosanna Maurici)

                                                                          

                  

Titolo originale in dialetto siciliano

ME  SOGGIRA… SI  VOLI  FARI  ZITA

commedia brillante in due atti

di Calogero Maurici

(elaborata da Pietro e Rosanna Maurici)

        La signora Marianna Pasqua, vedova da venti anni, nonostante la veneranda età, è una donna ancora vivace, arzilla, elegantissima nel vestire e nel portamento, una donna piena di vita. Abita in una casa al primo piano mentre a pianterreno abita la figlia Patrizia sposata con Filippo Scolaro i quali attendono da anni l’atto della casa.   

        Un giorno Marianna annuncia che si vuole fidanzare, i coniugi pensano sia uno scherzo, quando si rendono conto che uno scherzo non è, temendo di perdere qualcosa con il nuovo intruso, pensano di resistere fino alla morte di Marianna e che il fidanzamento prima di iniziare finisca, ma quando conoscono… Una commedia con pochi personaggi brillante che certamente con un buon regista creativo nel caratterizzare alcuni personaggi e con dei buon interpreti, non cadrà mai di tono, facendo divertire il pubblico. La scena rappresenta un’abitazione  e per accedere al primo piano fare qualche scalinata o come meglio ritiene regista e scenografo.

                                           S C E N A  I°

                                      (Filippo, Patrizia, Marianna)

Fil.    ( seduto comodamente nel divano legge, mentre la moglie beve il caffè)

          Certo che quando tua madre non è casa casa si sta meglio di una pasqua.

Pat.    Ma se è sempre fuori, con noi non c’è mai…

Fil.     Menomale, perchè di quanto è pesante…sta parola   suocera, (scandire bene)non

           dovrebbe esistere, si dovrebbe scrivere solo suo o meglio solo cera  e

           menomale che la casa ha due piani e ha tutte le cose per conto suo…

Pat.     Però fra centanni di salute, appena lascia queste proprietà ti piace…

Fil.     Centanni? Già è grandicella, capisco che è arzilla, piena di salute, viva, più tesa

           di noi giovani, però non è che puo’ campare assai ancora…

Pat.     Finiscila con questi discursi… (entra Marianna, la mamma di Patrizia,

           abbastanza elegante, fina, arzilla)

Mar.   Buongiorno…(risponde solo Patrizia) Caro genero non si risponde?

Fil.     Lei dice buongiorno con questa giornata,  mi pare che ci prende per fessi…

Mar.   Hai il sederino bello riposato, hai trovato il piatto pronto e ti sei seduto senza

           neppure muovere una sedia.

Fil.     Ma perchè mi rinfaccia sempre queste cose…

Mar.   Se tu sei quà dentro devi ringraziare non a mia figlia, ma a quella buon’annima

           di tuo suocero…

Fil.     Quello poverino, si che era un suocero che si poteva dire Suo cero…

Mar.   Che vuoi dire…

Pat.     Niente mamma, non gli dare retta…(fa cenno al marito di smettere)

Mar.   Ventanni…ventanni  che sono  sola… soletta…( pronunciarlo con un certo tono,

             poiché diventerà il tormentone. Appena dice: sola, la mano destra portarla alla fronte

             facendo attenzione che il palmo della mano sia rivolto verso il pubblico… invece appena

             dice: soletta , allargare le braccia verso l’alto)

Pat.    Dai mamma lo sappiamo, non fare cosi…

Mar.   Sentite, vi devo dire una cosa importante, ci  ho pensato tutta la notte.

Fil.     Quando non dorme c’è di spaventarsi… (al pubblico)

Mar.   Ormai sono grandicella, e vorrei cominciare a pensare un po’ di più a voi…

           (verso il genero) Purtroppo de…vo dire  a vo…i… perchè tu sei il marito di

            mia figlia… (Fil. Si alza e si mette in disparte)

Pat.     Parla mamma…che hai pensato tutto stanotte.

Fil.     (al pubblico) Quando pensa di notte o ci sono botte o si resta cotte.

Mar.    Ho pensato che è giusto di iniziare i lavori (sospira) per la tomba…

Pat.    Mamma...ma che pensi (facendo gesto al marito di sdrammatizzare)

Mar.   E’ giusto  che ci penso io, perchè non si puo’ mai sapere…

Pat.    Mamma ma si ancora in forma, poi se ne parla…

Mar.   Meglio pensarci prima, anzi troppo tempo ho perso, i soldi li voglio

           spendere, deve essere bella, elegante, piena di decori, fotografia non gli e ne

          faccio mettere, perchè il ricordo deve rimanere vivo nel cuore…e questa spesa

          me la voglio accollare tutta io…

   

Pat.    E’ vero che sei grandicella, però hai una salute di ferro (facendo gesto al marito)

Fil.    (stavolta incitato dalla moglie interviene) Ma non ci pensi, ancora ci sono

          anziani che campano centanni…

Mar.   Infatti io sono sicura di campare centanni…la tomba per voi la voglio fare…

           (Filippo si tocca e guarda fisso verso il pubblico)

Fil.     A figlia di buona madre!

Mar.   Mia madre è morta a novantanove anni nove mesi e nove giorni…io la voglio

           superare…ma guardate che linea, che andatura, che eleganza, che voglia di

           vivere, di divertirsi, di mangiare bene ma genuino (poi al genero) tu con tutti

           queste schifezze che mangi manco passano due anni e ti ritrovi la gastrite,

           l’esofagite, la stomatite, l’artrite, l’epatite, (Filippo fa scena) dopo due anni di

           questi malanni arrivano altre cose ancora,  e nel giro di quattro cinque

            anni…(Fil.la blocca)

Fil.      Oh! Ma che mi vuole morto!...

Mar.    Che problema c’è… la tomba di quà ad allora è pronta! Quando penso che ha

            da ventanni…ventanni che sono sola….soletta!  Patrizia a mamma, tu

            cucina,  io tempo non ne ho, a me poi mi fai un po’ di pastina in brodo e della

            verdura, come frutta solo una mela cotta… grazie. (esce)

SCENA II°

(Filippo, Patrizia)

Pat.   Tu la stuzzichi e quella poi non si tiene…

Fil.   Ma si questa che Dio non voglia campa centanni non mi posso godere manco

           questa casa.

Pat.    Filippo e finiscila…ringrazia che non si è sposata più..

Fil.    Ci voleva pure questa…ma come mai, noi a questa età siamo acciaccati e lei

          sembra una figurina, butta salute da tutte le parti, anche quando fa aria, mai,

          mai un cattivo odore anzi a momenti li fa profumati.

Pat.    Menomale che sta veramente sopra e ha tutte le comodità…

Fil.     Però il mangiare lo vuole fatto apposta…ma per ora dove và, perché esce pure

           la mattina ( allicchittata) elegantissima

Pat.    Da un mese frequenta una scuola di ballo per anziani…

Fil.     Non si fa mancare niente…potrebbe frequentare anche una scuola di

           recitazione…anzi non c è’ bisogno di recitazione perchè sa recitare benissimo,

           è la prima attrice quà dentro. Patrizia amore mio, ma perchè non le affittiamo

           una casa, cosi la vediamo poco anzi pi poco di poco.

Pat.    Si, mia madre se ne và in affitto avendo la sua casa…Ti sei scordato il patto

          che fino alla sua morte ha diritto di rimanere in questa casa?

Fil.     Ma è da quasi ventanni…e non ci credevo che durasse tanto…e chissà quanto

          dura ancora!... ogni giorno che passa la vedo sempre meglio, più in forma di

           noi!

Pat.    E che vuoi, vai a ballare pure tu.

Fil.     E più di quanto ballo quà dentro con lei…

Pat.    Mangia pure tu genuino, senza grassi, verdura, un filino di olio e frutta cotta.

Fil.     E cosi perdo i piaceri della vita…già dispiaceri con lei ce ne sono assai!

Pat.    In fin de conti facciamo quello che vogliamo…

Fil.     Si quello che vogliamo, la mattina appena ci alziamo più tardi ci rimprovera

           perchè vuole preparata la colazione alle otto e dieci: latte totalmente scremato,

           pochissimo caffè, biscotti del mulino bianco; la notte sente sempre rumori,

           lei non dormi mai, perchè o pensa come morire più tardi possibile, o come

           fare morire  noi prima di lei…menomale che nostra figlia già è maritata e sta

           lontana altrimenti tutte e due si prendevano dalla mattina alla sera…ma poi

           non capisco,  mangia poco e niente e ha più energia di te e di me, dorme  poco

           e si alza con due occhi spalancati che sembra che ha due giorni che dorme

           ininterrottamente, io anche se dormo un’ora in meno, gli occhi manco li posso

           aprire bene.

Pat.     Questi sono i misteri della natura.

Fil.      Questi sono i misteri della sventura . (si avvicina alla moglie) Patrì…ma per

            evitare ogni dubbio che campasse centanni, qualche giorno non possiamo

             mettere un poco di veleno leggero nel latte!...   

         

Pat.     Io sono sicura che se gli mette il veleno, lei beve e muori tu…(Filippo fascena)

Fil.      Oh! Ma madre e figlia non vedete l’ora…

Pat.      Ma come i viene in mente una cosa simile…

Fil.       E scherzo, per sdrammatizzare…

Pat.      Senti io esco, devo andare da padre Bartolo a ricordargli la messa per mio

            padre.

             

Fil.      Come mai ci vai tu e non lei.

Pat.      Perchè Padre Bartolo mi ha detto di andarci prima che ci vada lei, altrimenti

             per mezzora gli comencia a dire: è da ventanni…ventanni…(continua il

             marito)  (Fil.  imitando la suocera precisa anche con i gesti ) Che sono rimasta

             sola…. Soletta.

Pat.     Mi raccomando, se dovesse venire non fare scenate, assecondala, non la fare

           arrabbiare…altrimenti se si vende questa casa…(esce)

SCENA III°

(Filippo, Marianna, Patrizia, Franca)

Fil.     Il mondo è pieno di barzellette sulle suocere, di film sulle suocere, e di

           commedie sulle suocere. La mia cara suocera Marianna…quando mi fa male

           lo stomaco mi vuole fare una lavanna… L’anno scorso a natale mi ha  

           obbligato a mangiare pasta scaldata senza formaggio …perché lo stomaco

           ogni tanto ha bisogno di un lavaggio…per secondo verdura bollita…cosi dura

            più a lungo la vita … volevo un po’ di torta, e mi ha detto no, perchè con la

            torta… la vita è più corta …A natale che chiunque si mangerebbe il mondo

            mi guardava con gli occhi storti come a dirmi stai attento altrimenti mi vendo

            casa…

           Mi auguro che non ci capiti nessuno   (entra Marianna cantando)

Mar.   Fiorin Fiorello l’amore è bello più bello ancor… Caro genero sono felice più

          felice di prima…la vita mi ha sorriso di nuovo, solo una volta mi ha tradito…(il

          genero guarda stupito) quando penso che da ventanni…ventanni… che sono

          sola…soletta…però è giusto che ora ci sia una svolta nella mia vita visto che

          mi ha sorriso…oh! (sospira mentre il genero la guarda fisso) mi sento in

          paradiso…fiorin fiorello l’amor è bello…(mentre và sopra)

Fil.     Si senti in Paradiso, magari fosse vero in Paradiso…ma l’ho vista più strana

          ancora, questo ballo la sta facendo o rincretinire o ringiovanire…sarebbe

          meglio la  prima ipotesi!

        

Pat.    (entra la moglie affannata)  Filippo…Filippo….

Fil.     Marianna che c’è…

Pat.     Filippo…Filippo…

Fil.      Marianna chi ti è successo…

Pat.     Filippo…Filippo…

Fil.      Botta di sangue…che c’è…

Pat.     Filippo…non ci credo…

Fil.      Non ci credi a che…

Pat.     Quello chi mi ha detto Padre Bartolo.

Fil.      Che ti ha detto Padre Bartolo.

Pat.      Una notizia grossa grossa.

Fil.      Meglio grossa che secca…chi ti ha detto (ride) che si vuole fidanzare?

Pat.     (annuisce) Hai indovinato…

Fil.      Questi sono fatti suoi…certo è scandaloso…vergognoso…

Pat.      No lui…mia madre…(Fil. rimane zitto, incredulo verso il pubblico)

Fil.       Ma è uno scherzo di carnevale?       

Pat.      Mi ha detto auguri, certo io non condivido però pazienza…dice che gli e l’ha

            confidato oggi.

Fil.       Questa disgraziata…(Patr. fà cenno di non gridare) ma chi è questo vecchio     

             rimbambito…

 

Pat.       E’ vedovo, di un paese vicino, si sono conosciuti a scuola di ballo.

Fil.       Senti fino a quando lei non dici niente, facciamo finta di niente, podarsi che è

             una trovata per farmi mangiare il fegato…certo che se è vero, questo ci

             mangia questi quattro soldi da parte e noi restiamo comu due cani 

             abbandonati.

Pat.      Che vergogna…che vergogna…

Fil.       Che bello regalo chi ci ha portati la cicogna…(entra la madre)

Mar.     Che avete, sembrate due cani abbandonati…

Pat.      (indifferente) Niente mamma, sono stanca…

Fil.       Invece io cara suocera, la vedo bella, più sorridente del solito…

Mar.     E si, devo dire che la vita ha cominciato a sorridermi di più…proprio alla

             veneranda età…manco me lo voglio ricordare quanti anni ho…perchè

             altrimenti mi veni subito in mente: a ventanni…ventanni…sono rimasta

             ristavu sola...soletta.       

Pat.      Mamma dai che papà ti vede e vuole che sei sempre bella allegra.

Mar.     Infatti cara figlia, caro genero, voglio annunciarvi il mio fidanzamento…

Pat. Fil.       FIDANZAMENTO?!...

Mar.     Perchè fate finta di non sapere,  P. Bartolo vi ha detto tutto, ero sicura che ve

             l’avrebbe detto, ho studiato il piano nei minimi particolari cosi eravate

             preparati.

Pat.      Mamma ma ti rendi conto del passo che stai facendo?

Fil.       Noi diventiamo ridicoli a l’occhi di tutti…

Mar.     Tu sei sempre ridicolo anche alle persone senza occhi… e poi le persone

             parlano tre giorni poi cominciano a stufarsi…e crepano d’invidia. Sono

             sicura che a tutti vedrò morire, nessuno mi leva dalla testa che campo

             centanni.

Pat.       Ma non ci pensi o papà…

Mar.      Non hai detto che mi vuole vedere sempre allegra.

Fil.        Ma già era troppo allegra.

Mar.      Ancora di più, con l’allegria e con la buona compagnia si vince ogni

               peripezia…

    

Pat.      Mamma sei sicura che non lo fa per soldi…

Mar.    Ma a te niente ti pare che la mattina mi porta il caffè nel letto, mi sveglia col

            bacio, ci vediamo la televisione assieme, mi faccio lavare le spalle, mi piglia

            le mie cose…almeno almeno mi darà altri ventanni di salute…(Fil. fà scena)

Fil.      Ma quando lo facciamo questo fidanzamento…

Mar.    Io quasi quasi il fidanzamento lo salterei, passerei direttamente al matrimonio.

Fil.      Ma poi le persone sparlano, direttamente al matrimonio… (ironico)

Mar.    Ma ormai siamo nel duemila, il fidanzamento è una formalità, però forse è

            meglio che lo facciamo in fin dei conti è più romantico. Fra due ore sarà qua.

            (Fil. Patr. assieme: due ore!)

Mar.    Andate a prepararvi perché è precisino, elegantino, viene con la famiglia,

            figlio e nipote. E’ vedovo, si chiama Pasqualino ed è un ricercatore.

            Adesso mi vado a preparare, doccia, pettinatura, trucco, cambio vestito, creme

            per il viso (sospira) la vita mi ha sorriso e mi sento (sospira) in Paradiso.

Fil.      Ma dobbiamo fare  festa?

Mar.    Meglio una festa che cento festicchi…altrimenti ti restano li spicchi…(và)

Fil.      Questa vero a noi fa morire prima…(rientra Marianna)

Mar.    Chi scava per gli altri la fossa… prima o poi ci lascia lui l’ossa … (esce)     

Fil.      Pure i proverbi con le rime fa ora.  Cara moglie siamo fritti…

Pat.     Ma chi è questo, un ricercatore ma sarà medico…

Fil.      Per favore, già dice che più stò io qua, più lei campa, con la sua compagnia

            ci darà ventanni di salute, se è medico gli ne darà altri dieci anni, ma quanto

           cazzo deve campare!... (entra la madre di Filippo)

Fra.     Il paese è pieno già…a mamma, te lo dicevo io vattene, affittati una casa e

            non stare con una sciacqualattuca…Patrizia gioia mia tu non c’entri , ma tua

            madre è sulla bocca di tutti, è l’argomento del giorno, per venire quà mi

            guardavano tutti non con due occhi ma pure con gli occhi del se…sed…che

            mi stava scappando…in tutti i negozi, supermercati, panifici, bar, non si fa

            altro che parlare di questa buffonata…pure in chiesa dentro la sacrestia…DIO

            ci scansi e liberi (si fa il segno della croce)…Patrizia gioia, ma da chi ha

            preso, ma tuo padre si rivolta nella tomba. Senti a Filippo, se tu ti vergogni,

            vieni a stare da me fino a che non trovate casa, meglio stretti ma non

            sopportare queste vergogne…

Fil.      Mamma ormai questa casa non me la faccio scappare…

Pat.      Per me possiamo andarcene ora stesso…

Fra.      Patrizia ma niente puoi fare, siete ancora in tempo…che vergogna che

            vergogna…Quando mai la gente ha parlato di me...quando mai…  (entra

            Marianna)

Mar.    Comare di voi la gente non puo’ parlare perchè non ha argomenti…

            Avete dieci anni meno di me e ne dimostrate trenta in più di me…        

  

Fra.      Io non li ho questi desideri e questi pruriti che avete voi…

Mar.    Questa è l’invidia che vi sta scippando gli occhi…

Fra.      Ora me ne vado perchè già sono rimasta assai quà dentro .

Pat.      Basta finitila, mamma tu vai a prepararti…

Mar.    Sono quasi pronta…

Fil.      Mamma tu vattene che ci pensiamo noi…

Fra.     Non voglio essere invitata…fate finta che io non ci sono…

Mar.    Finta…ma quali finta, tu non ci sei davvero. (se ne entra, anche Franca se ne và)

                              

S C E N A  IV°

(Filippo, Patrizia, Pasqualino, Marianna)

Fil.     Ma questo fidanzamento sta facendo già danno  prima, figuriamoci dopo.

Pat.    Filì o combiniamo qualcosa prima di farlo o lo facciamo fallire subito dopo.

Fil.    Ormai per farlo fallire prima non c’è più tempo, appena conosciamo lui

          Vediamo che pera è, e combiniamo qualcosa…certo all’idea che questo arriva

           Asciutto asciutto dopo ventanni e si piglia anche una minima cosa non mi cala.

Pat.   Ha sentito è un ricercatore…

Fil.    Un ricercatore di femmine vedove, anziane, arzille…con qualche appartamento.

Pat.    Ma io dico dopo ventanni cche le ha preso in questa testa…

Fil.      Lo fa apposta per fare avvilire me…questa casa, me la sta facendo desiderare

           dovrebbe pagare me… venti anni…venti anni che sopporto questi vestiti,

           questi profumi, queste creme, questo mangiare genuino…(entra Marianna già

            pronta)

Mar.    Patrizia, genero, quando arriva, fate voi gli onori, io scendo dopo, è meglio.

            Farsi aspettare un pochino non guasta e poi avete modo di conoscervi…

            dopo ventanni…(lo ripetono Patriz.e Filippo) ventanni che sono rimasta

            solasoletta.  Oggi la vita mi ha sorriso…fiorin Fiorello l’amor è bello…

           (esce)

Fil.      Mamma mia che profumo, mi viene da svenire…ma il fidanzato non cade a

           Terra appena sente questo profumo?

Pat.     Meglio cosi sbatte la testa e non facciamo festa…

Fil.      Veramente prima non è che era tanto meglio di testa…(suonano il

           campanello, prima di aprire  Marianna grida: mi raccomando altrimenti casa

           niente)

Pat.     Ci vai tu o io…

Fil.      Vacci tu…(Pat. Stava andando) no vado io…(continuano questo ping-pong)

Pat.     No…ci vado io…ma forse è meglio che ci vai tu…(continuano a suonare)

Fil.     Aspetta, forse tocca a  te  perchè sei la figlia…aspetta ci vado io…

Pat.     Aspetta  forse hai ragione tocca a me…

Mar.   (dalla stanza) Aspettati ancora, che questa casa non tocca a nessuno …

Pat. Fil.  Ci vado io…

Pat. Fil.    E va beni vacci tu…(Mar. dalla stanza aprite sta cacchio di porta)        

Pat.    Tu siediti, ci vado io. (và) Prego…prego…

Pas.   (giacca a righe pantaloni a quadri, o pantaloni righe, giacca a quadri, riga al centro se ha

           capelli, papillon e preferibilmente occhiali da vista…in mano un mazzo di fiori, personaggio  

          molto caratteristico dalla risata particolare, chi vuole anche con qualche tic)

            Buon giorno, io sono Pasqualino Pasquetta, fra poco fidanzato della signora

          Marianna Pasqua.

Fil.    (al pubblico) Pasqua, Pasquetta, ci manca solo il Venerdi Santo!

Pat.    Io sono la figlia…Patrizia piacere…questo è mio marito…

Pas.    La mia (sbaciucchia) fidanzatina si fa attendere?

Pat.    Sta arrivando…

Fil.     Si accomodi…(si seggono)

Pas.    Oggi lei è…. in casa?

Fil.     Io sono sempre…. in casa.

Pas.    Pensionato?

Fil.     No, in ferie tutto l’anno…

Pas.   (risata particolare  e chi vuole tic particolari)

 

Pat.    Lei è un ricercatore…

Pas.   Si esattamente, precisamente, ha centrato, colpito nel centro.

Fil.    (al pubblico) Stiamo giocando a battaglia navale?

Pat.    Quindi lei ricerca…

Fil.     Di quale malattia è ricercatore…

Pas.    Non di malattie…(risata) ma di proverbi siciliani…

Fil.     Di proverbi siciliani? Allura non è medicu…

Pat.    Da quanto …insomma… con mia madre…

Pas.    Un pochino…

Fil.     Un pochino…e non potevate aspettare ancora un poco.

Pas.    Quando l’amore bussa alla porta…non lo fare aspettare, altrimenti il cuore

           scoppia e camminando puoi prendere pure una storta!..

Fil.     Cominciamo…

Pas.    Ho avuto altre opportunità, ma mai… mai le ho sfruttate…non mi piaceva

           nessuno…nessuno..nessuno…nuddu…sapete comu si dice? Non ti pigliare

           una cozza…altrimenti ti pigli una rozza…(ride)

Pat.     Mi deve scusare, ma io non sono abituata a fare la ruffiana…ancora non la

           conosco.

Pas.     Meglio il cane che ti lecca … ma non la gatta che ti stecca…   

                                                                                                    

Fil.      E comu mai di tutte queste opportunità nessuna ci piaciu…e proprio ccà

            finiu

Pas.    Una era pelosa…femmina barbuta… da lontano si saluta…Qualcuna mi

           ha cominciato a stringire subitu e si dice: femmina che subito ti stringi…o

            dipingi o fingi … (ride sempre allo stesso modo)

            

Pat.     E gli è piaciuta proprio mia madre…

Pas.    Si, proprio lei, Bella di natura …fino alla morte dura…l’aria che respiri è

           sempre pura e quando stai male sempre ti cura

Fil.     Mi sto confondendo!.

Pas.    Chi si confonde per niente…prima o poi non vede e non sente

Fil.     Patrizia è meglio che chiami tua madre…

Pas.    Si perchè mi è stancato il braccio a tenere i fiori…(Patr. Mentre và, entra la

           madre)

Mar.   (entra con classe, elegantissima)   Pasqualino…

Pas.    (si alza in piedi di scatto tenendo sempre i fiori) Marianna tu sei la luce dei

            miei occhiali, fra poco mi fai volare senza ali  (Fil. si mette le mani in testa)

            Da quando ti conosco le mie passeggiate non sono più nel bosco…ti penso

            ogni momento con il sole con il vento…col bel tempo e con la pioggia da

            Palermo a Foggia con il ballo si sono uniti i nostri cuori accetta questi fiori…                   (mentre gli li dà…filippo stupito)

Mar.    (incantata prende i fiori annusando e sospirando felicemente) Vado a metterli

            Nella mia camera da letto…

Fil.      Ma questa vero centanni campa!.

Pas.    (tutto ad un tratto si mette a piangere)

Fil.      Ma come… è da mezzora che ridi con una risata mista. Perchè ora piangi...

Pas.     Con la donna prima c’è la risata dell’entrata e poi d’incanto c’è il pianto!

Pat.      Ma è bravo con questi proverbi e addirittura con le rime!...

Fil.      Zitto, e piuttosto comincia a pensare come farlo andare…(entra Marianna)

Pas.     Che profumo…delizioso, ammaliante, irresistibile, incontrollabile, delicato,

            incancellabile, indimenticabile, accattivante, armonioso…

Mar.    I tuoi fiori…profumano, addolciscono, colorano, innamorano…

Fil.      Il vocabolario stanno ripetendo…            

   

 Mar.   Appassionano, allungano la vita…(se ne entrano abbracciati)

Fil.      No… Allungano la vita no…( rientra la suocera)

Mar.    Non campo centanni…ora campo centanni e due giorni…(se ne rientra subito)

Fil.      No…(disperato) No…. Pure due giorni in più!... (fine I° Atto)

SECONDO ATTO

S C E N A V°

( Filippo, Patrizia, Marianna, Franca, Carlo, Romeo)

Fil.    Ma a che ora se ne andato il fidanzatino.

Pat.   Verso le due …

Fil.    Verso le  due?! E che  hanno fatto il brodino?

Pat.    Mia madre ha detto che si sono visti due film…

Fil.    Ma hai visto che pezzo di salame…Patrizia cerchiamo d’inventarci qualcosa

         Se no, se questo ha cominciato ad andarsene alle due, fra un poco si corica qua

         Se la marita e noi ci lecchiamo le dita.   (entra Marianna più felice di prima)

Mar.   Buongiorno.  (rispondono Pat.e Fil.) Caro ge…ne…ro hai imparato a

           rispondere vedo con piacere che qualcosa del galateo la stai imparando.

Fil.     La ringrazio su…o…cera!

Pat.     Mamma ti preparo la colazione.

Mar.    Stamattina lascia stare, faccio colazione con Pasqualino al bar, poi ritorno a

            casa, a casa mia…perché questa (verso il genero) è casa mia, pranzo leggero,

            vi dirò cosa preparare, passeggiata pomeridiana, ritorno a casa, a casa  mia…

            perché questa è casa mia cena leggerissima, poi vi dirò cosa preparare, visione

            di tre quattro film d’amore e poi lascio decidere lui se coricarsi qui o a casa

            sua fino al giorno del matrimonio…ormai il fidanzamento ufficioso c’è a tutti

            gli effetti, manca solo di conosce il figlio, la nuora, ed il nipote. Quando

            penso che da ventanni…ventanni sono rimasta sola…soletta. Patrizia,

            sorridi, la vita mi ha sorriso…a più tardi (esce sempre elegantissima)

Fil.      L’hai sentita alla ragazzina…Patrizia sorridi che io piango; pranzo leggero,

           poi vi dirò cosa preparare, addirittura si vuole sposare saltando il

           fidanzamento ufficiale. Visione di film, prima erano due, ora  tre quattro, forse

           io no ci resisto ma ci pensi a questo che dalla mattina alla sera ci riempie la

           testa con questi proverbi…

Pat.     Con le rime, non ti scordare che fa pure le rime…

Fil.     Tu scherzi, la cosa è seria.

Pat.     Non te la prendere con me, perché fin dal primo momento io con mia madre

           Non volevo starci, e tu, per questo appartamento ti stai accollando a lei che

           forse ci porta al camposanto prima di lei, a un ricercatore ca fa fondere il

           cervello e io che faccio la cameriera di pranzi, cene leggere e genuine.

          

Fil.     Non ti preoccupare che risolviamo la situazione o in un modo o nell’altro.

Pat.    Fammi andare a fare un poco di spesa ora, altrimenti appena viene chi la

           sente.(esce)

     

Fil.     Ha ragione mia moglie, io ho capito che ho sbagliato di grosso, per risparmiare

           l’affitto di casa stò perdendo la salute e lei invece la guadagna…ma io

           pensavo se non è questo anno che muore, a l’anno prossimo non ci arriva 

           sono passati due anni, e le ho dato massimo altri due anni di vita, e son passati

           altri due anni...a due anni a due anni, si è tirata ventanni...ventanni…a

           proposito di ventanni: quando penso che (la imita)  ventanni…ventanni…che

           son rimasta sola… soletta. Questa fraseormai ce l’ho incorporata in ogni

           organo del mio corpo. (bus.Filippo.apre, è Franc.)

 

Fra.    Ciao a mamma, ho visto uscire a quella svergognata e sono venuta, sta facendo

           ridire un paese, pure i paesi vicini sanno, il macellaio mi ha detto che questa è

           una notizia da telegiornale, Filippo lascia sta casa, fregatine dell’appartamento

           la saluti è salute, l’onore è onore. 

Fil.     Mamma hai ragione, ma ormai sono nel ballo e balliamo, anzi nel ballo no,

          perché il ballo è proprio quello che ha rovinato del tutto la mia cara suocerina.

Fra.    Menomale che tuo padre è morto altrimenti morva prima del tempo, e si non

           vuoi che io muoio prima del tempo, lascia sta casa, e se non vuoi che tua

           moglie cade malata lascia questa casa, e se non vuoi che tu, muori prima di

           tua suocera…

Fil.     Oh! Ma pure tu mi dici che muoio prima di lei, quasi quasi comincio a

           crederci tanto la disgraziata la tomba la sta preparando, addirittura per me

           e mia moglie, con i decori e senza fotografie che disgraziaaaaato che sono!

Fra.    Senza fotografie? E se poi io sbaglio e non sò quale tomba è… comu ti

           porto i fiori!..

Fil.    (si tocca) Mamma ma mi vuliti veru mortu…

Fra.    Oh! Beddu meu, staiu sfasannu puru io…(bussano, Fil.và ad aprire, entrano

            Giulietto con il figlio Romeo, rispettivamente figlio e nipote di Pasqualino, vestiti tutti e due  

            uguali e precisamente come era entrato  Pasqualino…occhiali, riga al centro, papillon, anche

            loro con un mazzo fiori)

Giu.    Buongiorno…io sono Giulietto, figlio di Pasqualino Pasquetta…

Rom.   Buongiorno…io sono Romeo Pasquetta, figlio del qui presente Giulietto

            nonché nipote dell’assente momentaneo di Pasqualino Pasquetta.

            (poi entrambi credendo che Franca fosse la fidanzata di Pasq.)

Car.     Mammi…questi sono per te…

Rom.   Tu sei il nonni…

Fra.     Io non sugnu la mamma…

Fil.      Mamma…ci parlo io…

Rom.   Ma se tu sei il nonni perché la chiami mammi…

Fil.      No, io sono il figlio…

Giu.     Il figlio?! Ma io sapevo che la fidanzata avesse una figlia…

Fra.     No, la mamma sono io, lui è…

Rom.   Il nonni della figlia…

Giu.    Mammi accetta questi fiori dal tuo figliastro Giulietto.

Rom.   Nonni accetta questi fiori dal tuo nipotastro Romeo.

Fil.      (al pubblico) Menomale che non c’è Giulietta.

Fra.     Io non sino la fidanzata, sono…la…(Giul. la stava bloccando)

           (arrabbiata) Fatemi finire…io sono la mamma di Filippo…

Fil.      Io sono il genero…della fidanzata di Pasqualino…il marito della figlia

           della signora Marianna…

Giu.     Ecco dove stava l’equivoco…

Rom.   E la nostra cara mamma…(ride…e di conseguenza anche Giul.) adesso dov’é.

Fil.     Al bar…con un cappuccino genuino ed un caffè scremato! (Giul. e Romeo

           ridono precisamente come Pasqualino) Madonna santa…la stessa risata hanno.

Fra.    Filippo io me ne vado, combattici tu a questi…Buongiorno. (esce)

           (Giul. e Romeo rispondono assieme: Buongiorno e scusi per l’equivoco

S C E N A VI°

                   (Filippo, Giulietto, Romeo, Patrizia, Marianna, Pasqualino)

Fil.    Accomodatevi…(si seggono vicini, assumendo la stessa posizione, tenendo

          sempre quei fiori in vista)

Giu.    Lei che ci racconta di bello…(Fil. Sta per aprire bocca e viene bloccato)

Rom.  Si trova bene con la signora Marianna, ossia sua suocera, ovvero la fidanzata

            del mio caro nonni? (Fil. Sta per aprire bocca e viene di nuovo bloccato)

Giu.    Sono sicuro che si trova bene…del resto papi mi ha raccontato che è una

           donna piena di vitalità… da quanto tempo abitate insieme…(stessa scena)

Rom.   Quando si sta assieme non conta assolutamente niente.

Giu.     Sig. Filippo come mai non parla?

Fil.      E’ Maleducazione interrompere due sca…sca…scatenati simpatici come voi.

            (Giul. e Romeo si guardano e si alzano insieme dicendo: Grazie poi si risiedono )

            Sig. Giulietto, ma voi siete contenti che papà si faccia…

Giu.     (si alza di scatto) Fidanzato?! Certo, sono di un gioia immensa…(si risiede)

Rom.    (si alza di scatto) Io l’ho incoraggiato, spinto, assicurato che avrebbe trovato

             una donna  eccezionale... Proprio come la mia cara nonni Cleopatra …(si

             risiede)

Giu.     Eh si, mia mammi Cleopatra era una donna eccezionale, dopo aver

            conosciuto papi è morta in sei anni con grande dispiacere di non averlo ancora

            conosciuto di più.

 Fil.     E menomale!...

Giu.     Lei non è contento che la signora Mariannina ha trovato papi?!

            Sà non è uno che pretende troppo…la mattina vuole essere svegliato alle 

            otto in punto, alle otto e dieci vuole il caffè al letto con due fette di biscottate

            di cui una con marmellata…

Rom.   Solo una volta la settimana vuole essere svegliato alle otto e quindici…

Giu.    Alle nove vuole avere tutto pronto, pantaloni, camicia, scarpe, alle nove e

           trenta, passeggiata con Dante il suo cagnolino, rientro alle 10,30…

Rom.   Solo una volta la settimana passeggiata con la sua compagna…

Giu.     Poi dieci minuti di gioco con Garibaldi…il nostro Gattino…Alle undici

            passeggiata da solo con rientro alle dodici e vuole trovare un bagno

            caldo ed asciugamano morbido…

Rom.    Magari lavato con un ammorbidente  coccolino…

Giu.     Alle tredici pranzo con antipasto che non deve mai mancare, iniziando dalle

            Olive nere e bianche, salumi, formaggi, pane casereccio, carciofi, pomodori,

            acciughe sott’olio, un piatto di pasta bello condito, due secondi: uno di pesce

            uno di carne, vino di annata bianco e rosso a seconda del pesce o carne…

Rom.    Solo una volta la settimana salta l’antipasto…

Fil.       (al pubblico) Ma questi vengono dallo spazio!…

Giu.     Che dice?

Fil.       No, niente, ho detto interessante, anche mia suocera è precisa come suo papà.

Giu.     Papi…Papi…(entra Patrizia con le borse della spesa, i due si alzano di scatto)

Giu.     Mammi…

Rom.    Nonni…    (insieme poi con un tono bambinesco: BENVENUTA)

Pat.      Ma chi sono questi !…

Fil.      Parenti tuoi... (si avvicinano)

Pat.     Ma da dove vengono…

Fil.     Dal pianeta Marte…

Giu.    Papi mi aveva detto che eri un tipo giovanile, ma sei troppo giovanile e non

           pensavo che fossi cosi giovanile, più giovane di quanto papi avesse fatto

           intuire la tua freschezza giovanile.

Rom.   Nonni questi fiori sono per te…

Fil.      Scusate, questa non è mammì nè nonnì, è la mia compagnì…

                     (Giu. Romeo rispondono: Piacere…e si risiedono)

Giu.   Spero che la signora Mariannina arrivi subito, non vediamo l’ora di conoscerla.

 

Rom.   E dargli questi fiori…Per noi i fiori sono l’essenza della vita…

Giu.    Appena papi si stabilisce qui, sig. Filippo lei avrà un bel da fare…

Fil.     Che siamo contenti, già io ne avevo poco!…

Rom.   Papi…Papi…papi…

Giu.    Ah! si ho capito Romeo…Col vostro permesso mio figlio quando mi chiama

            tre volte di seguito significa che deve andare in bagno, possiamo…

Fil.      Pure lei?

Giu.    Io lo accompagno, perché lui mentre è dentro io tengo il suo mazzo di fiori,

           poi quando entro io lui tiene il mio mazzo…sa i fiori per noi sono l’essenza

           della vita… (ride)

Pat.     Prego…andate al primo piano, nel bagno della mamma è più grande. (vanno)

Giu.    Il mazzo di fiori…io gli farei un mazzo cosi…a loro e a quella disgraziata di

           Tua Mami.

Pat.     (stupita) Ma già l ho visti due minuti e sono rimasta secca, li ho sentiti dire

            quattro cose e non ci credo che parlavano.

Giu.    Tu due minuti, io da venti minuti chi mi stanno attorno, a due cosi, anzi a tre

           persone cosi mi sembravano che esistevano solo nelle favole…poi se ci

           mettiamo anche tua mami…tutti gli scienziati di questo mondo se studiassero

           a questi diventerebbero pazzi loro…

Pat.     Pure i fiori in bagno si sono portati…

Fil.     E’ da mezzora che li tengono cosi (imita) come non gli stanca il braccio non lo

           so…

Pat.     Mamma mia come dobbiamo fare…

Fil.     Solo una cosa buona c’è in tutta sta favola.

Pat.    Quale…

Fil.     Non abbiamo bisogno di inventare niente per fare sciogliere questo

          fidanzamento, Pasqualino Pasquetta, è tutto l’opposto di tua mami…

Pat.    Allora durano poco.

Fil.     Ma poco con questi elementi sai che significa? Una vita…già con tua mami

           siamo malati, con loro, ci portano alla fossa prima.

Pat.     Il solo pensare che questi anche se venissero ogni tanto…(entrano GIU.ROM.)

Giu.    Eccoci qua…appena papi viene ad abitare definitivamente qua, noi

           ci facciamo vedere spesso, anzi un pochino di più spesso, spesso…spesso.

           

Rom.    Sempre…

Giu.     Complimenti per il bagno, è grandissimo.

Pat.      Grazie, nove metri quadri…

Rom.    Nove metri quadri e ventidue…

Giu.     Le mattonelle sono bellissime.

Rom.   Ottanta mattonelle in tutto, dieci in più di quello nostro.

Giu.    Gli armadietti comodi tanti cassetti e cassettini…

Rom.   Dodici…sette grandi e cinque piccoli…

Fil.      (verso il pubblico) Gli hanno fatto l’analisi al bagno!

Giu.    Mancava solo un asciugamano per il bidè…ve ne era uno solo.

Pat.     Infatti c è n’è uno solo perché quel bagno lo usa solo mia madre.

Rom.   Io sono andato nell’altro e mi sono permesso di prendere il suo sig. Filì...

Fil.      Hai fatto bene…Romì…(espressione verso il pubblico, ed entrano Mar. Pasq.)

Giu.    (si alza di scatto con Romeo) Papi…finalmente, adesso non possiamo sbagliare.

            (Assieme con Romeo) Benvenuta!..

Pas.    Marianna, questi sono i miei due angeli…

Fil.     Ci mancano solo le ali e volano!

Pas.    Mio figlio Giulietto e mio nipote Romeo. (i due si avvicinano)

Mar.    Piacere…

Giu.Rom.   BENVENUTA!  Mami, questi fiori sono per te…(rimane col braccio come se

                      avesse ancora i fiori)

Rom.    Nonni anche questi sono per te. (anche lui rimane nella stessa posizione)

Mar.    Che emozione…mi sembra di rivivere la prima volta che mio marito mi portò

            il primo mazzo di rose…ah! Quando penso che da ventanni…ventanni sono

            rimasta sola…soletta!

Pas.    Adesso non sei più sola soletta, come io non sono più solo soletto ed assieme a

           Romeo e Giulietto saremo una vera famiglia sotto questo tetto.

Fil.     (alla moglie) Noi due siamo esclusi!   

Mar.    Che emozione…che emozione!…

Pat.     Mamma come mai avete tardato?!…

Mar.    Dopo la colazione…abbiamo fatto una lunga passeggiata con Dante, un

           cagnolino dolcissimo, poi al rientro abbiamo giocato dieci minuti con

           Garibaldi un gattino piccolo, indifeso…(Fil. fa scena)

Pat.    Ma prima gatti e cani non li sopportavi…

Mar.   Ma quando si ama, si deve accettare anche quello che vuole il proprio

           compagno.

Pas.    Patrizia da oggi in poi mi poi considerare tuo papi…Patrizia ecco Giulietto

          tuo fratello…Patrizia ecco Romeo tuo nipote…abbracciatevi. (fanno scena)

    

Fil.    (al pubblico) Era una famiglia persa e si è ritrovata!

Pas.   Filippo, da oggi sei quasi mio genero.

Fil.    Quasi…(Giu. Rom. si avvicinano per abbracciarlo, prima di farlo Fil. dice) il

          braccio potete abbassarlo non avete più il mazzo. ((i due si guardano)

 

Giu.   E’ vero…(ridono sempre allo stesso modo poi lo abbracciano e si vanno a sedere)

Pas.   Giulietto... Romeo (si alzano di scatto contemporaneamente rispondendo: SI)

          Dulcis in fundo…ecco Marianna la mia metà .

Giu.   (và verso di lei) Mami…più di prima…

Rom.  (stessa cosa) Nonni…più di prima…

Fil.    (accenna alla canzone) Come prima …più di prima...t’amerò…(poi ride)

          Che bello siamo una famiglia!...

Mar.   Che emozione…che emozione…

Pas.    Adesso  è ora di tornare a casa vado a preparare la valigia e poi mi trasferisco.

         

Fil.     Che bello siamo una famiglia!...Una famiglia…vero Patrizia.

Pat.    Si davvero una famiglia…

Pas.    Si dice: duole il piede e la caviglia tutto passa quando c’è la vero famiglia.

Giu.     Papi hai visto che bagno…

Rom.   Mancava sono una tovaglietta…

Fil.     Si è presa quella mia…tanto ormai siamo una famiglia…(ridacchia)

Pas.    Quando c’è l’amore o gioia o dolore  si  vedi sempre un solo colore …

           Aspettami gioia…tornerò…

Mar.    Che emozione…che emozione…(Pas. con i suoi, esce)

S C E N A  VII°

(Filippo, Marianna, Patrizia)

Pat.   Mamma, ma si convinta di quello che stai facendo?…

Mar.  Di quello che sto facendo? Quello che sto facendo? Già l’ho fatto figlia, hai 

          trovato un padre, un fratello, un nipote…e tu (al genero) un suocero…

Fil.    Quasi…quasi…

Pat.    Mamma, vedi che non è il tipo che pensi tu, se sai quello che hanno detto

          Romeo e Giulietto a Filippo…

Mar.   Perchè…per il cane e il gatto?…appena li conosci tu e (al genero) tu, pure

           Voi  ci giocate e poi niente ti pare che la mattina tu non mi prepari la colazione

           E me la faccio portare da lui a letto?…la sveglia, mi faccio svegliare da lui

          dolcemente, e non sento più il rumore della sveglia (fa i verso) lo sai quanto

          cose ti risparmi tu e (al genero) tu di farmi…Patrizia devi essere contenta, della

          felicità di tua madre...quando penso che è da ventanni…ventanni…che sono

          rimasta  SOLA...SOLETTA. Adesso fatemi andare a preparare e cambiare di

          abito, profumo e trucco (mentre se ne và) che emozione…che emozione…

Pat.    Filippo la colpa è tua, tua madre ha ragione, io per venire appresso a te…

          ma come si sopporta a questo, già solo di come  parla di come si muove, mi fa

          salire i nervi…e poi se ci mettiamo pure gli altri due…(imita) Benvenuta!..

Fil.     Come!… hai trovato un fratellino ed un nipotino!….(ironico)

Pat.     Filippo, io appena questo mette piedi quà me ne vado…

Fil.     Vediamo quanto possiamo resistere, podarsi che se ne vanno subito…

Pat.    Anche se fosse, poi resta sempre mia madre…

Fil.     Vero è…(un po’ forte)  posso credere che campa ancora assai?

Mar.   (da sopra) Chi desidera degli altri morte è vicina la sua sorte ! (Filippo si tocca)

            Figlia di buona madre si è specializzata pure con i proverbi…    

Pat.     Non gridare che ti sente...

Fil.     Basta…lo so siamo consumati, però una cosa buona c’è..

Pat.    Quale…

Fil.     Mi sembrava che quando giocava con il cane e gatto era cambiata totalmente

           Per lui…invece ancora non sa niente che quello vuole una cameriera.

Pat.     Lei vuole anche un cameriere…quindi dovrebbero a spiccicarsi subito.

Fil.     Intanto per ore sono appiccicati peggio di una colla. Piuttosto, appena entra

           in bagno, piglia la tovaglietta e lavala dieci volte, anzi buttala…

           Io vado un po’ da mia madre perché se ne è andata avvilita. (esce)

Pat.    (sente una dolce musica che viene dalla stanza della madre)

           Pure canzoni romantiche sente ora… niente io poco duro quà dentro, ho

           fatto sempre quello che dice mio marito, però ora è giusto che lui capisce

           Come si fa a sopportare una situazione del genere, noi impazziamo, già

           non siamo tanto precisi….(entra la madre con una vestaglia elegante)

           Mamma vedi che non mangia, totalmente quello che mangi tu;

Mar.   Quando si ama, bisogna accettare anche quello che vuole il proprio compagno.

Pat.     Le abitudini sono diverse diverse, non avete niente in comune…

Mar.   Quando si ama, bisogna accettare anche le abitudini del proprio compagno.   

Pat.     Mamma, senti io…(Mar. la interrompe)

Mar.   Cei dici a mamma, voglio aspettare Pasqualino in vestaglia.

Pat.    Mamma, ma non ti rendi conto che è tutta una buffonata…Sono ridicola a

           l’occhi di tutti…

Mar.   Per la felicità di una mamma, non deve fare caso a niente una figlia.

Pat.    E per la felicità di una figlia chi cosa fà una mamma e  per giunta vedova…si

          fidanza in vecchiaia, addirittura con cetriolo per non parlare di suo figlio e suo

          nipote…io di quà mi ne vado…

Mar.   Tu te ne vai, ma tuo marito resta, lui vuole restare…

Pat.    Ti sbagli, stavolta viene appresso a me.

Mar.   Lui aspetta questo appartamento, lui aspetta la mia morte…(in quel momento

           entra Filippo che capisce) ma lui muore aspettando…(Fil. Si tocca)

          

           Caro genero, se l’aspetto cosi a Pasqualino come ti pare…

Fil.      Per me lo puo’ aspettare anche nuda…

Mar.    Nuda ancora no, voglio fare passare un po’ di tempo…la femmina che si fa

            desiderare per tutta la vita si fa amare…io potevo immaginare che parlavano

            gli estranei, il mio caro genero, ma no mia figlia…non pensate mai alla

            felicità degli altri…siete egoisti.

Pat.      Per la tua felicità hai tolto la mia tranquillità…

Fil.      Figuriamoci quella mia!..

Mar.    Cara figlia e che tu non sai che significa a Ventanni…ventanni restare  sola

            Soletta…tu tanto a tuo marito l’hai ancora sopra questa terra . (Fil.fà scena)

            Tu caro genero, ricordati che più stài quà dentro, più salute mi dai…

            Sono sicura sicura che campo altri dieci giorni in più …erano centanni e due

            giorni, ora sono centanni e dodici giorni….(se ne và)

Fil.       No, (disperato)…No… dodici giorni in più sono una vita.(Mar. rientra)

Mar.     E addirittura ci saranno pure gli interessi…Fiorin Fiorello l’amor è bello (se

             ne và)

                                           

S C E N A VIII°

(Filippo, Patrizia, Marianna, Pasqualino)

Pat.     Le  ho detto che io qua dentro non ci resto e lei non ci crede…Filippo,

           andiamocene da tua madre, a casa affittata, anche piccola ma io non ci

           voglio restare più.

Fil.     Abbiamo sopportato ventanni...ventanni e in quattro giorni dobbiamo cedere?!

           Pure io non ce la faccio più, ma pensa che siamo agli sgoccioli, ma tu pensi  

           che campa centanni?

Mar.    ( piano di sopra)  E quindici giorni!…

Fil.      A figlia di buona madre sente meglio di noi…

Pat.      Lo vedi, lo senti che ti sta facendo morire prima del tempo…

Fil.       Hai ragione, stiamo un’altra settimana, podarsi che Pasqualino non viene

            più… (bussano, entra  Pasqualino, vestito sempre strano e sempre con un mazzo di fiori)

Pas.     Salve, sono di nuovo quà…Patrizia tuo fratello e tuo nipote fra un poco

            vengono …

Pat.     (al pubblico) per me possono rimanere dentro. (entra Marianna si ferma vicino la

              porta)

Pas.     La mia gion…vincella dov’è…(sensuale)

 

Mar.    (sensuale) Pasqua….lino

Pas.     Mari….anna

Mar.    Pasqua…lino…lino…

Pas.    Mari…anna…anna…(Filippo e la moglie si siedono disperati)

Mar.   Mi hai porta…to i fiori…che piacciono a me…

Pas.    Io por….to   sempre fiori…che ti piacciono perché sono l’essenza della vita…e

           tu hai un altro pro…fumo.

Mar.   Si, se vieni puoi sentire l’odo…re…(se ne entra)

Pas.    Scusate, ma io devo andare…gli impegni sono impegni…

Pat.    Io mi preparo a valigia…(se ne entra per prepararla poi bussano, entrano Giu. Romeo,

            Romeo con due mazzi di fiori che tiene uno in una mano l’altro nell’altro mano, Giulietto

            altri due mazzi di fiori di colore diverso,  sempre tenuti come precedentemente)

          

Fil.     (rimane stupito e li guarda fissi)  Due mazzi di fiori!

Giu.    Per la famiglia Pasquetta i fiori sono il nostro segno dell’amore, l’essenza

           della vita…I fiori portano la vita, l’allegria, la pace, l’amore…

Rom.   La calma, la serenità, la passione…

Fil.      Basta, basta...

Giu.     (a Fil.) Se per cortesia può tenere almeno un mazzo di ciascuno di noi…

            (gli e lo danno, loro escono e rientrano con una valigia ciascuno)

Rom.    Da oggi in poi siamo una vera famiglia…tutti sotto lo stesso tetto.

Giu.      La casa è grande…papi è innamorato..

Rom.    Due bagni ci sono, uno è grande…le tovagliette ci sono…(entra Pasqualino)

          

Pas.      Filippo… quasi genero…puoi cominciare a preparare la cena…più pesante

             possibile…(entra Marianna)

Mar.     Più leggera e genuina possibile…

Pas.      Più pesante possibile…

Mar.     Più leggera e genuina…(possono anche ripetere più volte)

Fil.       Voi due come la volete…

Giu.      Io mangio quello che mangia mio Papi…

Rom.    E io mangio quello che mangia mio papi…(risata)

Mar.    Allora preparate due cene una genuina e una pesante…

 

Giu.     Mami questi sono per te…(Filippo comincia a far capire al pubblico di scoppiare)

Rom.    Nonni anche questi sono per te.

       

Fil.       Patrizia…(stesso tono di loro…entra Patrizia con due valigie) Prepara la

            valigia anche per me…

Pat.      Già fatto…

Fil.      Quasi- papi…la cena te la prepara Romeo e Giuletto visto che abitate sotto lo

           stesso tetto… Suocera…di oggi in poi … mangiati quello che cazzo vuoi

           Giulietto e Romeo pigliatevi questo mazzo di fiori prima chi vi riempio a

            pedate e vi faccio arrivare a Verona a trovare a Giulietta…Suocera pure io li

            sò fare le rime baciate  meglio di questi che dicono solo cavolate Coni

            tuoni o con i lampi   più resto qua più campi…Sei più furba di cento lepri,

           me ne vado, cosi prima crepi…

Pat.      Mamma arrangiati e quando cominci a fare la cameriera non mi cercare che

            non ritorno dove prima la Patrizia vera…

Mar.    Ma te ne vai appresso a tuo marito e mi lasci sola?

Pat.      Quando si ama bisogna accettare anche quello che vuole il proprio compagno.

Mar.    Andatevene che con il binocolo vedete  l’appartamento…(Filip. sempre più

             esaurito)

Fil.      Meglio chevi resta l’appartamento e io corro piu forte del vento…tieniti a

           Pasqualino e ci fai sentiri il profumino…tieniti a Romeo e Giulietto cosi

           prima o poi ti fanno un (gesto) mazzetto.  (al pubblico) A voi vi

           dico non fate lo stesso sbaglio mio, perchè si vi capitasse una suocera cosi,

           vi rovinate la vita…(prende la valigia come un esaurito) genuino, a tovaglietta,

           papi, mami, nonni,  i fiori sono per te…che emozione…che  emozione…

           ventanni…ventanni  ho resistito in questa casa  che chiunque sfasa …Mammi,

           Nonni, benvenuta…che bello bagno, novi metri quadri e ventidue, sette

           cassetti, quattro piccoli e tre grandi, ottanta mattonelle, centanni e due giorni

           centanni e quindici giorni… (prima di uscire) Suocera campa quanto cazzo

          voi…(escono, musica e sipario)     

                                 (elaborata da Pietro Maurici da Rosanna Maurici e dallo steso autore)

                    Per ogni rappresentazione è necessaria l’autorizzazione dell’autore e degli elaboratori)  

Cominciato a scrivere il 14 Aprile 2004  alle ore 14,30 e finito il primo atto alle 17.00. Il 15 ripreso il secondo atto e terminato in tre ore.

Dedicato alla bravissima: Tatiana Alescio ed a tutto il suo gruppo di Siracusa. 

Ai bravissimi Pippo Trinchera , Salvatore Barbaro ed al tutto il gruppo dei Guitti;

A Bernardo Bernardi ed a suo gruppo Le Cappellette di Porto S. Giorgio (Ascoli Piceno)

Che hanno saputo ben mettere in scena :U fidanzamento Ufficiali e u fidanzamentu ufficiali.“pa’secunna figghia”

Rappresentata dal Nuovo Teatro Stabile di Mascalcia di Mario Re, con Cettina Poma per la regia di Orazio Torrisi con grande successo a Mascalucia e a Messina.  A Cesarò con la regia di Vincenzo Straniti, uscito dalla scuola di Pippo Pattavina; in preparazione di altre compagnie.