Michela…

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Titolo

Michela …

Autore ed avente diritto

 Giuliano Angeletti  (poetangeletti@gmail.com

tel. 3317115597)

Data pubblicazione

28.05.2010

Anno di stesura

2010

Genere

Dramma

Atti

1

Durata (min)

60

Lingua

italiano

Personaggi maschili

3

Personaggi femminili

1

Minimo attori maschili

3

Minimo attrici femminili

1

Premi e riconoscimenti

no

Depositato S.i.a.e.

si Sezione DOR  Numero posizione SIAE 198563

Reparto proventi :

 concordato tra gli Aventi Diritto

Da effettuarsi dalla SIAE

100%

100%

Breve sintassi:

Un fatto di cronaca tratto da un Quotidiano locale è stato la fonte da cui ha attinto Angeletti nel creare questo fortunato dramma: ed ora la trama. Massimo è un uomo disponibile ed altruista, prima medico di base, ed ora collocato a riposo, volontario ospedaliero. Un uomo che si fa in quattro per aiutare il prossimo: ma quando ha bisogno  degli altri … gli stessi uomini che lui ha aiutato … meschinamente lo abbandonano al proprio destino … l’ossessivo tic – tac del gigantesco orologio simboleggia il tempo che inesorabile scorre.

  

MICHELA

Dramma

Di Giuliano Angeletti

Atto Unico

Personaggi:

VITTORIO COCCHIO

DOTTOR MASSIMO BARACCHINI

LUCIANO PICCINONI

MARIO COCCHIO

MICHELA PIANTAVILLA

( scena locale bar tabacchi  nella periferia di una città di provincia )

(BAR  TABACCHINO  ore 15,20 )

(Vittorio accompagna il  padre all’interno del bar tabacchino,  esce e richiude la porta alle sue spalle)

1 QUADRO

VITTORIO

MICHELA

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

 (È una giornata primaverile un tiepido sole scalda Pian di Follo e Vittorio per goderne il calore pensa si sedersi davanti alla porta d’ingresso del suo bar … l’esercizio è ancora chiuso)

VITTORIO:

(tra se e se)

Che sole … come si sta bene è quasi un peccato aprire questo scatolozzo

(Michela si avvicina a Vittorio)

MICHELA:

ciao Vittorio

(Vittorio alza la testa)

VITTORIO:

ciao Michela …

MICHELA:

che bella giornata … è …

VITTORIO:

(interrompe)

un vero peccato aprire…

(si siede accanto a Vittorio)

MICHELA:

oggi è una giornata da spiaggia …

VITTORIO:

sembra di essere in piena estate…

MICHELA:

se devo pensare che tra poco devo aprire la saracinesca …

 

(indica con l’indice)

guarda Marina è già la che aspetta … vedi davanti al mio negozio

(indica con l’indice)

VITTORIO:

lasciala aspettare e fermati con me

MICHELA:

non posso, è appena arrivata una consegna e devo andare … ma non vedo l’ora di prendermi una vacanza

VITTORIO:

quando!

MICHELA:

ad agosto, mi faccio quindici giorni di chiusura … e questo anno ho deciso proprio di partire

VITTORIO:

e dove vuoi andare

MICHELA:

non so vedo … dove c’è posto … ma sicuramente al mare

VITTORIO:

con chi!

MICHELA:

spero Luciano, sicuramente Luciano!

VITTORIO:

mahh!

MICHELA:

mi ha assicurato che si separa …

VITTORIO:

mahh!

MICHELA:

altrimenti sola … o con …

VITTORIO:

con!

MICHELA:

(euforica)

Con te … Vittorio… ci verresti …

Si ci verresti con me … dai … dai …

VITTORIO:

ci verrei con tutto il cuore, sono anni che non vado in vacanza!

(breve pausa)

Io ho la mia croce …

(indica il bar tabacchino)

MICHELA:

(euforica)

Quello non è un problema, se chiudi quindici giorni … il mondo va avanti lo stesso …

VITTORIO:

il problema non è il tabacchino … ma mio padre ….

MICHELA:

( calma)

Prenditi una badante … ormai hai bisogno di una donna fissa in casa che si occupi di tuo padre e delle pulizie, tu sei un uomo Vittorio … e più di tanto non puoi fare …

VITTORIO:

mio padre non vuole nessuno per casa …

MICHELA:

( calma)

Non cercare scuse  sei tu che non vuoi nessuno per casa …

VITTORIO:

(piange)

È dura per me … sapere che entro in casa … e trovo mio padre assente … seduto sulla poltrona …  con quello sguardo perso nel vuoto …ma non voglio relegarlo in una casa di riposo dove vengono trattati come bestie …  io gli voglio bene …

MICHELA:

( calma)

Ti capisco … ti capisco … e poi facevo così per dire … adesso devo andare …

Ciao Vittorio

( e lo bacia sulla guancia)

2 QUADRO

VITTORIO

LUCIANO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

 (Vittorio si assopisce, arriva un cliente)

LUCIANO:

(agitato)

Sveglia … dammi due pacchetti di sigarette

(Vittorio non risponde)

LUCIANO:

(agitato)

Vittorio dammi due pacchetti di sigarette

(Vittorio non risponde)

LUCIANO:

(agitato)

Vittorio per favore dammi due pacchetti di sigarette, sonnecchia pure vado a comprarle da Silvano

VITTORIO:

(assonnato, alza la testa)

Che sigarette!

(svogliato e sempre rimanendo sdraiato si fruga in tasca e tira fuori alcuni pacchetti di sigarette)

LUCIANO:

Io volevo MS morbide

VITTORIO:

In tasca, ho solo Camel e Marlboro

LUCIANO:

Io volevo MS morbide

VITTORIO:

( assonnato)

Non le ho  devo prenderle dentro il bar

LUCIANO:

Prendimele … ho fretta … devo andare

VITTORIO:

(alza la testa e con il dito segna l’orologio del campanile)

LUCIANO:

Mancano solo tre minuti alle 15,30

VITTORIO:

(assonnato)

Ho ancora tre minuti di sole …

LUCIANO:

Ho capito … grazie … se non me le vuoi dare me ne vado

(Luciano fa l’atto di uscire di scena)

VITTORIO:

(assonnato)

Ma dove vai

(Luciano si ferma)

Apro … calma … non vedi che apro … anche se l’orario è l’orario,  sai che se mi prendono mi fanno una multa esagerata

(pausa)

Ma non potevi fumare Marboro oppure Camel

(guarda il campanile, invece dell’orologio da polso )

Sono le quindici e venticinque  … mondo infame

L’orologio del campanile … è avanti

Ma guarda che vita mi tocca fare … vuoi un caffè

E poi

sai che non posso aprire in anticipo

( e pigramente si alza e apre il  bar - tabacchi)

( Mario è seduto in disparte il suo sguardo è assente)

LUCIANO:

In anticipo

(ride)

Da quando ti conosco, non hai mai aperto in anticipo

VITTORIO:

(assonnato)

Ho sempre rispettato l’orario … vuoi altro

LUCIANO:

No ! voglio solo le sigarette

VITTORIO:

(svogliato sbadiglia)

Guarda che te lo offro io il caffè …

LUCIANO:

(contro voglia)

Decaffeinato … lo sai che soffro di pressione …

VITTORIO:

(svogliato sbadiglia)

Ognuno  … ha il suo …

(prepara il caffè a Luciano)

LUCIANO:

(sorseggia il caffè)

Il deca non sa di niente … sembra acqua sporca …

VITTORIO:

Basta che lo butti giù …

 

(beve il caffè tutto in un sorso senza zucchero)

A me piace amaro … amaro come la vita …

LUCIANO:

(sorseggia il caffè)

Io preferisco zuccherarlo: e poi godermelo, piano … piano

(sorseggia il caffè )

(prende le sigarette)

Adesso, devo andare

VITTORIO:

(patetico)

Beato te che te ne vai … via … lontano da questo banco.

LUCIANO:

(si mette le sigarette in tasca)

Lontano … non proprio! Vado a trecento metri  dal tuo bar.

VITTORIO:

(patetico)

E cosa vai a fare …

LUCIANO:

(con le mani in tasca)

Vado a fare … l’orto

VITTORIO:

(patetico)

E a che scopo…

LUCIANO:

(con le mani in tasca)

Vado a mettere due patate, almeno so quello che mangio

VITTORIO:

(patetico)

Mangiati piuttosto le patate col pelo …

 LUCIANO

(con le mani in tasca)

Mangio anche queste,  Flavia non si è mai lamentata

VITTORIO:

(patetico)

Adesso mi domando e dico… che paese di tromboni che è questo …

Tutti montano .. e tutti soddisfano le loro donne e quelle altrui … però…

LUCIANO:

(con le mani in tasca)

Però!

VITTORIO:

(patetico)

Spiegami un po’ come mai in questo paese ci sono così tanti cornuti

Tra i pochi che lo fanno … tra i tanti che lo dicono … e tra quello che lo fanno di mano …

Le donne si fanno rombare dai forestieri … com’è questa faccenda

LUCIANO:

(si vanta)

Io ho poco tempo … e non voglio che i campi vadano in malora … ma se io avessi tempo sapessi quante ne piego … e poi lo sai benissimo che io i colpi li sparo ancora …

VITTORIO:

(patetico)

Con il fucile nel tempo di caccia … ma invece delle passere tiri ai merli

LUCIANO

(vanta)

Guarda che quest’anno ho preso anche tre beccacce

VITTORIO:

(patetico)

Ma cosa hai  preso, ma guardati hai gli occhiali spessi come fondi di bottiglia

LUCIANO:

(vanta)

E allora … il manico è manico … e la mira è mira …

VITTORIO:

(patetico)

Ma se una volta … quando eri giovane … prendevi un tordo a quaranta metri , ora invece con quella pancia che ti ritrovi non riesci neppure a prendere il tuo

(entrambi ridono)

Ma cos’è una vita la tua

 

( ride di gusto)

 

il tuo mondo è l’Azienda e  zappare ….  Zappare e Azienda … e dimenticavo anche fottere  … ma una volta all’anno quando tua moglie te la da…

LUCIANO:

( sarcastico )

La tua … invece si che è una vita esaltante … tutto bar … sigarette e bar …

VITTORIO:

(patetico)

Ma io non ho mai detto che la mia vita è esaltante …. Difatti voglio mollare tutto …

LUCIANO:

( sarcastico )

Tu non molli niente … la tua vita è questa …

(ride vede Mario seduto al tavolo e Mario nota Luciano)

3 QUADRO

LUCIANO

MARIO

VITTORIO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

MARIO:

(nel vedere Luciano si riprende e torna in se)

Luciano come va , quanto tempo è che non ti vedo

LUCIANO:

Ci siamo visti ieri sera al consorzio … a comprare le semente

MARIO:

Si … e cosa hai comprato

LUCIANO:

patate

MARIO:

Non vorrai per caso seminarle adesso

LUCIANO:

Ma adesso è il periodo

MARIO:

È il periodo come stagione, ma non vedi che è troppo secco: non piove da mesi … fai come me … io adesso vado nell’orto a preparare per la semina, ma non semino

LUCIANO:

Vengo con te … mi sono convinto … Noi Vittorio andiamo …

VITTORIO:

Mi raccomando Luciano

LUCIANO:

Non preoccuparti … è con me

(i due escono di scena)

4 QUADRO

 

VITTORIO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

VITTORIO:

( rimasto solo e tra se e se)

Ma chi si crede di essere quell’imbecille … cosa ne sa della vita Luciano … la sua vita … Sorbolo  , Carnea e poi la sua soddisfazione è quella di andare a caccia di colombi tre mesi l’anno! Povero cristo … riesco solo a compatirlo

(tira fuori dal sottobanco delle riviste di viaggi le sfoglia)

Eppure un viaggetto di sola andata, magari ai Carabi

(sfoglia le pagine)

Si ! si … me lo faccio … me lo faccio …

(sfoglia)

Guarda che spiagge … guarda che gnocca

(sfoglia)

Guarda che mare pulito

(si avvicina un avventore al banco del bar )

5 QUADRO

 

VITTORIO

MASSIMO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

MASSIMO:

un caffè grazie ….

(Vittorio continua a sfogliare la rivista)

MASSIMO:

un caffè per gentilezza….

( Vittorio continua noncurante a sfogliare la rivista)

MASSIMO:

Per prendere un caffè devo tornare in Brasile….

VITTORIO:

(interessato alza gli occhi )

Dottore, sei stato in Brasile

MASSIMO:

Si!

VITTORIO:

( prepara il caffè ad Massimo)

E quando …

MASSIMO:

L’anno scorso, sono partito a febbraio, qui in Italia faceva un freddo cane!

(sorridente)

Che goduria … a Rio sole … donne …

Quella si che è vita …

(Massimo beve il caffè)

VITTORIO:

(interessato alza gli occhi )

Mi piacerebbe fare una lunga vacanza … e finalmente godermela un po’ …

MASSIMO:

Una vacanza … ti posso capire … ma quanto al resto … tu non la passi male

VITTORIO:

(interessato alza gli occhi )

Non la passo male

 

(rivolto a Massimo )

Vieni …

(entrambi si recano sulla porta d’ingresso)

Che palle … oggi i coglioni mi girano più del solito

Ma hai visto!

MASSIMO:

Cosa!

 

VITTORIO:

(rivolto a Massimo )

Guarda bene

MASSIMO:

Io non vedo niente di strano!

VITTORIO:

(indicando con l’indice)

Marcello …..

MASSIMO

( sorpreso)

E allora … sta tagliando i capelli e per un barbiere è una cosa normale

VITTORIO:

Tutti i giorni eccetto il lunedì

Taglia i capelli ….

E chi vuole la riga così

(mima )

E chi vuole il taglio all’umberta, tirati indietro

(mima)

E chi li vuole a zero

(mima)

Che palle …

E guarda laggiù

MASSIMO:

Cosa hai visto!

VITTORIO:

Ma non vedi proprio niente

MASSIMO :

Cosa hai visto…

(mima l’atto di vedere)

Vedo solo Michela…

VITTORIO:

(disgustato)

Appunto lei …

Si sta fossilizzando in quel negozio di scarpe … la sua vita è 42  … 38 …

il suo mondo è un numero stampato sotto il cuoio della suola

( disgustato)

Ma che vita … e  questa …

MASSIMO :

(mima l’atto di vedere e ride)

VITTORIO:

(disgustato)

c’è proprio da stare allegri … non vedo il motivo del tuo sarcasmo

MASSIMO

(guarda verso il negozio e ride)

VITTORIO:

(disgustato)

E poi oggi ci siamo … e domani non ci siamo più, solo il bar e i tabacchi vanno, perché la gente nasce e muore ma continua a bere e a fumare sigarette, cambiano i gusti, le marche il tipo di tabacco e quella bevanda che va di moda … e il mondo va avanti così

MASSIMO:

(guarda verso il negozio e ride)

VITTORIO:

(disgustato)

Così noi … invecchiamo, accumuliamo soldi ed invecchiamo e quando abbiamo finito … parlo per me … di accumulare non abbiamo più la forza e la voglia di spendere …

(Massimo è svogliato)

 ma tu non mi stai neppure ad ascoltare

MASSIMO:

(guarda verso il negozio di scarpe e ride)

 

Ma hai visto Michela, si è inginocchiata per provare le scarpe a quel tipo, ma hai visto … come la guardava, certo Mikj, tutta scosciata, secondo me ha le calze autoreggenti non la giarrettiera e poi ha due bombe e due capezzoli che gli escono dal balconcino che non sembrano di carne ma sono due chiodi, a letto deve essere un portento a pensare che quando era una ragazzina non la filava nessuno

VITTORIO:

(sorridente)

Aveva l’apparecchio ai denti ed era bruttina

MASSIMO :

(guarda verso il negozio di scarpe e ride)

 Invece adesso …

VITTORIO:

(sorridente)

Si è anche separata …

MASSIMO:

(guarda verso il negozio di scarpe e ride)

Comunque si vede che è in caccia…

VITTORIO:

(sorridente)

Ti guarda con certi occhi …

MASSIMO :

(guarda verso il negozio di scarpe e ride)

 

Sembra che  mangi… gli uomini … è proprio una donna vogliosa

Do un’occhiata al giornale …

(si avvicina al tavolino e sfoglia il giornale)

Ma guarda un po’ … ormai non c’è più umanità

Un automobilista accoltellato per un parcheggio a Napoli …

(sfoglia di nuovo)

Marito geloso … uccide la moglie soffocandola con un cuscino e questo è successo neppure troppo lontano da qui …

Che mondo … ormai è invivibile …

VITTORIO:

(preoccupato)

Questo nelle grandi città …

La città è una giungla, la solidarietà è bandita … l’uomo è schiavo del denaro

MASSIMO :

(fatalista)

 

Da noi fortunatamente non succede… da noi c’è più umanità …

VITTORIO:

(preoccupato)

Mi ricordo quando si è sentito male mio padre, tu sei stato il primo … eri sotto a lavorare sei venuto su di corsa… gli ha messo le mani in bocca e separato la lingua …

MASSIMO:

(fatalista)

 

Ormai non respirava più … è andata bene così … ci abbiamo messo una pezza

(ride)

Per questa volta tuo padre … può raccontarlo

VITTORIO:

(sorride)

E con me … ti ricordi …

(vede passeggiare  Massimo camminare sul tappetino di moquette

dottore, fuori dalla moquette, attento a non sporcarla …  

MASSIMO:

(sorridendo)

 

Tanta paura per una moquette … cosa l’hai messa a fare, qui non siamo in Via Veneto … ma a Follo … qui la gente va nei campi … non a fare schopping ..

VITTORIO:

(sorride)

E con me … ti ricordi … sentivo un dolorino … non ci facevo caso …

MASSIMO :

(sorridendo)

 

Sembrava un principio di infarto invece era un mini ictus, però è stato preso in tempo e non ti ha lasciato nessuno strascico ….

VITTORIO:

(sorride)

Sei un angelo Massimo … se non ti dicevo niente, pensa che fine avrei fatto!

MASSIMO:

(sorridendo)

Tu avresti fatto lo stesso …

VITTORIO:

(sorride)

Si fa presto a dire lo stesso … bisogna esserci … e poi

(vede l’amico avvicinarsi alla moquette )

Non ti stare ad avvicinare alla moquette con quelle scarpe sporche …

MASSIMO:

(sorridendo)

Ma cosa l’hai stesa a fare li sul pavimento, sono soldi buttati al vento

VITTORIO:

(quasi alterato)

Sta bene … fa la sua figura …

(ad alta voce)

Nessuno la deve sporcare …

MASSIMO:

(sorridendo)

Neppure i clienti …

VITTORIO:

(quasi alterato)

Neppure i clienti

MASSIMO :

(sorridendo)

Facendo così , però i clienti li perdi … sposta questo pezzo di stoffa peloso e mettila laggiù

(indica un angolo del bar)

VITTORIO:

(quasi alterato)

Io non lo metto da nessuna parte. La moquette rimane dov’è … però nessuno la deve calpestare

MASSIMO

(sorridendo)

Fai quello che ti pare ….  Io mi siedo e mi leggo il giornale

VITTORIO:

(sorridente)

A ufo … non mi stufo

(Massimo legge il giornale)

MASSIMO:

(rivolto a Vittorio)

Vittorio!

VITTORIO:

Si!

MASSIMO:

(toccandosi la mano)

Sono un paio di giorni che sento un fastidioso formicolio alla mano sinistra, e poi ho un dolore alla spalla … mi sento giù, dovrei farmi vedere …

VITTORIO:

(sorridente)

Io non ti vedo giù: per me sei sempre uguale e poi sei un dottore

MASSIMO:

(toccandosi la mano)

Dovrei farmi controllare

VITTORIO:

(sorridente)

Controllare, ma scherzi …

E in quanto alla voglia … ho visto come guardavi  Michela

MASSIMO:

(sorridente)

È vero! Probabilmente è solo suggestione …

(si rimette a leggere il giornale)

VITTORIO:

(sorridente)

E poi … sei o non sei un medico …

MASSIMO:

(sorridente)

I dottori allora non dovrebbero mai morire …

VITTORIO:

(sorridente)

Ma dovrebbero prevenire ….

MASSIMO:

(sorridente)

Sai cosa ti dico … le analisi, dicono e non dicono … bisognerebbe periodicamente fare degli esami accurati … mantenere uno stile di vita … giudizioso, ma siamo uomini e fatti di carne, e…

VITTORIO:

(sorridente)

La carne è debole …

(rivolto verso l’uscita)

VITTORIO:

(sorridente)

A proposito di carne, guarda chi sta arrivando …

  6 QUADRO

 

VITTORIO

MASSIMO

MICHELA

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

VITTORIO:

(sorridente

E chi sta arrivando !

(entra Michela )

MICHELA:

(sorridente e molto disponibile)

VITTORIO:

(sorridente)

Ciao Michela …

MICHELA:

( sorridente)

Ciao caro …

Ciao Massimo

MASSIMO:

(sorridente)

Ciao tesoro

MICHELA:

( sorridente)

Ciao topino …

MASSIMO:

(sorridente)

Come stai passerotta, sei sempre una donna splendida

MICHELA:

(sorridente )

Grazie Massimo, sei sempre il solito

(rivolta a Vittorio)

Vittorio …  perchè, adesso l’apertura la fa tuo padre

 

VITTORIO:

(spiega)

Il medico mi ha detto di tenerlo impegnato il più possibile e di responsabilizzarlo per frenare  la malattia

MICHELA:

(pacata)

Capisco …

MASSIMO:

( a bassa voce)

Purtroppo è irreversibile

VITTORIO:

(preoccupato)

Però vedi, non trema … anzi trema pochissimo … non si direbbe ma c’è

MASSIMO:

( a bassa voce)

Ci può stare che nel decorso la malattia si manifesti nel paziente in maniera usuale

VITTORIO:

(preoccupato)

Non vuole prendere i farmaci, devo seguirlo come un bambino

MICHELA:

(pacata)

Devi starci dietro … oppure prendi una donna che lo segua

VITTORIO:

(preoccupato)

Non vuole nessuno, ed io sono vincolato a lui …

MASSIMO:

( a bassa voce)

E la sua memoria come va? … ti riconosce? …

VITTORIO:

(preoccupato)

Si …  però … comincia a confondere le ore, i mesi, le stagioni

MICHELA:

(pacata)

Però … nel tabacchino … non si fa fregare

VITTORIO:

( a bassa voce)

Dietro il banco è rimasto lucidissimo … da i resti, parla in modo assennato con i clienti …

MASSIMO:

( a bassa voce)

Il tabacchino più del bar fa parte della sua schiera affettiva, è il suo habitat … e qui si trova a suo agio

(breve pausa)

Ora dov’è?

VITTORIO:

( a bassa voce)

E’ andato a vangare la pianella … oggi è un pò assente … quando parlavo, non mi ascoltava: il suo sguardo era vuoto, come quando era morta mia madre … non ha fatto un pianto, ma continuava a chiamarla, per notti … per giorni …

( cerca il, padre dalla finestra non lo vede, si preoccupa vede  solo Luciano vangare)

VITTORIO:

(ad alta voce chiama il padre, ma non risponde, non risponde neppure Luciano)

Mario    … papà … papà …

Luciano … Luciano

( Rivolto ad Massimo e Michela)

Ma dove si sarà cacciato …

MASSIMO:

(premuroso)

non preoccuparti … è con Luciano … lo tiene d’occhio lui …

VITTORIO:

(preoccupato)

ma c’è la fermata dell’autobus, mio padre è capace di salire e di ritrovarsi chissà dove

MASSIMO:

sull’autobus non è salito …. Io sono vicino alla finestra

(Michela rimane in silenzio)

VITTORIO:

eppure si dovrebbe vedere!

MASSIMO:

magari è dietro la casetta …

VITTORIO:

ma cosa ci fa dietro alla casetta

( Michela si alza, si accende una sigaretta e gira nervosamente per il locale)

VITTORIO:

(alterato)

Michela, il fatto che fumi …  è proibito fumare nel locale, ma se non da fastidio al dottore … non da fastidio a nessuno, ma il fatto che mi calpesti quella moquette! Si mi da noia … chiaro

MICHELA:

(alterata)

Si ho capito… ma non rompere le palle …

( va fuori dalla porta a fumare)

VITTORIO:

(alterato)

Chissà dove sarà andato …

MICHELA:

(alterata)

Prova a telefonare a Luciano … i telefoni li hanno inventati apposta

MASSIMO:

(cerca di calmare Vittorio)

calmati Vittorio! Calmati !

VITTORIO:

(alterato prende il cellulare e guarda in rubrica)

Diamine! Ho i numeri di tutti… anche di gente che non sento da anni, ma non ho il numero di quell’ energumeno che è con mio padre.

MICHELA:

(alterata e sfogliando la rubrica del suo cellulare)

Ecco il numero …

234678887

VITTORIO:

(alterato prende il cellulare e fa il numero)

I numeri degli uomini a te non mancano …

MICHELA:

(alterata)

Stai attento a come parli … chiaro!

VITTORIO:

(alterato prende il cellulare e fa il numero)

Vuoi togliere quei piedi dalla moquette …

MICHELA:

(alterata)

Ecco sei contento … e ti va bene che ti conosco da vent’anni altrimenti …

VITTORIO:

(alterato)

Luciano non risponde …

Non risponde …

MASSIMO:

avrà lasciato il telefono da qualche parte …se vuoi vado a vedere dov’è !

VITTORIO:

(alterato)

No vado io … Michela dammi un’ occhiata a tutto … torno subito

MICHELA:

(calma)

Si vai e non preoccuparti!

MASSIMO:

vedrai che non è successo niente … sicuramente sarà al fresco dietro la baracca …

VITTORIO:

(preoccupato)

Non importa io devo andare…

(Vittorio esce di scena)

  7 QUADRO

 

MASSIMO

MICHELA

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

(Michela si guarda attorno e quando si accorge che non ci sia nessuno che possa ascoltare e parla ad Massimo)

MICHELA:

(piange)

Massimo,  sai mi sono ripresi …

MASSIMO:

(calmo)

mi raccomando Michela, cerca di non farteli prendere, non è niente di grave

MICHELA:

(piange)

Massimo, ho paura di nuovo … della gente … di tutto

MASSIMO:

(calmo)

Ti capisco, ma …

MICHELA:

(piange)

Massimo aiutami … ti prego aiutami …

MASSIMO:

(calmo)

Non piangere Michela … non piangere … tu hai un’attività commerciale avviata …

MICHELA:

(piange)

Avviata … avviata … tu non sai dire altro … io morirò …. morirò …

MASSIMO:

(calmo)

Non morirai Michela … non morirai

MICHELA:

(piange)

Ma tu non mi dici niente …

MASSIMO:

(calmo, ma sbiancato, si tocca la spalla)

Non morirai … no

(si tocca la spalla)

MICHELA:

(smette di piangere)

Ma tu … cos’hai … sei bianco come un morto

MASSIMO:

(calmo, ma sbiancato)

No … sto bene … sto bene …

MICHELA

(smette di piangere)

Tremo continuamente …. Ho paura …

 MASSIMO:

(calmo, ma sbiancato)

Il negozio mi sembra vada bene, quindi i tuoi rapporti con il pubblico sono buoni …

MICHELA:

(piange)

Ma tu …. Capisci fa tutto Marina … è lei che tira avanti il negozio io … sono alla cassa ed ho il terrore della gente che mi guarda negli occhi …

(trema)

Io adesso dovrei andare … ma … non riesco … non riesco … non ho la forza neppure di entrare …

MASSIMO:

(calmo, ma sbiancato)

Io non capisco … stavi bene … ti avevo mandato da un mio amico …

Il Dottor Venturotti , è un esperto e un buon diagnostico

MICHELA:

(piange)

Non lo voglio più vedere quel porco …

MASSIMO:

(calmo, ma sbiancato)

Cosa ti ha fatto!

MICHELA:

(piange)

Sembra un lupo famelico … mi guarda con quegli occhi fissi … mi fa domande strane e poi …

MASSIMO:

(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)

Cosa ti ha fatto!

(Michela nota nell’interlocutore una sorta di indifferenza)

MICHELA:

(alterata)

Ascoltami … ascoltami … Massimo! Io mi sento male …

(piange)

Mi sento male …

MASSIMO:

(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)

Ma la cura la fai …

MICHELA:

(alterata)

Ascoltami

(da dei pugni a Massimo)

Ma mi vuoi ascoltare ….

MASSIMO:

(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)

Ti ripeto … la cura e i controlli dal dottore li fai …

MICHELA:

(alterata)

Il dottore … ! ma scherziamo, io non mi voglio più, né far vedere né toccare da quel depravato …

(sempre rivolta ad Massimo)

Oggi non mi ascolti … tu non mi vuoi più bene …

MASSIMO:

(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)

Si che ti voglio bene … solo che non sono in perfetta forma

8 QUADRO

 

MASSIMO

MICHELA

LUCIANO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

(entra Luciano)

(Michela abbassa la testa rimanendo assente)

MASSIMO:

ciao Luciano, oggi sei l’uomo più ricercato del paese,

LUCIANO

(canzonatorio)

Si … tutti mi cercano, tutti mi vogliono ma nessuno mi piglia.

MASSIMO:

Vittorio è partito di corsa a cercare Mario,

ma io ero sicuro che era in buone mani …

LUCIANO

(sorridendo)

Era con me …

MASSIMO:

ma … non lo vedevamo dalla finestra…

LUCIANO

(sorridendo)

Era sdraiato sotto il fico …

(rivolto a Michela)

Ciao Mikj…

(Michela non risponde)

(Luciano rivolto ad Massimo)

Michela è di nuovo in crisi …

MASSIMO:

(calmo)

Passerà …

(accarezza Michela)

( Michela rimane incupita)

LUCIANO:

Adesso, Vittorio è con lui …

MASSIMO:

cosa stanno facendo!

LUCIANO:

Vittorio sta cercando di convincerlo a tornare al bar …

MICHELA:

(interviene nel discorso, cambia personalità e il suo stato di depressione si trasforma in euforia)

(euforica)

Povero Mario …  ieri non mi ha neppure riconosciuto …

Dovevi vederlo, camminava senza una meta, bussava alle porte, fermava la gente in strada ai passanti increduli domandava cose inaudite

Poverino …. Mi faceva una pena …

Alla gente che incontrava, chiedeva la strada di casa pur essendo davanti alla porta di casa, tutti lo guardavo allibiti, faceva compassione…

Altri …  invece … pochi per fortuna

Si prendevano gioco di lui

LUCIANO:

(alterato)

Se dovessi vederli io … gli faccio pentire di essere nati

MASSIMO:

Approfittarsene … così di un disgraziato

MICHELA:

(alterata)

È proprio vero che l’uomo è una bestia

LUCIANO:

(alterato)

Le bestie non sono così : un animale uccide solo per mangiare, l’uomo uccide per il piacere di uccidere

MICHELA:

(alterata)

L’uomo uccide anche con le parole … sapessi quante cose hanno detto di me, e continuano a dirle

MASSIMO:

(premuroso)

Michela, non ti devi fare condizionare da quello che dice la gente, tu devi vivere la tua vita

LUCIANO:

(alterato)

Nessuno è immune dalle maldicenze

MASSIMO:

(premuroso)

Neppure io …

MICHELA:

(alterata)

Come dottore anche tu …tu che hai sempre fatto del bene … no tu no!

MASSIMO:

(premuroso)

Si … anch’io … mi hanno criticato per  quello che è successo alla povera Graziella

MICHELA:

(alterata)

Ma hai fatto il possibile

MASSIMO:

(con un singulto)

ero rimasto imbottigliato nel traffico

 

(grida)

Non ho fatto in tempo

(con un singulto)

Non ho fatto in tempo … in tempo … e

Quando

(breve pausa)

Sono arrivato … era già morta ...

LUCIANO:

(calmo)

Hai fatto il possibile … e poi … l’auto del 118 e l’ambulanza purtroppo … non possono volare …

MICHELA:

(premurosa)

Non devi fartene una colpa … l’auto medica è rimasta imbottigliata nel traffico … non potevi arrivare in tempo

MASSIMO:

(con un singulto)

Sono rimasto imbottigliato nel traffico

Capisci … con il mio mestiere

Sono sempre in contatto con la morte, e la morte è diventata come un’abitudine …

Ma in questo caso …

Sarà … perché per me … lei era il mio unico e grande amore…

(con un singulto)

Con la sua morte …

(piange)

Bastava un attimo …

(piange)

Mi aveva detto giorni prima

(piange)

Dovevo percepire … e capire i sintomi …

E farla

Ricoverare per accertamenti

(con voce soffocata)

Invece …

Ho aspettato

Io sono stato la causa della sua morte

MICHELA:

(premurosa)

Tu hai salvato tante vite e avresti salvato anche Graziella se avresti fatto in tempo …

LUCIANO:

(solidale)

Purtroppo la vita … ti ha messo duramente alla prova.

MASSIMO:

(con un singulto)

Il destino mi ha tolto quanto avevo di più caro

LUCIANO:

(solidale)

Purtroppo è la vita …

MASSIMO:

(con un singulto)

Ma la vita … ha colpito solo me …

MICHELA:

(premurosa)

Però vedi …. Hai trovato ulteriori stimoli …

LUCIANO:

(con un singulto)

Il dolore che hai provato, ti ha fatto dedicare ancora di più agli altri

MASSIMO:

(con un singulto)

Subito avevo deciso di lasciare tutto … la professione … tutto …

Pensavo … solo …

A piangere e a bere …

…la mia vita era inutile

(si tocca la spalla)

LUCIANO:

(cerca di consolarlo)

Il dolore purtroppo fa parte della nostra vita …

MICHELA:

(premurosa)

Sono poche le gioie e tanti i dolori …

(sorridendo)

Lo dici tu stesso…

LUCIANO:

(cerca di consolarlo)

La  vita è talmente breve che bisogna viverla completamente

MICHELA:

(premurosa)

Mi raccomando … non ti voglio più vedere così

MASSIMO:

(con un singulto)

Riprendendo il mio lavoro … ho ripreso a vivere

LUCIANO:

(cerca di consolarlo)

E sei ancora più attivo dottore …

Forse anche troppo …

Perché … devi pensare … un po’ anche a te stesso

MASSIMO:

(con un singulto)

Sono stato in Brasile ….

MICHELA:

(premurosa)

Li però te la sei goduta … vero

MASSIMO:

(calmo)

Ci sono stato un mese ….

Per divertirmi ma anche per dimenticare … e scacciare

il fantasma di Graziella … e con lei tutti gli incubi che ho dentro …

la prima settimana … ho vissuto di sesso …

(ride)

Le donne sono molto disponibili

E poi … è successo … che …

LUCIANO:

(cerca di consolarlo)

Cosa è successo …

MICHELA:

(premurosa)

Racconta, non lasciarci sulle spine

MASSIMO:

(si tocca la spalla e allunga il braccio sinistro)

Oggi non sono in forma ….

LUCIANO:

(preoccupato)

Ti senti male …

MICHELA:

(premurosa)

Che cos’hai!

MASSIMO:

(si tocca la spalla e allunga il braccio sinistro)

Oggi non sono in forma … mi formicola anche la mano ….

LUCIANO:

(ride)

Vuoi che chiamo un dottore …

MICHELA:

(premurosa)

Massimo è un dottore e sa quello che fa …

MASSIMO:

(preoccupato)

La verità è che dovrei farmi vedere …. I sintomi che provo non sono buoni

MICHELA:

(premurosa)

Io non so che cosa dirti …

LUCIANO:

(ride)

Non posso dare consigli a un medico …

MASSIMO:

(preoccupato)

Finisco di raccontare …. Una di queste ragazze ….

LUCIANO:

(ride)

Una puttanona … e magari anche minorenne

MASSIMO:

(calmo)

Sai che anche se sono puttane … sono dotate di sensibilità

LUCIANO:

(ride)

Si sensibilità verso il portafoglio

MASSIMO:

(calmo)

Non è del tutto vero Manuela aveva un volto da bambina … e mi ero affezionato a lei

LUCIANO:

(ride)

Insomma … ti sei innamorato di una battona

MASSIMO:

(calmo)

Lei non era come tutte le altre

LUCIANO:

(ride)

Chissà quanti soldi ti ha spillato

MASSIMO:

(calmo)

Meglio farsi mangiare i soldi da una donna che da una banca

LUCIANO:

(ride)

E per questo … non c’era bisogno di andare in Brasile

MICHELA:

(premurosa)

Io non dico niente … non mi scandalizzo … non sono moralista …

il mondo va così …

MASSIMO:

(calmo)

Sono per loro scelta donne che si concedono per fame e miseria

Insomma una di queste ragazze, appena saputo che ero un medico, mi ha portato al capezzale di sua madre … poveretta viveva con la figlia e le sorelline nelle favelas … in una baracca …

LUCIANO:

(ride)

Si dicono tutte così … ti raccontano che hanno la madre o la sorella gravemente ammalate … per spillare sempre più soldi …

(ride)

È un vecchio trucco e tu tra un pianto e l’altro ti sei lasciato ….

MICHELA

(a voce alta)

Smettila ….

LUCIANO:

(ride)

Non mi meraviglierei se ti sei innamorato … e dopo di te avrà fatto il solito giochetto con un altro e poi con un altro ancora

MICHELA

(a voce alta)

Finiscila …e lascia parlare …

MASSIMO:

(calmo)

Era ammalata davvero … ed era anche grave … ed io mi sono dato da fare per curarla e soprattutto per farla ricoverare … e non in una struttura pubblica, ma in una clinica privata…

MICHELA

(a voce alta)

Sei un angelo Massimo …

LUCIANO:

(ride)

Uomini come te non ce ne sono più

MASSIMO:

(calmo)

Non è vero … il fare per gli altri … mi appaga e mi rende sereno ….

LUCIANO:

(ride)

Io adesso devo andare … ho tante di quelle cose da fare che non ho neppure il tempo di respirare …

 Dammi un pacchetto di MS morbide

MICHELA

(a voce alta)

Ma ne hai comprato uno tre ore fa

LUCIANO:

(alterato)

Come fai a saperlo, tu non eri in questa stanza quando ho comprato le sigarette

MICHELA

(a voce alta)

Ero in negozio e ti ho visto

LUCIANO:

(alterato)

Sei proprio una pettegola … che non ha un cavolo da fare … se la tua unica soddisfazione è quella di stare a vedere la gente che passa … e commentare

MASSIMO:

(calmo)

Calma Luciano … calma …

LUCIANO:

(alterato)

Si … mi calmo … tanto da questa deficiente, non si può ottenere nulla …

MICHELA

(a voce alta)

Brutto tamburo finiscila

MASSIMO:

(calmo)

Calma Luciano, per favore … calma

LUCIANO:

(alterato)

Dammi le sigarette che me ne vado … no … anzi me le prendo

(va dietro il banco si prende le sigarette ed esce)

LUCIANO:

(rivolto ad Massimo)

Di a Vittorio che ho preso le sigarette, ho scritto anche un bigliettino … passo dopo a pagarlo …

MICHELA

Ciao Luciano!

LUCIANO:

(alterato)

Ti ho forse salutato Michela … e poi d’ora in poi fatti i cavoli tuoi … perché se qualcuno mi viene a dire … che vai a spettegolare sulle mie cose e quelle della mia famiglia … io vengo nel negozio e ti apro come una scatoletta di carne … chiaro … e adesso me ne vado

MASSIMO:

(calmo)

Calmati Luciano, per favore … calma … cerca di ragionare

 LUCIANO:

(alterato)

E in quanto a te … cerca di fare silenzio … e non rompermi i coglioni … altrimenti ti spezzo in  due …

(Luciano esce di scena)

9 QUADRO

 

MASSIMO

MICHELA

VITTORIO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

 (Michela piange)

MICHELA:

Hai visto, come mi tratta…

Io gli voglio bene …. Ma lui …

MASSIMO:

(premuroso)

Anche lui a suo modo ti vuole bene, ma capisci …

MICHELA:

Lo so … è sposato … vive con la moglie un rapporto tormentato

MASSIMO:

(premuroso)

E’ talmente tormentato che … sono insieme da anni

MICHELA:

Si ma stanno insieme per convenienza , non certamente per amore

MASSIMO:

(premuroso)

E’ talmente tormentato che ieri sera erano in gelateria che tubavano come due  piccioncini

MICHELA:

No … non è vero ….  Ti sei sbagliato, si separa …

MASSIMO:

(premuroso)

No ! non mi sono sbagliato … lo sai benissimo anche tu …

MICHELA:

(disperata)

No … finiscila  …. Finiscila

MASSIMO:

(premuroso, ma deciso)

Affronta la realtà … affrontala!

MICHELA:

(disperata)

No … non può essere vero … ieri pomeriggio era con me …

con me … hai capito …

MASSIMO:

(premuroso)

Ma lui è stato visto la sera …

Capisci … al giorno poteva essere con te ma la sera …

MICHELA:

(disperata piange)

No … non … non … è possibile …

MASSIMO:

(premuroso)

Per il tuo bene … Michela cerca di volerti più bene …

Continua con la cura … e in quanto a Luciano

Lascialo perdere … una volta per tutte … ti sta usando …

MICHELA:

(disperata piange)

No … non … non è vero … non è vero …

(esce di corsa)

(entra Vittorio , incontra Michela mentre esce sconvolta)

VITTORIO:

ciao Michela

(Michela non risponde ed esce di corsa)

10 QUADRO

MASSIMO

VITTORIO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

 (Vittorio agitato)

VITTORIO:

ma a Michela … cosa gli ha preso …

MASSIMO:

È di nuovo … in crisi …

VITTORIO:

di nuovo con Luciano … e qui nel bar

MASSIMO:

Si …

VITTORIO:

immagino che avranno fatto una scenata delle loro!

MASSIMO:

Si …

VITTORIO:

c’era gente ….

MASSIMO

No … per fortuna …

VITTORIO:

io scenate nel mio locale non ne voglio ….

La causa …

MASSIMO:

solita …

VITTORIO:

sempre quelle cavolo di scene per gelosia

MASSIMO:

Michela si sta rovinando la vita … eppure … sai che …

MASSIMO:

Lo so è meglio non parlarne  …  Mario …

VITTORIO:

Mario ormai è completamente fuori di testa …ed … io sinceramente non ce la faccio più … però è mio padre …

MASSIMO:

(premuroso)

bravo Vittorio, tuo padre ha fatto tanti sacrifici per te …

VITTORIO:

e’ vero … io parlo, parlo ma dopo … mio padre è l’unica persona che mi è rimasto, se dovesse lasciarmi lui …. Rimango solo

(breve pausa)

Con il bar tabacchi … ma solo … e … con un mutuo da pagare

(breve pausa)

Ma anche vederlo tutti i giorni spegnersi come un lumicino

A volte …

Quando non mi riconosce ….

Mi sembra che tutto il mondo mi cada addosso …

(breve pausa)

Perché … devono succedermi tutte a me …

MASSIMO:

dai … non preoccuparti più di tanto … se pensi al mutuo … mi sembra una preoccupazione eccessiva, con il capitale che hai lo puoi estinguere quando vuoi, per quanto riguarda tuo padre … purtroppo … capisci

( Vittorio … piange … Massimo va a consolarlo)

Vittorio smetti … non preoccuparti, mi prenderò io cura di tuo padre … e questa è una promessa … adesso smettila di piangere, ricorda che hai un’ attività commerciale da portare avanti …

VITTORIO:

( piange)

Odio il tabacchino … il bar ed ogni cosa che lo riguarda ….. odio la mia vita …

MASSIMO:

(premuroso)

Dai … adesso calma, vedi sta entrando un cliente

VITTORIO:

(alterato)

Massimo … che cavolo fai … la moquette

MASSIMO:

(scocciato)

Scusa … scusa … ma quella moquette cosa l’hai messa a fare sotto il banco se non vuoi che nessuno la calpesti …

VITTORIO:

(alterato)

Mi piaceva … e l’ho comprata … è bella fa scena … ma non voglio che nessuno la calpesti … chiaro …

(Massimo si ritira e torna la leggere il giornale, entra Luciano)

11 QUADRO

VITTORIO

MASSIMO

LUCIANO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

 ( Massimo legge il giornale … entra  Luciano, Vittorio è dietro il banco)

MASSIMO:

(vede Luciano entrare e tra se e se )

Ci manca anche questo rombi palle

LUCIANO:

(a voce alta)

 Guarda che ti ho sentito … ed io sarei un rompipalle, guarda che questo bar e questo tabacchino … vivono perché ci sono i rompipalle come me … che vengono qua

(e fa il segno dei soldi)

A spendere Euro… e sei fortunato che non ce  sono altri in zona,

altrimenti avresti già chiuso da un bel pezzo …

VITTORIO:

 (cerca di scusarsi)

Scusami … sto attraversando un brutto periodo

LUCIANO:

(a voce alta)

Tutti attraversiamo un brutto periodo, ma questo non ti autorizza a comportarti come ti stai comportando … io sono … bravo e buono … ma non mi faccio prendere per i fondelli … no anzi … mi faccio prendere per i fondelli quando voglio io … e da chi mi pare

(cambiando discorso)

Quella esaurita di Michela … se ne è andata …

VITTORIO:

(calmo)

Si è andata via … in negozio credo …

LUCIANO:

(a voce alta)

Meno male … ormai non la sopporto più … comunque in negozio non c’era … c’era Marina : ho visto le sue concione e il suo culetto al vento …

MASSIMO:

(alza gli occhi dal giornale)

Che gran cavalla che è quella ragazza lì …

VITTORIO:

(calmo)

Avrà si e no … venti anni …

MASSIMO:

(alza gli occhi dal giornale)

Che carne fresca

LUCIANO:

(a voce alta)

Ci sarà …. quel fortunato che se la porta a letto …

VITTORIO:

(calmo)

In questo momento, nessuno!

LUCIANO:

(a voce alta)

Impossibile! Ma l’avete vista bene … sembra una di quelle …

VITTORIO:

(calmo)

Ma è tutta un bluff, magari per mascherare altre cose

LUCIANO:

(a voce alta)

Cosa!

Michela non mi ha mai parlato della vita sentimentale della sua commessa

VITTORIO:

(calmo)

Quando l’hai mai vista con un uomo….

MASSIMO:

(alza gli occhi dal giornale)

È tanto giovane … ha tanto tempo per rifarsi

LUCIANO:

(a voce alta)

Si è vero, e poi anche Michela lo avrebbe detto …

Vittorio!

VITTORIO:

(calmo)

Si!

LUCIANO:

(a voce alta)

Sono venuto per pagarti le sigarette… un’ora fa sono venuto, e mi sono servito da solo: ti ho lasciato anche un biglietto …

VITTORIO:

(calmo)

Si! L’ho visto, ma anche se non passavi adesso potevi passare domani o tra un mese, per te non c’è problema

LUCIANO:

(a voce alta)

Perché sai che i soldi non li perdi … ecco il vil denaro … anche contato

(passa i soldi a Vittorio che incassa )

12 QUADRO

VITTORIO

MASSIMO

LUCIANO

MARIO

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

(Luciano fa l’atto di uscire di scena, incontra Mario sulla porta)

LUCIANO:

(sorridente)

Mario…  abbiamo Mario con noi, ma lo sapete che mi ha dato tanti consigli per patate, fagioli e  pomodori … grazie Mario … i tuoi consigli sono veramente preziosi dei veri e propri tesori …

(Mario non risponde)

LUCIANO:

(sorridente)

 

Mario, non dici niente … vedrai che pomodori nasceranno nell’orto grossi come palloni da calcio e succosi come meloni

(Mario non risponde)

LUCIANO:

(rivolto a Mario e agli altri)

Mario, cos’hai …. Non capisco, fino a un’ora fa era socievole, abbiamo parlato di tutto ed era assennato … mentre ora

(alza la voce)

Mario …

(Massimo lascia il giornale, si alza dal tavolo e si avvicina a Mario …. Vittorio rimane immobile dietro il bancone)

MASSIMO:

(avvicinandosi a Mario ma rivolgendosi ad Luciano)

È la sua malattia …

A volte ragiona in modo razionale come ogni altra persona, dopo improvvisamente senza una ragione apparente… cade in un senso di vuoto, un senso di smarrimento che gli offusca la mente, tanto che non si ricorda niente, nè del suo passato né del presente …

LUCIANO:

(preoccupato)

Mi avevano parlato del suo stato … ma io … insomma con me si era comportato sempre normalmente, ed io non avevo notato nessuna avvisaglia … ma dimmi c’è un rimedio …

VITTORIO:

(da dietro il bancone mentre asciuga bicchieri)

La malattia è degenerativa …

(piange)

Io non ce la faccio più …

(Vittorio si avvicina a Mario)

Papà … papà …

(Mario è assente)

Papà … ascoltami

(Mario rimane assente)

MASSIMO:

(prova a parlare a Mario)

Mario … come stai, sai chi sono? Vero.

(Mario è assente)

MASSIMO:

io sono Massimo, il dottore ti ricordi … vero … Mario!

LUCIANO:

non ricorda niente … niente … poveretto

MASSIMO:

purtroppo sarà sempre peggio

(Vittorio è accanto al Padre)

LUCIANO:

(rivolto a Vittorio)

La tua è proprio una croce

(rivolto a Mario)

Mario …  ciao … i devo andare … ti ricordi

Io sono Luciano

MARIO:

ciao Luciano, dove vai?

LUCIANO:
(rinfrancato)

Mi hai riconosciuto! Sono felice

(rivolto agli altri)

 Avete visto, Mario mi ha riconosciuto …

(visibilmente soddisfatto)

Avete visto … è guarito

Ha perso la memoria solo per un attimo …

MARIO:

(rivolto ad Luciano)

Non avrai per caso seminato le patate.

LUCIANO:

no non ancora, ho preparato solo il terreno

MARIO:

e come lo hai preparato

LUCIANO:

ho dissodato tutto, ma non ho preparato ancora i solchi

MARIO:

è troppo arido! Riempi le cisterne d’acqua… e aspetta ancora qualche giorno, ho visto le previsioni

la prossima settimana da pioggia, il terreno si prepara da solo: intanto prendi le semente al consorzio, mettile dietro una finestra, nel tuo fondo va bene … annaffiale tutti i giorni, ma al calcio e non le foglie, il sole poi farà la sua parte…

LUCIANO:

seguirò il tuo consiglio Mario

MARIO:

Fai come ti dico, non seguire neppure i consigli del consorzio … loro fanno tutto per vendere …

LUCIANO:

è vero, mi volevano rifilare le patate rosse

MARIO:

le rosse non vanno bene da noi … per noi ci vanno solo le bianche grosse, e come pomodori compra solo pomodori  da insalata tipo gli occhio di bue, oppure i tondo lisci

LUCIANO:

ho comprato infatti i tondo lisci

MARIO:

compra anche gli occhi di bue …  non serve che ne compri un’infinità ma una decina di piantine … tanto per provare, vedrai che non ne rimarrai deluso…

oggi cosa hai messo

LUCIANO:

i fagiolini, ma non so se ho fatto bene …

MARIO:

ormai li hai messi … e poi; più di  riseminarli non fai … ma adesso dammi retta vai subito a comprare una decina di piantine di occhio di bue

LUCIANO;

vado subito… ciao Mario e ciao a tutti voi

(Luciano fa l’atto di uscire di scena)

VITTORIO:

(rivolto ad Luciano)

Ma vuoi stare attento a piedi, stai calpestandomi il tappettino

MASSIMO:

ma sei fissato

LUCIANO:

(alterato)

il vero malato sei tu non tuo padre

VITTORIO:

(rivolto ad Luciano)

Malato o non malato il primo che mi calpesta con le scarpe luride la moquette io gli spacco la faccia

LUCIANO:

(alterato)

Sarà meglio che me ne vado altrimenti veniamo alle mani

MARIO:

Ciao Luciano

LUCIANO:

(alterato)

Ciao Mario … tu sei l’unica persona a posto in questa gabbia di matti

(Luciano esce di scena)

VITTORIO:

(rivolto ad Luciano)

Vattene via tamburo e non tornare più, io ne faccio a meno di clienti come te.

MASSIMO:

calma … calma

MARIO:

Vittorio, devi mantenere un contegno dignitoso, ricordati che hai un esercizio commerciale

VITTORIO:

(alterato)

Come! Proprio tu, mi dici queste cose; tu che sei fuori di testa

Lasciatemi in pace

(ritorna dietro il banco, Mario rimane assente, Massimo ritorna al tavolo e il suo volto si perde nel giornale)

13 QUADRO

VITTORIO

MASSIMO

MICHELA

MARIO

LUCIANO (fuori campo)

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

( Massimo si tocca la spalla)

(entra Michela di corsa)

MICHELA:

(agitata)

Ho incontrato Luciano

(piange)

Non mi ha degnato neppure di uno sguardo

Io ho cercato di chiamarlo … di chiamarlo

E lui … mi ha completamente ignorato

(piange)

Io lo amo, capite … lo amo, più della mia vita

… Luciano è la mia vita …

(continua a piangere)

VITTORIO:

(alterato)

Michela, brutta frignona, mi stai calpestando la moquette, levati di lì altrimenti, io ci metto poco a riempirti di schiaffi

MASSIMO

(alterato)

Finiscila Vittorio , adesso stiamo degenerando, non vedi che sta piangendo

VITTORIO:

io ho altro da pensare che a queste cazzate.

MASSIMO

(alterato)

Se la cosa più importante della tua vita è la moquette, sei ridotto male, anzi malissimo.

VITTORIO:

(alterato)

Queste sono cose che non ti riguardano!

Vedi di andare a fa….. ulo tu e la tua amichetta  … chiaro

MASSIMO

(alterato)

Capisco che sei sconvolto dalla situazione in cui ti …

VITTORIO:

(interrompe alterato)

Questi sono problemi miei e non tuoi

(Michela assiste alla scena esterrefatta mentre Mario rimane assente)

MICHELA:

(ad alta voce)

Finitela … finitela … basta …

VITTORIO:

(alterato)

E tu togli quei piedi dalla moquette

MICHELA:

(ad alta voce)

Se è solo per questo

(si toglie dalla moquette, Vittorio va a pulirla)

(Massimo si tocca la spalla)

MICHELA:
(rivolto ad Massimo)

Ti fa sempre male la spalla

MASSIMO:

e in più mi formicolano le mani

MICHELA:

(preoccupata)

Sei anche sbiancato, chiamo un medico.

MASSIMO:

(spazientito)

Io sono un medico …

(rivolto a Michela)

Dimmi tu … piuttosto …

MICHELA:
(piangendo)

Luciano … non solo

(piange)

Non mi saluta più

Mi odia … mi odia …

MASSIMO:

a prescindere che come ti ho ripetuto più volte Luciano non è l’uomo giusto per te, ma dopo tutto quello che c’è stato tra di voi, trovo piuttosto eccessiva la parola odio …

(si avvicina interessato Vittorio)

MICHELA:
(piangendo)

Luciano … non solo, non mi parla più… mi evita

Ma io non posso vivere senza di lui

(piangendo)

Non posso … non posso …

VITTORIO:

(a voce alta)

ti sta bene Michela, te lo sei cercato

MASSIMO:

(alterato)

Finiscila Vittorio, non vedi che sta soffrendo

(diretto a Michela)

(premuroso)

Michelina, dai non piangere, ogni cosa … vedrai si metterà a posto, basta prendere tutte le cose con calma …

MICHELA:
(piangendo)

Mi aveva assicurato che per il mio amore lasciava quella cretina di sua moglie

(piange)

Invece … non solo mi evita ma non vuole neppure sentire la mia voce

MASSIMO:

(alterato)

Devi cercare un dialogo, devi cercare di parlare, di parlarvi

MICHELA:
(piangendo)

Non è possibile

(tira fuori il cellulare)

È tutta la mattina che provo a telefonare

(piange)

Non mi risponde … non mi risponde

(prova a chiamare)

Non risponde

(il telefono si disconnette)

(riprova di nuovo)

Non risponde … non risponde

(piange)

E io che … volevo andare in vacanza con lui e vivere una meravigliosa storia d’amore

(piange)

Ma perché … mi succedono tutte a me …

(squilla il telefono di Michela)

(con bramosia si attacca al cellulare)

(ride isterica)

È lui ! è lui ! … Luciano … Luciano …

(dall’altro capo del filo risponde Luciano)

Michela … brutta troia la devi finire di rovinarmi la vita, sempre a chiamarmi … ma come ti permetti … e poi a dire che siamo amanti … la voce è arrivata anche a mia moglie … che non si è neppure incazzata più di tanto … perché tu Michela sei una scemotta ! Si … una puttana sscema e se sono uscito con te è solo perché sei una fraschetta … una donna per tanti …

(ride)

Si una puttana, e adesso smettila e dimenticami, altrimenti ti denuncio per stolking

(stacca il telefono)

MICHELA:

(disperata)

No! Noi … Luciano … Luciano …

(prova a richiamarlo)

(il telefono squilla e subito Luciano stacca)

Non ce la faccio più … non ce la faccio più

(si accascia sul tavolo)

MASSIMO:

(premuroso)

Michela … lascialo perdere, per il tuo bene … lascialo perdere

VITTORIO:

(raccoglie il telefono di Michela)

Adesso è troppo!

(vede l’ultima chiamata, compone il numero ma Luciano non risponde)

(prende il suo telefono e compone il numero, Luciano risponde)

(fuori scena dall’altro capo del telefono)

Luciano … come ti permetti di offendere Michela… come ti permetti … quando ti vedo … preparati che ti sfondo di botte …

(Luciano fuori scena e dall’altra parte del telefono)

LUCIANO:

Ti ci metti anche tu cialtrone … queste sono cose che non ti riguardano pagliaccio …

VITTORIO:

(alterato)

Come ti permetti tu ! Finiscila altrimenti quando ti prendo ti spacco una bottiglia di birra nella schiena

LUCIANO:

(alterato)

Adesso vai anche il cavalier servente

(ride isterico)

Ma gettala contro il muro e fottitela quella cagna …

(stacca il telefono)

(Mario silenzioso guarda nel vuoto)

MICHELA:

(disperata)

Massimo fai qualcosa … fai qualcosa , aiutami, aiutami ti prego!

(Massimo fa l’atto di alzarsi si tocca la spalla e si accascia sul pavimento)

VITTORIO:

(alterato esce dal banco e si avvicina a Massimo)

La moquette … la moquette

(sfila la moquette da sotto il corpo)

Ma guarda un po’ … è tutta sporca … tutta sporca …

(porta la moquette dietro il banco)

MICHELA:

(disperata)

Massimo alzati! Ascoltami … ascoltami … devi aiutarmi … devi aiutarmi … alzati ti prego … devi aiutarmi … ho bisogno di te …

(Mario improvvisamente ritorna in se, e si avvicina al corpo di Massimo e gli tasta il polso)

MARIO:

(agitato)

Ma non vedete che il dottore sta male … male …

(lo spoglia della camicia e cerca di aprire la bocca ad Massimo per liberargli la lingua)

Cosa aspettate … cosa aspetti Vittorio chiama subito il 118! Questo uomo sta morendo ..

MICHELA:

(agitata)

Il 118 … il 118

(si guarda il viso con lo specchietto)

Sono orribile …

Vado in negozio a truccarmi …

MARIO:

(agitato)

Ma come a truccarti … chiama un’ ambulanza

MICHELA:

(agitata)

Più tardi … adesso devo andare a rendermi presentabile … capitoooo!

(ed esce di scena)

14 QUADRO

VITTORIO

MARIO

MICHELA (fuori scena)

(si sente da un grande orologio posizionato in scena        

un ossessivo  tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)

MARIO:

(agitato, in ginocchio vicino al cadavere e supplichevole )

E tu Vittorio … fai qualcosa … vai qualcosa almeno tu … almeno tu …

(Vittorio rimane in silenzio quasi assente, con il tappettino in mano)

( Mario strappa il tappettino dalle mani del figlio)

MARIO:

(alterato)

ecco cosa ne faccio del tuo tappetto … tu non sei mio figlio sei un mostro …

(e lo getta verso il pubblico)

(Vittorio inferocito si getta sul padre)

VITTORIO:

(gridando)

Noooooooooooooo!

(da una spinta al padre che batte la testa e muore)

(Vittorio rimane solo sul palco guarda nel vuoto prende il cellulare)

VITTORIO:

(con voce metallica)

118 … telefono da Via Statale angolo, Via indipendenza, sono il titolare del Bar Mario, il dottor Massimo Gratti è morto forse per un collasso e mio padre andando a soccorrerlo è scivolato ed ha battuto la testa … cercate di venire al più presto

(piange)

(pausa)

(Vittorio rimane solo sul palco guarda nel vuoto prende il cellulare)

(con voce metallica)

Michela … è sempre valido il tuo invito per la vacanza ….

SIPARIO