Mio marito aspetta un figlio

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MIO MARITO ASPETTA UN FIGLIO

di Mimmo Venditti

Personaggi:

Francesco Esposito                                                    - Don Ciccio 'o taxi

Rita Esposito                                                      - la moglie

Letizia Scognamillo                                           - la consigliera

Gennaro Russo                                   - il portiere

Alfonso Parisi                                      - il socio

Clotilde Fioravanti                                             - la corista

Aristide Quaglietta                             - il conte

Filippo Botta                                       - il padrone di casa

Emma Gargiulo                                                  - la vedova

Annella                                                 - la lavorante

               

ATTO PRIMO

                           1^ scena

Francesco:                           Niente! Non sai proprio di niente !  (Appoggiandosi con i gomiti sul tavolo)

Gennaro:                   (distratto) Chi?… Io?

Francesco:                           L'insalata, Gennà ! Donna Letizia, per favore, un po’ di limone?

Letizia:                  (sgarbata) Certo! (esce)

Gennaro:                              Don Cìccio, voi pensate al limone? Fate presto per cortesia! Ora vi metto il vino, vi taglio pure la carne.(mentre esegue le

                                                azioni dette, Francesco spalanca la bocca e resta immobile.

                         spaventato) Madonna! Che è stato?

Francesco:                           Non mi vuoi dare anche da mangiare?

Gennaro:                              Don Cìccio io ho fretta!

Francesco:                           E io debbo mangiare con calma.!!!

Gennaro:                              Ma ho la portineria incustodita!

Francesco:                           Ed io ho la colite spastica!!

Gennaro:                    (lunga pausa durante la quale Letizia ha portato il limone) Vi          pausa     durante  la quale Letizia    ha Vi

      sbuccio la pera.

Francesco:            Ahh! Ahh!E… tu la devi finire! Eh!Io non posso mangiare con te che mi metti fretta.!!

Letizia:                  (indisponente) Certo! Il signore è abituato alla servitù continua      

      e muta.

Gennaro:                              (sottovoce) Ma come la sopportate?

Francesco:                           (stesso tono) E c’aggià fa?? Posso litigare con mia moglie ogni

volta? La conosci la storia no?? quando lei esce, io non posso restare da solo!

Letizia:                 (che ha sentito)La signora ha ragione! L'uomo non merita

                         fiducia.(sentenziando) Il marito deve essere sempre controllato!

                          

Gennaro:                              (a lei) Ma perché non affittate una squadra di carabinieri?

                          Io ho da fare:adesso scendo, se dovesse succedere qualcosa

                        chiamatemi.!!!

Letizia:                  (subito allarmata) Gennaro, tu non scendi! Tu non puoi scendere!

                          Io non posso lasciare solo il signore, perché la signora non

                        vuole, ma non posso nemmeno restare sola con don Ciccio. Io

                        sono signorina! ...e non sono mai restata sola con un uomo

                        che non fosse mio padre, mio fratello o un altro parente

                        prossimo di primo grado...

Francesco:                   (continuando) ... che abbia presentato regolare certificato di

                          nascita e stato di famiglia!

Letizia:                  (allusiva, cominciando a sparecchiare) L'uomo è sempre

                          cacciatore e la donna una debole preda! ( a Gennaro decisa)

                         Non te ne puoi andare! (sentenziando, esce).

Gennaro:                              Bisognerebbe farvi un monumento!

Francesco:                           Chet’aggia a dicere!! E così!! Dopo sette anni di matrimonio,

                                 quando mia moglie esce, mi affida all'Angelo Custode!

Letizia:        (affacciandosi dalla cucina) La signora non esce per andare a

                               fare la canasta, ma per il suo rinomato lavoro di sarta che

                         serve per aiutare la "baracca!" (rientra in cucina).

Francesco:            (sottovoce) E non ti puoi neanche lamentare !!

Gennaro                               Perché  ? Donna Letizia ha avuto ordini dalla signora…          

                     (mima l'atto del percuotere).

Francesco:                           Ma che hai capito? Non mi posso lamentare perché donna

                               Letizia riferisce tutto a mia moglie.

Gennaro:                              Ho capito! E quando la signora torna, ci pensa lei a…..l! (mima cs)

 

Francesco:                           Ah! Gennà eh! Mia moglie è una signora! A certe "piazzate"

                     non ci è mai arrivata.! (un tempo) Almeno fino a questo momento!!

Gennaro:                              Allora voi e vostra moglie non vi volete bene!! Mi spiego:       Quando due persone si vogliono bene, qualche schiaffo ogni

                          tanto se lo scambiano! Io e la mia signora, "a forza di schiaffi",

                        abbiamo avuto sei figli!

Francesco:                 Che c'entrano i figli?

Gennaro:                              Centrano, c’entrano!! Perché, come si dice, dopo la guerra,

                               viene la pace! Don Ciccio, mi dovete credere, ogni volta che io

                         e mia moglie ci siamo presi a schiaffi e tirate cose in faccia,

                         dopo nove mesi, puntualmente….  una creatura!

Una voce:                            (mentre Letizia rientra) Portiere, portiere! Ma qua non c’è mai

                               nessuno ?

Gennaro:                              Sentite, don Cìccio? Questo è quel rompiscatole del ragioniere

                               del terzo piano! Se non scendo mi fà rapporto al padrone di

                        casa.

Francesco:                           Hai ragione, è meglio che tu scenda!

                      Vuol dire che anche donna Letizia viene con te. Tanto io ho

                         finito di mangiare e vado un po’ a riposarmi.!!

Letizia:                  (categorica) Io ho ricevuto ordini precisi! Da quì non mi

                               muovo se non viene la signora!!

Francesco:                           (perdendo la calma) Ma che sono diventato un sorvegliato

                          speciale? E perché non mi fate seguire da un picchetto armato

                         pure quando esco con il taxi?!

Letizia:                  Fuori di casa sono affari vostri!  Ma il tetto

                               coniugale non deve essere profanato! Io da quì non mi muovo!

Francesco:                           Ma lo volete capire che questo pover'uomo ha i suoi impegni ?

Una voce:                            Portiere... Portiere!!!

Gennaro:                              (deciso) Don Cìccio, mettetevi d'accordo quì con il plotone

                               d'esecuzione, ma io debbo scendere!

Francesco:                           (forzatamente calmo a Letizia) Allora? La vogliamo trovare una

                          soluzione?

Letizia:                  (riflette, poi condiscendente) Se proprio Gennaro se ne deve

                               andare, vuol dire che mi metto fuori al balcone. Stiamo al

                         secondo piano e sono abbastanza tranquilla, ma se voi vi

                         avvicinate, io mi butto giù! (andando fuori al balcone con

                         fierezza) Morirò martire dell'onore come Santa Maria Goretti!

                                   (esce).

Francesco:                           Gennà, te lo giuro: Io in questa casa non ci resisto più! Donna

                               Letizia da una parte,mia moglie dall'altra, mi stanno

                         distruggendo!. Dopo sette anni il matrimonio è diventato

                         un’inferno! Non ce la faccio più!!

Gennaro:                              (pettegolo) Eppure vostra moglie sembra tanto una brava

                               donna! Dentro al palazzo le vogliono tutti un gran bene.!!

 

Francesco:                           (reagendo) Ed "è" una brava donna! L'ho sposata per questo!

                          Però ha un difetto: è sempre stata gelosa!!

Gennaro:                   E' segno che vi vuole bene! Più si ama e più si è gelosi! Vedrete che con il tempo, piano piano, finisce anche la gelosia!!

Francesco:                 Così credevo anch’ io! Invece è sempre peggio! Mi devi

                          credere: quando ti vedo giù al portone ridere e scherzare            

                        con tua moglie, ti invidio!

Gennaro:                              E per forza!! Con la portineria, sei figli, dove lo trova il tempo

                          di fare la gelosa!!!

Francesco:                            Questo è il punto.! I figli! Non dico sei, ma almeno uno. Non è

                           stato possibile; non c’è stato niente da fare! (sconsolato)

Gennaro:                      (allusivo) Ah! Ma allora siete voi che...

Francesco:                    (scattando) Gennà, io sò meglio 'e te! E se tu hai avuto sei figli,

                          io ne potrei fare quattordici!

Letizia:                 (sporgendosi all'interno) Non vi dimenticate che io stò quì fuori  e sono signorina! Perciò parlate più pulito! (esce)

Francesco:                            Va bene, signorina, scusate!

Gennaro:                              Scusatemi pure voi, don Cìccio! Avevo capito male! Voi avete

detto:  Non  non c’è stato nulla da fare e io ho pensato che.…

Francesco                             Volta e  gira.... sempre le stesse risposte:  "State a posto tutti e due! Due fisici perfetti! Dovete pazientare un poco e  succederà!".

Gennaro:                              Dovete pazientare ... e ... perseverare!!

Francesco:                 Si! Si! Va bene!Adesso però è meglio che tu scenda, altrimenti

                        il ragioniere del piano di sopra chi lo sente!!

Letizia:                  (rientrando) Non è più possibile! Io sul balcone non ci posso più stare  perchè sono delicata e fuori fà freddo; per cui debbo stare al  coperto in questa stanza e Gennaro deve restare quì!

Francesco:                            Sentite, io non sò come faccio a trattenermi; fatemi il piacere,

                          scendete tutti e due!

Letizia:                                Non posso! Ho ordini precisi dalla signora .....

Gennaro:               (continuando imitando Letizia) l'uomo è cacciatore ed io non posso

                                lasciarvi solo in questa strada affollata di belle ragazze! (un

                                tempo)( a Letizia) Ma lo sapete che siete curiosa?

Letizia:                   Se la signora è gelosa, ha le sue ragioni !  E poi tu pensa

                          a fare il portiere e non intrometterti in queste faccende!!

Francesco:                 Ma se io non ho mai dato a mia moglie motivo di dubitare della mia fedeltà, dove me la mette  'sta gelosia?!

Letizia:                          (saputa) Lo sappiamo noi dove la dobbiamo mettere!!!

Gennaro:              Lo sò pure io! (toccandosi la tasca posteriore del pantalone) Ma non         lo dico perchè c'è una signorina "presente"!

 

Letizia:                  (offesa) Don Cìccio, fatemi rispettare!

Gennaro:                              (con falsa innocenza) Ma chi vi ha fatto niente?

Letizia:                  Ti ho visto con la coda dell'occhio. Non negare! Hai fatto il gesto!

Gennaro:                              Ma chi? Ma quale gesto" (prendendo il fazzoletto dalla tasca posteriore del pantalone) Mi volevo soffiare il naso. Ho controllato se avevo il fazzoletto.

Letizia:                  Non cercare scuse, ti ho visto! E hai fatto pure un pensiero volgare!

Gennaro:                              (ironico) Avete visto pure il pensiero con la coda dell'occhio?

Letizia:                  Don Cìccio, voi dovete intervenire. Gennaro non deve pensare!

Gennaro:                               ( a Letizia) Non me lo può impedire, non ne ha il diritto!

Letizia:                  Se è un vero uomo, lo ha!

Gennaro:                              Non lo ha!

Letizia:                  Lo ha!

Gennaro:                              (a Francesco) Non lo avete, don Cìccio!

Letizia:                  (c. s.) Lo avete, lo avete!

Francesco:                           (confuso, grida) Ma se pò sapè c’aggia a tenè!!??

Rita:                      (entrando) Ma cosa è successo? Si sente strillare fin sotto il portone. (al marito) Ma è mai possibile che non mi posso allontanare un momento?

Letizia:                  Signora mia, che ho passato! Prima i discorsi indecenti , poi fuori sul  balcone al freddo e al gelo e per finire anche i gesti allusivamente volgari! Che ho passato, signora mia; che ho passato.!!

Rita:                      Ma insomma, non solo questa poveretta  ti deve servire quando io non ci sono, ma deve pure essere trattata in questo modo?!

Gennaro:                              Ma non la state a sentire, signora!  E’ lei  che ci ha messo in croce a me e a vostro marito!

Letizia:                  (categorica) Io non ho mai ceduto e mai cederò ad un uomo sposato; perciò...rassegnatevi!

Francesco:                           O Signore! Ma che peccati ho fatto per meritare questa punizione!

Rita:                      Punizione? Ma se ti assicuro la servitù pure quando non ci sono!?

Francesco:                           Ma chi te l'ha mai chiesta, la servitù?

Gennaro:                              O se proprio ci vuole una servitù, che fosse per lo meno più trattabile.

Rita:                      E più giovane, è vero? Ve lo ha detto mio marito di darmi questo consiglio? Adesso mettiamo una cameriera giovane in casa per farlo divertire!

Francesco:                           Vedete se si può ragionare con una donna simile!!

Gennaro:                              Signora don Ciccio ha finito proprio adesso di dire che le donne, da quando si è sposato con voi, lo disgustano!!

Rita:                      (alterandosi) Ah! Così vi ha detto?

Gennaro:                              (volendo riparare alla gaffe) No signora che avete capito? Don Ciccio diceva così...perchè voi avete...un carattere...un pochino insopportabile!

Francesco:                           (intervenendo) Ma statte zitto! Che parli a fare? Stai dicendo un mare di fesserie. Perchè non te ne ritorni in portineria??

Gennaro:                              (indispettito)  Se vi dò fastidio, perchè mi avete chiamato?

Francesco:                           Non ti ho chiamato io... è stata mia moglie!

Gennaro:                              Allora deve dirmelo la signora se debbo restare o no! Però vi avverto: da questo momento mi schiero dalla parte femminile!

Francesco:                           Schierati dove vuoi tu, ma giù al portone! Questa è casa mia!

Gennaro:                              Pensateci bene! Se me ne vado, il palazzo ritrova un portinaio, ma voi perdete un alleato!

Francesco:                           Vavattenne! (spinge Gennaro che esce, poi calmo) Ecco qua!!. Pure oggi ci siamo riusciti. Stavo in pensiero. Mi domandavo come mai non avevamo ancora trovato un motivo per fare i quattro strilli quotidiani. (un tempo) Sentite: io ho avuto una giornata molto dura vado un po’ a riposare. Tanto la mia presenza non è neccessaria, sò già come va a finire.Come sempre ho torto io! Vi chiedo scusa! E se non è chiedere troppo, gridate sotto voce. Grazie! (esce)

Rita:                      Hai visto? Non ha più nemmeno la voglia di litigare!!.

Letizia:                  Non  dovete scoraggiarvi !!. La lotta è dura, ma ne vale la pena.

Rita:                      Non ce la faccio più! In questi ultimi mesi abbiamo litigato almeno due volte la settimana... e questo famoso "chiarimento" non è ancora venuto.

Letizia:                  Dovete insistere! Don Ciccio è resistente, ma … prima o poi crollerà!!! (annuendo).

Rita:                      E se fosse innocente?

Letizia:                  Voi siete troppo ingenua! Meno male che ci sono io che vi apro gli occhi.!! (decisa) Don Ciccio non può essere innocente!

Rita:                      Ma quali prove abbiamo??

Letizia:                  Per il momento...niente di concreto: (enigmatica) ma se vi ho consigliato di litigare più spesso, qualche motivo ci deve pure essere!!

Rita:                      E sarebbe??

Letizia:                  Prima di tutto, una bella litigata mensile tiene il marito sotto tensione. così, se gli vengono "certi pruriti", ci pensa due volte prima di farseli passare! Secondo,ricordatevi sempre di quella borsetta trovata dentro il taxi!

Rita:                      Ma quella l'aveva perduta una cliente!!!

Letizia:                  Così ha detto lui… e voi ci avete creduto!! Ma io non ne sono convinta. E vi siete già dimenticato il capello biondo da me scoperto nella tasca dello spolverino? Non ha mai saputo dare una spiegazione esauriente. Perciò vi consigliai di litigare almeno una volta la settimana così a titolo di precauzione! Signora Rita, la donna che vuole conservare il proprio marito deve stare con tanto di occhi aperti! E' meglio sospettare di un innocente che lasciare libero di agire un traditore! Credete a me, don Ciccio finirà per confessare. Due litigate alla settimana non bastano? E noi ce ne aggiungiamo un'altra!!

                           3^ scena

Annella:                                (da dentro) Permesso?

Rita:                      (mentre Annella entra) Chi è?

Annella:                                Sono  io, signora  Buongiorno.

Rita:                      Buongiorno.

Annella:                                (giustificandosi per essere entrata senza suonare il campanello) La porta era aperta.e così…...

Letizia:                  Don Gennaro, era così nervoso quando è uscito che si è dimenticato di chiuderla!!

Annella:                                (avendo intuito che c'è stata la solita litigata, domanda in tono divertito) Allora …avete litigato pure oggi?

Letizia:                  (scattando) Dobbiamo rendere  conto a te?

Annella:                                Madonna !! Signora Letizia  siete  sempre nervosa!!  Io ho fatto una domanda!!

Letizia:                  E non la dovevi fare!!

Rita:                      ( Ad Annella) Queste sono cose che non ti riguardano! Piuttosto ti avevo pregata di venire in orario e tu ti presenti a quest'ora?

Annella:                                Scusate, signora , mi sono fermata un momento giù  al portone a parlare con il mio fidanzato.... e si è fatto tardi.!!!

Letizia:                  (acida) Tutte civette e scostumate le signorine di oggi!!. Solo io mantengo alto il nome della razza! (fiera e a testa alta).

Annella:                                (candida ma precisa) No, signora… voi siete proprio di un'altra razza! (campanello).

Rita:                      Vai ad aprire la porta, va! (Annella esce per eseguire l'ordine) Certe volte non lo sò se questa ragazza è tonta o fà la tonta!!

Letizia:                  Secondo me: E'  proprio scema!

Clotilde:                                (entrando seguita da Annella) Buongiorno signora Rita, è pronta la mia  prova?

Rita:                      Come no!! Annella prendi il vestito della signorina Clotilde.

Clotilde:                                (mentre Annella  prende il vestito) In fretta per cortesia!!. Ho le prove al San Carlo tra un'ora e devo ancora passare dal parrucchiere.

Rita:                      E' pronto!!.

Annella:                                (porgendoglielo) Ecco qua.!!

Clotilde:                                (osserva appena il vestito, poi rivolta a Rita) Ma no, signora mia! Io mi servo da voi, perchè oramai mi sono abituata...

Letizia:                  (ad Annella) … a pagare dopo 4-5 mesi senza che nessuno vi dica niente!!

Clotilde:                                (che non ha sentito, continua) ...ma questo vestito non è come dicevo io. Si vedono tutti i punti dell’orlo! Io sono un'artista! C’è il pubblico, ci sono i fotografi! E poi non posso andare in giro vestita come una donna di casa! Devo dare conto anche al mio impresario, ma che figura mi fate fare!!

Rita:                      (accomodante) Va bene! Provatelo e vedremo dove si deve aggiustare.!!

Clotilde:                                Lo devo provare quì? Voi ancora non vi siete abituata ad una cliente come me! Datemi il vestito…..me lo vado a provare in  camera da letto. (esce)

Rita:                      Accomodatevi!!! ( rassegnata alzando gli occhi al cielo).

Annella:                                Ma perchè non si può spogliare davanti a noi? Che cosa ha di speciale?

Rita:                      Quanto è antipatica.!! Si dà tante arie perchè fa la corista al San Carlo...e poi ha la biancheria intima tutta rattoppata!

Letizia:                  Non ha nemmeno i soldi per comprarsi le mutande nuove.!!

Annella:                                Che è questo linguaggio signora Letizia?? Vi siete scordata che siete "signorina"?

Letizia:                  Io non me lo scordo mai!!

Clotilde:                                (entrando di corsa) Signora Rita! Perchè non mi avete detto che in camera da letto c’è vostro marito?

Rita:            Voi mettetevi dietro il paravento non preoccupatevi! Mio marito

                      ha il sonno pesante.!!!

Letizia:                  (ad Annella) E anche  se si sveglia? E' un uomo coraggioso, non si spaventa tanto facilmente.!!

Clotilde:                                (che non ha sentito) Comunque non c'è bisogno che lo misuri. Grosso modo va bene! Ma mi raccomando le ribattiture.  Ripasserò...dopo domani alla stessa ora, va bene?

Rita:                      Dopo domani sarà pronto, state tranquilla! Annella  accompagna la signorina Clotilde.

Clotilde:                                Non è necessario, grazie, conosco la strada. Buongiorno a tutte!!. (esce altezzosa)

Rita:                      Buongiorno, Buongiorno!!

Letizia:                  Ma chi si crede di essere???. (si avvicina al balcone e guarda fuori con insistenza).

Annella:                                (che si è seduta a lavorare di cucito, incuriosita, chiede) Non è arrivato ancora?

Letizia:                  (sorpresa) Chi?

Annella:                                Quel "coso curioso" che si mette di sentinella sotto al balcone tutte le sere. (alludendo) Chi sa chi aspetta!

Letizia:                  (risentita) Tu sei scema e pure scostumata! (un tempo) Quello è una persona seria e distinta (inveendo) Non ti permettere più di chiamarlo coso curioso... Hai capito?!

Annella:                                (sorpresa dalla veemenza) Ma perchè, voi lo conoscete?

Letizia:                  (enigmatica)  Eh! Un po’...e poi… e poi si vede benissimo che è una persona per bene!

Annella:                                (desiderosa di saperne di più) Secondo me, "fà la posta" a qualcuna! (pausa, poi insinuante) Ma fà che "quel signore", la sera, aspetta voi.!!!

Letizia:                  (con imbarazzo) E pure se fosse? Non sono affari tuoi! (pausa, poi scattando) E non fare commenti ….che potrei pigliarti a schiaffi!

Annella:                                (sorpresa dalla scoperta ed insieme divertita dalla cosa) Allora aspetta a voi??? (a Rita,ridendo) Madonna,signora mia!! tutto vestito di nero, nell'ombra del portone, mi mette una paura alle volte!!

Letizia:                  Ti ho detto che non ne devi parlare... non sono fatti tuoi!

Annella:                                (che vorrebbe saperne di più) Mah!…..Certo che….

Rita:                      (intervenendo) Basta ora! Letizia ha ragione! Non sono fatti tuoi! Mettiti a lavorare che è tardi! E mi raccomando: domani vieni in orario... se no è meglio che non ci vieni poprio. Hai capito?

Annella:                                (a malincuore) Sissignora.!! (siede vicino al tavolo e comincia a cucire. La curiosità però se la mangia e non può fare a meno di osservare le due donne che, sedute in disparte, parlottano tra loro. Vistosamente, di tanto in tanto, ascolta e commenta con gesti appropriati).

Rita:                      (sottovoce a Letizia) Ma cos’è questa storia? Perchè non mi hai detto niente?

Letizia:                  (stesso tono) Speravo di risolvere prima i vostri problemi. Comunque stasera ve lo avrei detto... perchè lui... vuole una risposta!!

                           4^ scena

Rita:                      Ma chi è? Come si chiama?

Letizia:                  Aristide Quaglietta. E' un nobile, un Conte! Dice che da parecchio tempo mi voleva conoscere, ma non era sicuro dei miei sentimenti. Quando ha capito chi ero io... quella che sono... si è deciso e mi ha fermata.

Rita:                      In mezzo alla strada? (al cenno affermativo di Letizia) E da quanto tempo?

Letizia:                  (pausa, riflette, guarda l'orologio) Fra quarantanove minuti, sono esattamente dodici giorni che la sera quando esco di quì mi aspetta giù al portone! Per i primi nove giorni, mi ha seguita fino a casa senza parlare.  E’ rimasto davanti al portone a guardare in sù per un totale di "24 minuti"! L'altro giorno, finalmente mi ha detto: Buona sera!

Rita:                      E tu?

Letizia:                  Io ero talmente emozionata che non sono riuscita a parlare!. Così sono salita in casa di corsa!. E' rimasto sotto al portone…. "36 minuti"!

Rita:                      Ma tu ci hai parlato?

Letizia:                  Ieri sera quando sono scesa, si è presentato, mi ha detto il nome e le sue intenzioni.

Rita:                      E tu che hai risposto?

Letizia:                  (con un sospiro) Che ci dovevo pensare... ma che comunque

                         dovevo parlare prima con mia sorella!!

Rita:                      (meravigliata) Tua sorella? Ma tu non hai sorelle ?

Letizia:                  No, ma ho voi? Non vi voglio bene come a una sorella?! Io non ho  nessuno!!.Chi mi assicura che quello non ha brutte intenzioni e poi mi lascia?

Rita:                      Ma com'è? Bello, brutto, anziano...

Letizia:                  Beh, non sta bene che lo dica io, però è un bell'uomo! Ha la sua età ma è molto giovanile!

Rita:                      Ma ha parlato di matrimonio? Ieri sera che ti ha detto?

Letizia:                  Veramente ho capito solo il nome. Lui parlava, parlava, parlava così bene, che non ho capito niente! Voi ci dovete parlare e lo dovete convincere!

Rita:                      E va bene: invitalo quì e ci parliamo!!.

Letizia:                  Io pure?? No, no! Io mi vergogno! Quello fra poco arriva e si mette sotto il balcone. Scendiamo insieme! Se lui s'avvicina, voi lo invitate a salire….. e ci parlate!!

Rita:                      (sorridendo) Va bene! Quando arriva, mandiamo via la ragazza, e scendiamo. Però prima se ne deve andare anche mio marito!!.

Letizia:                  Grazie! (un tempo) Spero di non fare la fine che avete fatto voi con don Ciccio !

Rita:                      Adesso stai esagerando!! Io e mio marito ci siamo sposati perchè ci volevamo veramente bene! E anche adesso, in fondo, sono sicura che non è cambiato niente! (pausa,) E poi che fine ho fatto… dopotutto non ho scoperto nulla, non ho nessuna prova della sua infedeltà!!

Letizia:                  Veramente per scoprirlo, un sistema ci sarebbe!

Rita:                      Quale sistema?

Letizia:                  Domenico! Il mago!!

Rita:                      (rimproverandola) Ma come, tu credi ancora a queste sciocchezze?

Letizia:                  Signora Rita, Domenico è un Santo! A una mia parente che viveva a Portici, l’ha guarita! Era un mese che aveva la febbre; i medici la riempivano di medicine, ma la febbre non se ne andava .Così chiamarono Domenico! Due sedute…. e la febbre sparì per  sempre !

Rita:                      (infastidita) No! No! Io a queste cose non ci credo!

Letizia:                  Lo sò! Ed ora ne state pagando le conseguenze!! Siete infelice perchè sospettate di vostro marito, ma non avete le prove!!.

Rita:                      (scettica) E il “Mago” Domenico le trova?

Letizia:                  (sicura) Quello sà tutto! Passato, presente e futuro! Gli  bastano i tarocchi e una tazzina di caffè!

Rita:                      (interessata suo malgrado)...e...se la deve venire a prendere quì?

Letizia:                  No! Dobbiamo portargli la tazza (didascalica mentre Francesco rientra ed ascolta) sporca di caffè bevuto dall'interessato!

Francesco:                           Se state parlando di me, è un falso. Non l'ho avuto!

Rita:                      (trasalendo) Che cosa?

Francesco:                           Il caffè! Mi sono svegliato in questo momento e non l'ho preso ancora!

Letizia:                  (sgarbata) Scusate tanto! Un'altra volta ci facciamo trovare con il vassoio davanti alla porta! (esce)

Francesco:                           (alla moglie, tentando di spiegare) No! Il fatto è che,.. uscendo dalla porta, ..ho sentito il caffè bevuto…. (mezzo sorriso)

Rita:                      (tagliando corto) Letizia è andata a prenderlo!. Viene subito!

Francesco:                           (c.s.) Sì va bene!  è che... uscendo... ho sentito la parola caffè...

Rita:                      E' pronto! Lo deve solo riscaldare!! (con calma serafica)

Francesco:                           Si! Ho capito….però veramente io volevo...

Rita:                      Il caffè! Ho capito! E' pronto! Mentre ti prepari, Letizia te lo porta, d’accordo?? (tutto sillabando).

Francesco:                           (disarmato) Si! ….Mi vado a lavare la faccia! (avviandosi) Come è bello quando ti capiscono senza neanche darti il tempo di spiegare.!! (esce).

Annella:                                (assicurandosi prima che l'uomo sia uscito, a Rita, in tono confidenziale) Speriamo che non abbia sentito il fatto del mago Domenico!!

                              

Rita:                      (infastidita) Invece tu hai sentito tutto!!??

Annella:                                Tutto signora! Pure il fatto di donna Letizia!

Rita:                      (rimproverandola) E ti pare una cosa educata ascoltare i fatti degli altri?

Annella:                                (mortificata) No!(un tempo, con convinzione e per giustificarsi) Però voi parlavate forte! (un poco dispiaciuta) Del resto, non è che ho capito tutto... Mannaggia, certe volte non si sentiva bene!

Rita:                      (dura) Ce lo potevi dire, così alzavamo subito la voce!

Annella:                                (mortificata) Era meglio se stavo zitta, è vero? (Rita non risponde) Mannaggia, e non me lo voglio togliere il vizio di parlare!! (con sincerità ed accorgendosi solo sul finire della frase della enormità che sta dicendo) Non riesco ad imparare che devo ascoltare solamente! (si rende conto di quanto ha detto, poi umilmente) Scusate! (Rita ancora una volta non le risponde. Mostrandole il lavoro fatto) Quì ho finito; non devo fare altro?

Rita:                      No! Per oggi basta! Ci vediamo domani;…. e mi raccomando l'orario.

Annella:                                State tranquilla, vengo in orario! (avviandosi) Arrivederci. (esce)

Francesco:                           (rientrando) Alfonso non si è visto?

Rita:                      No! non è ancora venuto! (un tempo) Ma perché… tu non esci?

Francesco:                           Non lo sò. Dipende!

Rita:                      (un tempo) Da che cosa?

                           5^ scena

Francesco:                           Stamattina ho incontrato il cavalier Botta; ha detto che doveva parlarmi di una cosa delicata, così l'ho invitato qui a prendere un caffè.

Rita:                      (preoccupata) Quì?… Per oggi?…. Un caffè?

Francesco:                           (con ironia) Non sapevo che tu oggi avessi dichiarato guerra al caffè!

Rita:                      Quanto sei spiritoso! Ho domandato perchè forse noi, più tardi, dobbiamo uscire.!!

Francesco:                           Noi?

Rita:                      Io e Letizia!

Francesco:                           Ah!

Letizia:                  (entrando) Ecco il caffè. L'ho fatto fresco!

Francesco:                           Grazie! (prende la tazzina)

Rita:                      (riprendendo il discorso) E che cosa vuole, il padrone di casa?

Francesco:                           Non lo sò, non me l'ha detto!

Rita:                      Sicuramente vuole un altro aumento di pigione.

Francesco:                           Non credo! Ha parlato di una cosa personale e delicata! Per questo ho               pregato Alfonso di venirsi a prendere le chiavi.

Letizia:                  (preoccupata) Ma perché… non uscite?

Francesco:                           (paziente) Non lo so. Dipende!

Letizia:                  (un tempo) Da che cosa?

Francesco:                           Ho già risposto anche a questa domanda. Potete uscire!!. Mia moglie mi ha detto tutto.

Letizia:                  (equivocando) A sì??… Comunque non è stato deciso ancora niente, perciò è inutile che facciate commenti!

Francesco:                           (a Letizia, incurosito) Ma di che cosa si tratta? (a Rita) Dov'è che dovete andare?

Rita:                      (evasiva) Te l'ho detto: forse più tardi dobbiamo uscire perchè...probabilmente...dobbiamo incontrare una persona.

Francesco:                           (sempre più incurosito) E non si può sapere chi è?

Rita:                      Non lo conosci... e nemmeno io! E' una cosa che riguarda Letizia.

Francesco:                           Allora tu che c'entri?

Rita:                      (alterandosi) Ah, Ciccì, eh!! … e come la fai lunga!

Francesco:                           (c.s.) Scusa ! ma tu fai tutti questi misteri!

Rita:                      Nessun mistero! Forse devo parlare con il probabile... fidanzato di Letizia.

Francesco:                           (che stava sorseggiando il caffè, ha ripetuti colpi di tosse. Poi ridendo) Il prob... di chi?

Letizia:                  Mio! Di questa povera anima troppe volte calpestata e umiliata!

Francesco:                           (cercando di rimanere serio, alla moglie) E... perchè ci devi parlare tu?

Rita:                      Letizia non ha nessuno. Chi deve prendere qualche informazione? Questo signore con chi deve parlare?

Francesco:                           Per chiedere la mano della "calpestata"!?

Letizia:                 Signora, forse è meglio che don Ciccio non assista all'incontro! (a lui) Quello è nobile! E io ci tengo che resti bene impressionato!!.

Francesco:                           Se non si è impressionato quando vi ha visto, state tranquilla che non c'è niente che lo possa, ancora ,impressionare!!

Rita:                      Non scherzare sempre! Piuttosto, adesso che scendo, avverto il portiere che gli vuoi parlare.

Francesco:                           Lo devo dire pure a Gennaro? Allora volete mettere i manifesti?!

               

Rita:                      (paziente)E proprio per questo che te lo mando sopra! Se quel signore ci aspetta davanti al portone, Gennaro vede tutto e (a denti stretti) …mangia la foglia.

Francesco:                           Ho capito!!. Devo reggere il giuoco alla donzella umiliata!!

Letizia:                  Signora,  ci possiamo fidare di don Ciccio?

Rita:                      (a lei) Non ti preoccupare... ( a lui minacciosa) perchè non parla!

Francesco:                           Farò il possibile... ma non prometto niente! (due colpi di campanello).

Rita:                      (a Letizia) Non gli dare retta; vai ad aprire! Io intanto mi preparo e scendiamo.(esce)

Letizia:                 Siete perfido e viscido! (avviandosi) Attento a voi perché ve la faccio pagare! (sibilando malignamente ed esce).

Francesco.:                          Non minacciate, non minacciate! Altrimenti mi metto fuori al balcone e grido la notizia alla cittadinanza intera!

Alfonso:                               (entrando seguendo Letizia che scappa) Donna Letizia carissima!! (tenta di abbracciarla)

Letizia:                  (c.s.) Alfonso, ve l'ho detto tante volte:         non vi pigliate certe confidenze!

Alfonso:                               (avvicinandosi galante)  E non vi arrabbiate!. Lo sapete: io vi stimo, vi rispetto e ... vi voglio bene!

Francesco:                           Piano con queste dichiarazioni, Alfonso... perchè ti puoi compromettere.

Alfonso:                               Che volete, io sono un tipo allegro e mi piace scherzare!

Francesco:                           (con intenzione) Con donna Letizia è un lusso che ora non ti puoi  più  permettere!

Rita:                      (rientrando, pronta per uscire) Buongiorno.Alfonso. Siete venuto in anticipo?

Alfonso:                               Buongiorno Signora Rita!  Sono venuto a prendere le chiavi del taxi. Don Ciccio non può uscire e così comincio io per  primo il  turno!!

Rita:                      Sì, ma è presto.!!(al marito con intenzione) Fate un po’ di compagnia a mio marito e poi ve ne andate!

Francesco:                           ( che ha capito l’antifona)  Stai tranquilla!! Abbiamo tante cose da dirci che dobbiamo passare almeno un'ora insieme!

Rita:                      Allora noi scendiamo! Letizia tu sei pronta?

Letizia:                  (che nel frattempo ha sostituito una maglietta con uno scialle ed ha messo ben in vista al pubblico- la tazzina nella borsa, mostrandola dice con intenzione) Sono pronta! In tutti i sensi! (ai due uomini) Con permesso! (esce impettita).

Rita:                      (al marito) Lascio la porta socchiusa,… mi raccomando!! (allusiva)

Francesco:                           Stai tranquilla! Mandami su Gennaro! Nel frattempo io e Alfonso parleremo a lungo. (a lui) Alfonso, siediti  perchè dobbiamo parlare!

Rita:                      Arrivederci, Alfonso! (esce)

Alfonso:                               Arrivederci! (siede, poi preoccupato) Don Ciccio... io lo so di che cosa volete parlare... prima però mi dovete dire come l'avete saputo!

Francesco:                           (credendo si riferisca al fatto di Letizia) Me lo ha detto mia moglie!

                           6^ scena

Alfonso:                               (preoccupato) E donna Rita come lo ha scoperto?

Francesco:                           (c.p.) Non l'ha scoperto. Gliel’ha l'ha confessato donna Letizia!

Alfonso:                               (spaventato) Ma perchè lo sa pure donna Letizia?

Francesco:                           (sospettando si tratti di fatti diversi) Aspetta, Alfo’.... ma tu di che cosa stai parlando?

Alfonso:                               Di quello che mi è successo!

Francesco:        Che ti  è successo?

Alfonso:                               (tragico) Una cosa grave, gravissima, don Ciccio!

Francesco:                           S'è scassato 'o taxi?

Alfonso:                               (con tono normale) Ma se le chiavi le avete ancora voi!! (un tempo, poi melodrammatico) Una cosa grave... personale! (un tempo) Io la notte non dormo!

Francesco:                           Lo sò…. Fai il servizio notturno!!!

Alfonso:                               (c.p.) Ma io non dormo neanche di giorno!

Franesco:                             Per quale motivo?

Alfonso:                               (c.p.) Non riesco più a mangiare!!

Francesco:                           Davvero? Sarai un po’ imbarazzato, prenditi una purga!!

Alfonso:                               (c.p.) Ma quale purga , sono sull'orlo di una crisi!!!

Francesco:                           (spazientito) Ho capito! Ma la ragione,la causa di questa crisi!

Alfonso:                               (calmo) Ma voi vi siete reso conto che è grave? (melodrammatico) Don Cìccio, è "gravissimo"!

Francesco:                           Ho capito!(rassegnato) Mi devi chiedere qualcosa e stai aumentando la dose per impressionarmi!!

Alfonso:                               (con ammirazione) Io l'ho sempre detto che siete "il più migliore" di tutti!!

Francesco:                           (che nel frattempo ha cercato la tazzina per prendere l'ultimo sorso di caffè) Ma dove è andata a finire...stava quì sopra.!!

Alfonso:                               Che state cercando?

Francesco:                           La tazzina…c’era rimasto un sorso di caffè …non la trovo più! Mah!….comunque sentiamo che ti serve!!

Alfonso:                               Ho conosciuto una signora: (scandendo) "Vedova dell'alta Italia!"

Gennaro:                              (entrando) Permesso? Si può?

Francesco:                           Vieni, Gennà, vieni! Scusami se ti ho mandato a chiamare.

Gennaro:                              Niente, per carità! Avete fatto bene! Anzi se restavo altri dieci minuti, passavo un guaio!

Francesco:                 Addirittura!! Che è successo??

Gennaro:                              (sedendo) Eh! Che è successo!! Vorrei vedere a voi nei miei panni! Portiere, con una moglie e sei figli a carico!

Francesco:                           E di che ti lamenti? Hai una bella famiglia,allegra,numerosa!

Gennaro:                              Dite sul serio? Vi giuro che se me li pagassero,…. due o tre li venderei subito!

Alfonso:                      Esagerato!!!

Gennaro:                              (rivolgendosi a Alfonso) Casa mia sembra la succursale del manicomio! Mai un momento di pace.!! Quando erano piccoli, dormivano a turno...e io e mia moglie non dormivamo mai! Adesso che sono cresciuti, la notte mi fanno dormire, ma di giorno devo litigare con tutta la gente!

Francesco:                           Non è vero!! Gli inquilini del palazzo sono persone per bene, tranquille e molto comprensive!!

Gennaro:                              E chi parla di loro? Ringraziando a Dio, loro sono tranquilli. Sono i figli miei il disastro! Mi dovete credere: per colpa  loro, ho litigato con tutta la gente del quartiere. Dal primo all'ultimo!

Alfonso:                               Per forza! Stanno sempre in mezzo alla strada!. Tienili in casa e vedrai che non litighi più!

Gennaro:                              Con la gente del quartiere! Ma dopo tre giorni, gli inquilini del palazzo vanno dal padrone di casa e gli dicono: sentite, o se ne va il portiere con tutto il serraglio, o ce ne andiamo noi!

Francesco:                           Sono bambini.! Un po’ di chiasso lo fanno sempre; si capisce.! Ma tu perchè non li mandi a scuola?

Gennaro:                              Ci vanno!! Tre, all' elementari. Ormai li conoscono tutti quanti! La bidella quando li vede arrivare la mattina, da l'allarme: "Arrivano i barbari"! Due, sono troppo piccoli e Tommasino potrebbe andare all'asilo... ma le monache non lo vogliono!!

Alfonso:                               Perchè?

Gennaro:                              Perchè è troppo nervoso ... e quando si "agita ",si contorce tutto, urla e dice parolacce!

                      

Francesco:                           Ma questo gli succede una volta ogni tanto???

               

Gennaro:                              No! Magari! Una volta ogni tanto parla pulito! La mamma lo difende sempre, è cresciuto un po’ viziato. Mia moglie non li sa educare! Pure per questo litighiamo sempre! Se allungo uno schiaffo, dice che sono "manesco"; se invece faccio finta di non sentire, si mette a gridare: "Ma tu che uomo sei? Non ti fai rispettare nemmeno dai tuoi figli ! Tu sei un uomo di... eccetera eccetera!". La conosco da quindici anni,…e non l'ho ancora capita! E’ un mistero!!

Francesco:                           Gennà!! La donna è un mistero! Il genere femminile è mistero!

 Alfonso:                              Parole sante, don Ciccio! Posso finire di raccontare quello che mi è capitato! (riprendendo il racconto interrotto all'arrivo di Gennaro) Ho   conosciuto una signora: Vedova dell'alta Italia! Bella donna, giovane, formosa! Conobbe un napoletano; le è piaciuto e si sposarono. Dopo quattro mesi di matrimonio, il marito purtroppo è   morto e lei non si è voluta più muovere da Napoli.

Gennaro:                              Ma... ci  sta? ... Ci sta?….

Alfonso:                               Sei sempre il solito volgare!!La signora Gargiulo è una donna onesta che ti credi!! Solo che certe volte non la capisco!!

Francesco             In che senso?

Alfonso:                               Poichè è una cliente fissa, tutte le sere la riporto a casa dal lavoro. Ho preso confidenza e, sinceramente, vi dirò che non mi dispiace, anzi: le faccio la corte!

Gennaro:                              E lei?

Alfonso:                               Gesù, che domanda!!(orgoglioso) Ma mi avete guardato bene ??

Gennaro:                              Beh!

Alfonso:                               Ma mi avete sentito parlare? (c.s)

Francesco:                           Beh!

Alfonso:                               E allora come fate a non capire? Come fate a non rendervi conto che... (orgoglioso) quando una donna mi guarda da vicino, quando mi sente parlare..…. cade!

Francesco:                           Hai mai provato a lavarti i denti?!

Alfonso:                               (non raccogliendo) Non ci credete eh? Se sapeste le proposte che ricevo!

Gennaro:                              Dalle donne?

Alfonso:                               Si capisce!

Francesco:                           E da che si capisce?

Alfonso:                               (sostenuto) Dallo sguardo volitivo, dal portamento, dal profumo di maschio!

                

                         7^ scena

Francesco:                           (un tempo, poi campanello) Vavattenne!!… Profumo di maschio! (esce)

Gennaro:                              Alfonso, mi devi credere: se io fossi femmina, mi faresti schifo!

Alfonso:                               Gennaro, mi devi credere: se tu fossi femmina, io avrei fatto voto di castità!

Francesco:                           (entrando, seguito dal Cavaliere Botta, il padrone di casa) Prego, cavaliere, accomodatevi!

Filippo:                  (entrando) Buongiorno!

Gennaro:                              (ossequioso) Cavaliere….

Alfonso:                               (c.s.) Buongiorno Cavaliè!.

Francesco:                           Accomodatevi! Stavamo facendo quattro chiacchiere tra uomini.

Filippo:                  (sedendo al posto di Gennaro che occuperà la sedia di Francesco) A che proposito, se è lecito?

Gennaro:                              (ironico) Stavamo ascoltando le ultime avventure di ... "Giacomo Casa-Nuova"!

Alfonso:                               Voi è inutile che sfottete! Io ne ho fatte più di Carlo in Francia! Adesso, però, ho deciso di mettere la testa a posto e di farmi una famiglia. Per questo sto andando con i piedi di piombo; il matrimonio è una cosa seria!

Filippo:                  E' vero! Pure io sono ancora scapolo perchè ho avuto le mie avventure; però,ora, mi sono deciso!

 

Francesco:                           A sposarvi?

Filippo:                  Si! Voglio finirla con questa vita piena di incertezze; voglio vivere in serenità, in pace! Voglio,finalmente,una compagna, ora ne sento veramente il bisogno!

Francesco:                           E voi per vivere in pace, vi sposate? Cavaliere, il matrimonio comincia con "bene mio e core mio" e finisce a "chi sei tu e chi songh'io"! Comunque:…… Auguri!!

Gennaro:                              Cavaliere, si può sapere chi sarà la fortunata?

Filippo:                  Mi dispiace ma non posso! Non ho avuto ancora modo di parlarle; ho ancora tutto quà! (indica il cuore) Non è da uomo parlarne! E' giusto?

Alfonso:                               Giusto cavaliere, ma nel caso in cui i rapporti siano già iniziati, se ne può parlare? Si può chiedere un consiglio agli amici??

Filippo:                  Come no! Anzi!  Gli amici servono proprio a questo, e se no che amici sono?

Alfonso:                               Perciò ne stavo parlando; il fatto mio è già iniziato! (ricominciando il racconto per la terza volta) Ho conosciuto una signora "Vedova dell'alta Italia" che mi piace molto! Le ho anche fatto capire le mie intenzioni e lei non è indifferente alle mie attenzioni! Però mi preoccupa! Mi preoccupa la sua misteriosità! Certe volte faccio fatica a capirla!!

Filippo:                  Spiegati meglio, perché ora sono io che faccio fatica a capirti!

Alfonso:                               Voi sapete che faccio l'autista di piazza...

Gennaro:                              Ma non ha il taxi!! Fa servizio notturno usando il taxi di don Ciccio.

Alfonso:                               Comunque, questa signora è una cliente fissa. Ci vediamo tutti i giorni tranne la domenica e le altre feste comandate. Una quindicina di giorni fa le ho chiesto: "Emma, così si chiama, Emma Gargiulo!  Emma, perchè non vi sposate un'altra volta?"- Mi ha risposto: Nessuno sposerebbe una donna come me!

Gennaro:                              Perchè ha un brutto passato!

Alfonso:                               Macchè !  E' onesta! Onestissima!

Filippo:                  E tu che hai risposto?

Alfonso:                               Ho fermato il taxi... mi sono voltato... l'ho guardata negli occhi...

Gennaro:                              ….e la signora dalla paura… è svenuta!

Francesco:                           Statte zitto Gennà!!! (ad Alfonso) Continua!

Alfonso:                               L'ho guardata negli occhi e le ho detto:  "Non l'avete ancora capito? Io... voglio sposarvi!"

Filippo:                  E lei?

Alfonso:                               Ha abbassato la testa e ha detto:  Vi piacciono i bambini?!

Gennaro:                              E che significa?

Alfonso:                               Non lo so! Le ho chiesto di essere più chiara, ma lei non mi ha voluto dare nessuna spiegazione! Allora ho messo in moto e l'ho accompagnata a casa.

Filippo:                  E non l'hai più vista?

Alfonso:                               Come no? Tutte le sere. Ogni volta le ripeto la stessa domanda, ma lei, triste, quasi piangendo, mi risponde che non mi può sposare!

Filippo:                  Valle a capire, le donne! Sono incomprensibili! A me una volta sapete che mi è capitato? C'era la cassiera del bar Cristallo che mi piaceva molto. Una biondina con i capelli corti, tutti arricciati. Chiunque la invitava a fare una passeggiata, ad andare al cinema, lei ci andava. Una volta che l'ho invitata io, ……. non pretendeva che la sposassi?

Gennaro:                              Eh, le donne pretendono! costano! Una volta io, "per concludere” con una cameriera che era un bijou, non le dovetti comprare un braccialetto, degli orecchini e una collana di perle?

Alfonso:                               Vere?

Gennaro:                              Seh!  E chi sono ..l'Aga Kan! In una bancarella al mercato! Poi dovetti lasciarla perchè ogni settimana voleva un paio di calze di nailòn. Ci voleva un patrimonio!!

Filippo:      Certo, siamo uomini! Tutti abbiamo qualcosa da raccontare!

Alfonso:                     Don Cìccio, voi non ci raccontate niente?

Gennaro:                   Perchè non ci aprite il vostro cuore?

Francesco:                 Ma che devo aprire; che devo raccontare? Io per carattere non    ho mai cercato scappatelle, poi mia moglie è così gelosa!!

Gennaro:                   Per forza! (allusivo) Donna Rita è troppo intelligente!

Francesco:      Che vuoi dire?

Gennaro:                  Niente! però è strano!

Francesco:                Che cosa?

Gennaro:                  Con tutte le femmine che trasportate con il taxi,…possibile che non avete niente da raccontare?

Francesco:                Ma dove stanno tutte queste "femmine"?

Gennaro:                  Allora donna Rita, è gelosa  per niente?

Francesco:                 E' gelosa per carattere! Non ha nessun motivo! E poi non parliamo più di queste cose, va bene??

Alfonso:                (lazzo delle mani sulle gambe-avviandosi) Allora io andrei Don Ciccio. S'è fatto tardi! Se mi date le chiavi comincio il servizio.

Francesco:            Stanno dietro la porta, al solito posto!

Alfonso:                Permettete Cavaliere.

Filippo: Prego!

Alfonso:                Gennaro, tu scendi?

Gennaro:              Sì, t'accompagno. Tanto  Don Ciccio non vuole parlare!

                    8^scena

Francesco:            Non è che non voglio parlare; è che non ho niente da dire!

Gennaro:              Vi credo, vi credo! Il difficile è convincere donna Rita! Arrivederci,

                Cavaliere! (esce seguito da Alfonso)

Filippo: Arrivederci!

Francesco:            Cavaliere, vi giuro su quello che ho di più caro, mia moglie non ha motivo di essere gelosa!

Filippo: Vi credo!

Francesco:            Veramente?

Filippo: Certo! Ma  capisco pure la vostra signora! La gelosia è come un

                tarlo che rode il cervello! E' una malattia e come tale bisogna curarla.

Francesco:            No, il tarlo di mia moglie, si chiama Letizia! E non è una semplice  malattia:  è un tumore maligno che bisognerebbe estirpare, eliminare per sempre!!

Filippo: Vi posso dare un consiglio?

Francesco:            Vi prego!

Filippo: Ogni tanto, anche se non è vero, confessate a vostra moglie di avere almeno guardato un'altra donna. La persona gelosa ha bisogno di perdonare qualcosa, altrimenti si sente inutile! Confessando invece una sciocchezza, appagate la sua gelosia;poi trattandosi di una cosa da niente, vi perdona e ritorna la pace!!

Francesco:            Forse avete ragione! Con le donne siete più esperto di me!!

Filippo: Mica tanto!!. Sono qui invece proprio per chiedere il vostro aiuto!

Francesco:            Il mio aiuto??

Filippo: Sì! (confessando) Mi sono innamorato!

Francesco:            Di chi?

Filippo:  Clò Clò!! (notando che l'altro non ha capito) Clo-Clò! Che ne dite?

Francesco:            Ma io la conosco?

Filippo: Come no? La Fioravanti Clotilde: Clo-Clò! E' il suo nome d'arte.

Francesco:            Donna Clotilde Fioravanti, la corista! Certo è una donna simpatica, onesta... però, Cavaliere, se mi posso permettere, non mi pare un partito adatto a voi!!

Filippo:  Perchè?

Francesco:            Perchè, donna Clotilde, fà l'artista per la "campata!" ,come si dice per vivere! Non tiene niente, voi mi capite?

Filippo: Lo sò! Conduce una vita modesta ed è per questo che mi respinge.Si vergogna è molto orgogliosa! Ma io voglio sposarla e voi mi dovete aiutare, la dovete convincere!

Francesco:            Con tutto il cuore! Io posso mettere una buona parola, ma siete voi che la dovete convincere!!

Filippo: Con il  vostro aiuto, certamente ci riuscirò!

Francesco:            Va bene, contate su di me!

Filippo: Grazie!

Rita:       (entrando, seguita da Letizia, è tesa e nervosa) Buonasera, Cavaliere!

Filippo: (alzandosi) Buonasera!

Rita:       State comodo, state comodo!

Filippo: Grazie, ma stavo andando via.

Rita:       (fredda) Come volete! Arrivederci, allora. (esce)

Filippo: Arrivederci. (dando la mano a Francesco) pure a voi, don Ciccio

                e grazie ancora!!

Francesco:            Di niente.! Vi accompagno, scendo con voi. (a Letizia) Torno fra dieci minuti.

Filippo: (alla donna) Signorina!!. (Letizia accenna un freddo saluto).

Francesco:            (sulla soglia) Prego!! (esce seguendo Filippo)

Letizia: Che faccia di bronzo! (estrae dalla borsetta la tazzina e la posa sul tavolo) Oramai  abbiamo scoperto tutto!

Rita:       (rientrando, fredda e nervosa) Dove è andato?

Letizia: E' sceso ad accompagnare il Signor Filippo. Ha detto che torna tra dieci minuti!

Rita:       (come riprendendo un discorso interrotto) Tutto! Tutto, ma non questo! Questo non me lo doveva fare! Ma io lo lascio e me ne vado!

Letizia: Accertiamoci prima e poi decidiamo se è il caso di andarcene! Perchè è vero che l'uomo è mascalzone, ma noi prove concrete, in fondo,non ne abbiamo..

Rita:       Non ci servono prove! Basta quello che ha detto il mago Domenico!

Letizia: Signora,Rita! Proprio voi avete detto che erano sciocchezze; che non ci avreste mai  creduto !!...

Rita:       E tu dicevi che era un Santo: "Conosce tutto! Passato, presente e futuro! Per lui non ci sono misteri!

Letizia: Ma pure un Santo qualche volta può sbagliare.!L'ha detto anche lui che una tazzina è troppo poco!

Rita:       Però in quella tazzina ci ha letto troppe cose esatte!

Letizia:  (ipocrita) Se fate così, mi fate pentire di avercela portata. Mi fate sentire in colpa!

Rita:       Non è il caso, anzi! ( un tempo) Se non era per te, forse, non lo avrei mai scoperto!!

Letizia: (un tempo, poi riferendosi all'incontro con don Domenico) Quello che non capisco, sono " i palazzi con i veli pesanti"! (pausa) Che possono significare?

Rita:       Non lo sò! E non ho capito nemmeno il significato della ”pozzanghera”!!

Letizia: (sicura) No, quella era chiarissima! Il mago Domenico guardando nella tazzina ha detto:(imitandone il tono esaltato)"Vedo, vedo una pozzanghera….. e dentro ci è caduta una "spotazza" di uomo maschio!"

Rita:       (pausa) E che significa?

Letizia: (semplice) Vostro marito non vi ama!!

Rita:       E da che l'hai capito?

Letizia: Gesù! E' così semplice: (spiegando) La pozzanghera siete voi; l'uomo è vostro marito ... e  poi c'è la " spotazza" ...

Rita:       Beh?

Letizia: (decidendosi) Signora, vostro marito, vi ha sputato in faccia!

Rita:       (dominandosi) Questo, il mago, non l'ha detto!

Letizia: Ma lo ha fatto capire!" I maghi " parlano così!!. Fanno degli esempi e poi uno deve capire il significato! (un tempo) pure il fatto del bambino mica è vero, E' una sua fantasia che però bisogna interpretare!

Rita:       No,quella,forse,è stata l’unica verità! L'ha detto chiaramente: " Vostro marito ha un figlio di sesso maschio di cinque mesi!"

Letizia: (ipocrita) Veramente ha detto così?

Rita:       (infastidita) Perchè, tu non hai sentito?

                    9^scena

Letizia: Si, ho sentito, ma non si capiva bene! Quello, quando cade in "estasi", parla con quella voce da fantasma che mi fa impressione!

Rita:       Ma il fatto del bambino l’hai capito benissimo, vero??

Letizia: Si, quello sì! Anzi quando ha detto che la pozzanghera si faceva più piccola, cambiava colore e puzzava, mi sono avvicinata per guardare anch’io dentro la tazzina... ma, per me, quelle erano solo macchie sporche di caffè,…. anche quando, secondo lui, si sono trasformate in pipì di bambino!!

Rita:       Allora perchè ti sei allontanata disgustata?

Letizia:  (come colta in fallo) Perchè, perchè... (decisa) ma che volete da me? Il mago mi ha messo la tazzina sotto al naso: aveva gli occhi  fuori dalle orbite, gridava :               vedete, vedete! Mi sono suggestionata! (un tempo) Comunque tutto dipende con quale piede entra in casa!

Rita:       Che c'entra il piede?

Letizia: Quando mi sono avvicinata  per pagarlo, gli ho chiesto:          "Ma è tutto vero?" E lui ha risposto: "Sì!  ma solo se entra con il piede mancino!"

Francesco:            (entrando) Allora? Come è andato l'incontro amoroso?

Letizia: (subito) Alto là! Fermo così col piede! (mentre Francesco resta con un piede a mezz'aria, a Rita) E' il piede sinistro!!

Francesco:            (impressionato) Madonna mia!! Che ci sta per terra?

Rita:       (forzatamente calma) Niente! non ci sta niente, per terra!!

Letizia: (c.s.) Nemmeno una pozzanghera sporca di fango e di sputo maschile!

Francesco:  Diventate sempre più strana! (a Rita)Mi preoccupate veramente, lo sapete? Si può sapere cosa è successo?

Rita:       (c.p.)   Niente! Non è successo niente di nuovo: niente che non sapessi già!

Letizia: Niente di nuovo! Tutte cose che sospettavamo già da tempo!

Francesco:            (ironico)  A sì?? L'F.B.I. ha terminato le indagini! E con quali risultati?

Rita:       Non c'è bisogno più di fingere. So tutto!!

Letizia: Sappiamo tutto!

Francesco:            (non comprendendo) Ma tutto che?

Rita:       Dove sei stato stamattina?

Francesco:            (scherzando) Eh Eh Allora non è che sapete tutto? Qualcosa ve lo devo dire pure io!

Rita:       E' inutile che fai lo spiritoso per perdere tempo a trovare una

                scusa!!

Francesco:            Una scusa? Ma per quale ragione dovrei trovare delle scuse?

Rita:       Allora perchè non rispondi?

Francesco:            (decidendo di soddisfare quella che crede una delle solite fisime della moglie, siede vicino al tavolo deciso a non perdere la calma) E va bene! Vuoi sapere dove sono stato stamattina? (un tempo) Ho portato un forestiero alla Mostra d’Oltremare. (vede la tazzina che precedentemente aveva a lungo cercata, continua frastornato, incerto) C’era l'inaugurazione di qualcosa,credo!C’era qualche Ministro. Non si poteva passare da nessuna parte. Carabinieri,poliziotti, soldati, tanta ,tanta gente, e bandiere dappertutto...

Rita:       (riflettendo) Bandiere?!

Francesco:            Bandiere! Tutti i padiglioni della Mostra erano imbandierati!

Letizia: (a Rita con intenzione) Bandiere in cima ai palazzi ! Alìas: palazzi con "i veli pesanti!”( riferendosi alla predizione dell'assistito) E' un profeta!

ù

Francesco:            (sempre più frastornato) Ma chi?

Rita:       (incalzandolo) Vai avanti, continua e poi?

Francesco:            (c.p.) Ho fatto diversi viaggi; sono andato a Casoria. Una strada impossibile! Con quel poco di pioggia caduta stamattina, c’era fango dappertutto. Fossi,  pozzanghere...

Letizia: (scattando) Pozzanghere! Ha detto: Pozzanghere!! Povera signora mia!

Francesco:            (preoccupato) Perchè ho detto pozzanghere? Ma perchè, è un'offesa? (non comprendendo)         chi vi capisce è bravo!

Rita:       Non capisci  niente e niente  devi capire! Vai avanti, e poi? Hai dimenticato la cosa più importante!

Francesco:            Ma quale cosa? Ma che stai dicendo? E' mai possibile che in così poco tempo ti ritrovo tanto scema?!

Rita:       Hai ragione! Scema sono stata fino ad ora! Ma adesso basta! (un tempo, accusandolo) Sò tutto! Hai capito?…. Tutto!!

Francesco:            (scattando) Ma tutto che?

Letizia: (intervenendo) Sappiamo che oggi, prima avete sputato in faccia alla signora e poi avete fatto un bambino di cinque mesi!

Francesco:            (considerando l'assurdità della rivelazione) Ah Donna Letì, adesso non è cosa! Mò ve dovete stà zitta!!eh! e voi jete pazienno!!(a Rita che piange, paterno)  Mi vuoi spiegare che cos'è questo fatto?

Rita:       (con dolore) Ho parlato con Domenico, il mago! Mi ha detto che non mi vuoi più  bene; ha descritto tutti i posti dove sei stato e poi.. mi ha detto che hai un figlio di cinque mesi!

Francesco:            (a Letizia, calmo perchè l'assurdità della cosa e il dolore della moglie non gli permettono di adirarsi) E…. il consiglio di rivolgersi alla  “ Sibilla ", glielo lo avete dato voi, è vero?

Rita:       Chi me lo ha dato non ha importanza! Oramai la cosa è di dominio pubblico.

Francesco:            (c.p.) E come l'avrebbe scoperto, questo mago, che ho un figlio?

Rita:       L'ha visto nella tazzina del caffè!

Francesco :           Ahe!! E se guardava dint’ a caffettiera,.. che tinivo nu collegio?!

Rita:       (caparbia) Però ha indovinato tutto il resto! Perchè doveva sbagliare proprio quello?

Francesco:            (mentre diversi colpi di campanello costringono Letizia ad uscire, si avvicina alla moglie e la rimprovera affettuosamente) Ma come? Tu sei una donna moderna, intelligente ...pratica...possibile che credi ancora a queste sciocchezze? Il ”mago” ! Il "fattucchiaro" che legge i fondi di caffè? Ma non ti vergogni?

Letizia: (entrando da sola, dopo avere aperto la porta) Povera signora mia! povera signora mia.!...

Rita:       Che è successo??

Letizia: L'hanno trovato! l'hanno trovato dentro al taxi!

Francesco:            Al taxi? Che cosa hanno trovato??

Alfonso:                (entrando con un bimbo in fasce, seguito da Gennaro) Don Cìccio, guardate  cosa  ho trovato!

Francesco:            (confuso, ad Alfonso) Ma che stai dicendo? Dove lo hai preso questo?

Alfonso:                Sono andato a prendere la macchina per cominciare il servizio e  l'ho trovato dentro. (un tempo) Io non ce l'ho messo, il taxi l'avete tenuto voi tutta la giornata...

Francesco:            E ce l'ho messo io?

Letizia: (subito,cattiva) Non ci sono dubbi! Si vede chiaro come il sole che il figlio è vostro: primo, perchè ha la faccia della cattiveria come voi: e poi perchè è il figlio del peccato e, come tutti i peccati, è più brutto del demonio!

Alfonso:                Ma che state dicendo? E' tanto bellino!!. Quando l'ho preso in braccio, s'è fatto una risatina così aggraziata!!

Gennaro:              Comunque la questione non è di sapere se è bello o brutto: ma se è, o no figlio del quì presente don Ciccio!

Francesco:            Adesso vi faccio vedere io! Lo porto in questura, faccio la denuncia e lo lascio là!! Così vediamo se saltano fuori i genitori ! (fa l'atto di prendere il bimbo, ma Alfonso girandosi glielo impedisce)

Gennaro:              Ma siete proprio senza cuore!!! Una creatura che non avrà ancora  quattro mesi...

Letizia: Cinque! Ne ha cinque!!

Francesco:            Stateve zitta, serpe che non siete altro!

Alfonso:                Calmatevi, calmatevi!!  Vediamo di sistemare  al  meglio questa situazione.(porgendo il bimbo a Gennaro) Gennaro, tienilo un momento!!. (si avvicina a Francesco) Don Cìccio  ragioniamo con calma... (mentre i due continuano a discutere a soggetto, Gennaro cerca di calmare il bimbo che piange)

Gennaro:              Oh,oh,oh,... '.Don Ciccio! (tutti lo guardano immobili ed in silenzio) Ma lo sapete:  è proprio tale e quale a voi!!!!! (sillabando)

 

 

ATTO  SECONDO

                    10^scena

(All'aprirsi del sipario, Rita e Letizia sono sedute ad un lato della scena;

Annella è in piedi vicino al tavolo ed incarta un vestito)

Letizia: Ma voi, avete chiesto?

Rita:       Nega Letizia,.. nega tutto! Continua a dire che il bambino non è suo e che non immagina nemmeno di chi possa essere.

Letizia: Ma come? Il bambino stava nella sua automobile e il mostro non ne sa niente?

Annella:                Chi è il mostro?

Letizia: Lui! Il maschio, il peccatore!

Annella:                Il signor Francesco, insomma?

Letizia: Proprio lui! (a Rita) Noi non ci dobbiamo arrendere, dobbiamo

                scoprire, dobbiamo indagare.

Rita:       (decisa) Io dal mago Domenico non ci torno!

Letizia: Non è necessario. Procederemo con il metodo "scientifico"! Noi dobbiamo metterci nei panni di don Ciccio.

Annella:                (che distratta, non ha compreso la metafora) Signora, io no!  Mi vergogno!.

Rita:       (sorpresa) Di che cosa ti vergogni?

Annella:                Di mettermi i panni di don Ciccio!

Rita:       Tu non capisci mai niente! Pensa a lavorare!

Annella:                (poco convinta) Va bene, lavoro! (decisa) Però, non me li  metto!

Rita:       (a Letizia) Spiegati meglio.

Letizia: Dobbiamo pensare con la testa di vostro marito !

Rita:       E cioè?

Letizia: Io ho avuto un figlio illegale!

Annella:                Ah! (un tempo) E fate tanto  la santarellina?!

Letizia: Annella, ma tu da piccola, sei caduta dal seggiolone!!

Rita:       Non le dare retta, continua!

Letizia: Dunque, ho avuto questo figlio illegittimo e me lo voglio portare a

                casa. Ma non posso dire a mia moglie: "Questo è mio figlio!"  Allora lo metto dentro al taxi. Quando il frutto della colpa viene trovato, io nego, dico che non ne so niente, e poichè mi fa pena, me lo tengo. Che ve ne pare?

Rita:       No! Io credo che il bambino nel taxi ce l'ha messo lei!

Letizia: La schifosa?

Rita:       La madre! (rimproverandola per l’esclamazione) Forse perchè lui non lo voleva riconoscere! O forse perchè, povera donna, non sapeva nemmeno che era sposato quando... e quando l'ha scoperto era ormai troppo tardi!

Annella:                Può essere successo anche in un altro modo signora!

Rita:       E come? Sentiamo!!

Annella:                (raccontando) Il bambino lo teneva in braccio la sorellina più grande. Per poter giocare con le compagne l'ha appoggiato sul sedile del. taxi Quando il Sig. Francesco è tornato, aveva fretta; ha chiuso le portiere e così se n'è andato senza accorgersi del bambino.

Rita:       E' possibile! Ma la mamma sarebbe già andata a casa di tutti i  tassisti per ritrovare il figlio.

Annella:                E può darsi che quì deve ancora  venire!

Rita:       (l'improvviso suono del campanello crea un attimo di silenzio durante il quale le donne si guardano smarrite) Letizia, quì! Siediti vicino a me! Tu vai ad aprire e non dire niente. (Annella vorrebbe rifiutarsi) Muoviti, fai presto! (mentre Annella esce) Vediamo prima cosa dice lei!!

Letizia/Rita: (ad Annella che rientra subito e siede senza parlare) Chi era?

Gennaro:              (entrando) Buongiorno! (silenzio) E sono due!! Due saluti nessuna risposta! Scusate tanto !! (mostrando la bottiglia con il latte) Ho portato il latte ... e se non vi serve posso anche andare!

Letizia: Chi vi ha ordinato il latte?

Gennaro:              Don Ciccio!

Letizia: Allora portatelo a lui. A noi non ci interessa!

Gennaro:              E’ di là ?? (silenzio) Niente! Oggi c’è sciopero delle risposte! Lasciamo stare va  che  è meglio!!...  (esce)

Letizia: Per me Gennaro sa tutto e approva!

Rita:       No! Non credo!

Letizia: Allora perchè lo aiuta, secondo voi?

Rita:       Perchè è un uomo anche lui! In questi casi fanno lega comune:  Oggi io aiuto te e domani tu a me!

Letizia: Giusto! Verrà il momento che sarà Gennaro ad avere bisogno di lui.

Annella:                Non è possibile! Dove glielo mettono a Gennaro? (un tempo) Non ce l’ha il taxi!

Rita:       (spazientita) Quando finirai di dire stupidaggini?? Piuttosto hai finito di incartare il vestito?

Annella:                Si signora, è pronto!

Rita:       E va’ a consegnarlo, và.! Per il pagamento passo io!

Annella:                Va bene, signora! (prende il vestito ed avviandosi) Arrivederci.

                (esce)

Rita:       Arrivederci. (uscita Annella, a Letizia) Sta ragazza non la sopporto più!

Letizia: E' proprio scostumata....! E quanto è ignorante! Non capisce mai niente!!

Francesco:            (entrando, seguito da Gennaro al quale si rivolge) Adesso domandiamo a mia moglie. Io dico che prima si cambia e poi si allatta!!

Gennaro:              Nossignore! Io ho più esperienza di voi: prima si allatta e poi si cambia!

Francesco:            Perchè?

Gennaro:              Perchè mentre mangia, fa pure i suoi bisognini! Se lo cambiate prima, dopo mangiato,  dovete cambiarlo un'altra volta!

Francesco:            Ma se è sporco non mangia!

Gennaro:              Nossignore, si sporca mentre mangia!

Francesco:            Adesso vediamo.! (alla moglie) Rita, il bambino lo devo cambiare prima o dopo il latte? (silenzio) Ho fatto una domanda!

Letizia: (senza guardarlo) Vi siete già dimenticato che la signora con voi non ci parla?

Francesco:            (a lei,con pazienza) Donna Letizia, volete essere così gentile e cortese da chiedere a mia moglie se il bambino và cambiato prima o dopo il latte?

Letizia: (a Rita con tono impersonale) Dice vostro marito: il bambino va cambiato prima o dopo il latte?

Rita:       (a lei, stesso tono) Prima il latte, poi si cambia e si mette a dormire!

Letizia: (a Francesco) Dice la signora......

Francesco:            Non c'è bisogno….. ho sentito!

Rita:       (a Letizia, sempre con lo stesso tono) Domanda al signore se non gli serve nient’altro: in caso negativo, mi vado a preparare.

Letizia: (a Francesco, stesso tono) Avete sentito?

Francesco:            Si!

Letizia: (c.s.) E che rispondete?

Francesco:            Non mi serve niente, grazie!

Rita:       (a Letizia) Dammi solo un minuto. Mi preparo e usciamo!. (esce)

Francesco:            Uscite?

Letizia: (c.p.) Questo non l'avete sentito?

Francesco:            (paziente) E dove andate? Se si può sapere!

Letizia: (al suono improvviso del campanello, si avvia ad aprire, dicendo sempre con tono impersonale) Mi dispiace, non si può sapere! (esce)

Gennaro:              Segreto di Stato!

Francesco:            Ma quale segreto! Lo so io  perchè escono, ma non posso parlare! Non mi conviene! Quì già c’è l'inferno …figuriamoci se parlo!

Alfonso:                (entrando seguendo Letizia) Ma almeno al saluto potete rispondere! Io non vi ho fatto niente!!

Letizia: Voi siete il "trovatore" del corpo del reato ed avete la vostra parte di colpa!

Francesco:            Non le dare retta, Alfonso, siediti! Sei venuto in anticipo,come mai?

Alfonso:                Ho pensato che dovendo accudire al bambino, non potevate uscire col taxi e allora sono venuto per vedere se vi serve qualcosa e per cominciare prima il servizio.

Rita:       (rientrando, preparata per uscire) Letizia, avverti il signore che "suo figlio" piange!

                               11^scena

Francesco:            Ma quante volte debbo dirlo che non è mio figlio?

Rita:       (sempre Letizia) Dì al signore che non ci interessa e che noi usciamo. (esce)

Letizia: Avete sentito?

Francesco:            Non sono diventato sordo!

Letizia: Allora è inutile che ve lo ripeta! Con permesso! (esce altera)

Alfonso:                (mentre Francesco va in camera)  Quella donna Letizia, è impossibile! E’ più velenosa di una vipera! Come fa ha sopportarla don Ciccio non lo so!

               

Gennaro:              Ha la protezione della signora Rita!

Alfonso:                Protezione o no, io l’avrei cacciata fuori, da questa casa, già da diverso tempo!

Francesco:            (entrando con il bimbo che piange) Gennaro il bambino piange e  non vuole dormire!!

Gennaro:              (avvicinandosi) Cantatele la ninna – nanna!!

Francesco:            E come fa?.. Io non conosco nessuna canzoncina!

Gennaro:              (cantando) E ninna - nanna e nonna nonnarella...

                il  padre è brutto e la mamma è bella!

Francesco:            Devo per forza ripetere quello che hai detto tu?

Gennaro:              Non è necessario, ai bambini interessa il motivo! Non le parole! Shh! (a bassa voce) vedete già fa effetto! Coraggio don Ciccio, provate anche voi!!

Francesco:            E ninna - nanna e nonna nonnarella...

                il lupo nero si mangia  la pecorella!

Gennaro:              (gridando) E bravo a don Ciccio! (il bimbo piange)

Francesco:            L'hai fatto svegliare un'altra volta!

Gennaro:              Mi dispiace! (a bassa voce) Cantate un'altra canzoncina

Francesco:            E' una parola inventare un'altra strofa!

Alfonso:                (avvicinandosi a Francesco) Io ne conosco una!

Francesco:            E allora canta!

Alfonso:                (cantando) E ninna - nanna e nonna nonnarello..

                Gennaro è brutto e  "don Ciccio è bello!"

Gennaro:              (inveendo) Sarà bella tua sorella!

Francesco:            Come sei permaloso!

Gennaro:              Ma….. don Ciccio,ha detto che sono brutto?!

Francesco:            Ehh! (cantando) E ninna - nanna e nonna nonnarello....

                 Gennaro scusa ma  tu ti credi bello!    (smorfia e mani ai fianchi)

Gennaro:              (c.s.) E ninna - nanna e nonna  nonnarello...

                fra tutt'è tre-e io sono il più bello!

Alfonso:                (c.s.) E ninna - nanna e dormi bel bambino...

                di tutt'è tre-e ,Gennaro è il più cretino!

Francesco:            (c.s.) E ninna - nanna o bimbo addormentato.

                Non devi uscire fuori dal seminato!

Gennaro:              (c.s.) E ninna - nanna e dormi bimbo egregio..

                se perdo le staffe ti faccio uno sfregio!

Francesco:            (c.s.) E ninna – nanna e nonna nonnarellino io vado a posare il bambino (a bassa voce)

          

I 3 in coro:            Così smettiamo di fare sto casino! (2-3 volte a bassa voce fino all’uscita di Francesco. I due riprendono le loro posizioni).

Alfonso:                (un tempo) Con te non si può proprio scherzare!

Gennaro:              Ma tu mi hai offeso!

Alfonso:                Ma che ti ho detto di male? E poi del resto ….mica sei bello?!

Gennaro:              (gridando) Ricominci un'altra volta?

Francesco: (rientrando) Ma la volete finire di gridare? O no? Adesso che siamo riusciti ad addormentarlo!!

Gennaro:              Don Cìccio, questo offende!

Alfonso: Stò scherzando,non arrabbiarti!

Francesco: Come si vede che non avete pensieri!

Gennaro:              Non ho pensieri? Io ho i nervi tesi come le corde di un violino! Non bastava mia moglie, adesso ci si mettono pure gli inquilini del palazzo: contro di voi e contro di me che vi aiuto!

Francesco: Perchè anche loro hanno saputo del bambino?

Gennaro:              L’hanno saputo!!! Qua, fra poco, la notizia la leggiamo sui giornali! La voce è scoppiata come un tuono! Stamattina è venuta da me una "Regolare Commissione": inviata da tutti gli inquilini del palazzo: dicendo che io, in qualità di portiere, devo salvaguardare il decoro dello stabile, avvertire il padrone di casa e pretendere lo sfratto.

Alfonso: E tu che ne pensi?

Gennaro:              Penso che la gente dovrebbe farsi gli affari propri! Queste sono cose che non ci riguardano e l'ho detto pure a loro!

Alfonso: Bravo Gennaro! (allusivo) L'uomo deve essere padrone e libero delle proprie azioni!

Gennaro:              (con lo stesso tono) Giusto! Per me se don Ciccio ha fatto quello che ha fatto, ha avuto le sue ragioni!

Alfonso:                (sempre più allusivo) L'uomo è uomo, si sa!… Non è di legno! Don Ciccio ha avuto un'occasione e….. non se l'è lasciata scappare!

Gennaro:              (c.s.) E ha fatto bene! Alla sua età ogni lasciata è persa!

Alfonso:                (c.s.) E poi qualche scappatella tutti quanti l'abbiamo fatta!

Francesco:            E io no! (scattando) Come ve lo debbo dire che non è mio figlio! Io non ne so niente !

Gennaro:              Non arrabbiatevi!...In fin dei conti, il nostro è un parlare da amici!

Alfonso:                Certo! Vogliamo aiutarvi ad appianare la cosa con la signora Rita.

Francesco:            Ma che volete appianare, se voi, per primi, non mi credete?

Gennaro:              (con logica) Per forza don Cì!          e …Scusate!.. Voi continuate a negare! Così facendo, ottenete l'effetto contrario.e.nessuno vi crederà mai!!

Alfonso:                Specialmente vostra moglie! Viceversa, confessando, non solo otterrete il perdono, ma, conoscendovi, "la cosa", risulterebbe assurda, e quindi: voi risultereste innocente! Io vi consiglio di confessare!

Francesco:            Ma che devo confessare se non ho fatto niente?

Gennaro:              Confessate, confessate è meglio! La signora è donna di mondo; vi capisce, vi perdona e tutto si appiana….

Francesco:            Ma amm....

Alfonso:                (impedendo a Francesco di parlare)...Ammettiamo, come dite voi, che non ne sapete niente:       chi vi crede?

Gennaro:              (c.s.) Nessuno!

Alfonso:                (c.s.) E se nessuno vi crede, voi la pace la trovate?

Gennaro:              (c.s.) No!

Alfonso:                (c.s.) Allora che ci perdete? Confessate!!

Gennaro:              (c.s.) Vostra moglie è buona …ha cuore; un figlio lo desidera… vi perdona e tutto si aggiusta!

Francesco:            (riuscendo finalmente ad intervenire) Posso parlare anch’io?… Ma vi pare serio che per avere la pace in famiglia un povero disgraziato si deve incolpare di una cosa che non ha fatto?

Gennaro:              (con ferrea logica) Don Ciccio, la donna è felice quando, scoprendo l'uomo colpevole, si può togliere lo sfizio di perdonarlo! Si sente più…indispensabile!

Francesco:            (riflettendo) Una cosa simile me l'ha detta pure il cavaliere! Ma.. (cedendo) che invento,…. che dico?

Alfonso:                Siete sposato da sette anni? (un tempo) Vi è venuto... il "prurito" del settimo anno!

Gennaro:              Non basta, c’è anche  il bambino! Don Ciccio non solo ha avuto il "prurito", ma si è pure "grattato"!

Francesco:            Sì! Ve lo dico io cosa mi sono…(vorrebbe rispondere per le rime, ma il suono del campanello lo blocca) Queste sono mia moglie e donna Letizia che tornano. (un tempo) Ho deciso: farò come dite voi!

Gennaro:              Bravo! Vado ad aprire , voi preparatevi! (esce)

Francesco:            Tanto,come dici tu Alfonso,non ho niente da perdere! Peggio di così non può andare!

Alfonso:                State tranquillo! Confessate e vedrete che tutto si aggiusterà!!

Letizia: (entrando, preceduta da Rita che attraversa la scena ed esce dal lato opposto, e seguita da Gennaro al quale si rivolge) Voi siete sempre qua? Vorrei sapere come lo fate il portinaio! (esce seguendo Rita).

Gennaro:              Ho lasciato mia moglie in portineria!! (a bassa voce) Vipera!!

Alfonso:                Forse è meglio che restiate solo! Io me ne vado,e prendo il taxi così comincio il servizio!

Gennaro:              Si, è meglio se restate solo! Me ne vado anch’io! Mi raccomando: teneteci informati!

Francesco:            (mentre i due si avviano, li blocca) Un momento! Mi lasciate da solo?? Non ve ne potete andare! Di là c’è anche donna Letizia, sono due contro uno!  No! Uno di voi deve rimanere!!

Alfonso:                (pronto) Mi dispiace ma io non posso! Ho i miei problemi  da risolvere e poi devo iniziare il servizio!

                    12^scena

Gennaro:              (rassegnato) Ho capito! (siede) Mi sacrifico io per il bene della intera collettività!

Alfonso:                Allora io vado! Arrivederci e... buona fortuna! (esce)

Francesco:            Confesso che sono un pochino preoccupato! E non tanto per mia moglie, è donna Letizia che mi spaventa!

Gennaro:              Avete ragione!!

Rita:       (entrando e Letizia che la segue) Ma di che ti preoccupi? A me, ha fatto una buona impressione!

Letizia: Anche a me! Ma mi sento così strana,…. così debole!!

Gennaro:              (sottovoce a Francesco) Forza don Ciccio, il nemico è debole!

Francesco:            (facendosi coraggio e schiarendosi la voce) Rita, dovrei parlarti!

Rita:       (a Letizia, con tono impersonale) Riferisci al signore che io con lui non ci parlo! Se mi deve dire qualcosa, lo dica a te e tu me lo riferisci!

Francesco:            (piccato) Dobbiamo parlare attraverso il Segretario di Stato? Allora lo debbo avere anch’ io. Gennaro, vieni qui!!

Gennaro:              (preoccupato dalla piega che sta prendendo il discorso) State calmo, don Ciccio!  Calma! ….Calma  per carità!!

Francesco:            (portandosi all'estremità della scena e trascinando Gennaro con se, mentre Rita si porta al lato opposto seguita da Letizia) Riferisci,parola per parola,quello che ti dico: (con tono caricato) Voglio confessare!

Gennaro:              (si porta al centro della scena, invita con un gesto Letizia ad avvicinarsi e ripete con tono caricaturale) Voglio confessare!

Letizia: (avvicinandosi a Rita) Signora, vogliono confessare!

Rita:       Va bene, ascoltiamo!

Letizia: (si avvicina a Gennaro che è rimasto al centro in attesa della risposta da riportare a Francesco. Questi movimenti verranno ripetuti per tutta la durata della scena) Va bene!….Ascoltiamo!

Gennaro:              (tornando da Francesco, ed aggiungendo un leggere tono interrogativo) Ascoltiamo?

Francesco:            (equivocando) Perchè pure loro devono confessare?!

Gennaro:              Non lo so.Ora chiedo! (a Letizia come prima) Voi avete niente da confessare?

Letizia: (lo guarda offesa, poi si avvicina a Rita) Signora, vogliono sapere se non abbiamo niente da confessare!

Rita:       Noi, niente!

Letizia: (a Gennaro) Noi, niente!

Gennaro:              (avvicinandosi a Francesco) Loro niente!

Francesco:            Io, si!

Gennaro:              (a Letizia) Io, si!

Letizia: (a Rita) Gennaro, si!

Rita:       Parlate!

Letizia: (a Gennaro) Parlate!

Gennaro:              (a Francesco) Parlate!

Francesco:            Il bambino è mio figlio!

Gennaro:              (a Letizia, melodrammatico) Il bambino è mio figlio !

Letizia: (a lui, equivocando) Che schifo!

Gennaro:              Donna Letizia, non fate apprezzamenti e riferite!

Letizia: (a Rita) Signora, il bambino ….è figlio di Gennaro!

Rita:       Non ci credo. Fallo giurare!

Letizia: (a Gennaro) Non ci crediamo. Giurate!

Gennaro:              (a Francesco) Debbo giurare?

Francesco:            Certamente! dì: Lo giuro!

Gennaro:              (a Letizia, ripetendo con tono tragico) Lo giuro!

Letizia: (scandalizzata a Rita) Signora, ha giurato!

Rita:       Non si vergogna, non gli bastavano i suoi?

Letizia: (a Gennaro) Che vergogna!… da parte della signora - e che schifo…  da parte mia! Non ve ne bastavano sei?

Gennaro:              (guarda sorpreso Francesco, poi avvicinandosi lo rimprovera) Don Ciccio, voi non mi avete detto che ne avevate altri sei! Vergognatevi!!

Francesco:            (sorpreso) Ma  che?.., sei scemo?

Gennaro:              (a Letizia) Ma che?.. siete sceme?

Letizia: (offesa) Come ti permetti? Schifoso delinquente!

Rita:       (spezzando il gioco a Gennaro) Quella povera donna di vostra moglie non ne sa niente, vero?

Letizia: (minacciosa) Ancora per poco però: perchè adesso scendo e le dico tutto !

Rita:       (incalzando) Una donna che ha dato al marito sei figli, non merita di essere tradita!

Gennaro:              (frastornato, a Francesco che gli si è avvicinato) Io ho tradito?!

Francesco:            (equivocando) Ma proprio adesso dovevi parlare dei fatti tuoi?

Letizia: E' una cosa vergognosa! Ed ha pure il coraggio di confessare!

Gennaro:              (sempre più frastornato) Ma io non ho fatto niente!

Francesco:            Donna Letizia dice che tu hai confessato!

Letizia: Perchè non è forse vero? Non hai detto che è tuo figlio?!

Gennaro:              (comprendendo, spiega) Ma quando l'ho detto,.."io"..ero don Ciccio!

Rita:       Insomma di chi è figlio?

Francesco:            (un tempo, poi con un filo di voce) Mio!!… E’ figlio mio!!!

Letizia: (a Rita) Signora...

Rita:       Ho sentito! (sedendosi) Ho sentito!

Francesco:            (imbarazzato) Io...è stato...cioè... (un tempo,poi deciso) Scusate! Ma queste sono cose che si dicono tra marito e moglie!

Rita:       E’ vero! I panni sporchi si lavano in famiglia! (un tempo) Don Gennaro, scusate, vi dispiace……

Gennaro:              (pronto) Per carità, vi pare! Io scendo! (a Francesco): Se vi serve qualcosa.... Permettete!  (esce)

Letizia: (comprensiva) Signora, pure io?

Rita:       Fammi il piacere,.. aspetta sulle scale! (riferendosi ad un precedente accordo) E se vedi salire il conte avvertimi!  (Letizia esce) Allora?

Francesco:            E allora... adesso sai tutto! E' figlio mio!

Rita:       (un tempo) Che devo dire? Mi hai messa davanti al fatto compiuto! (un tempo) Se parlavi prima, sarebbe stato meglio!

Francesco:            (sincero) Non ci ho pensato! (cercando di correggere le gaffe) Cioè... non ho avuto il coraggio!

Rita:       Com'è?

Francesco:            (rilassato) Piccolino ma bello! Così bello!! Ha un appetito!……...

Rita:       Lei!!!!!!

Francesco:            Chi?

Rita:       La mamma!!!

Francesco:            (non preparato alla domanda, non sa cosa dire; poi racconta la prima frottola che gli viene in mente, sempre più ingarbugliandosi, continuerà, palesemente ad inventare fino all'entrata di Letizia.)Ah! La mammma!! E..com’è la mammma! E’ una donna..cioè.. E' morta! Povera donna... prima che nascesse il bambino! Cioè... quando è nato il bambino!

Rita:       Perciò l'hai portato quì?

Francesco:            Si!.. la donna che lo teneva... non l'ha più voluto tenere...

Rita:       Com'era?

Francesco:            La madre...quella vera?... Bionda... con i capelli... corti... corti.. tutti ricci!! Che scendevano, sulle spalle!!!

Rita:       Giovane?

Francesco:            Venticinque... ventisei anni...

Rita:       Venti meno di te! (un tempo) Come l'hai conosciuta?

Francesco:            Faceva la cassiera in un bar. Era dell'alta Italia.! Era scappata di casa perchè... il padre beveva... lei no! Ma piangeva sempre... cercava conforto, un amico...

Rita:       (concludendo)... e ha trovato a te!

Francesco:            Embè!! …Rita…sai!! l'uomo è uomo...

Rita:       E la donna è donna! (lunga pausa, con tono più dolce) Come si chiama?

Francesco:            (comprendendo che il perdono e a portata di mano, gioca l'ultima carta) Non è stato ancora battezzato. (avvicinandosi) Se... ce lo teniamo...

                    13^scena

Rita:       Va bene!!.. ci penseremo noi! (la pace è fatta, ma dura solo un attimo).

Letizia: (entrando trafelata, grida al colmo dell'emozione) Sta arrivando! Eccolo, eccolo che arriva! Che emozione, che emozione!

Francesco:            (sobbalza spaventato) Che è stato? Ch'è successo?

Rita:       (a Letizia) Calmati, calmati!

Letizia: (c.s.) Prepariamoci, signora. Statemi vicino, non abbandonatemi!

Francesco:            Ma chi è che sta arrivando?

Rita:       (un tempo) Il fidanzato di Letizia. Ci sono delle cose da stabilire e ... l'ho invitato quì. Ho fatto male?

Francesco:            No! No! Stai scherzando!! Hai fatto benissimo!! (un lungo squillo di campanello).

Letizia: Eccolo! Mettiamoci composti! (seggono tutti intorno al tavolo assumendo una posa comicamente disinvolta. Poco dopo altro squillo di campanello. Le donne restano immobili. Francesco, rendendosi conto che donna Letizia non andrà ad aprire, si avvia) Dove andate? Non vi muovete! Restate composto! (Francesco, condizionato dal tono perentorio, siede di nuovo. Dopo ripetuti squilli di campanello decide cautamente di andare ad aprire, ma la donna lo riprende di nuovo) Che testa dura avete! State composto!

Francesco:            Ma lo vogliamo fare entrare a questo questo signore o deve rimanere fuori dalla porta tutta la sera? (mentre si avvia ad aprire la porta)  State composto! ….questo continua a suonare…. (esce)

Letizia: (segnandosi ripetutamente) San Pasquale mio, aiutatemi voi!

Rita:       Stai calma e fai parlare me!

Francesco:            Prego, prego, faccio strada! (entra seguito dal Conte che porta un minuscolo pacchettino).

Aristide:                Buonasera! I miei omaggi alle signore! (si inchina).

Rita:       Buona sera Conte.Permettetemi di presentarvi mio marito.

Aristide:                (tende rigidamente la mano verso Francesco) Onorato.! Aristide Quaglietta... Conte! (leggero inchino con il capo)

Francesco:            Piacere!! Francesco Esposito….. tassista!  (c.s.)

Rita:       Conte accomodatevi, prego.!

Aristide:                Grazie.! (mostrando il pacchettino) Mi sono permesso un presente. (a Francesco) Sono degli ottimi pasticcini!

Francesco:            (ricevendo il pacchettino in palmo di mano e costatandone l'esiguità) Vi hanno imbrogliato conte!! Ne hanno incartato uno solo!!

Aristide:                No! Sono stato io che ne ho ordinato solo mezzo etto! (spiegando) I dolci contengono zucchero. C'è pericolo del diabete!

Rita:       Avete fatto benissimo, grazie!.

Francesco:            Così non corriamo di certo nessun pericolo!!!

Rita:       (indicando la sedia più lontana dalla posizione scenica di Letizia che è restata seduta al tavolo, a capo chino) Accomodatevi, prego. (il Conte si avvicina al posto indicatogli, ma, galantemente aspetterà prima che Rita sieda al centro, mentre Francesco si accomoderà vicino alla moglie, dal lato di donna Letizia) Scusate la modestia dell'ambiente.

Aristide:                Per carità.!

Francesco:            (un tempo, poi indicando Letizia) Allora? Vogliamo parlare di questo... affare?

Aristide:                Mi meraviglia molto la vostra espressione! (lirico) L'amore non è mai un affare!

Francesco:            (a parte, riferendosi a Letizia) In questo caso poi…. è addirittura è una perdita!!

Rita:       (intervenendo) E' vero, Conte! La vostra affermazione è giustissima!!

Aristide:                (continuando con lo stesso tono) L'amore è un sentimento che prescinde da ogni volgare ragionamento affaristico!

Rita:       (pratica) Queste idee vi fanno onore, Conte, ma per parlarci chiaro: voi sapete che Letizia per me è come una sorella e ci tengo alla sua sistemazione; voi cosa offrite?

Aristide:                Oltre al nome nobile ed onorato dei Conti Quaglietta, offro un vitalizio mensile di lire: Quattrocento-quattordicimila-duecento-settantacinque! A me accordato dallo Stato per la cessione della antica Contea appartenente alla nostra famiglia. I Conti Quaglietta erano proprietari di grandi appezzamenti di terreno che, cedettero allo Stato, volontariamente, in cambio di questo vitalizio, che allora era una somma considerevole!

Francesco:            Mentre adesso è una miseria! Quattrocentomila lire certamente non possono bastare a formare una famiglia, anche di due persone.

Arstide: (offeso e pignolo) Tengo anzitutto a precisare che non sono quattrocento, bensì: (scadendo lentamente) 414.275 lire!

Francesco:            (tra se) Avevo dimenticato la cinque lire… scusate tanto!!!

 

Aristide:                (continuando) E poi, io sò, che anche la signorina... ha del suo!

Letizia: (intervenendo) Si! Una pensione di lire 202.980!

Francesco:            (a lei) Non intervenite, donna Letizia, non sta bene! Fate parlare gli uomini. (un tempo) Con 600.000 (al cenno d'intervento del Conte, rettifica) E rotti!!!… si può anche fare un pensierino!

Aristide:                E' quello che ho pensato io!

Francesco:            E da qui vi è venuta l'idea di…!!??

Aristide:                No! (precisando) L'idea del matrimonio mi è venuta dopo avere appurato "la bontà" e la "grazia" della signorina!

Francesco:            (meravigliato)Ah! E  chi ve le ha date queste notizie?

Aristide:                Nessuno! (lirico) Ho interrogato il mio cuore!

Francesco:            (tra se)... Che vi ha detto un sacco di  fesserie!!..

Rita:       (intervenendo per coprire) Conte... e dove andrete ad abitare dopo la fausta unione?

Aristide:                Io so che... la signorina... possiede anche un appartamentino: due stanze, bagno e cucinino!!

Letizia: Si. Me lo lasciò la buonanima del defunto zio Giovanni !

Rita:       (rimproverandola) Non intervenire, non sta bene!

Francesco:            (allusivo) Certo, Conte, che vi siete documentato parecchio?!

Aristide:                (che ha compreso l'allusione) E' vero! Ma ci tengo a precisare che  l'avrei sposata anche se non avesse avuto niente! (lirico) L'amore vince ogni cosa! Come dicevano i Latini? (citando) "Ubi major... minor cessat".

Francesco:            Cessa-t! Cessa-t!!!.. (guarda Letizia, poi con cattiveria) Su questo siamo pienamente d'accordo!!

Rita:       Resta solo da fissare la data delle nozze.

Aristide:                Io... "mi rimetto"... alla mia futura!

Letizia: Io... "mi rimetto"... al Conte!

Francesco:            (tra se) Io "rimetto il pranzo" se non la finiscono!!

Aristide:                (a Letizia, alzandosi) Ti prego, cara, chiamami per nome. Io mi chiamo:            Aristide-Stefano-PaoloMaria-Rodolfo-Alberto dei Conti Quaglietta!

Francesco:            (a lei) Procuratevi un calendario per ricordarvi il giorno degli onomostici!!

Rita:       Posso  suggerire una data?

Letizia: Signora,….. non troppo lontano!

Aristide:                Prego!!

Rita:       Io direi fra sei mesi!

Aristide:                Sono perfettamente  d'accordo.... se  anche il mio tesoro è d'accordo!

Rita:       (scorgendo Letizia che continuamente accenna con il capo) Si!… Anche lei è d'accordo!!

Aristide:                (felice finalmente di potersi rivolgere direttamente a Letizia, pure standole lontano) Letizia, questa sera, hai fatto di me l'uomo più felice del mondo. Vorrei dirti tante cose! Raccontarti tutta la mia vita ed ascoltare la tua. Voglio sapere tutto di te:           da quando sei nata….. fino ad oggi! (siede in attesa).

Francesco:            (sedendo a sua volta) Prepariamoci a passare la nottata in bianco!!

Rita:       (alzandosi, per lasciare soli i due fidanzati) Conte, con il vostro permesso, vado a dare un occhiata al bambino... mi è sembrato di sentirlo piangere!

Aristide:                (cerimonioso) Prego, prego! Fate il vostro comodo! (siede di nuovo in attesa che Rita esca, dopo avere costretto il marito, riluttante, a seguirla. I due, restati soli, mostreranno evidenti segni di timidezza. Poi il Conte passando da una sedia all'altra, si avvicinerà sempre di più alla donna, fino a sedere al lato del tavolo.con finta disinvoltura) Che stavamo dicendo?

Letizia: (timida) Non me ne ricordo!!.

Aristide:                (dispiaciuto) Allora non mi ascolti?

Letizia: Ti ascolto! Però, se ti guardo, non mi ricordo più niente!

Aristide:                (alzandosi e fissandola come a ipnotizzarla) Ma ti devi abituare. Guardami!

Letizia: No! Non mi voglio perdere!

Aristide:                Guardami!

                                14^scena

Letizia: No...

Aristide:                Guardami! (restano immobili a fissarsi negli occhi senza sentire i ripetuti squilli del campanello).

Francesco:            (entrando) Sono caduti in letargo!! (avviandosi grida) Comodi, comodi, vado ad aprire io. (esce mentre i due, che al grido avevamo sobbalzato, si ricompongono).

Letizia: Hai visto? Tutto per colpa tua.

Aristide:                Ma non stavamo facendo niente di male.

Letizia: Pare a te! Ma io mi sono sentita una donna... perduta!

Francesco:            (entrando e precedendo il padrone di casa) Prego, Cavaliere, accomodatevi.

Filippo: Grazie. (ai due) Buongiorno! (Letizia risponde con un cenno del capo, il Conte si inchina alzandosi).

Francesco:            Sedetevi, Cavaliere, prego!

Rita:       (entrando) Buongiorno, Cavaliere!

Filippo: (che stava sedendo, si alza) Signora!

Rita:       State comodo, questa è casa vostra. Vi preparo un caffè?

Filippo: Non vorrei disturbare!

Rita:       Nessun disturbo! (a Letizia), per piacere un caffè.

Letizia: Subito!(si avvia invitando il Conte a seguirla ed infine, trascinandolo in cucina , esce).

Francesco:            (notando la manovra, alla moglie) A santarella!

Filippo: Come avete detto?

Francesco:            (deviando il discorso) Dicevo... sedetevi, accomodatevi (Filippo si accomoda tra i due).

Filippo:         Grazie!

Francesco:            Cavaliere,  in che posso servirvi?.

Filippo: (un tempo) Dunque, caro don Ciccio, sono venuto per due motivi. Primo: sono riuscito ad ottenere un posto al Cuore di Gesù. Non è stato facile. Il Cuore di Gesù è il migliore istituto per trovatelli di tutto il meridione!

Rita:       (sorpresa e dispiaciuta) E per chi serve?

Filippo: (impacciato) Vostro marito mi chiese... mi pregò di ottenere un posto, conoscendo le mie aderenze... ed io mi sono impegnato a….

Rita:       (interrompendolo, decisa) A noi quel posto non ci serve!

Francesco:            (intervenendo) Calmati! Avevo chiesto io al cavaliere d'interessarsi, prima della spiegazione. (a Filippo) Vi ringrazio,ma per il momento, non ne abbiamo più bisogno!

Filippo: Come volete! Oggi stesso telefono per avvertire che possono occupare il posto. Sapete:                 le richieste sono molte ed i posti pochi; è molto difficile ottenerne uno. Voi mi raccomandaste tanto...

Francesco:            Il fatto è che... Abbiamo deciso di tenerlo! Anche perchè, diciamo la verità, i bambini in questi istituti un pochino ci soffrono!

Filippo: Niente affatto! In quell'istituto non manca niente: stanno benissimo! Figuratevi: la carne la ricevono due volte la settimana e la domenica ricevono pure il dolce!

Francesco:            (meravigliato) Però! E vanno a scuola? Imparano un mestiere?

Filippo: Certo! (spiegando) Chi è portato alla pratica, impara un mestiere ed "esce" operaio specializzato:              chi ha voglia di studiare "esce" con un diploma.

Rita:       (livida) Cavaliere, permettete una domanda?

Filippo: Prego.

Rita:       Voi, là dentro, ci siete stato?

Filippo: (sorpreso) In che senso, scusate?

Rita:       Ci avete vissuto?

Filippo: (c.p.) No.

Rita:       Allora come fate a dire: stanno benissimo? (un tempo) Cavaliere, avete detto una montagna di fesserie! Una sola parola è esatta! "Esce"!. Questo esce, quello esce, come un carcerato! Alla fine della pena esce! Con la differenza che un carcerato il male lo ha fatto!

Francesco:            Il cavaliere voleva dire...

Rita:       Quello, che ha detto! Stanno bene perchè mangiano la carne e ricevono pure il dolce! (a Filippo) E la mamma? Una mamma quante volte gliela la danno? Quante volte tocca a ognuno di loro? (pausa) Non si esce col mestiere o col diploma...senza l’amore della mamma, da là dentro, si esce delinquente! (esce commossa)

Filippo: (un tempo) Mi dispiace, non volevo...

Francesco:            Non è colpa vostra! Voi lo sapete, noi bambini non ne abbiamo e mia moglie s'è tanto affezionata a questo che non sò come andrà a finire...

Letizia: (entrando seguita dal Conte che porta il caffè) Ecco il caffè!

Francesco:            (considerando) L'abbiamo messo a mezzo servizio! (un tempo) Donna Letizia, per cortesia, volete fare un po’ di compagnia a mia moglie, non si è sentita bene. (Letizia guarda contrariata il Conte) Il Conte sta un po’ con noi. Facciamo quattro chiacchiere fra uomini. Andate.

Letizia: (avviandosi) Pensami! (esce mentre il Conte rimane estasiato a guardarla).

Francesco:            Don Aristide, sedetevi qua! Cavaliere, permettete? (presentandoli) il fidanzato di donna Letizia, Conte Aristide Quaglietta; il Cavaliere Filippo Botta, padrone di casa.

Filippo: Tanto piacere.

Aristide:                Onorato! (siede al posto di Rita)

Francesco:            (a Filippo, riprendendo il discorso) ....e il secondo motivo per il quale siete venuto?

Filippo: Voi lo sapete già.  Sono sempre più innamorato!

Aristide:                (preoccupato) Di una donna?

Francesco:            Si capisce!

Aristide:                Allora mi dispiace, sono mortificato, ma il mio fiore non vuole!

Filippo: Chi… non vuole?

Francesco:            (spiegando) Il fiore, è donna Letizia.(al conte) Ma che cosa non vuole?

Aristide:                (serio) Che io parli di donne!

Francesco:            E voi non parlate. State zitto! Prego, Cavaliere.

Filippo: (al Conte) Posso?

Aristide:                Se vi rivolgete a me, non vale! (un tempo) Perchè io per educazione vi debbo rispondere e rispondendovi offendo il fiore!

Francesco:            Cavaliere, rivolgetevi a me, non pensate al fioraio!!

Filippo: Clo-Clo non mi vuole più parlare!!

Francesco:            Sempre la Fioravanti? Le avete fatto qualche torto?

Filippo: Le ho chiesto di sposarmi... ha rifiutato!! Io ho insistito e adesso

                non  mi vuole più parlare.

Aristide:                Se mi permettete: vorrei esprimere il mio parere sulla signorina in  oggetto.

Francesco:            Non potete, cè il "fiore"……!

Aristide:                Come non detto!

Filippo: Voi mi dovete aiutare.

Francesco:            Con tutto il cuore, ma che posso fare?

Filippo: Ho saputo che oggi deve venire a misurare un vestito. Dobbiamo approfittare dell'occasione! Quando viene, parlatele di me, delle mie serie intenzioni; trattenetela cinque minuti. Io mi presento con la scusa di dovervi chiedere un'informazione... e mi troverò qua con lei.

Francesco:            Come idea non c'è male, anzi è buona! Però è meglio non dire niente a mia moglie. Faremo così: se la signorina Clotilde viene, vi mando a chiamare e voi scendete.

Filippo: Sono nelle vostre mani. Mi raccomando!

Francesco:            Non vi preoccupate. Lasciate fare a me.

Filippo: (alzandosi imitato da Francesco e dal Conte) Grazie. Arrivederci allora.

Francesco:            Arrivederci.

Filippo: (al Conte) I miei omaggi.

Aristide:                Ossequi.

Francesco:            (a Filippo) Vi accompagno (mentre Filippo si avvia, al Conte) mi raccomando, non dite niente a donna Letizia. Permesso. (esce seguendo Filippo)

Aristide:                Prego. (siede)

Letizia: (entrando) Mi hai pensato?

Aristide:                (che sentendola è scattato in piedi, mortificato) Purtroppo.... no!

Letizia: Perchè?

Aristide:                Non ho potuto! Ero concentrato per…. non ascoltare!

Letizia: (sospettosa) Ascoltare che cosa?

Aristide:                Non lo so! Io ho sentito solo il finale, ma non posso dirtelo.

Letizia: Allora non mi vuoi bene!!

Aristide:                Non è vero! Tu sei tutta la mia vita!

Letizia: E che hanno detto?

Aristide:                Il signor Esposito ha promesso al Cavaliere di combinargli un appuntamento con la signorina Fioravanti; e la cosa più brutta è che li farà incontrare qua all'insaputa della moglie!

Letizia: Così crede lui?!

Aristide:                Fiorellino mio! si sta facendo tardi, perchè non ce ne andiamo?

Letizia: Da soli? Non è possibile! (un tempo) Ma che ti sei messo in

                testa?  Non è che hai qualche brutta intenzione?

Aristide:                Ma no, fiorellino mio! non pensarle proprio queste cose! (entra Rita) Volevo solo il piacere di accompagnarti a casa.

Letizia: Non è possibile! La gente è troppo maligna, penserebbe subito male.

Rita :      Se volete scendere insieme, vi accompagno io!

Letizia:  Grazie, signora, siete più di una sorella!

Rita:       E mio marito?

Francesco:            (rientrando) Sto qua! Ho accompagnato il cavaliere. Si scusa per

                non averti salutata, ma aveva molta fretta.

Rita:       Scendo un momento. Accompagno Letizia e faccio un salto dal medico.

Francesco:            Non ti senti bene?

Rita:       No, devo ritirare una carta.(al Conte) Permettete, prendo una maglietta e scendiamo.

Francesco:            (uscita Rita, a Letizia) Che è questo fatto del medico, sapete niente voi?

Letizia: (non vorrebbe parlare, poi si decide) Una quindicina di giorni fa, non ci siamo sentite bene. Vomito, nausee... in due parole: siamo andate dal medico, ci siamo fatte le analisi e ora le andiamo a ritirare.

Francesco:            Ma di chi si tratta; voi parlate al plurale?

Rita:       (rientrando) Sono pronta. Andiamo?

Aristide:                (ripetendo il saluto dell'entrata) Signor Francesco, lieto di avervi conosciuto, grazie dell'ospitalità e arrivederci.

Francesco:            Statevi bene, Conte! (alla moglie che è sulla soglia) Giacchè scendi, mandami Gennaro; ho bisogno di una cortesia.

Rita:       (uscendo) Va bene.

Aristide:                Di nuovo. (esce preceduto da Letizia).

Francesco:            Arrivederci.

Letizia: (rientra in punta di piedi, si porta alle spalle dell'uomo e grida) Cose grosse! Ci sono cose grosse in vista! (un tempo) Secondo me non ve lo meritate; ma come si dice:             "Chi tiene denti... beve; e chi non ne tiene... rosica biscotti"! Ho detto tutto! (si avvia)

Francesco:            Aspettate! Non ho capito niente.

Letizia: Bisogna avere fede! "Per il figlio fetente e "prodigo" il Padreterno ammazzò il vitello grasso!" (un tempo) Ditevi un gloria-padre!

Aristide:                (entrando) Letizia, sbrigati! La signora è già arrivata sotto al portone.

Letizia: Vengo... Don Ciccio mi ha chiamata! (spingendolo fuori) Tu non lo conosci, ma vuole sempre spiegazioni; (a Francesco) e non capisce mai! (si avvia).

Francesco:            Che faccia tosta! Siete voi che la dovete finire di fare gli indovinelli!

Letizia: (uscendo) Ditevi un Gloria-padre!

Francesco:            Jatevenne! (un tempo) Che donna impossibile! Io già per il passato, non l'ho mai capita... figuriamoci adesso che fa gli indovinelli!

Gennaro:              (entra affannato ed asciugandosi il sudore) Don Ciccio, state calmo! Non è niente! (siede) Sedetevi e state tranquillo! Non è per fare il male augurio, ma potrebbe essere un falso allarme.! Don Ciccio, voi queste cose non le dovete fare! Mamma mia  bella!!

Francesco:            Hai parlato con donna Letizia? (al cenno affermativo) Quella donna fa gli indovinelli... e tu capisci quello che vuoi! Non darle retta. (un tempo) Ti ho fatto chiamare perchè devono venire alcune persone e non posso stare solo. Se il bambino piange, lo sai, io non sono pratico...e poi non potrei lasciare la persona sola!

Gennaro:              (incuriosito) Ma chi deve venire?

Francesco:            Non dire niente perchè è un segreto.

Gennaro:              Figuratevi! E' una cosa di donne?

Francesco:            Si. (misterioso)Fra poco deve venire la signorina Clotilde!

Gennaro:              La cantante? Quanto mi piace! (con complicità) Bravo, sapete scegliere!!

Francesco:            (che ha capito l'allusione) Credo che tu sia scemo!

Gennaro:              A me?

Francesco:            Quando non capisci....sta zitto! (spiegando) La signorina Clotilde non viene per me. Si deve incontrare con il padrone di casa. Don Filippo ha perso la testa, lei non lo vuole e io ci devo mettere una buona parola.

                Faremo così, quando arriva la signorina, mentre io le parlo, tu "tomo-tomo – chiatto-chiatto ", vai a chiamare il cavaliere e lo fai scendere. Hai capito?

Gennaro:              Certamente! Quando viene la signorina, prima le parliamo, poi io la intrattengo e voi andate a chiamare il cavaliere.

Francesco:            Non fare lo spiritoso, questa è una cosa seria. (un colpo di campanello) Vai ad aprire, se è lei, quando ti faccio segno....

Gennaro:              ....vado a chiamare il cavaliere, (esce, per rientrare precedendo Clotilde) Prego, signorina, accomodatevi. Vi stavamo aspettando.

Clotilde:                Buongiorno.

Francesco:            Buongiorno. Vi stavamo aspettando per dirvi che purtroppo mia moglie è dovuta scendere un momentino, ma ritorna subito. Vi prega di scusarla e di attendere qualche minuto. (fa un cenno a Gennaro che finge di non capire).

Clotilde:                Speriamo che non tardi molto, ho le prove al San Carlo...

Francesco:            No, ve l'ho detto uno....(c.p.)... due minuti.(c.p.) Accomodatevi.

Clotilde:                (sedendo) Grazie.

Francesco:            Sapete: stamattina ho sentito molto parlare di voi. (c.p.)

Clotilde:                Davvero? Voglio sperare che dicevano cose buone...

Francesco:            Diceva! Diceva... perchè era uno, uno solo (ripete ancora il cenno a Gennaro, poi è costretto a spingerlo fuori) Parlava così bene di voi.

Clotilde:                Cosa diceva?

Francesco:            Che siete una grande cantante; la più bella corista del San Carlo:

                una stella della lirica...

Clotilde:                E' molto gentile.

Francesco:            No, non è gentile! Prima di tutto dice la verità e poi... è innamorato!

Clotilde:                Di me ? Voi volete prendermi in giro!

Francesco:            No,no, parlo seriamente! Perchè la sua non è semplice infatuazione, è amore! Quell'amore che porta all'altare!

Clotilde:                Sapete parlare molto bene. (un tempo) Non l'avrei mai creduto!

Francesco:            Perchè non parlo per me. Altrimenti non sarei stato capace di dire una sola parola.! Solo a guardarvi mi sarei “sciolto”!

Clotilde:                Vi faccio quest'effetto?

Francesco:            Ora mi mettete in difficoltà. Lasciamo stare. Ritorniamo a noi.. cioè a lui!

Clotilde:                Lui?...Chi?

Francesco:            Il cavaliere Filippo Botta!

Clotilde:                (colpita) Dite...dite al Cavaliere...che non è possibile!

Francesco:            Se mi posso permettere, io ho capito. Però avete torto! L'orgoglio è una cosa buona, ma certe volte bisogna metterselo sotto i piedi, altrimenti ci fa commettere certe sciocchezze grosse assai. Il cavaliere poi non è stupido, e voi potete fingere con tutti, ma se una persona vi vuole bene veramente, se ne accorge subito che non vi è indifferente... e allora come la mettete?

Clotilde:                (fingendo) Non capisco.. non capisco cosa vogliate dire!

Francesco:            E' giusto! Con me non dovete capire, ma fra poco deve venire il cavaliere, a lui sforzatevi di capirlo!

Clotilde:                (scattando in piedi, preoccupata) Filippo? Deve venire qua? Non lo voglio vedere! Dove mi posso nascondere?!

Francesco:            (preso alla sprovvista, indicandone la porta) C’è la cucina.Purtroppo la casa è piccola e in camera da letto c'è il bambino che dorme. Se vi accontentate…. (considerando,dopo l'uscita veloce di Clotilde) Si accontenta!!

Filippo: (entrando seguito da Gennaro) Dov’è?

Francesco:            In cucina! Si è nascosta!

Filippo: (dispiaciuto) Perchè?

Francesco:            Perchè non vuole capire che l'amore pretende il sacrificio dell'orgoglio! La cosa più bella è poter dire alla persona che si ama: io senza te non valgo niente e tu senza me vali due centesimi! Non è molto poetico, ma è la verità!

Filippo: E io che devo fare?

Francesco:            Secondo me, la signorina non si è nascosta per non farsi trovare da voi, ma per non fare sentire a noi quello che le dovete dire! Perchè voi, cavaliere, glielo dovete dire! Andate! (Filippo esce)

Gennaro:              (con ammirazione) Siete stato perfetto!

Francesco:            Speriamo che tutto si aggiusti, così ci guadagnano loro e ci guadagno io!

Gennaro:              (sorpreso) Ma allora, scusate, voi lo fate per mestiere?

Francesco:            (trattenendosi) Ci guadagno la soddisfazione di sapere che la mia teoria è esatta. Lo sai perchè la gente si odia, perchè si fanno le guerre?

Gennaro:              No!!

Francesco:            Perchè ognuno vuole sembrare quello che non è! Chi non ha niente, pensa:       "Se si viene a sapere, che figura ci faccio?" e allora va' dicendo: "Io ho questo, io possiedo quello"! Chi sente, sempre per non fare brutta figura, dice altrettanto! E si finisce che ognuno, non avendo  niente,…. invidia e desidera il niente degli altri!

Gennaro:              Bello!!.... ma non ho capito niente!!

Francesco:            Ne ero sicuro! (lungo squillo di campanello).

Gennaro:              Apro io. (uscendo) Voi preparate l'ambiente!

Francesco:            Ma allora ti sei fissato?!

Gennaro:              (rientrando) Don Ciccio, una cliente nuova.

Francesco:            Cliente di mia moglie?

Gennaro:              Non credo. Ha chiesto di voi. La faccio entrare?

Francesco:            Si capisce.

Gennaro:              (dalla soglia) Prego, signora, accomodatevi.

Emma: (entrando) Grazie. (a Francesco) Buongiorno.

Francesco:            Buongiorno.

Emma: (consultando un pezzetto di carta) Siete voi Esposito Francesco?

Francesco:            Sono proprio io.

Emma: (c.s.) Siete il proprietario del taxi targato Napoli 15 - 15 -.31?

Francesco:            Sono io, ma a quest'ora sono fuori servizio.

Emma: Lo so, per questo sono venuta adesso.

Francesco:            In che posso servirvi?

Emma: (un tempo) Io vi ho fatto molto male!

Francesco:            (sorpreso) A me?

Emma: Ho distrutto la vostra pace! Voi non potete perdonarmi! 

                (commuovendosi) Ma tentate! Dovete tentare!

Francesco:            (sorpreso) Veramente io....vorrei tentare di capire!!

Emma: (a sua volta sorpresa) Non avete capito?

Francesco:            Niente!!

Emma: (lunga pausa, non sa come cominciare, poi decide di dargli un

                indizio) Come sta...il bambino?

Francesco:            Quale bambino?

Emma: (preoccupata che il bambino non si trovi più) Quello trovato nel taxi?

Francesco:            Bene grazie! (realizzando) Voi?…. ce lo avete messo voi?

Emma: (confessando) Si! (un tempo) E' mio figlio!

Francesco:            (confuso dai gesti di Gennaro che crede di avere scoperto la sua relazione con la donna) Signora, vi dispiace d'essere più chiara?

Emma: Forse è meglio che cominci dal principio.

Francesco:            Credo di si.

Emma: (dopo aver cercato inutilmente, guardando prima l'uno poi l'altro, di far capire a Francesco che non le sembra il caso di parlare davanti al portiere, chiede allusivamente) Il signore....è un parente?

Francesco:            Chi lui? No, è il portiere del palazzo.(comprendendo il significato della domanda) Ah! Stava per andare via. Gennaro, grazie, non mi serve più niente. Te ne puoi andare!

Gennaro:              (contrariato) Ma come, proprio adesso che il fatto diventa più interessante? (implorante) Fatemi rimanere.

Francesco:            (a parte a lui) Non è possibile. E' una cosa delicata.

Gennaro:              (c.s.) Appunto per questo è più interessante.

Francesco:            (c.s.) Non ci posso fare niente. La signora davanti a te non vuole parlare.

Gennaro:              (a malincuore) Va bene, me ne vado. (dalla soglia) Ma se vostra moglie ritorna all'improvviso, come la mettete?

Francesco:            Hai ragione! Rimani davanti alla porta, se la vedi arrivare, mi avverti.

Gennaro:              Contate su di me. (si avvia) Ma dopo mi dovete raccontare tutto.

Francesco:            Te ne vuoi andare?

Gennaro:              Vado, vado. E non avevate niente da raccontare! (prevenendo la reazione di Francesco) Vado, vado! (esce)

Francesco:            (indicandole una sedia vicino al tavolo) Prego, accomodatevi.

Emma: Grazie. (siede) Voi non mi conoscete. (Tende la mano per presentarsi).

Francesco:            Non ho questo piacere.!

 

Emma: Mi chiamo  Emma Gargiulo!

Francesco:            Vedova dell'alta Italia!?

Emma: (sorpresa) Sì.

Francesco:            Siete quella del fascino... il maschio che vi guarda ...(poichè Emma mostra di non capire) Non complichiamo le cose, come non detto!!. Andiamo avanti!

Emma: Come volete! (pausa) Dunque: Che sono vedova, già lo sapete. Conobbi mio marito durante un pellegrinaggio con la parrocchia. Una amicizia innocente, di pochi giorni, ma il destino ci mise lo zampino. Fu trasferito, ci rivedemmo e ... ci sposammo. (un tempo) Ma dopo appena quattro mesi di matrimonio, mio marito morì ed io, priva di mezzi, restai a Napoli. Ho un diploma di segretaria d'azienda ... la ditta sta a Fuorigrotta e ... fu così che conobbi Alfonso.

Francesco:            Allora il bambino è suo?

Emma: No. Quando Alfonso ha cominciato a corteggiarmi, il bimbo era già nato. E' figlio del defunto, ma per pudore, non gli ho mai detto di avere un figlio. Quando ho capito che aveva intenzioni serie, mi sono decisa a dirglielo ... ma lui ...

Francesco:            ... mise in moto e vi accompagnò a casa senza parlare.

Emma: Sì. ma voi come lo sapete?

Francesco:            Io so tutto ... e senza leggere nei fondi di caffè! Andate avanti.

Emma: Da quella sera, molte volte mi ha chiesto di sposarlo e quando io rifiutavo mi chiedeva: perché??… perchè ??..

Francesco:            E voi?

Emma: Tacevo! Avevo paura di perderlo!

Francesco:            Capisco! Ma il bambino nel taxi ,come e perchè ci è arrivato?

Emma: (come una cosa ovvia) Io! Ce l'ho messo io! Credevo che il taxi fosse di Alfonso e pensavo: quando lo troverà io dirò: Questo è mio! Ci vuoi entrambi? (un tempo, poi incolpandolo) Invece il taxi era vostro e lo avete trovato voi!

Francesco:            (mortificato) Scusate tanto!!

Emma: Quando vi vidi andare via col bambino non sapevo cosa fare. Avevo paura che lo portaste in Questura! Mi avrebbero accusata di abbandono di minore! Non sapevo cosa fare! Volevo chiedere l'aiuto di Alfonso, ma lui, non sapendo che parlava di me, la sera ne disse di tutti i colori contro quella madre snaturata che aveva abbandonato la sua creatura. Mi raccontava tutto quello che stava succedendo a casa vostra per colpa mia e allora....tacevo! Ho continuato a tacere fino ad oggi, ma….adesso basta! (incolpandolo della situazione) Voi non potete pretendere che una madre resti divisa dalla sua creatura!(scoppia a piangere) Ho sofferto, credetemi, ho sofferto molto! Non ne posso più!

Francesco:            (commosso suo malgrado) Calmatevi, adesso lo avete ritrovato!

Emma: Come sta?

Francesco:            Sta bene! E' in camera da letto. Ha mangiato e dorme.

Emma: (alzandosi) Voglio vederlo.

Francesco:            E' un vostro diritto.! Venite, accomodatevi,(indicandole la porta, le cede il passo, uscita la donna cerca di seguirla, ma è trattenuto dal portiere che è entrato).

Gennaro:              Don Ciccio, scusatemi, ma non è possibile, dovete rimandare.

Francesco:            Che cosa?

Gennaro:              (imbarazzato) La...la signora...voi e lei...(decidendosi) Insomma, voi stavate entrando in camera da letto?

Francesco:            Si, ma...la signora è la madre del bambino!

Gennaro:              (allusivo) Ho capito! Mi rendo conto che volevate approfittare dell'occasione, ma dovete rimandare. Ho visto Alfonso dalla tromba delle scale. Sta venendo qua.

Francesco:            (preoccupato) Alfonso? E ora come facciamo?

Gennaro:              Lasciate fare a me. La signora la presentiamo come una cliente della signora Rita.

Francesco:            Ma che stai dicendo, quale cliente? La signora è la vedova dell'alta Italia che Alfonso vuole sposare!

Gennaro:              (convinto nella sua idea) Mamma mia! Allora la faccenda è ancor più complicata . E adesso che gli diciamo?.

Francesco:            La verità! Alfonso deve sapere tutto! Glielo spiego io.

Gennaro:              Bravo don Ciccio, siete un uomo coraggioso. Vi ammiro!

Francesco:            (rifiutando la stretta di mano) Ma che hai capito?

Gennaro:              Tutto! (con complicità) Sono uomo di mondo! Vi darò una mano.

Alfonso:                (da fuori) Permesso? (entra subito, concitato ed affannato) L'ho vista! L'ho pedinata don Ciccio, e l'ho vista entrare in questo palazzo!

Francesco:            Calmati. Di chi stai parlando?

Alfonso:                Emma! Emma Gargiulo, ve ne ho parlato! Ieri avevamo un appuntamento e non si è fatta vedere. Oggi, quando sono andato a prenderla al solito posto, mi ha detto che era tutto finito e che non dovevamo più vederci! Senza un motivo, senza una spiegazione logica! Dice: ” fra poco”, “forse domani, capirai tutto da solo”! E se n'è andata! Allora l'ho seguita senza farmi vedere. E' entrata in questo palazzo! (un tempo) C'è un altro, don Ciccio, un altro meglio di me! E sta in questo palazzo!

Francesco:            Si, ci sta un altro! e sta in questo palazzo...

Gennaro:              (a parte allusivo)...in questo appartamento...

Francesco:            (senza raccogliere, continua)...ma non è come pensi tu!

Alfonso:                Ma..allora voi sapete? Avete sempre saputo?

Francesco:            No, l'ho saputo due minuti fa! La signora Gargiulo è dentro con un bambino in braccio!

Alfonso:                (frastornato) Un bambino? Quale bambino?

Francesco:            (indicando la porta della camera da letto) Il "suo" bambino!

Gennaro:              (essendo sulla traiettoria,con intenzione indica Francesco) Il "Vostro"!

Alfonso:                (trovandosi in mezzo e credendosi indicato) Il mio?

Gennaro:              (convinto che il bimbo sia di Francesco) Nossignore! Don Ciccio voleva dire, il "nostro"! (indica se stesso).

Alfonso:                (sempre più confuso) Il "Vostro"? (indica Gennaro)

Gennaro:              (alterandosi) Il "suo"!

Alfonso:                (che non riesce a capire, chiede)  Di Emma?

Gennaro:              Alfonso, ma tu non capisci proprio niente?

Francesco:            (intervenendo) E tu nemmeno! (ad Alfonso) La signora Gargiulo

                è la madre del bambino trovato dentro al taxi!!

Alfonso:                (intontito) Io non capisco più niente! (un tempo) Se Emma è la madre del bambino... voi chi siete? E don Gennaro che c'entra?

Gennaro:              Adesso ti spiego tutto io !

Francesco:            Lascia stare! Non spetta a te e nemmeno a me! (accompagnando Alfonso verso la camera da letto) Vieni qua. Entra! Dopo prenderai la decisione che crederai più giusta; ma prima vi dovete spiegare! Dovete parlare... assai! (lo spinge ed Alfonso esce come un automa., Poi soddisfatto) Ed  anche questa è fatta.! (lunghi e ripetuti squilli di campanello).

Gennaro:              Un'altra cliente, don Ciccio. E questa ha pure fretta! (esce)

Francecso:            Non scherzare e vedi chi è!

Letizia: (entrando allarmata) Preparate una sedia!

Francesco:            Che è successo? Ch'è stato? (uscendo) Rita dov’è ?

Letizia: (a Gennaro che l'ha seguita) La signora non si è sentita bene in mezzo alle scale. La sta aiutando Aristide a salire.

Gennaro:              Ma cos’è successo?

Letizia: (allusiva) Ve l'ho detto giù al portone: quando siamo scese io e la signora. (alterandosi per l'incomprensione di Gennaro) Voi vi dovete sforzare a capire! Non posso essere più chiara. Io sono signorina!

Francesco:            (entrando sostenendo Rita e seguito dal Conte che siede, visibilmente scosso, facendosi vento con la borsetta della donna) Ma come è stato? Tutto ad un tratto ti sei sentita male?

Rita:       Non è' niente, non preoccuparti. Te l'ho detto: è stato un semplice giramento di testa. Letizia, come al solito, ha esagerato!

Francesco:            Adesso come ti senti?

Rita:       E' passato, sto bene. Non ti preoccupare.

Aristide:                Signora Rita, se posso essere sincero, mi avete spaventato. Siete diventata così pallida, che ho pensato di prendervi in braccio per portarvi sopra. (un tempo) Ma poi ho desistito... perchè soffro di lombaggine!

Rita:       Grazie, ma vi assicuro che non era il caso.

Francesco:            (preoccupato) Ma il medico che ti ha detto?

Letizia: (intervene sentenziando) Non c'è niente di nuovo sotto il sole! (a Rita) Vi vado a prendere un bicchiere d'acqua. (si avvia verso la cucina)

Gennaro:              Alto là! Non è possibile. Non potete entrare! La cucina è occupata.

Letizia: Occupata?

Francesco:            (minimizzando) Occupata, donna Letizia.. occupata! Ci stanno.... abbiamo ospiti.

Rita:       (sorpresa) In cucina?

Francesco:            E che teniamo il salotto? La casa è piccola:                questo è l'ingresso, di là c'è la camera da letto... c'era rimasta solo la cucina!

Gennaro:              Certo che in cucina non è il massimo,.. ma per il momento vi dovete arrangiare. Se la nuova attività di don Ciccio prende piede, allora vi potete allargare!

Rita:       (sospettosa) Chi  c’è in  cucina?

Francesco:            Il cavaliere Botta...

Rita:       ... e la signorina Clotilde!

Francesco:            (a Letizia) Gliel’avete detto voi? E a voi l'ha detto quest'altro rimbambito,è vero? Teniamo gli spioni in casa! (alla moglie) Sissignore! Stanno entrambi in cucina. Don Filippo mi onora della sua amicizia; mi ha chiesto una cortesia e non ho potuto rifiutare.

Rita:       Sentitelo: ” non ha potuto rifiutare”. Ruffiano! Se fossi stato un altro uomo, quando il cavaliere ti ha fatto quella proposta, lo prendevi per un braccio e lo mettevi alla porta!

Francesco:            (polemico) Hai ragione; ho sbagliato! Ma ho seguito il cattivo esempio: ho fatto tale e quale come hai fatto tu con questa spiona! (indica Letizia).

Letizia: (inveendo) Io sono immacolata... e certe cose non le faccio!

Francesco:            (alterandosi) Donna Letizia, lasciamo stare perchè se no…ne escono di belle!

Rita:       (insorgendo) E sentiamo,sentiamo dove vuoi arrivare! Cos’hai da dire, parla!

Clotilde:                (entrando, disorientata, guarda Francesco che siede in silenzio, mortificato) Oh, signora Rita... buonasera. Ero venuta... per quei vestiti...

Rita:       (cattiva) E li avete misurati? Vi vanno bene?

Clotilde:                (risentita) Bene, grazie! Ma non occorrono più! (entra Filippo) Ho deciso di smettere di cantare. Fatemi pervenire la fattura. I vestiti ve li regalo, teneteli voi! (uscendo) Buonasera!

Filippo: (euforico a Francesco che è rimasto a capo chino, chiuso nei suoi pensieri) E' andato tutto bene! Non ho parole per ringraziarvi, don Ciccio, ma un regalo ve lo debbo fare: vi abbuono un anno di pigione! (esce in fretta gridando) Clò-Clò aspettami!

Gennaro:              (un tempo) Un anno di pigione. Don Ciccio, siete nato con la camicia!

Letizia: Sporca! Con la camicia sporca è nato, ma per lavarla non contate su di me!

Gennaro:              Voi non c'entrate, nessuno vi ha chiesto niente!

Letizia: E non c'è bisogno di chiedere, perchè sono io che lo servo come un prete all'altare!

Gennaro:              Che faccia tosta! Per sette anni gli avete intossicato pranzo e cena!

Letizia: Io tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per il bene della signora. Per lei mi butterei nel fuoco! E se non fosse stato perchè il mio Aristide  è tanto sensibile, i vestiti a quella schifosa...gliel’avrei attorcigliati al collo!

Gennaro:              Perchè? Secondo voi doveva dare di più? L'anno di pigione è….per la stessa cosa!

Letizia: Statevi zitto! Questa è una cosa vergognosa!

Gennaro:              Ma che vergognosa, qui ci esce più dello stipendio!!

Letizia: (avvicinandosi al Conte) Io morirei di fame, piuttosto!

Aristide:                (alzandosi) Letizia ha ragione. E mi dispiace molto che sia stata per tanto tempo in una casa simile!

Gennaro:              Come vi permettete? Questa è una casa per bene!!

Letizia: Era!... Era una casa per bene! Fino a quando quell'uomo non l'ha infangata con la sua sporca attività!

Francesco:            (come svegliandosi da un lungo sonno e, man mano, sempre più deciso) Ma la volete finire? Volete finirla? (a Letizia) Se a voi vi fa tanto schifo questa casa, perchè non ve ne andate? (a Gennaro) E tu che difendi?

                Io non ho bisogno della difesa di nessuno. Uscite, uscite fuori. Jatevenne!

                (mentre Letizia e il Conte escono impettiti ed offesi seguiti da Gennaro, che esce spaventato ed indietreggiando,Francesco si avvicina alla camera da letto e chiama) Alfonso! Vieni. Venite pure voi, signora, e portatevi il bambino.!(ad Alfonso che entra) mi dispiace, ma se ancora non hai finito di spiegarti con la signora,lo puoi fare dentro al taxi. (ad Emma, uscita a sua volta) Scusatemi pure voi, ma ho bisogno di restare solo con mia moglie.

Emma: Avete ragione. Vi abbiamo causato un sacco di guai. Perdonateci!

Francesco:            (dopo uno sguardo al bambino che Emma ha portato con se) Già fatto!

Emma: Grazie, per lui e....pure per noi! (Supera Francesco e si avvicina alla porta d'uscita in attesa di Alfonso, rivolgendo un frettoloso ed impersonale saluto a Rita) Buonasera.

Alfonso:                Don Ciccio, mi sposo! Avete fatto un'opera buona, grazie. (a Rita) Arrivederci, signora (esce preceduto da Emma).

Francesco:            (calmo dopo una lunga pausa) Allora? Non mi dici niente? Non parli? Non mi domandi chi era quella donna, perchè si trovava qua?

Rita:       (con voce stanca, ma tranquilla) Una mamma che è venuta a prendersi il suo bambino.

Francesco:            (meravigliato) Lo sapevi?

Rita:       No, non lo sapevo.! L'ho capito da come lo teneva in braccio.

Francesco:            E' la madre!! E' stata lei a metterlo dentro il taxi credendo che fosse di Alfonso, lui se la voleva sposare, ma non sapeva che la signora era vedova con prole. E poichè in questa casa uno per essere creduto non deve dire la verità, ma una bugia credibile, ho mentito pure io! Tutti quanti mi hanno consigliato, pure se non era vero, di "confessare" che il bambino era figlio mio... altrimenti donna Letizia non ci avrebbe creduto!

Rita:       (con dolcezza) Che c'entra Letizia?

Francesco:            C'entra  c'entra, donna Letizia c'entra sempre! Da quando ci siamo sposati e non è la sola! Ci sta pure Gennaro, Annella, don Filippo ... adesso abbiamo pure un "Conte"! (un tempo) Noi due, senza figli, siamo stati sempre una famiglia "numerosa"! Abbiamo sempre avuto estranei tra i piedi.! Gente che risponde a te al posto mio, che litiga con me al posto tuo, e noi non siamo più padroni di correggere uno sbaglio! Perchè se uno di noi, accorgendosi dell'errore, vuole chiedere scusa, davanti a tanta gente si vergogna e non lo fa! Così una sciocchezza qualunque, una cosa da niente,  si gonfia, diventa una montagna!! Tutti quanti ne parlano e diventa un problema ... una incompatibilità! (triste) Siamo diventati due partiti. Ognuno con il suo seguito al quale dare conto, che di ogni cosa, vuole decidere se è mia o tua. Così in comune non ci è rimasto più niente, il "nostro" non esiste più! A noi ci avrebbe salvato un figlio, ma non è stato possibile ... e ormai è troppo tardi!!

Rita:       Non è troppo tardi!

Francesco:            (scettico) Tieni ancora speranza!?

Rita:       (con molta naturalezza) No, sono sicura! Me l'ha detto il medico oggi.

Francesco:            (emozionato) Il medico ti ha detto ... Non ti agitare,stai calma.  Come ti senti?

Rita:       Bene, non mi sento niente!

Francesco:            Come non ti senti niente? Ti stai sbagliando. Il medico che è persona estranea l'ha sentito e tu che sei la diretta interessata non senti niente? Non è possibile!

Rita:       Non ti preoccupare, è ancora presto. Ci vuole tempo.

Francesco:            Giusto, ci vuole tempo (un tempo, riflette, poi deciso) Maschio, Rita, maschio!

Rita:       (sorridendo) E che dipende da me?

Francesco:            (confuso) No, ma ... tu non ci metti volontà! (resta imbronciato)

Rita:       (avvicinandosi) E ... se viene una femminuccia?

Francesco:            (sorridendo) Vuoi sapere la verità? Se qualcuno lo chiedesse a me, non saprei che rispondere, ma se lo domandano a te devi rispondere con fermezza:        "Mio marito aspetta un figlio ... uno qualunque e…. basta!"(si abbracciano).

           - F I N E -