MIO MARITO… COCCO DI MAMMINA
commedia brillante in due atti
(di Calogero Maurici)
elaborata da Rosanna Maurici
PERSONAGGI
Saridda ( la mamma)
Federico (il Figlio)
Salvo (il marito di Saridda)
Orsola (la moglie di Federico)
Giovanna (la madre di Orsola)
Peppe (il padre di Orsola)
Graziella (vicina di casa)
Celestino (il marito di Graziella)
Tonina//o (la sorella o fratello di Federico)
(elaborata da Pietro e Rosanna Maurici)
M I O M A R I T O… C O C C O D I M A M MI N A
(commedia brillante in due atti)
di Calogero Maurici
(elaborata da Rosanna Maurici)
Orsola sposata felicemente con Federico, fin dal fidanzamento ha sempre avuto un neo nel suo rapporto: l' attenzione esasperata della suocera verso il figlio tanto da renderlo un
mammone.
Immaginate un uomo sposato attaccato alla madre, ed una madre magari anche inconsciamente che non accetta che il figlio ormai abbia una propria vita; una madre che vuole essere chiamata ancora mammina; un figlio che non ha il coraggio di chiamarla Mamma; i vicini che di questa situazione ne fanno un vero e proprio argomento. Un matrimonio bello, pieno d'amore che può arrivare all'esasperazione o finire per questo motivo. Una sorella (o fratello) diversa dal fratello mammone che già a cirva ventenni è andata via da casa e che non ha chiamato mai mammina ma mamma e questo la sua mamma non l’ha mai digerito ecco l’attac vamento e la preferenza verso il figli mammone.
Era da quest'estate che avevo in mente di scrivere una commedia che trattasse questo tema, l'idea definitiva sul titolo mi è venuta mentre mi trovavo in una spiaggetta di Favignana.
In qualche altro mio lavoro avrò accennato, sfiorato appena, ma adesso ho deciso di entrarci nel profondo.
Ovviamente cerco di abbinare la realtà con qualche colpo di scena ma sono certo che già alcuni diranno che rispecchia pienamente la realtà, alcuni diranno che un figlio attaccato cosi forte alla madre non si trova, altri diranno che una madre cosi morbosa è difficile che esista.
Il bello della vita è proprio questo: avere opinioni diverse sulle quali confrontarsi, ovviamente rispettando sempre chi la pensa diversamente da noi.
Comunque sia, l'importante che se ne parli, poiché sono convinto che quando si parla di qualche cosa è sempre positivo.
Io spero che qualora si mettesse in scena questa commedia con la mia regia o con la regia di un altro, il pubblico si diverta passando circa due ore al di fuori dai problemi che quotidianamente ci attanagliano.
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SCENA I°
(Orsola, Giovanna, Federico, Salvo)
(musica n.1)
Ors. (mentre stava facendo qualcosa, un po' disperata si rivolge al pubblico) Che c’è
di brutto di avere un marito ancora mammone. Mio marito…è una perla
in tutto ma ha ancora questo difetto, a sua madre la chiama ancora
ma…mmi…na. Me la sono portata al viaggio di nozze…con la scusa che
doveva farsi una visita oculistica a Roma è voluta veniri con noi, poi a Bologna
con la scusa che doveva farsi una visita ortopedica è venuta con noi, sempre
sedua dietro di noi che ci guardava, che sembrava un cane pitbull. (entra
Giovanna la mamma di Orsola)
Gio. Ciao Orsola, hai una faccia, non mi diri che pensii sempre la stessa cosa.
Ors. (disperatissima) Mamma, non ce la faccio più, ho un maritu d'oro, affettuoso,
premuroso, senza vizi, ma a questa età, cosi ancora mammone mi fa diventare
(piangendo si abbraccia alla madre) esauritaaaaaaaaa.
Gio. (la conforta) E basta a mamma… sta disgraziata di mia con suocera rende
amara la vita a me figliaa…basta Orsola podarsi ca fra qualche anno diventa
più maturo tuo marito.
Ors. Fra qualche anno facciamo la muffa!
Gio. Io sono convinta che le cose si sistemano.
Ors. Il fidanzamento me l’ha rovinato, non gli ha fatto mangiare un dolce con la
crema a suo figlio perchè dice che era pesante, lo spumante gli e l’ha messo
lei nel bicchiere, due dita a malapena; il giorno del matrimonio al ristorante non
me lo posso scordare, solamente perchè aveva un poco di dolure di pancia gli ha
fatto fare la pastina, per secondo porzione ridotta e ogni tanto veniva a
controllare…Il matrimonio me lo sta rovinando, anzi l’ha rovinato e la vita me
sta levando a me e a suo figlio.
Gio. Basta a mamma, non ti preoccupare che il Signore è grande…
Ors. Il Signore è grande ma dentro questa casa non lo vedo mai.
Gio. Ma lui vede a te e a tutti.
Ors. Ma io mi accontento se vedesse solo a mia suocera, anzi quando la chiamo
suocera la chiamo troppo pulita…
Gio. Hai ragione a mamma…
Ors. Poi quello che non mi cala è, quando la chiama mammina e come lo
pretende di esseri chiamata MAMMINA . Ma io gli e la faccio finiri, a lui di
chiamarla e a lei di pretenderlo… la deve chiamare mamma…combatto
finu a chi ci diventa il sederino piatto Piatto.
(entra Federico maritu di Orsola camminatura ed atteggiamento particolare, camicia con le
bretelle, premuroso bacia la moglie, poi la suocera)
Fed. Amore che hai, ti senti mali?
Ors. Amore non mi sento male…
Fed. Ah! Menomale…
Ors. Mi sentu più male di male… Ma dicu io quando te lo levi questo vizio di
chiamalla ma…(non finisce e squilla il telefono Federico và)
Fed. Pronto…mammina (gli altri fanno scena) le melenzanelle sott' olio?
Belli portameli, va bene ti aspetto ciao mammina, si pure io tu mando un
baciettino.
Gio. Senti Federico, io non mi voglio intromettere però… (Orsola la blocca)
Ors. Mamma lascia stare. Lo senti Federico, lo senti come la chiamo io, mamma,
come tutti gli'essiri viventi di quessta terra. Ma perchè, perchè non ci riesci,
non è cosi difficili, provaci…provaci.
Fed. (si svincola dalla moglie) Lo sai che mi viene difficile, e poi ti ho detto che ci
vuole tempo, ti faccio vedere che ci riesco.
Gio. Federico, siete una coppia d'oro, fate venire l'invidia anche…
Ors. Mamma per favore…Lo senti Federico, lo senti, Mamma, lo senti che io
dico: Ma…mma, dillu tu, provaci dai (gli si avvicina e lo stimola)
dai…provaci…(Feder. sta per provarci: MA…(tempestivamente entra la madre
Saridda, col marito, Federico subito dice: Mammina)
Sar. Bello mio, ti ho portato le mmelenzanelle, ogni tantu te li puoi mangiare, però
Con il pane, senza abusare perchè poi lo stomachino si metti in subbugghìo,
poi ti viene il bruciore all’esofageo, la colite, gonfiore di pancia, il fegato
s'ingrassa, poi ti viene il dolore di pancia e si trasferisci anche in testa,
ti aumenta la gastrite, l'intestino si blocca e poi non vai di corpo, vero a
mammina?!
Fed. Si mammina. (Orsola che faceva scena, scoppia urlando: ah…(se ne và)
Gra. Che, hai Orsola.
Gio. Si sente male, ha dolori. (Federico ribadisce)
Sar. Comare voi portate sempre cose pesanti, frittura, cose grassi. Menomale che
mio figlio non ne mangia.
Gio. Ah! Io li porto le cose piccanti!
Fed. Quando vado da mia moglie…(si sta per avviare)
Sar. Aspetta a mamma, c’è sua madre è meglio che ci vada lei, e poi quando
uno si senti male chi c’è meglio di una madre? Comare prego, andate, meno
folla c'è, prima calma il dolore. (Gianna và) Federico a mamma, tua suocera
ha portato qualcosa? Perche lei porta ssolo cose che fanno male. Qualsiasi cosa
porta, falli mangiari solo a tua moglie, che tu non te lo puoi permettere che sei
delicatino di stomacu fin di quando eri bambino, (cambia tono) anche se
per me sei sempre bambino…Ti ricordi il giorno del matrimonio, se non c'era
mammina che ti faceva fare la pastina, a te ti portavano le cose...le come si
chiamano?
Sal. Pappardelle!
Sar. Pappaburdelle e poi il dolore ti aumentava.
Fed. Mamma non essere troppo esagerata…
Sar. (come un capitano) Comi mi hai chiamato? (Fed. risalta)
Fed. Scusa, mammina…mammina…
Sar. La prima parola l'hai aggiustata, però la seconda e la terza no: troppo
esagerata. Fino a che eri a casa nostra, quandou mai hai sofferto di gastrite, ti
maritasti, t'inguaiasti e aa gastrite ti sviluppasti.
Fed. Ma che dici…
Sar. Chi dico…ma guardati come ti stai facendo magro, a mammina io non voglio
che ti deperisci, tu devi avere il coraggio a tua moglie di dirgli che spesso fa
male. Natale, capodanno, pasqua e carnevale; o autunno, inverno,
primavera, o Estate…Salvo diglielo tu.
Sal. Per questo tu sei nato nel periodo di Capodanno…poi di quando stagioni non
Ce ne sono più, si è passato dall'inverno all'estate direttamente…due volte
l'ANNO… Federico, almeno scegli le festi che ancora ci sono.
Sar. Se tuo padre è bello e ancora arzillo, è perchè io in gioventù non lu facevo
stancare assai a mamma.
Sal. Infatti ero stanco di essere riposato…Natale, capodanno, pasqua e carnevale,
e ogni tanto capitava che a Natale le faceva male la testa, a capodanno era
pesante di quanto mangiava, a Pasqua faceva il fioretto, a carnevale era stanca
di ballare. Federicu fu un colpo di fortuna che tu sei nato.
Gio. (entra ) Federico tua moglie vuole te, ora subito. (Federico và) Comarei,
facciamogli vivere la loro vita ai ragazzi…
Sar. Io ai ragazzi l faccio diventare più giovanotti, voi piuttosto…
Gio. Non ho intenzioni di attaccare litigi, non fate come quella suocera lamentosa
capricciosa e pidocchiosa. (Salvo, sta per andarsene)
Sar. Dove vai tu, siediti e difendimi... Io, ma voi che non portatei mai niente…vi
conservate i soldi…
Gio. Io gli dò la vita ai miei figli, a voi gli altri figli non vi sopportano, e questo
povero di mio genero l’hai rimbambito…mammina…mammina…(entra Ors.)
Ors. Finitila, uscite, non ne posso più… (escono) (musica n. 2)
S C E N A II°
(Orsola, Federico, Salvo, Giovanna, Saridda, Graziella, Tonina)
Ors. Io cambio casa, me ne vado in america.
Fed. Amore, ti faccio vedere che appena abbiamo un figlio ci riesco a non chiamarla
Mammina.
Ors. Io un figglio non te lo dò se prima non la finisci. Quannu eravamo fidanzati di
fuori, dicevi: appena siamo ufficiali non la chiamo più mammina; ci siamo fatti
ufficiale e mi hai detto: appena ci sposiamo non la chiamo più mammina;
ci siamo sposati, l’abbiamo portata al viaggio di nozze co noi con la scusa che
doveva passare una visita a Roma, e sempre dietro di noi poi siamo andati a
Bologna e cle sempre co noi; sempre dietro, in albergo con la scusa che si
sentiva male veniva a bussare per controllarci, sembrava un pitbull con tre
teste e una lingua lunga dieci metri; poi siamo stati a casa sua tre mesi, e tu
mammina dalla mattina alla sera che ancora mi fa male la schiena. (breve
pausa di disperazione) Mamma…mamma…a parola più semplice di questo
mondo. (musica n. 3) ( Federico lo ripete per tre quattro volte)
Ors. Hai visto che lo sai dire.
Fed. Il fatto è che appena c'è lei non mi riesce, mi viene spontaneo.
Ors. Ma perchè, perchè quata disperazione per quato motivo, tanti cosi io sopporto,
ma questo non mi cala. (Federico l'abbraccia)
Fed. Sono sicuro che prima o poi ce la faccio.
Ors. Meglio prima che poi, e poi chissà quando sarà stu poi. Quanto vado dal
dottore per la ricetta. (prima di uscire, ritorna dal marito) Federico, amore mio, ce
la farai, e io talmente mi batto che non te lo faccio dire più. (musica n 4)
(Federico si mette a piangere come un bambino)
Fed. Si, si, si ce la devo fare, voglio diri mamma…mamma. (Ors. Lo conforta poi esce)
(bussano, entra Tonina la sorella o Tonino (fratello, vestita stravagante, giubbotto di geenz
col colletto alzato, occhiali da sole, atteggiamento anche nel muoversi totalmente diverso
dal fratello medaglione grosso in vista, camicia di fuori)
Ton. Caro fratello (anche nel parlare è diversa dal fratello) ma ogni volta che ti vedo
sei sempre più perso.
Fed. Forse hai ragione.
Ton. Forse…ti pari che un tipo come me non è sicuro di quello che dice?
A te la mamma ti ha rovinato, tutto quello che non ha potuto fare con me, l’ha
scaricato a te. Mi ricordo ancora quando voleva essere chiamata Mammina…e
io Mamma e si parli ancora non ti chiamo proprio.
Fed. Ma come trovavi il coraggio.
Ton. Basta fissarla negli occhi e trasmetterle…tu a me non mi fai diventare un
pupo… Ma tu mai l guardi negli occhi?!..
Fed. Si , ma quando le guardo negli occhi è lei che mi trasmette come la chiami la
Mamma?! E io Mammina!
Ton. E quando mi diceva tu starai sempre con mamma vero? E io a diciottanni
Mi sono affittata una casa…Federico è da di diciottanni che stò solo.
Ton. Tu fino a trentanni ti faccevi mettere le scarpette di notte ancora e ti faceci
tagliari l’unghia dei pedi…Io ero piccolo, ma già non li sopportava sti cosi.
Lo sò io per lei sono la ribelle della famiglia quella che uè uscita fuori
invece è lei che non è normale. Senti fratello, levatela al più presto di
dosso altrimentiti fa a polpettine. (esce, rimasto solo accende la radio e va a pescare:
(musica n. 5) quannu mammate t'ha fatto, e spegne, cambia canale e va a pescare:
(musica n. 6) Son tutte belle le mamme del mondo, cambia canale, e pesca: Mamma
( musica n.7) solo per te la mia canzone vola, mentre entra la mamma col padre,
soffermandosi vicino alla porta e facendo capire sentendo la canzone di quanto il figlio
l'ami, poi lei stessa và a spegnere la radio)
Sar. Figlitto mio, (abbracciandolo e accarezzandolo come un bambino) pure
quando non ci sono pensi la mammina…e dillo alla mammina quanto la vuoi
beni quanto…(mentre col viso si prepara per un farsi dare un bacio)
Fed. Assai…assai
Sar. Assai…assai… e poi?
Fed. Assai…assai…mammina…(Sar. espode di gioia)
Sar. Quando mi chiami mammina, non poi immaginare comu mi sento dentro, il
cuore se batte leggero, comincia a correre, lo stomaco mi canta tipo quando
uno ha fame, le palle degli occhi mi girano veloci veloci, quando ho la
pressione bassa mi sale e quando ce l’ho alta mi scende…(poi l'abbraccia
coccolandolo)
Sal. (al pubblico) Menomale che quando è bloccata di stomaco non ci viene lo
sblocco!
Sar. Salvo, ma guardalo che bello anche se prima di sposarsi era più bello
ancora. A mamma ti ho portato il formaggio quello che ti piace, quello
che compra tua moglie è salato, piccante, grasso e olioso, fallo mangiare a
lei, tu ti mangi sempre questo…ho visto che è andata dal dottore, prima che
lei entra, io già mi ero informata quante persone c'erano, prima di mezzora non
ritorna…(entra nella stanza da letto)
Sal. Federico levatele di sopra prima che è troppo tardi.
Fed. Mia moglie non ne puo più, ha ragione.
Sal. E' più pesante lei che dieci palazzi, i palazzi sono più leggeri.
(rientra Saridda)
Sar. A mamma, la stanza da letto la finestra chiusa…la stanza si fa arieggiare tutto
il giorno con il freddo e la neve.
Sal. Per questo io la notte appena entro agghiaccio.
Sar. E menomale che tengo aperta, perchè dalla mattina alla sera con i tuoi
bombardamenti mi cascherebbero denti. A mamma o gli e lo dici tu o lo
faccio io. E poi dille pure che il piumone comincia a metterlo che fa
freschetto…Senti a mamma la mogliettina quella di dentro cotone e fuori di
lana puoi cominciare a metterla quella che ti aveva comprato tua moglie ti
pungeva vero? Certo era tutta di lana!.. (entra la signora Graziella col marito
Celestino)
Gra. Comare Sari…ero venuta a casa, poi ho capito che eri quà.
Sar. Dimmi comare…
Gra. Quel disgraziato di mio figlio, le parole di sua madre non li piglia mai e
sbaglia sempre. Celestino che à tuo figlio che fà…
Cel. (personaggio particolare nel vestire e nel parlare) Sbaglia sempre!
Sar. Lo senti a mamma!
Fed. Lo sento mammina…
Gra. Quella disgraziata di mia nuora si vuole fare il doppio servizio, il pavimento
nuovo, e vuole cambiare tutte le porte; ancora pagano il mutu…
Sal. E si vuole fare il sordo!
Gra. Voi scherzate ma queste sono cosi serie…
Sar. Comare lasciatalo stare, ogni tanto qualche cosa la deve dire.
Cel. (al pubblico) Lui ogni tanto…io quando dice mia moglie!
Gra. Che hai detto?
Cel. Ho detto che a momenti mi veni la sciolta (comincia a muoversi toccandosi la
pancia)
Gra. Stavo dicendo ancora paganu il mutu e si vuole mettere questo peso addosso.
Gli ho detto a mamma aspetta e poi te lai a poco a poco…niente
Sar. Lo senti a mamma! (Celestino continua a fare scena come se stesse per scappargli)
Fed. Lo sento mammina…
Gra. Chi senso che mi fa, quando ti chiama mammina, bravo Federico, anche
Quando sei anziano chiamala sempre mammina…quel disgraziato di mio figlio
mi chiamma: MA ha tolto pure le due M e la A… MA… e io soffro…
Sar. Lo senti a mamma! (Celestino continua a muoversi perché gli sta per scappare)
Fed. Lo sento mammina!
Sar. Tu la fai soffrire aa mammina?!
Fed. No, io mai la faccio soffrire la mammina!
Sar. Perchè poi io piango e se piango io…
Fed. Poi piango pure io…
Cel. Grazia vedi che non resisto e…. (Grazia non la la fa finire di parlare)
Gra. Zitto, comare vi stavo dicendo che quando vi vedo cosi uniti, mi prendo
d'invidia, questa dolcezza di tuo figlio, la tua premura, il tuo attaccamento…
Sar. Pure voi comare mi fate tenerezza, della bontà che avete, e il silenzio di tuo
marito…
Gra. Mio marito poverino se prima non parlo io non si pronuncia…Celestino che
dici.
Cel. Cose giuste se prima non parla mia moglie io non mi pronuncio! Grazia mi
sta venendo la diarrea! (fa ancor più scena)
Gra. Federico, resta sempre cosi non cambiare mai…
Sar. Lo senti a mamma…
Sal. Lo senti a mamma! ma che ti pare che è sordo?! (poi al pubblico) braciolettone
è!..
Sar. Che dici tu.
Sal. Niente, ho detto che a Federico ci senti bene … vero papà?
Fed. Vero è papà…
Gra. Federico, a papà non lo dici papuccio?
Sar. No, a lui non c'è bisogno basta che lo dice a me MA…. (verso il figlio)
Fed. (prontissimo) Mammina…
Gra. Che cose…che cose…mi si arriccia il pelo vedendovi cosi affiatati.
compare Salvo, siete felici di questo affiatamento vero?
Sal. Mi brillano gli occhi, sono felicissimo…(poi fa scena verso il pubblico)
Gra. Federico a quando un bambino.
Fed. Ma vediamo.
Sar. Per ora non ci pensate!
Gra. Celestino alzati che dobbiamo andare, (Celestino fa scena di sofferenza,
poi esprime con un’esclamazione e frande espressività un senso di liberazione, perché già
ha fatto quello che diceva da tempo)
Cel. Comu mi alzo (con sofferenza)
Gra. Comu ti sei seduto ti alzi!
Cel. Quando mi sono seduto ero pulito ma lo stomaco mi arieggiava, ora che sono
Ca… Spor…ca…to e l’aria mi è fintita…
Gra. Mamma mia, comare mi devi credere, ci vuole un pannolino al giorno solo per
lui, gli dico sempre non mangiare sempre certe cosi e lui mangia…
Sar. Ma che mangia comare…
Gra. Sei sette limoni al giorno e a lui ci fa l’effetto contrario. Alzati piano piano.
Sar. Va bene comare, aggiornatermi continuamente, che casomai vi do io alcuni
consigli per vostra nuora… ( prima di uscire )
Gra. Allargati le gambe (Celestino si alza facendo scena essendo tutto…)
Cel. (prima di uscire) Mi è scesa tutta sotto…(escono)
Fed. Comu mai ancora non viene mia moglie.
Sar. A mamma non essere cosi apprensivo, perchè la salute si perde con la forte
apprensione, e poi pari che è tua madre che sta ritardando? La mamma qu è,
con te... (mentre lo accarezza) dov’è la mamma…
Fed. Quà con me… (in quel momento entra Orsola) Amore…(gli và incontro)
Sar. (veso il pubblico ingelosita) AMORE…
Ors. Ciao papà…(il suocero risponde)
Sar. (guarda l'orologio) In anticipo è!
Fed. Come mai sei arrivata presto…
Sar. L'avevo detto io al dottorei, quando viene mia nuora, la spicci subito, io col
dottore da quanto gli porto le olive, il formaggio fresco…(poi fa la
furba) Orsola, scusami, per poco fa, tu lo sai alle volte capita, poi quando tu
sei madre lo vedi, ah! Che deve essere bello il nipotino… ma per ora non ci
pensate!.
Sal. Ma no ti fare chiamare nonnina poi.
Ors. Federico, il dottore mi ha detto, che forse quest dolori nei pedi, saranno
artrosi…
Sar. Ma che dormi senza scarpette da notte a mamma…te li devi mettere che fa
Freschetto la notte…anzi la prossima volta ti porto una coperta bella di lana
che riscalda tutta a vita…
Sal. A me quando li metto, perchè mi dici che sono esagerato.
Sar. Ma ormai tu i pedi ce l'hai callosi, Federicuzzu ce l’ha teneri teneri.
Ors. (apre l'asse da stiro e comincia a stirare, la suocera si avvicina)
Sar. Orsola, le camice metteli cosi, altrimenti non ci levi mai le pieghe.
Ors. (Insofferente) Ognuno ha i suoi modi per stirare…
Sar. Giustu…giustu…ah! senti, quando fai le melenzane fritte, l'olio non lo fare
scolare…
Ors. (Sempre più insofferente la interrompe) Ognuno ha i suoi modi per cucinare…
Sar. Andiamo ora, che si è fatto tardi.
Sal. Basta ca fra deci munuti non siamo di nuovo quà.
Ors. Bravo papà…
Fed. Non c'è bisognu di venire proprio spesso, poi vi stancate…
Sar. E va beni, facciamo passare più di dieci minuti…ciao Orsola, ciao a
mamma. (Federico la bacia ma non risponde) Che c’è a mamma, perchè non
rispundi...
Fed. Ciao ma…(la moglie lo guarda, di scatto lo guarda la madre e lui subito)
MAMMINA…(la madre sorride e se ne và il padre resta per un attimo)
Sal. Mandala a quel paese…liberati…(esce) (musica n.8)
S C E N A III°
(Orsola, Federico, Giovanna, Peppe,Tonina)
Ors. Federico, quando pensi di fare finire questa situazione.
Fed. Al più presto amore troverò il coraggio. Lo devo trovare per forza…ma tu
quando pensi di diventare mamma.
Ors. Quando non ci sono più melenzanelle, scarpette da notte, la magliettina
di lana e soprattutto quando mammina diventa mamma!
(bussano, entrano i genitori di Orsola, la sorella (o fratello) di Federico Tonina/o)
Gio. Orsola, stavamo venendo prima, ma siamo rimasti sopra la macchina, Federico
lo sai quanto ci dispiace a noi, ma tua madre è insopportabile.
Ton. Fosse solo insopportabile!
Pep. Senti caro genero, mia figlia si è sposata con te, no a tua mamma, tu devi
trovare la forza dentro di te di non farti rovinare nè il matrimonio, ne la vita…
la vostra vita è importante della vita degli altri, avete una vita di stare assieme
e questa non è vita che si puo’ fare per tutta a vita.
Ton. Perchè la vita non dura tutta a vita, la vita è breve e si deve vivere vivendo
bene altrimenti la vita non è più vita e quando la vita non è vita, chi vita è.
Fed. Mi sono confuso!
Pep. Si tu non sei capace, mi ci metto di mezzo io…
Gio. E io…
Ors. E io…
Ton. Ed io…
Pep. E finiamola una volta pei sempre. Ti stanno prendendo tutti per un bambino…
Ton. Quale bambino…un neonato…
Pep. E noi non vgliamo che parlano cosi di nostro genero…
Pep. Devi reagire, fatti forza, diventa più duro, datti una scossa altrimenti tua
madreti porta alla fossa
Ton. E non ti restano manco l'ossa …
Ors. Basta papà, non vi preoccupate che la risolviamo la situazione, voi restate
fuori.
Pep. Che fuori e fuori, io resto dentro, quà non si tratta di piccoli problemi, stiamo
divintando gli zimbelli del paese, dei paesi vicini, a momenti lo sanno pure in
citta. Fra qualche mese podarsi che viene qualche giornalista a fare un'
intervista…
Ton. Federico, dai che non manca a te, sforzati, la prima volta soffri, la seconda
volta pure, la terza volta soffri, poi ti liberi e ti senti meglio.
Fed. Soffrendo soffrendo rimango soffritto. (breve pausa) Quando sono solo, lo
dico mamma…mamma…appena c'è lei mi scappa.
Pep. Ti scappa, non è pipì che ti scappa, tu fai finta lei non c'è e la chiami
Mamma…e non ti fare dire la copertedda, il latticello, il panuzzo, le scarpette,
da notte..
Gio. Il formaggetto, le olivette, la febbricina, quello che devi mangiare, non ti fare
portare sempre cose... hai a tua moglie…
Fed. Lo sapetei…lo sapetei come mi stò sentendo, come un neonato uscito dalla
culla…
Pep. (al Pubblico) Perchè com'è!…
Ors. Basta ora. (si avvicina al marito e lo conforta) Federico, non ti preoccupare,
sono sicura, ce la faremo, anzi sono sicurissima che sarai tu a farcela…
Gio. Guarda che belle moglie…
Fed. Lo sò…
Pep. Affettuosa, premurosa…
Fed. Lo sò…
Gio. Comprensiva, dolce….
Fed. Lo sò…
Ton. Lo sai che tuo fratello (o sorella) è più scaltra di te…
Fed. Lo sò…lo so…
Pep. Lo sai che ti ptrendono per cretino…
Fed. Lo sò… (si alza di scatto) Ora vado da mia madre e le dico che quà dentro
non deve venire più.
Pep. Quà' puo venire, l'importante è che non scassa.
Fed. (sicuro) Intanto quando entro, non la chiamo e le dico solo ciao…Basta
voglio provare ce la farò. (alla moglie) Quanto ti amo…(esce)
Gio. Ti immagini ci riesci vero!?.
Ors. Mamma ma dove vivi…
Pep. Io non ci stò niente a piglialla per il sederi…e buttalla fuori… La comare
Sarina, vuole essere chiamata mammina ad ogni mammina speriamo che ci
viene un forte dolore di ed anche se si prende un’aspirina ci viene più forte
si senti più male …
Ton. E va a finire all’ ospedale …
Ors. Quanto vado a sistemare là dentro (escono con Tonina)… (entra Graziella)
Gra. Bongiorno…comare Gianna, Giuseppe, fino all'ultimo non volevo venire, ma
poi mi sono decisa… lo faccio per la stima che ho per la vostra bella famiglia.
Gio. Dite comare parlate…
Gra. Ul paese è pieno, non si fa altro che parlare di questo fatto…di MAMMINA.
In farmacia, al panificio, alla Sma, a l’Alis, dentro la sacrestia, in pasticceria, in
pizzeria, alla lavanderia…
Pep. Menumale che negozi non ce ne sono piiù…a propositu nella parrucchiera!?
Gra. Me l’avevo scordato…peggio di peggio là dentro a furia di parlare, a una che
doveva accorciare poco poco i capelli a momenti restava senza capelli, non
se ne accorta né la parrucchiera che tagliava, e manco la cliente. Ad un’altra
le doveva fare i capelli sul biondino e gli e l’ha fatti azzurri…Ma dico io, ma
niente potete fare per fargliela finiri? Non è giusto sta pretesa di Mammina…
Gio. (si dispera) Disonesta, come ha rovinato a mia figlia e a tutta la mia famiglia.
Gra. Io a mio figlio gli l’ho detto, a mamma, tu a me mi devi rispettare ma prima
viene tua mpglie, pure lui mi chiamava mammina, ma io gli e l’ho fatto levare
subitu il vizio. (entra Orsola) Mia comare Sarina, mi ricordo che a questo
figlio, l’ha fatto crescere dentro una palla di vetro… mio figlio ogni tantu mi
dici: mamma quando mi porti le portpettine con suco, comare quanto gli
piacciono come li faccio io, ma io per levare occasione glii rispundo...tua
moglie li fa meglio di me. AH! comare per la pace ogni mamma deve levare
l’occasione.
Pep. Quindi porpette non gli e ne porta mai.
Gra. Mai…mia nuora l'altra volta stirava, le volevo dari qualche consiglio, ma poi
ho pensato che ci puo restare male e non ho detto niente…non per sparlare, ma
non è capace di fare le belle pieghe che gli facevo io una volta a me figlio. Il
pomodoro lavato, quando sono là gli spaghetti mi restano tutti quà, per il
pomodoro faccio parlare mio marito, però la mia bocca non parla, per levare
occasione non dico niente, sempre col sorriso.
Gio. Ah! Se foissero tutti come te comare.
Ors. Se mi scusati io ora dovrei uscire…
Gra. Si, si io me ne vado, se volte qualche consiglio a disposizione.
Pep. Appena sentite altre notizie potete venire…AH! comare vi site scordato la
gelateria.
Gra. Veru è…domani ci passo, sicuramente pure là parleranno…me ne vado che
vado a dare un’occhiata a mio maritu, manco tempo di cambiaregli il
pannolinu e gli è venuta di nuovo la sciolta più forte da prima, si era lavato
bello pulito, ora è finita l’acqua e gli ho detto: resiti cosi fino a che viene
l’acqua. (esce)
S C E N A IV°
( Orsola, Peppe, Giovanna, Federico)
Ors. Questa mi pare che si bagna il pane…
Gio. Non penso a mamma, poverina le dispiace…(entra Federico con due borse)
Ors. Tesoro…(tutti ansiosi)
Gio. Come è finita…
Pep. Parla…
Fed. Prima di entrare, facevo finta di entrare e dicevo MAMMA…io contento
saltavo dalla gioia, ho pensato è la volta buona…si, si ho finito di chiamarti
Mammina…e provavo e riprovavo dietro la porta, Mamma…Mamma…
Ors. Allora…
Fed. Non credevo alla mia bocca che mi usciva da solo, Mamma…Mamma da
So… lo da so…lo.
Pep. E come doveve uscirti accompagnato?!
Gra. E poi!
Fed. Tante volte provavo dietro la porta, Mamma...mamma non pensavo che mi
veniva cosi facile…
Pep. Si ma quando sei entrato….
Fed. Nell'ultima prova, prima di dire Mamma, ha aperto lei la porta e mi ha detto
che il cuore di mamma vedeva che ero dietro la porta…sono entrato mi ha
visto che ero sudato freddo, gli sembrava che avevo la febricina e mi ha messo
una copertina addosso, mi ha abbracciato mi ha messo il termometru, e io
grazie Mammina…. (tutti delusi)
Ors. Che c’e in queste borse…
Fed. Pomodorini, il panuzzu di casa, una porzione di pasticedda a forno, un
mazzo di lattuchina, un mazzo di ppepine, un mazzo di asparaci…
Pep. Un mazzo di…gli e lo farei io un mazzo cosi! Sparaci…a sparacci veramente…
io ci vado e ci faccio vedere…(la moglie lo trattiene)
Ors. Papà lascia stari, entro una settimana o risolvo o non risolvo…Ora lasciatami
sola con mio marito…(i genitori escono)
Fed. Dammi ancora un po' di tempo…
Ors. Una settimana, o risolvi col mio aiuto, o passando questa settimana te la vedi
da solo.
Fed. Che vuoi dire…
Ors. Quello che ho detto…niente mammina e quà dentro non deve portare più
niente.
Fed. Orsola per te ci riuscirò (in quel momento entra Saridda con una borsa)
Sar. Federico a mamma, mi ero scordata di darti la tortiina alle mele…(musica n.9)
( mentre vi è sottofondo musicale, Orsola comincia a guardare il marito)
Fed. Non portare se…se…sempre cose di mangiare…(Ors. si rallegra, non crede ai
propri occhi, Saridda si avvicina verso il figlio a passi lenti, Orsola continua a
guardare il marito con un sorriso come a dirgli dai...dai…)
Fed. Ma… (lui al centro mentre le due donne lo guardano) Ma…ma…
MAMMINA… (alzare il volume della musica Federico, fa scena dello sconfitto, Orsola
si porta le mani in testa, mentre Saridda si gira verso in pubblico soddisfatta )Fine I° Atto
II° A T T O
S C E N A V°
(Federico, Orsola, Salvo, Saridda, Graziella, Peppe)
(Federico coricato sul divano si sente male)
(musica n.10)
Ors. Oggi è l'ultimo giorno, appena viene quà e la chiami mammina, non cercare più
il mio aiuto non ne hai preso manco un pelo di tua sorella. (o fratello)
Fed. Non mi puoi dare altri due giorni, oggi mi sento male, forse hoi la febbre…
Ors. Non ne hai febbre. Federico, il nostro matrimonio sta andando alla deriva, sento
Che ci sta scappando, sta volando…dipende da te salvarlo…
Fed. Io ti amo… e non permetto che capiti. (cambia tono) Intanto oggi mi sento
male…
Ors. (si alza di scatto) Non mi interessa. Se viene oggi tu l'affronti.
Fed. E se non viene…
Ors. Non viene? Hai battutto la testa…io non vedo l'ora che viene, mai sono stata
cosi contenta di vederla.
Fed. E se ce ne andassimo a stare lontano a cento chilometri da quà.
Ors. Io penso che viene lo stesso. (entra Salvo)
Sal. Ciao Orsola. (Orsola risponde) Ciao Federico, che ti senti male.
Ors. E la cara suocera dov'è…
Sal. Stava finendo di fare la torta al limone per portarla…Orsola mi dispiace,
Federico mannala al quel paes, piglia in mano la tua vita, quando ci vuole ci
vuole, poi quando si vede un poco allontanata podarsi che capisce…Non mi
posso scordare il viaggio di nozze, mi ha bfatto la testa quanto un pallonei che
voleva andare a Venezia, per vedere il canale grande, la città degli innamorati
mi diceva.
Fed. Poi siete andati?.
Sal. Siamo andati, quando siamo scesi a Venezia non ha detto: quanto è bella,
c'era un tunisino con la bancarella ed è andata a vedere a bancarella…
Ors. Voi almeno il viaggiu di nozze l’avete fatto, io manco quello…
Sal. Siete in tempo…Federico, pigliala di petto…
Ors. Tanto ha solo un giorno di tempo. (entra Sar. con una borsa, c'e la torta)
Sar. Ciao…Bellotto mio…(corre vicino al divano) Non ti preoccupare, ora stai
meglio.
Fed. Forse hai un poco di febbre…
Sar. Ma la notte le chiudi bene le persiane? Vedi che questo freschetto entra
nell’ossa, Orsola che dormite piumone?
Ors. Piumone e sette coperte.
Sar. Il berrettino di lana te lo metti a mamma?! (Federico annuisce)
controllati questa frebbriccetta…
Ors. Non ne ha febbre…(seccata)
Sal. Ma lascia stae…
Sar. Salvo a questo figlio pare che te l’anno regalato…te lo sei scordato quanti
dolori ho avuto.
Sal. Ma quali dolori se hai fatto nove mesi di fare torte…e ti eri fatta quanto una
cisterna.
Sar. Senti Salvo, non ho intenzioni di litigare perchè c' è il bambino mio che ha
frebbicetta… dai controllala a mamma.
Ors. Non se la può controllare perché il termometro l'abbiamo rottu.( più
insofferente)
Sar. Non c'è problema! (esce dalla tasca un termometro) L’ho portato io a mamma.
Ors. (Non crede ai suoi occhi butta un urlo di sfogo) Federico ricordati quello che
ti ho detto…io esco e quando ritorno ti voglio vederei a centu metri lontano
dalla tua Mammina…(esce)
Fed. (Sta per lazarsi, ma la mamma con forza lo fa coricare di nuovo) Orsola aspetta…
Sar. Lascia stare a mamma, non ti prendere di collera…
Sal. Stai rovinando la vita a tutti…pure io esco..
Sar. Esci, esci che stò più tranquilla sola col mio bambino. Federico, ma è
arrabbiata perchè vuole un figlio?!.
Fed. Un figlio lo voglio più io che lei.
Sar. Ma certo a mamma che poi arriva…ma per ora non ci pensate! (gli toglie il
termometro) Menomale niente febbre…E allura chhe hai a mamma…
Fed. Mi sento perso, non mi stò trovando più….
Sar. Vero a mamma, ti faccio trovare io…io sempre ti troverei anche se te ne vai a
stare a cento chilometri da quà, una mamma per i figli! Vieni quà che ti
conforto proprio come quando eri piccolino. (Fed. sempre un poco restiu, ma la
madre insiste)
Fed. No lascia stare… ma…ma… (si sforza) ma…
Sar. (Non capisce che non vuole chiamarla) Bello mio manco forza di chiamarmi
hai…vieni quà che ti passa tutto…(si siede sul divano e si mette il figlio sulle sua
ginocchia proprio come quando lo teneva da piccolo, accarezzandolo)
Non ti preoccupare che c'è la mammina con te….(bussano) Prego entrate.
Gra. (rimane stupita) Mamma mia che scena commovente! Sarebbe cosa di andare a
prendere la macchina fotografica e fare questa fotografia…che mamma! Che
figlio!..
Sar. Accomodatevi comare…
Gra. Comare, c'è il paese pieno…parlano tutti bene di quanto vi voletei bene, certuni
sono pure invidiosi.
Sar. Lo senti a mamma!
Fed. Lo sento mammina…
Gra. Comare quella digraziata di mia nuora, ci sta mangiando il sangue a mio
figlio…
Sar. Lo senti a mamma…
Fed. Lo sento mammina…ma ora lasciami mi sono stancato messo cosi…
Sar. Altri due minuti cosi ti rinforzi!
Gra. Federico le braccia della mamma sono sempre quelle della mamma,
rinforzano…
Sar. Lui lo sài, sua moglie non lo capisce!…
Gra. Quella digraziata di mia nuora, un vestito di quattrucento euro si è comprata
per battezzare a suo nipote, e mio figlio lavora…lavora…Celestino che fa tuo
figlio.
Cel. Lavora…lavora…
Gra. Ma la mia bocca non parla, comare non ci posso dare manco un bacio a mio
figlio, a voi invece quando vi vedo cosi affiatati…(in quel momento
(entra Orsola e si ferma vicino alla porta con grande espressività guarda quella scena, poi
guarda il pubblico ed esplode con urlo senza precedenti )
BASTAAAAAA…Tutti fuoriiii o me ne vado io.
Fed. Orsola ti prego…
Ors. Zitto tu…fuori tutti ho detto…
Gra. Celestino scappiamo…
Cel. Si scappaimo che a me mi sta scappando… (escono) (musican. 11)
(Orsola si mette all’estrmità del palcoscenico e Saridda nell’altra parte, poi mentre ancora la musica scorre si avvicianano piano piano fino ad arrivare vicinissime come una sfida con grande espressività di viso e di corpo, poi ritornano e rifanno la stessa scena di prima )
Sar. Ma che hai visto per ora…
Ors. Ho visto abbastanza…
Fed. Amore, calmati ti prego.
Ors. Non mi chiamare Amore…
Sar. Chiamala brodo di ceci…
Fed. Finiscila tu…finitila tutti…
Ors. Ho detto fuori, mandala fuori…(se ne entra nella stanza, Federico le va appresso)
Sar. Dove vai a mamma, lasciala sfogare, perchè è nervosa, non penso che ti dà
qualche botta in testa. (entrano Giovanna e Peppe)
Gio. Che c’è, che hai fatto a mia figlia (Peppe entra nella stanza)
Sar. Io, e che ne so io…
Gio. Eesci dalla vita di mia figlia e di mio genero.
Sar. Tuo genero è mio figlio…(riscaldandosi sempre di più entrambe)
Gio. To figlio è il marito di mia figlia…
Sar. Il marito di tua figlia è mio figlio…
Gio. Questo figlio non puo appartenere a una mamma cosi…
Sar. Questo figlio mi è nato da questa pancia…
Gio. Questo figlio ti è nato di dietro…(entra Peppe)
Pep. Infatti è nato come l'uovo che fa la gallina, voi sieti la gallina e lui è l'uovo,
ancora questo uovo non si è potuto aprire perchè c’è la gallina che lo tiene
in mezzo alle sue coscie.
Sar. A me gallina?! Vostra moglie è una scimmia e voi un orso e vi fatei gli
scaltri perchè siete due contro una, se ci fosse mio marito quà…(in quel
momento entra Salvo) Salvo parla…parla me ne stanno dicendo di tutti i
colori…
Sal. Io non ho bocca per parlare, anzi me ne vado...(esce)
Gio. Manco tuo marito ti sopporta…mamma rovina figli…(entrano Orsola)
Ors. Basta finitila tutti e fuori tutti… ( poi Federico alla madre)
Fed. Pure tu, lasciateci soli…(escono tutti, fuori si sentono ancora i battibecchi )
S C E N A VI°
(Orsola, Federico, Salvo, Peppe, Giovanna)
Ors. (abbattuta, seduta ) (musica n.12) Federico, io ho deciso, non ce la faccio più.
Fed. Cambiamo casa, ce ne andiamo lontano.
Ors. No, me ne vado io, quando ti decidi, mi chiami, poi vedo con i miei occhi,
sento con le mie orecchie, solo allora ritornerò con te.
Fed. Ma che dici…che stai dicendo…proprio ora che stavo trovando il coraggio.
Ors. Non posso fare più niente, almeno soffro in lontananza…
Fed. Ma dove vuoio andare…
Ors. Dalla mia mammina…(entra nella stanza, a cambiarsi d'abito)
Fed. Mamma…mammma...mamma…Orsola lo senti, lo senti come lo ripeto:
(gridando) Mamma...mamma…mamma sono sicuro questa è la volta
buona. (poi verso il pubblico) Forse!…Mannaggia ma che ce l’ha, una
mamma cosi (squilla il telefono) Pronto…tu sei…bene sto…(poi
mette la mano sul telefono per coprirlo in modo da non farsi sentire) Mamma
ti he detto di non telefonare… fammi stare in pace…(fa sempre scena, un poco
parla davvero per fare capire alla moglie del suo coraggio, ma sempre con la mano sopra il
telefono per non sentire la madre) si ti chiamo mamma…Mamma ti chiamo (entra
Orsola con una valigia) Non mi interessa, ciao, devo chiudere…Orsola ha sentito
l’ho chiamata Mamma, stavolta l’ho affraontata…e tu, tu mi stai lascanado
ssolo…
Ors. Te la caverai con la tua mammina…(Federico si siede, girandosi dal lato opposto
dove si trova la moglie, poi Orsola si gira, guarda il marito e si asciuga una lacrima…)
Ciao, spero…spero…(non riesce a parlare) ciao…(ed esce, Federico rimane
seduto profondamente colpito poi chiama disperatamente ORSOLA poi beve mentre scorre
la musica n.13 (non so che darei )
Fed. Io che non ho avuto mai emozioni, l'emozione l'avevo trovato con l'amore di
mia moglie…(si china il capo, mentre un canzone accompagna per circa
quaranta secondi la sua disperazione….preferibile : un'emozione per sempre
di Ramazzotti) Questo è il prezzo da pagare, tanti matrimoni vanno in crisi per
altri motivi e le madri mettono le buone parole…Il mio è in crisi per mia
madrei…mia madre, che mette le parle, si li mette ma proprio quelle che non
deve mettere; mi dovrebbe aiutare a mantenere questo matrimonio con questa
moglie che ho capitato, invece ha fatto di tutto per frantumarlo…(entrano
Peppe e Giovanna )
Pep. Federico, senti tu poi salvare ancora il tuo matrimonio…
Gio. Orsola manco è arrivata e piange piange…
Pep. Tu devi accettare la realtà, devi capire che tua madre non si comporta da madre
cerca di uscire…(entra il padre)
Sal. Le palle…si le palle…appena viene, comincia a farglielo capire, devi avere la
volontà comincia a chiamarla mamma, che non è un peccato, mamma…
Gio. Pensa a tua moglie che piange sempre e non si da pace…
Fed. Stavolta me l'abbatto, ce la devo fare per me e per quelli chi mi vogliono
bene…
Pep. Dai parla cosi…forza…
Gio. Ti aiutamo noi…
Sal. Guardami figlio mio, tua madre è sempre tua madre, ma tua madre cosi non è
tua madre …(Federico abbraccia il padre)
Fed. Si papà, hai ragione, avete ragione, io voglio mia moglie, voglio un figlio,
magari due, tre, quattro...
Pep. Non correre che cadi…
Fed. Mamma…mamma…Papà và a dirle che mia moglie se ne andata e falla
venire…
Sal. Che c’è bisogno di drlo io chdi venire?!...
Pep. Noi ora andiamo, mi raccomando forza, forza…
Gio. Federico, ce la fai, sono sicura che ce la fai…(escono tutti)
S C E N A VII°
( Federico, Saridda, Salvo, Graziella, Tonina, Orsola)
Fed. Mi stò sentento un coraggio incredibile, sono sicuru che se venissei ora, sarebbe
il momento giusto…intanto vado da mia moiglie e la rassicuro, perchè lei è la
mia vita e io sono pazzo di lei (atteggiamento di sicurezza si toglie le bretelle) ci
dicu ca stasira po' veniri a dormiri a so casa. (entra nella stanza a posare le bretelle,
alcuni secondi di musica (musica n. 14) (Pazzo di lei-) e poi dopo circa venti secondi
entra la madre sempre con qualche cosa)
Sar. Federico … io sono la mammina…Federico dove sei mammina, ti ho portato le
patatine fatte a forno come piacciono a te, ti ricordi che li mangiavi sempre.
Io lo sò che tua moglie non li fa cosi buone…(và nella stanza, subito dopo
rientra) Non c'è, dove è andatoi, certo sarà un poco scombussolato, ma appena
viene si riprende subito vedendo la sua mammina…(entra Tonina o Tonino)
Sar. Federico…(un po’ delusa) ah! Tu sei…
Ton. Ciao Mamma…ciao Mamma…
Sar. Ciao.
Ton. Che ciao freddo…di solito il ciao di una mamma è pieno di calore, di affetto e
con un sorriso. Gia! Il sono l’altra, l’altra, io sono quella, quella diversa…
Sar. Finiscila, non parlari assai, perchè più ppoco parli…(Tonina la interrompe)
Ton. Io parlo quanto e quando voglio Mamma, io per te sono stata sempre la
ribelle, la diversa, quella che non ti ha chiamato mai mammina ma mamma.
(musica n.15) Io sono quella bambina che all’asilo dentro il cestino mi
mettevi solo caramelle e un pezzo di pane duro picchi non ti chiamava
mammina. Ma anche quando io ti chiamava mamma per me era la più bella
parola di questo mondo io…io mi sentivo (piangendo) una bambina, una
bambina felice, felice come tutti gli altri bambini, ma poi ho comonciato a
capire che io ero diversa, perchè tu cara mamma dicevi a tutti ca io ero diversa,
(gridando) tu me l’hai messo in testa che io ero diversa... ma cara mamma,
non ti accorgevi che il diverso era mio fratello…
Sar. (alzando la voce alza la mano) Io ti ho cresciuta e tu…
Ton. (interrompendola, le blocca la mano ed alzando di più la voce) IO mi sono cresciuta
sola… sola… sola in mezzo alla strada, con altri esseri umani e mio padre
poverino non passava un giorno che non veniva a vedermi…
Sar. A mia insaputa…
Ton. Ma tu meriti tutto di nasconderti le cose, Mamma, hai dato la vita a due esseri
umani, a mme me l’hai tolto in un modo e a mio fratello un altro modo. Ma sai
sei ancora in tempo, tutti siamo in tempo ora mi ne vado perchè fuori c’è la mia
vita. (esce)
Sar. E’ meglio che faccio finta che questa discussione non c’è stata mai, altrimenti è
peggio. (entra Salvo) Salvo, non c'è Federico…
Sal. L’ho visto andare dai suoi suoceri…
Sar. Vai, bloccalo, prima che arriva, quelli sono capaci di fargli fare pace.
Sal. Ah! Perchè tu non voi, non solo che hai tenuto a me invatenato, puru a tuo
figlio addirittura sposato...non ti rendi conto del danno che hai fatto e che
continui a fare.
Sar. Senti o la finisci di…(entra Graziella e Celestino)
Gra. Comare…
Sar. Ti sei salvato perché è venuta mia comare.
Gra. Compare Salvo, neppure entro e già mi guardate con gli occhi storti storti.
Sar. Comare, li ha storti di natura.
Gra. Sono venuta perché ho visto cho sono tutti fuoeri, però non vorrei farmi trovare
quà.
Sar. Non c'è problema, la bella se ne andata da sua madre…
Gra. Mamma mia! Cosi presto?!
Sar. Ma quale presto, è da tempo che ci tentavo e non ci riuscivo…
Gra. E ora come fa Federico…senza lei.
Sar. Avendo a sua madre ha tutto.
Sal. (al pubblico) Avendo a sua padre non ha niente!
Sar. Comarei oggi giorno le ladrei sono tutte elastiche, a me mi dicevano tanti che
sono esagerata, ma una madre è come un padre? Prima di nascere questo figlio
lo so io cosa ho passato, più forza facevo per farlo uscire più se ne entrava
…non vpleva nascere!.
Sal. (al pubblico) Perché aveva capito cosa gli aspettava!…
Gra. Comare, vorrei chiederti un favore.
Sar. Dimmi…
Gra. Se gli faresti tu qualche battuta a quella disgraziata di mia nuora, ma senza
fare capire che io c'entro…non manca a te comu infilare il discorso.
Sal. Comare mia moglie è una professionista, è capace di dividere il mare.
Sar. A te se parli ancora ti divido a metà, e ti metto il tappo ijn bocca.
Sal. Il tappo, siccome parlo assai!
Cel. Compare sempre più di me parlate!
Sar. Tu aspetta appena viene Federico mi viene a chiamare. Comare andiamo ora
che a questa nuora laa sistemo io. (escono, breve stacchetto musicale)
S C E N A VII°
(Salvo, Federico, Orsola, Saridda, Giovanna, Peppe,Tonina)
Sal. Ha rovinato la vita a mio figlio (entrano Federico e la moglie)
Fed. Papà…
Sal. Federico, Orsola…
Ors. Comu mai non c'è la padrona di casa.
Sal. Sta cercando di rovinare la vita alla nuora della signora Graziella. Sono
contento che vi vedo assieme .
Fed. Papà noi sempre insieme siamo…Mi sento cosi sicuro, illuminato…
E devo ringraziare a te, ai mie suoceri, a mia moglie (abbracciandola)
Ors. Ancora non sono sicura della tua sicurezza.
Fed. Papà, vai a chiamare la mamma…(Il padre lo abbraccia ed esce) Fai finta che
trasi…(Orsola lo fa) Ciao Mamma…mamma…
Ors. Come mi hai chiamato?
Fed. Comu è giusto che ti chiamo Mamma…mamma.
Ors. Federico, io ci spero che non sia come tutte le altre volte, che appena arriva
Lei ti blocchi.
Fed. Sei rimasta poco lontano da me, e da questa casa, e non poi immaginare quanto
mi sei mancata, non mi sembrava di abitare in quest casa, ma ora ho capito che
anche alla mia età si puo' cambiare, non è vero che ad una certa età non si puo
fare più niente.
Ors. Ma tu ci pensi che sarà bello, non sentire più come devo stirare, come devo fare
Il mangiare, non sentire più le melenzanelle, le porpettine, la coscettina, e tu
non sentiri più mettiti la maglia di lana, le scarpette da notte…e… Mammina.
Fed. Orsola…
Ors. Federico…
Fed. Orsola…
Ors. Federico…dimmi.
Fed. Con queste parole mi hai fatto venire ancora più coraggio.
Ors. Federico, sembra che sti sto credendo…
Fed. Non avere dubbi…
Ors. Mi devi capire, è la sofferenza di anni.
Fed. Ti sei scordata di parlare del pargoletto…
Ors. Anche due pargoletti, basta che te la levi dalle scatolette.
Fed. Facciamo tre pargoletti.
Ors. No, che poi il terzo lo viole tenere tua madre. (mettono una dolce musica e ballano
dopo alcuni secondi entra Saridda col marito, si ferma vicino alla porta guardando, poi
spegne la radio )
Sar. Disturbo forse!
Ors. Senza forse…
Sar. Faccia tosta… sei tornata?!
Ors. Ma io sempre qua sono stata.
Sar. Federico a mamma, la senti come mi provoca.
Fed. La sento ma…ma…ma…(non riesce)
Ors. Mi ero illusa…
Fed. La sento ma… (Sar. gli si avvicina con occhi fissi, la stessa cosa fa Orsola)
Sar. Che hai a mamma…a mamma…( lo fa risaltare sempre di più mamma)
Sal. Si è incantato il disco.
Sar. Risponde a mamma.
Fed. Certu che ti rispondo ma (stessa scena delle due donne con più intensità della predente)
Sar. La mamma e mamma e chi la perde non la guadagna.
Sal. (al pubblico) Meglio perderla che guadagnalla. (entra Tonina)
Ors. Io vorrei restare sola con mio marito… Fe- de- r i- co… me- ma - ri - to !
Sar. Fe- de- ri-co…. Me- fi-glio- …
Fed. Basta ma …mma…basta mamma…(Salvo, Orsola e Tonina esplodono di gioia,
mentre la madre non crede ai propri occhi.)
Sar. Federico a mamma, che ti ha preso ti senti male?
Fed. No, non mi sono sentito mai cosi bene. Da oggi in poi anzi da questo
momento dalla mia bocca non uscira più mammina, ma mamma…mamma.
(Ors. abbraccia il marito) Non mi diri più quello che devo mangiare quello
che mi devo mettere.
Sar. (esplode) Disgraziata, che gli hai fatto a mio figlio, non mi pare più lui.
Fed. Mamma, finiscila, lascia stare Orsola, prenditila con te stessa…e con
me, perchè in tanti anni non ho mai avuto il coraggio di farti capire gli
sbagli…
Sar. Uscite, uscite tutti che devo parlare con mio figlio…
Fed. Si, uscite tutti, che io (sicuro) devo parlare con te, no tu con me…(Orsola, il
Suocero e la cognata escono)
Sar. Federico a mamma, forse parlavi cosi perchè c'era tua moglie?
Fed. (Fed. si svincola dalla madre) Siediti e stammi a sentire. Io al più presto
voglio un figlio.
Sar. AH! Ma per ora non ci pensate a mamma!…
Fed. Per tanti anni mi ha fatto vivere come un bambolotto, dentro la culla,
seduto nel seggiolone, senza parola, parlano di più i cani che io…
Sar. Io ti ho dato la vita…(alzando la voce)
Fed. (Alza di più della madre la voce) Tu mi ha dato la vita e fino a un minutu fa
Me la stvi levando piano piano, ogni mamma è contenta se un figlio fa
un matrimonio sistemato, perchè tanti matrimoni, falliscono per tanti motivi,
però le mamme cercano di unire le coppie, risollevarle dalle crisi, mentre
tu, hai sempre cercato di dividere…l'attaccamento, il voler bene ai figghi
non si dimostra cosi…hai pensato sempre di farmi bene, e non sai
quanto male mi hai fatto e che hai fatto a mia sorella, per fortuna mi sono
salvato in tempo, per ora dovresti giocare con tuo nipote, invece…tuo
nipote sono stato io sempre io; mai una passeggiata con papà, invece…papà
sono stato io…ho avuto la fortuna di trovare una moglie d'oro, piena
d'amore, anche se io sono stato un bambolotto nelle tue mani, un'altra si
sarebbe stufata, ma lei sempre accanto a mme, pronta a combattere, tu
dovevi essere la prima a gioire…invece volevi dividere.
Sar. Non sei tu che parli…
Fed. Si che sono io…mamma…sono io, lo senti come ti chiamo…Mamma.
Mi ricordo da bambino, all'asilo, tutti nel proprio cestino le mamme ci
mettevano briosch, biscotti patatini, tu ci mettevi il panino con le
porppettine; di pomeriggio tutti gli altri gicavano e io dentro li guardavo
dietro la (musica n.16) finestra, già…già, io non mi dovevo sporcare, io
non dovevo correre, io non dovevo litigare, io non dovevo piangere, sono
cresciuto senza mai correre, sporcarsi, litigare, giocare, senza mai provare il
gusto di essere bambino, senza mai piangere...guardami mamma, stò
piangandoora…ora per la prima volta in vita mia…(pausa mentre il sottofondo
musicale continua) Io con tutto ciò ti perdono, ma per un anno quà dentro
devi venire poco, poi chiedi perdono a Orsola, non devi interferire più nella
nostra vita, insomma devi cambiare…(entrano tutti tranne Graziella e Celestino)
Sar. Ma io a questa età come faccio a cambiare…
Fed. Ci vuole volontà e amore verso i propri cari…Amore non Possessione!
Sal. Io a questa età mi solo levato il vizio di mangiarmi l’unghia!
Fed. Io mi sono tolto chiamarti mammina…
Ton. Io non l’ho mai chiamata…
Gio. Io a questa età a mio marito l’ho cuminciato a chiamari Tesoro…
Pep. Iu a questa età ho cominciato a mangiare il pesce…
Sal. Andiamo Sarina che tutto puoi fare…
Fed. Cari suoceri è arrivato il momento del nipotino.
Sar. Per ora non ci pi….pi…(la guardano e cambia) ci potete pensare…
Ogni tanto posso portare le polpettine impanate?
Fed. Ors. Polpetti si…polpettine no…ma ogni tanto…(i genitori escono)
Ors. Evviva!…(abbraccia il marito e lo bacia)
Pep. Caro genero sono fiero di te…
Ton. Anchi io sono fiero di te.
Gio. Speriamo di aver sistemato per sempre questa situazione e che nelle famiglie
dove capitano questi situazioni finisci con un lieto fine. (escono)
Fed. (al pubblico) Scapoli, fidanzati e maritati, a volte tanti restano rovinati…
le mamme sono mamme, ma sbagliano pure, se qualcuno dovesse avere
qualche problema del genere, non restate tanti anni, perché io ce l’ho fatta ma
tanti hanno bisogno de psicologi e non ce la fanno neppure…cercate di
uscirne subito prima di restare cotti e per sempre bambolotti…Cara moglie
niente più mammina, ma a te non ti chiamo più Orsola…
Ors. Ah! si, e come mi chiami…(Orsola ell’estremita del palco mentre Federico
all’altra estremità)
Fed. ORSOLINA…(musica n.17) (Orsola si gira contenta verso il pubblico, poi si
vengono incontro pian piano, si abbracciano iniziano a ballare mentre la musica continua
l’ultimo giro del ballo si trovano al centro del palco e verso il pubblico si fermano a fermo
immagine le luci si spengono pian piano e lentamente si chiude il sipario)
(Sigla finale musica n. 18 per presentazione )
Rappresentata in Calabria da un gruppo con grande successo; rappresentata dal Piccolo teatro Messinese dal 2006 al 2008 con la regia dello stesso autore per una trentina di repliche
Al teatro Savio a Milazzo ed in tante altre piazze del Messinese con grande successo di critica e di pubblico particolare apprezzamento oltre alla comicità, al tema forte, anche per le musiche
(elaborata da Pietro, Rosanna Maurici e dallo stesso autore)
cominciato a scrivere il primo atto il 15/09/2003 alle ore 10.05, finito alle ore 12.20.
ripreso il secondo atto il 17/09/2003, alle ore 15.10, finito alle ore 17.30
Per ogni rappresentazione è necessaria l'autorizzazione dell'autore e dell'elaboratore
Per un’amica speciale “Mariella Raffaele” ed a tutto il suo gruppo di Pantelleria;
A Guglielmo Statello ed a tutti componenti dell' Ass.ne "Alumera" di S. Croce Camerina -Rg.
A Saro occhipinti ed a tutto il suo gruppo di Modica;
Ad Enzo Minio giornalista di Ribera "La Sicilia" attento e sensibile con gli artisti Agrigentini.
AL Direttore di "Radio Torre Ribera" Mimmo Tornambè;
Alla signora Pina Galletta di Messina;
Ad Antonio Stivala ed a tutto il su gruppo: ass.ne Il Carrozzone di Catania.