Mio papà scrive la guerra

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Testo dello spettacolo

 “Mio papà scrive la guerra”

liberamente tratto dall'omonimo libro di Luigi Garlando ed. Piemme 2005

Personaggi

Tommi Mamma Papà Lilli Cinque talebani Ragazzino-sentinella Felipa Bruce Thomas Guido Compagno 1 Compagno 2 Nonno paterno Nonna materna Don Ambrogio Ahmed Papà di Ahmed Militare

Scena 1

Sullo schermo partono immagini del paesaggio afgano in movimento; distese lunghissime di deserto, polvere e sole, strade che salgono su a zig zag, laghi e fiumi tra gole di roccia. Sullo spazio scenico quattro persone mimano il movimento dei passeggeri di una jeep (automezzo fuoristrada). Entrano in scena cinque talebani armati a volto scoperto. I passeggeri vengono sbalzati fuori da una brusca frenata e cadono per terra. I talebani sparano in aria all'impazzata  uno punta la sua arma contro la tempia di un passeggero, gli altri si avventano sui malcapitati per terra e sotto la minaccia delle armi li legano con una corda. 

Scena 2

Entra in scena una donna fischiettando, sistema una tovaglia sul tavolo al centro dello spazio scenico.

Mamma: Tommi puoi apparecchiare per favore?

Compare Tommi con l'auricolare addosso e l'iPod nella tasca posteriore dei pantaloni a vita bassissima. Si dondola a suon di musica. Ha due piatti in mano. Ne tira uno in alto per giocare che va a centrare  proprio la testa di sua madre entrata con un pentolino in mano.

Mamma: (Arrabbiatissima) Tommiiii...! Devi smetterla di combinare guai. Metti subito i piatti sul tavolo.

Tommi cerca il telecomando lo punta verso il pubblico e fa zapping prima di sedersi a tavolo con sua madre. Sul fondale della scena vengono proiettate le immagini di una giornalista intenta a leggere le notizie del telegiornale di prima serata.

GiornalistaTelevisiva: “Questa mattina sulla strada che porta da Jalalabad a Kabul, sono scomparsi quattro giornalisti, tra cui uno di nazionalità italiana. Si tratta di Livio Sala inviato del quotidiano -Italia Notizie-. Su questo tratto di strada già altre volte, purtroppo si sono verificati atti di questo tipo”.Dei quattro giornalisti non si hanno più notizie.

Tommy: Se il compito dei terroristi è quello di mettere terrore, questa volta ci                       sono riusciti alla grande, e pensare che proprio prima di partire mi diceva; “Tommaso, quando esco io, sei tu l'uomo di casa.)

Il telefono squilla ripetutamente.

                                                                                                                                                 

Nonna Ada: Vengo a dormire da voi? (voce telefonica)

Mamma: No, non è il caso.

Capo della mamma: Stai pure a casa per qualche giorno.(voce telefonica)

Daniele: ((voce telefonica di un giornalista collega di papà) Tutto  finirà  bene, vedrai; (La mamma passa il telefono a Tommi) Uno  di questi  giorni  verrai a vedere  dove lavora tuo padre.

Tommy: Grazie, sarebbe molto bello!

Entra in scena Lilli.

Lilli: Tranquillo, Tommy, uno  in  gamba come tuo papà non  finisce mai nei pasticci. A quest' ora sarà da qualche parte a scrivere  l'articolo più bello del  mondo!

La mamma si fa ridare il telefono da Tommi e chiama  il capo redazione.

Mamma: Vorrei  parlare con Vocalello. (Urlando) Ma vi sembra? Ho dovuto saperlo dalla televisione!Mi prende in giro con questa storia che sta raccogliendo informazioni tra  gli  altri  inviati in Afghanistan. Ah...e  sta pure in contatto con il Ministero degli  Esteri! Ma sapete almeno dove è avvenuto l'agguato? Ah...! Vicino a Kabul. Vi prego fate qualcosa.

Mette  giù  la  cornetta  con   forza, quasi piangendo ed esce nervosamente di scena. Tommi rimane da solo prende un quaderno si siede al centro della scena e scrive. Sul fondale della scena vengono proiettate le immagini della scrittura di Tommi.

Tommy: Ti  avrei scritto che si è staccato nuovamente lo spruzzino della doccia e che  è andato a finire dritto in testa alla mamma che ti ha spedito qualche gentile  parolina … Invece, nel mio diario devo scrivere che sei scomparso e annotare tutto ciò che è successo in casa dopo l'ora del telegiornale... Entra  in scena la  mamma.

 Mamma: Buonanotte! Spegni la luce e dormi che è tardissimo; domani                                             devi andare a scuola.

Tommy: ( Non  preoccuparti, mamma) Sono sicuro che se sparano ad altezza  d'uomo, (imitando l'azione dello sparare)  papà si abbassa e... ci passa  sotto.

(La mamma esce e Toni si rimette a scrivere il diario con le immagini che scorrono sullo schermo) Ho appena ripetuto alla mamma la frase che ci dici sempre tu quando ci saluti sulla porta con le valigie in mano. Io sono convinto che ogni volta ripeti quelle parole perché ti portano fortuna e non solo perché sei alto, si... fa...  per... dire..., 1 metro e 65 centimetri.

Scena 3

 In scena si trovano Felipa che pulisce la ferita di  Bruce fasciandogli  la testa con un fazzoletto. Thomas dorme sdraiato per terra. Al centro della scena seduto su un sasso  il  giornalista italiano è  intento a scrivere. Sullo schermo scorrono le immagini del testo rafforzato dalla lettura di una voce fuori campo.

Papà: Il paesaggio che abbiamo attraversato è molto bello. Inquietante, ma affascinante.  Ogni tanto si incontrano i resti di un carro armato bruciacchiato, lasciato lì ai lati della strada, come una grossa rosa nera. Sono scenari che ti tolgono il fiato. Te li farei vedere,Tommy!  La guerra è una polpetta schifosa, fatta  con un sacco di  cose brutte. E una è proprio questa, che tiene lontana la gente da  paesaggi splendidi. La terra è troppo bella per sporcarla con  una guerra. Come si può sparare e uccidere quando si è  

circondati da tante meraviglie? Ci hanno svuotato le tasche di tutto, ma questo giubbotto da pescatore ha mille nascondigli. Ho messo in salvo  un taccuino e un mozzicone di matita, così posso prendere qualche appunto che ti farò leggere a casa. Mi raccomando, tu devi fare altrettanto.

Mentre il papà sta scrivendo la luce si sposta si Bruce e Felipa

Bruce: Ma prorio l'inviata di guerra dovevi fare? Perché non ti occupi di  moda o di cinema? Sei ancora cos' giovane…

Felipa: Non ho paura di niente. Se fiuto una bella storia, mi butto  alla ricerca  di iformazioni, faccio domande, telefono, vado ovunque, finché non hotutti gli elementi a disposizione per scriverla. Più la situazione è complicata più mi diverto.

Papà  interviene  nel  discorso.

Papà: Anche se non lo ammette, questa è la sua grande  sfida: dimostrare che una donna può fare benissimo le cose che fa un uomo, anche la giornalista di guerra.

Felipa: Conosco certi giornalisti, anche famosi, che se ne stanno tutto il giorno nella piscina dell'albergo e poi mandano bellissimi pezzi su battaglie e località che non  hanno mai visto. Tutto di  fantasia. So benissimo che per un giornalista è importante conquistarsi la fiducia dei suoi lettori, e quella te la conquisti  solo con la verità.

Bruce: Questo lavoro ti insegna a tenere a freno l'orgoglio, a mandare giù tanti rospi, a calcolare le conseguenze di ogni tuo gesto. E’ una buona scuola di vita.

Scena 4

A scuola durante la lezione, mentre stanno dipingendo dei cartelloni in gruppi separati. Tutti sono gentili, carini, spiritosi … ma in modo esagerato.

1°  compagno: Vorresti venire a fare una passeggiata  con me?

2°  compagno: Ti va un cioccolatino?

Si avvicina la maestra, guarda il lavoro dei ragazzie dice a Tommi

Maestra: Se non te la senti, Tommaso, puoi anche non fare il compito di storia.

Tommy: E perché non dovrei sentirmela? Guardi che non sono preoccupato per mio papà. Correre qualche pericolo è il suo mestiere, se la caverà di sicuro. Papà  sta facendo quello che facciamo noi ora in classe: scrive la storia.

Suona la campanella  della ricreazione. Escono tutti tranne Tommy e Lilli ai quali subito dopo si avvicina Ahmed.

Ahmed: Mi dispiace per tuo papà. Sono sicuro che tornerà a casa presto. Noi musulmani non siamo tutti così.

Tommy lo guarda e si allontana con Lilli.

Tommy: Forse avrei dovuto ringraziarlo un po' meglio, ma mi sono venuti in mente tutti i camicioni lunghi e le barbe lunghe che entrano nella macelleria di suo padre e ho pensato ai rapitori di papà. So che è sbagliato, perché Ahmed non c'entra nulla. Troverò il modo per chiederli scusa.

Sopraggiunge un compagno con fare borioso.

Guido: Ho sentito che tuo padre si è fatto prendere.

Lilli: Certo, a tuo padre non succede... Ha il sedere di marmo, e non si alza mai dalla sedia del suo ufficio.

Guido: Mio papà sta in ufficio, perché è il capo di tutti i giornalisti che vanno in                           giro. Lui comanda.

      

Lilli: Un giornalista che non scrive è come un cantante che non canta o una torcia che non fa luce!

Lilli: E’ vero Tommy? Ricordi la firma di tuo padre in fondo all' articolo sui risciò?

Partono sullo schermo immagini di ragazzi che traino i risciò di Calcutta

 

Tommy: Per me resta uno degli articoli migliori che ha scritto papà , anche se è molto triste. I risciò indiani non sono giochi per le vacanze, ma il mezzo con cui un sacco di povera gente si procura da vivere facendo un lavoro da bestie. Trascinano dei carretti come dei cavalli sui quali si siedono i passeggeri. Sono una specie di taxi umano che corre per le strade di Calcutta.  Possibile che in un mondo dove i telefonini fanno le fotografie, esistano ancora uomini che fanno il lavoro dei cavalli? Se non fosse stato per quell'articolo che mio padre  ha scritto sul giornale,  io non avrei mai saputo dei risciò di Calcutta. Questo devono fare i giornalisti: viaggiare e far conoscere cose brutte, in modo che tutti si diano da fare per cambiarle.

Lilli: Appunto! Scrivere la verità è il modo di tuo papà di combattere la guerra. E la guerra è una cosa da animali, molto  più dei risciò di Calcutta. Anzi, gli animali sono molto meglio degli  uomini: uccidono solo per mangiare e per difendersi.

Scena 5

Un ragazzino zoppo con fucile a tracolla se ne sta seduto sull'orlo della buca e tira pezzi di pane ai  prigionieri. Fa  finta di tirare il pane, e invece se lo tiene o  butta solo briciole minuscole, poi si mette a ridere. I prigionieri restano  con la faccia in  su, come tre uccellini in un nido.Mentre parlano Bruce fa ginnastica e esercizi pettorali, Felipa tenta ripetutamente di sistemarsi un burqa attorno al volto

Felipa: Forse la  guerra per lui è un grande gioco, anche se gli hanno messo a                           tracolla un mitra vero.

Papà : Per questo mi infurio se vedo Tommy con una pistola che spruzza acqua o con un'arma giocattolo; mi vengono in mente tutti i  bambini-soldato che ho visto nei mie viaggi. Togliere a un bambino il diritto di giocare e di vivere la  sua età, costringerlo a sparare e a uccidere: esiste al mondo una cosa così orribile?

Partono sullo schermo immagini di bambini soldato.

Bruce: Ora sembra divertirsi, ma anche lui è stato vittima della guerra. Probabilmente gli ha portato via una gamba. Queste terre sono zeppe di mine anti-uomo. Se anche gli uomini decidessero di fare la pace domani, la guerra continuerebbe a fare vittime per conto suo, per anni e anni. Basterà un piede nel posto sbagliato per perdere  un braccio o una gamba.

Papà : Magari Tommy adesso starà pensando che i cattivi sono quelli che ci                          tengono inquesta buca e non sa che molte delle mine anti-uomo sono state costruite in Italia, sono uscite da fabbriche non lontane da casa nostra. Gente elegante in giacca e cravatta, perfettamente sbarbata, che diventa ricca ideando macchine che in pochi minuti seminano centinaia di piccole bombe, capaci di staccare braccia e gambe.

Partono sullo schermo immagini di bambini vittime delle mine antiuomo e dell'ospedale di Emergency.

Felipa: Denunciare tutto questo è compito della stampa.Fare il giornalista di guerra,infatti, non vuol dire soltanto descrivere le  battaglie, ma anche cercare di capire queste guerre e chi ci guadagna a  farle. Capire e raccontare.

Bruce: Il giornalismo si fa percorrendo molta strada per stare vicino agli avvenimenti da raccontare. Il mio maestro di fotografia diceva: "Non esistono foto belle o brutte. Esistono solo foto scattate da vicino o da lontano". Se ci troviamo dentro questo buco, significa che probabilmente ci siamo avvicinati un po' troppo agli avvenimenti …. Ma è solo così che si possono cambiare le cose.

Papà: E’ stato anche grazie alle tante foto di bambini con le gambe di plastica e gli articoli scritti sulle mine anti-uomo che in Italia, finalmente, è stata fatta una legge che proibisce di costruire quelle bombe infernali.

Partono sullo schermo immagini di sfruttamento del lavoro minorile.

Bruce: Vi ricordate quando i giornali sollevarono il problema dei   bambini che in Pakistan venivano sfruttati per cucire palloni da calcio? I calciatori e le grandi  squadre europee si unirono alla battaglia e si rifiutarono di usare palloni  fabbricati da bambini. E i bambini finalmente smisero di cucire palloni.  I giornali possono anche cambiare le cose.

Felipa: Vorrei tanto cambiare anche la condizione delle donne afgane, aiutarle a conquistare più libertà, più diritti. Vorrei vederle con il viso scoperto, senza il burqa, libere di mostrare la loro bellezza e di vestirsi con tutti i colori.

Livio: Non puoi farci niente, Felipa, è la loro religione! E poi in fondo è giusto. Anche da noi le donne dovrebbero essere più sottomesse agli uomini …

Felipa: (Felipa lo guarda male).Quanto sei cretino! La religione non c 'entra, perché non esiste un Dio che abbia trattato  male una donna. Gli errori e le violenze vengono dall'uomo, perché nessun dio ha mai ordinato di togliere il rossetto dalle labbra di una ragazza con la carta vetrata, né di vietare le scuole alle donne, come prescrive la legge.

Livio si mette a fare il pagliaccio (capriole, boccacce, imita la scimmia) nell'intento di far ridere il ragazzino-sentinella

Scena 6

Al bar dell'oratorio mentre Tommy e Lilli leggono un articolo sul Corriere  un articolo sul padre di Tommy arriva Guido.

Guido: Parlano di tuo papà?

Tommy: Sì! (Guido dà un'occhiata).

Guido: Sai come si chiama in gergo giornalistico un pezzo come questo che sta nella parte inferiore della pagina?

Tommy: Taglio basso.

Guido: Esatto. Di solito lì sotto si mettono le notizie meno importanti. E poi, in                  effetti, tuo papà non è certo un gigante. E’ giusto che si parli di lui in un taglio basso …

Lilli: E tu lo sai come si chiama in gergo il titolo più grande del giornale?

Guido: Si chiama testata.

Lilli: Bene. Se provi ancora a parlare male del signor Sala, te la do io una testata... (Guido  esce di scena.)

Lilli: Tuo padre era un giornalista che scriveva le notizie e ora è diventato una notizia. Ma vedrai che il nome  di Livio Sala sarà scritto in neretto in fondo a un articolo, ben visibile, come è sempre stato.

Tommy: Vedo solo confusione in questi giorni. Qualcuno rimetta le cose a posto, per favore!!!

Scena 7

Tommy e il nonno sono intenti a preparare il presepe, mentre la nonna porta in scena un albero di Natale mezzo aggiustato e tenta di sistemarlo a fianco al presepe.

Tommy: Quest'anno non voglio armi!

Nonno: Ma sono soldati di pace, controllano che non succeda niente al Bambino.

Tommy: Non voglio armi quest'anno!

Nonna materna: Suo figlio dovrebbe smetterla di giocare con i soldatini.

Nonno paterno: Mio figlio è un grande inviato di guerra. Sarà sua figlia che gioca con gli aeroplanini.

Nonna materna: Ma quando è nato Tommy, mia figlia ha smesso di girare il mondo ed è diventata hostess di terra nell' aeroporto della sua città. Ha rinunciato alla sua grande passione; volare. Dovrebbe farlo anche suo figlio.

Nonno paterno: Ebbene! Sappia che quella di mio filgio non è una passione, è una missione.

Nonna materna: Lo è anche per il signor Vocalello il capo di suo figlio e quando lui è diventato padre, ha portato avanti la missione nella redazione della sua città, vicino alla sua famiglia, al sicuro dai pericoli.

Nonno paterno: Ma lei vuol mettere Vocalello con mio figlio? Quando viaggiava e scriveva, non trovava mai una notizia vera. Si inventava tutto. Lo chiamavano il Tabaccaio; vendeva solo fumo …!

Tommi su ogni battuta del divertente alterco fa smorfie alla nonna come per canzonarla.

Nonna materna: Però non si faceva catturare.

Nonno paterno: Capita anche ai migliori. Capitò anche a me in Africa.

Nonna materna: Allora è un vizio di famiglia …

Mamma: Livio è un leone che è impossibile tenere chiuso in casa. Dopo tre giorni che lavora nella redazione del giornale, si sente in gabbia e ruggisce. Si è mai visto un leone vicino alla scrivania? Ha bisogno di allontanarsi ogni tanto, ma non vuol dire che scappa e che non ci vuole bene. D' altra parte l'ho visto in un sacco di documentari; il leone adora la leonessa e i suoi cuccioli. 

Es cono tutti di scena, Tommi rimane da solo, si avvicina all'albero di Natale, ha in mano un pupazzetto dalle sembianze di Bin Laden,  a cui si rivolge mentre  gli cerca un posto per  appenderlo sull'albero.

Tommy: Mamma mi ha spiegato che per tornare da Kabul ci vogliono più di dieci ore di volo e che non potrai partire subito, perché la polizia dovrà farti un sacco di domande sui rapitori. Significa che se non ti liberano stanotte, ti perderai la Messa di Natale. Pazienza, alla peggio ci faremo un Natale tutto nostro, più avanti. Per me Natale è quando giocheremo insieme casa.

Scena 8

Nella grotta Livio scrive sul solito quadernetto degli appunti. Sullo schermo scorrono immagini del film “Il cacciatore di Aquiloni”.

Livio: Io sono sempre stato convinto che il mio lavoro sia molto utile, ho sempre creduto che il giornalismo possa aiutare la gente. Ma, in questo buco, Tommy, sto perdendo le mie certezze. In questo buco ci hanno messo dentro le mie convinzioni e le stanno sbriciolando tutte … Non sono più sicuro di niente. Il giornalismo si fa con le scarpe, è vero, ma a Natale tutte le scarpe del mondo dovrebbero portarci vicino alla nostra famiglia. Ho sbagliato? Non lo so,Tommy. So solo che mi viene da chiedervi scusa per il Natale che state passando. Colpa mia. Forse sono solo un egoista.

Alcuni  terroristi entrano in scena  fanno cenno a Bruce di seguirli, Bruce si guarda attorno stupito e spaventato, dopo qualche debole tentativo di resistenza se lo portano via. Si sente una  raffica di mitra in lontananza.

Livio: Forse non riescono a ottenere ciò che chiedono per la nostra liberazione e passano alle maniere forti.

Felipa: (Felipa scoppia a piangere).Sono preoccupata per Bruce. Prego con tutto il cuore che quella mitragliata l' abbiano esplosa solo per spaventarlo.

Scena 9

Entrano in scena a gruppuscoli i fedeli per la messa di Natale, tra di loro vi sono anche Ahmed  e suo padre, macellaio musulmano. L'ultimo è Don Ambrogio, seguito da due chierichetti.

Don Ambrogio: Gli Angeli e i Vangeli annunciano al mondo la buona notizia: la nascita di Gesù che è venuto al mondo perché ci vuole bene. Questo Natale preghiamo per il nostro giornalista che non  è potuto tornare a casa per le feste. Riflettiamo su una delle frasi più importanti di Gesù: la verità vi farà liberi. Non è una frase semplice. Il papà di Tommy è in una terra lontana per raccontarci una guerra, ci mostra la sofferenza della gente che vive e muore tra le bombe. Quando tutti saremo convinti della verità, cioè che non esistono guerre giuste, allora saremo tutti liberi di vivere in pace. Sulla capanna di Betlemme c’è scritto. Pace in terra agli uomini di buona volontà. In questa notte di pace ricordiamoci di   Livio, il nostro piccolo evangelista, e preghiamo tutti perché torni a casa, tra noi, il più presto possibile.

Finita la messa, mentre i fedeli lasciano la chiesa il papà di Ahmed si avvicina alla mamma di Tommi.

Il papà di Ahmed: Saremmo molto felici di ospitarvi per qualche minuto nella nostra Casa

 (Si guardano un po’ sorpresi).

Nonno paterno: Grazie, ma siamo molto stanchi.

Papà di Ahmed: La prego solo per pochi minuti.

Mamma: Verremmo  volentieri davvero, appena Livio tornerà... se verrà... passeremo una bella serata insieme, ma adesso sono troppo triste non me la sento.                                    

Il papà di Ahmed mando il figlio a prendere qualcosa, Ahmed ritorna subito con un panettone.

Ahmed: Questo non è un dolce tipico della nostra terra e il Natale non è una festa della nostra religione. Ma la gioia della gente che ci  ha accolto in questo quartiere è anche la nostra gioia. E anche noi condividiamo la preoccupazione per il signor Livio e la speranza che torni presto … Volevamo spiegarvelo con questo panettone … (Ha in mano un libro che offre a Tommi, questo le prendo e lo apre aiutato da un segnalibro). Leggi, cosa c'è scritto qui?

Tommy: Aggrappatevi alla verità, liberatevi dalle menzogne.

Ahmed: Non ti sembra lo stesso pensiero che ci ha spiegato Don Ambrogio durante la predica? La verità vi farà liberi.

Papà di Ahmed: Tuo papà non è prigioniero del nostro dio, è prigioniero di uomini malvagi che non  c'entrano nulla con la nostra religione. Anche il nostro è un Dio di pace. Te ne renderai conto leggendo questo libro che ti ha regalato Ahmed e che contiene gli insegnamenti di Maometto, il Profeta dell'Islam. Leggilo,Tommy poi vieni a trovarmi in negozio e dimmi cosa ne pensi. E Non avere paura dei miei coltelli ….

Scena 10

In prigione, mentre Felipa dorme sdraiata per terra, Livio sogna di arrivare nella redazione del  giornale e trovare Vocalello davanti a un mappamondo: lo fa girare grattandosi la testa preoccupato.

Livio: (Imitandolo nel camuffare la voce) “E dove ti mando adesso? Le guerre sono finite. Non ne è rimasta nemmeno una su tutta la faccia della terra. Sembra incredibile, ma è così … “ (Riprende con la sua voce) Bene! Dov'è il problema? Si possono fare i giornali anche senza guerre.

Si sentono urla e spari da vicino. Entra in scena il ragazzino sentinella col fucile puntato contro gli ostaggi e urlando a squarciagola “Allah akbar! Allah akbar...! Felipa si sveglia improvvisamente terrorizzata e corre verso Livio stringendolo per la paura. Messi al muro per essere giustiziati dalla sentinella, questa fa appena in tempo a far partire un colpo che ferisce Felipa. Mentre questa cade per terra un colpo colpisce mortalmente la sentinella. Livio soccorre Felipa trascinandola al centro dello spazio scenico.

Livio:  Il mondo è pieno di belle cose da raccontare, perché dobbiamo descrivere bombardamenti e battaglie? Ma adesso che torno gielo dico al mio capo; “Potrei dare una mano ai colleghi della redazione sportiva. Potrei andare allo stadio e raccontare una partita di calcio usando le mie parole di guerra che finalmente non fanno più male a nessuno: punizione bomba del numero tre ... L'Inter attacca e assedia il Milan nella sua difesa … Il numero nove  spara un grande destro … raffica di tiri verso il portiere”

Militari: (Si sente una voce fuori campo) Tutto a postoooo...?

Livio: E poi, gli dirò; “Capo, non è vero che le guerre sono finite. Ci sono le guerre contro le ingiustizie e le disuguaglianze, contro lo sfruttamento e il maltrattamento dei bambini. Dovrebbero essere le sole guerre da combattere e da raccontare sui giornali”.

Entrano tre militari controllano che sia tutto a posto.Livio per la gioia prende in braccio Felipa. Fuori dalla fossa, davanti a una telecamera.

Militari: Allora tutto a posto? Tutto sommato vi è andata bene! Péotete ritenervi fortunati.

Livio: Il fatto è che hanno sparato ad altezza d’uomo e io sono passato sotto. (Si allontanano di lena e di buon umore)