Misteri buffi osimani

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Festa dell'Unità 3 settembre 1998

Festa dell'Unità 3 settembre 1998

Il Gruppo Teatrale Passatempo

presenta

MISTERI BUFFI OSIMANI

di Piergiorgio M. Mariotti

regia di Maria Grazia Tittarelli

(entrano in scena MG e due giullari)

MG - Vi domanderete che cosa c'entrano i giullari a Osimo. C'entrano, c'entrano...(viene portato un bersaglio, MG lo colpisce al centro) Centrato!

Mi dicono spesso: che sagoma quello lì. Non è vero niente. Le sagome sono loro (viene portata la sagoma di Niccoli, Biscarini, ecc.) Centrato, centrato, ecc.

Quando hanno dato il premio Nobel a Dario Fo tu dovevi vedere le facce...che sagome. Umberto Eco (cade indietro svenuto). Mario Luzi (idem). Walter Veltoni. Dove siamo, cos'è successo? Ma non siamo ad Hollywood? Com'è possibileee!? Io mi ficco in un museo.

Anche dalle nostre parti le cose non sono andate meglio...Gilberto Severini. Che culo! che culo! Che culo!

E invece il giullare ha radici antiche, proprio dalle nostre parti, pare. Che piaccia o no al sindaco di Jesi. Ma gli osimani sono più intelligenti, sono...brillanti. Chi è l'osimano? è un uomo brillante. Che cos'è l'osimanità? E' essere brillanti. L'osimano è colto, discreto, raffinato, moderato e ...brillante. Quando fa una cosa l'azzecca. Non vedi più una zecca in giro. L'osimano ha il senso dello spettacolo, della commedia, della trama. Osimo vanta una menzione speciale tra i più famosi storici dell'antichità.

(entra Procopio)

Procopio - La sapete quella...

MG - Scusi, lei chi è, così vestito?

Procopio - Sono Procopio, lo storico ufficiale dell'impero bizantino.

MG - E che cosa ci fa qui?

Procopio - Cosa ci faccio? Io ho scritto il maggior numero di pagine sulla città di Osimo in tutta l'antichità, molte più di Giulio Cesare nella Guerra civile.

MG - E scommetto che lei avrà raccontato la Guerra incivile...

Procopio - (stupito) Come fa a saperlo?

MG - Un giullare sa molte cose. Ha intuito. Scommetto anche che avrà raccontato un sacco di frottole.

Procopio - No, no, mettiamo le cose in chiaro. Le frottole le racconta il giullare. Io invece ho raccontato l'assedio di Osimo. Dentro c'erano i longobardi, fuori stringeva l'assedio Belisario, il generale bizantino

MG - (spaventata) Davvero? un assedio così grosso in una città così piccola?

Procopio - Ragazza, tu non conosci l'importanza che aveva Osimo...

MG - Non sapevo che Osimo avesse tanta fama.

Procopio - Più che altro durante l'assedio aveva tanta fame. Fame di dentro, fame di fuori. Per mesi e mesi non si sentiva volare una mosca.

MG - Come? Questa non l'ho capita!

Procopio - Non si vedeva più nessun topo in giro... E non dire perché c'erano i gatti. No, non c'era più nessun gatto.Figurati che per sfamarsi si sporgevano di fuori a raccogliere l'erba dei muri.

MG - Dev'essere stata dura...

Procopio - No, cotta bene si poteva mangiare.

MG - E tu hai raccontato tutte queste storie?

Procopio - Sì.

MG - Cielo, svengo. Ho conosciuto un uomo famoso. Dopo quindici secoli, Procopio è qui!

(corrono i giullari e gridano Procopio è qui  Un autografo  Chiamate l'assessore alla cultura, chiamate il preside del liceo, il bibliotecario   ma dove sono i fotografi? Procopio è qui!)

Procopio - Grazie, grazie, non dovevate scomodarvi:

Giullar1 - Signor Procopio - non so come dire - ci racconti un'altra storia, ci racconti come vivevano gli osimani tanto tempo fa:

Procopio - Ma davvero? Non preferireste una barzelletta?  La sapete quella...

Giullar2 - Ma ci dica. E' vero che quando c'erano i romani da Osimo venivano scelti gli attori e i ballerini per i teatri di Roma?

Procopio - In un certo senso sì. Gli imperatori di Roma erano furbi. Panem et circenses. Fateli divertire. Era questo il loro motto.

Giullar1 - E gli osimani?

Procopio - Stavano al gioco. Impararono a fare i giocolieri, i saltimbanchi, i gladiatori...

Giullar2 - Anche i gladiatori?

Procopio - Certamente. Sono loro che hanno inventato l'arte di ammazzarsi per finta!

Giullar1 - (rivolto al pubblico) Ho l'impressione che questa sia una balla colossale.

Procopio - Si dice Colosseo, non colossale. Vuoi vedere come facevano? Guarda. A me la spada!

Giullar2 - No, Procopio, che cosa vuoi fare. Perché proprio a me? (la infilza)

Giullar1 - E il sangue?

Procopio - Accidenti, qui la pompetta non funziona più (la aziona e si spruzza il pomodoro in faccia). Bene, diciamo che gli effetti speciali sono stati inventati da queste parti.

Giullar2 - Io direi gli effetti comici.

Procopio - Perfetto. Non c'è niente di più comico che vedere un osimano che pretende di fare sul serio.

Giullar1 - Ma durante l'assedio non c'era niente di comico.

Procopio - No davvero. Sulla fame puoi ridere solo quando è passata.

Giullar2 - Ma ci dica Procopio: com'erano i longobardi?

Procopio - Barbari. Erano dei veri barbari. Figurati che portavano i pantaloni. Una vergogna. Una vergogna.

Giullar1 - E' vero che portavano anche le corna?

Procopio - A me risulta che le loro donne se l'erano portate. Ma non sono tanto sicuro, eh.

Giullar2 - Le donne longobarde com'erano? Alte, bionde, con gli occhi azzurri e le trecce lunghe?

Procopio - Siiì, ma erano streghe, dedite alla magia...

Giullar1 - Non ci posso credere che le nostre antenate erano così.

Procopio - Devi crederci. Vuoi sapere come filavano la lana?

Giullar2 - Come la filavano? Come la filavano?

Procopio - Prendevano la pecora, le strappavano il pelo, se lo mangiavano, qualche volta aggiungevano un po' di sale e di fuoco, per i loro rituali misteriosi...e vomitavano il filo.

Giullar1 - Noo!

Giullar2 - Che orrore!

Procopio - Non ci credete? Ebbene, guardate!

(numero del cotone)

Procopio - La sapete quella...(barzelletta)

(musica) Ma che succede?

Giullar1 - Entra l'imperatrice di Bisanzio!

Giullar2 - Guardate, guardate, è l'imperatrice Teodora!

Giullar1 - Che solennità, che splendore!

Giullar2 - Pensa che da giovane era una ballerina e poi è diventata imperatrice, la nostra imperatrice.

Giullar1- Questa sì che è democrazia!

Giullar2 - Ah! l'impero. Con l'impero tutti possono diventare nobili!

(Teodora si ferma, guarda Procopio)

Teodora - (con voce fuori campo) Procopio, che balle racconti? Sei incorreggibile.

Procopio - Oh no, augusta imperatrice, io stavo solo raccontando qualche innocente barzelletta, così, per divertimento.

Teodora - Che non succeda più. (esce, musica)

(Procopio fa un gesto significativo)

Giullar1 - Come avrà fatto un impero così bello a crollare?

(Procopio fa un altro gesto, tipo pfui)

Giulla2 - Come? Non ho capito. Che cosa vuol dire (ripete il gesto)?

Procopio - Semplice. Non pagavano le tasse.

(Giullar1 e giullar2 escono con le mani nei capelli)

Procopio - La sapete quella...(barzelletta).

(entra Boccolino con la forca addosso)

Boccolino - Mamma, mamma non ne posso più, mamma dove sei?

MG - Boccolino, boccolino mio, come ti sei conciato? Guarda qui! Hai fatto il bagno appena una settimana fa e guarda come ti sei conciato, il vestito tutto sporco...m'è costato un occhio della testa. Sei uno scavezzacollo. Io non so come andrai a finire, guarda, proprio non lo so.

Procopio - Ma signora, suo figlio ha una forca attaccata al collo!

MG - Quale? questa? non ci faccia caso, c'è nato così.

Procopio - Lei mi vuol far credere...

Boccolino - Mamma, la corda mi stringe.

MG - Per forza, mangi troppo. Il collo ti si allarga e la corda ti stringe.

Boccolino - Mi fa male, mi soffoca.

MG - Va bene, se fai il bravo dico al prevosto che te la allarghi un po' (rivolta a Procopio) Questi ragazzi, come crescono in fretta. Le scarpe. Prendiamo ad esempio le scarpe. Durano un mese, e bisogna farle nuove. Io non so dove andremo a finire.

Boccolino - Mamma, ti prometto che quando sarò grande tutta Osimo si ricorderà di me.

MG - Ah Boccolino, tesoro della mamma, sono fiera di te. Mi raccomando però, non scendere mai dal piedistallo, altrimenti la corda si tira e muori soffocato. Intesi? E non farti mai togliere lo sgabello da sotto i piedi, ne va della tua vita.

Boccolino - Farò del mio meglio mamma.

MG - E...e non ti inchinare mai davanti a nessuno, altrimenti...Bravo, vai a giocare ora (Boccolino esce) Che tesoro di figlio, mi da così tante soddisfazioni...(esce)

Procopio - E dire che sono stato criticato perché ho raccontato delle storie un po' aggiustate. Secondo me, di fronte a certi fatti che sono accaduti veramente, è meglio raccontare barzellette. A proposito, la sepete quella...

(entra Guarnieri interrompendo)

Guarnieri - In galera. In galera. Dove sono i delinquenti, perché io li sbatto in galera. I turchi, dove sono i turchi, perché io li ributto in mare. Dove sono gli autonomi, perché io li squotto. Sono tutti delinquenti. In galera. Io li sbatto in galera.

Procopio - Mi scusi, io non so chi è lei.

Guarnieri - Io sono Guarnieri. capo del Sovrano Militare Ordine di Malta, SMOM, dirigo le galere pontificie. Tutti hanno terrore di me. Perché io i delinquenti li sbatto in galera.

Procopio - Senta signor Guarnieri, le posso fare una domanda?

Guarnieri - No. Chi fa le domande è un uomo pericoloso, e se io fossi il papa lo sbatterei direttamente in galera. A remare, così, oh-o, oh-o, oh-o.

Procopio - Ecco bravo, diriga la galera da quella parte, ecco, così. oh-o.

Giullar1 - Che tipo truce! Sembra impossiile che a Osimo siano esistiti tipi così.

Procopio - Non abbiate paura di loro. Avete visto? basta fare Smom, Smom, e se ne vanno.

Giullar1 - Con quei cappucci sembrano proprio dei boia. La gente che si nasconde dietro a un cappuccio è gente vigliacca, che non ha il coraggio delle proprie azioni. Gli incappucciati li vogliamo?

Tutti - Nooo.

(balletto degli incapucciati)

 

Procopio - Ma guarda te! Non  credevo di lasciare una città così interessante, quando me ne sono andato non era ancora neppure l'anno mille. Ne sono successe di cose interessanti nel frattempo. Hi! hi! hi! E' divertente. Osimo è una città piena di misteri e di avventure sotto-sotto. Ma molto sotto. Hi! hi! hi!.

(entra MG con una mela in mano, che porta alla bocca)

MG - Piaceva a tutti. Tutti volevano assaporarla. Era di dimensioni giuste. Non troppo larga, né troppo lunga. Era di dimensioni giuste: era a dimensione d'uomo. Bella di sopra, con le sue torri. Ma di sotto...anfratti, cunicoli, caverne, gallerie...praticamente si stendeva di sotto tanto quanto si stendeva di sopra, e anche se qualcuno l'avesse voluta rivoltare, sarebbe stata bella uguale. L'hanno esplorata di recente, di sotto, ed è stata un' emozione sublime. Misteriosa, affascinante, mozzafiato. Osimo è bella. Tutti la vogliono assaporare.

(passa sulla scena Giuseppe Desa scortato da due armigeri e un capitano)

Procopio - E quello chi è?

Giullar1 - Avete visto? E' fra Giuseppe da Copertino, il frate che vola.

Giullar2 - Davvero? ne sei sicura?

Procopio - Un frate che vola? Non vi si può lasciar soli un momento che ne combinate di tutti i colori. E come fa a volare?

Giullar1 - Dicono che sia un sant'uomo. E' talmente innamorato di Dio che si alza da terra ogni volta che dice messa.

Giullar2 - Pensi che gli hanno proibito di volare.

Procopio - Proibito volare? Ma sono matti? Chi lo proibisce?

Giullar1 - I superiori.

Giullar2 - Non vogliono che si monti troppo la testa.

Procopio - Se ne capisco qualcosa di politica, dico che sono gelosi.

Giullar1 - Pss, silenzio, non si faccia sentire a parlare così, rischia la Santa inquisizione!

Giullar2 - Preferisce la forca, la galera o il rogo?

Procopio - Preferisco raccontare barzellette. Ma ditemi un po', dal momento che questo frate sa volare, non potrebbe scappar via e tanti saluti?

Giullar1 - Non è così semplice. Deve sapere che lui vola quando obbedisce.

Procopio - Come quando obbedisce?

Giullar2 - Sì, è come se fosse un premio alla sua umiltà. Lui vola perché è un uomo semplice. Allora i superiori prima gli comandano di volare, poi gli proibiscono di volare. Lui obbedisce e vola ancora di più.

Procopio - Pover'uomo! Che tragedia deve sentire dentro di sé...

Giullar1 - Guardatelo, è lui. Sta volando. (da dietro un altare fra Giuseppe vola e grida quando è in alto: "faccio come mi pare")

Procopio - Adesso capisco dov'è nata questa strana idea della libertà religiosa...A Osimo. Ah, Osimo, Osimo (entra MG).

MG - Tutti volevano assaporarla.

 

(entrano uomini con cartelli  Tutto il potere al papa Loreto capitale Papalia libera Il nord-est è con Loreto  Due, Duecento, Duemila giubilei)

Procopio - Questa cos'è?

Giullar1- Una delle tante dimostrazioni di piazza. Al vostro tempo non esistevano?

Procopio - Gli assembramenti erano vietati.

Giullar2 - Questi non sono vietati, questi sono organizzati.

Procopio - Ma la Papalia che cos'è?

Giullar1 - E' quel che resta dell'Italia se ci togli la Padania.

Procopio - Ah, capisco. E' come ai miei tempi. Al Nord c'erano i longobardi e al sud i bizantini. Insomma: non è cambiato nulla!

Giullar2 - Poi ci sono stati i guelfi e i ghibellini.

Giullar1 - Gli imperiali e i papalini.

Procopio - E vi divertite?

Giullar1 e Giullar2 - Un mondo!

Procopio - E ditemi, ditemi. Osimo ora, da che parte sta?

Giullar1 - Con la Juve!

Giullar2 - Non è vero, io sto con il Milan, anche se perde!

Giullar1 - Tu sei scemo, la Juve vince sempre e sempre vincerà.

Giullar2 - La vedremo al campionato, io adoro entrare in Europa!

Procopio - Io invece sto con Marco Pantani! Sentite un pò. Dove le fanno le Olimpiadi?

Giullar1 - Le olimpiadi? Puà.

Giullar2 - Da quando hanno deciso di non farle a Roma non mi interessano più.

Procopio - Ehi, ma considerate che le Olimpiadi sono il passatempo più sano che ci sia.

Giullar1 - Non è vero, altrimenti avrebbero convocato noi, dico!

Giulla2 - Noi siamo il passatempo più sano che ci sia, no? Guardate un po'.

(numero della corda d'oro)

Procopio - La sapete quella... (barzelletta)

(MG vestita da sessantottina, apre il baule)

Procopio - Che puzza di naftalina...

MG - Per forza, sto tirando fuori i vestiti di trent'anni fa.

Procopio - Tò, curioso. Fammi vedere.

MG - Ecco questo, vedi? è un fazzoletto rosso che usavamo nelle manifestazioni. Prima lo portavano i contadini, poi gli operai e nel '68 lo usavano anche gli studenti.

Procopio - A che cosa serviva?

MG - Serviva a dire che eravamo di sinistra. Studenti, operai, uniti nella lotta! Tutti in corteo con il pugno chiuso. Intorno c'era la polizia con i manganelli come le squadracce fasciste di quarant'anni prima. C'era la repressione. Ma noi avanti! con le bandiere rosse (tira fuori una bandiera rossa e la sventola).

Procopio - Carino, il rosso è un colore che mi piace, mi eccita.

MG - Sì, ma poi si sgonfia subito. Pensa che nel corteo ci si infilavano anche i padroni che volevamo combattere.

Procopio - Volevate combattere i padroni? E perché?

MG - Perché non erano uguali a noi. Ci sfruttavano.

Procopio - E adesso le cose come vanno?

MG - Adesso i padroni sono con noi.

Procopio - E non vi sfruttano più?

MG - Sì, no, non lo so. In ogni caso ci lasciano governare.

Procopio - Vuol dire che governate bene.

MG - Non lo dire a uno che ha fatto il '68, sai! Il sessantottino è per prima cosa un compagno che sa fare autocritica.

Procopio - Siete proprio a un livello avanzato di civiltà, se ammettetevoi stessi che non governate bene.

MG - Alt, signor Procopio. Che non governiamo bene lo possiamo dire solo noi. Non lo ammetto che lo dica uno sconosciuto, ignorante, qualunquista, cialtrone, insolente, opportunista!

Procopio - Che caratterino! Guarda che così si comportano tutti i padroni del mondo.

MG - Non è possibile. Noi volevamo mandare la fantasia al potere.

Procopio - E adesso che avete il potere, la fantasia dove l'avete messa?

MG - Abbiamo fatto conquiste.

Procopio - Quali?

MG - Tremate, tremate. le streghe son tornate! L'emancipazione femminile per esempio.

Procopio - Eppoi?

MG - La rivoluzione sessuale!

Procopio - Che cosa vuol dire?

MG - Che siamo liberi di avere rapporti impropri fuori dal matrimonio. Il sesso è una proprietà prvata. Guai a chi la tocca!

Procopio - Adesso capisco. Rivoluzione vuol dire che che avete fatto un lungo giro e siete tornati al punto di partenza.

MG - Non è vero. Oggi il cittadino è cosciente e consapevole. (canta) Uì ar livin in e yello sanmarin...

Procopio - Vivete dentro un sottomarino giallo. Altro che fantasia al potere, qui siamo alla nostalgia rincoglionita. E' favoloso. Signora, dopo trent'anni può chiudere tranquillamente il suo baule dei ricordi e farsi una bella risata.

(entra di corsa Elisa)

Elisa - La Cina è stata liberata!

Procopio - (rivolto a MG) Liberata da chi?

MG - Dai fantasmi del passato.

Procopio - Non saranno mica i tuoi?

(entra Ale)

Ale - Dai facciamo un corteo.

MG - Sicuro. Ma che bandiere usiamo?

Elisa - E che ne so io? Chiediamolo ai padroni! Poche storie ve lo dico io lo slogan: Donne, cantanti, giornalisti uniti nella lotta!

(tutti ripetono a ritmo)

Procopio - Siete simpatici, siete proprio come porcellini rosa, ma in più con le ali. Vi manca solo una bella risata! (tutti escono, resta Elisa)

Elisa - Sono dark, sono nera e ci riesco perfettamente. Guardatemi. Non lo faccio solo per piacere, sa? Ci credo. Vivo il mio tempo. Son in. In. In un paese pieno  dinosauri io non appartengo mica al giurassico, sa? Amo le emozioni forti. Stare con i duri, quelli che non si piegano. Faccio il pirsin e il tatù e la sera vado al pab. Birra scura e niente paglia. I gruppi che suonano io li conosco tutti. E modestamente tutti conoscono me. Non ci chiamiamo per nome, sa? troppo comune. C'è il rischio di sbagliarsi. Dice: sono stata con Marco. E quale Marco? Non mi vorrai dire che te li sei fatti tutti? Il tatuaggio invece è infallibile. Ci riconosciamo dal tatuaggio. Me ne sono fatta fare uno nuovo ieri che è la fine del mondo. Due labbra sensuali...proprio qui.  Uscivo dal pab, stanotte, Luca mi fa: fammi spolverare il tuo tatù, bella, sono tre giorni che non ti lucido. Tira giù. Ma...c'è passato qualcun'altro qui! Come ti permetti! come ti permetti. Uno così bisogna mollarlo subito. No, dico, di padri e predicatori ne ho le tasche piene. Stopparli subito. Che non gli venisse in mente di frugare sul pirsin che mi sono fatto fare stamattina (risate allusive). Dove? (altre risate allusive). No, no, non m'ha fatto male quando hanno infilato l'anello...(seria) è che poi quando trovo un ragazzo vero...gli piacerà?  non penserà che sono una selvaggia? oppure una assatanata di sesso? Io non l'ho fatto solo per piacere, sa? io l'ho fatto per trovare un ragazzo, con tutta la concorrenza che c'è al giorno d'oggi. In un primo momento sembra che il ragazzo faccia solo rima con il frate di Velletri, poi ti accorgi che invece non è solo così. Com'è difficile al giorno d'oggi trovare un ragazzo che non ti molli il giorno dopo. Sono dark, perché ho paura di essere tagliata fuori.

Io tagliata fuori? Neanche per sogno! Osimo aspettami, che arrivo!

(entra MG)

MG - Prima non sapevo che cosa fosse Veragra. Sì. mi avevano detto, è un'antica città scomparsa poco distante da casa tua, verso la strada per S. Biagio di Filottrano, forse ci abitavano i Sabini...Chi quelli del ratto delle Sabine? Mi si stavano drizzando le orecchie. O forse i Piceni, e più in là, dalla parte di S. Sabina c'erano i Galli Senoni...per quello che avevo masticato a scuola senis non vuol dire vecchio? e se i galli erano vecchi, povere galline, pensavo, apposta le regalavano tutte quelle collane, quei bracciali, quegli anelli ... che ho visto su al museo. Ma questo tipo di pensieri quando ti parlano di antichità serie mica li puoi fare, te li devi tenere per te, sennò ci fai una figura!! Comunque cominciavo a essere orgogliosa di abitare a Passatempo. Vado al bar, trovo quattro vecchi e una partita a carte, pensavo. E invece no. Tutti i maschietti in ordine, di tutte le età. Lì, puntuali dopo pranzo e dopocena. E le donne? Le donne non escono di sera, mi hanno spiegato. Sarà! Ma quando lo trovano il tempo? Lavorano tutto il giorno e la sera plaf, in quattro e quattr'otto tutti gli uomini al bar, giovani e vecchi.

Poi è uscita la pillola. Viagra. No, dico, potevano trovare un nome migliore, io che abito a Veragra!? Con le mie stupide manie archeologiche e non avevo messo una bella lapide al cancello "Villa Veragra"! Un via vai di vecchietti indecenti da tutte le parti d'Italia, è qui che si cura quella cosa lì?

Li guardo... guardo mio marito, che è pure un pò più anzianotto di me, mando via quelli lì. Qui è Veragra, non Viagra, avete sbagliato indirizzo...poi riguardo mio marito... e gli canto una canzoncina:

Se il viagra non si trova

spendi e spandi senza senso

a Veragra c'è una via

dove trovi un bel boschetto,

solitario c'è un laghetto

in contrada Bel diletto

E' romantico l'insieme

e da secoli funziona

non ti serve il pillolone

sai? mi basta il tuo ormone

Vieni tosto qui da me

Vengo anch'io, che male c'è?

(entra Ale, vestito normale, con cappello a bombetta e bastone)

Ale - Ragazzi la sfiga. Da quando ho preso la patente, cinque macchine distrutte. Una volta era colpa mia, un'altra volta era colpa dell'altro, un'altra volta era colpa del gatto nero. No, no, cosa avete capito, non sono superstizioso. Ho frenato per non prenderlo sotto e quell'altro dietro pah! (una mossa in avanti e colpo di frusta). Da quel giorno ogni tanto quando cammino non so come d'improvviso (colpo di frusta). Oppure così (colpo di reni). Quando sono da solo non succede niente, ma quando mi trovo davanti a una donna quella mi molla uno schiaffo, pah! (spaccata e ritorno strisciando i piedi a terra). (ripetere tutto insieme). Che sfiga. Non si può andare avanti così. Tantopiù che io sono una persona intelligente e sensibile. Rimango mortificato, è un'automatismo incontrollabile, vorrei scusarmi, ma è inutile, me ne rendo conto che le scuse non servono e allora... accidenti mi viene da piangere (cammina in avanti a testa bassa e fa una capriola all'indietro) . E' stato così che sono diventato un campione di acrobatica (sale sul minitrampolino ed esegue alcuni esercizi) e dal quel giorno ho detto alla sfiga: bella mia, cambia indirizzo. E da quel giorno modestamente...(gridando) sono l'uomo più fortunato del mondo (brevi passi di danza al ritmo di un pezzo da varietà).

(si  presenta PG in alta uniforme dei carabinieri)

PG - Agli ordini, maresciallo Proietti. Avete capito bene: maresciallo Gigi Proietti, nel tempo libero attore. Come non è possibile? E' possibile, è possibile. Guardate Alberto Tomba, per esempio. Ci fa onore, propaganda positiva. Un po' scavezzacollo, pure lui. Chi ha detto "pure" lui? E gli altri? Volete forse  insinuare che anche  altri carabinieri...Tutta brava gente, tutti benemeriti, tutti fedeli nei secoli. Fedeli al re quando c'era il re, fedeli alla repubblica da quando c'è la repubblica. Purtroppo. Non siamo più quelli delle barzellette, eh. Che vanno in due perché uno sa scrivere e l'altro sa leggere. Robba sorpassata. Oggi chi si ricorda più di ava Beccaris, del generale De Lorenzo, o di Franca Rame...Chi sono?, Chi li conosce? C'è qualcuno che sa chi è Franca Rame? Un'attricetta...Che cosa state guardando? manca la scabola? Sì, manca la sciabola. Dicono che sul palcoscenico non si possono portare le armi. Come in chiesa. Per questo non mi piacciono nè la chiesa nè il teatro. Preferisco la televisione. Lì vedi la realtà vera. Abbiamo delle enormi responsabilità. Non si può mica scherzare. Una volta c'era la libertà vigilata per tutti. Oggi c'è la democrazia, che è una pacchia per i delinquenti e tocca a noi starci dietro, e sapere tutto, e informarsi di tutto, e chiamarli in caserma a farsi dire questo e a farsi dire quello. E quelli zitti. E dai che se fai il bravo, e parli, chiudo un occhio. Ma non parlare troppo sennò li chiudo tutt'e due. E me metto a cantà e me metto a cantà, senza la mafia l'Italia non c'è. E me metto a cantà e me metto a cantà, senza tangenti l'industria non c'è. Che ho detto? Sono un attore, no? Canta Napoli e tace il Napolitano. Che ho detto? L'ho detto bene? Ma adesso zitti, che ho un appuntamento. E lei non viene. (guarda l'orologio). Italia! Italia! Sei desta? Italia!

Franc - Eccomi, eccomi.

PG - Ma come sei carina. Sei un amore, un incanto. Tutto il mondo mi invidia per te. Ma   sbrigati che dobbiamo metterci in posa per la copertina.

Franc - Quale copertina?

PG - Per il calendario dell'arma, no? Pensa che andrai in tutti i bar, in tutti gli uffici, in tutte le fabbriche. Devi fare un figurone, mi raccomando. Allora tu mi tieni per mano, ecco così, guardami fiduciosa, no, più fiduciosa, ecco così, tu sei piccola e hai tanta fiducia in me che ho esperienza e ti insegno. Hai capito?

Franc - Ho capito. Ho capito anche troppo.

PG - Insieme ci incamminiamo lungo la strada della vita.

Franc - Maresciallo Proiettile.

PG - Proietti, Proietti, non proiettile.

Franc - Maresciallo Carabina.

PG - Carabiniere, non carabina.

Franc - A te chi ti paga?

PG - Il ministero della Difesa.

Franc - E contro chi mi devi difendere?

PG - Contro il nemico armato io difendo l'inerme cittadino.

Franc - Perchè? il nemico ci ha invaso, è già nel nostro territorio?

PG - Praticamente sì. Vedi? E' come se noi avessimo inventato il ministero della Difesa interna.

Franc - La difesa interna? Non ho mai sentito che esiste un ministero della difesa interna.

PG - Per forza, tu frequenti troppo poco i palazzi che contano. Te l'ho detto, sei troppo piccola, bisogna che ti insegni io.

Franc - Maresciallo, come sei bravo! M'è venuto il mal di testa. Potresti andare in farmacia a prendermi un cachet?

PG - In farmacia? E come no, è come invitarmi a nozze. Il maresciallo Proietti frequenta spesso la farmacia. E non solo per piacere, sa? Vado e torno.

(esce PG, poi esce Franc e si scambia con MG, entra PG)

PG - Ecco il cachet! Ma dove sei?

MG - (entra) Eccomi!

PG - Accidenti come sei cresciuta in fretta! Che pezzo di...

MG - Maresciallo, maresciallo. Non fare la faccia da pesce morto. Quella lasciala a Vittorio De Sica. Io non sono né Gina Lollobrigida, tuppe tuppe, né Sofia Loren, pane amore e quella cosa lì.  E neppure Stefania Sandrelli. Svegliati maresciallo. L'Italia è cresciuta!

(entra Elisa)

Elisa - Là, là, là, trallallà. Ho preparato una bella fascina. Non so cosa, ma mi ricorda qualcosa. Chissà perché, ho dimenticato l'ascia dentro la fascina. Ci sono tutte le erbe qui dentro, Ho fatto di tutte le erbe un fascio. Sono furba, no? Trallallà.

(entra Ale)

Ale - Che bel fascio! Anche mio nonno ne aveva uno così!

Elisa - E tu, cosa ci fai con quello scudo?

Ale - O niente. L'ho trovato in soffitta. Dev'essere stato di mio padre. Ma non capisco a cosa gli servisse.

Elisa - Se io ti regalo il fascio, tu mi dai lo scudo crociato?

Ale - Volentieri. Ma tu che cosa ci fai?

Elisa - Lo voglio appendere nella mia camera.

Ale - Nella camera di una ragazza io mi aspetterei di vedere un poster di Leonardo Di Caprio, non uno scudo.

(entra Laura)

Laura - Olive, Olivelle, Olivette, Chi vuole assaggiare le mie olive?

Elisa - Io, io, fammele sentire

Ale - Anche a me, anche a me.

Elisa - Buone.

Ale - Buone.

Laura - Facciamo merenda.

Elisa - Per fare merenda ci vuole il vino.

Ale - Per fare merenda ci vuole il formaggio.

Laura - Allora tu porta il vino e tu porta il formaggio.

Elisa - Io ho solo uno scudo.

Ale - Io ho solo un fascio.

Laura - Allora niente merenda. Le olive me le mangio tutte io.

Elisa - Che sfondata.

Ale - Che mangiona. E a noi cosa ci lasci?

Laura - Gli ossi.

Elisa - Vuoi vedere che ti butto giù?

Laura - Provaci.

Elisa - (ci prova a scuotere Laura) Accidenti, non ci riesco.

Ale - Prova con l'ascia.

Elisa - L'ascia l'ho data a te, provaci tu.

Ale - Ma tu poi mi ripari con lo scudo. Dai facciamo un'alleanza.

Elisa - Nazionale?

Ale - No, un'alleanza di centro.

Elisa - E io cosa ho detto? fare un'alleanza di centro sarebbe come fare di ogni erba un fascio.

Laura - Olivi, olivelli, olivetti. Io me ne vado e vi saluto (se ne va).

Ale - Se ne è andata.

Elisa - Te l'avevo detto, che scemo che sei. Bisognava trattare subito.

Ale - Siamo rimasti a bocca asciutta.

Elisa - M'è venuta un'idea!

Ale - Quale idea?

Elisa - Andiamo a sdraiarci sotto la quercia e facciamo finta di fare l'amore, vedrai che l'olivo tornerà e così riattacchiamo discorso.

Ale - Ma se poi sotto la quercia troviamo una falce o un martello?

Elisa - Di che cosa ti preoccupi!  Non ti ricordi che mi hai regalato lo scudo da appendere in camera? Al massimo accanto allo scudo appenderò anche il martello. E tu accanto alla fascina metterai il falcetto.

Ale - Non ti sembra di fare troppa confusione?

Elisa - Sei sempre il solito stupido. Non vorrai mica portare sempre la stessa giacca per tutta la vita? Sii più elastico, sveglia quella testolina...

Ale - Sì ti confesso che sono un po' imbarazzato. Come si fa a voltar gabbana senza farsi accorgere?

Elisa - E' più semplice di quanto credi. Guarda. Un due tre, ecco a voi la Grande Illusione. (numero della giacca).

(canzone "il teatro dell'anima" come passerella finale)

 

FINE