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Mistero

 Mistero

Commedia brillante in tre atti

Di

Giuseppe Aronne

Personaggi

Gian

Aldo

Bianca

Rosa

Oreste

Ugo

Marco

Uomo

Il morto

Scena

Un salone di un vecchio castello. Sul fondo al centro un mobile che nasconde  una tenda che a sua volta nasconde un ripostiglio. A sx entrata da fuori e si va in biblioteca a dx si va in tutte le altre camere. In scena a sx un tavolo (solo a inizio del primo atto c’è sopra un quadro, un martello e un chiodo)  due sedie e qua e la qualche secchio per fare notare che si sta lavorando. 

MISTERO – ATTO PRIMO

Scena 1

Aldo – Gian

Aldo: (entra da sx con in mano un pennello) Gian…

Gian: (da fuori) cosa vuoi…

Aldo: non ho ancora capito perché siamo venuti ad abitare in questo vecchio castello sperduto tra queste montagne, lontano chilometri e chilometri dalla città.(esce a sx)

Gian: (entra da dx) te l’ho già detto mille volte… per dimenticare le disavventure amorose che abbiamo avuto (esce a dx)

Aldo: ( entra da sx) se tu la vuoi dimenticare… perché la devo dimenticare pure io…a me non è dispiaciuta… io non ero mai stato con una donna e non mi è dispiaciuto per niente… anzi… voglio ricordare… perché prima che me ne capiti un’altra…(esce a sx)

Gian: (entra con una scala) piantala lì di dire stronzate… mi dovresti ringraziare… se ti ho portato qui con me e per non farti spennare come un pollo… (tra sé) che pollo… (nel frattempo ha aperto la scala e la posizionata vicino alla parete sul fondo verso dx e c’è salito su)

Aldo: (entra da sx con in mano un secchio) a me è rimasto il suo amore… mi ha detto che è grande… grande… grande…

Gian: (scende dalla scala) lo vuoi capire che era solo una truffatrice e tu ci sei cascato come un fesso?..

 Aldo: ah… dici che non torna?..

Gian: torna… quando erediti un altro appartamento… ma come si fa a farsi abbindolare come ti sei fatto abbindolare tu… fare la congiunzione dei beni… anzi l’inversione dei beni… scemunito…

Aldo: mi aveva detto che se eravamo innamorati dovevamo scambiarci i nostri beni… come dimostrazione del nostro amore…

Gian: e tu le hai intestato l’atto dell’appartamento, appena ereditato dai tuoi genitori… e anche il libretto di risparmio…che stupido!...

Aldo: anche lei mi ha donato tutto quello che aveva… tutto il suo grande amore… mi ha detto che è il bene più prezioso che possiede una donna… e non si dona se non si ama veramente… me lo dimostrava tutte le notti…come era bello…

Gian: come era bello… quelle notti di passione ti sono costate un appartamento e un bel pò di migliaia di euro… se andavi con una prostituta ti bastavano poche centinaia di euro e quelle notti “di passione” le avresti avute lo stesso… che imbecille!...

Aldo: (rifà il verso) che imbecille… tu allora… anche tu ci hai rimesso l’appartamento e devi pagare gli alimenti

Gian: la mia è stata una normale amministrazione di una separazione… caro mio… le donne sono sanguisughe… ti sposano e se non fili dritto ti succhiano tutto il sangue… perciò ho deciso… non voglio più donne… non voglio avere niente a che fare con l’altro sesso… il mio motto da oggi è… chi fa da sé fa per tre e alle donne tiè…(fa il gesto dell’ombrello)

Aldo: invece il mio è… non fare da solo quello che puoi fare in due…

Gian: appunto… qui siamo venuti in due per non essere soli…

Aldo: in due… intendevo dire io e una donna!

Gian: adesso basta… (sale sulla scala) passami il quadro

Aldo: perché non te lo sei preso tu… prima di salire?…

Gian: perché altrimenti non posso dire a te di passarmelo…

Aldo: non te lo posso passare… ho la mano occupata… tengo il secchio…

Gian: posa quel secchio e passami il quadro... altrimenti…

Aldo: (posa il secchio vicino alla scala e prede il quadro da sopra il tavolo.) tieni capo… altrimenti… (li fa il verso)

Gian: (prende il quadro) cosa vorresti dire con quel altrimenti…

Aldo: niente… l’hai detto tu e l’ho ripetuto…

Gian: tu devi fare quello che io ti dico di fare e non quello che io faccio… imbecille… (si accinge ad attaccare il quadro ma non c’è il chiodo) dove è il chiodo… come faccio ad appendere il quadro se non c’è il chiodo?… passami il chiodo e il martello.

Aldo: (prende da sopra il tavolo il chiodo e il martello e li porge a Gian)

Gian: (ha il quadro in mano) come faccio a prenderli se ho le mani occupate?… prendi il quadro…

Aldo: come faccio a prendere il quadro se ho in mano il chiodo e il martello?…

Gian: posali imbecille…

Aldo: (posa il chiodo e il martello e prende il quadro)

Gian: passami il chiodo e il martello

Aldo: non posso…

Gian: perché?

Aldo: perché ho il quadro in mano…

Gian: (impazientito scende dalla scala e mette il piede dentro al secchio. Guarda malissimo Aldo) chi ha messo il secchio qui sotto?…

Aldo: io…

Gian: perché?…

Aldo: me lo hai detto tu di posarlo… per prenderti il quadro…

Gian: di posarlo sì, ma non sotto la scala…

Aldo: come facevo a sapere che sei così scemo da metterci il piede dentro?…

Gian (sempre più impazientito, toglie il piede da dentro il secchio. La scarpa sarà macchiata di bianco) lasciamo perdere che è meglio… ma perché ti ho portato con me?… perché?… perché…

Aldo: appunto… perché?… perché?… perché…(posa il quadro)

Gian: (lo guarda male) lasciamo perdere… (chiude la scala) portala di là… (indica a dx)

Aldo: perché devo portarcela io?… non puoi portarcela tu?…

Gian: perché siamo in due… io la chiudo e tu la porti di là… così dividiamo il lavoro a metà…

Aldo: a proposito di lavoro… perché sono io che devo badare alle mucche, alla stalla, fare l’orto, tagliare la legna e lavare il pavimento?…

Gian: perché io faccio dell’altro… rifaccio i letti, accendo il fuoco, faccio da mangiare e penso…

Aldo: a cosa pensi?…

Gian: a cosa devo farti fare… vai a posare la scala

Aldo: (prende la scala e esce a dx)

Gian: (si guarda intorno indica un mobile situato contro la parete sul fondo) questo è meglio spostarlo… ti sbrighi o devo fare tutto io?…

Aldo: (entra) eccomi capo… agli ordini

Gian: (lo guarda male) Aiutami a spostare questo mobile più in là

Aldo: Ma non sta bene dov’è??

Gian: No… Mi piace spostarlo più in là (spostano il mobile e dietro c’è una tenda che chiude un ripostiglio)

G. e A.: (guardano sorpresi)

Gian: E questa cos’è??

Aldo: (Fa per aprirla)

Gian: Fermo!!!! Aspetta un momento e non toccare niente! (esce a dx e rientra subito con dei fogli in mano) Allora… Di là (indica a dx) ci sono dieci camere, la cucina, la sala e tre bagni. Di là (indica a sx) c’è l’ingresso sulla destra e la biblioteca a sinistra più altre camere che non si possono aprire. Quì (indica il fondo) c’è un muro largo due metri che separa questa parte del castello con un’ala dove si dice abiti un individuo che non si è mai visto. Sì tutto come ci hanno detto ma non parla di nessun altro ingresso… Adesso apri!

Aldo: Ma perché devo aprire io??

Gian: Perché te lo dico io

Aldo: Per  perdere tempo a dirlo a me, perché non la apri tu??

Gian: (si arrabbia) Ti ho detto di aprire e non discutere.

Aldo: (con molta precauzione apre la tenda e si vede un incavo vuoto. I due si avvicinano, entrano e toccano le pareti)

Gian: è solo uno sgabuzzino… Lo useremo come ripostiglio… (si guarda intorno)Ed eccoci qua padroni di un castello

Aldo: Veramente di una piccola, piccolissima parte di un castello

Gian: piccola o grande che sia, l’importante è che non ci siano donne a portarcelo via. Perché ti ricordo che…

G.e A.: (si mettono a cantare andando avanti e indietro) Chi fa da sé fa per tre e alle donne tiè (gesto dell’ombrello)… Chi fa da sé fa per tre e alle donne tiè (gesto dell’ombrello)…

Scena 2

Gian – Aldo – Bianca

G.e A: Chi fa da sé fa per tre e alle donne tiè (gesto dell’ombrello… Rimangono sorpresi perché si trovano di fronte Bianca, una donna bella ed elegante che ha con sé una carrozzella per neonati)

Bianca: (entra da sx) Bell’accoglienza… è così che si accolgono le donne??

Aldo: Eh, anche peggio!

Gian: E lei che ci fa qui?

Bianca: Non lo so… All’improvviso ho sentito il desiderio di lasciare la città, ho preso mio figlio e cammin facendo sono arrivata fin qui

Gian: e ora si riprende suo figlio e… cammin facendo se ne torna da dove è venuta

Bianca: Lei avrebbe il coraggio di mandare una madre con suo figlio incontro a non so quali pericoli in questo posto dimenticato dall’umanità?

Gian: Visto che questo posto è dimenticato dall’umanità… perché c’è venuta??

Bianca: Non lo so… so solo che mi sono messa a camminare, non so per quale motivo… Fin ché mi sono trovata davanti a questo castello. Non volevo entrare ma una forza sovrannaturale mi ha spinto a farlo e una volta dentro voi due mi avete accolta con quel bel gesto

Gian: Stia a sentire bella donna… Queste fandonie le racconti a qualcun altro. Lei vorrebbe farci credere che con quella carrozzella, vestita così e soprattutto con quelle scarpe ha camminato per kilometri e kilometri su sentieri, che manco i muli passano, ed è arrivata bella fresca fin quassù

Bianca: Ma cosa vuole che le dica? Non lo so nemmeno io… Alle 11 ero a casa mia e alle 11.45 mi sono ritrovata davanti a questo castello e ora… chiedo ospitalità

Gian: Cosa???? È impossibile in così poco tempo! Comunque… dalle 11 alle 11.45 sono 45 minuti… un tempo di una partita di calcio… 15 minuti d’intervallo e 45 minuti più recupero per tornarsene da dove è venuta…

Bianca: Ma lei è testardo come un mulo! Ha visto che posto è questo? Le sembra che una donna e un neonato possano andarsene a spasso da soli? Io mi fermo qua! Questa sera si cena, mi darete una stanza per dormire e domani uno dei due mi accompagna in città!

Aldo: La signora ha ragione! Non possiamo mandarla in giro da sola in mezzo al bosco, ci sono i lupi, i leoni, le tigri…

Gian: I leopardi, le iene… Più che un bosco mi sembra una jungla… Qui non siamo mica in Africa

Aldo: Non importa, comunque di pericoli per una mamma e un neonato ce ne sono

Bianca: vede che il suo amico ha più anima?… è più generoso. (Lo guarda) Si vede a prima vista che lei è più sensibile

Gian: Lei l’ha notato subito che è più scemo

Bianca: Ho detto più sensibile, non scemo

Gian: Non l’ha detto ma l’ha pensato. (un attimo di riflessione) Va bene, per questa sera cenerà e dormirà… Ma domani mattina si prende il fagottino e… smammare! Capito?

Bianca: Vedremo… e per ora grazie!

Aldo: (va a guardare dentro la carrozzella e allunga una mano dentro la stessa ma viene fermato da un urlo di)

Bianca: (urla) ma cosa fa?.. mi vuole svegliare il bambino… ma guarda questo… (afferra la carrozzella. A Gian) mi faccia vedere dov’è la mia camera (si china verso la carrozzella) tesoruccio questo brutto ti voleva svegliare…

Aldo: (ha un’ espressione di stupore)

Gian: (ad Aldo) accompagna la signora nella stanza numero 17

Aldo: le stanze anno i numeri? E la 17 dov’è?…

Gian: ma parcheggiala dove vuoi… l’importante è che domani smammi

Bianca: sempre gentile

Aldo: da questa parte (si avvia a dx)

Bianca: ma guarda questi cafoni… non vedete che devo spingere la carrozzella?… mi potreste per lo meno portare la valigia?…

G. e A.: ( guardano in giro per trovare la valigia)

Gian: l’avrà lasciata fuori… valla a prendere…

Aldo: (si avvia a sx)

Bianca: ma dove va? (indica un punto) ma non la vede?

Aldo: (si guarda in giro per trovare la valigia)

Gian: la vuoi prendere sta valigia si o no?… non fare impazientire la signora…

Aldo: (prende la valigia che non c’è, fa un po’ di scena per far vedere che è pesante e si avvia a dx)

Ma quanto pesa… si è portata dietro la casa… venga con me…(esce a dx)

Bianca: (si avvia spingendo la carrozzella, arriva sulla soglia si ferma e a Gian) invece di stare lì a fare niente, prepari il latte per il bambino (esce a dx)

Gian: è presto… non abbiamo ancora munto…

SCENA 3

Gian – Aldo – il morto

Gian: (tra sé) questa non è un chilo e neanche un etto… a  chi la vuole dare a bere che è venuta dalla città, con la carrozzella, vestita tutta elegante, le scarpe con i tacchi, la valigia che non c’è… devo stare attento… mi sembra una matta… (pochi secondi di riflessione) forse abita nel castello e ci vuole mandare via, per rimanere la padrona assoluta… oppure è l’inquilino che non si è mai visto… l’inquilino è un’inquilina… devo stare attento…

Aldo: (entra di corsa da dx spaventato parla balbettando) Gii gi Gian… que… que… quella è tutta matta

Gian: no… quella non è matta, fa la matta

Aldo: Gigi… Gigi… Gian no no… non c’è ne ne  nessun ba ba bambino de de dentro la ca ca carrozzella

Gian: non dire stronzate… quando ti sei avvicinato alla carrozzella non hai sentito come ha urlato per paura che lo svegliassi… e quando è uscita non l’hai sentita che ha chiesto il latte per il bambino… ti sarai sbagliato…

Aldo: ti dico che la carrozzella è vuota non c’è nessun bambino…

Gian: va bene non c’è nessun bambino… adesso metti la scala nel ripostiglio e poi vai a mungere Susanna così dai il latte al bambino che non c’è… (esce a dx)

Aldo: (lo segue) ma se non c’è nessun bambino… (esce e rientra con la scala, la posa contro la parete sul fondo, apre la tenda senza guardare dentro. Dentro c’è un uomo in piedi, molto pallido, sembra un cadavere. In mancanza di un attore si può mettere un manichino vestito. Prende la scala si accinge a metterla dentro, vede il cadavere, posa la scala e richiude la tenda) Gi Gi Gian vi vi vieni corri…

Gian: (entra da dx) cosa hai da urlare?… hai visto un morto?...

Aldo: pe pe peggio ho vi vi visto un ca ca cadavere vivo…

Gian: un cadavere vivo? Impossibile…

Aldo: l’ho l’ho l’ho visto

Gian. E dov’è questo cadavere?…

Aldo: di di dietro la tenda…

Gian: aprila…

Aldo: io la tenda non la apro

Gian. Apri la tenda e facciamola finita

Aldo: (chiude gli occhi e apre la tenda, il ripostiglio è vuoto)

Gian: avevi detto che era un cadavere vivo?

Aldo: non lo so… sembrava avesse gli occhi aperti

Gian: allora se ne è andato, qui non c’è nessun cadavere…

Aldo: (apre gli occhi) impossibile era qui in piedi…

Gian: in piedi e ti guardava… (chiude la tenda) vai a mungere Susanna e porta il latte per il bambino…

Aldo: ma non c’è nessun bambino…

Gian: invece c’è il cadavere? Mi stai preoccupando… non vedi ciò che c’è e vedi ciò che non c’è… vai vai…

Aldo: (preoccupato esce a sx)

SCENA 4

Gian – Bianca

Bianca: (entra da dx arrabbiata) che modi sono questi di ospitare una donna?

Gian: c’è qualche cosa che non va?…

Bianca: c’è qualche cosa che non va?… c’è tutto che non va… mi avete messo in una stanza piena di  polvere, ragnatele  dappertutto, mancano lenzuola e asciugamani e non c’è neanche la doccia…

Gian: per gli asciugamani e lenzuola o se li cerca in qualche stanza o li chiede ad Aldo, per quanto riguarda la doccia gli ex abitanti del castello non sapevano neanche che cos’era, se si vuole fare il bagno c’è una botte, la riempie di acqua e ci si butta dentro, per la polvere e le ragnatele la domestica se messa a scioperare e siamo rimasti senza personale…

Bianca: e lei cosa fa tutto il giorno… se li gratta?… non può pulire lei?  

Gian: hei bella donna… ne avevo già una che comandava a bacchetta e non ne voglio un’altra… se vuole la stanza pulita… sempre in qualche altra stanza ci sono scope, strofinacci, detersivi e soprattutto olio di gomito, di quello ne usi tanto…

Bianca: se permette io mi chiamo Bianca e non bella donna e visto il carattere che ha e il suo modo di trattare le donne, credo che olio di gomito ne usa parecchio lei…

Gian lei non si preoccupi e pensi a come andarsene domani mattina…

Bianca: le do proprio fastidio… eppure sarebbe anche un bell’uomo se non fosse così cafone…

SCENA 5

Gian – Bianca – Aldo

Aldo: (entra da sx con un pentolino in mano) ecco il latte…

Bianca: e me lo porta nella pentola?

Aldo: dovevo portarglielo nel secchio?… mi sembrava un po’ troppo…

Bianca: nel secchio? Lei mette il latte per il bambino nel secchio?

Aldo: e dove vuole che lo mungo…

Gian: la prossima volta, porti il bambino nella stalla, le apre la bocca, cosi glielo munge direttamente dentro… dal produttore al consumatore… più di cosi…

Bianca: ma non dica stronzate… ecco… vede mi fa dire le parolacce…

Aldo: chi va con lo zoppo impara a zoppare

Bianca: (prende il pentolino guarda il latte) ma non l’ha bollito?

Aldo: no è ancora caldo, l’ho appena munto…

Gian: stop… adesso vengo io di la e glielo scaldo altrimenti qui facciamo notte… e tu metti a posto la scala (esce a dx seguito da Bianca)

SCENA 6

Aldo – Gian – il morto

Aldo: (rimasto solo) metti a posto la scala… e facile comandare… io quella tenda non la apro… ma se non metto a posto la scala si arrabbia… però prima c’era e poi non c’era… mi sarò sbagliato? (afferra la tenda) la apro o non la apro… e se la apro cosa ci trovo? E se ce lo trovo cosa faccio?… ma non c’è niente, sarà stata una mia allucinazione… io apro… (apre la tenda e c’è il cadavere, in una posizione diversa. Da il tempo che il pubblico lo veda e richiude. Spaventato corre a sinistra, arriva sulla soglia della porta e torna indietro)

Gian: (entra di corsa da dx, arriva a metà scena e si scontra con Aldo, entrambi cadono per terra)

Aldo: il mo… il momo… il morto…

Gian: il bambi… il bambi….

Aldo: hai visto bambi?…

Gian: non ho visto il bambino… avevi ragione non c’è nessun bambino… lei ha messo il latte dentro il biberon, ha preso il bambino per darglielo e non c’era nessun bambino, ma il latte è sparito lo stesso, l’ho visto io mentre diminuiva come se qualcuno lo stesse ciucciando… Aldo ci sono gli spiriti… quella donna è una strega…

Aldo: Gian c’è… c’è… c’è…

Gian: cosa c’è ancora? per oggi ne ho abbastanza…

Aldo: c’è… c’è il morto…

Gian: no… il morto non c’è… abbiamo controllato prima…

Aldo: ti dico che il morto c’è… l’ho visto di nuovo…

Gian: adesso vediamo (apre la tenda e non c’è niente) visto, non c’è nessun morto…

Aldo: ma c’era l’ho visto… possibile che ho le allucinazioni?

Gian: ma il bambino c’è…

Aldo: ma non hai detto che non c’è nessun bambino…

Gian: c’è ma non si vede… il latte dal biberon è sparito in due secondi…bisogna escogitare un piano per farla andare via subito… altrimenti stanotte chissà cosa succederà…

Aldo: Gian hai fatto sparire le scope?…

Gian: perché?…

Aldo: le streghe usano le scope per volare…

Gian: che streghe e streghe… qui  si tratta di qualcosa di peggio… si tratta di spiriti…

Aldo: di… di… di spiriti?!?  gli spiriti non si vedono… il bambino è lo spirito del castello e la strega è sua mamma

Gian: non so chi è… ma io ho avuto dei sospetti fin da subito… lo avevo notato che c’era qualcosa di strano…

SCENA 7

Gian – Aldo – Bianca

Bianca: (entra da dx con atteggiamenti di chi ha un bambino in braccio) siete qui?…

G. e A.: (fanno un salto in dietro)

Gian: (ad Aldo) assecondiamola… facciamo tutto quello che dice… eee sì, siamo quì desidera?…

Bianca: mi dovreste tenere il bambino … devo fare il bagno nella botte e non posso tenermi il bambino in mano se mi devo lavare… (tra sé ad alta voce) ma guarda se una signora deve fare il bagno dentro una botte…

Gian: no… non lo può lasciare dentro la carrozzella?…

Aldo: no… no… non lo può mettere per terra sopra una coperta e farlo giocare con qualcosa… mentre lei fa il bagno?…

Bianca: no, non si può… ma… non avrete paura di tenere un bambino in braccio?... che uomini… e voi vorreste fare i papà…

Gian: non vogliamo fare nè i papà nè…

Aldo: parla per te… a me piacerebbe fare il papà… avere dei pargoletti da coccolare…

Gian: allora comincia con questo…(indica in direzione di Bianca)

Bianca: (porge il bambino ad Aldo) lo tenga su…

Aldo: (ha paura) no… no… no…

Gian: e prendi sto bambino… non volevi fare pratica per diventare un buon papà?…

Aldo: (si fa coraggio e prende il bambino)

Bianca: (porge il bambino) vai tesoruccio vai con lo zio che ti vuole tanto tanto bene… ha visto che si è già affezionato?... e come le sorride…

Aldo: (contento) davvero? (sorride anche lui)

Bianca: mi raccomando state attenti è un bimbo molto delicato… e andiamo a fare il bagno… una signora che fa il bagno dentro una botte… meno male che almeno l’acqua è calda…

Aldo: mi raccomando la riempia fino all’orlo così l’acqua la copre tutta…

Gian: e speriamo che affoghi…

Bianca: cos’ha detto?

Gian: niente niente… speriamo che sia di suo gradimento

Bianca: già… mi raccomando perché se dovesse succedere qualcosa al bambino vi spello vivi… (esce a dx)

SCENA 8

Gian – Aldo – il morto – Uomo  

Aldo: Gian

Gian: cosa c’è…

Aldo: hai sentito?… ha detto che se succede qualcosa al bambino ci spella vivi… Gian ti ti tienilo tu…

Gian: no no, visto che ce l’hai tu lo tieni tu…

Aldo: (breve pausa) Gian…

Gian: cosa c’è…

Aldo: lo sai che mi sembra di avere veramente un bambino in braccio?…

Gian: se ti ho detto che il bambino c’è ma non si vede…

Aldo: hai ragione sento il suo calore… dici che mi vuole bene?…

Gian: (lo guarda male) non dire stronzate…

Aldo: (ci prende gusto lo dondola e canta una ninna nanna)

Ninna nanna ninna oh

Questo bimbo a chi lo do

Se lo do all’uomo nero

Se lo tiene un anno intero

Se lo do alla befana

Se lo tiene una settimana

Ninna nanna ninna oh

Questo bimbo non lo do

Gian: (lo guarda, scuote la testa e si avvicina alla tenda) alla fine la scala la devo mettere a posto io (apre la tenda senza guardare e si accinge a prendere la scala)

Aldo: (guarda e vede il cadavere e si spaventa) Gian il mo mo morto… (apre le braccia e butta in aria il bambino)

Gian: (si precipita ad afferrare il bambino prima che lo stesso cada per terra, si gira e anche lui vede il manichino) mamma mia (dallo spavento apre le braccia lo ributta in aria e si precipita a chiudere la tenda)

Aldo: (afferra il bambino) te te te telo lo te lo avevo detto

Gian: co coco cocosa

Aldo: che c’era il mo mo morto…

Gian: l’hol’ho lolo visto… ora ca caca caca

Aldo: te tete te la sei fatta addosso…

Gian: ma che fa… fatta addosso… comunque quasi… do do dobbiamo stare calmi. Adesso tu rimani qui co col bambino e io vado in biblioteca a vedere se trovo qualche libro che spieghi questo mistero del morto che un po’ c’è e un po’ no

Aldo: (con atteggiamenti di chi ha un bambino in braccio) non posso venire anche io…

Gian: di là c’è umido e al bambino non fa bene… rimani qui, non aprire quella tenda e non ci sarà nessun pericolo… (esce a sx)

Aldo: (si siede vicino al tavolo con in braccio il bambino, lo dondola e canta una ninna nanna)

Uomo: (entra da sx vestito di nero con un cappuccio e una felpa che li nascondono testa e viso attraversa la scena e esce a dx)

Aldo: (lo vede con la coda dell’occhio mentre esce,si alza e va a dx ) Gian hai trovato qualcosa?…

Gian: (entra da sx) macché non ho trovato niente…

Aldo: (si gira sgrana gli occhi) ma ma ma non sei uscito di là (indica a dx)

Gian: no sono appena entrato…

Aldo: Gian… qualcuno ha attraversato la stanza ed è uscito di là (indica a dx ha sempre il bambino in braccio)

Gian: ma no… te lo sei immaginato… con lo spavento di prima sei ancora scioccato…

Uomo: (rientra da sx si ferma un attimo a metà scena ed esce dalla tenda)

G. e A.: (si girano e lo vedono entrare nel ripostiglio. La tela si muove, si agitano e corrono per la scena buttando e afferrando il bambino finche si scontrano e cadono)

Bianca: (entra da dx in accappatoio) cosa è questo baccano (la tenda ha smesso di muoversi) e il bambino chi c’è là…

G. e A.: (si indicano a vicenda) lui…

Gian: per ultimo non lo avevi acchiappato tu…

Aldo: io no… credevo lo avessi preso tu…

Bianca: (urla) dove avete messo il mio bambino…

Gian: e che ne so… sarà rimasto in aria…

Bianca. ( guarda sotto il tavolo ) ma guarda dove è il bambino, sotto al tavolo… (ad Aldo) lo prenda su…

Aldo: chi io?…

Gian: (urla) e prendi sto bambino…

Aldo: (si accuccia sotto al tavolo) vieni micio micio micio…

Bianca: guardi che non è un gatto… ha un nome…

Aldo: come si chiama

Bianca: Tenebrino

Aldo: preferisco micio micio… (lo afferra e lo da a Bianca)

Bianca: (prende il bambino) guarda sti bruti cosa ti hanno fatto… vieni dalla mammina micio micio… (esce a dx)

Aldo: ma guarda quella… a me dice di non chiamarlo micio micio e lei lo chiama micio micio…

Gian: Aldo c’è qualche cosa che non mi convince… troppi misteri… da quando è arrivata quella donna è tutto un mistero. Sediamoci e riflettiamo sul da farsi… non vorrei che ci scappasse il morto…

Aldo: il morto c’è…

Gian: non quello… un altro (silenzio o una musica. Dopo un po’ si sentono due spari)

G. e A.: (si alzano di scatto e scappano a dx)

IL SIPARIO SI CHIUDE

MISTERO – ATTO SECCONDO

SCENA 1

Gian – Aldo

Gian: (entra da dx sbadigliando e si va a sedere vicino al tavolo)

Aldo: (entra da sx con in mano un secchio e si avvia ad uscire a dx)

Gian: hai munto?...

Aldo: (si ferma, posa il secchio e va verso Gian) ho munto… Gian questa notte non ho chiuso occhio… pensavo agli spari che abbiamo sentito ieri sera… sembravano due spari di pistola…

Gian: non lo sembravano… lo erano. Quando sentiamo quelli dei cacciatori sono diversi… comunque non c’è da preoccuparsi… sono stati sparati da lontano…

Aldo: sembrava venissero da qui fuori…

Gian: era l’eco… da queste parti il suono rimbalza di montagna in montagna… comunque non sono gli spari che mi preoccupano, ma quel bambino che non si vede ma si sente… ha pianto tutta la notte… e che voce fastidiosa…

Aldo: a volte sembrava che lo stessero strangolando… non ho chiuso occhio per tutta la notte…

Gian: bisogna convincerla ad andarsene… un’altra notte così e strangolo madre e figlio…

Aldo: la madre può darsi… ma voglio vedere come fai col bambino…

Gian: un modo lo trovo… comunque dobbiamo risolvere il mistero del morto che c’è e non c’è e l’apparizione di quell’individuo vestito di nero…

Aldo: avvisiamo la polizia così se la sbrigano loro…

Gian: sei matto? Ci sequestrerebbero tutto! e poi con la lentezza della burocrazia potranno metterci piede qui dentro i nostri eredi…

Aldo: sarà difficile

Gian: perché?…

Aldo: se hai detto che non vuoi avere più niente a che fare con l’altro sesso, come fai ad avere degli eredi?…

Gian: io… e tu?

Aldo: io non l’ho mai detto… anzi non vedo l’ora di conoscerne un’altra… oppure che torni Elena, come era bella… mi ricordo ancora le sue carezze, i suoi baci, il suo profumo…

Gian: la casa, il conto in banca… ma quanto sei scemo…te l’ho detto…

Aldo: lo so che il nostro motto deve essere… chi fa da se fa per tre e alle donne tiè (fa il gesto dell’ombrello verso dx mentre entra Bianca)

SCENA 2

Gian – Aldo – Bianca

Bianca: (entra da dx) ancora quel gesto… ma ce l’avete proprio con me… invece di stare qui a fare gli scemi potreste portarmi il latte per il bambino…

Aldo: secondo lei perché mi sono alzato?… e intendo dire proprio alzato, non svegliato, perché sono stato sveglio tutta la notte… per andare a mungere Susanna, Gertrude e Gelsomina.

Bianca: e chi sarebbero??

Aldo: Le mie vacche no?!

Bianca: e il latte dov’è?

Aldo: (indica il secchio) nel secchio?!

Bianca: mi porta il latte nel secchio?

Aldo: ieri gliel’ho portato nella pentola e si è lamentata, oggi glielo porto nel secchio e si lamenta, domani…

Gian: non ci sarà nessun domani

Bianca: vedremo. (ad Aldo) per favore me lo fa scaldare? quando è pronto mi chiami…

Aldo: sarà fatto! (prende il secchio ed esce a dx)

SCENA 3

Bianca – Gian – Aldo  

Bianca: (si avvicina a Gian) dormito bene?

Gian: faccia lei… con quel bambino che ha rotto tutta la notte… perché lei ha dormito?

Bianca: io si… benissimo, erano notti che non dormivo cosi bene…

Gian: ma mi prende per i fondelli?… tutta la notte con quel piagnisteo…

Bianca: io non ho sentito niente… primo: il bambino l’ho messo a dormire nella camera accanto… secondo: mi sono messa due tappi nell’orecchie per non sentirlo piangere…

Gian: ma che mamma è lei? Lasciarlo piangere tutta la notte…

Bianca: macché tutta la notte, piange per un pò… e quando si stufa la pianta li…

Gian: lo sa a che ora ha smesso? Alle sei di questa mattina!…

Bianca: cosi presto?… comunque non mi sono fermata qui per parlare del bambino… ma di noi…

Gian: di noi? Di noi non c’è niente da dire… perché le nostre strade da oggi si separano

Bianca: (si avvicina a Gian e li appoggia le mani sulle spalle e le massaggia) ma perché fai così… te l’ho detto che quando non sei scorbutico sei un bell’uomo… e tra noi due potrebbe nascere… non so… fai tu…

Gian: (si nota che prova piacere delle carezze di Bianca) no no dimmelo tu…

Bianca: beh… potrebbe nascere un’amicizia o qualcosa di più

Gian: qualcosa di più… quanto di più?

Bianca: diamo tempo al tempo e si vedrà…

Gian: e se cerchiamo di guadagnare tempo? Non è meglio?

Bianca: forse hai ragione è meglio non perdere tempo… non si sa mai

G e B: (si mettono l’uno di fronte all’altra con le mani sui fianchi altrui. Bianca guarda a dx)

Aldo: (entra da destra)

Bianca: (allontana bruscamente Gian) la vuole smettere di importunarmi mascalzone!!! Non può rimanere un attimo solo con una donna che ne approfitta subito… tutti uguali gli uomini (ad Aldo) e lei cos’ha da guardare?…

Aldo: volevo solo avvisarla che il latte è pronto

Bianca: grazie… ( esce a dx) 

Aldo: che cos’ha?... l’ha morsicata una vipera?

Gian: è lei la vipera…

Aldo: è talmente velenosa che il nostro don Giovanni ci prova…

 Gian: ma che prova e prova… ma se è lei che ci provava e vedendosi respinta ha fatto quella sceneggiata

Aldo: lei ci provava? ( lo guarda) e si… abbiamo il lettin lover del castello… anzi il bell’addormentato del castello che aspetta la sua bella…

Gian: piantala di dire cavolate… e poi lo sai qual’è il mio motto…

Aldo. (lo spinge facendolo barcollare) ma piantala li…

Gian: giusto… piantala li… sta a sentire vorrei aprire la tenda per vedere se c’e il morto o chi per lui…

Aldo: perché se non c’è lui ci deve essere qualcun’altro?

Gian: ma è un modo di dire… dai apri la tenda…

Aldo: (si avvicina alla tenda e si ferma) scusa… non hai detto che la volevi aprire tu?...

Gian: si la voglio aprire… dai apri sta tenda…

Aldo: (si avvicina a Gian) scusa… ma se la vuoi aprire tu perché la devo aprire io?

Gian: siamo alle solite… quante volte te lo devo dire che io penso e tu esegui…

Aldo: a me questa cosa non mi convince (con molta cautela apre la tenda e il ripostiglio è vuoto)

Gian: vuoto…

Aldo: non mi sembri tanto contento…

Gian: e già… non lo so neanche io se lo abbiamo visto o c’è lo siamo immaginato…

Aldo: te non lo so… ma io l’ho visto, ne sono sicuro!…

Gian: va bene… vado in biblioteca a vedere se trovo qualche libro che mi aiuti a capire questi misteri… (esce a sx)

Aldo: e io vado a dormire… questa notte l’ho passata in bianco col figlio di Bianca che rompeva… (esce a dx)

SCENA 4

Rosa – Oreste

R e O: (sono vestiti da escursionisti e hanno uno zaino per uno sulle spalle)

Rosa: (entra di corsa da sx piange ed è seguita da)

Oreste: (entra da sx dietro a Rosa) piantala li di frignare… adesso basta…

Rosa: (li si avventa contro dandogli dei pugni sul petto) sei cattivo… non dovevi farlo… perché lo hai fatto perché…

Oreste: (arrabbiato) perché l’ho fatto? Perché… perché ho dovuto farlo punto e basta…

Rosa: (continua a piangere) tu lo hai fatto solo perché io li volevo bene…e anche Giacomino me ne voleva… ma tu non lo sopportavi e cosi gli hai sparato davanti ai miei occhi… sei il fratello più cattivo che ho…

Oreste: anche perché sono l’unico che hai (da questo momento inizia a grattarsi e a darsi dei colpi) se le ho sparato e perché non c’era nient’altro da fare! Lo capisci?...

Rosa: due colpi… non ne bastava uno…

Oreste: ho dovuto… il secondo per sicurezza, non potevo rischiare di lasciarlo vivo (si gratta)

Rosa: neanche sotterrarlo… non ho potuto neanche sotterrarlo…

Oreste: con cosa volevi farla la buca? Con le mani?... a quest’ora eravamo ancora li… (si gratta e tira fuori una pistola e la posa sul tavolo)

Rosa: (guarda la pistola e si avvicina alla stessa)

Oreste: è scarica… non sono mica scemo…

Rosa: bastardo… (gli si avventa contro per colpirlo con una sberla. Oreste si scansa e colpisce)

SCENA 5

Rosa – Gian – Aldo

Aldo: (entra da dx e si busca un ceffone da Rosa che lo fa cadere)

Rosa: (lo soccorre) ooh mi scusi non volevo… le ho fatto male?

Aldo: bene non senz’altro (si alza) e voi cosa ci fate qui? E lei perché picchia?

Rosa: non volevo picchiare lei… volevo picchiare lui…(lo spinge) lo sa chi è lui?… lo sa chi è lui?… (alza di più la voce) lo sa chi è lui?…

Aldo: se non me lo dice come faccio a saperlo?

Rosa: è un assassino, ha ucciso Giacomino…

Aldo: noooo davvero?

Rosa: e lo sa con cosa lo ha ucciso… lo sa?… (lo spinge) lo sa?…

Aldo: no non lo so… me lo vuole dire?!…

Rosa: (indica la pistola) con quella…

Aldo: (inizia ad avere timore)

Rosa: e lo sa con quanti colpi… lo sa?… (lo spinge) lo sa?…

Aldo: (afferra Oreste e lo mette tra lui e Rosa) lei si metta in mezzo… non lo so con quanti colpi… non c’ero

Rosa: due (ripete mettendo la mano sotto al naso di Oreste) due… non ne bastava uno…

Aldo: due?... sono quelli che abbiamo sentito ieri sera…

Rosa: li avete sentiti fino a qua?... (ad Oreste) quanto forte gli hai sparato se li hanno sentiti fino a qui?…

Oreste: ma che forte e piano?… quando si spara si spara e basta… (si gratta come aveva fatto per tutta la scena)

Aldo: (a Oreste con molta cautela) mi scusi… non si arrabbi… ma lei ha veramente ucciso Giacomino?

Oreste: si l’ho ucciso…  come ho già detto non ho potuto farne a meno… ho dovuto farlo…

Rosa: non hai potuto farne a meno neanche quando hai ucciso Bruno e Pepè… (ad Aldo) lo sa che ha ucciso anche Bruno e Pepè?… lo sa?… (lo spinge) lo sa?…

Aldo: (si ripara dietro ad Oreste) anche Bruno e Pepè (ad Oreste) non poteva lasciar perdere almeno con Bruno e Pepè?…

Oreste: non potevo… come ve lo devo dire?… (si gratta)

Rosa: sì che potevi…

Oreste: (si arrabbia) adesso basta… se ti ho detto che non potevo non potevo… adesso me li hai rotti hai capito?...

Rosa (arrabbiatissima) te li ho rotti?…e vediamo cosa ti rompo adesso… (gli sferra un ceffone)

Oreste (si abbassa)

Aldo: (si trova dietro a Oreste e lo prende in pieno. Barcollando gira per la scena)

Oreste: (lo ferma e lo fa sedere sopra una sedia)

Rosa: oooh poverino…. si è fatto male?...

Aldo: (fa cenno con la mano come per dire “ un pochino”)

Rosa: adesso si alzi e provi a stare in piedi su una gamba…

Aldo: (esegue)

Rosa: bene… non s’è fatto niente… meno male…

Aldo: per oggi ne ho abbastanza… due lerfoni così non ricordo di averli mai presi… (a Rosa) ma lei è un ercole in gonnella…

Rosa: no io sono Rosa… una fanciulla sola con questo bruto di suo fratello Oreste… una fanciulla il cui nome li si addice tutto… perché sono delicata come una rosa…

Oreste: ma va va… non dovevano darti il nome di un fiore ma quello di un ortaggio… carciofo… (si gratta)

Rosa: cos’hai detto?… (alza la mano per colpirlo)

Aldo: alt… se ne prendo ancora uno vado ko definitivamente…

Oreste: (si gratta)

Aldo: mi scusi… non voglio essere indiscreto…ma ha la rogna?

Oreste: ma che rogna… ho un esercito di formiche che mi camminano sotto i vestiti…

Aldo: formiche? E dove le ha prese…

Oreste: poco prima di arrivare qui mi sono seduto sopra un formicaio e mi sono riempito… non vedo l’ora di fare un bagno per togliermele d’addosso…

Rosa: peccato che non sono piranha… il bagno te lo farei fare dentro l’acido…

Oreste: finiscila (con fare minaccioso)

Rosa: (si va a mettere di fronte a mo di sfida) sennò?…

Aldo: (li allontana, ad Oreste) se vuole può andare nell’ultima stanza (indica a dx) c’è una botte, la riempie e ci si mette dentro

Oreste: una botte?... ma non c’è altro?

Aldo: per il momento non c’è altro… siamo dietro a fare il bagno con vasca doccia eccetera eccetera…

Oreste: accontentiamoci… (si gratta) non resisto più…

Rosa: mi raccomando… quando sei dentro chiamami…

Oreste: mi vieni a lavare la schiena?…

Rosa: no vengo a mettere il coperchio…

Oreste: sempre gentile… (si avvia a dx si ferma e torna indietro) questa è meglio che la porto via (prende la pistola ed esce) 

SCENA 6

Aldo – Rosa

Aldo: (da questo momento inizia a corteggiare Rosa) da quello che ho capito ti chiami Rosa…

Rosa: ( diventa timida) si…

Aldo: che nome bello… Rosa… ti potevi chiamare Margherita, Gelsomina, Crisantema… e invece ti chiami Rosa, il più bel nome che c’é…

Rosa: ma va… lo dici per farmi contenta…

Aldo: no… no… io la prossima volta nasco donna e lascio detto che mi voglio chiamare Rosa

Rosa: (si dondola) come sei carino…

Aldo: lo so… siediti…

Rosa: (si siede vicino al tavolo lato sx)

Aldo: (si siede vicino alla dx di Rosa) ti posso dare del tu…

Rosa: veramente ce lo stiamo già dando…

Aldo: che scemo… non me n’ero accorto… è un segno del destino…

Rosa: cosa?

Aldo: che ci diamo del tu senza neanche essercelo chiesto… è venuto cosi… spontaneo… non credi?

Rosa: hai ragione è un segno del destino… io non ho mai dato del tu ad un estraneo senza che lo stesso mi desse il permesso…

Aldo: neanche io… mai (sta per mettergli una mano sulla spalla)

Rosa: (si sposta con tutta la sedia di due o tre passi a dx)

Aldo: (la segue con tutta la sedia) per me non sei un’estranea…

Rosa: davvero?...

Aldo: mi sembra di conoscerti da quando… da quando… da quando ti ho conosciuta…

Rosa: anche io…

Aldo: (riprova a mettergli una mano sulla spalla)

Rosa: (come prima)

Aldo: (la segue) sai… ti devo confessare che io ho avuto un’altra donna…

Rosa: (si rattrista) davvero?…

Aldo: sì… ma mi ha lasciato… è sparita…

Rosa: ti ha lasciato?... ma come ha fatto a lasciare un uomo così…(lo guarda) così… così… insomma uno così…

Aldo: me lo sono chiesto anch’io… ma non lo so… (riprova a mettergli la mano sulla spalla)

Rosa: (come prima)

Aldo: (la segue) però… adesso che ho conosciuto te… penso che anche questo è stato un segno del destino

Rosa: quale?…

Aldo: che lei mi abbia lasciato, che sia sparita… così ho potuto conoscere te… Rosa… un fiore nel prato... ma che dico prato, nel deserto… hai mai visto fiori nel deserto?...

Rosa: no…

Aldo: neanche io… non ci sono mai stato nel deserto… ma me lo immagino… tu mi fai immaginare questo fiore nel deserto… che io sto per cogliere… e questo fiore sei tu… (fa per abbracciarla)

Rosa: (si alza di scatto)

Aldo: (si trova seduto sulla sedia dove era seduta Rosa)

Rosa: (si trova seduta sulla sedia dove era seduto Aldo)

Aldo: (da le spalle a Rosa) dove sei?… sei sparita amore mio…

Rosa: sono qui…

Aldo: (si gira e le mette una mano sulla spalla)

Rosa: (si allontana con tutta la sedia)

Aldo: (si avvicina come sempre) smettila di allontanarti altrimenti inchiodo la sedia… ormai ci conosciamo da quando sei arrivata e per dimostrarti quanto ti amo vado a raccoglierti… no non a raccoglierti ma a prenderti una rosa…

Rosa: vai nel deserto?... sì amore mio… ti aspetto…

Aldo: veramente vado qui fuori nel giardino… sai le coltivo io e non le stacco mai per nessun motivo… ma per te… (si alza e esce a sx) 

Rosa: (rimasta sola sospira e pensa ad alta voce) sarà il mio principe azzurro… ma non è vestito di azzurro… i principi dovrebbero essere alti, biondi, occhi azzurri, belli, ricchi e dovrebbero vivere nei castelli… vediamo un po’… alto…  insomma è alto cosi… (indica con la mano quanto lo vorrebbe alto e pian piano la abbassa) biondo… lo sarà stato da bambino… occhi azzurri… non si notano perché avrà le lenti a contatto… bello… bello… è bello dentro… ricco… è ricco di animo… vive in un castello… questo è un castello… eh già, abita quì e questo è un castello… è il mio principe!!!! (contenta inizia a danzare quando viene interrotta dalla voce di)

SCENA 7

Rosa – Oreste – Bianca – Aldo – Gian

Oreste: (da fuori) aiuto… aiuto… (entra da dx di corsa ha un asciugamano intorno alla vita e corre verso l’uscita di sx)

Bianca: (corre dietro ad Oreste con una scopa in mano per colpirlo)

Aldo: (entra da sx con una rosa in mano)

Bianca: (sferra il colpo di scopa per colpire Oreste)

Oreste: (schiva il colpo ed esce a sx)

Aldo: (prende il colpo in pieno sulla fronte e inizia a barcollare per tutta la scena con sguardo ebete)

Bianca: mi scusi non volevo colpire lei…

Rosa: amore ti sei fatto male?...

B. e R.: (bloccano Aldo e lo fanno sedere sopra una sedia al centro della scena)

Rosa: (inizia a schiaffeggiarlo, una volta con la sx e una con la dx e continua)

Aldo: (a secondo da dove arrivano i colpi fa roteare la testa)

Rosa: amore svegliati (schiaffo) amore svegliati (schiaffo e continua fin ché arriva Gian)

SCENA 8

Aldo – Bianca – Rosa – Gian – Oreste  

Gian: (entra da sx e osserva la scena) se continua ancora un po’ le stacca la testa… mi devo esser perso qualche passaggio… mi volete spiegare?…

Bianca: ero nella mia camera col bambino, quando all’improvviso è entrato un uomo nudo… un uomo nudo in camera mia… ho preso la scopa e li sono corsa dietro… ho sferrato il colpo (lo sferra in direzione di Gian si abbassa e colpisce Aldo) e per sbaglio ho colpito Aldo…

Gian: (indica Rosa) e lei?…

Rosa: io aspettavo il mio fidanzato che mi doveva portare una rosa

Gian: e il suo fidanzato dov’è?…

Rosa; (indica Aldo) è lui…

Gian: e mi sa che mi sono perso più di un passaggio… e l’uomo nudo?

Oreste: (entra da sx) sono io… ma ho l’asciugamano non sono proprio nudo…

Gian: (li guarda tutti) mi sono allontanato un attimo… non ero neanche tanto distante… giusto per andare in biblioteca a cercare dei libri… ma mi sembra che sono successe tante cose in mia assenza

Aldo: (inizia a riprendersi) oh mamma… oh mamma… ciao mamma… sono in paradiso con te mammina…

Gian: il paradiso può aspettare… ma c’è l’inferno se non sono messo subito al corrente di quello che è successo mentre ero via…

Aldo: (vede Rosa) amore… ero andato a prenderti una… (a Gian) una rosa da portare a Rosa ma quando stavo per dargliela… il buio!… ti presento Rosa, è la mia fidanzata…

Gian: la tua fidanzata?… vedremo… e il signore mezzo nudo?..

Oreste: sono il fratello…

Gian: e come mai gira nudo?...

Aldo: per le formiche… è arrivato portandosi a spasso un esercito di formiche e siccome era stufo di portarsele a spasso è andato a fare il bagno…

Oreste: dopo il bagno sono entrato per sbaglio dentro la camera di questa pazza…

Bianca: pazza a me?!! (afferra la scopa) guardi che questa volta non sbaglio (la alza)

Gian: (la ferma) calmiamocci… (a Bianca) vada a vedere se il bambino ha bisogno di lei…

Bianca: (si avvia a dx) pazza… gliela do io la pazza… (esce)

Gian: (indica Rosa e Oreste) voi due cercatevi momentaneamente una stanza ma mi raccomando non entrate in quella di Bianca… bussate prima di entrare…

R. e O.: (si avviano a dx)

Gian: e lei si vesta che è meglio…

Rosa: (ad Aldo) e tu non vieni con me?…

Aldo: certo… starò sempre con te… (si avvia)

Gian: (lo afferra per il colletto della camicia) la signorina può aspettare… io e te dobbiamo parlare…

Aldo: (a Rosa) dobbiamo parlare… a dopo tesoro…

R. e O.: (escono)

SCENA 9

Gian – Aldo

Gian: (dopo che sono usciti tutti) sono preoccupato… non sono rose e fiori…

Aldo: come!! Non è Rosa?… e allora chi è?…

Gian: e cosa ne so io chi è?…

Oreste: mi ha detto che si chiama Rosa… e allora fiore chi è?…

Gian: che ne so io chi è fior… ma cosa mi fai dire?... dico che non sono rose e fiori i nostri progetti di trasformare questa porzione di castello in un alloggio moderno nell’antico…

Aldo: perché?

Gian: ho trovato dei libri che se dicono il vero… qui tra non molto ci sarà un via vai che non ti dico…

Aldo: un via vai di turisti?... se vogliono visitare il castello li facciamo pagare così…

Gian: non turisti!… ma ex abitanti del castello…

Aldo: e no eh… adesso questa porzione è nostra… che vadano a farsi il via vai da un’altra parte…

Gian: ma non hai capito?... sono spiriti… sono gli spiriti di tutti coloro che sono morti nel castello… e fra un po’… non sono riuscito a decifrare la data giusta… si ritroveranno qui… proprio qui, per fare un consulto spirituale… e non vogliono vivi tra i piedi…

Aldo: e io li do ragione… ciao, ci vediamo in città… (si avvia a sx)

Gian: (lo afferra per il colletto della camicia) non fare lo scemo… c’è dell’altro… l’uomo misterioso è il guardiano del castello e deve fare in modo che non ci siano vivi per quel giorno… e se ho capito bene non possiamo neanche andare via…

Aldo: ma come fanno a non esserci dei vivi se non possiamo neanche andarcene?…

Gian: non lo so… so solo che non devono esserci dei testimoni per non portare curiosi, autorità eccetera eccetera…

Aldo: se non possiamo andarcene e non devono esserci testimoni… il guardiano cosa deve fare?…

Gian: non li rimane che una cosa… ucciderci…

Aldo: ucciderci?... ma è scemo?… tutti e sei? anche il bambino?…

Gian: tutti e cinque… il bambino no…

Aldo: perché il bambino non è in grado di testimoniare…

Gian: il bambino è uno di loro…

Aldo: il bam… il bambino uno di loro? Eh già non si vede… è uno spirito… ma Bianca lo vede, è sua mamma…

Gian: no… non è sua mamma… non ti ricordi quando è arrivata… ha detto che una forza misteriosa la spinta fin qui… lei crede di essere sua mamma… ma in realtà è stata scelta per portare qui l’anima di un’innocente che è stato ucciso nel castello, buttato nel fiume e trasportato in mare, Bianca ha solo riportato quell’anima nel castello… lei non conosce ancora la sorte che l’attende

Aldo: povera bianca e poveri tutti noi… poveri noi un corno, noi adesso ce ne andiamo… Gian l’ha porta è aperta Rosa e Oreste sono entrati, io sono uscito per prendere la rosa e sono rientrato perciò adesso facciamo i bagagli, salutiamo il bambino, l’uomo misterioso, il morto… no il morto no… e ce ne andiamo…

Gian: credi che non ci ho pensato?.. continuando a leggere… ho letto…

Aldo: per forza…

Gian: per forza cosa?

Aldo: hai letto… se hai continuato a leggere…

Gian: ignorante si dice cosi… ho letto che i vivi non devono essere uccisi nel castello…

Aldo: perché?…

Gian: perché altrimenti si deve rimandare il consiglio degli spiriti…

Aldo: è normale

Gian: normale cosa?…

Aldo: che è il consiglio degli spiriti… sono loro che lo organizzano

Gian: non interrompermi per dire delle cavolate… lo spirito più giovane deve avere almeno 1717 anni… ci sono due diciassette, l’età non è stata scelta a caso

Aldo: siamo fritti…

Gian: a proposito di fritto… è quasi ora che si mangi... vai a friggere qualcosa…

Aldo: stiamo per morire e tu hai fame?…

Gian: siamo nel duemila e tu credi ancora agli spiriti, al soprannaturale, all’uomo nero?…

Aldo: se non ci credi perché me l’hai raccontato?…

Gian: perché l’ho letto… sono profezie fatte da gualche mago dell’epoca che trovano il tempo che trovano…  vai… vai a friggere qualcosa  e tieni d’occhio i nuovi arrivati… anzi convincili ad andarsene…

Aldo: Rosa è la mia fidanzata e Oreste è suo fratello… pare che sia un assassino… ma è il fratello della mia fidanzata…

Gian: cosaaa? un assassino?… e noi nascondiamo un assassino?… no no se ne devono andare, non voglio avere niente a che fare con la giustizia…

Aldo: falli rimanere almeno per questa notte… poi parlo con Rosa e vediamo…

Gian: solo per questa notte… vai

Aldo: (esce a dx)

Gian: (rimasto solo va ad aprire la tenda e il ripostiglio è vuoto, la richiude) è vuoto… oggi niente morto e niente uomo del mistero… mi chiedo se li abbiamo visti o è stata un’allucinazione… è parecchio che siamo qui, senza vedere nessuno può succedere… e quello che ho letto… fandonie per spaventare la gente ignorante… (si avvia per uscire a sx)

SCENA 10

Gian – Bianca - Uomo

Bianca: (entra da dx) giusto tu…

Gian: (si gira, è brusco) cosa vuole…

Bianca: scusa per prima… sai ho visto Aldo e mi sono vergognata… non sono abituata… non lo so mi è venuto d’istinto… scusami…

Gian: è scusata… non parliamone più…

Bianca: no… io vorrei continuare a parlarne… perché quello che ti ho detto prima è la verità… io mi sto innamorando di te e…

Gian: scuse accettate… perché ti devo confessare che anche io provo attrazione nei tuoi confronti… c’è qualcosa in te che mi attrae

Bianca: siamo attratti l’uno dall’altra… questo è amore…

Bianca: (da le spalle a dx e le mette le mani intorno al collo)

Gian: (da le spalle a sx e fa altrettanto)

G. e B.: (si stanno per baciare)

Uomo: (appare da sx)

Bianca: (spinge via Gian) ancora?… allora lei è un pervertito, un molestatore… mi fa schifo! si vergogni!… (via a dx)

Gian: (rimane di stucco) ma vai a fan… (si gira e si trova di fronte l’uomo del mistero)

Uomo: (li afferra la testa e quando la lascia Gian cade per terra svenuto, ride ed esce dalla tenda)   

IL SIPARIO SI CHIUDE

MISTERO – ATTO TERZO

SCENA 1

Gian – Bianca

(C’è un sottofondo musicale o una canzone,)

Gian: (è seduto su una sedia nel mezzo della scena e dorme.)

Bianca: (danza intorno a Gian per circa un minuto poi esce a dx)

SCENA 2

Gian – Aldo

Aldo: (entra da sx si ferma vicino a Gian, lo guarda, gli passa una mano davanti agli occhi, afferra la sedia per le gambe posteriori la alza e lo fa cadere)

Gian: (caduto per terra si sveglia e si alza) amore mio non te ne andare (sta per abbracciare Aldo) mamma che brutto…

Aldo: e sei bello te… sveglia bell’addormentato… è da ieri che dormi su quella sedia… sono venuto più volte a svegliarti ma non c’è stato niente da fare… sei rimasto lì tutta la notte e non sai cosa ti sei perso…

Gian: cosa mi sono perso…

Aldo: un fegato… me lo ha dato Oreste… il fratello di Rosa… l’ho cotto ed è venuto che non ti dico…

Gian: appunto non dirmelo…

Aldo: non te lo dico per non farti venire l’acquolina in bocca… Rosa non ne ha voluto… Bianca ha detto che il fegato le fa senso… e così ce lo siamo mangiato tutto io e Oreste… mentre tu eri qui che ronfavi…

Gian: ho la testa che mi scoppia… sei sicuro che sono stato qui solo una notte?

Aldo:da ieri a oggi è passata una notte…

Gian: per le stanze oltre a voi non ha girato nessuno? E bianca è rimasta sempre nella sua stanza?

Aldo: io non ho visto nessuno… mi sono chiuso a chiave nella mia stanza e ti confesso che ultimamente soprattutto di notte mi sembra di sentire dei passi… di Bianca so solo che è entrata nella sua stanza e poi basta… comunque quel bambino ha pianto peggio di ieri sera… perché me lo chiedi?

Gian: perché mi è sembrato che intorno a me ci fossero parecchi individui… avevo la sensazione di camminare dentro a un tunnel buio… ma non ero solo… ero accompagnato da più persone… non li vedevo ma sentivo la loro presenza… all’improvviso: una luce!!! ed è apparsa lei… danzava intorno a me… mi accarezzava, mi toccava…

Aldo: e poi…

Gian: e poi un incubo… ho visto te… dimmi un po’… tu quando sogni cosa ti ricordi?

Aldo: mi ricordo ciò che vedo e ciò che sento…

Gian: gli odori, i profumi…

Aldo: no non me li sono mai ricordati

Gian: all’inizio sentivo un forte odore di zolfo… e quando è apparsa lei l’odore di zolfo è sparito e al suo posto sentivo il suo profumo, quel profumo che mi accompagna e mi ubriaca… Aldo! Mi sono innamorato di Bianca, quella donna mi fa impazzire… non so cosa fare, una parte di me la respinge e l’altra l’acchiappa… quella donna mi ha stregato…

Aldo: e lo credo..

Gian: cos’è che credi?

Aldo: Che ti ha stregato… è una strega!

Gian: Strega o non strega, io la amo… o sarà mia o impazzirò

Aldo: a me sembri già impazzito… e il motto?

Gian: chi fa da sé fa per tre va bene… alle donne tiè, cancellalo!

Aldo: io non l’ho mai scritto

SCENA 3

Gian – Aldo – Rosa – Oreste

R.O.: (Oreste entra da destra dietro a Rosa)

Rosa: (ad Aldo) ciao! (a Gian) Buongiorno!

Oreste: Buongiorno… (a Gian) finalmente si è svegliato… ma dorme così tanto lei?

Gian: dipende… allora… siamo in partenza? Aldo ve l’avrà detto che non possiamo ospitare nessuno… ci dispiace ma, come vedete, siamo in fase di ristrutturazione

Oreste: ma veramente ha detto che se ci arrangiamo possiamo rimanere… (tira fuori la pistola)

Gian: (occhiataccia ad Aldo)

Rosa: io con lui non ci vado più… rimango qui (ad Aldo) rimango con te

Gian: (osserva Oreste che maneggia la pistola) se proprio non sapete dove andare e volete rimanere qualche altro giorno va bene… ma non era il caso di… (indica la pistola) tirarla fuori… siamo uomini, si ragiona

Oreste: ha paura di questa? ma è scarica… l’ho tirata fuori perché mi dava fastidio, la tenga pure lei

Gian: no no… io e le armi non andiamo d’accordo

Rosa: (ad Oreste) invece tu ci vai d’accordo eccome… povero Giacomino

Oreste: e adesso basta

Rosa: adesso basta? ma se sei tu a ricordarmelo e come se non bastasse ieri sera vi siete mangiati il fegato

Aldo: Eh? Il fegato che abbiamo mangiato ieri…

Rosa (piangendo) era di Giacomino… lui fa sempre così: prima li ammazza e poi se li mangia

Aldo: (si mette una mano davanti alla bocca ed esce a destra)

Rosa: dove vai amore mio? (esce a destra)

Gian: (preoccupato osserva Oreste) ma allora è vero che l’ha ucciso!

Oreste: si è vero… ho ucciso Giacomino e prima che lo venga a sapere da Rosa, ho ucciso anche Bruno e Pepè… prima li uccido e poi me li mangio (esce a sinistra)

SCENA 4

Gian – Aldo – Rosa – Ugo

Gian: (rimane pietrificato) e ci mancava anche il cannibale… Bianca arriva con un bambino che non si vede e mi fa perdere la testa… c’è un morto che sparisce, un individuo che appare quando vuole, un cannibale e quelle cavolate lette sui libri dei raduni di spiriti… qui la cosa si ingarbuglia

A. R.: (entrano da destra)

Gian: allora?

Aldo: niente, l’ho già digerito… (a Rosa) non potevi dirmelo ieri?

Rosa: ho visto che lo mangiavi con soddisfazione

Aldo: che soddisfazione… potevi dirmelo che si trattava del fegato di… (viene interrotto dall’entrata di Ugo)

Ugo: (entra da sinistra vestito da cercatore di funghi, è orbo, ha un cestino e un bastone che lo muove come se stesse spostando delle foglie)

G.A.R.: (lo osservano incuriositi)

Ugo: (si avvicina a Gian, gli gira intorno guardando per terra come se stesse cercando dei funghi)

Gian: buongiorno

Ugo: (sobbalza) un albero che parla

Gian: un albero?

Ugo: (lo osserva da vicino) mi scusi non l’avevo notata… anche lei in cerca di funghi?

Gian: in cerca di funghi? e lei i funghi li cerca qui?

Ugo: e dove vuole che li cerco? Nel bosco, mi sembra chiaro

Gian: e questo gli sembra un bosco?

Ugo: crede che non so riconoscere un bosco? Io sono nato nei boschi… (si gira verso Aldo e Rosa) due alberi! nel bosco ci sono gli alberi e spesso ai loro piedi ci sono i funghi… fermo! Questo è mio! (si abbassa ai piedi di Aldo e glieli tocca) Eccolo! Sento il profumo del fungo… questo caro signore è mio! Il fungo è di chi lo raccoglie (sta per afferrare il piede di Aldo)

Aldo: (si sposta leggermente indietro)

Ugo: Oibò… un fungo che scappa

Gian: ehi fungaiolo si alzi!

Ugo: mi vuole fregare il fungo? Stia attento perché io sono…

Gian: non lo so e non me ne frega niente… lei sta cercando funghi dentro casa mia

Ugo: oibò… questa è un’abitazione? Stavo seguendo il sentiero e…

Gian: ed è entrato in casa mia

Aldo: nostra…

Ugo: ci sono altre persone qui presenti? permettete che mi presenti…Ugo… (stende la mano)

Gian: (gliela afferra) piacere Giovanni. Per gli amici Gian…

Aldo: (stende la mano) piacere Aldo

Ugo: (si dirige verso Rosa e tende la mano)

Rosa: (gliela afferra) piacere…

Ugo: Aldo è una donna… mi sembra un nome mascolino per una donna…

Aldo: (lo tocca) Aldo sono io lei è Rosa…

Ugo: ( a Gian) mi scusi se l’ho scambiata per un uomo… come ho detto io sono Ugo… commissario Ugo in pensione…

Rosa: lei è un commissario di polizia? proprio un commissario?

Ugo: sì… in pensione…

Rosa: non importa… sempre commissario è… deve sapere che…

Gian: (la interrompe) adesso Aldo le mostra la sua camera…

Rosa: andrà dopo nella sua camera… deve sapere che…

Gian: che per cena c’è del fegato…

Rosa: e lo sa di chi è quel fegato… quel fegato è…

Gian: è mio…

Ugo: è suo? e lo da per cena? e come fa senza fegato?

Gian: dopo gli ultimi eventi mi è venuto un fegato così… (fa cenno) e avendone in abbondanza ho sacrificato un pezzo per sfamare questi poveretti…

Rosa: non dica fesserie… il fegato era di Giacomino… lei lo sa chi era Giacomino (piange) era… perché adesso non può più essere…

Ugo: essere o non essere questo è il problema

Gian: e questo cosa c’entra?

Ugo: non lo so… mi è venuta così…

Rosa: lei in qualità di commissario deve arrestare il colpevole… deve arrestare l’assassino…

Ugo: calma signorina… per constatare un decesso dobbiamo trovare il deceduto… e per constatare che è stato assassinato dobbiamo avere un rapporto del medico legale e per sospettare di un sospettato dobbiamo avere delle prove e delle testimonianze… lei lo ha visto l’assassino mentre commetteva il macabro gesto?

Rosa: se l’ho visto… lei vuole sapere se l’ho visto? sono stata costretta ad assistere… povero Giacomino…

Ugo: bene… così possiamo fare un identikìt del sospettato

Rosa: ma lui non è il sospettato… lui è…

Ugo: cara signorina, finche uno non è condannato è un sospettato…

SCENA 5

Gian – Aldo – Rosa – Ugo – Oreste

Oreste: (entra da sx)

Rosa: è lui l’assassino

Ugo: (a Aldo) la dichiaro in arresto per sospetto omicidio…

Aldo: non sono io…

Ugo: (a Gian) la dichiaro in…

Gian: non sono io…

Ugo: il presunto assassino mi venga di fronte.

Oreste: (si mette di fronte a Ugo) eccomi qua…

Ugo: allora lei confessa?

Oreste: io non confesso niente… sono tutte baggianate di mia sorella…

Rosa: (gli si avvicina minacciosa) io non dico baggianate…

Aldo: ( ad Oreste ) lei con noi lo ha ammesso

Ugo: (a Gian) signorina lei ci deve dire chi era Giacomino… ha una fotografia?

Rosa: (alle spalle del commissario) certo che ce l’ho…

Ugo: (si gira) signorina stia ferma quando le parlo… non si muova

Rosa: ho la fotografia di Giacomino, Bruno e Pepè (esce a dx)

Ugo: e chi sono Bruno e Pepè?

Aldo: morti. li ha uccisi lui (indica Oreste)

Ugo: (a Gian) abbiamo un seria killer… la sua situazione si ingarbuglia

Gian: la mia situazione è già un po’ che è ingarbugliata

Rosa: (rientra con tre ritratti e li da ad Ugo)

Ugo: (li guarda al contrario in modo che il pubblico li può vedere, ci sono un gallo, un maiale e un asino) non riesco a vederli mi sembrano tutti uguali… saranno tre gemelli

Oreste: diversi… uno assomiglia a un gallo, uno a un maiale e l’altro ad un asino…

Ugo: si vergogni, paragonare tre presunti assassinati ad animali…

Oreste: non li sto paragonando… lo sono…

Ugo: (a Gian) signorina i presunti morti sono animali?

Rosa: sì, erano i miei animali…

Oreste: erano i miei… non potevo allevare un animale per scopo alimentare che lei si affezionava, io l’avvisavo, glielo dicevo che il gallo dovevo farmelo bollito e col maiale dovevo fare salcicce

Ugo: e l’asino…

Oreste: l’asino lo tenevo come amico

Rosa: e lo hai ucciso…

Oreste: non l’ho ucciso l’ho venduto… d’accordo con un amico ho finto l’uccisione, gli ho sparato a salve  dopo avergli dato un sonnifero e quando si è svegliato se lo è portato via

Aldo: però gli ha preso il fegato

Oreste: era di maiale… il fegato l’ho comprato

Rosa: Giacomino è vivo! a chi lo hai dato? lo voglio andare a trovare…

Oreste: non posso dirtelo

Rosa: tu me lo dici…

Oreste: non te lo dico

Gian: guardate…. andate a discutere di là…

R. e O.: (escono a dx discutendo)

SCENA 6

Gian – Aldo – Ugo – il Morto - Uomo

Ugo: caso risolto

Aldo: avrà risolto migliaia di casi… quanti?

Ugo: uno… questo

Aldo: uno! è in pensione e non ha risolto neanche un caso?

Ugo: non so perché ma mi tenevano sempre in ufficio

Aldo: commissario questo è il suo giorno fortunato, ci sarebbe un altro caso da risolvere…

Gian: (gli fa cenno di stare zitto)

Aldo (non capisce) commissario qui c’è un morto che sparisce

Gian: non ci faccia caso… Aldo è un burlone

Ugo: è caduto nel burrone… ecco perché è sparito

Aldo: no… non nel burrone, era qui (indica lo sgabuzzino e apre la tenda) abbiamo aperto la tenda e c’era (c’è il morto) l’abbiamo chiusa (chiude) l’abbiamo riaperta (apre e c’è il morto) e c’è ancora…

G.e A.: (si agitano e scappano a dx)

Ugo: (rimasto solo parla col morto) caro mio non è facile recuperare il cadavere nel burrone… bisogna avvisare il commando che mandino un elicottero e il nucleo operativo d’alta montagna…

Uomo: (entra da sx e si avvicina a Ugo)

Ugo: commissario Ugo vuoi vedere che risolvi due casi in un giorno? sei un genio (allarga le mani e col bastone, che non aveva mai lasciato, colpisce l’uomo in mezzo alle gambe)

Uomo: (si tiene lì e cammina con le gambe chiuse, si riprende e si avventa contro Ugo, quando gli è di fronte)

Ugo: scusi per dove devo andare per andare a fare un bisognino

Uomo: (si blocca e con il braccio indica l’uscita di dx)

Ugo ( tocca il braccio per seguire la direzione ed esce)

Uomo: (chiude la tenda e esce a sx)

Aldo (entra da dx trascinandosi Ugo)

Ugo: non potremmo rimandare di qualche attimo? avrei da fare…

Aldo: e questione di un attimo le voglio fare vedere una cosa

Ugo: non possiamo vederla fra cinque minuti? avrei da fare…

Aldo: non si preoccupi che dopo l’aiuto io a fare quello che ha da fare…

Ugo: veramente quello che ho da fare è meglio che lo faccio da solo…

Aldo: top secret… va bene… dieci minuti e la lascio libero… (si avvia verso l’uscita di sx)

Ugo: dieci minuti potrebbero essere troppi (a gambe chiuse segue Aldo e escono a sx)

SCENA 7

Gian – Bianca

Gian: (entra seguito da)

Bianca: (entra con in braccio il bambino)

Gian: Bianca io ti amo, quando sono vicino a te sento dei brividi lungo la schiena ma…

Bianca: ma…

Gian: non so se sono brividi d’amore o di terrore

Bianca: come sarebbe a dire di terrore

Gian: non lo so… so solo che da quando sei arrivata sono iniziate a succedere delle cose strane, delle apparizioni e sparizioni che prima non accadevano… e poi quel bambino…

Bianca: lo sapevo, tu non vuoi accettare il mio bambino… tutti uguali voi uomini (piange) vi innamorate di una donna e se questa ha un bambino non lo accettate… tesoruccio vedi questo tipo vuole la tua mamma ma non vuole te… sai cosa ti dico, noi possiamo fare a meno di te…

Gian: io non ho detto che non accetto il tuo bambino, basta che questo bambino ci sia… lo possa vedere, lo posso abbracciare, insomma ci possa giocare…

Bianca: ma chi ti impedisce di giocarci… (le porge il bambino) tieni…

Gian: (rimane incerto)

Bianca: lo vuoi prendere si o no?

Gian: (si fa coraggio e prende il bambino)

Bianca: vedi come si affeziona… li manca l’affetto del papà… nel frattempo che voi fate conoscenza vado a preparargli la pappa. Tesoruccio stai col papà e mi raccomando non fargli la pipì addosso

Gian: perche fa anche la pipì?

Bianca: certo come tutti i bambini… (esce a dx)

Gian: (rimasto solo dondola il bambino e  parla ad alta voce) però… sembra veramente di avere un bambino in braccio… ma sarà vero quello che ho letto? se è vero tu sei l’anima di quell’innocente che il fiume ha portato in mare…  troppi misteri… Bianca si comporta come se niente fosse… sarà posseduta si o no? sono due le cose, ho recita… e se recita lo fa anche bene oppure è stata scelta per portare l’anima fin qui…

SCENA 8

Gian – Rosa – Oreste – Aldo   

R. e O.: (entrano da dx)

Gian: (sempre in atteggiamenti come se avesse un bambino in braccio continua a parlare e non si avvede dell’entrata dei due) e se lei è posseduta che sorte l’attende? Io l’amo… se recita gliene dico quattro e poi la perdono ma se invece… devo fare in modo che non le succeda niente

Rosa. Buongiorno! è posseduta? e cosa le deve succedere?

Gian: niente… parlavo da solo… mi facevo le parole crociate

Rosa: e dove sono?

Gian: Cosa?

Rosa: le parole crociate, dove le scrive?

Gian: in testa, ho tutto in testa

Rosa: (lo guarda) che testa…

Oreste: mi può dare una mano a…

Gian: non posso

Oreste: non le ho ancora detto a cosa…

Gian: non posso qualunque cosa mi chiede non posso

Oreste: perché?

Gian: ho le mani occupate non lo vede?

O. e R.: (lo guardano)

Rosa: che cosa tiene in mano?

Gian: una cesta di affari miei

Oreste: (tira da una parte Rosa) non mi sembra tanto a posto… parla da solo, dice d’avere le mani occupate e guarda come le tiene…

Rosa: devo dire ad Aldo che il suo amico è uscito fuori di testa (a Gian) sa mica dov’è Aldo?

Gian: no… non lo so, appena lo vede me lo mandi che gliene devo dire quattro…

Aldo: (entra di corsa affannato e agitato non riesce a scandire le parole) lala… lala… lala…

Rosa: amore mio lala cosa

Aldo: il coco… il coco

Rosa: mi regali un cocomero? come fai a sapere che mi piace tanto?

Aldo: no non il cocomero… il co co commissario

Gian. Il commissario cosa?

Aldo: il commissario… eravamo fuori e ad un certo punto ha detto che non ce la faceva più e doveva farla…

Rosa: fare cosa?

Aldo: la pipì… non capisco perché non l’ha fatta prima di uscire… aveva una fretta di uscire che si sarà dimenticato di farla

Gian: e con questo? non poteva farla fuori dietro un cespuglio?

Aldo: sì infatti… è andato dietro un cespuglio per farla e…

Rosa: il cespuglio è seccato…

Aldo: magari… mentre era lì che la faceva ha urlato

Rosa: aveva un calcolo…

Aldo: magari… l’ha morsicato una vipera… Gian il siero anti vipera

Gian: (si avvia a dx arriva all’uscita e torna indietro a Rosa) me lo tenga lei... (fa per dargli il bambino)

Rosa: che cosa?

Gian: niente…( posa il bambino sopra una sedia e si avvia a  dx si ferma e torna indietro) Aldo non abbiamo il siero anti vipera

Aldo: nooo povero commissario, che fine che farà… uno non può fare un po’ di pipì dietro un cespuglio che… zac! Arriva una vipera e la tua vita finisce… no non ci sto, è un amico siamo diventati amici e un amico per un amico fa di tutto per salvarlo, non c’è un altro rimedio?

Gian: un altro rimedio c’e, hai la bocca sana? non hai ferite? i denti sono sani?

Aldo: sanissimi neanche una carie

Gian: bene allora devi succhiare il veleno dal morso, succhi e sputi finche non elimini tutto il veleno

Aldo: grazie… vado lo salvo e torno

Rosa: vai mio eroe vai e torna vincitore

Aldo: (si avvia a sx si blocca) noooooo

Tutti: cosa c’è?

Aldo: pensandoci bene è poco che lo conosco e non eravamo tanto amici

Gian: per salvare un essere umano non serve essere amici se si può lo si salva, basta succhiare il veleno e sputarlo

Aldo: vai tu a succhiare il veleno

Gian: non volevi fare l’eroe?

Aldo: ma poi mi sono ricordato che ieri mi sono morsicato la lingua e…

Gian: andrò io… devo fare tutto io (si avvia all’uscita di sx ma viene fermato sull’entrata da)

SCENA 9

Gian – Aldo – Rosa – Oreste – Marco – Ugo

Marco: (che entra da sx sorreggendo Ugo) scusate ho trovato il commissario agonizzante dietro un cespuglio

Rosa: non è morto?

Marco: non sembra… respira ancora… non so cosa li sia successo, forse un infarto…

Rosa: non è un infarto, l’ha morsicato una vipera

Marco: e voi come fate a saperlo?

Rosa: diglielo tu amore mio che dovevi andare a succhiare il veleno ma ti sei morsicato la lingua

Aldo: esatto… (a Rosa) gli affari tuoi mai

Rosa (si rattrista e si mette in un angolo)

Marco: mi state dicendo che lo sapevate e non lo avete soccorso? questo è omissione di soccorso, è un reato…

Aldo: ma noi stavamo correndo…

Oreste: correvamo come dei gatti di marmo

Marco: e beh, se correvate come dei gatti di marmo, allora…

Gian: siamo corsi fuori,  siamo arrivati sul posto ma non cera più quindi siamo rientrati e dopo di noi è arrivato lei con il commissario…

Marco: corrono veloci sti gatti di marmo… se è cosi non parlo più

Gian: (a Marco) se lo vuole portare a casa o vediamo dove lo ha morsicato?

Marco: ha ragione (lo fa sedere sulla sedia dove Gian aveva messo il bambino)

Gian: se riesce a sentirmi mi dica dove è stato morsicato?

Ugo: (con la mano dx indica il polso sx)

Gian: vediamo un po’ (guarda il polso) ma sono solo due spine…

Ugo: (si rianima) sono spine? Allora non mi ha morso una vipera…

Aldo: è resuscitato… ma non era morto?

Ugo:  facevo il morto… se uno viene morsicato da una vipera deve agitarsi il meno possibile per rallentare la circolazione del sangue… (a Marco) e tu come mai da queste parti?

Marco: mi ha telefonato tua sorella dicendomi che sei andato per funghi e visto i precedenti…

Ugo: cosa vorresti dire? che mi perdo forse?

Marco: nooo… tieni gli occhiali, li ho trovati nel bosco

Ugo: (se li mette e guarda tutti) finalmente vi vedo… era meglio se vi guardavo senza occhiali

SCENA 10

Gian – Aldo – Rosa – Oreste – Ugo – Marco – Bianca

Bianca: (entra da dx) la pappa è pronta… dammi il bambino…

Gian: aaah il bambino… dove ho messo il bambino?

Bianca: non sai dove hai messo il bambino?

Gian: ma si che lo so… (si ricorda) oh mamma!!!! (senza essere visto fa segno a Aldo di guardare sulla sedia dove è seduto Ugo e cerca di distrarre Bianca)

Aldo: (guarda intorno a Ugo)

Gian: non intorno sotto…

Aldo: (guarda sotto la sedia)

Gian: non sotto la sedia sotto al sedere

Aldo: (mette una mano tra la sedia e il sedere di Ugo)

Ugo: (si alza di scatto e si risiede) hoibo mi tocca il sedere lei? Guardi che non è il mio tipo

Aldo: ma che tipo e tipo… volevo vedere se c’era il bambino

Marco: un bambino sotto al suo  sedere?

Bianca: (intuisce e fa un urlo) aaah il mio bambino… si alzi…

Ugo: (si alza)

G. e A.: (corrono a toccare sulla sedia)

Bianca: ma cosa toccate lì che non c’è

Gian: e allora dov’è? lo avevo messo lì

Bianca: ma guarda dov’è! sopra al mobile… su prendetelo…

Gian: (si avvicina al lato dx del mobile e cerca di prenderlo)

Bianca: è dall’altra parte

Gian: (si sposta)

Bianca: adesso si è spostato dall’altra

Gian: (a tutti) mi volete dare una mano?

Tutti tranne Bianca e Rosa vanno intorno al mobile

Bianca: attenti che salta…

Tutti: (fanno l’atto di afferrarlo e lo porgono a Bianca)

Bianca: (li guarda) incapaci…(si dirige vicino al mobile si china e prende il bambino) vieni tesoruccio che la pappa è quasi fredda (esce a dx)

Tutti tranne Gian e Aldo guardano con stupore Bianca mentre esce

Marco: (a Ugo) noi è meglio che c’è ne andiamo… qua mi sembrano tutti matti

Ugo: hai ragione… cari signori il dovere mi chiama, dobbiamo andare

Oreste: se non vi dispiace vengo con voi

Rosa: (che era rimasta in un angolo) vengo anche io

Aldo: no tu no

Rosa: e invece si

Aldo:  amore mio non te ne andare… non ti sarai offesa per prima?

Rosa: ma no… vado sistemo alcune cose torno e staremo sempre insieme (lo abraccia)

Ugo: arrivederci…

U. M. O. e R.: (escono a sx)

Gian: che giornata… speriamo che si quieti un pò

Aldo: Gian devono tornare indietro

Gian: perché?

Aldo: non avevi detto che nessuno può lasciare il castello?

Gian: loro sì

Aldo:perché loro sì?

Gian: perché loro non sanno

Aldo: ma neanche io sapevo

Gian: ma adesso lo sai (esce a dx seguito da Aldo)

SCENA 11

Uomo – Aldo – Gian

Uomo: (entra dalla tenda si dirige verso la platea e mima di spostare una parete, la sposta da dx verso sx.  fa un inchino verso il pubblico e esce dalla tenda)

Aldo: (entra da dx) che corrente d’aria (nota che non c’è più la parete e urla) Gian corri presto

Gian: (entra da dx) cosa c’è sembra che ti stanno strozzando

Aldo: guarda (indica verso il pubblico)

Gian: cavolo… e la parete?… oh mamma mia c’è un cimitero

Aldo: hai visto le tombe?

Gian: sono tutte aperte… è iniziato il consulto degli spiriti

Aldo: il via vai… Gian io vado e tu vai?

Gian: io vado… andiamo a prendere Bianca e corriamo…

da questo momento se si può, si fa partire una musica adatta

G. e A. : (si avviano a dx ma quando sono sulla soglia si arrestano e tornano indietro e si avviano a sx arrivano sulla soglia e tornano indietro non sapendo dove andare entrano nella tenda e uno da un lato e l’altro dall’altro fanno uscire solo la testa mimando con lo sguardo e l’espressione del viso)

Bianca (entra da dx con in braccio il bambino seguita da due fantasmi, contemporaneamente da sx entrano altri due fantasmi (i fantasmi possono essere interpretati dai quattro attori  usciti poco prima, saranno coperti da delle lenzuola) e si posizionano due a sx e due a dx uno di fronte all’altro e in mezzo bianca, posa il bambino per terra, fa qualche passo indietro stando attenta a non coprire Gian e Aldo e rimane immobile)

Fantasmi: (iniziano a fare dei movimenti verso il publico, per presentare l’anima del bambino agli altri defunti)

Aldo:(esce dalla tenda e si dirige verso il bambino)

Gian: (cerca di fermare Aldo)

Aldo: (si libera dalla presa di Gian e molla un calcione al bambino e insieme a Gian scappano a sx)

Fantasmi: (si girano verso i due e li corrono dietro)

Tutti escono a sx per poi rientrare, in testa Gian e Aldo e dietro i fantasmi, escono a dx e rientrano Gian afferra Bianca e tutti escono a sx

FINE

IL SIPARIO SI CHIUDE