Moglie ricca… marito parla poco!

Stampa questo copione

Moglie ricca…marito parla poco!

(titolo origlinale

MUGGHIERI RICCA, MARITU PARLA PICCA!

COMMEDIA BRILLANTE IN DUE ATTI.

 ( di Calogero Maurici )

P E R S O N A G G I :

Serafina                        (la moglie)

Salvatore                      (il marito)

Mario                            (il figlio)

Tiziana                          (la figlia)

Roberto                         (il fidanzato)

Caterina                        (la vicina in affitto)

Stella                             (la madre di Salvatore)

Ciro                               (il padre di Salvatore)

Tonina                           (la madre di Serafina)

                                                      

                                                                                 (tel. Autore: 090/638009

                                                                         cell. 3393359882

                                                                            (elaborata da Rosanna Maurici).

Avere case, terreni e soldi quasi sempre significa non avere tutto. Infatti in questa commedia siamo di fronte ad una donna che ha portato case e terreni

al marito ma non ha portato la sensibilità, l'intelligenza ma soprattutto l'Amore.

Un figlio ritardato, una figlia fidanzata che fa quello che vuole o meglio le fa fare quello che vuole la madre, senza calcolare minimamente il padre perchè i soldi sono alla base di tutto. Un marito che viene scavalcato su ogni decisione e costretto a subire ogni prepotenza perchè la povertà di fronte alla ricchezza  è impotente. Ma quando con il padre azzeccano un sei al superenalotto da venti miliardi, si trova più ricco della moglie capovolgendo ad un tratto la situazione, le abitudini, la decisioni e tutto l'andazzo che era in mano alla moglie adesso se lo ritrova il marito, con immensa gioia dei genitori che lo vedevano sovente triste. Però egli si stanca subito di agire per come agiva la moglie facendo capire alla figlia maggiore e al fidanzato che di fronte ad un Amore spontaneo, puro e forte non ci sono soldi che tengano.

La scena rappresenta una porta d'entrata preferibilmente al centro, altre due

porte che portano nelle stanze, quadri, sedie, tavolo e qualche mobile.)

La scena rappresenta una porta d'entrata preferibilmente al centro, altre due

porte che portano nelle stanze, quadri, sedie, tavolo e qualche mobile.)

( Serafina seduta ascolta musica e legge un fotoromanzo subito dopo entra la figlia a ritmo di musica, và verso lo specchio si prova un paio d’occhiali di sole facendo consigliare dalla mamma, questa fa capire che non gli piacciono, poi prova ancora un altro e la mamma le da il consenso )

Sal.   (entra nella stanza) Serafina, Serafina, (spegne la radio) è mezz’ora che ti chiamo.

Ser.   Ma perché sentiamo che vuoi.

Sal.   Non trovo la cintura dei pantaloni me la cer chi.

Ser.   (seduta sempre comodamente e disinvolta). Cercatela, e t’ho detto mille volte che quando leggo non mi disturbare  che poi perdo il filio…cerca di nuoverti che mi   sembri, mamma dove mi metto..

Sal.   Tovaglia per asciugarmi c’era quella fiorita...

Ser.   (alzandosi adirata). Ma quante volte  ho detto che quella fiorita la tengo per bellezza; con quella non t’asciugare. Sei sempre il solito carciofo   per farti una doccia  ci sei stato mezz’ora e speriamo che tu abbia finito tutta l’acqua calda calda.

          Il rubinetto l’hai chiuso bene?  (Salvatore annuisce)  Hai asciugato in terra? Perché non voglio trovare il bagno bagnato; hai rimesso tutte le cose nel           portabiancheria? Hai messo il tappo nella bottiglia dello shampoo? Io appena esco voglio vedere tutto a posto se no ti mangio il fegato.

Sal.   Piùdi quanto ce l’ho mangiato… me ne rimasto un pezzettino.

Ser.   Fai pure lo spiritoso, mi hai fatto perdere il filo e mi sono scordata dove ero arrivata.      ( Serafina guarda il fotoromanzo ).

Sal.   Perché non ci metti il segnalibro.

Ser. Turiddu o Turiddu non pigliare in gero e falla finita perché già me li fai girare     ....

Sal.   A te ti girano, a me da che si sono fermate, non si movano più...

Ser.   Senti io ora vado nel bagno e speriamo che non trovi nulla nel mezzo. Il ringraziamento Il ringraziamento non è mai troppo di tutto quello che ti ho portato (và).

Sal.   Sposandomi credevo di prendere un terno, invece ho preso l’inferno...

         ( Entra Tiziana la figlia maggiore accompagnata coo la canzone Happj ).

Tiz.    (mentre balla guardandosi allo specchio si prova il giubbotto) Ciao papà, io

            forse stasera faccio tardi (si aggiusta i capelli).

Sal.    L'importante che tu rientri verso le nove!

Tiz.   (si gira di scatto verso il padre) le nove? (ride) papà ma che sei doi fori? Io ho parlato con la mamma e mi ha detto che posso rientrare a, l'una le due...

Sal.   Facciamo le dieci e mezza...... (entra Serafina).

Ser.   Se parli ancora la faccio rientrare in mattinata...vai, vai e saluta Roberto.

Tiz.   Grazie papà....come sei comprensivo, sei propio mamma dove ti metto....

         (sta per uscire) papà dimenticavo; dammi venti mila....

Sal.   Dieci non ti bastano.

Ser.   (insofferente) vai nella stanza da letto di mamma e ti pigli cinquanta magari

          cento (Tiziana và). Sai cche è fidanzata con uno più ricco di lei e le dici di rientrare alle dieci e neanche i soldi le vuoi dare, ma sei proprio un carciofo

          palermitano.

Sal.   Perché quello palermitano, hanno le spine, però ssono più buoni da mangiare        (ride).

Tiz.    (entra) mamma ho preso ottantamila.

Sal.   Ass....(stava per dire assai).

Ser.   (lo guarda male). Che stavi dicendo.

Sal.   Ass....assettati...

Tiz.    Allora io vado (esce ).

Ser.   (dalla porta verso fuori) divertiti a mamma non fare presto.

          ( Entra Mario o Maria, il figlio un po' ritardato, parla a stento )

Mar.  Tiziana...Tiziaana.

Tiz.   (rientra) che c’è Mario.

Mar.  Vai a ballare  a diccoteca? (a volte pronuncia bene qualche parola) balli a

          macarina? Quantu mi piaci ballari a macarina (accenna al ballo della

          macarena con movimenti strani).

Ser.   (lo ferma) buono a mamma.

Sal.   Poi ti ci porta il papà a discoteca (abbracciandolo).

Mar.  E ballamu...ballamu 'nzemmula....(ride).

Tiz.   Va bene io vado ciao a tutti.....(sta per uscire).

Mar.   Iou voglio uscire con lei ....con lei...

Ser.   (al marito) tienilo carciofo....

Tiz.   Poi, la prossima volta ti ci porto...

Ser.   Vai a mamma se no non esci più.

Sal.   Poi un’altra volta ti porto...

Ser.   Menomale che hai preso da me, sposati a questo e comandalo, tanto pure tu ci porti case e terreni.....( Tiziana esce ).

                                 ( Intanto Mario ancora si lamentava ).

Ser.   Portalo nella sua stanza  (Mario entra nella stanza col padre).

            Sposandomi sembra che ho preso un terno...invece so finito all’inferno...

          Turiddu, Turiddu o Turiddu.   ( Salvatore entra ).

Sal.   Pure tuo figlio mi chiama Turiddu belli cosi che gli insegni, io mi chiamo

         Salvatore pure a mia madre disturbaquesto Turiddu. Se a te  ti chiamassi al posto di  di Sera-fina, Sera-raspusa!.....

Ser.   A mamma ci disturba, a mammina piacerebbe che ti chiamassi Salvino..

          Salvuccio...Turiddu si, e Turiddu resti....piuttosto prima che mi scoedi ancora quando ti sei fatto il bagno ti sei lavato col sapone CAMAI  quello è per la bellezza lo senti che profumo che emana e non ti permette più di dire a tua figlia rientra presto, perché quello ci porta un sacco di soldi, quasi due miliardi di proprietà ha; lei pure la porta grazie a me perché fosse per te,     sbucciavamo baccelli e mangiavamo carciofi.....

Sal.   Palermitani?...

Ser.   Non sei stato capace di farti una casetta magari piccolina.

Sal.   Ma poi si era piccolina non ci stavi, tu sei grande...

Ser.   Oh! cerca di risponderei poco, è da qualche giorno che rispondi assai e non   mi piaci....Mario che fa.

Sal.   Guarda la televisione.

Ser.   Ora mentre io finisco di leggere questo fotomanzo vai a comprare un etto di parmigiano, due etti di mortadella se no tuo figlio non mangia senza           mortadella, poi passi in  macelleria e pigli mezzo chilo di macinato, non di più mi raccomando non di più, poi passa dall'edicola e piglia il continuo di questo fotoromanzo (glielo mostra)  il titolo è: IO LEGGO MENTRE TU LAVORI AMORE.

Sal.   Bello Amore! (sta per uscire) ah! senti macinato ne piglio di più puo darsi che vengano i miei.

Ser.   Vengono i tuoi, io non so nulla e poi non penso che vengano  a mani vuote

          ora cerca di muoverti perché  ora comincio a preparare, e non ti firmare con nessuno (Salvatore esce). Mah! Se non lo smovo io non si move, pare piantato       non con i chiodi ma con i bulloni. Ora vengono i miei suoceri e che che sono belli non mi posso scordare di quando mi dissero che sono comandona.

Mar.  (entra) Mamà...mamà voglio a mortedella (con strani movimenti).

Ser.   Ora la porta il papà.

Mar.   Mamà o papà pure io lo  chiamo Turiddu.

Ser.   E chiamalo, u stessu è!

Mar.   Turiddu...Turiddu...io voglio a martedella.

Ser.   Ora la porta il papà.

Mar.   Turiddu a porta...mamà vogliu ballari a macarina....    

Ser.   Non c'è il disco.

Mar.  Lo diciamo a Turiddu che lo compri e io ballo, mangio la mortedella e ballo.

          Io voglio il disco il disco macarina..macarina, il disco.

Ser.    Senti io vado a comprare il disco, tu però non far entrare nessuno e fai il bravo   bravu (esce).

( Mario accende la radio e per caso trasmettono musica latino-americana prima

30/40 secondi di una a scelta mentre gioca sul tavolo con delle macchine o qualcos'altro, finita la prima musica trasmettono la macarena, Mario lascia tuttto e si lascia prendere cominciando a ballare a suo modo, dopo circa 30 secondi entrano la sorella col fidanzato        )          

Tiz.   Mario (ma Mario non sente) Mario....   ( Roberto chiude la radio ).

Rob.  Ciao Mario.

Mar.  Dovete uscire la mamma mi ha detto di non far entrarenessuno.

Tiz.    La mamma dov’è.

Mar.  La mamma mi ha detto di non far entrare e uscire nessuno.

Tiz.    Ma io sono tua sorella.

Rob.  E io sono il fidanzato, ti ricordi che ti ho portavola mortadella ieri?

Mar.  Però stavota non l’hai portata!

Rob.  Domani te la porto.

Tiz.    Ora me lo vuoi dire dov’è la mamma.

Mar.  Turiddu la mortedella, il disco la mamma, a macarina, io a fare il bravo non far entrare nessuno.

Tiz.    (Al fidanzato). Non ho capito nulla.

Rob.  Forse sono usciti a fare la spesa.

Tiz.   Non escono mai assieme, la spesa la fa sempre mio padre, e poi è difficile che

         Lascino mio fratello solo per troppo tempo.

Mar.  Io vado a vedere la televisione (và).

Rob. Che facciamo s’aspetta?!.. (Tiz. Si siede sul divano prendendo il fotoromanzo)

Tiz.   Certo mia madre lo deve sapere che anduiamo in gita e torniamo domani.

Rob.  Dobbiamo aspettare anche tuo padre!

Tiz.    Anche se non sa niente lui  è lo stesso; è mia madre che dirige la baracca. (Rob, si siede su una sedia poco distante da Tiziana, comincia a guardarla in modo sensuale,accompagnato preferibilmente da Amore per te di Mango. Roberto continua a riscaldarsi, continua a far scena poi si alza e va verso il divano)

Rob.  Certo che se fossimo soli ora!.....  (Mettendole la mano sulla spalla).

Tiz.   Abbiamo tanto tempo...

Rob.  Quando siamo qua dentro  mi sento  stimolato....

Tiz.     Finiscila che può entrare mio fratello.

Rob.  Perché capisci che siamo in posa per l’atto d’amore? Tiziana (passionale)

          Qua dentro mi sento un fuoco, è questa casa....

Tiz.    Infatti è troppo calda questa casa! ( Mario entra con due coperchi di pentola,li vede in atteggiamento amoroso e pian piano si avvicina senza farsi notare e batte forte i due coperchi Tiz. e Rob.si alzano spaventati).

Mar.   Che fate.

Rob.  (Imbarazzato). Ballavamo ....

Tiz.   Ballavamo la macarena...

Mar.  Si balla pure uno sopra l’altra?!!!!!!!

Tiz & Rob.  Si...si pure così  si balla.

Mar.  (Ride). Non lo sapevo appena viene la mamma e il papà glielo dico che si  

          balla pure così.

Tiz.   No, non c'è bisogno che la mamma lo sappia.

Mar.  Ballate ...ballate che io mi vado a vedere la televisione (và).

Tiz.   Hai visto, di quanto tempo che abbiamo ti viene lo stimolo.

Rob.  Menomali che non capisce. ( Entra Serafina  con in mano la cassetta della macarena ).

Ser.   Ciao come mai qua.

Tiz.    Mamma sono venuta per dirti che Roberto mi vuole portare a Sciacca in quella casa     vicino al mare.

Ser.   Quindi vieni domani.

Rob.  Signora non si preoccupi è in buone mani.

Ser.   Io sono libera e disponibile, aperta e disponibile, l'importante  è che vi volete sempre bene.

Tiz.    Ancora sapevo che dovevi dire......a papà glielo dici tu.

Ser.   Non c'è bisogno basta che lo so io. (entra Salvatore con le borse della spesa ).

Tiz.   Papà ciao.

Rob.  Bongiorno.

Sal.   Sei tornata presto. (Poi alla moglie). E tu dicevi sarebbe venuta all’una le due...

Ser.   Infatti viene domani mattina  verso le sei - sette.

Tiz.   Papà vado  Sciacca.

Sal.   Ma io sto con l'ansia ...(si agita poi si rivolga alla moglie) così muoio prima di te.

Ser.   Ma perché vorresti morire dopo guarda che sei bello...hai il mio permesso,

         non fare storie....va bene  a mamma salutate e uscite. (Salutano ed escono).

Ser.   (Mentre controlla la borsa della spesa). Speriamo che non ti sia scordato niente, ma questo macinato non mi pare mezzo chilo preciso (lo pesa sulla

          bilancia messa sopra un mobile) infatti è 800g, non posso fare uso di te,

          forse ne hai preso di più perché tua madre e vuole fare le polpette?

Sal.   Ne ha messo 800 e m’ha detto: lo lascio? e io gli ho risposto si!

Ser.   Il parmigiano non grattuggiato, vai e te lo fai grattuggiare e mentre sei là

          piglia un pcco di spaghetti, un chilo di pomodori e mentre ritorni passa

          da signora Pagapicca e le dici come mai ancora non viene a pagare l'affitto

          da casa.

Sal.    Povera donna è poco che sta in questo paese e si sente ancora disorientata.

Ser.   Dallei la bussola tu, così si perde del tutto...forse per questo le hanno dato il soprannome  “pagapicca”   (pagapoco) dove stava prima.

Sal.    Povera donna ha un figlio come Mario ritardato.

Ser.   Tu non è che sei tanto più avanti…sbrigati e  camina (entra Mario)

Mar.  Papà...papà hai portato l mortedella.

Sal.   Si è qua! fagli un panino a Mario.

Ser.   Lo so io ciò che devo  fare vai e noi ti scordare niente.

Mar.  Mamà...mamà (mentre gli prepara il panino) il disco della  macarina.

Ser.  Tieni questa è la cassetta…è lo stesso come il disco.

         (Mario la prende contento battendo le mani e saltella ).

Mar.   Papà balliamo a macarina.

Sal.   Dopo appena ritorno (mentre esce).

Mar.  Ciao Turiddu.

Ser.   Tieni il panino.

Mar.  Che bella a mortedella che bella, appena vene la nonna me la porta?

Ser.   Te la porta.

Mar.   Pure i nonni?

Ser.   Pure i nonni! non ti preoccupare che non ti manca mai la mortadella.

Mar.   Vado a vedere i cartoni amati (esce).

Ser.   Quanta pazienza che ci vuole e non ho aiuto di nessuno. ( entra Caterina )

Ser.   Buongiorno, prego si accomodi.

Cat.   Signora Serafina io sono quasi due mesi che abito in questo paese le lo sa non sono di qua e perché non pago l’affitto  puntuale mi hanno messo  questa ingiuria “paga picca” vuol dire che i cristiani stanno affacciati per vedere quando vengo.

Ser.   Ma io non sapevo nulla di questa ingiuria che le hanno messo qua.

Cat.   Mio marito è due mesi che non prende lo stipendio, ora lo dovrebbero pagare e i primi soldi sono per lei, mi deve scusare io non sono una che non vuole pagare.

Ser.   Non si preoccupi dato che si tratta di pochi  giorni, però mi raccumando

          appena lo pagano pensi a me prima di tutti, ognuno ha le proprie spese......

Cat.   Non si preoccupi... Signora ogni tanto facciamoli giocare assieme i nosti figli        qualche volta a casa mia!..

Ser.   A casa mia o a casa sua sempre a casa mia è....

Cat.   Ah! È vero mi scusi tutte e due le case sono sue.

Ser.    Qualche volta possono giocare assieme, va beni. Il mio marito ancora non viene, quanto  lavoro che mi dà  cara signora......   ( nel frattempo entra Salvatore ).

Sal.     Buongiorno signora. (entra Mario)

Mar.  Papà hai portato la mortedella.

Ser.   Nel frigorifero ce n’è assai poi te la prendi. Se vuoi giocare vieni con me che lascia dalla signora signora, (al marito) tu apparecchia bello pulito, il macinato no lo fare tutto, fanne 300g, e non far gettare la cenere delle sigarette nel portacenere (poi alla vicina) sappia che è un regalo della buon’anima  della figlia del nipote  del  fratello di mio padre e lo tengo per bellezza (escono).

 Sal.   (Si siede facendo notare la tristezza).  Questo è per bellezza, quello è per bellezza, stringi bene il rubinetto, fai la spesa, quella esce e torna domani, quello mi chiama  Turiddu… mi dispiace per questi miei figli, e poi l'amore di loro, sopporto !  ( entrano Ciro e Stella i genitori di Salvatore ).

Sal.   Papà mamma entrate, sedetevi. ( Ciro molto sensibile ogni tanto si lascia andare in       qualche pianto per la situazione del figlio).

Cir.   Ti vedo triste.

Ste.   (Sdrammatizza). Ma quale triste, guarda che com’è bello allegro. Tienila mortadella per Mario se no e lo senti. ( Salvatore esce per posare la mortadella e

            rientra subito ).

Cir.  (Mentre non c'è il figlio). Mi pare triste tuo figlio, è disperato con questa moglie.      ( Comincia a piangere e la moglie lo conforta ).

Ste.   Bono che tuo figlio sa come deve fare… (entra Salvatore)

Sal.   Che c’è  papà ti senti male.

Cir.   (Piangendo ancor di più). Tu sei triste, lo so che non ne puoi più di questa moglie........

Sal.   Ma che dici papà sta cambiando non è più come prima.

Ste.   Ogni giorno fa così non supporta che tua moglie ti comandi.

Cir.   Si, si ti ccomanda ...ti comanda..

Ste.   Zitti che può sentire e poi è peggio.

Sal.   Non ci sono.

Ste.   Quanti voti ti dice mamma prendi una povera piena di sentimenti, che capisce che significa il marito, la famiglia… femmine ricche se ne sono che si maritano con poveri e sono belle stimate e affettuose piene d’amore che il marito viene prima di tutto e di tutti, ma la maggior parte dei ricchi sono così.

Cir.   (Piangendo più lentamente). Ah, figlio mio!...

Ste.   Ciro finiscila ora su.

Cir.   (Alzandosi). Guarda come sei, si sta facendo una scimmia, ci stanno cadendo i capelli, il fegato l’avrà tutto mangiato, prima

         sembrava un  bambolotto ora mi sembra una sarda secca e a me fa pena

        (comincia a piangere prima lentamente e poi più disperato) bello mio di sicuro io muoio prima di te.

Ste.   Ma che dici, a vecchiaia che brutta.....ma vuoi morire dopo di tuo figlio se quello è più giovane di te. (esce un fazzoletto e va ad asciugare le

         lacrime della moglie)

Ste.   Ma che fai piangi tu e asciughi a me…

Cir.   (Smette). Non so più quello che dico (ricomincia).

Ste.   Tiziana dov’è.

Sal.   Col fidanzato e tornano domani.

Ste.   Domani?!...

Sal.   Buono papà  se no mi metto a piangere pure io.

Cir.   No...tu no il papà (smette) basta guardarti come sei triste...Salvatore a fare a pipi.

Sal.   Vai papà (Ciro và).

Ste.   Moglie ricca, il marito parla poco dicono gli antichi, ma tu dovevi parlare prima.

Sal.   (Seduto tristemente). Non possiamo essere ricchi noi, mio figlio mi fa tanta pena....

Ste.   Tuo padre gioca sempre al super otto o come schifiu si chiama. Se vinco

           dice,  do tutto a mio figlio...

Sal.   E’ una vita che gioca, e poi la vera ricchezza non sono i soldi. Mah!......

          speriamo bene? (Entra Ciro e vede il figlio triste con la mano appoggiata sul viso ).

Cir.   Tu sei triste...tu sei triste (ricomincia).

Sal. Non ti preoccupare è il tempo che mi fa sentire così. (lo confortano e va smettendo)

Ste.   Ma quando vengono, vorrei vedere Mario.

Cir.    Si vinco, tu hai li soldi e puoi comandare, almeno prima che muori lo puoi dire: comandavo! e io quando non ci sarò più, lo potrò dire mio figlio anche per poco ha comandato.

Ste.    Un’altra volta! Ti ho detto che tuo figlio deve morire dopo di te.(entra Seraf.)

Ser.   Buongiorno.

Ste.   Ciao Serafina Mario dov’è.

Ser.   Sta giocando un po con un amico suo. Turiddu non hai fatto niente, ci

          Sono i tuoi almeno mangiano con noi!

Ste.   No, non è la nostra ora.

Ser.   Come, io ho detto di comprare quasi un chilo di macinato, gli ho detto: Turiddu  non prenderne mezzo chilo perché se vengono i tuoi! vero Turiddu!...

          ( Salvatore annuisce ).

Cir.   Che cuore che questa nuora, l'ha talmente grande che se mettiamo i nostri cuori insieme il suo è sempre più grande.

Ste.   Non ti preoccupare Serafina si rimane la prossima volta.

Cir.   Chissà quando! (verso il pubblico).

Ser.   Come volete voi, io non isisto, perché so che non potete restare.

Sal.   Mamà vi accompagno.

Ser.   Ma che bisogno c'è sembra che sono rimbambiti!

Cir.   (Ironico). E che bisogno c'è....

Ste.   (ironica) Sembra che siamo  rimbambiati!..(salutano ed escono)

Ser.   (Arrabbiata). Con tutto quello che s’ha da fare  volevi perdere tempo ad accompagnarli...

Sal.   Ma facevo presto.

Ste.   Lo so il tuo presto com’è!...

Sal.   (Per togliere l'occasione). Ma Tiziana ha telefonato?

Ser.   Per un giorno che sta sola col suo fidanzato, non è mica sola! Non la mangia mia nessuno se la può mangiare solo il fidanzato!.....

Sal.   Che facciamo s’apparecchia.

Ser.    Certo apparecchiamo, non hai fatto niente prima e ora mi dici apparecchiamo

          C’è da fare tutto in questa casa, e menomale che non mancano i soldi se no

           il vento davanti e la fame appresso!...

Sal.   La mortadella a Mario non mancava lo stesso.

Ser.   Addirittura scherzi, meglio che me ne vado la dentro se no oggi...(va).

          ( Squilla il telefono ).

Sal.   Pronto papà, che c’è, sta pulendo il bagno, tutto a post, ora ora eravamo abbracciati... non ci credi..papà, papà...non piangere.

         ( Lo chiama Serafina dall'altra stanza arrabbiata ).

Ser.   Turiddu o Turiddu...

Sal.   Va bene papà ciao che bussano alla porta (chiude) che c’è Serafi.

         ( Entra Serafina adirata al masimo ).

Ser.   La tazza del bagno di quant'è grande (fa il gesto) come poi...come puoi fare a

          Pisciare di fuori.

Sal.   Veramente non sono staio io.

Ser.   No sei stato tu? E chi è venuto durante la mia  assenza?

Sal.   E’ stato mio padre pover uomo è anziano e la vista non non gli va bene........

Ser.   Ah! Tuo padre, e perché non l’hai accompagnato tu e gli indicavi la direzione

          giusta...l’ha fatta tutta di fuori...e menomale che non ha fatto altro...

Sal.   Vado a prendere  Mario.

Ser.    Certo mentre io levo la puzza del bagno tu vai a prendere Marioi. Vai,

           vai per questa volta e mentre sei di passaggio prendi due stracci perché questo che uso ora  per asiugare la pisc...l'acqua che ha fatto babbo non può stare più qua,  meglio che lo gettiamo, e nel mentre prendi anche il deodorante.....

Sal.    Va bene.....( Mentre sta per uscire entra Caterina)

Cat.   Buongiorno, scusate se suo figlio vuole venire a casa mia. Signora la vedo stanca.

Ser.   Menomale lei ce n’ha uno, invece io ho da combattere con due…

Cat.   Mamma mia due così ce n’ha!......

Ser.   No, l'altra è precisa come me, ha preso tutto da me....per ora non c’è dopo.

Cat.   Va bene, più tardi vengo…arrivederci…

Ser.   Arrivederci e speriamo che a suo marito lo paghino subito così potete fare un po di spesa.

Cat.   Speriamo.......arrivederci. (esce)

Sal.   (entra Salv. con Mario)

Mar.  Mamma al papà  piace ballare la mazzucca il ballo di babbi.

Ser.   Tuo padre la ballava sempre....( Mario si mette a ridere ).

Sal.   Ma se ballavamo il cià cià cià.....

Mar.  (Ride). U ciao ciao cioa chi ballu è..

Ser.   Poi.....poi  lo senti, ti faccio un po  di pastina.

Mar.  No a mortedella.

Ser.   Turiddu vai comprare ciò che ti ho detto.

Sal.   (Sta per uscire). Vuoi a mortadella Mario.

Mar.   Si papà se no poi finisce.

Ser.    Lascia  stare per questa volta due chili nel frigorifero.

( Mario comincia a fare il giro attorno il tavolo o a qualche sedia ripetendo ).

Mar.  A mortedella....a mortedella.

Ser.   Fermalo per favore (sedendosi disperata).

Sal.   Buono Mario ora il  papà te la porta, vai nella tua stanza. (Mario se ne va contento).

Ser.   La  signora Caterina (la imita) pazienza...pazienza...(bussano).

Cat.   (Entra). Signora mi scusi vengo nuovamente.

         ( Serafina sempre seduta ma non le da nemmeno la mano ).

Sal.   Signora prego che c’è.

Cat.   Mio marito ha riscosso e sono venuta a pagare l’affitto.

Ser.  (Si alza di scatto). Prego signora s'accomodi, mi scusi ma mi fa  male la testa, che ha portato i soldi, ma che fretta c'era, di questo parlavamo  con mio marito vero      …(Salvatore annuisce, Caterina esce i soldi dal borsellino)

Cat.  Ecco quà (sospirando) quando c'è pace la serenità e qualche soldo per tirare

         avanti c'è tutto.

Mar.  (Dalla stanza). Mamà...mamà...

Cat.   Pazienza.

Ser.   Vediamo cosa vuole (và).

Sal.   Signora Caterina, qua i soldi ci sono, però in quanto a pace e serenità non ce n’è neanche un centimetro.

Cat.   Pazienza! pure io ho un mio figlio come il vostro lo sapete.

Sal.   Si però vostro marito è preciso.

Cat.   Certo che è preciso ci mancava pure che fosse ritardato.

Sal.   No, io intendevo che...( Entra la moglie e Salvatore smette ).

Ser.   Dice che la  mortedella con la cacca non la vuole, il  pistacchio gli sembra cacca.

Cat.   Che pazienza che ci vuole con questi figli.

Ser.   Intanto il professore mi ha detto che non è ritardato al cento per cento.

Sal.   Vuol dire che il professore non è professore al cento per cento.

          ( Serafina lo guarda male ).

Cat.   Di capire capiscono, se non sono al cento per cento ci manca poco.....

          pazienza! appena si calmano ci facciamo fare pace e li facciamo giocare, se

          non giocano fra di loro con chi possono giocare.

Ser.   Ma con suo padre gioca, possono giocare  assieme (ironica).

Sal.   Signora io la saluto devo fare tante cose (esce).

Cat.   Menomale che suo marito una mano d’aiuto gliela da.

Ser.   Ogni tanto fa qualche ccosina.

Cat.   (Alzandosi). Mi scusi di nuovo se sono venuta in ritardo per l’affitto.

Ser.   Non si preoccupi se non fosse per mio marito che ci fa caso io non c’ho nemmeno pensato.

Cat.   Grazie e qualche volta li facciamo giocare (saluta ed esce).

Ser.   Veramente a me mi pare che suo figlio e più ritardato di mio figlio...

Mar.   Mamà (entra) è tutta con  la cacca questa mortedella....(gliela fa vedere).

Ser.   Chissa è quella che ti portarono i nonni.

Mar.   Sta finendo e poi resto digiuno e poi se resto digiuno  sono debole e poi non posso ballare la macarina (ride).

Ser.   Ora vado un po dalla mia comare e al ritorno di porto la mortedella.

Mar.  Quella senza cacca.

Ser.    Quella senza cacca.

Mar.   E pure il papà la porta.

Ser.   Pure il papà te la porta, questa la gettiamo, tu stai qua io non mi assento tanto, non far  entrare nessuno, gioca con le automobiline, con l’orsacchiotti come vuoi tu.

Mar.  Mamà ma quando mi sposo per fare i figli come faccio!

Ser.   Santo cielo!

Mar.  Santo cielo!

Ser.   Tuo padre lo sa, poi tu dici lui.

Mar.  Turiddu...Turiddu (ride).

Ser.   Perciò io vado da mia comare a prendere il vestito che mi sono cucita.

Mar.  Ti sei cucita il vestito, ( Serafina esce).

(Mario comincia a giocare facendo strani gesti ect, dopo poco bussano sono i nonni Ciro e Stella)

Mar.  (Vicino alla porta). Non c'è nessuno.

Ste.   (Da fuori). Mariuzzu sono la nonna.

Cir.   Sono il nonno.

Mar.   Io sono  Mario (ride).

Ste.   Chiama a mamma o il  papà.

Mar.   Non c'è nessuno, a mamma mi ha detto di non far entrare nessuno.

Ste.   Ti abbiamo portato la  mortadella.

Mar.   (comincia a girare contento) a mortedella (ride) a mortedella.

            ( Si apre la porta, entrano i nonni assieme al figlio ).

Sal.   Entrate.

Ste.   Menomale che sei arrivato tu.

Cir.   Bello mio ti abbiamo portato la mortadella.

Mar.  Senza cacca.

Cir.   Quale cacca.

Ste.   Ma come mai è solo.

Sal.   A mumenti viene, mai lo lascia solo.

Mar.   Turiddu....

Cir.    Non lo chiamare Turiddu, si chiama papà...pa...pà.

Ste.   Da quanto sente a sua madre lo chiama cosi.

Mar.  Papà, voglio sapere quando mi sposo come faccio a fare i figli.

Cir.   (imbarazzati si guardano) cu rispunni, è difficili sta dumanna.

Ste.   Salvatore digli qualcosa tu.

Sal.   (imbarazzato) prendi una borraccia ci metti l'acqua dentro al buco, chiudi il

          tappo e poi dopo qualche minuto nasce....

Ste.   Ma che gli dici.

Sal.   Ma non lo so cosa gli devo dire....

Mar. Nonno poi mi compri una borraccia (ride) ora vado a giocare nella mia stanza (và)

Ste.   Ancora non vine tua moglie.

Cir.   Te lo dicevo io, non te la prendere questa, meglio povera.

Sal.   Papà non ccominciare.

Cir.  Mio figlio è consumato, la moglie è uscita e non ritorna, la figlia è uscita e torna domani e lui dentro a fare il cane.

Ste.   Ccomincia (lo confortano perché inizia a piangere).

Sal.   Papà dai finiscila (Ciro esce il superenalotto).

Cir.   Ci vorrebbero questi numeri, l’altra volta feci tre, ma io non mi arrendo,   

          gioco sempre,  se vincessii!...

Ste.   Comanderesti tu a mamma, più di venti miliardi ci sono in palo!

Sal.   Quale palo...

Ste.   Così dicono alla televisione palo.

Sal.   In palio mamma pa- li- o.

Ste.   A lei la sotterreremmo, venti miliardi di fronte  a tre appartamenti e quattro pezzi di terreno,  perché questi sono di tua moglie: dovremmo fare come ha fatto lei, tutto intestato a te e poi la manderemmo a comprare il macinato, il parmigiano… e quando non è grattugiato la faremmo ritornare indietro e se poi ci trovi  qualche scorza faremmo ritornare indietro un’altra volta  A lei la sottereresti, venti milardi di fronte a tre appartamenti e quattro pezzi di terreni, perché questo ha tua moglie; dovresti fare come fa lei, tutto intestato a te e poi la mandi a comprare il macinato, il   parmigiano... e quando non è grattuggiato la faresti rigirare e si poi ci trovi qualche buccia la faresti rigirari un’altra volta.

Sal.   (triste) già!...

Cir.  L’ho visto che è triste (comincia a piangere).

Sal.   Papà basta ca si veni ci sunnu chiù stori.

Ste.   Speriamo che tua figlia non ci faccia uscire il senno al quel ragazzo.

Sal.   Quello è ricco, il doppio di mia moglie.

Cir.   Quando due ricchi si incontrano, toccano duro.

         ( Serafina entra con una borsa nella quale c'è il vestito cucito )

Sal.   Ciao Serafina, dove eri.

Ser.  Dove ero, che mi sai una che se ne va in giro? non fare certe domande, piuttosto hai fatto tutto.

Sal.   Ho fatto tutto.

Ser.   (sedendosi) mamma che stanchezza...non ho nemmeno fame! (ai suoceri)

           Mangiate qua!

Ste.   No, abbiamo tante cose da fare.

Ser.   Come volete, non insisto perché so che avete da fare, vuol dire che sarà per la prossima volta sperando che sia più riposata.

Cir.   (verso il pubblico) si potrebbe morire di fame.....

Ste.      Va bene, ci vediamo,  ciao Mario.

Mar.   (entra) nonna, a borraccia col buco, l'auqua... (ride ed esce).

           ( Salvatore saluta i suoi ed escono).

Ser.   (seduta con le gambe distese sopra una sedia) leva queste cose di mezzo, appoggi

         Tutto sul tavolo e poi lasci qua, piuttosto domani passa da  Flavia e ti fai

          Dare la mesata che il bar ben ci frutta; vedi che son passsata da mia madre e mi ha detto che domani mangia qua, appena esci compra un chilo di macinato.

Sal.   Ma c'è quello che ho già comprato io.

Ser.  Quello è di seconda e c’è purw un di grasso e quello ormai lo salviamo per quando mangiano i tua.

Sal.   Allora lo possiamo prendere di sicuro! (ride).

Ser.   Non fare lo spiritoso, mia madre è sofferente di fegato non vuole neanche un pizzico di grasso…lo scaldabagno l’ha acceso mi vulissi fari nna doccia.

Sal.   Ma tu non mi hai detto niente.

Ser.   Carciofo palermitano....(esce Mario).

Mar.   Mamà a fari a cacca.

Ser.   Dillo a tuo padre così accende anche lo scaldabagno.

Mar.   Turiddu a cacca.....(escono).

Ser.   Non ho mai riposo, ma come sono certe mogli che si trovano dei mariti che le fanno tutto, io queste fortune non le ho avute.

Ton.   (bussano, entra Tonina la madre. Carattere forte, gesti arristocratici, ben

           vestita.) Ciao a mamma, ti vedo  stanca, tieni la mortadella.

Ser.   Siediti mamma (mentre posa la mortadella).

Ton.  Ti dico sempre non ti strapazzare tanto, e tu non mi ascolti; tuo maritu dov’è,

          Mario…

Ser.   Gli sta facendo fare la cacca al bimbo.

Ton.   Poi per asciugarlo chiama te? Gli portasti case e terreni e lo devi fare muovere. Menumale che avete la separazione dei beni se no si muoveva.

Ser.   Non ti preoccupare che con me fila...fila.

Ton.   Non volesti ascoltare la buon’anima di tuo padre; quante volte te lo disse prendi uno come te, con la roba.

Ser.   (sempre seduta rilassata) ma dove ce l’avevo gli occhi allora.

Ton.   Ce l’avevi dietro il sedere figlia mia, (piagnucolando) non ti posso  vedere così     Stanca, fatti aiutare se no...

Ser.   Non  preoccuparti.. che sono bella grande.

Ton.   Ma per me sei sempre piccolina.....

Ser.   Mamma non piangere se no piango anch’io...

Ton.   No a mamma tu non piangere (smette di colpo, poi entrano Mario e Salvatore ).

Mar.   Nonna ciao a purtasti a mortedella.

Ton.   Certo.

Mar.   Il nonno mi porta la borraccia, io ci metto  l'acqua e poi...(ride).

Sal.     Lo scaldabagno era acceso.

Ser.    Tu solo sei sempre spento. Vai esci a comprare il macinato, piglia pure due patate visto che sei la, non portare carciofi che ne abbiamo tanti centro (ironica)

Sal.   Non ti sei dimenticata niente, dimmelo ora ciò che devo  pigliare.

Ton.   Salvatore se si scorda qualcosa che gli fa, non vede quante cose che fa e quante ne ha da pensare......(Salvatore esce). Tiziana dov’è.

Ser.   A Sciacca col fidanzato, torna domani.

Ton.   Falla divertire dammi retta e faglielo sposare quello!

          ( Nel frattempo Mario giocava in un angolo ).

Ton.   Comunque a mamma ora me ne vado...

Ser.   Stai un altro po.

Ton.   Devo lavare un mucchio di panni, la lavatrice è rimasta guasta per due giorni  ora l’ho fatta riparare....

Ser.    Perché non li hai portati qua.

Ton.   Eccome!, ti do anche questi disturbi!..

Ser.    A mio marito li faccio fare non ti preoccupare!

Ton.   Menumale, ciao bello mio, va riposati che è tardi.

Mar.   Nonna a macarina ti piaci pi ballari.

Ton.   Ormai sono vecchia per ballare.

Mar.   Gaddina vecchia fa bonu u brodu (ride) u nonnu Ciru mu dissi.

Ton.   Vedi te che gli insegna.

Ser.    Non devi credere a ciò che ti dice il nonno…

Mar.   E  quello che mi dice la nonna Stella?

Ser.   Nemmeno....devi credere solo ciò che ti dice la nonna Tonina.

Mar.  Nonna portami a mortedella dopu....

Ton.   Non ti preoccupar.

Ser.  Avanti vieni che ti metto a letto, prima saluta la nonna  (mentre si salutano

         entra Salvatore).

Sal.   Pippo il macellaio mi ha detto domani per il macinato, le patate non mi ha detto se le volevi nuove o vecchie.

Ser.   Allorà?!

Sal.   Allora per non ritornarci un’altra volta le ho comprate nuove e vecchie.

Ton.  Menomale che non mangiava qua, se no digiuna restava con te.

Ser.  Per favore andiamo a letto perché domani...

Sal.   Ho capito c’è da fare un sacco di cose.

Ser.   C’è da fare? Tu hai da fare un sacco di cose, comincia a portare a letto tuo figlio,    levagli la coperta che c’è messa per ora gli prendi quella nel suo armadio non quella a sinistra ; quella a destra, perché quella si mette solo per bellezza.      (Mentre si chiude il sipario Mario ridendo ripete Turiddu....)

A T T O SECONDO

( Circa le sette del mattino, entrano Roberto e Tiziana piano piano ed accendono le luci. )

Tiz.   Fai piano staranno dormendo.

Rob.  Falli dormire, non è giusto svegliarli!...Ora come sanno che sei arrivata.

Tiz.  Mentre entro nella mia stanza, metto i vestiti  appesi  così mio padre appena si sveglia capisce che siamo ritornati.

Rob.   E perché tuo padre e non tua madre?!

Tiz.   Prima si sveglia mio padre per preparare tutte le cose, il latte, il caffè, apparecchia, poi quando tutto è pronto sveglia mia madre.

Rob.  Basta che tu non lo faccia con me così.

Tiz.   Peggio!....

Rob.  Ma che dici.

Tiz.    E stavo scherzando, sembra che sei un carciofo palermitano.

Rob.  Carciofo palermitano?

Tiz.    Mia madre così lo chiama mio padre, ora vattene...

Rob.   (guardandola passionalmente) Tiziana...

Tiz.      Che vuoi....

Rob.   Ssiamo soli....soli..

Tiz.     Veramente la dentro ci sono tutti; e poi siamo stati una giornata soli a

           Sciacca...

Rob.   Tua madre è la dentro che dorme...

Tiz.      E che vuoi…

Rob.   Tuo fratello la dentro che dorme...

Tiz.     E che vuoi…

Rob.   U carciofu è a Palermu....(mentre la vuole abbracciare).

Tiz.    E finiscila, siamo stati una giornata soli proprio così non hai fatto.

Rob.  Ma qua dentro mi viene lo stimolo forte, sarà questa casa (mentre la vuole

          abbracciare e stringere).

Tiz.   Ogni volta qua dentro ti viene questo stimolo (entra Serafina).

Ser.   Lo stimolo di che.

Rob.  (imbarazzato) Lo....lo....lo stimolo della pipì.....

Ser.   E vai bello. (Roberto và). Ti divertisti a Sciacca a mamma.

Tiz.   Bellissimo mamma.

Ser.  Qualche volta  si viene pure noi, e ci restiamo per una settimana.

Tiz.    E lasciamo i terreni e la casa soli.

Ser.   C'è tuo padre, noi  intendevo: io tu e tuo fratello. (entra Roberto).

Rob.   A posto.

Ser.   Era da moltoche la tenvi vero.

Rob.  (gesticolando) mi ......io vi saluto, poi ci vediamo (esce).

Ser.   Va riposati a mamma.

Tiz.    E tu .

Ser.   Ormai, è la prima volta che mi sveglio prima di tuo padre, quanto lo sveglio

          Se no si può prendere il vizio; e poi dobbiamo andareper la  visita a tuo fratello    Mario (entra Salvatore).

Sal.   Sono sveglio, tempo di lavarmi e sono pronto.

Ser.   Prima mi lavo io, poi Mario e poi tu, così ci dai una sistemata al bagno

          mentre io prendo i documenti per la visita.

Tiz.   Io mi riposerò un paio d’ore, sono stanca morta!

Sal.   Va riposati, sembri pari intronata oggi.

Ser.   Lei oggi, tu sei sempre intronato (entra Mario).

Mar.   Mamà, ora usciamo e pigliamo la borraccia.

Ser.   Ma che gli hai detto che nomina sempre la borraccia.

Sal.   Vuole bere dalla borraccia.

Mar.   Tiziana l’hai ballata la macarina.

Tiz.   Si, ho ballato pure il  tic tic tac.

Mar.  Tic tic toc taci (in modo confuso).

Ser.   Va riposati a mamma (Tiziana saluta ed entra nella stanza). Io mi vado a dare una lavatina (entra pure lei).

Mar.   Papààààààààààààààà...

Sal.   Menomale che ogni tanto mi chiama papà a lungo, vale per quando no mi chiama.

Mar.   Appena ho un figlio gioco con lui Claudio è monello, non gli piace  la

             macarina, e vuole  il silemi (salame) .....di che colore la prendiamo  la borraccia.   ( Preferibilmente borraccia pronunciato in qualche altro modo).

Sal.     Come vuoi tu (Ser. chiama Mario).Vai che ti chiama la mamma (Mario va)

Sal.     Intanto mi rilasso due minuti (sedendosi) se nascessi un’altra volta non

           Rifarei più certi sbagli (entra il padre).

Cir.    Tu sei triste. (comincia al solito).        

Sal.   (alzandosi)  papà mi stavo riposando.

Cir.   Dove sono tua moglie e i tuoi figli.

Sal.   Una dorme si è addormentata ora e gli altri si stanno dando una lavatina.

Cir.   Qua dentro non si capisce niente, una s’addormenta di mattina e due si lavano assieme.

Sal.   Papà ma quali assieme, che c’è, che   voi per ora.

Cir.   Tieni questa schedina, ci sono i numeri che che mi sono sognato giocala tu vedrai che escono, tuo nonn mi ha detto che è la volta buona.

Sal.   L'atra volta lo zio poi la zia poi il cugino, papà risparmia questi soldi, è una vita che giochi i lotto e schedine..

Cir.   Si è vero, ma io gioco sempre poco, ora  me ne vado  u papà (gli da un

          porta fortuna) mettilo in qualche posto di bellezza. (sta per uscire e ritorna)

          Se vinci  tu  comandi, ciao (sta per uscire e ritorna) stavolta mi sento

          Che escono, me ne vado perché se mi vede  Mario mi cerca la mortadella (esce)     

Sal.   (appoggia il portafortuna in qualche posto) Mettiamolo qua per bellezza,

          siccome ce n’è poca qua per bellezza!....

Ser.   (entra) ma che parli da solo, non è che la visita la devi passare pure te.

Sal.   E’ venuto papà che mi ha portato la schedina per giocarla.

Ser.   Il sabato la fa giocare sempre a te, l'importante è non perdi tanto tempo,

          perché  abbiamo da fare un sacco di cose e poi devo amdare in campagna che sono due giorni che non ci vai.

Sal.   Intanto mi lavo la faccia.

Ser.   Bene lascia stare per questa mattina, non si vede nemmeno quando ti lavi.

Sal.   Ma il bagno è pulito!

Ser.   Il bagno è mezzo pulito, appena torniamo l’altro mezzo lo fai tu;  poi c'è

          Il letto di  Mario da sistemare, il salone e qualche altra cosa che è rimasta piedi piedi…  poi ho fatto tutte le cose, non scordarti questa borraccia perché la dentro m’ha fatto una testa così.

Mar.   (entra) Mama mi porto a Gigi (l'orsacchiotto).

Ser.   Va bene, allistemuni ca è tardu. (escono).

                                  ( Dopo alcuni secondi squilla il telefono )

Tiz.   (entra in vestaglia) E chi è a quest’ora, non si può riposare in pace. Pronto

          buonanotte...mi scusi buongiornu signora Caterina, i miei genitori sono

          usciti, più tardi li trova, arrivederci. (si dirige per l'altra stanza) Intanto mi vado a riposare un altro poco (squilla di nuovo il telefono) che scocciatura chi sarà       questo cretino che telefona di mattina...pronto.....ah! Roberto che c’è.....

          hai visto uscire tutti e tre, e allora? Vuoi venire qua? Oh! Con sto stimolo!....

          Non venire perché sono  tutta addormentata....stasera ci vediamo ciao           

          (chiude) vediamo se mi posso riposare ora,...(entra nella stanza e bussano).

Tiz.   (esce) Non è possibile, chi è.

Ton.   (da fuori) Tiziana sono nonna Tonina  (Tiziana seccata apre entra)

          Ciao a nonna eri a letto (le da una busta di mortadella) .

Tiz.   Sono tornata tardi...

Ton.   Dove sono.

Tiz.    La visita per Mario.

Ton.   Ah! E’ vero me l’ero scordato....ti divertisti a nonna, sono di larghe vedute come noi altri o c’è qualcuno come il carciofo di tuo padre.

Tiz.    Sono tutti moderni nonna, ci lasciano sempre soli i miei suoceri i miei zii tutti!       !

Ton.   Non fare lo sbaglio che fece tua madre te lo dico per il tuo bene (bussano)

           Chi  sarà...

Tiz.     Stamattina non ho pace (apre).

Rob.   Ciao  (Tiziana risponde).

Ton.   Oh! Roberto di te stavamo parlando....

Tiz.     Ti fischiavano le orecchie e sei venuto....

Rob.    Buongiorno...signora.

Ton.    Chiamami nonna.....mi puoi chiamare nonna.....

Rob.   Ma veramente è così giovane che neanche mi viene...

Ton.   Allora chiamami  Tonina, l'importante è che abbiamo la salute e pancia piena!..    siediti bello...

Tiz.    Altro che riposo stamattina.

Rob.   Tiziana avevo dimenticato di dirti che domenica i miei vendono quel

            terreno di carciofi vicino Trapani, Tonina  ti piacciono i carciofi?

Ton.   Veramente qualcuno l’abbiamo  tanto assai non mi calano....comunque

           ora me ne vado così vi lascio soli.

Tiz.      Nonna se lo sa mio padre poi.....

Ton.   Basta che lo sappia tua madre ciao, anzi ora che ci passo  glielo dico che

           Roberto è qua (mentre esce) fate con comodo....

Tiz.     (rimasti soli) ma dico io, un po di riposo me lo puoi dare.

Rob.   Pure io sono stanco, non mi viene sonno e sono stato affacciato alla finestra,

           appena ho visto passare tutti mi sono precipitato.

Tiz.  Non è che precipitandoti ti storpiavi e per stamattina mi lasciavi in pace.

Rob.   Tiziana, non ci posso fare niente se quando sono qua dentro mi viene

           (emntrabi) STIMULO Tiziana (avvicinandosi di più) vieni qua dammi  qualche bacino...

Tiz.     Ti do qualche sberlona..tu sei capace che appena ci sposiamo la prima notte;          mi dici all'Hotel, andiamo a casa tua che mi viene di più lo stimolo?

Rob.   (passionale) ti prego stringimi.

Tiz.     Sono tutta assognacchiata!......

Rob.   Ti sveglio io con una sbacciucchiata!...

Tiz.     Sono tutta appiccicosa!...

Rob.   Ti spiccico io !...

Tiz.     Con tutta questa stanchezza non ho  stimolo!...

Rob.   Ti do io quello che non hai!...

Tiz.      Roberto basta ora!

Rob.   (fa finta di non capire) Basta per ora e per domani...

Tiz.   Ma che capisci, basta ora che mi stai seccando....

Rob.   Ma che ci posso fare se qua dentro mi viene sempre lo stimolo!

Ser.   (in quel momento entra) ma a te sempre qua ti viene?!...

Rob.  (imbarazzato) con tutta l’acqua che ho bevuto ieri sera (va in bagno).

Ser.   A cercare il libretto di tuo fratello, dato che in questa casa tocca a pensare tutto a me per qualsiasi cosa....

          (mentre cerca).

Tiz.     Mamma è venuta la nonna...

Ser.   Quale delle due...

Tiz.     La nonna Tonina..

Ser.   Allora mi puoi dire che voleva.

Tiz.    E’ venuta così.

Ser.   Tuo padre si scorda ogni casa, devo venire io perché lui è andato a giocare i numeri....(ad un tratto) mamma!....

Tiz.    Che c’è  mamma.

Ser.   Il gabinetto era tutto sotto sopra, che vergogna con Roberto.

Rob.   (esce) a posto!

Ser.   Roberto non farci caso tutte le cose in mezzo ai piedi, avevamo fretta e non e non abbiamo potuto pulire poi mio marito lascia tutte le cose in mezzo.

Rob.   Non si preoccupi, per farla ho chiuso glio occhi....

Tiz.     L’hai fatta di fuori...

Ser.   Si, che ti pare che è tuo nonno. Ecco quà intanto riscappo.

          ( esce dal cassetto i documenti richiude ed esce ).

Rob.   Tiziana ormai vestiti, giornata rotta e persa tutta!.....

Tiz.     Rompimento che sei ogni momento!...Va bene, intanto mi metto qualcosa

          (entra in camera).

Sal.    (entra) e tu che hai dormito qua?

Rob.   Buongiorno sig. Salvatore.

Sal.    Ma tu quando impari  a chiamarmi papà...

Rob.  Veramente io se prima non divento suo genero a tutti gli effetti mi

           sembra male!

Sal.    Genero a tutti gli effetti! Mi pare che sei sposato con mia figlia da una vita.       

Rob.   Io veramente...

Sal.    (interrompendolo) quant’è che siete soli..

Rob.   Due minuti... ( in quel preciso istante entra Tiziana ).

Tiz.     Tre minuti...

Sal.    Duei o tre...(Tiziana stavolta risponde due mentre Roberto risponde tre ).

Sal.    Facciamo cinque...Tiziana ho detto a Roberto che mi può chiamare papà....

Tiz.    Papà, l'importante è che non ti chiami Turiddu..

Sal.    Come...

Tiz.    Scherzo papà, oggi non si usa più, anzi sei fortunato, perché certi

          generi ai suoceri non li chiamano proprio.

Sal.    E come comunicano!....allora è poco che siete qui soli?

Tiz.     Ma certo papà, prima mi sono vista con  nonna Tonina, uscita lei è venuta la  

           mamma, uscita lei sei venuto te.

Sal.    Allora è mezz’ora che sieti soli.

Rob.   Sono venuto per invitarla a Trapani.

Sal.    (mentre cerca) non siete ancora tornati  e già ripartite? Dov’è questo documento.

Tiz.     Papà è venuta la mamma a pigliarlo.

Sal.    Ci siamo incontrati e mi ha detto che ha scordato il codice fiscale, dove l’ha messo, la rovina sono i troppi soldi....(si volta verso il genero) caro Roberto i soldi

          non fanno la felicità!

Rob.   (verso il pubblico) figuriamoci la miseria!

Sal.    Puo essere che è  dentro la (và).

Tiz.    Papà noi usciamo, arriviamo a casa di Roberto e prima di partire veniamo      (entra il padre).

Sal. Ecco quà il codice fiscale, nel cassetto del comodino assieme alle ciabatte           ...

Tiz.     Ciao papà (escono)che poi s’ha da partire.

Sal.    Ciao, partiti…gia sono partiti di testa !

Sal.    (esce dalla tasca la schedina con i numeri giocati) il super enalotto, per ora i numeri sono usciti, non c’è neanche bisogno di controllarli, tanto sono soldi persi! (la posa dentro qualche cassetto, si siede un attimo e respira rilassato). Certo  che quando sono solo mi sento un bene, quando non c’è mia moglie si sta veramente bene.

Cir.     (entra) Sal. Salv...Salva......Salvat..Salvato...

Sal.    Mi chiama a sillaba a sillaba...che c’è  papà.

          ( Ciro con un foglietto in mano nelquale ci sono i mumeri che aveva dato al figlio).

Sal.    Che c’è  papà. (Ciro non riesce a parlare) ma gli sono venuti tre quattro malattie tte in una volta?! Che ti senti male?

Cir.    Tua madr....tua madre.

Sal.    La mamma si sente male.

Cir.    No, tua madre a mo...men...ti viene lo lasciata ste...ste..

Sal.    Stetica.

Cir.    No ste...stenn....stenni..

Sal.   Stendeva e falla stendere.

Cir.    Stesa per terra...

Sal.   Stesa per terra, ma che ha , ci vado...

Cir.   (lo ferma per un braccio) no...no… ora viene...speriamo che non  ho sbaglia....a

          ....a....a...to.

Sal.   Papà per favore che m’aspetta mia moglie per il codice fiscale.... 

Cir.    AGIU....AGIU...

Sal.    Agiusta, si aggiusta, siediti, gli ha preso qualche colpo!

Cir.    Colpo grosso!

Sal.   Ma a chi a te o a mamma.

Cir.    A tu...tutti e due e ora viene pure a te.

Sal.  Che bell’augurio! Uno non parla, una è stesa e io sto diventando

          ri.....

Cir.    (lo interrompe) RI...RI...

Sal.    Rincretinito l’ho capito. Ora calmati ti vado a prendere un po d’acqua e poi parla bello chiaro, se no i numeri li dai per davvero.

Cir.    I numeri li do per forza (mentre beve) hai giocato la schedina.

Sal.    Certo e ora che ho giocato.

Cir.    Non controllasti, tua madre ha controllato (comincia a parlare meglio) e si

          è stesa. Controlla.

Sal.    (la cerca) dove l’ho messa.

Cir.    (si agita) trovala....trovala.....

Sal.    Ma dove l’ho messa.

Cir.   (saltellando agitato) trovala cercala.

Sal.   Ah! L’ho messa qua dentro (la prende).

Cir.    Detta questi i numeri.

Sal.    Sette. ( Ciro abbassa la testa come per dire si ).

Sal.    Tredici.

Cir.    Si....dai...dai....piano.

Sal.    Trentadue.

Cir.    ( come prima ).

Sal.    Trentanove.

Cir.    Mamma mia!

Sal.    Settanta.

Cir.    Mi stendo (si asciuga).

Sal.    Ottantaquattro.

Cir.    (tremando) sto morendo...u....u.....u muoio (cade).

Sal.   (senza fare caso al padre prende il foglietto, controlla e grida) SEI! SEI!..

         (comincia a ballare a girare, dopo un po') papà che fai sei morto?!..(lo sveglia)

Cir.    Sei.....

Sal.   Sei....

Cir.    Sei...

Sal.    Si, sei!

Cir.    Sei un cretino?!...Pigliami un po d'acqua.

Sal.   Papà ora comando ioi!

Cir.   Per questo non voglio morire subito! Voglio vedere come comandi (bussano)

         silenzio di che non ci siamo.

Ste.   Sono io (entra) SEI a mamma SEI! Non c'è bisognodi dirlo che già lo sanno i vicini di casa, mi hanno dato l’acqua con lo zucchero e io parlavo tutta soddisfatta.       Ora comandi tu.

Cir.   Non essere più triste  u papà. Io ti ho detto di solito che prende una moglie ricca il marito parla poco. E tu Stella cerca di campare il più a lungo possibile che dobbiamo vedere tuo figlio comandare.

Ste.   Io muoio dopo di te!

Sal.   Allora  per ora mia moglie saprà tutto.

Cir.   Subito  si capisce appena arriva se lo sa.

Ste.   Voglio vedere se ti chiama più Turiddu (entrano Roberto e Tiziana).

Rob.   Ciao nonni....ciao papà.

Tiz.    Ciao papi, paparino mio, forse non parto più dipende da quello che dici tu.

Sal.    Poi vediamo, intanto va prendere tua madre e tu caro genero quando devi fare

          pipi, lo stimolo fattelo venire dentro di te.

Tiz.    Alla  mamma c’è venuto un colpo di pressione forte,il dottore mentre visitava

          Mario ha lasciato lui e ha preso  mamma.

Sal.   Non puteva restare secca!

Rob.   Senti papà.

Sal.    Non sei più moderno!..

Rob.   E' più bello chiamare il suocero papà.

Tiz.    Papà c'hai dato una sistemata al bagno?!

Sal.    Poi ce la da tua madre e tu poi ci dai una ripassata (escono).

Cir.   Noi ce ne andiamo.

Sal.   Papà aspettate che vi chiamo un taxi. Tanto questo  sei, è una vincita di venti

         miliardi!

Ste.   Non ci fare niente a mamma risparmiali questi soldi.

Cir.   (avvicinandosi al figlio) ho giocato una vita e proprio quando pensavo che non avrei mai vinto ho fatto sei.

Sal.   E non potevi pensarci prima di non fare più niente.

Cir.   Una cosa sola voglio per il papà.

Sal.   Che cosa.

Cir.  Una vasca da bagno con una cosa elettronica che quando mi lava le spalle sia delicata. Tua madre mi gratta forte  e mi fa male l’ho rovinate e arrossate.

Sal.   Aspettate un attimo (prende la giacca da camera, giornale, sigaro e si

          siede comodamente) io aspetto mia moglie cosi! (musica ritmata, mentre i genitori       gli ballano intorno)

Cir.   Cosi mi piaci.

Ste.   Pure a sua madre le passeranno le arie( entrano Roberto, Tiziana e Serafina ).

Ser.    (con tono delicato) ciao Salvatore...mamma, papà ma che fate all’inpiedi,

           ma Salvo perché non li fai accomodare....sono passata dalla macelleria e ho comprato tre chili  di macinato di prima scelta senza un velo di grasso, così mangiano qua.

Sal.   Dov’è  Mario (disinvolto).

Ser.   Fra poco viene con mia madre. Mamma, papà ancora all'inpiedi siete.

Cir.    Stavamo uscendo, poi siamo rientrati.

Ste.     Siamo venuti per vedere se ci possiamo compare qualche terreno per coltivare carciofi.

Ser.    Bello, così si mangiano.

Cir.     Io mi sono già prenotato una bella vasca da bagno tutta elettronica.

Rob.  Comunque adesso vi saluto, papà decidi con comodo se Tiziana può

           venire....

Tiz.     Mamma io veramente..

Ser.   Dillo al papà a mamma!

Sal.    Poi vediamo!

Rob.   Quasi quasi lo dico ai miei di non venderlo più il terreno di carciofi...

Cir.    Casomai lo compriamo noi  (Roberto saluta ed esce).

Ser.   Allura mamma chi facemu purpetti.

Ste.   Meglio ca ci fai a to matri i purpetti.

Cir.    Quantu ni nni emu va. Poi ni videmu (salutano ed escono).

Tiz.     Mamma do una sistemata alla stanza da letto?

Ser.   Si vai.

Sal.    La fai fare a tuo figlia!

Ser.   Lascia stare la faccio io. Il tempo di cambiarmi e faccio tutto (entrano nella stanza).

Sal.   Sa già tutto, e fino  a quando lei non mi dice niente, io non le dico niente.         ( entrano Tonina e Mario).

Mar.   Turiddu....Turiddu...

Ton.    Non si chiama Turiddu il papà, si chiama Salvatore…

Mar.   (con la borraccia in mano) Salvato-re.

Sal.   Perché prima non glielo insegnava.

Ton.   Da quanto gli e lo dico. Dov’è mia figlia Salvatore.

Sal.   Dda dintra chi sistema, si ci voli dari nna manu d'aiutu.

         (intanto Mario aveva posato la borraccia sopra il tavolo poi prende una

         bottiglia d'acqua e gli e la versa chiude ed aspetta).

Ton.   Salvatore sei stanco, si vede, non andare più in campagna, si chiama un

           operaio e ci pensa lui (la chiama la figlia).

Sal.    Senti che vuole (Tonina và).

Mar.   Papà ora nasce vero...ora nasce...mio figlio (ride).

Sal.   Si, si però ci vuole tempo! (entra Caterina)

Cat.   Buongiorno sig. Salvatore.

Cla.   Mario chi fai

Mar.   Aspetto ca nasci.

Cat.   Sig. Salvatore sono venuta per pagare l’affitto.

Sal.   Questo mese non pagate, anzi per sei mesi non pagate e dopo al posto di seicento me ne date trecentomilalire.

Cat.   Ma scherza.

Sal.   Davvero.

Cat.   Lei è troppo ma troppo generoso.

Sal.   Non si preoccupi (entra Serafina). Serafina, questo mese a signora

          non paga, per sei mesi non paga.

Ser.   Questo le volevo dire signora......

Sal.    E dopo sei misi paga trecentomilalire in memu.

Ser.   L'avevo pensato pure io, solo che se non decidi tu..... sappia signora se

          collabbora però il marito  è marito...

Cat.   Giusto, vi ringrazio tanto...non ci sono parole non ne trovo.

Sal.    Non le cerchi!

Cla.   Mamma pure io vogliola borraccia...nasce il figlio....

Cat.   Va bene, va bene.

Cla.   (mentre escono) poi vengo e balliamo.

Sal.   Senti Mario sali sopra e l'aspetti perché ci vuole tempo (Mario và).

                               ( Salvatore si risiede sempre comodamente ).

Ser.   La stanza da letto è quasi fatta, ora vado e faccio il bagno.

Sal.    Senti quando ti fai la doccia non usare il sapone LUX, perché quello lo voglio mettere per bellezza.umu.

Ser.   Ah! Sei, ilmarito.

Sal.   E quando t’asciughi non t’asciugare con la tovaglia azzurra non ti ricordi che quella me l’ha regalata mia madre. Meglio tenerla per bellezza.

Ser.   Va bene Salvatò.

Sal.   (indicandogli il portafortuna che gli aveva dato il padre) non spostare mai questo oggetto, è per  bellezza, me l’ha regalato mio padre.

Ser.   E quando spolvero?..

Sal.   Ci giri intorno intorno ...(entra Roberto).

Rob.   Ciao papà, mamma, allora avete deciso?

Ser.   Parla con  papà e quando andate in discoteca non fate molto tardi. Comunque

          parla con lui che io continuo a fare il bagno.

Sal.    Fallo bello asciutto, non spostare niente di quello che ti ho detto, perché appena entro voglio vedere tutto a posto (Serafina và).

Rob.   Ammazza che generale!....

Sal.   Generale...non fare così con mia figlia perché ti tiro il collo..ma neanche lei con te: Vedi Roberto io ti voglio far capire che l'amore è qualcosa di

          straordinariamente bello, e siccome voi vi volete bene, ora chiamo

          Tiziana e vi  dico due paroline...(la chiama) Tiziana..Tiziana.

Tiz.    (esce dalla stanza) che c’é papà.

Sal.   Mettetevi vicini..(mano nella mano). Ma io non vi ho detto  mano nella mano.

Tiz.    Noi  sempre così le mettiamo papà.

Sal.   Bravi, io con tua madre non mi posso mettere mai, si le davo la mano capace che mi dava un piede...voi vi volete bene vero?

Tiz. e Rob. Certo papà.

Sal.   A voi vi pare che io sono felice, che prima stavo bene con ciò che aveva portato mia moglie.....invece no! Ora che sono ricco sfondato vi pare che sono felice       ... no! no!!!

Rob.   Certo che non guastano la vita.

Sal.   Ti sbagli caro genero…sarebbe stato meglio per me se c’era il necessario e tenermi anch’io per mano, di solito con moglie ricca, marito parla poco

          Ma  quante mariti hanno le mogli ricche e vogliono bene i mariti più di se stesse...Tiziana, tua madre, da una vita comanda, fa la scontrosa, e le piaceva, non si stufava, certo io ero povero…ora che sono miliardario, è da            mezzora che faccio come faceva tua madre e gia sono stanco! (chiama Mario)           Mario figlio mio, vieni quà (Mario entra).

Mar.   (con la borraccia in mano) Papà ancora non nasci...

Sal.   Non ti preoccupare! (stringendolo forte) si possono avere tutti i soldi di questo mondo, ma la ricchezza che ti da un figlio così è incredibile...e a

          voi dico: che quando c’è serenità, comprensione e AMORIE si

         AMORE con tutte le vocali e consonanti maiuscole… l'amore che fa superare tutti gli ostacoli  e quando non c’è, si puo avere tutto, ma è lo stesso che non avere niente.   Qualcuno (al pubblico) di qua dentro  puo pensare se vincessi venti miliardi, farei la vita di un  RE, mi comprerei qualsiasi cosa, camerieri, palazzi, cristiani,  ma prima o poi ci si stanca e non c'è richezza più  ricchezza: della salute

         (avvicinandosi ai fidanzati) e dell’AMORE.

            (elaborata  da Pietro Maurici dallo stesso autore) Tel. Autore. 090/638009

(per ogni rappresentazione, è necessaria l’autorizzazione dell’autore e dell’elaboratore)